11 QC-E La Sismicita in Provincia Di

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11 QC-E La Sismicita in Provincia Di 1. INTRODUZIONE .......................................................................................................................... 3 2. SISMICITA’ NELLA PROVINCIA DI FERRARA ............................................................................ 6 2.1 IL RISCHIO SISMICO ...................................................................................................................... 6 2.2 IL FENOMENO SISMICO ................................................................................................................ 7 2.3 I TERREMOTI IN ITALIA .............................................................................................................. 11 2.4 PERICOLOSITA’ SISMICA ............................................................................................................ 14 2.5 PERICOLOSITA’ SISMICA DI BASE ........................................................................................... 18 2.6 PERICOLOSITA’ SISMICA LOCALE ........................................................................................... 28 2.7 EFFETTI DI SITO ........................................................................................................................... 46 2.8 EFFETTI DI LIQUEFAZIONE NEL FERRARESE IN OCCASIONE DEL SISMA................. 61 DI MAGGIO 2012 ................................................................................................................................... 61 3. VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI DI SITO .................................................................................. 68 3.1 RICHIAMI NORMATIVI RELATIVI ALLA VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI ..................... 68 DI SITO ................................................................................................................................................... 68 3.2 COMPORTAMENTO DEI TERRENI DELLA PIANURA FERRARESE SOTTO ..................... 73 SOLLECITAZIONE DINAMICA .......................................................................................................... 73 3.3 VALUTAZIONI QUANTITATIVE DEGLI EFFETTI DI SITO ................................................... 74 3.4 ELABORAZIONI .............................................................................................................................. 76 3.5. SINTESI RAPPRESENTAZIONE CARTOGRAFICA DEI RISULTATI: ................................ 103 Bibliografia ............................................................................................................................................ 107 2 1. INTRODUZIONE La valutazione del rischio sismico nel territorio provinciale è uno degli adempimenti previsti dalla normativa nazionale e regionale per quel che riguarda le procedure di formazione ed approvazione degli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica, nell’ambito della valutazione preventiva della sostenibilità ambientale e territoriale degli effetti derivanti dall’attuazione dei piani medesimi. L’art. A-2 comma 4 dell’allegato alla L.R. 20/00 e s.m.i stabilisce infatti che “nei territori regionali individuati come zone sismiche, gli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica concorrono alla riduzione ed alla prevenzione del rischio sismico, sulla base di analisi di pericolosità, di vulnerabilità ed esposizione”; a questo proposito, il punto 9.3 della circolare n. 6515 del 21/03/2003 chiarisce che “le condizioni di pericolosità locale sono tutti gli aspetti fisici del territorio che influiscono sulla pericolosità locale, quali le caratteristiche geologiche, geomorfologiche, geotecniche ed idrogeologiche che possono determinare instabilità dei versanti, effetti di amplificazione del moto sismico, addensamento e liquefazione”. Con l’OPCM 3274/2003 “Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni”, ed il successivo D.M. 14.09.2005 tutto il territorio nazionale è stato classificato sismico, secondo diversi gradi di pericolosità e sono stati richiesti specifici studi per la valutazione della risposta sismica locale ai fini della definizione dell’azione sismica di progetto, oltre che criteri geologici e geotecnici per l’elaborazione dei piani urbanistici e la progettazione di ampie superfici. La Regione Emilia Romagna aveva già recepito il D.M. 14/09/2005 dapprima con la Delibera di Giunta Regionale n. 1677/05, la quale forniva indicazioni sui contenuti e sulle modalità di approvazione degli strumenti urbanistici con particolare riguardo alle valutazioni della pericolosità sismica, e successivamente emanando un atto di coordinamento tecnico in merito agli studi di valutazione della risposta sismica locale e di microzonazione sismica, approvato con