Supposte Origini Dei Cognomi in Sicilia.Pdf
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SUPPOSTESUPPOSTE ORIGINIORIGINI DEIDEI COGNOMICOGNOMI ININ SICILIASICILIA © Proprietà artistica e letteraria di Vito Blunda - 333.1477722 PREMESSA Questo lavoro l'ho iniziato molti anni fa, ma lo sospesi di botto perchè fui travolto dalla smisurata quantità di informazioni sui miei antenati disponibili allorquando mi recai nell'Archivio di Stato di Trapani. È bene sapere che i predetti Archivi sono presenti in ogni Provincia e vi si può trovare i volumi dello Stato Civile di ogni Comune del comprensorio, i registri di Leva e tantissimo altro materiale dove curiosare. Avendolo sospeso per un nuovo grande amore, il presente lavoro rimase incompleto, ma vuole e può essere, un probabile stimolo per chi, incuriosito dall’argomento, vuole essere accompagnato dal sottoscritto in questo fantastico mondo che è l'onomastica, cercando di scoprire insieme le probabili origini del proprio cognome e la grande ricchezza culturale che è nascosta nella propria lingua dialettale. Mi è d'obbligo dire che queste pagine contengono il concentrato di quanto sono riuscito a trovare, negli ultimi dieci anni, su molti testi che trattano questo argomento ed altri che mi hanno dato modo di trovare le tracce che testimoniano l’esistenza di molte persone vissute nei secoli scorsi; vi invito a consultare i testi originali che sono elencati nella bibliografia ogni qualvolta la vostra curiosità richiederà informazioni più complete. Già alla quinta elementare, avendo studiato il Manzoni scoprii che il nome della moglie era: Enrichetta Blondel; subito mi spacciai per parente del grande letterato grazie all'assonanza con il mio cognome. Oggi devo complimentarmi con me stesso per il fiuto mostrato in quella occasione, ma sappiate che il mio naso nonè affatto piccolo, quindi era già tutto predestinato. Continuando, fino a qualche anno fa quando mi chiedevano se il sig. Giuseppe Biunda, commerciante d’abbigliamento della Via Mercè di Trapani, era mio parente, rispondevo subito di no sottolineando che la differenza era evidente e sostanziale in quanto il mio cognome inizia per BLU mentre l'altro per BIÙ, adesso alla stessa domanda rispondo in maniera opposta aggiungendo inoltre che anche chi si chiama Biondo o Biundo può essere un mio potenziale parente; perchè spesso i cognomi sono uguali all'anagrafe ma differenti sulla bocca delle persone e viceversa. Un solo esempio per tutti riguarda la registrazione del matrimonio celebrato il 14 ottobre 1872 in Monte San Giuliano (oggi Erice - TP) tra Antonino Giallo, fu Luigi e Lucia Catalano e Brurna Rosa di Francesco e fu Rosa Renda; il cognome della sposa era stato dichiarato alla nascita come Brunda avvenuta sempre in Monte San Giuliano il 2 settembre 1855, certamente ci fù un errore ci copiatura, ma il cognome registrato restò sbagliato. La cultura del tempo passato non dava nessuna importanza al fatto che un cognome poteva anche essere cambiato per il semplice gusto o piacere di chi aveva il privilegio di saper scrivere ed era preposto alla registrazione degli atti in genere compiuti dagli individui. A me basta solo stimolarvi ad avere un facile e felice approccio con l’argomento e farvi avvicinare a questo simpaticissimo mondo, consapevoli di non aver nessun titolo per affrontare tali difficili argomenti se non quello di cultori autodidatti come me. Ho speso con piacere questi ultimi anni della mia vita a cercare di capire come i cognomi, nel loro piccolo, contengono tradizioni e culture molto lontane da noi; per questo sarebbe interessante capire il loro sviluppo e la loro evoluzione sino all’attuale modernizzazione che si é definita solo pochi anni fa, dopo il 1990, con l'adozione del codice fiscale che permette, quasi sempre, la giusta individuazione d'ogni persona. Sarò contento anche se solo uno di voi inizierà a curiosare in questa direzione; se tutto ciò avverrà tra qualche anno o tra qualche secolo, poco importa. Una cosa dovrà essere da subito chiaro a tutti: conoscere questa scienza sui cognomi, e su quanto di essi scoprirete, vi porteranno comunque a capire che sulla loro genesi nessuno potrà avere mai certezze. Una grande esortazione alla scoperta del nostro dialetto che fa di questa terra la vera genitrice della lingua italiana a cui è mancato solo un autore del calibro dell'Alighieri. Buon viaggio. INTRODUZIONE Ancora oggi, e siamo già oltre il 2000, ci sono persone che, nel pronunziare, il mio cognome lo pronunciano scorrettamente così come succedeva prima. Quando mi sento chiamare Biunda, Brunna oppure Biondo o Biundo mi chiedo sempre come, e in quale altro modo, questo mio cognome possa essere stato modificato (Blundetto è stato di certo un diminutivo, o no?). Già alla quinta elementare, all’età di dieci anni quando, studiai il Manzoni ebbi modo di conoscere il cognome di sua moglie: Enrichetta Blondel, subito mi venne spontaneo l’accostamento tra i due cognomi per la loro somiglianza tanto da vantarmi di poter essere un potenziale parente, anche se lontanissimo, del grande scrittore; certo