MAT2020 - n°25 - Agosto 2015 - n°25 Agosto MAT2020

CHRIS SQUIRE PATTI SMITH GOBLIN REBIRTH JUST GINGER BAKER Ultimo numero estivo di MAT2020, come sempre carico di significati musicali. Terribile la notizia relativa alla prematura dipartita di Chris Squire, di cui si conosceva la re- cente malattia, ma il rapido epilogo non era davvero ipotizzabile. A lui è dedicata la cover di Valter Boati e un articolo di Damiano Premutico, alias Donald McHeyre. Largo spazio alle recensioni, con l’analisi di Athos Enrile degli album degli Spettri, Delirium, Camelias Garden, Merry Go Round e Barock Project, tutti rilasciati in un breve spazio tem- porale. MAT 2020 - MusicArTeam racconta... La presentazione dei nuovi album prosegue con il Live Studio de Il Ballo delle Castagne, ascol- [email protected] tato da Gianni Sapia, e Quasi English di Lanzetti & Roversi, proposto da Alberto Sgarlato. Angelo De Negri Anche Franco Vassia contribuisce al commento delle novità in uscita, raccontandoci il doppio General Manager and Web Designer CD degli Osanna, Palepolitana. Ancora una volta l’angolo del fan è occupato da Roberto Attanasio che ci riporta al 17 maggio, Athos Enrile al concerto che i Goblin Rebirth tennero al FIM di Genova. 1st Vice General Manager and Chief Editor Un articolo particolare è quello che descrive, nella doppia lingua, la riproposizione del famoso Massimo ‘Max’ Pacini Suite for Flute and Jazz Piano di Claude Bolling, riarrangiata da Steve Barta, in collaborazione 2nd Vice General Manager, Chief Editor and Webmaster con il pianista Jeffrey Biegel e il flautista Hubert Laws. Ancora McHeyre ci fa rivivere un momento “giovane” che ha visto protagonisti iJUST , di sce- Marta Benedetti, Paolo ‘Revo’ Revello na al CROSSRoads di Roma. Administration Sempre ricche le rubriche “fisse”: il metal diMaurizio Mazzarella, il blues di Fabrizio Poggi, le Web Journalists: perle nascoste di Riccardo Storti, i dischi della vita di Alberto Sgarlato (casualmente, nell’oc- Roberto Attanasio, Valter Boati, Dimitri Magnanini, Maurizio Mazzarella, Fabrizio Poggi, Da- casione, “Fragile”!), il viaggio di Mauro Selis nella musica progressiva meno conosciuta (pro- miano Premutico (Donald McHeyre), Francesco Pullè, Mauro Selis, Alberto Sgarlato, Riccardo segue l’indagine brasiliana) e l’attenzione per i risvolti psicologici che solo il Dott. Selis riesce Storti, Franco Vassia. ad abbinare alla musica. Il reportage fotografico è proposto daFrancesco Pullè che con i suoi scatti ci racconta un con- certo modenese di Ginger Baker.

MAT2020 is a trademark of MusicArTeam. Il versante live è arricchito dal resoconto del concerto tenuto da Patti Smith il 31 luglio a San- to Stefano di Magra (SP), realizzato da Angelo De Negri, con reportage fotografico di Dimitri Magnanini. Una new proiettata nel mese di settembre ci presenta il Festival Prog Rock Torino.

Sarebbe bello utilizzare frasi ad effetto per enfatizzare il ritorno dopo la sosta… di solito si fa così! A noi piace usare il low profile e sottolineare che, dopo la sosta ai box, ritorneremo a parlarvi di musica, tra informazione, cultura e divertimento. A noi sembra già molto!

2 3 sommario MAT2020 - n° 25 Agosto 2015

DELIRIUM SPETTRI GINGER BAKER L’immagine di copertina: CHRIS SQUIRE fotografato da Vallter Boati al concerto degli YES a Trieste il 25/11/2011.

In questo numero: (click sul titolo per andare alla pagina) Le Rubriche di MAT2020 (click sul titolo per andare alla pagina) New Millennium Prog Profondo Blues a cura di Mauro Selis a cura di Fabrizio Poggi SUDAMERICA: MUDDY WATERS BRASILE PARTE 2 CHRIS SQUIRE BAROCK PROJECT BARTA/BIEGEL

Metalmorfosi Once I wrote some poems a cura di Maurizio Mazzarella a cura di Alberto Sgarlato LORENZO BUG MEONI YES: “FRAGILE” IL BALLO DELLE PATTI SMITH MERRY GO ROUND CASTAGNE Gioielli Nascosti Psycomusicology a cura di Riccardo Storti a cura di Mauro Selis CAROL GRIMES AND LA MALINCONICA VITA DI DELIVERY MIRKO GOBLIN REBIRTH JUST LANZETTI ROVERSI

PALEPOLITANA CAMELIA’S GARDEN PROG TORINO 4 5 IL RUGGITO DEL BRADIPO Ricordo di CHRIS SQUIRE (4 marzo 1948 - 28 giugno 2015)

di Donald McHeyre (http://castlemcheyre.blogspot.it)

Christopher Russell Edward Squire è nato nel vo, contrapposto alla premiata ditta, Ander- 1948, nel sobborgo londinese di Kingsbury. son-Howe (Anderson con tanto, tanto aiuto Diciannove anni più tardi, nell’appartamen- di Howe). Se volete capire quali sono i con- to di quella che era all’epoca la sua ragazza, tributi di Squire negli YES, (a parte leggere i dopo mesi passati da recluso e con il solo Ri- credit nelle copertine), come esempio con- ckenbacker bass al fianco, Christopher muo- trario, sentite cosa manca nell’unica eccezio- re. ne cui accennavo prima. Che è ovviamente Grazie allo sconosciuto vicino di casa che quella di Anderson, Bruford, Wakeman & tutti i fan degli YES ringraziano, viene rico- Howe (ABWH, per fare prima). Buffa storia verato in tempo al St.Stephen’s Hospital. quella di ABWH. E’ in stato di semi incoscienza causata dagli A giugno del 1989 esce l’album omonimo, acidi. Non riconosce gli amici, la famiglia, se il quale vende le sue brave 750.000 copie e stesso. Due giorni dopo, al suo rilascio dalla parte poi il tour mondiale. Probabilmente degenza ospedaliera, deciso a non sprecare per quelli dell’Arista (che comunque non è il raro dono concessogli di una seconda op- l’Atlantic) viene in mente che forse vendono portunità, nasce Chris Squire. E’ il 1967. di più se il nome YES finiva scritto da qualche Per i quarantasette anni successivi e, con parte. una sola eccezione, nel ruolo di unica co- Peccato che a quel tempo la “Trevor Rabin stante dentro il mutevole, cosmico, fantasy, Band” sia l’unica che abbia diritto legale di remunerativo, delle volte un poco cafone, utilizzare il nome YES ... stavo per dire la universo musicale degli YES, Chris Squire “parola” YES ma a tanto non ci sono arrivati farà ruggire il suo basso singolo, duplice, tri- ... anche se un pensierino Squire e Rabin de- plice e anche quadruplo, sui palchi dell’inte- vono avercelo fatto .... e così, circa un meset- ro pianeta. to prima dell’uscita dell’album presentano Degli YES è stato anche “l’altro polo” creati- ricorso presso la Corte Distrettuale Centra- © Valter Boati 6 7 le della California (tre inglesi e un sudafrica- no) per impedire agli altri quattro (più Tony Levin e Roger Dean), che per la promozione dell’album e del tour, facciano il pur minimo utilizzo della parola YES ... ecco ci sono cas- cato ... volevo dire del nome, YES. Tony Levin (non mio cognato), trovandosi a rifare le parti di Squire, dichiarerà come sua maggiore difficoltà quella di riuscire a suon- are con la stessa cronometrica precisione del bassista originale. Forse il miglior complimen- to che un bassista possa farne ad un altro. Chris Squire (opportunamente soprannomi- nato sia “fish” che “bradipo”, entrambi i nick, Made by Bruford), altissimo e magrissimo, lento nel parlare e nel muoversi ma dotato di una mente precisa e analitica a cui non sfug- giva nulla, non nasce bassista. All’inizio era un cantante (scusate se salto da un’epoca all’altra ma questo è un articolo di ricordi, e i ricordi vengono come vogliono loro). Aveva studiato da ragazzo il canto nella scuola pub- blica e in seguito era entrato nel coro della chiesa di St.Andrew, nel suo quartiere di nas- cita. Nel coro fa amicizia con Andrew Jack- man con il quale fonderà anni più tardi i SYN © Valter Boati (i proto YES, con la presenza anche di Peter Banks). Fu però un altro amico, John Wheat- Succede alle persone piuttosto alte (vero Tutti gli YES, almeno i più assidui, saranno laborazione di qualche componente degli ley, a convincerlo di diventare bassista. Chris- caro, Greg Lake?) ma non sempre riusciva a stati esempi di riservatezza (i Genesis di più) YES. E se non prima, lo sono diventati dopo. topher, come la maggior parte dei suoi coeta- nascondere il degrado fisico derivato anche ma su un palco mostravano davvero se stessi. I Cinema, il progetto anni ’80 di Squire, sono nei, è sensibile al fascino delle ragazze, e della dall’abuso di alcolici (forse andava a qualche Questi attriti, delle volte plateali, altre volte diventati gli YES di “90125”. Dopo una col- nuova ondata musicale che proviene da oltre incontro di Anonimi alcolisti insieme a John meschini, sono stati parte e musa del loro laborazione con Steve Hackett dagli esiti mu- Atlantico. Il violin-bass melodico alla McCart- Wetton). fascino artistico ma anche motivo di diverti- sicali non del tutto felici, negli ultimi anni si ney sarà il suo primo punto di riferimento, al Ma bastava vederlo suonare e cantare su un mento per i biografi. Il suo partner perfetto era incontrato con i suoi antichi compagni dei quale aggiungerà l’esperienza e l’esempio che palco, per capire quanto il suo ruolo di bass- è stato probabilmente Bill Bruford e nelle dif- SYN, quei pochi rimasti, tra i quali, purtroppo Jack Bruce e John Entwistle, stavano portan- ista (normalmente il più solitario), trasparisse ferenze caratteriali tra i due escono fuori quei non c’era Peter Banks, il primo YES doc a lasci- do nella musica della generazione britannica anche nel modo che aveva di presentarsi al (circa) 90 secondi telepatici di “Heart of The arci, nel 2013. Peter e Chris non sono riusciti del dopo guerra. pubblico e al resto del gruppo. Riccardone Sunrise”. a rincontrarsi e a chiudere il cerchio. Nella misura che ritroviamo solo nei musicisti e Steve Howe, si tiravano tappi di penna e Il bradipo se ne ricorderà per il suo primo e Adesso che Chris Squire se n’è andato, che rock inglesi, e neanche tutti, Chris Squire, per gomme dalle parti opposte dell’aula … del importante lavoro al di fuori degli YES. Quel cosa ci rimane di lui? Quel poco che già con- essere una rockstar, è stato estremamente palco … Alan White si sforzava di far sembra- “Fish (di nuovo) Out of Water” che è a tutti gli oscevamo ma che sappiamo essere l’unica riservato nella sua vita privata. Quello che di re che Jon Anderson cantasse a tempo. Chris effetti un album non ufficiale del suo gruppo cosa che conti: la sua musica. lui sappiamo, a parte vita coniugale e figli (dei Squire, quasi ignorando tutti gli altri, specie principale e che dovrebbe stare meritata- quali non ci interessa nulla, tranne che stiano il suo socio/rivale più basso (che a sua volta mente accanto agli altri dischi. In questo link troverete una carrellata di bene), lo sappiamo da come appariva. Da- non ricambiava), guardava il pubblico come I rari side project (però mai projeKCt) di Squire omaggi a Chris Squire da parte di illustri e gli anni ’80 aveva cominciato ad ingrassare. se sul palco ci suonasse soltanto lui. sono quasi sempre stati realizzati con la col- meno illustri suoi colleghi. 8 9 BAROCK PROJECT

“SKYLINEdi Athos” Enrile Avevo ormai perso ogni speranza di poter inter- sati, rendesse giustizia all’opera di condivisione, ogni tipo di recinto, superare l’isolamento e sci- e cercando l’autoproduzione, con il sostegno dei loquire con Luca Zabbini e dintorni, ovvero i Ba- quella che anche oggi mi spinge a scrivere il mio volare come il liquido tra i mattoni di una casa, fans. rock Project. Li avevo scoperti tre anni fa, quan- pensiero. L’impressione avuta all’epoca era quel- penetrando ogni possibile pertugio. Ho ascoltato tre volte il disco, solo tre volte, ma do qualcuno mi suggerì di ascoltarli in occasione la tipica della situazione, non certo una novità: Tutto ciò accade ora con l’uscita del quarto al- so già che non lo abbandonerò più! dell’uscita del terzo album, Coffee In Neukolln, e giovani virtuosi, geniali, puri, legati a principi no- bum, Skyline, e paradossalmente il repentino E’ nell’aria anche ora, mentre scrivo, fatto per me cercai immediato contatto, fatto di per sé mar- bili, ma focalizzati solo sulla linfa vitale, la musi- cambio di rotta avviene proprio nel momento anomalo, avendo bisogno del totale silenzio per ginale, ma ho sempre pensato che ricostruire ca, mentre tutto il resto… non è arte e quindi può in cui si decide di camminare totalmente con le raccogliere le idee. Eppure è quello che cercavo, un po’ di sana verità, con l’aiuto degli interes- aspettare. Ma un’aulica creazione deve uscire da proprie gambe, sganciandosi da ogni tipo di label adesso come da adolescente, quando scoprendo 10 11 pezzo da collezione mancante. il gruppo Moongarden, si è occupato dei testi in Un altro nome pesante regala sostanza, con la inglese, impreziosendo la nostra musica con le sua voce ed il suo flauto:Vittorio De Scalzi, uomo sue parole. Il sesto brano, The Sound Of Dreams prog, classico, pop, una miscela di esperienza e è una breve ballata che ho concepito un matti- competenza che non rappresenta meramente il no presto, quando i primi raggi del sole entrano cameo ad hoc, ma soprattutto una possibile gui- nella stanza attraverso gli spiragli della finestra, da dal consiglio facile, in grado di entusiasmarsi aprendo gli occhi subito dopo aver sognato di per un progetto nuovo e giovane, fiutando certa- aver perso qualcuno. Il testo parla della paura di mente l’estrema qualità. questo sogno e del sollievo dopo il risveglio. Il set- La band da dimostrazione di perfetto equilibrio, timo, Spinning Away è un brano costruito inizial- di capacità di compensazione e totale accor- mente su un giro ritmico di percussioni, batteria e do, fatto non certo scontato, a maggior ragione basso. Poi sono giunte le armonie e infine la me- quando si è al cospetto di importanti personalità lodia. Lo considero un brano divertente da suo- musicali; ma il lavoro del team è più importante nare. Tired è un altro di quei brani scritti durante e paga, e le recenti scelte manageriali daranno lo stesso periodo burrascoso prima citato. Avevo presto grandi frutti. in mente la parte cantata come se fosse un urlo Un grandissimo album Skyline, che consiglierò ad liberatorio e ha un che di musical-operistico. C’è ogni buon ascoltatore di musica, in attesa di po- una sostanziosa parte di orchestra, introdotta da ter godere di una dimostrazione live che, ne sono un breve preludio di pianoforte in stile bachiano. certo, non potrà che entusiasmarmi. Questo brano è palesemente divisibile in due par- ti. La seconda parte, ovvero la conclusiva, ha un Il racconto di Luca Zabbini: carattere totalmente diverso dalla prima e sfio- ra quasi le caratteristiche del sound metal, per Il viaggio della composizione di “SKYLINE” è ini- poi intrecciarsi su un vecchio brano strumentale ziato quasi tre anni fa. Proprio la title track è nata scritto ormai dodici anni fa al pianoforte, dal ca- durante i giorni del terremoto qui in Emilia, quan- rattere virtuosistico. A Winter’s Night è una sem- do il mio paese e tanti altri intorno pullulavano plice ballata che spezza le tensioni precedenti ed di tende in ogni angolo, facendolo sembrare una ha un breve intermezzo strumentale scritto pro- inquietante Woodstock. prio durante una fredda sera d’inverno. Da qui il Questo disco è per me un diario che racconta tut- titolo. The Longest Sigh è l’ultimo brano ed è ciò i Focus mi illusi di aver trovato il dopo Jethro Tull, Brock Project! te le vicissitudini accadute durante il suo concepi- che credo uno dei brani più ‘’prog’’ del disco. Mi sempre alla ricerca del mio “skyline” ideale, del Ma tutto questo potrebbe sembrare il gioco dei mento. E’ un viaggio che si apre con i cori del pri- sono affezionato al suono genesisiano dell’epoca miglioramento continuo. talenti, capaci di un photo shop musicale da tec- mo brano, Gold, scritta inizialmente quasi cinque di And Then There Were Three e Duke e nell’intro- Il racconto di Zabbini mi leva l’incombenza della nologia corrente, e invece l’ascolto progressivo anni fa. Forse il brano che considero come il più duzione si sente parecchio, così come nel finale. descrizione del singolo atto, un lavoro che cerco chiarisce che la contaminazione del passato è caratteristico del nuovo disco. Dopodichè si balza Forse è il brano che potrebbe venire apprezzato sempre di evitare, avendo maggior interesse per inconscia -e venerata-, e utilizzata per disegnare tra i virtuosismi di Overture, confezionata appo- di più dagli affezionati del genere. la sinossi di un album, ma io stesso sono risalito uno stile del tutto personale, dove la melodia ri- sitamente come brano per un’apertura d’impatto alle utili parole di Luca, durante l’ascolto. esce sempre a calmierare le spruzzate di energia, per i live, per poi fermarsi ad ascoltare un raccon- Immagino che i paragoni non siano bene accetti, fatte di ritmi composti, fraseggi pianistici impos- to, una storia lontana, cantata ma i Barock hanno realizzato un mio grande so- sibili, intersezioni coristiche solenni, ballad intro- in apertura proprio da Vittorio De Scalzi nel bra- LA BAND: gno, quello di presentare una sintesi della musica spettive. no ‘’Skyline’’. Roadkill rappresenta il momento Luca Zabbini - Tastiere, basso e cori di alcune grandi band che hanno caratterizzato la Il brand Barock è qualcosa che colpisce e non ti un pò più crudo e rock del disco, per la gioia del Luca Pancaldi - Voce mia vita, dettandone tempi e intervalli, e onesta- lascia più! nostro cantante. The Silence Of Our Wake è un Eric Ombelli - Batteria mente non credevo si potesse arrivare a risulta- Skyline riceve un paio di aiuti autorevoli e DOC: brano a cui sono molto legato perché rispecchia Marco Mazzuoccolo - Chitarre ti simili; trovare in uno stesso album il richiamo Paul Whitehead ha lavorato all’artwork, e non un pò il mio lato tenebroso e misterioso. Musical- al sound inventato da Ian Anderson, al modello credo occorra sottolineare la sua importanza e la mente parlando fa parte di un periodo della mia SITO BAND: www.barockproject.it intimistico di Peter Hammill, all’incrocio vocale sua frequentazione in ambito prog; la cover rea- vita molto altalenante e poco rilassato. Il mitico CONTATTO: Claudio Cutrone claudio@starsofi- del mondo YES, alla durezza di un rock alla Gil- lizzata si rifà alla title track e immagino che nell’e- Antonio De Sarno, che ha scritto tutti i testi, qui taly.com lan, alla classicità delle trame di ELP… beh, grazie ventuale produzione in vinile possa diventare il parla degli alieni. Antonio, già autore dei testi per MANAGEMENT www.starsofitaly.com 12 13 Flutist Hubert Laws and Pianist Jeffrey Biegel the jazz quartet. “I can’t imagine a better group Steve Barta Music announces the July 15 release of collaborate with Arranger/Producer Steve of four people for the jazz quartet,” says Steve Barta on a new orchestral arrangement of a Barta. SYMPHONIC ARRANGEMENT: Claude Bolling classic. Available July 15 on iTunes, Amazon, CD Baby Steve Barta masterfully weaves string quartet, & SteveBartaMusic.com on CD, Vinyl and jazz quartet and orchestra into what Claude SUITE FOR FLUTE AND download. Bolling himself calls, “a modern and true ar- rangement”, giving Barta “A thousand bravos!” “A true and modern arrangement!” is how com- JAZZ PIANO poser Claude Bolling refers to Steve Barta’s new arrangement of his classic Suite for Flute & Jazz by Athos Enrile Piano. Helping to coin the term, Crossover in mu- Interview to Steve Barta and Jeffrey Biegel sic, Bolling’s 1975 recording enjoyed a 530-week ride on the Billboard charts to become a stan- How did the idea of paying tribute to Claude Bol- dard in the jazz and classical worlds. ling and his “Suite for Flute and Jazz Piano”?

