AMBITO DI MARTANO
GESTIONE ASSOCIATA SERVIZI SOCIO ASSISTENZIALI
(CALIMERA, CAPRARICA DI LECCE, CARPIGNANO SALENTINO, CASTRI DI LECCE, MARTANO, MARTIGNANO, MELENDUGNO, STERNATIA, VERNOLE E ZOLLINO)
PIANO di ZONA
T R I E N N I O 2014 / 2016
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PRESENTAZIONE
L’elaborazione del Piano Sociale di Zona rappresenta un momento importante per le Amministrazioni Comunali di Calimera, Caprarica, Carpignano, Castrì, Martano, Martignano, Melendugno, Sternatia, Vernole e Zollino, non solamente per la proposta progettuale che esso esprime, ma soprattutto per la metodologia adottata nel processo della programmazione che si è sviluppato sia attraverso il lavoro dei rappresentanti dei Comuni associati sia attraverso il lavoro dei tavoli tecnici e tematici cui hanno partecipato non solo le istituzioni, ma anche il mondo della cooperazione sociale, del volontariato e delle organizzazioni sindacali.
Con il Piano di Zona 2014-2016 gli Ambiti sono stati chiamati a definire un quadro triennale di progettazione con una dotazione finanziaria relativa solo alla prima annualità. Alle risorse ordinarie si sono sommati i fondi del Piano di Azione e Coesione per prima infanzia e anziani.
Questa impostazione comporta la programmazione annuale del PdZ e la prosecuzione del lavoro di concertazione che si è attivato tra tutti i Soggetti pubblici e privati, a cui va il ringraziamento delle Amministrazioni comunali dell’ambito territoriale – che, da una parte hanno ruolo e competenze istituzionali e, dall’altro operano , a diverso titolo, all’interno della rete, formale e informale, dei servizi sociali, socio-sanitari e socio-educativi.
Il Presidente del Coordinamento Istituzionale
Alessandro Costantini
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INTRODUZIONE
IL CICLO DI VITA DEL PIANO SOCIALE DI ZONA. DAL II AL III CICLO DI PROGRAMMAZIONE
Il Piano Politiche Sociali della Regione Puglia per il triennio 2009-2011 è stato il primo piano articolato per Obiettivi di servizio in tutte le aree prioritarie di intervento, vincolando la programmazione locale su obiettivi centrali quali la creazione di una rete di servizi domiciliari e a ciclo diurno a favore di anziani, disabili, famiglie, senza trascurare gli interventi più tradizionali di inclusione sociale e di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Numerose sono le novità del Piano Regionale delle Politiche sociali 2013-2015, approvato dalla giunta regionale il 2 agosto 2013. Innanzitutto l’introduzione di specifici obiettivi di servizio nell’area “Contrasto alla povertà”, con l’attivazione di un pronto intervento sociale in ogni ambito e con la regolamentazione dei contributi economici; la programmazione triennale con una dotazione finanziaria annuale e il raccordo con i Piani di Intervento nazionali e comunitari. A questi obiettivi vanno ad aggiungersi gli seguenti obiettivi, verso cui tendere entro il 2016: 1- Sostenere la rete di servizi per la prima infanzia e la conciliazione dei tempi; 2- Contrastare le povertà con percorsi di inclusione attiva; 3- Promuovere la cultura dell’accoglienza; 4- Sostenere la genitorialità e tutelare i diritti dei minori, 5- Promuovere l’ integrazione socio-sanitaria e la presa in carico integrata delle non autosufficienze; prevenire e contrastare il maltrattamento e la violenza. L’integrazione socio-sanitaria rappresenta un obiettivo strategico del Piano Regionale; essa va attuata determinando una concreta integrazione e sinergia tra il sistema dei servizi sociali e sanitari, il potenziamento delle politiche sociali dei Comuni attraverso la realizzazione delle indicazioni della legge 328/00 e la promozione nelle AA.SS.LL. di una riconversione graduale della spesa a favore della Sanità Territoriale, in particolare nelle aree ad elevata integrazione degli anziani, disabili, salute mentale. Poiché l’obiettivo generale è quello di evitare o ritardare il più possibile l’istituzionalizzazione, tutti gli sforzi devono essere diretti all’ incremento delle cure domiciliari ed in particolare dell’ADI. A tale scopo il 12 dicembre 2013 è stato sottoscritto un Accordo di Programma che disciplina le responsabilità e gli impegni reciproci dell’Ambito e del Distretto, relativamente alla PUA, all’UVM e alla composizione dell’equipe delle cure domiciliari. Le risorse ordinarie a disposizione dell’Ambito sono quelle del Fondo Regionale, quelle del Fondo Nazionale e quelle del Fondo nazionale per la non autosufficienza a cui vanno ad aggiungersi le risorse provenienti dal cofinanziamento dei Comuni ed i fondi straordinari del Piano di Azione e Coesione (PAC) per anziani e prima infanzia .
