Introduzione Alla Morfologia Glaciale Della Valle Stura Di Demonte (Alpi Marittime)

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Introduzione Alla Morfologia Glaciale Della Valle Stura Di Demonte (Alpi Marittime) Acc. Sc. Torino Memorie Sc. Fis. 36 (2012) GEOMORFOLOGIA Introduzione alla morfologia glaciale della Valle Stura di Demonte (Alpi Marittime) Memoria del Socio corrispondente PAOLO ROBERTO FEDERICI* presentata nell’adunanza dell’11 gennaio 2012 e approvata nell’adunanza del 14 novembre 2012 Abstract . The Stura di Demonte valley stretches for more than 50 Km be- tween the high mountains of the Maritime Alps before opening out onto the Po Plain, near Cuneo. As a southern offshoot of the Alps, the region was in- tensely shaped by the Quaternary glaciations, before the current fluvial morphogenesis came to prevail over other modelling agents. This report, which is intended as an introduction to the study area, illustrates the main morphological lineaments due to glaciation, of which there remain excellent traces of both erosion and deposition. The area’s geological arrangement includes numerous formations of differ- ing erodibility, belonging to the main structural units of the Western Alps, with its tectonic evolution being dominated by the events of the Argentera Crystalline Massif, specifically its progressive exhumation. These factors have all deeply conditioned the geomorphological evolution of the Stura Valley, in- cluding the glacial processes. Among the erosive landforms there are more than 80 cirques, excellent ex- amples of parabolic-shaped valleys, hanging valleys, subglacial gorges, stria- tions, roche moutonnées and large rock bars or riegel which, although eroded by the glacier, where not removed. The longitudinal profiles of both main val- ley and numerous tributaries, especially on the hydrographic right, show the typical features of valley steps. An impressive feature is the glacial saddle of Colletto di Valdieri, clearly standing out from the valley bottom, whose primi- tive genesis dates back to the oldest glaciations, or to the Pliocene. Among the depositional landforms there are morainic terrains in all the valleys, often in the form of lateral moraines. There are widespread erratic boulders lying on these forms. In the lower part of the valley there are one or two orders of glacial shoulders, almost always in the form of flattened morai- nic deposits. In this way the valley cross-section shows multiple parabolas, due to elaboration of the valley sides by a number of glaciations. In the geo- metrical arrangement of the moraines the arches of the frontal moraines are particularly significant. A good example of this are the morainic arches of Gaiola and of Castellan at about 700 m a.s.l., which are the products of the maxima glacial advancements. Preliminary dating with cosmogenic nuclides (10 Be) indicates this structure as being of the last glaciation, the W Ħrmian. The correlations with two fundamental orders of fluvio-glacial terraces (II and I order respectively) of Stura Valley suggest they are referable to two dif- ferent episodes, W Ħrm I and W Ħrm III, of the last glaciation. * Dipartimento di Scienze della Terra, Università di Pisa; federici@dst.unipi.it 28 Paolo Roberto Federici There is another series of frontal moraines at the height of Festiona (750- 800 m a.s.l.) and the cosmogenic chronology gives its age as Late Glacial, very possibly the Gschnitz stadial. Since this stadial the tributary glaciers were disjointed from the trunk valley glacier. Deglaciation subsequently caused the retreat of the main glacier and the confluent glaciers higher up. In the Little Ice Age the glaciers were limited to the cirques and still in the 19th and 20th centuries the Malinvern, Prati del Vallone, Ubac, Corborant and Schiantala glaciers survived. Today there re- mains a relict form covered by detritus only in the latter cirque at 2720 m. This is logical given that the current Equilibrium Line Altitude is at 2800 m. Keywords: glacial morphology, Maritime Alps, palaeogeography, Stura Valley. Riassunto . La valle Stura di Demonte corre tra imponenti montagne nelle Alpi Marittime per più di 50 Km prima di sboccare nella Pianura Padana nei pressi di Cuneo. Le Alpi Marittime sono state profondamente plasmate dalle glaciazioni quaternarie prima che l’attuale morfogenesi fluviale prendesse il sopravvento sugli altri agenti modellatori. In questa Memoria, che ha caratte- re e intenti di una introduzione allo studio, si illustrano i principali lineamenti morfologici dovuti al glacialismo della Valle Stura, di cui rimangono superbe tracce sia di erosione che di deposito. Va premesso che l’assetto geologico, con la presenza di numerosissime formazioni a differente erodibilità appartenenti alle unità strutturali principa- li delle Alpi Occidental, nonché l’evoluzione tettonica, dominata dalle vicende del Massiccio Cristallino