De Mulieribus Claris
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
STUDI E RICERCHE Elsa Filosa TRE STUDI SUL DE MULIERIBUS CLARIS Filosa-589-1-fronte.indd 1 02/01/13 08.58 Edizione a stampa 2012 ISBN 978-88-7916-589-1 Copyright © 2012 Via Cervignano 4 - 20137 Milano www.lededizioni.com - www.ledonline.it - E-mail: [email protected] I diritti di riproduzione, memorizzazione e archiviazione elettronica, pubblicazione con qualsiasi mezzo analogico o digitale (comprese le copie fotostatiche, i supporti digitali e l’inserimento in banche dati) e i diritti di traduzione e di adattamento totale o parziale sono riservati per tutti i paesi. Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume/fascicolo di periodico dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le riproduzioni effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da: AIDRO, Corso di Porta Romana n. 108 - 20122 Milano E-mail [email protected] <mailto:[email protected]> sito web www.aidro.org <http://www.aidro.org/> In copertina: Carlo Filosa, Flora - La primavera (1982) Matite colorate su carta (50×70) Redazione e videoimpaginazione: Paola Mignanego Stampa: Digital Print Service sommario Premessa 11 Introduzione 17 La struttura del De mulieribus claris e il rapporto tra mito e storia 17 Fasi redazionali del De mulieribus claris e quadro storico 24 Progetto originario del De mulieribus claris, dedica e proemio 32 La critica moderna e contemporanea 37 STUDIO 1 I modelli letterari 45 1.1. I modelli letterari per la struttura 46 1.2. I sottotesti latini e greci 48 1.3. La Familiare XXI 8 di Petrarca 51 1.4. De Proba Adelphi coniuge (XCVII) 59 1.5. L’utilizzo delle fonti classiche: dal De fide uxorum erga viros 62 di Valerio Massimo al De mulieribus claris 1.5.1. De Tertia Emilia primi Africani coniuge (LXXIV) 68 1.5.2. De Curia Quinti Lucretii coniuge (LXXXIII) 75 1.5.3. De Sulpitia Truscellionis coniuge (LXXXV) 78 1.6. Antecedenti del De mulieribus claris nell’opera di Boccaccio 79 STUDIO 2 I rapporti con il Decameron 89 2.1. Intertestualità nelle premesse narrative 92 2.1.1. Tisbe (XIII) e Salvestra (Dec. IV 8) 92 2.1.2. Didone (XLII) e Lisabetta da Messina (Dec. IV 5) 98 2.1.3. Lucretia (XLVIII) e madonna Zinevra (Dec. II 9) 103 5 Sommario 2.2. Gemmazioni e allusioni 107 2.2.1. Lucretia (XLVIII): Catella (Dec. III 6); monna Sismonda 107 (Dec. VII 8) 2.2.2. Tisbe e Piramo (XIII): Simona e Pasquino (Dec. IV 7); 109 Gerolamo e la Salvestra (Dec. IV 8); la moglie del geloso (Dec. VII 5) 2.2.3. Didone (XLII): la figlia del re di Tunisi (Dec. IV 4); 112 Lisabetta da Messina (Dec. IV 5) 2.2.4. La papessa Giovanna (CI): la figlia del re d’Inghilterra 112 (Dec. II 3) 2.2.5. Gualdrada (CIII): Violante (Dec. II 8); monna Sismonda 114 (Dec. VII 8) 2.2.6. Camiola (CV): monna Giovanna (Dec. V 9) 116 2.3. Analogie tematiche nelle intromissioni moraleggianti 119 2.3.1. Rea Ilia (XLV) e le monache di Masetto da Lamporecchio (Dec. III 1) 121 2.3.2. Leena (L) e Cisti il fornaio (Dec. VI 2) 127 2.3.3. Tertia Emilia (LXXIV) e monna Ghita (Dec. VII 4) 135 2.3.4. Sulpicia (LXXXV) e monna Bartolomea (Dec. II 10) 137 STUDIO 3 La donna umanistica 141 3.1. La rappresentazione delle donne nelle arti figurative 142 3.2. La rappresentazione delle donne nella letteratura 151 3.3. L’utlizzo delle fonti classiche: dalla Virginia liviana 155 al De Virginia virgine Virginii filia (LVIII) 3.4. «Claritatis nomen […] in ampliorem sensum […] trahere» 161 3.5. Un nuovo modello: la donna umanistica 167 3.6. La fortuna 172 Riferimenti bibliografici 189 6 Alla cara memoria dei miei genitori, Carlo Filosa e Waltraud Mörschel L’idea di occuparmi del De mulieribus claris nasce dalle conversazioni con il mio maestro Giuseppe Velli, che mi ha seguita durante tutto il percorso di studi presso il dipartimento di Filologia moderna dell’Università Statale di Milano e che mi ha indirizzata verso gli Stati Uniti, dove sono atterrata all’inizio del millennio. A Velli va la mia più sentita, profonda, incondi- zionata riconoscenza. Costante è stata ed è la sua presenza nella mia vita intellettuale e professionale. I tre studi che qui presento nascono dalla dissertazione di dottorato con seguita presso la University of North Carolina at Chapel Hill, sotto la direzione del professor Antonio Illiano, il quale è stato prodigo di sugge- rimenti e spunti d’indagine. Lo ringrazio qui vivamente non solo per le sue sempre illuminanti osservazioni, ma anche perché lavorare e studiare con lui è stato stimolante e piacevole, grazie al suo acutissimo ingegno ed umorismo. Sentiti ringraziamenti vanno inoltre a tutta la commissione di dottorato formata dai professori: Dino Cevigni, Ennio Rao, Peter Burian e Maura Lafferty. La loro attenta lettura del testo, i loro pertinenti consigli e la loro presenza mi hanno sostenuta nei momenti più difficili durante