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IL PERCORSO DI CONCERTAZIONE E DI PROGRAMMAZIONE PARTECIPATA
La Regione Puglia ha disegnato un sistema di welfare plurale con responsabilità ed obiettivi condivisi tra i diversi attori sociali ed istituzionali, favorendo la partecipazione dei cittadini alle diverse fasi del processo di costruzione del Piano di zona. La partecipazione delle associazioni al processo di elaborazione delle politiche sociali è una delle modalità principali attraverso cui si sostanzia il principio di sussidiarietà, che ha trovato rilevanza costituzionale con l’approvazione della legge n. 3 /2001.
L'esperienza della programmazione di zona naturalmente non nasce dal nulla, ma si propone e si realizza grazie a un processo di innovazione delle politiche sociali e socio- sanitarie che, dalla metà degli anni '90, pur con incertezze e contraddizioni, si è andato sviluppando. Passi significativi ne sono stati fatti come la esperienza programmatoria e operativa della Legge 285/97 nel campo degli interventi a sostegno delle responsabilità familiari e a favore dei minori.
La rilevanza e la portata innovativa dei Piani di Zona sta in primo luogo nell'aver superato un cronico limite dimensionale e di dotazione dei primi attori istituzionali delle politiche sociali, i Comuni.
La sfida che attende i Comuni è il passaggio dalla programmazione integrata allo stesso livello di ambito, ad un governo delle politiche e dei servizi sociali e sociosanitarie sempre più integrato a livello di ambito zonale, nelle altre sue dimensioni, normative, gestionali, organizzative, ecc..
La qualità del sistema integrato dipende ovviamente anche dal livello di integrazione con i servizi sanitari.
L'integrazione tra il sociale e il sanitario e, più in generale, le diverse politiche influenti sul benessere e la socializzazione è un punto di attenzione trasversale alla Legge 328/00 , che in più punti ne sottolinea l'importanza; seguendo le prescrizioni del Dpcm 229/99 , le funzioni e le attività sociosanitarie devono essere programmate congiuntamente da Comuni e dalle ASL, con scelte concordate e coerenti espresse tanto nei Piani di Zona quanto nei programmi delle attività territoriali dei distretti sanitari, dato che tanto i Comuni che le ASL debbono impegnare risorse di varia natura per attuare interventi di tal genere.
La legge n. 328 dell’8 novembre 2000 ha avuto il merito di favorire lo sviluppo di un
4 sistema di welfare fondato sulla logica dell’integrazione dei servizi socio-sanitari; ha aperto una fase delicata e di profondo cambiamento nell’ambito dei servizi alla persona, che ha portato ad un graduale superamento di logiche campanilistiche su cui erano arroccati non solo i singoli comuni, ma tutti gli attori sociali, pubblici e privati coinvolti in tale processo di cambiamento del welfare .
L’Ambito ha attivato le procedure per l’avvio del percorso di progettazione partecipata per la definizione del III Piano di zona e dei servizi di cura alla prima infanzia e agli anziani non autosufficienti previsti dai PAC, con delibera del C.I. n. 30 del 9 ottobre 2013.
Il 10 ottobre è stato pubblicizzato l’ avviso pubblico mediante manifesti murali affissi in tutti e 10 i Comuni dell’Ambito, inoltre l’avviso è stato pubblicato sul sito del Comune di Martano, capofila dell’Ambito, sui siti dei Comuni appartenenti all’Ambito e trasmesso al Centro Servizio Volontariato Salento (CSVS), che aveva dichiarato la sua disponibilità a collaborare per la convocazione di tutte le associazioni di volontariato del territorio dell’Ambito.
