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2014-2018 Tre mostre – Guggenheim Museum Per riflettere sulla globalizzazione But a Storm Is Blowing from Paradise: Contemporary Art of the Middle East and North Africa, https://www.guggenheim.org/map 2015 STORYLINES: CONTEMPORARY ART AT THE GUGGENHEIM 5 giugno–9 september http://exhibitions.guggenheim.org/storylines/storylines https://www.guggenheim.org/video/storylines-contemporary-art- at-the-guggenheim 2017-2018 Art and China after 1989: Theater of the World perché gli ultimi trenta anni. Cosa cambia, cosa è cambiato, come costruire la storia Mappa surrealista del mondo, 1929 1957 su Art International, summer 1964 Irwin, East Art Map, 2006 Storie del mondo, storie di noi stessi Camnitzer Luis, Art History Lesson no. 6, Harun Farocky, Videograms for a revolution, 1993 https://www.youtube.com/watch?v=59kEMM VeCjc Bruna Esposito Precipitazioni sparse, 2005 (Partly cloudy) (Marmo cipollino leggermente rosa, bucce di cipolle rosse, dorate e bianche / Marble lightly pink cipollino, red, golden and white onion's peels) 4 x 4 m. Spessore marmo: cm 3; vuoto sotto il marmo: cm 3 Bruna Esposito Oltremare, 2006 (Ultramarine) ((C-Print su base di alluminio / C-print on aluminum plate)) cm 125 x 187 / 49.2 x 73.6 Bruna Esposito, E così sia, 2000 Alis Filliol, Occupare il minor spazio possibile, 2010 Alis/Filliol è il duo formato da Davide Gennarino (Pinerolo, 1979) e Andrea Respino(Mondovì, 1976), attivo dal 2007. Il loro primo intervento personale e inedito, a Milano, è rimasto aperto al pubblico soltanto per cinque settimane, nella project room di Fondazione Arnaldo Pomodoro. Durante l’inaugurazione, una fitta nebbia artificiale, trattenuta da lunghe tende viniliche trasparenti, ha avvolto senza distinzione i contorni di visitatori e lavori esposti, tra la continua ricerca di finitezza dell’occhio umano e il mai finito delle forme scultoree. Due fiammate solidificate da schiume a espansione, due lingue mitologiche plasmate come due mostri dannati, posti l’uno di fronte all’altro, due figure che si scambiano i loro volti umani dagli sguardi irosi, in un continuo dialogo muto sulla tragicità. Come sottolinea il curatore del progetto scientifico, Simone Menegoi, questo progetto “non è solo un lavoro di scultura, ma anche un lavoro sulla scultura: sulla sua storia, sui suoi generi, sulle sue tecniche tradizionali”. Alis Filliol,Buco di una tonnellata e mezza (3500 euro di tannino prodotto da Ledoga S.r.l.), 2011 Piero Manzoni, Base del mondo 1961, Ferro, bronzo (82 x 100x 100 cm.) Alis Filliol,Fortda, 2010 Christian-Boltanski-Reserve-des-suisses-morts-1991 salvatore arancio, Mass Of Cooled Lava Formed Over A Spiracle, 2011 J.Fautrier, Tête d'Otage N.1, 1943 Salvatore Arancio, A taxonomy of senses and shapes at Centre D'Art Contemporain La Halle des Bouchers, Vienne, France, 2015 https://www.youtube.com/watch?v=oWNnxoZ 8g6c Salvatore Arancio , And these crystals are just like globes of light_2017_room1_installation view Salvatore Arancio PV0721 Series, 2014 glazed ceramic photos by Giorgio Benni Carlo Gabriele Tribbioli, Reperti per il prossimo milione di anni (archive), 2007/2009/2012 n° 12 archive boxes of wood, lead, linen, glass; collection of paper documents, photographs and various objects dimensions variable Carlo Gabriele Tribbioli Reperti per il prossimo milione di anni (archive), 2007/2009/2012 n° 12 archive