ANTONIO Due contributi sulla Malcontenta di ANTONIO FOSCARI

Due contributi sulla Malcontenta di Andrea Palladio

1. Palladio 1543. Bramante introduce precocemente (forse già Il singolare disegno di una facciata nel 1520) alcune sostanziali novità: quella di impostare un piano nobile dotato di corposi Gli studiosi hanno individuato uno a uno, e ornamenti su un basamento possente d’opera puntualmente segnalato, i numerosi indizi che rustica; e quella di compartire la facciata di un certificano che la paternità culturale del di- palazzo in cinque moduli, con un criterio che segno R.I.B.A., XVII, 6 r (fig. 1) deve essere assicura simmetria alla sua forma, senza de- assegnata a Giulio Romano1. rogare da un principio di reiterazione di ele- Non è dunque più il caso di insistere su que- menti identici. (Anche le cinque finestre che si sto tema, rintracciando altri dettagli che con- aprono al centro di ciascun modulo sono tutte fermino questa conclusione. eguali l’una all’altra, in questo palazzo). Quel che può essere utile, a questo punto, è È una fabbrica che Raffaello ben conosce, concentrare l’attenzione sulla libertà mentale dacché egli l’acquista nei primi anni del se- e sulla intelligenza con cui il lapicida ancor condo decennio del secolo per farne la sua giovane dell’impresa Pedemuro (Andrea ave- residenza romana (fig. 2). va di poco superato i trent’anni, alla data) sa Che Raffaello si muova in aperta dialettica con recepire l’ammaestramento del grande allievo queste proposizioni bramantesche, quando si di Raffaello – architetto dei Gonzaga dal 1524 dispone a elaborare il progetto di una casa –, quando questi, muovendo da Mantova, vie- per il protonotario apostolico Giovan Battista ne a per assumere la regia dei festeg- Branconio dell’Aquila è quasi evidente. Per- giamenti che la città intende dare per ricevere ché egli opera un ribaltamento delle scelte il cardinal Nicolò Ridolfi che sarebbe venuto che aveva assunto nella progettazione del pa- di lì a poco a prender possesso della diocesi lazzo Caprini l’architetto che era stato il suo che il pontefice Leone X aveva assegnato alle predecessore nella gestione dell’imponente sue cure pastorali nel lontano 1524 (senza che cantiere della fabbrica di San Pietro. il Ridolfi, da allora, avesse mai sentito il biso- Confermando la partizione della facciata in gno di visitarla). cinque moduli di eguale misura (resi lieve- Oppure – ed è quello che ci accingiamo a mente cadenzati solo in virtù della alternanza fare – si deve far fuoco, più che sulle singolari dei frontoni delle finestre del piano nobile, attitudini di Palladio, su Giulio Romano stes- alternativamente triangolari e semicircolari), so, e interrogarsi sul peso, e soprattutto sul Raffaello pone al piano terreno del palazzo senso, che ha questo progetto nell’arco della Branconio – in sostituzione di un massiccio sua produzione architettonica. basamento d’opera rustica – un ordine archi- Per affrontare questo tema – che è rimasto fino tettonico (dorico, secondo il canone). Ed eli- a ora relativamente in ombra – è necessario mina al piano nobile quale che sia elemento risalire indietro nel tempo, fino a congiungersi dell’ordine. idealmente con un’opera che è la matrice di al- Che se poi egli investe la superficie della fac- cuni dei più importanti progetti di palazzo che ciata del piano nobile con un accumulo di siano stati costruiti nel corso dei primi decenni decorazioni (concepite anche per limitare la di questo secolo fervido di “invenzioni”2. percezione dell’ulteriore livello che sormonta È nella progettazione del palazzo voluto dal quello nobile), questa è una operazione sa- protonotario apostolico Adriano Caprini che piente concepita per ridurre la portata dello 2 Saggi e memorie di storia dell’arte - 34

che Pietro Massimo intendeva costruirsi su una via che allora si diceva “papale”, sembra connettersi direttamente a queste riflessioni, enunciate dal suo maestro. Nella facciata di questo palazzo (compartito in sette moduli di egual misura) egli mantiene al piano terreno ornamenti (lesene, e quelle colonne del vesti- bolo che sono così caratteristiche da dare poi il nome al palazzo) e li elimina al piano nobile (e al piano sovrastante) che si apre all’esterno con una serie di finestre tutte eguali fra loro, ed equidistanti l’una dall’altra. Sulla campitura muraria della facciata – ri- mossa ogni decorazione, oltrecché ogni or- namento – il Peruzzi imprime, in un intona- co di grosso spessore, profonde incisioni che raffigurano astrattamente un opus quadratum virtualmente lapideo. Sembra essere un atto di sprezzatura, que- sto, con il quale egli – formato al magistero di Raffaello anche nella specifica forma mentale che induce questo atteggiamento – sembra mostrare, anzi dimostrare, che si possono si- mulare materiali e tecnologie usate dagli an- tichi con poco dispendio di danaro: in modo per così dire economico. A mediare su queste due linee di ricerca – quella di Raffaello e quella di Baldassarre Pe- ruzzi – che tendono a divaricare l’una dall’al- tra, interviene Giulio Romano quando proget- ta per Cristoforo Stati, Conservatore di Roma, il palazzo (oggi detto Stati Maccarani) che si affaccia con la sua fronte su piazza Sant’Eu- stachio e con i suoi fianchi su via Caprettari a levante e la via che oggi è detta del Teatro Valle a ponente. 1. Andrea Palladio, disegno di una facciata “scandalo” implicito nella laconicità estrema Egli non manca, innanzitutto, di riconfermare (Londra, R.I.B.A., XVII, di una facciata così singolare. il paradigma bramantesco di un palazzo com- 6 r) Evidentemente Raffaello intende definire una partito in cinque moduli di egual misura, in tipologia architettonica che possa degnamen- cui un piano nobile si eleva su un basamen- te attestare la presenza in Roma di un mem- to massiccio d’opera rustica. E per definire la bro autorevole della Curia pontificia, senza “nobiltà” del piano che spicca sul basamento ricorrere al repertorio di quelle forme auliche scarta sia l’ipotesi di adottare un partito deco- che andava dispiegando nel cantiere vaticano. rativo sia quella di un dispiegamento di bu- Non solo: intende declamare pubblicamen- gne realizzate “in stucco” che simuli un opus te quel convincimento che non aveva avuto quadratum virtualmente lapideo. Per la fac- esitazione a esternare al pontefice Leone X, ciata del piano nobile (e di quello sovrastan- quando gli aveva scritto che “ai nostri tempi” te) Giulio concepisce un disegno architettoni- non era possibile usare materiali e tecniche co di estrema contenutezza formale sul quale costruttive comparabili per ricchezza a quelli non appaiono ornamenti che consentano di utilizzati dagli antichi3. ricondurre una soluzione così astratta a quale Quando Baldassarre Peruzzi – uno dei suoi che sia canone architettonico4. migliori collaboratori –, quasi sul finire della Sarebbe interessante avere il modo, qui, di sua vita, concepisce il progetto del palazzo considerare come la ricerca di Giulio Romano Palladio 1543. Il singolare disegno di una facciata 3