With Mr. Bolling’s approval, American Composer/ Jeffrey- I have loved this piece since it was re- Arranger Steve Barta set out to re-arrange and leased in 1975. I had imagined since then what reintroduce this masterpiece to the world once it might sound like if orchestra would be added again—but with quite a different approach. Mr. to the original score. Apparently, when I men- Barta has taken the original work and arranged tioned this to Steve Barta in 2008, he said he this for jazz quartet, string quartet and orches- had the same thoughts. tra. You will hear Steve Barta’s interpretation of Bolling’s Suite in a whole new light, as he brings The “experts” always tend to categorize the mu- together the best soloists in the jazz and classical sic, but what you have achieved is the perfect worlds to present his new interpretation. blend of two genres, apparently far: what was the hardest part? For Steve Barta, the correct personnel to inter- pret the Suite was essential. Master flutist Hubert Steve-Interesting you should say that, as I be- Laws was simply the only choice for Barta: “Hu- lieve the Suite is very likely one of the only piec- bert is the rare person who has the capacity to es of music written that can lay claim to being walk in both the classical and jazz worlds,” states part of two completely different genres. Claude Barta. Jeffrey Biegel is a prodigy talent that is so Bolling’s writing of this was brilliant, so he real- appealing, not only because of his brilliant abili- ly lead the way with combining these different ties at the piano, but he also likes to take musical genres with the writing. It seemed such a natu- risks—step out into new areas of music and fur- ral progression for me to do this arrangement ther his abilities as an artist. Barta says, “Jeff’s in- with orchestra. I thought of doing this years terpretation of Bolling’s piece is masterful.” Bra- ago, and when Jeffrey and I met, we found we zilian drummer and co-producer Michael Shapiro had the same thought about the piece. I think brought to the session a payment of homage to it is no coincidence that we met and found we the original arrangement, while at the same time had the same passion for the piece in an orches- putting his own stamp on this fusion of classical tral environment. and jazz as only Michael Shapiro can do. How did the team? What are the characteristics Bassist Mike Valerio is yet another of the ensem- necessary to be able to take part of it? ble who holds the capacity to walk in the worlds of classical and jazz. Working with both orches- Steve-To achieve the “feel” I was after for the tras and jazz ensembles, Valerio has his own piece, I put together what I would call the per- sound and his own style, which fit perfectly into fect quartet for this arrangement. Hubert Laws 14 15 in vinyl LP, CD and digital media. situation with orchestra.

Is it possible to imagine a your live performance Last question: what is, in your opinion, the state on “Suite…”? of music in your country and more generally at the international level? Jeffrey-I certainly hope so. We are working to- ward this, and I have alerted orchestras, con- Jeffrey-Music is at an all time high, thanks to ductors and managements about the idea. I social media, YouTube, downloads and music believe this would make for a fabulous concert sharing.

and bassist Michael Valerio have the ability to brought out a sense of style I had not realized walk both the classical and jazz worlds. Brazilian was inside of me. drummer Mike Shapiro brought to the rhythm section a very unique interpretation with his What was the first reaction of Claude Bolling abilities to play both Brazilian and jazz styles. when he saw the project? Jeffery’s ability and attitude to do this with the passion he has, and his interpretive abili- Jeffrey-I approached Mr. Bolling through my ties around it made him the only choice to pull French management, managed by the legendary this off. Jeff was able to hold the classical feel Marie-Anne Pochet de Valmalete. She was the Claude intended and yet fit in perfectly to the manager for the great flutist, Jean-Pierre Ram- jazz ensemble. As a pianist myself, people often pal, and knowing this, I asked her if she could ask me why I did not play on the recording – help make the connection with Mr. Bolling. She my answer is simple, “Because Jeffrey Biegel is did so, and it is with tremendous appreciation perfect for this arrangement!” The selection of that we thank his assistant, Manuelle, for her each player was certainly key. Many people can help in every aspect of this project. read music, but few can read “in between the notes” like these musicians can. What was your final judgment?

What was the primary objective, the fidelity of Jeffrey-I absolutely love the final recording, and the original or propose a vision ... more modern? truly hold Steve Barta on the highest pedestal of his craft. What he heard in his inner ear proved Jeffrey-For me, the added orchestration fills out to be a wonderful new conception of this music. the sonic landscape of the music. . In what format will come “Suite for Flute and Jazz It was easy to create a good feeling in the group? Piano”?

Jeffrey-I felt a tremendous sense of musi- Jeffrey-It is now titled ‘Symphonic Arrange- cal comradery, and Hubert’s sound and style ment: Suite for Flute and Jazz Piano’, available 16 17 strale. “Batterista brasiliano e coproduttore, Steve- Direi che ci troviamo di fronte ad un Michael Shapiro ha contributo a mantenere esperimento interessante, perchè credo che la fedeltà rispetto al progetto originale, e allo la Suite sia molto probabilmente uno dei po- stesso tempo ha lasciato il proprio brand di chi pezzi di musica scritta che possa vantare fusion e classica, come solo lui può fare. di essere parte di due filoni musicali comple- Il bassista Mike Valerio è un altro elemento tamente differenti. La scrittura originale di che possiede la rara capacità di camminare Claude Bolling era fantastica, tanto da apri- in parallelo nel mondo della classica e del re la strada verso la combinazione di questi jazz. Lavorare in entrambe le situazioni gli generi così diversi, abbinati alla scrittura. ha permesso di creare un suono ed uno stile Alla fine, realizzare l’arrangiamento per or- personale, che si adattano perfettamente al chestra mi è sembrata una… progressione quartetto jazz: «Non riesco a immaginare un naturale. Ci avevo già pensato molti anni fa, miglior gruppo di quattro persone per forma- e quando Jeffrey ed io ci siamo incontrati re il quartetto jazz”, dice Steve Barta. abbiamo scoperto di avere identità di pen- siero sull’argomento. Non credo sia un caso Steve Barta intreccia magistralmente quar- l’essersi incontrati e l’aver trovato unità di tetto d’archi, quartetto jazz e orchestra in intenti rispetto al progetto dellaSuite in am- quello che Claude Bolling definisce, “un ac- biente orchestrale. UNA VERA CHICCA, cordo moderno e vero”, gratificando Barta con… ““A thousand bravos!” . Come è nato il team? Che tipo di caratteristi- che servivano per poterne fare parte? TRA CLASSICA E JAZZ Uscita prevista per il 15 luglio in tutti i for- di Athos Enrile mati disponibili Steve-Per raggiungere il feeling che cerca- Il flautista Hubert Laws e il pianist Jeffrey approccio diverso. Barta ha recuperato il la- vo ho messo insieme quello che chiamerei Biegel collaborano con l’Arrangiatore/Pro- voro originale e lo ha rivisitato per quartetto il quartetto perfetto per questa disposizio- duttore Steve Barta nella realizzazione di jazz, quartetto d’archi e orchestra. Tutto ciò L’intervista a Steve Barta e Jeffrey Biegel ne. Hubert Laws e il bassista Michael Vale- una rivisitazione di un classico di Claude ha dato alla Suite una luce completamente rio hanno la capacità di camminare sia nel Bolling, Suite for Flute and Jazz Piano nuova, grazie anche alla partecipazione dei Come è nata l’idea di realizzare un tributo al mondo classico che in quello jazz. Il batte- migliori solisti del jazz e del mondo classico, lavoro di Claude Bollling, ed in particolare alla rista brasiliano Mike Shapiro ha realizzato Data di uscita: July 15, 2015 utilizzati per presentare la nuova interpreta- sua “Suite per Flauto e Piano Jazz? per la sezione ritmica un’interpretazione Formats: Vinyl, CD, Digital Downloads zione. molto particolare, dovuta alla sua capacità “Un vero e moderno arrangiamento!”: Così Jeffrey-Ho amato questo pezzo sin dal giorno di suonare sia stili brasiliani che jazz. Il ta- il compositore Claude Bolling si riferisce al Per Steve Barta era essenziale trovare i cor- in cui è stato rilasciato, nel 1975. Già allora lento e l’atteggiamento di Jeffrey -uniti alla nuovo arrangiamento di Steve Barta del suo retti musicisti/interpreti, quelli più funzionali avevo immaginato che tipo di resa avrebbe sua passione- e le sue skills interpretative lo classico Suite per Flauto e Pianoforte Jazz. al progetto. Il Maestro flautista Hubert Laws potuto avere se la partitura originale fosse hanno reso l’unica scelta possibile per poter La creazione di Bolling è rimasta, nel era semplicemente l’unica scelta per Barta: stata arricchita dalla presenza di un’orche- raggiungere il risultato voluto. Jeff è stato in 1975, per 530 settimane nella classifica di “Hubert è una persona rara, che ha la capa- stra. Quando ne ho parlato con Steve Barta, grado di mantenere l’atmosfera classica che Billboard per poi diventare uno standard nel cità di camminare sia nel mondo classico che nel 2008, ho scoperto che la pensavamo allo era alla base del lavoro di Claude Bolling, jazz e mondo classico, ed è questa l’occasio- in quello jazz”, afferma Barta. Jeffrey Biegel è stesso modo! adattando perfettamente il tutto all’ensem- ne per celebrare il 40° anniversario della regi- un talento prodigioso e raro, non solo per la ble jazz. strazione originale. sua abilità e il suo talento al pianoforte, ma Gli “esperti” da sempre tengono a dividere la Pensando alla mia figura di pianista, la gen- perchè ama anche prendersi dei rischi mu- musica in categorie, ma quello che voi avete te mi chiede spesso perché non ho giocato Con l›approvazione di Bolling, il Composito- sicali, cercando e sperimentando in nuove ottenuto è la perfetta miscela di due generi, io quel ruolo, ma la mia risposta è semplice: re/Arrangiatore americano Steve Barta ha aree della musica, provando ad evidenziare apparentemente lontani tra loro: qual è stata “Perché Jeffrey Biegel è perfetto per questo deciso di riorganizzare e reintrodurre questo le sue capacità di artista. Barta dice: “L’inter- la parte più difficile? tipo di arrangiamento!”. La scelta di ogni capolavoro nel mondo musicale, ma con un pretazione di Jeff sul pezzo di Bolling è magi- musicista si è dimostrata la chiave del pro- 18 19 getto. Molte persone sono in grado dileg- concezione musicale. gere la musica, ma pochi possono leggere “tra le note “, come invece sanno fare questi In quale format uscirà “Suite for Flute and musicisti. Jazz Piano”?

Quale è stato il vostro primo obiettivo, la fe- Jeffrey-Ora è intitolato: “Symphonic Arran- deltà rispetto alla versione originale o la pro- gement: Suite for Flute and Jazz Jazz”, dispo- posta di una vision… più moderna? nibile in vinile, CD e supporti digitali.

Jeffrey-L’arrangiamento aggiunto ha amplia- E’ possibile ipotizzare qualche vostro concerto to e completato il paesaggio sonoro musica- per presentare la “Suite…”? le, e questo alla fine mi pare l’elemento es- senziale. Jeffrey- Spero proprio di sì. Stiamo lavorando per questo, e ho avvisato orchestre, direttori E’ stato facile creare un buon feeilng all’inter- e management circa l’idea che abbiamo avu- no del gruppo? to. Credo che questa sarebbe la situazione giusta per la nascita di un concerto favoloso Jeffrey- Durante tutto il lavoro ho avvertito con la presenza di un’orchestra. un senso tremendo di cameratismo musica- Un’ultima domanda:qual è la vostra opinione le, e il suono e lo stile di Hubert hanno por- sullo stato della musica nel vostro paese e, tato a far emergere qualcosa che era dentro più in generale, a livello internazionale? di me, ma di cui non ero conscio. Jeffrey-La musica di oggi è a un livello eleva- Quale è stata la prima reazione di Claude Bol- to, grazie al social media, youtube, downlo- ling quando è venuto a conoscenza del pro- ad e la possibilità di condivisione. getto?

Jeffrey-Mi sono avvicinato a Clauder Bol- ling attraverso il mio management france- se, gestito dalla leggendaria Marie-Anne de Pochet Valmalete. Era la manager del gran- de flautista Jean-Pierre Rampal, e sapendo questa cosa le ho chiesto se poteva aiutar- mi a rendere possibile un collegamento con Bolling. Lei si è resa disponibile ed è con grande soddisfazione che ringraziamo tutti la sua assistente, Manuelle, per il suo aiuto relativo ad ogni aspetto di questo progetto .

Quale è stato il giudizio finale?

