Il Rock'n'roll Ha Dato Corpo a Quel Crescente Sentimento Di
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Il rock’n’roll ha dato corpo a quel crescente sentimento di esuberanza e liberazione che pervadeva gli adolescenti del dopoguerra, e ha dimostrato che i ragazzi non erano più dei semplici oggetti in attesa di quella morte prolungata che è l’età adulta. Il glam ha sdoganato il sesso in tutte le sue molteplici varianti. Il punk ha cristallizzato le frustrazioni seguite alla libertà, e fatto sbattere il muso al sistema contro i suoi schifosi fallimenti. E il gothic ha spezzato le catene dello spirito e liberato l’anima. Titolo originale dell’opera: The Dark Reign Of Gothic Rock - In the Reptile House with The Sisters Of Mercy, Bauhaus and The Cure © 2002 Dave Thompson Prima edizione inglese pubblicata da Helter Skelter nel 2002 Copyright © 2010 A.SE.FI. Editoriale Srl - Via dell’Aprica, 8 - Milano www.tsunamiedizioni.com Prima edizione Tsunami Edizioni, giugno 2010 Tsunami Edizioni è un marchio registrato di A.SE.FI. Editoriale Srl Le Tempeste 4 Direttore Editoriale Eugenio Monti Traduzione: Giorgio Costa Redazione: Massimo Baroni Progetto copertina: Marco Fantin - Blue Ant Design, Milano Finito di stampare nel giugno 2010 dalla Gesp - Città di Castello (PG) ISBN: 978-88-96131-16-9 Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione, anche parziale, in qualsiasi formato senza l’autorizzazione scritta dell’Editore. L’autore vorrebbe ringraziare Bleddyn Butcher e Mick Mercer per il loro preziosissimo e in- estimabile aiuto. Chiunque fosse interessato a scoprire qualcosa di più sul mondo del goth, e soprattutto chiunque volesse vedere un sacco di fotografie di gruppi goth, deve visitare l’eccellente sito internet di Mick: www.mickmercer.com. Grazie per l’aiuto speciale con il materiale iconografico anche a Richard Strange (www.richardstrange.com) e Stephen Wilkin (www.dharmajester.com). Dave Thompson Gothic Rock Sisters Of Mercy, Bauhaus, Cure e l’epopea oscura della musica inglese Traduzione di Giorgio Costa Indice Introduzione ................................................................................................ 7 Parte Prima - I figli di Dostoevskij Capitolo uno Dum Dum Boys... and Girls ....................................................................... 19 Capitolo due Vi ricordate Ridolph Hess? ......................................................................... 35 Capitolo tre Non intendo guardare una band di gente truccata ..................................... 51 Capitolo quattro Sei tu il cantante che ha gli attacchi epilettici? ........................................... 67 Capitolo cinque I Velvet in odore di santità? O gli Sweet andati a male?.............................. 85 Capitolo sei Era piuttosto divertente essere così seriosi ................................................... 99 Parte seconda - Liberare i pipistrelli? - 1982 - 1984 Capitolo sette Liberando i pipistrelli .............................................................................. 115 Capitolo otto Floorshow: la morte con le pareti .............................................................. 135 Capitolo nove Young Limbs and Numb Hymns ............................................................... 149 Parte terza - Si è spento il cielo - 1986 - 2002 Capitolo dieci Mi sarei ammazzato se non fosse stato per gli Alarm ................................ 169 Capitolo undici Partito in missione per vendetta ............................................................... 185 Capitolo dodici Non sto dicendo che Dylan sia bravo come Picasso... ................................ 199 Capitolo tredici 50 macchine, un cuore nero ...................................................................... 213 Capitolo quattordici Va tutto in pezzi ....................................................................................... 229 Capitolo quindici Friday I’m in... cosa? ................................................................................ 247 Capitolo sedici Date alla gente quello che vuole................................................................ 259 Epilogo ..................................................................................................... 273 Il Diario Oscuro ....................................................................................... 