DirezioneSoprintendenza Regionale Archeologica per i dell’AbruzzoBeni Culturali di e Paesaggistici dell’ Soprintendenza per i Beni Archeologici per l’Abruzzo

Area archeologica in Contrada S. Maria Arabona di Manoppello Guida

A cura di Andrea R. Staffa Testi di Roberta Odoardi, Manuela Rosati, A.R. Staffa Area Archeologica della villa romana in Contrada S. Maria Arabona di Ideazione e redazione: A.R. Staffa, Sandro Di Liberatore; Manoppello - proprietà dello Stato (D. Lgs. 22 gennaio 2004 n. 42 e Testi: A.R. Staffa (ARS), R. Odoardi (RO), M. Rosati (MR), Michele Mon- SS.MM.II.: decreto del Direttore Regionale per i BB.CC.e PP. dell’Abruz- tanaro (MM) zo 24 marzo 2010, comune di Manoppello, fg. 18, part. 236) Apparato grafico-illustrativo: Lavori di scavo e valorizzazione - Programmi del Ministero per i Beni e le Coordinamento: Attività Culturali - Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici A.R. Staffa; elaborazione: F. Nestore, R. Odoardi, M. Rosati, Grafici e disegni: dell’Abruzzo - Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo, 2002- R. Odoardi, A.R. Staffa, M. Rosati, Enrico Siena Fotografie: 2007 (perizie n. 8 /2001, n. 17/2002, progetto del 16.12.2004). F. Nestore, O. Corneli Elaborazione computerizzata e stampa guida: EditPress s.r.l., Castellalto (TE) Direttore Regionale per i per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Abruzzo Si ringraziano per la preziosa collaborazione e il supporto: Anna Maria Reggiani -Nicola Di Marco, ; Soprintendente per i Beni Archeologici dell’Abruzzo -Amministrazione comunale di Manoppello, nella persona dei sindaci Gior- Andrea Pessina gio De Luca, Gennaro Matarazzo, presidente del Consiglio Gaetano Villani, -signora Rosanna Barbetta e famiglia; Progetto di realizzazione dell’area archeologica - Società IMTE S.p.A. I lotto) Lavori di scavo archeologico - fondi ordinari, anno 2001, capitolo Sede legale: Via Edison Volta, 25/A - 43100 PARMA 7702, importo euro 100.000, lavori eseguiti 2002 da C.O.I.D. s.r.l. - L’Aquila Uffici e stabilimento: Loc. Secca - 65020 (PE), per aver (2002). consentito, grazie alla collaborazione con il Comune di Manoppello, la stam- II lotto) Lavori di scavo e restauro - fondi ordinari, anno 2002, capitolo pa della presente guida. 7867 importo euro 51.645,69, lavori eseguiti 2002-2003 da C.O.I.D. s.r.l. - L’Aquila (2002); Restauro delle pavimentazioni a mosaico e degli affreschi: Gestione area archeologica di Manoppello: Michele Montanaro. A cura del comune di Manoppello (delibera di C.C. n. 53 del 30 novembre III lotto) Lavori di valorizzazione e realizzazzazione coperture e percorsi di vi- 2009), mediante convenzione in data 3 giugno 2010 fra Comune e proprie- sita – fondi ordinari, anno 2004, capitolo 7862: importo euro 70.000, lavori taria delle aree circostanti i resti archeologici della villa, s.ra Rosanna Barbetta, eseguiti 2006-2007 da Tekno Domus Costruzioni Generali s.r.l. contrada S. Maria Arabona 16. Direzione scientifica: Andrea R. Staffa, Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo. COME RAGGIUNGERE L’AREA ARCHEOLOGICA Progettazione e direzione lavori scavi archeologici e restauri: Geom. Domenico DI MANOPPELLO: Lucci, A.R. Staffa. L’Area archeologica è ubicata a poco più di 1 km a sud dalla celebre abbazia Direzione lavori di valorizzazione: arch. Vincenzo Scarci. cistercense di Santa Maria Arabona (sotto raffigurata), nella località Piana Assistente di cantiere: sig. Osvaldo Corneli. S. Maria della frazione Manoppello Scalo del Comune di Manoppello. Per Contabilità: Geom. D. Lucci (2002-2003), geom. P. Di Sabatino (2006- raggiungerla potete percorrere la via Tiburtina sino a Manoppello Scalo op- 2007). pure l’autostrada A25; sino all’uscita -; dall’uscita A25 andate a Documentazione fotografia: Franca Nestore. sinistra in direzione Scafa, al bivio su S.S. Tiburtina andate ancora a sinistra, Documentazione scientifica e archeologica: archeologhe Mirella Petrocco, Ro- seguendo indicazioni per Manoppello Scalo, da Manoppello Scalo infine se- berta Odoardi, Manuela Rosati. guite indicazioni per abbazia di S. Maria Arabona, dalla chiesa chiedere di Rilievi: R. Odoardi, M. Petrocco, Enrico Siena, Michela Terrigni. Casino Pardi, l’area archeologica è ubicata sulla destra della strada in contrada S. Maria Arabona 16, accesso da proprietà signora Barbetta Rosanna (info: Primo ordinamento e sistemazione del materiale dallo scavo 334 6166472 - 085 8590003 - 347 9570522). Ufficio Catalogo della Soprintandenza per i Beni Archeologici per l’Abruzzo Paolo Castracane e Giulia Borriello; A.R. Staffa, O. Corneli, R. Odoardi, DEDICATO ALLA CARA MEMORIA DEL GEOMETRA DOMENICO M. Rosati. LUCCI (8 marzo 1953-21 aprile 2004), COPROGETTISTA E DIRET- Guida e pannelli didattici-esplicativi TORE DEI LAVORI, PREMATURAMENTE SCOMPARSO MENTRE Coordinamento scientifico ed operativo: A.R. Staffa; L’INTERVENTO SI STAVA AVVIANDO ALLA SUA FASE FINALE

