La Bozza Del Mio Diario Di Viaggio in Giordania Del 1993
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Alla ricerca dei gorilla di montagna Avventura in terra d’Africa, dalle nebbie dei monti Virunga e dei suoi vulcani, alle sponde desertiche del lago Turkana di Gianfranco Colombo a mia moglie luciana, da sempre stoica presenza in queste incognite avventure Premessa Non è mia abitudine riscrivere a posteriori il resoconto di un viaggio intrapreso anni prima e che è il frutto di una trascrizione corrente delle annotazioni che giorno per giorno ho raccolto e che descrivono la reale emozione di quanto ho vissuto al momento. Sono ormai trascorsi molti anni da quel periodo di spensierata e turbolenta vacanza ma scorrendo le pagine scritte in quegli istanti, il pensiero corre nuovamente e rapidamente ai bei momenti vissuti laggiù, agli incredibili paesaggi equatoriali, alla straordinaria moltitudine di popolazioni incontrate, alla indescrivibile varietà della vita animale, agli stupefacenti colori della natura ed a quelli altrettanto fantastici ma alquanto stravaganti, dei costumi portati con tanta disinvoltura dagli indigeni locali, ravvivando il ricordo di quella terra attraente ma da sempre martoriata da interminabili lotte tribali. Già nella stesura in bella copia di queste pagine, scritte a matita nei pochi momenti di libertà che il viaggio ti concede, hai sempre il timore di modificare, di addolcire o peggio ancora di romanzare quelle frasi accalappiate al momento e rovinare quella spontaneità originata dallo stupore per aver assistito a quel fatto od osservato quella tal cosa. Paginette di un diario che alla fine dell’avventura risulterà sgualcito e sudicio, scritte rintanato in una tenda alla luce di una torcia elettrica attorniato da un buio pesto da far paura oppure comodamente sdraiato su un bel letto di un albergo con tanto di agi e comfort, ma un resoconto denso di quella genuinità sprigionata nel momento in cui le hai raccolte. Stavolta invece devo assolutamente derogare a questo criterio! Non solo aggiungerò qualche ulteriore informazione ma inserirò obbligatoriamente un vero aggiornamento storico/socio/politico per spiegare la tragedia che pochi mesi dopo la nostra visita, ha travolto quei luoghi tanto piacevoli e sereni che avevamo conosciuto. Troppo grave quanto accaduto per non parlarne. Un fatto apocalittico che la storia umana ricorderà come una delle azioni più odiose che abbiano mai colpito l’umanità. Sarebbe incomprensibile non scriverle per coloro che leggeranno questa storia conoscendo quanto accaduto ed ingiusto non menzionarle nel rispetto dei giovani ragazzi e ragazze che laggiù ci hanno accompagnato durante il viaggio e che hanno cercato di trasmetterci quella serenità mancata loro drammaticamente poco tempo dopo. Farò quindi dei “salti in avanti” cercando di spiegare, di volta in volta e direttamente sui luoghi che abbiamo visitato, cosa è avvenuto dopo qualche tempo e quale immane tragedia li ha colpiti. E’ in loro onore e ricordo che dedico questo racconto avventuroso in terra d’Africa. Gennaio 2003 La decisione Siamo nell‟agosto del 1991 e faremo un viaggio molto complesso che ci porterà prima nello Zaire, l‟ex Congo Belga, (ora chiamato pomposamente Repubblica Democratica del Congo) e poi nel nord del Kenya al confine con l‟Etiopia, sul lago Turkana, l‟ex lago Rodolfo, il cosiddetto “lago di Giada”. Pur arrivando a Kinshasa, la capitale dello Zaire, a ridosso dell‟oceano Atlantico, ci trasferiremo nella parte più orientale del paese, ad oltre duemila chilometri da questa città, precisamente a Goma sul confine con il Rwanda e risalendo verso nord, sull‟unica traccia carreggiabile esistente, costeggeremo il Rwanda e l‟Uganda per arrivare ai confini con il Sudan, in un angolo sperduto dell‟Africa, un piccolo recesso geografico abbandonato e sconosciuto ai molti e fuori da ogni connessione. Ritorneremo poi ripercorrendo la stessa strada fino a Goma, per volare su Nairobi e da qui, attraverso il deserto del Chalby, fino alle sponde del lago Turkana che navigheremo verso nord in tutta la sua lunghezza, con canotti ed attendamenti. Un viaggio non semplice sin dalla preparazione, intriso di difficoltà logistiche che sicuramente ci causeranno ritardi, rinunce e contrattempi ma che cercheremo di gestire all‟interno di alcuni rigidi paletti inamovibili: le date dei trasferimenti aerei. Questa volta il gruppo degli “Sciupamondo” è al completo, riunendosi dopo cinque anni dall‟ultima esperienza avuta tutti insieme nella durissima attraversata della Cina del 1986. Essendo ancora tutti in piena attività lavorativa, non avevamo più trovato l‟opportunità per partenze comuni, pur avendo di nuovo viaggiato a coppie sconnesse nel corso di questi anni. Il Pepi ha trovato il sostituto per il suo studio medico di Lucca, Renzo e Luisa avevano da tempo programmato questo viaggio, il Bepi non ha avuto problemi visto che il lavoro… non è cosa Sua…. e noi due, Luciana ed io, siamo riusciti a combinare le vacanze nello stesso periodo. Alberto, sarà la nostra mascotte, visto che quest‟anno compie i tredici anni. L‟anno scorso ha avuto