Monografia Gemme Solo Testo

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Monografia Gemme Solo Testo Tito Leati LE “GEMME D’ARTI ITALIANE” Una strenna artistica milanese nell’Italia preunitaria (1845-61) ISBN 978-1-4092-7610-4 (c) Tito Leati 2009, Licenza Creative Commons Attribuzione 2.5 Italia In prima di copertina: - Francesco Hayez (1791-1882), Meditazione (part.), 1851, olio su tela, 71x92,5 cm, inv. 16535-1C-2871, Verona, Galleria d’Arte Moderna, Palazzo Forti - Aurelio Alfieri (1800-1865), Meditazione (part.), 1852, incisione a bulino (su disegno di G. Induno, dal dipinto di F. Hayez), 150x192 mm, “Gemme d’arti italiane”, anno V, p. 35, Savona, Biblioteca Civica In quarta di copertina (dall’alto in basso): - Linda di Chamounix, incisione di P. Suppini - L’incontro di Giacobbe ed Esaù, incisione di G. Ripamonti Carpano - La morte di Marco Botzaris, incisione di F. Clerici - Veduta del Lago di Lecco, incisione di L. Cherbuin - Il tramonto, incisione di D. Gandini C Quest’opera è pubblicata sotto licenza Creative Commons Attribuzione 2.5 Italia. Per visionare una copia della licenza, spedisci una lettera a Creative Commons, 171 Second Street, Suite 300, San Francisco, California, 94105, USA, oppure visita il sito web: http://creativecommons.org/licenses/by/2.5/it/ Un archivio online delle immagini e dei testi originali delle “Gemme d’arti italiane” (in continuo aggiornamento) si trova al seguente indirizzo web: http://www.gemmedartitaliane.com Una copia del volume è stata depositata presso gli istituti che hanno cortesemente contribuito alla sua realizzazione: - Biblioteca Civica, Savona - Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio, Bologna - Biblioteca Nazionale Braidense, Milano - Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Forti, Verona Un sentito ringraziamento va al professor Alfredo Cottignoli dell’Università di Bologna per avere ispirato e facilitato questo lavoro. Indice Premessa ....................................................................................................... 8 Introduzione: uno sguardo “inopportuno” .................................................. 11 1. Le “Gemme” sulla scena milanese 1.1 Il tipo nuovo di strenna illustrata ..................................................... 20 1.2 Paolo Ripamonti Carpano: editore tipografo ................................... 27 1.3 Tre strenne artistiche: “Glorie”, “Album”, “Gemme” ..................... 32 1.4 Le “Gemme” fra testo e immagine .................................................. 39 1.5 Lettere, arti e società ....................................................................... 43 2. I contenuti delle “Gemme” 2.1 I temi artistici e le esposizioni ......................................................... 52 2.2 I vecchi e nuovi maestri della pittura .............................................. 56 2.3 Verso il realismo e la pittura sociale ............................................... 73 2.4 Il rinnovamento della scultura ......................................................... 79 3. Il contributo dei letterati 3.1 I primi redattori (1845-48) .............................................................. 83 3.3.1 Carlo Tenca ............................................................................ 85 3.3.2 Giulio Carcano........................................................................ 94 3.3.3 Cesare Correnti ..................................................................... 101 3.3.4 Andrea Maffei ...................................................................... 102 3.3.5 Pietro Selvatico ..................................................................... 106 3.3.6 Agostino Sagredo ................................................................. 109 3.3.7 Michele Sartorio ................................................................... 112 3.3.8 Antonio Zoncada .................................................................. 116 3.3.9 Jacopo Cabianca ................................................................... 121 3.2 La seconda fase delle “Gemme” (1852-61) .................................. 122 3.3 L’estetica nei saggi di Antonio Zoncada ....................................... 125 Appendice: documenti d’archivio ............................................................. 132 Riferimenti bibliografici ........................................................................... 152 Fonti iconografiche ................................................................................... 