Storia della Serie

Una delle figure eroiche più durature nella letteratura e nella cinematografia moderna è stato Robin Hood, celebre per sottrarre ai ricchi per donare ai poveri. La leggenda di Robin Hood, uno dei più abili combattenti contro la tirannia, è una di quelle in cui i fans più facilmente si identificano, non c’è quindi da sorprendersi se il tema è stato ripreso in svariate versioni e è stata una di quelle più celebri. Zorro, traduzione spagnola di “volpe”, è la storia di un cavaliere mascherato che combatte le ingiuste leggi del pueblo di Los Angeles durante la dominazione spagnola. La sua vera identità è quella di Don Diego de La Vega, figlio di un ricco possidente. Diego ritorna dai propri studi in Spagna e scopre che Los Angeles è controllata dal Capitan Monastario, un uomo crudele che sfrutta il proprio potere per scopi personali. Sapendo di non poter sconfiggere apertamente Monastario e le sue truppe, Diego ricorre al sotterfugio quindi adotta la segreta identità di Zorro, una misteriosa figura vestita di nero, e combatte le ingiustizie di Monastario. Zorro fu creato nel 1919 dallo scrittore Johnston McCulley. La prima storia, “La maledizione di Capistrano”, apparve sulla rivista “Argosy”, poi seguirono più di 65 libri su Zorro e brevi storie. Prima della morte di McCulley, avvenuta il 22 novembre 1958 a 75 anni, circa 500 milioni di lettori in tutto il mondo seguivano le avventure del vendicatore mascherato in 26 lingue. Considerato il successo, fu inevitabile che la storia divenisse un film ed infatti vi furono diverse versioni cinematografiche, ad iniziare con “The Mark of Zorro” di Douglas Fairbanks Sr. nella produzione del 1920. Seguirono nel 1940 il celebre remake con Tyrone Power e nel corso degli anni molti altri films e serials.

Walt Disney si interessa a Zorro

Nel 1950 McCulley assegnò i diritti televisivi e cinematografici di Zorro a Mitchell Gertz, un agente di Hollywood; questi tentò per diversi anni di trovare un finanziatore per produrre una serie su Zorro senza riuscirci. Poi nel 1952 fu coinvolto il quale utilizzò la propria “Research Company” (WED Enerprises) per comprare i diritti delle storie su Zorro da Gertz, pianificando la produzione di un certo numero di episodi ed adoperando i profitti ricavati per ampliare il proprio Parco. Inizialmente Disney cercò di vendere il programma a chiunque ne fosse interessato, ma quando i networks insistettero per un episodio- pilot ed egli rifiutò il progetto non ebbe seguito. Nel 1954 il settore editoriale pubblicò diverse storie meditando di inserire Zorro nel pacchetto d’investimenti dell’ABC (compagnia delle radioaudizioni USA) in favore del Parco, ma il network si accordò invece per la serie antologica Disneyland così che il progetto Zorro sembrò fallire. Tuttavia quando Walt Disney necessitò di una nuova serie da proporre all’ABC in cambio di un forte contributo per il Parco, l’iniziativa venne ripresa.