Con apposita richiesta scritta sono stati invitati i rappresentanti dei seguenti soggetti pubblici:
1. Provincia di Lecce;
2. Azienda Sanitaria Locale, la struttura operativa del distretto e i servizi specialistici del distretto;
3. Ufficio Esecuzione Penale Esterna (UEPE) di Lecce;
5. Servizio Sociale Distrettuale Minori (USMM) di Lecce;
6. Scuole dell’Ambito
In dettaglio si riporta il seguente calendario dei lavori della concertazione:
1. GIOVEDI 24 ottobre 2013- Istituzione Tavolo di Concertazione;
2. LUNEDI 28 ottobre 2013 - Avvio dei lavori dei tavoli articolati in aree tematiche;
3. MARTEDI’ 29 OTTOBRE 2013 – Prosecuzione dei lavori dei tavoli articolati in aree tematiche;
4. GIOVEDI 31 ottobre 2013- Esito della concertazione;
5 5. Predisposizione bozza piano di Zona triennio 2010-2012;
6. Condivisione schede di dettaglio con i gruppi e con il tavolo di concertazione rispettivamente il 20 e il 27 dicembre 2013 e sottoscrizione dei patti di partecipazione;
7. Incontri con i sindacati il 6 novembre 2013, il 10 dicembre 2013 e il 3 gennaio 2014 e sottoscrizione del protocollo d’intesa con tra i Comuni dell’ Ambito e le Organizzazioni Sindacali.
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Allegati : 1. Copia dell’avviso di avvio del procedimento di progettazione partecipata per la stesura del PdZ; 2. Prospetto di intesi delle proposte raccolte e degli esiti valutativi 3. Copia della nota di convocazione del tavolo di concertazione con le OO.SS. e dei verbali delle riunioni del Tavolo di Concertazione 4. Protocollo d’intesa tra Comuni associati e OO.SS su strumenti e metodi per l’attuazione e la valutazione partecipata del PdZ 5. Elenco dei Patti di partecipazione sottoscritti
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CAPITOLO PRIMO
ANALISI DEL CONTESTO SOCIO-DEMOGRAFICO E DEL SISTEMA DI OFFERTA DEI SERVIZI .
1.1 Dinamiche demografiche e evoluzione della domanda sociale.
Il Piano di Zona attuato dagli Ambiti Territoriali è lo strumento privilegiato di programmazione e di opportunità di sviluppo del sistema dei servizi sociali e sociosanitari della Regione Puglia. L’obiettivo, da perseguire, è il potenziamento di un sistema di servizi proteso al miglioramento della qualità della vita, delle condizioni di benessere in favore di tutta la comunità locale. Il consolidamento del suddetto Piano passerà anche dall’efficace allocazione delle risorse. Risulta fondamentale analizzare la composizione demografica della popolazione presente nell’ Ambito di Martano, per una lettura delle dinamiche del contesto sociale e della domanda dei servizi, come previsto dalla normativa vigente.
Tav. 1 - Distribuzione Popolazione
Popolazione Maschi Femmine COMUNI Superficie Residente
CALIMERA 11,14 7.261 3.406 3.855
CAPRARICA DI LECCE 10,82 2.549 1.204 1.345
CARPIGNANO SAL.NO 40,83 3.839 1.873 1.966
CASTRI' DI LECCE 12,22 2.949 1.446 1.503
MARTANO 21,08 9.302 4.435 4.867
MARTIGNANO 6,35 1.707 849 858
MELENDUGNO 91,10 9.675 4.704 4.971
STERNATIA 16,51 2.413 1.119 1.294
VERNOLE 63,00 7.236 3.451 3.784
ZOLLINO 9,89 2.068 979 1.089 Totale 282,94 48.999 23.466 25.534
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Dall’analisi della distribuzione della popolazione residente si rileva che il numero complessivo di residenti sul territorio dell’ambito è di 48.999 con una maggiore densità in quattro centri che contano più di 7000 abitanti. Considerando la distribuzione per sesso si nota una presenza femminile maggiore rispetto a quella maschile.
