Perdute Ora Un Libro Li Ha Riuniti Chagalldi ILLUSTRAZIONE MARC CHAGALL
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l’attualità Welby, diario di un uomo in rivolta La ADRIANO SOFRI e PIERGIORGIO WELBY Domenica cultura Il cinema che raccontava la fabbrica DOMENICA 22 NOVEMBRE 2009 di Repubblica NOVELLI, OLMI, QUENEAU e SOLDATI Cento gouaches Le per illustrare le storie di La Fontaine Poi il progetto fallì, i dipinti furono Fiabe messi all’asta e dispersi perdute Ora un libro li ha riuniti Chagalldi ILLUSTRAZIONE MARC CHAGALL SIEGMUND GINZBERG immigrato, Picasso. Ma gli rimproverano di aver montato soprat- spettacoli tutto artisti «stranieri e semiti». Chagall gli ha già illustrato Le anime n immigrato si familiarizza con la lingua del paese di morte di Gogol, ma con incisioni, in bianco e nero. Gli illustrerà poi, E la chitarra inventò il rock adozione facendosi leggere e rileggere dalla moglie le sempre con incisioni, I profeti della Bibbia. Per il progetto La Fon- EDMONDO BERSELLI favole di La Fontaine. Talvolta la ferma al punto in cui taine si butta invece sul colore, inventando nuovi impasti, ricchi, il poeta fa la morale: «Questa puoi saltarla». Poi, quan- corposi, talvolta addirittura quasi violenti. Non sono più nemmeno do ormai le conosce a memoria, le dipinge con una i colori notturni, spenti, tristi della Russia della sua infanzia, che pu- i sapori fantasmagoria di colori gioiosi, brillanti e sgargianti, re lo avevano reso celebre. Sono colori solari, che scintillano di alle- Verdure ripiene, cenerentole a palazzo Uquasi pop, che accentuano, anzi fanno esplodere l’elemento ironico, gria, sono i colori del paesaggio francese e del Mediterraneo, che fiabesco, surreale. Lui è già un pittore famoso, non un esordiente. L’e- Chagall ha appena scoperto, sono i colori di Cézanne, di Matisse, dei LICIA GRANELLO e MASSIMO MONTANARI ditore che gli ha commissionato le tavole è uno dei più grandi colle- Fauves, non più quelli dello shtetl, del villaggio-ghetto. zionisti d’arte dei suoi tempi. Mal gliene incoglie però. Gli rinfaccia- Ecco qualche esempio. Un cuoco brillo scambia un cigno per le tendenze no di tradire il più elegante, «il più cartesiano e il più lucido» dei poeti un’oca e sta per sgozzarlo. Quello intona un lungo dolcissimo la- francesi del Seicento, una gloria della cultura occidentale, facendolo mento e salva il collo perché l’ubriaco lo riconosce. «Questo per di- I mille look dell’abito da giorno illustrare dalla «barbarie urlata ispirata al colore di un orientale». re che il saper parlare/ con voce dolce e con parole belle/ consente LAURA ASNAGHI L’immigrato è russo. E per giunta ebreo. Che sarebbe a dire, per a volte/ di salvare la pelle», la morale della favola. Noi, come Chagall, quei tempi, peggio che extracomunitario. Nella sua città natale, Vi- come probabilmente anche La Fontaine, sappiamo che talvolta è tebsk, ora Bielorussia, era stato registrato all’anagrafe come Mosh- così, talvolta no. Il cigno dell’illustrazione potrebbe benissimo rap- l’incontro va (Mosè) Shagal. A Parigi si sarebbe fatto chiamare Marc Chagall. presentare uno dei protagonisti delle bellissime Storie di uomini e L’editore per cui lavora si chiama Ambroise Vollard. Ha già fatto for- animali di Scholem Aleykhem. Zaha Hadid, spazi per sentirsi bene tuna lanciando Cézanne, Matisse, Gauguin, Van Gogh, e un altro (segue nelle pagine successive) CLOE PICCOLI Repubblica Nazionale 34 LA DOMENICA DI REPUBBLICA DOMENICA 22 NOVEMBRE 2009 la copertina Nel 1926 un editore parigino chiese al pittore di illustrare Le fiabe perdute cento racconti di La Fontaine. L’idea non andò mai in porto: “troppo russo e troppo ebreo” quell’artista nella Francia dell’antisemitismo e dell’affaire Dreyfus, e nell’Europa dei primi totalitarismi. Le tavole andarono disperse. Oggi Donzelli ne ha recuperate quarantatré e fa rivivere quel progetto geniale IL MUGNAIO, SUO FIGLIO E L’ASINO LA PERNICE E I GALLI IL LUPO E LA CICOGNA L’ASINO CARICO DI SPUGNE Il viaggio di padre e figlio per vendere il somaro Una pernice poco rispettata da galli rissosi La cicogna salva il lupo ma senza ricompensa Affoga per imitare l’asino carico di sale Chagall e il colore delle favole SIEGMUND GINZBERG volpe, per aver rubato/ più di una volta, e a vari pro- Nell’inaugurare a Monaco nel 1937 la grande coppia innamorata. Poi evitò il peggio perché riu- prietari». Non esattamente l’ideale della giustizia, mostra sull’“Arte degenerata”, Hitler aveva ironiz- scì ad ottenere un visto per New York. Morì ricco e (segue dalla copertina) da cui ci si aspetterebbe un «sì, sì», o un «no, no». zato sui dipinti «con cieli verdi e mari viola», e pro- onorato, nel suo castello, a novantasette anni, nel Tanto che nelle edizioni successive La Fontaine posto la sterilizzazione e il ricovero forzato nei ma- 1985. Ma l’ansia di assimilazione talvolta fa brutti a la differenza è che quelle, pur dovrà difendersi