Abbazia cistercense di Santa Maria Arabona. Risalente alla fine del XII sec. (inizio lavori 1197) Geom. Domenico Lucci realizzata probabilmente sul sito di un più antico luogo di culto risalente all’antichità, ubicata a poca distanza dal sito della grande villa romana di cui alla presente guida. il popolamento antico del territorio di manoppello

L’area marrucina della provincia di Pescara

La villa romana in località S. Maria Arabona di Manoppello è situata lungo la vallata del fiume Pescara su un alto pianoro, Piana S. Maria, poco più di un km a sud della celebre abbazia medievale di Santa Maria Arabona. Questo territorio situato sul ver- sante settentrionale della Maiella, a sud del fiume Pescara, era anti- camente abitato dal popolo itali- co dei Marrucini, confinanti con secolo a.C. nelle località Vicenno- diagrele ed il Guerriero di Cape- i Vestini c.d. Transmontani che la e Casino Marinelli strano. controllavano il territorio corri- In località Piano S.Maria Arabona Nel corso del III-II sec.a.C. si spondente all’attuale Provincia di nel 1985 venne in luce una tomba sviluppano una serie di piccoli Pescara. Le ricerche archeologiche con corredo costituito da punta abitati rurali, che dovevano ave- condotte negli ultimi anni han- di lancia, sauroter, e coltello e vari re come punto di riferimento un no in effetti rilevato la presenza rinvenimenti sporadici riferibili santuario, presso cui la popolazio- sull’ampio pianoro in contrada evidentemente a sepolture, oltre ne esprimeva devozione e richieste Piano S. Maria Arabona di Ma- che la nota testa di Manoppel- di aiuto alla divinità, individuato noppello di un esteso ed impor- lo, raffigurante un volto maschile probabilmente presso l’abbazia di tante abitato italico, connesso a con collare a fascetta di bronzo, S. Maria Arabona, nel cui toponi- due sepolcreti con fasi di VI-IV confrontabile con la stele di Guar- mo è forse superstite il nome stes- so della dea (Bona Dea). Tale popolamento confluisce tra II e I sec. a.C. nell’organizzazione territoriale di una grande villa, fra le più antiche dell’intero territorio provinciale.