Tav. 2 – Popolazione residente per classe di età
18-64 65-74 75 anni C O M U N I 0-2 anni 3-17 anni anni anni e oltre CALIMERA 195 943 4330 873 920 CAPRARICA DI LECCE 69 285 1539 308 348 CARPIGNANO SALENTINO 74 454 2457 451 403 CASTRI' DI LECCE 64 428 1853 256 308 MARTANO 233 1189 5733 1025 1122 MARTIGNANO 34 219 1033 196 225 MELENDUGNO 230 1346 6128 992 925 VERNOLE 155 893 4612 805 771 STERNATIA 40 256 1499 293 325 ZOLLINO 41 237 1317 254 219 T O T A L I 1135 6241 30552 5453 5566
35000 30000 25000 20000 15000 10000 5000 0 0-2 anni 3-17 anni 18-64 anni 65-74 anni 75 anni e oltre
CALIMERA CAPRARICA DI LECCE CARPIGNANO SALENTINO CASTRI' DI LECCE MARTANO MARTIGNANO MELENDUGNO VERNOLE STERNATIA ZOLLINO T O T A L I
Figura 1 popolazione per fascia di età
8
59% 12% 0-2 anni 3-17 anni 18-64 anni 65-74 anni 75 anni e oltre 13%
3% 13% Figura 2 Distribuzione complessiva per fascia della popolazione residente Ambito
Dall’analisi della popolazione per classi di età si osserva che la percentuale più alta di popolazione è compresa nella fascia tra i 18-64 (pari al 59 %), ma non è da trascurare il numero delle fasce dipendenti, ultra sessantacinquenni e minori che corrisponde al 41%. Considerando il tasso di fecondità pari al 1,21 per le donne italiane e del 2,02 per le straniere, si conferma la tendenza della popolazione verso un progressivo invecchiamento. Tale orientamento viene confermato anche dall’indice di vecchia che rappresenta il numero degli anziani con più di 65 anni ogni 100 giovani; valori di tale indice molto alti e superiori a 100 si hanno in società dove la popolazione anziana prevale rispetto su quella giovanile. L’indice di vecchiaia, ossia il rapporto percentuale tra il numero degli ultrassessantacinquenni ed il numero dei giovani fino ai 14 anni, nel nostro Ambito è di 176 anziani ogni 100 giovani, molto più alto di quello della provincia di Lecce che è di 154,2. Considerata la presenza di un numero crescente di anziani si dovrebbero prevedere e potenziare una serie di attività e servizi rivolti a questa fascia garantendo livelli minimi di assistenza e assicurando la conoscenza e l’accessibilità.
Tav. 3 – Distribuzione nuclei familiari
NUCLEI FAMILIARI PER NUMERO COMPONENTI Nuclei famil. con 6 comp. o Nuclei famil. con C O M U N I Nuclei familiari più 1 componente CALIMERA 2889 26 764 CAPRARICA DI LECCE 1025 12 262 CARPIGNANO SALENTINO 1390 14 319 CASTRI' DI LECCE 1137 5 250
9 MARTANO 3640 31 867 MARTIGNANO 687 85 191 MELENDUGNO 3878 32 1065 VERNOLE 5454 7 296 STERNATIA 277 30 650 ZOLLINO 832 6 238
T O T A L I 23.709 249 4.903
Nuclei famil. con 1 componente
Nuclei famil. con 6 comp. o più
Nuclei familiari
0 5000 10000 15000 20000 25000
Calimera Caprarica di L. Carpignano Sal.no Castrì di Lecce Martano Martignano Melendugno Vernole Sternatia Zollino T O T A L I
Figura 3 rappresentazione nuclei familiari per Comuni
Dal confronto dei dati 2010-2011, emergono nuovi segnali di fragilità sociale: aumentano le persone sole ( + 10,8%) e i singoli che vivono in un nucleo esterno alla propria famiglia, aumentano, anche se in misura minore (+4,5%) coloro che vivono all’interno del proprio nucleo familiare. Entrando nello specifico di coloro che vivono da soli, risultano evidenti alcune differenze tra Italiani e stranieri non solo a livello di distribuzione di percentuale (16,5 Italiani vs 6,4 Stranieri), ma anche per caratteristiche socio-anagrafiche. Le persone sole Italiane sono in prevalenza donne ( 63%) che superano i 64 anni, 1 su 4 ha figli che non vivono più