536 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 37 (1, PARTE A), 2005

Vegetazione attuale e del passato presso il lago di Pergusa,

R. TERMINE1 e L. SADORI2 1 Sicilia Ambiente S.p.A., via Roma 353, 94100 Enna; e-mail: [email protected] 2 Dipartimento di Biologia Vegetale, Università di Roma “La Sapienza”, p.le A. Moro 5, 00185 Roma

Il lago di Pergusa è una Riserva Naturale Speciale, il annua risulta di 56,5 millimetri concentrata nel cui ente gestore è la Provincia Regionale di Enna; semestre ottobre÷marzo, con massimi in ottobre e esso è localizzato al centro della Sicilia a 667 metri minimi in luglio. Per la stazione di Pergusa la s.l.m.. E’ un lago endoreico caratterizzato da ampie temperatura media annua nel periodo 2002÷2004 oscillazioni di livello, legate al regime pluviometrico, risulta di 14,1 °C, con valori medi massimi di 26,7 ed occupa la parte più depressa di una struttura °C in luglio e medi minimi di 3,6 °C in febbraio; la sinclinale pliocenica. Per diversi anni il Lago ha piovosità media annua risulta di 69,8 millimetri, registrato un abbassamento del suo livello, con concentrata nel periodo settembre÷aprile, con conseguente riduzione della sua superficie libera, massimi in dicembre e minimi in giugno. Per lo dovuto a vari interventi antropici; il bacino lacustre studio del bioclima è stata utilizzata la classificazione è stato limitato nel suo naturale espandersi, in proposta da Rivas Martinez, successivamente concomitanza di periodi di maggiore piovosità, sia rielaborata da Brullo et al. (1996) per la Sicilia. dalla costruzione di murate e colmate di Nell’area in oggetto, in base ai dati contenimento, visibili ancora oggi lungo le rive e termopluviometrici relativi alle due stazioni pertinenti ad un’opera di bonifica attuata nel utilizzate, il bioclima rientra nel “Mesomediterraneo ventennio fascista, sia, dal 1960 in poi, dalla subumido superiore” (T 13-16°; It = 349-210) che creazione di un canale scolmatore, che provvide per interessa gran parte dei territori montani e molto tempo alla limitazione della esondazione del submontani della Sicilia; in particolare risulta Lago verso aree che oggi sono state del tutto localizzato sul versante tirrenico delle Madonie, dei sottratte al bacino stesso. Dal 1957 risulta Nebrodi e dei Peloritani, sugli Erei, sulla parte circondato da una pista automobilistica, ancora oggi elevata degli Iblei, sui monti a sud di e sui utilizzata per gare motoristiche, che ha determinato monti Sicani. la separazione delle zone ripariali dalle circostanti La flora del bacino pergusino (Amore & Termine, colline con il depauperamento della zona ecotonale. 2005) si presenta molto varia e antropizzata. Molte Contemporaneamente, sino al 1987, le falde zone sono coltivate a seminativi, altre più vicine al vennero emunte fortemente da pozzi pubblici e lago sono state edificate, con presenza di giardini privati che impoverirono massicciamente l’acquifero che ospitano parecchie specie alloctone. Diffuse pergusino a tal punto da aver raggiunto nell’estate sono, inoltre, le colture arboree estensive come gli 2002 la contrazione sub-totale dello specchio uliveti. La vegetazione naturale è limitata alla zona d’acqua; a ciò ha contribuito una forte siccità che A della Riserva che presenta una fascia palustre a per parecchi anni ha determinato un’eccessiva fragmiteto; mentre, nella zona circostante a questa, evaporazione delle sue acque. Oggi, grazie alla la vegetazione naturale boschiva interessa soltanto riduzione quasi totale dell’emunzione e anche ad due aree sulle colline delimitanti il bacino: Cozzo alcune stagioni particolarmente piovose, il Lago Capitone e “Compendio Geracello”; più presenta una graduale, ma significativa, ripresa. precisamente il versante nord del Cozzo Capitone L’esistenza del lago di Pergusa è dunque (Termine, 1991/92) dove in mezzo al