Casting della serie

Nel frattempo la Disney consolidò la propria fama, tanto che non fu più necessario realizzare un pilot e Walt iniziò immediatamente la ricerca di un interprete per il ruolo di Zorro, conscio che chiunque avesse scelto sarebbe stato inevitabilmente paragonato a Tyrone Power. Questo ruolo fu molto ricercato, il successo di “Davy Crockett” non doveva essere intaccato da una schiera di attori che aspiravano solamente a diventare il nuovo Fess Parker degli Studios. Furono esaminati più di 20 attori, fra cui Hugh O’Brian, John Lupton, Jack Kelly, Dennis Weaver e David Janssen. Il 18 aprile 1957 lo Studio fece un provino ad un attore relativamente sconosciuto, , e quando Walt Disney vide il risultato seppe di aver trovato il proprio Zorro. Guy Williams, il cui vero nome era Armando Catalano, era nato il 14 gennaio 1924 a New York. Dopo aver frequentato l’Accademia Militare di Peekskill, lavorò come modello e fu notato dall’Universal International Studios che lo mise sotto contratto nel 1952. Sebbene fosse apparso in film quali “Bonzo goes to college”, “Mississipi gambler”, “Seven angry men”, “Sincerely yours”, “I was a teenage werewolf”, “The last frontier” e “Man from the Alamo”, le parti di Williams erano relativamente esigue e sembrava che le sue speranze di diventare un primo attore fossero vane. Prima che Disney trovasse l’attore Williams, alto 190 centimetri, fu quasi sul punto di rinunciare alla propria carriera cinematografica, ma fortunatamente venne scritturato nell’audizione per il ruolo di Zorro e, con meraviglia, si ritrovò ad essere la star della serie televisiva. Durante tutte le sue imprese Diego poteva sempre contare sull’aiuto del suo fedele servitore Bernardo che, muto dalla nascita, decide di aiutare il suo padrone fingendo di essere anche sordo; questo gli permetteva di ascoltare segretamente le conversazioni e di riportarle a Diego. Bernardo ha anche indossato diverse volte gli abiti di Zorro permettendo a Diego di essere visto nel medesimo luogo ed eliminando in tal modo il sospetto che egli potesse essere il vendicatore mascherato. Bernardo era interpretato da Gene Sheldon che sfruttò la sua passata esperienza di pantomima per adattarla al ruolo del servitore muto. Interprete versatile con esperienze di radio, vaudeville, Broadway e film, Sheldon fu scritturato con un contratto a lungo termine per Zorro ed eventualmente per diversi altri films dello Studio (es. nel 1960 interpretò anche “Toby Tyler” con Henry Calvin). Un altro importante personaggio era quello del Sgt. Garcia, il comandante in seconda del pueblo. Garcia era un personaggio piuttosto comico, a causa del proprio fisico paffuto. Coadiuvava il perfido comandante della guarnigione, ma col progredire della serie sviluppa anche una certa complicità con Zorro. Benché tentasse di essere un buon soldato, Garcia doveva sempre fare i conti con la sua voracità ad apprezzamento per le bevande. I malfattori ne erano al corrente, così Garcia involontariamente diveniva ripetutamente un problema per Zorro. Garcia era interpretato da Henry Calvin, il cui vero nome era Wimberly Calvin Goodman. Nativo di , aveva recitato a Broadway in “Kismet” ed altre opere e teneva un proprio programma radiofonico alla NBC nel 1950. L’attore, alto circa 187 cm, raggiungeva l’impressionante peso di 340 pounds (153 kg) e doveva adoperare uno speciale rasoio per mantenere la tipica barba incolta di Garcia. A completamento dei personaggi vi era Don Alejandro, padre di Diego, uno dei più ricchi ed eminenti cittadini di Los Angeles, a cui molti fra i contadini ed i proprietari terrieri si rivolgevano per ottenere aiuto. Fu Alejandro che per primo richiamò il proprio figlio in California per sconfiggere insieme il malvagio Monastario nella sua brama di potere dando inavvertitamente inizio alla carriera di Zorro. Per gran parte della serie Alejandro non sa che Diego è Zorro e l’apparente codardia del figlio causa attrito all’interno della famiglia. La parte di Alejandro era interpretata dall’esperto caratterista George J.Lewis che curiosamente aveva indossato i panni di Zorro come co-protagonista della serie in 12 parti della Republic Pictures “Zorro’s Black Whip” (1944) accanto a Linda Stirling (Barbara Meredith): quando morì il fratello giustiziere, Barbara assunse il ruolo di “frusta nera”, un successore di Zorro, e Lewis, che interpretava il suo fidanzato, indossò il costume del fuorilegge per salvaguardare il suo segreto. Oltre al costume ed all’abilità con la spada, Zorro si affidava al suo fedele cavallo Tornado, interpretato da Diamond Decorator, un quarter-horse di 7 anni con 3 controfigure usate per filmare le varie acrobazie del cavallo: un animale specializzato nell’impennata, come si vede nella scena di apertura, uno per le scene di battaglia ed il terzo per le corse.

Preparativi per la serie

Mentre il casting stava procedendo, lo Studio stava lavorando per l’adattamento temporale di Los Angeles. Nel giugno 1955 gli operai iniziarono a costruire i set permanenti della serie, che includevano gli edifici dell’antico Pueblo de La Reina de Los Angeles ed il Cuartel militare. Questi furono i primi set permanenti dello Studio e costarono più di 100.000$. Disney spese anche 35.000$ per gli arredamenti e 30.000$ per il materiale scenico addizionale, concorrendo a portare i costi di pre-produzione a un totale di 208.000$. Tutto ciò fu dispendioso, ma la qualità risultò evidente sullo schermo, definendo lo stile dell’eroico avventuriero mascherato. Come erano elevati i costi di realizzazione della serie, così lo erano quelli dei singoli episodi: Disney stabilì un budget tra i 50.000 ed i 100.000$ per ogni episodio di 30 minuti, ma la prima stagione di 39 episodi costò alla fine 3.198.000$. Quando Disney studiò il mercato televisivo nel 1950 il costo medio di un programma di 1 ora era solo di 13.840$ mentre lui ne spendeva in media 82.000$ per uno di solo mezz’ora, ancora una volta Disney stava stabilendo i propri standards. Nonostante ciò Walt Disney cercò di contenere i costi e lo fece al momento di mandare in onda. Uno dei metodi fu di girare fino a porzioni di 4 episodi allo stesso tempo, quando questi utilizzavano lo stesso set. Guy Williams a quel tempo commentò: “Talvolta è un po’ disorientante. Non è che non ci si ricordi i dialoghi, ma non ci si ricorda la successione degli eventi. A volte ho un’amnesia completa e dobbiamo ritornare a leggere le scene già girate”. Williams dovette anche affrontare un rigoroso programma di allenamento ideato per trasformare l’ex modello nell’esuberante eroe. Sebbene avesse precedentemente praticato un po’ di scherma, venne deciso che Williams avesse bisogno di un po’ di intenso lavoro di ripasso per risultare convincente sullo schermo. Lo Studio assunse Fred Cavens, il maestro di scherma che aveva precedentemente allenato Douglas Fairbanks, Sr. e Tyrone Power, per seguire Guy Williams e gli altri del cast. Oltre alle lezioni di scherma vi erano altri corsi da frequentare. Il ruolo di Diego richiedeva a Williams di suonare la chitarra quando faceva serenate alle señoritas, ma sfortunatamente lui non sapeva né suonare la chitarra né cantare. Nonostante una serie di lezioni con Vicente Gomez, maestro di chitarra, Williams non raggiunse le abilità richieste e fu doppiato da un cantante professionista, Bill Lee, che era anche uno dei cantanti della sigla della serie. Oltre alle canzoni d’amore di Diego, la musica giocava un ruolo importante in tutta la serie. Il compositore William Lava scrisse un diverso tema musicale per ognuno dei personaggi principali, similmente alla tecnica usata per “Peter and the Wolf (Pierino e il Lupo)”. Tali temi venivano eseguiti quando i personaggi erano sulla scena ed aiutavano a mettere in risalto l’azione che seguiva. Per esempio quando entrava il Sgt. Garcia una vivace musica di sottofondo faceva presagire gli eventi successivi. Tuttavia il pezzo più importante fu il tema introduttivo della serie che, pur breve, divenne una delle sigle televisive più conosciute di tutti i tempi. Le parole sono state scritte da Norman Foster e la musica da George Bruns:

Out of the night, Fuori nella notte, When the full moon is bright, Quando brilla la luna piena, Comes the herseman known as Zorro. Arriva il cavaliere chiamato Zorro. This bold renegade Questo intrepido rinnegato Carves a Z with his blade, Incide una Z chon la sua spada, A Z that stands for Zorro. una Z che sta per Zorro.

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He is polite, but the wicked take flight, E’ gentile, ma il malvagio fugge, when they catch the sight of Zorro. quando appare Zorro. He's friend of the weak, and the poor, and the E’ amico del debole, e del povero, e del mite, meek, E’ veramente unico il Señor Zorro. this very unique Señor Zorro. Zorro, Zorro, la volpe così astuta e libera, Zorro, Zorro, che fa il segno Z. Zorro, Zorro, the fox so cunning ad free, Zorro, Zorro, who makes the sign of the Z. Zorro, Zorro, Zorro, Zorro, Zorro. Zorro, Zorro, Zorro, Zorro, Zorro.

Presto tutta l’America iniziò a cantarla e poco dopo il debutto della serie apparve sul mercato il primo disco. Mentre ci si sarebbe aspettati che il quartetto che eseguiva la canzone della serie (Thurl Ravenscroft, Bill Lee, Bob Stevens e Max Smith) avrebbe avuto l’onore di essere il primo sul mercato, in effetti fu Henry Calvin che lanciò la prima interpretazione. Seguirono molte altre interpretazioni, ma la più famosa fu quella dei Chordettes, che scalarono rapidamente la “Top 20”. Nel complesso più di 1.000.000 di copie furono vendute nel corso dei 2 anni della serie.