ad un bambino di dieci anni si può lasciar credere un'idea simile, ma la cosa non potrebbe sembrare davvero impossibile. Questo lavoro evidenzia forse il desiderio inconscio di tutti noi di ritrovarsi, ma anche quello, più forte, di sapere chi siamo stati e tentare così a capire meglio chi siamo adesso. Spero che molti, incuriositi, si sentiranno tentati di fare quel che io ho fatto, scopriranno così come la nostra lingua si è evoluta e modificata nel tempo attraverso le influenze ricevute dal parlare dei dominatori che si sono via via succeduti. È certo che il linguaggio che più ha inciso sulla formazione del nostro parlare è stato il latino. La nostra lingua ha subìto il latino per scelta, da esso ha prelevato la maggior parte dei suoi vocaboli adattandoli al proprio modo di parlare, riuscendo anche a trasformarli pur di adattarli alle proprie esigenze di pronunzia in quanto il problema era molto sentito dalla massa popolare e si e dovuti ricorrere alla sostituzione delle sillabe più impegnative con altre certamente meno, un esempio per tutti, il termine latino: Bacchabùndus che “affibbiavasi” all’ individuo "che si abbandonava al furor di Bacco, crapulone, straviziante" (G.Campanini - G.Carboni: Vocabolario Latino Italiano - Paravia 1936 – pag.71), come avrete già intuito lo stesso termine, nel parlare quotidiano fu modificato in “Macabbùnnu”. Il significato è rimasto più o meno lo stesso, ma se confrontiamo i due termini vediamo che la prima sillaba BA, da occlusiva bilabiale sonora si trasforma in bilabiale nasale; la parte centrale subisce la soppressione della CH ed il rafforzamento della B; e nell’ultima sillaba avviene l’assimilazione della D con conseguente raddoppio della N; tutto ciò è servito eslusivamente a rendere più scorrevole la pronunzia. Se ci spostiamo nel campo della cognomizzazione le cose non sono andate diversamente, infatti se prendiamo ad esempio il nome proprio CHACHALONUS, presente a Palermo alla fine del 1200, nel trasformasi in cognome ha perso la S ed ha visto sostituirsi la U finale per essere ingentilita da un’altra vocale ottenendo così CHACHALONE la cui pronunzia è SCIASCIALONE (ch=sc) se letto con influenza francese, oppure CIACIALONE (ch=ci) con la spagnola; non ci sembra assurdo pertanto sospettare che da esso siano derivati i vari: Sciàscia, Sciàcia, Ciàcia, Scialòne, Giacalòne; tutto ciò ha fatto si che più individui, magari imparentati tra loro, avessero cognomi completamente diversi. Tornando al nostro di cognomi, pensiamo che questo abbia generato tutti quei cognomi che sono venuti a seguire nel tempo e cito il caso della sorella di mio nonno materno che ebbe la sorpresa di chiamarsi Biondo pur essendo figlia di un Blunda. E’ da tenere presente che dalle nostre parti la cognomizzazione ha avuto due elementi essenziali che sono gli artefici degli errori o degli aggiustamenti che li hanno portati allo stato attuale; questi due elementi sono stati tutti coloro che li hanno dettati per essere trascritti e tutti quelli che, addetti alla scrittura, hanno preferito riportarli così come li avevano sentiti o interpretati a modo loro. Per esempio, la non corretta pronunzia del nome Andriolo ha dato origine ai vari: Triolo, Riolo, etc. Qualcuno ha ridotto gli appellativi all’essenziale, o li ha modificati perché sconci o poco consoni da abbinare al nome di una persona, tutto ciò si evince dal confronto tra una scrittura ed un’altra dove si assiste alla modifica materiale del cognome. Per non parlare poi delle varie variazioni fonetiche che si riscontravano anche all'interno della stessa comunità spesso per l'influenza avuta da una forte presenza di comunità provenienti da zone vicine. Un solo esempio per tutti la seguente frase che leggerete in italiano, in trapanese periferico e intrapanese interno (zona Catito oveprobabilmente insisteva una comunità marsalese): << Pasta in brodo con pesci fritti, per frutta prugne messe nel portapranzo; per dolci Krafpen con ricotta di capra >>. 1) Pasta a broro chi pisci fritti, pi frutta pruna misi rintra u portapranzo; pi dolci graffe ca ricotta di crapa! 2) Pasta a biòro chi pisci fiùti, pi fiùtta piùna misi rintra u poittapiànzo; pi dolci gnaffe ca ricotta di chiapa! 4 LA STORIA E LA LINGUA Questa nostra terra ha avuto, da sempre, una spiccata vocazione turistica, facendo sì che da millenni molti popoli provenienti dal bacino del mediterraneo abbiano cercato, riuscendovi, a farne una nuova patria creandovi colonie, città ed insediamenti vari che a volte erano il frutto di cruenti e sanguinosi scontri con gli indigeni. Non tutti però hanno avuto questi scopi, relativamente positivi, molti invece hanno avuto lo scopo di occuparla o di liberarla, ma con l’identico risultato finale della continua spoliazione delle sue ricchezze. Vediamo di sapere qualcosa su questi popoli, delle loro lingue, e di quello che hanno lasciato nella nostra; essi furono, nell’ordine: Elimi, Siculi, Sicani, Fenici, Greci, Punici, Romani, Vandali, Bizantini, Arabi, Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi, Spagnoli, Savoiardi, Asburgici, Borboni.