condizionata oltre che dal forte impatto antropico rimboschimento forestale, risalente al periodo esistente nel bacino idrografico anche fascista, si sono insediate alcune specie autoctone, dall’andamento climatico. tipiche dei boschi mesofili del Quercion ilicis quali Per le notizie sul clima, sono stati utilizzati i dati Quercus ilex L., Quercus virgiliana (TEN.) TEN., termo-pluviometrici relativi alla stazione meteo di Rhamnus alaternus L., Ruscus aculeatus L, Geranium Enna, ricavati dagli Annali Idrologici del Servizio sanguineum L., etc.; l’area del Compendio, di Idrografico Regionale, degli anni 1976÷2003, e proprietà della Provincia Regionale di Enna, è relativi alla stazione meteo di Pergusa, ricavati localizzata sul versante ovest del bacino, dove è (tramite la centralina installata dalla Provincia presente un lembo di bosco a Quercus virgiliana Regionale di Enna nel 2002) negli anni 2002÷2004; (TEN.) TEN., segno della vegetazione originaria delle da questi dati sono stati estrapolati i relativi colline pergusine (Termine & Ronsisvalle, 2003), climogrammi. Per la stazione di Enna la temperatura che vengono descritte nel I secolo d.C. da Ovidio media annua nel periodo 1976÷2003 risulta di 13,9 (Metamorphoses) e nel IV secolo d. C. da Claudiano °C, con valori medi massimi di 28,7 °C in luglio e (De raptu Proserpinae) come ricche di selve e boschi. medi minimi di 2,3 °C in gennaio; la piovosità media Alcune zone ad accentuata acclività sono dominate INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 37 (1, PARTE A), 2005 537 da formazioni steppiche con dominanza di umano sulla vegetazione comincia ad essere Ampelodesmos mauritanica (POIR.) DUR. ET S.. evidente solo fin dall’età del Bronzo ed è indiscusso I nuovi dati emersi dallo studio della vegetazione da circa 2800 anni fa, quando cereali, vite, attuale inducono a riflettere sulla possibilità che il leguminose ed alcune piante sinantropiche lago, nonché il clima da esso influenzato nelle accompagnano un aumento di ulivo. Dai dati immediate vicinanze, abbia avuto un ruolo paleovegetazionali sembra che l’uomo non abbia determinante nella conservazione della biodiversità. comunque prodotto effetti devastanti sull’ambiente E’ noto che il lago di Pergusa, l’unico lago endoreico nelle ultime migliaia di anni, né tramite l’uso del della Sicilia, è situato in una posizione critica sia da fuoco (Sadori & Giardini, 2004), né tramite un punto di vista bioclimatico (Brullo et al., 1996) coltivazione di piante erbacee ed arboree per la che climatico (Duro et al., 1997). Questa particolare propria sussistenza; poiché il clima aveva già causato sensibilità alle variazioni climatiche lo ha reso un pesanti effetti di disboscamento non solo a Pergusa, sito chiave per gli studi paleovegetazionali e ma anche nelle zone più aride del bacino del paleoambientali non solo in Sicilia e in Italia, ma Mediterraneo. Questi cambiamenti appaiono nell’intero bacino del Mediterraneo. Nell’ambito di enfatizzati, ma non prodotti esclusivamente, due progetti dell’Unione Europea sulla dall’azione umana. desertificazione nel bacino mediterraneo sud- Dal confronto tra la vegetazione attuale e del occidentale è stato effettuato un campionamento dei passato, nonostante la tendenza climatica verso sedimenti tramite carotaggio con sonda manuale nel l’aridificazione delle ultime migliaia di anni lago di Pergusa. Lo studio paleofloristico e evidenziata dallo studio dei sedimenti lacustri, paleovegetazionale (Sadori, 2000, 2001; Sadori & appare che il Lago abbia avuto ed abbia ancor oggi Narcisi, 2001) dei sedimenti olocenici è stato anche un effetto di mitigazione climatica ed un ruolo oggetto di indagini intese a verificare il regime degli importante nella conservazione di alcuni lembi di incendi locali e regionali (Sadori & Giardini, 2004) e vegetazione naturale e costituisca