Novembre 2006
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Borc San Roc [18] novembre 2006 Centro per la conservazione e per la valorizzazione delle tradizioni popolari di Borgo San Rocco - Gorizia BORC SAN ROC 18 2006 3-11-2006 9:19 Pagina 1 Autorizzazione del Tribunale di Gorizia Reg. n. 292 del 25 ottobre 1999 Editore Centro per la conservazione e per la valorizzazione delle tradizioni popolari di Borgo San Rocco - Gorizia via Veniero, 1 34170 Gorizia Direttore responsabile Centro per la conservazione Dalia Vodice e per la valorizzazione delle tradizioni popolari Comitato di redazione Olivia Averso Pellis di Borgo San Rocco - Gorizia Giuseppe Marchi Edda Polesi Cossàr Sergio Tavano Dalia Vodice Presidente Progetto grafico Edda Polesi Cossàr Ettore Concetti Vicepresidente Martino Mazzoni Stampa Grafica Goriziana Consiglieri Gorizia 2006 Bruno Campi Emilio Carelli Il volume è stato realizzato con il contributo del Enzo Coccolo Credito Cooperativo Ruggero Dipiazza Cassa Rurale ed Artigiana Mattia Fajdiga di Lucinico Farra e Capriva. Giuseppe Marchi Josè Nadaia Franchi La direzione si riserva di decidere Mauro Pisaroni sull’opportunità e sul tempo di Pietro Sossou pubblicazione degli articoli. Chi riproduce anche parzialmente Fabiola Vitturelli Campi i testi è tenuto a citarne la fonte. Dario Zoff Ringraziamenti Franco Dugo, Antonella Gallarotti, Carlo Sclauzero, Franco Spanò BORC SAN ROC 18 2006 3-11-2006 9:19 Pagina 2 Borc San Roc IN COPERTINA Nico Di Stasio La Sagrada Familia. IL PADRE La Sagrada Familia. IL PADRE 2006 acrilico su tela cm100x100 Nico Di Stasio è nato nel 1954 a Gorizia, dove vive e lavora. Ha frequentato l'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Partecipa a numerose esposizioni d'arte. BORC SAN ROC 18 2006 3-11-2006 9:19 Pagina 3 Borc San Roc [novembre 2006_18] SOMMARIO PRIMO PIANO Sergio Tavano Leopoldo Perco. L’arte al servizio della devozione pag. 5 Laura Madriz Macuzzi - Vanni Feresin Una storia lunga sessant’anni pag. 9 Celso Macor “Quando costruire una piccola sala era impresa enorme...” pag. 19 Dalia Vodice Incontrarsi a San Rocco pag. 20 RICERCHE STORICHE Paolo Sluga Due ferrovie, un centenario pag. 23 Sergio Tavano Un goriziano cristiano ed europeo: Vittorio Peri pag. 35 Diego Kuzmin La strada dei Lantieri pag. 45 Luana de Francisco Ritratto di Cassandra, paladina di Gorizia redenta pag. 53 Vanni Feresin L’Arcidiocesi di Gorizia tra Ottocento e Novecento pag. 61 Giada Piani Tradizione e innovazione, il mondo sacro di Orlando Dipiazza pag. 73 RACCONTI E POESIE Anna Bombig Storiutis di paîs pag. 82 Paolo Viola Contis furlanis pag. 87 IL TEMPO DEL BORGO Dalia Vodice “Ogni uomo appartiene alla sua storia” pag. 91 BORC SAN ROC 18 2006 3-11-2006 9:19 Pagina 4 La volta del presbiterio della chiesa di San Rocco dipinta da Leopoldo Perco (1925). BORC SAN ROC 18 2006 3-11-2006 9:19 Pagina 5 Borc San Roc | 5 PRIMO PIANO Sergio Tavano Leopoldo Perco. L’arte al servizio della devozione Nel soffitto del presbiterio della chiesa di San Rocco un dipinto si propone per i valori storico-formali ma soprattutto per le esigenze di una comunità che vive anche nelle tradizioni culturali Nella festa di San Rocco di quest’anno è sta- nel Palazzo Attems tra il 17 dicembre 1972 ta benedetta la ridipintura della chiesa par- e il 28 febbraio 1973. Il catalogo relativo, rocchiale: questa aveva perduto la decora- edito nel 1972, recava molte firme autore- zione originaria, eliminata sia perché giudi- voli (tra cui Antonio Morassi e Sergio Mo- cata ridondante e retorica ma anche anacro- lesi) con giudizi storico-critici e con ricordi nistica, sia perché si voleva che prevalesse sempre utili: Leopoldo Perco, pittore e re- l’immagine di una chiesa “povera”, addirit- stauratore, Gorizia 1972. Se ne parlò, tra tura scialba. l’altro, in “Iniziativa “Isontina” (57, 1973, Ora invece si è voluta riproporre qualche, pp. 44-49): lo scritto è riutilizzato qui, dopo sia pure cauta, nota di colore e qualche sot- essere comparso nelle pagine 153-155 di tolineatura architettonica, a cui ha pensato, Gorizia e il mondo di ieri, Udine 1991. con la nota finezza misurata e opportuna, Quella mostra invitò a scoprire un artista l’architetto Mariateresa (“Tuti”) Grusovin che fu tale nel vero senso della parola, im- Picotti. pegnato cioè in una severa ricerca formale, Nella precedente scialbatura, di più di tren- in un’adesione moralmente e umilmente t’anni or sono, era stato conservato soltanto convinta a strutture formali tutt’altro che il soffitto del presbiterio, dipinto da Leo- estemporanee, coraggiose nei tempi attuali, poldo Perco nel 1925: ora questo, adeguata- benché allineate con le tendenze, di per sé mente “rinfrescato”, non appare in fin trop- anacronistiche, dell’arte sacra contempora- po stridente contrasto con le rimanenti su- nea. perfici tinteggiate in modo uniforme, come Questo impegno civile e morale è