Piano Sociale Di Zona 2014-2016 1
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AMBITO DI MARTANO GESTIONE ASSOCIATA SERVIZI SOCIO ASSISTENZIALI (CALIMERA, CAPRARICA DI LECCE, CARPIGNANO SALENTINO, CASTRI DI LECCE, MARTANO, MARTIGNANO, MELENDUGNO, STERNATIA, VERNOLE E ZOLLINO) PIANO di ZONA T R I E N N I O 2014 / 2016 1 PRESENTAZIONE L’elaborazione del Piano Sociale di Zona rappresenta un momento importante per le Amministrazioni Comunali di Calimera, Caprarica, Carpignano, Castrì, Martano, Martignano, Melendugno, Sternatia, Vernole e Zollino, non solamente per la proposta progettuale che esso esprime, ma soprattutto per la metodologia adottata nel processo della programmazione che si è sviluppato sia attraverso il lavoro dei rappresentanti dei Comuni associati sia attraverso il lavoro dei tavoli tecnici e tematici cui hanno partecipato non solo le istituzioni, ma anche il mondo della cooperazione sociale, del volontariato e delle organizzazioni sindacali. Con il Piano di Zona 2014-2016 gli Ambiti sono stati chiamati a definire un quadro triennale di progettazione con una dotazione finanziaria relativa solo alla prima annualità. Alle risorse ordinarie si sono sommati i fondi del Piano di Azione e Coesione per prima infanzia e anziani. Questa impostazione comporta la programmazione annuale del PdZ e la prosecuzione del lavoro di concertazione che si è attivato tra tutti i Soggetti pubblici e privati, a cui va il ringraziamento delle Amministrazioni comunali dell’ambito territoriale – che, da una parte hanno ruolo e competenze istituzionali e, dall’altro operano , a diverso titolo, all’interno della rete, formale e informale, dei servizi sociali, socio-sanitari e socio-educativi. Il Presidente del Coordinamento Istituzionale Alessandro Costantini 2 INTRODUZIONE IL CICLO DI VITA DEL PIANO SOCIALE DI ZONA. DAL II AL III CICLO DI PROGRAMMAZIONE Il Piano Politiche Sociali della Regione Puglia per il triennio 2009-2011 è stato il primo piano articolato per Obiettivi di servizio in tutte le aree prioritarie di intervento, vincolando la programmazione locale su obiettivi centrali quali la creazione di una rete di servizi domiciliari e a ciclo diurno a favore di anziani, disabili, famiglie, senza trascurare gli interventi più tradizionali di inclusione sociale e di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Numerose sono le novità del Piano Regionale delle Politiche sociali 2013-2015, approvato dalla giunta regionale il 2 agosto 2013. Innanzitutto l’introduzione di specifici obiettivi di servizio nell’area “Contrasto alla povertà”, con l’attivazione di un pronto intervento sociale in ogni ambito e con la regolamentazione dei contributi economici; la programmazione triennale con una dotazione finanziaria annuale e il raccordo con i Piani di Intervento nazionali e comunitari. A questi obiettivi vanno ad aggiungersi gli seguenti obiettivi, verso cui tendere entro il 2016: 1- Sostenere la rete di servizi per la prima infanzia e la conciliazione dei tempi; 2- Contrastare le povertà con percorsi di inclusione attiva; 3- Promuovere la cultura dell’accoglienza; 4- Sostenere la genitorialità e tutelare i diritti dei minori, 5- Promuovere l’ integrazione socio-sanitaria e la presa in carico integrata delle non autosufficienze; prevenire e contrastare il maltrattamento e la violenza. L’integrazione socio-sanitaria rappresenta un obiettivo strategico del Piano Regionale; essa va attuata determinando una concreta integrazione e sinergia tra il sistema dei servizi sociali e sanitari, il potenziamento delle politiche sociali dei Comuni attraverso la realizzazione delle indicazioni della legge 328/00 e la promozione nelle AA.SS.LL. di una riconversione graduale della spesa a favore della Sanità Territoriale, in particolare nelle aree ad elevata integrazione degli anziani, disabili, salute mentale. Poiché l’obiettivo generale è quello di evitare o ritardare il più possibile l’istituzionalizzazione, tutti gli sforzi devono essere diretti all’ incremento delle cure domiciliari ed in particolare dell’ADI. A tale scopo il 12 dicembre 2013 è stato sottoscritto un Accordo di Programma che disciplina le responsabilità e gli impegni reciproci dell’Ambito e del Distretto, relativamente alla PUA, all’UVM e alla composizione dell’equipe delle cure domiciliari. Le risorse ordinarie a disposizione dell’Ambito sono quelle del Fondo Regionale, quelle del Fondo Nazionale e quelle del Fondo nazionale per la non autosufficienza a cui vanno ad aggiungersi le risorse provenienti dal cofinanziamento dei Comuni ed i fondi straordinari del Piano di Azione e Coesione (PAC) per anziani e prima infanzia . 