Dopo la ricognizione sul Rinascimento ticinese

Addenda al Block notes della mostra di Rancate

Nella messa a punto della mostra di Rancate, Il quest’occasione, c’è stato Mario Agliati: un incon- Rinascimento nelle terre ticinesi. Da Bramantino tro breve, ma pieno di significato. Con lui abbiamo a , tenutasi alla Pinacoteca Züst visto in carne e ossa un pezzo della storia (Chie- a cavallo tra il 2010 e il 2011, abbiamo sentito sa, Bianconi, Gilardoni, Martinola...) che, da l’esigenza – tra le strade, la biblioteca e il computer esterni, cercavamo di afferrare; per di più anche – di dare conto, nel catalogo, delle forme con cui il lui, da giovane, si era impegnato in ricognizioni progetto si era andato articolando, delle progres- territoriali dove ben presto la curiosità per gli uo- sive acquisizioni critiche, delle cantonate (ci sono mini l’aveva avuta vinta sull’interesse per le cose. state anche quelle), degli incontri con persone tan- Speriamo perciò che questi ulteriori segmenti del to differenti... Insomma dire a chiare lettere che i Block notes, scaturiti dalla necessità di fissare pri- modi di preparazione di una manifestazione cul- me impressioni in vista di un progetto che è figlio turale sono inevitabilmente cambiati: qualcosa si di quello di Rancate, non gli risultino sgraditi. Ma è perso, qualcosa si è guadagnato, ma non si può suonino testimonianza di simpatia per il lavoro di fare “come se non”. I frammenti del Block notes una vita, nel segno di comuni idealità e dell’ammi- che chiudeva il catalogo, con un occhio a Caval- razione per gli stessi maestri. caselle e uno a Fellini e uno al Dossi, stavano lì a dichiarare, insieme a un filo di insolenza, pro- Giovanni Agosti, Jacopo Stoppa prio la necessità di questa consapevolezza. Tra le persone conosciute in giro per il Canton Ticino, in

17 gennaio 2011 Crenna di Gallarate, parocchia- le: quadri alla sub De Tatti con pre- Busto Arsizio, Santa Maria di stiti da Dürer (fig. 5); bella copia Piazza: da verificare l’idea che ci è dal San Giovanni Battista di Gau- scattata durante le vacanze di Nata- denzio del polittico Prandoni (fig. le che la decorazione della volta del 6); Natività alla Magatti; rilievo di santuario veda la partecipazione di Francesco Cazzaniga. In sagrestia, Francesco De Tatti (fig. 1), in anni tra le copie da Procaccini, un Mar- successivi al polittico per Rancate. tirio di Santo Stefano, bel quadro 1 Poi, in centro, demolizioni; demoli- del pieno Seicento, non lombardo, zioni, nel centro storico (fig. 2). fuori contesto.

Coarezza, San Rocco (abbiamo visto anche San Sebastiano): affre- 19 gennaio schi firmati del De Pigociis (per Gianni un “pittore dal fiato corto”) Legnano, Sant’Erasmo: il trittico (fig. 3) e murali dipinti in chiesa è un prodotto classicista di terza negli anni Settanta da un gruppo di serie, tra Albertino Piazza e Luini. cileni di passaggio (fig. 4). Ma dei dettagli non sono proprio male (fig. 7). Nella carta intestata 2 Mezzana, Santo Stefano: non dell’ospizio, che dalla chiesa pren- siamo riusciti a salutare i Bra- de il nome, è male identificato il mantino; è difficile trovare aperta Sant’Erasmo (è confuso con San questa chiesa. Il polittico di Marco Magno). Le tavole presentano pro- d’Oggiono, brutto e un po’ stupido, blemi conservativi. Sembra dello è al Museo Diocesano a Milano, stesso pittore della tavola di Busca- sempre accessibile; quei due capo- te. Da qui un Maestro di Buscate? lavori, invece, stanno ancora qui. Verificare le idee di Edoardo Ros- Gallarate, Museo della Società setti sulla loro possibile provenien- Gallaratese per gli Studi Patri: mo- 3 za originaria. numento “bambaiesco” (fig. 8); bel