L’assetto del territorio in età imperiale (secc. I-III d.C.)

Elemento rilevante nella riorga- nizzazione dell’antico assetto ita- Frammento di statua in pietra da Manoppello raffigurante un volto maschile con collare a fascia in bronzo, analoga alla stele di Guardiagrele e al Guerriero di Cape- lico del territorio appare infatti la strano. progressiva ed ampia diffusione,

3 sin dal II e soprattutto I secolo a.C., del modello della villa ru- stica, destinato a modificare pro- fondamente gli aspetti organizza- tivi ed insediativi dell’economia agricola locale. Esempio evidente di tale modello abitativo appare la grande villa in località Piano S. Maria Arabo- na, forse sviluppatasi in origine come semplice fattoria (secc.III- II a.C.), e poi trasformatasi agli inizi del I secolo a.C. in nobile villa, che doveva interessare un vasto ambito territoriale circo- Loc. Capuccini di Manoppello, scavi 1993: resti di abitato rurale risalente all’età stante interessato dalla presenza repubblicana, caratterizzato da semplici abitazioni con muri realizzati in legno, terra di una necropoli nel cui ambito e terra e legno su zoccoli in pietra. sono stati scavati un monumen- tale sarcofago e più semplici se- polture alla cappuccina, con cor- A breve distanza limitate inda- luce nel 1990 un’altra grande vil- redo di lucerne e vasellame vitreo. gini condotte rimettevano alla la, ubicata in loc. S. Clerico su

Villa romana in loc. Clerico: panoramica dei resti dell’altra grande villa di età romana rinvenuti negli scavi condotti nel 1990, comprendente anch’essa un ambiente termale (balneus); l’ambiente a destra è riferibile all’ hypocaustum, ovvero quell’ambiente in cui circolava aria calda presente al di sotto del pavimento sospeso su pilastrini generalmente in laterizio (suspensurae).

4 un alto terrazzo collinare verso la sottostante vallata del Pescara, caratterizzata anch’essa dalla pre- senza di vani termali e nobili am- bienti di residenza con fasi di oc- cupazione sino al VI-VII secolo.

L’assetto del territorio fra tarda antichità ed inizi dell’alto medioevo

Nella tarda antichità anche que- sto territorio dovette progressiva- mente essere oggetto di quella più generale crisi che coinvolge le re- Lastra fittile con motivo a palmetta proveniente da un luogo di culto antico in località Santa Maria d’Arabona nel cui toponimo è forse superstite il nome stesso della dea gioni occidentali dell’Impero ed in (Bona Dea). particolare l’Italia, nel cui ambito i centri abitati risultano sottoposti a dinamiche di progressiva concen- sopravvivendo sino alla più tarda riali di epoca bizantina (ultimi trazione, ed il popolamento rurale antichità. decenni del VI secolo), mentre la va progressivamente rarefacendo- Caso esemplare appare la citata prosecuzione dell’insediamento in si, con la costituzione di grandi villa in loc. S. Clerico, dalle cui età altomedievale è documentata latifondi, le cui ville vanno poi fasi più tarde provengono mate- dai resti di una capanna insedia- tasi fra le rovine della villa quando ne erano già crollati i tetti. (ARS)

Balsamario e guttus (contenitore di for- ma ovoidale) in vetro, elementi di corre- do di semplici sepolture di età imperiale (sec. II d.C.) provenienti dal territorio di Manoppello.