Delibera della Giunta Regionale n. 2193 del 21 dicembre 2015. Lo scopo dell’atto di coordinamento è individuare principi omogenei per fornire, attraverso gli studi di microzonazione sismica condotti alle diverse scale, una base conoscitiva utile per indirizzare le scelte degli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica verso la riduzione del rischio sismico e l’ottimizzazione delle risorse da destinare ad interventi di mitigazione. Tale documento risulta perfettamente in linea con gli obiettivi ed i contenuti degli "Indirizzi e criteri generali per la microzonazione sismica", nati contemporaneamente alla direttiva regionale, approvati dal 3 Dipartimento della Protezione Civile e dalla Conferenza Unificata delle Regioni e delle Province autonome e in distribuzione dal mese di marzo 2009, i quali ribadiscono l’importanza della micro zonazione sismica quale strumento utile per il governo del territorio, per la progettazione di nuove opere e per la pianificazione dell’emergenza. In data 01 luglio 2009 è entrato definitivamente in vigore il D.M. 14/01/2008 “Norme tecniche per le costruzioni” che, in accordo e ad integrazione del precedente D.M. 14/09/2005 e dell’O.P.C.M 3274/2003, introduce criteri per la progettazione e la costruzione di strutture soggette ad azioni sismiche e disciplina la progettazione di opere di fondazione e di sostegno dei terreni soggette ad azioni sismiche, delineando i requisiti cui devono soddisfare i terreni di costruzione e i terreni di fondazione in presenza di tali azioni. Lo scopo delle norme è assicurare che in caso di terremoto sia protetta la vita umana, siano limitati i danni e rimangano funzionanti le strutture essenziali agli interventi di protezione civile. Le norme richiedono in particolare che i siti di costruzione ed i terreni di fondazione in essi presenti siano esenti da pericoli di instabilità di pendii, liquefazione, eccessivo addensamento in caso di terremoto, rottura di faglia in superficie (“effetti di sito”). Il D.M. ridefinisce i criteri generali per la classificazione del territorio nazionale precedentemente introdotti dalla normativa, demandando alle Regioni e agli Enti Locali le attività di microzonazione sismica del territorio, ovvero agli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica (regionali, provinciali e comunali) viene assegnato il compito di concorrere alla mitigazione del rischio sismico, svolgendo specifici studi di risposta sismica locale ed effettuando approfondimenti sulle caratteristiche locali del sito (microzonazione). In questo contesto si è inserito il presente lavoro svolto dalla Provincia di Ferrara in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Ferrara e con Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra, finalizzato alla valutazione del rischio sismico del territorio provinciale, connesso alla suscettibilità a manifestare effetti di sito in caso di evento sismico. In accordo con quanto previsto dalle norme tecniche nazionali e dagli indirizzi regionali in materia di prevenzione del rischio sismico, le attività di ricerca hanno avuto l’obiettivo di individuare le aree del territorio provinciale potenzialmente suscettibili di effetti di sito (liquefazione, tendenza a manifestare eccessivi cedimenti post-sisma, amplificazione) così da costituire un’integrazione ed un ampliamento delle informazioni già disponibili per la redazione degli strumenti urbanistici di pianificazione. Le analisi, eseguite secondo procedure riconosciute dalla letteratura geotecnica, sono state in una prima fase spinte al livello di approfondimento tipico degli strumenti di pianificazione (PTCP) e successivamente approfondite puntualmente per quantificare gli effetti di sito. 4 Il lavoro è stato articolato secondo le seguenti fasi: a) Analisi di tutte le informazioni di natura geologica, geomorfologica, geotecnica disponibili a scala territoriale, attingendo ad informazioni provenienti da cartografie differenti; b) Suddivisione del territorio in litotipi differenti in funzione degli effetti di sito a cui possono essere soggetti; c) Individuazione delle aree potenzialmente suscettibili di effetti di sito; d) Raccolta di tutte le indagini di tipo geotecnico disponibili da sottoporre ad elaborazione; e) Interpretazione delle indagini raccolte per verificare il livello di dettaglio disponibile; f) Classificazione dei terreni sulla base delle indagini di tipo geotecnico disponibili; g) Verifica della suscettibilità a liquefazione dei terreni per ogni indagine elaborata; h) Verifica della suscettibilità dei terreni a manifestare eccessivi addensamenti, per ogni indagine elaborata; i) Verifica della suscettibilità dei terreni a determinare amplificazione del segnale sismico, per ogni indagine elaborata; j) Implementazione e rielaborazione delle aree potenzialmente
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