boxes of wood, lead, linen, glass; collection of paper documents, photographs and various objects dimensions variable Christian Boltanski: Les habits de François C. – 1972 Gianfranco Baruchello, Prove di montaggio, 1964-1966 Gianfranco Baruchello, Il montaggio (indice), 1975 Gianfranco Baruchello, 1969 (collage e smalti industriali su alluminio) Walid Raad, Installation view, Index XXXVI: Red, Institute of Contemporary Art, WR: Possiamo dire con certezza che quello che sta accadendo nel Golfo è il risultato di fattori politici ed economici, come per esempio la forte infl uenza esercitata dal Medio Oriente sul petrolio, il che intensifi ca un tipo di richiesta a vantaggio di un’economia che si basa sul settore petrolchimico e su quello turistico. O, ancora, possiamo collegare l’apertura del Louvre in Medio Oriente al rapporto tra Francia ed Emirati Arabi. Questi sono tutti fattori sociali e politici a cui non è difficile risalire, ma quello che trovo più interessante, è proprio ciò che non è sotto i nostri occhi. Nel campo della robotica e della nanotecnologia avvengono tutti i giorni cambiamenti così radicali che tra trenta, o forse quarant’anni, la stessa idea di essere umano sarà modifi cata. In poco tempo la guerra in Afghanistan potrebbe non signifi care più nulla se paragonata alle trasformazioni che la genetica subirà nei prossimi cinquant’anni. Per questo, auspico piuttosto il lavoro di filosofi , artisti e pensatori capaci di individuare questi cambiamenti e di informarci su questo tipo di eventi. Walid Raad, fondatore del progetto, sviluppato nel corso di quindici anni, è nato a Chbanieh, in Libano, nel 1967, ha vissuto a Beirut fino al 1983 quando a seguito della drammatica situazione del suo paese si è trasferito negli Stati Uniti, insegna arti visive alla The Cooper Union di New York ed è membro della Arab Image Foundation. I suoi lavori sono istallazioni, performance, opere video, fotografie e testi letterari il cui impianto è sia documentaristico che artistico. Egli racconta la storia del suo paese d’origine e le conseguenze delle guerre che l’hanno martoriato con una modalità che non potrebbe mai essere propria di uno storico, attraverso una narrazione che utilizza sia testimonianze e approcci più simili alla cronaca, sia resoconti fittizi il cui contenuto e la cui costruzione sono ugualmente significativi all’interno di uno spazio dove si trasmettono dei pensieri che vanno al di là del tempo e lo spazio rappresentati. Raad va alla ricerca del tempo perduto della sua nazione e grazie alla sua fantasia ha creato mondi là dove non esistevano più, la messa in scena è diventata l’ossigeno per riaccendere le braci che sembravano ormai spente Hans-Peter Feldmann’s work featuring front pages from September 12, 2001. Donatella Landi, Check out, 2010 Christian Boltanski, Containers (2010) Meris Angioletti, James Joyce, Finnegans Wake, faber and faber, London 1975 | 2008 Meris Angioletti, Wake, 2008 cm 50 x 100 x 115, Courtesy: Le Pavillon - Palais de Tokyo, Parigi Xu Bing Cesare Viel Meris Angioletti, Fyodor Dostoyevsky, Notes from the Underground and The Double, London 1972, 2010 cm 13 x 20 Vincenzo-Agnetti-Libro-dimenticato-a- memoria-1970 Nico Angiuli, Cos'è una città, 2015 (found objects collage) variable dimensions Courtesy: BOCs Art Residency Nico Angiuli, Study For The 1st Typical Party Of The Chinese Rice Pickers in Italy, 2010 (Envoiroment) Rebecca