122 Federico Zuccari (di Brera); dise- freschi cinquecenteschi. La casa di gno di Daniele Crespi per la Cer- Guttuso (qui ha dipinto anche qua- tosa di Garegnano, donato da Luca dri bellissimi; diagramma, da fare, Beltrami; una pala di Nicolò Pisano della fortuna novecentesca, che (che non è di Brera). Il volontario comprende persino Berenson). che apre il museo fa parte di un Casa Clerici con affreschi del tardo gruppo archeologico: ha scavato a Cinquecento ripresi da stampe con Sarteano; proposta di ricostruzione scene di caccia e divertimenti e fa- del mausoleo di Porsenna, tra una vole antiche (fig. 16). Il prete con città di Sant’Elia e la fantascienza. la parrucca e il gatto grasso che 4 La rivalità con i musei, più recenti, lo segue come un cane. “Marrani” di Arsago Seprio e di Castelseprio; e “Marani” e “Maran”. “Ma quelli la Surace. sono dei pescivendoli...”. “Certi tramonti che per loro ho pianto” A mangiare dal Maran, gli ago- (fig. 17). Aria fina. ni, sulla strada per Casciago. Dan- te Isella me l’aveva proposto tante Malnate, edicola di San Rocco: volte, ma tutte le volte c’era qual- gli affreschi, detti “luineschi” dalla cos’altro da fare. Intorno le anten- guida rossa, non hanno a che fare ne di Radio Maria; deve essere da con le tele di Crenna. Sono modesti. 5 queste parti la Schola: esperimenti pedagogici, tra Svizzera e Lombar- Bizzozero: scortesia del parro- dia, come di un Pestalozzi rinato; co; non siamo riusciti a vedere la me ne hanno raccontato Giacomo chiesa di Santo Stefano. e Francesco, quando era questione di discutere i destini scolastici del Casorate Sempione, parrocchia- figlio più grande di Carlo. le dell’Assunta: affollatissima alle sette e mezza di sera, tre sacerdo- Santa Maria del Monte a Vare- ti, messa molto popolosa; al Padre se (fig. 9): il Cristo portacroce di Nostro tutti fanno il gesto paleocri- 6 Butinone; inganni di Pogliaghi e stiano dell’orante. Vediamo di sfug- Cavenaghi: travestimenti multi- gita il trittico appeso nell’abside. stilistici. Qualità delle mattonelle quattrocentesche (fig. 10). Fram- mento spanzottiano. L’Adorazione 31 gennaio dei Magi non sembra di Andrea da Corbetta: cioè non sembra del- Milano, Museo della Scienza. Ri- lo scultore dei gruppi di Saronno; cerca del luogo per il discorso su non è troppo diversa dalla, pur Gadda e Leonardo (fig. 18). Poi in più manierista, Presentazione al San Vittore per il Chiocca. Tempio. Difficilmente sarà del 7 1537-1538, come si dice. Capitelli quattrocenteschi con imprese (fig. 1 febbraio 11). Il monumento “morazzoniano” (fig. 12): forse partorito dalla fan- Milano, Santa Maria alla Fonta- tasia di Pogliaghi? Altro frammen- na. Freddo. Il Dio Padre della volta to quattrocentesco annegato tra i ha un sapore alla De Donati tardi. Fiammenghini. Fuori, a guardare il Campo dei Fiori (fig. 13). Lì davanti, racconto 2 febbraio a Jacopo la storia di Maria Corti e 8 del “folle volo” di Ulisse (fig. 14); Busto Arsizio: ancora in Santa Dante e l’aristotelismo radicale. Maria di Piazza. Rintracciamo la “Ma il folle volo l’ha fatto lei”: risa- posizione delle scritte con le date te proprio qui, con Dante, Simone sulle fasce della volta (fig. 19). e Alessandro. Sono più di quelle che si dice. Ci rendiamo conto che il Giovanni Velate, casa parrocchiale: il sof- Crespi che si firma e data il suo la- fitto del 1518 è tutto rifatto, in uno voro 1531 deve essere un ornatista. stile alla Malaguzzi Valeri (fig. 15). Il Lomazzo è una copia, così come Nella chiesa idem dicasi per gli af- la Cena gaudenziana. 9

