ALLA SCOPERTA DEL Video dell’inaugurazione: https:///www.youtube.com/watch?v=cgmD1qXi3GY

FORO ITALICO

L'attuale Foro Italico - denominato Foro Mussolini - fu ideato come un grande complesso sportivo ed educativo, una vera e propria "città dello sport".

La data di nascita del Foro può essere fissata il 5 febbraio 1928, giorno in cui si tenne solennemente la cerimonia della posa della prima pietra dell'Accademia di Educazione Fisica. Oggi è sede del CONI, Comitato Olimpico Nazionale Italiano. Il CONI è un’autorità che si occupa della gestione e della regolamentazione di tutte le attività sportive nazionali.

L'edificio progettato da Del Debbio su commissione dell'Opera Nazionale Balilla, istituita due anni prima dal regime fascista "per l'assistenza e l'educazione fisica e morale della gioventù", di cui era presidente il Ministro . L'edificio dell'Accademia si articola in due corpi laterali simmetrici collegati da uno trasversale pensile, sotto il quale si aprono la vista e l'accesso al retrostante , tutto circondato dalle colossali statue di atleti, ciascuna offerta da una provincia italiana, così da costituire una specie di museo all'aperto della scultura italiana del primo '900. Alla sinistra dell'Accademia, in disposizione quasi simmetrica si colloca il duplice edificio (1937), delle Terme, oggi Piscine del CONI, e dell'Accademia di Musica, oggi palazzo dello IUSM e sede dell’auditorium RAI, anch' strutturato con due corpi longitudinali paralleli, collegati da uno trasversale pensile. Tra i due insiemi edilizi si inserisce il Piazzale dell'Impero (1937), oggi Viale del Foro Italico, tutto pavimentato a mosaici, con figurazioni nere su fondo bianco. Collegato assialmente alla sponda sinistra del Tevere dal Ponte Duca Emanuele Filiberto d'Aosta (1936), il Foro era marcato dal colossale monolite (1932), dalla Fontana della Sfera (1934), infine dallo Stadio dei Cipressi (1932), poi Olimpico (1953). Il complesso è inoltre completato dallo Stadio del Tennis, dagli elegantissimi volumi razionali della Casa delle Armi (1936), dalle due Foresterie e dalla soprastante Colonia Elioterapica (1933) adesso parte dell’Istituto Don Orione. Nel corso della sua storia ultrasettantennale, il Foro Italico ha subito molte integrazioni (in particolare il corpo dello Stadio del nuoto, realizzato in occasione delle Olimpiadi del 1960) e soprattutto alterazioni, sia funzionali che strutturali. La prima risale già all'anteguerra, allorché, nel comprensorio della Città dello Sport, si volle collocare il colossale Palazzo del Littorio, oggi sede del Ministero degli Esteri. Numerose le alterazioni apportate in occasione delle Olimpiadi; ma le manomissioni più pesanti risalgono ad un'epoca relativamente recente. All'inizio degli anni '80 la Casa delle Armi fu brutalmente quanto incongruamente trasformata in aula bunker per processi di alta sicurezza, e in occasione dei campionati di calcio del 1990 lo venne ricostruito e dotato di un sistema di copertura, che ha pesantemente alterato la percezione delle pendici di Monte Mario e gli interi valori spaziali del Foro Italico.

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1. STADIO DELLA FARNESINA L'area su cui sorge il campo, come del resto tutta l'area del Foro Italico nel suo complesso, era spesso inondata dalle acque del Tevere, in occasione di straripamenti anche non disastrosi. I lavori di bonifica ebbero inizio già a partire dagli anni '10, e l'area fu a lungo utilizzata come campo di allenamento dalla squadra calcistica della . Oggi è un campo di atletica leggera.

2. STADIO DEI MARMI Alla fine degli anni '20, nel periodo in cui il fascismo stava favorendo la cultura della fisicità maschile a favore della futura classe popolare, base del futuro della nazione, si rappresentano le figure di atleti ispirandosi direttamente alla Grecia classica. La più spettacolare manifestazione di questo movimento si chiama Stadio dei Marmi ed è stata realizzata a Roma negli anni '30. Considerato ancora oggi insuperato per la sua raffinata bellezza, contiene 64 statue grecizzanti, scolpite da giovani artisti di tutte le regioni italiane. Le statue dello stadio furono regalate da sessanta province italiane. Le gradinate perimetrali in marmo bianco di Carrara furono ottenute sopraelevando il terreno di 5,50 m. I due corpi di fabbrica affiancati che delimitano l’accesso al campo sono destinati ai servizi e ai magazzini per gli attrezzi. Ideatore dello Stadio dei Marmi fu Renato Ricci, sottosegretario all'Educazione e fondatore dell'Opera nazionale Balilla. Scuole e centri ricreativi furono dotati di palestre, piscine, biblioteche, sale di riunione, giardini. Lo Stadio (con 5.280 posti) fu inaugurato nel 1932.