sul tema del palazzo si evolva nella progetta- Ma non discostiamo l’attenzione dal disegno zione della residenza costruita per sé in Man- che Palladio, sorretto da questo ammaestra- tova, e poi di quel palazzo Canossa – eretto mento, ha tracciato con tanta precisione sul in Verona da Michele Sanmicheli – la cui pa- foglio R.I.B.A., XVII, 6 r. ternità culturale è riconosciuta a lui, ormai, da Il basamento è d’ordine rustico; la sua fattura quasi tutti gli studiosi. Ma è il momento di tor- edilizia riprende e replica il modello delle bu- nare con l’attenzione a Vicenza e all’incontro, gne realizzate in materia laterizia che comin- che risulta immediatamente così fertile, fra il ciano ad apparire, in questa congiuntura, sul maestro “romano” e il lapicida vicentino. basamento del palazzo Thiene7. Quel che Giulio propone al suo giovane in- Per quanto attiene al disegno di questo ba- terlocutore – quando questi deve assumersi la samento – in cui non appaiono citazioni bra- responsabilità della costruzione di una casa di mantesche simili a quelle che connotano in città per i fratelli Civena – è di attenersi, per in- modo così specifico il disegno del basamento tanto, al paradigma offerto da Bramante: cioè del palazzo Thiene – esso rievoca, per così di- di concepire una casa in cui la facciata è com- re, quello dispiegato sul basamento del palaz- partita in cinque moduli eguali, introducendo zo veronese dei marchesi di Canossa. Già un solo pochi aggiornamenti a questo celebrato uso sapiente di due exempla distinti – quale exemplum: l’apertura di archi, a piano terreno, è questo – è segno di un lavoro di progetta- per formare un portico, il “raffreddamento” zione accurato. 2. in alto: Donato della consistenza materica del basamento, e Non meno significativa, come attestazione di Bramante, Palazzo una “riduzione” della “preziosità” della materia un singolare impegno compositivo, è la pro- Caprini, facciata in mezzo: Raffaello ornamenti degli del piano nobile. posizione di una fascia piana che corre, senza Sanzio, Palazzo Il progetto di cui Palladio ha raffigurato con alcun risalto, al di sopra del basamento (ve- Branconio, facciata tanta accuratezza il disegno di facciata nel fo- nendo a costituire i davanzali delle finestre), in basso: Giulio glio R.I.B.A., XVII, 6 r è però un’altra cosa e crea uno stacco netto, molto marcato, fra Romano, Palazzo Stati Maccarani, facciata ancora5. l’esuberanza materica del basamento e il trat- Mostra un affiatamento fra il maestro e il suo tamento quanto mai astratto della superficie attento interlocutore quale prima d’ora non dei muri che su questo basamento si elevano. si era venuto ancora a stabilire con alcun al- Su questi muri compare infatti – anzi deflagra tro. Non è tanto nel repertorio figurativo che – quel motivo dell’opus quadratum lapideo possiamo riconoscere questa maturazione nel che Giulio aveva utilizzato solo parzialmente rapporto fra i due architetti – in questo campo fino a ora, dispiegandolo – nel palazzo Te, Palladio non ha difficoltà ad assumere senza mantovano, e nel palazzo Thiene, vicentino alcuna remora il lessico di Giulio, come già – solo nelle campiture non vaste che, nelle sappiamo – quanto nella riflessione pacata e facciate di queste due fabbriche, si aprono fra profonda sulla eredità bramantesca, sulla “le- l’uno e l’altro elemento verticale dell’ordine. zione” di Raffaello e sulle pregresse esperien- È come se, nel proporre questa soluzione, ze di Giulio stesso di cui questo progetto è Giulio Romano – che nella nostra immagi- una evidente espressione. nazione è al fianco di Palladio davanti a un Prende dunque avvio una esperienza che tavolo da disegno – intendesse rievocare e non sarebbe potuta avvenire se non fosse già riprendere quella sperimentazione sul ruolo iniziata la feconda collaborazione fra Giulio figurativo del virtuale opus quadratum lapi- e Andrea per la messa a punto del proget- deo realizzato in intonaco di grosso spessore to dell’imponente palazzo che Marcantonio e che Baldassarre Peruzzi aveva condotto sulle Adriano Thiene avevano deciso di costruire in vaste campiture murarie della facciata del pa- Vicenza per dare attestazione, in città, della lazzo Massimo. potenza della loro famiglia. È questo il con- Ci rendiamo facilmente conto però che la testo che consente ai due di giungere a una conduce, quella sperimentazione, a un limite migliore conoscenza reciproca e, per quanto estremo, perché alla adozione dell’ordine ru- riguarda Giulio, a indursi a esercitare con sor- stico per la configurazione del basamento del- prendente disponibilità il suo magistero con la fabbrica fa riscontro la sparizione, in questa un giovane di cui ha non ha avuto difficoltà facciata, di quale che sia elemento dell’ordine. a intendere la “naturale inclinazione” verso la È una opzione che sembra concepita per eli- disciplina architettonica6. minare ogni possibile connotazione urbana di 4 Saggi e memorie di storia dell’arte - 34

questa architettura, e pare non essere priva di isolato sembra confermato dalla circostanza un suo significato specifico, nel momento in che le cornici e i procinti che corrono sulla cui essa viene proposta in , nei primi facciata raffigurata nel nostro disegno risvolta- anni del quarto decennio del Cinquecento. no agli angoli della fabbrica per svilupparsi, Di una scelta così singolare nella sua radicali- evidentemente ininterrotti, lungo i suoi fian- tà esiste infatti un solo precedente di rilievo in chi. Veneto: quello del palazzo che un autorevole Che di questo palazzo il disegno raffiguri la patrizio veneziano – assistito dalla competen- facciata posteriore possiamo esserne convinti za di Michele Sanmicheli – aveva eretto in una in forza di due indizi. nel trevigiano (Treville) forse solo due Il primo è che il portale che campeggia al anni prima che questo disegno R.I.B.A., XVII, centro di questa facciata non ha alcuna carat- 6 r venisse messo a punto con tanta cura da teristica, nella sua forma contenuta, che pos- Andrea Palladio. sa indurci a credere che si tratti dell’accesso L’assenza di ornamenti che Alvise Soranzo principale a una fabbrica che, se fosse stata esibisce all’esterno della sua casa – una fab- costruita, non avrebbe mancato di una sua brica che non nasconde la volontà di auto- propria monumentalità. celebrazione del suo committente – sembra Il secondo, certamente più rilevante, è che il essere, anzi è, una sorta di dimostrazione, se correre sulla facciata e sui fianchi della fab- non anche di pubblica attestazione, che il “si- brica di tante cornici modanate (di cui quella gnore” che ha voluto questa fabbrica non in- principale è quella gran fascia posta sopra il tende far uso di alcuna forma di “romanismo”. basamento che ha la sagoma di un piedistallo Per dirla in altri termini, è un modo per riba- di lesena) è un segnale: un segnale che an- dire e dichiarare una adesione senza alcuna nuncia in modo inequivocabile che sul lato riserva a quella ideologia repubblicana che la opposto della fabbrica, ove queste cornici na- Serenissima ha assunto come fondamento di turalmente convergono, si viene a concretare quella “pax veneziana” che va imponendo in un evento architettonico che avrebbe caratte- modo sempre più perentorio al suo Stato da rizzato la forma di una costruzione altrimenti Terra. forse anche troppo laconica10. È la stessa attestazione, si noti bene, che l’ot- Ma non possiamo nascondere – giunti a que- timo lapicida della bottega dei compagni di sto punto – che l’impressione, anzi la con- Pedemuro sarà chiamato a dare nelle case che vinzione, che il disegno raffigurato sul foglio egli di qui a poco comincerà a costruire in R.I.B.A., XVII, 6 r delinei un palazzo da co- villa per patrizi veneziani. In queste egli deve struire in un sito extraurbano è la straordinaria rinunciare a mettere in opera ornamenti, an- analogia delle proporzioni che il suo volume che se ciò non gli consente di dar prova della ha con il volume della fabbrica che più avanti sua specializzazione di lapicida. nel tempo sarà costruita da Palladio “non lun- Ma non disperdiamo la nostra attenzione, vi- gi dalle Gambarare”, per due patrizi veneziani sto che questo tema abbiamo già cercato di (fig. 3)11. precisarlo altrove8. Le osservazioni che abbia- È una fabbrica, questa, che – oltre a replicare mo fin qui raccolto ci inducono a interrogarci quasi letteralmente quelle singolari proporzio- sulla eventualità che il palazzo di cui una fac- ni (mai adottate altrove da Palladio) – riprende ciata è raffigurata sul foglio R.I.B.A., XVII, 6 il tema di un basamento di consistente altezza r sia stato concepito per un sito extraurbano; (mai adottato altrimenti, nemmeno questo, in di più: che sia stato concepito, anche questo, alcuna casa di villa palladiana)12. Non solo: ri- per un committente veneziano che non inten- propone, in tutta la facciata, l’immagine di un de derogare dai canoni ideologici dettati dalla opus quadratum virtualmente lapideo, realiz- Repubblica9. zato con profonde incisioni in un intonaco di È su alcuni aspetti specifici del progetto palla- grosso spessore (una soluzione, anche questa, diano che dobbiamo concentrare allora la no- che non appare in alcun’altra opera realizzata stra attenzione, per cercare di dare risposta ai da Palladio)13. due interrogativi che qui sopra ci siamo posti: La metamorfosi della forma di una proposi- a partire dal primo. zione concepita qualche anno innanzi sareb- Che il palazzo a cinque moduli raffigurato nel be avvenuta con uno di quei procedimenti disegno palladiano dovesse essere un edificio di permutazione dei modelli compositivi che Palladio 1543. Il singolare disegno di una facciata 5