5 La villa rustica di Piano S. maria arabona

La grande villa in località Piano e che doveva interessare un vasto molto meglio individuato è l’im- S. Maria Arabona di Manoppel- ambito territoriale circostante. pianto termale privato annesso lo, forse sviluppatasi in origine Non diversamente da impianti alla villa. come semplice fattoria (secc. medio-grandi della tarda età re- 2) ambienti misti (a destinazio- II-I a.C.), si sviluppa agli inizi pubblicana, anche questa villa ne residenziale e produttiva), os- dell’impero sino a trasformarsi sembra articolarsi funzionalmen- sia gli ambienti a est della strut- in una nobile villa di campagna. te in almeno tre parti diverse, che tura, caratterizzati dalla presenza La parte sinora scavata costituisce possono essere ripartite in: di una piccola vasca con pareti solo parte di un ben più esteso 1) ambienti residenziali, ossia la rivestite in malta idraulica e pa- impianto, che sembra presentare domus vera e propria, i cui vani vimento in opus spicatum, desti- un duplice orientamento, forse funzionali non sono ancora defi- nata a contenere uno dei prodotti diversificato cronologicamente, nibili nel loro complesso, mentre agricoli lavorati nell’azienda, du-

6 Le ville rustiche romane di età repubblicana

Con il termine villa i Romani definivano edifici di tipo diverso e con destinazioni differenziate, generalmente ubicati fuori delle città. Sin dai tempi più antichi il termine villa indicava infatti sia la proprietà terriera sia l’abita- zione vera e propria utilizzata da tutti coloro che lavoravano nel fondo e dal proprietario stesso. Secondo Plinio il Vecchio vi erano due tipi di villa: la villa urbana, che era una residenza di campagna che poteva essere rante le fasi della lavorazione. Disegno dei materiali architettonici an- facilmente raggiunta da Roma 3) strutture per le attività pro- tichi venuti in luce nel 1942, fra cui frammenti di colonne e basamenti in pie- (o da altra città) per una notte o duttive tra (nn. 1-5), elemento in pietra di una due, e la villa rustica, la residen- Gli ambienti della parte agricola fontana a forma di leone (n. 6), tessere za con funzioni di fattoria che (pars rustica) della villa non sono di pavimentazione in opera spicata o a poteva essere abitata in modo stati ancora esplorati. Sappiamo spina di pesce (n.7). permanente dai servi, i quali ge- tuttavia che nella parte est di neralmente si occupavano della quest’area sono ancora sepolti al- e una grande cisterna realizzata in proprietà che ruotava attorno tri ambienti pavimentati in opus cocciopesto. alla villa. spicatum destinati verosimilmen- Si tratta dell’evidente testimo- La villa tardo repubblicana te alla rimessa degli attrezzi agri- nianza di un impianto di notevo- presentava tre parti distinte: la coli e allo stoccaggio del raccolto, le estensione. (ARS) pars rustica, destinata al vili- cus (il fattore) e agli schiavi che Particolare della pavimen- attendevano ai lavori agricoli, tazione dell’ambiente C, realizzata in cocciopesto la pars urbana destinata al do- con inserti di crustae (sca- minus e alla sua famiglia e la glie) in marmo o pietra pars fructuaria destinata alla disposte irregolarmente. lavorazione dei prodotti. La villa rustica o “di produ- zione” era un’azienda agricola per produrre colture pregiate da esportare (vite e olivo) e per allevare animali da cortile ma Particolare della vasca anche specie più rare destinate con le pareti rivestite in ai raffinati banchetti. Il vino malta idraulica e il pavi- mento in opus spicatum era il prodotto principale, ma destinata a contenere abbondante era anche la pro- uno dei prodotti lavorati duzione di olio, frutta e cereali, nell’azienda, durante le e l’allevamento del bestiame. fasi della lavorazione. (RO)