3. STADIO OLIMPICO Lo stadio Olimpico è un impianto sportivo polifunzionale; si trova al Foro Italico, alle pendici di Monte Mario, nel settore nordoccidentale di Roma. Ideato nel 1927 e originariamente noto come stadio dei Cipressi, nacque su progetto di Enrico Del Debbio per poi essere ripreso nel 1937 da e usato come quinta scenica dei giochi del periodo fascista; abbandonato durante la guerra e usato come autoparco dalle truppe alleate, nel 1949 ne fu deciso dal CONI, suo proprietario, il completamento a cura di Annibale Vitellozzi, che lo ultimò nel 1953; all'epoca noto come stadio dei Centomila per via della capienza che si aggirava intorno ai 100.000 posti, fu ribattezzato stadio Olimpico dopo l'assegnazione a Roma dei giochi della XVII Olimpiade del 1960. Ospita fin dall'inaugurazione, avvenuta il 17 maggio 1953, gare di calcio, atletica leggera e rugby, oltre a eventi extrasportivi come concerti e rappresentazioni sceniche. In occasione del campionato del mondo di calcio del 1990 incorse in una quasi completa ristrutturazione diventando il secondo più capiente stadio italiano dopo il Meazza di Milano. La principale caratteristica dell'Olimpico fu la sua sorprendentemente bassa elevazione da terra, a dispetto della sua rilevante capienza, così come erano stati previsti gli stadi da Enrico Del Debbio nel suo progetto del Piano regolatore del Foro Italico. Questo risultato fu ottenuto grazie alla parziale sottoelevazione del terreno di gioco, sfruttando inoltre la forma naturale a conca del terreno attorno ad esso. Grazie a questi accorgimenti l'impianto si integrava perfettamente con l'ambiente circostante, offrendo un impatto visivo gradevole e contenuto. I seggiolini furono inizialmente costruiti in legno, sostituiti in seguito da altri in pietra di colore verde chiaro. Nel 2007 è stato avviato un vasto piano di restyling riguardante l'interno dello stadio, per renderlo conforme alle norme UEFA, in vista della finale di Champions League che si è disputata il 27 maggio 2009. I lavori, conclusi nel 2008, hanno contemplato la messa a norma delle strutture - con miglioramenti per la sicurezza - l'adeguamento di spogliatoi e sala stampa, la sostituzione completa dei sedili, l'installazione di nuovi maxischermi digitali ad alta definizione, l'arretramento delle panchine, la parziale rimozione delle barriere in plexiglas tra gli spalti e il terreno di gioco, e una riduzione dei posti fino alla capienza attuale di 73.261 posti. Sono stati aumentati i punti di ristoro e adeguati i servizi igienici. Questi interventi hanno permesso allo Stadio Olimpico di rientrare nella categoria quattro (Elite) degli stadi europei.

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4. STADI DEL TENNIS Stadio Centrale Il vecchio centrale del Foro Italico è stato smantellato ed al suo posto è sorto un nuovo centrale più moderno e capiente rispetto al precedente, che potrebbe in futuro essere dotato anche di una copertura mobile del campo che potrà essere utilizzata qualora le condizioni atmosferiche lo rendano necessario, senza dover più interrompere lo svolgimento degli eventi sportivi in caso di condizioni atmosferiche avverse. Inaugurato ufficialmente il 27 aprile 2010 è entrato in funzione per l'edizione degli Internazionali d'Italia del 2010. Numero di spettatori: 10.000 circa Stadio Pietrangeli In passato stadio della pallacorda (forma medievale del tennis), piccolo anfiteatro con capienza 3.720 posti è composto da una serie di gradinate di marmi bianchi, scarti dei marmi di Carrara dell’epoca, con le sedute ad angolo retto. Delle aiuole delimitano il campo mentre dall’alto, all’altezza del piano strada, enormi statue che raffigurano le varie attività sportive circondano l’ellisse del tennis, come a proteggerlo. Nel 2006 allo stadio viene dato il nome di Nicola Pietrangeli che nel 1961 vinse gli internazionali d’Italia. Walk of Fame (strada della gloria) inaugurata il 7 maggio 2015 Le leggende dello sport italiano: 100 nomi incastonati in mattonelle celebrative dedicate, un pavimento lastricato di "stelle" che da Viale delle Olimpiadi arriva fino allo Stadio Olimpico; un museo da vedere camminando, tutto d’un fiato. Si ricordano trionfi indimenticabili, personaggi invincibili, emozioni indelebili. Cento fuoriclasse senza tempo, scelti in base alle esclusive determinazioni della Commissione Atleti del CONI.

