Il Governo Mondiale Ebraico
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IL GOVERNO MONDIALE EBRAICO di Dagoberto Huseyn Bellucci (edizione PDF completa in 18 capitoli) PUBBLICAZIONE E COMPOSIZIONE PDF A CURA DI www.TerraSantaLibera.org © http://www.terrasantalibera.org/DagoHB_governo_mondiale_ebraico.htm 1 capitoli Indice titoli 1 FORMAZIONE E SVILUPPO DI UN’ IDEOLOGIA RAZZISTA : IL SIONISMO 2 IL GRAN SINEDRIO MONDIALE : LA TESTA DEL SERPENTE 3 IL PURIM : ORIGINI DI UNA FESTIVITA’ TRAGICA DEL POPOLO EBRAICO 4 NASCITA E SVILUPPO DI UN ESCLUSIVISMO RAZZIALE 5 LA KABALA E IL TALMUD : LO STRANO ESOTERISMO EBRAICO 6 I SEGRETI DELLA KABALA EBRAICA 7 DALL’ ESCLUSIVISMO RAZZIALE AGLI OMICIDI RITUALI 8 OMICIDI RITUALI NELLA STORIA 9 EBRAISMO E MASSONERIA 10 LA MASSONERIA EBRAICA: IL B’NAI B’RITH 11 SIONISMO E CAPITALISMO: DALL’USURA ALLA BANCA MULTINAZIONALI SIONISTE ALL’ASSALTO DEI MERCATI MONDIALI – 12 LA PIOVRA PLUTOCRATICA E IL CASO AMERICANO MULTINAZIONALI SIONISTE ALL’ASSALTO DEI MERCATI MONDIALI - 13 BELGIO E FRANCIA CONTROLLATE DAI PLUTOCRATI SIONISTI MULTINAZIONALI SIONISTE ALL’ASSALTO DEI MERCATI MONDIALI - 14 IL CASO OLANDA MULTINAZIONALI SIONISTE ALL’ASSALTO DEI MERCATI MONDIALI – 15 LA GERMANIA DELLE BANCHE E DEI TRUST INDUSTRIALI VITTIMA DESIGNATA DELL’ODIO SIONISTA MULTINAZIONALI SIONISTE ALL’ASSALTO DEI MERCATI MONDIALI - 16 IL CASO ITALIANO 17 LA GRAN BRETAGNA GIUDAICA – FINANZA E AFFARI ALL’OMBRA DELLA ‘CITY’ L’ORGIA CAPITALISTICA – 18 MULTINAZIONALI E GLOBALIZZAZIONE SOTTO LA DIREZIONE DEL SIONISMO 2 CAPITOLO 1° FORMAZIONE E SVILUPPO DI UN’ IDEOLOGIA RAZZISTA : IL SIONISMO “Uomini siate e non pecore matte, si che di voi – tra voi – il Giudeo non rida” (Dante Alighieri – “La Divina Commedia” – Paradiso, 72-81) Una delle considerazioni fondamentali per inquadrare l’origine e lo sviluppo dell’ideologia del Sionismo è quella di non confondere la natura propria di essa , le sue dimensioni e il suo modo di influenzare l’ opinione pubblica internazionale con l’omonimo movimento politico che prese l’identico nome alla fine del secolo scorso e che porto’ alla fondazione dello stato d’Israele all’indomani del secondo conflitto mondiale. Tale interpretazione oltre a rivelarsi assolutamente incompleta e inadatta a comprendere appieno le valenze metastoriche del Sionismo si rivela anche fuorviante rispetto all’obbiettivo minimo che ci proponiamo con la stesura di questo volume : dimostrare come cioè il Sionismo-Idea si sia sviluppato e organizzato in una lineare continuità storica congiuntamente alle vicende che hanno interessato il popolo ebraico durante innumerevoli secoli e non sia soltanto il frutto avvelenato di una apparente convergenza di interessi prodottasi tra i componenti dell’elitè intellettuale ebraica europea e le mire espansionistiche del colonialismo europeo e dell’egemonismo statunitense. La storia dei popoli che ci viene spesso presentata come un insieme scostante e distinto di eventi epocali fautori della nascita di distinte civiltà , accavallatesi l’una dietro l’altra , creatrici di tradizioni, racconti epici , religioni, riti, progressi tecnici e artistici molte volte non ha saputo scavare nelle reali origini di questi Miti fondatori. Le necessità di considerare alcuni aspetti fondamentali delle civilizzazioni dell’uomo sono state inquadrate da storici e ricercatori entro categorie quali l’eugenetica , l’antropologia, la scienza e la stessa teologia tutte branche specifiche di un insieme che comunque risulta assai più vasto e complesso. Tra quelli aspetti che possiamo definire fondamentali si ritrova senz’ altro la volontà di preservare quello che Walther Darrè , Ministro dell’ Agricoltura della Germania Nazional- Socialista , ha definito con l’ espressione di ‘Blut und Blooden’ , il concetto di ‘Sangue e Suolo’ 3 ossia quel rapporto quasi mistico e spirituale che inevitabilmente lega un popolo al suolo sul quale esso ha fondato la sua civiltà. Attraverso il corso dei secoli , i governanti di quelle nazioni che intendevano conquistare nuovi spazi territoriali e sottomettere altre nazioni avevano un solo mezzo per farlo : l’ uso della forza e della conquista ‘manu militari’. Poteva avvenire che , alcune volte , i popoli dominatori e inclini alle conquiste militari riuscissero ad affermare le proprie volontà egemoniche anche attraverso la stipulazione di trattati economici ed accordi commerciali , scambi culturali e influenza nei costumi e negli usi dei paesi confinanti. In questo caso si trattava di accordi per una reciproca convivenza nella tolleranza e nel rispetto laddove lo stato dominato e influenzato riconosceva la superiorità dello stato dominatore e non ne contrastava obbiettivi e strategie egemoniche. In questi ultimi casi , abbastanza frequenti – molto più di quanto si pensi – nel mondo antico dove la scomparsa di