AMBITO DI

GESTIONE ASSOCIATA SERVIZI SOCIO ASSISTENZIALI

(, CAPRARICA DI , , , MARTANO, , , , E )

PIANO di ZONA

T R I E N N I O 2014 / 2016

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PRESENTAZIONE

L’elaborazione del Piano Sociale di Zona rappresenta un momento importante per le Amministrazioni Comunali di Calimera, Caprarica, Carpignano, Castrì, Martano, Martignano, Melendugno, Sternatia, Vernole e Zollino, non solamente per la proposta progettuale che esso esprime, ma soprattutto per la metodologia adottata nel processo della programmazione che si è sviluppato sia attraverso il lavoro dei rappresentanti dei Comuni associati sia attraverso il lavoro dei tavoli tecnici e tematici cui hanno partecipato non solo le istituzioni, ma anche il mondo della cooperazione sociale, del volontariato e delle organizzazioni sindacali.

Con il Piano di Zona 2014-2016 gli Ambiti sono stati chiamati a definire un quadro triennale di progettazione con una dotazione finanziaria relativa solo alla prima annualità. Alle risorse ordinarie si sono sommati i fondi del Piano di Azione e Coesione per prima infanzia e anziani.

Questa impostazione comporta la programmazione annuale del PdZ e la prosecuzione del lavoro di concertazione che si è attivato tra tutti i Soggetti pubblici e privati, a cui va il ringraziamento delle Amministrazioni comunali dell’ambito territoriale – che, da una parte hanno ruolo e competenze istituzionali e, dall’altro operano , a diverso titolo, all’interno della rete, formale e informale, dei servizi sociali, socio-sanitari e socio-educativi.

Il Presidente del Coordinamento Istituzionale

Alessandro Costantini

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INTRODUZIONE

IL CICLO DI VITA DEL PIANO SOCIALE DI ZONA. DAL II AL III CICLO DI PROGRAMMAZIONE

Il Piano Politiche Sociali della Regione Puglia per il triennio 2009-2011 è stato il primo piano articolato per Obiettivi di servizio in tutte le aree prioritarie di intervento, vincolando la programmazione locale su obiettivi centrali quali la creazione di una rete di servizi domiciliari e a ciclo diurno a favore di anziani, disabili, famiglie, senza trascurare gli interventi più tradizionali di inclusione sociale e di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Numerose sono le novità del Piano Regionale delle Politiche sociali 2013-2015, approvato dalla giunta regionale il 2 agosto 2013. Innanzitutto l’introduzione di specifici obiettivi di servizio nell’area “Contrasto alla povertà”, con l’attivazione di un pronto intervento sociale in ogni ambito e con la regolamentazione dei contributi economici; la programmazione triennale con una dotazione finanziaria annuale e il raccordo con i Piani di Intervento nazionali e comunitari. A questi obiettivi vanno ad aggiungersi gli seguenti obiettivi, verso cui tendere entro il 2016: 1- Sostenere la rete di servizi per la prima infanzia e la conciliazione dei tempi; 2- Contrastare le povertà con percorsi di inclusione attiva; 3- Promuovere la cultura dell’accoglienza; 4- Sostenere la genitorialità e tutelare i diritti dei minori, 5- Promuovere l’ integrazione socio-sanitaria e la presa in carico integrata delle non autosufficienze; prevenire e contrastare il maltrattamento e la violenza. L’integrazione socio-sanitaria rappresenta un obiettivo strategico del Piano Regionale; essa va attuata determinando una concreta integrazione e sinergia tra il sistema dei servizi sociali e sanitari, il potenziamento delle politiche sociali dei Comuni attraverso la realizzazione delle indicazioni della legge 328/00 e la promozione nelle AA.SS.LL. di una riconversione graduale della spesa a favore della Sanità Territoriale, in particolare nelle aree ad elevata integrazione degli anziani, disabili, salute mentale. Poiché l’obiettivo generale è quello di evitare o ritardare il più possibile l’istituzionalizzazione, tutti gli sforzi devono essere diretti all’ incremento delle cure domiciliari ed in particolare dell’ADI. A tale scopo il 12 dicembre 2013 è stato sottoscritto un Accordo di Programma che disciplina le responsabilità e gli impegni reciproci dell’Ambito e del Distretto, relativamente alla PUA, all’UVM e alla composizione dell’equipe delle cure domiciliari. Le risorse ordinarie a disposizione dell’Ambito sono quelle del Fondo Regionale, quelle del Fondo Nazionale e quelle del Fondo nazionale per la non autosufficienza a cui vanno ad aggiungersi le risorse provenienti dal cofinanziamento dei Comuni ed i fondi straordinari del Piano di Azione e Coesione (PAC) per anziani e prima infanzia .

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IL PERCORSO DI CONCERTAZIONE E DI PROGRAMMAZIONE PARTECIPATA

La Regione Puglia ha disegnato un sistema di welfare plurale con responsabilità ed obiettivi condivisi tra i diversi attori sociali ed istituzionali, favorendo la partecipazione dei cittadini alle diverse fasi del processo di costruzione del Piano di zona. La partecipazione delle associazioni al processo di elaborazione delle politiche sociali è una delle modalità principali attraverso cui si sostanzia il principio di sussidiarietà, che ha trovato rilevanza costituzionale con l’approvazione della legge n. 3 /2001.

L'esperienza della programmazione di zona naturalmente non nasce dal nulla, ma si propone e si realizza grazie a un processo di innovazione delle politiche sociali e socio- sanitarie che, dalla metà degli anni '90, pur con incertezze e contraddizioni, si è andato sviluppando. Passi significativi ne sono stati fatti come la esperienza programmatoria e operativa della Legge 285/97 nel campo degli interventi a sostegno delle responsabilità familiari e a favore dei minori.

La rilevanza e la portata innovativa dei Piani di Zona sta in primo luogo nell'aver superato un cronico limite dimensionale e di dotazione dei primi attori istituzionali delle politiche sociali, i Comuni.

La sfida che attende i Comuni è il passaggio dalla programmazione integrata allo stesso livello di ambito, ad un governo delle politiche e dei servizi sociali e sociosanitarie sempre più integrato a livello di ambito zonale, nelle altre sue dimensioni, normative, gestionali, organizzative, ecc..

La qualità del sistema integrato dipende ovviamente anche dal livello di integrazione con i servizi sanitari.

L'integrazione tra il sociale e il sanitario e, più in generale, le diverse politiche influenti sul benessere e la socializzazione è un punto di attenzione trasversale alla Legge 328/00 , che in più punti ne sottolinea l'importanza; seguendo le prescrizioni del Dpcm 229/99 , le funzioni e le attività sociosanitarie devono essere programmate congiuntamente da Comuni e dalle ASL, con scelte concordate e coerenti espresse tanto nei Piani di Zona quanto nei programmi delle attività territoriali dei distretti sanitari, dato che tanto i Comuni che le ASL debbono impegnare risorse di varia natura per attuare interventi di tal genere.

La legge n. 328 dell’8 novembre 2000 ha avuto il merito di favorire lo sviluppo di un

4 sistema di welfare fondato sulla logica dell’integrazione dei servizi socio-sanitari; ha aperto una fase delicata e di profondo cambiamento nell’ambito dei servizi alla persona, che ha portato ad un graduale superamento di logiche campanilistiche su cui erano arroccati non solo i singoli comuni, ma tutti gli attori sociali, pubblici e privati coinvolti in tale processo di cambiamento del welfare .

L’Ambito ha attivato le procedure per l’avvio del percorso di progettazione partecipata per la definizione del III Piano di zona e dei servizi di cura alla prima infanzia e agli anziani non autosufficienti previsti dai PAC, con delibera del C.I. n. 30 del 9 ottobre 2013.

Il 10 ottobre è stato pubblicizzato l’ avviso pubblico mediante manifesti murali affissi in tutti e 10 i Comuni dell’Ambito, inoltre l’avviso è stato pubblicato sul sito del di Martano, capofila dell’Ambito, sui siti dei Comuni appartenenti all’Ambito e trasmesso al Centro Servizio Volontariato (CSVS), che aveva dichiarato la sua disponibilità a collaborare per la convocazione di tutte le associazioni di volontariato del territorio dell’Ambito.

Con apposita richiesta scritta sono stati invitati i rappresentanti dei seguenti soggetti pubblici:

1. Provincia di Lecce;

2. Azienda Sanitaria Locale, la struttura operativa del distretto e i servizi specialistici del distretto;

3. Ufficio Esecuzione Penale Esterna (UEPE) di Lecce;

5. Servizio Sociale Distrettuale Minori (USMM) di Lecce;

6. Scuole dell’Ambito

In dettaglio si riporta il seguente calendario dei lavori della concertazione:

1. GIOVEDI 24 ottobre 2013- Istituzione Tavolo di Concertazione;

2. LUNEDI 28 ottobre 2013 - Avvio dei lavori dei tavoli articolati in aree tematiche;

3. MARTEDI’ 29 OTTOBRE 2013 – Prosecuzione dei lavori dei tavoli articolati in aree tematiche;

4. GIOVEDI 31 ottobre 2013- Esito della concertazione;

5 5. Predisposizione bozza piano di Zona triennio 2010-2012;

6. Condivisione schede di dettaglio con i gruppi e con il tavolo di concertazione rispettivamente il 20 e il 27 dicembre 2013 e sottoscrizione dei patti di partecipazione;

7. Incontri con i sindacati il 6 novembre 2013, il 10 dicembre 2013 e il 3 gennaio 2014 e sottoscrizione del protocollo d’intesa con tra i Comuni dell’ Ambito e le Organizzazioni Sindacali.

:

Allegati : 1. Copia dell’avviso di avvio del procedimento di progettazione partecipata per la stesura del PdZ; 2. Prospetto di intesi delle proposte raccolte e degli esiti valutativi 3. Copia della nota di convocazione del tavolo di concertazione con le OO.SS. e dei verbali delle riunioni del Tavolo di Concertazione 4. Protocollo d’intesa tra Comuni associati e OO.SS su strumenti e metodi per l’attuazione e la valutazione partecipata del PdZ 5. Elenco dei Patti di partecipazione sottoscritti

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CAPITOLO PRIMO

ANALISI DEL CONTESTO SOCIO-DEMOGRAFICO E DEL SISTEMA DI OFFERTA DEI SERVIZI .

1.1 Dinamiche demografiche e evoluzione della domanda sociale.

Il Piano di Zona attuato dagli Ambiti Territoriali è lo strumento privilegiato di programmazione e di opportunità di sviluppo del sistema dei servizi sociali e sociosanitari della Regione Puglia. L’obiettivo, da perseguire, è il potenziamento di un sistema di servizi proteso al miglioramento della qualità della vita, delle condizioni di benessere in favore di tutta la comunità locale. Il consolidamento del suddetto Piano passerà anche dall’efficace allocazione delle risorse. Risulta fondamentale analizzare la composizione demografica della popolazione presente nell’ Ambito di Martano, per una lettura delle dinamiche del contesto sociale e della domanda dei servizi, come previsto dalla normativa vigente.

Tav. 1 - Distribuzione Popolazione

Popolazione Maschi Femmine COMUNI Superficie Residente

CALIMERA 11,14 7.261 3.406 3.855

CAPRARICA DI LECCE 10,82 2.549 1.204 1.345

CARPIGNANO SAL.NO 40,83 3.839 1.873 1.966

CASTRI' DI LECCE 12,22 2.949 1.446 1.503

MARTANO 21,08 9.302 4.435 4.867

MARTIGNANO 6,35 1.707 849 858

MELENDUGNO 91,10 9.675 4.704 4.971

STERNATIA 16,51 2.413 1.119 1.294

VERNOLE 63,00 7.236 3.451 3.784

ZOLLINO 9,89 2.068 979 1.089 Totale 282,94 48.999 23.466 25.534

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Dall’analisi della distribuzione della popolazione residente si rileva che il numero complessivo di residenti sul territorio dell’ambito è di 48.999 con una maggiore densità in quattro centri che contano più di 7000 abitanti. Considerando la distribuzione per sesso si nota una presenza femminile maggiore rispetto a quella maschile.

Tav. 2 – Popolazione residente per classe di età

18-64 65-74 75 anni C O M U N I 0-2 anni 3-17 anni anni anni e oltre CALIMERA 195 943 4330 873 920 69 285 1539 308 348 CARPIGNANO SALENTINO 74 454 2457 451 403 CASTRI' DI LECCE 64 428 1853 256 308 MARTANO 233 1189 5733 1025 1122 MARTIGNANO 34 219 1033 196 225 MELENDUGNO 230 1346 6128 992 925 VERNOLE 155 893 4612 805 771 STERNATIA 40 256 1499 293 325 ZOLLINO 41 237 1317 254 219 T O T A L I 1135 6241 30552 5453 5566

35000 30000 25000 20000 15000 10000 5000 0 0-2 anni 3-17 anni 18-64 anni 65-74 anni 75 anni e oltre

CALIMERA CAPRARICA DI LECCE CARPIGNANO SALENTINO CASTRI' DI LECCE MARTANO MARTIGNANO MELENDUGNO VERNOLE STERNATIA ZOLLINO T O T A L I

Figura 1 popolazione per fascia di età

8

59% 12% 0-2 anni 3-17 anni 18-64 anni 65-74 anni 75 anni e oltre 13%

3% 13% Figura 2 Distribuzione complessiva per fascia della popolazione residente Ambito

Dall’analisi della popolazione per classi di età si osserva che la percentuale più alta di popolazione è compresa nella fascia tra i 18-64 (pari al 59 %), ma non è da trascurare il numero delle fasce dipendenti, ultra sessantacinquenni e minori che corrisponde al 41%. Considerando il tasso di fecondità pari al 1,21 per le donne italiane e del 2,02 per le straniere, si conferma la tendenza della popolazione verso un progressivo invecchiamento. Tale orientamento viene confermato anche dall’indice di vecchia che rappresenta il numero degli anziani con più di 65 anni ogni 100 giovani; valori di tale indice molto alti e superiori a 100 si hanno in società dove la popolazione anziana prevale rispetto su quella giovanile. L’indice di vecchiaia, ossia il rapporto percentuale tra il numero degli ultrassessantacinquenni ed il numero dei giovani fino ai 14 anni, nel nostro Ambito è di 176 anziani ogni 100 giovani, molto più alto di quello della provincia di Lecce che è di 154,2. Considerata la presenza di un numero crescente di anziani si dovrebbero prevedere e potenziare una serie di attività e servizi rivolti a questa fascia garantendo livelli minimi di assistenza e assicurando la conoscenza e l’accessibilità.

Tav. 3 – Distribuzione nuclei familiari

NUCLEI FAMILIARI PER NUMERO COMPONENTI Nuclei famil. con 6 comp. o Nuclei famil. con C O M U N I Nuclei familiari più 1 componente CALIMERA 2889 26 764 CAPRARICA DI LECCE 1025 12 262 CARPIGNANO SALENTINO 1390 14 319 CASTRI' DI LECCE 1137 5 250

9 MARTANO 3640 31 867 MARTIGNANO 687 85 191 MELENDUGNO 3878 32 1065 VERNOLE 5454 7 296 STERNATIA 277 30 650 ZOLLINO 832 6 238

T O T A L I 23.709 249 4.903

Nuclei famil. con 1 componente

Nuclei famil. con 6 comp. o più

Nuclei familiari

0 5000 10000 15000 20000 25000

Calimera Caprarica di L. Carpignano Sal.no Castrì di Lecce Martano Martignano Melendugno Vernole Sternatia Zollino T O T A L I

Figura 3 rappresentazione nuclei familiari per Comuni

Dal confronto dei dati 2010-2011, emergono nuovi segnali di fragilità sociale: aumentano le persone sole ( + 10,8%) e i singoli che vivono in un nucleo esterno alla propria famiglia, aumentano, anche se in misura minore (+4,5%) coloro che vivono all’interno del proprio nucleo familiare. Entrando nello specifico di coloro che vivono da soli, risultano evidenti alcune differenze tra Italiani e stranieri non solo a livello di distribuzione di percentuale (16,5 Italiani vs 6,4 Stranieri), ma anche per caratteristiche socio-anagrafiche. Le persone sole Italiane sono in prevalenza donne ( 63%) che superano i 64 anni, 1 su 4 ha figli che non vivono più con loro. Sono vedove che percepiscono una pensione non superiore ai 600 euro e come buona parte delle donne Italiane pensionate ( 55%), così come riportato dall’Istat nell’indagine sui trattamenti pensionistici del 2010, percepisce un reddito inferiore rispetto agli uomini della stessa età. Un dato nuovo su cui riflettere che emerge dai dati relativi al 2011 è rappresentato dall’aumento di coloro che dichiarano di vivere insieme a persone esterne alla propria famiglia ( in totale +32%) non solo tra gli Stranieri (34%) ma soprattutto tra gli Italiani (+21,9%). Nell’ Ambito di Martano, la struttura delle famiglie è correlata alla situazione demografica e alle sue dinamiche. Il numero delle famiglie senza nucleo è molto alto. In queste famiglie, con un solo componente, si riscontra un maggiore bisogno di assistenza, nel 10 momento in cui si manifesta una patologia o disabilità. Analizzando i dati sulle famiglie con più di sei componenti si osserva che nell’Ambito di Martano c’è una bassa concentrazione, tranne in un Comune in cui risultano più numerose. Tav. 4 – Popolazione Straniera

Popolazion Comuni e Minori Donne Immigrata CALIMERA 142 28 80 CAPRARICA DI LECCE 39 6 18 CARPIGNANO SALENTINO 64 15 26 CASTRI' DI LECCE 48 13 16 MARTANO 119 30 55 MARTIGNANO 19 1 14 MELENDUGNO 154 24 86 STERNATIA 22 2 10 VERNOLE 49 4 28 ZOLLINO 33 9 18

Totale 689 132 276

100%

50%

0% Popolazione Minori Donne Immigrata

CALIMERA CAPRARICA DI LECCE CARPIGNANO SALENTINO CASTRI' DI LECCE MARTANO MARTIGNANO MELENDUGNO STERNATIA VERNOLE ZOLLINO Totale

Figura 4 Distribuzione popolazione Immigrata , per paese con presenza minori e donne

800 distribuzione 600 popolazione 400 Immigrata

200

0 Pop. Imm. Minori Donne

Figura 5 Confronto popolazione Immigrata generale vs minori e donne

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La necessità di focalizzare l’attenzione sugli stranieri nasce dal notevole incremento (+16%) verificatosi nel biennio 2010-2011. Dalle statistiche emerge che , tra le persone in arrivo nel territorio, 1 su 4 vive in condizione di indigenza. La Puglia, e il Salento in particolare, sono ancora terra di approdo per molti Immigrati. L’Immigrato è solitamente una persona giovane che è venuta a cercare lavoro. Questo fenomeno ha iniziato ad avere delle ricadute sulla demografia del nostro paese, il contributo degli stranieri alla crescita del tasso di fecondità indica che queste persone partecipano a definire il saldo positivo registrato dalla popolazione Italiane negli ultimi dieci anni. Negli ultimi anni aumenta la presenza delle donne nei processi migratori. Provando a definire il profilo di queste donne emerge la presenza di un alto numero di donne che provengono dall’Est Europa. Queste donne vivono in una condizione di particolare vulnerabilità sociale, giungono in Italia con la speranza di uscire da una condizione sociale difficile. Spesso sono badanti, proprio per questo, probabilmente dichiarano di vivere in un nucleo con estranei, il 13% ha un reddito, ma troppo basso per garantire loro l’autonomia. Analizza la situazione familiare degli stranieri è una questione complessa, poiché le modalità di organizzazione familiare degli stranieri incontrano un gran numero di variabili da nazionalità a nazionalità. La popolazione Immigrata nell’Ambito di Martano conta 689 persone concentrate nei Comuni di Calimera, Martano e Melendugno con una presenza maggiore di donne. La nazionalità maggiormente presente è quella Rumena come rappresentato nel grafico sotto riportato.

200

150 Romania 100 Bulgaria Marocco 50

0

Figura 6 presenza Nazionalità Ambito Marttano

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La domanda sociale

Le disposizioni attuali indicano una nuova fase nella quale il legislatore riesce ad individuare più organicamente i collegamenti con gli altri settori nel sistema delle risorse tra i diversi ambiti di intervento, individuando un sistema unificato di accesso alle prestazioni e alle risorse che accompagnano il cittadino nella fruizione dei servizi, attraverso percorsi integrati ed un approccio globale e personalizzato.

A causa della molteplicità dei servizi socio-assistenziali e dei servizi socio-sanitari spesso i cittadini che vivono situazioni di disagio socio-sanitario hanno difficoltà ad orientarsi ed a seguire i vari percorsi istituzionali.

L’organizzazione spesso si presenta ancora connotata da rigidità organizzativa o procedurale, da un forte squilibrio tra la rigidità dei servizi (organizzazioni e procedure standardizzate) e la singolarità delle persone e da una settorializzazione, frammentazione delle prestazioni perciò è fondamentale che le informazioni arrivino ai cittadini e le procedure di accesso ai servizi e alle prestazioni siano semplici e trasparenti e i servizi siano organizzati per accogliere sia le diversità, le differenze, sia le complessità e la costante evoluzione dei bisogni. Assume un importanza strategica l’accesso ai servizi che rappresenta il punto di incontro tra domanda sociale e l’offerta dei servizi. Secondo i principi ispirativi delle leggi socio-sanitarie occorre permettere al cittadino di accedere correttamente ai servizi e di ottenere risposte adeguate occorre dare corpo a quella parte della riforma viene definita Welfare di Accesso. Le persone presentano problematiche differenti e non sempre conoscono, né sanno utilizzare allo stesso modo i servizi rischiando così di non garantire un uguaglianza di trattamento dato che non tutti i cittadini hanno un bagaglio adeguato di informazione sociale per affrontare i problemi legati all’assistenza quotidiana e\o rivolgersi ai servizi competenti.

Per chi accede l’accoglienza è il primo indice della qualità ed efficienza dei servizi.

L’accoglienza o welfare di accesso nella realtà ha trovato molteplici traduzioni che hanno accentuazioni e peculiarità diverse. Un efficace welfare di accesso non può prescindere da una “messa in rete” delle differenti declinazioni strutturali dell’accoglienza e della tutela del cittadino; senza un reale coordinamento, i diversi servizi per l’accoglienza rischierebbero di riproporre la settorialità e la parcellizzazione che la loro attività dovrebbe superare e ricomporre. Perciò i servizi previsti sono: Servizio di Segretariato Sociale, Sportelli informativi, Porta unica di Accesso. La funzione di accoglienza domanda e il rilevamento dei bisogni di fatto avviene attraverso il Servizio di Segretariato Sociale che dai primi mesi dell’anno scorso si è strutturato con una cartella sociale

13 strutturato con moduli per la registrazione degli accessi. Aumentano le persone sole e i singoli che vivono in un nucleo esterno alla propria famiglia, Il numero delle famiglie senza nucleo è molto alto. In queste famiglie, con un solo componente, si riscontra un maggiore bisogno di assistenza, nel momento in cui si manifesta una patologia o disabilità.

La necessità di focalizzare l’attenzione sugli stranieri nasce dal notevole incremento verificatosi nel biennio 2010-2011. Dalle statistiche emerge che , tra le persone in arrivo nel territorio, 1 su 4 vive in condizione di indigenza. La popolazione Immigrata nell’Ambito di Martano conta 689 persone concentrate nei Comuni di Calimera, Martano e Melendugno con una presenza maggiore di donne.

