Aquilonia, Distrutta Dai Romani Nella Terza Guerra San- Nitica Del 293 A

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Aquilonia, Distrutta Dai Romani Nella Terza Guerra San- Nitica Del 293 A EEmmiilliioo PPiissttiillllii S. vittore del Lazio, l'estre- mo comune della provincia di Frosinone, trae origine da insedia- menti dell'età del ferro. La pos- sente cinta muraria in opera pseu- do poligonale del monte AAQQUUIILLOONNIIAA Sambùcaro, che sovrasta il paese, testimonia l'importanza del luogo in comune di fin dall'epoca sannitica. In questo lavoro si sostiene l'at- tribuzione di quelle mura alla SSAANN VVIITTTTOORREE DDEELL LLAAZZIIOO mitica città di Aquilonia, distrutta dai Romani nella terza guerra san- nitica del 293 a. C., ma si eviden- zia anche il cospicuo patrimonio storico culturale che si è accumu- lato nel territorio comunale nel corso dei secoli. Di particolare interesse la straordinaria serie degli affreschi di scuola cassinese (sec. XI-XIII) conservati nella medioevale chie- sa di S. Nicola. COMUNE DI SAN VITTORE DEL LAZIO 1998 Emilio Pistilli AQUILONIA in San Vittore del Lazio COMUNE DI SAN VITTORE DEL LAZIO 2003 TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI © EMILIO PISTILLI 2003 SERVIZIO fOTOgRAfICO: “fOTO VALERIO MASCIO” Tutte le foto a colori contenute nel volume sono state riprese nel mese di novembre 1998 L’OPERA è STATA STAMPATA CON CONTRIbUTO EALL S.r.l. Presentazione Un ritrovamento di eccezionale interesse storico, come quello di “un’antica città” situata sul monte che sovrasta San Vittore del Lazio, merita di essere conosciuto non solo dagli specialisti del settore e dagli abitanti del luogo, ma da un più vasto pubblico. Un ritrovamento che, oltre la valorizzazione ed il recupero del patri- monio storico-culturale del territorio, favorirà anche lo sviluppo del turismo tradizionale. Ecco perché l’Amministrazione Comunale di San Vittore del Lazio, non può non compiacersi del fatto che un messaggio di tale portata venga affidato ad un veicolo di ampia diffusione, come appunto è la pubblicazione di un libro. Gli amministratori, pertanto, esprimono a nome di tutti i cittadini, il massimo apprezzamento al prof. Emilio Pistilli, che si è adoperato per la realizzazione del presente lavoro. A lui va il merito di aver segnalato per primo la presenza nel terri- torio del poderoso circuito megalitico di monte Sambùcaro, identifi- cato con la mitica città sannitica di “AqUiLoniA”, e di averne curato lo studio e la ricerca fino alla stesura della presente pubblicazione. L’Amministrazione Comunale ha condiviso pienamente la tesi avanzata dal prof. Pistilli ed ha giudicato doveroso dare alle stampe questo lavoro, che lega ulteriormente la figura dello studioso al nostro paese, nel quale ha trascorso gli anni della sua infanzia. A nome personale, infine, esprimo di tutto cuore, l’auspicio, che questa scoperta diventi per i Sanvittoresi motivo ulteriore di apprezza- mento, amore ed orgoglio per la propria terra. Dott. Franco Pirollo Sindaco di San Vittore del Lazio Premessa quando, nel 1972, segnalai il ritrovamento di un imponente circui- to murario in opera pseudo poligonale sul monte che sovrasta S. Vittore del Lazio, per molteplici ragioni ipotizzai che si trattasse del- l’introvabile Aquilonia dei Sanniti di cui parla Livio nel Lib. X della sua storia di Roma. Allora proposi la questione come un’ipotesi; in realtà avevo buoni motivi per ritenere che si trattasse di ben più che un’ipotesi. Un mio articolo-segnalazione1 fu accolto con buona dose di scetticismo: per questa ragione gli elementi probanti che lì riassumevo passarono quasi del tutto inosservati. Successivamente intervenni più volte sulla stampa a riassumere i termini della scoperta2. Da allora ho raccolto svariate riserve sul teno- re della mia ipotesi, anche da chi, per amor di campanile, avrebbe dovuto trovar conveniente amplificare l’impor tanza del ritrovamento. Tutte le obiezioni e le recise smentite, anche da persone autorevoli, sull’iden tificazione di Aquilonia, anziché farmi recedere dall’ipotesi, mi hanno rafforzato sempre più nella mia convinzione, e non certo per testardaggine: in breve, ciò che doveva demolire la mia tesi risultava, invece, inconsistente ed incongruente nei confronti del racconto di Livio e, anzi, mi induceva a riscontrare ancora nuove concordanze. non sono mancati studiosi, anche di chiara fama, che, pur di soste- nere tesi diverse, sono stati costretti a correggere e talvolta stravolgere il testo di Livio. Le obiezioni maggiori si possono riassumere in tre punti essenziali: a) La città di Aquilonia è da collocare in altro sito; e proprio riguardo al sito abbiamo una vera e propria “antologia” di località indi- viduate negli ultimi cento anni: spaziano dalla Valle di Comino, al Molise, alla Basilicata. 1 E. Pistilli, Ipotesi sulla città di Aquilonia distrutta nell’anno 293 a.C., in “il Gazzettino del Lazio”, n. 10 del 15 giugno 1972. 2 Tralasciando i quotidiani basti ricordare solo le riviste: “La voce di Aquino”, iV/72, n. 34, pag. 4; “Rassegna storica dei comuni”, V/73, n. 2, pag. 67; “Lazio Sud”, ii/83, n. 4, pag. 17. 