pertanto nella di confronti con altre sequenze del bacino regione un piccolo serbatoio di biodiversità. mediterraneo occidentale (Perez-Obiol & Sadori, 2004). Il paesaggio del lago di Pergusa ha subito LETTERATURA CITATA molte mutazioni nell’arco dei passati millenni. Circa AMORE C., TERMINE R., 2005 – Sicilia Ambiente S.p.A.. 12000 anni fa (cronologia radiocarbonio non Servizio di monitoraggio ambientale della R. N. S. “Lago di calibrata) una vegetazione ad Artemisia, Gramineae e Pergusa” 2003-2004. Provincia Regionale di Enna Chenopodiacee caratterizzava la fine del periodo BRULLO S., SCELSI F., SIRACUSA G., SPAMPINATO G. glaciale. La reforestazione è avvenuta gradualmente, 1996 – Caratteristiche bioclimatiche della Sicilia. Giornale nell’arco di circa 1500 anni, a partire da circa 10600 Botanico Italiano 130 (1): 177-185. anni fa. Questo continuo, sia pur lento, processo di DURO A., PICCIONE V., SCALIA, C. ZAMPINO D., 1997 – rimboschimento naturale è dovuto ad incrementi di Fitoclima della Sicilia – Contributo alla caratterizzazione del fattore aridità. Atti del 5° Workshop “Progetto querce, per lo più caducifoglie, anche se strategico Clima Ambiente e Territorio nel praticamente tutte le angiosperme arboree erano già Mezzogiorno” 2: 133-150. presenti fin dall’inizio di questa fase, fra questi, PEREZ-OBIOL R., SADORI L., 2004 – Similarities and Betula non assume un ruolo pioniere, Fagus è sempre dissimilarities, synchronisms and diachronisms in the Holocene presente, anche se con bassi valori, Olea ed Ulmus vegetation history of the western Mediterranean region. XI appaiono insieme e Corylus è presente International Palynologycal Congress, Granada Spain, sporadicamente. Vere e proprie condizioni forestali 4 - 9 July 2004. Polen, 14: 230. sono state raggiunte solo tra 9000 e 7200 anni dal SADORI L., 2000 – The Holocene pollen record of Lago di presente, quando si sono registrati i più alti valori di Pergusa, , . Abstracts, 10th International biomassa arborea e fitti boschi caducifogli, con Palynological Congress, Nanjing, Cina, 24-30 giugno querce dominanti, coprivano i dintorni del Lago. 2000: 142. —, 2001 – Holocene climatic change in central Sicily (Italy). Dopo 7200 anni fa, i boschi si sono diradati ed è Terra Nostra, 3: 181-186. iniziata una lenta, ma inesorabile, tendenza verso SADORI L., GIARDINI M., 2004 – The role of fire in the l’aridificazione che ha portato all’instaurarsi di una Mediterranean landscapes: an intriguing question. III vegetazione a querce caducifoglie e sempreverdi con International Meeting of Anthracology. Charcoals ulivo molto abbondante circa 3000 anni fa. E’ from the past, Lecce June 28th - July 1st, p. 40-41. difficile stabilire da quando l’uomo è stato presente SADORI L., NARCISI B., 2001 – The postglacial record of nella zona perilacustre; sembra infatti azzardato environmental history from Lago di Pergusa (Sicily). The collegare il momento d’esordio della curva continua Holocene, 11(6): 655-671. di Olea, che pare comunque coincidere con l’inizio TERMINE R., 1991/92 – Contributo alla conoscenza della flora della Selva Pergusina (Enna). Tesi di laurea in Scienze del Neolitico, con la domesticazione di tale pianta. Biologiche, Università di . Va comunque considerato che, secondo analisi TERMINE R., RONSISVALLE F., 2003 – Intervento di morfometriche condotte su campioni antracologici rinaturazione nell’area interessata da eucalipti nella R. N. S. di siti archeologici della Spagna orientale, (Terral & del lago di Pergusa. Tec. Agric., n° 1-2-3, 2003: 33-44. Arnold-Simard, 1996) l’ulivo risulta essere il primo TERRAL, J.-F., ARNOLD-SIMARD, G. 1996 – Beginnings of albero da frutto coltivato (sin dall’inizio del olive cultivation in eastern Spain in relation to Holocene Neolitico) nel bacino del Mediterraneo. L’impatto Bioclimatic changes. Quaternary Research 46(2): 176-185.