Inquadramento territoriale e socio-economico del piano sociale Il territorio interessato dall'intervento progettuale è delimitato da una superficie molto estesa comprendente i Comuni di Martano, Calimera, Caprarica di Lecce, Carpignano Salentino, Castri di Lecce, Martignano, Melendugno, Sternatia, Vernole e Zollino. La qualità della vita, in modo trasversale, in tutti i comuni ricadenti nell’Ambito è interessata da fenomeni sociali che meritano la massima attenzione da parte delle istituzioni. Allo stato attuale sono state avviate politiche sociali tese a contrastare detti fenomeni e, pertanto, si rende necessario e urgente intervenire con nuovi approcci metodologici basati sulla concertazione e sulla integrazione degli interventi, dei servizi, coinvolgendo il terzo settore. E' indispensabile mettere in atto tra tutti i comuni dell’Ambito un sistema di servizi che superi le barriere localistiche per permettere di programmare insieme azioni rivolte a valorizzare la creatività e lo spirito d'impresa. La situazione sociale della popolazione, a causa della mancanza di appropriate “infrastrutture” come luoghi di aggregazione, di svago e di cultura, ha determinato la nascita di un tipo di “spontaneismo sociale” che prolifera per qualche breve periodo senza incidere, però, nel tessuto connettivo in termini di saperi o di modifica degli stili comportamentali. La disgregazione delle Comunità, nel senso classico del termine, è caratterizzata da forti lacerazioni e l'azione sociale e politica determina compartimenti “stagno” e i diritti di cittadinanza che vengono elusi in modo silente. La concertazione, l'inclusione sociale e politica deve essere la strada maestra che genera nuove forme di protagonismo sociale e culturale. Le energie migliori dell'intero territorio devono essere messe nelle condizioni di apportare sostanziali innovazioni creando rapporti solidaristici tra tutte le generazioni. Un modo avanzato per rompere l'immobilismo e, nel contempo, contrastare il diffondersi dei fenomeni e delle forme di devianza o disadattamento. La promozione e la valorizzazione delle risorse esistenti sul territorio, inteso come Ambito, rappresenta una modalità concreta per far pulsare il “cuore” delle 14 comunità. La cornice sociale sopra delineata non è dissimile da quella economica: l'area territoriale è caratterizzata da un modello di sviluppo diseguale e a due velocità. Dall'analisi socio- economica si delineano contesti diversi con uno scarso livello di integrazione. E' un'area dalle potenzialità straordinarie, ma non è ancora in grado di fare" sistema" per mettere insieme le parti mancanti che potrebbero costituire un " nuovo soggetto" più appropriato per soddisfare i bisogni emergenti della popolazione. Una politica economica che non è ancora riuscita a scollarsi da dosso le logiche assistenzialistiche; infatti, le imprese a conduzione familiare incontrano enorme difficoltà a collocarsi sul mercato del lavoro. L'integrazione dal basso potrebbe essere la leva giusta per rompere i vecchi schemi mediante il coinvolgimento sinergico di nuove risorse costruendo, in questo modo, un futuro migliore per tutti all'insegna dell'autodeterminazione e della valorizzazione delle proprie capacità imprenditoriali. L’Ambito di Martano occupa un ruolo di rilevanza strategica, non solo come posizione geografica, ma soprattutto come potenzialità di sviluppo che potrebbe trasmettere all’intera area. La centralità è riconosciuta per il polo scolastico , per il commercio, l’artigianato e per le bellezze paesaggistiche.

1.2 La dotazione infrastrutturale di servizi sociali, socio educativi e sociosanitari

Sul territorio dell’Ambito, è da evidenziare una scarsa dotazione di strutture e servizi e solo pochissimi sono autorizzati al funzionamento. Si elencano di seguito le strutture presenti sul territorio : Asili nido : n. 2 Calimera di cui 1 privato n. 1 Caprarica n.1 Martano n.1 Melendugno Ludoteca: n. 1 Calimera Centro diurno socio educativo per disabili: n. 1 Calimera n. 1 Melendugno

Centri anziani: n. 1 Calimera n. 2 Carpignano 15 n. 1 Caprarica n. 1 Martano n. 1 Martignano n. 2 Melendugno n. 2 Vernole n. 1 Zollino

INFRASTRUTTURE DELLA ASL Centro riabilitativo (asl) n.1 Zollino n.1 Strudà

INFRASTRUTTURE PRIVATE : per anziani n. 1 Calimera n. 1 Castrì n. 1 Martano n.1 Melendugno per disabili: n. 1 Castrì per minori: n. 1 Martano (autorizzato)

Un’analisi dei punti di criticità riferita alla “dotazione” di strutture nel territorio dell’Ambito di Martano evidenzia, quale principale elemento negativo, l’assenza di alcune strutture diurne e residenziali e l’insufficienza di altre. L’Ambito, nel mese di aprile 2012, ha pubblicato un Avviso Pubblico Interno per la definizione delle procedure di presentazione, di attuazione, di finanziamento e di valutazione dei progetti definitivi di investimento per la realizzazione di strutture a valere sulla linea 3.2 dell’Asse III del PO FERS . Il Piano di Investimenti presentato dall’Ambito e finanziato dalla Regione prevede le seguenti infrastrutture che andranno ad incrementare l’offerta di infrastrutture nel nostro territorio:

• Residenza Sociosanitaria Assistenziale per anziani; - MARTANO

• Centro Diurno Integrato per il supporto cognitivo e

16 comportamentale ai soggetti affetti da demenza; - CAPRARICA

• Centro Diurno per Minori; - MARTIGNANO

• Piscina Fisioterapica MELENDUGNO

• Centro Socio-Educativo riabilitativo per disabili; - STERNATIA

• Realizzazione di un Centro diurno Alzheimer; - VERNOLE

• “AFITUME (AIUTIAMO)” Centro Residenziale per Minori ZOLLINO

1.3 L’attuazione del sistema degli obiettivi di servizio per il welfare territoriale tra il 2010 e il 2013

Per porre delle valide basi ai fini della nuova programmazione si deve procedere ad una attività di analisi e valutazione del precedente Piano di Zona. Risulta, infatti, fondamentale una rilettura oggettiva e critica di quanto realizzato per poter valutare, da un lato, la capacità di risposta da parte dell’Ambito rispetto alle innumerevoli istanze provenienti dal territorio di sua competenza, dall’altro l’effettiva realizzabilità degli obiettivi prefissati, qui valutati, con una prospettiva innovativa, rispetto alla prima formulazione. L’attività di programmazione è rivolta alla strutturazione di un nuovo sistema di servizi, consapevoli che l’esperienza del precedente triennio sarà utile per migliorare la gamma degli interventi rivolti alla persona. Detta attività di valutazione sarà avviata attraverso un’analisi ponderata al fine di valutare la prima triennalità nei suoi punti di forza e di criticità. Di seguito viene esposta una breve analisi dei singoli servizi ed interventi effettuati nel periodo 2010-2013: Gli interventi effettuati dal Servizio Sociale Professionale nell’ottica di rete, con tutti i servizi socio-sanitari del Distretto e con il terzo settore, per quanto attiene la presa in carico di

17 casi, sostegno alla famiglia, minori, anziani, disabili, immigrati, tossicodipendenti e disabili psichici, inserimenti lavorativi, sono : - EDUCATIVA DOMICILIARE: presa in carico delle famiglie con provvedimento del Tribunale e alle quali è stato garantito ai figli minori di scongiurare l’allontanamento e superare lo stato di conclamato disagio, mediante il sostegno alla genitorialità; - AFFIDO FAMILIARE: vengono presi in carico nuclei che presentano disagi. Per le famiglie affidatarie sono previsti dei contributi economici di sostegno; - MINORI RICONOSCIUTI DA UN SOLO GENITORE: erogazione di contributi; - MINORI PRESI IN CARICO con provvedimento del Tribunale per i Minorenni; - SOSTEGNO SCOLASTICO a favore di minori; - INTEGRAZIONE RETTE PER INSERIMENTO AL NIDO; - ATTIVITA’ LUDICO-SPORTIVE E DI SOCIALIZZAZIONE in favore dei minori dai 6 ai 14 anni di età durante il periodo estivo di chiusura delle scuole; - UNITA’ DI VALUTAZIONE MULTIDISCIPLINARE sono stati effettuati interventi per ADI e per soggetti in residenze protette; - PRIMA DOTE NUOVI NATI ” ; - Servizio di Trasporto presso il centro diurno di Strudà di Vernole e di Zollino ; - INSERIMENTI LAVORATIVI a favore di persone svantaggiate rivolte alle seguenti categorie: tossicodipendenti; disabili psichici; minori; immigrati; - SERVIZI A FAVORE DI DISABILI : Integrazione scolastica; Compartecipazione alle spese di trasporto presso il centro di riabilitazione del distretto; Assistenza domiciliare Integrata (ADI); Assistenza domiciliare Sociale (SAD);

- SERVIZI A FAVORE DELLE PERSONE ANZIANE

Assegno di cura; ADI; SAD - SERVIZI PERSONE IMMIGRATE Sportello informativo;

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1.4 L’Attuazione economico-finanziaria e capacità di cofinanziamento dei Comuni

NUCLEI Pop.anziani FAM.RI QUOTA N.ro Comune POPOLAZIONE SUPERFICIE Pop.minorile >=65anni RESIDENTI RIPARTO (30%) (5%) 0-17 (20%) (35%) (10%) € € € € 1 Calimera € 7.270,00 11,14 2.911,00 939,00 1.704,00 20.860,44 Caprarica € € € € 2 € 2.577,00 di Lecce 10,82 1.019,00 299,00 617,00 7.457,97 Carpignano € € € € 3 € 3.698,00 Salentino 48,03 1.456,00 434,00 764,00 10.933,56 Castri di € € € € 4 € 2.972,00 Lecce 12,22 1.146,00 402,00 586,00 8.243,44 € € € € 5 Martano € 9.312,00 21,84 3.586,00 1.169,00 2.050,00 26.022,45 € € € € 6 Martignano € 1.718,00 6,35 691,00 205,00 419,00 5.021,39 € € € € 7 Melendugno € 9.613,00 91,06 4.004,00 1.323,00 1.760,00 27.586,44 € € € € 9 Sternatia € 2.422,00 16,51 1.023,00 246,00 596,00 7.125,41 € € € € 8 Vernole € 7.287,00 60,57 2.808,00 871,00 1.440,00 20.442,15 € € € € 10 Zollino € 2.056,00 9,89 842,00 224,00 420,00 5.594,79 € € € € € TOT. 48.925,00 288,43 19.486,00 6.112,00 10.356,00 139.288,04 QUOTA QUOTA QUOTA 30% QUOTA 5% 10% 20% QUOTA 35% TOTALE € € € € € € 41.786,41 6.964,40 13.928,80 27.857,61 48.750,81 139.288,04

anno € € A) FNPS 2.013,00 193.535,00 € € B) FNA 2.013,00 136.043,19 € € C) FGSA 2.013,00 134.715,27 € TOTALE 464.293,46 € QUOTA RIPARTO 30% A)+ B)+C) 139.288,04

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1.5 Buone pratiche e cantieri di innovazione avviati

La forte crisi economica e finanziaria impone la razionalizzazione delle risorse ed il contenimento della spesa in un momento in cui cresce la domanda di assistenza ed emergono nuovi bisogni. Tutto questo impone un cambiamento, una innovazione nelle politiche di welfare. L’obiettivo è quello della strutturazione di un welfare di prossimità basato sulla relazionalità e sulla solidarietà. Partendo da tali principi, infatti, si potranno attivare processi partecipativi e coesi che promuovono dal basso la filosofia della Community-care nelle singole realtà locali. A tale logica risponde anche la sperimentazione dei progetti nn. 41 e 42 rispettivamente DISTRETTO per la FAMIGLIA e Rigenerazioni delle Comunità.

Allegati: 1. Quadri riassuntivi della spesa sociale 2010/2012 dei Comuni con attestazione 2. Quadro riassuntivo dei servizi attivati dall’Ambito nel PsdZ 2010-2012

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CAPITOLO II LE PRIORITA’ STRATEGICHE PER UN WELFARE LOCALE INCLUSIVO.

2.1 La strategia dell’ambito territoriale per il consolidamento del sistema di welfare locale La programmazione del nuovo Piano Sociale di Zona, mira a consolidare l’integrazione tra le politiche sociali, socio-sanitarie e del terzo settore, integrazione già avviata presso il nostro Ambito, grazie alla sottoscrizione di alcuni protocolli di intesa: - il 30 maggio 2013 è stato sottoscritto, tra l’Ambito Territoriale e la Asl, il Protocollo di intesa per la gestione integrata del Centro Diurno Socio Educativo e Riabilitativo per persone con notevole compromissione delle autonomie funzionali con sede in Zollino. - con delibera del Coordinamento Istituzionale n. 26 del 07/08/2013 è stato approvato il progetto per il potenziamento dell’equipe multidisciplinare maltrattamento e abuso e in data 25/09/2013 l’Ambito ha sottoscritto con l’ASL il protocollo operativo per la costituzione dell’equipe integrata affido adozione, che si occupa sia dell’adozione nazionale che di quella internazionale; - in data 25/09/2013 l’Ambito di Martano ha sottoscritto un protocollo di intesa con il Distretto Socio Sanitario per l’organizzazione ed il funzionamento della Porta Unica di Accesso; Pertanto, la programmazione del Piano di Zona per il triennio 2014-2016 mira a potenziare le seguenti priorità strategiche di intervento: - SOSTENERE LA RETE DEI SERVIZI PER LA PRIMA INFANZIA E LA CONCILIAZIONE DEI TEMPI - SOSTENERE LA GENITORIALITA’ E TUTELARE I DIRITTI DEI MINORI - CONTRASTARE LE POVERTA’ CON PERCORSI DI INCLUSIONE ATTIVA - PROMUOVERE LA CULTURA DELL’ACCOGLIENZA - PROMUOVERE L’INTEGRAZIONE SOCIOSANITARIA E LA PRESA IN CARICO DELLE NON AUTOSUFFICIENZE - PREVENIRE E CONTRASTARE IL MALTRATTAMENTO E LA VIOLENZA - ATTUARE INTERVENTI DI PREVENZIONE DELLE DIPENDENZE PATOLOGICHE

I servizi per la prima infanzia e la conciliazione dei tempi

L’obiettivo centrale del Piano di Zona 2014-2016 è quello di consolidare, sostenere e

21 laddove possibile, ampliare la rete di strutture e servizi per la prima infanzia, pubblica e privata, attiva sul territorio, anche attraverso l’integrazione delle fonti di finanziamento e delle politiche, avendo cura di ampliare l’offerta laddove risulta essere più carente. Il tema del sostegno alle famiglie ed alla funzione genitoriale è centrale nel dibattito sull’infanzia e sulle politiche familiari. Le famiglie, in quanto espressione di modelli, di valori, di stili e comportamenti sociali, sono portatrici di esigenze che si evolvono e mutano continuamente: dai cambiamenti sociali più ampi, come quello che stiamo attraversando caratterizzato da una grave crisi economica, ai cambiamenti più intrafamiliari, che riguardano ad esempio i processi di cura. Le famiglie contemporanee sembrano essere in costante movimento, sia nei confronti del contesto esterno, sia nelle relazioni interne sia, presumibilmente, nelle singole identità. Questi movimenti, se da una parte mettono in luce la capacità delle famiglie di re- inventarsi quotidianamente, dall’altra possono concorrere a generare un senso di insicurezza nel gestire i processi che le coinvolgono. E’ necessario progettare forme di sostegno alle famiglie, sia nell’ambito educativo che in quello di conciliazione e cura, con parametri qualitativi adeguati e in una logica integrata sia dal punto di vista progettuale che organizzativo. Pertanto, il piano intende ridisegnare il welfare locale, a partire dalla valorizzazione e dalla responsabilizzazione della comunità nel suo insieme, gli attori sociali, le famiglie, le persone. Alle famiglie ed ai minori è riservata un’attenzione primaria: rafforzare il sostegno alla genitorialità in tutte le sue forme è uno degli obiettivi strategici da perseguire per promuovere il benessere dei piccoli e dei loro genitori e quindi prevenire la caduta in forme di disagio e fragilità relazionali ed economiche. Aiutare le famiglie anche attraverso la promozione di strumenti di conciliazione dei tempi di cura e lavoro ampliando l’offerta di opportunità per le donne nel mercato del lavoro. Da qui la scelta di potenziare la sinergia ed il raccordo tra alcuni servizi ed interventi specificamente rivolti alle famiglie con figli piccoli, cosi da offrire loro opportunità ulteriori sia sotto il profilo educativo che della cura e conciliazione, assicurando qualità, flessibilità, innovazione. L’obiettivo del riequilibrio territoriale caratterizza anche il Programma per i Servizi di Cura (PAC Cura) del Piano di Azione e Coesione INFANZIA. Inoltre, in continuità con quanto già avviato nel triennio precedente con gli Studi di fattibilità per i Piani dei Tempi e degli Spazi, anche al fine di promuovere una cultura diffusa sul tema della conciliazione vita-lavoro e della condivisione del lavoro di cura tra i generi, sarà incentivata la sperimentazione di progetti integrati tesi a favorire l’organizzazione dei

22 servizi pubblici e privati, i servizi di mobilità, le opportunità di fruizione degli spazi e dei luoghi culturali, sportivi, ludici, etc., in modo da sostenere indirettamente l’accesso all’occupazione e ad accrescere la partecipazione sostenibile e l’avanzamento delle donne nel mercato del lavoro. In coerenza con quanto sopra esplicitato, si specifica che nell’Ambito di Martano sono attivi 4 Asili Nido nei Comuni di: Calimera, Caprarica di Lecce, Martano e Melendugno ed una sezione Primavera nel Comune di Vernole che raggiungono il valore target di Ambito del 35% di dotazione di asili nido. L’obiettivo dei servizi di Asilo Nido è quello di sostenere le famiglie nella crescita e formazione dei bambini d’età 3-36 mesi, obiettivo che l’Ambito si prefigge di raggiungere attraverso l’attivazione delle procedure amministrative per l’erogazione dei Buoni servizio di conciliazione per l’ infanzia e l’adolescenza. Pertanto in coerenza con gli interventi a diretta titolarità regionale, nell’ambito del Piano sociale di zona 2014-2016, si intendono perseguire i seguenti obiettivi: A. Consolidare e ampliare il sistema di offerta e domanda della rete servizi socio- educativi per l’infanzia Azioni da realizzare - Attuazione delle procedure amministrative per l’erogazione dei “Buoni servizio di conciliazione per l’accesso ai servizi per l’infanzia e l’adolescenza” per favorire l’accesso a tariffe agevolate alla rete di strutture e servizi così come previsti dall’Avviso Pubblico (AD. n.1425/2012); - Estensione e consolidamento dei regimi di convenzionamento con la rete di strutture e servizi iscritte al Catalogo telematico dell’offerta; - potenziamento della rete infrastrutturale dei servizi educativi per la prima infanzia e per i minori a con la finalità di riequilibrare territorialmente l’offerta dell’Ambito B. Promuovere la realizzazione di progetti integrati per favorire la conciliazione vita-lavoro Azioni da realizzare - Consolidamento e messa a regime dell’Ufficio Tempi e Spazi - Attivazione e sperimentazione del progetto “ Il distretto per la Famiglia”.

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Il sostegno della genitorialità e la tutela dei diritti dei minori La famiglia è un sistema in costante trasformazione, e ciò che più la caratterizza è il tema del cambiamento. Pensiamo a tutte le variabili che influenzano il percorso evolutivo di una famiglia, sia dall’interno che nel contesto esterno in cui si colloca – la relazione coniugale, la rete sociale, la situazione lavorativa ed economica – e agli eventi critici che caratterizzano il succedersi delle sue fasi di sviluppo, che ogni volta prospettano nuovi compiti e richiedono soluzioni alternative. Il sistema famiglia va inteso come risorsa da valorizzare attraverso interventi di promozione della qualità della vita, prevenzione e sostegno per la promozione del benessere delle persone e delle comunità. Pertanto, l’obiettivo che si persegue con il III Piano di Zona è quello di promuovere la famiglia come risorsa, assicurando il sostegno specialistico nei momenti di crisi, con specifico riferimento al sostegno per le responsabilità genitoriali, alla promozione di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, alla promozione e tutela dei diritti dei minori, al superamento di difficoltà di natura socio-economica. Accanto a tali azioni viene promossa e sostenuta la creazione di servizi a supporto della relazione genitori-figli e della tutela dei diritti dei minori. Le politiche per i minori sono, naturalmente, parte integrante delle politiche per la famiglia, in una logica di globalità sistemica. I profondi mutamenti che attraversano la famiglia introducono anche forti cambiamenti sull'universo dei minori: l'inadempienza o dispersione scolastica, l'aumento degli adolescenti che si avvicinano all'uso di alcolici e/o sostanze stupefacenti, il numero dei minori che entrano nel circuito penale, rappresentano gli indicatori di una crescente fragilità della fascia adolescenziale che, non sempre, trova la giusta protezione all'interno del proprio nucleo familiare. Il tavolo tematico della concertazione ha evidenziato la necessità di porre una sempre maggiore attenzione alle situazioni di disagio scolastico che, spesso, sono alla base di problematiche molto più complesse e che si manifestano, a volte, con comportamenti antisociali e/o di vero e proprio bullismo. Inoltre, il significativo numero di minori ancora presenti nelle strutture residenziali, rappresenta un elemento di forte criticità sul piano della tutela e del diritto del minore a crescere in famiglia. A partire dalla consapevolezza che l'età evolutiva è oggi portatrice di complessi bisogni sociali, che riguardano l'armonico sviluppo del minore, della sua famiglia e del contesto economico e socio-relazionale che lo circonda, gli obiettivi strategici qui individuati si concentrano sulla fascia dell’età evolutiva che parte dall’età scolare dell’obbligo, concentrandosi sulla fascia preadolescenziale e adolescenziale. 24

La finalità generale di tutti gli interventi di questa area resta quella di promuovere la famiglia come risorsa, assicurando il sostegno specialistico nei momenti di crisi, con riferimento al sostegno per le responsabilità genitoriali. Si ritiene opportuno e necessario, in linea con gli obiettivi regionali, il raggiungimento dei seguenti risultati: A. Implementare e/o consolidare i Centri di Ascolto per le Famiglie e/o i servizi di sostegno alla genitorialità dell’Ambito , con prestazioni qualificate e la possibilità di accedere a servizi di mediazione dei conflitti e spazio neutro, in stretta connessione con gli altri servizi territoriali, in particolare con quelli specifici offerti dalla rete consultoriale Azioni da realizzare: - Strutturazione del servizio con definizione di specifico modello organizzativo ed operativo che garantisca la massima capillarità territoriale e la prossimità alle famiglie del territorio al fine di offrire un punto di riferimento per il raggiungimento dei seguenti obiettivi: ascolto e sostegno dei genitori con figli minori con problematiche; ascolto e sostegno dei genitori con figli ricoverati in istituto; mediazione nei nuclei conflittuali; consulenza legale; creazione di uno spazio neutro all’interno del Centro; protocolli tra servizi (Consultori, Scuola, Terzo settore) per la creazione di una rete di interventi mirati per la Famiglia. B. Potenziare l’assistenza domiciliare educativa quale efficace forma di intervento a favore sia dei bisogni di crescita dei minori, sia per le opportunità che offre di intervenire sull’intero sistema familiare attraverso percorsi e processi condivisi, capaci di determinare cambiamento e crescita di tutti i membri del nucleo familiare. Azioni da realizzare: - consolidare il servizio ADE di Ambito territoriale; C. Qualificare i percorsi di affido familiare e sviluppare i percorsi di adozione nazionale ed internazionale, recependo pienamente gli indirizzi nazionali e regionali in materia, al fine di invertire la tendenza tra accoglienza familiare e accoglienza residenziale dei minori fuori famiglia, valorizzando il ruolo delle associazioni di famiglie affidatarie e del Terzo settore per promuovere una cultura diffusa dell’accoglienza. Azioni da realizzare: - implementazione operativa dell’équipe multidisciplinare integrata per l’affido e l’adozione e per la presa in carico dei minori, delle famiglie affidatarie, della famiglie di origine, delle famiglie adottive; - creazione e potenziamento di reti integrate tra istituzioni, servizi pubblici e privati, associazioni di famiglie affidatarie;