carattere avveniva prima dell’ultimo intervento. di fondo comune alla maggioranza dei pit- Al Perco, nato a Lucinico nel 1884 e morto tori goriziani e regionali tra i due secoli: per nel 1955, Lucinico aveva voluto dedicare il Perco fu altresì un impegno al servizio una mostra molto ampia, aperta a Gorizia della tradizione, della tradizione di una co- BORC SAN ROC 18 2006 3-11-2006 9:19 Pagina 6 6 | Borc San Roc PRIMO PIANO Sergio Tavano Leopoldo Perco. L’arte al servizio della devozione munità, che vi si riconosceva e che forse vi pur senza compiacersi nel titanismo. si può riconoscere ancora. Il Perco fu invece docile, rispettoso di sche- Il Perco poté conoscere e frequentare anche mi e di lezioni e addirittura spersonalizzato artisti “rivoluzionari”, come lo Spazzapan, nell’adesione a modelli antichi. A prima vi- capace di costruirsi una sua lingua e una sua sta infatti egli appare seguace rispettoso sintassi, come soltanto i grandi sanno fare, dell’eclettismo tardoromantico e dell’acca- al servizio di un’idea. demismo ottocente- Avrebbe saputo ma sco. non volle echeggiarli. Del romanticismo per- Egli fu attivo nella pri- mane in lui e nella sua ma metà del Novecen- pittura, forse, la com- to con l’entusiasmo mozione pacata da- dello scopritore, quasi vanti alla verità del autodidatta, e con la mondo esteriore o del prudenza sapiente del- documento variamen- l’artigiano che sa la fa- te umano, il che non tica del rispetto verso esclude una partecipa- certe norme e la serie- zione riflessiva: a que- tà di una ricerca for- sto proposito si veda- male accessibile, senza no i tanti disegni da lui che l’esito fosse ovvio dedicati alla distruzio- o banale. Pur essendo ni belliche di Lucini- vissuto in un periodo co, delineati con mano tormentatissimo, per tanto ferma ma non le mode e per le trova- assente. La commozio- te apertamente e libe- La chiesa di San Rocco durante i lavori esegui- ne, si sa, non è prero- ramente soggettive, il ti tra la primavera e l’estate del 2006. gativa soltanto roman- Perco, come bene ha tica. A quel romantici- notato il Morassi, eb- smo che ancora si ri- be “la forza di resistenza alle facili tentazio- fletteva nella sua personalità erano state da ni artistiche e talvolta pseudoartistiche”. lui mozzate le punte d’inquietudine o di ac- In quest’ordine di idee il Perco si tenne cesa emotività e ogni velleità di sondare le dunque lontano dall’espressionismo, pro- zone meno definibili dell’inconscio o del so- paggine avanzata di un soggettivismo esa- pra-reale. sperato: è noto infatti che per l’espressioni- Il Perco insomma fa suo anzi rinnova un smo “non ci sono regole fisse” nell’uso dei classicismo di maniera, lo colora di realismo mezzi espressivi: “Le regole per l’opera sin- elegante, ma sa insinuare anche note esoti- gola si formano durante il lavoro, attraverso che, bilanciate tra un romanico asciutto e la personalità del creatore” (E.L. Kirchner), soluzioni sempre nobili, derivate per lo più sfidando il naturalismo (apparentemente da modelli rinascimentali. Prevalgono dun- oggettivo) e coltivando, nella brama di ori- que delicatezze sinuose, filtrate dalla ripro- ginalità a tutti i costi, atteggiamenti ribelli, posta della raffinatezza del “barocchetto”. BORC SAN ROC 18 2006 3-11-2006 9:19 Pagina 7 [novembre 2006_18] | 7 Può essere valido per il pittore il richiamo a gandolo con torniture nazarene. Il suo “me- un raffaellismo di segno cristiano, in senso stiere” è un atto d’amore verso il naturali- antiaccademico e fors’anche anticlassicheg- smo dei secoli passati e verso le esigenze de- giante, nell’opposizione a forme agnostiche, vozionali della sua gente. Osserva molto be- quantunque eleganti. Dal preraffaellismo ne il Morassi che la pittura del Perco “al po- sarebbe stato facile per lui passare allo Ju- polo era destinata e con la voce del popolo genstil, non tanto però doveva esprimersi al- per l’imitazione del l’animo dei fedeli. La passato, quanto per chiarezza, l’immediata l’accentuazione e per comprensibilità delle la liberazione di figure sue figurazioni erano allungate, sciolte e si- postulate dall’impe- nuose: ciò accade tut- gno preso dall’artista, tavia molto raramente subconsciamente, ver- e in minima misura so i suoi committenti”. nell’arte del Perco, La Chiesa ha dovuto che pare piuttosto fare propria un’arte guardare a un purismo che non corre paralle- eclettico, nella scia, la alla cultura contem- per esempio, di un Se- poranea, dovendo ri- gantini, di un Previati farsi a modelli spesso o anche di un Santo- impersonali, ormai rio, ma certamente per sorpassati: il distacco effetto degli insegna- da quell’arte che la menti giuntigli dallo stessa Chiesa aveva Scomparini, un tardis- sempre promosso e di Il presbiterio, appena conclusi i lavori di restau- simo tiepolesco, che ro delle pareti. cui si era fatta per se- esitò davanti alle cor- coli ispiratrice e solle- renti nuove.