Archivio Approfondimenti Maggio 2011

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Archivio Approfondimenti Maggio 2011 art a part of cult(ure) » Sopdet: I demoni di Lara Manni tornano fra gli umani nella luce magica di Sirio » Print 09/04/14 12:43 Sopdet: I demoni di Lara Manni tornano fra gli umani nella luce magica di Sirio di Isabella Moroni 1 maggio 2011 In approfondimenti,editoria e letteratura | 969 lettori | 1 Comment E’ davvero emozionante il nuovo libro di Lara Manni, Sopdet (Fazi Editore), “seguito” di Esbat, ma rispetto al primo assolutamente autonomo e, se posso dire, molto più maturio e compiuto. Anche Sopdet ha esordito come fanfiction sul sito EPF, ma col tempo si è modificato, approfondito, ingigantito. Se Esbat aveva in sè tutti gli elementi di un fantasy- horror dove demoni e rituali conducevano il gioco e deteminavano la storia (pur mantenendo un acuto sguardo sulle potenzialità e le meschinità degli umani) in Sopdet i demoni che ne sono protagonisti (forse solo per casualità o per gioco) diventano delle semplici pedine del destino. O forse è il destino che è un gioco nelle loro mani? Sopdet è un libro sul tempo. Il tempo che arriva anche se a noi esseri umani sembra che trascorra, che “passi”. Arriva portandoci novità e cambiamenti. Nel racconto ritroviamo alcuni dei personaggi di Esbat il grande splendido demone Hyoutsuki, il suo avversario di sempre e mezzo umano Yobai e la piccola Ivy che dalla Sensei, la mangaka di Esbat, ha ereditato il potere di interagire, disegnando, con il mondo “altro”. Questa volta, però, la posta in gioco per i demoni è la loro stessa esistenza. Ivy può ucciderli con un tratto di china e loro devono impedirlo. Trapasseranno la soglia fra i mondi senza nessun rituale di sangue, nel periodo in cui (succede ogni mille anni) la stella Sirio (Sopdet per gli antichi) torna a brillare per soli settanta giorni nella stagione invernale. E qui vivranno -proprio per soli settanta giorni- in tre diverse epoche dello stesso secolo, il novecento, secolo della trasformazione e della crescita, secolo che non ha (finora) mai avuto eguali nella storia. Vivere nel nostro mondo e a contatto con il mondo altro fra due guerre ed una (piccola) rivoluzione cambierà tutti i protagonisti e offrirà ad ognuno la possibilità di compiere un destino fra i tanti che potrebebro essere. Ivy dopo infinite peripezie, morti e scoperte sopravviverà con una enorme certezza in più che le offrirà un altro dono, quello della generosità, della pietà. Senza ricompensa. Lara Manni, giovane autrice piena di talento e di sensibilità, dimostra una capacità davvero ricolma di compassione nel ricercare e approfondire temi come la vecchiaia (il tempo sia che arrivi o passi porta la vecchiaia e questa, anche nelle persone più illuminate e “magiche” conduce al disfacimento e alla morte); studia e ricostruisce con passione epoche lontane da lei come la prima e la seconda guerra mondiale o in cui lei era davvero una bambina piccola, come il 1977. Di queste epoche riporta alla luce (libera dalle tenebre? lascia brillare nel chiarore di Sopdet?) fatti semisconosciuti, cerca di offrire un altro senso alla storia e immagina qualcosa che dovrebbe farci riflettere: davvero tutto accade per “caso”? O in quel momento si sta svolgendo una lotta fra demoni? O la Dea ha deciso di divertirsi? http://www.artapartofculture.net/2011/05/01/sopdet-i-demoni-di-lara…-fra-gli-umani-nella-luce-magica-di-sirio-di-isabella-moroni/print Pagina 1 di 2 art a part of cult(ure) » Sopdet: I demoni di Lara Manni tornano fra gli umani nella luce magica di Sirio » Print 09/04/14 12:43 Scritto come fosse una partitura musicale, Sopdet interseca le tecniche della graphic novel a quella della sceneggiatura, al romanzo vero e proprio. I piani si mescolano. Contemporaneamente accade tutto, in un montaggio serrato ed evocativo. Parole che sono immagini, immagini che diventano racconti e poi di nuovo disegni e infine didascalie. Creando un movimento continuo che attrae il lettore e non lo lascia chiudere il libro. Nonostante venga considerato un romanzo di genere, Sopdet va molto oltre e racconta la storia, le generazioni, la vita, le donne. Porta alla luce tematiche che non possiamo dimenticare perchè tornano, appunto, attraverso i secoli mai sconfitte, anche quando “pensavamo che”. Un romanzo che accompagna e aiuta a passare oltre. Oltre l’adolescenza, oltre l’innamoramento, oltre la rabbia, oltre la vechiaia. Oltre la paura della morte. Con l’energia ed il sospiro dell’amore che a noi umani soltanto è concesso. 