Un mercato prospero

Non appena Zorro andò in onda i ragazzi incominciarono ad imitare il loro nuovo eroe, fingendo di essere provetti spadaccini e tracciando delle Z ovunque. Questo vandalismo giovanile si estese tanto che una diceria del tempo raccontava come Williams trovò una grossa Z incisa sulla vernice della sua nuova auto. I nuovi fans iniziarono anche a volersi immedesimare nel ruolo e lo Studio aveva previsto proprio questa possibilità. La Disney aveva autorizzato già un certo numero di licenze e così i costumi di Zorro, le spade e le fruste velocemente balzarono in cima alle preferenze di molti ragazzini. Il contratto di Williams prevedeva che egli ricevesse il 2,5% dalle vendite di prodotti legati al personaggio; così come Fess Parker aveva goduto di una inaspettata fortuna finanziaria quando le vendite di “Davy Crockett” s’inpennarono, Williams trovò questa clausola molto vantaggiosa. Molti di coloro che avevano raggiunto il successo con le vendite legate a “Davy Crockett” e il “Mickey Mouse Club” firmarono immediatamente i contratti per “Zorro”, con più di 500 prodotti autorizzati (colori,giochi, pigiami, calze, cinture, cravatte di satin, orologi, libri da colorare…).

Finanziamento pubblicitario

Zorro aveva due sponsors, la bevanda analcolica 7-UP e la AC Spark Plug Division di General Motors. Walt Disney aveva compiuto ogni sforzo possibile per ottenere il sostegno della 7-UP, inclusa un’apparizione in un filmato creato per gli imbottigliatori ed i distributori della bibita. Facendo schioccare con enfasi la frusta di Zorro, Walt mostrava i locali della serie utilizzando modelli di set esterni non ancora costruiti ed i costumi di scena. Il lancio delle vendite fu un successo e la 7-UP accettò di partecipare ad una serie di promozioni congiunte con la Disney, non tutte collegate a Zorro. Per esempio Annette e Roberta Shore furono viste promuovere “The Shaggy Dog” con un brindisi di 7-UP. Sebbene ci fossero due sponsors, ognuno voleva essere identificato specificatamente con la serie, Disney decise allora per un unico accostamento: invece di far comparire ogni settimana messaggi commerciali di entrambi i prodotti, gli sponsors si alternavano settimanalmente con il breve messaggio “Dal vostro sponsor alternativo…” rendendo così certo che ogni compagnia si dividesse settimanalmente il successo. Entrambi gli sponsors utilizzarono personaggi animati nei loro spot. Il più celebre fu Fresh-up Freddie della 7-UP, un galletto mascherato da Zorro. Inizialmente il personaggio non aveva un nome, ma quando la popolarità dello spot decollò gli inserzionisti decisero di trarne vantaggio e cominciarono a promuovere lo stesso Freddie che divenne una celebrità ricevendo lettere dai fans. La 7-UP sponsorizzò il mensile commerciale “Zorro Newsletters”, con una tiratura di 10.000 copie al mese, che raffigurava lo stesso pupazzo di Freddie in foto pubblicitarie con le stars della serie. Sono ormai quasi dimenticati i personaggi dell’AC, Alan Cranbroke e Cynthia Aldrich. Questa coppia era animata da Gordon Mills, che fece loro menzionare i prodotti AC nelle dispute casalinghe e nella vita quotidiana.