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- promozione e sperimentazione di differenti modalità e tipologie di affido (intrafamiliare, etero-familiare, part-time, affidamento a reti di famiglie, ecc) e di buone prassi per il rientro del minore nella famiglia di appartenenza o per la sua autonomia; - creazione dell’anagrafe di Ambito delle famiglie affidatarie; - formazione per i genitori affidatati e aspiranti; - ridurre il numero di minori inseriti in strutture residenziali. - concreta integrazione tra i soggetti istituzionali e non che esercitano un ruolo importante nel processo dell’adozione (Tribunali per i Minorenni, Servizi Sociali, Servizi Consultoriali, Enti Autorizzati, famiglie disponibili all’adozione, Istituzioni Scolastiche, organizzazioni del Terzo Settore), anche attraverso l’adesione operativa alle indicazioni fornite dalle Linee Guida Regionali. D. Consolidare e qualificare l’offerta delle strutture e dei servizi comunitari a ciclo diurno per minori per sostenere i bisogni di crescita e di socializzazione dei minori, il lavoro di cura delle famiglie, intercettare e prevenire il rischio di marginalità e devianza, contrastare i fenomeni di dispersione scolastica e tutte le forme di bullismo, attraverso l’integrazione con gli altri servizi socio educativi e con le istituzioni scolastiche, consentire efficaci e tempestive prese in carico da parte dei servizi territoriali preposti e l’attivazione di progetti individualizzati. Azioni da realizzare: - estensione e consolidamento dei regimi di convenzionamento con la rete di strutture ex artt. 52, 104, attraverso la procedura dei Buoni servizio di conciliazione; - sperimentazione di percorsi innovativi per la prevenzione e il contrasto di forme di bullismo nelle scuole e tra adolescenti, attraverso la formalizzazione di una rete istituzionale ed operativa tra amministrazioni locali, istituzioni scolastiche, soggetti gestori dei centri diurni e organizzazioni del Terzo settore; - predisposizione di strumenti per i progetti individualizzati e definizione dei percorsi di raccordo con le attività dei Centri Famiglie e dell’ADE, al fine di favorire la piena integrazione tra servizi e ottimizzare l’impiego delle risorse professionali anche trasversalmente ai diversi servizi e interventi. E. Qualificare la presa in carico dei minori sottoposti a provvedimenti dell’autorità giudiziaria e dei minori stranieri non accompagnati, attraverso la condivisione e l’integrazione operativa tra i servizi sociali e sanitari degli Ambiti Territoriali, la Magistratura minorile e le comunità residenziali ospitanti, al fine di monitorare la qualità dei percorsi educativi intrapresi e la durata delle accoglienze residenziali rispetto a forme alternative di presa in carico. 26

Azioni da realizzare: - predisposizione di progetti individualizzati tra i servizi sociali comunali i servizi sanitari e la Magistratura minorile, capaci di rispondere sia ai bisogni dei minori interessati sia a quelli della famiglia d’origine, anche al fine di ridurre la durata dell’accoglienza rispetto a forme alternative di presa in carico

La cultura dell’accoglienza e il contrasto delle marginalità sociali Nel processo di riforma del welfare, fondamentale è l’avvicinamento del cittadino alla Pubblica Amministrazione al fine di garantire l’accesso alle informazioni e ai servizi per la comunità. La centralità del welfare d’accesso, rappresenta il fulcro del nuovo sistema di servizi del territorio inteso come welfare community, nel senso che l’accesso ai servizi ed alle prestazioni così come il diritto alle informazioni, sono aspetti legati alla capacità di coesione che una comunità riesce a sviluppare per i suoi componenti. Il sistema di accesso deve assolvere ad una funzione di tipo promozionale, in quanto, con l’emergere di nuove situazioni di fragilità ed esclusione e con la crescita della complessità dei bisogni, l’efficacia di un sistema di welfare, si misura con la capacità di “cercare” il disagio e il bisogno laddove esso rimane inespresso, attivando una presa in carico personalizzata e mirata. Pertanto, un sistema di accesso efficace dovrebbe caratterizzarsi per le seguenti funzioni: - Rispondere alla domanda del cittadino con un’informazione aggiornata, rapida, esatta, completa e chiara; - Segnalare e trasmettere al servizio competente la richiesta assumendo un ruolo attivo nel contatto tra cittadino e servizio richiesto; - Verificare la validità e congruità delle risorse al bisogno manifestato; le funzioni sopra elencate, sono tipiche del sistema di accesso che è il segretariato sociale strettamente connesse con un’altra funzione fondamentale ossia quella della presa in carico dei cittadini/utenti, tipica del servizio sociale professionale che avvia un percorso di cura ed assistenza personalizzato, prevedendo inoltre, l’attivazione di protocolli da adottare nei casi di urgenza, con il servizio di pronto intervento sociale. Riprendendo le linee già tracciate dai precedenti piani delle politiche sociali, si ravvisa la necessità di strutturare un sistema di accesso ai servizi e alle prestazioni universalistico ed efficace, capace di raggiungere l’intera collettività, sia relativamente alla funzione di accesso ed inclusione che a quella di promozione della partecipazione attiva e consapevole del cittadino/utente alla costruzione del proprio sistema di welfare. 27

Ciò detto strutturare un welfare di accesso efficace significa perseguire i seguenti obiettivi: A. Strutturare e potenziare un sistema di accesso a livello di Ambito territoriale capace di garantire le funzioni di prima informazione ed accoglienza, orientamento della domanda e presa in carico; Azioni da realizzare - Consolidare il sistema di accesso garantendo una adeguata presenza della figura dell’Assistente sociale in rapporto alla dimensione demografica dell’Ambito, garantendo la proporzione di un’Assistente Sociale ogni 5000 abitanti; - Consolidare e ristrutturare logisticamente i punti di accesso al sistema che rispondano al criterio della maggiore prossimità possibili al cittadino (anche in collaborazione con altri soggetti pubblici e privati); B. Promuovere la creazione ed il consolidamento di servizi per l’accesso dedicati a specifiche categorie di utenza anche con riferimento al tema dell’accesso integrato alle prestazioni sociosanitarie. Azioni da realizzare - Consolidamento dello sportello per l’integrazione socio sanitaria degli immigrati; - Dotazione di un sistema informativo unico su base d’Ambito per la raccolta, trasmissione, elaborazione dati e gestione condivisa delle cartelle sociali e socio- sanitarie degli utenti; - Costruzione di un piano di comunicazione per la massima diffusione delle informazioni di base per l’accesso alla rete dei servizi sociali e socio-sanitari - Attivazione della PUA

I servizi e gli interventi per le povertà estreme e per il contrasto delle nuove povertà

Oggi il concetto di “povertà” lascia il passo al concetto di “esclusione sociale”, che presenta il grande vantaggio di coinvolgere immediatamente ed in prima persona sia le istituzioni che la società civile nella genesi e nelle strategie di contrasto della povertà. Il termine esclusione sociale si riferisce infatti all’impossibilità, l’incapacità o la discriminazione nella partecipazione ad importanti attività sociali e personali per cui l’individuo perde la percezione di appartenenza ad una data comunità. Gli esclusi sono dunque coloro che non hanno possibilità di accedere alla vita sociale in termini di occupazione, istruzione e formazione, possibilità di formare una famiglia, ecc...

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Di contro il concetto di coesione sociale rimanda alla ricostruzione dei legami sociali stabiliti attraverso le istituzioni economiche, culturali, politiche e civili. Essa si basa su pilastri quali l’accesso alle risorse, la possibilità e la capacità di rivolgersi alle istituzioni, le reti informali; l’erosione di una o più di queste dimensioni, dovuta alla mancanza di mezzi materiali o immateriali delle famiglie o degli individui, l’esistenza di barriere sociali, legali o amministrative che ostacolano l’accesso di alcuni gruppi all’occupazione, ai benefici del welfare, alle istituzioni di cura e assistenza, e le caratteristiche cognitive, emotive o personali che ostacolano le persone dallo stabilire o mantenere i legami sociali sono tutti fattori associati alla deprivazione e all’esclusione sociale. Il concetto di esclusione sociale, prevalentemente legato alla qualità relazionale dei nuovi bisogni sociali, si rivela dunque molto più dinamico rispetto a quello di povertà e chiama in causa pesantemente la responsabilità delle istituzioni e della società civile. Se c’è infatti “esclusione sociale” vuol dire che esiste un “soggetto” che esclude e questa semplice evidenza cambia il volto del “welfare”, che non può più essere unicamente concentrato nelle istituzioni, con un carattere “riparatorio” o di “tamponamento”, ma che deve, invece, coinvolgere in prima persona la società civile, non solo in quanto “principale”, responsabile dell’esclusione sociale, ma soprattutto perché unico soggetto in grado di favorire e rendere possibile l’inclusione e la reintegrazione sociale delle persone afflitte da situazioni di disagio e povertà. Pertanto, nella strategia di contrasto alla povertà, da una fase che si può definire acuta, in cui si attivano forme di sostegno economico diretto ed immediato, si passa a prevedere interventi volti all’integrazione sociale da definire attraverso un percorso di reinserimento, che partendo dall’ambito occupazionale organizzi poi, interventi volti a favorire la graduale integrazione nel proprio tessuto comunitario, consolidando la rete dei servizi e strutture integrate per la pronta accoglienza, rete caratterizzata da una forte collaborazione tra istituzioni locali, organizzazioni di volontariato e terzo settore. Occorre quindi, all’interno del sistema locale di welfare potenziare forme di sostegno al lavoro “protetto” mediante forme di tutoraggio attivo, tirocini formativi, borse lavoro, che spingano verso l’attivazione di una rete sia con il tessuto produttivo locale, sia con i soggetti istituzionalmente preposti alla presa in carico delle persone inserite nei percorsi terapeutico-riabilitativi. Analizzando il fenomeno della povertà, si ritiene opportuno implementare una strategia integrata e complementare di interventi che mirino :

A. Potenziare reti integrate di servizi e strutture per l’accoglienza nelle situazioni connesse alle emergenze sociali (pronto intervento sociale, servizi per le povertà 29

estreme) Azioni da realizzare - Consolidamento di una rete di pronto intervento sociale che possa offrire immediato e diretto sostegno ai soggetti che versano in condizioni di disagio sociale anche attraverso il rafforzamento di servizi integrati per favorire la pronta accoglienza in situazioni di emergenza; - Convenzionamento con strutture per l’accoglienza in situazioni di emergenza; B. Costruire percorsi personalizzati di integrazione sociale e reinserimento socio- lavorativo di soggetti svantaggiati Azioni da realizzare - Mantenimento degli interventi di inclusione attiva rivolti alle fasce maggiormente vulnerabili e a rischio di discriminazione; - Promozione di interventi integrati in rete con servizi per l’impiego, la formazione professionale, stakeholders territoriali.

La rete dei servizi per la presa in carico integrata delle non autosufficienze.

Nell’Ambito Territoriale Sociale di Martano si è assistito negli ultimi anni ad un invecchiamento progressivo della popolazione, rispecchiando peraltro l’andamento demografico globale italiano. Il bacino di utenza della popolazione anziana dell’Ambito di Martano, che a fronte di una popolazione complessiva al 31/12/2012 di 48999 abitanti , conta 11019 residenti di età superiore ai 65 anni, pari al 22,48% della popolazione totale. Il carico di cura della popolazione anziana e disabile grava in primis sulla famiglia che si occupa del proprio familiare non autosufficiente con sforzo e con difficoltà nell’affrontare, sia direttamente che con il supporto di operatori esterni, i carichi di cura e di gestione dell’intero entourage socio sanitario, ancora frammentario e privo di risposte adeguate ed esaustive, soprattutto ancora lontano da una integrazione unitaria che si auspica avvenga quanto prima. Le linee di indirizzo regionali propendono a delineare tra i principi che ispirano i nuovi Piani di Zona la centralità della persona, di cui riconoscere l’unitarietà di una sua presa in carico organica. L’obiettivo prioritario è quello di potenziare la capacità di presa in carico territoriale, alternativa alla istituzionalizzazione. anche in funzione del raggiungimento dei target imposti dalla Regione Puglia. Il Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015, approvato dalla Giunta Regionale con delibera n. 1534 del 2 agosto 2013, prevede, inoltre, che la strategia finalizzata a

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promuovere e garantire l’integrazione tra assistenza sanitaria e assistenza sociale trova il suo presupposto nei seguenti obiettivi:

promuovere e potenziare la presa in carico integrata nell’accesso ai “livelli essenziali di prestazioni; consolidare e ampliare il sistema di offerta domiciliare nei percorsi di cura e di intervento socio-assistenziale e socio-sanitario; consolidare e ampliare il sistema di offerta e domanda della rete dei servizi socio- assistenziali e socio-sanitari comunitari, residenziali e a ciclo diurno; consolidare e ampliare la presa in carico integrata nell’accesso ai livelli essenziali di prestazioni sociosanitarie in regime domiciliare, comunitario e residenziale delle persone con disabilità psichica e psichiatrici stabilizzati; consolidare e ampliare la presa in carico integrata nell’accesso alle prestazioni sociosanitarie delle persone affette da dipendenze patologiche e le azioni di prevenzioni rispetto a tutte le dipendenze patologiche;

Con il Piano Regionale delle Politiche Sociali, la Regione Puglia fornisce ulteriori indicazioni relative all’integrazione sociosanitaria, richiamando la necessità di aggiungere valore al sistema di offerta e domanda dei servizi domiciliari, comunitari, residenziali e a ciclo diurno.

Attraverso un’ottica di integrazione consente di migliorarne l’efficacia, di svilupparne la continuità ponendo al centro del sistema sanitario la qualità della vita del cittadino, in una visione multidimensionale del concetto di salute che va oltre il benessere fisico, psichico e sociale e che è intesa come potenzialità e capacità di progettare la propria vita sia durante le fasi libere da patologie, cronicità e perdite funzionali, che durante i periodi di perdita del benessere.

Sulla base di tali presupposti nell’ambito del piano sociale di zona di Martano in riferimento alla suddetta area si intende raggiungere i seguenti obiettivi:

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A. Promuovere e potenziare la presa in carico integrata nell’accesso ai “livelli essenziali di prestazioni”

Azioni da realizzare

Start up operativo della PUA con la quale si assicura a tutti i cittadini l’accoglienza della domanda e l’orientamento nel sistema della rete locale dei servizi, in data 25/09/2013 questo Ambito ha sottoscritto protocollo d’intesa con il Distretto socio sanitario di Martano per l’organizzazione e il funzionamento della Porta Unica di accesso. Consolidamento e potenziamento dell’Unità di Valutazione Multidimensionale Ambito Territoriale Sociale di Martano sotto il profilo di una migliore integrazione tra i servizi sanitari e quelli socio-assistenziali; Adozione regolamento di funzionamento e organizzazione ai sensi della DGR 691/2011 da Ambito e Distretto Dotazione di un sistema informativo unico su base d’Ambito per la raccolta, trasmissione, elaborazione dati e gestione condivisa delle cartelle socio-sanitarie degli utenti

Concreta integrazione con la rete territoriale dei servizi di accoglienza (sportello sociale, segretariato sociale, ecc.) e con i punti di accesso alla rete dei servizi socio- sanitari distrettuali, attualmente esistenti: Medici di Medicina Generale (MMG) ovvero Pediatri di libera scelta (PLS),

B. Consolidare e ampliare il sistema di offerta domiciliare nei percorsi di cura e di intervento socio-assistenziale e socio-sanitario

Azioni da realizzare

Incremento degli utenti anziani over 65 in carico ADI mediante l’estensione della platea attuale attraverso l’elaborazione e l’attuazione dei Piani di intervento in coerenza con le linee guida del Piano di azione e Coesione su base d’ambito e mediante l’utilizzo dei buoni servizio di conciliazione per disabili e anziani non autosufficienti ed ancora ad oggi non risultano nell’Ambito di Martano strutture autorizzate al funzionamento, anche se è stata attivata dalla Regione Puglia la misura Buoni di servizio per la conciliazione vita-lavoro sono buoni economici spendibili dalle famiglie nei servizi e nelle strutture dedicate alle persone con 32

diverse abilità e persone ultra 65enni in condizioni di non autosufficienza, a scopi socio-assistenziali, socio-riabilitativi e socio -educativi presso strutture che sono autorizzate al funzionamento in via definitiva, e che possono essere scelte in un apposito Catalogo regionale on-line, al fine di concorrere al pagamento delle rette.

Incremento di un numero di ore medie settimanali pro-utente di prestazioni ADI socio sanitarie;

Consolidamento e potenziamento del numero di utenti anziani e disabili autosufficienti in carico per prestazioni domiciliari di natura sociale (SAD), ponendosi come obiettivo, entro il 2016 di raggiungere il tetto di n. 162 anziani, ultrasessantacinquenni residenti nei dieci Comuni dell’Ambito, con il fine di alleviare il carico di cura ai familiari degli utenti anziani e disabili.

Istruttoria e attuazione dei Progetti di Vita Indipendente (Pro.V.I.) presentati dagli utenti.

Finanziamento degli interventi per l’abbattimento delle barriere architettoniche per favorire alle persone con disabilità motorie l’accesso alle loro abitazioni private.

C. Consolidare e ampliare il sistema di offerta e domanda della rete di servizi socio-assistenziali e socio-sanitari comunitari, residenziali e a ciclo diurno

Azioni da realizzare

Potenziamento della rete dei centri diurni socio-educativi e riabilitativi in quanto non esistono centri pubblici nell’Ambito Territoriale Sociale di Martano, ma nei Comuni di Calimera e Castrì di Lecce persistono due Centri privati gestiti da Associazioni di volontariato.

Ultimazione della Struttura “Dopo di noi” sita nel >Comune di Martano.

Si prevede di dare avvio nel corso dell’anno 2014 alla ristrutturazione del Centro diurno delle persone affette da Alzheimer art. 60ter nel Comune di Vernole.

Consolidamento dei servizi per l’integrazione scolastica ed extrascolastica minori con disabilità.

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Trasporto sociale per disabili e anziani mediante procedure di convenzionamento e affidamento a terzi del servizio per il trasporto disabili verso il centro diurno riabilitativo di Zollino.

D. Consolidare e ampliare la presa in carico integrata nell’accesso ai livelli essenziali di prestazioni sociosanitarie in regime domiciliare, comunitario e residenziale delle persone con disabilità psichica e psichiatrici stabilizzati

Azioni da realizzare

Si intende realizzare una vita quotidiana alle persone con disabilità psichica e psichiatrici stabilizzati intervenendo come Ambito alla compartecipazione della spesa delle rette per l’inserimento in strutture a ciclo diurno per persone con disagio psichico.

Rimborsare in parte la spesa sostenuta dai Comuni per le residenze delle persone con disagio psichico.

Si intende assicurare alle persone con disabilità psichica un complesso di interventi, di tipo domiciliare, (ADI e SAD) volti a garantire il mantenimento della persona nel proprio ambiente di vita. Ciò al fine di ridurre i ricoveri nelle strutture residenziali, di garantire altresì, adeguate forme di assistenza socio – assistenziale e socio – sanitarie di qualità che forniscano il supporto necessario e permetta loro di partecipare alla vita quotidiana della comunità cui appartengono e di vivere una “Vita Indipendente” come chiunque altro.

Per quanto riguarda il disagio mentale che si sta manifestando in modo dirompente , è necessario un approccio mirato per farsi carico in modo adeguato di queste situazioni anche se affrontate solo in un ottica contenitiva, possono determinare conseguenze negative permanenti per il benessere e l’integrazione sociale della persona, in considerazione dei numeri che il CSM di Calimera ha fornito all’Ambito territoriale di utenze che frequentano nel corso dell’anno il suddetto Centro.

Il recente Piano di Azione Nazionale per la salute mentale a questo proposito cita come “molte patologie psichiatriche e neuropsicologiche hanno il loro esordio in età evolutiva, e

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se non adeguatamente e tempestivamente trattate, possono determinare conseguenze assai significative in età adulta sia per quanto riguardo la salute mentale che le condizioni di invalidità e non autosufficienza>”. In questo senso la progettualità della nuova triennalità è quella di realizzare un percorso non solo contenitivo e di accudimento ma soprattutto terapeutico - riabilitativo assicurando la compartecipazione alla spesa delle rette per l’inserimento in strutture a ciclo diurno e assicurando ai Comuni afferenti l’Ambito il rimborso parziale della spesa sostenuta.

Questo aspetto nasce dalla considerazione che sul nostro territorio risulta carente la rete delle cure domiciliari e i percorsi di reinserimento sociale e lavorativo, nonché l’assenza di strutture a limitata intensità assistenziale capaci di accompagnare il percorso di recupero e il mantenimento dell’autonomia dei pazienti.

Gli obiettivi specifici dei servizi relativi all’area della disabilità psichica sono: 1. il rafforzamento delle abilità residue e dell’autonomia del disabile psichico, con un conseguente incremento del processo di integrazione comunitario, tramite l’attivazione dell’ Assistenza Educativa Domiciliare (A.D.E.), garantendo una costante attività di monitoraggio, in merito ai risultati conseguiti, da parte dei Servizi preposti territorialmente (C.S.M.); 2. porre le basi per una maggiore fruizione del disabile psichico o psichiatrico presso Centri Diurni Socio/Educativi e Riabilitativi; 3. il rafforzamento di interventi finalizzati all’inserimento occupazionale, tramite l’attuazione di Tirocini Formativi.

