1 Capitolo I Dalla Denuncia Del Concordato E La Fine
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-1 CAPITOLO I DALLA DENUNCIA DEL CONCORDATO E LA FINE DEL POTERE TEMPORALE ALLA RIFORMA ELETTORALE DEL 1882 I.a. REAZIONI DEI CATTOLICI DI FRONTE AGLI AVVENIMENTI DEL 1870: LE PRIME RISPOSTE A TRIESTE E GORIZIA All'indomani della proclamazione del Dogma dell'Infallibilità (18 luglio 1870) erano venute meno – questa la posizione del governo austriaco – le condizioni che avevano reso possibile il Concordato del 18551: la denuncia di questo rappresentò il culmine di una politica di ispirazione liberale intrapresa da un gruppi politici diversi, sia da coloro che nell'impero si facevano portatori dei valori del '48 come dagli ambienti del conservatorismo tardo-giuseppino. Iniziata in sordina l'indomani stesso della stipula, nel cuore del decennio neoassolutista, la battaglia contro il Concordato in sede pubblicistica cominciò nel 18562 e prese quota via via che l'Austria assumeva i connotati di uno stato liberale: maturò attraverso gli articoli della Dezemberverfassung del 1867 e le leggi scolastiche che ne furono l'espressione, provvedimenti che minavano le basi stessa del Concordato3. La costituzione dogmatica conciliare Pastor Aeternus, contro la quale l'episcopato austriaco si era dichiarato invano, fornì il protesto finale. Quasi contemporaneamente, il 20 settembre 1870, il governo italiano pose fine al millenario potere temporale del papato. 1 Per un quadro d'insieme della campagna anticoncordataria v. P. Leisching, Die rőmanisch-katholische Kirche in Cisleithanien, in Die Habsburgeronarchie. 1848-1918, vol. IV, Die Konfessionen, a cura di P. Urbanitsch- A. Wandruszka, Wien, Ősterreichische Akademie der Wissenschaften, 1985, p. 34 e succ. 2 P. Leisching, Die rőmanisch-katholische Kirche..., p. 35 3 Sulla costituzione del 1867 e le leggi di maggio del 1874, nonché per altri aspetti della politica anticlericale dei governi liberali v. P. Leisching, Die rőmanisch-katholische Kirche cit., pp. 40-72. 1 La storiografia si è spesso interrogata sul ruolo giocato dagli avvenimenti italiani del 1870 nella trasformazione in senso politico dei movimenti cattolici europei. Per ciò che concerne gli interventi del clero e del laicato militante nell'impero austriaco va sottolineato come questi iniziarono a manifestarsi in reazione alla costituzione del 1867 e subirono una decisa accelerazione in occasione delle Maigesetze – leggi quadro in materia ecclesiastica – del 1874. In questo tratto di tempo la "prigionia" papale giocò il ruolo di fattore propulsivo e coagulante nella formazione del movimento cattolico di massa, nei territori imperiali come altrove. Infatti, prima del 1867 le attività promosse dai cattolici austriaci erano state quantitativamente poco rilevanti e per lo più circoscritte alle grandi città, Vienna in primis.4 Il salto di qualità che a quel punto si verificò trova spiegazione non solo nelle libertà politiche, di stampa ed associazione concesse dalla Costituzione del 1867, opportunamente sfruttate dai cattolici, quanto nel fatto che esistessero pronti ad utilizzare quegli spazi in una mobilitazione spontanea in difesa delle libertà (ed in questo termine venivano compresi anche i privilegi confermati dal Concordato), della chiesa cattolica, seriamente minacciati soprattutto questi ultimi dalla politica liberale. Caso emblematico fu la dimostrazione pubblica, nel giugno del 1869, dei fedeli di Linz che scesero in strada in difesa del proprio vescovo, Franz Joseph Rudigier (1852-1884),5 arrestato in seguito alle prese di posizione contro le prime "leggi di maggio", quelle emanate tra 1868 e 1869 in materia scolastica, matrimoniale e confessionale. Per diversi storici è questo l' inizio in Austria-Ungheria di un movimento cristiano-sociale che in pochi anni, se pur con grosse differenze, si sarebbe esteso a tutti i Länder dell'Impero. 4 Per un approccio generale alle iniziative cattoliche nell'impero asburgico v. P. Leisching, Die rőmanisch- katholische Kirche.., pp. 186-230, cit.; nello specifico sull'associazionismo cattolico v., tra l'altro, W. D. Bowman, Religions Associations and the formation of political catholicism in Vienna, 1848 to the 1870s, in "Austrian History Yearbook", vol. XXVII, 1996, pp. 65-77. 