PROVINCIA DI

Settore Ecologia e Ambiente

Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.) Piano di Gestione dei rifiuti Urbani e Speciali

Direttiva Habitat (92/43/CEE) Direttiva uccelli (79/409/CEE) D.P.R. 357/97 Legge n. 157/92 Dgr. n. 4345/2001 e Dgr n. VII/14106/03 L.r. n. 26/2003 Dgr n. 8/220/2005

Allegato A D.G.R. 7 AGOSTO 2009 N. 10103. RESTITUZIONE CON PRESCRIZIONI DEL PIANO DELLA PROVINCIA DI COMO PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI.

INTEGRAZIONI RICHIESTE DALLA REGIONE LOMBARDIA

1. DISCARICA RESIDUALE DI

La volumetria residua della discarica di piano in di Mozzate è pari attualmente a circa 900.000 mc. Rispetto al dato comunicato con nota provinciale prot. 26929/08 del 28 maggio 2008 di 950.000 mc risulta quindi una diminuzione di soli 50.000 mc in un anno e mezzo di conferimenti. Il dato è spiegabile con il fatto che il previsto esaurimento del lotto 5b dell’adiacente discarica di , ipotizzato a suo tempo nell’agosto 2008, non si è ancora verificato alla data attuale e di conseguenza i conferimenti della Provincia di Varese sono proseguiti regolarmente nell’impianto varesino, senza interessare la discarica residuale comasca. Secondo stime recenti il lotto 5b della discarica di Gorla Maggiore è destinato inoltre ad esaurirsi tra non meno di due anni. Una più efficace azione di compattazione del rifiuto messo a dimora e, probabilmente una leggera sottostima del dato volumetrico rilevato a maggio 2008, fanno pertanto ricavare il dato aggiornato di 900.000 mc a tutto ottobre 2009. L’affermazione della più che sufficiente autonomia dell’impianto a soddisfare l’intero arco temporale del piano, attestata nella nota provinciale del maggio 2008, risulta ovviamente maggiormente fondata alla luce di quanto sopra esposto. In aggiunta le recenti rilevazioni della Provincia di Varese confermano anche la diminuzione dei propri conferimenti in discarica che, nel rapporto di rilevazione 2008, sono quantificati in 65.845 t/anno (circa 180 t/g). Utilizzando pertanto lo stesso schema di conferimento proiettato nel tempo illustrato nella precedente nota provinciale, si ricava quanto segue:

• conferimenti Provincia di Como novembre 2009 – dicembre 2011: 130 t/g • conferimenti Provincia di Como gennaio 2012 – dicembre 2013: 100 t/g • conferimenti Provincia di Varese gennaio 2012 – dicembre 2013: 180 t/g

Da novembre 2009 a dicembre 2013 nella discarica residuale di Mozzate saranno conferite quindi poco più di 305.000 tonnellate di rifiuto. Utilizzando l’ormai consueto rapporto peso/volume di 1 a 1 ad assestamento avvenuto, si ricava che a gennaio 2014 rimarrà a disposizione una volumetria di circa 600.000 mc, in grado di assicurare un’ulteriore lunga autonomia della discarica ben oltre il traguardo temporale del piano.

D.G.R. 7 AGOSTO 2009 N. 10103. RESTITUZIONE CON PRESCRIZIONI DEL PIANO DELLA PROVINCIA DI COMO PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI.

INTEGRAZIONI RICHIESTE DALLA REGIONE LOMBARDIA

2. TERMOVALORIZZATORE ACSM DI COMO

La redazione del Piano Provinciale di Gestione Rifiuti della Provincia di Como risale al periodo antecedente il 2008, nel corso del quale il Consiglio Provinciale ha adottato il documento programmatorio. Di recente il termovalorizzatore di Como è stato oggetto di una variante tecnica autorizzata con Decreto Dirigenziale della Regione Lombardia n. 4376 del 30 aprile 2008 che ne ha reso possibile un incremento di potenzialità a seguito del rifacimento sostanziale della Linea 1. La relazione di Piano non è evidentemente aggiornata al riguardo, in quanto materialmente stesa prima della formalizzazione della variante citata. Ad oggi quindi l’impianto è già autorizzato e dimensionato su due linee in grado di termodistruggere complessivamente 322 t/d di rifiuti con una capacità termica di 39,01 MW, considerato un P.C.I. medio del rifiuto di 2.500 Kcal/kg. Considerando un funzionamento dell’impianto su base annua di 325 giorni (detraendo quindi il tempo di fermata per manutenzioni), l’impianto è in grado di trattare 104.650 tonnellate/anno di rifiuti. A regime (2013), il Piano prevede il seguente fabbisogno di termodistruzione: • 118.000 ton/anno di rifiuto pretrattato • 10.000 ton/anno di rifiuti ospedalieri • 23.600 ton/anno di solidarietà interprovinciale (ricalcolata, come da indicazioni regionali, sul 20% della quota di 118.000 ton/anno) per un totale quindi di 151.600 ton/anno. Pertanto, visto quanto sopra e sulla base di quanto richiesto dalla D.G.R. n. 10103 del 7 agosto 2009, la relazione del Piano già adottato con D.C.P. 21/5916 del 19 febbraio 2008 va modificata come segue: al Capitolo 2b2) “Assetto impiantistico attuale e collaborazione interprovinciale” – pag. 31, il secondo comma è soppresso e viene sostituito dal seguente: La 1° linea, in origine realizzata con una potenzialità in termini quantitativi di circa 100 ton/giorno di rifiuto urbano con un P.C.I. di 2.000 Kcal/kg, è stata di recente oggetto di un sostanziale rifacimento, mentre la 2° linea, autorizzata nel 1988 con una potenzialità indicativa di circa 150 ton/giorno di rifiuti urbani con P.C.I. di 2.500 Kcal/kg, entrata in servizio solo nel 1997, da allora è rimasta sostanzialmente immutata. Attualmente le due linee sono complessivamente in grado di termovalorizzare un quantitativo di 322 ton/giorno di rifiuti con una capacità termica di 39,01 MW (304.278 MWh/anno – P.C.I. medio 2.500 Kcal/kg). al Capitolo 2b2) “Assetto impiantistico attuale e collaborazione interprovinciale” – pag. 31, l’ottavo ed il nono comma sono soppressi. al Capitolo 5c1) “Adeguamento migliorativo del termoutilizzatore di Como” – pag. 71, al secondo comma le parole “circa il 50%” sono sostituite da “circa il 70%”. al Capitolo 5c1) “Adeguamento migliorativo del termoutilizzatore di Como” – pag. 71, all’ultimo comma le parole “non meno di 400 tonnellate/giorno di scarti urbani pretrattati.” sono sostituite da “circa 152.000 tonnellate/anno di rifiuti pretrattati con un carico termico di 453.000 MWh/anno (118.000 ton/anno di rifiuto pretrattato + 10.000 ton/anno di rifiuti ospedalieri + 23.600 ton/anno di solidarietà interprovinciale con P.C.I. di 2.500 Kcal/kg).”

Nello Schema Impianti di pag. 74 il dato relativo alla Rete Regionale di Soccorso va incrementato da 15.000 t/a a 23.600 t/a ed il dato relativo al Termodistruttore con Recupero Energetico va incrementato da 143.000 t/a a 151.600 t/a. D.G.R. 7 AGOSTO 2009 N. 10103. RESTITUZIONE CON PRESCRIZIONI DEL PIANO DELLA PROVINCIA DI COMO PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI.

INTEGRAZIONI RICHIESTE DALLA REGIONE LOMBARDIA

3. ADEGUAMENTO CARTOGRAFIA AI DISPOSTI EX D.G.R. 6581/2008

La cartografia di piano è stata materialmente stesa negli anni antecedenti il 2008 e per questo motivo presenta la necessità di aggiornamento delle informazioni contenute. Inoltre la Regione Lombardia ha emanato nuovi criteri per la definizione delle aree idonee/non idonee alla localizzazione degli impianti, contenuti nella D.g.r. n° 6581 del 2008. In relazione a ciò è stata predisposto un aggiornamento cartografico redatto con i seguenti criteri e aggiornato sulla base delle informazioni disponibili più recenti: • Tutti i tematismi sono stati aggiornati con la nuova versione del DUSAF 2005-07 (denominato anche DUSAF2) dal quale sono stati ricavati e cartografati i perimetri relativi alle: o Aree urbanizzate o Insediamenti produttivi o Reti stradali e spazi accessori o Colture orticole o Colture florovivaistiche o Vigneti, frutteti e uliveti o Risaie o Legnose agrarie o Boschi Il Dusaf2 fornisce informazioni con livelli di aggiornamento differenti da provincia a provincia. Per la Provincia di Como l’anno di aggiornamento del DUSAF risulta essere il 2005. • Non è stato possibile aggiornare derivare nuove informazioni dal MISURC in quanto non risulta aggiornato il mosaico degli strumenti urbanistici per la Provincia di Como • Al fine di fornire ulteriori elementi utili alla lettura del territorio è stata inserita in semitrasparenza la carta tecnica regionale • Sono stati aggiornati gli strati informativi relativi ai beni culturali e paesaggistici D.lgs. 42/2004 (bellezze individue e bellezze di insieme) sulla base dei dati attualmente disponibili nel SIBA (Sistema Informativo Beni Ambientali) della Lombardia. • E’ stato tracciata l’area di pertinenza di tipo precauzionale di 1 Km di raggio dai beni oggetto di tutela mediante l’uso di una linea tratteggiata che indica la necessità di ulteriore approfondimento a carico dell’istante e funzionale all’istruttoria. In tale sede sarà possibile verificare l’esistenza di un’area di pertinenza già definita (ricavabile dal decreto ministeriale di riconoscimento o, nel caso non sia stata determinata, interpellare la Soprintendenza che, in via discrezionale in base ad uno studio paesaggistico, realizzato sempre a cura dell’istante, può suggerire una distanza minima che consenta di non pregiudicare la pubblica fruizione/percezione del sito/bene tutelato e/o idonee misure di mitigazione degli impatti. • Non è stato possibile identificare le aree qualificate a bosco e le aree in cui possono essere autorizzate le trasformazioni in quanto non è ancora disponibile il Piano di Indirizzo Forestale della Provincia di Como. Per questo motivo sono state riportate a titolo indicativo le campiture delle aree boscate cartografate nel Dusaf2 e si rimanda la verifica di idoneità nelle fasi istruttorie in base ai disposti della L.r. 31/2008. • E’ stato aggiornato lo strato informativo relativo alle aree di Rete natura 2000 ed In corrispondenza dei SIC e delle ZPS è stato tracciato un buffer di 300 metri dal perimetro delle aree che esclude i territori ivi ricompresi dalla possibile localizzazione di nuovi impianti (eccetto: gli ampliamenti degli impianti esistenti che implichino nuovo consumo di suolo e aumenti volumetrici, consentiti previa riqualificazione paesaggistico/ambientale e conseguimento della valutazione di incidenza; il conferimento a discarica del materiale inerte così come definito dalla tabella III del D.M. 13/03/2003, soltanto ai fini del recupero ambientale e come specificato nella tabella del D.M. 5/2/98). • E’ stato aggiornato lo strato informativo relativo alle opere di captazione di acqua destinata al consumo umano ad uso potabile mediante infrastrutture di pubblico interesse in base alle informazioni presenti presso il Settore Ecologia e Ambiente della Provincia di Como. In particolare sono stati riportati i punti di captazione/derivazione con la fascia di rispetto di 200 metri e ove nota con la stessa ridelimitata da parte dei Comuni interessati. • E’ stato introdotto lo strato informativo relativo agli ambiti di elevata naturalità del territorio lombardo (art. 17 NTA del PTPR) mediante acquisizione dal SIBA. • E’ stato ricostruito lo strato informativo relativo alle zone del Piano Regionale della Qualità dell’Aria sulla base della nuova classificazione introdotta dalla D.g.r. 5290/07. • E’ stata inserita la legenda delle distanze previste nel paragrafo 8.5.6. della D.g.r. 6581/08. • E’ stato calcolato il parametro di pressione provinciale come previsto al paragrafo 8.6.2. della D.g.r. 6581/08 • Sono state inoltre aggiornati i seguenti strati informativi relativi a: o Perimetri dei parchi regionali e dei parchi naturali (SIBA) o Perimetri delle riserve naturali (SIBA) ed introduzione mediante digitazione diretta delle riserve della Valle Bova e della o Perimetri delle bellezze di insieme e dei beni monumentali D.lgs. 42/2004 o Perimetri delle zone di interesse archeologico/paleontologico o Perimetri delle zone umide o Perimetri dei territori superiori ai 1600 metri di quota o Perimetri o localizzazione dei monumenti naturali o Localizzazione degli impianti di trattamento dei rifiuti esistenti o Localizzazione delle aree ecologiche comunali dedicate alla raccolta differenziata o Perimetri delle attività estrattive o Tracciati della viabilità La cartografia è stata realizzata mediante le seguenti carte: • Carta per l’individuazione delle aree potenzialmente non idonee alla localizzazione degli impianti di gestione dei rifiuti o realizzata in scala 1:50.000 su unica tavola con evidenziazione delle varie tipologie di aree non idonee alla realizzazione di impianti • Carta per l’individuazione delle aree potenzialmente idonee alla localizzazione di impianti per la gestione dei rifiuti o realizzata in scala 1:25.000 su 3 quadranti (Nord, Centro e Sud provincia) mediante: ƒ perimetrazione delle aree escludenti raggruppate in: • aree escludenti alla realizzazione di nuovi impianti e all’ampliamento di impianti esistenti; • aree escludenti alla realizzazione ma compatibili all’ampliamento di impianti esistenti; • aree escludenti alla realizzazione ad eccezione per impianti destinati al trattamento della frazione verde ƒ perimetrazione delle aree penalizzanti suddivise per specifico argomento ƒ perimetrazione delle aree urbanizzate con individuazione delle zone produttive ƒ le aree potenzialmente idonee si ottengono per complementarietà rispetto le retinature delle aree escludenti ƒ sono altresì indicati gli elementi che costituiscono fattore preferenziale alla localizzazione di impianti per la gestione dei rifiuti.

E’ stato determinato il fattore di pressione provinciale di cui al paragrafo 8.6.2 della D.g.r. 6581/08 che è risultato pari al 0,036%, quindi corrispondente a 0,00036 mq. di suolo occupato da discariche (escluse le discariche di inerti) per ogni mq. di territorio provinciale non urbanizzato/agricolo e non soggetto a vincoli di esclusione alla realizzazione di impianti dello stesso tipo.

Contestualmente al rinnovo della cartografia sono stati effettuate le seguenti modifiche richieste e contestuali sul documento di Piano.

Nel paragrafo 7b) “Criteri guida per la localizzazione delle discariche” del Piano è soppressa la tabella fino a “Considerato che la progettazione” e viene sostituita dal testo seguente: “Per i criteri relativi alla localizzazione di nuove discariche e per le varianti sostanziali ad impianti esistenti ci si deve riferire integralmente alle disposizioni previste nella D.g.r. n° 6581 del 13 febbraio 2008 con particolare riferimento al punto “Criteri relativi alla localizzazione di nuove discariche e per le varianti sostanziali ad impianti esistenti che implichino un consumo di suolo” comprensivo della tabella dei criteri da pag. 42 a pg. 46 del BURL 4° supplemento straordinario al n° 7 del 15 febbraio 2008.”

Nel paragrafo 7c) “Criteri guida per la localizzazione di impianti di trattamento termico dei rifiuti” del Piano è soppressa la tabella fino a “Inoltre il piano regionale di gestione” e viene sostituita dal testo seguente: “Per i criteri relativi alla localizzazione di impianti per il trattamento termico dei rifiuti e per le varianti sostanziali ad impianti esistenti ci si deve riferire integralmente alle disposizioni previste nella D.g.r. n° 6581 del 13 febbraio 2008 con particolare riferimento al punto “Criteri per la localizzazione di nuovi impianti per la termovalorizzazione di rifiuti ( urbani, speciali pericolosi e non pericolosi) e per le varianti sostanziali agli impianti esistenti che implichino un consumo di suolo” comprensivo della tabella dei criteri da pag. 46 a pg. 49 del BURL 4° supplemento straordinario al n° 7 del 15 febbraio 2008.

Nel paragrafo 7d) “Criteri guida per la localizzazione di impianti di trattamento chimico/fisico, impianti di inertizzazione o altri trattamenti specifici, impianti di compostaggio/cdr, selezione/stabilizzazione, impianti di trattamento degli inerti” del Piano è soppressa la tabella fino alla fine del paragrafo e viene sostituita dal testo seguente: Per i criteri relativi alla localizzazione di impianti di trattamento chimico/fisico, impianti di inertizzazione o altri trattamenti specifici, impianti di compostaggio/cdr, selezione/stabilizzazione, impianti di trattamento degli inerti ci si deve riferire integralmente alle disposizioni previste nella D.g.r. n° 6581 del 13 febbraio 2008 con particolare riferimento al punto “Criteri per la localizzazione di nuovi impianti di trattamento chimico-fisico, inertizzazione e altri trattamenti specifici, compostaggio, produzione c.d.r., bio-stabilizzazione e cernita/selezione/stabilizzazione, trattamento degli inerti e per le varianti sostanziali agli impianti esistenti che implichino un consumo di suolo” comprensivo della tabella dei criteri da pag. 49 a pg. 52 del BURL 4° supplemento straordinario al n° 7 del 15 febbraio 2008.

Il paragrafo 7e) “Prescrizioni per la tutela della popolazione” del Piano è interamente soppresso e viene sostituito dal testo seguente: Per le prescrizioni relative alla tutela della popolazione con particolare riferimento alle distanze dai centri abitati ci si deve riferire integralmente alle disposizioni previste nella D.g.r. n° 6581 del 13 febbraio 2008 con particolare riferimento al punto 8.5.6 di pg. 39 corredato dalla relativa tabella a pg. 52 del BURL 4° supplemento straordinario al n° 7 del 15 febbraio 2008

Nel paragrafo 7g) “Cartografia di Piano” del Piano quanto contenuto dal secondo capoverso da “Infatti presso gli uffici del Settore” fino a “Valutazione Ambientale Strategica ed approfondita nel Rapporto Ambientale” viene sostituito dal seguente testo: Infatti presso gli uffici del Settore Ecologia e Ambiente, tramite l’ausilio di tecnologie di ETL, GIS e l’utilizzo di banche dati, regionali, proprie o del settore ad indirizzo urbanistico/territoriale della Provincia di Como, sono state redatte due cartografie alla scale (1:50.000 e 1:25.000): − Carta delle aree potenzialmente escludenti (scala 1:50.000 in un solo quadrante); − Carta delle aree potenzialmente idonee con indicazione delle localizzazioni penalizzanti e preferenziali (scala 1:25.000) suddivisa in 3 quadranti). Entrambe le carte rappresentano la situazione più aggiornata possibile dal punto di vista sia del riferimento normativo che informativo, malgrado ciò è possibile sia che le basi di riferimento recentemente aggiornate non rappresentino l’ultima situazione attuale, sia che l’assenza di alcune informazioni non caratterizzi in maniera certa lo stato di una certa area (come nel caso delle destinazioni d’uso degli strumenti urbanistici). Per questi motivi, entrambe le tavole rappresentano aree potenziali e forniscono un’analisi preventiva di insieme, da integrare ed approfondire successivamente nell’ambito di ciascuna istruttoria. All’atto delle singole istruttorie sarà necessario effettuare un analisi per l’area interessata sulla base delle condizioni previste nella D.g.r. 6581 dei vincoli attivi che costituiscano condizione di esclusione/idoneità oppure di penalizzazione/preferenzialità. La carta delle aree potenzialmente escludenti rappresenta i vincoli e i fattori ambientali che escludono la possibilità di realizzare/ampliare in base ai disposti della D.g.r. n° 6581 del 2008. La carta delle aree potenzialmente idonee riporta in sovrapposizione: • le aree escludenti raggruppate in 3 gruppi: aree escludenti, aree escludenti per nuove realizzazioni, aree escludenti ad eccezione degli impianti che effettuano il trattamento della frazione verde; • le aree penalizzanti ovvero aree che non escludono a priori la localizzazione di impianti ma consentono la realizzazione delle strutture dietro particolari attenzioni progettuali o meccanismi di compensazione; • le localizzazioni preferenziali ovvero la presenza di elementi preferenziali alla localizzazione impiantistica • le aree potenzialmente idonee individuabili come aree non interessate da retinature escludenti o penalizzanti

L’ultimo capoverso e l’ultima immagine del paragrafo 7g) “Cartografia di Piano” del Piano sono soppressi. Il capitolo finisce con quindi con le parole: ”…che affianca e costituisce parte integrante con il presente documento di programmazione”.

PROVINCIA DI COMO

Settore Ecologia e Ambiente

Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.) Piano di Gestione dei rifiuti Urbani e Speciali

Direttiva Habitat (92/43/CEE) Direttiva uccelli (79/409/CEE) D.P.R. 357/97 Legge n. 157/92 Dgr. n. 4345/2001 e Dgr n. VII/14106/03 L.r. n. 26/2003 Dgr n. 8/220/2005

Allegato B PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO

PROGETTISTI: Dr. Geol. Franco Binaghi Dr. Arch. Paolo Negretti Dr. Arch. Marco Sampietro

COLLABORATORI TECNICI: Geom. Paolo Fognini P.Ch. Stefano Noseda Geom. Marco Sala P.Ch. Stefania Stendardo

CONSULENZA INGEGNERISTICA: Dr. Ing. Paolo Turbiglio

CONSULENZA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA Dr.ssa, Arch. Piera Belotti

GIS MANAGER: Dr.ssa, Arch. Piera Belotti

COLLABORATORE AMMINISTRATIVO: Rag. Anna Danielon Rag. Caterina Pedrazzani

COORDINAMENTO: Dr. Geol. Franco Binaghi

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1 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO

INDICE

1) PREMESSA ...... 5 2) ANALISI DELLO STATO DI FATTO...... 8 2a) Acquisizione, raccolta e tendenza dei dati a partire dal 1993...... 8 2a1) Acquisizione dei dati sulla produzione dei rifiuti urbani ed assimilati ...... 8 2a2) Dati e tendenza relativi alla produzione provinciale di rifiuti ...... 10 2a3) Modalità e flussi inerenti ai servizi di raccolta differenziata ...... 16 2a4) Dalla raccolta differenziata alle frazioni omogenee...... 17 2b) Impianti...... 19 2b1) Aree comunali per la raccolta differenziata (bacinizzazione)...... 19 2b2) Assetto impiantistico attuale e collaborazione interprovinciale ...... 30 2c) Iniziative di supporto pregresse (Osservatorio Provinciale) ...... 36 2c1) Incentivazione della riduzione...... 38 2c2) Incentivazione della raccolta differenziata...... 38 2c3) Sensibilizzazione ed educazione ambientale...... 38 2c4) Ricerca...... 38 3) DEFINIZIONE AMBITI E SUB-AMBITI...... 39 4) FABBISOGNO DI GESTIONE DI PERIODO...... 43 4a) Analisi della composizione del rifiuto ...... 43 4a1) Qualità e composizione del rifiuto indifferenziato da raccolta domestica ...... 43 4b) Determinazione del fabbisogno di gestione di medio e lungo periodo, scenario “0”...... 47 4c) Obiettivi di riciclo e recupero alle scadenze prefissate dalla Legge Regionale n. 26/03...... 54 5) ASSETTO IMPIANTISTICO A REGIME ...... 55 5a1) Criteri utilizzati per la formazione della nuova bacinizzazione territoriale ...... 55 5b) Impianti per la raccolta differenziata...... 67 5b1) Piattaforme provinciali per il trattamento delle frazioni derivanti dalla raccolta differenziata...... 67 5b2) Piazzole di compostaggio della frazione verde ligneo-cellulosica...... 68 5b3) Impianti di trattamento della forsu...... 69 5c) Impianti finali per la gestione del rifiuto indifferenziato ...... 70 5c1) Adeguamento migliorativo del termoutilizzatore di Como...... 71 5c2) Impianti di pretrattamento del rifiuto indifferenziato...... 71 5c3) Discarica residuale di Mozzate ...... 72

2 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO

5c4) Forme di controllo a tutela della salute ...... 72 5d) Sinergie con impianti di titolarità privata ...... 75 5e) Assetti gestionali ...... 76 5f) Rete regionale di soccorso ...... 78 5g) Sistema impiantistico esistente...... 79 6) ASPETTI ECONOMICI: VALUTAZIONE ECONOMICA DEI COSTI CORRELATI CON L’ATTUAZIONE DEL PIANO ...... 88 6a) Premesse...... 88 6b) Investimenti: modellazione per l’analisi degli impatti economici...... 91 6b1) Premessa ...... 91 6b2) Modello ed assunzioni...... 92 6b3) Dati di costo utilizzati nel modello ...... 94 6b4) RSU indifferenziati ...... 95 6c) Sintesi dei risultati e commenti...... 96 6c1) Conti economici...... 96 6c2) Significatività dei risultati...... 97 6c3) Parametri influenzanti ...... 97 6c4) Commenti finali ...... 97 7) CRITERI GUIDA PER LA CORRETTA LOCALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI E SPECIALI ...... 99 7a) Premessa...... 99 7b) Criteri guida per la localizzazione delle discariche...... 100 7c) Criteri guida per la localizzazione di impianti di trattamento termico dei rifiuti: 100 7d) Criteri guida per la localizzazione di impianti di trattamento chimico/fisico, impianti di inertizzazione o altri trattamenti specifici, impianti di compostaggio/cdr, selezione/stabilizzazione, impianti di trattamento degli inerti: ...... 102 7e) Prescrizioni per la tutela della popolazione...... 102 7f) Proposte per un corretto inserimento ambientale degli impianti: aree di rispetto e di compensazione ...... 102 7g) Cartografia di Piano...... 104 8) CATEGORIE DI RIFIUTO SOGGETTE A PARTICOLARI FORME DI MONITORAGGIO E PIANIFICAZIONE ...... 106 8a) Imballaggi e rifiuti da imballaggio...... 106 8b) Rifiuti urbani biodegradabili - RUB...... 111 8c) Criticità ed azioni...... 115 9) INIZIATIVE DI SUPPORTO ALLA PROGRAMMAZIONE...... 116 9a) Osservatorio Provinciale sui Rifiuti ...... 116

3 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO

9a1) Attività di monitoraggio ...... 116 9a2) Informazione e divulgazione dei dati...... 118 9a3) Riduzione della produzione di rifiuti alla fonte (azioni di sostegno) ...... 118 9a4) Sostegno della raccolta differenziata, del recupero e del riciclaggio...... 119 9a5) Collaborazioni ...... 120 9b) Finanziamento delle attività di piano ...... 121 9c) Promozione degli acquisti verdi nella pubblica ammministrazione...... 121 9d) Accordi di programma e convenzioni...... 129

4 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO

1) PREMESSA

Il vigente Piano Provinciale di Organizzazione dei Servizi di Smaltimento dei rifiuti solidi urbani ed assimilabili è stato predisposto a cura dell’Assessorato Provinciale Ecologia negli anni 1993/94 in ottemperanza ai disposti della Legge Regionale n. 21/93 (abrogata) e approvato definitivamente dalla Regione Lombardia con Deliberazione del Consiglio Regionale n. 106 del 21.11.95, diventando pienamente operativo nel 1996. Nel 2004, a distanza di circa otto anni, è stato presentato un primo bilancio sui risultati conseguiti in seguito all’attuazione del Piano; di rilievo il fatto che negli anni, la coscienza degli Enti Locali in tema di gestione delle raccolte differenziate dei rifiuti si è rafforzata. Le iniziative locali hanno gradualmente acquisito maggiore consapevolezza ed attenzione, ottenendo risultati significativi in merito alle differenziate. Dal 1993, quando il dato sulla percentuale di RD era pari all’8,5%, si è giunti nel 2004 a sfiorare il 40%; una parte significativa del merito va indubbiamente attribuita all’efficace azione di sensibilizzazione esercitata dall’Osservatorio Provinciale dei Rifiuti, struttura prevista dal Piano, che ha saputo trasmettere le giuste indicazioni attraverso un lavoro capillare basato non solo su incontri a carattere ufficiale ed iniziative pubbliche, ma in particolare sul ruolo di continuo riferimento “di pronto impiego” telefonico per la divulgazione di consigli e notizie a soggetti pubblici e privati, utili sia all’organizzazione che alla corretta fruizione delle raccolte. In breve dal punto di vista impiantistico, gli interventi programmati dal Piano vigente che si sono concretizzati negli anni sono i seguenti:

à seconda linea inceneritore di Como;

à attuazione da parte di soggetto privato (Waste Management Italia S.p.A., ora Econord S.p.A.) della piattaforma del “secco” di Como;

à accordo di programma per la discarica residuale di Mozzate (cosiddetto “Franchi/Selva”) e successiva presentazione di specifica istanza da parte del comune di Mozzate per l’ottenimento della necessaria autorizzazione;

à rilascio al Comune di Mozzate dell’autorizzazione per la realizzazione e la gestione della discarica residuale.

à Sono invece rimasti sulla carta i seguenti impianti:

à secondo inceneritore dell’Olgiatese;

à impianto di compostaggio della frazione umida previsto nel Canturino, che ha impedito l’estensione della raccolta differenziata alla frazione umida da parte dei comuni comaschi;

à seconda piattaforma del “secco” prevista nel “Mozzatese”.

A riguardo di quest’ultimo impianto, all’interno del citato accordo di programma Provincia-Comune di Mozzate “Franchi/Selva” sulla discarica residuale vi è l’impegno provinciale per la non realizzazione dello stesso, alla luce della elevata pressione ambientale cui risulta già sottoposto l’ambito territoriale del “Mozzatese”.

5 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO

Si sono registrati significativi incrementi nel numero di piazzole comunali e sovracomunali destinate alla raccolta differenziata (a fronte di una previsione di piano di 101 strutture, ad oggi ne sono state autorizzate circa sessanta) e delle piazzole di compostaggio della frazione verde, la cui titolarità è ammessa dal piano anche in capo a privati. Per quanto attiene la discarica residuale nel Comune di Mozzate è già stata rilasciata l’autorizzazione per la realizzazione e gestione del “6° lotto” inerente l’impianto controllato di Gorla Maggiore, stante la contiguità fisica dell’impianto mozzatese con l’analoga struttura varesina già in esercizio. Il quadro estremamente sintetico dello stato di fatto sopra delineato, che trova migliore definizione nei capitoli seguenti ha registrato inoltre, dal punto di visto normativo, significativi cambiamenti intervenuti in seguito all’approvazione del Piano dovuti al variare delle leggi di riferimento. In primis l’entrata in vigore del Decreto Legislativo n. 22/97, cosiddetto “Ronchi”, ora D.Lgs. 152/06 che, attraverso le previsioni dell’art. 23 (gestioni degli ambiti ottimali) e 33 (comunicazioni per l’esercizio del recupero dei rifiuti), oltre che per la sezione tematica relativa agli imballaggi, ha imposto la revisione delle linee di programmazione in precedenza seguite; a tale proposito si ritiene opportuno segnalare il lungo iter di recepimento del decreto stesso da parte della Regione, che si è realizzato soltanto alla fine del 2003 con la Legge Regionale n. 26/ 2003. In secondo luogo appunto, l’approvazione della sopraccitata nuova legge regionale “Disciplina dei servizi locali di interesse economico generale: norme in materia di gestione dei rifiuti, energia, utilizzo del sottosuolo e risorse idriche”. Gli orientamenti legislativi, le nuove disponibilità tecnologiche, il quadro programmatorio vigente e in parte attuato, hanno imposto una prima revisione della programmazione provinciale in materia di Rifiuti che si è concretizzata nel novembre del 2004; tale operazione intendeva re-indirizzare la gestione complessiva del sistema di raccolta, di recupero e smaltimento del rifiuto urbano comasco verso traguardi più consoni alle esigenze di economicità, efficacia e razionalità attesi dalle Amministrazioni Locali, il tutto nel massimo rispetto e tutela dell’ambiente, in un territorio di forte pregio ma altrettanto sensibile. A seguito dell’approvazione in giunta regionale con Dgr n. 20027, 23/12/2004 della “Proposta di Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti”, la Provincia di Como si è mossa preventivamente per assorbire i contenuti innovativi introdotti a livello regionale; contestualmente la Regione, a seguito di una preventiva verifica del documento programmatorio provinciale, riconoscendo la validità dei contenuti dello stesso ha introdotto ulteriori tematiche, come richiesto dalla U.E. quali:

à Redazione del Piano Provinciale dei rifiuti speciali oltre al Piano Provinciale di gestione dei rifiuti urbani;

à Redazione della cartografia di Piano che individua i siti idonei e non idonei alla localizzazione dei futuri impianti di gestione dei rifiuti e le relative tecnologie, sulla base dei “Criteri guida per la corretta localizzazione degli impianti” introdotti a livello regionale;

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à Applicazione della procedura di Valutazione ambientale strategica (VAS) ai sensi della Direttiva 42/2001/CE al Piano Provinciale di gestione dei rifiuti urbani e speciali;

à Applicazione della procedura di Valutazione di Incidenza relativamente alle zone individuate per le future localizzazioni, nei confronti delle aree inserite nella Rete Natura 2000 per la conservazione degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatica Direttiva Habitat (92/43/CEE) Direttiva uccelli (79/409/CEE) Dgr. n. 4345/2001 e Dgr n. VII/14106 dell’8 agosto 2003. Pertanto già nel mese di aprile 2005, la Provincia di Como ha avviato la procedura di Valutazione Ambientale strategica applicata all’ultima revisione di Piano. Con l’approvazione definitiva del “Piano Regionale di Gestione dei rifiuti”, avvenuta nel mese di luglio con Dgr n. 8/220/2005, è entrato in vigore l’obbligo per tutte le Province di revisionare/integrare/approvare i propri Piani Provinciali di gestione dei rifiuti urbani e speciali, alla luce dei sopraelencati contenuti introdotti a livello regionale. Nei capitoli seguenti, sarà illustrata la versione definitiva del Piano Provinciale di Gestione dei rifiuti, urbani e speciali, rivista in base hai contenuti obbligatori introdotti dal Piano Regionale e sviluppata all’interno della procedura di Valutazione ambientale strategica ai sensi della Direttiva 42/2001/CE. E’ implicita la lettura congiunta del presente Piano e del Rapporto Ambientale che lo accompagna e che di fatto costituisce parte di esso.

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2) ANALISI DELLO STATO DI FATTO

2a) Acquisizione, raccolta e tendenza dei dati a partire dal 1993

Nel novembre 2004 è stata effettuata una prima analisi dei dati allora disponibili (anno 2002) finalizzata alla redazione del piano; si rende ora necessario aggiornare l’analisi già effettuata in base ai nuovi dati raccolti (dicembre 2004). Di seguito si riportano le analisi precedenti seguite dalle tabelle di aggiornamento.

2a1) Acquisizione dei dati sulla produzione dei rifiuti urbani ed assimilati La raccolta dei dati sulla produzione di rifiuti urbani è stata realizzata sulla base delle disposizioni di legge e regolamentari, regionali e provinciali, in particolare: − l’art. 4 della legge regionale 1° luglio 1993 n. 21 (ora abrogata dalla L.R. 26/03) che prevedeva: ƒ la raccolta, l’archiviazione e la diffusione di dati ed informazioni inerenti la produzione e la gestione dei rifiuti urbani individuando come soggetti deputati apposite strutture organizzate dalle Province per la “raccolta, l’archiviazione e la trasmissione all’Osservatorio regionale dei dati inerenti ai servizi di raccolta, smaltimento e recupero delle varie frazioni di rifiuti”; ƒ l’istituzione dell’Osservatorio regionale sulla produzione, raccolta e smaltimento dei rifiuti e sul recupero delle frazioni separate (in seguito Osservatorio Regionale sui Rifiuti – ORR) − il punto 2 del 10° capitolo del “Piano provinciale di organizzazione dei servizi di smaltimento dei rifiuti urbani ed assimilabili” della Provincia di Como approvato con delibera di consiglio regionale n. 106 del 21 novembre 1995 che istituiva l’Osservatorio provinciale dei rifiuti” (in seguito Osservatorio Provinciale dei Rifiuti – OPR) − le delibere di Giunta Regionale (D.G.R.), previste dall’art. 12 della legge regionale 21/93 (abrogata), di predisposizione delle schede tipo per la trasmissione dei dati alle Province relativi alle attività di raccolta, stoccaggio, trasporto, trattamento o riutilizzo dei rifiuti urbani ed assimilabili (D.G.R. n. 42733 del 29 aprile 1999 di revoca della D.G.R. n. 40965 del 11 gennaio 1999, e contestuale approvazione delle schede-tipo relative alle attività di rilevamento statistico dei dati inerenti alla produzione, raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani ed assimilati negli ambiti provinciali) La raccolta dei dati è stata realizzata sulla base di attività che hanno generato procedure informative condivise e coordinate con le altre Province della Lombardia, in particolare in riferimento all’acquisizione dai Comuni sono stati determinanti i seguenti eventi: − partecipazione della Provincia di Como al gruppo di lavoro costituito presso l’Osservatorio Regionale sui Rifiuti nel 1997 che ha predisposto l’ultima versione della scheda-tipo e la procedura informatica denominata “RSU-Lombardia”

8 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO

dedicata all’inserimento delle schede di rilevamento ricevute dai Comuni a livello provinciale utilizzata in tutte le province della Lombardia; − utilizzo per la raccolta dei dati relativi all’anno 2001 di una procedura sperimentale basata su Internet e predisposta dalla Provincia di Bergamo che tramite apposita nota ne ha concesso l’utilizzo anche della Provincia di Como (tale procedura ha semplificato le modalità di trasmissione dei dati da parte dei Comuni mediante l’utilizzo di Internet). In seguito al passaggio dell’Osservatorio Regionale sui Rifiuti al Settore Suolo, Rifiuti e Bonifiche dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente Lombardia, la Provincia di Como, ha proseguito la sua partecipazione al Gruppo di Lavoro degli Osservatori. L’Osservatorio Regionale sui Rifiuti, valutando la positività delle esperienze pilota delle Province che hanno utilizzato il sistema di raccolta dati via Internet ha messo a punto una procedura di acquisizione web strutturata in modo da consentirne l’utilizzo a Comuni, Province, Regione e all’Osservatorio Regionale sui Rifiuti (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente), ciascuno secondo le proprie competenze e necessità. La procedura, realizzata sul modello di quella pilota, è identica per tutti i Comuni e tutte le Province della Lombardia, e garantisce già in fase di inserimento un elevato grado di omogeneità e affidabilità dei dati. La procedura è entrata in funzione nel mese di gennaio 2003 per la raccolta dei dati relativi all’anno 2002. Tutte le informazioni raccolte sono state archiviate su elaboratore elettronico mediante l’utilizzo del programma MS Access ed in base ai diversi tracciati record forniti dall’Osservatorio Regionale sui Rifiuti. In base alle norme vigenti i dati raccolti sono stati trasmessi: − all’Osservatorio Regionale sui Rifiuti che ha provveduto all’unione degli stessi con quelli delle altre Province della Lombardia; − all’Osservatorio Nazionale sui Rifiuti, a far data dalla sua costituzione. Nelle procedure utilizzate sono stati predisposti controlli, all’atto dell’inserimento, in grado di informare l’operatore sulle seguenti anomalie: − assenza dei dati anagrafici essenziali (comune, abitanti, anno) − congruenza fra la somma dei dati mensili ed i totali annui per i rifiuti urbani indifferenziati; − pro-capite non compresi nei range di attendibilità predefiniti dall’Osservatorio Provinciale sui Rifiuti in base ai dati pregressi; − congruenza fra la somma dei rifiuti conferiti per ciascuna tipologia ai relativi trasportatori e recuperatori, nonché al relativo dato totale annuo indicato. In tutte le procedure utilizzate per l’inserimento dei dati a partire dal 1997, al termine dell’inserimento di ogni scheda comunale è sempre possibile effettuare la stampa di un report riassuntivo con i dati essenziali, funzionalità che ha permesso il paragone immediato con i risultati degli anni precedenti.