la stesura dello scritto. Voglio inoltre esprimere la mia profonda gratitudine a Pier Massimo Forni e Renzo Bragantini che, con generosità, hanno elar- gito commenti utili a migliorare il manoscritto. Purtroppo, per questioni di spazio, non posso nominare tutti gli amici e i colleghi le cui conversazioni hanno contribuito a mantenere sempre vivo, attraverso gli anni, l’amore per Boccaccio e le sue opere. Per il loro supporto materiale, ringrazio la Graduate School of The University of North Carolina at Chapel Hill e il Department of French and Italian della Vanderbilt University; ineguaglia- bile aiuto mi è stato costantemente garantito dalla Davis Library. Ringrazio Valeria Passerini per aver accolto questo volume fra tanti altri di stimati studiosi, cari amici e colleghi, e Paola Mignanego per aver smussato certe spigolosità del mio periodare. Infine, un ringraziamento va ad Andrea Mirabile, censore severissimo della mia sintassi ed amico nelle avventure americane, e a mio figlio Gior- gio che, come un piccolo nume, da dentro mi ha ispirato le parole. AVVERTENZA Alcuni passaggi presenti in questo volume sono già apparsi sotto forma di articoli tra le pagine di riviste specialistiche, seppur con qualche modifica. Si ringraziano in questa sede gli editori per aver concesso l’autorizzazione alla pubblicazione. • «Boccaccio tra storia e invenzione: dal De fide uxorum erga viros di Va- lerio Massimo al De mulieribus claris». Romance Quarterly 54.3 (2007): 219-230. • «Intertestualità tra Decameron e De mulieribus claris: la tragica storia di Tisbe e Piramo». Heliotropia 3.1-2 (2005-06), http://www.heliotropia. org/03-0102/filosa.shtm. • «Petrarca, Boccaccio e le mulieres clarae: dalla Familiare XXI 8 al De mu- lieribus claris». Annali d’Italianistica 22 (2004): 381-395. 10 PREMESSA Il presente volume è suddiviso in tre studi, che possono essere letti sia sepa- ratamente che consecutivamente. La prima parte si occupa dei «modelli letterari» del De mulieribus cla- ris, ovvero dei suoi possibili antecedenti e delle fonti. La seconda si con- centrerà sui «rapporti con il Decameron» e cercherà di dimostrare sino a che punto l’opera sulle donne sia accostabile, tematicamente e stilisti- camente, al capolavoro boccacciano. Un’ultima e terza parte analizzerà i fondamenti concettuali, ossia ciò che riguarda la vera e propria nuova immagine della «donna umanistica», con particolare attenzione alle moda- lità narrative di tale rappresentazione e alle relazioni con l’ideologia pre- umanistica. Nel primo studio – I modelli letterari – si prenderanno in considera- zione i possibili antecedenti ispiratori dell’autore, sia per capire quali testi Boccaccio avesse a disposizione, sia per sondare fino in fondo le novità del nuovo ritratto di donna proposto dal Certaldese, inventore di un tipo di raf figurazione muliebre che verrà canonizzato nelle letterature euro- pee. Certamente, nonostante l’indiscutibile novità del libro sulle donne il lustri, Boccaccio aveva alle spalle alcuni precedenti: sebbene questa sia la prima opera nella letteratura occidentale ad avere come fine la celebra- zione delle gesta muliebri e il ritratto femminile, la scelta della struttura, ovvero la raccolta delle vite di personaggi illustri – in questo caso femmini- li – aveva già una tradizione millenaria, e faceva parte del canone letterario medievale. Non va dimenticato che molti testi, seppur con diversa tematica, offri- vano florilegi di azioni memorabili compiute dal gentil sesso. Basti pensare, in età classica, a Valerio Massimo con i suoi Factorum et dictorum memoria- bilium libri, e a Livio che descrive alcune donne romane (Lucrezia o Clelia, per esempio) nel suo Ab urbe condita. O ancora, per quanto riguarda il 11 Premessa periodo medievale, si prendano in considerazione l’Adversus Jovinianum di San Girolamo e l’opera di Walter Map. Nell’incipit del proemio, è lo stesso Boccaccio a richiamare l’attenzione sulla tradizione di raccogliere le vite di personaggi illustri: «Scripsere iam dudum non nulli veterum sub compendio de viris illustribus libros [Già nel passato alcuni degli antichi storici scrissero compendi intorno agli uomini illustri]» (De mul. Proem. 1). La stessa Divina commedia dantesca può aver ispirato la composizione di una raccolta di biografie femminili. Ma il testo che, più di ogni altro, si pensa possa aver influenzato messer Giovanni è l’e- pistola XXI 8 delle Familiares di Petrarca, indirizzata all’imperatrice Anna di Ungheria. Dopo aver considerato gli antecedenti letterari, si procederà ad un’at- tenta analisi di alcune parti del De mulieribus, mettendole in relazione con i rispettivi sottotesti letterari, per vedere nel dettaglio che tipo di operazioni il Certaldese compia durante il momento compositivo, quando traspone la fonte in un nuovo ed originale costrutto testuale.