Jeffrey-Adoro la registrazione finale, e ci tengo a posizionare Steve Barta sul più alto piedistallo esistente nel nostro mestiere. Ciò che ha sentito il suo “orecchio interno” si è rivelato essere una meravigliosa e nuova 20 21 New Millennium Prog APOCALYPSE il Progressive del terzo millennio Gli Apocalypse, band che ha radici nello a cura di MAURO SELIS scorso millennio, si è formata nel 1983 a Caxias do Sul (Brasile meridionale) per merito di , [email protected] L’esordio discografico risale al 1991 in cui spicca una particolare versione in portoghese Il secondo tour sudamericano, la 8a puntata di Lavender dei Marillion. In tutto hanno realizzato sette dischi in studio (tre negli anni duemila) e tre live di cui due nel terzo millennio. Il loro sound ha una propensione sinfonica PARTE 2 con tastiere preponderanti. Line up attuale: Eloy Fritsch: tastiere. Gustavo La terra brasilianaBRASILE ci offre una nuova ondata di gruppi stimolanti per De Marchi: voce e flauto. Ruy Fritsch: la conoscenza progressiva di un paese che è agognato da molti per le chitarra. Rainer Steiner: batteria e Carlos bellezze di vario genere che si possono apprezzare. D’Elia al basso.

ECLIPSE SITO WEB (click sul titolo per visualizzare il link) Ensamble, quello degli Eclipse, che ha iniziato l’attività negli anni novanta come tribute band dei Pink Floyd ( il nome del gruppo è un chiaro riferimento ai Pink…). Nel terzo millennio ha Album consigliato: The bridge of light (2008) virato verso composizioni di brani propri, esordendo discograficamente nel 2003 con AGNUS GRAAL l’ottimo –ahimè episodio isolato- lavoro dal titolo “Jumping from springboards”. Gli Agnus Graal sono una band di Rio de Tante le influenze che si possono riscontrare Janeiro formatasi nel 2004. nel disco (8 tracce per quasi 50 minuti), Con un solo disco autoprodotto nel 2005, vero gioellino della produzione progressiva l’ensamble carioca di estrazione cattolica ha sudamericana: echi canterburiani, jazz rock, lasciato ottime impressioni in quanto è un vampate V.D.G.G. e prog sinfonico, con la lavoro eterogeneo che spazia dall’hard rock voce femminile di Patrícia Deschamps ad al prog melodico- sinfonico con liriche in allietare l’udito con la sua arte assolutamente portoghese . al di sopra della media. Line up: Eduardo Luz voce e chitarra, Line up: Aloísio Campelo: chitarre, viola e Antonio Sciamarelli: tastiere,violino e voce. voce. Patrícia Deschamps: voce. Paulo Torres: Thiago Barroso: basso e flauto e il batterista basso e tastiere. Sérgio Conforti: batteria e Alecandre Dias. percussioni e la guest star ai fiati (flauto e sax) Zé Mendes. YOUTUBE SITO WEB (click sul titolo per visualizzare il link) (click sul titolo per visualizzare il link) Album consigliato: Jumping from springboards (2003) Album consigliato: Agnus Graal (2005) 22 23 SPIN XXI TARKUS Gli Spin XXI provengono da Niterói, un comune Questo ensamble di San Paolo prende il nome dello Stato di Rio de Janeiro. del mitico secondo album degli Emerson/Lake Le radici affondano negli anni Settanta (il and Palmer ma non sono una tribute band. nome era solamente Spin e i loro bootlegs Omonimi di un gruppo peruviano hard rock erano conosciuti nei circoli prog della zona), degli anni settanta, i brasiliani Tarkus hanno solamente nel 2006 sono riusciti a produrre il inciso due dischi in studio per la Musea loro unico lavoro discografico. records, opere in cui l’uso di tastiere e synth Contraponto, questo il titolo dell’album, sono evidenti con un cantato in inglese nel è un disco breve di 42 minuti con sole 4 primo disco “A Gaze Between The Past And tracce, intriso di un prog sinfonico/melodico The Future” del 2002 e in portoghese nel tradizionale con incursioni violinistiche. secondo e più convincente cd “Mundus Line up: Kakao Figueiredo: voce, Tatoo Novus” del 2006. Magdalena :chitarre e violino. Eraldo Marcio Da ricordare anche un live a Niterói Correa: tastiere. Sylvio Sa Correa: batteria e (disponibile anche in DVD) uscito nel 2006 percussioni e il bassista/violinista Marcello in cui ai membri originali il tastierista Mickey De Alexandre Venancio. Nicolas e il bassista Luiz Teixeira si affiancano alla voce Maristella Bessa con il fratello Alex SITO WEB Bessa alle tastiere, alla batteria Fernando (click sul titolo per visualizzare il link) Faustino, alla chitarra e violino Aru Jr. Album consigliato: Contraponto (2006)

DIAPASAO YOUTUBE (click sul titolo per visualizzare il link) Autori di una singola prova discografica nel Album consigliato: Mundus Novus (2006) 2006 per la label Masque Records, i Diapasao sono un trio strumentale formato dal leader e virtuoso tastierista Rodrigo Lana assieme al bassista/chitarrista acustico Gustavo Amaral e il batterista Fabiano Moreira. Il trio riecheggia le sonorità di E.L & P. con sfumature jazzy, il tutto con buon gusto per un lavoro di pregevole fattura.

BLOG (click sul titolo per visualizzare il link) Album consigliato: Opus 1 (2006) 24 25 Un evento carico di pathos, energia e poesia HORSES AND EMOTIONS Il resoconto del concerto di Patti Smith all’area ex Vaccari di Santo Stefano di Magra per celebrare il quarantennale dell’album “Horses” di Angelo De Negri foto di Dimitri Magnanini

C’è il “tutto esaurito” nell’area dedicata ai concerti dell’ex Ceramica Vaccari a Santo Stefano di Magra, dove anche quest’anno il Progetto NOVA fa da contenitore di musica di respiro internazionale. L’evento è di quelli a cui non si può mancare. Perché è la celebrazione del quarantennale di “Horses”, un album che si può considera- re una “pietra miliare” ed un punto di rottura della storia del rock, ma è soprattutto l’oc- casione per trovarsi a tu per tu con una leg- genda, per un incontro ravvicinato con una ‘sopravvissuta’, come lei stessa si è recente- mente definita. Alle 21.30, in perfetto orario, salgono sul palco con lei il chitarrista Lenny Kaye ed il batterista Jay Dee Daugherty (membri origi- nali della band all’epoca della registrazione dell’album e suoi ‘fedelissimi’), il bassista/ta- stierista Tony Shanahan e, all’altra chitarra, il figlio Jackson Smith. 26 27 “Jesus died for somebody’s sins but not mine La prima parte del set è dedicato per intero ed in perfetta sequenza originale ad “Hor- Meltin’ in a pot of thieves ses”.

Wild card up my sleeve “Gesù è morto per i peccati di qualcuno ma Thick heart of stone non per i miei. Mescolata a una ciurma di ladroni, ho un asso nella manica. Un cuore My sins my own duro come la pietra. I miei peccati sono miei, They belong to me, me” mi appartengono”

da “Gloria (In Excelsis Deo)” E così si parte con “Gloria (In Excelsis Deo)”, il brano di Van Morrison reinterpretato nel- lo stile di Patti Smith che ancora oggi, a qua- rant’anni di distanza, fa capire il tipo di ‘rot- tura’ che ha saputo portare.

28 29 Tocca poi a “Redondo Beach” in cui il vivace ritmo reggae accompagna, in contrapposizio- ne, una storia di suicidio, seguita da “Birdland” per piano, voce e chitarra. Patti Smith inforca gli occhiali e declama il testo scritto su fogli che tiene in mano, in un crescendo di tensio- ne e carica emotiva che rappresentano uno dei vertici più alti della serata. E’ ancora il piano ad introdurre “Free Money” che va poi a svilupparsi in una veloce cavalca- ta rock in cui la voce graffiante della Smith si intreccia alla perfezione alla chitarra di Kaye. E’ a questo punto che la luna piena sorge da dietro le colline e fa capolino verso il palco. Patti se ne accorge, la indica e, come fosse un disco in vinile, la ‘ruota’ e la posa sul piatto per far partire il lato B di “Horses” con “Kim- berly”. La seguente “Break it up” è introdotta da Pat- ti come una canzone scritta in memoria di Jim Morrison, immaginato come una figura che la morte ha pietrificato. Le note della canzone hanno così lo scopo di spezzare quella pietra per liberarlo definitivamente. Anche in que- sto caso la chitarra di Lenny Kaye viene fuori prepotentemente con le note tirate e quasi ululanti a dialogare con la cantante. Il brano letteralmente di rottura della sera- ta è “Land”, tiratissimo crescendo che con la sua suddivisione in tre parti (“Horses/Land of Thousand Ballads/La Mer(de)”) esalta la sezione ritmica. E’ a questo punto che infat- ti la cantante invita il pubblico ad alzarsi con un perentorio “Stand up motherfuckers!” ed anche i più irriducibili del posto numerato de- vono cedere. Il set dedicato ad “Horses” si chiude con “Ele- gie”, originariamente dedicata alla morte di Jimi Hendrix ma che oggi Patti dedica a tutte le persone care che sono ancora con noi, nel nostro cuore. E la ‘sopravvissuta’, nel corso del brano, scandisce i nomi di Richard Sohl, di Robert Mapplethorpe, dei Ramones, di Joe Strummer, di Lou Reed, Amy Winehouse e Fred “Sonic” Smith. 30 31 32 33 “Io dico che bisogna essere veggente, farsi veggente. Il Poeta si fa veggente attraverso una lunga, immensa e ragionata sregolatezza di tutti i sensi.”

(A. Rimbaud)

34 35 Il tempo di imbracciare la chitarra acustica sere libero. L’effetto è dirompente, in un fina- e partono le note di “Beneath the Southern le quasi d’altri tempi. Cross” che risultano ancora più evocative se Carisma, sofferenza, emozione, sensualità, si guardano il cielo stellato e la Luna piena. energia e poesia. Il brano è tiratissimo fino a contenere la cita- E’ con queste armi che Patti Smith, ammalian- zione della hendrix-iana “3rd Stone from the te, ti prende, ti solleva e ti trascina vicino a Sun”, complici Jackson Smith e Tony Shana- lei, sul palco. E a quel punto può fare di te ciò han. che vuole. E’ ancora la chitarra acustica di Patti ad intro- Ti ritrovi a battere le mani sotto al palco per- durre “Ghost Dance”, prima di lasciare spa- dendo la cognizione del tempo. Più di un’ora zio alla sua band per un medley dedicato ai e mezza di musica che scivola via senza accor- cinquant’anni della band più ispiratrice della gersene, buon segno. scena newyorkese, i Velvet Underground. I La cantante americana va a pescare nelle bur- brani, introdotti da Lenny Kaye sono “Rock’n rascose ed infide acque del passato senza mai Roll, I’m waiting for the man e White light/ ricaderci, senza mai restarne imprigionata. white heat”. Lo si capisce dal modo in cui si muove sul pal- Patti Smith ritorna sul palco per il gran finale. co, da come interagisce con il pubblico, è uno Un brano scritto con un amico (Bruce Spring- dei rari casi in cui una persona si può definire steen) e dedicato a futuro marito Fred “So- ‘senza tempo e senza età’, così come le sue nic” Smith, “Because the Night”, ed una po- opere. tentissima ed immancabile “People have the Un solo dubbio rimane: lancia messaggi che Power”. incitano alla libertà e all’infrangere le rego- C’è ancora tempo per un bis. E’ “My Gene- le ad un pubblico che negli anni è cambiato, ration” degli Who, che trova spazio come più superficiale e distratto. Riuscirà a supera- bonus track nella ristampa in cd di “Horses”. re il muro che oggi la divide dal ‘popolo degli Durante il brano strappa una ad una le corde smartphone’ ed arrivare veramente al cuore della sua Fender incitando il pubblico ad es- ed alle teste dei moderni schiavi?

36 37 Edito dalla Qua’ Rock Records, si dimostra un sorta di ascia di guerra, o in The Rebellion Of The METALMORFOSI di MAURIZIO MAZZARELLA lavoro interessante, ma soprattutto accattivante System, un momento tanto complesso quanto questo Alpha, partorito dalla mente di un entusiasmante. Tra riferimenti a Malmsteen o chitarrista di talento come Lorenzo Meoni, che dal Satriani, a Diamebag Darrell o Marty Friedman, cilindro del proprio estro compositivo ha estratto emerge una certa affinità con Toby Knapp, sia per un concept ben fatto sia da un punto di vista l’attitudine che per l’inventiva. Lorenzo Meoni compositivo che argomentale. Alpha è un album dimostra di avere personalità ed il tutto viene ambizioso e suggestivo, che assesta le propria ben rappresentato da momenti come Formatted, fondamenta nel contrasto tra componente dove la chitarra è una sorta di redine che doma umana e quella cibernetica all’interno di un cavallo impazzito che corre per tutta la un’entità unica, dove l’uomo Lorenzo Meoni durata di Alpha. E’ un lavoro che mantiene alta LORENZO “BUG” MEONI convive con il cyborg Bug. Ne viene fuori per la tensione emotiva e che piace sin dal primo Alpha & Omega, l’uomo si scontra con il cyborg tutto l’album una sorta di scontro non solo fisico ascolto, grazie alla propria fluidità ed un carisma ma anche emotivo, ben rappresentato in episodi coinvolgente come nel caso di No Parameter. come Ethernet Express, che poi sfocerà alla fine Alpha è un lavoro visionario e colmo di fantasia, nell’annientamento di due componenti opposti. che ammalia costantemente e stupisce grazie a Lorenzo Meoni da un punto di vista chitarristico strumentali fantastici come Synchro. Il disco è si dimostra completo, viaggia su diversi stili, tra il inoltre supportato da un’ottima produzione che metal e il classico guitar-oriented. Sono diverse rende il suono molto moderno ed attuale.Alpaha le anime che vengono fuori nel corso del disco è un disco bel sviluppato sia a livello tecnico che ed ogni brano è una piccola perla, a partire da compositivo. Tears Of Silicon, dove la chitarra diventa una