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Al termine dell’inserimento dei dati di tutti i Comuni l’Osservatorio Provinciale sui Rifiuti, con apposite procedure, effettua la validazione di tutta la banca dati volta ad individuare la presenza di dati anomali attraverso: − la sommatoria degli abitanti dei Comuni ed il paragone con gli anni precedenti; − la sommatoria dei dati dei singoli Comuni ed il paragone con i dati degli anni precedenti; − le variazioni percentuali del numero di abitanti per ogni Comune; − le variazioni percentuali dei quantitativi di rifiuti per ogni Comune; − le percentuali di raccolta differenziata e le variazioni rispetto agli anni precedenti. Le discrepanze rilevate sono state risolte tramite: − la correzione d’ufficio del dato anomalo mediante l’utilizzo degli altri dati comunicati in base ai quali è possibile la ricostruzione del medesimo. − la correzione d’ufficio del dato anomalo mediante l’utilizzo dei dati raccolti dai soggetti che effettuano la raccolta, il trasporto, lo smaltimento o il recupero dei rifiuti urbani. − contatti telefonici o incontri con i responsabili della trasmissione delle informazioni.

2a2) Dati e tendenza relativi alla produzione provinciale di rifiuti La popolazione della Provincia di Como ha raggiunto nel 2004 i 560.999 abitanti. I 5/6 della popolazione risiedono nelle zone di pianura, solo 1/6 risiede nelle zone montane alpine e prealpine. L’andamento demografico evidenzia la tendenza ad una debole crescita, come confermato anche dai dati relativi all’ultimo anno disponibile. Dalla curva del diagramma si rileva un incremento medio annuo della popolazione dell’ordine dello 0,4 % ad eccezione degli ultimi due anni dove l’incremento è superiore. Dal 2002, con l’unione di Santa Maria Rezzonico e Sant’Abbondio, il territorio della Provincia di Como risulta suddiviso in 162 Comuni. Sono inoltre, presenti quattro Comunità Montane costituite da circa la metà dei Comuni provinciali. Mediante i dati trasmessi dai Comuni e validati dalla Provincia si può tracciare il quadro riepilogativo relativo alla produzione di rifiuti urbani in Provincia di Como per oltre un decennio a partire dal 1993. Rispetto alla produzione totale di rifiuti si registra un tasso di incremento del 3,4%, pari alla media dei tassi registrati fino al 2002. La produzione totale raggiunge nel 2004 la quantità di 271.069 tonnellate, con un dato pro-capite di 1,32 kg/abitante- giorno. L’incremento è sempre presente, anche se con percentuali ridotte nell’ultimo periodo. Il grafico di seguito riportato mostra il trend di produzione totale dal 1993 al 2002.

10 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO

PRODUZIONE 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 RSU + RSUI + DIFFERENZIATE (migliaia di 192 201 204 209 216 227 239 245 255 260 tonnelate) Incrementi di produzione totale di rifiuti 4,69% 1,49% 2,45% 3,35% 5,09% 5,29% 2,51% 4,08% 1,96%

Totale RSU+RSUI+DIFFERENZIATE (migliaia di tonnellate)

300 250 200 150 100 50 0 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002

(produzione totale di rifiuti solidi urbani in migliaia di tonnellate in Provincia di Como)

Nei due anni successivi la produzione è salita a 261 mila tonnellate (2003) e 271 mila tonnellate (2004) con incrementi annui pari allo 0,38% (2002-2003) e 3,83% (2003-2004) che risultano nel range di variabilità del dato sulla media (0-5%) e confermano il dato relativo all’incremento medio annuo. La tabella successiva evidenzia l’evoluzione dei dati pro-capite giornalieri espressi in kg e suddivisi fra rifiuti urbani indifferenziati (RSU + RSUI + SPAZ), raccolte differenziate (RD) e totale (RSU + RSUI + SPAZ + RD).

1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 RSU + RSUI + SPAZ (kg/ab.giorno) 0,91 0,92 0,89 0,85 0,84 0,85 0,85 0,85 0,86 0,85

RD (kg/ab.giorno) 0,08 0,12 0,16 0,23 0,27 0,31 0,36 0,39 0,42 0,45

RSU+RSUI+SPAZ+RD (kg/ab.giorno) 0,99 1,04 1,05 1,08 1,11 1,16 1,21 1,24 1,28 1,30

(dati sulla produzione pro-capite di rifiuti solidi urbani in Provincia di Como)

Nei due anni successivi la produzione totale procapite è scesa a 1,30 kg/abitante- giorno (2003) e risalita a 1,32 kg/abitante-giorno (2004) mentre si conferma la continua diminuzione del dato procapite relativo alla raccolta del rifiuto indifferenziato che passa nel 2004 a 0,80 kg/abitante-giorno.

11 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO

La quota di raccolta differenziata, sempre in aumento, limita la crescita della quantità di rifiuti da destinare allo smaltimento o alla termodistruzione. Infatti come si può notare il dato pro-capite di rifiuti raccolti in maniera differenziata si incrementa fino a 0,52 kg/abitante-giorno (2004), mentre il pro-capite della quota di rifiuti destinati allo smaltimento manifesta una progressiva diminuzione rispetto gli anni precedenti con un dato pari a 0,80 kg/abitante-giorno nel 2004.

Kg/ab.giorno 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 RSU + RSUI 0,85 0,84 0,85 0,85 0,85 0,86 0,85 0,82 0,80 DIFFERENZIATE 0,23 0,27 0,31 0,36 0,39 0,42 0,45 0,47 0,52 RSU+ING+DIFFERENZIATE 1,08 1,11 1,16 1,21 1,24 1,28 1,30 1,29 1,32

RSU + RSUI DIFFERENZIATE 1,50 1,25 1,00 0,75 0,50 0,25 0,00 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004

(trend della produzione procapite di rifiuti fino al 2004)

Analogamente il grafico mostra come, nonostante l’aumento della produzione di rifiuti registrata negli scorsi anni, non aumenti, anzi addirittura inizi a diminuire la quota di rifiuti destinati allo smaltimento. Nel 2004 quasi il 40% dei rifiuti solidi urbani prodotti è stato raccolto in maniera differenziata ed avviato a diversi impianti di recupero di materia o, nel caso dei rifiuti urbani pericolosi, allo smaltimento specifico; circa il 30% è stato avviato alla termodistruzione presso l’impianto di termovalorizzazione di Como ed il 30% è stato smaltito in discarica. La figura successiva evidenzia questa ripartizione.

DESTINO

DISCARICA INCENERIMENTO Raccolta0% differenziata 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

(ripartizione della destinazione finale dei rifiuti solidi urbani nel 2004)

12 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO

1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 ABITANTI 536.418 537.047 539.821 542.838 544.538 547.945 553.494 560.999 Riepilogo dei rifiuti prodotti complessivamente (in tonnellate)

Totale RSU+RSUI 163.496 166.806 167.661 167.766 170.480 170.632 166.841 164.176 Totale RSU 140.822 145.185 145.214 145.343 147.607 146.267 142.702 138.647 Totale RSUI (*) 22.674 21.183 19.042 18.650 16.456 18.209 17.820 18.158 Totale SPAZZAMENTO STRADE 438 3.405 3.773 6.417 6.156 6.319 7.371 (*) = quota stimata a smaltimento

TOTALE FRAZIONI 52.964 60.287 71.223 77.544 84.796 88.975 94.407 106.893

VETRO 14.940 15.866 16.889 18.087 18.876 19.689 20.839 21.870 Vetro da raccolta monomateriale 14.723 15.178 14.034 14.618 15.130 17.086 21.870 Vetro da raccolta vetro-alluminio 1.143 1.711 3.934 4.247 4.559 3.753 - Vetro da raccolta vetro-ferro-alluminio 119 11 - - -

CARTA 16.596 18.394 20.765 20.944 21.519 22.086 22.923 24.517 Carta da raccolta monomateriale 11.403 13.336 15.048 16.136 17.107 16.944 17.774 Carta da raccolta del sacco multimateriale 6.991 7.429 5.896 5.383 4.979 5.979 6.743 PLASTICA 2.402 2.781 3.371 3.455 3.682 3.766 4.873 5.690 Plastica da raccolta monomateriale 1.921 2.457 2.729 3.020 3.153 4.137 4.860 Plastica da raccolta del sacco multimateriale 860 914 726 662 613 736 830

INGOMBRANTI (**) - - - 3.921 4.114 4.552 4.454 6.053 (**) = quota stimata a recupero

LEGNO 1.314 1.983 1.960 3.305 4.728 5.806 6.486

VERDE 11.595 14.955 19.258 18.791 21.494 22.247 21.633 26.196 ORGANICO 455 477 956 2.107 2.324 2.354 3.059 4.626 MATERIALI FERROSI 2.968 3.222 4.094 4.628 5.197 5.457 5.959 6.268 Ferro da raccolta monomateriale 2.846 3.694 4.304 4.906 5.189 5.637 5.905 Ferro da raccolta del sacco multimateriale 376 400 317 290 268 322 363 Ferro da vetro-ferro-alluminio 7 1 ALLUMINIO 166 201 203 203 193 264 356 Alluminio da raccolta monomateriale 29 43 48 34 23 95 252 Alluminio da raccolta multimateriale 108 114 91 83 77 92 104 Alluminio da raccolta vetro-alluminio 29 44 101 86 93 77 - Alluminio da raccolta vetro-ferro-alluminio 3 - - - - BENI DUREVOLI 166 282 455 643 793 879 975 INDUMENTI SMESSI 359 392 401 493 613 772 817 Stracci ed indumenti da raccolta monomateriale 90 106 174 286 422 542 558 Stracci ed indumenti da raccolta multimateriale 269 286 227 207 191 230 259 OLI E GRASSI VEGETALI 57 68 75 85 102 110 118 OLIO MINERALE ESAUSTO 31 31 37 45 45 49 77 ACCUMULATORI AL PIOMBO 182 340 249 266 260 276 316

R.U.P. 151 126 185 166 372 201 221 332

ALTRE FRAZIONI 2.857 39 122 251 522 357 450 121 SECCO DA SELEZIONE 1.000 2.151 2.286 1.814 1.656 1.532 1.840 2.075

RIFIUTI PRODOTTI 216.460 227.093 238.884 245.310 255.276 259.607 261.248 271.069 Dato pro capite 1,11 1,16 1,21 1,24 1,28 1,30 1,29 1,32

(variazioni percentuali) 4,8% 4,7% 2,1% 3,7% 1,1% -0,4% 2,4%

Percentuali di Raccolta 24,5% 26,5% 29,8% 31,6% 33,2% 34,3% 36,1% 39,4% differenziata (riepilogo di tutte le frazioni differenziate ed indifferenziate aggiornato al 2004) Nella tabella precedente viene riportato nel dettaglio il trend dal 1997 al 2004 relativo a ciascun servizio di conferimento o di raccolta.

13 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO

La raccolta a domicilio del rifiuto urbano “tal quale” indifferenziato tramite sacco nero e/o cassonetto indicata in tabella come RSU, si attesta sulle 138.647 tonnellate nel 2004 con un dato pro-capite in calo di 0,80 kg per abitante. La quantità raccolta di rifiuti urbani ingombranti è invece diminuita progressivamente passando dalle 27.000 tonnellate del 1994 alle circa 18 mila del 2004. La diminuzione di tale dato è da attribuire all’attivazione e all’incremento negli ultimi anni di un considerevole numero di raccolte specifiche di materiali (specializzazione della raccolta), presenti tra i rifiuti voluminosi (legno, metalli, plastica), che in precedenza venivano smaltiti tra gli ingombranti. Fino al 2000, non disponendo di dati certi sulla pratica di tali operazioni di selezione e recupero, i rifiuti urbani ingombranti sono stati conteggiati interamente come avviati tutti allo smaltimento in discarica. Dopo tale data il diffondersi della selezione degli stessi, ha reso necessaria una diversa contabilizzazione che tiene conto della quota avviata a recupero. La quota di ingombranti a recupero stimata dall’Osservatorio Provinciale sui Rifiuti per il 2004 è stata pari al 25% calcolato sul totale degli ingombranti raccolti a livello provinciale. Da rilevare inoltre la sempre maggior incidenza delle raccolte differenziate nel periodo preso in esame sintetizzato nella tabella successiva. Nel 1993 la frazione del vetro costituiva la frazione più importante; dopo 12 anni la stessa raccolta ha più che raddoppiato le proprie rese ed è stata addirittura superata dalle raccolte della carta e del verde che nel 1993 avevano ancora tassi di raccolta poco significativi.

14 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO

Le singole rese di questi materiali (vetro, carta e verde) sono giunte nel 2004 fra i 40 e i 50 kg annui per abitante.

1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 Abitanti n° 533.888 536.418 537.047 539.821 542.838 544.538 547.945 553.494 560.999 Raccolta VETRO t. 13.908 14.940 15.866 16.889 18.087 18.876 19.689 20.839 21.870 Raccolta CARTA E CARTONE t. 14.543 16.596 18.394 20.765 20.944 21.519 22.086 22.923 24.517 Raccolta VERDE t. 8.283 11.595 14.955 19.258 18.791 21.494 22.247 21.633 26.196 Raccolta PLASTICA t. 1.994 2.402 2.781 3.371 3.455 3.682 3.766 4.873 5.690 Raccola LEGNO t. 0 0 1.314 1.983 1.960 3.305 4.728 5.806 6.486 Raccolta MATERIALI FERROSI t. 2.286 2.968 3.222 4.094 4.628 5.197 5.457 5.959 6.268 Raccolta ORGANICO t. 1.011 455 477 956 2.107 2.324 2.354 3.059 4.626 Pro capite VETRO kg/ab.anno 26,1 27,9 29,5 31,3 33,3 34,7 35,9 37,6 39,0 Pro capite CARTA E CARTONE kg/ab.anno 27,2 30,9 34,3 38,5 38,6 39,5 40,3 41,4 43,7 Pro capite VERDE kg/ab.anno 15,5 21,6 27,8 35,7 34,6 39,5 40,6 39,1 46,7 Pro capite PLASTICA kg/ab.anno 3,7 4,5 5,2 6,2 6,4 6,8 6,9 8,8 10,1 Pro capite LEGNO kg/ab.anno - - 2,4 3,7 3,6 6,1 8,6 10,5 11,6 Pro capite MATERIALI FERROSI kg/ab.anno 4,3 5,5 6,0 7,6 8,5 9,5 10,0 10,8 11,2 Pro capite ORGANICO kg/ab.anno 1,9 0,8 0,9 1,8 3,9 4,3 4,3 5,5 8,2

45 kg/ab.anno

40

35

30

25 VETRO CARTA VERDE 20 PLASTICA FERRO ORGANICO

LEGNO 15

10

5

0 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004

(andamento delle principali frazioni merceologiche) Rese inferiori, ma comunque considerevoli, sono state raggiunte dai metalli (intorno ai 10 kg annui per abitante nel 2004). Da un confronto con le rese regionali conseguite nello stesso periodo, i dati delle frazioni carta, vetro, metalli e plastica risultano in linea con le medie regionali, ad

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eccezione della frazione del materiale organico di provenienza domestica (scarti di cucina) le cui rese nella Provincia di Como mantengono livelli molto bassi (8,2 kg annui per abitante) rispetto ai risultati di altre Province della Lombardia (intorno ai 50 kg annui per abitante). Il motivo è dovuto alla scarsa diffusione di quest’ultimo tipo di raccolta nella Provincia (dai dati 2004 risulta che solo pochi Comuni la praticano). Per quanto attiene i rifiuti assimilati che confluiscono nel sistema di raccolta dei rifiuti urbani, si può ritenere che gli stessi vengano principalmente conferiti per loro natura come raccolta differenziata e che quindi il loro apporto, in quanto influenza sensibilmente incrementandolo il totale dei rifiuti prodotti, non altera di fatto la percentuale di raccolta differenziata.

2a3) Modalità e flussi inerenti ai servizi di raccolta differenziata In relazione alle operazioni di raccolta, trasporto e recupero, la raccolta differenziata si può suddividere in quattro sottogruppi: − raccolta multimateriale − raccolta monomateriale − raccolta dei rifiuti urbani pericolosi − raccolta della frazione umida del rifiuto. Per quel che riguarda la raccolta multimateriale, nella nostra Provincia si sono diffuse la raccolta della frazione secca, che avviene normalmente tramite apposito sacco con ritiro a domicilio in giorni prefissati e la raccolta simultanea di vetro e metalli in campane. Nel caso delle raccolte multimateriali di vetro e metalli il rifiuto viene conferito dai cittadini presso apposite campane dislocate dal Comune in punti prefissati del territorio, oppure nei cassoni situati nelle aree attrezzate comunali (quando queste sono presenti). Le raccolte differenziata monomateriali si sono diffuse coinvolgendo pressoché tutte le frazioni merceologiche recuperabili. Il flusso in questo caso è diretto, cioè i rifiuti pervengono direttamente al recuperatore non essendo richiesta l’operazione di separazione e cernita. Le frazioni raccolte separatamente prima di giungere all’impianto finale di recupero possono comunque essere stoccate temporaneamente in impianti intermedi. Nel caso della raccolta differenziata dei rifiuti urbani pericolosi la finalità non è il recupero di materia ma la separazione di sostanze potenzialmente dannose che non devono essere miscelate con il rifiuto “tal quale”, venendo destinate a gestioni specifiche. In alcuni casi gli stessi sono avviati ad impianti che effettuano operazioni di trattamento dalle quali possono essere ricavate quote di recupero. E’ il caso ad esempio delle batterie al piombo dei veicoli che presentano un indice di recuperabilità superiore al 90% in peso, delle cartucce esauste di toner e dell’olio minerale esausto, suscettibili di rigenerazione. La frazione umida è costituita dalla quota di materiale organico di provenienza domestica (avanzi di cibo, scarti di frutta e verdura, ecc.) e dalla cosiddetta “frazione

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del verde” (sfalci e potature provenienti dalla manutenzione dei giardini e dei parchi). Il ciclo di recupero prevede per la frazione umida di provenienza domestica un sistema di raccolta a domicilio da parte del gestore del servizio ed il successivo conferimento della stessa presso gli specifici impianti di recupero. Per quanto riguarda il verde, normalmente il conferimento avviene presso le aree attrezzate comunali. La frazione viene poi inviata agli appositi impianti di compostaggio, diffusi anche in provincia di Como, per le successive operazioni di recupero.

2a4) Dalla raccolta differenziata alle frazioni omogenee Negli ultimi tempi si è assistito ad un’evoluzione del sistema di raccolta differenziata: − l’innovazione delle tecniche della raccolta, legate alla ricerca di sistemi di gestione più economici per le amministrazioni o più remunerativi per i soggetti gestori, ha portato alla configurazione di numerosi sistemi di conferimento multimateriali, dove più frazioni omogenee di rifiuto vengono raccolte congiuntamente; tipico è l’esempio della raccolta del secco o delle raccolte del vetro-alluminio, del vetro-ferrosi-alluminio o anche di altre combinazioni meno frequenti, ma di fatto presenti. La stessa raccolta del secco varia la propria composizione in relazione al tipo di regolamentazione del servizio; − la normativa nazionale, introducendo all’art. 44 del D.lgs. n. 22/97 ora D.Lgs. 152/06 la raccolta dei “beni durevoli” e comprendendo per la fase di prima attuazione i beni elencati al comma 5 del medesimo articolo come frazioni oggetto di tale raccolta, di fatto legittima la possibilità da parte dei Comuni di effettuare congiuntamente sotto l’unica voce “beni durevoli” le raccolte di “frigoriferi e frigocongelatori”, “componenti elettronici” e “tubi catodici”; − la solerzia dei Comuni nell’attivare servizi di conferimento differenziato di pubblica utilità e di utilità ambientale, nel favorire l’appropriato smaltimento di frazioni separabili di origine urbana o anche il loro recupero, dopo il trattamento di parti di esse, ha comportato il diffondersi di raccolte come quella degli “oli minerali esausti” e quella degli “accumulatori esausti al piombo”. In particolare, per gli “accumulatori al piombo”, dapprima conteggiati nella voce “batterie e pile”, è emersa la necessità di una contabilizzazione separata anche in considerazione del fatto che i due tipi di rifiuti seguono percorsi di smaltimento- recupero differenti. In particolare, per la gestione di queste due tipologie, la Regione Lombardia ha ritenuto opportuno emanare specifiche linee di indirizzo (Decreto Direttore Generale n. 3773 del 14/07/98 pubblicato sul B.U.R.L. 3° supplemento straordinario del 10/09/98); − la sensibilità, di alcuni Comuni, nell’attivare servizi di raccolta per frazioni inconsuete, suscettibili di recupero. Le innovazioni richiamate comportano che la raccolta di una specifica tipologia di rifiuto non coincida necessariamente con l’attivazione di una raccolta monomateriale dello stesso. Nella tabella seguente vengono riportate le principali frazioni omogenee (alluminio, beni durevoli, carta e cartone, legno, materiali ferrosi, organico, plastica, stracci ed

17 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO indumenti smessi, verde, vetro) derivate dalla raccolta differenziata ed avviate alle operazioni di recupero (dati riferiti all’anno 2002). Per ogni frazione omogenea si considera: − il quantitativo raccolto e avviato al recupero; − i Comuni che hanno praticato almeno un servizio di raccolta differenziata comprendente la frazione considerata; − la percentuale della popolazione provinciale interessata dal servizio calcolata come somma degli abitanti dei Comuni di cui al punto precedente; − le tipologie di conferimento (numero, tipo e descrizione); − il dato pro-capite calcolato sulla popolazione interessata dal servizio; − il dato pro-capite provinciale.

Raccolte Pro-capite Pro-capite calcolato Quantitativo Comuni che % di differenziate calcolato rispetto rispetto alla Principali frazioni raccolto e raccolgono la Popolazione Popolazione comprensive della agli abitanti popolazione omogenee avviato al frazione coinvolta provinciale frazione serviti provinciale recupero (t.) omogenea omogenea (kg/ab.anno) (kg/ab.anno) alluminio ALLUMINIO 193 48 274.549 50% secco da riciclo 0,70 0,35 vetro - alluminio BENI DUREVOLI 793 141 509.716 93% beni durevoli 1,56 1,45 CARTA E carta e cartone 22.086 152 541.813 99% 40,76 40,31 CARTONE secco da riciclo LEGNO 4.728 57 284.002 52% legno 16,65 8,63 materiali ferrosi MAT. FERROSI 5.457 135 508.335 93% secco da riciclo 10,74 9,96 vetro - metalli ORGANICO 2.354 12 75.760 14% organico 31,07 4,30 plastica PLASTICA 3.766 140 522.700 95% secco da riciclo, 7,20 6,87 stracci ed STRACCI 613 57 343.733 63% indumenti smessi 1,78 1,12 secco da riciclo

verde da VERDE 22.247 103 495.358 90% manutenzione dei 44,91 40,60 parchi e dei giardini

vetro VETRO 19.689 163 547.945 100% vetro - alluminio 35,93 35,93 vetro - metalli

(frazioni omogenee)

Il Piano Provinciale dei Rifiuti, approvato nel 1995, indicava per il lungo periodo il raggiungimento di determinate rese per ciascuna frazione omogenea. Comparando le previsioni con il dato raggiunto nel 2002 si possono fare alcune considerazioni: − rispetto alle frazioni dell’alluminio, del vetro, della carta e cartone, dei metalli, della plastica e del verde si osserva come il dato reale si attesti su di un livello notevolmente superiore agli obiettivi previsti. I motivi del raggiungimento e del superamento delle previsioni di piano sono da individuarsi principalmente in due fattori: l’incremento generale della produzione di rifiuti ed il successo dell’attuazione delle specifiche raccolte differenziate;

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− rispetto alla frazione dell’organico (rifiuti di provenienza alimentare collettiva, domestica e mercatale) si osserva come il dato reale del 2002 evidenzia con certezza il mancato raggiungimento degli obbiettivi prefissati nel Piano del 1995. E’ comunque rilevante che, malgrado le difficoltà legate alla distanza e alla reperibilità degli impianti di trattamento finale, a partire dagli ultimi anni si sia registrata una progressiva crescita del numero di Comuni che hanno attivato il servizio con risultati quantitativi significativi, nell’ordine dei 30 Kg annui raccolti per ciascun abitante. In alcuni di questi Comuni, inoltre, il costo del servizio riferito al chilogrammo di rifiuto raccolto è risultato inferiore a quello che si sarebbe registrato se lo stesso rifiuto fosse stato smaltito come indifferenziato in discarica di urbani.

2b) Impianti

2b1) Aree comunali per la raccolta differenziata (bacinizzazione) Premessa Nel presente paragrafo si sviluppano le tematiche relative agli elementi territoriali di pianificazione finalizzati alla gestione ottimale dei rifiuti solidi urbani nell’ambito assunto, partendo dal dato base rappresentato dallo “stato di fatto” della pianificazione provinciale per giungere alle previsioni di progetto che determineranno il nuovo assetto territoriale per ciò che concerne la dotazione di strutture per la raccolta differenziata (aree comunali) dei rifiuti soldi urbani (sviluppate nel capitolo 5a). Bacinizzazione territoriale: analisi dello stato di fatto Prima di passare all’esposizione dei dati riferiti allo stato di attuazione delle previsioni del vigente Piano Provinciale Smaltimento Rifiuti relativamente alla realizzazione delle piazzole e piazzole sovracomunali, così come individuate nella bacinizzazione territoriale in essere, si ritiene necessario richiamare i criteri di aggregazione dei bacini, finalizzati alla raccolta differenziata, a suo tempo utilizzati per la redazione del richiamato piano. La L.R. 21/93 (ora abrogata) prevedeva all’art. 10 che venisse potenziato il servizio di raccolta differenziata e, a tale scopo, che venissero realizzate piattaforme e piazzole utilizzate nell’ambito di bacini d’utenza definiti. Per la perimetrazione di tali bacini si individuarono parametri di selezione dei dati allo scopo di creare un’aggregazione razionale, in funzione delle realtà territoriali esistenti e delle diverse esigenze che ne derivavano. Sulla base delle considerazioni fatte si individuarono i seguenti parametri: − realtà aggregative ufficializzate (es. Comunità Montane); − dimensioni del bacino di utenza, tenuto conto delle caratteristiche del territorio e della popolazione interessati dalla pianificazione, nel rispetto delle direttive contenute nella L.R. 21/93 (abrogata) e delle effettive esigenze delle singole aggregazioni; − facilità di collegamento tra i vari comuni appartenenti all’aggregazione prevista dalla pianificazione;

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− presenza di strutture (piazzole) già esistenti o in previsione, perseguendo lo scopo di aggregare comuni privi di strutture con altri già dotati delle stesse, previo eventuale adeguamento e potenziamento dell’esistente; − volontà di aggregazione spontanea con altri comuni, espressa nelle schede annuali di rilevamento dati; − progetti esistenti riguardanti la tematica in analisi. A seguito dell’analisi dei dati derivati dalle considerazioni espresse furono così individuati 40 bacini d’utenza, rappresentati sulla corrispondente tavola tematica della bacinizzazione vigente in allegato al presente paragrafo, raggruppati in tre grandi realtà territoriali distinte: − zona Nord Occidentale; − zona Nord Orientale; − zona della Pianura Comasca. Alla luce delle considerazioni esposte sembra ora opportuno richiamare le caratteristiche e le funzioni che la pianificazione provinciale vigente attribuiva alla raccolta differenziata in generale e alle piazzole e piazzole sovracomunali in particolare. Come detto, uno degli obiettivi della bacinizzazione finalizzata alla raccolta differenziata era quello di razionalizzare e potenziare le strutture di raccolta esistenti, inserendo nuove iniziative e creando incentivi e disincentivi rispetto ai comportamenti desiderati o indesiderati. Una prima condizione di successo delle differenziate, a suo tempo individuata, prevedeva che tutti i comuni della provincia dovessero avere a disposizione, singolarmente o in forma associata, delle strutture di raccolta, deposito ed eventuale nobilitazione dei rifiuti. Nello spirito della pianificazione una struttura del genere avrebbe consentito una sorta di razionalizzazione dei trasporti e fornito il “polmone” attraverso cui i Comuni avrebbero potuto attivare tutte le raccolte differenziate previste dall’art. 5 della L.R. 21/93 (abrogata) . Un secondo requisito che venne attribuito a queste strutture fu quello di permettere il conferimento volontario del cittadino, in orari da stabilirsi, fornendo così un supporto ed un’integrazione alle forme di raccolta “tradizionali” dalla raccolta domiciliare ai contenitori specifici, la cui attivazione poteva richiedere, all’inizio, costi maggiori o difficoltà operative legate anche alle caratteristiche territoriali. La nobilitazione dei flussi di rifiuti raccolti inizia naturalmente a partire dalla sicurezza che i flussi siano correttamente suddivisi. Si è quindi ritenuto che la disponibilità di una struttura in cui poter intervenire rispetto alla cernita e all’indirizzo dei flussi fosse indispensabile. Alla luce delle considerazioni fatte si è dunque ritenuto indispensabile garantire una rete di piazzole intercomunali o sovracomunali, così designate per distinguerle dalle piazzole e per marcare la necessità di una presenza di personale, anche se non continuativa, che potesse ricoprire i compiti sopra descritti.

20 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO

Per meglio comprendere la “filosofia” di pianificazione a suo tempo seguita, occorre fare chiarezza sui termini a suo tempo utilizzati. Con il termine “piattaforma di servizio” la L.R. 21/93 (abrogata) identificava una struttura destinata a svolgere funzioni intermedie tra le frazioni originate dalla raccolta differenziata e gli impianti di smaltimento o recupero, per i quali si configura come eventuale punto di pretrattamento e area di alimentazione. Conseguentemente a questa impostazione pianificatoria il territorio è stato suddiviso in bacini, secondo le modalità e sulla base dei parametri descritti all’inizio di questo capitolo. Dopo aver esposto il quadro di riferimento pianificatorio rispetto alla tematica delle strutture (piazzole e piazzole sovracomunali) destinate alla raccolta differenziata, passiamo ad analizzare i dati quantitativi riferiti a tali strutture. Andiamo ad analizzare quanti e quali impianti, a livello di piazzole (intese come piazzole comunali e sovracomunali), prevedeva il piano Provinciale Rifiuti e quanti e quali, allo stato attuale (con aggiornamento a dicembre 2005), risultano autorizzati sulla base della normativa regionale. La bacinizzazione territoriale finalizzata alla raccolta differenziata prevedeva la realizzazione delle seguenti strutture : − piazzole totali previste (comunali e sovracomunali) = n. 99; − piazzole Intercomunali o Sovracomunali = n. 32; − piazzole Comunali = n. 67; I dati relativi alle piazzole e piazzole sovracomunali, previste dalla pianificazione vigente, sono riportati in dettaglio, completi dell’indicazione del Comune territorialmente interessato e del bacino di appartenenza nella tabella riassuntiva (“Piazzole e piazzole sovracomunali previste dalla pianificazione vigente”) e nella relativa carta tematica “Bacinizzazione Territoriale”. Allo stato attuale, delle strutture previste risultano autorizzate le seguenti: − piazzole totali autorizzate (comunali e sovracomunali) = n. 58 pari a circa il 60 % del totale; − piazzole Intercomunali o Sovracomunali autorizzate = n. 25 pari al 78% circa di quelle previste; − piazzole Comunali Autorizzate = n. 33 pari a circa il 50% di quelle previste. I dati relativi alle piazzole e piazzole sovracomunali che, allo stato attuale (con aggiornamento a dicembre 2005), risultano autorizzate sulla base della normativa regionale, vengono riportati in dettaglio, completi dell’indicazione del Comune territorialmente interessato e del bacino di appartenenza, nell’allegata tabella riassuntiva (Piazzole e piazzole sovracomunali autorizzate) e nella relativa carta tematica “Stato di attuazione della bacinizzazione territoriale vigente (strutture autorizzate)”. Preme sottolineare come la bacinizzazione territoriale in essere, integrata con i dati relativi all’effettivo stato di applicazione della stessa (n. delle strutture autorizzate)

21 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO sarà utilizzata come strumento di base per la formazione della nuova bacinizzazione territoriale, che verrà trattata nel successivo capitolo 5a. Tabella: Piazzole e piazzole sovracomunali previste dalla pianificazione vigente

COMUNE BACINO PREV. PIANO 17 PC 17 PSC 33 PC 19 PC 19 PSC 19 PC 36 PC 7 NP 20 PC 13 PSC 13 NP BELLAGIO 12 PC 3 NP 34 NP 34 PSC 33 PC 5 NP 9 PC 27 PSC BRENNA 19 NP 7 NP 8 PC 37 PC 21 PC 29 PC 13 NP CAGNO 33 PC CANTU' 23 PSC 14 PC 23 PC 7 NP CARBONATE 40 NP 22 PC 2 NP 21 PC CASASCO INTELVI 7 NP CASLINO D'ERBA 14 PSC 25 NP 30 PC 14 NP 34 NP CASTIGLIONE INTELVI 7 NP CAVALLASCA 31 NP 2 NP CERANO INTELVI 7 NP 27 PC 7 PSC 38 PC CIVENNA 12 NP 2 NP 4 NP COMO 8 PSC CONSIGLIO DI RUMO 1 NP CORRIDO 2 NP 1 NP 25 PSC 2 PC PSC = piazzola sovracomunale 7 PC PC = piazzola comunale 1 NP NP = non prevista DONGO 1 PSC

22 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO

COMUNE BACINO PREV. PIANO 1 NP DREZZO 32 NP ERBA 16 PC 15 PSC 9 PC 32 PC FENEGRO' 38 PSC 22 PC 26 PC 1 NP 1 NP GERMASINO 1 NP GIRONICO 32 PSC 30 PC 3 PSC 1 PC 3 NP 37 PSC 20 PSC 7 NP 5 PC 18 PC LANZO INTELVI 5 PC 13 NP 4 NP 12 PC 39 PC 24 PC LIVO 1 NP 40 PC 29 PSC 15 PC 30 PC LURAGO D'ERBA 18 PC 38 PC LURATE C. 36 PSC 13 NP 21 PSC 7 PSC 2 PC 18 PSC 4 NP 7 PC 18 PC 31 PSC 1 NP 24 NP MOZZATE 40 PSC MUSSO 1 NP 10 PC 22 PSC 35 PC OLTRONA S. MAMETE 36 PC ORSENIGO 19 PC 4 PSC PARE' 32 NP PEGLIO 1 NP PELLIO INTELVI 5 PSC PIANELLO 1 PC 5 NP 3 NP POGNANA 10 NP 5 NP 14 PC PSC = piazzola sovracomunale 2 PSC PC = piazzola comunale 15 NP NP = non prevista 15 NP

23 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO

COMUNE BACINO PREV. PIANO RAMPONIO VERNA 5 NP 13 NP 33 PC 33 PC 28 PSC 28 PC S. FERMO 31 PC S. MARIA REZZONICO 3 PC 4 NP S. BARTOLOMEO 2 NP S. FEDELE INTELVI 5 PC S. NAZZARO 2 NP S. ABBONDIO 3 NP 7 PC 25 NP 34 PC 1 PC 13 NP 1 NP 24 PSC TORNO 9 PC 3 PC 1 NP 39 PSC UGGIATE TREVANO 33 PSC 2 NP 13 PC 33 PC VALSOLDA 2 NP 11 PC 38 PC 1 PC VERTEMATE 27 PC PSC = piazzola sovracomunale VILLAGUARDIA 30 PSC PC = piazzola comunale 11 PC NP = non prevista

24 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO

BACINIZZAZIONE TERRITORIALE VIGENTE (ex Lr. 21/93):

25 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO

Tabella: Piazzole e piazzole sovracomunali autorizzate (aggiornamento dicembre 2005)

PREV. COMUNE BACINO PIAZZOLA ATTIVA PIANO ALBIOLO PC 33 SI ALZATE BRIANZA PSC 19 SI ANZANO DEL PARCO PC 19 SI APPIANO GENTILE PC 36 SI ASSO PSC 13 NO BELLAGIO PC 12 SI BINAGO PSC 34 SI BREGNANO PSC 27 SI CADORAGO PC 29 SI CAGNO PC 33 SI CANTU’ PSC 23 SI CAPIAGO INTIMIANO PC 23 SI CARIMATE PC 22 SI CERMENATE PC 27 SI CIRIMIDO PC 38 NO COMO PSC 8 SI CUCCIAGO PSC 25 SI DONGO PSC 1 SI ERBA PC 16 SI FALOPPIO PC 32 SI FENEGRO’ PSC 38 NO FIGINO SERENZA PC 22 SI FINO MORNASCO PC 26 SI GIRONICO PSC 32 SI GRANDATE PC 30 SI GUANZATE PSC 37 SI INVERIGO PSC 20 SI LANZO D’INTELVI (C.M. LARIO INTELVESE) PC 5 SI LEZZENO PC 12 NO LIMIDO COMASCO PC 39 SI LOCATE VARESINO PC 40 SI LOMAZZO PSC 29 SI LURATE C. PSC 36 SI MARIANO COMENSE PSC 21 SI MASLIANICO PSC 7 SI MERONE PSC 18 SI MONTANO LUCINO PSC 31 SI MOZZATE PSC 40 SI NOVEDRATE PSC 22 SI OLGIATE COMASCO PC 35 SI OLTRONA SAN MAMETTE PC 36 NO ORSENIGO PC 19 SI OSSUCCIO PSC 4 SI PORLEZZA (C.M. ALPI LEPONTINE) PSC 2 SI RONAGO PC 33 SI ROVELLASCA PSC 28 SI ROVELLO PORRO PC 28 SI S. FERMO PC 31 NO S. FEDELE INTELVI PC 5 SI SOLBIATE PC 34 SI TAVERNERIO PSC 24 SI VALBRONA PC 13 NO VALMOREA PC 33 SI VELESO PC 11 SI VENIANO PC 38 SI VERTEMATE PC 27 SI VILLAGUARDIA PSC 30 SI

PSC = piazzola sovracomunale PC = piazzola comunale

26 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO

CARTA STATO DI ATTUAZIONE DELLA BACINIZZAZIONE TERRITORIALE VIGENTE (ex Lr 21/93 - PIAZZOLE AUTORIZZATE 31/12/2003)

27 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO

Ad oggi sono stati ridefiniti i concetti tecnici stabiliti dalla L.r. 21/93 (abrogata) in conseguenza dell’emanazione della L.R. 26/03. La nuova programmazione, introduce la seguente classificazione delle strutture preposte alla Raccolta Differenziata, distinguendole in: − Piattaforme per la raccolta differenziata; − Centro di raccolta. Le caratteristiche di tali strutture sono descritte nel Programma Regionale di Gestione dei Rifiuti (DGR 8/220 del 27/06/2005) e nella nota della Regione Lombardia prot. Q1.2005.0015634 del 01/06/2005 e possono così essere riassunte: Piattaforme per la raccolta differenziata

à infrastrutture per la raccolta differenziata, individuate all’art. 16, comma 1, lettera b), punto 1), della l.r. 26/03 da assoggettarsi a specifica autorizzazione ex artt. 27 e 28 del d.lgs. 22/97, ora D.Lgs. 152/06, in cui vengono operati trattamenti, ancorchè minimali di selezione, sui rifiuti stessi prima del successivo smaltimento e/o recupero, ivi comprese le stazioni di trasferimento;

à l’autorizzazione all’esercizio ex art. 28 del d.lgs. 22/97 (ora D.Lgs. 152/06) che ha validità pari a 5 anni;

à sono impianti assoggettati alla V.I.A. o alla verifica di assoggettabilità alla V.I.A. laddove per le operazioni svolte e per tipologia di rifiuti ne ricorrano i presupposti;

à il conferimento dei rifiuti avviene da parte di residenti ed aziende presenti sul territorio del bacino servito comunale o sovracomunale per le frazioni assimilate agli urbani;

à i trattamenti dei rifiuti possono consistere in: compattazione, cernita intesa come differenziazione nel conferimento del materiale, triturazione, separazione di parti del rifiuto;

à possono essere conferite frazioni non pericolose e pericolose (R.U.P.);

à la titolarità dell’impianto è del Comune e/o società di capitale pubblico (ex speciali);

à la gestione è diretta od appaltata ad aziende iscritte all’albo smaltitori per la categoria corrispondente;

à deve essere tenuto il registro di carico e scarico rifiuti per ogni frazione;

à i rifiuti in uscita dovranno essere accompagnati dal formulario di identificazione;

à il conferimento dei rifiuti deve avvenire con formulario (anche con CER multimateriali) per quantitativi superiori ai 30 kg. Centro raccolta

à impianto non soggetto ad autorizzazione e con attività regolamentata con atti comunali;

28 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO

à possono essere realizzati con le forme di associazione tra Comuni previste dalle norme vigenti;

à il conferimento dei rifiuti avviene da parte di privati cittadini residenti nel Comune e negli eventuali Comuni consorziati ed anche aziende per frazioni assimilate agli urbani fino a raggiungimento del limite indicato nel regolamento comunale;

à sono conferibili tutte le frazioni di rifiuti da raccolta differenziata da avviare al recupero o allo smaltimento;

à non può essere effettuato alcun trattamento del rifiuto, ancorché minimale di selezione, ma solo stoccaggio in idonei contenitori e cassoni;

à possono essere conferite frazioni non pericolose e pericolose (R.U.P.);

à la titolarità dell’impianto è del Comune e non di aziende terze;

à la gestione può essere appaltata o affidata a personale comunale o associazioni (valgono le stesse regole previste per la raccolta sul territorio delle frazioni);

à il limite temporale di deposito dei rifiuti è determinato dal regolamento comunale e comunque non può essere superiore ai 6 mesi;

à i rifiuti in uscita dovranno essere accompagnati dal formulario di identificazione nei casi previsti. Conseguentemente le strutture esistenti devono essere ricondotti ad una delle tipologie sopra evidenziate e, qualora ne ricorra il caso, sottoposti ad autorizzazione. In tal senso si precisa che il rilascio dell’autorizzazione alla realizzazione ed all’esercizio delle piattaforme di raccolta differenziata è subordinato alla presentazione di fideiussione con le modalità previste dalla d.g.r. 19 novembre 2004, n. 19461.

