Narrazione E Scelte
NNaarrrraazziioonnee ee sscceellttee Un contributo dell’Italiano allo sviluppo di competenze trasversali e ai contesti di formazione generale ______________________________________________________________ Gruppo esperti per l’insegnamento dell’italiano nella Scuola media Maggio 2016 1 Introduzione Una buona educazione letteraria serve a muoversi con la mente sveglia e flessibile, i sensi affinati, le facoltà di interpretazione dialogica allenate, e anche la strumentazione più adatta, in quel grande “gioco di orientamento” che è la vita nelle nostre società postmoderne. (Remo Ceserani, Guida allo studio della letteratura) Al legame stretto tra la fruizione (e la produzione) di narrazioni e l’orientamento è stata prestata grande attenzione, in particolare in Italia, negli ultimi vent’anni. Di primo acchito si potrebbe credere, peraltro con buone ragioni, che tra le tipologie testuali l’argomentazione piuttosto che la narrazione sia il luogo didattico privilegiato per sviluppare una “educazione alle scelte”. In realtà, studi relativamente recenti hanno dimostrato che, accanto al pensiero logico- paradigmatico alla base dell’argomentazione, esiste un vero e proprio “pensiero narrativo”1, cioè quel tipo di pensiero attinente alle intenzioni, alle azioni, alle dinamiche e agli esiti legati all’esperienza umana (nei testi: necessità, desideri, intenzioni, valori dei personaggi) che situa l’attore nella dimensione cronotopica. Le coordinate spazio-temporali, elementi fondanti di ogni tipo di narrazione, sono nel contempo sottese a qualsivoglia situazione personale nei contesti reali, compresi l’apprendimento, la scelta e lo sviluppo professionale. Sulla scorta di queste acquisizioni, l’“orientamento narrativo”2 si è dato lo statuto di metodo, ancorato ad un presupposto molto semplice e da sempre evidente soprattutto a chi 1 Si vedano ad es.
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