1 Comment To "Sopdet: I demoni di Lara Manni tornano fra gli umani nella luce magica di Sirio" #1 Comment By Reynolds On 10 maggio 2011 @ 21:12 Hi Isabella I love your pic!!!! Have you seen the dvd I sent to Raffaella of our Rome Puki Procession? It is too good a movie to post online. best, Reynolds Articolo pubblicato su art a part of cult(ure): http://www.artapartofculture.net URL to article: http://www.artapartofculture.net/2011/05/01/sopdet-i-demoni-di-lara- manni-tornano-fra-gli-umani-nella-luce-magica-di-sirio-di-isabella-moroni/ Copyright © 2014 art a part of cult(ure). http://www.artapartofculture.net/2011/05/01/sopdet-i-demoni-di-lara…-fra-gli-umani-nella-luce-magica-di-sirio-di-isabella-moroni/print Pagina 2 di 2 art a part of cult(ure) » Coda Zabetta: Lavori Recenti al Pan di Napoli » Print 09/04/14 12:43 Coda Zabetta: Lavori Recenti al Pan di Napoli di Naima Morelli 1 maggio 2011 In approfondimenti,arti visive,recensioni | 816 lettori | 1 Comment “Incalzatrice della storia Freno del tempo Tu Bomba / Giocattolo nell’universo Massima rapinatrice di cieli Non posso odiarti”. Correndo giù per Via dei Mille nel caldo napoletano di un aprile ormai finito del duemilaundici, cercando di arrivare al Molo Beverello in tempo per prendere l’Aliscafo dell’una e cinque, vale a dire essere a Sorrento per le due meno un quarto circa, ecco in questa corsa (perché si sa che il movimento fa arieggiare il cervello, purchè non vada in iperventilazione) le immagini della mostra di Zabetta si sovrappongono, si alternano in rima baciata, alternata, incrociata e slogata ai versi di Bomb di Gregory Corso. Sulla rampa di legno vigilata dai venditori ambulanti, a fianco al Maschio Angioino, inevitabilmente parole e immagini sono già tutta una pappetta, sbatacchiate come un frullatore nella mia testa, non resta che sedersi sull’aliscafo e fare un po’ di ordine. Dunque, Coda Zabetta non penso proprio che abbia scritto una lettera d’amore alla Bomba, quello è stato Corso. Piuttosto, quello di Coda Z. è un lavoro ordinato che ha condotto a un risultato efficace, puntuale e profetico, come ci hanno tenuto tutti quanti a rimarcare con occhi da Cassandra color acque di Mergellina, alludendo chiaramente alla recentissima tragedia nucleare giapponese. Niente amore quindi, una fascinazione peut-être? Roberto, con un aplomb biellese e un pantalone rosso a testimoniare che il bianco e nero è solo una scelta stilistica, non di vita, era interessato a quest’idea del fumo, romanticamente nata osservando gli effluvi del vulcano Merapi in Indonesia, e sviluppata come continuazione della sua precedente esposizione milanese Nuvole Sacre. Siccome siamo a Napoli, questo discorso del fumo si carica anche, mi dice Coda Z., della suggestione del Vesuvio che… APAMARIN! Il Vesuvio!?! A questa mia esclamazione del tutto imprevista, Ro.Co.Zab. ha un sussulto, e mentre sembra cominciano a sentirsi sempre più vicine le tamorre incalzanti della canzone Vesuvio degli Zezi, lui, intimidito dall’atteggiamento degli astanti che cominciano a saltellare a ritmo – sì, anche quelli in giacca e cravatta solo un minuto prima tanto rispettabili -, si appiattisce contro una sua statua argentata rappresentante un fungo atomico. Gli dico che sulle spiagge di Sorrento, senza nient’altro che un foglio di carta e una matita per ingannare il tempo placido dei primi soli, per scaramanzia nemmeno lo disegniamo il Vesuvio, preferendo addirittura orientarci sui risibili soggetti umani stesi sugli asciugamani. Ro.Co.Zab. allora prende coraggio, nonostante la stanza che cambia di dimensioni, la musica che aumenta di volume e tutti i presenti che cominciano a cantare persino, e mi guarda come se fossi http://www.artapartofculture.net/2011/05/01/coda-zabetta-lavori-recenti-al-pan-di-napoli-di-naima-morelli/print Pagina 1 di 3 art a part of cult(ure) » Coda Zabetta: Lavori Recenti al Pan di Napoli » Print 09/04/14 12:43 superstiziosa. Io chiaramente nego, chiarisco però che forse quello della Bomba è un tipo di lettura più interessante rispetto a quella dei fumi dell’eruzione…, più attuale ecco! E per dimostrare la mia buona fede faccio tacere tutti e tolgo la musica, tornando ad una conversazione dalla squisita urbanità. Dunque, valutiamo gli aspetti formali di questi dipinti, ad esempio, e la materia; si tratta di smalti, che in alcuni casi vengono ad assumere una qualità talmente rarefatta da evocare effettivamente il fumo, mentre in altri vengono fuori magmatici e lucidi, come se si trattasse di qualcosa di schifoso in fusione. A guardarli alcuni dipinti di Ro.Co.Zab. potrebbero sembrare meduse, costellazioni; alcune delle sue sculture (messe su un piedistallo tra l’altro… ma allora un elemento di fascinazione c’è…) hanno addirittura qualcosa di organico, a creare un trait d’union i volti che hanno caratterizzato la sua precedente produzione. Mah, comunque questa ricerca qui è più interessante di quella delle facce, e in ogni caso l’argento ha sempre qualcosa di speciale. Non è forse vero che queste sculture paiono come funghi atomici sui quali un graffitaro è passato con il colore Silver, l’argentato utilizzato in genere nel bombing che immobilizza tutto, sul quale nessun altro colore può scriverci sopra, il più specchiante dei catrami? Concorda la curatrice Maria Savarese: “Sicuramente c’è quest’idea di congelare un istante, rendere materiale il fumo” Passando nuovamente in rassegna le varie opere, mi accorgo che non mi viene da soffermarmi su nessuna di queste in particolare, proprio perché nessuna di queste induce a contemplazione più di altre: sono tutte a pari livello.
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