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2b2) Assetto impiantistico attuale e collaborazione interprovinciale

Assetto impiantistico attuale L’attuale rete impiantistica su cui è fondata la gestione del rifiuto urbano della Provincia di Como poggia sui seguenti capisaldi: destinazioni RSU indifferenziato 1. impianto di termodistruzione di Como “La Guzza” di titolarità A.C.S.M. SpA; 2. discariche controllate di Gorla Maggiore (VA) di titolarità del Comune di Gorla Maggiore e Mozzate (CO) di titolarità del Comune di Mozzate. principali destinazioni raccolte differenziate 1. piattaforma di raccolta e selezione “La Guzza” di titolarità ECONORD SpA 2. piazzole di compostaggio della frazione verde di Anzano del Parco (GARDEN AZIENDA AGRICOLA Snc), Cirimido (VERDEAMBIENTE Srl), Villaguardia (CONSORZIO COMENSE INERTI SpA) 3. Impianto di Compostaggio FORSU di titolarità ECONORD SpA (Comune di Guanzate). Gli impianti a servizio della raccolta differenziata sopra citati costituiscono i principali recapiti presenti in Provincia; in realtà i flussi delle raccolte separate, per il loro consistente numero ed eterogeneità, confluiscono in una molteplicità di destinazioni, rappresentate per lo più da impianti di raccolta e recupero gestiti da privati in base ad autorizzazioni regionali o provinciali o sulla scorta di comunicazioni ex art. 33 del D.Lgs. 22/97 ora D.Lgs. 152/06; molti di questi hanno sede fuori dall’ambito territoriale della Provincia di Como. Di seguito si analizza in dettaglio la situazione degli impianti principali. Impianto di termodistruzione di Como La città di Como dal 1968 si è dotata di un forno d'incenerimento per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani localizzato in località “La Guzza” di Albate, all’interno del territorio comunale di Como ed al confine con il Comune di Casnate con Bernate. L'impianto è dotato di due linee per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e dei rifiuti ospedalieri trattati, mediante incenerimento a terra. La prima linea è entrata in funzione nel 1969 e successivamente è stata trasformata ed adeguata più volte, per rispondere sempre meglio alle disposizioni autorizzative e legislative, rivolte a contenere e controllare le emissioni liquide e gassose, entro limiti sempre più ristretti, per la difesa dell'ambiente. In seguito all’entrata in vigore di nuove normative riguardanti la gestione dei rifiuti e la tutela dall’inquinamento atmosferico, il termoutilizzatore ha subito consistenti

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aggiornamenti tecnologici allo scopo di rendere l’impianto stesso conforme ai dettati normativi. La 1° linea, in origine realizzata con una potenzialità in termini quantitativi di circa 100 ton/giorno di rifiuto urbano con un P.C.I. di 2.000 Kcal/kg, è stata di recente oggetto di un sostanziale rifacimento, mentre la 2° linea, autorizzata nel 1988 con una potenzialità indicativa di circa 150 ton/giorno di rifiuti urbani con P.C.I. di 2.500 Kcal/kg, entrata in servizio solo nel 1997, da allora è rimasta sostanzialmente immutata. Attualmente le due linee sono complessivamente in grado di termovalorizzare un quantitativo di 322 ton/giorno di rifiuti con una capacità termica di 39,01 MW (304.278 MWh/anno – P.C.I. medio 2.500 Kcal/kg). Si ricorda che gli impianti di termodistruzione lombardi, Como non fa eccezione, accolgono alcune tipologie di rifiuti la cui corretta eliminazione richiede necessariamente un trattamento termico quali: rifiuti ospedalieri, rifiuti cimiteriali, farmaci di scarto, stupefacenti, rifiuti da laboratori biologici. Oggi, con l’impianto a regime, sul termodistruttore di Como convergono i flussi di rifiuto prodotti, oltre che dal Comune di Como, anche dai Comuni delle zone montane e lacuali della Provincia oltre che in buona parte della fascia pedemontana dell’Erbese/Canturino. Le eccedenze di rifiuti derivanti dalle fermate ordinarie e straordinarie delle due linee vengono attualmente smaltite presso la discarica controllata di Gorla Maggiore, mentre le scorie e le polveri derivanti dalla depurazione dei fumi trovano recapito in impianti di trattamento ubicati al di fuori dell’ambito comasco. L’impianto consente un recupero energetico del calore prodotto dalla combustione dei rifiuti; da diversi anni è infatti attivo un sistema di distribuzione di acqua calda la cui fruizione è possibile ad una serie di edifici della zona di Camerlata, tra i quali la struttura ospedaliera “S. Anna”, mentre di recente è entrata in funzione una turbina che, grazie al vapore derivante dal termodistruttore, è in grado di produrre energia elettrica. La titolarità dell’impianto è posta in capo all’Azienda Comasca Servizi Municipali S.p.A. di Como, che ne cura direttamente anche la gestione. Dal 1999 l'energia termica derivante dalla combustione dei rifiuti viene utilizzata per surriscaldare l'acqua in una caldaia a circolazione naturale dove viene prodotto il vapore surriscaldato che aziona la turbina e un sistema di teleriscaldamento. La turbina aziona un alternatore che produce energia elettrica. Nel 2004 sono iniziati i lavori di installazione di un nuovo sistema di trattamento dei fumi, che va ad integrare e completare l'esistente. Il nuovo impianto è costituito da un reattore, un filtro a maniche e una sezione di denitrificazione catalitica, che vanno a collocarsi fra l'elettrofiltro e la torre di lavaggio esistenti. Questi interventi riguardano entrambe le linee di processo.

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Dal 2005, l'impianto è dotato di un nuovo sistema di monitoraggio delle emissioni (Sme) di ultima generazione con tecnologia Ftir, costituito dal sistema di analisi principale, relativo al camino, per ottemperare al controllo in continuo delle emissioni in atmosfera. Inoltre è presente un sistema di analisi alternativo identico, normalmente in funzione per il controllo a valle del processo di depurazione fumi della linea 1, da utilizzare con funzione di back-up in caso di fuori servizio del sistema a camino. Il sistema di monitoraggio dell'impianto di ACSM è gestito secondo i criteri delle norme Iso 9000/14000. I rifiuti arrivano all'impianto con gli automezzi incaricati della raccolta quindi, dopo esser stati pesati e registrati, vengono scaricati nelle fosse di accumulo poste all'ingresso dell'impianto. Per tramite di carroponte muniti di benna a polipo, il rifiuto viene movimentato, omogeneizzato e successivamente caricato nelle tramogge di alimentazione dei forni. Le griglie della suola di combustione, con il loro lento movimento alternativo, fanno avanzare il letto del rifiuto in combustione per il completamento del processo. L'aria soffiata sotto la griglia con grossi ventilatori produce una vivace combustione del rifiuto con fiamma di notevole altezza. La temperatura in camera di combustione si auto mantiene a circa 1000-1100° C. Dalla combustione dei rifiuti residuano le scorie (materiali non combustibili) che sono raccolte alla fine della griglia in una fossa per essere poi inviate alla discarica , il cui volume rappresenta meno del 5% del volume dei rifiuti conferiti. I fumi prodotti dalla combustione dei rifiuti e scaricati tramite il camino (60 metri di altezza, due metri di diametro) sono trattati secondo un ciclo complesso costituito da:

à camera di post combustione;

à raffreddamento con caldaia per recupero di calore;

à abbattimento delle polveri con elettrofiltro;

à lavaggio finale dei fiumi in una torre con rivestimento antiacido.

La qualità dei fiumi è controllata con analizzatore in continuo al camino e mediante analisi periodiche effettuate da laboratori convenzionati, oltre che dagli enti di controllo preposti. Le polveri provenienti dalla filtrazione elettrostatica dei fiumi vengono inviate al trattamento di inertizzazione , mentre le acque di lavaggio, estratte dalla torre, vengono depurate nell'impianto proprio dell'inceneritore. Le acque provenienti dal circuito di depurazione dei fumi, spegnimento scorie e lavaggi vari, sono trattate nell'impianto di depurazione del tipo chimico-fisico. Dopo la prima separazione dei fanghi nel decantatore, le acque passano sui letti di filtrazione con silice e successivamente filtrate su altri letti di resine. I fanghi provenienti dal trattamento vengono pressati per essere disidratati e quindi inviati in discarica dopo aver subito il trattamento di iertizzazione mentre, le acque depurate vengono immesse nella rete fognaria cittadina.

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L'energia termica (33 MWt.) prodotta dalla combustione dei rifiuti viene recuperata attraverso lo scambio in una caldaia che produce vapore alla temperatura di 400° C e pressione di 40 bar. Il vapore viene inviato ad un turbogruppo, formato da una turbina e da un alternatore, in grado di ricavare 6 MWe di energia elettrica. Parte del vapore viene spillato alla pressione di circa 5 bar per usi interni all'impianto e per essere ceduto alla stazione di teleriscaldamento. L'impianto funziona completamente in automatico, con gestione della sala di controllo centralizzata. Per l'esercizio dell'attività sono presenti sull'impianto tre persone per turno che garantiscono il funzionamento 24 ore su ventiquattro.

Discarica controllata di Gorla Maggiore e Mozzate Si tratta di un impianto realizzato in una ex cava di ghiaia e sabbia la cui localizzazione risulta a cavallo del confine amministrativo tra le Province di Varese (Comune di Gorla Maggiore) e Como (Comune di Mozzate). La peculiare situazione territoriale sta alla base dei rapporti di collaborazione tra le due Province nella gestione della discarica che, seppur ricadente per la maggior parte in ambito territoriale varesino dal punto di vista amministrativo, è sempre stata utilizzata dalla Provincia di Como come un proprio impianto di piano. Più in dettaglio si può grossolanamente individuare una linea di demarcazione Nord-Sud che delimita la fascia mozzatese della depressione di cava (circa un terzo della superficie totale), collocata ad Est, distinta dalla restante porzione di Gorla Maggiore ad Ovest (circa due terzi della superficie totale). La gestione dell’impianto, articolata in diversi lotti, ha avuto inizio nel 1991 con l’avvio delle operazioni di scarico in un primo settore di cava in Comune di Mozzate, nell’ambito delle autorizzazioni regionali ex L.R. 42/89. Successivamente, in continuità fisica con la porzione di discarica mozzatese, il Comune di Gorla Maggiore ha realizzato e gestito per il tramite della concessionaria ECONORD SpA di Varese una serie di lotti successivi (numerati progressivamente dal primo al quinto, quest’ultimo suddiviso in due sottoparti “A” e “B”). Alla data attuale risulta in esercizio il lotto “5B” per parte varesina e il cosiddetto “6° lotto” in ambito mozzatese. Il riempimento finale avverrà di conseguenza con l’esaurirsi del citato “6° lotto”, coincidente con la discarica residuale prevista dal vigente Piano della Provincia di Como; la discarica residuale di Como non si configura pertanto come nuovo impianto, quanto piuttosto come lotto di chiusura dell’unica depressione di cava esistente. Ad oggi la discarica di Gorla Maggiore ha accolto oltre sei milioni di metri cubi di rifiuti urbani, ingombranti ed assimilabili provenienti essenzialmente dalle Province di Varese (conferimenti giornalieri di circa 500-600 tonnellate) e di Como (media giornaliera di circa 200-250 tonnellate). Nell’area di pesata e ricezione dei rifiuti è presente un impianto di triturazione dei rifiuti in ingresso, nell’ambito del quale vengono attivati trattamenti enzimatici finalizzati alla riduzione delle emissioni olfattive.

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Il biogas captato viene inoltre inviato ad una batteria di quattro motori a combustione interna il cui moto consente la produzione di energia elettrica che viene successivamente ceduta in rete. Per quanto attiene la Provincia di Como, i Comuni utenti della discarica sono ovviamente rappresentati da quelli non ordinariamente serviti dal termodistruttore di Como, localizzati lungo la porzione meridionale ed occidentale del territorio lariano.

Piattaforma “La Guzza” in comune di Como Il Piano vigente prevedeva, nell’area di Como, la realizzazione di una struttura di importanza provinciale destinata a svolgere il ruolo di punto di convergenza di flussi di raccolte differenziate, allo scopo di centralizzarne la selezione, il trattamento e l’imballaggio preventivo all’invio dei materiali ai centri di recupero finali. Nel 1995, contemporaneamente alla fase istruttoria regionale del Piano di Como, la ditta IGM SpA ottiene un’autorizzazione per la realizzazione di una struttura in Comune di Como, località “La Guzza” (al confine con l’esistente termodistruttore), coincidente dal punto di vista tecnico con la previsione della programmazione comasca. Attualmente l’impianto, a seguito di intervenute cessioni e accordi aziendali, è diventato di proprietà ECONORD SpA di Varese, la quale cura direttamente la gestione del centro. Dal punto di vista tecnologico il capannone esistente contiene una serie di settori ed attrezzature destinate alla selezione delle raccolte multimateriale (cosiddetto “sacco viola”), alla pressatura ed imballaggio delle partite omogenee di carta, plastica e metallo, alla selezione e triturazione di rifiuti ingombranti ed assimilabili, nonché al trasferimento ed alla selezione di flussi di rifiuti urbani destinati alla termodistruzione. Nell’impianto transitano annualmente diverse decine di migliaia di tonnellate di materiali provenienti dalle raccolte differenziate del secco, condizione che pone la struttura in posizione di rilievo nell’ambito dello schema gestionale attualmente in atto nella Provincia di Como. Trattandosi di impianto di titolarità privata, lo stesso non può considerarsi come impianto di piano; tuttavia l’entità dei flussi ed il convenzionamento esistente tra Provincia ed ECONORD per la gestione e tariffazione dei flussi di rifiuto ingombrante fanno sì che, nei fatti, la struttura svolga un ruolo strategico nel panorama programmatorio comasco. La stessa ubicazione della struttura, a ridosso del termodistruttore A.C.S.M., ha posto le basi per una verifica di eventuali sinergie tra i due impianti, formalizzata attraverso la predisposizione di un protocollo esistente e siglato dalla Provincia di Como in data 27 novembre 2001 con A.C.S.M SpA ed ECONORD SpA. Da inizio 2005, presso l’impianto sono state approvate varianti tecnico gestionali che alle operazioni di trattamento effettuate sulle frazioni differenziate affiancano una linea di pre/trattamento di rifiuti e messa in riserva di rifiuti urbani non pericolosi finalizzata alla produzione di CDR. L’impianto per la produzione di CDR ubicato in struttura confinata è costituito da trituratori primario e secondario, vaglio rotante, separatore balistico, pressa,

34 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO separatore magnetico, separatore a correnti indotte, nastri trasportatori e bricchettatrice. Piazzole di compostaggio della frazione verde La possibilità, offerta dal piano vigente, di consentire nell’ambito della programmazione di avvalersi della collaborazione di privati operanti nel settore del florovivaismo in genere per la gestione dei flussi di rifiuti vegetali, ha creato le condizioni per lo sviluppo di una rete di piazzole di compostaggio la cui esperienza è di riferimento per l’intero territorio lombardo. La Provincia di Como infatti è caratterizzata dalla diffusa presenza di attività legate alla floricoltura, che rappresentano gli utenti finali del compost di qualità prodotto dalla gestione delle piazzole. Attualmente le maggiori strutture esistenti sono quelle poste in Comune di Anzano del Parco, di titolarità GARDEN AZIENDA AGRICOLA Snc, in Comune di Cirimido, gestita dalla ditta VERDEAMBIENTE Srl, ed in Comune di Villaguardia, di proprietà del CONSORZIO COMENSE INERTI SpA. Si tratta di impianti che ricevono e trattano diverse decine di migliaia di metri cubi all’anno di rifiuti vegetali provenienti dalla manutenzione dei giardini, conferiti dai servizi comunali di raccolta o direttamente dagli operatori del settore. Il ciclo di compostaggio viene condotto sulla base di quanto disposto in sede tecnica dalla Regione Lombardia, mediante triturazione dei materiali ricevuti e maturazione degli stessi in andane poste su platea impermeabilizzata all’aperto; la maturazione, che dura in media 90 giorni, è intervallata da rivoltamenti periodici del compost, allo scopo di garantire la corretta areazione della massa in maturazione e scongiurando così l’innesco di fenomeni putrefattivi. La fase finale consiste nella vagliatura del compost maturo ai fini della sua commercializzazione ed impiego; in alcuni casi vengono effettuate anche operazioni di preventiva terricciatura e confezionamento del prodotto. Collaborazioni interprovinciali Le esigenze legate alla razionalizzazione dei flussi di RSU e delle differenziate determinano in alcuni casi la necessità di stringere specifici accordi tra Province limitrofe, finalizzati ad una miglior utilizzazione di strutture di smaltimento o recupero poste sul territorio di una di esse. Si è già detto della ormai consolidata collaborazione tra le Province di Como e Varese nell’ambito della gestione e dei monitoraggi ambientali della discarica di Gorla Maggiore, innescata dalla peculiare localizzazione dell’impianto posto a cavallo del confine amministrativo delle due Province. La formalizzazione dei rapporti è avvenuta con la sottoscrizione, in data 27 aprile 1993, di un protocollo d’intesa tra le due Province ed i Comuni di Mozzate e Gorla Maggiore. Un’altra possibile fonte di sinergie è stata intravista nella collaborazione con la limitrofa Provincia di Lecco. L’esperienza generale maturata nel corso degli anni evidenzia infatti sempre di più la necessità, per conseguire una maggior razionalità nella programmazione della gestione dei rifiuti urbani e delle raccolte differenziate, di

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ampliare gli ambiti di collaborazione oltre i confini provinciali, verificando con i territori contigui omogenei la possibilità di sinergie nell’utilizzo dei vari impianti ad oggi esistenti e non escludendo la possibilità di attivare collaborazioni anche per gli impianti ancora da realizzare. Le Province di Como e Lecco svolgono attivamente da tempo il proprio ruolo organizzativo attraverso le linee di programmazione contenute nei propri piani approvati ai sensi della Legge Regionale 1 luglio 1993 n. 21 (ora abrogata) ed a tal fine hanno progettato sul proprio territorio una rete impiantistica, già parzialmente attuata, atta a garantire l’ordinato conferimento dei flussi di rifiuto. Le medesime Province di Como e Lecco, a seguito della valutazione congiunta della problematica, hanno concordato pienamente sulla necessità di valutare e porre in atto una concreta collaborazione interprovinciale a partire dalle diverse opportunità impiantistiche presenti nei rispettivi territori di competenza. Tale collaborazione è sfociata nella sottoscrizione di uno specifico Accordo di Programma, sottoscritto dai rispettivi Presidenti in data 20 agosto 2001 e scaduto in data 31 dicembre 2002, che ha positivamente consentito di evitare conferimenti aggiuntivi di flussi di rifiuto presso la discarica controllata di Gorla Maggiore, avviando invece gli stessi al recupero energetico presso il termodistruttore di Valmadrera. La validità della collaborazione è stata ormai collaudata e pertanto l’Accordo è stato rinnovato in data 15 aprile 2003 con scadenza 31 dicembre 2005.

2c) Iniziative di supporto pregresse (Osservatorio Provinciale)

L’Osservatorio Provinciale dei Rifiuti della Provincia di Como (OPR) è stato istituito dal Piano provinciale di organizzazione dei servizi di smaltimento dei rifiuti urbani ed assimilabili, inizialmente come struttura deputata dalla Provincia per la raccolta, l’archiviazione e la trasmissione all’Osservatorio Regionale (ORR) dei dati inerenti ai servizi di raccolta, smaltimento e recupero delle varie frazioni di rifiuti (monitoraggio). L’Osservatorio Provinciale sui Rifiuti, sorto come struttura di Piano inizialmente finalizzata al recepimento dei disposti della legge regionale come struttura deputata alla raccolta e trasmissione dei dati all’Osservatorio Regionale, è entrato a far parte della rete regionale di riferimento degli Osservatori della Lombardia. Con l’istituzione a livello nazionale (art. 10 L. 93/2001) degli Osservatori Provinciali sui Rifiuti intesi come sedi per il supporto alle funzioni di monitoraggio, di programmazione e di controllo dell’Osservatorio Nazionale, l’Osservatorio dei rifiuti della Provincia di Como rientra anche nella rete nazionale degli Osservatori e trasmette annualmente all’Osservatorio Nazionale sui Rifiuti (art. 26 D.lgs. 22/97 ora D.Lgs. 152/06) i dati raccolti estrapolati in base allo schema tabellare richiesto dall’Osservatorio Nazionale stesso (ONR). Tramite l’evoluzione del sistema di monitoraggio, già descritto al punto 2a, l’Osservatorio ha costruito anno per anno la banca dati dei Comuni della Provincia di Como rappresentativa dei flussi dei rifiuti urbani e delle connesse attività di gestione (raccolta, trasporto, recupero o smaltimento) integrata con le banche dati delle altre Province lombarde.

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L’Osservatorio Provinciale sui Rifiuti, che per effetto della normativa nazionale riveste competenza anche sulla gestione dei dati inerenti i rifiuti speciali, provvede anche al recepimento o alla formazione di altre banche dati dedicate ad altri aspetti della gestione dei rifiuti come: − banca dati delle ditte autorizzate alle operazioni di gestione dei rifiuti ai sensi degli artt. 27 e 28 del D.lgs. 22/97 ora D.Lgs. 152/06. − banca dati relativa al registro provinciale delle ditte che effettuano operazioni di recupero ai sensi degli artt. 31 e 33 del D.lgs. 22/97 ora D.Lgs. 152/06 e del D.M. 5/2/98; − banca dati relativa alle dichiarazioni annuali (MUD) effettuate ai sensi dell’art. 11 del D.lgs. 22/97 ora D.Lgs. 152/06 secondo quanto previsto nella L. 70/94 e nei DPCM attuativi; − banca dati delle ditte che effettuano operazioni di trasporto e gestione dei rifiuti; Oltre all’attività di archiviazione, elaborazione e trasmissione dei dati all’Osservatorio Regionale e Nazionale, l’Osservatorio Provinciale ha provveduto, a partire dall’entrata in vigore del Piano Provinciale, alla pubblicazione annuale dei dati e dei risultati conseguiti nella gestione dei rifiuti urbani e delle raccolte differenziate. I bollettini annuali dell’Osservatorio sono stati trasmessi agli Enti locali, alle Comunità Montane, agli Operatori del settore, alle Associazioni Ambientaliste o di Categoria, agli Istituti di Istruzione primaria e secondaria, alle Biblioteche, agli Organi d’informazione locali, agli Osservatori sui Rifiuti della Lombardia e all’Osservatorio Nazionale. Dall’anno 2000 ad oggi, per facilitare ulteriormente la diffusione delle informazioni, l’Osservatorio Provinciale sui Rifiuti offre alcune pagine e servizi all’interno del sito internet della provincia di Como, come ad esempio: − la possibilità di scaricare in formato PDF copia del piano rifiuti in vigore e delle più recenti pubblicazioni dell’Osservatorio; − la visualizzazione della reportistica provinciale sulla gestione dei rifiuti urbani; − la visualizzazione delle elaborazioni di dettaglio inerenti ciascun Comune tramite scelta del Comune e dell’anno di interesse; − la consultazione del Registro Provinciale delle ditte che effettuano operazioni di recupero ai sensi degli artt. 31 e 33 del D.lgs. 22/97 ora D.Lgs. 152/06 e del D.M. 5/2/98 tramite selezione della ditta o della tipologia di recupero o del codice rifiuto; − l’inserimento dei dati con password riservata ai rispettivi Comuni; − la pubblicazione dei documenti relativi alla valutazione ambientale strategica; − costituzione di un’area riservata per le fasi della partecipazione/consultazione ai soggetti aventi diritto. Oltre alle azioni informative e di monitoraggio l’Osservatorio dei Rifiuti ha svolto azioni di: − incentivazione della riduzione della produzione di rifiuti;

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− incentivazione della raccolta differenziata; − sensibilizzazione ed educazione ambientale; − formazione e ricerca.

2c1) Incentivazione della riduzione In particolare, ai fini della riduzione alla fonte della produzione di rifiuti, l’Osservatorio ha promosso campagne di sostegno ai Comuni nell’acquisto e nella distribuzione di compostiere per la diffusione del compostaggio domestico, impegnando in tal senso somme cospicue.

2c2) Incentivazione della raccolta differenziata Per incentivare la raccolta differenziata l’Osservatorio ha promosso: − campagne a sostegno del conferimento differenziato in luoghi di media aggregazione come i campeggi, le scuole e presso gli stessi uffici provinciali; − la raccolta del verde tramite l’assegnazione di appositi cassoni scarrabili a Comuni e Comunità Montane; − l’assegnazione di contributi a Comuni e Comunità Montane, finalizzati alla realizzazione di campagne di sensibilizzazione o ad acquisti di contenitori per la raccolta differenziata; − l’assegnazione di contributi finalizzati alla costruzione delle aree attrezzate.

2c3) Sensibilizzazione ed educazione ambientale Per quanto riguarda l’educazione ambientale l’Osservatorio ha curato manifestazioni giornaliere, ha presenziato a manifestazioni fieristiche, ha predisposto iniziative mirate per le Scuole, ha predisposto e diffuso materiali didattici (libri e Cd) in materia di rifiuti e raccolta differenziata curando nello specifico la realizzazione di un volume dedicato a tutti i ragazzi delle scuole elementari.

2c4) Ricerca L’Osservatorio ha curato anche attività di ricerca ospitando studenti per periodi di stage, alcuni dei quali finalizzati al conseguimento di lauree con tesi in attinenti la gestione dei rifiuti. In particolare presso l’Osservatorio Provinciale sui Rifiuti è stata svolta una tesi di laurea dal titolo “Valutazione degli aspetti energetici ed economici dello smaltimento di R.S.U.”, ripresa su pubblicazioni del settore e premiata a livello nazionale, che introduce un metodo innovativo per l’elaborazione di un indice sperimentale per la valutazione della gestione dei rifiuti solidi urbani in ambito comunale e provinciale. A tale indice si perviene mediante l’elaborazione di un algoritmo basato su una serie di indicatori di merito pesati fra loro. La ricerca svolta a sostegno di questa tesi ha mostrato come sia possibile definire con i dati attuali un sistema di valutazione che tenga conto dei fattori più significativi che entrano in gioco in luogo del sistema attuale che premia il solo indice di raccolta differenziata producendo una valutazione parziale ed in alcuni casi perfino erronea. Al fine di fornire adeguati ed aggiornati strumenti ai tecnici ed agli amministratori degli Enti locali e adeguato supporto alla diffusione della pratica del compostaggio

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domestico l’Osservatorio ha organizzato un corso annuale sul sistema di gestione dei rifiuti solidi urbani ed un corso per la formazione di tecnici addetti alla divulgazione del compostaggio domestico. 3) DEFINIZIONE AMBITI E SUB-AMBITI

Il territorio amministrato dalla Provincia di Como si estende su una superficie di 1.272 Kmq. ed è differenziato da due morfologie territoriali ben contraddistinte: le zone montane (alpine e prealpine) e le zone pianeggianti. Il lago, i versanti digradanti, i monti, le valli sono gli elementi che caratterizzano la morfologia delle zone montane. In questi ambiti territoriali la presenza di spazi naturali è prevalente rispetto a quella di spazi antropizzati. I prati, i campi, le basse colline verso la pianura lombarda sono gli elementi naturali che caratterizzano i territori pianeggianti dove il paesaggio è contraddistinto da un elevatissimo livello di antropizzazione. La fasce montane alpine e prealpine coprono la maggior parte della superficie provinciale ed hanno una densità di popolazione ed un livello di urbanizzazione molto inferiori a quelli della fascia pianeggiante. Anche i centri urbani hanno caratteristiche e dimensioni molto differenti. Quelli della fascia montana pur essendo interessati da flussi turistici hanno un numero limitato di abitanti ed in alcuni casi limitatissimo (meno di 200), presentano una tipologia insediativa essenzialmente residenziale, ed anche quando sono vicini fra loro, sono contraddistinti da evidenti caratteristiche di enucleazione. I centri urbani della fascia pianeggiante hanno un taglio demografico di ordine superiore; in tale contesto sono ubicati anche i cinque centri più popolosi della Provincia (Como, Cantù, Mariano Comense, Erba, Olgiate Comasco). Sono presenti varie destinazioni d’uso (residenza, industria, terziario, servizi) ed esiste un collegamento basato su una sviluppata rete di infrastrutture viabilistiche. In questa zona i centri urbani si sono estesi fino al punto di costituire uno spazio urbanizzato unico ed ininterrotto formando quella che si potrebbe definire una “città diffusa”. Circa un sesto della popolazione provinciale risiede nelle zone montane alpine e prealpine ed i restanti 5/6 nelle zone pianeggianti. L’art. 23 del d.lgs. 22/97 ora D.Lgs. 152/06 ha introdotto il concetto di ambito territoriale ottimale per la gestione dei rifiuti urbani, individuando come tale, salvo diverso indirizzo regionale, la Provincia. Nel merito, la legislazione e gli orientamenti regionali vigenti confermano tale indicazione che viene così assunta. Il territorio pur risentendo delle differenze descritte, presenta sotto il profilo della gestione dei servizi di raccolta dei rifiuti urbani comportamenti omogenei, quali: − la diffusione in quasi tutta la provincia della gestione dei servizi tramite appalto ad imprese private del settore; − l’utilizzo dello stesso termoutilizzatore (e/o discarica) come destinazione finale dell’indifferenziato raccolto a domicilio (impianti già presenti sul territorio provinciale secondo quanto descritto nel precedente paragrafo 2b2); − il riferimento, in molti casi, alle stesse destinazioni finali dedicate al recupero di materia, in alcuni casi tramite impianti intermedi ubicati sul territorio provinciale utilizzati per la messa in riserva.

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Questa situazione di omogeneità legata agli aspetti gestionali e di destinazione impiantistica conferma di fatto la sussistenza di un ambito territoriale coincidente con il perimetro provinciale. Peraltro la particolare collocazione del territorio settentrionale provinciale, stretto tra la Confederazione Elvetica da una parte e dal Lario dall’altra, comporta che i flussi di rifiuti tendano a rimanere all’interno dello stesso perimetro provinciale. La presenza delle differenze territoriali descritte condiziona però le modalità di gestione dei rifiuti (conferimento, raccolta, trasporto) permettendo di tracciare all’interno dell’ambito principale due zone distinte alle quali riferire indicazioni specifiche sia sotto il profilo del calcolo del fabbisogno di smaltimento e/o recupero (per ciascuna frazione omogenea di rifiuti), sia sotto il profilo della modalità di esecuzione dei servizi di conferimento. Le zone appartenenti ai due sub-ambiti sono state individuate sulla base delle caratteristiche riportate nella seguente tabella, tenendo in considerazione i confini a livello comunale e valutando le caratteristiche di omogeneità socio-territoriale.

SUB AMBITO (A) SUB AMBITO (B) Morfologia territoriale montana (alpina e prealpina) pianeggiante e/o collinare Grado di antropizzazione basso elevato Densità di popolazione bassa elevata Percentuale di urbanizzazione basso elevato Infrastutture viabilistiche limitate diffuse

Nella tabella successiva si riporta l’elenco dei Comuni appartenenti ai rispettivi sub- ambiti, evidenziati anche nella carta tematica riportata nella pagina successiva, dove vengono contraddistinte le aree appartenenti a ciascun sub ambito (sub ambito A colorazione bianca, sub ambito B colorazione grigia).

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Sub-ambito Comune Sub-ambito Comune Sub-ambito Comune A ARGEGNO A PEGLIO B CARUGO A ASSO A PELLIO INTELVI B CASNATE CON BERNATE A BARNI A B CASSINA RIZZARDI A BELLAGIO A PIGRA B CASTELNUOVO BOZZENTE A BENE LARIO A PLESIO B CAVALLASCA A BLESSAGNO A B CERMENATE A BLEVIO A PONNA B CERNOBBIO A BRIENNO A PONTE LAMBRO B CIRIMIDO A BRUNATE A PORLEZZA B COMO A CAGLIO A PROSERPIO B CUCCIAGO A CAMPIONE D'ITALIA A PUSIANO B DREZZO A CANZO A RAMPONIO VERNA B ERBA A CARATE URIO A REZZAGO B FALOPPIO A CARLAZZO A SALA COMACINA B FENEGRO' A CASASCO D'INTELVI A SAN BARTOLOMEO VAL CAVARGNA B FIGINO SERENZA A CASLINO D'ERBA A SAN FEDELE INTELVI B FINO MORNASCO A CASTELMARTE A B GIRONICO A CASTIGLIONE D'INTELVI A SAN SIRO B GRANDATE A CAVARGNA A SCHIGNANO B GUANZATE A CERANO D'INTELVI A SORICO B INVERIGO A CIVENNA A SORMANO B LAMBRUGO A CLAINO CON OSTENO A STAZZONA B LIMIDO COMASCO A COLONNO A TORNO B LIPOMO A CONSIGLIO DI RUMO A TREMEZZO B LOCATE VARESINO A CORRIDO A TREZZONE B LOMAZZO A CREMIA A VAL REZZO B LUISAGO A CUSINO A VALBRONA B LURAGO D'ERBA A DIZZASCO A VALSOLDA B LURAGO MARINONE A DOMASO A VELESO B A DONGO A VERCANA B MARIANO COMENSE A DOSSO DEL LIRO A ZELBIO B MASLIANICO A EUPILIO BMERONE A FAGGETO LARIO B MONGUZZO AGARZENO B MONTANO LUCINO A GERA LARIO B ALBAVILLA B MONTORFANO A GERMASINO B ALBESE CON CASSANO B MOZZATE A GRANDOLA ED UNITI B ALBIOLO B NOVEDRATE A GRAVEDONA B ALSERIO B OLGIATE COMASCO A GRIANTE B ALZATE BRIANZA B A LAGLIO B ANZANO DEL PARCO B ORSENIGO A LAINO B APPIANO GENTILE B PARE' A LANZO D'INTELVI B AROSIO B RODERO A LASNIGO B BEREGAZZO CON FIGLIARO B RONAGO A LENNO B BINAGO B ROVELLASCA A LEZZENO B BIZZARONE B ROVELLO PORRO A LIVO B BREGNANO B SAN FERMO DELLA BATTAGLIA A LONGONE AL SEGRINO B BRENNA B SENNA COMASCO A MAGREGLIO B BULGAROGRASSO B SOLBIATE A MENAGGIO B CABIATE B TAVERNERIO A MEZZEGRA B CADORAGO B TURATE A MOLTRASIO B CAGNO B UGGIATE TREVANO A MONTEMEZZO B CANTU' B VALMOREA A MUSSO B CAPIAGO INTIMIANO B VENIANO A NESSO B CARBONATE B A OSSUCCIO B CARIMATE B

Nella suddivisione degli ambiti territoriali si è ritenuto opportuno comprendere il Comune di Cernobbio nella zona B in quanto, pur essendo inserito in un contesto prealpino, è connesso senza soluzione di continuità con la città di Como e presenta caratteristiche viabilistiche e di urbanizzazione ad essa assimilabili. E’ necessario individuare per ciascun sub-ambito sia le rese di progetto per ciascuna frazione omogenea raccolta, sia le modalità più idonee per conseguire con la massima efficacia e col minor impiego di risorse economiche i risultati prefissati. Le rese di progetto, con le relative considerazioni, sono già state individuate nel capitolo dedicato al calcolo dei fabbisogni di recupero e/o smaltimento per il medio e lungo periodo (paragrafo 4b).