con loro. Sono vedove che percepiscono una pensione non superiore ai 600 euro e come buona parte delle donne Italiane pensionate ( 55%), così come riportato dall’Istat nell’indagine sui trattamenti pensionistici del 2010, percepisce un reddito inferiore rispetto agli uomini della stessa età. Un dato nuovo su cui riflettere che emerge dai dati relativi al 2011 è rappresentato dall’aumento di coloro che dichiarano di vivere insieme a persone esterne alla propria famiglia ( in totale +32%) non solo tra gli Stranieri (34%) ma soprattutto tra gli Italiani (+21,9%). Nell’ Ambito di Martano, la struttura delle famiglie è correlata alla situazione demografica e alle sue dinamiche. Il numero delle famiglie senza nucleo è molto alto. In queste famiglie, con un solo componente, si riscontra un maggiore bisogno di assistenza, nel 10 momento in cui si manifesta una patologia o disabilità. Analizzando i dati sulle famiglie con più di sei componenti si osserva che nell’Ambito di Martano c’è una bassa concentrazione, tranne in un Comune in cui risultano più numerose. Tav. 4 – Popolazione Straniera
Popolazion Comuni e Minori Donne Immigrata CALIMERA 142 28 80 CAPRARICA DI LECCE 39 6 18 CARPIGNANO SALENTINO 64 15 26 CASTRI' DI LECCE 48 13 16 MARTANO 119 30 55 MARTIGNANO 19 1 14 MELENDUGNO 154 24 86 STERNATIA 22 2 10 VERNOLE 49 4 28 ZOLLINO 33 9 18
Totale 689 132 276
100%
50%
0% Popolazione Minori Donne Immigrata
CALIMERA CAPRARICA DI LECCE CARPIGNANO SALENTINO CASTRI' DI LECCE MARTANO MARTIGNANO MELENDUGNO STERNATIA VERNOLE ZOLLINO Totale
Figura 4 Distribuzione popolazione Immigrata , per paese con presenza minori e donne
800 distribuzione 600 popolazione 400 Immigrata
200
0 Pop. Imm. Minori Donne
Figura 5 Confronto popolazione Immigrata generale vs minori e donne
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La necessità di focalizzare l’attenzione sugli stranieri nasce dal notevole incremento (+16%) verificatosi nel biennio 2010-2011. Dalle statistiche emerge che , tra le persone in arrivo nel territorio, 1 su 4 vive in condizione di indigenza. La Puglia, e il Salento in particolare, sono ancora terra di approdo per molti Immigrati. L’Immigrato è solitamente una persona giovane che è venuta a cercare lavoro. Questo fenomeno ha iniziato ad avere delle ricadute sulla demografia del nostro paese, il contributo degli stranieri alla crescita del tasso di fecondità indica che queste persone partecipano a definire il saldo positivo registrato dalla popolazione Italiane negli ultimi dieci anni. Negli ultimi anni aumenta la presenza delle donne nei processi migratori. Provando a definire il profilo di queste donne emerge la presenza di un alto numero di donne che provengono dall’Est Europa. Queste donne vivono in una condizione di particolare vulnerabilità sociale, giungono in Italia con la speranza di uscire da una condizione sociale difficile. Spesso sono badanti, proprio per questo, probabilmente dichiarano di vivere in un nucleo con estranei, il 13% ha un reddito, ma troppo basso per garantire loro l’autonomia. Analizza la situazione familiare degli stranieri è una questione complessa, poiché le modalità di organizzazione familiare degli stranieri incontrano un gran numero di variabili da nazionalità a nazionalità. La popolazione Immigrata nell’Ambito di Martano conta 689 persone concentrate nei Comuni di Calimera, Martano e Melendugno con una presenza maggiore di donne. La nazionalità maggiormente presente è quella Rumena come rappresentato nel grafico sotto riportato.