5. COMPLESSO NATATORIO Realizzato negli anni ‘30. Dopo la seconda guerra mondiale fu ampliato, in occasione dei giochi olimpici di Roma 1960, attraverso la costruzione dello Stadio olimpico del nuoto, su progetto degli architetti Enrico Del Debbio ed Annibale Vitellozzi e dagli ingegneri Musumeci e Morandi. Lo stadio, struttura completamente all'aperto, inaugurato nel 1959 con un torneo internazionale di nuoto, pallanuoto e tuffi, fu dotato di 2 vasche e di vari servizi annessi (docce, ristoranti, area per passeggiate). In previsione delle gare olimpiche, lo stadio venne dotato di un grande quadro elettrico luminoso per la segnalazione dei risultati, di un sistema di cronometraggio elettrico a frazione di secondo e di un sistema elettrico per le votazioni dei giudici, considerate innovative per l'epoca. Restaurato una prima volta in occasione dei campionati europei di nuoto del 1983, nel 1994 fu ulteriormente ristrutturato e ampliato per i campionati mondiali di nuoto. Nel 2000 il polo natatorio fu ulteriormente ampliato mediante la realizzazione di una nuova piscina all'aperto adibita esclusivamente alla pallanuoto (dimensioni 33m x 25m). Nel 2009 è stato, per la seconda volta, sede dei campionati mondiali di nuoto.

Il complesso natatorio del Foro Italico è composto da:  Stadio Olimpico del Nuoto, progettato in occasione dei giochi olimpici di Roma 1960, inaugurato nel 1959. Comprende una vasca scoperta da 50 metri, dotata di due tribune la cui capienza complessiva è di circa 12.000 spettatori e una vasca scoperta per i tuffi  Vasca 33 metri x 25 metri, scoperta d'estate e coperta di inverno, viene utilizzata per incontri ufficiali e allenamenti di pallanuoto  Vasca scoperta da 25 metri  Piscina pensile, una vasca coperta da 25 metri posizionata in un corridoio tra due edifici, sospesa da terra  Vasca coperta da 50 metri, con trampolino e piattaforma per i tuffi. Dotata di una gradinata per il pubblico capace di ospitare fino a 2.000 persone è ornata con pregevoli mosaici lungo le pareti ed il bordo vasca. È attualmente utilizzata per gare ufficiali di pallanuoto, nonché come vasca di allenamenti per nuoto, pallanuoto e tuffi.

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6. OBELISCO - PIAZZALE DELL’IMPERO - FONTANA DELLA SFERA L’Obelisco come una sentinella svetta all'entrata del Foro. Date le dimensioni (quasi 40 metri e 770 tonnellate di peso), sia l’estrazione dalla cava sia il trasporto a Roma furono molto impegnativi. Il monolite, estratto dalle Alpi Apuane (in Toscana), scese fino al mare su un convoglio trascinato da 60 coppie di buoi e per mare e risalendo il corso del Tevere fu condotto al luogo destinato su una nave speciale. Il progetto è di Costantino Costantini. Lungo le corsie laterali di Viale dell’Impero e fino alla Fontana della Sfera si trovano i mosaici raffiguranti atleti, immagini agonistiche, scorci naturalistici, figure mitologiche e simboli sacri alla storia di Roma e alla vita fascista. Undici blocchi marmorei per parte, disposti ortogonalmente al percorso, ornano Piazzale dell’Impero e ricordano le principali tappe del fascismo: dalla fondazione dei Fasci di combattimento (1919) alla fondazione dell’Impero (1936). Al centro del viale la piattaforma marmorea lunga 88 m, sopraelevata di tre gradini, era destinata ad accogliere le autorità durante le manifestazioni. La Fontana della Sfera è costituita da un’ampia vasca circolare al centro della quale emerge un basamento di forma quadrangolare su cui poggia la grande Sfera (diametro di 3 metri e peso di circa 42 tonnellate) realizzata da un unico blocco di marmo proveniente dalle cave di Carrara, simbolo della universalità dei giochi sportivi. Il bacino intorno alla Sfera è decorato con mosaici a tessere di marmo bianche e nere rappresentanti soggetti marini.