38 39 ciente un indizio qualsiasi lasciato sul campo per trovare una cornice al quadro musicale dipinto dai MGR. Sono molti gli accostamenti che emergono, Merry Go Round e le cover inserite nel disco -tre- racconta- di Athos Enrile no di affinità con artisti come Auger, Driscoll, Atomic Rooster, ma personalmente ho trova- to una discreta identità con una band stori- ca, per certi versi sottovalutata, ai tempi in cui era in auge, dall’aristocrazia musicale: gli Uriah Heep e chiudendo gli occhi ho più volte visto materializzarsi le tastiere di Ken Hensley. In casi come questi mi riesce difficile mante- nere assoluta obiettività, perché la musica dei MGR ha un grande potere, quello di riportar- mi indietro nel tempo, e il viaggio a ritroso ha più a che fare con i sentimenti che con la razionalità, ma… cosa si può chiedere di più musica dei MGR non può essere fruita se alla musica! non in modo globale, ed è sufficiente aprire Grande album… grandissima band! a metà il booklet annesso al CD per intuire che cosa si potrà trovare all’interno, quali le atmosfere e le sonorità: l’ambientazione psi- chedelica da cui è avvolta la band è il preludio ad un ascolto molto preciso, e i giri di giostra assumono un profumo conosciuto. TRACK LIST: Suoni vintage, amori analogici, strumenta- 1. DORA’S DREAMS zione che ha una data di origine conosciuta e 2. AFTER che riporta ai giorni in cui un hammond ed un 3. AUTUMN’S DAYS leslie convivevano col moog ed il mellotron, 4. POISON IVY per la felicità di una moltitudine di anime. 5. FREE RIDE Non ho idea di quale potrebbe essere la rea- 6. CHANGELING zione di un giovane, magari curioso, che per 7. TO DIE OF FEAR la prima volta si accosta a sonorità tipiche di 8. INDIAN ROPE MAN un epoca non vissuta in prima persona, ma 9. IN SEARCH OF LOST TIME è certo che la musica dei MGR è in grado di 10. MESMERIZED WORLDS scuotere le teste e i cuori di chi ha percorso i CD Bonus track: seventies sul versante rock. FRIDAY THE 13TH Martina Vivaldi: Vocals La tipologia di formazione suggerisce il sen- tiero da visitare, perché quando l’amore per LINE UP: un certo tipo di strumentazione -e tecnologia- Renzo Belli: Electric Guitar incontra una vocalist come Martina Vivaldi, Sandro Vitolo: Electric Guitar E’ di fresca uscita l’album omonimo dei Mer- Quarantasette minuti di musica dal sapore si arriva alla sintesi e alla caratterizzazione Michele Profeti: Hammond Organ, Mello- ry Go Round, band toscana le cui fondamen- antico suddivisi su undici tracce, rilasciate in del genere, e non credo esistano etichette, tron, Moog ta vengono gettate una trentina di anni fa e, formato “moderno”, ovviamente, ma con un più o meno fantasiose, che possano definire Stefano Gabbani: Bass Guitar dopo lunghe modellature e progressioni, tro- prossimo contenitore perfetto per la propo- correttamente la band… meglio utilizzare le Sandro Maccheroni: Drums va oggi una dimensione probabilmente unica sta, il vinile. Tipicità di Black Widow. tante componenti a disposizione e sarà suffi- nel panorama musicale italiano. Parto per una volta dall’art work, perché la 40 41 per imparare, per conoscere. Non per giudica- preferito. Come mi piace quel riff di chitarra! re, né tantomeno per recensire, piuttosto per Mi entra nella pelle, mi guarda di sottecchi, emozionarmi, sentire il calore musicale sulla mi attira con le sue smorfie, mi conquista con pelle, quando quello che ascolto mi emozio- le sue moine. Seduttivo. Poi una cover, per na e fa delle mie viscere un frappé al cioccola- così dire. Odore di Benzina è degli Egida Au- to. Tipo adesso. Mentre leggo in rete notizie rea, ma i punti di contatto tra questiIl e Ballo su Il Ballo delle Castagne, ascolto il loro disco sono molti, almeno due sicuri. Un brano fatto Live in Studio. Provo a concentrarmi su quello di classici saliscendi progressivi in cui basso che ho davanti, ma la musica stupisce la men- e voce sono legarti a doppio filo, così come te e m’incanto, viaggio tra lune, pianeti e for- le chitarre, un pezzo dove gli strumenti sem- tune, viaggio veloce, l’acido lisergico musicale brano specchiarsi uno con l’altro. Speculare. dà forma alle mie visioni, le pareti crollano, Brano numero cinque, siamo oltre la metà. I anzi, spariscono, si aprono gli spazi e si dilata- Giorni della Memoria Terrena mi suscita una no i tempi, la logica è antigravitazionale e le malinconia, che mi fa pensare che non po- chimere sono animali da compagnia. “Fuggo tesse avere altro titolo. Chiudo gli occhi e la la materia negli spazi interstellari”, tanto per chitarra proietta sull’interno delle mie palpe- citare la sabbatica band. Sabbatica non tanto bre scene da film di Sergio Leone. Western. per il nome, il ballo delle castagne, da quanto Areknames è una cover. Lo è davvero. È di riportano le cronache del tempo, era qualcosa Franco Battiato. Il Ballo naturalmente gli dà di più orgiastico che stregonesco, ma proprio la sua impronta e il pezzo scorre libero e feli- per quell’atmosfera dark e, per così dire, orro- ce. Gaudente. Siamo quasi alla fine. Omega, rifica, che ha evocato in me sapori ed odori di brano numero sette. È un’esplorazione nella Black Sabbath. Tipo dei Black Prog Sabbath, foresta, la scalata di una montagna, una cam- se può rendere l’idea. Il Ballo delle Castagne, minata mistica sul sentiero della musica. L’En- in questo Live in Studio, sono Vinz Aquarian terprise alla ricerca di nuovi mondi. Penetran- (voce e moog), Diego Banchero (basso), Ro- te. Ultimo pezzo, ancora una cover.Fire in the berto Lucanato (chitarra), Davide Bruzzi (chi- Sky è degli Yahowha 13 band che io non cono- tarra e tastiere),Marina Larcher (voce) e Fer- sco, ma come dicevo, ascoltare per imparare, nando Cherchi (batteria). Come vuole il titolo per conoscere. Dark e martellante dall’inizio parliamo di un live, senza pubblico, ma vivo e alla fine, spiritata, distorta, assolo di chitarra si sente. La registrazione in presa diretta non da gustare come un buon pranzo annaffiato racconta soltanto di suoni, ma di sguardi, am- da dell’ottimo nebbiolo. Pantagruelico. Ora miccamenti, sorrisi e gesti d’intesa. Il suono il disco è finito. Silenzio. Solo esternamente. Porca vacca! Mi si stanno arrugginendo gli in- in presa diretta è vivo, appunto, anche in stu- Nella mia mente ancora vibrano pelli, corde e granaggi che muovono e uniscono le lettere dio e in questo album tanta vitalità si sente ugole e stomaci, fegati e cuori. Il ballo delle nel mio cervello! E Athos, il mio svitol cere- tutta. A cominciare dall’inizio, con l’attacco de Castagne hanno una grande tecnica, questo brale, lo sa. E allora che fa? Facile: mi fa senti- Il Tema di Gilgamesh, immediato e potente non l’avevo ancora detto e va detto. Ma non IL BALLO re un disco, un bel disco e le note picchietta- come il maglio perforante di Goldrake. Pezzo è tutto naturalmente. La tecnica da sola non no via la ruggine, Il suono olia il meccanismo, di cupe atmosfere che le voci di Vinz e Ma- basta per emozionare. Per emozionare biso- DELLE CASTAGNE gli assoli riempiono il serbatoio, i pistoni di rina rendono evocativo, ecclesiastico quasi. gna saper far musica, non è sufficiente saper- basso e batteria riprendono a pompare e la Chitarre profonde che a un certo punto emer- la suonare e Live in Studio è un album in cui macchina, lentamente ma irrefrenabilmente, gono come un vulcano dalle viscere marine. non soltanto si suona la musica, la si fa. riparte. Ancora qua, un’altra volta immerso Suggestivo. La Terra Trema è costruito sul riff nella musica, nuova musica; ma la musica è iniziale di chitarra. È come se ogni musicista LIVE sempre nuova per me, anche quando l’ho già fosse un redivivo Gaudì e abbia voluto impre- sentita. Stairway to Heaven mi emoziona an- ziosire una già solida costruzione con le pro- IN STUDIO cora, così, per dire. Un’altra volta ad ascoltare prie visioni artistiche. E poi si corre fino alla di Gianni Sapia fine. Galoppante. E poiIl Viaggio. Il mio pezzo 42 43 viene completamente rapito da Dr. Frankestein, un caso se la band introduce Connexion, tratto L’ANGOLO DEL FAN con Marangolo scatenato alla batteria, nella dalla soundtrack di Contamination, e il pubblico parte centrale, e tutta la band a seguirlo con entra in perfetta sintonia con la band. grande carica di entusiasmo, una suonata Marangolo scende dalla batteria per scusarsi per magistrale che a fine brano viene accolta da un il ritardo dell’inizio del concerto, e spiega come GOBLIN REBIRTH boato assordante e una marea di applausi. la band si è unita: “Erano anni che io e Fabio Roberto Attanasio racconta il concerto Il timbro delle campane annuncia il brano La Pignatelli volevamo unire un gruppo di amici che Chiesa, molto bella nella parte più ritmata voleva dare un altro volto ai Goblin, che non sono alla FIM di Genova del 17 maggio scorso del brano dove Marangolo segna il tempo, e solo quelli di Profondo rosso e Suspiria, ma anche le tastiere di Zammmit e Cherni regalano al quelli di Buio Omega, Patrick, Contamination, pubblico quelle atmosfere celestiali seguite dai e questa sera vogliamo farvi conoscere ed colpi di basso di Pignatelli . ascoltare quelle colonne sonore meno conosciute Ed è proprio il basso di Pignatelli il protagonista (cosiddette, in modo dispregiativo, di serie b), principale de L’alba dei Morti Viventi, che che per quanto ci riguarda non lo sono per niente, scandisce i passi degli zombie, sostenuti anzi alcune sono molto più corpose ed elaborate dalle tastiere di Zammit e dal ritmo tribale di rispetto alle classiche hit che conoscono tutti, Marangolo. Eccezionale esecuzione, con quel riff ma sarete anche i primi in assoluto ad ascoltare blues creato da Anselmi, fantastico! quattro brani nuovi del nostro album di esordio,“ Mi accorgo che vicino a me ci sono molte persone Goblin Rebirth”, che uscirà a fine Giugno”. che sono sorprese dalla scaletta: alcuni dei brani In quel momento la mia mente e il cuore fino a quel momento eseguiti sono cose nuove, sono spenti, mi distacco completamente dal ed è proprio questo il bello dei Goblin Rebirth, mondo intero per concentrarmi ed ascoltare che durante il loro concerto ripercorrono attentamente i nuovi brani, finalmente qualcosa tutta la discografia dei Goblin, in particolare di nuovo: tutti i vecchi fan come me, Fabio, Denis, quelle colonne sonore che solo i fan attenti o Pietro, non vedevano l’ora di sentirli e la cosa innamorati di questa band conoscono, e nonè bella e che questo privilegio lo abbiamo condiviso

Sono passati ben quattro anni da quel bellissimo presentano, salutati da un boato del pubblico: e indimenticabile concerto di Roma al Crossroads Fabio Pignatelli al basso, Agostino Marangolo e io ho atteso con impazienza la band in alla batteria, Giacomo Anselmi alla chitarra, compagnia dei miei amici, Denis, Pietro, Enrico, Aidan Zammit e Danilo Cherni alle tastiere; Fabio, Alessandro e Giampiero. Verso le 18.30 ci dopo un piccolo soundcheck la band comincia a sediamo con i Goblin Rebirth al completo per un suonare. buon caffè: Marangolo è molto nervoso a causa Si sente il rumore di un treno in corsa… è il del soundcheck fatto in mattinata che non lo ha preludio a Killer on the Train, brano tratto convinto. dalla colonna sonora di Non ho Sonno, che fa Fabio Pignatelli nel frattempo ci racconta come sobbalzare il pubblico delle prime file: quando è nato l’album dei Goblin Rebirth e qualche Agostino Marangolo attacca con la gran cassa, curiosità sul nuovo disco dei Goblin, Four of a il timbro è talmente forte che sembra che il Kind, mentre si scherza con gli altri della band; cuore scoppi, un brivido interno pazzesco, brano dopo qualche foto e autografo decidiamo di… bellissimo e molto suggestivo dal vivo . lasciarli in pace, per favorire la concentrazione La band è carica a mille ed anche Agostino utile allo show. Marangolo sembra avere smaltito la rabbia, Come è accaduto al Crossroads anche qui la band comincia a sorridere e a rilassarsi, mentre partono che li precede sul palco conclude il suo concerto le dolci note di Buio Omega, straordinario pezzo ben oltre l’ora prestabilita, sforando di 20 minuti: che amo alla follia, sopratutto nella versione live Marangolo nel backstage sembra un leone in con l’assolo di Giacomo Anselmi, che regala al gabbia, non vede l’ora di salire sul palco. pubblico un sound pinkfoydiano da brividi. Sono le 23.15 quando i Goblin Rebirth si Il pubblico apprezza il sound dei Goblin Rebirth e 44 45 insieme, avevamo la possibilità di ascoltare parte di Agostino Marangolo che scatena tutta la sua del nuovo album in anteprima assoluta. Non forza, facendo impazzire letteralmente tutti noi, potete immaginare la nostra gioia ed emozione. con continui cambi di ritmo fino all’esplosione Un poker di brani favoloso, dove la band si finale. Superlativo! esprime alla grande, regalando al pubblico Il concerto dei Goblin Rebirth finisce purtroppo momenti solenni con una musica dolce quasi qui, è stato un concerto memorabile, spettacolare, new-age, con Forest, con un bellissimo assolo di la band ha suonato alla grandissima e nei loro chitarre di Anselmi nella parte centrale del brano volti si è letta la felicità, soprattutto per il grande per poi sfociare nella bellissima Book of Skulls, calore del pubblico che li ha accompagnati per dove Marangolo e Pignatelli tengono il ritmo, tutta la sera. mantenendo il classico Goblin-Touch di sempre, Nella scaletta rubata a fine concerto c’erano altri circondato da suggestivi suoni di tastiere, per due brani che i Goblin Rebirth dovevano suonare: poi passare a Mysterium, anche questo molto Death dies e Le Cascate di Viridiana, un vero ritmato e suggestivo per concludere con Evil peccato che non siano state eseguite a causa del in the Machine, brano cantato nel finale da forte ritardo . Zammit sullo stile dei Rockets o Kraftwerk che ti Io, Fabio, Denis e Pietro ci abbracciamo forte, travolgono in un mare di note: il primo ascolto consapevoli di avere assistito ad uno spettacolo dei nuovi brani non è sempre facile e diventa straordinario, ancora una volta abbiamo potuto complicato anche giudicarli singolarmente, condividere insieme questa emozione, proprio soprattutto durante un live, dove alcuni brani come quattro anni fa! Sotto il palco! magari vengono suonati diversamente rispetto alla versione in studio. Una cosa è certa, il nuovo album dei Goblin Rebirth è un album stupendo e noi tutti non vediamo l’ora di poterlo ascoltare; il pubblico, in un silenzio tombale, ha ascoltato ogni singola nota, per poi sfociare in un sonoro applauso e grida con la band che ringraziava soddisfatta. Nemmeno il tempo per riprendersi dall’emozione del momento che partono le note di Zombi, sostenuta dalla ritmica splendida di Marangolo che incita il pubblico a ballare e sostenere il tempo. Il carillon preannuncia Suspiria, splendida in questa versione dal vivo, peccato soltanto che non sia stata suonata con il buzuki come a Roma nel 2011, ma Anselmi ha saputo tirare fuori dalle sue corde un suono diverso e ancora più suggestivo. Splendida. Ci si avvia verso la fine del concerto dove un’introduzione molto laboriosa, fatta di tastiere e batteria, preannuncia la sempre amata Profondo rosso, che viene allungata di qualche minuto rispetto all’originale, e a differenza di Roma l’introduzione viene messa in testa al brano anziché in coda. Il pubblico è letteralmente impazzito, la band non fa nemmeno in tempo a scendere dal palco, che il che l’audience richiama la band a gran voce. Il bis che i Rebirth regalano al foltissimo pubblico è Goblin, estratto dall’albumRoller , dieci minuti di pura armonia sonora, il brano più bello secondo il mio punto di vista di tutta la discografia gobliniana, che chiude con il consueto assolo 46 47 JUST Vocal Group Concerto e presentazione del nuovo Video di “Gente di Quasi Città” al CROSSRoads di Roma il 26 giugno 2015

Report di Donald McHeyre

Del JUST Vocal Group ne aveva già parlato nero del CROSSRoads di Roma, i componenti Athos nel 2012 sul suo blog, qui ( http://atho- del JUST Vocal Group, hanno celebrato il loro senrile.blogspot.it/2012/09/just.html ) con rito di passaggio dallo stato di gruppo som- una breve intervista dove i quattro ragazzi merso a quello di gruppo emerso, con un romani, freschi di premiazione, confessavano evento concertistico che ha fatto da cornice tra le righe, tutta la loro ambizione motivata alla presentazione del video promozionale dalla consapevolezza delle loro elevate ca- del loro nuovo brano, “Gente di Quasi Città”, pacità. girato in parte, negli stessi locali del CROSS- Roads con la partecipazione del Coro della Passati quasi tre anni, con all’attivo due CD Cappella Sistina. singoli e un video di “Dimmi Uomo Dimmi”, nella serata del 26 giugno sul palco rosso e Con un lieve ritardo, dovuto all’esigenza di far