41 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO

Nel medesimo capitolo sono citate le modalità di esecuzione del servizio ritenute più idonee al raggiungimento degli obiettivi con costi sostenibili.

SUDDIVISIONE IN SUB- AMBITI

LI VO DOSSO DEL LI RO

MONTEMEZZO SORICO TR EZ ZO N E VERCANA PEGLIO

CONSI GLI O DI RU MO GER A LAR I O

GERMASINO DOMASO STAZZONA GRAVEDONA

GAR Z ENO DONGO

MUSSO SAN NA ZZAR O VA L CAV ARGNA CAVARGNA PIA NELLO DEL LARIO

CUS IN O SAN BARTOLOMEO VAL CAV ARGNA CRE MIA

VAL RE ZZO

PLESIO CORR IDO SAN SIRO CARA LAZZO

PORLE ZZA VALSOLDA GRANDOLA ED UNITI BENE LARIO MENAGGIO

CLAINO CON OSTENO

GR I ANT E RAMPON IO VER NA PONNA LENNO TREMEZZO LAINO OSS UC CI O LANZO D`IN TE LVI MEZZEGRA CAMPIONE D`ITALIA COLON NO PELLIO INTELVI PIGRA SALA COMA CINA BLESSA GNO BELLAGIO SAN FEDE LE I NTELV I CASTIGLIONE D` INTELVI DI ZZAS CO CASAS CO D`INTELVI ARGEGNO LEZZENO CI VENN A CER ANO I NTELVI

SCHIGNANO MAGREGLIO BRIENNO VELESO NESSO BARNI

ZEL BI O SORMANO

LAGLI O LASN IGO POGNANA LARIO VALBRONA CAR ATE U RI O MOLTRASIO CAGLI O ASSO

CERNOBBIO REZZAGO FAGGETO LARIO %U TO R NO %U MASLIANICO CASLINO D`ERBA CAN ZO BLEVIO BIZZARONE CASTELMARTE%U RONAGO %U %U PROSERPIO RODER O UGGIA TE - TREV ANO PONTE LAMBRO BRUNATE %U EUPILIO VALMOREA DRE ZZO PARH %U %U PUSIANO CAVALLASCA TAV ERN ERI O LONGONE AL SEGRI NO CAGNO %U %U ALBAVILLA ALBIOLO FAL O PPI O SAN FERMO DELLA BATTAGLIA ALBESE CON CAS SANO ERBA GI R ON I CO SOLBIATE COMASCO MONTANO LUCINO LI POMO %UCOMO %U OLGIATE COMASCO %U MONTORFANO ALSERIO MERONE%U GR AND AT E%U %U OR SEN IG O MONGUZZO VILLA GUA RDIA BINAGO ANZANO DEL PARCO LURATE CACCIVIO CAPIAGO INTIMIANO %U ALZATE BRIANZA %U BEREGAZZO CON FIGLIARO LUI SAGO%U SENNA COMASCO LAMBR UGO CASTEL NU OV O BOZZENTE CASNATE CON BERNATE %U LURAGO D`ERBA OLTRONA CON SAN MAM ETTE %U BULGAROGRASS O %U CAN TU ` FINO MORNASCO %U BRENNA %U BCUC CI AGO APPIANO GENTILE INVERIGO %U GUANZATE VERTEMATE CON MINOPRIO AROSIO CAR UGO %U VENIANO CADORAGO %U %U FI GI NO SERE NZA CAR IMA TE LUR AGO M ARINON E %U MARI AN O C OM ENSE %U CERMENATE FENEGRO` %U NOVEDRATE %U LOCATE VARESINO%U LOMAZZO %UMOZZATE CI RI MI DO BREGNANO CAR BONATE%U %U CABIATE ROVELLASCA%U %U TU RAT E ROVELLO%U PORRO %U

42 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO

4) FABBISOGNO DI GESTIONE DI PERIODO

4a) Analisi della composizione del rifiuto

4a1) Qualità e composizione del rifiuto indifferenziato da raccolta domestica I rifiuti urbani, proprio perché prodotti nell’ambito domestico, sono costituiti da un complesso eterogeneo di materiali di composizione estremamente variabile a seconda della provenienza, dello stile e delle abitudini di vita nell’arco delle stagioni annuali. Nell’ambito della pianificazione provinciale finalizzata all’organizzazione dei servizi di smaltimento dei rifiuti solidi urbani ed assimilabili è importante conoscere la composizione merceologica media dei rifiuti urbani anche al fine di valutare l’incidenza della raccolta differenziata ed il successivo utilizzo dei materiali recuperati. Normalmente la valutazione della composizione dei rifiuti si effettua attraverso la cosiddetta “analisi merceologica”. Questa viene effettuata seguendo la metodica UNI 9246, appendice A che consta delle seguenti fasi operative: − scelta del campione: è la prima vera fase della metodica, consiste nel prelevare un campione che sia il più rappresentativo possibile tenendo conto in particolare della composizione merceologica e delle variazioni legate a cicli stagionali. Il campione deve derivare da un quantitativo (denominato monte) pari a 3 - 4 tonnellate dal quale si ricava la massa campione pari a circa 200 Kg che andrà analizzata; la quantità succitata deve provenire da un carico completo di un automezzo il cui percorso di raccolta sia rappresentativo del territorio preso in esame ai fini della valutazione merceologica del rifiuto. − preparazione del campione: dopo le operazioni di pesata i rifiuti vengono scaricati sull’area in calcestruzzo lisciato adibita alle operazioni di inquartamento che deve essere piana, ben pulita e riparata dagli agenti atmosferici. Quindi il monte di rifiuti succitato viene distribuito, effettuando operazioni di rimescolamento, sulla superficie accuratamente preparata in un’area circolare con spessore di 0,5 - 0,6 m. − inquartamento: rappresenta l’operazione attraverso la quale viene estratta, dal monte iniziale dei rifiuti prelevati, la massa campione pari a circa 200 Kg sulla quale verrà effettuata l’analisi merceologica. Operativamente questa fase viene svolta tracciando due linee diametrali, ad angolo retto, sul monte di rifiuti disposto in modo circolare ed allontanando i rifiuti costituenti due quadranti opposti; i rifiuti rimasti vengono quindi sparsi sui due semiquadranti adiacenti. Tale operazione viene ripetuta più volte sui rifiuti fino ad ottenere un’area circolare ridotta sulla quale risulta sparsa una quantità di rifiuti sempre più ridotta fino ad ottenere la “massa campione”. − analisi merceologica: la massa campione ottenuta viene trattata su un vaglio, appositamente predisposto, a maglie quadrate di 20 mm di luce; il sottovaglio viene raccolto su un telo preventivamente posato a terra. La rimanente massa viene sottoposta ad operazione di cernita manuale ottenendo i rifiuti

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appartenenti alle differenti categorie merceologiche i quali vengono pesati ed i risultati ottenuti indicati in apposita tabella che fornirà la composizione merceologica espressa in percentuale. Delle frazioni merceologiche viene conservato un campione per la determinazione del potere calorifico. In proposito si evidenzia che l’esito finale delle analisi è fortemente legato alla prima fase (scelta del campione) in quanto sono numerose le variabili dell’ambito di provenienza che possono influenzare la composizione del rifiuto stesso: − conformazione del territorio; − livello di antropizzazione locale e globale: numero e distribuzione degli abitanti sul territorio; − regolamentazione comunale sull’assimilazione dei rifiuti e tipologia ed entità delle attività produttive presenti (rifiuti assimilati); − vocazione turistica: stagionalità di produzione dei rifiuti e incidenza sulle tipologie e sulla distribuzione; − influenza di fattori ambientali, storici e psicologici specifici (grado di scolarizzazione, informazione, educazione e sensibilizzazione in materia ambientale, diffusione di sistemi di comunicazione, orientamento politico, tradizioni locali, ecc.…); − attivazione dei servizi di raccolta differenziata e adeguata distribuzione dei contenitori sul territorio e prossimità alle aree attrezzate per la raccolta differenziata; − pratica della raccolta differenziata da parte dei cittadini. Collateralmente alla metodica delle analisi merceologiche si intende utilizzare una procedura che tenga conto del risultato delle analisi stesse comparato con altri dati certi. Nel 1995 il gruppo di lavoro preposto alla predisposizione del Piano dei Rifiuti della Provincia di Como ha condotto una campagna di analisi merceologiche su rifiuti da raccolta indifferenziata provenienti da varie aree territoriali. Ai fini della valutazione della composizione dei rifiuti, non essendo rintracciabili dati provenienti da campagne altrettanto sistematiche condotte nell’ambito del territorio provinciale, si ritiene opportuno riferirsi ad una proiezione comparata degli stessi esiti di tali analisi schematizzata nella tabella successiva.

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Mese analisi merceologica gennaio marzo gennaio febbraio marzo ESITI ANALISI (anno 1995) Zona di riferimento Lago e Lago e Bassa Bassa Como per la formazione MEDIA PESATA valli valli comasca comasca città MEDIA del campione MEDIA CON INCIDENZA PESATA Abitanti della zona DEL VERDE 92.256 92.256 354.299 354.299 84.564 nell'anno 1995 UNITA' CATEGORIA 100,00% 100,00% MERCEOLOGICA CARTA E 24,40% 21,53% 16,51% 18,41% 18,21% 19,81% 18,56% 16,95% MATERIALE CARTONE CELLULOSICO LEGNO 0,33% 0,58% 0,36% 2,64% 1,80% 1,14% 1,33% 1,21%

CONTENITORI PER 1,79% 2,31% 1,89% 1,81% 1,32% 1,82% 1,84% 1,68% MATERIALE LIQUIDI PLASTICO IMBALLAGGI E 9,31% 8,29% 10,48% 7,74% 7,99% 8,76% 8,95% 8,18% ALTRO

ALLUMINIO 0,38% 0,37% 0,57% 0,27% 0,52% 0,42% 0,42% 0,38% MATERIALI METALLICI MAGENTICI ED 3,09% 4,95% 2,60% 3,18% 4,33% 3,63% 3,23% 2,95% AMAGNETICI

VETRO 7,17% 4,64% 6,77% 4,51% 6,47% 5,91% 5,76% 5,26% MATERIALI INERTI ALTRI 1,74% 0,27% 0,21% 0,00% 0,72% 0,59% 0,33% 0,30%

MANUTENZIONE 0,68% 0,68% 0,75% 0,19% 0,18% 0,50% 0,48% 9,13% MATERIALE DEL VERDE ORGANICO SCARTI 19,68% 26,41% 28,63% 32,31% 35,64% 28,53% 29,52% 26,95% ALIMENTARI BATTERIE E PILE "T" O "F" FARMACI R.U.P. 0,33% 0,04% 0,29% 0,19% 0,04% 0,18% 0,21% 0,19% TUBI CATODICI CARTUCCE TONER

POLIACCOPPIATI 1,68% 2,54% 2,53% 5,15% 3,46% 3,07% 3,48% 3,18% ACCOPPIATI PANNOLINI 3,47% 4,70% 9,59% 2,99% 2,76% 4,70% 5,57% 5,08%

TESSILI TESSILI 2,01% 2,41% 1,78% 4,99% 3,05% 2,85% 3,13% 2,86%

SOTTOVAGLIO SOTTOVAGLIO 23,94% 20,28% 17,04% 15,62% 13,51% 18,08% 17,18% 15,68%

Come si può osservare dalla tabella, sono state considerate cinque analisi merceologiche, condotte nel periodo gennaio-marzo in differenti zone della Provincia. E’ stata calcolata la media ponderata in base agli abitanti riferibili al campione analizzato degli esiti di ciascuna unità merceologica ed è stato ricorretto il dato dell’unità merceologica del verde sulla base dei quantitativi stimabili dal conferimento di tale frazione come frazione differenziata negli anni successivi. Sulla base dell’incidenza stimata del verde sono stati ridistribuiti gli altri parametri percentuali in scala centesimale. Il dato del verde è stato ricorretto in fase di elaborazione dei risultati delle singole analisi merceologiche sulla base dell’evidenza riferibile a due fattori:

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− negli anni successivi al 1995 i Comuni, attivando su larga scala la raccolta del verde, hanno raccolto quantitativi molto elevati (in ragione dell’8-10% del totale dei rifiuti prodotti su scala provinciale). Non potendo supporre che in data anteriore al 1995 tali quantitativi fossero autosmaltiti dai cittadini (peraltro non erano ancora state attivate le campagne relative al compostaggio domestico) è da ritenere che gli stessi entrassero nel ciclo di raccolta degli urbani indifferenziati tramite il conferimento nel sacco nero o presso i cassoni degli ingombranti delle aree ecologiche esistenti; − il conferimento nel sacco nero del rifiuto verde provocava quantitativi eccedenti la volumetria del sacco stesso. Veniva perciò inserito in più sacchi senza essere frammisto ad altre unità merceologiche. La scelta in sede di analisi merceologica di intercettare solo sacchi eterogenei escludeva pertanto la possibilità di analizzare la tipologia del verde provocando a valle una sottostima del dato stesso. Nella tabella riportata, in base alle considerazioni precedenti, si ritiene riferibile all’ultima colonna la composizione media provinciale del sacco nero conferito nel 1995. Si prendono ora in considerazione i rifiuti solidi urbani ingombranti che, come gli indifferenziati raccolti a domicilio, rientrano nel complesso dei rifiuti domestici. La metodologia utilizzata per l’analisi merceologica del rifiuto indifferenziato raccolto tramite sacco nero non può essere estesa all’analisi del rifiuto indifferenziato ingombrante che presenta caratteristiche volumetriche differenti e non può entrare a far parte del campione di cui alle specifiche tecniche (norme UNI 9246 – appendice A). Considerato che gli ingombranti costituiscono una quota rilevante (circa il 10% in peso) del rifiuto urbano complessivamente raccolto, è comunque utile, ai fini della programmazione della gestione, valutarne la composizione. Sulla base delle verifiche e dei sopralluoghi effettuati dai tecnici della Provincia di Como sugli impianti di destinazione degli ingombranti dopo l’operazione di raccolta, si possono effettuare le seguenti osservazioni: − la composizione degli ingombranti presenta notevoli differenze a seconda che provengano da Comuni che abbiano attivato presso le piazzole le raccolte del legno, dei beni durevoli, della plastica e dei materiali ferrosi; − le varie partite presentano sempre una forte eterogeneità, con presenza di una quota di rifiuti difficilmente recuperabili anche dopo eventuali operazioni di trattamento. In particolare sulla base dei sopralluoghi condotti si può stimare la composizione merceologica provinciale della raccolta degli ingombranti e questa operazione può essere riferita anche all’anno di valutazione delle analisi merceologiche con i risultati riportati nella successiva tabella. Una volta nota la composizione dell’indifferenziato da raccolta a domicilio e degli ingombranti possono essere calcolate le singole componenti merceologiche presenti e, sommando le stesse all’entità delle relative raccolte differenziate, si può ottenere la composizione del rifiuto domestico alla fonte.

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Dal momento che in questi anni non è sostanzialmente variata la tipologia dei consumi, ma è semmai variata l’entità degli stessi, si può ritenere che la composizione del rifiuto alla fonte non si sia modificata dalla data di riferimento delle analisi merceologiche, e pertanto può essere adottata come base di calcolo per la composizione attuale e di progetto del rifiuto domestico. Nella tabella successiva si riportano gli esiti conclusivi di questa analisi.

Calcolo della composizione percentuale dei rifiuti domestici alla fonte Rifiuti domestici Unità merceologiche Rifiuti domestici provenienti Totali relativi carta e Indifferenziato dalla raccolta a domicilio all'anno delle legno plastica mat. ferrosi alluminio vetro organico verde tessili cartone residuale (sacco nero) analisi Composizione 16,95% 1,21% 9,86% 2,95% 0,38% 5,26% 26,95% 9,13% 2,86% 24,45% 143.673 24.353 1.738 14.166 4.238 546 7.557 38.720 13.117 4.109 35.128 Rifiuti domestici provenienti non dalla raccolta degli legno plastica mat. ferrosi verde recuperabile ingombranti Composizione 30,0% 5,0% 10,0% 30,0% 25,0% 28.611 8.583 1.431 2.861 - - - 8.583 - 7.153

Rifiuti domestici provenienti carta legno plastica mat. ferrosi alluminio vetro organico verde altre rd dalla raccolta differenziata

31.440 9.606 - 1.105 1.947 - 11.875 535 5.122 1.250

carta e altro non legno plastica mat. ferrosi alluminio vetro organico verde cartone recuperabile recuperabile

Totale dei rifiuti domestici 203.724 33.959 10.322 16.702 9.046 546 19.432 39.255 26.823 5.359 42.281

Composizione percentuale dei rifiuti domestici alla fonte 16,7% 5,1% 8,2% 4,4% 0,3% 9,5% 19,3% 13,2% 2,6% 20,8%

Kg/ab*anno 63,9 19,4 31,4 17,0 1,0 36,6 73,9 50,5 10,1 79,6

4b) Determinazione del fabbisogno di gestione di medio e lungo periodo, scenario “0”.

Nei capitoli precedenti sono stati analizzati i dati che esprimono lo stato di fatto in termini di gestione dei rifiuti urbani; questo ci consente di definire ora un primo scenario di riferimento, che chiamiamo «scenario 0», rispetto al quale proporre altri scenari che implicano logiche di pianificazione e sviluppo finalizzate a migliorare il sistema di gestione dei rifiuti. In base ai dati attuali relativi alla raccolta differenziata è stato possibile delineare una proiezione di lungo periodo (scenario 0) mantenendo le rese attuali (2004) della stessa. Nello specifico sono state considerate le rese espresse sotto forma di dato pro- capite (kg/ab.anno) riferite a ciascuna tipologia merceologica ricavabile dalla raccolta differenziata (carta, legno, plastica, ferro, alluminio, vetro, organico, verde, altre frazioni recuperabili). Lo scenario 0 tiene ovviamente conto dell’incremento di popolazione e della produzione di rifiuti prevista nel lungo periodo. Si può affermare che la proiezione di lungo periodo in base alle rese attuali (2004) porterebbe addirittura ad una diminuzione della raccolta differenziata che andrebbe ad attestarsi intorno al 38%. Tale situazione si verrebbe a delineare in base ad un unico bacino provinciale analogamente alla situazione attuale della raccolta dei rifiuti urbani e rappresenta la teorica rappresentazione degli esiti futuri del sistema di gestione nel caso fossero confermate le azioni in atto cioè in assenza di azioni innovative.

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Di seguito, in tabella si riportano i dati che rappresentano lo scenario descritto.

Abbiamo già visto come il Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti assume quale obbiettivi primari la minimizzazione degli stessi e la riduzione del conferimento a discarica perseguendo le seguenti azioni: riduzione a monte, incremento del recupero di materia e del recupero di energia. Per valutare quali azioni, nel medio/lungo periodo si dimostrano le più efficaci a massimizzare il raggiungimento degli obbiettivi esposti, in sede di Valutazione Ambientale Strategica sono stati ipotizzati tre differenti scenari, tutti basati sulla suddivisione provinciale in due sub-ambiti, la zona di montagna e la zona di pianura. Lo scenario prescelto si fonda su un tendenziale equilibrio fra recupero di materia e recupero di energia, peraltro in linea con quanto recentemente previsto dal Dlgs 152/2006; lo scenario in questione stabilisce le rese specifiche per ciascuna frazione merceologica determinate in base al tipo di recupero applicabile e prevede un forte sviluppo della raccolta dell’organico domestico (grande assente dell’attuale sistema di gestione), permettendo di ottemperare all’altro importante obiettivo, ovvero la minimizzazione del conferimento in discarica. Per determinare le rese di progetto dello scenario di piano, suddivise per singola frazione merceologica e per determinare la conseguente ricaduta in termini di percentuale di raccolta differenziata e di quantitativi da destinare a recupero e/o smaltimento (fabbisogno di gestione) sono state analizzate alcune variabili le quali hanno portato alla formulazione delle seguenti logiche considerazioni:

− incremento medio della popolazione (fissato nello 0,4% che è il dato medio di periodo registrato nel decennio a partire dal 1993, si ritiene un eccezione il dato più elevato registrato nel biennio 2003-2004);

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− incremento medio della produzione di rifiuti (fissato nel 3,4%); − l’incremento della produzione dei rifiuti si riversa interamente nella raccolta differenziata e da studi recentemente condotti in contesti analoghi è da attribuire principalmente all’apporto di rifiuti assimilati piuttosto che da un effettivo incremento della produzione di rifiuti domestici. In base a quest’ultima considerazione la tendenza della produzione di rifiuti domestici risulterebbe asintotica tendendo nel tempo a correlarsi solo all’incremento di popolazione; − la tendenza all’incremento della produzione di rifiuti dovuto all’apporto di rifiuti assimilati andrà ad esaurirsi quando tutti i Comuni provvederanno a regolamentare l’assimilazione dei rifiuti. Questo processo è prevedibile entro i prossimi 5 anni; − la Provincia di Como, come già evidenziato nel paragrafo 3c, presenta due tipologie territoriali ben distinte. In ciascuna delle sue zone (A e B) risulta opportuno prevedere obbiettivi differenti di raccolta delle diverse frazioni omogenee, come previsto, fra l’altro, nella L.R. 26/03 (art. 20 comma 4 lett. c); − sulla base del fabbisogno di gestione di ciascuna frazione omogenea di rifiuto potrà essere dimensionato lo schema dei flussi e dei relativi impianti; − per la proiezione dei dati di periodo ci si riferisce al medio periodo (5 anni) e al lungo periodo (10 anni). Dalle variabili e dalle definizioni logiche sopraelencate è scaturita la tabella successiva che riporta l’esito delle proiezioni sulla popolazione residente e gli obbiettivi relativi alla produzione totale annua di rifiuti per il periodo attuale, per il medio e per il lungo periodo di piano:

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Produzione totale di Proiezione periodo Popolazione stimata rifiuti

ATTU ALE 550.000 262.000

M ED IO 561.000 280.000

LU N GO 573.000 286.000

Il fabbisogno annuo totale di gestione di medio periodo risulta pari a 280.000 tonnellate, mentre quello di lungo periodo risulta di 286.000 tonnellate. Analogamente, per effetto dell’incremento dello 0,4% annuo, la popolazione di medio periodo risulta pari a 561.000 unità e quella di lungo periodo a 573.000. Si fa notare che il calcolo è stato sviluppato sui dati noti fino al 2004 il che ha prodotto una stima relativa al biennio 2003-2004. Al presente sono noti i dati reali di questo periodo che confrontati ci consentono di trarre alcune considerazioni. Si osserva come il dato stimato per gli abitanti sia inferiore a quello reale mentre il dato sulla produzione sia sostanzialmente allineato alle previsioni. Dato che il calcolo del fabbisogno si basa sostanzialmente sul dato di previsione di produzione si ritiene corretto convalidare il metodo. Si definisce ora nel dettaglio il calcolo di fabbisogno di medio e lungo periodo considerando differentemente l’apporto delle due zone precedentemente individuate, che sono definite anche come sub-ambiti di piano nel paragrafo 3c e valutando ciascuna frazione merceologica. Per ciascuna tipologia di rifiuto, per ciascuna zona, per il medio e per il lungo periodo sono state programmate le rese di progetto sulla base del confronto con le rese attuali e delle seguenti considerazioni: − minimizzazione del rifiuto residuale non destinato ad impianti di recupero (materia e/o energia); − massimizzazione della raccolta delle frazioni merceologiche non putrescibili e non suscettibili di recupero energetico (vetro, metalli ferrosi, alluminio) in entrambi i sub-ambiti considerando quanto segue: ƒ dalle tabelle di periodo si osserva come la raccolta del VETRO sia ugualmente sviluppata in entrambe le zone, attestandosi nel 2002 a circa 36 kg/abitante-anno. Ciò indica la presenza in entrambi i sub-ambiti di un sistema di raccolta dotato della stessa efficienza. Non si ritiene possibile, osservando i risultati deducibili da altre esperienze, un ulteriore crescita significativa delle rese e si ritiene quindi di attribuire i dati attuali aumentati di soli 1-2 kg/abitante-anno (incremento congenito delle rese comunali attualmente inferiori alla media provinciale); ƒ per l’ALLUMINIO si osserva che nella zona B (pianura) la resa della raccolta (0,4 kg/abitante-anno) corrisponde all’incirca al quadruplo della

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resa della zona A; in proposito si osserva che solo pochi Comuni della zona A hanno attivato la raccolta; nella zona B, viceversa, i Comuni che praticano il servizio sono numerosi e utilizzando in molti casi i medesimi contenitori della raccolta del vetro hanno incrementato le rese di raccolta senza costi aggiuntivi per l’esecuzione del servizio (raccolta multimateriale vetro-alluminio). Pertanto, anche nella zona A è possibile incrementare la raccolta dell’alluminio, potendo già disporre del sistema distribuito dei contenitori dedicati alla raccolta del vetro, senza costi aggiuntivi. Il tempo necessario all’implementazione dei servizi di raccolta dedicati in zona A fa prevedere per il lungo periodo l’ottenimento delle stesse rese di raccolta della zona B che vengono prefissate in 1 kg/abitante-anno, con traguardi intermedi differenti per le due zone nel medio periodo; ƒ per i MATERIALI FERROSI si può osservare dalle tabelle di periodo come la raccolta presenti dati pro-capite prossimi fra loro in entrambe le zone. Si ritiene possibile un ulteriore incremento delle rese che porti nel lungo periodo l’equiparazione delle stesse (20 kg/abitante-anno lungo periodo). L’incremento globale della raccolta su base provinciale potrà ottenersi, oltre che tramite la diffusione del servizio in tutti i Comuni, attraverso l’utilizzo della raccolta multimateriale di vetro e metalli (contenitori di vetro, lattine di alluminio, scatolame in banda stagnata) che, potendo avvalersi degli stessi contenitori della raccolta del vetro, non impone costi aggiuntivi; − incremento delle rese attuali, differenziate per ciascuna zona, inerenti alla raccolta della frazione putrescibile del VERDE di provenienza dalle operazioni di manutenzione dei parchi e dei giardini, in quanto dai dati relativi alla composizione dei rifiuti si ritiene che tale raccolta possa subire ulteriori incrementi rilevanti. Non si ritiene opportuno dimensionare la resa in zona A ai livelli della zona B stante la possibilità in questa seconda zona dell’ulteriore diffusione della pratica dell’autocompostaggio già tradizionalmente in uso e facilitata dal tipo di assetto territoriale; − diffusione della raccolta del rifiuto ORGANICO di provenienza alimentare (scarti di cucina) attualmente praticata solo dal 10% della popolazione provinciale, con rese di progetto diversificate nelle due zone. In zona B si intende massimizzare la raccolta fino agli 80 kg/abitante-anno nel lungo periodo. In zona A si intende massimizzare la raccolta solo per le aree territoriali con significativa concentrazione urbana (strade di fondo valle o direttrici costiere) dove l’esecuzione del servizio a domicilio richiede costi di gestione sostenibili. Nelle aree territoriali decentrate tale raccolta richiede costi di gestione elevati a fronte di un incremento globale delle rese totalmente trascurabile; in questi casi si dovrà incentivare la pratica dell’autocompostaggio in luogo della raccolta a domicilio. Di conseguenza il servizio interesserà solo una parte della popolazione dei Comuni della zona A, valutabile in relazione alla relativa configurazione urbana. Per le considerazioni di cui sopra nella zona A si intende dimensionare la raccolta della frazione organica per il lungo periodo con una resa molto inferiore a quella della zona B nell’ordine dei 40 kg/abitante-anno;

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− attivazione della raccolta della CARTA a domicilio finalizzata al raggiungimento in zona B di una resa nell’ordine dei 65 kg/abitante-anno ed una resa leggermente inferiore in zona A, dove la raccolta domiciliare è attivabile a costi sostenibili solo su parte del territorio. Per l’incremento, ritenuto comunque necessario, della resa in zona A ci si dovrà affidare al potenziamento delle altre modalità di raccolta quali l’uso dei cassoni, dei cassonetti e delle campane, ferma restando la possibilità dell’attivazione della raccolta a domicilio nelle zone comunali maggiormente enucleate; − incremento in termini di diffusione, piuttosto che di aumento della resa presso i Comuni che già gestiscono tale servizio, della raccolta differenziata della PLASTICA a vantaggio di un incremento di resa generalizzato; − incremento in termini di diffusione soprattutto in zona B della raccolta del LEGNO destinabile al recupero di materia fino all’obiettivo di 20 kg/abitante- anno nel lungo periodo; − destinazione della quota restante all’impianto provinciale di termoutilizzazione e per le quote residuali alla discarica. Sulla base delle precedenti considerazioni, di seguito si riportano i dati riguardanti lo scenario di sviluppo scelto dal Piano, ovvero quello che in seguito a Valutazione Ambientale Strategica si è dimostrato il più suscettibile a migliorare l’attuale sistema di gestione dei rifiuti; si ricorda che le ulteriori considerazioni a supporto di quanto detto sono descritte nel Rapporto Ambientale (VAS). Le tabelle riportano i dati di progetto e l’obbiettivo da conseguire per ciascuna frazione merceologica, mentre per gli aspetti impiantistici si rimanda al successivo capitolo.

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Lo scenario scelto, prevede lo sviluppo della raccolta dell’organico domestico, grande assente nel sistema attuale di gestione dei rifiuti provinciale, consentendo di ottenere un incremento nel recupero di materia e la sottrazione della frazione organica a discarica e a termovalorizzazione (basso potere calorifico). Si presume un incremento al limite della presenza di frazioni quali: metalli ferrosi, alluminio e vetro (recuperabili soltanto come materiali) e prevede un incremento più contenuto per le frazioni quali: carta, cartone, plastica, legno al fine di garantire la qualità delle partite raccolte e di destinare gli sfridi (poco separabili anche all’atto del conferimento) a termovalorizzazione. E’ previsto che la RD si attesti, nel lungo periodo, attorno ad un valore pari a circa il 58% di resa, mentre la potenzialità di termovalorizzazione raggiunga le 140 mila tonnellate all’anno (dato di molto inferiore allo stesso previsto nello scenario A). Lo scenario implica un passaggio dei rifiuti, precedente alla termovalorizzazione, in un impianto di pretrattamento la cui potenzialità è di circa 118.000 tonnellate all’anno. Ulteriori considerazioni che avvalorano la scelta e il confronto con la alternative di Piano proposte, sono riportate nel Rapporto Ambientale VAS.

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4c) Obiettivi di riciclo e recupero alle scadenze prefissate dalla Legge Regionale n. 26/03.

In ottemperanza alle previsioni della Legge Regionale in materia di organizzazione dei servizi di gestione dei rifiuti (L.R. 26/03), vengono posti i seguenti obbiettivi da conseguirsi a livello territoriale alle scadenze indicate: − raggiungimento e mantenimento della soglia minima del valore del 35% di raccolta differenziata dei rifiuti urbani, finalizzata all’effettivo riciclo e recupero di materia, così come previsto dall’art. 24 comma 1 lett. c) del D.lgs. 22/97 ora D.Lgs. 152/06 ; − entro il 2005: ƒ riciclaggio e recupero complessivo, tra materia ed energia, pari ad almeno il 40% in peso dei rifiuti prodotti; ƒ il 30% in peso dei rifiuti prodotti deve essere finalizzato al riciclo e recupero di materia; ƒ riduzione delle quantità pro-capite di rifiuti urbani avviate a smaltimento in discarica, pari almeno al 20% di quelle avviate nel 2000; ƒ recupero dei residui prodotti dall’incenerimento o dall’utilizzo dei rifiuti come mezzo di produzione di energia per una percentuale pari ad almeno il 40%. (trattandosi del recepimento di una prescrizione regionale relativa ad un processo a carattere innovativo in fase di sviluppo, viene rimandata alla fase di applicazione del piano l’individuazione delle modalità e delle tecnologie più adeguate in materia); − entro il 2010: ƒ riciclaggio e recupero complessivo, tra materia ed energia, pari ad almeno il 60% in peso dei rifiuti prodotti; ƒ il 40% in peso dei rifiuti prodotti deve essere finalizzato al riciclo e recupero di materia; ƒ recupero dei residui prodotti dall’incenerimento o dall’utilizzo dei rifiuti come mezzo di produzione di energia per una percentuale pari ad almeno il 60%. Con decorrenza 1° gennaio 2007 possono essere conferiti in discarica solo rifiuti non valorizzabili in termini di materia ed energia, ne ulteriormente trattabili ai fini della riduzione del rischio ambientale. Con la medesima decorrenza non possono essere conferiti in discarica rifiuti aventi potere calorifico superiore a 13.000 Kj/kg fatta salva l’incompatibilità dei rifiuti stessi con gli impianti di valorizzazione. I criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica di riferimento restano quelli individuati nella normativa nazionale e regionale di riferimento.

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5) ASSETTO IMPIANTISTICO A REGIME

5a1) Criteri utilizzati per la formazione della nuova bacinizzazione territoriale Partendo dal dato base della bacinizzazione territoriale presente nel vigente piano rifiuti (cfr. paragrafo 2b1), si è ritenuto necessario effettuare una revisione della stessa per adattarla alle modifiche introdotte con la nuova suddivisone in Sub-Ambiti, ma anche, e soprattutto, alle nuove realtà territoriali a livello di bacino per la raccolta differenziata, che si sono sviluppate nel corso dei quasi otto anni di vigenza del piano provinciale smaltimento rifiuti urbani. A tale scopo si è provveduto alla divisione dei due sub-ambiti individuati (Lago e Valli, Como e Bassa Comasca) in bacini omogenei finalizzati alla razionalizzazione dei servizi di gestione dei rifiuti solidi urbani e alla individuazione delle strutture di primo livello (piattaforme e centri di raccolta) destinate alla raccolta differenziata. Per la delimitazione dei nuovi bacini si sono individuati dei parametri aggregativi in parte mutuati da quelli utilizzati per la formazione della bacinizzazione vigente, allo scopo di creare dei bacini omogenei, all’interno dei Sub-Ambiti, funzionali alle diverse esigenze territoriali e finalizzati all’ottimizzazione degli obiettivi di raccolta differenziata: I parametri individuati, al fine della revisione della bacinizzazione territoriale, sono: − caratteristiche morfologiche del territorio; − omogeneità territoriale e socio-economica; − popolazione: si sono dimensionati bacini di popolazione, di norma non inferiore ai 5.000 abitanti, anche al fine di renderli funzionali dal punto di vista organizzativo ed economico rispetto alla gestione delle raccolte differenziate, tenuto conto delle caratteristiche del territorio e delle popolazioni interessate; − collegamenti viabilistici; − indicazioni degli Enti territorialmente interessati (Comuni e Comunità Montane); − bacinizzazione Territoriale in essere prevista dal vigente Piano Rifiuti; − presenza di strutture (piazzole) esistenti destinate alla raccolta differenziata realizzate sulla base delle previsioni del vigente Piano Rifiuti; − indicazioni contenute all’art 23 del D.Lgs. 22/97 ora D.Lgs. 152/06 tendenti ad evitare la frammentazione della gestione dei R.S.U. e a definire le forme e i modi di cooperazione tra i singoli comuni. In base ai criteri e alle considerazioni esposte e ad una consultazione iniziale con gli Enti interessati, si è giunti ad una prima formulazione della proposta di nuova bacinizzazione. Particolare importanza è stata attribuita al parametro di pianificazione relativo alle indicazioni fornite dagli Enti territorialmente interessati, allo scopo di valorizzare le esperienze dirette condotte sul territorio nell’effettuazione dei servizi legati alla gestione dei RSU. In questi anni di applicazione del Piano Provinciale ben poche

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aggregazioni hanno effettivamente funzionato e le resistenze delle singole amministrazioni alla collaborazione coordinata nel campo della gestione dei rifiuti sono ancora forti. Tuttavia si è riscontrato che alcune esperienze significative si sono fatte strada con risultati positivi così che, lentamente, i Comuni e le Comunità Montane iniziano a considerare l’ipotesi di forme di collaborazione che consentano sgravi economici e maggior razionalizzazione delle attività. In quest’ottica si è provveduto ad una consultazione diretta degli Enti territorialmente interessati, al fine di coinvolgerli fattivamente nel processo di pianificazione, trasmettendo, a tutti i Comuni della Provincia e alle Comunità Montane, unitamente alla proposta di nuova bacinizzazione, un questionario informativo finalizzato ad ottenere consigli, indicazioni ed informazioni utili alla redazione finale di una bacinizzazione territoriale il più possibile funzionale alle singole esigenze. Copia del citato “Questionario Informativo” è riportata qui di seguito. Alla consultazione hanno dato risposta circa 80 soggetti interessati, sui 167 coinvolti, fornendo indicazioni significative al fine dell’elaborazione della nuova bacinizzazione territoriale.

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REVISIONE DEL PIANO PROVINCIALE DI SMALTIMENTO DEI RIFIUTI QUESTIONARIO INFORMATIVO (da inviare debitamente compilato via fax al n. 031.230383) COMUNE DI ______AREE ATTREZZATE Il Comune possiede una o più aree attezzate (escluse le campane sul territorio comunale)? SI NO Per chi ha risposto SI Quante? Indirizzo: Autorizzata? SI NO Serve anche altri Comuni? SI Quali? NO In caso di aree non autorizzate il Comune intende procedere all’adeguamento ed all’autorizzazione? SI NO Assieme ad altri Comuni? SI Quali? NO Per chi ha risposto NO Il Comune porta i propri rifiuti in aree di altri Comuni? SI Quali? NO Il Comune intende realizzare un’area autorizzata? SI NO Se sì, assieme ad altri Comuni? SI Quali? NO

2. BACINIZZAZIONE Tenuto conto che si dovranno individuare bacini d’utenza con un taglio medio di 10.000÷20.000 abitanti, nella prospettiva della gestione coordinata delle strutture, con quali Comuni limitrofi si desidera, o si preferirebbe, essere raggruppati?

I nostri uffici, in base alle informazioni attualmente note, hanno formulato una prima proposta descritta nei seguenti allegati, tale proposta è condivisa? SI NO Proposte alternative:

CONAI – GESTIONE IMBALLAGGI Sono state attivate convenzioni con i Consorzi di filiera per il riciclaggio degli imballaggi? SI NO Se sì, quali? COMIECO (carta e cartone) COREPLA (plastica) CIAL (alluminio) RILEGNO (legno) COREVE (vetro) CNA (acciaio) La convenzione è stata delegata al soggetto gestore? SI Quale/i? NO Quali corrispettivi si sono ottenuti direttamente dal consorzio o dal gestore delegato? COMIECO L. COREPLA L. CIAL L. RILEGNO (legno) L. COREVE L. CNA (acciaio) L. TOTALE L.