il battesimo del fuoco con il viaggio nelle isole della Sonda in Indonesia ed era alla fine risultato il più fresco, dopo quella che si era mostrata per tutti noi adulti, una notevole faticata. In ogni modo l‟Associazione che abbiamo fondato nel 1985, pensata e concepita sotto le stelle ad oltre 4.000 m di altitudine nel Ladah indiano, resiste alla grande e manteniamo fede all‟impegno che abbiamo indicato nello Statuto e cioè “viaggiare e conoscere il mondo” e contrariamente al nome scherzoso che gli abbiamo appioppato, “nel massimo rispetto di ogni persona incontrata e nell’assoluta osservanza delle loro regole di vita”. Partiremo quindi in nove, misura giusta per viaggiare in tre veicoli fuoristrada, trascinandoci la nostra cassa viveri, i sacchi a pelo, le tende e gli scarponi ed un minimo di bagaglio per il nostro necessario. Per il volo interno tra Nairobi ed il lago Turkana, che si effettuerà con dei piccoli aerei Piper, dovremo limitare sin dalla partenza il peso del bagaglio a non più di 15 kg e dovremo quindi ridurre al minimo indispensabile il materiale da portare. Un bel problema visto che dobbiamo trascinarci da casa anche tutta l‟attrezzatura da trekking. La cassa viveri pensiamo invece di smaltirla completamente nello Zaire in quanto le alte temperature che troveremo a ridosso del Turkana, porterebbero ad un sicuro deterioramento del contenuto. Ci assisterà la KEL 12 dell‟amico Sergio Scarpa, una Organizzazione fra le più valide e consolidate sul territorio africano e che è l‟unica al momento a riuscire ad organizzare simili avventure in paesi sconosciuti o limitati al turismo. Nell‟incontro avuto a Padova mesi fa con Sergio e sua moglie Adriana, avevamo discusso e tentato di stendere un piano per una attraversata che è risultata poi impossibile, tanto era difficoltosa ed improbabile, visto le aree interessate dell‟itinerario. Si parlava di partire da Addis Abeba in Etiopia ed arrivare a Nairobi, percorrendo strade inesistenti, attraverso confini mal segnati od addirittura mai fissati, lungo fiumi senza ponti, paludi, savane e deserti assetati, mai percorsi da un traffico regolare. Sergio ed Adriana erano i massimi esperti in queste avventure, eppure con le loro conoscenze, le loro esperienze dirette sul campo, con il loro spirito indomito di viaggiatore e tutta l‟euforia che sprigionava questa nuova avventura, non riuscirono a concatenare le diverse tessere di questo mosaico e dovettero desistere. Loro stessi avrebbero voluto partecipare a questo viaggio, per acquisire quelle informazioni necessarie per includere poi questa misteriosa avventura nei loro abituali programmi per viaggiatori fuori dal normale. La nostra destinazione in Centrafrica L’itinerario lungo i vulcani del Parco Virunga, nella Albertine Rift L’avventura sul lago Turkana Hanno sempre sperimentato ogni viaggio prima di renderlo ufficiale alla loro stretta cerchia di amici, non solo per capire il tipo di rischio da affrontare ma anche per verificare con certezza, i capisaldi locali dove appoggiare l‟organizzazione del viaggio. Non era certo come progettare un viaggio alle Maldive, oppure in quel nuovo posto nel Sinai, sul mar Rosso, chiamato Sharm el Sheick che dicono stia diventando uno dei poli principali del turismo di massa Europeo. La Somalia con la caduta di Siad Barre nel gennaio scorso, è divenuta un pentolone in ebollizione e ha dato il via libera alla consueta attività di predoni delle numerose tribù che infestano le aree di quei confini che avremmo dovuto costeggiare per centinaia di chilometri. Inoltre le zone a sud dell‟Etiopia, in particolare la valle dell‟Omo Bottego, il fiume scoperto e cartografato dal parmense Vittorio Bottego alla fine del „800 e dove lo vide morire in una disputa con i Galla, una tribù tuttora presente, indomita e ribelle, vedeva appunto la presenza di questa gente che ancora mal sopporta l‟intrusione di stranieri nei loro territori. Certo che non abbiamo il carattere di Bottego, litigioso in ogni suo confronto con il prossimo, come dimostrò sin dai primi anni di scuola dove fanciullo si permise di schiaffeggiare persino il suo insegnante e, dicono i sopravvissuti del tempo, per questo carattere attaccò briga anche con il capo dei Galla che non era certo tollerante come il suo maestro di scuola. Fu così che nell‟incontro di Padova si discusse per ore cosa fare in alternativa a questa avventura e ne scaturì questo viaggio insolito. Abbineremo infatti due realtà assolutamente diverse, due luoghi disparati che metteranno a confronto le foreste inestricabili del bacino del Congo, con i deserti che cingono il Turkana. Ceppi di popolazione assolutamente diversi, dai nerissimi e prognati bantu, ai longilinei e delicati nilotici e due climi assolutamente differenti, il caldo umido della foresta equatoriale ed il clima secchissimo di un deserto equatoriale. Sulla carta e sotto ogni altro aspetto, sarà un viaggio molto complesso ed interessante ma nella realtà dobbiamo doverosamente preventivare tante difficoltà logistiche. Partiremo quindi con diversi dubbi ma con la fervida convinzione di riuscire a rispettare quanto programmato.