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2 UN MATTONE PER LA CROCE VERDE er ricordare l’importante traguardo dei cento anni di attività, la Croce P Verde di Civitanova Marche ha voluto raccontare la sua storia, per non far cadere nell’oblio della vita frenetica di tutti i giorni quel fi lo di cooperazione sempre esistito tra la cittadinanza e la Croce Verde. La Banca di Credito Cooperativo di Civitanova Marche e Montecosaro ha voluto contribuire alla stampa di tale pubblicazione perseguendo nella sua fi nalità di diffondere la conoscenza del territorio e delle realtà che contribuiscono al suo sviluppo non solo economico ma anche sociale. La Banca ritiene importante, infatti, far conoscere il valore sociale di questa vitale associazione che con la disponibilità e la professionalità dei volontari che vi operano ha raggiunto negli anni ragguardevoli obiettivi, entrando nel cuore di tanti concittadini che si sono trovati nella necessità di rivolgersi al pronto intervento della Croce Verde. E importante è ricordare e ringraziare tutti coloro che hanno contribuito alla sua creazione e al suo sviluppo. Alle generazioni presenti e future ci permettiamo di indicare che soltanto con l’attento ed amorevole rispetto delle realtà umane in cui viviamo, ma soprattutto con la piena disponibilità a portare aiuto materiale e spirituale al bisognoso che soffre ed invoca il nostro aiuto, si possono raggiungere risultati di vera civiltà e di armoniosa convivenza umana. Il Presidente della Banca di Credito Cooperativo di Civitanova Marche e Montecosaro Dott.Sandro Palombini 3 4 UN MATTONE PER LA CROCE VERDE a Croce Verde di Civitanova Marche tocca quest’anno l’importante L traguardo dei 100 anni. Essa è un bene della città e di tutto il territorio. Un bene cresciuto in qualità e quantità grazie al volontariato soprattutto giovanile che sacrifi ca parte del suo tempo per dedicarlo all’emergenza sanitaria o ai servizi programmati. L’iniziativa della presidenza di ricordarne in un libro la storia è encomiabile e in questi momenti di forte diffi coltà merita di essere sottolineata. I cittadini debbono sapere quel che ha signifi cato La Croce Verde nei momenti di bisogno. Credo non ci sia nessuna famiglia che non è dovuta ricorrere ai suoi servizi. Tutti ne conoscono la grande disponibilità, la preparazione dei militi, la loro generosità, la professionalità con cui espletano la “missione” di portare soccorso a chi ha bisogno. Ed allora è doveroso conoscere a fondo la storia di questa realtà che dà lustro a Civitanova, ne ha accompagnato la crescita vertiginosa crescendo con lei. Una storia che parte da lontano, quando fu costituita per iniziativa di cittadini volenterosi che hanno sentito la necessità di dar vita ad una realtà che si mettesse a servizio degli altri. Con mezzi poveri agli inizi e un cospicuo parco-macchine oggi, costituito grazie alla generosità di tanti cittadini, alle donazioni e alle iniziative di chi con la Croce Verde non si limita solo al soccorso ma all’organizzazione di eventi di autofi nanziamento. L’anniversario della fondazione mi dà l’occasione per ringraziare e per ricordare quanti ne hanno favorito la crescita, a cominciare dal primo presidente, il compianto dr. Ruggero Bartolucci, ad Aquinaldo Forti che pure dal Cielo accompagnano e vigilano sull’andamento. Un saluto particolare a Vincenzo Berdini che ha guidato la Croce Verde per oltre un ventennio, e all’attuale presidente Fabio Morresi, oggi chiamato con altri a lottare per mantenere in vita questa importante realtà. Ed un appello, infi ne, a tutti i cittadini: dobbiamo stare vicino alla Croce Verde e sostenerla in qualsiasi modo. Non si possono mortifi care tanti anni di nobile storia. Il Sindaco Dott. Massimo Mobili 5 6 UN MATTONE PER LA CROCE VERDE 7 8 UN MATTONE PER LA CROCE VERDE l primo, doveroso ringraziamento è rivolto a quelle persone che, pur non I citate, hanno di fatto contribuito allo sviluppo del nostro lavoro. Sono proprio quelli che non compaiono - per un’effettiva mancanza di documenti, per una nostra dimenticanza, per la scelta consapevole di non rendere nota la propria collaborazione, per motivi di riservatezza, per, non ultima, una divergenza sul modo di agire o per non aver ricevuto il riscontro sperato, per esempio in un servizio (anche se vi sono fondati dubbi che non sia dipeso dalla volontà ma piuttosto dalla circostanza) - che di fatto hanno permesso il progredire della nostra attività: diffi coltosa, non soggetta a schemi, non legata a correnti di pensiero, non controllata, insomma “libera”. Sono coloro che, con la partecipazione e/o con l’indifferenza, hanno fatto sì che il valore di una buona azione non fosse legato all’entità economica della stessa o alla posizione nella scala sociale, bensì fosse rapportato al gesto ed al sacrifi cio che ognuno è disposto ad affrontare. Quanto di seguito rappresentato è una successione di obiettivi raggiunti, gli stessi che si sono trasformati in punto di partenza per raggiungerne