Palladio sa gestire, come sappiamo, con una 3. in alto: Andrea naturalezza sorprendente. Essa è però anche Palladio, disegno R.I.B.A., XVII, 6 r una manifestazione di quella emancipazione (elaborazione) culturale e di quella autonomia intellettuale in mezzo: Raffronto fra che egli ha conseguito, anche nel campo spe- il disegno palladiano e cifico della composizione architettonica, in la facciata meridionale della fabbrica forza di un indefesso esercizio della disciplina costruita da Palladio in architettonica. Malcontenta L’unica variazione – quasi impercettibile – al in basso: Rilievo della volume della fabbrica delineata con la super- facciata meridionale della fabbrica costruita visione di Giulio Romano che appare in que- da Andrea Palladio in sto progetto è il superamento dello schemati- Malcontenta smo implicito nella concezione di una facciata compartita in moduli che si susseguono egua- li l’uno all’altro. La nuova facciata assume infatti – con una lieve dilatazione della sua larghezza – quell’impianto centralizzato che è tipico delle case veneziane – come è stato da molti segnalato –, e viene assunto da Palla- dio come tipologia canonica nella costruzione delle case di villa da lui concepite nella sua maturità14. Non solo: la concezione della costruzione, e quindi della sua immagine, assume una com- plessità nuova, la cui evidenza è solo un poco attenuata dall’equilibrio compositivo, genui- namente palladiano, che ne regola la forma. Il basamento perde quella evidenza materi- ca che era il carattere più marcato che esso esibiva nel disegno steso da Andrea nel 1543 riprendendo la tecnologia definita da Giulio per la costruzione del basamento del palazzo vicentino dei Thiene. E, se pure il rivestimento di questo basamento raffigura idealmente un opus quadratum, le incisioni che sono prati- cate sulla bianca superficie del “marmorino” per evocare la tessitura di questa antica tec- nica costruttiva sono di profondità e spessore accentuato una sua propria “nobiltà”, senza lo così contenuti da esser appena percepibili alla sfoggio di alcun ornamento, cioè senza esibi- vista sui muri d’ambito su cui sono impresse. zione di alcun “romanismo”. Non è solo la consistenza materica del basa- La superficie delle facciate che spiccano sul mento che viene fortemente attenuata. Anche basamento senza alcun elemento verticale la sua consistenza fisica viene un poco ridotta, dell’ordine che la compartisca assume infatti con la rinuncia di quel piano ammezzato di una dimensione per così dire solenne. E di- cui nella prima stesura di questo progetto era venta dominante, sul piano architettonico, il stata concepita la costruzione sopra i vani del tema dell’opus quadratum virtualmente lapi- piano terreno, in ossequio agli exempla forniti deo, il cui disegno è marcato da incisioni lar- da Bramante, da Raffaello e da Giulio. ghe, impresse profondamente nell’intonaco a Questa scelta comporta un certo abbassamen- marmorino di grosso spessore che le riveste. to, nella facciata, di quella gran fascia mo- Questa soluzione, di singolare efficacia con- danata che scorre sopra il basamento di cui cettuale (oltre che figurativa), è una scelta prima si è detto. Si accentua ancor più, così, compositiva che si compone efficacemente il ruolo compositivo del piano superiore che con la decisione di rinunciare a una ornamen- viene in tal modo a manifestare in modo più tazione delle finestre, cioè alla proposizione 6 Saggi e memorie di storia dell’arte - 34

4. Andrea Palladio, progetto per la casa di Vettor Pisani nella villa di Bagnolo (Londra, R.I.B.A., XVII, 17)

formale che Palladio aveva delineato nel dise- so in Italia), ma appare al piano nobile, come gno R.I.B.A., XVII, 6 r recependo il modello virtuale ornamento delle sue finestre. delle finestre del cortile interno del palazzo Non meno eloquente è la metamorfosi di Te, mantovano. senso che subiscono le fasce che cingono l’e- Sopra ciascuna apertura, in vece di timpani dificio. Non tanto quella che corre sopra il sorretti da mensole di grosso spessore, appa- basamento della fabbrica che riprende nella re – impresso anche questo nell’intonaco di sua perentorietà, e nella sua misura, quella grosso spessore – il disegno di un virtuale arco delineata nel disegno R.I.B.A., XVII, 6 r, quan- lapideo posto a scaricare il peso che avrebbe to quella che – come un evento inaspettato e dovuto sopportare la sottostante piattabanda sorprendente – corre su questa facciata a una – anche questa raffigurata virtualmente come quota più elevata (annullando la stessa ragio- lapidea –, secondo lo schema strutturale che ne d’essere di quella esile fascia che correva era stato definito da Bramante, quando aveva al piano di imposta dei frontoni posti a ornare costruito quel palazzo Caprini che poi fu ac- le finestre del precoce disegno palladiano che quistato da Raffaello, come già sappiamo. continua a essere il termine di riferimento del Si avverte dunque qui, ma sempre più affi- nostro discorso). nato, quel medesimo processo di distillazione La trabeazione del grande frontespizio che degli exempla assunti attraverso il magistero questa fascia concorre a formare al centro di Giulio, che si manifesta in modo egual- della facciata viene interrotta peraltro da una mente esplicito nei progetti che Palladio con- finestra termale che – assieme alle tre finestre cepisce quando è chiamato da Iseppo Porto che sotto di essa si aprono – costituisce un per erigere, per lui, una casa in Vicenza. Ma evento architettonico che non ha altro prece- in questo caso esso perviene a una forma di dente, nella architettura del Cinquecento, se astrazione ancor più accentuata: perché que- non nelle aperture concepite da Raffaello per sto virtuale congegno strutturale non è più un illuminare i grandi spazi interni di Villa Ma- attributo del piano terreno (come era sempre dama; (un evento così singolare nella sua ra- stato nelle fabbriche in cui, finora, era appar- dicalità – conviene annotare – che nemmeno Palladio 1543. Il singolare disegno di una facciata 7