7 L’impianto termale della villa

L’assetto complessivo lare, presenta al centro, delimita- moderata (amb. F) che serviva a dell’impianto ta da colonne in laterizio rivestite preparare il corpo alle alte tempe- con intonaco bianco, una piccola rature del calidarium, ma anche vasca quadrata per il bagno in a evitare dispersioni di calore da Nella parte nord occidentale del acqua fredda (2x2 mt, profon- quest’ultimo. settore residenziale della villa, era- da 1,30 mt), con due gradini Dal tepidarium si accedeva quindi no situati i bagni privati (balnea) nell’angolo S/E foderati con la- al calidarium della villa, caratte- destinati evidentemente al domi- stre di marmo biancastro e pareti rizzato da un abside sulla parete nus - signore della villa e ai suoi rivestite in cocciopesto. nord, in cui poteva essere forse famigliari e ospiti. L’impianto rin- Il mosaico dell’ambiente è del collocato originariamente il la- venuto ripete, in scala ridotta, lo tipo punteggiato di tessere in co- brum, il bacino generalmente in schema completo degli impianti lore contrastante, con una balza marmo per le abluzioni con acqua termali pubblici delle città e com- marginale di colore bianco e un fredda; lungo la parete S in una prendeva almeno quattro ambien- tesselato di colore nero punteg- nicchia rettangolare si conservano ti comunicanti (vedi pianta a pag. giato di piccole losanghe otte- inoltre alcuni tubuli, ovvero delle 9: A-B-F-N). nute con tessere bianche, ed è condutture per il fumo ed il calore Da un piccolo spogliatoio (Amb. confrontabile con mosaici inqua- di terracotta, a sezione rettangola- B-apodyterium) di forma trapei- drabile fra la fine del I secolo a.C. re, fissati al muro e poi ricoperti zoidale, pavimentato con mosai- e gli inizi del I secolo d.C. con uno strato di intonaco, che as- co bianco e nero si accedeva al fri- sicuravano un calore omogeneo in gidarium, la sala per il bagno con Gli ambienti riscaldati tutta la stanza; nella parte alta del acqua fredda, collocato nell’atrio muro erano infine delle bocche della villa. Dal frigidarium si passava al tepi- del camino, che assicuravano il L’ambiente, di forma quadrango- darium, ambiente a temperatura tiraggio e l’evacuazione del fumo.

Fase di scavo del frigidarium (amb. A): si notino sul pavi- Particolare della conduttura ricavata nel muro per trasportare mento in mosaico gli strati comprendenti frammenti di into- l’acqua dal frigidarium al calidarium (amb. F). naco, coppi e tegole e resti di colonna, riferibili al crollo della copertura e dei rivestimenti parietali.

8 Il calidarium era generalmente ri- Il rifornimento Planimetria della villa: i bagni privati scaldato con un sistema ad hypo- e riscaldamento d’acqua (balnea) erano situati nella parte nord caustum, ovvero facendo circolare occidentale della pars urbana-residenzia- le della villa. L’impianto rinvenuto ripe- Il rifornimento idrico delle terme aria calda in una intercapedine te, in scala ridotta, lo schema completo posta al di sotto del pavimento, e doveva provenire da una cister- degli impianti termali pubblici delle sospesa su pilastrini quasi sempre na posta forse a monte o da un città e comprendeva almeno quattro am- realizzati in laterizio (suspensurae). serbatoio sul tetto, entrambi ali- bienti comunicanti (A-B-F-N).

9 lAtra fase di scavo del frigidarium (amb. A): nella vasca sono stati rinvenuti diversi frammenti della decorazione parietale e resti di colonna; si notino le colonne realizzate con laterizi triangolari, intonacate di bianco.

mentati dall’acqua piovana. Nel frigidarium è stata infatti rin- venuta una canaletta in pendenza da O ad E, diretta al tepidarium. Era possibile riscaldare sia l’acqua che l’aria circolante al di sotto dei pavimenti mediante il calore che veniva prodotto in una vicina fornace (praefurnium), collocato in via ipotetica in un ambiente confinante con il vano H (vedi pianta a pag. 9), proprio dietro la nicchia rettangolare, dove sono venuti in luce strati di carbone e cenere. (RO)

Particolare del calidarium: sulla destra la parte absidata in cui poteva essere for- se collocato originariamente il labrum, la vasca per le abluzioni con acqua fredda, e sulla sinistra la nicchia foderata con tu- buli in terracotta in cui circolava acqua calda per riscaldare gli ambienti.