5 Sui fatti di Linz e sulla figura del vescovo F. J. Rudigier – con relativa bibliografia- v. P. Leisching, Die rőmanisch-katholische Kirche ...pp. 47-48, cit. Rudigier, Franz Joseph (Parten, Voralberg 7 aprile 1811-29 novembre 1884 Linz) vescovo di Linz-Donau. Originario di una piccola cittadina bavarese, R. intraprese gli studi seminariali a Brixener nel 1831. Dopo gli studi teologici conseguiti a Vienna, fu ordinato sacerdote nel 1835. Nel 1839 venne nominato professore al seminario di Brixener e nel 1845 ricevette l'incarico di direttore spirituale al Frintaneum di Vienna. Nel 1852 l'imperatore lo nominò vescovo di Linz. Punti principali del suo programma furono la formazione del clero, il rafforzamento del legame tra clero e fedeli e l'attenzione per la questione sociale. Risposero a questi obiettivi la fondazione di un periodico diocesano, "Linzer Diözesanblatt" nel 1855 ( nel 1869 fondò anche il "Linzer Volksblatter"), l'introduzione delle conferenze episcopali, le visite pastorali, nonché la promozione di istituzioni caritativo-assistenziali. Nel 1861 fu nominato rappresentante alla dieta della dell'Austria Superiore, dove si contraddistinse nella lotta alle leggi anticlericali dei primi anni Settanta (proteste che gli costarono, nel 1869, ben quattordici giorni di carcere). Morì a Linz nel 1884. BBKL. 2 Il 13 luglio 1870 il vescovo di Graz, Johann Zwerger (1824-1893)6, di rientro da Roma – dove aveva partecipato ai lavori conciliari - fece tappa a Gorizia. Qui entrò in contatto con alcuni amici, fra i quali Eugenio Carlo Valussi (1837-1903)7, futuro vescovo di Trento, allora docente del seminario centrale di Gorizia, e Ivan Janez Nepomuk Hrast (1830-1874), rettore dello stesso seminario, che incoraggiò a gettare le basi di una Società Cattolica, sull'esempio di simili iniziative già avviate in diverse città imperiali, ma anche europee.8 Fu così che l' 11 settembre 1870 nacque la società cattolico-politica slovena "Katoliško Politično Društvo" con lo scopo di tutelare gli interessi cattolici anche in ambito politico9 e poco dopo, il 28 dicembre 1870, sorse il "Circolo Cattolico del Goriziano", istituzione italo-slovena10, il cui primo direttore fu Carlo Doliac de Cipriani (1805-1898),11 una delle figure centrali del movimento cattolico della Principesca Contea. Tra le prime iniziative avviate dal circolo goriziano vanno annoverati il gabinetto di lettura (27 agosto 1871) 12, in campo femminile la Pia Unione delle Figlie di Maria ed il Circolo delle Donne Cattoliche, nonché il bisettimanale “Il Goriziano. Periodico religioso, politico, letterario” (1871- 6 Johann Baptist Zwerger nacque a Altrei, nel Tirolo meridionale, il 23 giugno 1824. Il 14 giugno 1851 fu ordinato sacerdote nella città di Trento. Divenne vescovo di Seckau il 14 agosto 1867. Morì il 14 agosto 1893. [Annuario pontificio] 7 Valussi Eugenio Carlo, vescovo di Trento, deputato (Talmassons 1837-Sarche, Trento 1903). Studiò nel ginnasio di Udine e nel seminario teologico di Gorizia. Ordinato nel 1860, si laureò in teologia all' Augustineum di Vienna. Fu insegnante di teologia morale a Gorizia a partire dal 1870 e uno dei principali esponenti della nascita del movimento cattolico nella Contea di Gorizia e Gradisca. Nel 1880 fu nominato preposto del capitolo del capitolo metropolitano di Gorizia. Dal 1873 al 1886 fu deputato al Parlamento di Vienna per la contea di Gorizia. Dal 1886 al 1903 resse la diocesi di Trento dove dispiegò una vivace attività nei vari campi in cui la presenza cattolica era richiesta: la scuola, la cooperazione, la stampa, l'associazionismo. Promosse, tra l'altro, la creazione di società operaie e cooperative e di associazioni di maestri e universitari, Si interessò all'educazione dei sordomuti. Istituì nel seminario diocesano la cattedra di sociologia. Fu consigliere intimo dell'imperatore Francesco Giuseppe, assistente al soglio di papa Leone XIII. BBKL. 8 L. Tavano, La diocesi di Gorizia 1750-1947, Gorizia, Istituto di Storia Sociale e Religiosa, Edizioni della Laguna, 2004, p. 110 9 L. Tavano, La diocesi di Gorizia.., p. 110, cit. 10 La collaborazione fra cattolici sloveni ed italiani a Gorizia durò solo fino al 1872, quando gli sloveni per iniziativa dell' avvocato J. Tonkli, del rettore del Seminario Centrale di Gorizia I. J. N. Hrast e di J. Gabrijevčič diedero vita ad una propria società cattolica, "Gorica", il cui organo di stampa era Glas. Per un primo approccio alle iniziative e problematiche dei cattolici sloveni della Principesca Contea di Gorizia a cavallo tra Otto e Novecento, si v.: P. Caucig, Attività sociale e politica di Luigi Faidutti (1861-1931), Udine, Nuova Base Editrice, 1977, pp. 40 e succ.; pp.55-61; G. Delli Zotti e A Kupel (a cura di), Ruolo della presenza slovena nell'area goriziana, Gorizia, Grafica Goriziana, 1862, pp. 23-5; L. Ferrari, Gorizia Ottocentesca, fallimento del progetto della Nizza austriaca, in Storia d'Italia. Le regioni dall'Unità ad oggi. Il Friuli Venezia Giulia, vol. II,a cura di R. Finzi, C. Magris e G. Miccoli, Torino, Giulio Einaudi Editore, p. 313-375; C. Medeot, Panorama politico, in I cattolici isontini nel XX secolo, vol. I, Dalla fine dell' 800 al 1918, Gorizia, Casse Rurali ed Artigiane della Contea di Gorizia, 1981, pp. 29-32; J. Pisani, La stampa a Gorizia dal 1800 ai giorni nostri, Gorizia, in "Studi Goriziani", vol. XIX, 1956, p. 6; A. Sfiligoj, Questioni politico