E. Consolidare la presa in carico integrata nell’accesso alle prestazioni sociosanitarie delle persone affette da dipendenze patologiche e le azioni di prevenzione rispetto a tutte le dipendenze patologiche (droghe, alcool, ludopatie, …)

Azioni da realizzare

Attivazione percorsi di inclusione socio lavorativa

Incremento della presa in carico integrata nell’ambito di programmi terapeutici- riabilitativi di natura socio-assistenziale e socio-sanitaria per le persone affette da dipendenze patologiche

Attività di prevenzione e sensibilizzazione sulle dipendenze patologiche

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Il contrasto del maltrattamento e della violenza In linea con gli obiettivi regionali nell’area della prevenzione e del contrasto del maltrattamento e della violenza, si ritiene necessario promuovere e sostenere attività di prevenzione, di tutela e di solidarietà alle vittime della violenza, nonché percorsi di elaborazione culturale, informazione e sensibilizzazione sul fenomeno della violenza contro le donne e i minori. In questo contesto, l’obiettivo è quello di garantire l’implementazione e la qualificazione della rete minima dei servizi, con azioni di prevenzione, contrasto, monitoraggio del fenomeno, attraverso l’integrazione dei servizi territoriali pubblici e privati. Pertanto, si intende promuovere lo sviluppo e il consolidamento del sistema di prevenzione, presa in carico e trattamento delle situazioni di maltrattamento e/o violenza attraverso i seguenti obiettivi tematici: A. sostenere la rete di strutture e servizi per la prevenzione ed il contrasto della violenza su donne e minori, dello sfruttamento e della tratta di esseri umani (rete dei centri anti-violenza, delle strutture di accoglienza d’emergenza e delle case rifugio); B. Sviluppare la piena integrazione operativa e gestionale delle équipe multidisciplinari integrate per la valutazione-validazione, per la presa in carico e per il trattamento delle situazioni di maltrattamento/violenza, sospette o conclamate e per l’elaborazione di un progetto di aiuto e di sostegno alle vittime di violenza;

La prevenzione delle dipendenze patologiche Il consumo di droghe è fortemente cresciuto negli ultimi anni con evidente abbassamento dell’età media della popolazione giovanile con problemi correlati all’uso di sostanze psicotrope. Dai dati provenienti dal Servizio Recupero Tossicodipendenze e dalla conoscenza data del fenomeno Dipendenze Patologiche nell’Ambito-Zona di Martano emerge un dato allarmante rappresentato dal forte abuso di sostanze che originano dipendenza: Alcool, Droga, nonché dall’abbassamento della soglia di età tra primo uso e primo trattamento. Intervenire prima che i rischi si traducano in problemi può essere difficile. Uno degli obiettivi dell’Ambito è quello di aiutare la popolazione a comprendere le cause che determinano l’abuso di droga e a prevenirne l’insorgere. Le azioni e le strategie preventive rappresentano, in tal senso, un valido strumento. Infatti, il complesso concetto di prevenzione racchiude in sé una vera e propria filosofia di vita. 36

Fare prevenzione significa, infatti, cercare di promuovere cambiamenti individuali, sociali e situazionali che evitino l’insorgere di atteggiamenti distruttivi/autodistruttivi e che tendano a difendere e a promuovere il benessere psicofisico e sociale dei soggetti appartenenti ad una comunità. Pertanto, l’obiettivo è la riduzione dell’utilizzo di sostanze stupefacenti e nuove droghe attraverso un lavoro integrato di rete ed il coinvolgimento della famiglia. La prevenzione sarà orientata verso il coinvolgimento dei destinatari con strumenti e metodologia al passo con i tempi, con queste finalità: - sensibilizzare i giovani sui problemi della tossicodipendenza; - accrescere la consapevolezza del problema e facilitare la comunicazione tra gli operatori e i cittadini; - alimentare un atteggiamento di fiducia generale circa l’esito degli interventi preventivi e terapeutici; - promuovere il dialogo interpersonale e aiutare la capacità critica individuale; - accrescere l’autostima e la propensione alla positività degli adolescenti e dei giovani ; - contribuire all’individuazione di problematiche giovanili in relazione ai rapporti interpersonali, allo studio, all’inserimento nel mondo del lavoro. - attivazione di tirocini formativi per soggetti che manifestano particolari attitudini ad acquisire nuovi saperi per concretizzare l’inserimento lavorativo.

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2.2 Quadro sinottico: obiettivi di servizio per un welfare sostenibile

Fin alit Obie à ttivi valori target al 2016 Obiettivo operativo Obiettivi di servizio gen tem OB. di SERVIZIO eral atici e 4 comuni con asilo nido su 10

40% dei Comuni Consolidamento/amplia n. 118 posti nido/100 dell’Ambito dotati di mento della rete dei bambini 0-36 mesi servizi nido servizi socio-educativi n. ______buoni servizio

per l’infanzia di conciliazione /Ambito 9,48 posti nido ogni attivati 1 100 bambini 0-36 mesi sistema di offerta diofferta sistema della domanda e servizi rete dei n. 1 Piano di Intervento PAC/Ambito

Progetti integrati per la

la prima infanzia e la la e infanzia la prima n. 1 Uffici Tempi e Spazi conciliazione dei tempi dei conciliazione conciliazione vita-lavoro n. 1 Ufficio Ambito per Ambito integrat iper favorire Sostenere la rete dei servizi per servizi per dei rete la Sostenere Sostegno ai soggetti che versano in condizioni di vulnerabilità attraverso servizi di pronto n. 1 PIS di Ambito intervento sociale in rete territoriale (h. 24); N. PIS Ambito T. 2 con servizi di prossimità n. 1 regolamento

(mensa, banco operativo del PIS

alimentare e dei farmaci, prima accoglienza e igiene personale)

inclusione attiva inclusione N. 10 posti (diretti o potenziamento strutture convenzionati) in Centri n. 1 posto per l’accoglienza in di prima accoglienza, ogni 5.000 ab. Potenziare servizi e strutture strutture e servizi Potenziare nelle l’accoglienza per integrate emergenze alle connesse situazioni abitative e sociali situazioni di emergenza centri di accoglienza

Contrastare la povertà con percorsi di di con percorsi povertà la Contrastare notturna, A.

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N. 4 inserimenti in strutture residenziali per persone adulte e straniere in difficoltà e a rischio di esclusione consolidamento di forme sociale (alloggio sociale di accoglienza di breve e adulti in difficoltà, media durata per gruppi appartamento persone a rischio di per gestanti e madri con esclusione sociale e di figli a carico, centri di misure per il sostegno in accoglienza per persone direzione dell’abitare sottoposte a autonomo provvedimenti privativi o limitativi libertà personali, albergo per lavoratori stranieri immigrati) N. percorsi di integrazione e reinserimento nel mondo del lavoro per Inclusione attiva rivolti N. 1 1 persone svantaggiate, iati alle fasce maggiormente percorsi/progetti di individui sottoposti a vulnerabili e a rischio di inclusione misure restrittive della discriminazione; libertà personale, senza fissa dimora, persone con disabilità psichica in carico ai CSM, n. percorsi integrati di forme di sostegno ed accompagnamento personalizzate nella fase di accesso e/o reinserimento nel Realizzazione di mercato del lavoro (es. interventi integrati per tutoraggio, N. 9 percorsi di persone con dipendenze orientamento, bilancio integrazione e patologiche in carico ai delle competenze e reinserimento abitanti Ser.T sostegno all’autoimpiego), attuate anche attraverso l’attivazione di forme di collaborazione con i Costruire percorsi personalizzati di integrazione e diintegrazione personalizzati percorsi Costruire reinserimento socio-lavorativo di soggetti svantagg soggetti di socio-lavorativo reinserimento

servizi per l’impiego e la

B. formazione professionale

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Consolidare e potenziare

il sistema di accesso (assicurando i diversi servizi e le funzioni

prima richiamate)

della della N. 10 Assistenti sociali e le funzioni lefunzioni e garantendo una n. 1 Assistente sociale su una popolazione di adeguata presenza della ogni 5.000 abitanti 48.999 figura dell’Assistente

sociale in rapporto alla dimensione demografica dell’Ambito territoriale e situazioni di urgenza). di situazioni e di riferimento. Prevedere la creazione di punti di accesso al sistema che rispondano al criterio della maggiore n. 1 punto di accesso prossimità possibili al n. 10 punti di accesso per ciascuno Comune 3 cittadino (anche in collaborazione con altri soggetti pubblici e privati) Implementare le forme Presenza di un di collaborazione e coordinatore di Ambito coordinamento del 1 coordinatore

Promuovere la cultura dell’accoglienza dell’accoglienza cultura la Promuovere sistema di accesso a Organizzazione di livello di Ambito incontri di

Potenziare un sistema di accesso capace digarantir capace diaccesso sistema un Potenziare orientamento accoglienza, ed informazione diprima l per carico(anche in presa e domanda territoriale. coordinamento mensili Consolidare e potenziare la presenza degli Sportelli per l’integrazione socio- n. 1 Sportello di Ambito n. 1 sportello per sanitaria-culturale degli Ambito territoriale immigrati.

servizi per per servizi di l’accesso specifiche di categorie

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Fin alit Obie à ttivi valori target al 2016 Risultati attesi Obiettivo di servizio gen tem OB. di SERVIZIO eral atici e Potenziamento e/o consolidamento operativo dei Centri di n. 1 servizio/Ambito n. 1 centro famiglie per 4 Ascolto per le Famiglie ambito Sviluppo e qualificazione

Implementar di iservizi e alla sostegno genitorialità delle reti tra servizi n. 29 nuclei presi in Consolidamento/potenzi carico con equipe are are amento rete servizi di ADE/su 19.398 nuclei n. 25 nuclei educativa domiciliare familiari residenti

Potenzi l’assistenza domiciliare educativa Incremento dei percorsi di affido familiare e riduzione del numero di n. 20 percorsi affido minori inseriti in n. 20 percorsi affido e n. 1 Regolamento strutture residenziali 17 minori ricoverati Affido/Ambito Recepimento degli n.1 protocolli operativi n. 1 Anagrafe indirizzi nazionali e n. 1 equipe/ambito famiglie/ambito regionali n. 1 equipe/ambito

Sostenere la genitorialità genitorialità la Sostenere Qualificazione della

presa in carico e sviluppo delle reti di

Potenziare e qualificare i qualificare e Potenziare familiare diaffido percorsi sostegno Consolidamento operativo delle equipe integrate Recepimento degli n. 1 equipe/ambito n. 1 equipe/ambito indirizzi nazionali e n. protocolli operativi n. 1 protocolli operativi regionali Qualificazione della

Qualificare i Qualificare di percorsi e naz. adozione internaz. presa in carico

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n. ----- 30 (art.52) oppure 50 (art.104) posti -utenti ogni 20.000 ab.

Consolidamento della n. 67 “Buoni servizio di Procedure rete centri diurni e conciliazione per rendicontative (ambito- polivalenti per minori infanzia e adolescenza” Regione) da disciplinare, ex artt. 52-104 erogati attestanti un avanzamento finanziario pari a 100% del contributo finanziario concesso

Qualificare l’offerta delle l’offerta Qualificare minoriper servizi deie strutture

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Fin alit Obiet à tivi valori target al 2016 Risultati attesi Indicatore di risultato gen tema OB. di SERVIZIO eral tici e Consolidamento operativo ed estensione N.1 PUA operative per n. 1 PUA per 5 del livello di copertura Ambito/Distretto Ambito/Distretto territoriale delle Porte uniche di accesso

Sviluppo e consolidamento delle N. 1 UVM operative per n. 1 UVM per Unità di Valutazione Ambito/distretto Ambito/Distretto Potenziare la presa presa la Potenziare L.E.P. dei incarico

Multidimensionali A. Incremento della presa in carico nell’ambito N. 45 utenti in carico dei percorsi domiciliari ADI su 10.799 anziani liare liare di natura socio- ultrasessantacinquenni, n. 100 utenti sanitaria per la non pari allo 0,42% degli autosufficienza e la anziani anziani over 65 disabilità

re la presa in carico integrata delle non non delle integrata in carico la presa re potenziamento dei servizi di cura per gli N. 92 utenti in carico anziani e disabili SAD, pari allo 0,85 degli n. 99 utenti autosufficienti anziani anziani over 65

Non sono stati erogati autosufficienze autosufficienze “Buoni servizio di conciliazione per disabili e anziani non

Implementazione di autosufficienti” in percorsi sperimentali e quanto nessuna innovativi nell’ambito struttura è iscritta al della fruizione di catalogo servizi domiciliari Avanzamento della Stato di attuazione della spesa fino a copertura procedura del 100% del contributo Consolidare e ampliare il sistema di offerta domici offerta di il sistema ampliare e Consolidare amministrativa PRO.V.I. finanziario concesso B. Potenziamento e consolidamento della n. 20 posti utente su

Promuovere l’integrazione sociosanitaria e assicura e sociosanitaria l’integrazione Promuovere rete centri diurni una popolazione di 20 posti/utente socioeducativi e 48.999 e domanda rete della diservizi riabilitativi art. 60

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Promozione della rete di strutture residenziali per n. posti/utente su 10 posti/utente ogni persone senza il numero abitanti (Istat 50.000 abitanti supporto familiare 2011) d’ambito ‘Dopo di noi’ (artt. 55 e 57 r.r. 4/2007) Incremento della presa n. posti/utente su in carico a ciclo diurno 10 posti/utente ogni numero abitanti (Istat delle persone affette da 50.000 abitanti 2011) d’ambito Alzheimer art. 60ter Consolidamento e Servizio attivo su base potenziamento dei d’ambito con: servizi per E’ stata assicurata la • presenza delle équipe l’integrazione copertura della integrate previste scolastica ed domanda. della dall’art. 92 del r.r. extrascolastica minori domanda 4/2007 con disabilità (équipe • copertura della specialistiche) domanda

Potenziamento e consolidamento rete n. posti/utente su 50 posti/utente ogni centri aperti polivalenti numero abitanti (Istat 50.000 abitanti per disabili (art. 105) e 2011) d’ambito anziani (art. 106) Il servizio è assicurato presso i centri Sviluppo e riabilitativi del distretto. consolidamento del La spesa è a carico Servizio attivo su base servizio di trasporto dell’Ambito nella misura d’ambito sociale per persone del 60% e la restante disabili parte è a carico del distretto. Incremento presa in carico integrata nell’ambito dei percorsi domiciliari di naturaici socio- N. 10 utenti in carico n. 10 utenti in carico assistenziali e socio- SAD/ADI SAD/ADI sanitari per le persone con disagio psichico ampliare la presa presa la ampliare integrata incarico con persone delle psichica disabilità e/opsichiatr e utenti psichiatrici stabilizzati

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Incremento della presa in carico integrata nell’ambito dei percorsi di cura a regime diurno di natura socio- n. posti/utente su assistenziale e 5 posti/utente ogni numero abitanti (Istat sociosanitario nei 50.000 abitanti 2011) d’ambito centri diurni socio educativi e riabilitativi art.60 delle persone con disabilità psichica e/o utenti psichiatrici stabilizzati Consolidamento e/o incremento degli accessi nelle strutture residenziali Case per la vita (art.70) e/o Case famiglie con servizi formativi per n. 5 posti/utente ogni n. 4 posti/utente l’autonomia (art. 60 50.000 abitanti bis) e incremento accesso e presa in carico integrata delle persone con disabilità psichica e/o utenti psichiatrici stabilizzati

Incremento della presa in carico integrata nell’ambito di programmi terapeutici- n. 9 utenti in carico

riabilitativi di natura N. 3 utenti programmi terapeutici- socio-assistenziale e riabilitativi t. socio-sanitaria per le

persone affette da dipendenze patologiche carico integrata nell’accesso alle alle nell’accesso integrata carico delle sanitarie socio prestazioni dipendenze da affette persone patologiche

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Fin alit Obie à ttivi valori target al 2016 Risultati attesi Indicatore di risultato gen tem OB. di SERVIZIO eral atici e Potenziamento e Convenzioni con CAV consolidamento operativo della rete delle n. protocolli di strutture e dei servizi di inserimento in Casa ri ri prevenzione e contrasto Rifugio pagamento rette per della violenza inserimento residenziale presso struttura n. protocolli per Pronto autorizzata di n. 4 Intervento Sociale utenti

n. Protocolli di rete n. percorsi di Sviluppo e qualificazione formazione/aggiorname 6

servizi per la prevenzione ed il il ed prevenzione la per servizi suedonne violenza della contrasto della e dellosfruttamento minori, delle reti tra servizi nto

Attivazione/consolidame nto in ogni ambito territoriale, di un’equipe n. 1 equipe/ambito integrate multi n. 1 protocollo operativo professionali fra servizi

sociali, sanitari di base e specialistici, servizi

Prevenire e contrastare la violenza su donne e mino e donne su violenza la contrastare e Prevenire giudiziari Sviluppare la piena integrazione integrazione piena la Sviluppare delle gestionale e operativa multidisciplinari equipe integrate

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Fin alit Obiett à ivi valori target al 2016 Risultati attesi Indicatore di risultato gen temat OB. di SERVIZIO eral ici e Funzionamento dell’UdP 5 gg/settimana n. 5 gg./settimana

Ufficio di Piano

Sociale di zona a n. 4 risorse umane regime, con il n. 3 risorse umane assegnate all’UdP Responsabile e la assegnate full time

dotazione organica n. 1 riunioni periodiche dedicata* di pian oe dipian di assegnazione organica dotazione Attivazione dell’Ufficio dell’Ufficio Attivazione con i servizi sociali n. 2 riunioni mensili tra professionali dei Comuni Udp e servizi sociali A. dell’Ambito territoriale professionali n. 21 Patti di partecipazione con le 7 n. 21 Patti di organizzazioni del terzo partecipazione settore formalmente costituite Pratiche consolidate n. 4 riunioni n. 4 riunioni periodiche di partecipazione della (trimestrali) per anno del tavolo di cittadinanza sociale e del tavolo di monitoraggio e di concertazione con monitoraggio e valutazione le OO.SS. più valutazione rappresentative n. 4 riunioni n. 4 riunioni periodiche Governance e funzionamento dell’ufficio di piano di piano dell’ufficio funzionamento e Governance (trimestrali) per anno del tavolo di del tavolo di concertazione con le OO.SS. e OO.SS. le con concertazione della partecipazione di processi attiva cittadinanza Promuovere un lugo stabile di di stabile un lugo Promuovere concertazione con le concertazione con le OO.SS. più B. OO.SS. più rappresentative rappresentative

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2.3 Il raccordo tra la programmazione ordinaria e le risorse aggiuntive

Le risorse ordinarie su cui si può contare per la programmazione della prima annualità del Piano Sociale di zona 2014-2016 sono quelle del Fondo Nazionale Politiche Sociali ( €. 193.535,00 ) del Fondo Regionale ( €. 134.715,27 ) quelle del Fondo Nazionale per la non autosufficienza, ( €. 136.043,19 ) e la quota di cofinanziamento dei singoli Comuni, (€. 85.854,47 ).A queste risorse vanno ad aggiungersi i fondi aggiuntivi del Piano di Azione e Coesione riservati agli anziani ( €. 455.955,00 ) ed ai minori 0-36 mesi (€.302.134,00 ) e al Fondo di sviluppo e Coesione ( non ancora assegnato) e le risorse dei Buoni di Conciliazione per l’infanzia e l’adolescenza (€. 235.896,00 ) e per gli anziani e i disabili ( €. 240.276,46 ). I fondi del Piano di Azione e Coesione riguardano gli interventi per i servizi di cura degli anziani non autosufficienti, in termini di ADI, di SAD e il potenziamento della PUA, nonché per i servizi alla prima infanzia. Relativamente agli interventi sugli anziani non autosufficienti sono state previste le seguenti risorse sia a valere sui PAC che sui fondi del Piano Sociale: - €. 221.760,00 (fondi PAC), per il mantenimento di 36 utenti SAD dal 1° aprile al 31 dicembre 2014. Per i restanti utenti si farà fronte con 194.968,00 euro provenienti dalle risorse del PdZ. - €. 172.480,00 (fondi PAC), per l’incremento n. 28 utenti ADI dal 1° aprile al 31 dicembre 2014. Per i restanti 33 utenti si farà fronte con 232.000,00 euro provenienti dalle risorse del 2° PdZ e con 30.000,00 del FNA. - €. 61.715,00 (fondi PAC), per il potenziamento del personale della PUA con due figure di cui un amministrativo e una assistente sociale Le risorse del Piano PAC per i servizi di cura alla prima infanzia , sono state previste come segue:

- €. 90.225,00 per l’implementazione di 2 sezioni Primavera nei Comuni di Vergole e Castrì;

- €. 181.909,00 per l’erogazione di buoni per l’abbattimento dei costi delle rette per la frequenza al nido di minori 0-36 mesi;

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- €. 30.000 per l’adeguamento di un nido esistente al fine di ottenere l’autorizzazione al funzionamento .

Allegati: - Piano di intervento PAC Infanzia - I stralcio - Piano di intervento PAC Anziani – I stralcio - Accordo di programma ASL-Comuni

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CAPITOLO III - LA PROGRAMMAZIONE FINANZIARIA 3.1 La composizione del Fondo Unico di Ambito

La dotazione totale del Fondo Unico di Ambito anno 2014 per la prima annualità del Piano è garantita da risorse pubbliche e private, così come è stabilito dal piano regionale delle Politiche Sociali.

3.1.1 Le risorse ordinarie (FNPS, FGSA, FNA)

Il Piano Regionale per le Politiche Sociali contiene il riparto delle risorse spettanti a ciascun Ambito per la programmazione 2014. In particolare, il Fondo Nazionale delle Politiche Sociali 2013, il Fondo Globale Socio Assistenziale Regionale 2013 e Fondo Nazionale per le non Autosufficienze 2013, alle quali si aggiungono i residui di

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stanziamento come di seguito elencate:

FONTE DI FINANZIAMENTO

FGSA 2013 € 134.715,27

FNPS 2013 € 193.535,00

FNA 2013 € 136.043,19

Residui stanziamento € 1.099.460,17 di cui residui vincolati PdZ 2010-2013

A queste risorse si aggiungono i le seguenti somme finalizzate per i seguenti obiettivi: 1. Piano straordinario per l’Affido; 2. AIP e Assegno di cura; 3. Progetti Vita Indipendente ; 4. Prima dote Nuovi Nati; 5. Buoni servizio di conciliazione Infanzia; 6. Buoni servizio Conciliazione Anziani e Disabili.

3.1.2 Le risorse aggiuntive Alle risorse del precedente punto, si aggiungono quelle straordinarie del Piano di Azione e Coesione Infanzia e Anziani non autosufficienti che ammontano rispettivamente ad €. 302.134,00 ed €. 455.955,00 e quelle non ancora quantificate a valere sulle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione , le risorse derivanti dai programmi nazionale e dai fondi strutturali.

3.1.3 Il cofinanziamento con risorse proprie dei Comuni

Alle risorse ordinarie e aggiuntive va sommato il cofinanziamento dei Comuni che per l’Ambito di Martano ammonta ad €. 139.288,04. Con la programmazione 2014-2016 la Regione ha indicatoi, che nel quadro finanziario del fondo Unico di Ambito devono essere inserite sia le risorse proprie dei Comuni conferite per gli obiettivi di Piano, in termini di assegnazioni monetarie necessarie per 51

dare copertura ai servizi essenziali del Piano, sia quelle stanziate per ulteriori obiettivi aggiuntivi di rilievo comunale ma sempre riconducibili ad obiettivi di servizio che riguardano quei servizi che, seppur gestiti singolarmente dai diversi Comuni per ragioni di opportunità, dovranno comunque essere realizzati nel rispetto dell’intero apparato regolamentare di cui l’Ambito si è dotato.

3.1.4 Analisi della spesa sociale dei Comuni nel triennio 2010 – 2012

Nel triennio 2006-2008 i Comuni hanno sostenuto una spesa sociale complessiva di €. 3.769.278,75 pari ad una spesa sociale media pro capite di Ambito di €. 25,06 La nuova rilevazione effettuata, relativamente al triennio 2010-2012 , ha evidenziato una spesa sociale complessiva di €. 3.994.759,08 , pari ad una spesa sociale media pro- capite di €. 27,17 .