123 Ad Azzate, da Francesco. Giro sul mercato antiquario fiorentino. nella casa della Lidia. Non ero mai E quindi possano essere il gruppo stato nella sua camera da letto, qui; commissionato nel 1529 a Piacen- i libri sul comodino, come se fos- za a Giovanni Angelo Del Maino se ancora viva; mancano le parole e a suo fratello Tiburzio. Diamo incrociate, che faceva per tenere un’occhiata anche alla pala di Ce- in esercizio la memoria. Senso di sariano. riconoscenza autentica, per l’equi- librio che era in grado di trasmet- Piacenza, San Francesco. Le 10 tere; ricordo del piacere del suo sculture solariane della facciata, cibo, come se gli austriaci avesse- con i putti atleti che saltano da un ro lasciato Milano il giorno prima capitello all’altro (fig. 23). Sono (agrodolce). Calco in gesso dal ri- mostri di simpatia. Loro notevole tratto in marmo di Pontano; chissà qualità, di norma trascurata, e loro se conosciuto. La copia dall’Ebbrez- scarsa presenza negli studi sulla za di Cam di Luini, che deve essere scultura lombarda del Quattrocen- quella commissionata dopo il 1798 to. I due Santi montati nel 1986 so- da Giacomo Melzi. Il Che vicino al pra il portale. Il Crocifisso ligneo di computer. Vinti dalla storia e dalla Del Maino è giusto e tardo: va vici- 11 vita, provare a ritirarsi qui? Accan- no ai San Rocco e al 1533 del Cristo to allo struzzo Arconati che era al di Bologna. Castellazzo; e forse l’avranno visto Goldoni e Canova. C’è anche il Piacenza, chiesa dei cappucci- cammello comprato al marché aux ni: i due rilievi, decontestualizzati, puces, a Parigi. Chissà come sarà sono modesti ma maineschi; saran- Andrea a Vanzaghello? no di qualche seguace.

Venegono inferiore: due chiese. Nel Duomo rivediamo il Mon- Santuario (De Tatti) e altra chiesa tevecchia 1504, con le dorature: (Pietro Crespi?). ricordare il rapporto con Braman- 12 tino; qualità non eccelsa; pilastri Biumo superiore. Dall’Anna a con gli strumenti della Passione. Il Villa Panza. Ricerca della casa de- Tagliasacchi sulla porta che dà in gli Orrigoni a Biumo inferiore. La sagrestia. Ci cacciano per la chiu- troviamo; descrizione delle con- sura. Fa tanto freddo e piscio per dizioni: cadente e abbandonata, strada, tra la neve. Rarità delle trat- nonostante un restauro avviato torie. vent’anni fa (fig. 20). Risate. Volto femminile clipeato sulla facciata A Parma, da Giampaolo: la ca- (fig. 21). setta ai bordi dell’autostrada. Fissa- 13 zione per i , perché da piccolo il padre lo portava a vedere 4 febbraio la Scapigliata, alla Pilotta. I quadri di Nattini e i disegni: ce n’è uno an- Piacenza. In Sant’Eufemia il che con i proletari e Bandiera ros- prete con la fondazione intitolata sa. D’Annunzio, qui? Ridda di copie al suo nome: sembrava una fiera di leonardesche; il quadro che decide beneficenza e il sacerdote dichia- di una vocazione è una tavola, com- ra che è la più grande fondazione prata dalla Galleria d’Orlane, con nell’Italia del Nord. Pacchi di vec- una Madonna di un pittore nordico 14 chie riviste, capi indiani di legno, leonardesco; e poi copie da Giam- fotografie di papa Giovanni... La pietrino o da Luini o da Cesare da figura di Del Maino sarebbe stata Sesto. Un Bernardino dei Conti, ritrovata dal sacerdote in solaio: giusto e gommoso, che copia la sembra un’attrice del cinema muto . E poi il minuscolo (fig. 22) ma il riferimento al gran- Solario, da grande museo: con una de scultore è giusto. Possibilità bella cornice e ben conservato. Per che vada insieme con la scultura il Maestro di Ercole e Gerolamo (quella che chiamano, non si sa Visconti ci siamo sbagliati. Tutto il perché, la “Dolente”) che ha com- giro è veloce: alle 15.30 siamo già 15 prato Luigi e con il Nicodemo già fuori.