6 EMiLio PiSTiLLi b) le città conquistate dai Romani nella terza guerra sannitica del 293 a. C. (Cominio, Amiterno, Duronia, oltre, naturalmente, Aquilonia) sono da individuare tra la Valle di Comino, il territorio di S. Elia Fiumerapido e quello di Roccasecca, lungo il corso del Melfa; dunque in un raggio di dieci o quindici chilometri, facendo centro su Atina; c) il racconto di Livio è fantastico e per questo motivo non fa testo. naturalmente se è fantastico non ha senso nemmeno porsi il problema dell’identificazione dell’antica Aquilonia, e ciò vale anche per qualsia- si altra collocazione di località liviane. non pensavo, dopo tanti anni, di dover riprendere quell’argomento, ma le accresciute acquisizioni da parte mia e la necessità di dover con- futare affermazioni fuorvianti ed interventi privi di ogni senso della storia e della concretezza da parte di alcuni critici di turno, mi induco- no a farlo. nel 1972, con un articolo su “il Gazzettino del Lazio”3 ed un suc- cessivo estratto diffuso ampiamente, descrissi con dovizia di particola- ri le vicende e l’entità del ritrovamento; oggi potrei ripetere tutto alla lettera, rivedendo solo alcuni dettagli dovuti alla mia inesperienza del tempo, come per esempio il numero eccessivo delle porte e la forzata individuazione dell’acropoli nella parte più alta del complesso archeo- logico4. in effetti qui riprenderò gran parte di quel lavoro. 3 op. cit. 4 Fui indotto in tali errori da qualche studioso che godeva della mia piena fiducia. AqUiLoniA in SAn ViTToRE DEL LAzio 7 1 - S. VITTORE DEL LAZIO 1- S. Vittore del Lazio: m. 207 s. l. m. 1.1. Notizie storiche Le origini dell’attuale centro abitato di S. Vittore del Lazio5 sono da ricercarsi nel pieno medioevo e precisamente a cavallo dell’anno mille. Ma ciò non significa che il territorio, precedentemente a quel tempo, fosse disabitato. La ricerca archeologica, infatti, fornisce (e molto più potrà ancora fornire) numerose testimonianze di insediamenti umani, nella zona, già in epoche antichissime. il primo a darci notizie abbastanza precise di ritrovamenti antichi fu il dott. Pietro Saroli, medico di 1ª classe nella R. Marina, il quale, in un suo opuscolo del 18926 informava del rinvenimento di diverse 5 questo paragrafo è stato tratto liberamente da Lineamenti di Storia di S. Vittore del Lazio, Archeoclub di S. Vittore del Lazio, 1986, pubblicazione alla quale ho dato un modesto contributo di ricerche. 6 P. Saroli, Di alcune tombe rinvenute nel territorio di San Vittore del Lazio – Nota archeologica, Venezia, 1892. 8 EMiLio PiSTiLLi tombe di epoca romana e preromana nel fondo così detto dei “Gentili”, nel fondo (“masseria”) dei signori Sarnelli, nel fondo “Casadelmo” del barone Bonanno, nel fondo “Marozze”, nel fondo “olive del Consiglio” e nel fondo “Bagni”. in una di quelle tombe fu ritrovata una moneta neroniana, e già que- sto fatto fornisce una datazione ben precisa. in base alle indicazioni del Saroli non è possibile stabilire l’epoca reale delle altre inumazioni; né è accettabile l’ipotesi dell’emerito medico sanvittorese, secondo il quale esse risalirebbero al periodo volsco, dal momento che pare ormai accertato che i Volsci poco o nulla ebbero a che fare con il territorio in questione. S. Vittore ha pure restituito alcune iscrizioni di epoca romana, due delle quali furono riportate dal Mommsen nel Corpus Inscriptionum Latinarum. La prima: P. FARACio C . F 7 La seconda: Don PERCEnniA o. L. PRiMA in . AGR. P . Viii in . FRonT . P . Viii.8 di una terza ci riferisce D. Angelo Pantoni o.S.B. nel Bollettino Diocesano di Montecassino: questa accenna ad una famiglia dei “Principii” ed è inserita in un pilastro della chiesa parrocchiale9. Ritrovamenti ben più importanti si ebbero nel 1972 sul monte Sambùcaro: ma questo è proprio l’argomento del presente lavoro. 7 T. Mommsen, C.i.L., X, n. 5232, tra le rovine di un’antica casa. 8 id. n. 5273, nella chiesa matrice 9 A. Pantoni, S. Vittore del Lazio, i, “Bollett. Dioces. Di Montecassino”, 1973, n. 3, pag. 232. Gli articoli comparsi nel citato Bollettino Diocesano tra il 1973 e 1975 sono stati raccolti in un unico volume: “San vittore del Lazio – Ricerche storiche e artistiche”, a cura di Faustino Avagliano, Montecassino, 2002. AqUiLoniA in SAn ViTToRE DEL LAzio 9 oggi si puó affermare che non vi sia un campo, nel comune di S. Vittore, che non rechi tracce di antichi insediamenti preromani, roma- ni e medioevali. Pantoni ritiene che lì fosse uno dei tanti “pagi” o ville che sorgeva- no ovunque nel Cassinate10. Ma l’abbondanza e l’estensione dei luo- ghi di ritrovamenti fanno pensare a qualcosa di più di un villaggio: ad una città, forse sannitica, forse precedente. Se si trattò di Aquilonia la sua storia si chiuse nel 293 a. C. con la distruzione nella terza guerra sannitica; se fu altra città sannitica cessò di esistere comunque con l’occupazione dei Romani, avvenuta nel medesimo periodo.
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