200
150 Romania 100 Bulgaria Marocco 50
0
Figura 6 presenza Nazionalità Ambito Marttano
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La domanda sociale
Le disposizioni attuali indicano una nuova fase nella quale il legislatore riesce ad individuare più organicamente i collegamenti con gli altri settori nel sistema delle risorse tra i diversi ambiti di intervento, individuando un sistema unificato di accesso alle prestazioni e alle risorse che accompagnano il cittadino nella fruizione dei servizi, attraverso percorsi integrati ed un approccio globale e personalizzato.
A causa della molteplicità dei servizi socio-assistenziali e dei servizi socio-sanitari spesso i cittadini che vivono situazioni di disagio socio-sanitario hanno difficoltà ad orientarsi ed a seguire i vari percorsi istituzionali.
L’organizzazione spesso si presenta ancora connotata da rigidità organizzativa o procedurale, da un forte squilibrio tra la rigidità dei servizi (organizzazioni e procedure standardizzate) e la singolarità delle persone e da una settorializzazione, frammentazione delle prestazioni perciò è fondamentale che le informazioni arrivino ai cittadini e le procedure di accesso ai servizi e alle prestazioni siano semplici e trasparenti e i servizi siano organizzati per accogliere sia le diversità, le differenze, sia le complessità e la costante evoluzione dei bisogni. Assume un importanza strategica l’accesso ai servizi che rappresenta il punto di incontro tra domanda sociale e l’offerta dei servizi. Secondo i principi ispirativi delle leggi socio-sanitarie occorre permettere al cittadino di accedere correttamente ai servizi e di ottenere risposte adeguate occorre dare corpo a quella parte della riforma viene definita Welfare di Accesso. Le persone presentano problematiche differenti e non sempre conoscono, né sanno utilizzare allo stesso modo i servizi rischiando così di non garantire un uguaglianza di trattamento dato che non tutti i cittadini hanno un bagaglio adeguato di informazione sociale per affrontare i problemi legati all’assistenza quotidiana e\o rivolgersi ai servizi competenti.
Per chi accede l’accoglienza è il primo indice della qualità ed efficienza dei servizi.
L’accoglienza o welfare di accesso nella realtà ha trovato molteplici traduzioni che hanno accentuazioni e peculiarità diverse. Un efficace welfare di accesso non può prescindere da una “messa in rete” delle differenti declinazioni strutturali dell’accoglienza e della tutela del cittadino; senza un reale coordinamento, i diversi servizi per l’accoglienza rischierebbero di riproporre la settorialità e la parcellizzazione che la loro attività dovrebbe superare e ricomporre. Perciò i servizi previsti sono: Servizio di Segretariato Sociale, Sportelli informativi, Porta unica di Accesso. La funzione di accoglienza domanda e il rilevamento dei bisogni di fatto avviene attraverso il Servizio di Segretariato Sociale che dai primi mesi dell’anno scorso si è strutturato con una cartella sociale
13 strutturato con moduli per la registrazione degli accessi. Aumentano le persone sole e i singoli che vivono in un nucleo esterno alla propria famiglia, Il numero delle famiglie senza nucleo è molto alto. In queste famiglie, con un solo componente, si riscontra un maggiore bisogno di assistenza, nel momento in cui si manifesta una patologia o disabilità.
La necessità di focalizzare l’attenzione sugli stranieri nasce dal notevole incremento verificatosi nel biennio 2010-2011. Dalle statistiche emerge che , tra le persone in arrivo nel territorio, 1 su 4 vive in condizione di indigenza. La popolazione Immigrata nell’Ambito di Martano conta 689 persone concentrate nei Comuni di Calimera, Martano e Melendugno con una presenza maggiore di donne.