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In conseguenza delle considerazioni espresse si è giunti alla proposta di pianificazione della nuova bacinizzazione territoriale basata sull’individuazione di 35 bacini a fronte dei 40 previsti dalla bacinizzazione in essere, raggruppati nelle due realtà territoriali individuate dai Sub-Ambiti. L’individuazione dei bacini avviene attraverso l’assegnazione di una lettera, riferibile al Sub-Ambito di appartenenza, e di un numero progressivo. I bacini così individuati risultano essere, come già detto, 35 compresi tra il bacino A1 e il bacino B24. La composizione dei nuovi bacini è riportata in dettaglio, completa dell’indicazione dei Comuni territorialmente interessati e delle piazzole previste, nelle tabelle “Pianificazione di Progetto: Bacinizzazione Territoriale” e “Bacinizzazione di Progetto: Piazzole (da intendersi strutture) per la raccolta Differenziata dei RSU previste”, oltre che nella relativa carta tematica “Bacinizzazione Territoriale”, che seguono. Nella nuova bacinizzazione vengono previste 107 strutture funzionali ai servizi di raccolta differenziata, in rapporto alle 99 previste dal piano vigente, e una stazione di trasferimento dei RSU localizzata nel Sub-Ambito “A - Lago e Valli” in Comune di Porlezza, confermandone le caratteristiche previste dal vigente piano. Rispetto all’attuale pianificazione vengono previste 9 “nuove” strutture localizzate nei comuni di: Barni, Beregazzo con Figliaro, Brienno, Carate Urio, Castelmarte, Cernobbio, Laglio, Pognana Lario e Proserpio, individuate sulla base della concertazione con le amministrazioni interessate o a seguito della definizione della pianificazione. Nel caso del Comune di Cernobbio la nuova strutture è derivata dalla divisone della piazzola sovracomunale prevista in comunione con il Comune di Maslianico. Si è inoltre prevista, sulla base delle indicazioni fornite, una struttura unica da realizzarsi in accordo tra i Comuni di Luisago e Cassina Rizzardi. Un’importante novità introdotta dalle previsioni della nuova bacinizzazione territoriale è costituita dal superamento della classificazione delle strutture destinate alla raccolta differenziata in Piazzole comunali e sovracomunali. La scelta è derivata in parte dalla lettura pragmatica dei dati riferiti alle strutture realizzate nel periodo di attuazione del piano vigente e dalla necessita di una maggiore flessibilità nelle possibili scelte da parte degli Enti Locali direttamente interessati dalla realizzazione delle strutture stesse e in parte dalla classificazione delle strutture, mutuata dalla Regione Lombardia, in Piattaforme e Centri di Raccolta (vedi capitolo 2b1 del presente documento). Da un mera lettura dei dati relativi alle strutture autorizzate nel periodo di attuazione del Piano Provinciale emerge come delle 32 piazzole sovracomunali previste ben 25, pari al 78%, sono state autorizzate, configurando un evidente riscontro positivo da parte dei comuni interessati dagli interventi. In realtà solo alcune delle strutture autorizzate vengono effettivamente utilizzate a livello di bacino o hanno le caratteristiche “tecnico-dimensionali” necessarie alla fruizione sovracomunale, per la maggior parte di esse l’acquisizione delle caratteristiche di sovracomunalità è legata all’effettuazione di successivi interventi o all’attivazione di accordi di programma per un utilizzo congiunto a livello di bacino. Nell’ottica di una pianificazione più attenta alle conseguenze derivanti dalla programmazione sulle scelte delle singole amministrazioni, si è ritenuto quindi opportuno evitare la distinzione tra piazzole comunali e piazzole sovracomunali,

58 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO definendo le strutture individuate come Piattaforme e Centri di Raccolta, lasciando maggiore flessibilità ed autonomia decisionale ai Comuni facenti parte del bacino, i quali potranno decidere i livelli di utilizzo delle piazzole individuate, lasciando alla Provincia, oltre alla individuazione del comune di localizzazione, la competenza per il rilascio dell’autorizzazione alla realizzazione della struttura ai sensi degli artt. 27 e 28 Dlgs 22/97 ora D.Lgs. 152/06 nel caso della Piattaforma. Viceversa, sulla base delle indicazioni regionali, contenuti nella nota prot. Q1.2005.0015364 del 01/06/2005 e nella D.G.R. n° 220 del 27/06/2005, i Centri di Raccolta non necessitano di autorizzazione provinciale ex art. 27 e 28 Dlgs 22/97 ora D.Lgs. 152/06, ma trattasi di attività regolamentate con atti comunali ai sensi dell’art. 21 Dlgs 22/97 ora D.Lgs. 152/06. A conclusione dell’argomento trattato si evidenzia la situazione del bacino A6 relativo al Comune di Campione d’Italia per il quale, trattandosi di enclave italiana in territorio svizzero, si riconfermano le disposizioni previste dal piano rifiuti vigente per quanto concerne la gestione dei servizi relativi ai RSU.

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Tabella: Pianificazione di progetto. Bacinizzazione territoriale COMUNI ABITANTI BACINO PER COMUNI DEL BACINO (2002) BACINO CONSIGLIO DI R. - CREMIA - DOMASO - DONGO - DOSSO DEL LIRO - GARZENO - GERA A1 18 17.580 LARIO - GERMASINO - GRAVEDONA - LIVO - MONTEMEZZO - MUSSO - PEGLIO - PIANELLO DEL LARIO - SORICO -STAZZONA - TREZZONE - VERCANA BENE LARIO - CARLAZZO - CAVARGNA - CLAINO CON OSTENO - CORRIDO - CUSINO - GRANDOLA ED UNITI - GRIANTE - MENAGGIO - PLESIO - PORLEZZA - SAN A2 17 21.654 BARTOLOMEO VAL CAVARGNA - SAN NAZZARO VAL CAVARGNA - SAN SIRO - TREMEZZO - VAL REZZO - VALSOLDA A3 6 5.538 ARGEGNO - COLONNO - LENNO - MEZZEGRA - OSSUCCIO - SALA COMACINA BLESSAGNO - CASASCO D'INTELVI - CASTIGLIONE D'INTELVI - CERANO D'INTELVI - A4 13 8.567 DIZZASCO - LAINO - LANZO D'INTELVI - PELLIO INTELVI - PIGRA - PONNA - RAMPONIO VERNA - SAN FEDELE INTELVI - SCHIGNANO A5 4 4.366 BRIENNO - CARATE URIO - LAGLIO - MOLTRASIO A6 1 2.320 CAMPIONE D'ITALIA A7 2 3.633 BELLAGIO - CIVENNA BLEVIO - BRUNATE - FAGGETO L. - NESSO - POGNANA LARIO - TORNO -LEZZENO - A8 9 10.326 VELESO - ZELBIO A9 3 5.177 EUPILIO - LONGONE AL SEGRINO - PUSIANO A10 6 16.218 ASSO - CANZO - CASLINO D'ERBA - CASTELMARTE - PONTE LAMBRO - PROSERPIO A11 7 5.196 BARNI - CAGLIO - LASNIGO - MAGREGLIO - REZZAGO - SORMANO - VALBRONA B1 3 93.055 CERNOBBIO - COMO - MASLIANICO ALBAVILLA - ALBESE CON CASSANO - CAPIAGO INTIMIANO - LIPOMO - MONTORFANO - B2 7 31.067 ORSENIGO - TAVERNERIO B3 1 16.632 ERBA B4 3 7.795 LAMBRUGO - MERONE - MONGUZZO B5 5 13.991 ALSERIO - ALZATE BRIANZA - ANZANO DEL PARCO - BRENNA - LURAGO D'ERBA B6 2 12.494 AROSIO - INVERIGO B7 3 32.847 CABIATE - CARUGO - MARIANO COMENSE B8 1 35.801 CANTU' B9 3 11.443 CARIMATE - FIGINO SERENZA - NOVEDRATE B10 3 17.777 BREGNANO - CERMENATE - VERTEMATE CON M. B11 3 10.561 CASNATE CON B. - CUCCIAGO - SENNA COMASCO B12 1 8.220 FINO MORNASCO B13 2 14.730 CADORAGO - LOMAZZO B14 3 20.003 ROVELLASCA - ROVELLO PORRO - TURATE B15 5 11.237 CIRIMIDO - FENEGRO' - LIMIDO COMASCO - LURAGO MARINONE - VENIANO B16 3 13.644 CARBONATE - LOCATE VARESINO - MOZZATE B17 3 19.058 APPIANO GENTILE - LURATE CACCIVIO - OLTRONA SAN MAMETE B18 2 8.132 BULGAROGRASSO – GUANZATE B19 5 18.796 CASSINA RIZZARDI - GRANDATE - LUISAGO - MONTANO LUCINO - VILLA GUARDIA B20 2 4.164 SAN FERMO DELLA BATTAGLIA B21 3 9.857 CAVALLASCA - FALOPPIO - GIRONICO - PARE' BEREGAZZO CON FIGLIARO - BINAGO - CASTELNUOVO BOZZENTE - OLGIATE B22 4 18.089 COMASCO B23 5 10.096 ALBIOLO - CAGNO - RODERO - SOLBIATE - VALMOREA B24 4 7.951 BIZZARONE - DREZZO - RONAGO - UGGIATE TREVANO Tabella: Bacinizzazione di progetto: piazzole per la raccolta differenziata RSU previste

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CARTA BACINIZZAZIONE TERRITORIALE DI PROGETTO

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5b) Impianti per la raccolta differenziata

La gestione dei flussi differenziati a valle delle raccolte comunali può essere razionalizzata ed incentivata fornendo recapiti fruibili e funzionali, in grado di accogliere i materiali ed assicurare un efficiente recupero degli stessi nel rispetti dei principi generali di economia ed efficacia. Occorre pertanto favorire lo sviluppo di soluzioni di supporto all’attuale sistema del recupero, che vede già in gran parte soddisfatto il fabbisogno di centri di recupero nella disponibilità di operatori privati titolari di comunicazioni ex art. 33 del D.Lgs. 22/97 ora D.Lgs. 152/06 per determinate tipologie di rifiuti “secchi”. Anche nel campo del recupero dei rifiuti vegetali la Provincia di Como può già contare su una sviluppata rete di piazzole di compostaggio, delle quali si è già detto, in grado di soddisfare appieno l’esigenza di destinare al recupero ingenti quantitativi di scarti verdi. Il trattamento finale della FORSU rappresentava invece il grande assente nel panorama provinciale comasco della gestione del rifiuto. Nonostante le previsioni del Piano del 1995 contemplassero la realizzazione di un impianto specifico nel Canturino, ancorché sperimentale, a tutto il 2005, non era stata ancora messa in campo alcuna iniziativa specifica a livello locale. Di conseguenza l’attivazione delle corrispondenti raccolte differenziate è stata fino ad ora, di fatto impedita dagli elevati costi di trasporto necessari al conferimento della FORSU presso impianti posti in ambiti extraprovinciali o addirittura extraregionali. Questa premessa spiega i principali obiettivi impiantistici attinenti la raccolta differenziata che si pone la presente programmazione, riconducibili, fondamentalmente, alla previsione di realizzazione di una o due strutture di ricezione e trattamento della FORSU che consentano l’effettivo decollo e sviluppo di tale raccolta. A tal proposito si evidenzia come nel corso del 2005 tale lacuna sia stata parzialmente colmata dalla realizzazione di una prima struttura localizzata nella parte meridionale del territorio provinciale. Di seguito si affronta più in dettaglio l’argomento distinto per tipologia impiantistica.

5b1) Piattaforme provinciali per il trattamento delle frazioni derivanti dalla raccolta differenziata Come già anticipato l’importanza strategica di tali strutture, già previste nel Piano vigente, viene ad essere ridimensionata dallo sviluppo di numerose attività private basate sul regime normativo semplificato ex art. 33 del D.Lgs. 22/97 ora D.Lgs. 152/06. Di conseguenza sono venute a cadere le difficoltà di reperimento di strutture idonee alla ricezione dei singoli flussi differenziati, in quanto attualmente sul territorio comasco e nelle Province limitrofe esiste una serie nutrita di alternative. In tale ambito si registra la presenza di attività a forte specializzazione, quale il riciclaggio di componenti elettronici, toner e cartucce di inchiostro, accanto a

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recuperatori “classici” di metallo, carta e cartone e plastica convenzionati con i rispettivi Consorzi di filiera. Nell’analisi dello stato di fatto è già stata considerata anche la presenza dell’importante struttura privata ECONORD in località “La Guzza” del Comune di Como, in grado di porsi come riferimento a livello provinciale per le raccolte differenziate di frazioni “secche”. Il quadro illustrato conferma quindi l’esistenza di un sistema di gestione delle differenziate autonomo ed in grado di costituire un valido supporto gestionale alle raccolte comunali. Le azioni opportune in tal senso consistono in realtà in operazioni di convenzionamento sia con gli operatori che con i singoli Consorzi, allo scopo di garantire una maggiore equità tariffaria e condizioni ordinate di conferimento. Ciononostante si ritiene che ulteriori strutture di raccolta a carattere sovracomunale possano contribuire a completare in modo ancora più funzionale lo schema organizzativo esistente, non ritenendo esaurito il tema impiantistico su questo fronte. La presenza di uno o più impianti di stoccaggio e/o trattamento in grado di soddisfare il fabbisogno di gestione a livello di ambito e sub ambito che svolgano quindi un ruolo centrale all’interno della rete di distribuzione dei flussi della frazione secca introduce indubbiamente un’ulteriore razionalizzazione del sistema a livello di trasporti, di trattamenti preliminari dei materiali e di miglior controllo tariffario. Le modalità per conseguire tale obiettivo possono consistere anche nella realizzazione di nuovi impianti. Peraltro i medesimi risultati possono essere ottenuti attraverso il potenziamento di alcune strutture di interesse sovracomunale già esistenti che sono suscettibili, per localizzazione e dotazione di spazi ed infrastrutture, di allargare il proprio bacino d’utenza; un’ulteriore alternativa è rappresentata dalla possibilità di convenzionamento con piattaforme di selezione di titolarità privata dotate delle necessarie caratteristiche dimensionali.

5b2) Piazzole di compostaggio della frazione verde ligneo-cellulosica Allo stato di fatto è già stata delineata la situazione del settore che ha avuto un notevole sviluppo negli ultimi anni, grazie anche alla particolare ricchezza in ambito comasco di attività florovivaistiche e colturali contraddistinte dal duplice ruolo di produttori ed utilizzatori degli scarti verdi compostati. Le piazzole funzionanti sono state interamente realizzate da privati in considerazione della specializzazione tecnica richiesta per la corretta conduzione del processo di compostaggio; non vi sono infatti in ambito comasco, esperienze concrete di impianti a titolarità pubblica ed anche l’autorizzazione provinciale che venne rilasciata alla Comunità Montana “Alpi Lepontine” per la realizzazione di una piazzola di compostaggio è ad oggi scaduta e non è mai stata attuata. L’esistenza di questa rete di impianti, se pur a titolarità privata viene recepita all’interno della vigente pianificazione provinciale ed i vari operatori coinvolti nell’esperienza che fu coordinata a suo tempo dal Consorzio Compostatori Comaschi attualmente non più operativo.

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5b3) Impianti di trattamento della forsu Alla luce di quanto emerso all’interno dell’analisi relativa al fabbisogno di gestione di medio e lungo periodo (Scenario di piano), illustrata nel precedente paragrafo 4b, la programmazione provinciale prevede la realizzazione di due impianti di ricezione della FORSU al fine di colmare la lacuna creatasi all’interno dello schema gestionale della Provincia di Como, nel quale le raccolte della frazione umida sono limitate a pochi casi sporadici. Tali strutture saranno localizzate presumibilmente in posizione baricentrica rispetto ai principali bacini di produzione; in tale ottica il sub-ambito meridionale, per via della maggior concentrazione di popolazione, si presta maggiormente. A tal proposito si fa notare, come già detto, che nel corso del 2005, l’obbiettivo di realizzare due strutture per la ricezione e il recupero della FORSU è stato parzialmente raggiunto con la realizzazione di un primo impianto sito nella parte meridionale della provincia. Tuttavia nell’ambito delle aree turistiche localizzate lungo i laghi e nelle zone montane si rileva una diffusa presenza di esercizi di ristorazione collettiva e strutture alberghiere o di soggiorno che troveranno nei citati impianti una razionale collocazione dei flussi di umido prodotti e che si contraddistinguono per essere di fatto già selezionati all’origine. Non si vogliono precostituire indicazioni tecnologiche sul tipo di trattamento da introdurre per l’umido; la scelta è ovviamente tra un compostaggio di tipo classico, eventualmente accompagnato da fasi di bioossidazione accelerata, e la digestione anaerobica con produzione di biogas a scopi energetici, più adatta laddove sussistono problemi di disponibilità di superfici sufficienti alla realizzazione di aie di maturazione. La potenzialità indicativa di tali impianti dovrebbe complessivamente aggirarsi sulle 44.000 tonnellate/anno, all’interno delle quali è ricompresa la necessaria quota di frazione ligneo-cellulosica indispensabile al buon compimento del processo di compostaggio.

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5c) Impianti finali per la gestione del rifiuto indifferenziato

Come visto nei capitoli precedenti, si dispone del dato di produzione dei diversi flussi di rifiuto proiettato nel tempo, accompagnato dall’analisi della distribuzione territoriale di tale produzione che sta alla base della definizione dei sub-ambiti. E’ quindi possibile a questo punto, considerata anche la situazione dello stato di fatto impiantistico, delineare la proposta di integrazione del sistema infrastrutturale esistente, attinente la gestione del rifiuto indifferenziato, finalizzata a: − conseguire nel lungo termine il completo soddisfacimento della domanda di smaltimento finale dell’indifferenziato non altrimenti recuperabile mediante avvio della medesima frazione al recupero energetico; − eliminare di conseguenza il ricorso alla discarica per lo smaltimento dell’indifferenziato, riservando l’utilizzo del giacimento controllato solo per la messa a dimora di scarti in nessun altro modo recuperabili o di rifiuti indifferenziati inertizzati nei casi di momentanea indisponibilità del termoutilizzatore; − raccordare la rete impiantistica comasca al resto della Lombardia mediante messa a disposizione di una potenzialità aggiuntiva del 20% del fabbisogno di smaltimento della Provincia finalizzata alla solidarietà interregionale, secondo quanto previsto dall’art. 19 della L.R. 26/2003. Uno schema a blocchi riassuntivo dell’assetto impiantistico a regime, comprendente sia gli impianti finali, che gli intermedi anche destinati alla raccolta differenziata, è riportato in calce al presente capitolo. Le azioni conseguenti possono essere pertanto rappresentate da: − adeguamento migliorativo del termoutilizzatore di titolarità A.C.S.M. SpA nel Comune di Como, con il duplice scopo di aumentare il recupero energetico mediante ricezione di un quantitativo di rifiuto indifferenziato pari a quello prodotto dalla Provincia di Como maggiorato del 20%, traguardando nel contempo l’obiettivo di un sensibile miglioramento della qualità delle emissioni in atmosfera; − realizzazione, nell’ambito di uno schema organizzativo che vede il termoutilizzatore di Como in un ruolo centrale, di almeno un impianto di pretrattamento dei flussi di rifiuto indifferenziato, allo scopo di migliorare le caratteristiche merceologiche dei rifiuti stessi in funzione dell’ottimale funzionamento del termoutilizzatore e della necessità di minimizzare gli impatti ambientali in caso di ricorso al giacimento controllato: Si sottolinea come nel corso del 2005 sia stata autorizzata una variante tecnico/gestionale dell’ impianto esistente in località La Guzza del comune di Como, che comporterà la realizzazione di una linea di messa in riserva e pre/trattamento di rifiuti urbani non pericolosi finalizzata alla produzione di CDR, che consentirà il raggiungimento di uno dei principali obbiettivi di dotazione impiantistica della pianificazione provinciale. Tale condizione dovrà comunque essere verificata al momento dell’effettiva attivazione dell’impianto.

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− stipula di accordi con operatori privati per l’invio a recupero energetico di flussi di rifiuto urbano anche preventivamente trattato. − apertura della discarica residuale di Mozzate, 6° lotto, secondo quanto già previsto dal Piano Provinciale approvato dalla Regione nel 1995.

5c1) Adeguamento migliorativo del termoutilizzatore di Como L’attuale situazione del termoutilizzatore di Como è stata approfondita nel capitolo relativo allo stato di fatto impiantistico. La potenzialità dell’impianto oggi consente di soddisfare solo parzialmente (circa il 70%) il fabbisogno di smaltimento provinciale, con obbligo pertanto del ricorso quotidiano alla discarica per evitare l’insorgenza di situazioni di emergenza sanitaria. La localizzazione dell’impianto, stretta tra l’asse ferroviario diretto in Europa proveniente da Milano e la collina sulla quale sorge Casnate con Bernate, non offre grandi possibilità di espansione; tuttavia le soluzioni tecniche esistono ed in sintesi l’indirizzo da assumere potrebbe essere quello della realizzazione di una terza linea accanto alle due esistenti. Tale soluzione comporta due principali vantaggi: 1. prosecuzione dell’attività di termoutilizzazione durante i lavori di realizzazione della terza linea, limitando allo stretto indispensabile le inevitabili fermate; 2. utilizzo a regime della seconda e terza linea dell’impianto, mentre la prima linea potrebbe essere oggetto, in un secondo momento, di un revamping, rimanendo attiva come sezione di supporto nei casi di attivazione della solidarietà interprovinciale e durante i fermi manutenzione delle restanti porzioni. Le attività di ristrutturazione devono coinvolgere necessariamente il complesso sistema di abbattimento delle emissioni. Precise garanzie devono essere fornite al riguardo ed il dimensionamento progettuale dovrà traguardare i limiti previsti dall’Allegato 1 al Decreto Ministeriale 19 novembre 1997 n. 503 esclusivamente come obiettivo minimale. Circa l’entità dell’adeguamento in termini di potenzialità di ricezione, si rammenta che la capacità nominale di termodistruzione è fortemente condizionata dal P.C.I. posseduto dal rifiuto. Le proiezioni future lasciano intravedere un leggero aumento in tal senso a fronte dell’attuale valore medio di 2000-2200 kcal/kg di rifiuto. In termini di quantità ciò significa che, tenuto conto dell’incremento del trend delle differenziate e delle azioni di riduzione della quantità di rifiuto alla produzione, unitamente alla quota di riserva destinata alla solidarietà interprovinciale, l’impianto adeguato dovrà essere in grado di trattare circa 152.000 tonnellate/anno di rifiuti pretrattati con un carico termico di 453.000 MWh/anno (118.000 ton/anno di rifiuto pretrattato + 10.000 ton/anno di rifiuti ospedalieri + 23.600 ton/anno di solidarietà interprovinciale con P.C.I. di 2.500 Kcal/kg).

5c2) Impianti di pretrattamento del rifiuto indifferenziato L’avvio al recupero energetico del rifiuto indifferenziato deve avvenire secondo criteri di economicità, efficacia e razionalità.

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In concreto ciò significa che il flusso di rifiuto da avviare all’impianto deve risultare il più possibile omogeneo, privo di consistenti frazioni non combustibili (es. metalli, vetro, inerti), in assenza oltretutto di scarti di grosse dimensioni che possano intralciare la normale alimentazione alle camere di combustione, qualora la destinazione finale sia rappresentata dal termoutilizzatore di Como; la valorizzazione energetica del rifiuto, attraverso la riduzione dei quantitativi di materiale particolarmente umido, dovrà infine essere calibrata in stretto raccordo con la progettazione dell’adeguamento del termoutilizzatore o della diversa destinazione finale individuata. Appare pertanto opportuno prevedere, a livello di programmazione, la realizzazione di una o due linee di pretrattamento del rifiuto indifferenziato, in grado di conseguire gli obiettivi sopra delineati. Si ribadisce quanto riportato al punto 5c circa il parziale raggiungimento di tale obbiettivo di programmazione derivante dall’adeguamento della struttura esistente in Località La Guzza del comune di Como, fatte salve le verifiche circa la sua effettiva attivazione. In aggiunta a ciò si deve tener conto dell’esigenza di conferire in discarica residuale quote di indifferenziato qualora sopravvenga una momentanea indisponibilità degli impianti finali di recupero energetico e non si possa far totalmente ricorso alla solidarietà interprovinciale. La discarica, per disposizioni normative e per esigenze di tutela ambientale, può accogliere solo rifiuti “residuali” ed il pretrattamento rappresenta il passaggio tecnico in grado di attribuire l’effettiva residualità attraverso un’eventuale possibile selezione meccanizzata dell’indifferenziato ed un trattamento inertizzante a carico della quota di FORSU ancora presente e non intercettata dalle raccolte differenziate. Non si forniscono indicazioni preliminari e vincolanti sulla specifica tecnologia da impiegare, anche alla luce delle varie proposte attualmente presenti sul mercato; si sottolinea unicamente l’esigenza di conseguire gli obiettivi sopra richiamati in stretto raccordo con i caratteri funzionali degli impianti finali. In ogni caso la collocazione dovrà necessariamente risiedere nel sub-ambito meridionale della Provincia.

5c3) Discarica residuale di Mozzate Le procedure autorizzative sono, alla data del dicembre 2003, già state completate. I caratteri tecnologici dell’impianto così come l’ubicazione sono pertanto già definiti ed il richiamo all’interno del presente capitolo della discarica residuale di Mozzate rappresenta la riconferma del ruolo dell’impianto nello schema gestionale della Provincia di Como già delineato nel Piano del 1995. Si riconferma inoltre l’utilizzo congiunto del giacimento controllato con la Provincia di Varese, fermo restando il carattere di residualità che dovrà obbligatoriamente essere posseduto anche dai flussi di indifferenziato varesini. La vita utile del giacimento è funzione delle effettive caratteristiche dell’indifferenziato che sarà conferito all’impianto e dell’effettivo raccordo con la tempistica necessaria all’adeguamento del termoutilizzatore. Di conseguenza il traguardo temporale previsto di circa tre anni per il completamento della discarica residuale può ragionevolmente prolungarsi a seguito del ridimensionamento dei flussi di rifiuto.

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Il monitoraggio della situazione costituirà il supporto per la prossima revisione di piano da mettere in campo nei prossimi anni allo scopo di provvedere ad individuare la soluzione più consona per la collocazione del residuale al termine operativo del “6° lotto”. Al momento appare quantomeno opportuno verificare soluzioni alternative ricorrendo allo strumento dell’accordo di programma con Province limitrofe, allo scopo di affrontare congiuntamente il problema mediante utilizzo sinergico di un unico impianto posto sul territorio di una di esse. In calce al presente paragrafo viene schematizzata la linea di flusso del rifiuto urbano comasco, in base alla proiezione di lungo periodo (paragrafo 4b), disaggregata sulle diverse tecnologie impiantistiche previste. Poiché trattasi di schema esemplificativo, i dati delle potenzialità e delle produzioni di rifiuto sono stati arrotondati alle migliaia.

5c4) Forme di controllo a tutela della salute Su tutti gli impianti del territorio provinciale (esistenti e da realizzare) vanno eseguiti regolari controlli a tutela della salute dei cittadini. Di tali controlli, effettuati sia dal gestore privato sia dai soggetti pubblici preposti, anche su mandato dell’amministrazione provinciale, dovrà essere garantita puntuale informazione all’Amministrazione stessa e alle commissioni consigliari competenti, nonché ampia diffusione nei riguardi di tutti i soggetti di fatto interessati. In particolare per l’impianto ACSM di Como, dovranno essere effettuati: - controlli periodici su terreni limitrofi all’impianto e sugli animali presenti; - almeno un’analisi epidemiologica, nell’arco di validità del presente Piano, sulle popolazioni insediate (residenti, lavoratori…). Di tali controlli dovrà farsi carico il soggetto gestore privato, nochè l’Ente Provincia che provvederà ad incaricare a tal fine gli organismi pubblici preposti.

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SCHEMA IMPIANTI

Assetto impiantistico PRODUZIONE RIFIUTI URBANI 286.000 t/a

RACCOLTA DIFFERENZIATA(*) 44% RACCOLTA UMIDO 14% RIFIUTO RESIDUALE 42% 125.000 t/a 41.000 t/a 120.000 t/a

VETRO CARTA LEGNO VERDE 22.000 t/a 36.000 t/a 10.000 t/a 36.000 t/a

IMPIANTO A IMPIANTO B IMPIANTO DI SELEZIONE E CERNITA TRATTAMENTO TRATTAMENTO (massimizzazione resa energetica ALTRO R PLASTICA FERROSI ALLUMINIO UMIDO UMIDO del rifiuto) 3.500 t/a 6.000 t/a 11.000 t/a 500 t/a 22.000 t/a 22.000 t/a 118.000 t/a

PIATTAFORME PROVINCIALI DI II LIVELLO

IMPIANTI DI TERMODISTRUTTORE CON COMPOSTAGGIO RECUPERO ENERGETICO IMPIANTI DI RECUPERO PRIVATI 151.600 t/a

DISCARICA RESIDUALE (sovvalli residuali da processi di trattamento, recupero e/o selezione 37.500 t./a) RIFIUTI OSPEDALIERI E SIMILI 10.000 t/a IMPIANTI A DISPOSIZIONE NELLO SCENARIO C RETE REGIONALE DI SOCCORSO (*) Tutte le raccolte differenziate eccetto l'organico (umido) e compresi gli ingombranti destinati agli impianti di selezione e cernita 23.600 t/a

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5d) Sinergie con impianti di titolarità privata

Più volte, nel corso della trattazione degli aspetti dedicati alla programmazione impiantistica, si è fatto riferimento alla circostanza consentita dalle normative vigenti della realizzazione autonoma da parte di soggetti privati di impianti di ricezione e trattamento di frazioni di rifiuti solidi urbani. Appare quanto meno evidente e razionale, in presenza di esigenze impiantistiche, prima di intraprendere il percorso a volte lungo e sofferto di costruzione di nuove strutture che, tra l’altro, possono incidere anche a livello negativo sugli attuali assetti territoriali, valutare la possibilità di convenzionare la gestione di particolari flussi di rifiuto urbano con soggetti privati, titolari di impianti già esistenti. Da tale sinergia possono sicuramente derivare effetti benefici in termini di riduzione degli investimenti e di impatto ambientale. In ogni caso va precisato che eventuali accordi con strutture di titolarità privata sono possibili solo nel caso di impianti dedicati. Pertanto si considerano esclusi impianti quali, ad esempio, la cementeria HOLCIM di Merone, che non potranno costituire direttamente o indirettamente impianti di bacino. Per far parte in modo stabile della rete organizzativa provinciale tali impianti devono però assicurare condizioni gestionali che rispondano alle necessità pianificatorie; da qui la necessità di stipula di convenzioni che devono innanzitutto definire: − tipologie di rifiuti in ricezione all’impianto; − quantità; − provenienza dei materiali; − condizioni tariffarie praticate; − eventuali addizionali di competenza provinciale; − aspetti particolari correlati alla specificità dell’impianto convenzionato; − durata della convenzione; − modalità di recesso o variazioni; − penali in caso di inadempienza. La convenzione inoltre dovrà compiutamente definire particolari forme di controllo ambientale e sanitario da applicare di volta in volta sul singolo caso, allo scopo di monitorare in dettaglio gli effetti indotti dalla gestione dell’impianto convenzionato sul contesto circostante. Le forme di controllo di cui trattasi andranno condivise con le Amministrazioni Locali interessate e dovranno prevedere obbligatoriamente ricorso ad organismi pubblici specializzati o a strutture universitarie, individuate dall’Ente Provincia e con oneri a carico del titolare dell’impianto. La scelta o meno di stipula di accordi conseguirà all’analisi puntuale di dettaglio della situazione impiantistica esistente al momento dell’effettiva entrata in vigore del presente piano, non escludendosi peraltro, come già in essere per la piattaforma “La

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Guzza” in Comune di Como, la possibilità anticipata di sottoscrizione di accordi in base alle effettive necessità ed opportunità del momento. Un aspetto particolare è rappresentato dai possibili accordi finalizzati al recupero energetico di frazioni di rifiuto urbano preventivamente trattate di cui si è fatto cenno in precedenza. Esistono infatti, nell’ambito del territorio provinciale, strutture industriali che sono potenzialmente in grado di attivare processi di combustione di rifiuti, in particolare di CDR, per la produzione di energia a servizio del proprio ciclo produttivo. Si fanno sempre più strada infatti soluzioni progettuali riguardanti la preparazione preliminare del rifiuto urbano in vista di una sua valorizzazione energetica. Le soluzioni sono molteplici e devono essere valutate sulla scorta della fattibilità ambientale ed economica delle singole proposte. Saranno pertanto ammissibili utilizzi di CDR “semplice” o arricchito, piuttosto che trattamenti specifici di singole frazioni, quali ad esempio la produzione di gas da biomasse. Appare opportuno considerare specificatamente tali opportunità che presentano l’indubbio vantaggio di non dover prevedere la realizzazione di ulteriori strutture impiantistiche sul territorio, in quanto vengono in gran parte valorizzate infrastrutture industriali esistenti. Evidentemente gli eventuali accordi dovranno prioritariamente considerare la compatibilità ambientale delle procedure, nel rispetto di criteri di economicità. Viene in ogni caso totalmente esclusa la possibilità di utilizzo di impianti industriali ubicati sul territorio provinciale come inceneritori dei rifiuti urbani prodotti dai Comuni della provincia di Como.

5e) Assetti gestionali

Le implicazioni connesse all’applicazione dell’art. 35 della Legge n. 448/2001 e così pure le recenti nuove disposizioni normative regionali in tema di disciplina dei servizi locali e di gestione dei rifiuti, in particolare l’art. 2 comma 6 della L.R. 26/2003, comportano evidenti riflessi sugli assetti gestionali della programmazione in ambito di rifiuti urbani. Peraltro l’art. 21 del D.Lgs. 22/97 ora D.Lgs. 152/06, ribadisce la sussistenza della privativa comunale nella gestione dei rifiuti solidi urbani, contemplando però, subito dopo, al comma 7 del medesimo articolo, un’importante eccezione riguardante le attività di recupero dei rifiuti assimilati. Accanto a ciò l’art. 33, al comma 8, consente poi esplicitamente anche a soggetti privati la gestione di impianti per la produzione di compost e di combustibile da rifiuto solido urbano. La varietà delle soluzioni normative al riguardo non consente pertanto di definire univocamente quale debba essere il soggetto gestionale per eccellenza. Si tratta quindi, in ultima analisi, di definire alcune linee di indirizzo che si ritengono maggiormente indicate per perseguire le finalità sancite dall’art. 20 comma 1 della L.R. 26/2003. La strada da percorrere si ritiene che debba essere quella di una stretta sinergia tra pubblico e privato, dalla quale possa derivare però quella gestione unitaria che viene

76 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO richiesta all’interno degli ambiti territoriali ottimali dall’art. 23 del D.Lgs. 22/97 ora D.Lgs. 152/06. E’ peraltro auspicabile, per garantire un efficace azione di controllo, che all’interno delle società di capitali di erogazione dei servizi e di gestione degli impianti contemplate dal già citato art. 2 della L.R. /2003, venga prevista una partecipazione della Provincia in grado di garantire quell’omogeneità di azione richiesta per il corretto sviluppo della programmazione. Sempre sul versante degli indirizzi di piano, i trascorsi dimostrano come laddove i singoli Enti Locali superino gli inevitabili campanilismi ed organizzino forme strutturate di cooperazione nella gestione dei rifiuti, sicuramente ne traggono giovamento l’efficacia e l’economicità dei servizi. Appare quindi scontato proseguire nelle politiche di incentivazione delle aggregazioni sovracomunali; in particolare viene confermata l’indicazione già contenuta nella vecchia programmazione di privilegiare, in ambito di Comunità Montana, l’organizzazione dei servizi da parte dell’Ente sovracomunale, in quanto entità che, per dimensioni ed organizzazione, riesce a coordinare la gestione dei rifiuti urbani anche presso piccoli Comuni logisticamente sfavoriti. In tal senso si ritiene opportuno prevedere nella fase di attuazione del piano specifiche azioni incentivanti per le Comunità Montane che attiveranno tali forme di gestione. Affrontando l’argomento della gestione del sistema si ritiene, in ambito di piano, di fornire anche indicazioni tecniche per lo sviluppo dei servizi. In anni di funzionamento, l’Osservatorio Provinciale dei Rifiuti ha costantemente monitorato i dati delle rese delle singole raccolte attivate presso i Comuni, correlando gli stessi alle modalità organizzative poste in atto. Da tale monitoraggio possono pertanto essere ricavate alcune indicazioni operative che, ferma restando l’autonomia organizzativa dei Comuni e delle Comunità Montane nell’attuazione delle raccolte, possono essere suggerite in quanto di provata efficacia. Innanzitutto vale il principio generale secondo il quale le raccolte domiciliari garantiscono sicuramente livelli di resa superiori, sia in termini di quantità che di qualità delle singole frazioni differenziate. Laddove è possibile è pertanto maggiormente indicato, ovviamente per le tipologie di rifiuto suscettibili di poter essere raccolte a domicilio, adottare tale modalità gestionale. La medesima considerazione vale anche per la raccolta della frazione indifferenziata: le Amministrazioni che adottano il cosiddetto “sacco nero” mediamente garantiscono produzioni di rifiuto urbano pro-capite inferiori rispetto ai Comuni che utilizzano i cassonetti stradali. Le motivazioni di tale differenza sono piuttosto evidenti: il cassonetto si presta allo smaltimento generalizzato di rifiuti anche di una certa dimensione e l’utilizzo del contenitore non è precluso a utenti non residenti. Occasionalmente sono stati registrati anche smaltimenti abusivi di rifiuti industriali, in quanto la disponibilità del cassonetto sull’arco delle 24 ore, può facilitare i soggetti che intendono disfarsi in modo irregolare dei propri scarti. Evidentemente tutte le condizioni negative proprie del cassonetto sono estranee all’impiego del “sacco nero” a domicilio.