124 Allora verso Soragna. La Rocca; gli scoiattoli che si arrampicano e i Meli Lupi; Diofebo; la Melziana. scherzano sull’albero a sinistra. I quadri genovesi, dal Brea (non visto) ai Lagorio. L’Amadeo è un falso; falsa la scritta e falsa la scul- 18 febbraio tura. Sarebbe stato comprato a Pa- rigi negli anni Settanta dal padre Milano, la Villa Simonetta; ci- di Diofebo. viltà della Civica Scuola di Musi- ca: come sono diversi gli studenti Poi Busseto. Ma in mezzo pas- rispetto a quelli, spesso passivi e 16 siamo davanti alla casa di Verdi svogliati, dell’Università statale alle Roncole: sembra il fondale di (quelli che frequentano via Noto, un quadro di Ceruti. Sulla macchi- in particolare). na mettiamo il disco di Eyes Wide Efficacia illusionistica dell’affre- Shut: e sentiamo, in versione stru- sco di Zenale nella cappella; il viola, mentale, Strangers in the Night. La increspato di biacca, della veste del colonna sonora classica per tanti Santo vescovo inginocchiato in un amici alle Cascine. abitacolo prospettico (fig. 24). De- corazioni in cotto. La villa (ricordo di Rovani, nei 17 7 febbraio Cent’anni), come un Palazzo Te nei territori dei Segreti di Milano Milano, in casa Gallarati Scotti. (fig. 25). Letto Impero sotto a una Rosalba Carriera che probabilmente ritrae A Vercelli, per la mostra su San un antenato. I soffitti danneggiati Carlo, al Borgogna, prima, poi nel di Tiepolo (strappati e ricoverati Palazzo Arcivescovile. La sala del nei sotterranei del palazzo duran- trono. Il Grammorseo a disagio, te la guerra) e Bortoloni. Le sale simpatico e impertinente. Commo- dell’amministrazione con l’archivio zione per le reliquie di San Carlo. At- 18 (che comprende anche quello Spi- mosfera sospesa. Immagine di don nola e quello Ghislieri). Un grande Scaciga che si prova i paramenti (“a ritratto di Pio V sullo scalone. Il lui stanno meglio che a Martini”; principe ha un T shirt bianco sotto riprendere ricordo della Binaghi, un maglione beige scollato a V. Bel- ai tempi della mostra sul vescovo lissimo stallo ligneo intagliato che Bascapé). Intensità delle reliquie. non capisco se del primo Cinque- Senso di penetrazione nel mistero cento o neoclassico, vis à vis a un di un’esistenza che mi lascia, con- arazzo; anticamera con tre Magna- tinua a lasciarmi, stupefatto. Poi sco enormi, orizzontali, che vengo- arriva Timoty Leonardi e ci porta no dal palazzo di Cerano. Ampiez- nel Museo del Tesoro: splendore 19 za dei saloni. Senso di splendore e della residenza dei Ferrero; le orefi- impressione da Ronconi (di quelli cerie dei Bombarda. Ma anche, più buoni: con la Gae e la Marzot). Le antichi, gli apostoli d’argento alla luci crescono lentamente: sono a Michelino da Besozzo. E poi nella basso consumo. Tutto è freddo e cappella del vescovo e nella biblio- figé nella storia. Sala memorabile teca capitolare; graffiti interessanti con il Battesimo di (fig. 26), persino uno con Seneca di fronte alla Madonna di Butino- (scioperii?); decorazioni profane; ne: non c’è pareggio possibile. La grottesche che Gianni direbbe di natura di Cesare e del fiammingo Eusebio. Il Vercelli book. Le due 20 misterioso che lo accompagna stra- studentesse gentili, e un po’ smar- vince: è uno dei quadri più impres- rite: una con gli stivali con le frange. sionanti del Cinquecento italiano Sono appassionate e questo dà con- per il paesaggio vario e popoloso forto. Parlano dei libri della Biver dove le due figure, belle come dei Banca come se fossero la Trecca- antichi rinati, mescolano Leonardo ni; riflessione, troppo breve tra di e Raffaello. Ricordare le impressio- noi, tra me e Jacopo, sulle scelte di ni dei due Berenson, nel taccuino Gianni e le forme di affermazione e di Mary, in casa Gallarati Scotti. difesa delle proprie idee, per, si può Si resta lì a bocca aperta vedendo dire?, un mondo migliore. 21

