Partecipate, Concessioni, Banche I Renziani Alzano La Posta
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19/09/2019 Pagina 5 EAV: € 12.677 Lettori: 259.917 Argomento: Servizi pubblici Partecipate, concessioni, banche I renziani alzano la posta Emilia Patta Le priorità di Italia viva Al via i gruppi: 26 deputati e 15 senatori Nencini presta il simbolo Italia viva non farà la guerra al governo, di cui condivide le linee del programma economico, né pianterà paletti in vista della legge di bilancio a cui sta lavorando il ministro dell' Economia Roberto Gualtieri. D' altra parte la priorità a taglio del cuneo fiscale a tutto vantaggio dei lavoratori non può che trovare favorevole l' ex premier Matteo Renzi: è in sostanza - come rimarca con soddisfazione - un allargamento degli 80 euro. Quanto alla durata del governo, Renzi stesso ha assicurato che «arriveremo almeno all' elezione del Capo dello Stato, quindi al 22». Ma certo la nascita di una terza gamba della maggioranza introduce elementi di possibile fibrillazione nel già difficile dialogo tra M5s e Pd. Partiti storicamente divisi su molti fronti: dalla giustizia alle infrastrutture alle banche. E il fronte renziano, su quasi tutte le questioni in sintonia con il Pd, finirà paradossalmente per evidenziare le differenze tra M5s e Pd rendendo più difficile l' opera di mediazione dei vertici di Largo del Nazareno. Si prenda la questione delle concessioni autostradali. Renzi ha ribadito nelle scorse ore il suo pensiero: «Le concessioni le farei vedere all' avvocatura dello Stato, devono decidere loro, se ci sono le condizioni si tolgono sennò gli fai un regalo per i prossimi 20 anni». Mentre proprio ieri il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano, vicinissimo a Luigi Di Maio, ha ribadito: «Le concessioni vanno tolte e lo faremo». E il Pd? Vicino alla posizione di Renzi ma con l' onere di una difficile mediazione, tanto è vero che la neoministra delle Infrastrutture Paola De Micheli si è fin qui limitata ad aprire a una «revisione» senza accennare a revoche. Oppure la questione, rilanciata in queste ore da Renzi, della possibile fusione tra Leonardo-Finmeccanica e Fincantieri («continuando a tenerle divise non rischiamo di farci mangiare da partner europeri che investono più di noi sullo spazio e la difesa?»). Ebbene, il 30 gennaio scorso il premier Giuseppe Conte aveva smentito interventi su questo. E nelle scorse ore il ministro dem Gualtieri ha ribadito la prudenza del governo giallo-rosso: «Non esiste Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso un piano del governo, posso esprimere solo grande prudenza». C' è poi il tema banche, da sempre divisivo tra M5s e Pd. Durante le consultazioni per la formazione del governo Di Maio aveva rilanciato la storica proposta di dividere le banche commerciali (retail), che svolgono tradizionale attività di depositi e credito a famiglie e imprese, dalle banche di investimento, che svolgono più attività sui mercati. Ipotesi bocciata senza se e senza ma dal Pd e anche da Renzi, tanto è vero che nel programma del Conte 2 alla voce banche c' è solo un generico riferimento alla tutela dei risparmiatori. Ma il tema resta potenzialmente a rischio scontro diretto tra Di Maio e Renzi, che potrebbe anche rivendicare la presidenza della commissione di inchiesta sulle banche in via di insediamento (magari con il senatore Mauro Marino al posto di Gianluigi Paragone ormai al margine del M5s). Sullo sfondo, naturalmente, la legge elettorale: l' accordo di governo prevede il ritorno al proporzionale senza collegi in funzione anti-salviniana, ma c' è da credere che ora M5s e Pd insisteranno su una soglia di sbarramento alta (5%) proprio in funzione anti-Renzi. E anche su questo l' ex premier vorrà di certo dire la sua, forte di 26 deputati e 15 senatori (tra cui la ex Fi Donatella Conzatti e il socialista Riccardo Nencini, che "presta" il simbolo di Insieme per poter costituire un gruppo autonomo). © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso.