I Protagonisti
RUGBY Enciclopedia dello Sport di Giacomo Mazzocchi, Laura Pisani I Protagonisti: Per gran parte della sua storia quasi bicentenaria l'attività agonistica del rugby non è dovuta ricorrere a manifestazioni codificate come i campionati. Specialmente nel mondo anglosassone il rugby era vissuto come una serie di sfide a livello locale, nazionali e internazionali. Quest'attività veniva regolata dal sistema delle fixtures, che prevedeva di fissare un programma di incontri, in genere tradizionali, stagione per stagione. A queste sfide non venivano assegnati punteggi anche se, non ufficialmente, veniva poi fatto un conteggio delle partite vinte, pareggiate e perse. Nella stessa etica del più puro dilettantismo, fra giocatori e club non esisteva alcun vincolo: ognuno era libero di giocare con chi voleva e di cambiare qualora lo ritenesse opportuno senza chiedere permessi. È con l'avvento del professionismo, ufficialmente nel 1995, che anche nei paesi anglosassoni si cominciò a parlare di campionati ufficiali, di punteggi e di classifiche e per i giocatori cominciò a instaurarsi il regime del vincolo di appartenenza e delle regole cui sottostare per trasferirsi da una squadra all'altra. Ma fino a quel momento, almeno presso i paesi appartenenti all'International Rugby Board (IRB), non esisteva il 'cartellino' ed era possibile che un principe russo come Aleksandr Obolenski finisse per rappresentare l'Inghilterra in quattro occasioni ufficiali. Ovviamente ogni dato relativo alla vita di un giocatore di rugby, anche importante, non aveva alcuna necessità di essere notato da parte di un organismo deputato a farlo, e la carriera dei giocatori procedeva in maniera sostanzialmente anonima attraverso le circostanze della loro vita: le scuole che potevano cambiare, le università, le residenze della famiglia, il servizio militare, gli spostamenti legati al lavoro.
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