Palladio riterrà di replicarlo nelle sue opere successive). L’apparizione di un frontespizio privo degli elementi verticali dell’ordine che dovrebbe- ro sostenerlo, l’interruzione della trabeazione di questo frontespizio e il singolare disegno delle aperture che vengono piazzate al centro della facciata non sono dati che si possano considerare in se stessi. Sono anch’essi – tutti insieme – l’annuncio di un evento architetto- nico che esplode, per così dire, sulla facciata opposta del palazzo, quella principale, che si affaccia su una via navigabile intensamente trafficata. Si tratta di un evento ovviamente più clamoroso di quello (probabilmente seve- ro, nella sua contenutezza) che Palladio pote- va aver concepito una dozzina d’anni innan- zi, al momento della redazione del disegno R.I.B.A., XVII, 6 r. In altra sede ci riserviamo di dimostrare come il procedimento compositivo che “produce” risultati così sorprendenti si fondi sulla evo- cazione di exempla antichi che sostituiscono quelli offerti a Palladio dall’ammaestramento di Giulio Romano15. A questo punto – accertata questa sorta di i committenti della prima opera che Palladio 5. Giulio Romano (e continuità creativa che connette fra loro il costruirà a Venezia e così pure del palazzo Raffaellino Del Colle?), disegno R.I.B.A., XVII, 6 r e il disegno della che Palladio costruirà per loro “sulla ”16. Vergine col bambino e San Giovanni, facciata meridionale della fabbrica eretta da Il 1543 è l’anno in cui muore il loro zio, Jaco- particolare Palladio in Malcontenta – un nuovo interroga- po (Jacomo) Foscari, che dal 1532 – a seguito tivo si pone in modo non facilmente eludibile. della morte del fratello Alvise – aveva retto Non può essere che il disegno palladiano la fraterna che era stata costituita dal padre R.I.B.A., XVII, 6 r raffiguri un progetto redatto loro Federico (Ferigo), il capostipite di questo precocemente per un palazzo da costruire in ramo familiare la cui figura sarà richiamata in Malcontenta, sulla riva destra della Brenta, per grandi lettere nel fregio della fabbrica che sa- Nicolò e Alvise Foscari? rà costruita in Malcontenta17. Una domanda del genere può sembrare quasi È prassi, nella cultura sociale dell’epoca, che, priva di senso, solo a considerare che allo sca- in una congiuntura di tal genere, un compo- dere del 1543 – la congiuntura in cui è stato nente della nuova generazione, per quanto redatto il progetto di cui questo disegno è una giovane egli possa essere, si debba sposare testimonianza preziosa – Nicolò e Alvise Fo- per assicurare discendenza (allora si sareb- scari sono poco più che ventenni, e sono an- be detto “posterità”) a un ramo familiare che cora lontani, a quanto ne sappiamo, da quale avrebbe corso altrimenti il rischio di estin- che sia impegno politico o sociale che possa guersi. (Lo stesso padre di Federico, Nicolò, indurli ad avviare, quasi ai bordi della laguna, malgrado la sua debole complessione fisica, una operazione edilizia così innovativa sulla si era dovuto sposare giovanissimo – aveva sponda di una via navigabile intensamente appena diciassette anni – quando si è trovato trafficata dai veneziani. a essere l’unico esponente del ramo ducale Per superare i dubbi che sono sollevati da della famiglia)18. una contestazione così intrigante, nella sua La incombenza di trovare una sposa a un banalità, non resta che portare l’attenzione giovane che non poteva che essere inesperto alla congiuntura familiare in cui sono calati i delle procedure che sovraintendono alla ce- due “magnifici Signori” che, comunque, poco lebrazione di un “maritaggio” fra due casate più che una decina d’anni appresso, saranno patrizie, viene assunta di norma, in un’eve- 8 Saggi e memorie di storia dell’arte - 34

nienza di questo tipo, da un suo parente più la moglie) – che avrebbe dovuto coniugarsi anziano di un ramo familiare collaterale. con un giovane di quella casa Ridolfi che trae- Che, nel caso specifico di Nicolò e Alvise Fo- va il suo prestigio, e molti altri vantaggi, dalla scari, potesse essere lo zio Francesco a impe- parentela che aveva con la casa de’ Medici. gnarsi nelle trattative che sono necessarie per È in virtù di questi collegamenti (come ab- giungere alla stipulazione di un contratto ma- biamo in altra sede cercato di argomentare)22 trimoniale, viene spontaneo escluderlo. Per- che Marco Foscari ha un ruolo a quanto pare ché questi già era stato molto disturbato, nel decisivo sulla venuta in Vicenza del cardinal 1513, dalla decisione di Federico di sposarsi, Ridolfi nel 1543, cioè sull’evento che induce il e di creare la premessa che avrebbe portato cardinale Ercole Gonzaga – reggente del du- nel 1520 alla costituzione – fra i figli di Ni- cato di Mantova – a inviare a Vicenza il suo colò – di una nuova fraterna; una decisione architetto, Giulio Romano, per organizzare che aveva tolto a lui l’onore di essere l’unico una accoglienza trionfale al collega cardinale continuatore del ramo ducale della famiglia19. (l’evento cioè da cui prende avvio – come già E poi, nel 1529, era giunto a una vera e pro- sappiamo – la collaborazione di Palladio con pria rottura con i componenti della fraterna l’illustre allievo di Raffaello). costituita da Federico, quando Alvise, che ne Quello che merita d’essere rilevato per meglio era divenuto l’esponente apicale alla morte di precisare la competenza di Marco Foscari in Federico, gli aveva sottratto il ruolo di Podestà affari matrimoniali – e comunque una sua di- di Verona, che era la carica più prestigiosa che retta conoscenza del giovane lapicida dell’im- egli era riuscito a raggiungere nel suo cursus presa Pedemuro (Andrea non era ancora “bat- honorum20. tezzato” Palladio) – è che il 17 settembre del A prendersi la cura di organizzare il matrimo- 1543, cioè il giorno appresso alla “entrata” del nio che avrebbe dovuto assicurare posterità al cardinal Ridolfi in Vicenza, Marco dà in spo- ramo ducale della famiglia avviato da Federi- sa la figlia sua Paolina a Vettor Pisani, quel- co Foscari è dunque il collaterale Marco, del lo dei figli di Giovanni (Zuanne) Pisani che ramo familiare, detto di San Simeon, che di- alla morte del padre si assume l’incombenza scende dal fratello del doge Francesco: un uo- di sposarsi – ancorché molto giovane (aveva mo che negli anni del dogado di Andrea Gritti forse 22 anni) – per assicurare discendenza al (che era suo primo cugino) – cioè nell’arco suo stesso ramo familiare23. temporale 1523-1538 – era stato uno dei per- La cosa non sarebbe rilevante nel contesto sonaggi più eminenti sulla scena pubblica ve- delle riflessioni che andiamo conducendo sul neziana. Non aveva potuto ricoprire alte cari- disegno R.I.B.A., XVII, 6 r, se non fosse che, che di governo (in quanto la costituzione ve- non appena concluso questo matrimonio, neziana ne inibisce l’accesso ai parenti prossi- Vettor Pisani (che Marco Foscari amava – per mi del doge regnante), ma della Signoria era sua stessa ammissione – come “proprio fio- stato uno dei rappresentanti più autorevoli lo”) non avesse convocato Palladio per farsi all’estero, assumendo il ruolo di ambasciatore da lui costruire una casa nel cuore delle vaste della Repubblica a Roma (negli anni 1523-26) proprietà fondiarie che un ventennio innanzi e a Firenze (negli anni 1527-28)21. (1523) suo padre aveva acquistato nel vicen- Orbene: nel corso di queste missioni diploma- tino, in villa di Bagnolo, non lontano da Lo- tiche, egli – seguendo le indicazioni che gli nigo24. erano date dalla Signoria – non aveva manca- Per consentire a questi due patrizi venezia- to di sostenere la elezione al soglio pontificio ni di rintracciare il giovane Andrea sarebbe di Clemente VII e gli interessi della casa de’ bastata una raccomandazione di Giangiorgio Medici quando la discesa dei lanzichenecchi Trissino (che aveva assunto il ruolo di media- in Italia aveva messo in crisi, in modo dram- tore per sposare con un Ridolfi la gentildonna matico, la preminenza che la casata aveva rag- veneziana che sarà sposata con un figlio di giunto in Firenze. E così aveva stabilito rap- Marco Foscari); o la convocazione dell’impre- porti personali con l’ambiente mediceo che sa di Pedemuro che si avvaleva ancora della erano stati così stretti da indurlo a organizzare collaborazione del geniale lapicida che era il matrimonio di suo figlio Pietro con una gen- alle sue dipendenze. tildonna veneziana – figlia di Marco Grimani Ma ipotesi di tal genere non danno risposta (divenuto Patriarca di Aquileia alla morte del- alla domanda più intrigante, dal punto di vi- Palladio 1543. Il singolare disegno di una facciata 9