3.1.5 Attività di monitoraggio fisico e finanziario del Piano Sociale di zona

Il piano di zona è uno strumento pianificatorio di attività e interventi che si sviluppa e matura nel tempo. Le attività e interventi devono essere oggetto di attenta valutazione e vanno considerati i risultati raggiunti in relazione agli obiettivi strategici pre-fissati. Il monitoraggio è la raccolta sistematica dei dati disponibili che accompagneranno il Piano di Zona e che serviranno proprio per la valutazione attraverso una approfondita analisi, riflessione ed interpretazione. La valutazione del piano di zona ha dunque lo scopo fondamentale di verificare nel tempo la realizzazione delle azioni previste nel Piano e dei risultati che lo stesso si prefigge nelle diverse aree di bisogno e nei diversi campi di intervento. L’azione di valutazione deve essere funzionale ad obiettivi che si possono complessivamente definire di miglioramento del sistema integrato di interventi e servizi sociali secondo quanto previsto nel Piano e secondo le strategie e priorità di miglioramento.Il fine ultimo della valutazione è quello di 52

potenziare l’azione. Essa ci rivela l’efficacia quantitativa e qualitativa dell’intervento, può indicarci come migliorarne il funzionamento, riduce i disservizi e le diseconomie, prevede nuove modalità d’intervento. L’attività di valutazione dovrà essere pensata nella direzione di verificare il grado di raggiungimento degli obiettivi e delle strategie concordate ed incentivare il raggiungimento degli obiettivi da parte dei servizi operanti sul territorio. Perché l’attività di valutazione sia efficace, essa deve risultare utile a chi deve prendere delle decisioni, deve cioè produrre informazioni e dati che servano effettivamente a formulare giudizi e progettare eventuali azioni di rettifica e miglioramento. Quali possono essere nei servizi sociali le principali operazioni ed i diversi passaggi necessari per un percorso di valutazione del Piano di zona? Devono essere individuate innanzitutto le aree su cui la valutazione dovrà essere applicata e gli indicatori in grado di misurare i risultati conseguiti. Devono essere identificati gli strumenti di monitoraggio, rilevazione delle informazioni, risultati, il raggiungimento degli obiettivi. Una volta raccolti i dati e le informazioni, si comparano le diverse performance organizzative, il diverso livello dei risultati raggiunti sulla base delle diverse azioni adottate. Vengono elaborate successivamente le strategie di miglioramento ponendo le premesse per la riprogettazione dei servizi e l’allocazione delle risorse. In questo triennio si potranno utilizzare misure e indicatori commisurati ai tempi e risorse disponibili, prevedendo un’adeguata calendarizzazione delle attività valutate. Dell’azione di valutazione sarà responsabile l’Ufficio di piano che discuterà i risultati delle ricerche valutate ai diversi livelli decisionali (Coordinamento Istituzionale, Tavolo di concertazione, ecc.).

L’Ufficio di Piano coordinerà la raccolta del materiale necessario alle varie fasi di analisi in collaborazione con gli Enti Locali, i servizi delle AUSL ed i soggetti che partecipano alla realizzazione del Piano di Zona. Periodicamente e ogni qual volta ne sia richiesto, l’Ufficio di Piano predisporrà una relazione per il Coordinamento Istituzionale. Al termine di ogni progetto la valutazione terrà conto principalmente sull’efficacia delle azioni realizzate e sul loro impatto.

Allegati: - Schede di programmazione finanziaria

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CAPITOLO IV – GLI ATTORI DEL SISTEMA DEL WELFARE LOCALE 4.1 Le scelte strategiche per l’assetto gestionale ed organizzativo dell’Ambito

Il percorso di associazionismo intercomunale: scelta della forma giuridica, ruolo dell’Ente capofila, sistema degli obblighi e degli impegni comuni .

La Legge Regionale n. 19/2006 individua i Comuni quali attori principali del nuovo sistema di welfare. A questi è affidata la titolarità della funzione amministrativa in materia di servizi sociali e il ruolo di regia e coordinamento dell’azione relativa all’organizzazione del sistema locale dei servizi. Il sistema locale di servizi è inteso come struttura a responsabilità condivise e partecipate, poichè gli attori istituzionali pubblici e privati presenti sul territorio, possano esprimere un'unica strategia programmatoria per rendere più efficaci i servizi e nel contempo di allinearli alle effettive situazioni di bisogno. I Comuni appartenenti akl distretto socio-saniatario di Martano hanno espresso la volontà di gestire in forma associata il Piano Sociale di Zona dei servizi socio- sanitari, mediante la delega delle funzioni amministrative concernenti gli interventi sociali al Comune di MARTANO, che opera quale COMUNE CAPOFILA in luogo e per conto degli enti deleganti. Tutti i Comuni hanno approvato lo schema di convenzione per la gestione associata delle funzioni e dei servizi socio- assistenziali che è stata sottoscritta il 31 dicembre 2013. Al Comune capofila è attribuita la responsabilità amministrativa e di gestione delle risorse economiche, secondo gli indirizzi impartiti ed in conformità alle deliberazioni adottate dal Coordinamento Istituzionale, allo stesso è garantito il necessario supporto tecnico ed amministrativo per il tramite dell’Ufficio di Piano.

L’Ufficio di Piano: dotazione di risorse umane, ruoli e funzioni, i flussi informativi ed i nessi procedurali tra l’UdP e Comuni, azioni di potenziamento .

L’ ufficio comune denominato Ufficio di Piano è la tecnostruttura con funzioni programmatorie, amministrative e contabili dei Comuni associati per la realizzazione del sistema integrato di welfare, ed è diretto, sotto il profilo politico-istituzionale, dal Coordinamento Istituzionale di Ambito. All’Ufficio di Piano sono assegnate risorse umane in numero adeguato a rispondere al fabbisogno di competenze tecniche e di capacità professionali necessarie per svolgere efficacemente ed efficientemente le funzioni e i compiti assegnati all’ufficio stesso. Compongono, pertanto, l’Ufficio di Piano di Ambito le seguenti unità di personale

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(impegnate per n°36 h settimanali da raggiungersi a regime nell’arco del triennio 2014/2016, nei tempi e nei modi definiti dagli appositi atti amministrativi dei Comuni di appartenenza) che presidiano le seguenti funzioni: - N. 1 unità con responsabilità della funzione di programmazione e progettazione; - N. 1 unità con responsabilità della funzione di gestione tecnica e amministrativa; - N. 1 unità con responsabilità della funzione finanziaria e contabile. La funzione di programmazione e progettazione, promuovendo ogni utile coordinamento e raccordo operativo con i Servizi Sociali professionali dei Comuni (ovvero Servizio sociale Professionale di Ambito), assicura il presidio delle seguenti tre aree tematiche: a. Area socio-sanitaria b. Area socio-assistenziale c. Area socio-educativa L’Ufficio di Piano, quale ufficio comune dell’Associazione dei Comuni dell’Ambito, ed organo tecnico-strumentale della medesima, cura l’attuazione del Piano Sociale di Zona e ha le seguenti competenze: predisporre gli atti per l’organizzazione e l’affidamento dei servizi e la conseguente gestione delle procedure individuate; predisporre, con il supporto del Servizio Sociale Professionale di Ambito, i progetti per l’attuazione del Piano di Zona; predisporre gli atti finalizzati a realizzare il coordinamento delle azioni riferibili al Piano di Zona; organizzare, attraverso la rete del Segretariato Sociale di Ambito ed il Servizio Sociale Professionale di Ambito, la raccolta delle informazioni e dei dati presso tutti i soggetti attuatori dei servizi, al fine di realizzare il sistema di monitoraggio e valutazione; predisporre tutti gli atti necessari all’assolvimento dell’obbligo di rendicontazione da parte del Comune Capofila, custode e affidatario del fondo complessivo dell’Ambito; assicurare una interlocuzione unitaria e una rendicontazione periodica agli Uffici Regionali sull’attuazione del PSdZ e gli adempimenti connessi ivi incluse la restituzione dei debiti informativi; elaborare, con l’apporto tecnico del Servizio Sociale Professionale di Ambito, proposte, indicazioni e suggerimenti, da rivolgersi al Coordinamento

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Istituzionale, in tema di iniziative di formazione e aggiornamento degli operatori, di gestione ed eventuale rimodulazione delle attività previste dal Piano di Zona; relazionare periodicamente, con cadenza almeno semestrale, al Coordinamento Istituzionale sullo stato di attuazione del Piano di Zona, con l’indicazione del livello di attuazione e del grado di soddisfazione dell’utenza; curare l’esecuzione delle deliberazioni del Coordinamento Istituzionale; esercitare le attività di controllo e vigilanza sui servizi e sulla uniforme applicazione dei Regolamenti unici di Ambito

Le connessioni funzionali tra UdP, Servizio Sociale Professionale e Welfare d’accesso Col Piano di Zona è stata prevista la figura del Coordinatore di Ambito, funzione che sarà svolta dal responsabile della funzione di programmazione e progettazione. Sarà compito del Coordinatore tenere almeno 2 incontri al mese con gli assistenti sociali dell’Ambito e dei Comuni.

4.2 La Governance per la programmazione sociale.

Il ruolo degli altri soggetti pubblici

La legge regionale n. 19/2006 ha disegnato un sistema di welfare plurale con responsabilità ed obiettivi condivisi tra i diversi attori sociali ed istituzionali, favorendo la partecipazione dei cittadini singoli e associati nelle diverse fasi del processo di costruzione della rete locale dei servizi. In coerenza con le indicazioni del Piano Sanitario Regionale e del Piano Regionale delle Politiche Sociali l’Ambito territoriale di Martano, intende attuare un processo aperto e condiviso con tutti gli attori provenienti dal territorio. Il regolamento regionale n. 4/2007 e il Piano Regionale delle Politiche Sociale 2009/2011 hanno definito nel dettaglio le modalità e gli strumenti per assicurare la partecipazione dei cittadini alla realizzazione del sistema integrato dei servizi, anche nelle diverse forme organizzate della società civile, le associazioni familiari, le organizzazioni sindacali, la cooperazione sociale, gli organismi di tutela, i patronati e le associazioni di categoria. Le fasi del processo di partecipazione sono state individuate nella programmazione , con riferimento alla fase di elaborazione del presente Piano Sociale di Zona, nella progettazione e organizzazione dei servizi e degli interventi, nella valutazione dell’efficacia degli interventi e della qualità delle prestazioni erogate. Con riferimento alla fase di programmazione l’Ambito di Martano si è provveduto ad

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invitare le parti sociali, del terzo settore e della cittadinanza attiva presenti sul territorio al percorso di progettazione partecipata per la stesura del presente Piano, indicando tempi e modalità della concertazione. Sono stati poi istituiti tavoli di coprogettazione per aree tematiche, assicurandone il corretto funzionamento, in termini di periodicità degli incontri, modalità di convocazione, verbalizzazione delle decisioni assunte, in ciascuna delle fasi di predisposizione, attuazione e valutazione del Piano. Al fine di fornire maggiore concretezza al principio di progettazione e realizzazione partecipata l’Ambito di Martano si impegna, inoltre, a predisporre e diffondere, con cadenza almeno annuale, la relazione sociale dell’ambito territoriale, sullo stato di attuazione del Piano Sociale di Zona. Quanto sopra descritto è fondamentale perché tramite la partecipazione dei cittadini e del partenariato sociale ai processi di elaborazione delle politiche di intervento si realizza il principio di sussidiarietà, che ha trovato rilevanza costituzionale con l’approvazione della legge costituzionale n. 3/2001. La sussidiarietà altro non è che il concorso virtuoso tra cittadini e istituzioni nel perseguimento dell’interesse comune, una pratica che se opportunamente interpretata è in grado di favorire la crescita della collettività e una democrazia più compiuta.

Il consolidamento dei rapporti con la ASL e con il Distretto Sociosanitario I rapporti con la ASL ed in particolare col Distretto si sono consolidati nel corso degli anni. In particolare, nel 2013 sono stati approvati e sottoscritti i protocolli operativi per la costituzione dell’equipe integrata Affido e Adozione, dell’equipe integrata maltrattamento ed abuso, il regolamento per la Porta Unica di Accesso e l’Accordo di Programma per le cure domiciliari. L’ufficio di piano, inoltre, ha condiviso con il distretto il progetto di promozione e potenziamento dei percorsi di affido familiare.

Il ruolo della cittadinanza sociale La legge nazionale n. 328 del 2000 e la legge regionale n. 19/2006 riconoscono il ruolo e la rilevanza sociale ed economica dei soggetti del terzo settore e ne valorizzano l’apporto alla programmazione e progettazione del sistema integrato dei servizi sociali. La gestione associata tra i comuni, ha attivato una serie di azioni di governance rivolte a promuovere una forma di gestione aperta e democratica. La concertazione è stata elemento qualificante di tutto il percorso: gli Enti Locali, il Distretto, le Parrocchie e il Terzo settore attraverso “ il dialogo” hanno attivato le politiche socio-sanitarie condivise per l’intero territorio. Per dare concretezza a tale finalità tutti gli attori istituzionali pubblici/privati del territorio sono stati chiamati a collaborare alla programmazione e 57

all’organizzazione del sistema locale dei servizi attraverso il “ Tavolo della Concertazione”. Gli attori hanno compreso il ruolo e l’importanza strategica della “gestione” delle politiche sociali del territorio e per tale motivo hanno proposto che detto strumento assuma carattere di continuità/permanenza per tutta la durata del Piano Sociale .

Allegati: Convenzione per la gestione associata dei servizi e delle funzioni sottoscritta il 16/12/2005; Regolamento di funzionamento del Coordinamento Istituzionale; Regolamento per il funzionamento dell’Ufficio di Piano; Regolamento unico per l’affidamento dei servizi e delle forniture; Regolamento unico per l’accesso alle prestazioni e la compartecipazione degli utenti ai costi delle prestazioni; Regolamento di gestione del Fondo Unico di Ambito.

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CAPITOLO V – LA PROGETTAZIONE DI DETTAGLIO DEGLI INTERVENTI DI PIANO

5.1 Le schede di progetto per gli interventi di piano.

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Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi 1 TITOLO: Consolidare e ampliare il sistema di offerta e domanda della rete dei servizi socio educativi per l’infanzia -

Annualità: 2013 2014 ⌧ 2015 ⌧ 2016 AMBITO DI MARTANO PROVINCIA DI LECCE

Informazioni generali

Valenza territoriale: ⌧ ambito comunale

Obiettivo di servizio: ⌧ SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)

Numero progressivo: 1 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie)

Denominazione servizio/intervento: Asili Nido e altri servizi socio educativi per la prima infanzia

Art. del r.r. 4/2007: 53 -90-101

Importo totale programmato: € 302.134,00 ( risorse PAC INFANZIA)

Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia ⌧ gestione diretta con affidamento a terzi ⌧ altra modalità di gestione (specificare Contratto con strutture iscritte al catalogo telematico regionale )

Tipologia di utenti: minori 3/36 mesi

N° medio annuo previsto di utenti: 118

Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) Obiettivo del progetto è consolidare e ampliare il sistema di offerta e domanda della rete dei servizi. Nell’Ambito di Martano insistono 4 Asili Nido nei Comuni di: Calimera, Caprarica di Lecce, Martano e Melendugno ed una sezione Primavera nel Comune di Vernole che raggiungono il valore target di Ambito del 35% di dotazione di asili nido. L’obiettivo dei servizi di Asilo Nido è quello di sostenere le famiglie nella crescita e formazione dei bambini d’età 3-36 mesi, attraverso la cura dei bambini, l’igiene, il servizio mensa, la stimolazione allo sviluppo e alla socializzazione.

1 Da compilare almeno per tutti gli Obiettivi di Servizio (ex PRPS 2013-2015) programmati nel Piano di Zona. 1 Indicare le annualità di realizzazione del servizio/intervento che hanno copertura finanziaria con le risorse già disponibili programmate nel Piano di Zona. Indicare il 2013 solo nel caso di interventi già avviati tra il II e il III piano sociale di zona, ovvero per gli interventi ammessi a finanziamento su risorse proprie comunali che confluiscono nel “cofinanziamento comunale” e comunque riconducibili agli obiettivi di servizio. 60

L’Ambito di Martano ha una popolazione 3-36 mesi di 1139 bambini e n. 118 posti nido, per cui l’obiettivo di 6 posti nido ogni 100 bambini è ampiamente raggiunto. L’Ambito ha attuato le procedure amministrative per l’erogazione dei Buoni servizio di conciliazione per l’ infanzia e l’adolescenza per un importo pari ad € 235.896 ed ha presentato il Piano di intervento PAC Infanzia di € 302.134,00 che prevede : - € 30.000,00 per la messa a norma di un Asilo Nido a Calimera; - € 90.225,00 per l’attivazione di 2 sezioni primavera (Castrì di Lecce e Vernole); - € 181.909,00 per buoni servizio a sostegno delle famiglie, da erogare in conformità a quanto previsto dal cronoprogramma del progetto PAC infanzia..

Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio : - Servizio Sociale Professionale - Assistenti per Comunità Infantili - Educatori - Personale addetto ai servizi generali.

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Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi TITOLO: Promuovere la realizzazione di progetti integrati per favorire la conciliazione vita lavoro

Annualità: 2013 2014 ⌧ 2015 2016 AMBITO DI MARTANO PROVINCIA DI LECCE

Informazioni generali

Valenza territoriale: ⌧ ambito comunale

Obiettivo di servizio: ⌧ SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)

Numero progressivo: 2 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie)

Denominazione servizio/intervento: Servizi di conciliazione vita lavoro:trasporto sociale

Art. del r.r. 4/2007: altro

Importo totale programmato: € 35.000,00 (residui stanziamento)

Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia ⌧ gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ______)

Tipologia di utenti: Disabili e Anziani con un’età superiore a 65 anni.

N° medio annuo previsto di utenti: 3.200

Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) A seguito dello studio di fattibilità “Tempi e spazi” si è svolta una ricerca per rilevare i bisogni emergenti dei cittadini dell’ambito di Martano. Da questo studio, data la dislocazione logistica del Poliambulatorio di Martano e la mancanza quasi totale di mezzi di trasporto pubblici, è emersa l’esigenza di un servizio di trasporto presso la ASL di Martano a favore dei più fragili (anziani e disabili). L’Ambito intende assicurare il servizio di trasporto con le Organizzazioni di Volontariato presenti sul territorio che già sono dotate di mezzi idonei allo scopo. Il progetto persegue i seguenti obiettivi: • Garantire alla popolazione anziana e ai disabili il diritto alla salute;

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• Garantire un servizio di trasporto, a favore dei più deboli, presso la ASL di Martano, durante la mattina, in un tempo della giornata in cui i familiari sono occupati; • Sostenere indirettamente l’accesso all’occupazione; • Ridurre il traffico automobilistico privato nei presso della ASL; • Valorizzare il tempo delle persone fragili evitando lunghe attese. Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio • Autisti; • Coordinatore del servizio; • Consulente specializzato nel monitoraggio per il riscontro dell’ efficienza e dell’efficacia dell’azione sperimentale;

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Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi TITOLO: Qualificare la rete di strutture e servizi per la prevenzione ed il contrasto della violenza su donne e minori, dello sfruttamento e della tratta di esseri umani.

Annualità: 2013 2014 ⌧ 2015 ⌧ 2016 ⌧ AMBITO DI MARTANO PROVINCIA DI LECCE

Informazioni generali

Valenza territoriale: ⌧ ambito (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)

Numero progressivo: 3 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie)

Denominazione servizio/intervento: Rete di Pronto Intervento sociale

Art. del r.r. 4/2007: 85

Importo totale programmato: € 15.000,00 (FGSA)

Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia ⌧⌧⌧ gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ______)

Tipologia di utenti: minori, donne e vittime di tratta di esseri umani in situazione di emergenza sociale

N° medio annuo previsto di utenti: 10

Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) Gli obiettivi che si intendono perseguire con il Servizio di Pronto intervento sociale sono: 1 Intervenire tempestivamente in situazioni di emergenza per persone in stato di abbandono 2 Allertare gli operatori dei Servizi sociali e sanitari territorialmente competenti per la presa in carico del caso; 3 Garantire un riferimento sul territorio attraverso servizi di pronto intervento sociale in rete con servizi di prossimità ( mensa, banco alimentare e dei farmaci, prima accoglienza e igiene personale). Le principali attività previste per la realizzazione del Servizio sono: - pronta reperibilità telefonica ( in fascia oraria complementare a quella del personale comunale);

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- presa in carico del soggetto o del nucleo familiare e la predisposizione di piani personalizzati di intervento ( es. accoglienza presso centri specializzati , servizio mensa, contributi immediati , etc.) ; - Potenziamento rete territoriale dei servizi e interventi per il PIS attraverso personale dedicato nell’Ambito del servizio sociale professionale; - Adozione di un regolamento di funzionamento del PIS di Ambito Risultati attesi: - immediato sostegno ai soggetti che versano in condizioni di emergenza sociale;

Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio

Il Servizio di Pronto intervento sociale vedrà il coinvolgimento di tutte le Assistenti Sociali dei Comuni dell’Ambito Territoriale e si avvarrà del contributo professionale di operatori e/o di personale volontario dell’associazionismo locale in un’ottica di lavoro di rete intergrata al fine di rendere efficace ed efficiente il Servizio. In particolare sono coinvolti i seguenti operatori: Assistenti Sociali dell’Ambito; Operatori dell’equipe maltrattamento e abuso; Mediatori linguistici e culturali; Vigili Urbani. Volontari

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Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi TITOLO: Potenziare servizi e strutture integrate per l’accoglienza nelle situazioni connesse alle emergenze sociali ed abitative.

Annualità: 2013 2014 ⌧ 2015 ⌧ 2016 ⌧ AMBITO DI MARTANO PROVINCIA DI LECCE

Informazioni generali

Valenza territoriale: ⌧ ambito comunale

Obiettivo di servizio: ⌧ SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)

Numero progressivo: 4 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie).

Denominazione servizio/intervento: Rete di Pronto Intervento sociale – emergenza abitativa

Art. del r.r. 4/2007: 77-81 ter

Importo totale programmato: € 10.000,00 (FGSA)

Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) ⌧⌧⌧ gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ______)

Tipologia di utenti: persone a rischio di esclusione sociale

N° medio annuo previsto di utenti: 4

Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) L’obiettivo che si intende perseguire è il potenziamento e/o consolidamento di forme di accoglienza residenziale per persone adulte in difficoltà e a rischio di esclusione sociale. La principale attività prevista per la realizzazione del servizio è l’avvio o il consolidamento di forme di accoglienza di breve e media durata per persone a rischio di esclusione sociale e di misure per il sostegno in direzione dell’ “abitare protetto” seppur autonomo.

Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio

Il Servizio di Pronto intervento sociale vedrà il coinvolgimento di tutte le Assistenti Sociali dei Comuni dell’Ambito Territoriale e si avvarrà del contributo professionale di operatori e/o di personale volontario dell’associazionismo locale in un’ottica di lavoro di rete intergrata al fine di rendere efficace ed efficiente il Servizio.

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Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi TITOLO: Costruire percorsi personalizzati di integrazione e reinserimento socio lavorativo di soggetti svantaggiati.

Annualità: 2013 2014 ⌧ 2015 ⌧ 2016 ⌧ AMBITO DI MARTANO PROVINCIA DI LECCE

Informazioni generali

Valenza territoriale: ⌧ ambito comunale

Obiettivo di servizio: ⌧ SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)

Numero progressivo: 5 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie)

Denominazione servizio/intervento: Percorsi di inclusione socio-lavorativa

Art. del r.r. 4/2007: 102

Importo totale programmato: € 46.080,00 (residui stanziamento ) Di cui € 17.280,00 residui CSM Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) ⌧⌧⌧ gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ______)

Tipologia di utenti: persone svantaggiate

N° medio annuo previsto di utenti: 11 (n. 3 individui sottoposti a misure restrittive della libertà personale, n. 3 persone con disabilità psichica in carico ai CSM, , n. 2 minori dai 16 ai 18 anni in carico al Servizio Sociale per i Minorenni (USSMM) ).

Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) Gli obiettivi che si intendono perseguire sono: 1. Favorire una graduale integrazione del soggetto portatore del disagio nel proprio tessuto comunitario; 2. Valorizzare le capacità/potenzialità individuali; 3. Predisposizione di un Disciplinare di Ambito per la regolamentazione dei tirocini formativi/lavorativi;

Le principali attività previste per la realizzazione del Servizio sono: - opera di sensibilizzazione presso le ditte locali; - tutoraggio attivo e continuativo;

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- percorsi di integrazione e reinserimento nel mondo del lavoro quali inserimenti socio-lavorativi, tirocini formativi e/o borse lavoro, per persone svantaggiate, in particolare: - persone affette da dipendenze patologiche, - minori 16-18 anni; -persone adulte sottoposte a misure restrittive della libertà personale; - pazienti psichiatrici stabilizzati.