Agnes, LUOGHI SCOMPARSI, EDIFICI ABBANDONATI, COSTRUZIONI INCOMPIUTE SICILIANE., 2013 (DISAPPEARED PLACES, ABANDONED, UNFINISHED BUILDINGS IN SICILY.) (Hand-painted wooden boards, various techniques, 30 x 30 cm.) Rebecca Agnes, LA CITTÀ SOSTITUITA, 2012 Francesco Arena, La perdita, 2013 (Porcelain, clothes) cm 110x30x170 Foto: Roberto Marossi Courtesy: Galleria Raffaella Cortese, Milano Francesco Arena, Extreme Occident, 2013, (Book) Ambientali Foto: Martin Argyroglo Courtesy: Galleria Monitor, Roma Micol Assael, Sub, 2014 Installation. Glass, iron, Kelvin generator (water, plastic, conductors, sink)) 360 x 465 x 520 cm Courtesy: Galleria Zero Louise Bourgeois. Cell (The Last Climb), 2008 Monica Bonvicini, Powder Belts, 2015 (Axe, black polyurethane, matt finish, leather belts, steel chains) 100 x 38 x 28 cm Courtesy: The artist Pino Pascali_Armi-1965- Rebecca-Horn-El-beso-de-la-muerte-1991- 1992 Gianfranco Baruchello, Profilassi della rabbia, 1962 Monica Bonvicini, No head man, 2006 (Wood, white paint, fluorescent lights) 00:25:00 ca. Grado zero. Nuove strategie del monocromo Francesco Arena, Thoreau horizon, 2016 (White marble) cm 60x60x2 Foto: Matthew Hollow Courtesy: Sprovie ri, London Francesco Arena, Thoreau horizon, 2016 (White marble) cm 60x60x2 Foto: Matthew Hollow Courtesy: Sprovie ri, London Sergio Brevario, Paesaggio acromo, 2006 (Achrome landscape) (Pencil on paper) cm 31 x 55 - diciannove novantasei: mi edifico e ti guardo , Yves Klein, Monochrome bleu (Ikb 190), 1959 Piero Manzoni, Achrome, 1958 Piero Manzoni, Achrome, Baruchello, Partout le silence, 1962 Fabio Mauri, The end (schermi) https://www.youtube.com/watch?v=umfvC7llP _k https://www.youtube.com/watch?v=pOn1- KOdHPM https://www.youtube.com/watch?v=ETuDoYw _HSo Botto & Bruno, Zona temporaneamente autonoma, 1996 (Temporarily autonomous area) (Xerox copy on artificial leather) cm 220 x 160 Elisabetta Benassi, Road Rage, 2016 (Found truck tyre, gilded bronze) 105 x 105 x 30 cm Elisabetta Benassi, Passato e presente, 2013 (Book, wrought iron nail) 18,5 x 11,5 x 9 cm Courtesy: Magazzino d'Arte Moderna Elisabetta Benassi, The Dry Salvages, 2013 (10.000 hand-made bricks, sand and 1 book) Courtesy: Magazzino d'Arte Moderna Luisa Spagnoli, una solerte aguzzina arricchita con lo sfruttamento bestiale del lavoro delle detenute proletarie. Una donna sensibile che “veste” con molto buon gusto le signore dell’alta borghesia con abiti da L. 150.000 e golf da L. 20.000 che paga alle detenute rispettivamente L. 3.000 e L. 1.500 sfruttandole per dodici ore e piu' al giorno con lavorazioni a cottimo. Oggi due boutiques della signora Spagnoli hanno chiuso in perdita : due gruppi di compagne le hanno bruciate...; La signora Spagnoli, tutti gli sfruttatori, tutti gli sbirri, i porci, le suore e i collaborazionisti dovranno d’ora in poi fare i conti con la coscienza rivoluzionaria del movimento delle donne... Chiara Fumai, Te lo faremo sputare, 2013 EV (collage and ink on paper) 30 x 42 cm Courtesy: private collection Chiara Fumai, We spit on Hegel (preliminary sketch), 2012 EV (collage and ink on Hegel's Theological Writings) 25 x 25 cm Chiara Fumai, Shut Up, Actually Talk - the world will not explode (performance, Museum Fridericianum), 2012 EV 30‘ – parole da Rivolta Femminile (Female Revolt), 1974 Foto: Ryszard Kasiewicz Courtesy:dOCUMENTA(13) Chiara Fumai, Moustache Woman, 2007 EV looped 1' Foto: M.