Zorro incontra i fans

Proprio come Fess Parker ed i Mouseketeers girarono il Paese per promuovere il loro show, così Guy Williams montò in sella per promuovere Zorro. Uno dei luoghi dove apparve più spesso furono i rodei, dove riceveva 2.500$ per cavalcare nell’arena nei panni di Diego. Williams però trovò che il pubblico era incostante quando apparve nel 1958 nel Portland Rose Parade nelle vesti di Grand Marshal: egli si rifiutò di cavalcare lungo l’itinerario della Parata, affermando di non montare mai un cavallo se non ne conosceva il temperamento, e lo percorse in auto, deludendo i fans lungo la via. Un giornale locale pubblicò allora la foto di un bambino di 5 anni sopra un cavallo e Williams imbarazzato replicò che aveva rifiutato di cavalcare non perché temesse per la propria sicurezza personale ma perché era più preoccupato della reazione del cavallo di fronte alla folla. Più tardi venne riportato che Williams aveva affermato di essere prudente con i cavalli da quando si era rotto una spalla cercando di imparare a montare Tornado, ma altri articoli attribuirono l’incidente al 1953, prima che egli approdasse al ruolo di Zorro. Fortunatamente Williams superò questa controversia minore e la sua popolarità rimase intatta. In tipico stile Disney, Walt utilizzò il cast di Zorro in promozioni di successo mediante una serie di apparizioni dal vivo a Disneyland. Inserzioni su un giornale pubblicizzarono la presenza al Parco di Guy Williams, Henry Calvin, Gene Sheldon e Britt Lomond, con la prima esibizione il 26-27 aprile 1958 ed una seconda uscita dal 30 maggio al 1 giugno. Oltre alle parate giornaliere le star apparivano anche in 4 spettacoli quotidiani, tre dei quali inscenavano un inseguimento tra Zorro e Monastario sui tetti di “Frontierland” con gli avversari che finivano nel fiume. Il quarto show invece era tenuto nel “Magnolia Park” di Frontierland, con Williams nei panni di Diego. La reazione fu così positiva che una terza serie di apparizioni fu tenuta dal 27 al 30 novembre per il week- end del Giorno del Ringraziamento, ma senza Lomond impossibilitato a partecipare. Williams ritornò a Disneyland anche per un’altra serie di apparizioni personali in occasione del Natale 1958 Zorro godette di una stagione molto fortunata, raggiungendo il 35,7% dell’audience tv ogni sera e circa 35.000.000 di spettatori videro il programma settimanalmente. Ogni serie che venne contrapposta a Zorro quell’anno si ritrovò cancellata: sulla CBS sparirono “Harbor Master” e “Richard Diamond”, sull’NBC “You bet your life”. Il successo di Zorro indusse lo Studio a sottrarre una pagina al suo libro di “Davy Crockett”. Parti dei primi 13 episodi di Zorro furono montati nel lungometraggio “The Sign of Zorro”. Il film ebbe sono un modesto guadagno nazionale, ma quando venne commercializzato oltremare, dove la serie non era ancora andata in onda, realizzò un altro successo per la Disney.

La seconda stagione

Dato il successo della prima stagione non fu una sorpresa che Zorro venisse rinnovato per un secondo anno. Come per molte altre serie sarebbero stati apportati cambiamenti nel look, per riflettere le opinioni del pubblico e la realtà economica. Uno dei primi cambiamenti fu l’allontanamento dal rigido schema di 13 episodi per ogni storia della prima serie. Come affermò l’editore Lowell S. Hawley: “Ora possiamo scrivere storie per quel che valgono; se uno scrittore ha materiale sufficiente per tre, quattro, cinque episodi… lo lasciano fare”. Ciò permetteva di avere a disposizione un gran numero di storie e nello stesso tempo risolveva il problema consueto della serializzazione. Se uno spettatore avesse perso uno dei primi episodi della prima stagione era possibile che si rifiutasse di seguire la storia avanzata. Invece frammentare la stagione in più storie brevi consentiva ai telespettatori di perdere anche una settimana e riuscire ancora a comprendere ciò che stava accadendo negli episodi successivi. Per la seconda stagione lo Studio fece anche un cambiamento nel casting, nella speranza di attrarre maggiormente le telespettatrici. Una delle critiche alla prima stagione era stata la mancanza di interesse di Diego per il sesso opposto dato che era sempre più interessato ad inseguire l’ennesimo malfattore piuttosto che correre dietro alle donne. L’attrice Jolene Brand fu assunta per la parte di Anna Maria Verdugo, una ricca señorita locale, ed Anna Maria fu destinata ad apparire in 9 dei 13 episodi iniziali, permettendo allo Studio di saggiare la reazione del pubblico senza doversi impegnare ad assumere la Brand per tutta la stagione. Evidentemente però l’impatto sugli spettatori non aumentò dal momento che il personaggio venne accantonato e Diego tornò alla sua condizione solitaria. Un altro cambiamento avvenne con la nuova sequenza d’apertura dell’episodio del 22 gennaio 1959. Invece di utilizzare un pezzo di apertura settimanale per collegare una puntata all’altra come avevano fatto fino ad allora, ogni show utilizzava scene tratte dall’episodio della settimana stessa, nel tentativo di attirare gli spettatori che potevano imbattersi nella trasmissione girando i canali del televisore. Dick Tufeld, annunciatore della serie antologica, forniva sia la narrazione introduttiva delle nuove scene d’apertura sia dell’anteprima dell’episodio della settimana successiva. Tutti i cambiamenti consolidarono il successo, i contributi aumentarono e Zorro progredì fino ad ottenere il 38,9% dell’audience per serata. Il 1959 vide la cancellazione di due fra le più famose serie della NBC, “ Ed Wynn” e “Steve Canyon”, e Zorro spodestò stabilmente anche “December Bride” della CBS. In complesso Zorro sconfisse ben cinque delle sette serie andate in onda allora. Lo Studio mise in commercio anche un altro lungometraggio composto da diversi episodi. “Zorro The Avenger” venne commercializzato solo oltre oceano e non fu visto negli USA finché non venne trasmesso dal “Disney Channel”. Un’altra curiosità Disney riguarda alcuni episodi della seconda stagione. Come molte altre giovani donne, manifestò una cotta per Guy Williams, ma diversamente da tutte le altre poté realizzare il suo desiderio. Come regalo per il suo sedicesimo compleanno Walt Disney la inserì nel cast di alcuni episodi nel ruolo di Anita Cabrillo, una nuova arrivata nel Pueblo con un misterioso passato.