3 IL PERCORSO DI CONCERTAZIONE E DI PROGRAMMAZIONE PARTECIPATA La Regione Puglia ha disegnato un sistema di welfare plurale con responsabilità ed obiettivi condivisi tra i diversi attori sociali ed istituzionali, favorendo la partecipazione dei cittadini alle diverse fasi del processo di costruzione del Piano di zona. La partecipazione delle associazioni al processo di elaborazione delle politiche sociali è una delle modalità principali attraverso cui si sostanzia il principio di sussidiarietà, che ha trovato rilevanza costituzionale con l’approvazione della legge n. 3 /2001. L'esperienza della programmazione di zona naturalmente non nasce dal nulla, ma si propone e si realizza grazie a un processo di innovazione delle politiche sociali e socio- sanitarie che, dalla metà degli anni '90, pur con incertezze e contraddizioni, si è andato sviluppando. Passi significativi ne sono stati fatti come la esperienza programmatoria e operativa della Legge 285/97 nel campo degli interventi a sostegno delle responsabilità familiari e a favore dei minori. La rilevanza e la portata innovativa dei Piani di Zona sta in primo luogo nell'aver superato un cronico limite dimensionale e di dotazione dei primi attori istituzionali delle politiche sociali, i Comuni. La sfida che attende i Comuni è il passaggio dalla programmazione integrata allo stesso livello di ambito, ad un governo delle politiche e dei servizi sociali e sociosanitarie sempre più integrato a livello di ambito zonale, nelle altre sue dimensioni, normative, gestionali, organizzative, ecc.. La qualità del sistema integrato dipende ovviamente anche dal livello di integrazione con i servizi sanitari. L'integrazione tra il sociale e il sanitario e, più in generale, le diverse politiche influenti sul benessere e la socializzazione è un punto di attenzione trasversale alla Legge 328/00 , che in più punti ne sottolinea l'importanza; seguendo le prescrizioni del Dpcm 229/99 , le funzioni e le attività sociosanitarie devono essere programmate congiuntamente da Comuni e dalle ASL, con scelte concordate e coerenti espresse tanto nei Piani di Zona quanto nei programmi delle attività territoriali dei distretti sanitari, dato che tanto i Comuni che le ASL debbono impegnare risorse di varia natura per attuare interventi di tal genere. La legge n. 328 dell’8 novembre 2000 ha avuto il merito di favorire lo sviluppo di un 4 sistema di welfare fondato sulla logica dell’integrazione dei servizi socio-sanitari; ha aperto una fase delicata e di profondo cambiamento nell’ambito dei servizi alla persona, che ha portato ad un graduale superamento di logiche campanilistiche su cui erano arroccati non solo i singoli comuni, ma tutti gli attori sociali, pubblici e privati coinvolti in tale processo di cambiamento del welfare . L’Ambito ha attivato le procedure per l’avvio del percorso di progettazione partecipata per la definizione del III Piano di zona e dei servizi di cura alla prima infanzia e agli anziani non autosufficienti previsti dai PAC, con delibera del C.I. n. 30 del 9 ottobre 2013. Il 10 ottobre è stato pubblicizzato l’ avviso pubblico mediante manifesti murali affissi in tutti e 10 i Comuni dell’Ambito, inoltre l’avviso è stato pubblicato sul sito del Comune di Martano, capofila dell’Ambito, sui siti dei Comuni appartenenti all’Ambito e trasmesso al Centro Servizio Volontariato Salento (CSVS), che aveva dichiarato la sua disponibilità a collaborare per la convocazione di tutte le associazioni di volontariato del territorio dell’Ambito. Con apposita richiesta scritta sono stati invitati i rappresentanti dei seguenti soggetti pubblici: 1. Provincia di Lecce; 2. Azienda Sanitaria Locale, la struttura operativa del distretto e i servizi specialistici del distretto; 3. Ufficio Esecuzione Penale Esterna (UEPE) di Lecce; 5. Servizio Sociale Distrettuale Minori (USMM) di Lecce; 6. Scuole dell’Ambito In dettaglio si riporta il seguente calendario dei lavori della concertazione: 1. GIOVEDI 24 ottobre 2013- Istituzione Tavolo di Concertazione; 2. LUNEDI 28 ottobre 2013 - Avvio dei lavori dei tavoli articolati in aree tematiche; 3. MARTEDI’ 29 OTTOBRE 2013 – Prosecuzione dei lavori dei tavoli articolati in aree tematiche; 4. GIOVEDI 31 ottobre 2013- Esito della concertazione; 5 5. Predisposizione bozza piano di Zona triennio 2010-2012; 6. Condivisione schede di dettaglio con i gruppi e con il tavolo di concertazione rispettivamente il 20 e il 27 dicembre 2013 e sottoscrizione dei patti di partecipazione; 7. Incontri con i sindacati il 6 novembre 2013, il 10 dicembre 2013 e il 3 gennaio 2014 e sottoscrizione del protocollo d’intesa con tra i Comuni dell’ Ambito e le Organizzazioni Sindacali. : Allegati : 1. Copia dell’avviso di avvio del procedimento di progettazione partecipata per la stesura del PdZ; 2. Prospetto di intesi delle proposte raccolte e degli esiti valutativi 3. Copia della nota di convocazione del tavolo di concertazione con le OO.SS. e dei verbali delle riunioni del Tavolo di Concertazione 4. Protocollo d’intesa