48 49 terminare la cena di presentazione e permet- i quattro ragazzi non appiattiscono i brani in tere quindi di apprezzare senza distrazioni la cori dal sapore ruffiano (ma in quelle rare oc- musica, inizia il concerto. casioni lo fanno “in grande” come per “Gente Terminato un video introduttivo della - ver di Quasi Città”), oppure in graziosi ma alla sione mix di “Dimmi Uomo Dimmi”, i fratelli lunga stucchevoli prestazioni a cappella (solo Andrea e Giorgio Paoni, Stefano Ricci e Giam- uno in tutto il concerto). maria Matteini, salgono subito sul palco da- I JUST non sono un coro “pop”, ma un consor- vanti ad un pubblico numeroso (e sazio), tra zio di quattro solisti che agiscono come una il quale sono presenti anche i loro mentori, Il- squadra. Le quattro rispettive voci, forti della ario Fusco, Pino Tuccimei e Stefano D’Orazio. loro diversità, vengono arrangiate come quat- Dopo due cover che avranno fatto la gioia tro strumenti diversi, ma in continuo dialogo delle ragazzine in sala, il vero talento esce tra loro, nel tipico modo della musica rock/ fuori con le note di “Dimmi Uomo Dimmi”, e il pop/jazz strumentale eseguita da solisti, ot- gaudio viene centuplicato da una prestazione tenendo sia il risultato di valorizzare al meglio vocale pressoché perfetta in un brano sapi- le singole voci, sia di conferire spessore e vari- entemente costruito nell’arrangiamento dal età in un genere, il pop, che spesso ne difetta. veterano Mauro Paoluzzi, sui testi di Roberto In ultimo, la simpatia e la naturalezza di- Vecchioni, per far risaltare le quattro distinte mostrate nel gestire quei momenti di “im- caratteristiche vocali dei componenti del barazzo tecnico”, dovuti a piccoli ma comuni gruppo. In particolare spiccano la potenza di incidenti da palco, ci confermano che i JUST Giammaria Matteini, che ad un certo punto, sono pronti a diventare una vera “Oldboy nel proseguire del concerto, è riuscito anche Band” da palcoscenico. ad accennare un vibrato caprino degno del miglior Chappo (Family), e il sorprendete An- drea Paoni, che ha il suo modo di superare le Set List medie capacità umane, con il suo FA naturale 1. City of Blinding Lights (cover U2) ma privo di falsetto, bensì pastoso. 2. Candy (cover Robbie Williams) I quattro ragazzi non dispongono ancora di 3. Dimmi Uomo Dimmi un repertorio di canzoni proprie abbastanza 4. I Believe I can Fly (cover R. Kelly) vasto da coprire un intero concerto di media 5. Il Muro del Suono (cover Ligabue) lunghezza, pertanto si sono affidati alle nu- 6. Flying Without Wings (cover Westlife) merose cover pescate qua e là dai loro artisti 7. Forte più di Noi preferiti e più ispiratori. Dagli immancabili 8. Hallelujah (cover Jeff Buckley) Robbie Williams e Jeff Buckley, agli irlandesi 9. Thinking Out Load (cover Ed Sheeran) Westlife e U2, e altri che si possono spulciare 10. VIDEOCLIP di “Gente di Questa Città” nella lista completa qui sotto. Dal momento 11. Starlight (cover Muse) che il vostro umile recensore non è un patito 12. You Raise Me Up (cover Josh Groben) di cover, questa scelta forzata della scaletta 13. Medley: In my Head/Break Your Heart ha permesso almeno di studiare un poco il (cover Jason Derulo/Taio Cruz) sostrato musicale da cui attingono i JUST. 14. Gente di Questa Città. Utile per capire meglio sia le potenzialità che Bis- Dimmi Uomo Dimmi. i limiti in cui si può muovere un gruppo di sole voci. Per chi ormai mastica per lo più strumentali rock da 50 minuti, l’aspetto più interessante e sorprendente consiste nel constatare che 50 51 Muddy Waters in realtà si chiamava McKinley Stone” che darà il nome all’omonima band e PROFONDO BLUES Morganfield e nacque il 4 aprile 1915a all’omonima rivista, “Louisiana blues”, “Honey viaggio intorno alla musica dell’anima Rolling Fork, un piccolo paesino sperduto Bee”, “Hoochie Coochie Man”, “I’m ready”, a cura di FABRIZIO POGGI nella campagna dello stato del Mississippi. “Mannish Boy”, “I’m a man” e “Got my mojo All’età di nove anni, come altri ragazzini, workin’”.La sua voce, il suo particolare “slide” [email protected] anche lui impara a suonare l’armonica e, chitarristico, e la sua mitica band avranno qualche anno dopo, si esibisce già nelle feste un’ influenza importantissima su migliaia di che si tengono dalle sue parti. Alla morte della musicisti sia bianchi sia afroamericani. Muddy madre McKinley va a vivere con la nonna nella Waters riesce per lunghi anni, grazie alla Stovall Plantation a Clarksdale, Mississippi. A propria grande carica umana e all’immenso diciassette anni, impara a suonare la chitarra carisma, a mantenere la sua musica a livelli MUDDY WATERS: tralasciando l’armonica, che però sarà sempre sempre eccellenti. La lunga lista dei musicisti una componente fondamentale della sua che hanno militato nella Muddy Waters un secolo di blues musica e nella sua celebre band suoneranno Band, comprende davvero grandi esecutori, davvero i migliori armonicisti in circolazione. alcuni dei quali hanno effettivamente fatto la A poco più di cent’anni dalla nascita ricordiamo I suoi eroi dell’epoca sono Son House e storia del blues: Jimmy Rogers, Willie Dixon, Robert Johnson ed il giovane Muddy si divide Otis Spann, Francis Clay, Pinetop Perkins, il grande padre del moderno Chicago blues tra il lavoro diurno di trattorista nei campi Fred Below, Pat Hare, Leroy Foster, Odie di cotone e quello notturno di musicista e Payne, Johnny Jones, Sunnyland Slim, Mike distillatore di whiskey di contrabbando. La Bloomfield, Bob Margolin, Garth Hudson, sua prima registrazione risale al 1941 e viene Elgin Evans, James Cotton, Levon Helm e effettuata dal famoso etnomusicologo Alan l’insuperabile Little Walter. Tra i soffiatori di Lomax. Come altri bluesmen della sua epoca, blues harp che hanno fatto grande la musica anche Muddy Waters, nel 1943, si trasferisce del bravissimo Muddy, vanno assolutamente a Chicago dove ben presto diventerà uno degli ricordati anche Walter Horton, Henry Strong, artisti di punta della scena blues della città. Lì Carey Bell, George “Harmonica” Smith, Paul ha la possibilità di incontrare grandi musicisti Butterfield, Mojo Buford, Jerry Portnoy, Junior come Big Bill Bronzy, Sunnyland Slim, Big Wells e Paul Oscher. Nel 1958 effettua il suo Crawford, Tampa Red e John Lee “Sonny Boy” primo tour in Gran Bretagna. E’ un trionfo. Williamson. Poco tempo dopo il suo arrivo, Nei primi anni anni Sessanta la popolarità capirà che il blues rurale del Mississippi ha di Muddy Waters è tale che quando esplode bisogno di una svolta che lo avvicini di più l’interesse dei giovani bianchi per il folk e per alle esigenze del pubblico di una grande il blues, il bluesman di Chicago viene coinvolto metropoli. Cambiata la chitarra acustica con in tutte le situazioni concertistiche possibili un’ elettrica e circondatosi di leggendari ed immaginabili, tra cui spicca il “Newport comprimari, fonda la ormai mitica Muddy Jazz Festival” del 1960 dove il nostro viene Waters Band, che diventa subito il gruppo più accolto da un incredibile entusiasmo. La sua osannato della città, con questo nuovo suono grandissima popolarità non è dovuta solo che presto verrà codificato come il moderno alle sue sprepitose performance ma anche ai “Chicago blues”. Il suo primo grande successo gruppi inglesi di “british blues”, con i Rolling “I can’t be satisfied” è datato 1948. E’ solo Stones in testa, che utilizzano con grande l’inizio di una lunghissima, brillante serie di successo il suo repertorio. In quel periodo i brani diventati dei classici del blues: “Rolling suoi dischi non sembrano esprimere al meglio 52 53 ciò che la band è in grado di esprimere dal vivo. A testimonianza dell’altissimo livello dei concerti tenuti dalla Muddy Waters Band esce nel 1969 “Fathers and Sons” che propone eccellenti session con artisti sia bianchi che afroamericani. Un disco che conquista definitivamente il pubblico bianco del rock. L’industria discografica americana premia Muddy Waters con diversi Grammy Awards compreso quello ottenuto nel 1975 per la registrazione del “Woodstock Album” riuscita collaborazione tra Waters e alcuni componenti di The Band, Paul Butterfield e Pinetop Perkins. Per gran parte degli anni Settanta, dopo aver lasciato la Chess, la sua storica casa discografica per contrasti sulle royalties, Muddy Waters si esibisce in numerosi concerti e festival in tutto il mondo, Europa compresa. Il grande chitarrista e cantante rock blues texano Johnny Winter, suo grande estimatore, gli procura un contratto con la Blue Sky, una sussidiaria della Columbia, per una bella seie di pregevoli dischi tra cui spiccano sicuramente “Hard Again” e “Muddy Mississippi Waters Live”. All’inizio degli anni ottanta gli acciacchi dovuti all’età cominciano a farsi sentire. Nonostante questo Muddy continuerà a suonare dal vivo fino alla sua morte avvenuta per infarto il 30 aprile 1983 a Downers Grove, Illinois dove il grande bluesman abitava. Con la sua scomparsa il leggendario uomo di blues ha lasciato un vuoto sicuramente incolmabile, non solo dal punto di vista musicale, ma anche e soprattutto a livello umano. Muddy Waters aveva saputo mantenere intatta la sua indole modesta, mite e riservata, lontana migliaia di chilometri dagli atteggiamenti arroganti e dai forzosi giochi competitivi tipici spesso di chi ha costruito una carriera di successo basandosi più sull’apparenza che sulla sostanza. Un grande esempio per tutti i musicisti di ogni età e stile. 54 55 I nomi di Bernardo Lanzetti e di Cristiano scontato dei Gentle Giant, qui rivisitato in una Roversi tornano finalmente a incontrarsi. modernissima e ardita chiave metal-prog; Entrambi possono vantare un bagaglio di “Scorre l’acqua” è l’unica traccia totalmente Lanzetti/Roversi collaborazioni davvero vasto, ma vengono in italiano, mentre “Bel Canto” in italiano lo ricordati soprattutto il primo per gli Acqua diventa, dopo una introduzione in inglese: Fragile e una breve permanenza nella PFM, il entrambi i brani hanno un incedere davvero secondo per i Moongarden. operistico, con le orchestrazioni ricostruite QUASI ENGLISH Due nomi così ovviamente danno adito a un con il Mellotron. La conclusiva “Have no di Alberto Sgarlato (2015) album che è puro miele per le orecchie degli standing” ci riporta alle atmosfere delle appassionati di rock progressivo. Nella traccia prime due tracce, cioè a quel prog segnato iniziale, che dà il titolo all’album, scopriamo dalla maestosità genesisiana. Parafrasando fin dalle prime strofe che la voce di Lanzetti il titolo si può dire che Roversi ha scelto una migliora costantemente con gli anni (e, strumentazione “Quasi Vintage”: pressocchè anzi, avrebbe meritato una presenza ancora assenti, o ridotti al minimo, i sintetizzatori, per maggiore nel mixaggio). Questo brano dal dare ampio spazio a piano, organo Hammond titolo così strano sembra quasi un “pastiche” e Mellotron. scherzoso, un po’ alla Frank Zappa, complici Un disco in cui la ricchezza degli arrangiamenti anche i “botta & risposta” corali da parte e la complessità strutturale sposano la dei Catafalchi del Cyber (altro progetto melodia nel modo più riuscito. roversiano), ma la melodia vocale è sorretta da un massiccio supporto armonico chitarra/ organo che nelle prime note inevitabilmente evoca i Genesis dell’Era-Gabriel, mentre le escursioni soliste delle tastiere sono più emersoniane. Stessi ingredienti nella successiva “Worn to a shine”; a proposito di queste prime due tracce, è doveroso segnalare in esse la presenza di due veri “Pezzi da 90” del prog-rock moderno: alle chitarre Fabio Serra, che con i suoi Røsenkreütz ha partorito un annetto fa quel capolavoro che è “Back to the stars”, mentre alla batteria troviamo Jonathan Mover, già collaboratore di Hackett e Howe nei GTR e per un brevissimo periodo anche nei Marillion (tra l’uscita di Mick Pointer e l’arrivo di Ian Mosley). Oltre a loro, una mezza dozzina di eccelsi strumentisti hanno collaborato alle varie tracce dell’album, che si accinge già a diventare un “classico di domani” del rock progressivo; “Heartsick clever” è un momento acustico davvero commovente, di quelli che toccano proprio le corde dell’anima, mentre il pianismo nervoso di “Latitude aloud” ci porta su coordinate tra Banco e ELP; “Convenience” è una scelta coraggiosa, in quanto va a ripescare un brano per nulla 56 57 Qualora volessimo collocare la nascita del avevano ravvivato le sorti di un ipotetico progressive rock nel 1967, anno di grazia che Taranta Power, altri gruppi - quali il Banco del diede alla luce la contaminazione del rock con Mutuo Soccorso - avevano invece rivolto la PALEPOLITANA la musica classica (“A Whiter Shade of Pale” loro attenzione al classicismo più classico e dei Procol Harum e “Days of Future Passed” cerebrale del melodramma. dei Moody Blues: due dischi che hanno Per chiudere il cerchio mancava soltanto Storie dal sottosuolo anticipato di ben due anni il capolavoro del un ultimo anello di congiunzione che, in di Franco Vassia Re Cremisi “In the Court of the Crimson King”) modo indissolubile, legasse quello che dai e l’evoluzione del beat con il “Sgt. Pepper’s più è stato indicato come un vero e proprio Lonely Hearts Club Band” dei Beatles, rinascimento musicale con il fantastico arazzo possiamo dire che la navicella progressiva di note intessuto da Roberto De Simone e è in orbita da ben 48 anni. Quasi cinque dalla Nuova Compagnia di Canto Popolare. decenni durante i quali, tra alti e bassi, il rock Umori certamente, ma anche l’ombra lunga progressivo ha percorso una serie infinita di di un sudario sonoro mai così tenacemente parabole restando però irrimediabilmente partenopeo. ingabbiato tra gli steccati di quella stagione Un anello che, pur senza scomodare John aurea e irripetibile. Tutti i gruppi - o quasi - di Ronald Reuel Tolkien, è stato finalmente quell’iniziale periodo, sia italiani che stranieri, forgiato ai giorni nostri da Lino Vairetti, lo hanno ben presto gettato le loro àncore col storico frontman degli Osanna, direttamente risultato di incagliarsi sui bassi fondali di quei nelle viscere di Napoli. Viscere che sembrano fermenti giovanili, pubblicando dissertazioni però coinvolgere non soltanto l’intero e cloni a ripetizione, senza però mai arrivare sottosuolo della vecchia Palepoli quanto la a sfiorare neppure lontanamente la bellezza storia dell’uomo con le tutte le sue urgenze di quelli che possono essere considerati i veri e con la sua fame di sapere: cibarsi di storia, monoliti della nostra storia. di arte, di musica e, nel contempo, ravvivare Le successive mutazioni, molte delle quali il sacro fuoco delle credenze e delle tradizioni esclusivamente tarate sul più bieco interesse popolari. commerciale, hanno sposato gli umori del Per questo “Palepolitana” non è soltanto un tempo col risultato di allontanare sempre lavoro discografico quanto la rappresentazione più intere legioni di fans e di far arenare un di una nuova e ipotetica Via Crucis. Un piccolo galeone che, per più di un lustro (1969-1974), Pentamerone che racchiude ben 12 Stazioni: aveva mostrato oro e monili e navigato con il fermate e ripartenze che attraversano l’arco maestrale in poppa. temporale della vita, un viaggio che parte dagli Ma, nonostante gli anni di carestia, il rock elementi naturali (la risacca del mare, il tuono progressivo è stato l’unico movimento in lontananza, la forza del vento nell’avvincente musicale e culturale in grado di cambiare intro di “Marmi”), per riportare alla luce dal i connotati del rock fin dalle sue radici, sottosuolo scorie e storie Cinquecentesche contaminando i generi più disparati in un e Seicentesche (le meravigliose “Fenesta ventaglio di emozioni talmente ampio da vascia” e “Michelemmà”) ma soprattutto abbracciare la musica classica, il jazz e anche religiose (la bellissima “Santa Lucia”). il folk. Gli Osanna, indossando le maschere del teatro Pochissimi sono stati invece gli esempi che popolare, si sono alimentati col respiro caldo hanno cercato di coniugare il nuovo verbo di una città che, ancora oggi, rappresenta con la tradizione più arcaica e popolare. E se l’eleganza di un’era borbonica e l’ombelico la Premiata Forneria Marconi (con “E’ Festa”) della nostra civiltà. e gli Osanna con “Fuje ’a chistu paese”, Con “Palepolitana”, gli Osanna hanno 58 59 valorizzato l’aspetto più melodico della città D’Anna e Gennaro Barba) magistralmente a scapito di quello tellurico, suoni e liriche guidata da Lino Vairetti, un musicista quasi che hanno dato vita a isolati di straziante sacerdotale che non si è limitato a fornire bellezza come “Canzone amara”, un grande la sua infinita esperienza quanto il motore tributo all’indimenticabile “Canon in D” di un nuovo progetto destinato ad aprire dell’abate Johann Pachelbel: quasi una orizzonti sempre più larghi. nuova “Canzona” che si accinge a essere il Ad arricchire ancor più il lavoro - oltre alla seguito ideale della straziante “There Will presenza del sommo David Jackson, della be Time”. bravissima Sophya Baccini, di Gianluca “Palepolitana” è un album strordinario, Falasca e di Angelo Salvatore - un secondo destinato a diventare una pietra cd con la nuova versione di “Palepoli”, il loro fondamentale, un meteorite caduto sulla capolavoro assoluto. Un’operazione che non terra fuori tempo massimo. Suonato e vuole essere semplicemente un recupero di cantato alla perfezione da una band che nulla maniera ma - con alcune correzioni e qualche più ha da invidiare al combo originale, gli aggiustamento - l’omaggio definitivo a un Osanna sono una fucina di veri talenti (Sasà lavoro che, nel tempo, è diventato una vera Priore, Pako Capobianco, Irvin Vairetti, Nello e propria pietra miliare.

