Lazare, Véni Foras! Il Celebre Pseudobiblium Attribuito Ad Henri Boudet
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
Le prime quattro pagine di... Lazare, Véni Foras! Il celebre pseudobiblium attribuito ad Henri Boudet Mariano Tomatis Antoniono * Abstract: Secondo un testo di Madeleine Blancasall (1965), don Henri Boudet sarebbe stato allontanato dalla sua parrocchia di Rennes-les-Bains in seguito alla pubblicazione di un libro intitolato Lazare, Véni Foras! Del libro, però, non c’è alcuna traccia: si ritiene infatti che tale titolo sia frutto delle fantasie letterarie di Pierre Plantard. Come già accaduto per altri pseudobiblia (il più celebre è il Necronomicon) qualcuno ne realizzò comunque alcune edizioni; attualmente ne sono in circolazione tre: la prima, diffusa da Nacim Djama, è stata ripubblicata da Pierre Jarnac nel 2006 e riprende un testo (ancora ignoto) dedicato alla Maddalena; una seconda, diffusa da Jean-Luc Chaumeil, proviene dal libro di C. Parra, Béthanie; una terza, comparsa anonima su Internet, proviene dal libro di M.M. Sicard, Sainte Marie-Madeleine. Il testo I discendenti merovingi o l’enigma Dalla lettura delle poche righe che fanno ri- del Razès visigoto (1), a firma di Madeleine ferimento al testo si deduce che si tratterebbe - Blancasall, dedica alcune righe al vecchio par- nell’idea di Plantard - di un testo che fu mal roco di Rennes-les-Bains, Henri Boudet. Oltre visto da Monsignor Billard e quindi ritirato dal- ad attribuirgli (correttamente) la pubblicazione la vendita. L’appunto è laconico, ma molto effi- di La Vraie Langue Celtique (“primo libro del cace nel tingere di imbarazzante eresia il lavoro reverendo Boudet […] [che] intrigò Monsignor del vecchio parroco di Rennes-les-Bains. Billard, vescovo di Carcassonne, e anche un dottore di Rennes-les-Bains, Paul Courrent”), Gérard de Sède (1967) lo stesso testo riporta questa strana notizia: “Ma la pubblicazione nel 1914 di un nuovo libro La notizia viene ripresa su L’Or de Rennes, il dallo stesso curato, Lazare, veni foras!, ne pro- libro ispirato da Pierre Plantard e scritto da Gé- vocò il trasferimento. Quest’ultimo libro fu riti- rard de Sède; è interessante analizzare il bizzar- rato dalla vendita e un’oscura manovra di pre- ro stratagemma con cui il Lazare viene presen- sbiterio lo fece spostare in un’altra parrocchia”. tato. De Sède rivela, infatti, di aver ricevuto una confidenza privata - opportunamente immorta- Entra in questo modo nella Storia il fanto- lata da un registratore a nastro - dal parroco di matico libro Lazare, véni foras!, da anni inse- Villarzel-du-Razès, Joseph Courtauly (1890- guito, immaginato, pubblicato in versioni fasul- 1964) (4). Nel 1963 il sacerdote avrebbe affer- le (tre, al momento) ma mai ritrovato nella sua mato quanto segue: “Boudet si firmava Ed- ipotetica (e mai provata) edizione originale. Nel mond Boudet ma si chiamava in realtà Jean- corso di questo breve studio ripercorreremo le Jacques-Henri Boudet. C’è un vero e proprio vicende del più controverso e ricercato pseudo- enigma intorno a Boudet. Lasciò Rennes-les- biblium sull’enigma di Rennes-le-Château. Bains nel maggio 1914, aveva avuto una serie di scontri con il vescovo. Distrusse di fronte a lui i Madeleine Blancasall (1965) suoi manoscritti, il suo libro Lazare che fu bru- ciato” (5). Il testo su citato, firmato da un’autrice fitti- zia (Madeleine Blancasall), è con ogni probabi- Sono molti gli elementi anomali nella pre- lità da attribuire a Pierre Plantard: tra gli ele- sunta rivelazione di Joseph Courtauly; innanzi- menti a sostegno di questa identificazione spic- tutto il sacerdote morì nel novembre 1964, e ca la presenza dei genitori dell’esoterista fran- non potè mai confermare né smentire le affer- cese (il padre viene chiamato Pierre V e risulta mazioni riportare su L’Or de Rennes. Inoltre sposato con Amelie Raulo, madre di Plantard) l’affermazione circa la firma del sacerdote è del in fondo ad una serie di alberi genealogici (2) tutto falsa. Come scrive Pierre Jarnac, che prendono il via da Dagoberto I (3). “Courtauly non avrebbe mai potuto dire una * Mariano Tomatis Antoniono, scrittore e ricercatore, cura il sito web www.renneslechateau.it Contatto web: www.marianotomatis.it 386 M. Tomatis / Indagini su Rennes-le-Château 8 (2007) 386-403 cosa del genere! Non poteva ignorare il fatto lo pubblicato il 1° giugno di quell’anno su La che Edmond Boudet fosse il nome del fratello di Semaine Religieuse de Carcassonne furono i Henri Boudet, il sacerdote. E se la firma Ed- molti sacerdoti coinvolti nello scenario propo- mond Boudet compare sulle due tavole e sulla sto da Gérard De Sède. Scrisse Boyer: “Da qual- mappa pubblicate nel libro La Vraie Langue che anno, il nostro vecchio Razès è periodica- Celtique (1886) pubblicato da don Boudet è mente teatro di ricerche deludenti, di scavi ap- proprio perché Edmond ne fu l’autore! Questa passionati, di pubblicazioni scandalistiche. L’e- semplice cantonata dimostra in