sta storiografico: come può essere avvenuto riconosciuto che le figurazioni rappresentate che Palladio al suo giovane committente ve- da Tintoretto sono, con tutta evidenza, “ispi- neziano abbia proposto – presentando molti rate agli esempi di Giulio Romano nella Sala disegni – di costruire al centro della facciata di Psiche del Palazzo Te”27. della casa che questi intendeva costruirsi, an- Paola Rossi riprendendo l’indicazione offerta ziché una loggia, come sarebbe stato per ogni dal Pallucchini ribadisce che la conoscenza altro verso prevedibile, una proposizione di diretta dell’opera di Giulio Romano da par- Giulio Romano che Giulio divulga orgogliosa- te del Tintoretto (figg. 6-7) – quando questi mente come propria “invenzione”, facendola dipinge queste tavole – è attestata “da rife- apparire nell’affresco suggestivo che evoca, rimenti e richiami alla [sua] opera che ben nelle sale vaticane, la vittoria di Costantino su difficilmente potrebbero essere casuali, tanto Massenzio, al ponte Milvio, e però anche – in più che un gusto manieristico così violento modo ancor più puntuale e pregnante – sullo e caricato costituisce un episodio isolato nel sfondo di un quadro (una “sacra conversazio- linguaggio dell’artista”28. ne”) da lui dipinto con l’assistenza, a quanto Anche questo suggestivo indizio veneziano – pare, di Raffaellino del Colle (figg. 4-5). che fin qui è sfuggito alla attenzione degli stu- Ora, è impensabile, o quasi, che Palladio pos- diosi di architettura – tende a confermarci l’e- sa aver assunto senza un avvallo di Giulio una sistenza di una diretta responsabilità di Giulio iniziativa di questo genere, nel 1543, quan- – se non anche di una soprintendenza – nelle do decisivo per lui è il buon andamento della operazioni edilizie avviate dal Pisani e dalla collaborazione che ha da poco avviato con il sua consorte Paolina nella villa di Bagnolo. maestro “romano”. Ed è egualmente difficile Ma come può essersi venuto a stabilire una immaginare – se non troviamo una qualche relazione così stretta fra il giovanissimo patri- ragione che possa spiegare questo suo com- zio veneziano e l’affermato artista della corte portamento – che l’architetto dei Gonzaga fos- mantovana? se a tal punto prodigo da concedere al suo as- Per rispondere – o quanto meno per cercare sistente vicentino l’autorizzazione a realizzare di rispondere – a questa domanda, dobbiamo un modello architettonico che egli considera- portare l’attenzione sulla figura del suocero di va un simbolo della sua creatività per costruire Vettor Pisani, il padre di Paolina Foscari. in aperta campagna una casa per un giovane Quasi scontate sembrano infatti dover essere patrizio veneziano che era allora alle prime l’attenzione e la disponibilità che un architetto armi nella vita sociale e imprenditoriale25. dei Gonzaga può avere verso un esponente Evidentemente si era venuto a stabilire un di quella famiglia veneziana che aveva dato rapporto di stima e di confidenza fra i com- alla Repubblica il doge che nel 1433 aveva as- mittenti di questa casa che sorge solitaria sunto Gianfrancesco Gonzaga – il nonno del nella villa di Bagnolo e Giulio Romano. Vi è cardinale regnante in Mantova – come Capi- peraltro un solido indizio che sembra attestare tano generale delle forze terrestri di Venezia; questo fatto. che anni addietro aveva ricevuto fastosamente È la circostanza che nella congiuntura stessa a Venezia Federico Gonzaga – il fratello del in cui in Bagnolo è in corso la costruzione Gonzaga regnante – organizzando per lui della nuova dimora di Vettor Pisani e della quei festeggiamenti che avevano visto, fra le consorte Paolina Foscari, i due nuovi sposi – tante manifestazioni, anche il debutto come determinati a celebrare la loro unione con un attore di Angelo Beolco, il Ruzzante; che era ulteriore evento teatrale – avviano un “restau- stato uno degli esponenti più autorevoli della ro” della casa in cui abitano in Venezia, nella Signoria retta per lunghi anni da un doge au- contrada di San Paterniano. È nel mezzato di torevole e innovativo quale era stato Andrea questa casa che vengono installate sul soffitto, Gritti. entro un idoneo compartimento, sedici tavole Insomma, se pure con quella prudenza che è dipinte da un pittore geniale allora agli inizi sempre opportuno esercitare in questi casi, ci della sua carriera (come Palladio era agli inizi si può orientare a credere che Marco Foscari della sua carriera di architetto a quella data)26. sia la figura che assicura a Vettor Pisani l’at- Pallucchini per primo – studiando queste ta- tenzione di Giulio Romano e, con essa, l’auto- vole delle quali quattordici sono oggi conser- rizzazione al suo amabile referente vicentino, vate nella Galleria Estense di Modena – ha l’ottimo lapicida Andrea, di poter disporre di 10 Saggi e memorie di storia dell’arte - 34

6. Jacopo Tintoretto, un modello architettonico di sua creazione. te – nessuno meglio di lui, si diceva, pote- Deucalione e Pirra in In uno scenario di tal genere comincia dun- va essere suggestionato dall’idea per qualche preghiera dinanzi alla que a prendere una certa consistenza l’ipotesi verso inusitata di costruire davanti a una casa statua della divinità. Modena, Galleria che Marco Foscari – nella congiuntura in cui si di villa una esedra al cui livello si sarebbe Estense adopera per assicurare una discendenza al ra- dovuto ascendere con una scala circolare che mo della famiglia Foscari istituito da Federico replica la forma della scala bramantesca del 7. Jacopo Tintoretto, – abbia immaginato che anche questo evento Belvedere. Niobe e i figli. Modena, dovesse essere celebrato con la costruzione Di più: una opzione di tal genere sembra pro- Galleria Estense di una casa che sarebbe dovuta sorgere su prio essere il frutto di quella stagione di gran- quei terreni “sopra la Brenta” che per questo de fervore che Marco Foscari aveva vissuto fine Federico aveva cominciato a comprare dopo esser stato eletto Savio del Consiglio nel una decina d’anni dopo il suo matrimonio primo semestre del 154231, ed essere uscito con Cecilia Venier, quando era sicuro di avere così da quella sorta di emarginazione politica discendenza, avendo avuto due figli29. E abbia che aveva dovuto subire alla morte di Andrea ritenuto – se non altro per amor proprio – che Gritti, suo cugino, il doge che aveva esercitato fosse l’architetto dei Gonzaga a consacrare il potere con incessante autorità, senza dero- con la sua autorevolezza la forma di questa gare da una concezione politica filofrancese casa; e che, di conseguenza, abbia convocato e filoturca32. per la realizzazione di quest’opera quel tecni- Ma, forse proprio per i contatti personali che co dell’impresa di Pedemuro che in Vicenza egli ristabilisce subito – e al massimo livello – aveva guadagnato la piena fiducia di Giulio con gli ambienti medicei non meno che con Romano e gestiva con indiscutibile competen- quelli gonzagheschi, Marco Foscari nuova- za i suoi cantieri30. mente si trova a essere bersaglio di critiche se- In Veneto nessuno meglio di Marco Foscari vere da parte della oligarchia veneziana, che – che abitava in Padova in un gran palazzo non esita a imputargli la colpa – gravissima (quello che era stato degli Scrovegni) che si per un patrizio – di intrattenere rapporti con affacciava con la sua facciata concava al ver- principi stranieri, cioè di trovarsi nella possibi- tice della Arena romana, (fig. 8); che aveva lità di avere benefici o, peggio, di mantenere trascinato la delegazione diplomatica venezia- relazioni che avrebbero potuto interferire con na venuta a rendere omaggio al papa Adriano decisioni che sono di esclusiva competenza VII ad ammirare il cortile del Belvedere e, in delle magistrature della Repubblica. E viene questo, il gran nicchione e la singolare scala quindi sottoposto a una nuova interdizione circolare che erano stati concepiti da Braman- sulla scena politica veneziana33. Palladio 1543. Il singolare disegno di una facciata 11

8. Veduta del Palazzo dell’Arena (residenza padovana di Marco Foscari) che era stato anticamente degli Scrovegni. Sulla destra la “cappella degli Scrovegni” sopravvissuta alla demolizione ottocentesca del “Palazzo”.

