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Paolo Gerolamo Franzoni (Genova, 1708-1778). Sacerdote ed educatore, fu una delle figure di maggior spicco nella vita ecclesia ti ca e culturale del secondo Settecento genove e. Mi sionario fervente e attivo organizzatore, promosse un considerevole numero di ini ziative destinate alla forma zione del clero e all'istruzio ne popolare, dedicando una part ico lare attenzione alla catechesi e all'alfabetizzazio ne dei ceti più poveri. Fondò due congregazioni religiose, gli Operai Evangelici e le Madri Pie. e organizzò una ricca biblioteca aperta a laici ed ecclesiastici, con un ora rio e un'assi tenza tali da su citare l'ammirazione dei contemporanei. Massimo Angelini profilo di Paolo Gerolamo Franzoni (1708-1778) sacerdote Istituto Madri Pie - Accademia Urbense Ovada 1998 Questa biografia dell'Abate Paolo Gerolamo Franzoni nasce dal bisogno di conoscere il nostro Fondatore e di riscoprime l'insegnamento, anche per incarnarlo in terra di missione, dove siamo impegnate nella promozione umana dei più poveri. Ci siamo rivolte a Massimo Angelini perché, attraverso la lettura e l'analisi delle fonti riguardanti l'Abate, ce ne riproponesse la figura con rigore storico e modernità di linguaggio. Ora, finalmente, abbiamo tra le mani il libro e siamo liete di potere, con esso, diffondere una testimonianza di carità e cultura che crediamo ancora attuale e che ci aiuterà a orientare il nostro cammino nella Chiesa. Madre Donatella Ritelli Superiora generale delle Madri Pie Ovada, 3 dicembre 1998 3 PREMESSA I. Questa non vuole essere la biografia di un uomo ma un racconto, uno dei molti possibili della sua vita: lineare quanto vorrebbe essere un racconto e non può essere una vita; non invenzione ma tentativo di ricostruzione storica, elaborata intrecciando testimonianze attendibili e interpretazioni ragionevoli, senza credere le prime uniche né le altre definitive. Amo pensare che non si possa dire nulla di conclusivo su nulla, anche perché le fonti storiche - i documenti - e le tecniche narrative non sono tutte note né sono state esaurite una volta per tutte, e quelle conosciute restano suscettibili di critica, revisione e continuo, ulteriore incremento. Anche la posizione di chi osserva il passato, gli strumenti con cui lo interroga e lo interpreta, le soluzioni argomentative con le quali lo narra, per quanto convincenti, non sono mai definitive; e ogni affermazione, anche quella che appare più certa, merita cautela, senza nulla togliere alla sua ragionevolezza, ma anche senza rinunciare al, benché minimo, retrogusto del dubbio. All'evidenza, poi, basta il silenzio. Del resto, per chi scrive cose di storia non è cosi importante enunciare risposte certe - le più certe e incontrovertibili - quanto dichiarare i documenti selezionati e letti, interrogarli, se possibile smascherarne le intenzioni e la ragion d'essere, e porre loro domande su quel passato che interpretano e raccontano e a noi stessi che interpretiamo e raccontiamo entrambi. E una domanda ben posta - si dice - è già mezza risposta. II. Dunque, solo un racconto biografico: neppure il primo. Da quando morì nel 1778, sono stati numerosi i tentativi di raccontare la vita di Paolo Gerolamo Franzoni (nella maturità chiamato "Abate"); 1 spesso attraverso scritti celebrativi, dei quali non sempre è possibile controllare il rapporto con le fonti utilizzate, specialmente quando i loro autori hanno voluto colmare i vuoti ignorati o taciuti dai documenti rimasti e, così facendo, garantire una continuità e una coerenza talvolta presunte più che dimostrate. Penso ad alcune pagine dedicate alla sua infanzia, ovviamente esemplare e pia come meno non si potrebbe desiderare, o ai sentimenti che provava e alle intenzioni che animavano le sue opere - come se tutto ciò fosse documentabile più di quanto non si possa dire per induzione o invenzione Secondo Giuseppe M. Carpaneto il predicato "abate", nel caso riferito a Paolo G. Franzoni, non va inteso «nel senso di capo di monastero o chiesa collegiata, ma in quello - piuttosto diffuso nel sec. XVIII - di ecclesiastico distinto per cultura o pubblica importanza, come portava l'uso, specie francese». CARPANETO 1971, p. 2. 5 narrativa. Alcune di quelle biografie hanno un tono agiografico e le agiografie - si sa - sono dettate dall'affetto e dall'ammirazione o, più semplicemente, sono commissionate; ma di rado hanno a che fare con la pratica di una storiografia laica e rigorosa, perché il loro fine è quello di celebrare un individuo e - con intento pedagogico - presentarlo come esempio di rettitudine e santità. Le principali biografie dell'Abate - quelle di Alfonso Serra [1937] e Francesco De Negri [1954] - talvolta tradiscono quell'intento, così come lo tradisce il tardosettecentesco Ristretto della vita del Servo di Dio, che ha rappresentato la principale fonte di informazioni per buona parte degli scritti dedicati alla sua vita.2 III. Il Ristretto è un manoscritto di 190 fogli numerati, suddivisi in quindici quaderni, pervenuto privo della parte conclusiva; del suo autore restano le sole iniziali "C.G.B.M.", nelle quali è stato riconosciuto il "Canonico Giovanni Battista Martini", ritenuto uno dei primi confratelli di Franzonì.3 «Giusto tributo di laudi» alla vita e alle virtù dell'Abate.f il manoscritto secondo Francesco Repetto - è stato steso tra il 1785 e il 1795, per «mandare alla luce e alla memoria di tutta la posterità la illustre e commendevol vita, e [le] virtuose azioni del cotanto pio e benefico Pondatores.