60 61 ONCE I WROTE SOME POEMS… Riflessioni sugli album che hanno maggiormente segnato la mia esistenza

a cura di ALBERTO SGARLATO

[email protected] YES

FRAGILE(1972) Come ho spesso scritto, questa è una rubrica di dopodichè svela un tocco via via sempre più NON-critica, nel senso che è fatta puramente delicato; potrei parlarvi delle gentili ed eleganti di ricordi, di emozioni, di sensazioni. Del resto, sovrincisioni vocali di Jon Anderson nella lo stesso sottotitolo recita: “riflessioni sugli stralunata filastrocca psychedelica “We have la reale importanza di questo strumento immersioni in vasca da bagno. albums che hanno maggiormente segnato heaven”, oppure delle dissonanze introdotte nelle dinamiche della band. Sì, mi piaceva Alla fine, gli Yes, nonostante Steve Howe sia la mia esistenza”. E dopo il gravissimo lutto da Bill Bruford nelle sue poliritmìe di “Five quel suono cupo e gravoso che sentivo nei stato sempre un chitarrista sopraffino per che si è abbattuto sul mondo della musica per cent for nothing” che, probabilmente, dischi di new-wave che uscivano all’epoca, mi gusto, tecnica, classe e nonostante Trevor mondiale in questi giorni, di riflessioni ne con i suoi 35 secondi vince la palma di brano affascinava l’atmosfera che il basso creava. Rabin abbia portato una ventata di novità ho metabolizzate molte, di ricordi ne sono di progressive rock più corto di sempre (alla Eppure qui era qualcosa di completamente indurendo il suono, nonostante innumerevoli affiorati tanti, le emozioni si sono rifatte vive faccia di chi dice che è un genere prolisso) diverso. Un basso mixato in modo da tastieristi si siano avvicendati dietro in modo preponderante. … Potrei, ma non ne ho nessuna voglia. Non essere molto presente, con un suono unico, montagne di tasti bianchi e neri (Tony Kaye, Sì, se di opere “che hanno segnato la mia sono affatto dell’umore giusto. Perché in squillante e sferragliante al tempo stesso. Alla e Geoff Downes, tutti usciti e esistenza” si parla, allora questa, scoperta queste giornate luttuose la mia memoria, fine, senza se e senza ma, il basso diventa il rientrati diverse volte, più qualche “meteora” quando avevo 14 anni, è tra le prime due o i miei ricordi, sono tutti per lui, per Chris brano. Il resto è contorno. E la stessa cosa si come Patrick Moraz o Igor Korotchev), gli tre in classifica, è tra quelle che mi hanno Squire, stroncato dalla leucemia il 27 giugno può dire per “South side of the sky”, roccioso Yes, dicevamo, erano soprattutto due cose: impressionato di più, tra quelle che ho amato 2015 in un ospedale di Phoenix, in Arizona. hard-rock eseguito poche volte dal vivo il basso di Squire e la perfetta alchimia delle più profondamente. Fin dal primo momento, quella volta da dalla band ma trasformato, ancora una volta due voci, entrambe uniche e originalissime, L’album si intitola “Fragile” e a dispetto del ragazzino, in cui ascoltai gli Yes, per me la grazie alla perizia di tutti, in un mix di energia di Jon Anderson e di Squire stesso. Perché titolo non è affatto tale: è roccia ancora più bella band era soprattutto lui. E questo si sentiva, ed eleganza che non trova paragoni nella questo carismatico omaccione nato a Londra ora che è segnata dal tempo, è monumento in modo inequivocabile, fin dalla opener scena musicale loro contemporanea. “Long e vissuto a lungo a Phoenix, oltre che un indissolubile, è capolavoro assoluto, “Roundabout”, forse il massimo picco di tutto distance runaround” è un gustosissimo lavoro bassista grandioso e con un suono tutto suo, indiscusso, riconosciuto universalmente e, l’album e uno degli apici creativi nella storia di intarsi ed equilibri tra chitarra e pianoforte era anche un eccellente cantante e un dotato soprattutto, contiene in sé una miniera di della band, un brano retto dal basso, che gli ancora una volta giostrati attorno a quello compositore e arrangiatore. cose da dire. Potrei parlarvi di quella “Cans conferiva una spinta e un’energia difficilmente strumento-principe che è il basso. Altro La fine di Chris Squire ci costringe a dire addio and Brahms”, rilettura brahmsiana per soli descrivibili. Nonostante gli Yes fossero tutti capolavoro è “Heart of the sunrise”, traccia a un Artista unico, come probabilmente sintetizzatori con la quale Rick Wakeman si dei musicisti tecnicamente eccelsi, nella parte di oltre 10 minuti nella quale le “sfuriate” ne sono nati pochi e come difficilmente ne incuneava nella scia dello sperimentatore iniziale di questa traccia da oltre 8 minuti bassistiche spiccano come non mai. Per non verranno ancora. Ma non solo: con lui finisce Walter Carlos e mostrava le grandi capacità si può dire che il riff costruito da chitarra e parlare di quella “The Fish” composta proprio un progetto musicale tra i più belli di sempre, di questi strumenti, oppure potrei parlarvi di tastiere fosse relativamente semplice. Era il da lui e dedicata a lui stesso. Perché pochi finisce un’epoca, finisce un modo di concepire “Mood for a day”, meravigliosa composizione basso, con quel suo modo di girarci intorno, ricordano che prima dell’ex-Marillion, Fish fu la musica. per chitarra classica nella quale Steve Howe a complicare tutto. Probabilmente non avevo il soprannome anche di Chris Squire, e per inizia con l’irruenza e il fuoco di un flamenco, mai notato, prima di ascoltare quel brano, lo stesso motivo: la passione per le lunghe 62 63 di Athos Enrile Vorrei abbinare al sostantivo “Musica” l’aggettivo “educata”, perché la proposta dei C.G. conosce le buone maniere, un formidabile passepartout A distanza di un paio di anni i Camelias Garden capace di aprire le serrature del cuore e ritornano all’impegno discografico, e dopo il della mente, volando alto, magari utilizzando sorprendente You Have a Chance realizzano Kite. l’aquilone/kite che, forte della sua posizione Come evidenziato nell’intervista a seguire la privilegiata, suggerisce la migliore strada scelta dell’EP nasce dalla necessità di creare un possibile. bridge tra passato e futuro, un trait d’union legato Sì… musica educata mi piace! alla naturale evoluzione e maturazione della Ascoltando Kite, tra le tante contaminazioni ne band, alla ricerca della conferma di un’identità ho trovato una rilevante, forse inconscia, ma che sorprese all’esordio. sono immediatamente tornato con la mente Le modifiche alla line up e la pianificazione a quel Ashes Are Burning dei Renaissance che musicale di un percorso non certo semplice ha tanta gioia mi diede da adolescente. portato a risultati eccezionali. Ma quanto sono bravi i Camelias Garden!!! Inizio col dire che ascoltando Kite il mio più grosso rammarico è quello di non poterlo avere… tra le mani, perché è un gioiello che brillerà solo sul L’INTERVISTA web, e il contatto fisico mi pare indispensabile quando si parla di musica nobile come quella Mi pare d’obbligo chiedervi una sintesi della proposta dai C.G. vostra storia che, se pur giovane, appare già Le etichette si sprecano nel tentativo di dare ricca di elementi significativi. una collocazione conosciuta a questi giovani e

virtuosi romani, e chiacchierando si scopre che Nasciamo tre anni fa, dentro una cameretta piena il termine post-progressive è quello preferito, ma di strumenti, con l’intento di liberarci di esperienze trovo che la necessita di agire in progressione, musicali poco produttive e di raccogliere quanto parlando di musica, sia qualcosa che prescinde di buono appreso dai lavori passati e dalle dal mellotron, dal moog, dalla storia concettuale altrettanto importanti fruizioni come ascoltatori. e dalle immagini fantastiche, e diventi una vera e Dopo aver fatto girare una manciata di brani propria filosofia di lavoro, fatta magari di ricerca demo ed aver raccolto buoni feedback da parte di armonie, di utilizzo di nuovi ritmi, di approccio di qualche label prog-rock, abbiamo realizzato il tecnologico e strumentistico, ma soprattutto primo disco con l’aiuto di AltrOck e soprattutto di sviluppo continuo di idee atte a creare un di Massimo Dolce dei Gran Turismo Veloce, che benessere di cui, purtroppo, solo le anime ha curato nel minimo dettaglio la produzione sensibili potranno godere. dell’album quando eravamo ancora un trio Brani come Mellow Days, tanto per citare una pieno di punti interrogativi e di arrangiamenti CAMELIA’S GARDEN perla dell’album di esordio, sono momenti di pura troppo pesanti per essere eseguiti in un set così felicità da ascolto, ma ciò che troviamo in Kite ridotto. Dopo l’uscita di ‘You Have a Chance’ è in buona parte un salto in avanti, una diversa la band ha assunto la conformazione che l’ha visione della “faccia Camelias”, che ingloba il accompagnata per l’anno e mezzo successivo, recente passato e prepara il terreno per il futuro, e cioè una combo di cinque elementi che si è in un continuous improvement che affascina, per trasformata continuamente per quasi due anni sforzo e risultato. - ad eccezione di Valerio - e che nel corso degli La musica dei Camelias Garden bussa alla porta ultimi mesi, come conseguenza della lavorazione prima di entrare, ma quando l’uscio si schiude del nuovo Ep, si è stabilizzata nell’attuale irrompe con forza dirompente e penetra in tutti i formazione a quattro che da quest’estate pori, ma resta sua peculiarità il trasporto di note porterà ‘Kite’ in giro per i palchi di tutta Italia. ed armonie del tutto sospese, come se il concetto di forza di gravità fosse del tutto sconosciuto, o Come descrivereste la vostra musica a chi solo adatto alla musica normalizzata. 64KITE 65 non ha mai avuto l’opportunità di ascoltarla? poi in particolari soluzioni presenti in Kite (la nazionale, affronta un grosso periodo di crisi che girava portandosi dietro una innumerevole title-track) o in un brano come Useless, cose che dal punto di vista finanziario e strutturale. Le quantità di strumenti. Ora siamo più essenziali e Abbiamo dato tanti appellativi alla nostra musica, sono abbastanza diverse da quello che abbiamo condizioni dei locali dove si suona dovrebbero più diretti, la formazione si è asciugata un po’, ma che tecnicamente è un ibrido tra prog vecchio fatto in passato e che probabilmente porteranno essere migliorate, si suona spesso in spazi non dal punto di vista logistico ne abbiamo tratto un stampo, neo folk e qualche sferzata postrock. Il ad un’ulteriore evoluzione futura. destinati alla musica, ma per lo più focalizzati grande giovamento termine più adatto e sintetico che ci piace usare sulla moda del momento. Il pubblico sicuramente è quello che ultimamente va molto di moda, Qual è l’anima dell’album? Trattasi di concept? va ad influenzare il mercato, spesso si va ad Possibile pensare già a scenari futuri? cioè post-progressive, che riassume abbastanza ascoltare la persona e non la musica che uno chiaramente l’idea di costruire musica con No, l’album non è un concept nel senso più propone. Non vogliamo generalizzare troppo, ci Ovviamente sì. Per quanto riguarda il futuro diverse contaminazioni e che non si fermi ai stretto del termine. Ci sono dei rimandi melodici, sono delle eccezioni, ma in linea di massima è prossimo abbiamo in programma di suonare live classici stilemi che caratterizzavano l’idea di anche qualcosa nei testi che tiene legato il tutto, una buona descrizione dello stato attuale delle il più possibile, nei club e in tutte le occasioni che progressive e jazz-rock nel passato. ma non è stato pensato né messo a punto per cose. Nonostante tutto, rimaniamo fiduciosi. ce lo permetteranno, e a tal proposito stiamo essere un concept. preparando un calendario ricco di date. Un L’album di esordio, You Have a Chance, ha Siete più analogici o digitali, quando si parla di altro obiettivo che ci siamo prefissati è quello di destato molto interesse e stimolato confronti: Sono sempre interessato all’artwork, che in musica? suonare fuori dall’Italia: i feedback e le recensioni quali sono le vostre fonti di ispirazione? Esiste questo caso non posso vedere: mi date qualche che ci arrivano d’oltralpe ci hanno decisamente un artista/band del passato che vi mette tutti elemento? Siamo un mix e il disco lo evidenzia in pieno. motivato ad affrontare la dimensione Europea. d’accordo? Sarà dura, ma il percorso che abbiamo intrapreso L’artwork è esattamente quello che si vede sul Come sono i Camelias Garden on stage? è destinato a portarci fuori dai confini nazionali. Di fonti d’ispirazione ce ne sono tantissime, web. Infine, come forse si è intuito, è già in cantiere dai Fleet Foxes ai Genesis per partire da quelle Questo Ep (tolta qualche copia fisica stampata On stage la formazione si è alleggerita, si è passati l’idea di un nuovo lavoro discografico... ma ci basilari, fino ad arrivare agli Explosions in the appositamente per il release party) è stato da 5 a 4 elementi, il che è tanto per un gruppo penseremo meglio dopo l’estate! Sky o ai God is an Astronaut per quanto riguarda studiato per un’uscita esclusivamente digitale, l’ultimo periodo. Ma anche James Blake, Tame e l’artwork si compone sostanzialmente della Impala, Steven Wilson, Beach Boys, tutte cose front-cover che tutti possono vedere ovunque su che si notano se si ascoltano attentamente i internet. nostri brani. La cover è ovviamente incentrata sulla title-track Credo che la band del passato che ci mette tutti che da anche il nome all’album, ‘Kite’, ed è stata d’accordo siano i Beatles! realizzata da una bravissima artista romana che si chiama Isabella Latini. Veniamo al nuovo lavoro, KITE: l’utilizzo della media lunghezza è una precisa scelta discografica? Quali sono le maggiori differenze tra il primo atto e quest’ultimo? Sì, abbiamo pensato a questo lavoro come un Tracklist punto di raccordo fra il primo disco e qualcosa Se il primo lavoro evidenziava una miscela Rise (2:05) che inevitabilmente arriverà in futuro, e che di progressive e folk acustico, il secondo ha Making Things Together (5:10) probabilmente continuerà questo processo di sicuramente un approccio più elettrico e Kite (8:27) ibridazione stilistica che abbiamo intrapreso sperimentale. Il rivoluzionario cambio di line Red Light (3:22) fortemente con ‘Kite’. La media lunghezza ci up ha apportato all’arrangiamento nuovi spunti The World Inside You (3:55) sembrava un’ottima soluzione per cominciare e approcci musicali. L’ep disegna vari paesaggi Useless (6:34) questo processo con naturalezza. sonori e potremmo definirlo trasversale, perché spazia dal progressive psichedelico passando per A livello pratico, la metà dei brani inclusi in Lineup: ‘Kite’ sono nati in contemporanea con l’uscita di ritmiche funky/ pop fino a sfociare nel postrock: Valerio Smordoni: voce e cori, tastiere, chitarra acustica ‘You Have a Chance’, tanto che sarebbero stati è un disco molto colorato. benissimo in una versione Deluxe di quest’ultimo, Simone Contini: batteria e abbiamo sempre pensato che erano ancora Mi date un vostro giudizio sullo stato della Alberto Cari: basso molto legati alla cifra stilistica di esso. musica? Claudio Bruno: guitars L’altra metà è frutto di elaborazioni complesse su materiale vecchio e nuovo e che sono sfociate La situazione musicale, specialmente a livello 66 67 MirKo, rigorosamente con la Kappa di cui era Una cosa però aveva sviluppato: la propensione fiero e la poneva sempre in rilievo mettendola ad ascoltare musica in quanto, fin da piccolo, la maiuscola come la prima lettera della firma, era nonna materna d’origine sarda, sua autentica Psycomusicology un tormentato individuo. figura genitoriale, l’aveva educato a canzonette a cura di MAURO SELIS Ricoverato già da tempo in una clinica per beat tipo “Dusu amigusu” dei conterranei sofferenti mentali, non era orientato a socializzare [email protected] con le persone. Fin da piccolo la sua chiusura al mondo, una sorta di lieve autismo con un nucleo depressivo compresente, lo aveva trasportato in una dimensione estremamente introiettata verso se stesso. La malinconica I suoi giochi solitari (a MirKo piaceva inventare sempre nuove situazioni ludiche, ma solo lui ne era regista, attore e spettatore) gli avevano fatto trascorrere un’infanzia sufficientemente serena, seppur molto appartata. vita di MirKo I genitori, poco presenti per via di un lavoro nel commercio che li impegnava da mane a sera, non avevano mai fatto caso alle particolarità di quel quello con la kappa bimbo un po’ chiuso, ma con voti “nella media” alle elementari. Crescendo, ormai con i primi brufoli sulla faccia, si evidenziava nel ragazzo qualche forma di disagio, Barritas o il rhythm’n’blues de noantri con Nino in quanto non mostrava molta inclinazione alle Ferrer e la sua “Vorrei la Pelle Nera” . cose che gli venivano proposte (partite sportive, Crescendo, il paesaggio sonoro che percorreva la pomeriggi al cinema, serate al bar etc….). sua stanza di adolescente era caratterizzato dalle Il padre era soltanto preoccupato che non fosse note del “paisley underground” dei californiani “Gay”, giacché questa sarebbe stata un’autentica Thin White Rope di “The Ruby Sea” , o l “hair pop ignominia per la sua figura “machista”. metal” di “Bad Obsession” dei Guns N’ Roses, ma MirKo, però, non era né omosessuale né attirato le cattive ossessioni di MirKo non erano gli abusi dagli istinti ormonali tipici degli adolescenti, di droga ed alcool a cui la canzone dei Guns fa era solamente pervaso da diffusa e solinga riferimento, bensì la sua clausura psichica. melanconia. Erano gli anni successivi alla caduta del muro La parola deriva dal latino melancholia, la quale di Berlino e cedeva in MirKo la consapevolezza a sua volta trae origine dal greco melancholía, che la sua vita non poteva essere normale come composto di mélas, mélanos (nero), e cholé tante altre. (bile), quindi bile nera, uno dei quattro umori (gli “Mi sento solo e nessuno mi capisce. Tutti gli altri sono bile gialla, flegma e sangue) dalle cui altri sono pervasi dalla gioia, per me ogni giorno combinazioni dipendono, secondo la medicina è un’infelice compleanno”, come gli Smiths di greca e romana, il carattere e gli stati d’animo “Unhappy Birthday” . delle persone. La terapia farmacologica, a cui era legato già da La melanconia o più popolarmente malinconia molto tempo, non era sufficiente per contrastare è una sorta di tristezza di fondo, spesso compiutamente l’alterazione dell’alimentazione inconsapevole, che porta un soggetto al vivere e del ciclo del sonno, non riusciva totalmente passivamente, senza prendere iniziative, a debellare i pensieri intrusivi che lo assillavano adattandosi agli avvenimenti esterni con la per la maggior parte del tempo. convinzione che non lo riguardino o che in essi Una litania ossessiva, un lamento continuo… non possa avervi un ruolo determinante. “And turn your head away, now there’s nothing 68 69 more to say” (E volta la testa dall’altra parte , al just like anything else” (Una cecità che tocca la L’ Associazioni culturale Bottega Partigiana in collaborazione con Spazio 211, organizza il: momento non c’è nient’altro da dire ) “Lament” perfezione/ma fa male come qualsiasi altra cosa) di Nick Cave. “Isolation” dei Joy Division. 1° Festival Prog Rock Torino nei giorni 11- 12 – 13 settembre prossimi. Era uno scenario di anima in pena, oltre ogni Acuto dolore in questo malinconico svilimento pena… della propria vita, un’esistenza costantemente Un genere musicale, troppo a lungo trascurato se non del tutto ignorato dalle istituzioni cittadine, MirKo annaspava nella certezza che la tranquillità attraversata da angoscia senza limiti, indefinibile torna a far sentire la sua forza e creatività a Torino. non potesse essere mai alla propria portata: quanto a cause ed effetti. La musica come sola Una location storica in cui si esibiscono da anni band nazionali e internazionali: Spazio 211 in via “Perché non sono come gli altri? Io non potrò mai oasi temporanea di armonia, come antidoto per Cigna 211. Due palchi: uno esterno e uno interno. Uno spazio out-door il pomeriggio e uno in-door essere come gli altri!!!”. la generica perdita di interesse verso le attività la sera. Parteciperanno importanti band sia locali che nazionali: Si sentiva smarrito nei meandri della propria quotidiane. a. Venerdì 11: dalle 20,30 sofferenza psichica, con il cuore e l’anima Mi immagino che ancora sia a struggersi di i. ARIA - Valsusa sanguinanti di dolore e disperazione. fronte ai bardi dell’incertezza, ai bastioni ii. LA STANZA DI GRETA, formazione torinese utilizza strumenti caratteristici We as people, are just walking ‘round/Our “ dell’inefficacia personale, tra le note di uno di come marimba, un vecchio armonium Farfisa, un set di didjeridoo, giocattoli e heads are firmly fixed in the ground/ What we quei brani di Nick Drake (lui nel nome/cognome altro, a fianco degli strumenti più classici. don’t see, Well it can’t be real/ What we don’t ha ben due K anche se non maiuscole…) che ti iii. IL CERCHIO D’ORO, da Savona, il cui recente lavoro Dedalo e Icaro è stato touch we cannot feel” (Noi come persone, stiamo lasciano ammutoliti per la profondità poetica, giudicato il miglior disco italiano di prog degli ultimi 15 anni dalla rivista Prog solo camminando attorno/ Le nostre teste sono l’esplorazione dell’interiorità e l’essenzialità Italia. fermamente fissate nel terreno/Ciò che non artistica, come in “Cello Song” “So forget this iv. THE NEW TRIP di Pino “Caronte” Sinnone; Pino Sinnone, storico batterista dei vediamo, Beh, non può essere vero/ Ciò che non cruel world/Where I belong/I’ll just sit and wait/ Trip, presenta in anteprima il ritorno dei Trip, una della band più amate. tocchiamo non possiamo sentirlo) “Sad Song” And sing my song/And if one day you should b. Sabato 12 dalle 16,30: degli Oasis. see me in the crowd/Lend a hand and lift me/ i. I NUMPH da Massa Carrara; Non era facile trattare con lui, i test avevano To your place in the cloud”. (Dimentica, allora, ii. SOUL SECRET da Napoli; sentenziato un’intelligenza nella media (Q.I. 88) questo mondo crudele/ A cui io appartengo /Mi iii. UBI MAJOR da Milano ma la sua tendenza all’isolamento lo rendeva siederò, nient’altro, e aspetterò/ Cantando la mia iv. AQUAEL di Torino sfuggente come un ladro acrobata che rapisce la canzone/E se un giorno riuscirai a vedermi nella v. AVALON LEGEND da Villardora; formazione attiva da molti anni, cerca di coniu- propria personalità. folla/ Porgimi una mano e portami/ Con te lassù gare i ritmi del rock progressive con il cantato melodico italiano “A blindness that touches perfection/but hurts su una nuvola). vi. LA COSCIENZA DI ZENO da Genova vii. SYNDONE , formazione Torinese, molto apprezzata per l’eccellenza compositi- va ed esecutiva, presenta il nuovo album Odysseas c. Domenica 13 dalle 16,30 i. LOCUS AMOENUS da Avellino; ii. STRUTTURA E FORMA da Genova e Milano; iii. BLUEALIVE da Torino iv. OLD ROCK CITY ORCHESTRA da Orvieto v. BIGLIETTO PER L’INFERNO la storica formazione del rock progressive italiano, il cui 1° album è giudicato da molti specialisti il miglior album italiano di questo genere. La manifestazione ha lo scopo di promuovere e rispondere ad un rinnovato interesse del pubblico verso un genere musicale – il rock progressivo – che, sulle orme dei gruppi anglosassoni pionieri quali Genesis, Pink Floyd, King Crimson, Yes e molti altri, ha avuto in Italia un periodo di grande splendore con band come PFM, BMS, Osanna, New Trolls, Orme, Il Balletto di bronzo, e tantissime altre. Il festival in questa occasione vuole essere dedicato totalmente alle band italiane e sottoli- neare come nel nostro Paese esista una corrente e un substrato musicale che nulla ha da invidiare alle più blasonate band internazionali. Informazioni work in progress sono disponibili sulla pagina Facebook PROG TO ROCK https:// www.facebook.com/progtorocktorino Il festival non ha alcuna sovvenzione, ma nasce dall’amore per la musica, l’impegno e la disponibi- lità a rischiare delle associazioni culturali Bottega Partigiana e Spazio 211.

