Diari 1963-1977, Trascrizione Di Franca Linari, Introduzione E Note Di Francesca Nencioni, 2011

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Diari 1963-1977, Trascrizione Di Franca Linari, Introduzione E Note Di Francesca Nencioni, 2011 FONTI STORICHE E LETTERARIE EDIZIONI CARTACEE E DIGITALI — 31 — UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI FIRENZE DIPARTIMENTO DI ITALIANISTICA BIBLIOTECA DIGITALE COMITATO SCIENTIFICO Adele Dei Anna Dolfi Simone Magherini Volumi pubblicati: Moderna [diretta da Anna Dolfi] 1. Giuseppe Dessí. Storia e catalogo di un archivio, a cura di Agnese Landini, 2002. 2. Le corrispondenze familiari nell’archivio Dessí, a cura di Chiara Andrei, 2003. 3. Nives Trentini, Lettere dalla Spagna. Sugli epistolari a Oreste Macrí, 2004. 4. Lettere a Ruggero Jacobbi. Regesto di un fondo inedito con un’appendice di lettere, a cura di Francesca Bartolini, 2006. 5. «L’Approdo». Copioni, lettere, indici, a cura di Michela Baldini, Teresa Spignoli e del GRAP, sotto la direzione di Anna Dolfi, 2007 (CD-Rom allegato con gli indici della rivista e la schedatura completa di copioni e lettere). 6. Anna Dolfi,Percorsi di macritica, 2007 (CD-Rom allegato con il Catalogo della Biblioteca di Oreste Macrí). 7. Ruggero Jacobbi alla radio, a cura di Eleonora Pancani, 2007. 8. Ruggero Jacobbi, Prose e racconti. Inediti e rari, a cura di Silvia Fantacci, 2007. 9. Luciano Curreri, La consegna dei testimoni tra letteratura e critica. A partire da Nerval, Valéry, Foscolo, D’Annunzio, 2009. 10. Ruggero Jacobbi, Faulkner ed Hemingway. Due nobel americani, a cura di Nicola Turi, 2009. 11. Sandro Piazzesi, Girolamo Borsieri. Un colto poligrafo del Seicento. Con un inedito «Il Salterio Affetti Spirituali», 2009. 12. A Giuseppe Dessí. Lettere di amici e lettori. Con un’appendice di lettere inedite, a cura di Francesca Nencioni, 2009. 13. Giuseppe Dessí, Diari 1949-1951, a cura di Franca Linari, 2009. 14. Giuseppe Dessí, Diari 1952-1962, trascrizione di Franca Linari, Introduzione e note di Francesca Nencioni, 2011. 15. Giuseppe Dessí, Diari 1963-1977, trascrizione di Franca Linari, Introduzione e note di Francesca Nencioni, 2011. Linguistica [diretta da Massimo Moneglia] 1. Bootstrapping Information from Corpora in a Cross-Linguistic Perspective, edited by Massimo Moneglia and Alessandro Panunzi, 2010. 2. Alessandro Panunzi, La variazione semantica del verbo essere nell'Italiano parlato, 2010. 3. Language, Cognition and Identity. Extensions of the endocentric/exocentric language typology, edited by Emanuela Cresti and Iørn Korzen, 2010. Informatica e letteratura [diretta da Simone Magherini] 1. BIL Bibliografia Informatizzata Leopardiana 1815-1999. Manuale d’uso vers. 1.0, a cura di Simone Magherini, 2003. Giuseppe Dessí Diari 1963-1977 Trascrizione di Franca Linari Introduzione e note di Francesca Nencioni Firenze University Press 2011 Giuseppe Dessí / Diari 1963-1977 / Franca Linari, Francesca Nencioni. – Firenze : Firenze University Press, 2011. (Fonti storiche e letterarie. Edizioni cartacee e digitali ; 31) http://digital.casalini.it/9788866550389 ISBN 978-88-6655-035-8 (print) ISBN 978-88-6655-038-9 (online PDF) ISBN 978-88-6655-040-2 (online EPUB) Volume pubblicato con il contributo di Comitato Nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Giuseppe Dessí con il patrocinio del Ministero per i beni e le attività culturali. Direzione Generale per i beni librari e gli istituti culturali Regione Autonoma