154 Le “Gemme d’arti italiane” Premessa Questa monografia sulle “Gemme d’arti italiane” è nata nel 2000 come mia tesi di laurea al DAMS di Bologna. Allora, oltre alla passione per le arti figurative, nutrivo un interesse di tipo filologico e linguistico per l’uso dell’italiano negli scritti d’arte dei diversi periodi storici. Mi appassionava in particolare l’Ottocento, secolo di rapidi cambiamenti e grandi innovazioni, in cui l’editoria artistica e il giornalismo si sviluppavano di pari passo con l’intensificarsi degli scambi filosofici tra Italia ed Europa, complici le travolgenti campa- gne militari di Napoleone, la diffusione delle teorie estetiche di Hegel e il moltiplicarsi delle traduzioni tra lingue moderne. A metà dell’Ottocento, l’italiano letterario era ancora poco parlato nella penisola, ma era largamente apprezzato all’estero come idioma culturale. Superato dal francese nella diplomazia, dalle lingue delle potenze coloniali nel commercio e dal tedesco nella filosofia, l’italiano era però la lingua principe del grand tour, delle belle arti e dello spettacolo. La lingua di Dante, parlata da banchieri e lanaioli quando Firenze era grande come Parigi, era perciò l’idioma predilet- to dei viaggiatori, dei mercanti d’arte e dei collezionisti stranieri che visitavano la terra del Rinascimento. Nell’Italia dei dialetti, dei gesti e del latino ecclesiastico, l’italiano era anche la lingua di chi deside- rava ardentemente l’indipendenza del paese. Negli anni successivi al Congresso di Vienna, cultori dell’italiano dantesco erano stati Ugo Foscolo, autore in esilio di un commento alla Divina Commedia, e molti intellettuali carbonari, tra cui il giovane Giuseppe Mazzini e lo sfortunato Silvio Pellico. Benché da studente fossi stato istruito nella tradizione di questi illustri personaggi e dei maggiori trattatisti d’arte, avrei concluso i miei studi lavorando su una strenna: un periodico redatto in un italiano eccellente, certo, ma da cui aspettarsi toni leggeri e contenuti orientati verso l’intrattenimento e il godimento estetico fine a sé stesso. La scoperta di questo dettaglio “artistico” della nostra lettera- 8 PREMESSA tura, tuttavia, non mi ha deluso. Già dalla scheda bibliografica, si evinceva un collegamento delle “Gemme” a due eventi chiave della storia d’Italia: le due date in cui le uscite della strenna si erano interrotte (prima per quattro anni, poi definitivamente) coincidevano con il 1848, anno delle cinque giornate di Milano, e il 1861, anno successivo alla spedizione dei Mille. Alcuni tra gli scrittori delle “Gemme”, inoltre, sembravano avere una certa importanza nel panorama letterario dell’epoca, in particolare il poeta Andrea Maffei, allievo di Vincenzo Monti, e alcuni letterati-patrioti del capoluogo lombardo, i cui nomi richiamavano immediatamente il celebre salotto tenuto dalla contessa Clara Maffei. Il periodico conteneva dunque degli spunti anche per chi, come me, cercava su ogni pagina l’impronta dei grandi. Negli anni precedenti la pubblicazione di questo saggio, ho lavorato all’estero come redattore e traduttore informatico, svolgendo al contempo attività di insegnante di italiano come lingua straniera a Dublino e Francoforte sul Meno. In queste e in altre città europee, ho constatato come l’eccellenza artistica promossa a suo tempo dalle “Gemme”, alimentata dagli stessi miti da cui discende il moderno stile italiano, sia ancora vista favorevolmente da molte persone che possono ammirare opere d’arte italiane nelle pinacoteche, nei musei e nei luoghi di culto dei loro paesi. Si tratta di un retaggio tutt’altro che obsoleto, di cui possiamo rallegrarci al pari delle più mondane manifestazioni della nostra cultura, compreso l’uso dell’italiano per battezzare le collezioni di moda e (con qualche svarione) i prodotti gastronomici ispirati alla cucina nostrana. In un suo attualissimo libro, Italians (Rizzoli, 2008), Beppe Severgnini definisce l’italiano di oggi “la lingua dell’arte, del piacere e degli affari”, mettendo al primo posto proprio la materia di questa monografia. In effetti, gli stranieri che amano l’arte italiana sono moltissimi, ma siamo soprattutto noi, gli italiani “peregrini dell’arte”, a provare una particolare emozione nel vedere un capolavoro italiano all’estero, e nel figurarci i viaggi, i conflitti, le traversie e le passioni che l’hanno portato lì. In questi incontri con la “nostra” arte italiana, 9 Le “Gemme d’arti italiane” non sono le parole ma le immagini a farci sentire parte di una nazione molto più antica di repubblica e regno messi insieme. Da emigrato affezionato alle proprie radici culturali, vivendo a lungo fuori dall’Italia e osservandola da una certa distanza, ho riscoperto le “Gemme” anche grazie a una maturazione del mio rispetto per ciò che un tempo fu negato ai redattori della strenna: la piena libertà di esprimere le proprie idee… una libertà che nell’Italia odierna, a onta di un accademico della Crusca di nome Voltaire, pare smarrita in un groviglio di diffidenza, pressapochismo e faziosità. Francoforte sul Meno, 25 aprile 2009 Tito Leati 10 INTRODUZIONE Introduzione: uno sguardo “inopportuno” Cara, angelica donna, in qual pensiero. Hai tu la sconsolata anima assorta?
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