70 71 questi tempi la sovrabbondanza discografica non contenuto sociale, e se fossimo nei primi anni paga e, soprattutto, la fase creativa va finalizzata ’70 rappresenterebbe la perfetta sintesi tra quando si vive in periodo di serenità musicale. atmosfere prog ed impegno cantautorale, sezioni E proprio la tranquillità è l’ingrediente ben divise in quei giorni lontani. fondamentale che mancava e, senza voler dare Ettore Vigo evidenzia come sia tipico del genere giudizio alcuno, ma basandomi solo sulla mia proposto la descrizione delle crisi morali ed percezione dei fatti, l’ultimo lustro è risultato etiche della società, ma la differenza tra la abbastanza travagliato, con il conseguente calo diffusa origine prog e l’attuale entità Delirium di motivazione, trasportato inevitabilmente sulla è che la prima utilizzava soprattutto metafore DELIRIUM musica. e simbologie precise mentre la seconda adotta Ma accade che da momenti di crisi possano un linguaggio diretto, che arriva con una certa nascere nuove opportunità, e che alcune facilità all’ascoltatore, assolvendo al meglio il L’ERA DELLA modifiche alla formazione conducano ad un ruolo che la musica può avere in ambito sociale. nuovo entusiasmo, ad una nuova situazione, Mauro La Luce, paroliere storico del gruppo, dove la fresca linfa -e non è mero fatto anagrafico- interviene con la solita perizia e sensibilità, riesce a incidere pesantemente e positivamente firmando tutte le liriche tranne il lungo brano MENZOGNA sul team al lavoro, e l’intelligenza dei due veci di chiusura, Il Castello del Mago Merlino, una di Athos Enrile permette di superare ogni tipo di possibile creazione completa di Vandresi. antagonismo, tipico di ogni gruppo al lavoro. Oltre cinquanta minuti di musica suddivisi su Considerando membro anziano anche Fabio nove tracce -una strumentale, La Deriva- che Chighini, nei Delirium da una generazione, la sottolineano la nascita di un’alchimia, che prima new entry è quella del drummer Alfredo produce un’armonia musicale che il talento e Vandresi, come vedremo qualcosa di più dello l’esperienza, da soli, non possono giustificare. stereotipo di batterista, solitamente puro Perfetti incastri tra parti vocali e ritmiche, sound strumentista. L’ultimo strappo è quello da triplo potente che a tratti riporta ai primi Crimson, parti salto mortale, perché il giovane Michele Cusato solistiche, godibili -Cusato in primis-, mai fini a se ha talento da vendere e Alessandro Corvaglia stesse, e continuo ricorso a melodie accattivanti è polistrumentista, vocalist e vero frontman, un sono ingredienti che accomunano un album ruolo che da tempo mancava. concettuale per temi affrontati e identità sonora. Da sottolineare come l’aggiornamento della Artwork in perfetta sintonia con i temi trattati e formazione, da cinque a sei unità, abbia modificato booklet completo ed esaustivo. di fatto la filosofia di lavoro e la redistribuzione I Delirium hanno cambiato pelle e L’era della dei compiti all’interno del gruppo, ed è questo Menzogna rappresenta allo stesso tempo un atto a mio giudizio sostanziale di cui tener risultato e punto di partenza, idea che avevo conto per giudicare il risultato finale. già fatto mia nel dicembre scorso, quando Ettore Vigo ci racconta come la spinta sia arrivata partecipando ad un loro concerto potei ascoltare proprio dalle proposte di Vandresi, condivise e alcune anticipazioni dell’album, tra cui Il Nodo, fatte evolvere da tutti i musicisti, con una buona che propongo a seguire, non nella forma “studio”, dose di libertà. ma in quella che riuscii a catturare proprio sei E così L’era della Menzogna ha preso forma, e il mesi fa, e che permette di dare dimostrazione prodotto ultimo è di quelli che rende orgogliosi, completa della qualità dell’album, testimoniando per contenuti e novità sonore. una forte rinascita. Abbiamo recentemente visto in TV come i Al nome Delirium è stato aggiunto l’acronimo Delirium non siano mai stati dimenticati, ma chi I.P.G. (International PROGressive Group), ma alla Sono passati sei anni da quando commentai Il vadano fatte pensando a quella “atmosfera che ha nella mente Jesahel -che naturalmente non luce di quanto visto e ascoltato un bel “Rebirth”, Nome del Vento, album dei Delirium che precede gira intorno”, tanto per ricorrere alle parole di un può essere trascurata- ha una visione totalmente seppur già utilizzato da altra band, avrebbe il nuovissimo L’era della Menzogna, una nuova glorioso membro del passato, perché band come distorta della “realtà Delirium”, perché la loro ugualmente dato l’immagine della realtà: la band produzione Black Widow Records. quella di Ettore Vigo e Martin Grice, citando i più più moderna identità prevede un forte profilo è rinata! E’ un vuoto temporale consistente quello a cui antichi del gruppo, potrebbe sfornare dischi a musicale progressivo con un importante Grande album… complimenti a tutti! ho fatto accenno, ma credo che le riflessioni piacimento, i mezzi e le idee non mancano; ma di 72 73 Lo scambio di battute… con i miei occhi esistono nuovi stimoli musicali vocale e chitarristica! maggiormente sul vinile: come nasce? E’ appena uscito il vostro ultimo album, “L’era che si traducono in palese entusiasmo: è questo Ettore: L’immagine è la diretta interpretazione della Menzogna”: mi spiegate il motivo del che vi ha portato verso un nuovo capitolo Quali sono gli elementi di novità relativi al del significato dei testi! Come ben sai, il Prog si titolo e il suo contenuto, dal punto di vista del discografico? sound? nutre anche delle esperienze umane ed esprime messaggio? Ettore: L’idea del nuovo album è nata con Alessandro: principalmente un insieme di suoni i valori profondi, denunciando le “crisi” morali ed Alessandro: Titolo e album rappresentano l’ingresso del nuovo batterista Alfredo Vandresi, che non sono un semplicistico richiamo allo stile etiche della società. una denuncia nei confronti di un’epoca basata musicista a tutto campo. Alfredo ci ha proposto progressive (la presenza del mellotron, per fare sull’inganno finalizzato all’arricchimento, al alcuni brani di sua composizione, da lì ognuno un esempio, è ridottissima), ma anzi un incastro Leggendo i crediti e le collaborazioni si scoprono consolidamento del potere, al mantenimento di di noi ha tratto lo stimolo per realizzare i brani fra sonorità nuove, a cavallo fra elettronica e nomi conosciuti e legati alla vostra sfera: come privilegi, ma anche volto ad ottenere posizioni di restanti per completare “l’opera”. Nel frattempo acustica, e richiami al suono articolato di album ha funzionato la squadra al completo? prestigio da parte di persone senza costrutto o il gruppo ha cambiato la formazione, e a seguito come “Il nome del vento”. Anche le strutture dei Alessandro: in modo fantasticamente perfetto! dignità. Purtroppo sembra di fare del populismo della defezione di Roberto Solinas sono entrati brani oscillano fra forme di immediata fruibilità, Plauso personale alla performance di Alice Vigo, di bassa lega, ma i tempi sono particolarmente a far parte permanente del gruppo Alessandro ancorchè non banale, e sviluppi più complessi e inseritasi in modo naturalmente convincente in duri ed il “sonno della ragione” sembra ormai Corvaglia (pluristrumentista e voce solista, già variopinti. un brano che disegna un’atmosfera lievemente diventato un letargo. Maschera Di Cera) e Michele Cusato (chitarra differente dal suo stile. Ma la continuità è solista), lasciati liberi di esprimere sé stessi su tutti Una parola sull’artwork, che mi pare molto sorprendente. So che mi ripeto, ma da quanto ho potuto vedere i brani… e che interpretazione… io aggiungo… indovinato e che, naturalmente, risalterà