10 le ricche decorazioni della villa

I pavimenti sempre gli stessi, cotto, spicatum centrale nera punteggiata da tes- (a spina di pesce), pietra e coccio- sere bianche a distanza regolare, Nelle ville la scelta del pavimento pesto. ed è confrontabile con un tipo dipendeva dalla sua destinazione I mosaici della villa sono tutti attestato ad Ostia nella domus del d’uso; i pavimenti erano di due caratterizzati dall’uso della bicro- Peristilio, datato al I secolo d.C. tipi, quelli di “lusso”, realizzati mia bianco-nera ed inquadrabili e con un tipo presente nella villa con materiali costosi e di fattura fra la metà del I secolo a.C. e la romana di Cottanello nella Sabi- più elaborata destinati alle stanze prima metà del I secolo d.C. na. residenziali, e quelli destinati agli Lo schema decorativo rinvenuto ambienti produttivi e di servizio nell’ambiente termale del frigi- I rivestimenti parietali realizzati con materiali più robu- darium è del tipo punteggiato di sti e resistenti, che nel corso dei tessere in colore contrastante con I numerosi frammenti di into- secoli rimasero sostanzialmente una cornice bianca e una fascia naco dipinto, rinvenuti ancora

11 in posto sui muri in reticolato, o “crollati” sui pavimenti degli ambienti, testimoniano della ric- chezza decorativa e della sontuo- sità della villa. Le pareti degli ambienti residen- ziali si presentavano con colo- ri vivaci e forti, dal famoso c.d. “rosso pompeiano”, il colore più tipico delle pitture di età romana, ottenuto con il cinabro, una ter- ra ricca di vari ossidi di ferro, al giallo, bianco e azzurro, reso con l’armenium e l’Indicum, dei pre- ziosi pigmenti esotici. Un ampio tratto di affresco ve- nuto in luce nell’ambiente A (il Particolare del frammento di affresco ve- frigidarium) conserva un elegante I marmi nuto in luce nel frigidarium, con un raf- finato schema decorativo, comprendente schema decorativo, comprendente un motivo vegetale stilizzato in bianco un raffinato motivo vegetale sti- Nelle grandi ville si affermò nella dipinto su uno sfondo azzurro intenso. lizzato in bianco dipinto su uno prima età imperiale il rivestimen- sfondo azzurro intenso. (MO) to parietale in marmo a grandi

Lavori di restauro del mosaico del frigidarium, condotti dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo.

12 pannelli, decorazione molto co- frigidario in marmo bianco, per come il marmo bianco forse da stosa e lussuosa. le soglie o per altri usi; i tipi rico- Carrara e l’Ardesia dalla Liguria, Dallo scavo provengono infat- nosciuti appartengono ai classici da cave greche (come il Cipollino ti diversi frammenti di marmo marmi utilizzati in età romana e ed il Rosso antico) e da cave in utilizzati per il rivestimento pa- diffusi fra la fine del I secolo a.C. Asia Minore (come il Portasanta, rietale, come le lastre ancora con- e l’inizio del II secolo d.C, pro- l’Africano ed il Pavonazzetto). Si servate sui gradini della vasca del venienti da cave situate in Italia, segnala infine sia per quantità che per qualità la notevole presenza di frammenti di marmo giallo antico proveniente dalle cave di Chemtou in Tunisia. (MM)

In alto. Fase di distacco dell’ampio tratto di affresco decorato con motivo vegetale rinvenuto nel frigidarium.

A sinistra. Particolare di frammenti di mosaico rinvenuti nella villa, destina- ti alle stanze residenziali pavimenti di “lusso”, essendo realizzati con materiali costosi e di fattura più elaborata.