modo efficace il picentro di questo maremoto si trova, come è fatto che l’intera intervista riportata è apocri- ovvio che sia, a Rennes-le-Château, e si espan- fa” (6). de in zone concentriche a Coumesourde, a Ren- nes-les-Bains, sull’altopiano delle Fate (las Bru- Jarnac indagò anche sulla presunta intervi- gos), a Blanchefort, a Campagne-sur-Aude, in- sta da parte di De Sède al sacerdote, e raccolse somma in tutta quell’importante regione visigo- sufficienti evidenze per concludere che ciò av- ta, senza dubbio carica di storia, ma ancor più, venne davvero (7). La registrazione della stessa oggi, di leggende e inondata da documenti apo- avrebbe potuto dissolvere ogni dubbio sulle af- crifi. C’è chi afferma, senza esitazione, che un fermazioni di Courtauly… senonché, come in tesoro è nascosto in un’antica necropoli, che il tutti i thriller che si rispettino, ci fu il colpo di Vescovado di Carcassonne conosce l’esistenza scena. Per tutta la durata della conversazione lo di questa necropoli ma si rifiuta di svelarne il scrittore aveva tenuto nella tasca il vecchio e segreto (cosa che risolverebbe peraltro l’arduo ronzante magnetofono insieme al microfono. problema delle finanze diocesane!), che una Una volta terminato l’incontro, De Sède aveva croce, eretta insieme a numerose altre nel 1856 provato ad ascoltare la registrazione, ma l’unica dal reverendo Vié, curato di Rennes-les-Bains e cosa che si udiva era un borbottio incomprensi- situata nel portico della chiesa, è carica di mi- bile sullo sfondo, coperto da un forte ronzìo do- stero, che la sua dedica Domino Vié Rectore è vuto alla eccessiva vicinanza del microfono al un rebus, che la stessa tomba del caro reveren- motorino del registratore. Se ciò non fosse ba- do Vié è un luogo geometrico pieno di significa- stato, la voce dell’anziano Courtauly era affati- ti, che un quadro della chiesa ha una lettura cata, continuamente interrotta da colpi di tosse esoterica (la corona di spine diverebbe così un e di un volume troppo basso. Insinua Pierre polpo o la capigliatura di Gorgone), che una Jarnac: “C’era la tentazione di riempire i ‘vuoti’ testa scolpita trovata sull’altopiano dal reveren- della conversazione con frasi inventate ad arte. do Boudet che rappresentava per lui il Cristo è Sarebbe poco gentile accusare Gérard De Sède in realtà la testa di Dagoberto, ovvero di San di tutti i ritocchi. Il ruolo ingrato che gli era sta- Dagoberto II, che uno scritto devoto dello stes- to imposto lo obbligava a certi espedienti che so reverendo Boudet (Lazare, véni foras!) è lui fu il primo a deplorare” (8). L’ipotesi è dun- stato mandato al macero per ordine del Vesco- que quella, confermata in tempi più recenti, vado di Carcassonne - e altre affermazioni dello secondo cui il “manovratore” dietro le quinte di stesso tenore. […] Poiché la reputazione dei no- De Sède sarebbe stato Pierre Plantard. stri preti è sacra, è bene che si sappia, dopo quanto esposto più sopra, che non lasceremo In effetti l’elemento citato (o meglio, “fatto che essi vengano attaccati ingiustamente, non citare”) da Courtauly all’interno del libro di De permetteremo che i loro nomi siano utilizzati a Sède serviva a fornire una conferma indipen- fini discutibili o commerciali, e che la nostra dente all’esistenza del libro Lazare Véni Foras! Associazione di Difesa sacerdotale non esiterà, citata in precedenza soltanto all’interno del te- se necessario, a rivolgersi alle autorità compe- sto di Madeleine Blancasall. tenti” (9). Georges Boyer (1967) L’articolo citò la notizia sul presunto libro di Boudet insieme ad altre voci ritenute implicita- Il libro di De Sède non passò inosservato al mente “strampalate”, ma non si preoccupò di vescovo di Carcassonne, che nel maggio 1967 smentirla in modo esplicito: questo portò alcu- incaricò il vicario Georges Boyer di smentire ni ad ipotizzare che il testo di Boyer fosse inteso categoricamente le molte “voci” citate ne L’Or a riconfermare la condanna ecclesiastica nei de Rennes. I primi ad essere tutelati nell’artico- confronti del libro del sacerdote (10). 387 M. Tomatis / Indagini su Rennes-le-Château 8 (2007) 386-403 Pierre Plantard (1978) L’esoterista francese tornò a parlare del pre- sunto libro di Boudet nella sua introduzione all’edizione Belfond di La Vraie Langue Celti- que; a proposito del trattato di linguistica scris- se: “Nel caso degli invenduti, dei ‘non offerti’, o ciò che si chiama ‘rimanenza’, sembra sia stato abbastanza importante portarli al macero. Fig.1 L’annuncio comparso su L’Autre Monde (1978) Qualcuno dice che Monsignor de Beauséjour avrebbe fatto distruggere questo residuo nel 1914, nell’istante stesso in cui l’abate malato si gli arrivò datata 12 ottobre 1978: il libro era stava curando. Ma gli scritti di questo ultimo ormai stato venduto ad un aquirente di Zurigo, sembrano provare che sia stato egli stesso ad ma ne erano state realizzate nove riproduzioni aver dato l’ordine di distruzione quando fu de- integrali in fotocopia.