Risultati attesi: - Acquisizione di competenze professionali corrispondenti alle esigenze reali del mondo del lavoro;

Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio

- Assistenti Sociali dei Comuni, del CSM , dell’USSMM e dell’ UEPE; - Tutor ; - Operatori centro per l’impiego.

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Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi TITOLO: Potenziare un sistema di accesso capace di garantire le funzioni di prima informazione ed accoglienza, orientamento della domanda e presa in carico (anche per le situazioni di urgenza).

Annualità: 2013 2014 ⌧⌧⌧ 2015 ⌧⌧⌧ 2016 ⌧⌧⌧ AMBITO DI MARTANO PROVINCIA DI LECCE

Informazioni generali

Valenza territoriale: ⌧ ambito comunale

Obiettivo di servizio: ⌧ SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)

Numero progressivo: 6 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie)

Denominazione servizio/intervento: Servizio Sociale Professionale

Art. del r.r. 4/2007: 86

Importo totale programmato: € 95.500,00 (500,00 residui stanziamento 90.000,00 FNPS, 5.000,00 FGSA)

Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia ⌧⌧⌧ gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ______)

Tipologia di utenti: Popolazione dell’Ambito (Minori, anziani, disabili, famiglie)

N° medio annuo previsto di utenti: 48.925

Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) L’obiettivo prioritario è quello di prevenire, contrastare o rimuovere situazioni di bisogno o problematiche di tutti i cittadini; favorire la cultura dell’agio, dell’inclusione sociale, della coesione e del benessere. L’azione professionale è indirizzata a promuovere i diritti dei soggetti più deboli ed emarginati con interventi di prevenzione e di concertazione delle risorse individuali, familiari e comunitarie, di valorizzazione della persona. L’attività di Servizio Sociale Professionale è finalizzata alla presa in carico dell’utente (attività di consuling, elaborazione programmi di prevenzione, di sostegno e di inserimento sociale rivolti al singolo, alla famiglia, alla comunità, attività di raccordo con l’ufficio di piano, individuazione risorse, attività di accoglienza, integrazione delle risorse

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socio-sanitarie con quelle del terzo settore), alla predisposizione di progetti personalizzati, alla attivazione ed integrazione dei servizi e delle risorse in rete, alla promozione dell’aiuto nel processo di emancipazione e di superamento degli stati di disagio, alla sensibilizzazione sui temi dell’affido e dell’adozione e la relativa presa in carico e alla attivazione di processi tesi a promuovere la cultura dell’agio e dell’inclusione sociale. Il servizio svolge un ruolo propulsivo nei processi di pianificazione e di coordinamento della rete di servizi sociali e nella organizzazione del sistema integrato degli interventi e dei servizi assumendo un ruolo professionale in grado di osservare, gestire e studiare i fenomeni sociali, erogare prestazioni, informazioni, consulenza, mediazione e aiuto professionale. L’Ambito è costituito da dieci Comuni e 7 frazioni con una popolazione complessiva di 48.925 unità. I Comuni hanno una dimensione eterogenea e solo i Comuni di Calimera, Melendugno e Vernole sono dotati di assistente sociale, mentre l’assistente sociale del Comune di Martano è assegnata all’UdP dal 2006. L’Ambito di Martano, per garantire una adeguata presenza della figura dell’Assistente sociale e rispettare l’obiettivo di una assistente sociale ogni 5.000 abitanti, dovrebbe poter contare su 10 assistenti sociali e quindi deve mantenere le 6 assistenti sociali. che assicureranno il servizio sociale professionale, il segretariato sociale e l’integrazione sociosanitaria (PUA, UVM, Equipè Integrata) e una presenza nell’ufficio di piano. L’A.S. responsabile della programmazione e della progettazione sarà anche il coordinatore del servizio sociale professionale con il quale organizzerà mensilmente incontri di coordinamento.

Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio Assistenti Sociali iscritti all’albo professionale Assistente Sociale responsabile del servizio e del Coordinamento.

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Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi TITOLO: Potenziare un sistema di accesso capace di garantire le funzioni di prima informazione ed accoglienza, orientamento della domanda e presa in carico (anche per le situazioni di urgenza).

Annualità: 2013 2014 ⌧⌧⌧ 2015 ⌧⌧⌧ 2016 ⌧⌧⌧ AMBITO DI MARTANO PROVINCIA DI LECCE

Informazioni generali

Valenza territoriale: ⌧ ambito comunale

Obiettivo di servizio: ⌧ SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)

Numero progressivo: 7 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie)

Denominazione servizio/intervento: Rete di accesso - segretariato

Art. del r.r. 4/2007: 83

Importo totale programmato: € 32.057,32 (1.349,75 RESIDUI- 20.000 FNPS- 10.707,57 risorse proprie comunali)

Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia ⌧⌧⌧ gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ______)

Tipologia di utenti: Popolazione dell’Ambito (Minori, anziani, disabili, famiglie)

N° medio annuo previsto di utenti: 48.925

Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) : Il servizio di Segretariato Sociale sarà assicurato : • dagli Assistenti Sociali del progetto n. 6 per i Comuni sprovvisti di Servizio Sociale Professionale; • dal Servizio Sociale Professionale nei Comuni di Calimera, Melendugno e Vernole.

Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio Assistenti Sociali iscritti all’albo

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Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi TITOLO: Consolidare i servizi per l’accesso di specifiche categorie di utenza.

Annualità: 2013 2014 ⌧⌧⌧ 2015 ⌧⌧⌧ 2016 ⌧⌧⌧ AMBITO DI MARTANO PROVINCIA DI LECCE

Informazioni generali

Valenza territoriale: ⌧ ambito comunale

Obiettivo di servizio: ⌧ SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)

Numero progressivo: 8 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie)

Denominazione servizio/intervento: Rete di accesso – sportello immigrati

Art. del r.r. 4/2007: 108

Importo totale programmato: € 5.000,00 (FGSA) Per il 2014 lo sportello è assicurato con le risorse Pdz 2010-2013 già impegnate allo scopo

Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia ⌧⌧⌧ gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ______)

Tipologia di utenti: immigrati

N° medio annuo previsto di utenti: 50

Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) Con determinazione n. 13/2013 l’Ambito ha affidato l’incarico per la realizzazione dello sportello per l’ integrazione socio sanitaria culturale a favore delle persone straniere immigrate all’Associazione PHILOS di Martano sino a marzo 2015. Il servizio persegue i seguenti obiettivi: - offrire un servizio di informazione ed orientamento; - promuovere i diritti di cittadinanza; - promuovere l’integrazione culturale e sociali; - favorire l’accesso alla rete dei servizi sociali e sanitari; Le attività previste riguardano. - consulenza in materia di immigrazione , cittadinanza e asilo politico; - consulenza per il rilascio del permesso di soggiorno; 72

- consulenza per ricongiungimenti familiari; - consulenza per l’inserimento lavorativo, obblighi previdenziali, assistenza sanitaria, diritto allo studio; - sostegno per la ricerca della casa. Con il presente progetto s’intende assegnare agli operatori dello sportello l’attività di supporto agli alunni stranieri, frequentanti le scuole dell’ambito, limitatamente all’insegnamento della lingua italiana.

Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio: Mediatore linguistico; Legale; Volontari.

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Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi TITOLO: Potenziare la presa in carico dei L.E.P. .

Annualità: 2013 2014 ⌧⌧⌧ 2015 ⌧⌧⌧ 2016 ⌧⌧⌧ AMBITO DI MARTANO PROVINCIA DI LECCE

Informazioni generali

Valenza territoriale: ⌧ ambito comunale

Obiettivo di servizio: ⌧ SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)

Numero progressivo: 9 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie)

Denominazione servizio/intervento: Rete di accesso - PUA

Art. del r.r. 4/2007: 3

Importo totale programmato: € 100.715,00 ( 39.000,00 a carico del distretto ) € 61.715,00 a carico dei fondi PAC

Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) ⌧⌧⌧ gestione in economia ⌧ gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ______)

Tipologia di utenti: cittadini dell’Ambito

N° medio annuo previsto di utenti: 2000

Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)

La Porta Unitaria di Accesso ( PUA) è un sistema di accoglienza della domanda in grado di offrire al cittadino,simultaneamente, tutta la gamma di opportunità della rete locale dei servizi, consentendogli di percorrere, da un solo punto di accesso al sistema dei servizi, tutte le opportunità sociali e sanitarie richieste. La porta di accesso esprime, infatti, in maniera figurata il concetto di ingresso alla rete dei servizi la cui unitarietà si esplica nella non settorializzazione dell’accoglienza e nella necessità che tale livello organizzativo venga congiuntamente realizzato e gestito in modo integrato tra i comuni e il distretto socio sanitario. Il sistema unitario di accesso ai servizi sociali e sanitari richiedono un coinvolgimento delle diverse unità operative distrettuali, Dipartimenti, medici di base, pediatri di libera scelta ed il terzo settore al fine di attivare un complesso processo condiviso di adeguamento culturale, normativo e organizzativo.

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In data 25/09/2013 questo Ambito ha sottoscritto un protocollo di intesa con il Distretto Socio Sanitario di Martano per l’organizzazione ed il funzionamento della Porta Unica di Accesso.

Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio : Assistenti Sociali del Distretto e dei Dipartimenti ASL di Martano; Assistente Sociale dell’Ambito; Assistenti Sociali degli sportelli di Segretariato dei Comuni dell’Ambito; Responsabile dell’Ufficio di integrazione Socio sanitaria del Distretto. n. 1 unità di personale tecnico-amministrativo

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Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi TITOLO: Implementare i servizi di sostegno alla genitorialità.

Annualità: 2013 2014 2015 ⌧ 2016 ⌧ AMBITO DI MARTANO PROVINCIA DI LECCE

Informazioni generali

Valenza territoriale: ⌧ ambito comunale

Obiettivo di servizio: ⌧ SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)

Numero progressivo: 10 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie)

Denominazione servizio/intervento: Centri di ascolto per le Famiglie Art. del r. r. 4/2007: 93

Importo totale programmato: €

Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia ⌧ gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ______)

Tipologia di utenti: FAMIGLIA E MINORI

N° medio annuo previsto di utenti: 20

Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)

Creazione, nel 2015, di un Centro per la Famiglia in uno dei Comuni dell’Ambito al fine di offrire un punto di riferimento sul territorio per il raggiungimento dei seguenti obiettivi: - Ascolto e sostegno dei genitori con figli minori con problematiche; - Ascolto e sostegno dei genitori con figli ricoverati in istituto; - Mediazione nei nuclei conflittuali; - Consulenza legale; - Creazione di uno spazio neutro all’interno del Centro; - Protocolli tra servizi (Consultori, Scuola, Terzo settore) per la creazione di una rete di interventi mirati per la Famiglia. Il Centro sarà aperto tutti i giorni della settimana con una previsione di n. 3 ore giornaliere.

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I risultati attesi sono: Riduzione del danno ai minori a seguito di separazioni conflittuali; Prevenzione della violenza intrafamiliare; Diminuzione dei ricoveri in struttura; Miglioramento della qualità della vita dei minori; Integrazione sociale dei nuclei immigrati.

Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio • Psicologo; • Pedagogista; • Assistente Sociale; • Educatore Professionale.

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Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi TITOLO: Potenziare l’assistenza domiciliare educativa.

Annualità: 2013 2014 ⌧⌧⌧ 2015 ⌧⌧⌧ 2016 ⌧⌧⌧ AMBITO DI MARTANO PROVINCIA DI LECCE

Informazioni generali

Valenza territoriale: ⌧ ambito comunale

Obiettivo di servizio: ⌧ SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)

Numero progressivo: 11 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie)

Denominazione servizio/intervento: Educativa domiciliare per minori Art. del r.r. 4/2007: 87

Importo totale programmato: per l’ anno 2014 il servizio sarà assicurato con le risorse del 2° PdZ.

Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia ⌧ gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ______)

Tipologia di utenti: Nuclei familiari con minori a rischio di disagio

N° medio annuo previsto di utenti: 25

Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) L’obiettivo target che prevede n. 19 minori per l’Ambito di Martano, è stato già raggiunto e superato nel precedente triennio. Per l’anno 2014 si prevedendo n. 25 utenti . Gli obiettivi sono: • Promuovere, attraverso l’educativa domiciliare, azioni di sostegno alla genitorialità; • Prevenire il ricovero del minore in struttura; • Sostegno ai genitori con minori ricoverati nelle comunità per favorire il rientro dei figli in famiglia; • Migliorare le relazioni intra familiari e le condizioni generali di vita. Le fasi previste sono: • Raccolta ed elaborazione delle segnalazioni; • Elaborazione e messa in opera del progetto individualizzato; • Monitoraggio e valutazione.

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Le attività previste sono: • Sostegno alle famiglie ; • Permanenza nell’ambiente di vita; I risultati attesi sono: • Ridurre i ricoveri in istituto; • Creare una cultura della responsabilità e dell’agio nei nuclei con disagio socio-economico-culturale; • Migliorare le condizioni di vita familiare e sociale dei minori inseriti in tali contesti.

Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio • Educatore Professionale; • Laureati in Scienze della Formazione. • Psicologo; • Assistente Sociale .

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Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi TITOLO: Consolidare e ampliare il sistema di offerta e domanda della rete dei servizi socio educativi per l’infanzia.

Annualità: 2013 ⌧ 2014 ⌧ 2015 2016 AMBITO DI MARTANO PROVINCIA DI LECCE

Informazioni generali

Valenza territoriale: ⌧ ambito comunale

Obiettivo di servizio: ⌧ SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)

Numero progressivo: 12 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie)

Denominazione servizio/intervento: “Buoni servizio di conciliazione infanzia”

Art. del r.r. 4/2007: altro

Importo totale programmato: € 235.896,00

Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi ⌧ altra modalità di gestione ( Contratto con strutture iscritte al catalogo telematico regionale )

Tipologia di utenti: MINORI

N° medio annuo previsto di utenti: 120

Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) Ad oggi risultano n. 67 utenti di buoni servizio . Raggiunto il 100% dell’avanzamento finanziario sul contributo finanziario concesso.

Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio: Assistente Sociale dell’Ambito. Operatori dei nidi e dei centri minori

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Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi TITOLO: Potenziare e qualificare i percorsi di affido familiare.

Annualità: 2013 ⌧⌧⌧ 2014 ⌧⌧⌧ 2015 ⌧⌧⌧ 2016 ⌧⌧⌧ AMBITO DI MARTANO PROVINCIA DI LECCE

Informazioni generali

Valenza territoriale: ⌧ ambito comunale

Obiettivo di servizio: ⌧ SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)

Numero progressivo: 13 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie)

Denominazione servizio/intervento: Affido familiare - equipe Art. del r.r. 4/2007: 96

Importo totale programmato: € 15.600,00 ( 15.600 risorse ASL il costo dell’A.S. è compreso nel progetto n.6)

Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) ⌧ gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ______)

Tipologia di utenti: residenti nei Comuni dell’Ambito di Martano

N° medio annuo previsto di utenti: 26

Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) L’equipe integrata Affido si propone gli obiettivi di : - Contrastare l’allontanamento dei minori e creare una cultura dei diritti dei minori; - Creare una rete di Welfare di prossimità (Associazioni, Parrocchie ecc.) per la soluzione delle problematiche minorili; - Favorire processi di auto-aiuto tra famiglie già affidatarie o adottive. In data 25/09/2013 l’Ambito ha sottoscritto con l’ASL il protocollo operativo per la costituzione dell’equipe integrata affido adozione che si occupa sia dell’adozione nazionale che di quella internazionale. L’attività dell’equipe si svolge nei giorni di lunedì e giovedì, in spazi resi disponibili dal distretto socio sanitario di Martano.

Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio: Assistente Sociale dell’Ambito; Psicologo e Assistente Sociale del Consultorio Familiare. 81

Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi TITOLO: Potenziare e qualificare i percorsi di affido familiare.

Annualità: 2013 2014 ⌧⌧⌧ 2015 ⌧⌧⌧ 2016 ⌧⌧⌧

AMBITO DI MARTANO

PROVINCIA DI LECCE

Informazioni generali

Valenza territoriale: ⌧ ambito comunale

Obiettivo di servizio: ⌧ SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)

Numero progressivo: 14 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie)

Denominazione servizio/intervento: Affido familiare – contributi alle famiglie affidatarie Art. del r.r. 4/2007: 96

Importo totale programmato: € 86.400,00 ( 72.000,00FNPS, 14.400,00risorse proprie comuni)

Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) ⌧ gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ______)

Tipologia di utenti: Minori e Famiglie affidatarie

N° medio annuo previsto di utenti: 20

Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi : L’Ambito ha partecipato al bando regionale per la promozione e il potenziamento dei percorsi di affidamento familiare ( delibera G.R. n. 1176 del 24 maggio 2011.). Nell’Ambito di Martano i percorsi di affido sono superiori al numero. degli inserimenti dei minori ricoverati in struttura. Infatti abbiamo n. 20 minori affidati contro n. 17 ricoverati in struttura. Gli obiettivi che si intendono perseguire sono: • Implementare il servizio di affido familiare quale risorsa per famiglie in difficoltà e/o con minori a rischio; • Prevenire ulteriori traumi dovuti alle lacerazioni affettive, attraverso l’inserimento dei minori in nuclei familiari, scelti tra le famiglie dichiarate idonee all’affido, per garantire una serena crescita psico affettiva. • Ridurre il numero di minori inseriti in strutture residenziali. 82

Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio • Assistenti Sociali dei Comuni; • Operatori dell’equipe (psicologo e assistenti sociali).

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Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi TITOLO: Qualificare i percorsi di Adozione nazionale e internazionale

Annualità: 2013 ⌧ 2014 ⌧ 2015 ⌧⌧⌧ 2016 ⌧ AMBITO DI MARTANO PROVINCIA DI LECCE

Informazioni generali

Valenza territoriale: ⌧⌧⌧ ambito comunale

Obiettivo di servizio: ⌧⌧⌧ SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)

Numero progressivo: 15 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie)

Denominazione servizio/intervento: Adozione familiare

Art. del r.r. 4/2007: altro (linee guida regionali adozione nazionale e internazionale)

Importo totale programmato: 15.600,00 (a carico del Distretto perché il costo dell’A.S. dell’Ambito è compreso nel progetto n. 6)

Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) ⌧ gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ______)

Tipologia di utenti: Coppie residenti nell’Ambito di Martano

N° medio annuo previsto di utenti: 10

Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) L'équipe integrata ha il compito di promuovere una sempre più adeguata cultura dell'adozione, con una serie di procedure e strumenti atti a qualificare e sostenere il percorso adottivo e post-adottivo, al fine di contrastare il preoccupante fenomeno del fallimento dello stesso. Essa si occuperà dell'informazione, della formazione, della valutazione e del sostegno/accompagnamento alla genitorialità adottiva.

Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio Tribunale Assistenti Sociali dei Comuni Psicologo e Assistente Sociale del Consultorio Familiare Terzo settore Famiglie 84

Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi TITOLO: Qualificare l’offerta delle strutture e dei servizi per minori.

Annualità: 2013 2014 ⌧ 2015 ⌧ 2016 AMBITO DI MARTANO PROVINCIA DI LECCE

Informazioni generali

Valenza territoriale: ⌧⌧⌧ ambito comunale

Obiettivo di servizio: ⌧⌧⌧ SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)

Numero progressivo: 16 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie)

Denominazione servizio/intervento: Centri diurni minori

Art. del r.r. 4/2007: 52 - 104

Importo totale programmato: € 400.000,00 (residui stanziamento)

Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia ⌧⌧⌧ gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ______)

Tipologia di utenti: minori

N° medio annuo previsto di utenti: 50

Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) Il Coordinamento Istituzionale con deliberazione n. 13/2013 ha stabilito le sedi dei due centri diurni nei comuni di Martano (ai sensi dell’art. 104 R.R. n. 4/2007) e di Vernole (ai sensi dell’art. 52 R.R. n. 4/2007). Gli obiettivi riguardano la prevenzione ed il recupero di minori con problemi di socializzazione o esposti a rischio di dispersione scolastica, emarginazione e devianza e la prevenzione primaria nelle varie forme di dipendenze. Le attività previste sono: - laboratori musicali, artigianali e artistici; - attività sportive, culturali e ricreative. I risultati attesi sono. Riduzione dei ricoveri in istituti; Prevenzione del disagio; Creazione di una cultura dell’agio;

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Creazione di una rete dei diversi attori che operano con e per i minori.

Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio - Assistenti Sociali dei Comuni dell’Ambito - Educatori – Educatori professionali – Assistenti Sociali - Animatori - altre figure qualificate.

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Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi TITOLO: Potenziare la presa in carico dei L.E.P..

Annualità 2: 2013 ⌧⌧⌧ 2014 ⌧⌧⌧ 2015 ⌧⌧⌧ 2016 ⌧⌧⌧ AMBITO DI MARTANO PROVINCIA DI LECCE

Informazioni generali

Valenza territoriale: ⌧ ambito comunale

Obiettivo di servizio: ⌧ SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)

Numero progressivo: 17 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie)

Denominazione servizio/intervento: UNITA’ DI VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE

Art. del r.r. 4/2007: 27

Importo totale programmato: € 84.800,00 ( 25.000,00 FNA e 59.800,00 risorse umane a carico del Distretto)

Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) ⌧ gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ______)

Tipologia di utenti: ANZIANI e DISABILI

N° medio annuo previsto di utenti: 1340

Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)

L’Unità di Valutazione Multidimensionale (UVM) è un’equipe multiprofessionale di tipo funzionale, costituita in staff alla Direzione del Distretto, nella quale è previsto il contributo dello specialista o degli specialisti competenti in relazione alla patologia della persona da valutare. Si tratta di un’unità operativa in grado di garantire l’integrazione della rete dei servizi sanitari, socio-sanitari e socio-assistenziali territoriali.. Obiettivo generale dell’UVM, consiste nell’individuare e offrire la migliore soluzione possibile per la persona riconosciuta in stato di bisogno sociosanitario. Pertanto, l’UVM valuta sia l’autosufficienza che i bisogni socio-assistenziali dei cittadini che richiedono

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interventi integrati, assolvendo alle seguenti funzioni: - valuta i bisogni sanitari-sociosanitari complessi; - fornisce le risposte a detti bisogni elaborando il Progetto Assistenziale Individualizzato; - funge da filtro per l’accesso alla rete dei servizi sanitari-sociosanitari di natura domiciliare, semiresidenziale e residenziale extra ospedaliera a carattere integrato; - verifica l’andamento del progetto fino alla sua conclusione che deve essere concordata tra gli attori coinvolti.

Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio Gli operatori sono quelli previsti nell’Accordo di Programma per la programmazione e realizzazione del servizio di Cure Domiciliari Integrate (CDI) sottoscritto dall’Ambito e dal Distretto Socio Sanitario il 12 dicembre 2013.

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Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi TITOLO: Consolidare e ampliare il sistema di offerta domiciliare.