Per cui egli non è il personaggio più accredi- di Firenze contro il duca Alessandro”. (All’am- tato per combinare un matrimonio che possa basciatore veneziano questi due eminenti concorrere a immettere efficacemente sulla personaggi dell’universo mediceo si dicono scena veneziana i collaterali figli di Federi- pronti ad “exbursar tanti danari che si potria co Foscari. Il programmato matrimonio, così, comprar uno stato”)34. non si conclude. E il progetto di realizzare una Nicolò Foscari non avrà avuto esitazione, in nuova casa in Malcontenta resta sulla carta. occasione di questo matrimonio, a convocare Nicolò si unirà in matrimonio solo quando – nuovamente Palladio – assieme al fratello Al- morto Marco Foscari (1551) – lo scenario com- vise (in forza della fraterna che si è venuta fra plessivo muta radicalmente con l’assunzione loro due a costituire, in ossequio alla prassi al trono dogale di Francesco Venier, fratello veneziana) – e a incaricarlo di costruire un al- di sua madre (1554). Sposerà, a questo pun- tare da dedicare al santo taumaturgo (Panta- to (1555), la figlia di Zuanne Dolfin, un altro lon) cui è dedicata la chiesa della sua parroc- esponente della Signoria retta da Andrea Gritti chia; e nel contempo a chiedergli il progetto che era stato uno dei componenti della am- per avviare la costruzione di una casa su quei basceria veneziana che nel 1535 si era recata terreni prospicienti la Brenta che suo padre a Napoli – compiendo un viaggio periglioso aveva acquistato allo scadere degli anni venti. attraverso l’Abruzzo – per portare all’iperatore Sembra quasi naturale – in uno scenario del Carlo V i rallegramenti della Repubblica per la genere – che Palladio abbia ripreso in mano il vittoria da lui conseguita nelle acque di Tunisi progetto delineato per i due fratelli una doz- contro le forze navali ottomane. zina d’anni innanzi, e lo abbia elaborato con Della medesima ambasceria – si noti bene – quella libertà che gli deriva dalla maturità nel faceva parte Marco Foscari che dalla Signoria frattempo acquisita, avendo però la capacità e aveva avuto l’incarico di svolgere una missio- il garbo di rispettare la memoria del disegno ne speciale, oltre a quella di sondare gli umori che aveva redatto nel 1543, seguendo le indi- dell’imperatore: doveva incontrare il cardinal cazioni del celebrato maestro “romano” che Ridolfi che, assieme al cardinal Salviati, era aveva contribuito in modo decisivo alla sua venuto a Napoli per “operar per li fuoriusciti formazione. 12 Saggi e memorie di storia dell’arte - 34

NOTE va in G. Beltramini, Andrea Palladio. la fabbrica costruita “non lungi dalle Study for the façade of a palace, cit., Gambarare”, cfr. E. Forssman, Visible 1 G. Zorzi, Progetti giovanili di Andrea pp. 58-60. Harmony. Palladio’s Villa Foscari at Palladio per palazzi e case in Vene- 6 A. Palladio, I Quattro Libri dell’archi- Malcontenta, Sveriges arkitekturmu- zia e in terraferma, in “Palladio”, III, tettura, L. I, p. 5. Anche per quanto seum, 1973, pp. 72-79 (e particolar- Luglio-settembre 1954, pp. 111-112; R. concerne l’impegno di Palladio nella mente p. 73). Pane, Andrea Palladio, Torino 1961, costruzione del palazzo Thiene (e tutta 12 Esso appare solo nel disegno R.I.B.A., p. 165; G. Zorzi, Le opere pubbliche e i la bibliografia attinente a questo tema), XVII, I r – che recentemente Guido palazzi privati di Andrea Palladio, Ve- cfr. H. Burns, Giulio Romano e Palaz- Beltramini ha ricondotto alla vicenda nezia 1965, p. 205; H. Burns, I disegni, zo Thiene, in Palladio, a cura di G. progettuale della casa che i Pisani in- in Mostra del Palladio, catalogo della Beltramini e H. Burns, Venezia 2010, tendevano costruirsi in Bagnolo. mostra (Vicenza, Basilica palladiana), pp. 40-43. 13 L’immagine dell’opus quadratum vir- a cura di R. Cevese, Milano 1973, p. 7 È una tecnica, questa, che in prosieguo tualemente lapideo appare in altre 148; Id., Andrea Palladio 1508-1580: di tempo Palladio rinnegherà. “Per mio opere palladiane (per esempio nelle the portico and the farmyard, catalogo giudizio – egli scriverà – non si fanno case per Bonifacio Pojana e Marco della mostra (London, Arts Council of muri di pietra cotta rustici (...)” perché Zeno, realizzate in villa e nei palaz- Great Britain), a cura di H. Burns, Lon- è da considerarsi un abuso “fingere zi realizzati in ambiti extraurbani per don 1975, p. 232, cat. 412; U. Berger, spezzato e diviso in più parti, quello i Cornaro e per Francesco Pisani. Ma Palladios Frühwerk, Cologne-Vienna che naturalmente deve essere intero” esso è realizzato in modo tanto “genti- 1978, pp. 167-170; H. Burns, Le an- (A. Palladio, I Quattro Libri...., cit., L. le” – con marcature lievi dell’intonaco tichità di Verona e l’architettura del I, p. 14). – da avere un ruolo architettonico po- Rinascimento, in Palladio e Verona, 8 A. Foscari, Andrea Palladio. Unbuilt co determinante. Esso sembra essere, catalogo della mostra (Verona, palazzo , Switzerland-Germany 2010, in questi casi, più una allusione – una della Gran Guardia), a cura di P. Ma- pp. 28-36. colta citazione – anziché una forma rini, Verona 1980, p. 119, cat. V.4; D. 9 Non contraddice l’ipotesi che questo eloquente. Lewis, The drawings of Andrea Palla- disegno sia concepito per una fabbrica 14 A voler seguire il procedimento che dio, Washington (DC) 1981, pp. 88-89, extraurbana la circostanza che il palaz- Palladio segue per superare lo schema cat. 49; H. Burns, I progetti vicentini zo delineato nel disegno R.I.B.A., XVII, compositivo di una facciata a cinque di Giulio Romano, in Giulio Romano, 6 r esibisca sulla sua facciata finestre moduli dovremmo portare l’attenzione Milano 1989, p. 505; D. Lewis, The dra- di così marcata valenza figurativa (che al disegno R.I.B.A., XVII, 1 della villa wings of Andrea Palladio, New Orle- sono esemplate dal modello offerto costruita in Pojana Maggiore per Bo- ans (LA) 2000, pp. 115-116, cat. 49; G. dal palazzo extraurbano dei Gonzaga, nifacio Pojana. Nel primo possiamo Beltramini, Andrea Palladio. Study for come è ben noto). Finestre ancor più constatare come la proposizione di un the façade of a palace, in Palladio and impegnative, sul piano formale, Palla- avancorpo lievemente avanzato riesca His Legacy. A Transatlantic Journey, dio le propone in questa congiuntura ad annullare sulla facciata principale a cura di C. Hind e I. Murray, Venice a Giuseppe Bernardino Valmarana per della casa, la percezione dello sche- 2010, pp. 58-60. una casa che questi intende costruire ma modulare che regola la composi- 2 L’espressione “invenzione” è usata da per sé nella villa di Vigarolo. zione. Nella , che è ancora Palladio come equivalente del nostro 10 A voler azzardare che caratteristiche regolata su uno schema compositivo a concetto di progetto. potesse avere questo “evento architet- cinque moduli Palladio, con estrema 3 Nella Memoria a Leone X, Raffaello tonico” pare non vi sia, al momento, sprezzatura, dilata l’apertura centrale non esita a scrivere che l’architettura che una risposta che si fonda sul fatto assegnandole la forma complessa di che si realizzava ai suoi tempi si è per che Palladio in questa sua precoce fa- una serliana; e non ha esitazione ad molti versi “avvicinata a quella delli se di attività professionale attribuisce annettere alla serliana due aperture antichi come si vede per molte belle una particolarissima importanza a una che hanno i connotati formali di fine- opere di Bramante, nientedimeno gli specifica forma di apertura: quella che stre per dare illuminazione a una log- ornamenti non sono di materia tanto convenzionalmente ha assunto la de- gia, le cui misure sono denunciate in preziosa come gli antichi” (Raffaello finizione di serliana. Nel caso speci- facciata – anche in questo caso – da un Sanzio. Tutti gli scritti, a cura di A. Ca- fico di una fabbrica la cui composi- leggero avanzamento di un avancorpo mesasca, Milano 1956, p. 54) zione è compartita in cinque moduli centrale. 4 Per la trasmissione di questa concezio- di eguale misura, l’ipotetica apertura 15 È attraverso questo procedimento – ne da Giulio Romano a Palladio, cfr. serliana avrebbe assunto, sulla fac- annotiamo qui – che il granaro posto P.N. Pagliara, Palladio e Giulio Roma- ciata principale di questa fabbrica, un sopra il piano nobile – quanto meno no: la trasmissione di tecniche costrut- ruolo non dissimile dalla serliana che sopra i vani ammezzati di esso – as- tive che permettessero di “lasciare da si apre sulla fronte della casa costruita sume il carattere di un vero e proprio parte [...] le superflue spese”, in Palla- per Bonifacio Pojana ella sua villa di livello abitabile della casa. dio 1508-2008. Il Simposio del Cente- Pojana: perché anche questa fabbrica 16 A. Palladio, I Quattro Libri..., cit., L. II, nario, Venezia 2010, pp. 87-93. è compartita in cinque moduli di egua- p. 50. 5 La bibliografia relativa a questo dise- le misura. 17 Sulla figura di Alvise Foscari, cfr. G. gno – di cui Guido Beltramini ha stu- 11 A. Palladio, I Quattro Libri...., cit., L. Gullino, Foscari, Alvise, in Diziona- diato accuratamente la stesura – si tro- II, p. 50. Per un rilievo attendibile del- rio Biografico degli Italiani, 49, Roma Palladio 1543. Il singolare disegno di una facciata 13