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Tuttavia si è consapevoli che la forma di raccolta basata su cassonetti stradali può rappresentare una scelta di fatto obbligata nel caso di centri montani con nuclei abitati sparsi ed impercorribili con i normali mezzi di servizio. In tali ambiti pertanto sarà evidentemente ammissibile un’organizzazione basata su cassonetti stradali; oltretutto si consideri che il territorio montano è meno soggetto a fenomeni di abbandono di rifiuti industriali. Peraltro, considerando le notevoli fluttuazioni di popolazione imputabili ai flussi turistici, andranno particolarmente curate le modalità di messa a disposizione di ulteriori cassonetti esplicitamente rivolti alle raccolte differenziate, accompagnando il tutto da campagne informative mirate, oltre che al residente, in particolare al fruitore occasionale del servizio. Partendo sempre da esperienze in atto che hanno dimostrato la loro efficacia, si ritiene positiva l’adozione della raccolta dell’indifferenziato mediante il cosiddetto “sacco trasparente”, il cui effetto è principalmente quello di costituire un deterrente in caso di smaltimenti incongrui, ottenendo contestualmente una miglior sensibilizzazione dell’utente. Un aspetto fondamentale nell’organizzazione degli assetti gestionali è rappresentato dalle forme di incentivazione (o, al negativo, di disincentivazione) che possono essere messe in atto per il corretto sviluppo dei servizi. E’ indubbio che l’aspetto economico rappresenti il principale fattore su cui agire in tal senso, secondo una logica tanto semplice quanto efficace: chi gestisce meglio con i migliori risultati avrà diritto a benefici che potranno consistere in sgravi tariffari, quantificati secondo meccanismi che però devono essere pensati in modo approfondito ad evitare complicazioni contabili eccessive, o piuttosto nel diritto o nella priorità di accesso ai contributi che la Provincia potrà erogare. Parallelamente e in attesa della gestione integrata a livello di ambito e/o sub- ambito dovranno essere applicati meccanismi disincentivanti (ad esempio incrementi tariffari) nei confronti dei Comuni che non adottano misure di miglioramento della gestione del servizio, non contribuendo in questo modo al raggiungimento degli obbiettivi di Piano. In particolare i contributi provinciali dovranno puntare al miglioramento dell’efficacia dei servizi, incentivando l’adozione di forme di raccolta più efficaci (ad esempio privilegiando le raccolte differenziate monomateriali rispetto a quelle multimateriali, che generano criticità dovute alle alte percentuali di impurità e alla necessità di impianti di separazione a valle della raccolta domestica), senza dimenticare di privilegiare le gestioni in forma associata, in particolare a livello di Unioni e Comunità Montana. Un occhio di riguardo andrà poi tenuto nei confronti di specifiche iniziative che le Amministrazioni Locali porranno in atto per la riduzione dei rifiuti alla fonte, prima fra tutte quella dell’incentivazione del compostaggio domestico, attraverso specifiche misure di supporto economico da parte dell’Amministrazione Provinciale.

5f) Rete regionale di soccorso

Tra i principi generali che la Legge Regionale 12 dicembre 2003 n. 26 pone, si richiamano, in questo paragrafo, le finalità e gli obiettivi indicati dall’art. 19 che

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dispone, tra l’altro, che la Regione, all’interno del proprio Piano, individui le quote aggiuntive di potenzialità di smaltimento di rifiuti urbani per interventi di sussidiarietà o emergenza tra Regioni. La potenzialità aggiuntiva non deve essere superiore al 20% dei rifiuti prodotti a livello lombardo. A livello provinciale, pur nelle more del Piano Regionale, si ritiene di dover assecondare le nuove disposizioni normative prevedendo una capacità di smaltimento dei rifiuti solidi urbani superiore alla quota che determina il soddisfacimento del proprio fabbisogno, al fine di fronteggiare le necessità di mutuo soccorso temporaneo anche di altre Province della Regione Lombardia. Nel quadro delineato, si inseriscono le previsioni della revisione del piano RSU della Provincia di Como che, nel rispetto del richiamato principio di sussidiarietà, si impegna a garantire una quota aggiuntiva di smaltimento rispetto al proprio fabbisogno pari al 20 % espresso in peso (tonnellate) nell’ambito della valutazione delle istanze di completamento della rete impiantistica di competenza.

5g) Sistema impiantistico esistente

Le immagini di seguito riportate, mostrano il sistema impiantistico attivo in Provincia di Como che comprende: piattaforme, centri di raccolta , impianti autorizzati in procedura ordinaria (art. 27, 28 del dlgs 22/97 ora D.Lgs. 152/06) e impianti soggetti a semplice comunicazione (art. 33 del dlgs 22/97 ora D.Lgs. 152/06). Inoltre è stato condotto un ulteriore approfondimento circa lo stato delle autorizzazioni rilasciate per gli impianti soggette ad autorizzazione ordinaria.

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6) ASPETTI ECONOMICI: VALUTAZIONE ECONOMICA DEI COSTI CORRELATI CON L’ATTUAZIONE DEL PIANO

6a) Premesse

Il presente capitolo analizza gli aspetti economici connessi all’attuazione degli interventi di piano così come definiti dalla presente proposta di revisione. La base di calcolo ha preso in considerazione i dati delle raccolte aggiornati al 2001, in quanto, alla data della predisposizione delle elaborazioni, era ancora in corso di acquisizione la situazione del 2002, considerata peraltro come proiezione. Tuttavia si sottolinea che, preso atto successivamente del dato definitivo 2002, lo scostamento rispetto all’anno precedente può essere ritenuto marginale e non va assolutamente ad inficiare la valutazione economica complessiva di seguito analizzata. La valutazione dei costi fa riferimento alle configurazioni di flusso dei rifiuti in essere, con particolare riferimento all’anno 2002 e a quella relativa agli obiettivi prefissati dal Piano Provinciale dei rifiuti della Provincia di Como all’anno 2012. Al fine di costruire un modello in grado di quantificare l'impatto economico del Piano Provinciale Rifiuti, si è focalizzata l'attenzione sulle differenze di configurazione ritenute più rilevanti. Vengono qui di seguito riassunti i dati salienti della revisione al Piano Provinciale contenuti nei capitoli precedenti, utilizzati come base per la determinazione dell’impatto economico dell’attuazione del Piano stesso nel decennio 2002–2012: − i rifiuti prodotti sul territorio provinciale passano da 264.000 ton/anno a 286.000 ton/anno; l’incremento previsto è dell’8,3% in 10 anni, con un tasso medio di crescita del 0,83% annuo; − la raccolta differenziata passa dal 33,2% del 2001, al 58% pianificato; − la raccolta differenziata del vetro passa dal 7,4% al 7,6%, con un incremento assoluto di 1.960 ton/anno di cui 440 ton/anno conseguenti al solo incremento della percentuale della raccolta differenziata della frazione. L’incremento percentuale sul risultato della R.D. del vetro è ritenuto fisiologico, vista la buona diffusione della raccolta differenziata sull’intero territorio provinciale, ma non è considerato particolarmente significativo; − la raccolta della carta passa dal 8,4% al 12,4%, con un incremento assoluto di 13.220 ton/anno, di cui 11.380 ton/anno conseguenti al solo incremento della percentuale della raccolta differenziata della frazione. Il piano prevede il potenziamento del sistema di raccolta, tramite l’introduzione della raccolta domiciliare nelle aree enucleate dei centri urbani del sub ambito A e sull’intero territorio dei singoli Comuni nel sub ambito B; − la raccolta del legno passa dal 1,3% al 3,4%, con un incremento assoluto di 6.260 ton/anno di cui 5.990 ton/anno conseguenti al solo incremento della percentuale della raccolta differenziata della frazione. La raccolta verrà diffusa soprattutto nel sub-ambito B ed in parte nel sub ambito A. E’ quindi da prevedersi un investimento

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strutturale in termini di cassoni di raccolta da destinare alle aree attrezzate o far pervenire in luoghi e giorni prefissati sul territorio dei singoli Comuni; − la raccolta del verde passa dal 8,4% al 12,4% con un incremento assoluto di 13.220 ton/anno, di cui 11.380 ton/anno conseguenti al solo incremento della percentuale della raccolta differenziata della frazione. Questa tipologia di raccolta, come nel caso del legno, utilizza come terminale di conferimento le piazzole per la raccolta differenziata. La revisione del Piano Provinciale riprende la realizzazione delle 45 piazzole ecologiche previste dalla prima edizione del Piano e non ancora realizzate, più ulteriori 8 piazzole; − la raccolta differenziata della plastica passa dal 1,4% al 2,2%, con un incremento assoluto di 2.500 ton/anno, di cui 2.200 ton/anno conseguenti al solo incremento della percentuale della raccolta differenziata della frazione. Per la raccolta differenziata di questa frazione si prevede la diffusione su tutto il territorio senza indicazioni particolari sulle metodologie da utilizzare; − la raccolta dei materiali ferrosi passa dal 2,0% al 4,0%, con un incremento assoluto di 6.120 ton/anno, di cui 5.680 ton/anno conseguenti al solo incremento della percentuale della raccolta differenziata della frazione. E' prevista la diffusione della raccolta delle frazioni vetro-metalli tramite l’utilizzo delle campane del vetro già utilizzate. Si può ritenere che non vi siano costi aggiuntivi, anche se questa scelta potrebbe comportare l’incremento della frequenza di vuotatura delle campane. Dal punto di vista economico si ritiene l’impatto trascurabile; − la raccolta differenziata dell’alluminio passa dallo 0,1% al 0,2%, con un incremento assoluto di 330 ton/anno, di cui 320 ton/anno conseguenti al solo incremento della percentuale della raccolta differenziata della frazione. Valgono le considerazioni esposte per la raccolta dei materiali ferrosi; − la raccolta differenziata dell’organico passa dallo 0,9% al 14,4%, con un incremento assoluto di 38.920 ton/anno, di cui 38.730 ton/anno conseguenti al solo incremento della percentuale della raccolta differenziata della frazione. E’ la frazione sulla quale la pianificazione punta maggiormente per l’incremento della raccolta differenziata. A tal fine si intende massimizzare la raccolta domiciliare della frazione organica nel sub-ambito B, mentre per il sub-ambito A si tenderebbe ad incrementare la raccolta sulle direttrici di fondovalle, dove la concentrazione di abitanti è significativa e tale da rendere i costi di raccolta sostenibili.

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(Tabella I: incrementi delle varie frazioni merceologiche tra l’anno 2002 e il 2012, e relative strategie in progetto).

2012 2002 2012 Incremento quantità Potenziamento strutturale previsto Frazione % su rifiuti % su rifiuti raccolta riconducibile dal piano provinciale totali totali all’aumento % della R.D. (ton/anno)

Vetro 7,4% 7,6% 440 Nessuno

Raccolta a domicilio nelle aree Carta 8,4% 12,4% 11.380 Comunali, sub ambito A e B Potenziamento raccolta nel sub ambito Legno 1,3% 3,4% 5.990 B e in parte nel sub-ambito A (apposito cassone) Potenziamento della raccolta (apposito Verde 8,4% 12,4% 11.380 cassone)

Diffusione della raccolta nei Comuni che Plastica 1,4% 2,2% 2.200 ancora non la effettuano

Estensione raccolta multimateriale con Ferrosi 2,0% 4,0% 5.680 campane vetro

Ampliamento raccolta multimateriale Alluminio 0,1% 0,2% 320 con campane vetro Diffusione capillare della raccolta porta a porta in tutti i Comuni del sub-ambito Organico 0,9% 14,4% 38.730 B e nelle aree urbanizzate del sub- ambito A

Altre R.D. 3,2% 1,5% -4.760 Nessuno

TOTALE FRAZIONI 33,2% 58,0% 71.360 R.D.

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6b) Investimenti: modellazione per l’analisi degli impatti economici

6b1) Premessa Per la determinazione dei dati quantitativi delle varie frazioni di rifiuto urbano si è fatto riferimento, come già anticipato, a quelli contenuti nel database dei rifiuti della Provincia di Como dell’anno 2002 (come proiezione dati 2001) confrontati con l’anno 2012. Inoltre si è tenuta in considerazione l’analisi merceologica effettuata sul rifiuto indifferenziato. Per quanto riguarda i costi della raccolta differenziata, i dati ricavabili dal database provinciale forniscono invece indicazioni incomplete; infatti pochi Comuni dividono le voci di costo tra raccolta, trasporto e smaltimento, e non tutti i Comuni hanno provveduto alla compilazione completa del quadro delle informazioni richieste. Non si è ritenuto quindi opportuno utilizzare i dati di costo per le raccolte differenziate estrapolabili dal database provinciale e per questo ci si è riferiti a dati di letteratura consolidati. Viste le quantità in gioco, si trascurano le incidenze delle variazioni delle frazioni minori (beni durevoli, farmaci, pile e batterie, ecc.). L’analisi ha come scopo la valutazione dei flussi economici correlati all’attuazione del Piano Provinciale. Affinché il confronto sia congruente, sono state quantificate le differenze di costo tra la configurazione prevista dal Piano nell’anno 2012 e la proiezione allo stesso anno della situazione in essere, mantenendo costanti le percentuali di raccolta differenziata relative all'anno 2002. Si sono così confrontate due situazioni omogenee, valutando le differenze economiche conseguenti a differenti strategie di gestione ed alle diverse configurazioni impiantistiche per lo smaltimento dei rifiuti. Per quanto riguarda i valori di costo da utilizzare per la raccolta e il trasporto, esiste una forte variabilità nei dati reperibili sia in letteratura che sul territorio nazionale. Infatti le realtà locali, con le caratteristiche di morfologia del territorio, densità abitativa, maggiore o minore vicinanza al punto di smaltimento, influenzano in maniera sostanziale queste voci di costo. La necessità è però quella di effettuare una stima generale, relativa al sistema globale di gestione: per questo motivo, in luogo di determinazioni puntuali sulle realtà locali specifiche, si è proceduto ad una stima aggregata dei costi. Tra i dati reperiti in letteratura, sono sembrati maggiormente adatti alla situazione della Provincia di Como quelli riportati nel Piano Provinciale dei Rifiuti della Provincia di Torino (riportati in tabella II).

91 02/12/09 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO

(Tabella II: calcolo dei costi di raccolta con le stime ingegneristiche)

Costi di gestione dei servizi di raccolta Area intensiva Area estensiva Stime ingegneristiche Area mista (€/ton) (€/ton) (€/ton)

Organico a bidoni 85 115 160

Carta a bidoni 67 90 132

vetro a campane 27 35 40

vetro a bidoni 58 81 127

plastica a sacchi 357 498 538

Il metodo delle stime ingegneristiche, in una fase di studio economico per ampie zone, appare il più adatto non potendo fare riferimento a dati certi relativi alle zone stesse. Inoltre le suddivisioni tra aree a differente densità demografica permette di fornire una rappresentazione media adatta sia per il sub-ambito B (Como e Bassa Comasca) sia per quello A (Lago e Valli). I costi dei centri urbani presenti nel sub-ambito B sono sicuramente vicini ai costi delle altre Province della Lombardia e della Pianura Padana. Discorso leggermente diverso per i piccoli centri di pianura e certamente per i centri delle zone Lago e Valli (sub-ambito A), nei quali la scarsa densità demografica incide sicuramente in maniera rilevante. Rispetto alla suddivisione evidenziata dalla tabella II, il sub-ambito B potrebbe considerarsi un insieme di zone intensive e miste, mentre il sub-ambito A è una zona con aree miste ed estensive. La stima ingegneristica dei costi viene utilizzata per quanto attiene la raccolta della carta e dell’organico con la tecnica domiciliare, mentre per le altre raccolte si è fatto riferimento a dati bibliografici.

6b2) Modello ed assunzioni L’attuazione del Piano Provinciale richiede operativamente: − costruzione di impianti nuovi per il trattamento della frazione umida; − potenziamento delle attuali strutture di valorizzazione energetica dei rifiuti; − predisposizione di impianti adeguati al ricevimento e trattamento di sovvalli e ceneri. A seguito di tali strategie sarà attuabile lo schema di flusso previsto per l'anno 2012. La valutazione economica riportata in tabella IV prevede alcune semplificazioni e generalizzazioni riportate in maniera concisa qui di seguito.

A. INVESTIMENTI PER L’IMPIANTISTICA. Per ottenere la nuova configurazione di trattamento dei RSU sono necessari due nuovi impianti per il trattamento della frazione organica, un impianto di valorizzazione energetica dei rifiuti indifferenziati, l’adeguamento dell’attuale impianto di termoutilizzazione ACSM di Como, come 92 02/12/09 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO

descritto al punto 5c. Per quanto riguarda gli impianti elencati è stata effettuata una stima di massima dei costi, in base alle potenzialità presunte di progetto ed alla tipologia di flusso trattato. La valutazione non può che essere generica, in quanto non sono state ancora definite nel dettaglio le caratteristiche dei processi designati per il trattamento; i valori assunti sono quindi indicativi in relazione alle più comuni scelte impiantistico processistiche. Inoltre, non si è tenuto conto di investimenti per la discarica residuale (ipotizzando la possibilità di utilizzo della nuova vasca della discarica di Mozzate, già approvata), né per eventuali potenziamenti o revamping di impianti di compostaggio privati. B. INVESTIMENTI STRUTTURALI SUL TERRITORIO. Il potenziamento delle raccolte differenziate, sia domiciliari che stradali, richiederà investimenti finalizzati all’adeguamento delle strutture di raccolta. Questo comporterà l’acquisizione di bidoni per la raccolta domiciliare, cassonetti e campane per la raccolta stradale, cassoni per la raccolta nelle piazzole, e mezzi di trasporto. Questi investimenti, di gran lunga minori rispetto a quelli relativi al punto A, non sono stati quantificati, in quanto si è considerato non vengano sostenuti dall’ente pubblico, ma dalle ditte appaltatrici del servizio di ritiro e trasporto e da esse direttamente ripartiti sulle tariffe del servizio. Le stime ingegneristiche, dove utilizzate per la valutazione dei costi di raccolta e trasporto, tengono in considerazione l’ammortamento delle strutture necessarie per il servizio; lo stesso vale per i dati di costo di letteratura utilizzati. Sono invece stati considerati a parte i dati di costo per la costruzione di 53 nuove piazzole per la raccolta differenziata. C. COSTI DI GESTIONE DEL SERVIZIO. La valutazione dell’impatto economico del Piano Provinciale per i Rifiuti è stata fatta considerando l’effetto economico ottenuto dalla variazione della politica di gestione del rifiuto. Non si sono quindi definiti i costi globali della gestione dei rifiuti per gli anni 2002 e il 2012, in quanto i dati non sarebbero confrontabili. Si è invece valutata la differenza economica conseguente a due diverse politiche gestionali, evidenziando su dati congruenti (a parità di quantità totali di rifiuti prodotti e di caratteristiche merceologiche degli stessi) la differenza di costi che si avrebbero tra l'attuale sistema di gestione dei rifiuti, e quella ipotizzata a regime nel Piano Provinciale. In particolare, si sono ipotizzati, per le frazioni per le quali verranno potenziati i sistemi di raccolta differenziata, un maggiore onere per la raccolta (limitato alle frazioni in cui si prevede un cambio di servizio o comunque costi di servizio più onerosi) ed una variazione negli oneri di smaltimento. Quest’ultima voce si traduce in un aggravio dei costi gestionali per quelle frazioni differenziate che hanno un costo di smaltimento, mentre diviene flusso economicamente positivo per quelle frazioni che possono apportare un ricavo dalla vendita. Assieme a questo è stata considerata la variazione di costo di smaltimento dei RSU indifferenziati: diminuiscono la loro incidenza grazie all’incremento delle raccolte differenziate, ed hanno differente tecnica di smaltimento (quasi interamente tramite il termovalorizzatore, previo passaggio in impianto di valorizzazione, e infine in discarica solo per quanto riguarda i sovvalli). Il modello introduce quindi varie semplificazioni, mirate ad ottenere una rappresentazione realistica generale del problema e nel contempo flessibile, dell’impatto della pianificata configurazione del sistema di gestione dei rifiuti.

93 02/12/09 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO

6b3) Dati di costo utilizzati nel modello Per i costi di raccolta e trasporto delle significative frazioni differenziate considerate, sono stati ritenuti validi i costi determinati mediante il metodo delle stime ingegneristiche. Questo sia per svincolarsi da eventuali distorsioni causate da situazioni territoriali contingenti presenti in altre province di cui si conoscono i dati di costo; sia per la flessibilità che la distinzione per densità demografica permette. Proprio la diversità di densità demografica è uno dei parametri più significativi che contraddistingue i due sub-ambiti comaschi. In tabella III sono riportati i dati di costo per la raccolta differenziata delle varie frazioni che hanno maggior peso nel Piano Provinciale, comprensivi di ritiro, trasporto, smaltimento, eventuali ricavi da vendita e contributi Conai. Sono riferiti all’incremento di quantità raccolte grazie alle strategie individuate dalla pianificazione provinciale. Tabella III: quantità di rifiuto differenziato incrementate per effetto dell’attuazione del Piano Provinciale e costi applicati.

Incremento dovuto Costo unitario per le Frazione alle strategie del Piano quantità di rifiuto Fonti dei dati di costo utilizzati Provinciale [ton/anno] incrementa-te [€/ton]

Raccolta, trasporto e smaltimento: nessun Vetro 440 0 € incremento considerato

Raccolta e trasporto: analisi costi attuali provincia di Como da dati “osservatorio rifiuti” – stime Carta 11.380 108 € ingegneristiche Smaltimento: letteratura specialistica

Raccolta e trasporto: dato di Ferrara piano provinciale (rilevamento Federambiente). Legno 5.990 110 € smaltimento: dato medio ricavabile su costi medi di smaltimento delle Rd.

Raccolta, trasporto e smaltimento: dato medio di ritiro trasporto e smaltimento per verde che va a Verde 11.380 53 € compostaggio (studio sulla provincia di Milano pubblicato nel piano provinciale di Torino)

Raccolta e trasporto: dato provincia di Ferrara Plastica 2.200 145 € Smaltimento: letteratura specialistica

Raccolta e trasporto si è considerato di non avere incrementi di costi per la conversione delle raccolte Ferrosi 5.680 -50 € dei materiali ferrosi a multimateriale. Smaltimento: letteratura specialistica

Raccolta e trasporto si è considerato di non avere incrementi di costi per la conversione della raccolta Alluminio 320 -50 € alluminio a multimateriale. Smaltimento: letteratura specialistica

Raccolta e trasporto: si è considerato di non avere incrementi di costi per la conversione della raccolta Organico 38.7320 141 € organico Smaltimento: letteratura specialistica

Per quanto riguarda le varie voci considerate, si effettua di seguito una breve descrizione.

94 02/12/09 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO

L’incremento di costo per la raccolta e il trasporto del vetro è stato considerato nullo, come pure quello per lo smaltimento. Sebbene in alcune zone la situazione reale potrà discostarsi leggermente da questo dato, ipotizzare di non avere variazione nei flussi di cassa dovute a questa raccolta, appare soluzione rappresentativa e cautelativa. Per la raccolta delle carta sono stati utilizzati dati di stima ingegneristica. Essendo disponibile un dato piuttosto attendibile riguardo i costi attuali della raccolta e trasporto nella Provincia di Como (circa 40 €/ton), si è comparato il costo della proiezione attuale al 2012 con il costo dovuto alla nuova configurazione prevista dalla revisione al Piano Provinciale. Per questa voce si è considerato che le quantità nel sub-ambito B (zona ipotizzata al 75% intensiva e al 25% mista) saranno raccolte con la raccolta domiciliare, mentre nel sub-ambito A (zona ipotizzata al 75% mista e 25% estensiva) solo l’80% delle quantità sarà effettuata con la tecnica domiciliare. Per quanto riguarda lo smaltimento è stato considerato un dato di letteratura che prevede la vendita della carta raccolta. Per la raccolta e lo smaltimento legno si è utilizzato un dato di letteratura medio per la frazione. Per la raccolta della plastica è stato utilizzato un dato di costo di letteratura, senza caratteristiche specifiche di tipologia di raccolta. Lo smaltimento è stato ipotizzato a costo nullo, valore rappresentativo della media di valori riscontrabili in letteratura e in alcune rilevazioni di settore, dato giustificato peraltro dall’elevata incidenza del contributo Conai, che per la plastica è nell’ordine dei 150 €/ton. (partite con impurità comprese fra il 6 ed il 16%). Per la raccolta dei materiali ferrosi si è considerato che, essendo utilizzata una conversione della raccolta multimateriale già presente con il vetro, non vi siano incrementi di costo significativi. Per lo smaltimento si è utilizzato un dato medio di letteratura che prevede la vendita della frazione. Per la raccolta dell'alluminio si è considerato che, essendo utilizzata una conversione della raccolta multimateriale già presente con il vetro, non vi siano incrementi di costo significativi. Per lo smaltimento si è utilizzato un dato medio di letteratura che prevede la vendita del materiale raccolto. Per la raccolta si è considerata la modalità che la Provincia intende utilizzare, ovvero quella domiciliare. Sono state considerate le quantità che si intendono raccogliere nel sub- ambito A (lago e zone montane) ed il sub-ambito B (Como e Bassa Comasca). Sono state utilizzate le stime ingegneristiche, considerando che il 75% della raccolta nel sub-ambito B veniva effettuata in aree intensive, mentre il restante 25% in zone miste; il 75% della raccolta della raccolta nel sub-ambito A veniva effettuata in aree miste, mentre il restante 25% in zone estensive. Per lo smaltimento si è utilizzato un dato medio di letteratura che considera già l’ammortamento dell’impianto di trattamento della frazione organica. Altre raccolte vengono a diminuire drasticamente a causa della ridistribuzione delle frazioni secondarie tra altre raccolte (materiali ferrosi, alluminio, ecc.). Per questo dato, vista la notevole disomogeneità, non è stata considerata nessuna variazione di costo, né per la raccolta, né per lo smaltimento. Il dato è sicuramente prudenziale in quanto la razionalizzazione delle raccolte porta sicuramente a diminuzioni dei costi.

6b4) RSU indifferenziati Per quanto riguarda la raccolta indifferenziata, non si è considerata alcuna variazione di costo relativa alla diminuzione delle quantità. Per lo smaltimento, invece, si è valutata la 95 02/12/09 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO differenza tra i costi relativi allo smaltimento con le attuali modalità (discarica e termodistruttore), e quelli relativi alla futura configurazione (impianto di valorizzazione, termoutilizzazione e cogenerazione, discarica residuale) riferiti a dati di letteratura per i costi di impianto analoghi. Sono stati considerati gli attuali costi del termodistruttore ACSM e della discarica di Gorla Maggiore per l’attuale modalità di conferimento.

6c) Sintesi dei risultati e commenti

6c1) Conti economici Il risultato dell’analisi evidenzia che l’attuazione delle strategie previste dal Piano Provinciale comporterà, dal punto di vista economico, un aggravio dei costi di raccolta e trasporto dei rifiuti, una diminuzione dei costi di smaltimento degli RSU indifferenziati, e la necessità di investimenti impiantistici iniziali. Il modello economico riportato in calce al presente capitolo è stato diviso in due parti: nella prima vengono valutati i flussi monetari conseguenti al potenziamento delle raccolte differenziate. Il totale di queste voci evidenzia come il potenziamento delle raccolte differenziate provochi un incremento di costo di circa 7,67 milioni di €/anno (al raggiungimento degli obiettivi, numerici e impiantistici di piano). Questa voce tiene conto sia dei costi di raccolta, sia di quelli di smaltimento delle varie frazioni. Nella seconda parte del modello viene riportata la variazione di costo dovuta alla diminuzione percentuale della frazione indifferenziata dei RSU ed alla sua diversa modalità di smaltimento. Per quanto riguarda i costi di smaltimento della valorizzazione energetica, termovalorizzazione, e discarica residuale, si sono considerati costi medi tratti da esperienze analoghe che comprendono anche l’ammortamento dell’impianto. I risultati portano ad un risparmio annuale di circa 11,27 milioni di euro (al raggiungimento degli obiettivi, numerici e impiantistici, di piano). Effettuando quindi un bilancio globale, tra i flussi economici in entrata ed in uscita, risulterà esserci un margine positivo annuo di circa 3,60 milioni di euro. Da questo, appare evidente che l’attuazione del Piano Provinciale comporterà un risparmio nei costi di gestione dei rifiuti della Provincia. E’ opportuno sottolineare che questo dato tiene anche in considerazione gli ammortamenti degli impianti di trattamento e delle strutture logistiche per la raccolta e il trasporto. L'ammortamento è stato considerato su 10 anni. Per quanto riguarda i costi di investimento da sostenere per la definizione della struttura impiantistica necessaria all’attuazione del Piano Provinciale, il dato indicativo riporta una richiesta di circa 83 milioni di Euro, necessari per: − la costruzione degli impianti di trattamento della frazione organica raccolta; − la costruzione di un impianto di pretrattamento del rifiuto indifferenziato; − il revamping delle attuali due linee del termoutilizzatore di Como; − la costruzione di una nuova linea di trattamento termico del rifiuto; − la costruzione delle 53 piazzole ecologiche previste dal Piano Provinciale.

96 02/12/09 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO

La voce più significativa per quanto riguarda gli investimenti è quella dell’adeguamento dell’impianto di termovalorizzazione , che assorbe più del 50% degli investimenti previsti.

6c2) Significatività dei risultati La valutazione economica effettuata riguarda dati aggregati dell’intera Provincia di Como. Se i dati attualmente disponibili sulle quantità dei rifiuti sono molto puntuali, lo stesso non può dirsi sui costi. Questo è in particolare dovuto alle differenti modalità di gestione del servizio di raccolta e trasporto ed alla modalità di gestione dei contratti di appalto ancora presenti nei vari Comuni del territorio, nonché ad una congenita disomogeneità di avanzamento delle raccolte differenziate tra i vari Comuni. Il modello assunto per la quantificazione della variazione dei costi annuali della gestione rifiuti, semplifica la situazione in essere, ipotizzandola nel presente e nella proiezione al 2012 omogenea sul territorio, al fine di poter ricavare dati medi di costo. Inoltre, l’elasticità di configurazione impiantistica ipotizzata dal Piano Provinciale, introduce un ulteriore grado di libertà al sistema. La ricerca di dati di costo congruenti tra loro, rende comunque il modello attendibile per quanto riguarda l’ordine di grandezza dei risultati. Seppure quindi la cifra di 3,60 milioni di euro annui di risparmio, a regime impiantistico raggiunto, sia indicativa, essa evidenzia di fondo che l’attuazione del Piano, considerando l’ammortamento degli impianti richiesti, produrrà indubbi benefici anche finanziari per la gestione complessiva del flusso dei rifiuti. Valutazione differente è invece necessaria per i costi di investimento, che possono variare in maniera anche significativa a seconda dei processi e delle tecnologie scelte. Il valore riportato è quindi indicativo di una scelta processistico impiantistica tradizionale, ma può variare in relazione alle tecnologie e ai processi alternativi scelti.

6c3) Parametri influenzanti Per quanto riguarda il calcolo dei flussi economici annuali, viste le quantità in gioco, il bilancio è sicuramente molto sensibile alle voci relative alla raccolta differenziata della carta, del verde, della frazione organica e del rifiuto indifferenziato. Le tecnologie di smaltimento per quanto riguarda l’organico, il pretrattamento energetico del rifiuto indifferenziato, il suo trattamento termico, rimanendo all’interno dei sistemi di processo maggiormente diffusi, può indurre spostamenti del bilancio generale entro il 20% del totale. Il costo di investimento iniziale, valore attualmente incerto in quanto non sono ancora delineati in dettaglio i processi e le scelte impiantistiche, ha scarsa influenza sul bilancio economico complessivo annuale. Infatti le elevate quantità trattate e l’influenza che la variazione di configurazione processistico impiantistica produce sui costi gestionali, determinano scarse variazioni sul costo unitario del rifiuto trattato.

6c4) Commenti finali La valutazione economica effettuata evidenzia che le scelte progettuali del Piano Provinciale dei Rifiuti porteranno, a regime, benefici economici apprezzabili. Oltre tutto, nella valutazione effettuata non si è tenuto conto dei benefici ambientali correlati. 97 02/12/09 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO

Qualora si considerasse anche questa voce, sempre difficilmente quantificabile in termini monetari, il bilancio si sposterebbe ulteriormente verso termini positivi. Gli investimenti impiantistici necessari per l’attuazione del piano, sebbene di notevole entità, vengono ampiamente ripagati dalla gestione più razionale e dalla valorizzazione delle potenzialità del rifiuto. (Tabella IV: tabella riassuntiva valutazione economica).

DETTAGLIO DELLE VARIAZIONI DI COSTO GESTIONALI ANNUI DOVUTI AL NUOVO PIANO PROVINCIALE DEI RIFIUTI Incremento rispetto al Potenziamento Variazione normale strutturale Costi raccolta Costi costi derivante Frazione incremento dei previsto dal Piano e trasporto smaltimento dal Piano merciologica 2002 2012 rifiuti Provinciale considerati considerati Provinciale

% su rifiuti % su rifiuti totali totali [ton/anno] [€/ton] [€/ton] [€/anno] Vetro 7,4% 7,6% 440 No 0 € 0 € 0 €

Sì (raccolta a domicilio nelle zone Comunali, Carta 8,4% 12,4% 11.380 sub ambito A e B) 143 € -35 € 1.224.275 € Sì (potenziamento raccolta nella zona B e in parte Legno 1,3% 3,4% 5.990 zona A) 60 € 50 € 359.510 € Si (potenziamento Piazzole Verde 8,4% 12,4% 11.380 Ecologiche) 53 € 603.140 € Sì (diffusione della raccolta nei comuni che ancora non la Plastica 1,4% 2,2% 2.200 effettuano) 145 € 0 € 319.000 € Sì (ampliamento raccolta multimateriale con campane Ferrosi 2,0% 4,0% 5.680 vetro) 0 € -50 € -284.000 € Sì (ampliamento raccolta multimateriale con campane Alluminio 0,1% 0,2% 320 vetro) 0 € -50 € -16.000 € Sì (ampliamento raccolta porta a porta nei grandi Organico 0,9% 14,4% 38.730 centri urbani) 96 € 45 € 5.465.464 € Altre R.D. 3,2% 1,5% -4.760 No 0 € 0 € 0 € TOTALE FRAZIONI Raccolta Differenziata 33,2% 58,0% 7.670.000 €

RSU INDIFFERENZIATI 66,8% 42,0% -71.077 -11.270.000 €

ONERE AGGIUNTIVO ANNUO PER LA NUOVA CONFIGURAZIONE -3.600.000 €

98 02/12/09 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO

7) CRITERI GUIDA PER LA CORRETTA LOCALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI E SPECIALI

7a) Premessa

Il processo di gestione dei rifiuti e di localizzazione dei nuovi impianti sul territorio avviene con la duplice partecipazione di Regione e Provincia; infatti il principale decreto legislativo in materia, cioè il n.22/ 1997 (ora D.Lgs. 152/06) e s.m.i. e la recente L.r. n.26/2003 hanno stabilito che l’individuazione delle zone non idonee alla localizzazione degli impianti e, per differenza, di quelle idonee spetta alle Province ma sulla base dei criteri definiti dalla Regione. Per la precisione, la Regione ha definito i principi di incompatibilità alla localizzazione validi per tutti gli impianti di smaltimento e di recupero e per qualsiasi tipo di rifiuto, i criteri guida per l’individuazione degli impianti e dei luoghi adatti al loro smaltimento ed infine ha stabilito le distanze minime di sicurezza da: centri abitati, case sparse e funzioni sensibili. La Provincia invece, una volta recepite le indicazioni fornite dalla Regione in merito alle zone non idonee, deve approvare propri criteri di idoneità localizzativa che possono essere maggiormente restrittivi ma non meno laschi dei sovraordinati criteri regionali ed infine individuare le macroaree potenzialmente idonee e in accordo con i Comuni decidere per la localizzazione nel dettaglio. In base a quanto stabilito dalla Regione, si precisa che tali criteri non valgono per il pregresso, di conseguenza gli impianti che, alla luce delle nuove restrizioni localizzative si trovano ad essere localizzati in aree non idonee, saranno nel tempo soggetti a chiusura o a riconversione funzionale; altresì si precisa che l'esercizio delle operazioni di smaltimento e recupero dei rifiuti già autorizzate sarà consentito limitatamente alla durata dell'autorizzazione stessa, il cui rinnovo sarà possibile fino al termine della vita tecnica dell'impianto o in caso di discarica ad esaurita possibilità di conferimento. La provincia di Como nel ritenere esaustivi i criteri forniti dalla Regione, li assorbe integralmente e li considera il punto di partenza per la propria pianificazione. Questi criteri originano da una lettura integrata di tutti gli aspetti inerenti il territorio, l’ambiente e la loro gestione pertanto tengono conto di vincoli e fattori ambientali connessi a: − Uso del suolo; − Caratteri fisici del territorio; − Protezione delle risorse idriche; − Tutela da dissesti e calamità; − Protezione di beni storici e risorse naturali; − Previsioni dei P.R.G. comunali; − Aspetti strategico – funzionali che possono influenzare la localizzazione.

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Il metodo associa a ciascun vincolo/informazione un diverso grado di prescrizione, in relazione alla tipologia impiantistica considerata ed al grado di impatto che questa potrebbe implicare sulle caratteristiche ambientali che hanno legittimato l’imposizione del vincolo stesso. I livelli di prescrizione previsti sono i seguenti: ESCLUDENTE: implica l’esclusione totale dell’impianto; PENALIZZANTE: contempla la realizzazione dell’impianto soltanto dietro particolari attenzioni nella progettazione/realizzazione dello stesso, in virtù delle sensibilità ambientali rilevate; PREFERENZIALE: fornisce informazioni aggiuntive di natura logistico/economica finalizzate ad una scelta strategica del sito.

7b) Criteri guida per la localizzazione delle discariche

Per i criteri relativi alla localizzazione di nuove discariche e per le varianti sostanziali ad impianti esistenti ci si deve riferire integralmente alle disposizioni previste nella D.g.r. n° 6581 del 13 febbraio 2008 con particolare riferimento al punto “Criteri relativi alla localizzazione di nuove discariche e per le varianti sostanziali ad impianti esistenti che implichino un consumo di suolo” comprensivo della tabella dei criteri (da pag. 42 a pg. 46 del BURL 4° supplemento straordinario al n° 7 del 15 febbraio 2008). Considerando che la progettazione delle discariche viene effettuata in base ai criteri introdotti dal Dlgs n.36/2003, il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti ha introdotto ulteriori raccomandazioni finalizzate a garantire un elevato grado di protezione della falda, superficiale e sotterranea, quali: − è preferibile la realizzazione di discariche in zone che presentano una falda molto profonda (ad esempio sotto i 5 metri dal piano di campagna) ed in terreni con strati argillosi molto consistenti; − è vietata la realizzazione di discariche in fossa nelle zone dove si può verificare una fluttuazione della falda da - 5 metri al piano di campagna; in tale situazione è consentita la realizzazione solo di discariche in rilevato, con il piano di imposta dello strato di impermeabilizzazione a + 1,5 metri dal tetto della falda confinata o a + 2 metri dalla massima escursione di quella libera; − è consentita la realizzazione di discariche in fossa nelle zone dove la falda si trova a - 5 metri sotto il piano di campagna, sempre con il piano di imposta dell'impermeabilizzazione a + 1,5 metri dal tetto della falda confinata o a + 2 metri dalla massima escursione della falda libera.