della Sardegna – Assessorato alla Cultura e P.I. Fondazione Giuseppe Dessí Fondazione Banco di Sardegna Progetto grafico di Alberto Pizarro Fernández © 2011 Firenze University Press Università degli Studi di Firenze Firenze University Press Borgo Albizi, 28, 50122 Firenze, Italy http://www.fupress.com Printed in Italy INDICE INTRODUZIONE di Francesca Nencioni 7 NOTA AL TESTO 19 DIARI DIARIO 1963 25 DIARIO 1964 75 DIARIO 1965 97 DIARIO 1966 107 DIARIO 1967 143 DIARIO 1968 161 DIARIO 1969 179 DIARIO 1970 201 DIARIO 1971 217 DIARIO 1972 245 DIARIO 1973 269 DIARIO 1974 293 DIARIO 1975 321 DIARIO 1976 349 DIARIO 1977 363 INDICE DEI NOMI 369 Franca Linari, Francesca Nencioni (a cura di), Giuseppe Dessí. Diari 1963-1977, ISBN 978-88- 6655-035-8 (print), ISBN 978-88-6655-038-9 (online PDF), ISBN 978-88-6655-040-2 (online EPUB), © 2011 Firenze University Press INTRODUZIONE […] nel raccoglimento della solitudine e della sera M. Proust, Il tempo ritrovato C’è un momento nella vita di uno scrittore, o semplicemente di un uomo, in cui più nitido si delinea lo scopo da raggiungere e più chiaro diviene l’itinerario da seguire. Fatalmente questo momento coincide con la «faticata maturità»1, stagione dei bilanci, quando, come per l’imperatore Adriano afflitto da idropisia del cuore, «si incominci[a] a scorgere il profilo della [propria] morte»2, o quando, come per Giuseppe Dessí colpito da una malattia affine, si avverte improrogabile il bisogno di «riuscire a trovare un senso delle cose, della vita anche nell’estremo squallore»3. È il tempo di riprendere i progetti interrotti, di concentrarsi su quelli indif- feribili, di far collimare i margini nelle esperienze lasciate cadere. Per Dessí è il tempo di scrivere il grande romanzo mai realizzato («la sola cosa che mi importi veramente di fare è il romanzo»4), accordando il dato autobiografico con i mo- vimenti collettivi, il susseguirsi delle generazioni con i mutamenti della storia, la vicenda familiare con gli eventi epocali. Perché il destino di Angelo Uras inter- sechi e si fonda con quello di ogni uomo5, è necessario che gli sparsi frammenti del discorso narrativo s’inseriscano in una visione compiuta e unitaria6 e che il paese d’ombre, simbolo di ogni luogo della terra, realizzi l’assioma di relativistica ascendenza per cui «ogni punto del mondo è anche centro del mondo»7. Così la 1 Lettera a Anna Dolfi del 7 maggio 1975 in Anna Dolfi, Un romanzo interrotto. Commento e nota al testo, in Giuseppe Dessí, La scelta [1978], a cura di Anna Dolfi, con postfazione di Claudio Varese, Nuoro, Ilisso, 2009, p. 10. 2 Marguerite Yourcenar, Le memorie di Adriano, Torino, Einaudi, 1983, p. 7. La lettura del romanzo aveva procurato a Dessí «grande piacere», come si legge nel Diario il primo aprile del 1976. 3 Nota dell’11 febbraio1963. 4 Nota del 3 febbraio 1966. 5 Angelo Uras «non è un uomo “giunto a posizioni ragguardevoli”, ma è un individuo che viene a trovarsi in una situazione significativa (esemplare) per capire l’evolversi di tutta una società» (precisazione sul personaggio contenuta nel quaderno di appunti conservato nel Fondo Dessí, all’Archivio Contemporaneo ‘Alessandro Bonsanti’ del Gabinetto ‘G.P. Vieusseux’ di Firenze, alla segnatura GD.10.1.1.17). 6 «Angelo dunque ricompone in unità ciò che è separato e disperso» (Sandro Maxia, Prefazione a Giuseppe Dessí, Paese d’ombre [1972], Nuoro, Ilisso, 2003, p. 25). 