7. MINISTERO DEGLI ESTERI Il nome "Farnesina" deriva dal fatto che questo palazzo sorge su un'area appartenuta ad uno dei più famosi Papi, Paolo III Farnese e qui c'erano i cosiddetti "Orti Farnesiani", da qui il nome "la Farnesina". Il complesso avrebbe dovuto essere il nuovo Palazzo del Littorio, sede del Partito Nazionale Fascista, ma già nel 1940 era stato cambiata la destinazione d'uso in Ministero degli Affari Esteri. Con più di 1300 stanze e 9 piani con una facciata lunga 169 metri ed alta 51 metri, da sola la Farnesina è, insieme alla Reggia di Caserta, uno degli edifici più voluminosi presenti in Italia. Dal 1999 è iniziata l’esposizione al di un complesso di opere rappresentative dell'arte italiana del XX secolo. La Collezione Farnesina ripercorre la storia dell’arte del novecento italiano attraverso le correnti dell’ Nouveau, del Futurismo, della Metafisica, dell’Astrattismo, dell’Arte povera, della Transavanguardia e della Nuova Scuola romana. Nel 2008 la raccolta d'arte italiana della Farnesina è stata ampliata, istituendo una nuova collezione che raccoglie le opere delle ultime generazioni di artisti italiani. Nel 2009 è stata annunciata la nascita di una terza collezione, la Collezione Farnesina Design. Fuori dal Palazzo della Farnesina si trova un'opera chiamata "Sfera Grande" del famosissimo scultore Arnaldo Pomodoro; l'opera era stata concepita per l'Expo di Montréal del 1967 e poi fu ubicata davanti al Palazzo della Farnesina.

8. CASA DELLE ARMI/ACCADEMIA DELLA SCHERMA/AULA BUNKER L'Accademia di scherma, anche nota come Casa delle armi, è un edificio sportivo del complesso Foro Italico di Roma. Progettato dall'architetto Luigi Moretti nel 1934 come Casa del Balilla sperimentale, completato nel 1936 fu assegnato alla disciplina della scherma, assumendo la denominazione di Casa delle Armi e poi di Accademia della Scherma. Nel 1981 venne adattato ad aula bunker del tribunale di Roma. La Casa delle Armi, posta ai margini meridionali del Foro Italico, di fronte alla foresteria (poi Ostello, oggi parzialmente occupata da uffici e in attesa di destinazione) di Enrico Del Debbio, ha un impianto a elle. Il lato corto rivolto verso il Tevere è bipartito: cieco per metà e segnato da una griglia finestrata gigante orizzontale per l'altra metà. La seconda parte ospitava la vera e propria sala della scherma, lunga 45 metri e larga 25, che consentiva la presenza simultanea sulle pedane di 160 atleti. Le facciate sono rivestite uniformemente in marmo bianco di Carrara. Dopo essere stata trasformata in aula giudiziaria con gravi manomissioni interne, è stata lasciata in stato di semi abbandono. È ora di proprietà del CONI e vi si stanno svolgendo (aprile 2013) lavori di restauro in attesa di una nuova destinazione. 4

I tre ponti che collegano il quartiere Flaminio con il Foro Italico.

PONTE MILVIO

La prima menzione del ponte risale al 207 a.C., in relazione al ritorno dalla battaglia del Metauro nel corso della seconda guerra punica. Il ponte doveva essere a quest'epoca ancora in legno e la sua costruzione deve essere attribuita ad un Molvius (appartenente alla gens Molvia, attestata dalle fonti). Nel 110-109 a.C. il censore Marco Emilio Scauro ricostruì il ponte in muratura. Nel 312, nelle campagne gravitanti verso il ponte, ebbe luogo la battaglia tra Costantino I e Massenzio nota come battaglia di Ponte Milvio o battaglia di Saxa Rubra; qui, secondo la leggenda, Costantino ebbe la visione della Croce recante la scritta: "In hoc signo vinces" che lo incoraggiò alla battaglia, e alla seguente integrazione dei cristiani nell'impero.