Inquadramento territoriale e socio-economico del piano sociale Il territorio interessato dall'intervento progettuale è delimitato da una superficie molto estesa comprendente i Comuni di Martano, Calimera, Caprarica di Lecce, Carpignano Salentino, Castri di Lecce, Martignano, Melendugno, Sternatia, Vernole e Zollino. La qualità della vita, in modo trasversale, in tutti i comuni ricadenti nell’Ambito è interessata da fenomeni sociali che meritano la massima attenzione da parte delle istituzioni. Allo stato attuale sono state avviate politiche sociali tese a contrastare detti fenomeni e, pertanto, si rende necessario e urgente intervenire con nuovi approcci metodologici basati sulla concertazione e sulla integrazione degli interventi, dei servizi, coinvolgendo il terzo settore. E' indispensabile mettere in atto tra tutti i comuni dell’Ambito un sistema di servizi che superi le barriere localistiche per permettere di programmare insieme azioni rivolte a valorizzare la creatività e lo spirito d'impresa. La situazione sociale della popolazione, a causa della mancanza di appropriate “infrastrutture” come luoghi di aggregazione, di svago e di cultura, ha determinato la nascita di un tipo di “spontaneismo sociale” che prolifera per qualche breve periodo senza incidere, però, nel tessuto connettivo in termini di saperi o di modifica degli stili comportamentali. La disgregazione delle Comunità, nel senso classico del termine, è caratterizzata da forti lacerazioni e l'azione sociale e politica determina compartimenti “stagno” e i diritti di cittadinanza che vengono elusi in modo silente. La concertazione, l'inclusione sociale e politica deve essere la strada maestra che genera nuove forme di protagonismo sociale e culturale. Le energie migliori dell'intero territorio devono essere messe nelle condizioni di apportare sostanziali innovazioni creando rapporti solidaristici tra tutte le generazioni. Un modo avanzato per rompere l'immobilismo e, nel contempo, contrastare il diffondersi dei fenomeni e delle forme di devianza o disadattamento. La promozione e la valorizzazione delle risorse esistenti sul territorio, inteso come Ambito, rappresenta una modalità concreta per far pulsare il “cuore” delle 14 comunità. La cornice sociale sopra delineata non è dissimile da quella economica: l'area territoriale è caratterizzata da un modello di sviluppo diseguale e a due velocità. Dall'analisi socio- economica si delineano contesti diversi con uno scarso livello di integrazione. E' un'area dalle potenzialità straordinarie, ma non è ancora in grado di fare" sistema" per mettere insieme le parti mancanti che potrebbero costituire un " nuovo soggetto" più appropriato per soddisfare i bisogni emergenti della popolazione. Una politica economica che non è ancora riuscita a scollarsi da dosso le logiche assistenzialistiche; infatti, le imprese a conduzione familiare incontrano enorme difficoltà a collocarsi sul mercato del lavoro. L'integrazione dal basso potrebbe essere la leva giusta per rompere i vecchi schemi mediante il coinvolgimento sinergico di nuove risorse costruendo, in questo modo, un futuro migliore per tutti all'insegna dell'autodeterminazione e della valorizzazione delle proprie capacità imprenditoriali. L’Ambito di Martano occupa un ruolo di rilevanza strategica, non solo come posizione geografica, ma soprattutto come potenzialità di sviluppo che potrebbe trasmettere all’intera area. La centralità è riconosciuta per il polo scolastico , per il commercio, l’artigianato e per le bellezze paesaggistiche.
1.2 La dotazione infrastrutturale di servizi sociali, socio educativi e sociosanitari
Sul territorio dell’Ambito, è da evidenziare una scarsa dotazione di strutture e servizi e solo pochissimi sono autorizzati al funzionamento. Si elencano di seguito le strutture presenti sul territorio : Asili nido : n. 2 Calimera di cui 1 privato n. 1 Caprarica n.1 Martano n.1 Melendugno Ludoteca: n. 1 Calimera Centro diurno socio educativo per disabili: n. 1 Calimera n. 1 Melendugno
Centri anziani: n. 1 Calimera n. 2 Carpignano 15 n. 1 Caprarica n. 1 Martano n. 1 Martignano n. 2 Melendugno n. 2 Vernole n. 1 Zollino
INFRASTRUTTURE DELLA ASL Centro riabilitativo (asl) n.1 Zollino n.1 Strudà