dell’Argentera con la sua progressiva esumazione, hanno profondamente condizionato l’evoluzione geomorfologica della Valle Stura, compreso il glacialismo. Fra le forme di erosione si menzionano oltre 80 circhi, splendidi tratti di valli a parabola o ad U, valli sospese, forre sottoglaciali, strie, rocce monto- nate e grandi verruche. I profili longitudinali sia della valle principale che dei numerosi confluenti, specialmente in destra idrografica, mostrano la tipica presenza dei gradini di valle. Eccezionale elemento fra tutti è la sella glaciale del Colletto di Valdieri, altissima sul fondo valle, che può risalire nella sua primitiva genesi alle più antiche glaciazioni, se non al Pliocene. Fra le forme di deposito si rinviene terreno morenico in tutte le valli, spes- so come cordoni laterali. Su di esso giacciono diffusi anche giganteschi massi erratici. Nella parte inferiore della valle sono presenti uno o due ordini di spalle glaciali, quasi sempre sotto forma di superfici di depositi morenici spianate. In tal modo sul profilo trasversale della valle sono riconoscibili pa- rabole multiple, dovute all’elaborazione dei fianchi vallivi in seguito al mani- festarsi di più glaciazioni. Fra il morenico geometrico sono significativi gli archi delle morene frontali. Tra questi vanno menzionati a circa 700 m s.l.m. gli archi morenici frontali di Gaiola e di Castellan, che rappresentano i pro- dotti deposti nelle massime avanzate glaciali. Datazioni preliminari con i nu- clidi cosmogenici ( 10 Be) assegnano all’ultima glaciazione, la w Ħrmiana, questi complessi. I rapporti degli archi di Gaiola e di Castellan con due diffe- renti ordini fondamentali di terrazzi fluvio-glaciali della Valle Stura, II e I or- dine rispettivamente, fanno ritenere che essi appartengano a due distinti episodi, probabilmente il Würm I e il Würm III (Ultimo Massimo Glaciale) di una stessa glaciazione, l’ultima. Introduzione alla morfologia glaciale della Valle Stura di Demonte (Alpi Marittime) 29 Un’altra sequenza di morene frontali è presente all’altezza di Festiona (750-800 m s.l.m.) e la cronologia cosmogenica le assegna ad uno stadio tar- doglaciale, verosimilmente lo Gschnitz, dando significato alla comparsa della deglaciazione alpina. Durante questo stadio i ghiacciai delle valli laterali ri- sultavano già disgiunti da quello principale. La deglaciazione ha poi fatto re- trocedere il ghiacciaio principale e quelli confluenti sempre più in alto. Nella Piccola Età Glaciale i ghiacciai erano ormai ridotti nei circhi ma ancora all’inizio del XX secolo sopravvivevano i ghiacciai del Malinvern, dei Prati del Vallone, dell’Ubac, del Corborant e di Schiantala. Oggi solo in quest’ultimo circo a 2720 m rimane un relitto glaciale coperto di detrito. Ciò è logico essendo l’Altitudine della Linea di Equilibrio attuale ormai a 2800 m. Parole chiave: Alpi Marittime, morfologia glaciale, paleogeografia, Valle Stura. Premessa Nel medio e alto bacino della Stura di Demonte, nelle Alpi Marittime, l’azione del glacialismo ha impresso al territorio un modellamento molto in- tenso. Nell’asta principale e nelle valli tributarie vi sono infatti morfologie tipiche e talvolta grandiose dell’azione dei ghiacciai che nel Quaternario hanno periodicamente coperto la regione. Poiché i depositi glaciali sono pre- senti fin quasi alla periferia di Borgo San Dalmazzo, il ghiacciaio della Valle Stura durante l’Ultimo Massimo Glaciale, circa 20 mila anni fa, doveva ave- re una lunghezza di ben 50 km. Le tracce rimaste, infatti, nonostante l’azione rimodellatrice delle acque correnti postglaciali, consentono di ricostruire il paesaggio all’epoca glaciale. In questa nota si vogliono fornire alcuni dati preliminari di sintesi sulla valle Stura, nell’ambito di uno studio intrapreso da tempo nelle Alpi Marittime e che ha riguardato finora in prevalenza l’adiacente Valle Gesso. Solo poche note sono state dedicate finora alla mor- fologia di questa valle, che è invece di sommo interesse. Questa memoria vuol essere quindi una base per future ricerche. 1. La Valle Stura Il Fiume Stura nasce nei pressi del Colle della Maddalena o di Larche a 1996 m, al confine con la Francia, nel punto più depresso dello spartiacque alpino fra le Alpi Marittime e Cozie. Si allunga in direzione nordovest- sud- est lungo le strutture tettoniche, poi, dopo Pianche, con un netto cambio di direzione, taglia le strutture stesse con asse ovest-est fino a Borgo San Dal- mazzo (Cuneo), a circa 600 m s.l.m, per una lunghezza complessiva di oltre 50 km. Infine, con un lungo percorso, anche incassato, corre nella Pianura Padana per gettarsi, presso Cherasco, nel Tanaro. Dunque, un primo tratto decisamente montano e un secondo lungo tratto di pianura caratterizzano il percorso dello Stura. L’alto bacino si sviluppa tra imponenti montagne, con rare incisioni: il Colle della Maddalena, il Colle della
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