> Certamente non è una fonte di prima mano: l'analisi del testo e la comparazione con altri scritti mostra che molte tra le notizie riportate sono state ricavate da alcune memorie raccolte intorno alla metà degli anni Ottanta del sec. XVIII, 6 e, soprattutto, da un fitto manoscritto di cui è rimasta una copia intitolata Notizie riguardanti la vita del fu Signor Abate. Probabilmente il Ristretto è stato costruito proprio su tali fonti, restituendo con prosa più ampia le testimonianze richieste ad alcuni tra i più stretti conoscenti dell'Abate e riprendendo in versione fiorita (in alcuni passi, anche romanzata) le più asciutte Notizie. Ciò non vuole dire che manchi di spunti originali, specialmente dove, tra le memorie raccolte, emergono i ricordi del suo autore. Quale esempio, vediamo come un brano tratto dalle Notizie, riguardante la giovinezza di Paolo Gerolamo, venga trasformato da C.G.B.M. 2 Ristretto, ms. Per le citazioni ci riferiremo alla copia dattiloscritta intitolata Primo manoscritto sul nostro Fondatore, 1978, consultabile presso l'AMPO. 3 F. REPETIO, sac., nota del 21 novembre 1978, premessa al ds Primo Manoscritto. In merito all'attribuzione del manoscritto - osserva Repetto - «si sono esaminati gli elenchi dei primi confratelli tra i quali si trova un Giovanni Battista Martini che, dal confronto delle iniziali, potrebbe già essere indiziato come l'autore; il che è messo fuori dubbio perchè, tra i foglietti delle suddette memorie, sull'abate Franzoni, scritte da testimoni richiesti a ciò da chi doveva stendere la biografia di lui, se ne trova uno che porta appunto questo indirizzo: Pe/ Canonico Battista Martini», 4 Ristretto, cfr. Primo Manoscritto, ds, p. 1. 5 Ibidem, p. 9. 6 Scritti sull'Abate, ms. 6 Notizie [c. 1] Ristretto [p. 34] Tornato in colleggio non mostrò di avere Quello che poi dee qui osservarsi si è, che pure assaporata la libertà della casa fuori dell'uso ordinario dell'altra giuventù, patema, ma come se fosse stato un giorno che per cagione delle attrative dei piaceri solo fuori di collegio si restituì a tutte domestici, di cui abbondan le case nobili quelle osservanze, ch'eranoproprie di quella ed opulente, suole intermettere, o ralentare comunità, egualmente morigerato, e quel tenore, o fervor di vita ben regolata, frequentò i sacramenti come prima. che dai collegi in tanti pii esercizj lungamente si apprende, il nostro Paolo Girolamo però in quella sua fervida età nel lodato collegio, da poichè vi ritornò a tutte le osservanze proprie della comunità, si restituì prontamente e con tale esattezza costumava di praticarle, come se un giorno solo ne fosse stato lontano, e come se nulla avesse assaporato nello spazio d'un anno degli agi domestici, e nulla di quell'aria di libertà, che l'opulenza della patema casa potea, siccome a giovani di tal grado e condizione d'ordinario interviene, naturalmente inspirargli nessun cambiamento ne' suoi costumi dimostrando... [E così di seguito per a/tre 5 righe] Dove la prima testimonianza riferisce per lo spazio di un paragrafo, l'anonimo biografo del Ristretto costruisce almeno una pagina. IV. Le Notizie sono.state stese - come vi si può leggere 7 - da un missionario urbano, stretto collaboratore dell'Abate almeno dalla metà degli anni Quaranta. Tra quelle consultate è certamente una delle fonti più dirette, alla quale si può aggiungere ben poco: il lungo ed elaborato testamento dell'Abate, alcune lettere autografe, le memorie raccolte per il Ristretto, qualche documento estratto dalle filze del Senato, poche note di scrittori contemporanei, poco altro. L'asimmetria tra la vivace azione pastorale e culturale dell'Abate e la scarsità della documentazione rimasta è sorprendente. Tante sono le iniziative franzoniane, tale è la loro influenza sulla Chiesa e sulla cultura genovese del tardo Settecento e del secolo successivo, quanto poco resta del loro fondatore. 7 , Notizie, ms, p. 4. 7 Dopo la morte anche il suo ricordo iniziò presto a dissolversi; e ciò, in un certo senso, è coerente con il carattere schivo verso ogni forma di onori e mondanità su cui tutte le testimonianze concordano. Fu un protagonista del proprio tempo per nulla incline al protagonismo, che non ha lasciato scritti né immagini di sé; 8 del cui nome quasi non rimane traccia oltre all'aggettivo "franzoniano" unito al titolo della biblioteca da lui fondata e delle Madri Pie di Sampierdarena; 9 per il quale non è stato tentato un processo di beatificazione, com'è solito per i fondatori di ordini religiosi e congregazioni - e l'Abate ne ha fondate due; di cui non si trova segno nella toponomastica cittadina; di cui per due secoli non si è conservata neppure la tomba, la sua salma essendo stata raccolta in un ossario comune.