Inizia la battaglia con l’ABC

Sfortunatamente Zorro dovette combattere anche contro un nemico che non aveva speranza di sconfiggere, il sistema legale americano. Come riportato nel terzo paragrafo, Disney e l’ABC rimasero coinvolti in un’amara serie di dispute legali riguardanti il possesso delle serie antologiche del “The Mickey Mouse Club” e Zorro. Incapaci di venire ad una conclusione, la Disney decise di eliminare Zorro dal palinsesto, nonostante gli alti contributi che la serie avrebbe sicuramente ricevuto se fosse ritornata per una terza stagione. Mentre le manovre legali continuavano, la Diney trasmise un 4 ore non-stop di episodi di Zorro per tenere vivo l’interesse del pubblico per il personaggio. Walt utilizzò nuovamente Annette Funicello in uno di questi, “The Postponed Wedding”, nello sforzo di trarre profitto dalla sua popolarità. Walt Disney continuò anche a mantenere per due anni Williams a pieno salario, ma nel frattempo le pratiche legali si conclusero e lo Studio pensò che il pubblico si fosse indirizzato altrove e non ci sarebbe stato motivo di far rivivere Zorro. Nonostante questa decisione Disney mantenne i diritti su Zorro pagando a Gertz 3.500$ all’anno, solo nel 1967 lo Studio rinunciò ai propri diritti su Zorro.

La programmazione di Zorro

Come il “Mickey Mouse Club”, Zorro più tardi ritornò ad essere programmato ad iniziare con la stagione 1965/1966. Il corso originale della serie aveva attratto circa 35.000.000 di spettatori ed ora si era innalzato il tasso demografico delle fasce d’età interessate, rendendo quindi piuttosto facile per la Disney piazzare il programma sul mercato. Pianificando di contenere al minimo i costi, lo Studio usò lo stesso principio delle “pellicole a rotazione” che aveva adoperato per la programmazione del “Mickey Mouse Club”, dividendo nuovamente le stazioni in tre siti di stampa A, B e C. Per fare ciò dovettero eliminare i primi due episodi (“Presenting Señor Zorro” e Zorro’s Secret Passage”), dato che quelle stazioni che erano partite con la serie di stampa B o C avrebbero confuso gli spettatori se avessero mostrato le origini di Zorro nel mezzo della stagione. La lacuna fu riempita prendendo due episodi dalla seconda stagione dello show, “Señor China Boy” e “The Iron Box”, ed utilizzandoli nel gruppo A delle trasmissioni. Oltre a questo scambio, allo Studio necessitò fare poco lavoro, dato che principalmente i 13 episodi della prima stagione erano stati divisi in tre gruppi dai network. Un totale di 43 stazioni si prenotarono per la serie, che cominciò ad andare in onda l’8 settembre 1965 e Disney la riunì per la promozione del programma. Oltre alla stampa tradizionale ed alla pubblicità televisiva lo Studio riuscì sia a commercializzare la serie sia ad essere pagato per questo allo stesso tempo! Crearono un nuovo personaggio, “Little Zorro”, e lo utilizzarono nella quotidiana striscia a fumetti di Mickey Mouse che appariva su più di 100 giornali sparsi per tutto il Paese. Il primo anno di programmazione andò bene e Zorro ritornò il secondo anno nel 1966. Gli episodi della seconda stagione che erano stati utilizzati per completare la prima stagione di programmazione furono sostituiti da un episodio antologico suddiviso in due parti, ed ancora una volta la serie fu molto proficua per lo Studio Disney. Si pensò infatti seriamente di produrre nuovi episodi, ma uno sguardo ai costi soffocò quest’idea.