1997, pp. 294-295 e A. Foscari, Qual- resa caratteristica da una planimetria della sua scuola della Sala della Psiche che altra notizia su Alvise Foscari di a T: una planimetria che sarà poi tra- del Palazzo Te” (R. Pallucchini, La gio- Nicolò (1481-1532), in Prima di An- sformata a croce quando – negli anni vinezza di Tintoretto, dispense a cura drea Palladio, a cura di G. Foscari, sessanta – l’esedra (divenuta inattuale) di P. Rossi, Università di Padova, Cat- Venezia 2005, pp. XVII-XXIII. Per Ja- viene demolita per lasciare il posto a tedra di Storia dell’Arte Moderna, a.a. copo Foscari, cfr. A. Foscari, Qualche una loggia lapidea di una imponenza 1974-75, pp. 58-59). S. Mason, Intorno notizia su Jacopo Foscari di Nicolò, e sontuosità che sarebbe stata inconce- al soffitto di San Paternian: gli artisti ibidem, pp. XXV-XXXI. pibile negli anni quaranta, soprattutto di Vettore Pisani, in Jacopo Tintoretto 18 Per la biografia di Nicolò Foscari di per un giovane architetto degli inizi nel quarto centenario della morte, Atti Jacopo (1447-1490) – unico nipote della sua attività professionale. Rimuo- del Convegno Internazionale di Studi del doge Francesco Foscari –, cfr. G. vendo idealmente il braccio minore (Venezia, 24-26 novembre 1994), a cu- Gullino, Foscari, Nicolò, nel Diziona- della crociera non è difficile riconosce- ra di P. Rossi e L. Puppi, Padova 1996 rio Biografico degli Italiani,49, Roma re l’ambito su cui era stata edificata, (Quaderni di Venezia Arti, 3). 1997, pp. 335-336. e si sviluppava, l’esedra. Ammettendo 28 P. Rossi, Tintoretto, cit., p. 135. Forse 19 Cfr. A. Foscari, Festeggiamenti in Ca’ questa ipotesi, non solo si comprende si può dire anche di più. Si può sup- Foscari per le nozze di Ferigo. Il giorno la possibilità della apertura di una fine- porre che a questo sistema di relazioni 2 maggio 1513, in “Ludica”, in corso di stra termale sul lato della sala opposto complesso e intrigante che lega Vettor stampa. a quello su cui è la finestra termale che Pisani a Giulio Romano si possa rife- 20 Francesco Foscari “non voleva esser si apre sulla facciata meridionale della rire anche la serie di tele mitologiche tolto” dal ruolo ufficiale che deteneva casa, ma la vicenda di questo vero e eseguite probabilmente quando la casa in Verona per designazione della Si- proprio “laboratorio progettuale” che è di Bagnolo cominciava a essere almeno gnoria veneziana: ce lo fa sapere Marin questa fabbrica voluta dai Pisani nei parzialmente abitabile, cioè nel 1543-44 Sanudo il Giovane (LI, 483). primi anni quaranta diventa, per alcuni (ivi, pp. 141-142). È ancora Pallucchini 21 Cfr. G. Gullino, Marco Foscari (1447- versi, meno oscura. che ci induce a formulare questa sup- 1551). L’attività politica e diplomatica 26 C. Ridolfi, Le meraviglie dell’arte [1648], posizione ipotizzando – sulla base di tra Venezia, Firenze e Roma, Roma a cura di D.F. Von Hadeln, II, Berlin una attenta analisi iconografica dei sog- 2000. 1924, p. 52, n. 1. È il von Hadeln che getti raffigurati – che questo ciclo deco- 22 A. Foscari, Andrea Palladio. Unbuilt connette per primo la serie di “quat- rativo sia stato concepito per una vil- Venice, cit., pp. 27-34. tordici ottagoni per un soffitto alla ca- la. Ma un’ulteriore circostanza sembra 23 “Possibile che la bella sorte di essere sa (ora inesistente) del “conte Pisani a avvalorare questa ipotesi: queste otto il primo committente patrizio (si badi: San Paterniano”. Per una ricostruzione tele riconducibili tutte a una fase molto il primo!) di Palladio sia capitata a un delle vicende di queste tele, confluite precoce della attività di Tintoretto so- giovanotto di 22-23 anni? Perché non nella Galleria Estense di Modena, cfr. no pervenute per via ereditaria al ramo suppone che a guidarlo sia stato l’au- P. Rossi, in R. Pallucchini e P. Rossi, dei Pisani Moretta, al momento della torevole senatore Foscari? Erano già Tintoretto. Le opere sacre e profane, estinzione del ramo familiare istituito parenti prima ancora del matrimonio Venezia 1982, I, pp. 134-135, cat. 21- con il matrimonio di Vettor Pisani con di Vettor con Paolina (la madre di 34; S. Mason, Intorno al soffitto di San Paolina Foscari. Ancora una annotazio- Marco, Paola Gritti, era zia di Adriana Paternian: gli artisti di Vettore Pisani, ne: recentemente Gerardo Tocchini ha Gritti, madre di Vettor). Naturalmente in Jacopo Tintoretto nel quarto cente- avanzato l’ipotesi che sia conseguen- le nozze del ‘42 rafforzano questi le- nario della morte, atti del convegno za di questa relazione precocemente gami (...). Dunque, ripeto, perché die- internazionale di studi (Venezia, 24-26 istituita fra Vettor Pisani e Tintoretto tro il giovanile impulso del Pisani non novembre 1994), a cura di P. Rossi e L. la convocazione del Tintoretto per la potrebbe esserci stato l’esperto e colto Puppi, Padova 1996, pp. 71-75. decorazione a fresco della casa Bar- Foscari?” (G. Gullino, Marco Foscari..., 27 R. Pallucchini e P. Rossi, Tintoretto, cit., barigo in San Trovaso. Egli scrive che cit., p. 140). p. 16; A. Pallucchini, Tintoretto, Firen- una delle strade che potrebbero averla 24 L’estesa bibliografia su questa opera- ze 1969. È una proposizione altamente determinata “sarebbe ben potuta passa- zione edilizia è ricapitolata puntual- suggestiva, questa, che induce Anna re per la moglie di Lorenzo Barbarigo mente in G. Beltramini, Andrea Palla- Pallucchini ad ipotizzare un viaggio (...), cioè per Paolina Pisani. Questa era dio. Design for Villa Pisani at Bagnolo di Tintoretto a Mantova. A giustificare (...) zia del committente del ciclo di San and its a surroundings plan, in Palla- il viaggio che Tintoretto avrebbe fatto Paternian”, Vettor Pisani (G. Tocchini, dio and his Legacy, cit., pp. 70-72. a Mantova “intorno agli anni quaran- Minacciare con le immagini. Tintoret- 25 Queste osservazioni assumono mag- ta”, la studiosa ricorda che in Mantova to. Gli affreschi scomparsi della “casa gior peso se si presume – come noi viveva un fratello di Tintoretto, Do- Barbariga”, Roma 2010, p. 31). presumiamo – che l’esedra concepita menico, ricordato nella città dal Doni 29 Per il matrimonio di Ferigo Foscari con per ornare la facciata della casa di (A.F. Doni, Inferni (...) Libro secondo Cecilia Venier, cfr. A. Foscari, Festeg- Vettor Pisani nella villa di Bagnolo sia de’ Mondi, Venezia, 1553). È questa giamenti in Ca’ Foscari per le nozze stata realmente costruita. Ciò sarebbe indicazione che ha indotto Rodolfo di Ferigo, il giorno 2 maggio 1513, in avvenuto sulla base del progetto pal- Pallucchini a pensare che Tintoretto si “Ludica”, 13-14, 2007-2008, pp. 38-45. ladiano raffigurato sul foglio R.I.B.A., sia realmente “recato a Mantova [agli 30 Quello che merita di essere rileva- XVII, 17 che delinea una casa che ha, inizi del quarto decennio] e abbia vi- to, per inciso, è che è quanto meno come centro compositivo, una sala sto quelli [i sofitti] di Giulio Romano e probabile che gli incontri fra i patrizi 14 Saggi e memorie di storia dell’arte - 34