INFRASTRUTTURE PRIVATE : per anziani n. 1 Calimera n. 1 Castrì n. 1 Martano n.1 Melendugno per disabili: n. 1 Castrì per minori: n. 1 Martano (autorizzato)
Un’analisi dei punti di criticità riferita alla “dotazione” di strutture nel territorio dell’Ambito di Martano evidenzia, quale principale elemento negativo, l’assenza di alcune strutture diurne e residenziali e l’insufficienza di altre. L’Ambito, nel mese di aprile 2012, ha pubblicato un Avviso Pubblico Interno per la definizione delle procedure di presentazione, di attuazione, di finanziamento e di valutazione dei progetti definitivi di investimento per la realizzazione di strutture a valere sulla linea 3.2 dell’Asse III del PO FERS . Il Piano di Investimenti presentato dall’Ambito e finanziato dalla Regione prevede le seguenti infrastrutture che andranno ad incrementare l’offerta di infrastrutture nel nostro territorio:
• Residenza Sociosanitaria Assistenziale per anziani; - MARTANO
• Centro Diurno Integrato per il supporto cognitivo e
16 comportamentale ai soggetti affetti da demenza; - CAPRARICA
• Centro Diurno per Minori; - MARTIGNANO
• Piscina Fisioterapica MELENDUGNO
• Centro Socio-Educativo riabilitativo per disabili; - STERNATIA
• Realizzazione di un Centro diurno Alzheimer; - VERNOLE
• “AFITUME (AIUTIAMO)” Centro Residenziale per Minori ZOLLINO
1.3 L’attuazione del sistema degli obiettivi di servizio per il welfare territoriale tra il 2010 e il 2013
Per porre delle valide basi ai fini della nuova programmazione si deve procedere ad una attività di analisi e valutazione del precedente Piano di Zona. Risulta, infatti, fondamentale una rilettura oggettiva e critica di quanto realizzato per poter valutare, da un lato, la capacità di risposta da parte dell’Ambito rispetto alle innumerevoli istanze provenienti dal territorio di sua competenza, dall’altro l’effettiva realizzabilità degli obiettivi prefissati, qui valutati, con una prospettiva innovativa, rispetto alla prima formulazione. L’attività di programmazione è rivolta alla strutturazione di un nuovo sistema di servizi, consapevoli che l’esperienza del precedente triennio sarà utile per migliorare la gamma degli interventi rivolti alla persona. Detta attività di valutazione sarà avviata attraverso un’analisi ponderata al fine di valutare la prima triennalità nei suoi punti di forza e di criticità. Di seguito viene esposta una breve analisi dei singoli servizi ed interventi effettuati nel periodo 2010-2013: Gli interventi effettuati dal Servizio Sociale Professionale nell’ottica di rete, con tutti i servizi socio-sanitari del Distretto e con il terzo settore, per quanto attiene la presa in carico di
17 casi, sostegno alla famiglia, minori, anziani, disabili, immigrati, tossicodipendenti e disabili psichici, inserimenti lavorativi, sono : - EDUCATIVA DOMICILIARE: presa in carico delle famiglie con provvedimento del Tribunale e alle quali è stato garantito ai figli minori di scongiurare l’allontanamento e superare lo stato di conclamato disagio, mediante il sostegno alla genitorialità; - AFFIDO FAMILIARE: vengono presi in carico nuclei che presentano disagi. Per le famiglie affidatarie sono previsti dei contributi economici di sostegno; - MINORI RICONOSCIUTI DA UN SOLO GENITORE: erogazione di contributi; - MINORI PRESI IN CARICO con provvedimento del Tribunale per i Minorenni; - SOSTEGNO SCOLASTICO a favore di minori; - INTEGRAZIONE RETTE PER INSERIMENTO AL NIDO; - ATTIVITA’ LUDICO-SPORTIVE E DI SOCIALIZZAZIONE in favore dei minori dai 6 ai 14 anni di età durante il periodo estivo di chiusura delle scuole; - UNITA’ DI VALUTAZIONE MULTIDISCIPLINARE sono stati effettuati interventi per ADI e per soggetti in residenze protette; - PRIMA DOTE NUOVI NATI ” ; - Servizio di Trasporto presso il centro diurno di Strudà di Vernole e di Zollino ; - INSERIMENTI LAVORATIVI a favore di persone svantaggiate rivolte alle seguenti categorie: tossicodipendenti; disabili psichici; minori; immigrati; - SERVIZI A FAVORE DI DISABILI : Integrazione scolastica; Compartecipazione alle spese di trasporto presso il centro di riabilitazione del distretto; Assistenza domiciliare Integrata (ADI); Assistenza domiciliare Sociale (SAD);
- SERVIZI A FAVORE DELLE PERSONE ANZIANE