altri. Anche per questo è stato diffi cile scegliere quali episodi riportare, anche se a tutti va senz’altro attribuito un suo valore. Il valore sociale che vorremmo trasmettere è che, nonostante l’evolversi della società attraverso i cambiamenti continui di coalizioni di governo, economia, rappresentanze sociali, noi della Croce Verde abbiamo sempre pensato a non creare problemi, anzi a prestare la nostra opera a favore di tutti coloro che si son trovati in uno stato di bisogno: malati, sventurati, non perfettamente abili, colpiti da provvedimenti e quindi nella necessità di svolgere lavori socialmente utili. Tutto questo grazie ad una grande forza che ci unisce: “il volontariato”. Altro doveroso ringraziamento lo rivolgiamo a coloro che non sono più tra noi. Siamo certi che avrebbero scritto sicuramente una storia diversa, se non altro più completa, in virtù del fatto che l’hanno anche vissuta direttamente. Immaginiamo però che avrebbero condiviso il nostro intendimento, che è quello di suscitare un interesse, affi nché ci siano sempre persone che continuino a credere in questa grande realtà della Croce Verde, animata dai principi fondamentali, che sono anche i nostri motti, come: “tutti sono utili ma nessuno è indispensabile”, “se vuoi fare volontariato devi sapere che il miglior ringraziamento è una pedata nel sedere”, “nel momento in cui nasce un interesse lì fi nisce la tua attività di volontariato”, “non chiedere mai quando, piuttosto chiediti quanto”, “un attimo equivale ad una vita” etc… Gli ultimi, in termini temporali, ai quali è rivolto un ringraziamento sono tutti coloro che vorranno prestare la propria opera per aiutarci e sostituirsi a noi in caso di bisogno. 9 crivere un libro è già diffi cile da parte di un singolo autore perché S trasmettere le proprie sensazioni, il proprio coinvolgimento, le proprie esperienze e l’episodio occorso non dà mai come risultato il racconto effettivo di quanto si voleva rappresentare. Figuriamoci se gli autori sono più d’uno e se la storia raccontata rappresenta il frutto di un ricordo o di fatti che altri hanno vissuto (pur con lo stesso coinvolgi- mento o con lo stesso pensiero). Proprio per queste due ultime considerazioni proviamo a costruire un percorso, già tracciato, nel quale si intersecano avvenimenti, diffi coltà, manifestazioni che hanno sempre e comunque come obiettivo principale il volontariato svolto, a volte, in maniera estrema. E’ sempre semplicistico dire “ma che ci vuole!”, ma è ancor più facile dirlo quan- do non si è coinvolti direttamente. A volte, anzi spesso, quando si è a tu per tu con la necessità di una scelta che può essere defi nitiva, non si sa mai se è quella giusta e non lo si sa neanche dopo che è stata fatta, perché magari si perde il contatto con la persona coinvolta. In quello che andremo a raccontare molto spesso è la storia che indica la cosa giusta e la cosa sbagliata, ma a priori quello che veramente ha signifi cato è l’esserci stati ed averla affrontata. L’insuccesso di un episodio ha da sempre costituito il punto di partenza per acqui- sire esperienza, per evitare lo stesso errore, progredendo così nella tecnica e nel miglioramento di attrezzature e mezzi. La diffi coltà del racconto della lunga vita dell’associazione è metaforicamente paragonabile ad un teatro nel quale cambiano le rappresentazioni ed in esse gli attori. Un continuo ricambio quindi, pur restando invariata la struttura che le ospita. L’aspetto più signifi cativo e che in fondo garantisce sempre l’attualità dell’opera- to fi nale è che i fruitori del servizio sono “tutti”, indistintamente, perché nei mo- menti di necessità non esistono ricchi o poveri, blasonati e non. Esistono solo esseri umani in stato di necessità. A tutti loro è rivolto il volontariato che non chiede e non deve chiedere compensi, ma al quale va manifestata riconoscenza anche solo con un grazie. Attraverso un’attenta lettura degli episodi, delle delibere, etc, si possono evin- cere, da una parte, le situazioni di indifferenza, di noncuranza, di superfi cialità e, dall’altra, il senso di appartenenza e attaccamento all’istituzione, a volte anche morboso, che ha fatto sì che la bilancia restasse perfettamente in equilibrio ga- rantendo così l’esistenza, anzi la longevità, dell’associazione. Rifl ettendo: se fosse prevalsa la prima condizione nessuno avrebbe potuto con- durre fi no ai giorni nostri la realtà che raccontiamo. Se fosse invece prevalsa la seconda condizione, gli interessi e l’agio avrebbero 10 UN MATTONE PER LA CROCE VERDE senza dubbio portato a snaturare l’aspetto sociale della Croce Ver- de riconducendola ad una mera impresa privata. A volte, parlando di enti come il nostro, i pensieri corrono alle conti- nue diffi coltà e ristrettezze a cui sono sottoposti. Nonostante ciò, i disagi formano una corazza che li rende invulne- rabili pur non nascondendo che vi sono sempre dei punti deboli che, se avessero il sopravvento, vanifi che- rebbero anni di sacrifi ci e di storia.