Del ponte romano restano le tre arcate centrali. Il ponte era stato danneggiato dalle vicende belliche medioevali (vi era stata inoltre costruita sull'imboccatura settentrionale una fortificazione di forma triangolare nota come Tripizzone sulla base di una torre difensiva del III secolo) ed era conosciuto come ponte Mollo. Nel 1429 si ebbero i primi restauri sotto papa Martino V e i lavori furono affidati a Francesco di Gennazzano. Nel 1458 furono eliminate delle parti in legno e fu demolita la fortificazione medioevale. Nel 1805, sotto papa Pio VII, altri lavori di restauro furono affidati a Giuseppe Valadier: questi ricostruì le arcate alle estremità, che erano state sostituite da ponti levatoi in legno, ed edificò all'imbocco settentrionale una torre in stile neoclassico. Il ponte fu fatto saltare da Garibaldi nel 1849 per ostacolare l'avanzata delle truppe francesi e fu restaurato sotto papa Pio IX nel 1850. In questa occasione vi fu aggiunta una statua dell'Immacolata, opera dello scultore Domenico Pigiani, mentre già ne esisteva una di San Giovanni Nepomuceno. Un gruppo raffigurante il Battesimo di Gesù, collocato all'imbocco sud, è stato spostato nell'atrio del Museo di Roma a palazzo Braschi. Nel 1951 fu terminata la costruzione del ponte Flaminio che ne ha ridotto la funzione. Dal 1978 è chiuso al traffico veicolare.

PONTE DUCA D’AOSTA

Intitolato a Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta (1869-1931), Duca d'Aosta, nipote del primo re d’Italia Vittorio Emanuele II, è stato progettato da Vincenzo Fasolo; la sua costruzione ebbe inizio nel 1939 e venne poi inaugurato nel 1942. Il ponte ha una sola arcata in cemento armato, è lungo 220 metri e largo 30; alle due estremità sono poste due coppie di piloni, con le facciate decorate con altorilievi raffiguranti scene di guerra sui fiumi Isonzo, Tagliamento, Sile ed Adige, dello scultore Vico Consorti. L'arcata è lunga 100 metri.

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PONTE DELLA MUSICA

S ospeso tra il lungotevere Flaminio e quello Cadorna, il ponte collega l'auditorium Parco della Musica, il parco di villa Glori, il museo del MAXXI e il teatro Olimpico con il complesso sportivo del Foro Italico, lo spazio verde di Monte Mario, il museo del Genio e l'auditorium della Rai. Realizzato in acciaio e cemento armato, è riservato all'uso ciclabile e pedonale; inaugurato nel maggio 2011 come ponte della Musica, a due anni di distanza è stato intitolato alla memoria di Ar mando Trovajoli.

Benché la realizzazione di un'opera del genere fosse già prevista nel piano regolatore della Capitale del 1929, è solo dopo settant'anni che viene dato il via all'iter del progetto. L'opera era immaginata da principio per l'uso esclusivo pedonale, e solo successivamente è stata modificata per consentire anche il transito ciclabile e di mezzi pubblici ecologici, come tram e autobus elettrici. La costruzione, iniziata nel 2008, si è conclusa nel 2011. A seguito della scomparsa del compositore romano Armando Trovajoli nel febbraio del 2013, il 30 maggio dello stesso anno il suo nome è stato affiancato a quello della struttura, col ponte che ha così assunto l'odierna denominazione. Il ponte, con un design dal gusto contemporaneo, unisce nella costruzione materiali diversi come l'acciaio, il calcestruzzo ad alta resistenza, il cemento armato e il legno. Si presenta con una struttura ad arco, lunga 190 metri, che raggiunge una larghezza massima di 22 nella zona centrale e di 14 alle due estremità. La maggiore caratteristica architettonica dell'opera è ravvisabile nei due grandi archi ribassati in acciaio - lievemente inclinati verso l'esterno - che cingono e sorreggono l'impalcato metallico; tra di essi, inoltre, è assente un collegamento orizzontale nella zona sovrastante: questa soluzione stilistica ha permesso di conferire una particolare leggerezza d'insieme al ponte, oltreché di "separare" la corsia carrabile centrale dai due percorsi pedonali che ai lati si affacciano sul Tevere. Il calcestruzzo armato è usato per le imposte degli archi, che si sviluppano fino al suolo e qui rimandano le spinte dei due elementi. I piedritti alla base inglobano le scale di collegamento al piano calpestabile, e d'accesso alle rive del fiume. La passerella centrale del ponte, che permette il passaggio di ciclisti e mezzi pubblici, ha una pavimentazione in asfalto; i due calpestizi laterali, adibiti prettamente al passaggio pedonale, sono invece ricoperti con doghe di legno che poggiano direttamente sulla struttura d'acciaio.

Conclusione Questa guida sintetica (che si basa sulle informazioni disponibili sul web) è stata proposta alla classe 2ª F del liceo Caetani per sostenere la scoperta del territorio e la fruizione consapevole di quanto si poteva osservare raggiungendo o spostandosi tra le due sedi.

Roma, 22 maggio 2016 prof. Michele Sica

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