7c) Criteri guida per la localizzazione di impianti di trattamento termico dei rifiuti:

Per i criteri relativi alla localizzazione di impianti per il trattamento termico dei rifiuti e per le varianti sostanziali ad impianti esistenti ci si deve riferire integralmente alle disposizioni previste nella D.g.r. n° 6581 del 13 febbraio 2008 con particolare riferimento al punto “Criteri per la localizzazione di nuovi impianti per la termovalorizzazione di rifiuti

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(urbani, speciali pericolosi e non pericolosi) e per le varianti sostanziali agli impianti esistenti che implichino un consumo di suolo” comprensivo della tabella dei criteri (da pag. 46 a pg. 49 del BURL 4° supplemento straordinario al n° 7 del 15 febbraio 2008). Inoltre Il Piano Regionale di Gestione dei rifiuti ha specificato che eventuali nuovi impianti per il trattamento termico di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi debbano essere sempre: − progettati con la miglior tecnologia disponibile, sia in termini di efficienza nel trattamento termico sia in termini di qualità e quantità delle emissioni; − dimensionati correttamente, al fine di garantire efficienza ed economicità di gestione; − preceduti da uno Studio di impatto ambientale (che comprenda adeguate analisi di rischio per la popolazione e per l’ambiente); − dotati di idonei sistemi di controllo e monitoraggio. Infatti l’impatto ambientale da emissioni aeriformi è, nel caso degli impianti di trattamento termico di rifiuti, variabile molto sensibile quindi oggetto di continua attenzione; se mal progettate queste strutture possono produrre emissioni in atmosfera tali da interessare porzioni consistenti di territorio. Gli effetti se pur contenuti, nel caso degli attuali impianti, possono variare in funzione della tecnologia adottata, delle modalità gestionali dell’impianto e delle condizioni atmosferiche. In dipendenza dalle diverse condizioni meteorologiche locali possibili e delle condizioni di esercizio, l’area interessata dalle ricadute delle emissioni di un impianto può cambiare e variare notevolmente in estensione. Pertanto, anche nelle aree giudicate idonee, un criterio per il giudizio di inidoneità va individuato in funzione dei seguenti elementi: − la direzione e la velocità dei venti predominanti; − le caratteristiche meteorologiche incidenti sulla zona; − l'altezza del camino; − il tipo e la quantità dell'emissione; − la presenza di bersagli particolarmente sensibili. La scelta dell'ubicazione finale dell'impianto, farà seguito al vaglio di diverse alternative e verrà sempre localizzato ad una distanza minima di sicurezza dai vicini centri abitati; tale misura sarà il risultato di uno studio di approfondimento sulle condizioni climatologiche locali, considerando gli aspetti sopra elencati. Concludendo, la localizzazione che garantirà una ricaduta minima di sostanze nocive al suolo rispetto ai vicini centri abitati, stando ai parametri previsti dal D.M. n. 60/2002, dalla Direttiva n. 61/1996 e dalla L. n. 372/1999, sarà quella ottimale.

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7d) Criteri guida per la localizzazione di impianti di trattamento chimico/fisico, impianti di inertizzazione o altri trattamenti specifici, impianti di compostaggio/cdr, selezione/stabilizzazione, impianti di trattamento degli inerti:

Per i criteri relativi alla localizzazione di impianti di trattamento chimico/fisico, impianti di inertizzazione o altri trattamenti specifici, impianti di compostaggio/cdr, selezione/stabilizzazione, impianti di trattamento degli inerti ci si deve riferire integralmente alle disposizioni previste nella D.g.r. n° 6581 del 13 febbraio 2008 con particolare riferimento al punto “Criteri per la localizzazione di nuovi impianti di trattamento chimico-fisico, inertizzazione e altri trattamenti specifici, compostaggio, produzione c.d.r., bio-stabilizzazione e cernita/selezione/stabilizzazione, trattamento degli inerti e per le varianti sostanziali agli impianti esistenti che implichino un consumo di suolo” comprensivo della tabella dei criteri (da pag. 49 a pg. 52 del BURL 4° supplemento straordinario al n° 7 del 15 febbraio 2008).

7e) Prescrizioni per la tutela della popolazione

Per le prescrizioni relative alla tutela della popolazione con particolare riferimento alle distanze dai centri abitati ci si deve riferire integralmente alle disposizioni previste nella D.g.r. n° 6581 del 13 febbraio 2008 con particolare riferimento al punto 8.5.6 di pg. 39 del BURL 4° supplemento straordinario al n° 7 del 15 febbraio 2008.

7f) Proposte per un corretto inserimento ambientale degli impianti: aree di rispetto e di compensazione

L'inserimento di nuove strutture preposte alla gestione dei rifiuti deve tenere in considerazione anche l’impatto visivo sul paesaggio pertanto anche l’aspetto estetico degli impianti assume un ruolo fondamentale. Il tutto si basa sulla ricerca del decoro, delle forme, dei colori, delle finiture delle strutture nonchè su una corretta disposizione e gestione degli spazi cioè dei piazzali dove sostano i rifiuti in ingresso e i prodotti delle lavorazioni in uscita. Le diverse proposte progettuali devono comunque scaturire da un'intensa attività interdisciplinare interna al gruppo di progettazione generale dell'impianto, che tenga conto del fatto che gli interventi di inserimento ambientale richiedono tempi medio/lunghi di realizzazione e che una volta realizzati essi implicano diversi costi di manutenzione (continuo divenire dei soprassuoli vegetali ricostituiti). Il Piano Regionale di Gestione dei rifiuti ha comunque fornito alcuni indici da utilizzare nella progettazione ed edificazione delle aree, quali: − copertura massima dell'area, comprese le superfici occupate dagli impianti: 30% − superfici a parcheggio, piazzali sosta mezzi e containers, viabilità: 30% − superficie minima a verde dell'area: 40% 102 02/12/09 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO

− distanze dai confini e distacchi tra edifici, distanza minima: 10 metri. La destinazione d’uso delle aree verdi della sede dell’impianto e dell’area di rispetto diventa funzionale alle esigenze di mitigazione, di mascheramento e per l’abbattimento delle polveri. La cura delle visuali, l’alternanza di spazi aperti e di masse verdi di differenti dimensioni e altezze può coesistere con la formazione di biotopi particolari che possono costituire rifugio per specie vegetali o animali ormai poco diffuse nelle aree metropolitane (biodiversità). Le aree di compensazione servono a migliorare la destinazione d'uso del suolo e il loro dimensionamento è legato a: − miglioramento della qualità del paesaggio; − compensazione della distruzione di beni naturali e di aree agricole; − ulteriore compensazione di impatti diffusi (rumore, polveri, disturbo visivo); − dimensioni e tipologia dell’impianto; − grado di accettazione/consenso dei cittadini; − futura dismissione dell'impianto e riconversione dell'area; − possibilità di presenza di indicatori biologici. Gli interventi di compensazione consistono nel ricorso a: − fasce boscate; − ricomposizione del territorio rurale e valorizzazione delle aziende agricole esistenti; − corridoi biologici; − siepi e filari; − forestazione produttiva; − rinaturalizzazione; − verde ricreativo, parchi e giardini; − bonifiche e recuperi ambientali; − piste ciclabili. La aree di compensazione si possono dimostrare funzionali anche a criteri dell'ecologia del paesaggio concorrendo a: − dotare il territorio di ecosistemi a vario grado di naturalità per favorirne la biodiversità; − evitare la frammentazione delle aree, creando collegamenti alle reti ecologiche, corridoi biologici, stepping stone; − dotare il territorio di ecosistemi filtro per le polveri, odori, rumori, inquinanti; Per far ciò è necessario che il valore biologico delle aree oggetto di compensazione sia superiore al valore delle aree dell'impianto, sia nel periodo di esercizio che dopo la dismissione dello stesso.

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Qualora queste aree non siano gestite dall'impianto, potrebbero essere destinate dal PRG vigente ad usi compatibili con le funzioni di riequilibrio ambientale e quindi a verde agro-forestale, naturalistico o ricreativo.

7g) Cartografia di Piano

Il Piano Regionale di gestione dei rifiuti approvato con Dgr n. 8/220/2005, oltre a formulare i sopracitati criteri demanda alle Province il compito di delimitare cartograficamente le aree idonee alla localizzazione dei futuri impianti di gestione dei rifiuti. Tale operazione si è concretizzata successivamente alla restituzione cartografica dei criteri in questione, ovvero soltanto dopo l’individuazione dei vincoli e dei fattori ambientali che escludono o penalizzano la localizzazione delle strutture in questione sul territorio provinciale o più semplicemente è avvenuta per differenza. Infatti presso gli uffici del Settore Ecologia e Ambiente, tramite l’ausilio di tecnologie di ETL, GIS e l’utilizzo di banche dati, regionali, proprie o del settore ad indirizzo urbanistico/territoriale della Provincia di Como, sono state redatte due cartografie alla scale (1:50.000 e 1:25.000): − Carta delle aree potenzialmente escludenti (scala 1:50.000 in un solo quadrante); − Carta delle aree potenzialmente idonee con indicazione delle localizzazioni penalizzanti e preferenziali (scala 1:25.000) suddivisa in 3 quadranti). Entrambe le carte rappresentano la situazione più aggiornata possibile dal punto di vista sia del riferimento normativo che informativo, malgrado ciò è possibile sia che le basi di riferimento recentemente aggiornate non rappresentino l’ultima situazione attuale, sia che l’assenza di alcune informazioni non caratterizzi in maniera certa lo stato di una certa area (come nel caso delle destinazioni d’uso degli strumenti urbanistici). Per questi motivi, entrambe le tavole rappresentano aree potenziali e forniscono un’analisi preventiva di insieme, da integrare ed approfondire successivamente nell’ambito di ciascuna istruttoria. All’atto delle singole istruttorie sarà necessario effettuare un analisi per l’area interessata sulla base delle condizioni previste nella D.g.r. 6581 dei vincoli attivi che costituiscano condizione di esclusione/idoneità oppure di penalizzazione/preferenzialità. La carta delle aree potenzialmente escludenti rappresenta i vincoli e i fattori ambientali che escludono la possibilità di realizzare/ampliare in base ai disposti della D.g.r. n° 6581 del 2008. La carta delle aree potenzialmente idonee riporta in sovrapposizione: • le aree escludenti raggruppate in 3 gruppi: aree escludenti, aree escludenti per nuove realizzazioni, aree escludenti ad eccezione degli impianti che effettuano il trattamento della frazione verde; • le aree penalizzanti ovvero aree che non escludono a priori la localizzazione di impianti ma consentono la realizzazione delle strutture dietro particolari attenzioni progettuali o meccanismi di compensazione; • le localizzazioni preferenziali ovvero la presenza di elementi preferenziali alla localizzazione impiantistica

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• le aree potenzialmente idonee individuabili come aree non interessate da retinature escludenti o penalizzanti. Il presupposto essenziale della valutazione e della pianificazione sostenibile è l'integrazione delle basi dati relative alle differenti tematiche territoriali e ambientali in seno ad uno stesso Ente. Di conseguenza per ottenere una “politica integrata” alle problematiche ambientali e assumere decisioni sostenibili per l’ambiente, occorre raggiungere un buon livello di intersettorialità interna all’Ente decisore, che consenta di incrociare tutte le conoscenze e le valutazioni ambientali disponibili. Detto ciò il Piano provinciale di gestione dei rifiuti durante la sua stesura si è confrontato e conformato agli obbiettivi di altri Piani/Programmi settoriali di scala analoga (provinciale), finalizzati anch’essi alla tutela dell’ambiente e delle risorse naturali quali: Piano territoriale di coordinamento provinciale, Piano cave, Piano Faunistico Venatorio; Programma energetico provinciale, Piano d’ambito. In particolare, il principale riferimento, in quanto strumento di governo del territorio è stato il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, le cui decisioni, soprattutto in merito alla progettazione della Rete Ecologica provinciale hanno di fatto costituito, per il Piano Rifiuti, l’elemento di prescrizione aggiuntiva rispetto ai criteri guida per la corretta localizzazione degli impianti di gestione dei rifiuti, formulati dalla Regione e visti in precedenza. Dovendo, in base a quanto emerso nell’analisi del fabbisogno di smaltimento della Provincia di Como, localizzare due impianti di selezione e cernita e due impianti per il trattamento dell’umido, mentre per i primi il problema delle aree idonee non si è posto in quanto gli stessi trovano idonea collocazione nelle aree D di PRG, per i secondi si è trattato invece di individuare le aree idonee alla localizzazione degli impianti fuori dai centri urbani in area E ma, di contro, soggette alla normativa dalla Rete Ecologica del PTCP. Per gli approfondimenti circa la Verifica di Coerenza Orizzontale, si rimanda alla lettura del Rapporto Ambientale (VAS) che affianca e costituisce parte integrante con il presente documento di programmazione.

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8) CATEGORIE DI RIFIUTO SOGGETTE A PARTICOLARI FORME DI MONITORAGGIO E PIANIFICAZIONE

8a) Imballaggi e rifiuti da imballaggio

Con Dgr 25 luglio 2003 n 7/13817 la Regione ha approvato il “Programma Regionale di gestione degli imballaggi e dei rifiuti da imballaggio” ai sensi dell’art. 42 del D.Lgs. 22/97 ora D.Lgs. 152/06 che costituisce stralcio tematico del PRGR. Per imballaggi si intende:

− imballaggi primari: imballaggi che costituiscono nel punto vendita, un'unità di vendita per l'utente finale o il consumatore; − imballaggi secondari: imballaggi multipli, concepiti per costituire nel punto vendita il raggruppamento di un certo numero di unità di vendita indipendentemente dal fatto che siano venduti come tali all'utente finale o al consumatore, o che servano soltanto a facilitare il rifornimento degli scaffali nel punto di vendita; possono essere rimossi dal prodotto senza alterarne le caratteristiche; − imballaggi terziari: imballaggi per il trasporto, concepiti per facilitare la manipolazione ed il trasporto di un certo numero di unità di vendita o di più imballaggi multipli; sono esclusi i container per i trasporti stradali, ferroviari, marittimi ed aerei; Gli obbiettivi strategici nell’ottica globale della sostenibilità ambientale, derivano dalla fusione delle strategie europee, nazionali e regionali; I principali obbiettivi ribaditi nel PRGR in campo imballaggi sono: − riduzione a monte della produzione di imballaggi (n. di imballaggi, peso degli imballaggi) e di riflesso dei rifiuti di imballaggio; − riduzione del flusso di rifiuti di imballaggi avviati a smaltimento; − orientamento della produzione verso tipologie di imballaggi riutilizzabili; − riduzione della pericolosità delle materie e delle sostanze utilizzate negli imballaggi e nei rifiuti di imballaggio, nelle diverse fasi di : produzione, commercializzazione, distribuzione, utilizzo, gestione del post consumo; − incremento della raccolta differenziata degli imballaggi spingendo le Amministrazioni territoriali (Comuni o Consorzi di Comuni) a raggiungere minimi quantitativi nell'ambito della popolazione già coperta da Convenzioni CONAI; − sviluppo dell'ecompatibilità degli imballaggi (intesa come produzione di imballaggi a minore impatto ambientale), in particolare contenendo i metalli pesanti e le sostanze tossiche nella fase di progettazione (ecodesign); − promozione del riutilizzo degli imballaggi mediante specifici programmi; − promozione del riciclaggio degli imballaggi;

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− sviluppo di tecnologie adatte al riciclaggio, in particolare dei materiali post consumo; − realizzazione della rete di infrastrutture (piattaforme, selezione, stoccaggio) integrate con il sistema di raccolta e di smaltimento; − promozione del recupero di materia da imballaggi; − creazione e sviluppo di mercati evoluti dei materiali recuperati; − creazione e sviluppo di mercati evoluti di prodotti a contenuto di materie riciclate; − promozione del recupero energetico nelle sue varie forme; − miglioramento del diretto coinvolgimento e della responsabilizzazione dei produttori di imballaggi per elaborare standard di imballaggio rispondenti ai principi del "VI Programma di azione ambientale" tra i quali: sviluppo di appositi indicatori ambientali che prendano in considerazione il rapporto prodotto/imballaggio, dimostrazione mediante l'analisi di ciclo di vita (LCA - Life Cycle Analysis) di aver scelto l'imballaggio con il minore impatto ambientale per i propri prodotti; − supporto all'integrazione con le altre forme di smaltimento (compreso il potenziamento delle forme di autosmaltimento dei sistemi industriali); − definizione di un sistema operativo di raccolta e codificazione unico ed omogeneo sull'intero territorio lombardo; − razionalizzazione delle frazioni da raccogliere all'interno di ciascuna filiera; − implementazione di un sistema di monitoraggio in gradi di restituire un quadro complessivo confrontabile e ad elevato livello di attendibilità. Riassumendo, la gestione dei rifiuti da imballaggio deve essere orientata alla riduzione della produzione, a privilegiare forme di Recupero di materia prioritariamente rispetto al Recupero energetico. A tal proposito, di seguito si riportano alcune tabelle tratte dal “Programma Regionale di gestione degli imballaggi e dei rifiuti da imballaggio”, utili a fornire un quadro sullo stato di convenzionamento, sul recupero energetico e sul recupero di materia in Provincia di Como (2002):

Suddivisione per consorzio:

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Tonnellate raccolte e conferite a CNA

Tonnellate raccolte e conferite a COMIECO

Tonnellate raccolte e conferite a COREPLA

Tonnellate raccolte e conferite a COREVE

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Tonnellate raccolte e conferite a RILEGNO

Si è condotto un particolare approfondimento sui codici CER che riguardano i rifiuti provenienti da imballaggi e sui relativi flussi di import/export. Nella tabella seguente vengono forniti dati sul totale più aggiornati rispetto a quanto riportato nel “Programma Regionale di gestione degli imballaggi e dei rifiuti da imballaggio”. Imballaggi recuperati o smaltiti tra il 2000 e il 2003 in Provincia di Como:

Smaltimento Recupero Totale (t./anno) (t./anno) (t./anno)

2000 1.038,9 28.135,6 29.174,5 2001 3.155,1 33.374,0 36.529,1

2002 22.364,5 67.604,8 89.969,3

2003 62.116,4 54.392,2 116.508,6

La tabella successiva, da un lato mostra la tendenza ad una stabilità nel trend di produzione degli imballaggi dall’alto una spiccata tendenza all’incremento dell’importazione degli stessi da ambiti extraprovinciali (da 35.613 t/a. nel 2000 e 126.728 nel 2003) bilanciata da un analogo livello di esportazione. In netto aumento anche la gestione che si attesta sulle 116.508 t/a. nel 2003.

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RT DR Produzione Gestione RT (Provincia di DR (Provincia di (importazione) (esportazione) Congruenza *** Anno Imballaggi (t. /anno) (t. /anno) Como) * Como) ** (t. /anno) (t. /anno) 1501 - Imballaggi (compresi i rifiuti urbani di imballaggio oggetto di raccolta 2000 67,7 - 67,7 - - - - differenziata) 2000 150101 - Imballaggi in carta e cartone 20.408,0 6.348,4 13.413,4 11.371,5 18.650,3 20.623,8 - 2,0 2000 150102 - Imballaggi in plastica 4.337,7 3.935,6 5.480,4 3.753,9 2.425,4 1.466,9 - 2,5 2000 150103 - Imballaggi in legno 5.267,9 2.435,7 6.252,5 1.485,4 2.821,9 2.785,5 2,1 2000 150104 - Imballaggi metallici 3.086,5 929,6 2.401,8 2.841,8 4.804,1 3.575,8 0,8 2000 150105 - Imballaggi in materiali compositi 38,9 48,7 33,8 78,6 80,3 54,8 0,8 2000 150106 - Imballaggi in materiali misti 60.148,0 21.915,2 94.506,9 9.643,3 47.896,1 25.818,1 - 8,9 2000 Totale 93.354,6 35.613,3 122.156,4 29.174,5 76.678,1 54.324,8 - 9,8 2001 150101 - Imballaggi in carta e cartone 21.886,9 12.926,9 20.812,6 18.877,5 28.771,3 23.895,5 - 0,4 2001 150102 - Imballaggi in plastica 3.576,1 5.522,0 4.095,9 6.182,2 2.516,0 1.335,7 0,2 2001 150103 - Imballaggi in legno 4.784,9 3.511,8 6.050,7 3.035,0 2.021,5 1.232,3 0,3 2001 150104 - Imballaggi metallici 3.098,2 1.157,0 2.245,7 3.279,6 4.232,3 2.961,4 0,7 2001 150105 - Imballaggi in materiali compositi 49,7 44,2 27,9 15,6 44,5 95,8 - 0,9 2001 150106 - Imballaggi in materiali misti 45.067,0 18.880,4 84.107,1 5.139,2 52.319,3 27.019,6 0,7 2001 Totale 78.462,8 42.042,3 117.339,9 36.529,1 89.904,9 56.540,3 0,7 2002 150101 - Imballaggi in carta e cartone 22.026,2 14.877,6 27.984,4 24.030,8 35.515,2 20.406,6 - 2,7 2002 150102 - Imballaggi in plastica 3.415,7 30.657,0 8.298,4 32.646,2 8.926,3 2.055,9 - 1,5 2002 150103 - Imballaggi in legno 6.240,8 3.128,0 8.865,7 2.662,1 3.497,4 1.338,0 0,3 2002 150104 - Imballaggi metallici 2.435,2 1.451,1 1.261,7 4.360,8 4.317,2 2.577,1 3,9 2002 150105 - Imballaggi in materiali compositi 37,0 31,2 23,4 13,0 19,0 50,9 - 0,2 2002 150106 - Imballaggi in materiali misti 44.850,1 28.847,2 47.415,8 25.063,8 28.917,4 30.130,5 4,6 2002 150107 - Imballaggi in vetro 1.521,4 115,5 6.862,5 973,9 7.312,3 1.110,5 2,4 2002 150109 - Imballaggi in materia tessile 8,4 - 4,1 - - 4,3 0,0 2002 150110 - Imballaggi contenenti residui di sostanze pericolose o contaminati… 1.644,3 334,6 1.679,4 218,6 90,3 172,6 - 1,4 150111 - Imballaggi metallici contenenti matrici solide porose pericolose (ad esempio 2002 0,8 0,0 1,1 0,0 - 0,5 - 0,8 amianto), … 2002 Totale 82.179,8 79.442,2 102.396,6 89.969,3 88.595,2 57.846,6 4,7 2003 150101 - Imballaggi in carta e cartone 22.440,0 14.550,4 27.120,8 31.117,7 35.087,8 13.836,4 3,2 2003 150102 - Imballaggi in plastica 4.622,7 36.173,4 10.620,9 8.139,0 7.022,9 29.058,5 0,6 2003 150103 - Imballaggi in legno 7.372,9 10.006,0 9.410,7 7.033,0 4.566,1 5.498,2 3,1 2003 150104 - Imballaggi metallici 2.368,6 1.908,4 1.298,4 3.400,1 2.655,8 2.234,9 - 0,5 2003 150105 - Imballaggi in materiali compositi 46,6 49,7 42,8 51,5 16,8 18,9 - 0,2 2003 150106 - Imballaggi in materiali misti 46.992,3 63.553,4 45.888,1 66.163,9 26.936,4 25.423,5 6,7 2003 150107 - Imballaggi in vetro 1.435,3 72,5 4.867,9 318,1 5.216,6 1.537,7 0,6 2003 150109 - Imballaggi in materia tessile - - 8,6 5,1 15,3 1,2 0,4 2003 150110 - Imballaggi contenenti residui di sostanze pericolose o contaminati… 2.067,5 414,5 2.194,5 280,2 68,1 74,6 0,8 150111 - Imballaggi metallici contenenti matrici solide porose pericolose (ad esempio 2003 5,1 - 5,1 - - - 0,0 amianto), compresi i contenitori a pressione vuoti 2003 Totale 87.351,0 126.728,5 101.457,8 116.508,6 81.585,7 77.684,0 14,7

* RT (Provincia di Como): Imballaggi ricevuti da soggetti terzi della Provincia di Como

** DR (Provincia di Como): Imballaggi conferiti a soggetti terzi della Provincia di Como

*** Congruenza fra produzione, importazione, esportazione, gestione, RT interni, DR interni

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8b) Rifiuti urbani biodegradabili - RUB

Con D.g.r. 17 maggio 2004 n. 7/17519 è stato approvato il "Programma Regionale per la riduzione del rifiuto urbano biodegradabile da collocare in discarica" ai sensi dell'art. 5 comma 1 del D. Lgs. 13 gennaio 2003 n. 36 "Attuazione della Direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti", che costituisce parte tematica del PRGR. La Strategia Nazionale del Ministero dell'Ambiente per la riduzione dei rifiuti biodegradabili nel 2003 ha definito il raggiungimento di tre diversi target quantitativi:

− entro 5 anni dal marzo 2003: RUB < 173 Kg/anno/ab − entro 8 anni dal marzo 2003: RUB < 115 Kg/ anno/ab − entro 15 anni dal marzo 2003: RUB < 81 Kg/ anno/ab

Considerando le quattro categorie organico domestico, scarti del verde, carta e cartone, pannolini e assorbenti il "Programma Regionale per la riduzione del rifiuto urbano biodegradabile da collocare in discarica" ha definito la modalità di calcolo del RUB collocato in discarica:

singola % di presenza merceologica di tali frazioni X quantitativo totale di Rifiuti Urbani Prodotti al quantitativo di RUB sopra ottenuto vanno poi sottratte:

− le quantità di RUB raccolti in modo differenziato avviate ad impianti di recupero; − le quantità di RUB avviate alla combustione; − le quantità di RUB pre/trattate (es. biostabilizzato, bioessicato, digestato, scarti di impianti di trattamento biologico) collocate in discarica con un IRD inferiore a 1000 mg. O2/kg VS/h (media annua di almeno 4 campioni e con tolleranza sul singolo campione non superiore al 20 %).

La regione Lombardia ha già conseguito gli obbiettivi nazionali, si auspica comunque un miglioramento del sistema in essere, tramite il potenziamento degli impianti di compostaggio e la conseguenza sottrazione da discarica. A tal proposito, di seguito, si effettua un raffronto tra quanto riportato nel "Programma Regionale per la riduzione del rifiuto urbano biodegradabile da collocare in discarica" per la Provincia di Como (dati 2002) e la situazione aggiornata derivante dall’analisi sui dati 2004 a disposizione dell’Osservatorio provinciale.

RUB in discarica pro-capite Provincia di Como 1998 – 2002:

111 02/12/09 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO

1° scenario % RUB nell’indifferenziato = 63%

2° scenario % RUB nell’indifferenziato = 66%

112 02/12/09 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO

Storico di produzione RUB e di conferimento in discarica

Il calcolo relativo alla Provincia di Como è stato effettuato In base alla composizione percentuale dei rifiuti domestici alla fonte già determinata nel paragrafo dal titolo “4a1) La qualità e la composizione del rifiuto indifferenziato da raccolta domestica” del Piano di Gestione dei Rifiuti Urbani che si riporta in tabella.

Calcolo della composizione percentuale dei rifiuti domestici alla fonte Rifiuti domestici Unità merceologiche Rifiuti domestici provenienti Totali relativi carta e Indifferenziato dalla raccolta a domicilio all'anno delle legno plastica mat. ferrosi alluminio vetro organico verde tessili cartone residuale (sacco nero) analisi Composizione 16,95% 1,21% 9,86% 2,95% 0,38% 5,26% 26,95% 9,13% 2,86% 24,45% 143.673 24.353 1.738 14.166 4.238 546 7.557 38.720 13.117 4.109 35.128 Rifiuti domestici provenienti non dalla raccolta degli legno plastica mat. ferrosi verde recuperabile ingombranti Composizione 30,0% 5,0% 10,0% 30,0% 25,0% 28.611 8.583 1.431 2.861 - - - 8.583 - 7.153

Rifiuti domestici provenienti carta legno plastica mat. ferrosi alluminio vetro organico verde altre rd dalla raccolta differenziata

31.440 9.606 - 1.105 1.947 - 11.875 535 5.122 1.250

carta e altro non legno plastica mat. ferrosi alluminio vetro organico verde cartone recuperabile recuperabile

Totale dei rifiuti domestici 203.724 33.959 10.322 16.702 9.046 546 19.432 39.255 26.823 5.359 42.281

Composizione percentuale dei rifiuti domestici alla fonte 16,7%5,1%8,2%4,4%0,3%9,5%19,3%13,2%2,6%20,8%

Kg/ab*anno 63,9 19,4 31,4 17,0 1,0 36,6 73,9 50,5 10,1 79,6

Calcolo del RUB in discarica pro-capite Provincia di Como 2004 113 02/12/09 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO scenario aggiornato % RUB nell’indifferenziato = 47,5%

% RUB % RUB sul tot. Rifiuti Totale urbani RUB Frazione RUB sull'indifferenziato (stima PRU Provincia di RUB presente (2004) recuperato domestico Como 2004)

organico + verde 32,50% 271.069 88.097

carta e cartone 16,70% 271.069 45.269

Produzione totale RUB 133.366

organico 4.626

verde 26.196

carta e cartone 24.517

Rub intercettati 55.339

Calcolo RUB in discarica anno 2004 tonnellate anno e %

Produzione totale di rifiuti 271.069 Produzione totale di RUB 133.366

Totale RUB intercettati con RD 55.339 Totale RUB nell'indifferenziato 78.027 Raccolta differenziata % 39,4%

Indifferenziato % 60,6% Indifferenziato 164.176 % RUB nell'indifferenziato dopo la raccolta differenziata 47,5%

indifferenziato a incenerimento 75.000

Rub nell'indifferenziato a incenerimento 35.645 Totale Rub in discarica 42.382

Popolazione residente 560.999

Produzione RUB kg/ab/anno 238

RUB in discarica kg/ab/anno 76

Rispetto all’obbiettivo nazionale del raggiungimento entro 15 anni dal marzo 2003 di un valore inferiore a 81 Kg/ anno/ab di RUB conferiti a discarica e rispetto al medesimo obbiettivo Regionale compreso tra il 63 e il 66%, la Provincia di Como già nel 2004, conferiva una quantità solo di 76 kg/ab/anno per una percentuale del 47,5% dopo la Raccolta Differenziata; i dati riportati illustrano un quadro di riferimento da ritenersi

114 02/12/09 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO positivo e che nel medio periodo subirà un ulteriore miglioramento derivante dell’attivazione e messa a regime degli impianti di gestione della Forsu e di prettrattamento della frazione indifferenziata previsti dal Piano.

8c) Criticità ed azioni

Imballaggi e rifiuti da imballaggio:

- Criticità: si osserva che meno del 50% degli imballaggi prodotti venga destinato ad impianti di recupero a favore di un elevata quantità avviata a smaltimento pari a 62.116 t.

- Azione: Trattandosi di materiali recuperabili è assolutamente indispensabile condurre azioni a sostegno del recupero degli stessi che possono andare dalla diffusione della pratica dell’assimilazione ai rifiuti urbani con conseguente ingresso nel ciclo della raccolta differenziata ad azioni di sensibilizzazione nei confronti dei produttori primari.

Rifiuti urbani biodegradabili:

- Criticità: come trattato nell’apposita sezione tematica, anche se emerge un dato globale in linea con i limiti regionali e nazionali è ancora presente un certo quantitativo di RUB conferito a smaltimento anziché destinato a recupero (principalmente composto da organico domestico)

- Azione: trattandosi di materiali recuperabili è assolutamente indispensabile un’azione mirata sulla raccolta differenziata comunale a favore dell’introduzione su tutto il territorio della raccolta dei rifiuti biodegradabili.

115 02/12/09 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO

9) INIZIATIVE DI SUPPORTO ALLA PROGRAMMAZIONE

9a) Osservatorio Provinciale sui Rifiuti

L’Osservatorio Provinciale dei Rifiuti della Provincia di Como istituito dal “Piano provinciale di organizzazione dei servizi di smaltimento dei rifiuti urbani ed assimilabili” continuerà a svolgere il proprio compito di sostegno e di supporto al fine del raggiungimento degli obiettivi prefissati, nonché di monitoraggio dei dati e divulgazione dei risultati conseguiti e di formazione degli utenti e degli operatori. In attuazione dei disposti della L. 93/2001 (art. 10) l’Osservatorio Provinciale dei rifiuti viene ora denominato “Osservatorio sui Rifiuti della Provincia di Como” e avrà come punti di riferimento sia l’Osservatorio Regionale (L.R. 26/03) con compiti di monitoraggio relativi ai rifiuti urbani ed assimilati, sia l’Osservatorio Nazionale (ex art. 26 D.Lgs. 22/97 ora D.Lgs. 152/06) con compiti di monitoraggio relativi ai rifiuti urbani ed agli speciali. Nello specifico l’Osservatorio dovrà occuparsi delle seguenti attività: − monitoraggio e trasmissione; − informazione e divulgazione dei dati; − sostegno dell’incentivazione della riduzione della produzione; − sostegno della raccolta differenziata, del recupero e del riciclaggio; − divulgazione, educazione, formazione e ricerca. L’attività di divulgazione ed educazione ambientale in materia di rifiuti potrà essere svolta per il tramite del tavolo tecnico per l’educazione ambientale.

9a1) Attività di monitoraggio L’Osservatorio continuerà a svolgere l’attività di monitoraggio in reciproca collaborazione con gli altri Osservatori delle Province della Lombardia, mediante il coordinamento dell’Osservatorio Regionale. Nel rispetto delle disposizioni normative e nei limiti consentiti dalle proprie risorse umane si renderà disponibile, qualora venga richiesto, ad instaurare rapporti di sinergia con l’Osservatorio Regionale stesso. L’Osservatorio contestualmente fornirà all’Osservatorio Nazionale tutte le informazioni richieste e nei limiti consentiti dalle proprie risorse umane si renderà disponibile, qualora venga richiesto, ad instaurare rapporti di sinergia con l’Osservatorio Nazionale stesso. L’Osservatorio manterrà l’attuale modalità di monitoraggio e compilazione dei dati Comunali sulla gestione dei rifiuti urbani per via telematica che è ritenuta ottimale per i seguenti aspetti: − l’assicurazione di tempi più brevi in quanto non richiede il successivo inserimento dei dati da parte dei tecnici provinciali ed elimina la doppia operazione di compilazione (il tecnico comunale che compila il cartaceo e quello provinciale che compila le schede del data base); − la fornitura al compilatore dei dati storici relativi agli anni precedenti favorendo immediate operazioni di confronto ed autoverifica;

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− la fornitura al compilatore di messaggi di avviso nel caso in cui i dati inseriti non corrispondano agli intervalli di attendibilità stabili dall’Osservatorio Provinciale in merito ai consueti parametri quali: produzione pro-capite, percentuale di raccolta differenziata, congruenza delle somme, variazione rispetto le comunicazioni degli anni precedenti, limitando gli errori già in fase di inserimento del dato; − l’utilizzo di un’unica banca dati regionale, aggiornabile solo dalle Province, per la raccolta dei dati relativi agli operatori ed ai quantitativi di rifiuti consegnati agli stessi che ha consentito di eliminare la possibilità di inserimento di nominativi inesatti da parte dei Comuni che impedirebbe la ricostruzione dei flussi su scala regionale; − la garanzia della stampa di report da parte dei Comuni che fornisce la possibilità dell’archiviazione cartacea dei dati trasmessi; − la progettazione curata direttamente da parte degli Osservatori della Lombardia che sulla base dell’esperienza accumulata garantisce la messa a punto di uno strumento idoneo alle esigenze degli utenti; − l’omogeneità della struttura della banca dati identica per tutte le Province della Lombardia che così si presta all’interscambio e all’estrazione delle informazioni anche per bacini extraprovinciali; − l’eliminazione della trasmissione e dell’archiviazione di materiale cartaceo che riduce a sua volta la produzione di rifiuti. L’Osservatorio Provinciale sui rifiuti, nella fase successiva alla raccolta dei dati comunali, provvederà alle operazioni di validazione correggendo le informazioni ritenute inattendibili e tenendo traccia delle correzioni sostanziali apportate; ove il dato non possa essere ricostruito dai tecnici dell’Osservatorio si procederà tramite contatti con il Comune interessato. L’Osservatorio Provinciale sui Rifiuti richiederà annualmente agli impianti di piano sulla base delle schede-tipo regionali i relativi dati e favorirà l’impiego di un sistema di comunicazione telematico dei dati sul modello di quello già utilizzato per i Comuni. L’Osservatorio Provinciale potrà inoltre: − indire campagne di rilevazione specifiche e mirate, finalizzate alla verifica di risultati legati a particolari azioni intraprese; − occuparsi, oltre che dell’efficienza del sistema sopradescritto e della messa in funzione di un sistema analogo da destinare ai dati degli impianti che rientrano nei flussi della pianificazione, della stima della composizione dei rifiuti urbani tramite analisi dirette (analisi merceologiche) o stime indirette ottenute per comparazione a bacini analoghi o mediante il ricorso a dati disponibili; − acquisire dati ed informazioni sul riciclo e sul recupero dei rifiuti conferiti al sistema di raccolta differenziata al fine di valutare l’effettiva efficienza ambientale del sistema stesso. L’Osservatorio Provinciale sui Rifiuti che per effetto della normativa nazionale riveste competenza anche sulla gestione o sull’analisi dei dati inerenti i rifiuti speciali, provvede, ai sensi di legge, anche al recepimento, alla formazione o all’elaborazione delle seguenti banche dati:

117 02/12/09 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO

− banca dati relativa al registro provinciale delle ditte che effettuano operazioni di recupero ai sensi degli artt. 31 e 33 del D.Lgs. 22/97 ora D.Lgs. 152/06 e del D.M. 5/2/98; − banca dati relativa alle dichiarazioni annuali (MUD) effettuate ai sensi dell’art. 11 del D.Lgs. 22/97 ora D.Lgs. 152/06 secondo quanto previsto nella L. 70/94 e nei DPCM attuativi (banca dati recepita da Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente che, per legge, è individuata come ente gestore del Catasto). L’Osservatorio Provinciale sui Rifiuti potrà avvalersi, per le proprie attività, nei termini consentiti dalla legge, di altre banche dati, quali: − banca dati delle ditte che effettuano operazioni di trasporto e gestione dei rifiuti; − banche dati di supporto nell’individuazione delle ragioni sociali e dei dati anagrafici dei soggetti operanti. I dati raccolti e validati dall’Osservatorio Provinciale sui Rifiuti vengono elaborati ed immagazzinati in banche-dati multi-anno. In particolare, l’Osservatorio dovrà curare la formazione della banca-dati derivata, costruita secondo lo schema informativo richiesto dall’Osservatorio Nazionale sui Rifiuti. Potrà inoltre realizzare la banca-dati necessaria come origine alla formazione del sistema di pubblicazione delle elaborazioni on-line. I dati raccolti e validati verranno trasmessi agli Osservatori Regionale e Nazionale in base alle modalità previste.