125 21 febbraio polittico: una Trinità (al centro dell’ordine superiore) e un San Ardenno, San Lorenzo. Giovan- Giovanni Battista (del registro in- ni Angelo Del Maino e Battista da feriore). Legnano. I restauri della Doneux Le stanze di don Guanella, che rispetto a quelli di Gritti: sapo- ha abitato qui tra il 1879 e il 1881: re di porcellana “sabauda” sulle la finestrina per guardare il pelli- sculture? O è la pittura, modesta, cano del Gianolo dalla camera da del povero Battista da Legnano? letto, giù in chiesa; pellegrinaggi 22 L’ancona presenta problemi di ri- dei guanelliani. Stanno per fare montaggio; manca la cassa e varie Santo don Guanella: ha fatto un rotture. Stupidità di Battista; l’oro miracolo in America. non si fa elettrico e conduttore di energia come a Morbegno. Il San Chiavenna: nel Museo della Sebastiano (fig. 27) è il fratello di Collegiata la tela con la derivazio- quello scoperto da Marco a Cre- ne gaudenziana è già seicentesca, mona, nel Palazzo vescovile. risente di Cerano. Nell’ex chiesa di Sant’Antonio, oggi impresa di Sondrio, Museo: le sale al pian pompe funebri, c’è un ciclo, sopra 23 terreno sistemate da Massimo; i le bare, di affreschi di Bartolomeo cartelli scritti, bene, da lui; la ve- da Ponte Tresa (fig. 28). Da Luga- trina con la bibliografia. Soddisfa- no a qui. zione degli insegnanti. Noi due. Torniamo contenti a casa; mol- Traona, Sant’Alessandro: i resti te montagne; tramonti; e parliamo della vecchia chiesa con gli ange- dei giocattoli: dalle macchinine li incriminati di essere quelli di ai trenini elettrici, dal meccano Gaudenzio descritti da Lomazzo. al Lego, considerando gli slalom Visti dal vero, sono ben pochi i del gusto e le classi sociali. Senza centimetri quadrati del Cinque- niente di regressivo. 24 cento: eppure sembrano gauden- ziani, per le intensità del colore e il poco che resta dei panneggi. Ma 22 febbraio sono reliquie (come i frammen- ti delle vesti di San Carlo, visti a Fagnano Olona, Madonna del- Vercelli). Proprio reliquie. Gianni la selva: affresco di quello che poi, a controlli effettuati, ci por- ora chiamiamo Giovanni Lampu- terà a escludere l’idea, pure così gnani e questione della sua data; fortunata negli studi: ma chi era tela “manzoniana” del Seicento andato a Traona? E quindi, addio sul fianco sinistro della piccola 25 Gaudenzio. Anche gli altri affre- chiesa. schi dell’ambiente (storie di San Pietro e di San Paolo, con analo- Ferno, Santa Maria, affacciata ghi fumetti) non hanno a che fare sulla Malpensa: rumori dei jet. Il con Gaudenzio; e nemmeno i resti vecchio operaio che ci apre e tiene di un affresco più antico, sull’ex in ordine. Gli affreschi del 1534. arco trionfale, con quel che resta Gaudenziani ma fino a che punto? di una Madonna in trono circon- I due pittori tardogotici, Petrolo e data da una decorazione archeo- Tommaso da Varese, che firmano logizzante: opera del primissimo i tabelloni nella navata. 26 Cinquecento. Il parroco e il suo sagrestano Castelseprio: mentre mangia- sono appena arrivati da Colico: mo ci si chiarisce, così ci pare, sono simpatici e aperti. Hanno fat- il romanzo della volta di Santa to restaurare i Gianolo e ritrovato Maria di Piazza a Busto: il pitto- due tavole, già in Santa Caterina a re gaudenziano potrebbe essere Corlezzo, e le hanno appese in alto Sigismondo De Magistris, che è sui piloni dell’arco trionfale: sono colui che decora l’abside di Ferno molto rovinate e così si mimetizza- (come si era accorta la Torno). no con la decorazione settecente- Prima della fine della giornata ab- 27 sca. Sono due pezzi di uno stesso bandoniamo l’idea.