13 L’economia agricola e pastorale nell’antichità

La produzione di olio o contenitori in terracotta in par- La produzione di vino te interrati, per la conservazione Il quadro produttivo di questo dei frutti e del prodotto (ne sono Sappiamo dalle fonti scritte ed territorio era allora, come adesso, stati recuperati diversi frammen- archeologiche che lungo le fertili strettamente legato alla produzio- ti), oltre a vasche e torculari per la propaggini collinari che si esten- ne di olio e vino, una produzio- spremitura e raffinazione dell’olio devano dal Gran Sasso al Mare ne bimillenaria, che si diffonde del prodotto finito. Adriatico erano prodotte ingenti nell’età del Bronzo (2300-1000 Nell’area si è conservato un no- quantità di vino esportate nell’in- a.C.) e prosegue ininterrotta- tevole patrimonio di varietà ed tero bacino del Mediterraneo fra mente sino ai giorni nostri. ecotipi locali di olivo, recupera- il II secolo a.C. ed il I d.C. La lavorazione di olio e vino do- te e rilanciate recentemente sul Dalla strati di interro presenti veva avvenire nella parte rustica mercato, come la carpinetana, nella villa provengono infatti al- della villa, non ancora indagata: la toccolana e la dritta, peculiari cuni frammenti di anfore da tra- dalle testimonianze archeologi- proprio della provincia di Pesca- sporto, quei contenitori utilizzati che sinora esplorate nel territorio ra e alla base dell’attuale e unico nell’antichità per trasportare e sappiamo che il settore destinato olio extravergine d’oliva DOP esportare prodotti agricoli, come alle lavorazioni comprendeva ma- “Aprutino”. olio e vino. I vigneti erano colti- gazzini attrezzati con grandi dolii vati in passato, ed in alcune aree

Panoramica del torculario per la produzione dell’olio scavato nel 2001 in località Conoscopane di (PE), comprendente quattro vasche, di cui tre allineate, per ospitare il prodotto della molitura: la prima doveva raccogliere l’acqua di vegetale, mentre nelle altre tre doveva avvenire il lento processo di raffinazione del prodotto.

14 ancora oggi, con il modo greco- latino, ovvero con la vite coltivata ad alberello e sorretta da canne e fra le varietà d’uva presenti ricor- diamo il muscardello, il pergolo, l’uva pane, l’uva donnole, il pre- coccio e la malvasia.

L’allevamento Abbazia di Santa Maria Arabona degli ovini-caprini

Anche l’attività pastorale si svi- luppa e intensifica a partire dalle Area archeologica fasi finali dell’Età del Bronzo con uno sviluppo dell’allevamento bovino e ovicaprino. Dalle greggi allevate nell’ambito di forme di transumanza verticale (sposta- mento dei pascoli bassi a quelli di altura della vicina Majella), sopravissute sino al secolo scorso con il nome di “montificazione”, Sotto. Una delle fasi della preparazione del formaggio: la rottura della “quaglia- ta” in contenitori di rame.

In basso. La fruscelle (ovvero fiscella, dal latino fiscus), contenitore in cui viene Carta archeologica del territorio del comune di Manoppello, con ubicazione delle princi- posta e pressata la faiucca (formaggio e pali emergenze archeologiche, dell’abbazia di S. Maria Arabona (n. 33/5), del Santuario siero) per la fabbricazione del formaggio. del Volto Santo, collocato su un sito abitato sin dal periodo italico (n. 32/6), del centro medievale di Manoppello, degli altri nuclei abitativi, quasi tutti risalenti al Medioevo.

provenivano le carni di ovini e ca- il tempo la lavorazione della lana prini di cui le fonti antiche esalta- è scomparsa quasi del tutto ed è vano le qualità. Nella zona erano invece proseguita la produzione anticamente presenti produzioni del latte da trasformare in for- di carne, latte e lana, anche se con maggio e simili. (MR)

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