9a2) Informazione e divulgazione dei dati La Provincia potrà provvedere tramite l’Osservatorio alla divulgazione dei risultati della elaborazione dei dati tramite: − l’informazione ai fini della pubblicazione sugli organi locali di stampa dei risultati conseguiti a livello provinciale; − la pubblicazione nelle pagine dedicate al Settore Rifiuti del sito internet della Provincia di Como dei risultati conseguiti a livello provinciale e comunale; − l’editazione, la stampa e la distribuzione di un fascicolo annuale con i risultati conseguiti ed il commento della situazione provinciale in relazione agli obiettivi della pianificazione. Tale fascicolo verrà distribuito ad Amministrazioni Comunali, Comunità Montane, Osservatori (nazionale, regionale, provinciali), associazioni ambientali e di categoria, biblioteche; − altre forme che la Provincia intenderà mettere in essere anche tramite iniziative che coinvolgano singole amministrazioni o classi di istituti scolastici.

9a3) Riduzione della produzione di rifiuti alla fonte (azioni di sostegno) La legislazione nazionale, in sintonia con le direttive europee, pone come azione prioritaria la riduzione alla fonte della produzione di rifiuti. Il raggiungimento di questo obiettivo, diversamente dall’attuazione della raccolta differenziata, non dipende unicamente dalle azioni intraprese a livello provinciale. La riduzione della produzione di rifiuti alla fonte è legata agli aspetti di produzione dei beni di consumo. Sono questi fattori di grande scala che necessitano di azioni al livello territoriale dei bacini di consumo dei beni stessi che, come è noto, superano l’ambito provinciale. 118 02/12/09 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO

A livello provinciale è comunque possibile, e quindi necessario, intervenire efficacemente su questo aspetto tenendo in considerazione che i risultati delle azioni condotte in questo campo, diversamente da quelle inerenti al recupero ed al riciclaggio, producono effetti riscontrabili sul lungo periodo. Le principali azioni che si ritiene possano essere intraprese efficacemente anche a livello provinciale sono: − intercettazione del rifiuto prima che lo stesso entri nel ciclo di raccolta dei rifiuti tramite pratiche di autorecupero come nel caso del compostaggio domestico; − supporto statistico a livello sovraterritoriale (Anpa, Arpa, Onr, Orr) finalizzato alla definizione dello stato della produzione di rifiuti urbani e all’intrapresa delle azioni correttive di grande scala; − eventuali iniziative di supporto e/o promozione volte: ƒ alla disincentivazione alla produzione di rifiuti; ƒ all’incentivazione della pratica del compostaggio domestico; ƒ alla commercializzazione di beni domestici usati (arredi, oggetti, altro) tipo circuito “seconda mano” mediante attività finalizzate al ritiro e alla commercializzazione di beni domestici usati che continueranno ad essere utilizzati per il loro scopo originario; ƒ alla promozione dell’uso di processi o prodotti che diano luogo a bassi quantitativi di rifiuti tramite l’analisi e lo studio delle principali attività produttive del territorio provinciale al fine dell’individuazione delle aree di intervento più idonee e mediante la promozione in via sperimentale in aree e per attività prescelte di quanto previsto: à dall’art. 2 del D.lgs. 22/97 comma b) ora D.Lgs. 152/06 con particolare riferimento alla promozione dell’utilizzo di metodi di Life Cycle Analysis (LCA) in fase di progettazione dei prodotti; à dall’art. 3 del D.lgs. 22/97 comma c) ora D.Lgs. 152/06 al fine di valorizzare la produzione di beni concepiti in modo da contribuire il meno possibile all’incremento della quantità di rifiuti. ƒ al superamento dei comportamenti collettivi che privilegiano la cultura dell’usa e getta; ƒ alla eventuale istituzione di marchi, etichette o altri elementi in accordo con gli operatori locali della grande distribuzione da assegnarsi ai prodotti commercializzati nelle sedi individuate che presentino le migliori caratteristiche sotto il profilo della riduzione della produzione di rifiuti alla fonte (minor quantità e privilegio dell’utilizzo di materiali riciclabili negli imballaggi, ecc.). ƒ alla realizzazione di campagne informative e di sensibilizzazione, anche in collaborazione con la grande distribuzione;

9a4) Sostegno della raccolta differenziata, del recupero e del riciclaggio Ai fini del sostegno della raccolta differenziata finalizzata al recupero la Provincia, tramite l’Osservatorio, potrà conseguire le seguenti azioni:

119 02/12/09 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO

− assegnazione di contributi ai Comuni finalizzati alla costruzione delle aree attrezzate comunali; − promozione di tutte le raccolte differenziate, ed in particolare, a titolo esemplificativo: ƒ incentivazione della raccolta delle frazioni differenziate suscettibili di solo recupero di materia (vetro, materiali ferrosi, alluminio, altri metalli) tramite la promozione della raccolta congiunta per punti sul territorio del vetro-metalli (bottiglie di vetro, lattine in alluminio, barattoli in banda stagnata); ƒ incentivazione della raccolta dell’umido di provenienza domestica; ƒ incentivazione della raccolta a domicilio della carta e cartone; ƒ incentivazione della raccolta del legno (mobili usati non riutilizzabili) in sostituzione alla pratica del conferimento nel contenitore degli ingombranti indifferenziati; ƒ incentivazione della raccolta del verde presso le aree attrezzate; ƒ promozione degli acquisti verdi nella Pubblica Amministrazione. − sostegno ed incentivazione del conferimento differenziato in luoghi di media aggregazione (scuole, uffici,…) − assegnazione di contributi vincolati ai Comuni in base a meccanismi incentivanti e/o premianti nei confronti delle amministrazioni comunali − implementazione, anche attraverso forme incentivanti, del sistema di convenzionamento CONAI e Consorzi di filiera (si veda successivo punto 7c); − collaborazione e sostegno ai Comuni per la verifica e la messa a punto dei meccanismi fiscali connessi al passaggio tassa/tariffa. Ai fini dell’assegnazione dei contributi provinciali sarà considerato titolo preferenziale il raggiungimento degli obbiettivi di raccolta differenziata previsti all’art. 23 della L.R. 26/03. Per i Comuni che hanno già raggiunto i suddetti obbiettivi si potranno prevedere forme incentivanti finalizzate al raggiungimento di percentuali superiori rispetto le soglie prefissate.

9a5) Collaborazioni L’Osservatorio, per le proprie attività, potrà avvalersi della collaborazione del Comitato Tecnico Rifiuti. Per le attività di divulgazione, formazione e ricerca, didattica e comunicazione, di cui ai paragrafi precedenti, l’Osservatorio Provinciale potrà attivare forme di collaborazione con Istituti Universitari ed Istituti di ricerca, Istituti Scolastici, Associazioni di categoria, Associazioni Ambientali, CONAI e Consorzi di Filiera, nonché con altri Enti pubblici e loro organismi, ivi compresi i Centri Regionali per l’Educazione Ambientale (CREA) ed i Centri di informazione, formazione ed educazione ambientale (INFEA). L’Osservatorio contribuirà, per le materie di propria competenza, allo sviluppo complessivo delle attività di divulgazione, formazione e ricerca, didattica, comunicazione ed educazione ambientale promosse dalla Provincia di Como.

120 02/12/09 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO

9b) Finanziamento delle attività di piano

I costi per l’attuazione e la gestione delle iniziative di supporto agli obiettivi previsti dal Piano, e in particolare per le attività connesse alla gestione dell’Osservatorio ed alle iniziative promosse dallo stesso ai sensi dei precedenti paragrafi, trovano copertura come segue: − nella quota provinciale che si fissa inizialmente in € 2,50 per tonnellata di rifiuto urbano destinato agli impianti di termoutilizzazione, discarica controllata e pretrattamento (di cui al punto 5c). Fermo restando che il rifiuto destinato agli impianti di pretrattamento sarà esentato dal pagamento della quota relativa alla successiva destinazione; − nell’introito di eventuali contributi e/o finanziamenti comunitari, statali o regionali, finalizzati; − nelle quote provinciali derivanti da eventuali convenzioni; − nell’introito di eventuali premi erogati in relazione ai risultati conseguiti su scala provinciale o di contributi legati a progetti a scala territoriale redatti dall’Osservatorio ed attinenti agli scopi dell’Osservatorio stesso; − nell’introito di eventuali contributi da parte di Istituti di credito e/o fondazioni, finalizzati alle attività dell’Osservatorio.

9c) Promozione degli acquisti verdi nella pubblica ammministrazione

La promozione dei cosiddetti “green procurement”, acquisti verdi, nella pubblica amministrazione si va ad inserire nelle iniziative di supporto alla programmazione e risponde alle più recenti indicazioni delle politiche ambientali europee e nazionali, quali gli “inviti” contenuti in numerosi documenti di indirizzo comunitari, la Delibera CIPE n. 57/2002, “Strategia d’azione ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia 2002-2010” che individua, tra i principali strumenti di protezione dell’ambiente, “l’integrazione degli aspetti ambientali nelle procedure di acquisto da parte della pubblica amministrazione” e, non ultime, le indicazioni contenute nelle nuove Direttive Europee sugli appalti pubblici. La scelta di acquistare prodotti e servizi a ridotto impatto ambientale dà attuazione alle più recenti politiche per lo sviluppo sostenibile della nostra comunità e intende promuovere un consumo “informato” e “responsabile” presso gli enti pubblici, le imprese e i cittadini. Diverse amministrazioni in Italia e all’estero hanno adottato con successo politiche di “Acquisti Verdi”, accolte favorevolmente dai propri fornitori come un’opportunità di innovazione e apertura di nuovi mercati. Realizzare questi acquisti o prodotti “Ecocompatibili” significa approvvigionarsi di beni/ servizi “ambientalmente preferibili” ovvero che possiedono un minore o ridotto effetto sull’ambiente e di conseguenza sulla salute umana. Un prodotto/servizio di questo tipo si differenzia dagli altri perché garantisce ridotti impatti lungo tutto il suo ciclo di vita dello stesso, ovvero in fase di produzione, utilizzo e smaltimento. Impatti: − minori consumi di materie prime e risorse naturali (energia, acqua); − assenza o limiti di contenuto di sostanze pericolose, tossiche/nocive;

121 02/12/09 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO

− ridotte emissioni in aria, acqua e suolo; − minore produzione di rifiuti a valle. Sulla base delle considerazioni fin qui esposte si ritiene che l’adozione di una politica di “Acquisti Verdi” presenti dei vantaggi per gli enti, per le imprese e per gli utilizzatori finali dei prodotti/servizi acquistati. Vantaggi per gli Enti: − riduzione degli impatti ambientali sul proprio territorio; − adeguamento alle più recenti indicazioni delle politiche ambientali europee e nazionali; − garanzia di migliore qualità delle forniture, anche a tutela della salute umana. Vantaggi per le imprese: − opportunità di innovazione e di miglioramento dei prodotti/servizi offerti; − promozione delle imprese che hanno investito a favore della sostenibilità; − le imprese “ambientalmente sostenibili” anticipano l’evoluzione di tendenze di mercato e delle normative ambientali. A titolo di esempio si citano varie esperienze condotte da diversi enti che hanno adottato Politiche di acquisti Verdi, come: Provincia di Cremona, Comune di Ferrara, Provincia di Genova, Comune di Reggio Emilia, Arpa Piemonte, Comitato per i Giochi Olimpici Invernali Torino 2006 (TOROC). Per riconoscere un prodotto o servizio a minore impatto ambientale è possibile avvalersi di strumenti informativi già presenti sul mercato oppure richiedere informazioni specifiche alle aziende produttrici. Esempi di strumenti informativi sono le etichette e i marchi ecologici: si tratta di strumenti informativi che possono essere richiesti e applicati a prodotti o servizi che presentano minori impatti ambientali rispetto ai concorrenti. Si tratta in genere di etichette volontarie garantite da organismi indipendenti, che possono riguardare diverse tipologie di prodotti e di impatti ambientali come, ad esempio: − Ecolabel Europeo: marchio di qualità ecologica dell’UE che può essere applicato a 23 tipologie di prodotti e servizi garantendone l’eccellenza ambientale; − Blue Angel: marchio di qualità ecologica tedesco, assegnato a migliaia di prodotti presenti anche sul mercato italiano; − Nordic Swan: marchio di qualità ecologica scandinavo, presente anche sul mercato italiano; − Energy Star: garantisce ridotti consumi energetici di apparecchiature per ufficio; − Marchio di qualità bio-ecologica ANAB-IBOIBN: certifica prodotti e materiali da costruzione conformi ai criteri della bioedilizia; − FSC: garantisce la gestione sostenibile delle foreste da cui provengono le fibre cellulosiche utilizzate per la produzione di carta o legno. In ogni caso In assenza di marchi o etichette, le informazioni di tipo ambientale possono essere richieste direttamente al produttore o verificate attraverso schede tecniche

122 02/12/09 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO del prodotto o altri documenti informativi disponibili (materiali e composizione del prodotto, test e prove di laboratorio). A seconda del prodotto o servizio, le informazioni possono riguardare: presenza di sostanze nocive, percentuale di materiale riciclato, biodegradabilità, riciclabilità, consumo energetico, emissioni inquinanti prodotte, garanzia di durata del prodotto, indicazioni sul corretto uso, impiego di materie prime rinnovabili, ridotte emissioni elettromagnetiche ed acustiche ecc. Di seguito si illustrano le iniziative che la Provincia di Como ha in corso di attivazione e quelle che potrebbe attivare, per ciò che concerne l’incentivazione degli acquisti verdi nella Pubblica Amministrazione; le iniziative descritte potranno svilupparsi nel dettaglio in fase di redazione/revisione del piano provinciale. Innanzitutto occorre dire che la Provincia di Como ha già in corso di definizione, in collaborazione con il Punto Energia, delle iniziative, con erogazione di contribuiti, rivolte in particolar modo ai Comuni della provincia, finalizzati a: − Educare al riciclaggio e all’acquisto verde; − Incentivare le Amministrazioni Pubbliche a privilegiare gli acquisti eco-compatibili di prodotti ottenuti dal riciclaggio e di prodotti che salvaguardano la sostenibilità ambientale; − Avviare politiche sociali di approvvigionamento sostenibile negli Enti Locali; Questi obbiettivi generali possono essere perseguiti tramite azioni rivolte a: − Formare gli operatori delle Pubbliche Amministrazioni che vengono coinvolti in procedure d’acquisto; − Prevedere una percentuale di acquisti, delle Amministrazioni, di prodotti eco- sostenibili; − Informare la cittadinanza sugli acquisti volti a promuovere il rispetto dell’ambiente; − Favorire l’iscrizione delle Amministrazioni, a organismi (nazionali o internazionali) che operano nel campo dello sviluppo eco-sostenibile. La Provincia potrebbe promuovere la stipula di convenzioni, con erogazione di eventuali contributi, con le amministrazioni locali al fine di favorire: − L’utilizzo di combustibili di origine vegetale (Biodiesel); − L’acquisto di stampanti, fotocopiatrici e fax, che prevedano il servizio di ritiro e smaltimento e/o recupero dei materiali di consumo e dei beni usati; − L’acquisto di carta e/o carta riciclata, che garantisca il rispetto di requisiti di eco- compatibilità; − L’acquisto di bidoni, cassonetti, contenitori per la raccolta dei RSU, con caratteristiche tecnico-costruttive e specifiche di sicurezza in linea con gli standard europei, in grado di agevolare il raggiungimento delle percentuali di raccolta previsti dalle norme vigenti.

123 02/12/09 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO

Gestione degli imballaggi: accordi con recuperatori e consorzi Le iniziative di supporto alla programmazione trattate in questo paragrafo si riferiscono alla possibile attivazione di accordi con: i consorzi, individuabili essenzialmente nel Consorzio Nazionale Imballaggi (CONAI) e nei suoi consorzi di filiera, con la rete dei recuperatori presente sul territorio provinciale ed accordi di settore (produttivo) finalizzati ad ottimizzare la gestione di alcune tipologie di rifiuti che caratterizzano il contesto territoriale della provincia. Lo strumento normativo di riferimento per l’attivazione di tali iniziative può essere individuato nell’accordo volontario. Gli accordi volontari possono essere definiti come: accordi fra la Pubblica Amministrazione e un’associazione di categoria o un’impresa o un consorzio di imprese, siglati a seguito di una negoziazione tra le parti. La fase negoziale può prevedere anche la partecipazione di associazioni sindacali, ambientaliste o di consumatori a prescindere dal fatto che saranno o meno tra i firmatari dell’accordo. L’uso dell’accordo volontario quale strumento di politica ambientale è piuttosto recente nel nostro Paese, essendo stato introdotto in applicazione di indirizzi comunitari abbastanza recenti, che hanno inteso integrare la normativa ordinaria di protezione ambientale di tipo prescrittivo con strategie di tipo partecipato, che implicano cooperazione tra la pubblica amministrazione e il settore privato. In particolare, per ciò che concerne la gestione dei rifiuti, regolata dal D.lgs. 22/97 ora D.Lgs. 152/06, gli accordi volontari vengono a tutti gli effetti considerati strumenti di attuazione delle politiche di gestione dei rifiuti. Il D.lgs. 22/97 ora D.Lgs. 152/06, infatti, a partire dall’art. 2, in particolare ai commi 3 e 4, fa un esplicito riferimento agli accordi e ai contratti di programma quali strumenti a cui possono ricorrere lo Stato, le regioni e gli enti locali, coinvolgendo anche privati qualificati, al fine di raggiungere obiettivi di qualità ambientale, di prevenzione, riciclaggio e recupero dei rifiuti. Anche gli articoli 41 e 44 del Decreto, dedicati alla gestione dei rifiuti di imballaggio e di quelli derivanti dalla dismissione dei beni durevoli di uso domestico, prevedono l’utilizzo di tali strumenti per favorirne la riduzione, il riciclaggio e il recupero. In questo senso si orienta anche la normativa a livello regionale che, con la recente approvazione della L.R. n. 26 del 12/12/2003, assegna un ruolo primario alle province a cui, tra le varie funzioni istituzionali, viene attribuito anche il compito di stipulare convenzioni con i vari soggetti interessati al fine di incentivare e coordinare il mercato del riutilizzo, del recupero e del trattamento dei rifiuti raccolti separatamente, nonché del riciclo dei materiali. Tra gli accordi volontari nel settore dei rifiuti uno dei primi ad essere formalizzato, negli anni 1993-95-97, è stato quello tra Replastic, Assoambiente, Federambiente e ANCI, che riguardava i contenitori in plastica per liquidi. Anche sulla scorta di questa esperienza ANCI e CONAI, sulla base di quanto previsto dal D.lgs. 22/97 ora D.Lgs. 152/06 per la gestione degli imballaggi, ovvero la possibilità di definire un accordo di programma quadro per regolamentare le condizioni operative ed economiche tra le parti (art. 41), hanno sottoscritto un accordo l’8 luglio 1999. Tale accordo interessa direttamente anche il ritiro dei rifiuti da imballaggio raccolti in modo differenziato dai comuni secondo le indicazioni del programma generale di prevenzione e gestione del CONAI e, di conseguenza anche la programmazione della gestione dei rifiuti a livello di ambito provinciale.

124 02/12/09 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO

E’ a questo punto opportuno trattare brevemente l’argomento CONAI e in particolare la sua attività sul territorio provinciale nonché, in linea di principio, le possibili iniziative di supporto alla programmazione attivabili nello specifico settore. Il CONAI, Consorzio Nazionale Imballaggi, è un consorzio privato senza fini di lucro costituito dai produttori e utilizzatori di imballaggi con la finalità di perseguire gli obiettivi di recupero e riciclo dei materiali di imballaggio previsti dalla legislazione europea e recepiti in Italia dal “Decreto Ronchi”. Il recupero dei materiali utilizzati per gli imballaggi è un elemento della tutela ambientale tutt’altro che marginale, che coinvolge aspetti della vita quotidiana di tutti. L’imballaggio ha infatti funzioni di protezione, trasportabilità, garanzia di sicurezza igienica e informazione al consumatore che sono essenziali nello stile di vita moderno. In tema di rifiuti da imballaggio il legislatore ha saputo essere lungimirante, in quanto, definendo gli obiettivi da raggiungere, ma lasciando alle imprese la definizione delle regole, ha creato un incentivo non solo al recupero ed al riciclo, ma anche al contenimento all’origine della quantità di materiale utilizzato. Il volume complessivo di imballaggi annualmente immesso al consumo in Italia è di circa 11.000.000 di tonnellate e il CONAI raggruppa circa 1.400.000 aziende iscritte. Il sistema CONAI si basa sull’attività di sei Consorzi di filiera, ciascuno rappresentativo del materiale oggetto di raccolta, riciclo e recupero. I sei Consorzi sono: − Consorzio Nazionale Acciaio; − CIAL, Consorzio Imballaggi in Alluminio; − COMIECO, Consorzio Imballaggi a Base Cellulosica (Carta); − RILEGNO, Consorzio Materiali Legnosi; − COREPLA, Consorzio Materiali Plastici; − COREVE, Consorzio Imballaggi in Vetro; Ai Consorzi di filiera, cui possono aderire tutti i produttori e importatori di imballaggi, competono, in maniera coordinata con i Comuni, le attività di raccolta, di riciclaggio e di recupero, anche energetico, dei rifiuti da imballaggio. Compito di ciascun consorzio è quindi quello di coordinare, organizzare e incrementare: − Il ritiro dei rifiuti di imballaggi conferiti al servizio pubblico (raccolte differenziate dei privati cittadini e dei rifiuti speciali assimilati agli urbani); − La raccolta dei rifiuti di imballaggi delle imprese industriali e commerciali; − Il riciclaggio e il recupero dei rifiuti di imballaggio; − La promozione della ricerca e dell’innovazione tecnologica finalizzata al recupero e riciclaggio. A tal fine i Consorzi stipulano convenzioni a livello locale con i Comuni e le società di gestione dei servizi di raccolta differenziata per il ritiro e la valorizzazione degli imballaggi usati conferiti dai cittadini. Il tutto è regolamentato dal già richiamato accordo ANCI – CONAI. Per ciò che concerne il territorio della Provincia di Como, si riportano nell’allegata tabella “Convenzioni Comuni/Consorzi di Filiera Conai in Provincia di Como”, i dati gentilmente forniti dall’Area Tecnica della sede di Milano del Conai, relativi ai comuni che hanno stipulato convenzione con ciascun consorzio di filiera. I dati risultano aggiornati al 125 02/12/09 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO settembre 2002 ad eccezione delle convenzioni firmate con COMIECO, i cui dati risultano aggiornati al marzo 2002.

COMUNE ACCIAIO ALLUMINIO CARTA PLASTICA VETRO ALBAVILLA SI SI SI SI NO

ALBESE CON CASSANO SI SI SI SI NO

ALBIOLO NO SI NO SI NO

ALSERIO SI NO SI SI NO

ALZATE BRIANZA SI SI SI SI NO

ANZANO DEL PARCO SI SI NO SI NO

APPIANO GENTILE SI SI SI SI SI

ARGEGNO SI SI SI SI NO

AROSIO NO SI SI SI NO

ASSO SI NO NO SI NO

BARNI SI NO NO SI NO

BELLAGIO SI NO NO NO NO

BENE LARIO NO NO NO NO NO

BEREGAZZO CON FIGLIARO SI SI NO SI NO

BINAGO SI SI NO SI SI

BIZZARONE SI SI SI NO NO

BLESSAGNO NO NO SI NO NO

BLEVIO NO NO NO SI NO

BREGNANO SI NO NO NO NO

BRENNA SI SI NO SI NO

BRIENNO SI SI SI SI NO

BRUNATE NO NO NO SI NO

BULGAROGRASSO NO NO NO SI NO

CABIATE NO SI SI SI NO

CADORAGO SI NO SI SI SI

CAGLIO SI NO NO SI NO

CAGNO NO NO NO SI NO

CAMPIONE D'ITALIA NO NO NO NO NO

CANTU' SI SI SI SI NO

CANZO SI NO NO SI NO

CAPIAGO INTIMIANO NO NO NO SI NO

CARATE URIO NO NO NO SI NO

CARBONATE NO NO NO SI SI

CARIMATE NO NO NO SI NO

CARLAZZO NO NO NO NO NO

CARUGO NO NO SI SI NO

CASASCO D'INTELVI NO NO NO NO NO

CASLINO D'ERBA SI NO NO SI NO

CASNATE CON BERNATE NO SI SI SI NO

126 02/12/09 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO

COMUNE ACCIAIO ALLUMINIO CARTA PLASTICA VETRO

CASSINA RIZZARDI NO NO NO SI NO

CASTELMARTE SI NO NO SI NO

CASTELNUOVO BOZZENTE SI NO NO SI NO

CASTIGLIONE D'INTELVI NO SI SI SI NO

CAVALLASCA NO NO NO SI NO

CAVARGNA NO NO NO NO NO

CERANO D'INTELVI NO NO SI SI NO

CERMENATE NO NO NO NO NO

CERNOBBIO NO NO SI SI NO

CIRIMIDO NO NO NO SI NO

CIVENNA SI NO NO SI NO

CLAINO CON OSTENO NO NO NO NO NO

COLONNO SI SI SI SI NO

COMO NO SI SI SI SI

CONSIGLIO DI RUMO NO NO NO NO NO

CORRIDO NO NO NO NO NO

CREMIA NO NO NO NO NO

CUCCIAGO NO SI SI SI NO

CUSINO NO NO NO NO NO

DIZZASCO NO NO SI NO NO

DOMASO NO NO NO NO NO

DONGO NO NO NO SI NO

DOSSO DEL LIRO NO NO NO NO NO

DREZZO SI NO NO SI NO

ERBA SI NO SI SI NO

EUPILIO NO NO NO NO NO

FAGGETO LARIO NO NO SI SI NO

FALOPPIO NO NO NO SI NO

FENEGRO' NO NO NO SI NO

FIGINO SERENZA NO NO SI SI NO

FINO MORNASCO NO NO SI SI NO

GARZENO SI NO NO NO NO

GERA LARIO NO NO NO NO NO

GERMASINO SI NO NO NO NO

GIRONICO SI NO NO SI NO

GRANDATE SI NO NO SI NO

GRANDOLA ED UNITI NO NO NO NO NO

GRAVEDONA NO NO NO NO NO

GRIANTE NO NO NO NO NO

GUANZATE SI SI SI SI NO

INVERIGO NO SI SI SI NO

LAGLIO SI SI SI SI SI

LAINO NO NO NO SI NO

127 02/12/09 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO

COMUNE ACCIAIO ALLUMINIO CARTA PLASTICA VETRO

LAMBRUGO NO NO SI SI NO

LANZO D'INTELVI NO NO SI SI NO

LASNIGO NO SI NO NO SI

LENNO NO NO NO NO NO

LEZZENO NO NO NO NO NO

LIMIDO COMASCO NO SI SI SI NO

LIPOMO SI SI SI SI NO

LIVO NO NO NO NO NO

LOCATE VARESINO NO SI SI SI NO

LOMAZZO SI SI SI SI NO

LONGONE AL SEGRINO NO NO NO NO NO

LUISAGO NO NO NO SI NO

LURAGO D'ERBA SI SI SI SI NO

LURAGO MARINONE NO NO SI SI NO

LURATE CACCIVIO NO NO NO SI NO

MAGREGLIO SI NO NO SI NO

MARIANO COMENSE NO SI SI SI NO

MASLIANICO SI SI SI SI SI

MENAGGIO NO NO NO NO NO

MERONE SI NO SI SI NO

MEZZEGRA NO NO NO NO NO

MOLTRASIO NO SI SI SI NO

MONGUZZO SI NO NO SI NO

MONTANO LUCINO NO NO NO SI NO

MONTEMEZZO NO NO NO NO NO

MONTORFANO SI SI SI SI NO

MOZZATE NO NO SI NO NO

MUSSO NO NO NO NO NO

NESSO NO NO NO NO NO

NOVEDRATE NO NO SI SI NO

OLGIATE COMASCO SI NO NO SI NO

OLTRONA DI SAN MAMETTE SI SI NO SI NO

ORSENIGO SI SI SI SI NO

OSSUCCIO NO NO SI NO NO

PARE' NO SI NO NO NO

PEGLIO NO NO NO SI NO

PELLIO INTELVI NO NO SI NO NO

PIANELLO DEL LARIO SI SI NO NO NO

PIGRA NO NO SI NO NO

PLESIO NO SI NO SI NO

POGNANA LARIO NO NO SI NO NO

PONNA NO SI SI SI NO

PONTE LAMBRO SI NO NO NO NO

128 02/12/09 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO

COMUNE ACCIAIO ALLUMINIO CARTA PLASTICA VETRO

PORLEZZA NO NO NO SI NO

PROSERPIO SI NO NO NO NO

PUSIANO NO NO SI NO SI

RAMPONIO VERNA NO SI NO SI NO

REZZAGO SI NO NO SI NO

RODERO NO NO NO SI NO

RONAGO NO NO SI SI NO

ROVELLASCA NO SI SI SI NO

ROVELLO PORRO NO SI NO SI NO

SALA COMACINA NO NO SI NO NO

SAN BARTOLOMEO VAL CAV. NO SI NO SI NO

SAN FEDELE INTELVI NO NO SI SI NO

SAN FERMO DELLA BATT. SI SI NO NO NO

SAN NAZZARO VAL CAV. NO NO NO NO NO

SANTA MARIA REZZONICO NO NO NO NO NO

SANT'ABBONDIO NO NO NO SI NO

SCHIGNANO NO NO SI SI NO

SENNA COMASCO SI SI SI SI NO

SOLBIATE NO SI NO NO SI

SORICO NO NO NO SI NO

SORMANO SI NO NO NO NO

STAZZONA NO NO NO SI NO

TAVERNERIO SI SI SI SI NO

TORNO SI NO SI NO NO

TREMEZZO NO SI NO NO NO

TREZZONE NO NO NO SI NO

TURATE NO NO NO SI NO

UGGIATE-TREVANO NO NO SI NO NO

VAL REZZO NO SI NO SI NO

VALBRONA SI NO NO NO NO

VALMOREA NO NO NO NO NO

VALSOLDA NO NO NO NO NO

VELESO NO NO NO NO NO

VENIANO NO NO SI NO NO

VERCANA NO NO NO SI NO

VERTEMATE CON MINOPRIO SI NO SI SI NO

VILLA GUARDIA NO NO NO SI SI

ZELBIO SI NO SI SI NO

Dall’analisi dei dati risulta che 130 comuni su 163 hanno stipulato almeno una convenzione con i consorzi di filiera, mentre 33 comuni non hanno ancora firmato alcuna convenzione. Nello specifico i dati relativi a ciascun consorzio, di cui sono disponibili i dati, sono i seguenti: 129 02/12/09 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO

− Consorzio Nazionale Acciaio 55 convenzioni su 163 comuni; − CIAL, Consorzio Imballaggi in Alluminio 49 convenzioni su 163 comuni; − COMIECO, Consorzio Imballaggi a Base Cellulosica (Carta) 63 convenzioni su 163 comuni; − COREPLA, Consorzio Materiali Plastici 104 convenzioni su 163 comuni; − COREVE , Consorzio Imballaggi in Vetro 10 convenzioni su 163 comuni. I dati forniti, come detto, risultano aggiornati al settembre 2002 e di conseguenza considerano ancora la situazione con la presenza dei Comuni di Santa Maria Rezzonico e Sant’Abbondio, che allo stato attuale risultano essersi fusi nel Comune di San Siro. Mancano inoltre i dati relativi alle convenzioni stipulate con il Consorzio Rilegno in quanto tale Consorzio non stipula convenzioni dirette con i singoli comuni, ma con le piattaforme di selezione e recupero e quindi non risulta possibile per CONAI identificare i comuni coperti da convenzioni e quelli non coperti. Dallo scenario delineato emerge l’opportunità di sviluppare la rete di convenzioni attuale, attraverso le forme di incentivazione già individuate nell’apposito paragrafo. In particolare la Provincia di Como, anche sulla base dei contenuti dell’art. 16 comma 1 lett h) della L.R. n. 26 del 12/12/2003, potrà, nei modi e nelle forme da definirsi in sede di attuazione delle previsioni di piano, attivarsi al fine di prevedere ed incentivare la stipula di convenzioni con i comuni, con il CONAI ed i suoi consorzi di filiera e direttamente con le imprese singole o associate, anche sulla base di intese predisposte dalla Regione, al fine di incentivare e coordinare il mercato del riutilizzo, del recupero e del trattamento dei rifiuti raccolti separatamente, nonché per il riciclo dei materiali, secondo le forme descritte nel presente paragrafo. Nell’ottica della promozione delle attività di recupero e riciclaggio delle frazioni differenziate dei rifiuti solidi urbani, quale iniziativa di supporto alla programmazione si potrebbe ipotizzare anche un coinvolgimento di operatori “privati qualificati” che, attraverso la stipula di convenzioni, anche su possibile iniziativa della Provincia, o dei già citati accordi volontari, realizzino impianti o mettano a disposizione impianti esistenti che siano idonei agli scopi della pianificazione, di cui verrà di volta in volta verificata la congruità con il piano in fase di approvazione. Dette strutture saranno considerate come impianti di piano funzionali al raggiungimento degli obiettivi posti e alla razionalizzazione della gestione dei flussi di rifiuti. Analogamente a quanto già previsto nel piano vigente, approvato nel 1995, per la rete degli impianti di compostaggio del verde ornamentale di titolarità privata, si potrebbe ipotizzare l’inserimento nell’assetto impiantistico di piano di strutture di titolarità privata di soggetti iscritti all’Albo Provinciale dei Recuperatori ex art. 33 del D.lgs. 22/97 ora D.Lgs. 152/06 o dotati di autorizzazioni ex artt. 27 e 28. In questo scenario gli operatori privati “qualificati” che aderiranno alle iniziative attivate in tal senso dovranno fornire alcune garanzie di “affidabilità” e “idoneità” agli scopi della pianificazione, da recepire in apposite convenzioni, come ad esempio: − l’adeguamento tecnologico degli impianti da utilizzare a livello di piano, con l’eventuale ottenimento di certificazioni di qualità ambientale;

130 02/12/09 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO

− l’applicazione di tariffe controllate per la ricezione e il recupero delle frazioni differenziate dei rifiuti solidi urbani, raccolte dai comuni, compresi i rifiuti assimilati. Da parte sua l’ente pubblico, in questo caso la Provincia, potrebbe studiare delle misure di incentivazione ai soggetti che intendono aderire alla “rete provinciale”. Le misure di incentivazioni ammissibili in un accordo volontario o di programma o in una eventuale convenzione, possono, indicativamente, comprendere le seguenti iniziative: pubblicità e informazione agli utenti, in particolare alle amministrazioni comunali, circa la partecipazione del soggetto privato alla stipula dell’accordo ambientale e sui progressi conseguiti in ordine agli obiettivi di recupero, con modalità tali da renderle accessibili al pubblico; promozione, presso le opportune sedi regionali e nazionali, iniziative tese all’abbreviamento dei tempi e alla semplificazione dei procedimenti rispetto alle comunicazioni di inizio attività ex artt. 31 e 33 e per l’ottenimento delle autorizzazioni ambientali ex artt. 27 e 28 del D.lgs. 22/97 ora D.Lgs. 152/06; promozione, presso i soggetti appaltanti, l’adozione di misure in materia di appalti pubblici che prevedano l’utilizzo di materiali recuperati o riciclati; utilizzo di strumenti economici, quali eco incentivi e contributi al fine di favorire l’adeguamento tecnologico degli impianti, a fronte anche dell’introduzione di sistemi certificati di gestione ambientale e per sviluppare un mercato dei materiali recuperati. Oltre alle iniziative gia descritte in questo paragrafo, si può concludere la trattazione dell’argomento, valutando la possibilità di avviare iniziative tese ad attivare accordi di settore con le associazioni di categoria, per la gestione dei rifiuti derivanti da particolari settori produttivi. Esperienze significative in tal senso sono state condotte, a livello locale, ad esempio nelle Province di Bologna, Modena, Forlì, Ferrara, Pisa, Alessandria, Asti e Verbania. Il settore nel quale è stato concluso il maggior numero di accordi è quello che riguarda i rifiuti agricoli, anche in considerazione della dispersione sul territorio delle aziende del settore e della presenza di strutture di servizi territoriali a loro disposizione (es. ex consorzi agrari, cooperative etc.), della produzione di diverse tipologie di rifiuti (contenitori per fitofarmaci, oli minerali, batterie al piombo, teli di polietilene etc.) che gli operatori si trovano a gestire. In tal senso si potrebbero stipulare accordi con le associazioni di categoria o con il Consorzio per il riciclaggio dei beni in polietilene: POLIECO. Scopo di Polieco è infatti quello di definire la gestione dei rifiuti di beni in polietilene, con particolare riguardo a quelli di provenienza agricola, quali ad esempio i teli in LDPE e HDPE. In Provincia di Como potrebbe essere interessante stipulare accordi di questo tipo anche per altri settori produttivi caratterizzanti il territorio, come ad esempio per il recupero dei rifiuti del settore tessile, sulla base anche delle esperienze già condotte nelle Regioni Piemonte e Toscana. In conclusione, le iniziative di supporto alla programmazione, che la provincia di Como potrebbe attivare, per ciò che concerne gli accordi con i recuperatori e i consorzi, da svilupparsi in dettaglio nella fase di applicazione del piano provinciale, si possono così riassumere: − Studio di forme di incentivazione per l’attivazione e/o la sottoscrizione di nuove convezioni tra Comuni e Consorzi di Filiera Conai;

131 02/12/09 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI – PROVINCIA DI COMO

− Possibile stesura di accordi volontari con la rete dei recuperatori privati qualificati presenti sul territorio provinciale; − Possibile attivazione di accordi di settore con le associazioni di categoria e/o consorzi, per la gestione dei rifiuti derivanti da particolari settori produttivi; − Possibile stipula di convenzioni con i comuni, con il CONAI ed i suoi consorzi di filiera e direttamente con le imprese singole o associate, anche sulla base di intese predisposte dalla Regione, al fine di incentivare e coordinare il mercato del riutilizzo, del recupero e del trattamento dei rifiuti raccolti separatamente, nonché per il riciclo dei materiali.

9d) Accordi di programma e convenzioni

Lo strumento dell’Accordo di Programma, così come contemplato dall’art. 34 del Decreto Legislativo 18 agosto 2000 n. 267, appare la forma di raccordo più opportuna per garantire le necessarie sinergie tra i soggetti attuatori delle linee fondamentali della programmazione. La costruzione di intese chiare e salde sin dal principio rappresenta infatti il presupposto per un effettivo avvio delle iniziative contenute nella programmazione stessa. D’altro canto, l’art. 23 del D.Lgs. 22/97 ora D.Lgs. 152/06 prevede esplicitamente il ricorso alla convenzione ex art. 24 della Legge 142/90 (ora art. 30 del Decreto Legislativo 18 agosto 2000 n. 267) quale strumento di cooperazione tra gli Enti Locali, ponendo in capo alla Provincia il ruolo di coordinatore del sistema. Si conferma quindi in pieno l’assunzione di responsabilità della Provincia nella promozione delle forme di accordo sopra definite, il che comporta anche la formazione di documenti tipo (capitolati, bandi di gara, regolamenti, ecc.) da utilizzare di volta in volta in sede di stipula delle intese organizzative.

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