126 Castelseprio: visita alle rovine. e Skira; sua simpatia, un po’ alla I custodi stretti alla stufa. Parco Franca Valeri; i mobili del Caren- incantato. Ricordi della dottoressa tani (?) nella sagrestia della col- Surace, che ha retto qui le cose legiata; l’erede di Cazzani; il Neri per vent’anni con passione ma non di Bicci delle Gallerie fiorentine voleva il sito Unesco perché poi rimosso e coperto da un velo rosa “arrivano quelli con i cavalli e con in sagrestia: quasi pittura di luce, gli ombrelli”. Tutto è tenuto bene; qualità fabrile della materia. In Pa- il nuovo antiquarium nel conventi- lazzo Branda il ritratto del capitano no di San Giovanni, già della fami- pare di Morazzone: l’oro che bril- 28 glia Archinto, con gli affreschi di la sul morione, come in un veneto Francesco da Gattinara (fig. 29). del tardo Cinquecento. Il furto del È stato Stefano a segnalarceli. Pro- Cazzani nascosto nel mobile: ce ne blema della loro collocazione cro- sono pacchi. nologica. Incanto di Santa Maria Nella Corte del Doro, al MAP, foris portas; leggiamo gli apocrifi tra le plastiche dei conti Mazzuc- in un opuscolo didattico fatto dalla chelli, c’è anche un Man Ray tar- Surace. Un parco romantico fuori dissimo, del 1970. E poi affreschi tempo, mentre le scuole lo diser- tardogotici con le cacce sul fondo tano anche se è gratuito e aperto rosso (tipo Oreno) e altri, mai ri- 29 fino alle sette e mezza tutti i giorni, prodotti, di primo Cinquecento, di tranne il lunedì. Conforta che l’am- carattere decorativo, con i nastri ministrazione dello Stato riesca a colorati sul fondo bianco. tenere in piedi le cose; gentilezza Prima di lasciarci, regalo a Ja- e simpatia, al telefono, della dotto- copo un gioco di latta, dei trenini, ressa De Marchi. comprati all’Onestà da ragazzo, già nell’età della stupidera. Castiglione Olona: chiesa di Vil- la, la tomba incriminata (fig. 30); (testi di Giovanni Agosti, Federica Armiraglio, divisa tra Fai immagini di Jacopo Stoppa) 30

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