279 Introduzione Cos’è il dark rock? Questa è una buona domanda. Non è, in effetti, uno di quei termini a cui fanno continuamente riferimento gli storici del rock; non è il punk, il glam, il rockabilly o la psichedelia, anche se nel dark rock ci sono elementi di tutti e quattro questi generi. Non è neppure il gothic, l’industrial, l’ethereal o l’horror rock, nonostante anche loro recitino una parte importante in questa storia. Il dark rock è come un ombrello sotto il quale possiamo collocare gran parte di quelle rock band britanniche venute fuori dalle prime fiammate punk di fine anni Settanta, che però, traendo impeto e ispirazione da molto più lontano, riuscirono a diffondere il proprio messaggio in modo ancora più ampio. Chi avrebbe pensato, guardando la distorta immagine “glam dall’oltretomba” dei Bauhaus, che un giorno Marilyn Manson, mantenendo pressappoco lo stesso aspetto, sarebbe arrivato a toccare quasi il cuore dell’America? Chi avrebbe detto che le mutazioni dei Southern Death Cult, dall’intensità tribale alla follia dell’hard rock, si sarebbero trasformate nell’edonismo calcolato dei Guns n’Roses? Che i suoni dei Sisters of Mercy, eredità dei Suicide, avrebbero generato la cacofonia nichilista dei Nine Inch Nails? O che la forma musicale di quelle band di pionieri, a vent’anni dalla nascita, una volta raggiunto il picco e apparentemente anche la fine, sarebbe rimasta del tutto vitale, benché non direttamente riconducibile ai suoi stessi fondatori. I goth di oggi, vestiti di nero, con le facce imbrattate dal bianco del cerone, macabri individui dell’oltretomba, per i quali Bela continua a essere “undead”, hanno poco a che fare con il gothic rock che ebbe il suo battesimo nei primi incasinati anni dell’Inghilterra thatcheriana. Non c’entrano neppure con i “mercanti di rumore” industrial, e con il frastuono che questi ancora producono ai confini estremi del mainstream; né tantomeno con le band Brit-pop fiorite a metà degli anni Novanta, o con chi ancora oggi lavora dietro la stessa scomoda etichetta musicale che già era stata di Bauhaus e soci. Essi hanno poco in comune con questo passato, nonostante ne siano debitori. E tuttavia, proprio rifiutando di ammettere (o di riconoscere) questo debito, perpetuano l’impulso creativo che lanciò le band di allora ai primi posti in classifica: il bisogno di continuare a spingersi più in là senza mai guardarsi indietro. Ci sono sempre stati più Bauhaus che Bowie negli Suede, e questo potrebbe essere proprio il motivo per cui Brett Anderson ha sempre smentito i media che insistentemente lo indicavano come un nuovo e più magro “Duca Bianco”. 7 Gothic Rock - Sisters Of Mercy, Bauhaus, Cure I Gene hanno avuto in comune con i Joy Division tanto quanto con i sempre più citati Smiths e Morrisey; e, per quanto riguarda i Pulp, le loro credenziali dark rock risalgono all’origine di questa forma musicale. Il loro album d’esordio, It, raccoglie le caratteristiche più eccentriche di tutto il periodo. E questo lo dico prima che vi ricordiate che uno dei vecchi membri della band, il giovane Simon Hinkler, più tardi si unì ai Mission. Il dark rock si trova dappertutto e in quasi tutto, ma questo libro non vuole spiegare dove andarlo a cercare oggi e nemmeno a quali evoluzioni sia giunto. Verrà qui invece raccontato quel particolare momento in cui un tentacolo della “piovra” post punk britannica smise di fluttuare sopra la sua testa e andò a scavare nell’antro più oscuro, per contemplare... qualunque cosa fosse. Certi pensieri sono davvero di chiara tendenza “gothic”: Mrs. Radcliffe, Edgar Allan Poe, Mary Shelley, Alice Cooper e Sir Francis Dashwood, sono tutti archetipi gotici, e ciascuno di loro ha recitato una parte in questo spettacolo. Ma altri ci sono finiti dentro rimbalzando da aree contigue: il sesso deviato, l’arte dada, l’umorismo malato, la letteratura filosofica, Andy Warhol, Agatha Christie, il Dottor Who e Vincent Price; e questo è solo l’antipasto. È stato un periodo... una decade... cominciata con il punk che rompeva le catene liberando espressione e determinazione; poi il genere si è arrovellato all’ombra di Siouxsie and the Banshees, dei Joy Division e dei Doctors of Madness; è uscito alla luce del giorno con i Bauhaus, i Cure e i Sisters of Mercy; ed è esploso come iper-culto con gli Specimen, gli Alien Sex Fiend e i Sex Gang Children, prima che si compisse il suo destino nelle arene d’America con i Cult, i Mission e i Love And Rockets, discendenti diretti, rispettivamente, dei tribali Southern Death Cult, dei “classici” smobilitati Sisters, e, con geometrica circolarità, dei “Bela’s boys” Bauhaus. Ma è stato anche un periodo in cui parecchie band si sono rese conto che, a volte, non era fondamentale ciò che facevano o dicevano, dal momento che il pubblico si creava una propria idea a prescindere. Già nel 1982, ciò che qui definiamo “dark rock” veniva soprannominato “gothic rock” e Steve Severin, bassista dei Siouxsie and the Banshees, si fa portavoce di tutte le band quando dichiara: “Nel periodo in cui la ‘creatura’ gothic si sviluppava tutto intorno a noi, facevamo qualcosa di completamente diverso da ciò che la gente avrebbe voluto”. Sotto la pressante richiesta del pubblico, questo qualcosa si sarebbe però rapidamente modificato, con risultati a volte fatali. “Il termine ‘gothic’ stava sempre lì”