74 75 Durante il loro entusiastico pellegrinaggio mu- di accento anticipano i giochetti di Golf Girl dei sicale, tra una jam e l’altra, incontrano l’esperto Caravan, mentre la cantante è totalmente impos- GIOIELLI NASCOSTI sassofonista e cambiano la propria sessata dal demone della performance vocale a cura di RICCARDO STORTI sigla in Steve Miller’s Delivery. Nel frattempo, (sulla stessa falsariga We Were Satisfied). Monck lascia per suonare con Syd Barrett ed è It Is Really the Same è una cover di Keith Jarrett, rimpiazzato da ; centrale l’inse- ma non “è proprio lo stesso»: si ascoltino le belle [email protected] rimento di una vocalist di peso come la cantante prove al sax tenore di Coxhill e alla chitarra elet- blues Carol Grimes, talmente importante che il trica di , nonché il finale che occhieggia primo disco sarà accerditato a “Carol Grimes and ai King Crimson più volubili. the Delivery”, nonostante la singer si sentisse Coinvolgente per spinta ipercinetica, The Wrong parte (più integrata che integrante) del gruppo. Time: si tratta di un semplicissimo blues che cor- L’album Fools Meeting esce nel 1970 e si pre- re solo un po’ di più, come se Brian Auger e i suoi senta, subito, come uno dei tanti dischi di blues Trinity spingessero sull’acceleratore. Certo, la elettrico sulla scia attrattiva lasciata dalla Gra- Grimes sembra la Driscoll, ma il punto di forza è ham Bond Organisation, Fleetwood Mac, Blues il solista di Coxhill al sax soprano distorto (1’59”) Incorporated, John Mayall and the Bluesbreakers e con lui siamo già al free (ma anche ad un passo e Colosseum. In apparenza, perché, scendendo dalle azzardate geometrie metriche dei National nel dettaglio, si scorgono particolari tesi alla ri- Health). È lui che dà la forza e il coraggio ai due cerca di uno stile autonomo, personale. Partiamo Miller affinché si buttino nell’avventura. Un tra- dalla timbrica della Grimes, ha potenza e gusto: scinatore. riesce a fondere la sensualità di Grace Slick con la Fighting It Out ha la cadenza sincopata di Nothing grinta di Janis Joplin unita ad una rigorosa spin- is Easy dei Jethro Tull, con qualche accostamento ta blues alla July Driscoll, senza tralasciare – ogni poliritmico e uno sviluppo caracollante ravvivato tanto - carezze vocali prossime alla sensibilità di da un inarrestabile Steve Miller al piano elettrico Judy Dyble. Trasporto emotivo e dosaggio tecni- (1’06”). Mutazioni atmosferiche sui tempi e le di- co in perfetta simbiosi con i lanci solistici degli namiche: è già prog, anche grazie ai contributi di esperti Steve Miller e Lol Coxhill e di un Phil Mil- Coxhill e del minore Phil (da 3’09”). Title track sul ler ancora in erba, ma capace già di arrampicarsi finale: “It was a fools’ meeting”. È stato un incon- su veloci scale jazzistiche. La sezione ritmica non tro di folli. Vero. Ora è il rendez-vous dei matti, è da meno: si avverte quanto una certa indolen- sei anni più tardi ci sarà la “banda dei brocchi” za blues stia stretta al giovanissimo Pyle e a Bab- (do you remember The Rotters’ Club), ma lo si bington. racconta con la semplicità iniziale, quella, appun- L’opener Blind to Your Light è blues nel riff, nel- to, del blues. CAROL GRIMES and DELIVERY le svise di piano ma quasi shuffle nel drumming ostinato di Pyle, però sussistono quei felici cambi Nel 1971 Pyle entra nei Gong e lo si rimpiazza di atmosfera che spostano l’orizzonte d’ascolto con Laurie Allan, ma la vita del gruppo è distratta verso una visione progressive ammantata di free da altro. Dai Caravan, ad esempio, che per Wa- jazz (ne è la prova il biglietto da visita fiatistico di terloo Lily chiamano Steve Miller (Phil e Coxhill Fools Meeting Coxhill) e di psichedelia. saranno guest). Babbington, nel frattempo, sosti- (B&C, 1970) Un delicato motivo portante, ricco di blue note, tuisce Hugh Hopper nei Soft Machine. Nel 1972, sta alla base della mesta Miserable Man: il bra- Phil Miller, conclusa la parentesi con i Matching Quando si parla di Canterbury, sovente, i nomi tesi in esperienze di maggiore rilievo discografi- no, superando gli 8 minuti, si pone all’attenzione Mole di Wyatt, tenterà la reunion dei Delive- più accreditati sono (quasi) sempre i soliti: Soft co. dell’ascoltatore per il fitto gioco di sviluppi -me ry con Pyle (uscito dai Gong e rimpiazzato… da Machine, Caravan, Hatfield and the North, Na- Delivery è una prima stazione provvisoria, co- lodici e cambi di atmosfera dinamica. La prova Allan), il fratello Steve e (che ha tional Health e varie diramazioni. Talvolta, però, struita intorno a pochi musicisti, proiettata verso canora della Grimes rasenta quasi la drammatici- appena lasciato i Caravan), ma il blues resta solo diventa interessante soffermarsi proprio su quel- “altro”; eppure le avvisaglie si percepiscono trac- tà; notevole il solo di pianoforte di Miller (4’00”), un ricordo. Composizioni più ardite, cerebrali, un le “varie diramazioni”; meglio ancora se si prova cia dopo traccia. Siamo nel 1966 e i fratelli Miller corroborato dalle pennate distorte del fratello “avant-rock” in piena regola, così Steve se ne va a risalire alle origini di quel sound, allora, in tal (Steve tastierista e Phil chitarrista), sulla scia del- Phil, che si scioglierà pure lui in un intervento in- e arriva il tastierista giusto per la musica giusta, caso, le scoperte sono addirittura sensazionali. la moda British Blues, fondano la Bruno’s Band dividuale (5’12”), presago dei futuri Hatfield and Dave Stewart degli Egg. Il finale della storia, for- Ad esempio, i Delivery. Un album nel 1970 e, poi, con il batterista e il bassista Jack Monck, the North. Con Home Made Ruin si rasenta il folk se, lo sapete già ed è l’inizio di un’altra: Hatfield più nulla, o meglio, altre evoluzioni concretizza- cominciando a frequentare vari locali londinesi. rock dei Traffic, ma certi spostamenti cromatici and the North. 76 77 cofilo. globale diventa un’esperienza, come dovreb- Un lungo titolo, 2973 - MMCMLXXIII - La ne- be accadere quando la musica è costruita e mica dei ricordi, è il preludio ad un immagi- proposta con rilevante impegno, che di con- nario salto temporale nel futuro, che disegna seguenza si travasa sull’ascoltatore. scenari, purtroppo, conosciuti. Un grande art work -come nella migliore tra- Nell’intervista a seguire ciò che all’mpatto ap- dizione Black Widow- è il perfetto completa- SPETTRI pare misterioso viene svelato, e di fatto ci tro- mento del modello vintage disegnato da gli viamo al cospetto di una estrema continuità, Spettri. 2973 un proseguimento della storia musicale scrit- L’iter evolutivo ideato dalla band toscana pre- ta nei seventies e ripresa oggi dopo attenta vede un paio di momenti in cui si cerca col- analisi… precisa ma drammatica, perché i laborazione esterna, e così ritroviamo Elisa La nemica temi di fondo rimangono gli stessi. Montaldo, de Il Tempio delle Clessidre, che Se i problemi sociali affrontati nel primo al- presta la sua voce nel brano Il Delfino Bianco, bum -il live datato 1972, riesumato/rimaste- e occorre sottolineare come si stia ampliando rizzato nel 2011- erano tipici di quei giorni l’orizzonte della musicista genovese, richiesta dei ricordi “caldi”, il salto in avanti ripropone situazioni solitamente come tastierista, suo ruolo pri- tragiche, e si arriva alla conclusione che nulla mario. di Athos Enrile è cambiato, perché il problema è l’uomo, e Chiude l’album il brano L’approdo, l’atto finale tutto ciò che si è annidiato al suo interno. Il in cui l’atmosfera prevede il colore celestiale tema del viaggio, valido in ogni epoca, sugge- dell’arpa celtica, proposta dal secondo guest, risce una possibile soluzione, che non risiede Stefano Corsi. Per il resto dei credits rimando nella fuga, ma nella ricerca di se stessi, at- all’immagine di fine post. traverso la conoscenza del mondo circostan- Un power sound che riporta volutamente, te, e la nave utilizzata diventa il simbolo del con convinzione, al profumo di hammond, al possibile cambiamento, un’opportunità da vortice del leslie, ai fiati crimsoniani, alla du- cogliere, senza certezza di risultato, ma con rezza di certa musica che viaggiava su linee la consapevolezza che all’accidia e all’ignavia parallele al prog negli anni’70, ad una vocalità debbano essere contrapposte l’azione e la metallica che si dimostra efficace e funziona- positività. le al progetto. E’ dunque questo un caso raro di concept al- Gli Spettri (Stefano Melani alle tastiere, Raf- bum che racchiude oltre 40 anni e lega a dop- faele Ponticiello alle chitarre, Vincenzo Pon- pio nodo due dischi. ticiello al basso, Mauro Sarti alla batteria, Di quel periodo è rimasto molto per gli Spet- Matteo Biancolani al sax e Ugo Ponticiello alla tri, a partire dalla strumentazione -la stessa voce) sono una band live, e tutto ruota attor- di allora- sino ad arrivare ai metodi di regi- no a questo concetto, ben radicato nei vari strazione, che prevedono la scelta analogica componenti, e facilmente riscontrabile visio- rispetto a quella digitale, e nel caso della re- nando il filmato relativo alla performance del alizzazione del vinile l’LP risulterà completa- FIM 2014 , La nemica dei ricordi, brano che fa mente AAA, con una produzione limitata in parte del nuovo album. MONO. Una bella storia di musica, di talento e com- Quarantasette minuti di musica, suddivisi su petenza, ingredienti che si possono ritrovare, otto tracce, presentano sonorità davvero ti- in toto, nel secondo episodio della vita disco- piche del periodo d’oro del prog, per la gioia grafica de gli Spettri. “Si consiglia l’ascolto al buio e ad alto volu- oklet, ma è certo che il poter comprendere degli amanti del genere, e la facilità di com- Voto altissimo all’album! me…”. qualcosa in più sulla storia, passata e recente, prensione dei testi in lingua italiana permette E’ questa una delle possibili modalità utili alla favorisce in ogni caso la godibilità dell’album, di seguire con semplicità l’evoluzione del rac- fruizione di questo secondo lavoro discogra- perché poterne capire lo spirito, visti i conte- conto; e se il tutto si accompagna alla propo- fico degli Spettri, riportata all’interno del bo- nuti, mi pare un obbligo per ogni buon musi- sta iniziale -oscurità e alto volume- l’ascolto 78 79 equilibrio. Quindi questo viaggio è la prose- digitale, e nel mix ci sono dei leggeri cambia- cuzione naturale del primo, come se gli anni menti rispetto a quello dell›LP. non fossero passati, anzi forse non sono pas- Vorrei citare il nostro fonico Francesco Landi sati! che ha fatto un grande lavoro. Penso sia anche importante notare che rispet- Mi spiegate il titolo complesso, to al line up del primo disco ci sono due no- “2973-MMCMLXXIII-La Nemica DeI Ricor- vità importanti. La prima è il nostro batterista di”? Mauro Sarti, che nei primi ‘70 aveva formato i Campo di Marte, la seconda riguarda il sax Semplice: il primo disco era stato registrato di Matteo Biancalani che, pur avendo solo 30 live nel 1972. Visto che il nuovo ne è il segui- anni, è riuscito ad inserirsi e far suonare il suo to, l’avremmo potuto sicuramente registrare sax da vero 70›s rocker! l’anno dopo e quindi nel 1973... Purtroppo invece sono passati molti anni, tanto che ab- Parliamo un po’ degli ospiti: con che criterio biamo deciso di quantificare in tempo “spet- è avvenuta la scelta? trale “, in 1000 anni, e quindi 1972 + 1 + 1000 = siamo nell’anno 2973! Poiché nell’eterno Tutto il progetto è stato realizzato con una spettrale, gli anni si contano in numeri roma- metodologia filmica; una volta concordato il ni ecco spiegato anche l’anno in numeri ro- soggetto abbiamo scritto la sceneggiatura e mani. La nemica dei ricordi è il sottotitolo ed composto seguendone lo svolgimento. in qualche modo, essendo la morte la peggio- Ad un certo punto della storia, o meglio del re delle paure da affrontare, riassume anche viaggio, il tempo si ferma, il mare si placa, e il senso di questo nuovo viaggio. avevamo bisogno di una voce femminile che interpretasse il brano (Il delfino bianco). Che cosa avete messo in campo per la re- Avevamo conosciuto Elisa da poco e ascolta- gistrazione, dal momento che siete molto… to il nuovo disco del Tempio delle Clessidre analogici? poco prima di registrare il nostro. Fin da subi- L’INTERVISTA to ho pensato che oltre ad essere una bravis- Noi usiamo normalmente gli stessi strumenti sima strumentista sia anche una incredibile Ho scritto del vostro album “storico” circa Il disco è la prosecuzione ideale della storia degli anni settanta. L’hammond è quello che cantante ed interprete. Quando le abbiamo quattro anni fa, e ora vi ripresentate con un iniziata negli anni ’70, e così la concettualità ho comprato nel ‘71, stessa cosa per il leslie proposto di cantare il brano ha accettato su- nuovo impegno discografico: quali sono le di pensiero non si limita a questo nuovo la- e le chitarre, inoltre volevamo rimanere fe- bito. È venuta a Firenze ed in poche ore lo ha differenze più importanti nello scrivere mu- voro, ma allaccia epoche molto diverse tra deli alla linea e registrare nello stesso modo imparato e cantato... Fantastica! sica quando si è giovani rispetto alla piena loro… eppure sembra che poco sia cambiato: che avremmo fatto nel ’73, quindi abbiamo Alla fine del viaggio invece, il nostro protago- maturità -e non mi riferisco solo all’elemen- può essere questa l’anima del disco? scelto uno studio che ci garantisse gli stessi nista arriva con la sua nave su un’isola. Vole- to “esperienza”, che ovviamente pesa? strumenti e suoni di quegli anni. Abbiamo re- vo che quest’isola assumesse quasi un colore Sì, il fluire del tempo non conta, poiché il pro- gistrato le basi live su nastro a 24 tracce pas- mitologico, quasi fosse una nuova Avalon, e Guarda è una cosa che mi sono chiesto blema è sempre lo stesso e cioè il cercare ri- sando da un banco Neve del 76. quindi mi è venuto naturale pensare all’arpa anch’io, e riflettendo posso tranquillamente sposte alle ingiustizie del sistema. I problemi Il mix per l›Lp è stato fatto su un 2 tracce celtica. Guarda caso il miglior arpista sulla dire che non è cambiato molto. La voglia di sono sempre i soliti ! Il Vietnam è diventato francese del ‘70 e masterizzato sempre in piazza è anche un grande amico (Stefano Cor- suonare e raccontare una storia è sempre la la Siria e l’umanità continua ad essere divi- analogico. Il risultato è un LP completamente si- Whisky Trail) e così è stato facile contattar- stessa. L’impegno è sempre quello, forse oggi sa fra privilegiati e infelici. Nel primo disco la AAA. Oggi che il vinile è tornato giustamente lo e farlo partecipare. c’è più libertà nel senso che non ci poniamo soluzione pareva fosse la rivoluzione sociale, di moda, pensiamo sia importante non pren- più il problema del cercare di fare “ succes- ma la risposta che il protagonista riceve è da dere in giro nessuno e farne uno finalmente Mi è piaciuto molto l’artwork: me ne parla- so “, e poi per noi si tratta solo del secondo ricercarsi nella natura umana. In questo disco tutto analogico, visto che la maggior parte dei te? progetto, quindi è come se il tempo non fosse quindi la ricerca diventa viaggio interiore, ed prodotti stampati recentemente sono solo dei passato! Peccato per i chili in più e i capelli i mostri da affrontare abitano l’intimo. Alla riversaggi di mix digitali. Per quanto riguarda La copertina è stata realizzata dal giovane bianchi. fine si arriva ad una nuova consapevolezza ed il CD invece abbiamo mixato e masterizzato in Mattia Sarti (figlio del nostro batterista). Ci 80 81 piace molto avere dei collaboratori giovani mente menzionare la grandezza di Bernardo che possano interpretare le nostre idee in Lanzetti, che ci ha veramente impressionato, modo attuale. Gli abbiamo spiegato un pò il sia per la bravura che per la freschezza della soggetto e lui si è messo al lavoro col suo sti- voce! Immortale! le fantasy e talento innato. Penso che abbia colto molto bene lo spirito del viaggio e aiu- D’obbligo una domanda rivolta al futuro: chi ti a proiettarne l’atmosfera nell’immaginario vi ferma più ormai! dell’ascoltatore. Le grafiche all’interno sono state fatte invece da Laura Strino che è una Il desiderio adesso è di poter recuperare il pittrice nostra amica che vive a Parigi. A lei tempo perso e poter riuscire a suonare nei abbiamo invece dato i testi e chiesto che ne posti che contano in questo genere di musica, interpretasse il significato in immagini simbo- facendo conoscere il nuovo disco al maggior liche. numero di appassionati, nel frattempo stia- mo già pensando a Spettri 3 e quindi, fra un E’ prevista l’uscita anche in vinile? Black Wi- concerto e l’altro, cercheremo di smaterializ- dow è molto sensibile a questo aspetto! zarci per farci il prossimo “trip”. Certamente, anzi, visto che lo abbiamo rea- lizzato completamente AAA, Pino Pintabona ha anche ben pensato di farne anche una versione limited in mono! L’uscita è prevista a breve.

Avete pianificato la pubblicizzazione dell’al- bum?

Abbiamo presentato il CD a Firenze con una conferenza stampa alla libreria Ibs; prossima- mente presenteremo l’LP e stiamo organiz- zando il tutto con la Black Widow. Per quanto riguarda i concerti, dopo aver- ne presentato una breve anteprima al FIM dell’anno scorso, abbiamo fatto la presenta- zione al Club il Giardino e stiamo pianificando le date per l’autunno.

Eravate al FIM, questa volta in veste di spet- tatori: che giudizio potete dare della musica ascoltata sul Palco Verde, quello dedicato al Prog?

In generale il FIM è una cosa fantastica da vedere nel nostro paese, quindi complimenti agli organizzatori! Per quanto riguarda il pal- co verde quest’anno abbiamo potuto apprez- zare solo i gruppi di domenica e siamo rimasti molto impressionati dalla qualità eccezionale di tutte le band, ma su tutte dobbiamo sicura- 82 83 GINGER BAKER JAZZ CONFUSION CASTELVETRO (MO) - 29/06/15 foto di Framcesco Pullè

84 85 © Francesco Pullè 86 ABASS DODOO ALFRED «PEE WEE»ELLIS

© Francesco Pullè ALEC DANKWORTH 87

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