dalle critiche addossando la re- nicomi dei «disgraziati» che «dipingono così per- scherzi a chi s’è visto per tutta la vita additare co- essendo anche loro deliziose sponsabilità delle contraddizioni alla sua fonte, ad ché vedono le cose così». Tra le 730 opere forzosa- me “diverso”. S’è detto che Chagall è «il più ebreo favole per bambini, sono di una Esopo. Chagall nel dipingere la scena va oltre: iro- mente sequestrate e additate all’infamia c’erano dei pittori ebrei». Persino i suoi Cristi crocifissi so- tristezza struggente, fanno ve- nizza su tutti e tre, scimmiesco magistrato com- diversi Chagall. In Francia avevano ottenuto lo no innanzitutto ebrei. Eppure era laicissimo. A dif- nire i lacrimoni agli occhi. Men- preso. stesso effetto, senza nemmeno dover instaurare ferenza della Némirovsky e del suo amico Mari- tre Il Cigno e il cuoco così illu- Tra il 1926 e il 1927 Chagall aveva realizzato un un nuovo regime: di violenza gli bastava quella tain o della sua contemporanea Simone Weil, non Mstrato trasmette allegria. E forse più per i colori da centinaio di gouaches sulle Favole. Ma non se n’e- esercitata attraverso i giornali. risulta si sia mai convertito. Di cose di religione, a Costa Azzurra che per il lieto fine. ra poi fatto nulla. Il libro a colori non sarebbe mai In quel clima Vollard forse semplicemente non quanto pare, non si curava molto. Ma è sepolto in Tutti sappiamo come va a finire Il lupo e l’agnel- uscito. Non si hanno spiegazioni convincenti del aveva altra scelta. Erano gli anni in cui l’editore un cimitero cattolico, sotto una croce, perché co- lo. Esaurite le scuse, quello finisce divorato «sen- perché. Si disse che Vollard avrebbe rinunciato Grasset scopriva e pubblicava l’ebrea russa Irène sì volle l’ultima moglie, Valentine, “Vava” Brod- za neanche la farsa di un processo». Ma nell’illu- perché le prove di stampa a colore non erano riu- Némirovsky. Ma forse lo faceva anche perché gli sky, ebrea ma convertita. strazione ci si può per un attimo illudere che il lu- scite bene. Più tardi Chagall avrebbe ripiegato su ebrei dei suoi romanzi, a cominciare da quel David Le sue illustrazioni alle Favole erano un omag- po cattivo e il tenero agnellino stiano giocando. incisioni con gli stessi soggetti. Sarà anche andata Golder, il cui protagonista ricalca la figura del padre gio a La Fontaine, un inno alla cultura e ai colori Chagall non si limita a “illustrare” La Fontaine, co- così. Ma qualcosa non quadra. La Francia conti- banchiere dell’autrice, accomodavano certi cliché della Francia. Trasudano felicità. «Quelli sono sta- me altri avevano fatto, egregiamente, per secoli. nuava ad accogliere immigrati, era un polo d’at- antisemiti. Gli artisti immigrati cercavano dispera- ti i nostri anni più felici», avrebbe confessato. L’i- Lo interpreta, aggiunge qualcosa. trazione per gli intellettuali da ogni angolo d’Eu- tamente di integrarsi, farsi francesi. La Némirovsky ronia amara è però che queste tavole, concepite Quel che aggiunge in genere è una nota di otti- ropa. Ma in fatto di avversione agli stranieri tirava scriveva in francese, sua figlia era nata a Parigi, ma per esprimere la felicità di vivere in Francia, non mismo. Ma altre volte una nota di ulteriore ironia. già una brutta aria, anticipava, come spesso suc- nessuno della famiglia riuscì mai a ottenere la citta- furono pubblicate in Francia. Caduta l’idea del li- Ad esempio, ne Il lupo, la volpe e la sentenza della cede, il peggio a venire altrove. Avevano tradizioni dinanza francese. Si convertirono ostentatamente, bro d’arte, nel 1930 le tavole erano state esposte in scimmia, il poeta di corte del Re Sole chiaramente da vendere, erano stati già nei decenni preceden- forse addirittura con convinzione, al cattolicesimo. tre mostre, a Parigi, a Bruxelles e a Berlino, per es- parteggia per la scimmia, che è il giudice chiama- ti all’avanguardia in Europa in fatto di nazionali- Ma nemmeno questo bastò a salvarli dal treno per sere subito dopo vendute ad acquirenti privati. to a dirimere la querela del lupo contro la volpe. smo e antisemitismo. Avevano dato punti a tutti Auschwitz e dalla camera a gas. L’editore forse pensava così di recuperare le spe- Quel giudice condanna entrambi, querelante e col caso Dreyfus. Non è così sorprendente che ab- A Chagall invece la cittadinanza la concessero. se. Nessun museo si fece avanti per evitare la di- querelato, a rischio di contraddirsi: «È inutile che biano in qualche modo anticipato il linciaggio del- Sia pure parecchio dopo che l’aveva chiesta: nel spersione. Né nessuno da allora è riuscito a met- sprechiate tanto fiato,/ vi conosco fin troppo, ami- l’arte d’avanguardia “straniera” inscenato dai na- 1937, quando al governo c’era la sinistra, col Front tere insieme e recuperare tutte e cento le illustra- ci cari./ Pagherete l’ammenda, siete pari:/ tu, lu- zisti qualche anno dopo la loro ascesa al potere in populaire.