7 G. Dessí, Prefazione a I passeri, Pisa, Nistri-Lischi, 1955, p. 9. Franca Linari, Francesca Nencioni (a cura di), Giuseppe Dessí. Diari 1963-1977, ISBN 978-88- 6655-035-8 (print), ISBN 978-88-6655-038-9 (online PDF), ISBN 978-88-6655-040-2 (online EPUB), © 2011 Firenze University Press 8 DIARI 1963-1977 ricostruzione della vita dell’avo, sullo sfondo di mezzo secolo di storia tra Otto e Novecento, potrà assolvere anche alla ricerca di senso e continuità della propria esistenza, sottraendo al «divieto dei destini»8 il tracciato della vita. Carattere distintivo dell’origine e dell’evoluzione di Paese d’ombre è quello di una lunga gestazione, una genesi anomala che dissemina tracce in racconti, abbozzi e appunti9, senza seguire l’ordine cronologico né rispettare un andamento lineare. Il diario svela le tappe della scrittura e segna l’evolversi della struttura romanzesca. Con un cambiamento nelle annotazioni che divengono in genere più organi- che, i quaderni dal 1963 al 1977 accentuano la funzione preparatoria del testo vicario rispetto al genere maggiore. È possibile trovare, infatti, pagine sempre più esplicite sul lungo processo creativo di Paese d’ombre, particolari sui personaggi, dettagli sulla voce narrante. Ricostruendo attraverso un lavoro di paziente collage appunti distanti e congetture lontane, si profila l’«autobiografia del procedere artistico»10, «una specie di diario di bordo che accumula materiale grezzo»11, da dipanare e rielaborare in successive stesure. Apre i Diari 1963 una nota fugace, che acquista valore programmatico proprio per la posizione che occupa a inizio anno: Nei giorni scorsi ho lavorato al romanzo, che, dopo molte incertezze, ho comin- ciato nel 1869. Questo come avvio. Ma può darsi anche che l’impostaz[ione] risulti, in seguito, diversa12. L’ambientazione nel 1869 è già molto vicina a quella prescelta per Paese d’ombre (1865 circa), perché i dubbi che fanno variare più volte l’esordio non si estendono mai al tempo della vicenda, situata «in un periodo storico ben deter- minato, successivo all’abolizione del feudalesimo»13 pur con inevitabili infedeltà cronologiche. Raccontando la biografia del nonno, la collocazione temporale è necessariamente circoscritta e obbligata. Al 18 gennaio del 1963 si trova un importante schema del plot: Lavorato ieri intensamente al romanzo tutta la giornata. Così come si delinea ora questa materia, alla quale penso da tanti anni, dovrebbe essere divisa in tre parti: 8 A. Dolfi, La parola e il tempo. Giuseppe Dessí e l’ontogenesi di un «roman philosopique», Roma, Bulzoni, 2004, p. 257. 9 Per una ricostruzione del debito di Paese d’ombre nei confronti dei racconti precedenti, sia consentito ora il rimando a Francesca Nencioni, Soluzioni narrative e varianti intertestuali nei racconti generativi di Paese d’ombre, in «Portales», 11, ottobre 2010, pp. 89-96. 10 Franco Ferrucci, Modelli letterari e autobiografici dell’opera, in Il giardino simbolico, Roma, Bulzoni, 1980, pp. 265-280. 11 Alain Montandon, Le forme brevi, Roma, Armando, 2001, p. 18. 12 Nota del 1 gennaio 1963. 13 Lorenzo Del Piano, Giuseppe Fulgheri, in Atti del Convegno Letterario su “La poetica di Giuseppe Dessí e il mito Sardegna”, Cagliari, TEA, 1986, p. 71. INTRODUZIONE 9 a) Inizio nel 1865 (circa). L’avvocato Fausto Arceni (o Scarbo?) scapolo, già anziano, ha appena vinto la causa per le terre di Coda Lisone, contese alla gente di Norbio dal marchese di Villahermosa in origine e poi dal comune di Acqua- piana.
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