veneziani e Palladio siano avvenuti tuzionale a questa concezione politica questa iniziativa “con il temporaneo in Padova, nel grandioso complesso che egli era stato designato nel 1536 ostracismo dalla politica attiva e (...) edilizio che nel Trecento era stato la a far parte del Collegio dei Venti Savi con la definitiva rinuncia alla veste di dimora degli Scrovegni e che è, da un “super statutis et legibus”. È con que- procuratoria” (ibidem, p. 135). secolo almeno, la residenza padova- sto spirito che il Foscari si fa promo- 33 A causa della opposizione che aveva na dei Foscari. Non è infatti probabile tore, il 17 novembre del 1539 – dopo suscitato questo suo comportamento che due personaggi così autorevoli, la morte di Andrea Gritti, dunque – di indipendente e insieme gagliardo “non sul piano sociale si trasferissero loro una iniziativa “consistente nel delega- venne lodato dai pubblici storiografi. a Vicenza per incontrare il lapicida re al Consiglio dei X la nomina di una Neppure i letterati sfuggirono all’obbli- dell’impresa di Pedemuro. Che questa commissione di 50 senatori per trattare go della censura, come afferma Paolo dimora fosse la base logistica del Pi- la pace con gli ottomani; il Consiglio Giovio in una sua lettera a Lelio Torelli sani per interrompere i suoi viaggi di dei Dieci, si badi, non il Senato. Que- del 2 luglio 1550, ove ricorda – par- trasferimento da Venezia e Bagnolo, e sto significa voler restringere la guida lando delle sue Istorie – di esser stato ritorno, sembra provato dal fatto che della politica estera dello Stato nelle pregato di passar sotto silenzio le laudi nel “palazzo dell’Arena” Marco Foscari mani di poche famiglie, completando date e scritte a onore del prudentissimo avesse espressamente allestito una “sa- il processo di concentrazione dell’as- messer Marco Foscari veneziano”. Tut- la pisana”; e da un altro fatto che Vettor setto costituzionale del governo in to ciò perché con la sua proposta “il Pisani, morto Marco Foscari, si sia co- senso “antidemocratico”: come infatti Foscari s’acquistò molto odio appresso struito una casa – naturalmente con un il Senato nel corso del Quattrocento la moltitudine”, cioè presso le larghe disegno di Palladio – proprio davanti aveva soppiantato il Maggior Consi- fasce del patriziato che si sentivano all’Arena, ove era divenuta ormai sua glio, così nel Cinquecento – ma con espropriate di un potere che riteneva- consuetudine sostare durante i viaggi. ben più forti opposizioni – il Consiglio no essere di propria competenza. “Ma 31 Di questa nomina del Foscari si rallegra dei X stava avviandosi a concentrare non molto dopo – continua il Giovio Gianmatteo Giberti, vescovo di Verona, in sé gran parte del potere decisionale, – egli tornò a gloria grande, che divina che non manca indirizzare a lui una proprio a scapito dei Pregadi. L’inizia- et sapientissima mente aveva previ- lettera di tenore molto amichevole. “Es- tiva del Foscari – definita dal Ventura sto”; era però vicino alla morte che lo sendo tanto curioso – scrive – quanto “la più scoperta proposta oligarchica raggiunse il 27 febbraio 1551. son debitore d’essere nelle cose di V.S., della storia veneziana del Cinquecen- Per le citazioni di Paolo Giovio – ripor- come di mio antico signore e padre, to” – avrebbe portato a compimento tate anche in G. Gullino, Marco Fosca- havendo inteso che la virtù va facendo- questa evoluzione (va ricordato, a ri, cit., p. 135 – cfr. P. Giovio, Lettere, a si lume da se stessa, è stata finalmente questo proposito, che qualche settima- cura di G.G. Ferrero, II, Roma 1958, p. conosciuta et honorata dove et come na prima, il 20 settembre, erano stati 164 e così pure C. Volpati, Paolo Gio- conveniva” (B. Pino, Della nuova sciel- istituiti gli inquisitori di Stato, emana- vio e Venezia, in “Archivio Veneto”, V, ta di lettere di diversi nobilissimi huo- zione del Consiglio dei X). Il suo pro- 15, 1934, pp. 139, 154. mini..., Venezia 1582, II, p. 44). getto venne respinto per una mancia- 34 Sulla figura di Zuan Dolfin e su questa 32 Il Foscari è un sostenitore di quella ta di voti, la qual cosa peraltro non ambasceria, cfr. A. Foscari, Il “cursus tendenza oligarchica che aveva nel impedì proprio ai Dieci di concludere homorum” di Zuan Dolfin (Commit- doge Andrea Gritti (+ 17 dicembre in prima persona, qualche mese più tente di Michele Sanmicheli e di Jacopo 1538) e nel duca Francesco Maria del- tardi, la pace col turco, scavalcando Sansovino), in “Ateneo Veneto”, XX, la Rovere, Capitano generale della Re- il Senato” (G. Gullino, Marco Foscari, 1982, n. 1-2, p. 228. pubblica (+ 1° ottobre 1538) i due re- cit., pp. 133-134). “Dovette pagare di ferenti principali. È per dar forma isti- persona e duramente” il fallimento di