(Ed Acerra) (NA): Primo Insediamento Stabile Dei Normanni In
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SUESSOLA (ED ACERRA) (NA): B) (Guglielmo Appulo, I, 129-131) Cumque locum primae PRIMO INSEDIAMENTO STABILE sedis munire para-rent,/undique densa palus, nec non et DEI NORMANNI IN LIBURIA multa coaxans/copia ranarum prohibet munimina sedis «…mentre si apprestavano a fortificare il luogo del primo di stanziamento una densa palude che li cinge da tutti i lati ed GIUSEPPE GUADAGNO anche una grande quantità di rane gracidanti rendono proi- bitivo l’insediamento…» C) (Guglielmo Appulo, I, 132-135) Haut procul inde suis alium stationibus aptum/invenere locum, quem nullo dante La storiografia moderna nell’individuare in Aversa iuvamen/cultorum patriae, pro se tuendis/conantur «…non solo il primo insediamento stabile dei Normanni nel Mezzogiorno ma anche il primo organismo politico da «…non lontano da lì trovano un luogo adatto ad un insedia- mento stabile che decidono di fortificare per proteggersi, essi realizzato…» (CUOZZO 1988, p. 177) in fin dei conti non aveva fatto altro che uniformarsi alla tradizione tra- senza che alcuno degli abitanti desse loro qualche aiuto…» smessa dai Cronisti coevi che, alla luce dei posteriori even- D) (Guglielmo Appulo, I, 169-174) Post annos aliquot, ti e del primato politico poi assunto dalla Città, ne aveva Gallorum exercitus urbem/condidit Aversam Rannulfo enfatizzato anche il ruolo originario. consule tutus./Hic opibus plenus locus utilis est et amoenus;/ Se la recente ricerca attraverso l’analisi di una inedita non sata, non fructus, non prata arbustaque desunt./Nullus documentazione ha modificato a favore di Ariano Irpino il in orbe locus iucundior. Hunc generosi/consulis elegit dato che sembrava ormai acquisito: che Aversa costituisse prudentia praememorati il primo organismo politico realizzato dai Normanni nel «…dopo alcuni anni la schiera dei Galli (Normanni) sicura Mezzogiorno d’Italia (CUOZZO 1988, p. 171), la tradizione sotto il governo di Rannulfo, fondò la città di Aversa. È storiografica aveva identificato in essa il primo insediamento questo un luogo ferace e bello, pieno di risorse; non manca- stabile dei conquistatori nordici ed aveva codificato da no messi, né frutti, né prati ed alberi: non c’è posto all’in- centocinquant’anni circa a questa parte che lo stanziamen- torno più gioioso. Questo scelse la prudenza del succitato to normanno intorno all’anno 1030 nell’area aversana era generoso capo…» avvenuto in due fasi. La definitiva istallazione in questo punto, fagocitando Nella prima fase (punto A) i Normanni appaiono anco- un piccolo nucleo preesistente, S. Paulus ad Averze docu- ra in una situazione di precarietà in quanto utilizzano strut- mentato già nel 1022 (CAPASSO 1885, I, p. 10), era stato ture mobili: gli accampamenti (metantur castra), che ven- preceduto dall’insediamento in un sito estremamente sfa- gono posti comunque in un ambiente naturale favorevole vorevole, in un ambiente naturale ostile ed uggioso caratte- giacché «…metteva a disposizione di tutti quanto era ne- rizzato da paludi ed acquitrini, che era stato poi abbando- cessario…». nato per la più felice posizione aversana. Nella fase successiva (punto B) i Normanni hanno su- Il sito comunque restava non determinato e gli Studiosi perato la situazione di precarietà – gli accampamenti – per- già dal XVII sec. si sono sbizzarriti nel tentativo di indivi- ché si accingono a passare ad un insediamento stabile, però duarlo e così, mentre il Pagano (1832) intendeva Mondrago- il panorama ambientale ove «…si apprestano a fortificare il ne (CE), (PAGANO 1832, p. 170 n. 2) il Di Meo (1802) propo- luogo del primo stanziamento…» è completamente diverso neva l’identificazione con Vico di Pantano (odierna Villa da quanto in precedenza descritto: se quella era una «loca- Literno: CE) (DI MEO 1802, p. 318) in alternativa a quanto in lità decorosa», questo attuale appare un luogo squallido e precedenza fatto dal Giannone (1723) e dal Fabozzi (1770) repulsivo, paludi ed acquitrini, senza contare la fastidiosa che propendevano invece per la località “Ponte Selice” (lun- presenza di rane gracidanti; il che comunque fa escludere go la S.S. 7bis “Appia”), (GIANNONE 1970, p. 255; che ci possa essere identità tra i due: il «primo insediamen- FABOZZI 1770, p. 40) ipotesi codificata ormai dalla metà del to» avviene in realtà in area che ci appare lontana anche XIX sec. dallo Storico aversano Parente (1857), (PAREN- fisicamente, per la troppa differenza, da quella dove in un TE 1857, pp. 20-21) ma che probabilmente risaliva già al primo momento avevano piantato gli accampamenti! Summonte (1601) (SUMMONTE 1601, p. 188). La soluzione sul momento (punto C) è a poca distanza Però questa, come le altre ipotesi, è frutto di lettura su- da lì dove «…trovano un luogo adatto ad un insediamento perficiale ed incompleta, se non addirittura erronea, del rac- stabile che decidono di fortificare per proteggersi…»: sia- conto di Guglielmo Appulo che, nella stringatezza degli al- mo quindi di fronte ad un’ulteriore fase – la terza –, caratte- tri testi cronachistici sull’origine di Aversa, si presenta come rizzata da un altro spostamento comunque in un ambiente la fonte più completa. più idoneo ad una fortificazione difensiva perché è almeno Le fasi dello stanziamento nella pianura campana dei un’area abitata, con estrema probabilità un centro abitato, Normanni hanno lontani antefatti sia nella battaglia di Canne dove i Normanni si insediano, e si fortificano, se non pro- del 1 ottobre 1018, in cui le forze normanne alleate alle trup- prio fra l’ostilità, almeno non con il gradimento degli abi- pe di Melo di Bari furono pesantemente sconfitte, sia nella tanti, i quali esprimono il proprio stato d’animo non pre- morte di Melo avvenuta dopo il 1020 in Germania, dove era stando loro nessuna collaborazione nullo dante iuvamen andato a cercare alleanze ed aiuti; dopo di ciò i Normanni si cultorum patriae. sbandano e tornano dalla Puglia in Campania, senza comun- In questo insediamento, che la tradizione normanna ha que fissarsi in qualche luogo fino a quando non decidono di chiaro essere «il primo stabile» in un centro abitato dove mettersi ai servizi di Pandolfo IV di Capua, che in quel mo- procedono a fortificarsi, i Normanni resteranno alcuni anni, mento appariva il più potente: qui comincia la parte del rac- post annos aliquot, prima di spostarsi (per la terza volta!) e conto del Cronista che ci interessa esaminare. fondare la città di Aversa (punto D) sotto la guida di A) (Guglielmo Appulo, I, 123-125) Hac ratione loco Rannulfo; questo ulteriore e definitivo spostamento della metantur castra decenti,/ qui limphis, herbis simul sede avviene però in un ambiente naturale circa il quale le arboribusque redundans/ omne ministrabat populo quod esaltanti parole di Guglielmo Appulo, coincidenti con il habere necesse est Giudizio di Amato une parte richissime de Terre de Labor «…con questo pensiero (di essere protetti dal longobardo (Amato, I c. 39), dimostrano come, agli occhi di quanti usci- Pandolfo di Capua mettendosi ai suoi servizi) drizzano gli vano dalle precedenti poco felici esperienze, appaia quanto accampamenti in una località decorosa, che abbondando di di meglio ci sia al mondo: messi, frutti, prati, piante e tutto acque, erbe ed alberi, metteva a disposizione di tutti quanto questo è il risultato della attenta scelta operata dalla sagacia era necessario…» del loro generoso capo! 371 Una puntuale lettura del racconto del Cronista quindi medie si devono inserire nell’ottica di altre alleanze: quella ribalta la visuale e ci dimostra che lo stanziamento dei Nor- con Pandolfo IV di Capua, la cui fama di “avarizia”, che manni avviene attraverso fasi ben più complesse, che non il spinge gli alleati Normanni ad abbandonarlo giunge, sia pur passaggio da «Ponte Selice» ad Aversa; ma mentre il primo confusamente, fino a Goffredo Malaterra (Goffredo Mala- insediamento (punto A) e l’ultimo (punto D) sono facilmente terra, I c. 6). identificabili l’uno con la pianura intorno Capua e l’altro Tuttavia l’area dove si svolgono gli avvenimenti delle con l’area di Aversa, ben più difficile è l’identificazione fasi intermedie non può individuarsi nella pianura intorno delle fasi intermedie, che comunque non è possibile riferire Capua, non solo perché le precedenti descrizioni del Croni- all’area di “Ponte Selice”; qui i Normanni non avrebbero sta (punto A) non coincidono, ma perché obiettivamente potuto dar luogo ad un «insediamento stabile», ma solo ad non si ha documentazione di situazioni così degradate a nord un ulteriore accampamento in condizioni di precarietà in del Clanio in area longobarda; c’è invece la possibilità di un ambiente paludoso: quando invece nella narrazione cro- individuare qualche cosa di molto vicino alle descrizioni nachistica evitano sia la provvisorietà, che la palude. del Cronista nel settore orientale della Liburia: nella fascia Non si poteva nemmeno invocare la logica strategica, cioè di terre che si sviluppano lungo il corso del Clanio e cioè sbarrare la strada ai Capuani, perché “Ponte Selice” si costituiscono il settore settentrionale del Ducato napoleta- localizza sull’attuale S.S. 7bis “Appia”, lungo il percorso no, nelle quali ha luogo la “fondazione” di Aversa ad opera S. Maria C.V.-Aversa, nel punto in cui questa scavalca il dei Normanni. corso del “Lagno” o “Clanio” (ant. Clanius); l’asse stradale Se il Clanio in questa situazione funge da naturale con- moderno ricalca il tracciato della romana via Campana, che fine con i territori capuani sottoposti ai Longobardi, esso collegava l’area flegrea con l’antica Capua (S. Maria C.V), all’altezza di Marcianise, poco ad est della località “Ponte all’epoca dell’arrivo dei Normanni (1030 circa) abbando- Rotto” forma un’ampia curva verso sud come se volesse nata da circa tre secoli per la Capua nuova sull’ansa del escludere gli antichi, e contigui, abitati di Suessula ed Volturno: le direttrici di collegamento erano completamen- Acerrae: qui infatti, come dimostra la confinazione della te cambiate, spostate più verso ovest, ed un qualche inse- Diocesi di S.