La vita dopo Zorro

Dopo che gli ultimi episodi dell’antologia di Zorro furono andati in onda, Walt Disney perse interesse al personaggio e nel 1967 lo Studio decise di non rinnovare la sua opzione e di lasciare i diritti a Gertz. Completata la programmazione, Zorro divenne un’altra delle serie tv cancellate. Successivamente al ruolo di Zorro, Guy Williams apparve solo in un altro progetto Disney, “The Prince and The Pauper”. Lo studio cercò di trovare altri ruoli adatti a Williams, ma infine decise di non rinnovargli il contratto. Dopo ave lasciato il libro- paga della Disney, Williams lavorò in alcuni ruoli cinematografici televisivi. Per un certo periodo fu chiamato a sostituire Pernell Roberts in “Bonanza” quando questi lasciò la serie per cercar fortuna nel cinema, e Guy Williams apparve in diversi episodi per saggiare il personaggio. Quando tale tentativo non ebbe successo, lavorò sporadicamente finché fu scritturato per vestire il ruolo di protagonista nella serie di fantascienza “Lost in Space” nei panni del Professor John Robinson. Dopo alcuni anni di riprese, diminuendo sempre più il ruolo in quella serie Williams lasciò lo show-business e Los Angeles. Diversi anni prima egli si era recato in Argentina per promuovere Zorro e là aveva goduto della stima del pubblico ed aveva apprezzato lo stile di vita locale. Andò a Buenos Aires ed acquistò una proprietà di campagna costruendo un ranch per l’allevamento del bestiame. Ritornò raramente negli USA, sebbene nel 1975 sembrò che egli potesse ritornarvi per indossare ancora la maschera di Zorro. I giornalisti reclamarono affinché Williams fosse il protagonista di un nuovo film, “Grandson of Zorro”, ma il progetto non venne mai realizzato. Nel 1982 circolò nuovamente la voce che egli interpretasse Zorro. Gli Studios stavano iniziando la lavorazione di una version-comedy, “Zorro ad Son”, ed erano molto interessati ad ottenere Williams per rivalutare il suo ruolo di Diego/Zorro. Inizialmente Guy Williams si mostrò davvero interessato, ma quando vide il copione decise di abbandonare il progetto. “Zorro ad Son”, fu comunque realizzato, ma senza Williams che era ritornato nella sua casa di Buenos Aires. Fu là che egli morì solo, in un periodo compreso fra la fine di aprile e l’inizio di maggio 1989, all’età di 65 anni. I vicini di casa notarono di non averlo visto per diversi giorni e la Polizia lo trovò morto nel proprio appartamento per cause naturali. La sua scomparsa per contro ricevette negli USA maggior riscontro giornalistico, ad indicare l’apparente fine di un’era. Comunque Zorro non era finito. Oltre a “Zorro and Son”, il vendicatore mascherato guadagnò nuovi spettatori quando gli episodi originali furono ripetutamente trasmessi sul “Disney Channel”. Dopo diverse repliche dell’originale (formato bianco e nero) la serie guadagnò una nuova generazione di spettatori quando la Disney colorizzò con successo la serie, rendendola così maggiormente appetibile alla moderna audience. Trent’anni dopo la prima cavalcata di Zorro per combattere l’ingiustizia, egli continuò ad attrarre nuovi fans, che ancora una volta amarono tracciare “The mark of the Z” ed ancora oggi, e per sempre, Guy continuerà a vivere nei nostri cuori.

http://www.billcotter.com/zorro/index.htm