civiltà floride e superiori spesso era data proprio dall’assimilazione a neo- nate civilizzazioni , il popolo sottomesso era destinato a scomparire come entità nazionale e pur conservando alcune tradizioni il più delle volte veniva letteralmente fagocitato dallo stato dominatore. Tra i popoli comunque sempre si sono marcate le differenti razziali cosi’ come apparivano evidenti le differenze psico-attitudinali, la natura stessa della loro funzione di ‘dominatori’ o di ‘dominati’ per intenderci di stati ‘segnati’ da un avvenire imperiale o da nazioni sempre sul punto di scomparire o di sopravvivere a stento. E’ in questo modo che agirono tutti i grandi imperi nati dalle principali culle di civilizzazione umana , da Ur e Kur alla valle dell’Indo, dalla Cina all’area mesopotamica tutta con quella babele di popoli e nazioni che di li’ in poi avrebbero determinato la nascita dell’Assiria, della Fenicia, della Persia, della Grecia, della Caldea , e che – successivamente – nell’area mediterranea sarebbero stati seguiti su questa strada dai romani cosi’ come secoli piu’ tardi da arabi e mongoli. Un continuo nascere, svilupparsi e scomparire di civiltà , di nazioni, di stati , di popoli e di domini fino ai recenti stati-nazionali espressioni spesso proprio di vecchie divisioni interne a questi antichi imperi e di fratture mai del tutto sopite tra comunità ed etnie distinte. Una delle costanti della storia è forse proprio la comparsa di forze nazionali e di civiltà impegnate con la forza delle armi alla conquista di quello che potremmo chiamare il loro ‘spazio 4 vitale’. Gli stessi israeliti nell’arco della loro storia non si comporteranno in maniera diversa dagli altri popoli , cercando di sottomettere con la forza i loro vicini e di conquistare con guerre di conquista e di sterminio le nazioni che , a loro dire, stavano usurpando la loro ‘terra promessa’ . Fondamentale per la loro volontà di potenza e l’affermazione militare della loro strategia di conquista sarà senz’altro proprio l’auto-designazione a popolo-eletto che , nella costruzione di un rigido monoteismo esclusivista , arriverà a conciliare i diritti di un popolo con la soppressione dei diritti altrui, la fede assoluta nel Dio Unico con l’ annientamento delle altre nazioni e dei falsi culti da queste seguiti , il diritto-dovere al predominio universale ‘riservato’ a Israele con l’ olocausto delle altre popolazioni diverse ‘per razza e per sangue’ e perciò impure. Le stesse idee che oggigiorno possiamo rilevare in svariate dichiarazioni dei dirigenti sionisti e dei pubblicisti pro-Israele. Scrive per esempio Israel Shahak che ‘Il Sionismo è una reazione contro i mutamenti progressisti della vita ebraica, cominciati cento o duecento anni prima della comparsa del sionismo stesso. Movimento ‘recidivo’ che, dopo un cambiamento politico e sociale di natura liberatoria e progressista cerca di riportare indietro l’orologio.’ (1°) Questa era sostanzialmente la prassi operativa di conquista e di egemonia seguita nell’antichità e, a ben vedere, tale è rimasta sino ai giorni nostri , sebbene ammantata sotto i nobili ideali e propagandata ai quattro venti attraverso le formule fraudolente dell’intervento umanitario’ , della ‘difesa dei diritti umani’, delle ‘logiche del mercato’, o peggio ancora dietro giustificazioni il più delle volte smaccatamente inconsistenti. Le motivazioni che , da sempre, hanno spinto i popoli a combattere per il dominio di altri territori , per l’egemonia su altre nazioni , sono da ricercarsi – il più delle volte – nelle esigenze di sicurezza strategica, prosperità economica o volontà di potenza ; tutti obbiettivi che spesso venivano perseguiti accompagnandoli da considerazioni di ordine spirituale , da dettati religiosi o da valutazioni razziali e etniche. E’ in questo contesto generale che la storia del popolo d’Israele non differisce assolutamente da quella degli altri popoli , almeno fino a quando – in un dato momento della storia di questa nazione – i rabbini , i dottori della legge , non modificarono radicalmente il ‘senso’ della loro visione messianica del mondo imponendo al loro popolo uno status di superiorità e di primogenitura rispetto a tutti gli altri popoli della terra. Il Sionismo è in effetti un movimento specifico del popolo ebraico , il cui obbiettivo non è solamente il ritorno degli ebrei dispersi della Diaspora nella terra promessa , la Palestina biblica , 5 cosi’ come sono soliti credere i mass media , gli ambienti intellettuali e culturali dell’ Occidente e del mondo islamico. Al contrario di quanto da decenni viene propagandato , i veri obbiettivi del Sionismo sono molto piu’ ampi e , ad un certo punto , arrivano persino a contraddire la stessa ideologia a loro anteriore. Tutto questo ci costringe a fare immediatamente la seguente puntualizzazione : 1) il Sionismo