Annualità 3: 2013 ⌧⌧⌧ 2014 ⌧⌧⌧ 2015 ⌧⌧⌧ 2016 ⌧⌧⌧ AMBITO DI MARTANO PROVINCIA DI LECCE

Informazioni generali

Valenza territoriale: ⌧ ambito comunale

Obiettivo di servizio: ⌧ SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)

Numero progressivo: 18 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie)

Denominazione servizio/intervento: ASSISTENZA DOMICILIARE INTEGRATA

Art. del r.r. 4/2007: Art. 88

Importo totale programmato: € 1.019.980,00 (di cui 30.000,00 per ADI disabili (FNA) 817.500,00 risorse umane ASL e 172.480,00 fondi PAC che vanno a sommarsi ai 232.000,00 euro impegnati col 2° PdZ)

Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia ⌧ gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ______)

Tipologia di utenti: Anziani, disabili adulti e minori in condizioni di non autosufficienza o ridotta autosufficienza temporanea o protratta

N° medio annuo previsto di utenti: 22 disabili + 45 anziani

Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)

L’ADI è un servizio domiciliare che garantisce un complesso di prestazioni di tipo domestico (rifacimento del letto, cambio della biancheria), socio-assistenziale (aiuto per il disbrigo di piccolo commissioni e pratiche amministrative, aiuto e igiene alla persona) e sanitarie (mediche, infermieristiche e riabilitative) in forma integrata e secondo il Piano Assistenziale Individualizzato. Il Servizio di Assistenza Domiciliare Integrata ha l’obiettivo di favorire la permanenza del cittadino nel suo ambiente di vita evitando l’istituzionalizzazione, attraverso un

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complesso di prestazioni socio-sanitarie e assistenziali. In particolare, il servizio A.D.I. è finalizzato a perseguire i seguenti obiettivi: - Limitare l’ospedalizzazione e l’istituzionalizzazione dell’anziano-disabile non autosufficiente, - ottenere il recupero dell’autosufficienza della persona anziana-disabile; - potenziamento interazione nella rete familiare, sociale e del volontariato.

Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio - Operatori socio-assistenziali; - Assistenti Sociali;

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Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi TITOLO: Consolidare e ampliare il sistema di offerta domiciliare.

Annualità 4: 2013 ⌧⌧⌧ 2014 ⌧⌧⌧ 2015 ⌧⌧⌧ 2016 ⌧⌧⌧ AMBITO DI MARTANO PROVINCIA DI LECCE

Informazioni generali

Valenza territoriale: ⌧ ambito comunale

Obiettivo di servizio: ⌧ SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)

Numero progressivo: 19 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie)

Denominazione servizio/intervento: ASSISTENZA DOMICILIARE SOCIALE

Art. del r.r. 4/2007: Art. 87

Importo totale programmato: € 354.728,00 di cui: €. 26.924,81 da residui stanziamento, €. 81.043,19 da FNA, €. 25.000,00 risorse proprie dei Comuni €. 221.760,00 dai Fondi PAC (che vanno a sommarsi ai 62.000,00 euro già impegnati col 2° PdZ .)

Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia ⌧ gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ______)

Tipologia di utenti: Anziani e disabili

N° medio annuo previsto di utenti: 90

Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)

Il Servizio di Assistenza Domiciliare Sociale garantisce interventi da fornire ai cittadini, con l’obiettivo di favorire la permanenza nel loro ambiente di vita, evitando l’istituzionalizzazione, permettendo loro una soddisfacente vita di relazione attraverso l’insieme di prestazioni socio-assistenziali. Al servizio si accede a seguito di valutazione

4 Indicare le annualità di realizzazione del servizio/intervento che hanno copertura finanziaria con le risorse già disponibili programmate nel Piano di Zona. Indicare il 2013 solo nel caso di interventi già avviati tra il II e il III piano sociale di zona, ovvero per gli interventi ammessi a finanziamento su risorse proprie comunali che confluiscono nel “cofinanziamento comunale” e comunque riconducibili agli obiettivi di servizio. 91

multidimensionale. Il servizio di assistenza domiciliare (S.A.D.), ha l’obiettivo di aiutare la persona nel disbrigo delle attività quotidiane sollevando in parte la famiglia dal carico assistenziale (es. igiene degli ambienti, servizio di lavanderia, preparazione dei pasti, igiene della persona, disbrigo di commissioni) e intende consolidare e potenziare i seguenti obiettivi: - limitare l’ospedalizzazione e istituzionalizzazione dell’anziano; - recupero dell’autosufficienza; - potenziamento e integrazione nella rete familiare, sociale e del volontariato. Il servizio ha come obiettivo, entro il 2016 di raggiungere il tetto di n. 162 anziani, ultrasessantacinquenni residenti nei dieci Comuni dell’Ambito. Dopo l’approvazione del PdZ , tutti gli utenti che usufruiscono del SAD e i nuovi richiedenti saranno valutati dall’UVM. Inoltre non sarà più possibile usufruire contemporaneamente del servizio ADI e SAD.

Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio

- Operatori socio-assistenziali; - Assistenti Sociali; - Medico Responsabile A.D.I. - Medico specialista nella patologia prevalente; - Medico di Medicina Generale o Pediatra di Libera Scelta; - Coordinatore socio-sanitario - Terapista; - Infermiere coordinatore; - Infermiere.

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Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi TITOLO: Consolidare e ampliare la presa in carico integrata delle persone con disabilità psichica e psichiatrici stabilizzati.

Annualità 5: 2013 2014 ⌧⌧⌧ 2015 ⌧ 2016 ⌧

AMBITO DI MARTANO

PROVINCIA DI LECCE

Informazioni generali

Valenza territoriale: ⌧⌧⌧ ambito comunale

Obiettivo di servizio: ⌧⌧⌧ SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)

Numero progressivo: 20 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie)

Denominazione servizio/intervento: SAD / ADI PER MALATI PSICHICI

Art. del r.r. 4/2007: Art. 87 - 88

Importo totale programmato: € 20.500,00 ( di cui 19.268,10 da residui di stanziamento comprensivi dei 7.180 da residui vincolati e 1.231,90 FNPS ) )

Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia ⌧⌧⌧gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ______)

Tipologia di utenti: Malati psichici e psichiatrici stabilizzati

N° medio annuo previsto di utenti: 10

Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) L’ assistenza domiciliare socio-sanitaria integrata, ( ADI) e l’ Assistenza Domiciliare Sociale sono servizi che implementano e danno impulso alle cure a domicilio includendo negli interventi l’incremento degli utenti con disabilità psichica e psichiatrici stabilizzati La presa in carico avviene attraverso la valutazione dell’UVM, l’elaborazione del PAI di tutti i pazienti psichici che necessitano a domicilio sia di prestazioni sanitarie e sia di prestazioni socio-assistenziali. L’obiettivo da raggiungere entro il triennio è di 60 assistiti Gli utenti non potranno beneficiare del servizio ADI e SAD contemporaneamente.

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Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio: Operatori del CSM - Operatori Socio sanitari - Assistenti Sociali dei Comuni dell’Ambito e componenti dell’UVM relativamente all’ADI.

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Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi TITOLO: Consolidare ed ampliare il sistema di offerta domiciliare.

Annualità 6: 2013 2014 2015 ⌧⌧⌧ 2016 ⌧⌧⌧ AMBITO DI MARTANO PROVINCIA DI LECCE

Informazioni generali

Valenza territoriale: ⌧ ambito comunale

Obiettivo di servizio: ⌧ SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)

Numero progressivo: 21 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie)

Denominazione servizio/intervento: Contributi per l’abbattimento delle barriere architettoniche

Art. del r.r. 4/2007: altro

Importo totale programmato: €

Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) ⌧ gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ______)

Tipologia di utenti: persone con disabilità

N° medio annuo previsto di utenti: ______

Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni L’obiettivo del progetto è quello di facilitare l’accesso alle abitazioni private delle persone con disabilità motorie attraverso l’ erogazione di contributi economici a sostegno della spesa sostenuta per l’abbattimento delle barriere architettoniche nelle abitazioni private.

Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio: Assistenti sociali del servizio sociale professionale di Ambito, dei Comuni e del Segretariato Sociale

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Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi TITOLO: Consolidare ed ampliare il sistema di offerta domiciliare

Annualità: 2013 ⌧⌧⌧ 2014 ⌧⌧⌧ 2015 2016 AMBITO DI MARTANO PROVINCIA DI LECCE

Informazioni generali

Valenza territoriale: ⌧ ambito comunale

Obiettivo di servizio: ⌧ SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)

Numero progressivo: 22 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie)

Denominazione servizio/intervento: Buoni servizio di conciliazione per anziani e disabili

Art. del r.r. 4/2007: altro

Importo totale programmato: € 240.274,46 (Buoni servizio anziani/disabili)

Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) ⌧ gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ______)

Tipologia di utenti: anziani e disabili non autosufficienti

N° medio annuo previsto di utenti: ______

Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) Il presente intervento intende favorire il potenziamento di una rete di strutture e servizi socio-assistenziali, socio-educativi e socio-riabilitativi per persone con diverse abilità e persone ultrasessantacinquenni in condizione di non autosufficienza, al fine di promuovere e garantire l’inclusione sociale e le prestazioni socio-educative e riabilitative, nonché il sostegno per il carico di cura familiare. Ad oggi nel nostro Ambito non risultano strutture e/o servizi autorizzati al funzionamento per cui le risorse non sono state utilizzate.

Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio Assistente Sociale dell’Ufficio di Piano Assistenti Sociali dei Comuni dell’Ambito.

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Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi TITOLO: Consolidare ed ampliare il sistema di offerta domiciliare. Annualità 7: 2013 ⌧⌧⌧ 2014 ⌧⌧⌧ 2015 2016 AMBITO DI MARTANO PROVINCIA DI LECCE

Informazioni generali

Valenza territoriale: ⌧ ambito comunale

Obiettivo di servizio: ⌧ SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)

Numero progressivo: 23 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie)

Denominazione servizio/intervento: Progetti di Vita Indipendente

Art. del r.r. 4/2007: altro

Importo totale programmato: € 105.630,56 (altre risorse pubbliche)

Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) ⌧⌧⌧ gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ______)

Tipologia di utenti: Adulti disabili di età compresa tra i 16-64 anni

N° medio annuo previsto di utenti: 7

Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)

Con Del. G.R. n. 2578/2010 si approva il Progetto Qualify-Care Puglia, finanziato con risorse del Fondo Nazionale Non Autosufficienza e del Fondo Regionale per la Non Autosufficienza, la cui attività principale è quella dell’attivazione e finanziamento in via sperimentale dei Progetti di Vita Indipendente (PRO.V.I.). Tale progetto intende sperimentare modalità integrate di intervento per la presa in carico di persone in condizioni di grave non autosufficienza e disagiate condizioni familiari, economiche, abitative, coinvolgendo i distretti sociosanitari e i Comuni. Obiettivo dei PRO.V.I. è di sostenere la vita indipendente, ossia dare la possibilità ad una persona adulta con disabilità grave, di autodeterminarsi e di poter vivere avendo la capacità di prendere decisioni riguardanti la propria vita e di svolgere attività di propria scelta. Pertanto, la persona con disabilità, da oggetto di cura diviene persona attiva che si autodetermina.

Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio

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Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi TITOLO: Consolidare e ampliare il sistema di offerta e domanda della rete di servizi comunitari, residenziali e a ciclo diurno. Annualità 8: 2013 2014 2015 ⌧⌧⌧ 2016 ⌧⌧⌧ AMBITO DI MARTANO PROVINCIA DI LECCE

Informazioni generali

Valenza territoriale: ⌧⌧⌧ ambito comunale

Obiettivo di servizio: ⌧⌧⌧ SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)

Numero progressivo: 24 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie)

Denominazione servizio/intervento: Centri diurni anziani

Art. del r.r. 4/2007: Art. 106

Importo totale programmato: € ZERO

Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) ⌧ gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ______)

Tipologia di utenti: anziani

N° medio annuo previsto di utenti: 500

Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)

L’Ambito di Martano non dispone di centri diurni anziani, come previsti dal regolamento n. 4/2007, ma nei Comuni dell’Ambito sono attivi centri anziani ricreativi. I centri sociali polivalenti per anziani hanno come obiettivi prioritari: - Contrastare l’isolamento e l’emarginazione sociale delle persone anziane; - Mantenere i livelli di autonomia; Tra le attività previste vi sono: - Prestazioni a carattere assistenziale; - Attività di socializzazione e animazione; - Attività espressive, psico-motorie e ludiche; - Attività culturali e di formazione; - Attività di laboratorio ludico-espressivo e artistico;

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- Servizio di trasporto. Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio

Le figure professionali previste sono: - Assistenti sociali dei Comuni dell’Ambito; - Assistenti sociali del servizio sociale professionale di Ambito; - Operatori addetti all’assistenza; - Educatori professionali; - Animatori sociali.

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Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi TITOLO: Consolidare e ampliare il sistema di offerta e domanda della rete di servizi comunitari, residenziali e a ciclo diurno.

Annualità 9: 2013 2014 2015 ⌧⌧⌧ 2016 ⌧⌧⌧ AMBITO DI MARTANO PROVINCIA DI LECCE

Informazioni generali

Valenza territoriale: ⌧⌧⌧ ambito comunale

Obiettivo di servizio: ⌧⌧⌧ SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)

Numero progressivo: 25 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie)

Denominazione servizio/intervento: Centri diurni disabili

Art. del r.r. 4/2007: Art. 105

Importo totale programmato: € ZERO

Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) ⌧ gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ______)

Tipologia di utenti: Diversamente abili e loro famiglie

N° medio annuo previsto di utenti: 45

Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)

L’Ambito di Martano dispone di centri sociali polivalenti per disabili nel Comune di Borgagne, frazione di Melendugno e di due centri gestiti da associazioni del territorio nei Comuni di Calimera e Castri di Lecce. A oggi non risultano Centri autorizzati al funzionamento né iscritti al Catalogo. I centri sociali polivalenti hanno come obiettivi prioritari: - Contrastare l’isolamento e l’emarginazione sociale delle persone diversamente abili; - Mantenere i livelli di autonomia; - Supportare le famiglie. Tra le attività previste vi sono: - Attività educative indirizzate all’autonomia;

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- Prestazioni a carattere assistenziale; - Attività di socializzazione e animazione; - Attività espressive, psico-motorie e ludiche; - Attività culturali e di formazione; - Attività di laboratorio ludico-espressivo e artistico; - Servizio di trasporto.

Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio

Le figure professionali previste sono: - Assistenti sociali dei Comuni dell’Ambito; - Assistenti sociali del servizio sociale professionale di Ambito; - Operatori addetti all’assistenza; - Educatori professionali; - Animatori sociali; - Terapisti della riabilitazione in presenza di esigenze specifiche per alcuni utenti.

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Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi TITOLO: Consolidare e ampliare il sistema di offerta e domanda della rete di servizi comunitari, residenziali e a ciclo diurno.

Annualità 10 : 2013 2014 ⌧⌧⌧ 2015 ⌧⌧⌧ 2016 ⌧⌧⌧ AMBITO DI MARTANO PROVINCIA DI LECCE

Informazioni generali

Valenza territoriale: ⌧ ambito comunale

Obiettivo di servizio: ⌧ SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)

Numero progressivo: 26 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie)

Denominazione servizio/intervento: Centri Diurni socio-educativi riabilitativi

Art. del r.r. 4/2007: 60

Importo totale programmato: € 184.385,43 (residui stanziamento)

Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie ) gestione in economia ⌧⌧⌧ gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ______)

Tipologia di utenti: Disabili minori ed adulti

N° medio annuo previsto di utenti: 20

Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)

Il 30 maggio 2013 è stato sottoscritto, tra l’Ambito Territoriale e la Asl, il Protocollo di intesa per la gestione integrata del Centro Diurno Socio Educativo e Riabilitativo per persone con notevole compromissione delle autonomie funzionali con sede in Zollino. Il Centro socio-educativo è una struttura socio-assistenziale a ciclo diurno finalizzata al mantenimento e al recupero dei livelli di autonomia della persona. L’accesso avviene a seguito di valutazione multidimensionale. Il Centro promuove, con un adeguato intervento educativo personalizzato, il recupero delle potenzialità psicofisiche del diversamente abile e per la sua integrazione nel contesto locale e sociale, si avvale di risorse, servizi e strutture presenti sul territorio e

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garantisce, attraverso progetti individuali la partecipazione degli utenti in carico, ad attività organicamente strutturate.

Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio

- Coordinatore; - n.4 Educatori Professionali; - Assistenti Sociali dei Comuni dell’Ambito; - Psicologi, tecnici della riabilitazione e della rieducazione funzionale; - Personale ausiliario.

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Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi TITOLO: Consolidare e ampliare il sistema di offerta e domanda della rete di servizi comunitari, residenziali e a ciclo diurno. Annualità 11 : 2013 2014 2015 2016 ⌧⌧⌧ AMBITO DI MARTANO PROVINCIA DI LECCE

Informazioni generali

Valenza territoriale: ⌧ ambito comunale

Obiettivo di servizio: ⌧ SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)

Numero progressivo: 27 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie)

Denominazione servizio/intervento: Strutture residenziali “Dopo di noi”

Art. del r.r. 4/2007: Art. 55- 57

Importo totale programmato: € (Risorse previste nel Fondo rete servizi residenziali progetto n. 28)

Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia ⌧ gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ______)

Tipologia di utenti: Disabili di età compresa tra i 18 e i 64 anni privi di validi riferimenti familiari

N° medio annuo previsto di utenti: 10

Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)

Il Comune di Martano, con il finanziamento di € 125.000,00, ha dato avvio alla realizzazione dell’infrastruttura sociale “Centro socio-assistenziale Dopo di Noi”. Il Centro socio-assistenziale Dopo di Noi, ha come obiettivo prioritario l’accoglienza di disabili gravi, privi di una rete familiare. Il centro promuove: - Attività a sostegno dell’autonomia individuale e sociale; - Inserimento socio-lavorativo; - Prestazioni sanitarie assimilabili alle forme di assistenza domiciliari.

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Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio

Le figure professionali previste sono: - Assistenti sociali dei Comuni dell’Ambito; - Assistenti sociali del servizio sociale professionale di Ambito e del Segretariato Sociale; - Assistente sociale; - Educatore professionale; - Personale ausiliario.

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Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi TITOLO: Consolidare e ampliare il sistema di offerta e domanda della rete di servizi comunitari, residenziali e a ciclo diurno.

Annualità 12 : 2013 2014 ⌧⌧⌧ 2015 2016 AMBITO DI MARTANO PROVINCIA DI LECCE

Informazioni generali

Valenza territoriale: ⌧ ambito comunale

Obiettivo di servizio: ⌧ SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)

Numero progressivo: 28 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie)

Denominazione servizio/intervento: Centro diurno per persone affette da Alzheimer

Art. del r.r. 4/2007: 60 ter

Importo totale programmato: € 20.000,00 (fondo rete servizi residenziali a ciclo diurno) (Residui Stanziamento)

Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia ⌧ gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ______)

Tipologia di utenti: Disabili di età compresa tra i 18 e i 64 anni privi di validi riferimenti familiari

N° medio annuo previsto di utenti: 2

Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)

Il centro diurno per soggetti con demenze è un servizio semiresidenziale, destinato a soggetti affetti da demenza e al sostegno dei familiari e/o altre persone di riferimento, che li assistono al domicilio. Nel piano di investimenti a valere sulle risorse di cui alla Linea 3.2- Azione 3.2.1- Infrastrutturazione Sociale, l’Ambito di Martano ha ottenuto un finanziamento per la ristrutturazione di un immobile da destinare a Centro Diurno Alzheimer nel Comune di Vernole.

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L’avvio dei lavori può essere previsto nel 2014. Col presente progetto si prevede un Fondo per i servizi residenziali a ciclo diurno.

Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio

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Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi TITOLO: Consolidare e ampliare il sistema di offerta e domanda della rete di servizi comunitari, residenziali e a ciclo diurno. Annualità: 2013 ⌧⌧⌧ 2014 ⌧⌧⌧ 2015 ⌧⌧⌧ 2016 ⌧⌧⌧ AMBITO DI MARTANO PROVINCIA DI LECCE

Informazioni generali

Valenza territoriale: ⌧ ambito comunale

Obiettivo di servizio: ⌧ SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)

Numero progressivo: 29 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie)

Denominazione servizio/intervento: Integrazione scolastica minori con disabilità - equipe

Art. del r.r. 4/2007: 92

Importo totale programmato: € ( risorse umane a carico ASL) Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia ⌧ gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ______)

Tipologia di utenti: Minori con disabilità frequentanti le strutture scolastiche, che necessitano di assistenza specialistica.

N° medio annuo previsto di utenti: 8

Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) Il servizio per l’integrazione scolastica dei minori disabili, è orientato a garantire il diritto allo studio dei portatori di handicap fisici, psichici e sensoriali attraverso il loro inserimento nelle strutture scolastiche ordinarie, comprese la Scuola dell’Infanzia e l’Università, previa elaborazione di un progetto individuale unitario dell’alunno, in collaborazione con la famiglia, la scuola, il Distretto sociosanitario. Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio Le figure professionali previste sono: - Medico specializzato; - Psicologo; - Pedagogista; - Educatore professionale; - Assistente Sociale; - Terapista. 108

Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi TITOLO: Consolidare e ampliare il sistema di offerta e domanda della rete di servizi comunitari, residenziali e a ciclo diurno.

Annualità: 2013 ⌧⌧⌧ 2014 ⌧⌧⌧ 2015 ⌧⌧⌧ 2016 ⌧⌧⌧ AMBITO DI MARTANO PROVINCIA DI LECCE

Informazioni generali

Valenza territoriale: ⌧ ambito comunale

Obiettivo di servizio: ⌧ SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)

Numero progressivo: 30 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie)

Denominazione servizio/intervento: Integrazione scolastica minori con disabilità

Art. del r.r. 4/2007: 92

Importo totale programmato: € 523.976,00 (di cui 125.000,00 (RESIDUI STANZIAMENTO 398.976 risorse umane ASL)

Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia ⌧ gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ______)

Tipologia di utenti: Minori con disabilità frequentanti le strutture scolastiche, che necessitano di assistenza specialistica.

N° medio annuo previsto di utenti: 8

Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)

Il servizio per l’integrazione scolastica dei minori disabili, è orientato a garantire il diritto allo studio dei portatori di handicap fisici, psichici e sensoriali attraverso il loro inserimento nelle strutture scolastiche ordinarie, comprese la Scuola dell’Infanzia e l’Università, previa elaborazione di un progetto individuale unitario dell’alunno, in collaborazione con la famiglia, la scuola, il Distretto sociosanitario. Obiettivo del progetto è integrare, su richiesta del servizio di integrazione scolastica della ASL , gli operatori di quest’ultimo quando si creano delle scoperture presso le scuole dell’obbligo dell’Ambito.

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Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio

Le figure professionali previste sono: - Assistenti sociali dei Comuni dell’Ambito; - Psicologo, pedagogista, educatore professionale; - Operatori socio-sanitari.

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Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi TITOLO: Consolidare e ampliare il sistema di offerta e domanda della rete di servizi comunitari, residenziali e a ciclo diurno.

Annualità: 2013 2014 ⌧ 2015⌧ 2016 AMBITO DI MARTANO PROVINCIA DI LECCE

Informazioni generali

Valenza territoriale: ⌧⌧⌧ ambito comunale

Obiettivo di servizio: ⌧⌧⌧ SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)

Numero progressivo: 31 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie)

Denominazione servizio/intervento: Trasporto sociale persone con disabilità

Art. del r.r. 4/2007: altro

Importo totale programmato: € 86.904,67 (86.031,83 RESIDUI STANZIAMENTO - 872,84 FGSA)

Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia ⌧⌧⌧ gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ______)

Tipologia di utenti: disabili

N° medio annuo previsto di utenti: 13

Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) Obiettivi del servizio sono: - sostenere le famiglie dei disabili; - favorire l’integrazione. Le attività riguardano il trasporto dei diversamente abili dalle rispettive abitazioni alle sedi dei servizi riabilitativi del distretto.

Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio Operatori dei servizi riabilitativi; Autisti; 111

Assistenti Sociali dei Comuni dell’Ambito.

Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi TITOLO: Consolidare e ampliare la presa in carico integrata delle persone con disabilità psichica e psichiatrici stabilizzati .

Annualità: 2013 2014 ⌧ 2015 ⌧ 2016 ⌧ AMBITO DI MARTANO PROVINCIA DI LECCE

Informazioni generali

Valenza territoriale: ⌧⌧⌧ ambito comunale

Obiettivo di servizio: ⌧⌧⌧ SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)

Numero progressivo: 32 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie)

Denominazione servizio/intervento: Inserimenti in strutture a ciclo diurno per persone con disagio psichico

Art. del r.r. 4/2007: 60 – 60 bis - 105

Importo totale programmato: € è stato previsto un fondo per la rete residenziale a ciclo diurno nel progetto n. 28

Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia ⌧⌧⌧ gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ______)

Tipologia di utenti: disabili psichici

N° medio annuo previsto di utenti: 2

Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) Con questo intervento si intende assicurare una compartecipazione alla spesa delle rette per l’inserimento in strutture a ciclo diurno per persone con disagio psichico.

Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio Operatori sociali dei centri Animatori Assistente Sociale Tecnici della riabilitazione

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Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi TITOLO: Consolidare e ampliare la presa in carico integrata delle persone con disabilità psichica e psichiatrici stabilizzati.

Annualità: 2013 2014 ⌧ 2015 ⌧ 2016 ⌧ AMBITO DI MARTANO PROVINCIA DI LECCE

Informazioni generali

Valenza territoriale: ⌧⌧⌧ ambito comunale

Obiettivo di servizio: ⌧⌧⌧ SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)

Numero progressivo: 33 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie)

Denominazione servizio/intervento: Residenze per persone con disagio psichico (art. 70-60 bis R. R. 4/2007) Art. del r.r. 4/2007: 60 bis - 70

Importo totale programmato: € 65.000,00 (RISORSE PROPRIE DEI COMUNI)

Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia ⌧⌧⌧ gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ______)

Tipologia di utenti: disabili psichici

N° medio annuo previsto di utenti: 4

Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) Garantire una vita quotidiana significativa e soddisfacente alle persone disabili psichici e pazienti psichiatrici stabilizzati. Rimborsare parzialmente la spesa sostenuta dai Comuni.

Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio Operatori socio sanitari, educatori e docenti di arti e mestieri.

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Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi TITOLO: Consolidare e ampliare la presa in carico integrata nell’accesso alle prestazioni socio sanitarie delle persone affette da dipendenze patologiche.

Annualità: 2013 2014 ⌧ 2015 ⌧ 2016 AMBITO DI MARTANO PROVINCIA DI LECCE

Informazioni generali

Valenza territoriale: ⌧⌧⌧ ambito comunale

Obiettivo di servizio: ⌧⌧⌧ SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)

Numero progressivo: 34 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie)

Denominazione servizio/intervento: Interventi per persone con dipendenze patologiche

Art. del r.r. 4/2007: altro

Importo totale programmato: € 17.280,00 (residui VINCOLATI)

Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) ⌧⌧⌧ gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ______)

Tipologia di utenti: PAZIENTI che hanno concluso il trattamento terapeutico

N° medio annuo previsto di utenti: 3

Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)

- Acquisizione di competenze professionali corrispondenti alle esigenze reali del contesto produttivo che accoglie il tirocinante; - Aumento dell’affidabilità (se è sempre presente o eventualmente in caso di assenza si preoccupa di avvisare, se fa assenze immotivate) - Accettazione dei ritmi produttivi (se ha rispettato le pause; se ha seguito correttamente ed è stato indipendente nei compiti assegnatigli; se ha mantenuto nel tempo la concentrazione; se è riuscito a pianificare le fasi del lavoro che doveva svolgere; - Miglioramento dell’autonomia; - Motivazione al percorso di riabilitazione-formazione;

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- Predisposizione di un Disciplinare di Ambito per la regolamentazione dei tirocini formativi/lavorativi.

Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio Operatori sociali dei Comuni e del SERT Ditte locali disponibili all’inserimento lavorativo.

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Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi TITOLO: Qualificare la rete di strutture e servizi per la prevenzione ed il contrasto della violenza su donne e minori, dello sfruttamento e della tratta di esseri umani.

Annualità: 2013 2014 ⌧ 2015 ⌧ 2016 AMBITO DI MARTANO PROVINCIA DI LECCE

Informazioni generali

Valenza territoriale: ⌧⌧⌧ ambito comunale

Obiettivo di servizio: ⌧⌧⌧ SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)

Numero progressivo: 35 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie)

Denominazione servizio/intervento: Maltrattamento e violenza – CAV

Art. del r.r. 4/2007: 107

Importo totale programmato: PROGETTO FINANZIATO CON LE RISORSE DEL PDZ 2010-2013

Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia ⌧⌧⌧ gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ______)

Tipologia di utenti: donne, minori e persone vittime di tratta

N° medio annuo previsto di utenti: 9

Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) Obiettivo del progetto è quello di offrire ai Comuni dell’Ambito e alle vittime di violenza, mediante la convenzione con il Centro Antiviolenza, uno spazio riservato sia all’ascolto che al trattamento e alla consulenza legale. Con deliberazione del Coordinamento Istituzionale n. 26 del 07/08/2013 è stato approvato il progetto per il potenziamento dell’ equipe multidisciplinare maltrattamento e abuso che prevede una convenzione con un CAV. Oltre alle attività di pronto intervento, ascolto e consulenza , sono previste attività di prevenzione e sensibilizzazione nelle scuole, anche al fine di contrastare fenomeni di bullismo .

Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio: Assistenti Sociali dei Comuni dell’Ambito, Psicologi, Psicoterapeuti, Educatori, Assistenti Sociali e Legale 116

Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi TITOLO: Qualificare la rete di strutture e servizi per la prevenzione ed il contrasto della violenza su donne e minori, dello sfruttamento e della tratta di esseri umani.

Annualità: 2013 2014 ⌧ 2015 2016 AMBITO DI MARTANO PROVINCIA DI LECCE

Informazioni generali

Valenza territoriale: ⌧ ambito comunale

Obiettivo di servizio: ⌧ SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)

Numero progressivo: 36 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie)

Denominazione servizio/intervento: Maltrattamento e violenza - residenziale Art. del r.r. 4/2007: 80-81

Importo totale programmato: € 16.500,00 (RESIDUI STANZIAMENTO)

Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia ⌧ gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ______)

Tipologia di utenti: donne, minori e persone vittime di tratta

N° medio annuo previsto di utenti: 2

Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) Offrire alle donne vittime di violenza fisica e/ psicologica, con o senza figli, ospitalità presso una casa rifugio autorizzata.

Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio Assistenti Sociali dei Comuni dell’Ambito Operatori dell’equipe integrata, personale della casa rifugio .

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Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi TITOLO: Sviluppare la piena integrazione operativa e gestionale delle equipe multidisciplinari integrate.

Annualità: 2013 2014 ⌧⌧⌧ 2015 ⌧⌧⌧ 2016 ⌧⌧⌧ AMBITO DI MARTANO PROVINCIA DI LECCE

Informazioni generali

Valenza territoriale: ⌧ ambito comunale

Obiettivo di servizio: ⌧ SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)

Numero progressivo: 37 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie)

Denominazione servizio/intervento: Maltrattamento e violenza – equipe

Art. del r.r. 4/2007: altro

Importo totale programmato: € 15.600,00 (risorse umane a carico ASL- Il costo dell’A.S. è compreso nel progetto n.6)

Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) ⌧⌧⌧ gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ______)

Tipologia di utenti: vittime di violenza e maltrattamento

N° medio annuo previsto di utenti: 2

Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) Presa in carico di vittime di violenza o maltrattamento conclamato o sospetto.

Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio Assistente Sociale dell’Ambito; Psicologo e Assistente Sociale ASL.

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Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi TITOLO: Consolidare e ampliare la presa in carico integrata nell’accesso alle prestazioni socio sanitarie delle persone affette da dipendenze patologiche.

Annualità: 2013 2014 ⌧ 2015 ⌧⌧⌧ 2016 ⌧⌧⌧ AMBITO DI MARTANO PROVINCIA DI LECCE

Informazioni generali

Valenza territoriale: ⌧ ambito comunale

Obiettivo di servizio: ⌧ SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)

Numero progressivo: 38 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie)

Denominazione servizio/intervento: Interventi di prevenzione in materia di dipendenze patologiche

Art. del r.r. 4/2007: altro

Importo totale programmato: € 67.178,64 (RESIDUI VINCOLATI)

Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia ⌧ gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ______)

Tipologia di utenti: minori e loro famiglie

N° medio annuo previsto di utenti: 500

Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)

Obiettivo è la riduzione dell’utilizzo di sostanze stupefacenti e nuove droghe attraverso un lavoro integrato di rete ed il coinvolgimento della famiglia. La prevenzione sarà orientata verso il coinvolgimento dei destinatari con strumenti e metodologia al passo con i tempi, con queste finalità: - sensibilizzare i giovani sui problemi della tossicodipendenza; - accrescere la consapevolezza del problema e facilitare la comunicazione tra gli operatori e i cittadini; - alimentare un atteggiamento di fiducia generale circa l’esito degli interventi preventivi e terapeutici; - promuovere il dialogo interpersonale e aiutare la capacità critica individuale; - accrescere l’autostima e la propensione alla positività degli adolescenti e dei giovani ;

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- contribuire all’individuazione di problematiche giovanili in relazione ai rapporti interpersonali, allo studio, all’inserimento nel mondo del lavoro. Le attività di prevenzione saranno affidate a soggetti del terzo settore con esperienza, e prevedono il coinvolgimento delle scuole.

Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio :

Servizio Sociale Ambito Operatori Ser.T Docenti scuole Terzo Settore

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Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi TITOLO: Potenziare e qualificare i percorsi di affido familiare.

Annualità: 2013 ⌧ 2014 ⌧ 2015 ⌧⌧⌧ 2016 ⌧ AMBITO DI MARTANO PROVINCIA DI LECCE

Informazioni generali

Valenza territoriale: ⌧⌧⌧ ambito comunale

Obiettivo di servizio: ⌧⌧⌧ SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)

Numero progressivo: 39 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie)

Denominazione servizio/intervento: Interventi indifferibili per minori fuori famiglia

Art. del r.r. 4/2007: 47-48-49-50

Importo totale programmato: € 110.600,00 (10.303,10 FNPS – 98.842,43 FGSA- 1.454,47 risorse proprie dei Comuni)

Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) ⌧ gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ______)

Tipologia di utenti: minori

N° medio annuo previsto di utenti: 18

Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)

Per i minori accolti in strutture residenziali ( artt. 47,48,49 e 50 del regolamento 4/2007), sono previsti dei contributi a favore dei Comuni che sostengono spese per rette di ricovero minori allontanati dai rispettivi nuclei a seguito di provvedimento dell’Autorità Giudiziaria Minorile.

Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio

Servizio Sociale Professionale dei Comuni Responsabile amministrativo UdP

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Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi TITOLO: Attivazione dell’Ufficio di Piano e assegnazione di dotazione organica stabile.

Annualità: 2013 2014 ⌧ 2015 2016 AMBITO DI MARTANO PROVINCIA DI LECCE

Informazioni generali

Valenza territoriale: ⌧⌧⌧ ambito comunale

Obiettivo di servizio: ⌧⌧⌧ SI NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)

Numero progressivo: 40 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie)

Denominazione servizio/intervento: Ufficio di Piano

Art. del r.r. 4/2007: 40

Importo totale programmato: € 76.687,61 (PERSONALE e FUNZIONAMENTO) ( 53.961,61 Residui di stanziamento e 22.726 Risorse proprie dei comuni)

Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) ⌧⌧⌧ gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi altra modalità di gestione (specificare ______)

Tipologia di utenti: tutta la popolazione

N° medio annuo previsto di utenti: non definibile

Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) L’UdP è l’Ufficio comune individuato nell’Ambito della Convenzione per la gestione associata dei servizi sottoscritta il 31 dicembre 2013. Ha sede presso il Comune di Martano, sito in P.tta Matteotti. La composizione e le funzioni sono definite nel regolamento approvato dal C.I. con deliberazione n. 4 del 9 gennaio 2014. Il costo del progetto copre le spese relative alle posizioni organizzative e agli incentivi collegati alla valutazione delle prestazioni dei dipendenti , nonché altri costi di gestione e funzionamento.

Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio :

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Personale di ruolo afferente ai Comuni dell’Ambito e/o reperito all’esterno.

Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi 23 TITOLO: Sviluppo del capitale sociale di Comunità

Annualità: 2013 2014 2015 ⌧⌧⌧ 2016 ⌧⌧⌧ AMBITO DI MARTANO PROVINCIA DI LECCE

Informazioni generali

Valenza territoriale: X ambito comunale

Obiettivo di servizio: SI X NO (cfr. Piano Regionale Politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)

Numero progressivo: 41 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie)

Denominazione servizio/intervento: Distretto per la Famiglia. Art. del r.r. 4/2007: altro

Importo totale programmato: € ZERO

Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) gestione in economia gestione diretta con affidamento a terzi X altra modalità di gestione (specificare Rete dei servizi sociali di ambito della ASL, della Scuola e del terzo settore )

Tipologia di utenti: FAMIGLIE DELL’AMBITO

N° medio annuo previsto di utenti: ____

Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi (anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni)

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Il “DISTRETTO PER LE FAMIGLIE” sarà ubicato nel “CENTRO PER LA FAMIGLIA” e rappresenta un’azione innovativa che attraverso le istituzioni, gli operatori commerciali, il sistema imprenditoriale, i singoli cittadini ed il mondo associativo, persegue e incrementa il benessere e la qualità della vita sia delle famiglie residenti che delle famiglie ospiti.

Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio • Operatori dei Servizi Sociali dei Comuni e della ASL; • Operatori delle Istituzioni Scolastiche; • Operatori del terzo settore.

Scheda per la progettazione di dettaglio dei Servizi TITOLO: ______Annualità: 2013 2014 2015 ⌧⌧⌧ 2016 ⌧⌧⌧

AMBITO DI MARTANO

PROVINCIA DI LECCE

Informazioni generali

Valenza territoriale : ambito comunale

Obiettivo di sevizio NO (cfr. Piano regionale politiche Sociali 2013-2015 – DGR 1534/2013)

Numero progressivo: 42 (coerente con la numerazione delle schede finanziarie)

Denominazione servizio/intervento: “Rigenerazione delle COMUNITA’ ” Art. del r.r. 4/2007: altro

Importo totale programmato: € ______

Modalità di gestione del servizio (in coerenza con quanto indicato nelle schede finanziarie) Gestione in economia Gestione diretta con affidamento a terzi Altra modalità di gestione : Cooperative ,Associazioni, Terzo settore

Tipologia di utenti: comunità, servizi, associazioni, scuole, imprenditori, enti, istituzioni, comuni, distretto, famiglie

N° medio annuo previsto di utenti: 25.000

Descrizione generale in termini di obiettivi, tipologia di prestazioni/attività e risultati attesi 124

(anche con indicatori numerici per tipologia di beneficiari e prestazioni) Descrizione generale: Per l’Ambito di Martano, in ragione della profonda crisi di risorse finanziarie e all’incertezza della copertura del fondo per le politiche sociali, è imprescindibile che la gestione associata, si orienti verso la strutturazione di un welfare di prossimità basato sulla relazionalità e sulla solidarietà. Partendo da tali principi si potranno attivare processi partecipativi e coesi che promuovono dal basso la filosofia della Community-care nelle singole realtà locali. Il processo di rigenerazione delle risorse professionali e di quelle esistenti in natura, in un’ottica di integrazione, implementerà con azioni specifiche il “capitale sociale” esistente nel territorio tramite il coinvolgimento e l’integrazione , in modo prioritario del Terzo settore e delle professioni che operano nel sociale. L’intervento delineato poggia le sue basi sulla cultura dello scambio intergenerazionale, da un lato e, dall’altro, sulla trasformazione, con mirati e diretti obiettivi formativi, delle situazioni problematiche in punti di forza o in risorse. La sensibilizzazione verso la costruzione di reti sociali e comunicative, si propone di avviare un nuovo modello di sviluppo sostenibile incentrato sulla forza dei “beni comuni”, intesi come un patrimonio di relazioni in grado di affrontare e di accrescere il livello di benessere nelle persone, nei gruppi e nelle famiglie. (L.C.)

Obiettivi generali: 1. Promuovere un “capitale” sociale su cui costruire un nuovo modello di welfare di prossimità : far partire dal basso delle iniziative finalizzate al coinvolgimento diretto della comunità e allo sviluppo delle reti. 2. Formare gli operatori al fine di dotarli di nuove e più efficaci competenze e tecniche per costruire un welfare solidaristico, relazionale e anagrafico . 3. Progettare nuove iniziative orientate a promuovere una cultura e una pratica di governance che sappia mettere in valore il know how delle imprese sociali e attraverso un processo formativo rivolto a sviluppare una comunità di pratiche che, in una logica di network, sia in grado di produrre e di scambiare esperienze, auto-aggiornamento e progettazione partecipata, integrata e condivisa con altri attori pubblici e privati che operano nel territorio. 4. Implementare processi di Prevenzione tesi a raggiungere le fasce deboli della popolazione al fine di rimuovere i pregiudizi che ostacolano la crescita dei beni relazionali e comuni. 5. Migliorare le condizioni di vita e di salute della popolazione ricadente nell’Ambito di Martano.

Obiettivi specifici: 1. Strutturare un welfare di prossimità basato sulla relazionalità e sulla solidarietà attivando processi partecipativi integrati e coesi che promuovano dal basso la filosofia delle Community-care nelle singole realtà locali. 2. Implementare tra gli operatori dei servizi ,mediante un protocollo operativo condiviso, percorsi assistenziali basati sul mutuo aiuto e sulla rigenerazione delle risorse naturali in una ottica territoriale. 3. Costruire una rete a strette che coinvolga tutti gli enti del territorio, i servizi del Distretto per migliorare il sistema dell’offerta e, nel contempo, le economie di scala.

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4. Caratterizzare il valore aggiunto del territorio come elemento di “attrattività” per potenziare il ruolo della storia e della cultura e dei beni relazionali di ogni singola comunità. 5. Implementare nei ragazzi l’educazione tra pari e migliorare i luoghi di aggregazione. 6. Organizzare spazi autogestiti per la famiglia e promuovere l’associazionismo. 7. Implementare e/o consolidare i Centri di Ascolto per le Famiglie , i servizi di sostegno alla genitorialità dell’Ambito, i servizi di mediazione e gli spazi neutri in stretta connessione con la rete consultoriale. 8. Rigenerare le comunità locali con interventi di animazione sociale, di narrazione delle esperienze e con le tecniche dell’ empowerment per costruire performance e processi mirati ad accrescere la coesione sociale e la cultura dell’agio. 9. Istituire con tutti gli attori istituzionali, imprenditoriali, della scuola, sindacali, dell’associazionismo e del terzo settore il DISTRETTO PER LA FAMIGLIA. 10. Valorizzare il ruolo e la funzione sociale delle famiglie che non hanno in carico situazioni problematiche nelle diverse sfere. 11. Sostenere le famiglie afflitte dal carico di bisogni complessi legati alla non autosufficienza mediante appropriati servizi di “sollievo”. 12. Migliorare la qualità dell’assistenza alle persone anziane e con diversa abilità mediante la formazione del personale addetto alle cure assistenziali. 13. Promuovere il processo di connessione con le famiglie immigrate.

Tipologia di prestazioni/attività Creazione e Potenziamento di reti integrate tra istituzioni, servizi pubblici e privati, associazioni di famiglie: costruire una rete solidale familiare e professionale omogenea ed operativa nei comuni dell’Ambito in partenariato con le reti locali di associazioni , con i soggetti del Terzo Settore e professionali. Formazione per gli operatori attraverso percorsi mirati, in accordo con i programmi regionali, o attraverso un sistemi integrati e condivisi con gli altri partners. Offrire servizi di “SOLLIEVO” DOMICILIARE , di sostegno, di taxi sociale, di segretariato sociale e di relazione, in ogni contesto, al fine far defluire il carico da stress quotidiano. Attivare percorsi formativi per tutte le badanti e per le assistenti domiciliari dell’Ambito.

Attività Convegni ,seminari ed incontri formativi ed informativi. Laboratorio di Comunità. Incontri aperti a tutti gli attori sociali. Incontri con il mondo associativo e del volontariato. Incontri con gli opinion leader. Restituzione delle esperienze. Contrasto, con azioni specifiche, agli stereotipi, alla strumentalizzazione, alla sfiducia. Proposta del modello comunitario. Adozione di un brand/marchio a valenza territoriale. 126

Adozione di un disciplinare per il monitoraggio del processo produttivo della “filiera”.

Risultati attesi 1. Costituzione di una rete comunitaria e valorizzazione di quelle informali; 2. Costituzione di un Distretto di Famiglie; 3. Qualificazione e potenziamento/incremento dei percorsi di affido familiare e adottivi. 4. Sviluppo di interventi strategici condivisi con i vari attori del territorio. 5. Rigenerazione delle comunità; 6. Accrescere il grado di soddisfazione della comunità attraverso le relazioni e l’offerta di servizi domiciliari di sollievo necessari al target (anziani soli, portatori di handicap, bambini, famiglie). 7. Sviluppare politiche di marketing territoriale. 8. Accrescere il livello di coesione sociale.

Risultati attesi in riferimento ai Target 1. Accrescere i processi di inclusione sociale. 2. Migliorare la qualità della vita e le condizioni di salute. 3. Promuovere l’acquisizione di nuove competenze. 4. Promuovere le condizioni di benessere , l’autoefficacia e l’autostima 5. Implementare il numero dei minori in Affido.

Indicatori: La costruzione di un appropriato set di indicatori per monitorare e valutare l’investimento sociale sulla comunità, rispetto all’obiettivo a lungo termine dell’ empowerment comunitario e dello sviluppo sostenibile, è necessario per avere una immediata e concreta valutazione dei processi partecipativi. a) Valutazione partecipata - N° partecipanti. b) Coinvolgimento delle famiglie - N° delle famiglie. c) N° degli affidi di qualità (riferito ai bambini che ritornano nella famiglia di origine e/o che dall’Istituti entrano a far parte di una nuova famiglia). d) N° Prestazioni/ Servizi offerti e qualità degli stessi. e) Aderenza al disciplinare. f) Grado di soddisfazione espresso dai Target Obiettivo N° .

Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione del servizio

Profili individuati: 1. Assistenti sociali. 2. Educatori professionali. 127

3. Operatori del settore. 4. Operatori psico-socio-pedagogici operanti c/o Associazioni, cooperative, enti “no profit” . 5. Volontari. 6. Facilitatori Consulenti, Ricercatori e Project Manager. 7. Famiglie: Distretto delle Famiglie, Associazioni di famiglie per l’adozione e l’affido, Associazioni costituite da famiglie con altri scopi. Tutte le figure elencate dal N° 1 al N° 5 dovranno possedere un titolo riconosciuto che attesti le loro competenze e un curriculum dal quale si evinca una esperienza sul campo e, inoltre, siano interconnessi con la comunità. Questi professionisti del sociale , quindi, oltre alle loro conoscenze in materia, devono esser in grado di relazionarsi con la comunità e con il gruppo di lavoro/progetto. Nella fattispecie devono esser disponibili ad offrire il proprio know how e sviluppare/progettare nonché implementare, con spirito di “squadra”, con la guida degli esperti ( Facilitatori, consulenti, ricercatori e project manager), i servizi innovativi. Detti progetti ed esperienze bottom up di empowerment comunitario promuovono processi partecipativi e favoriscono la formazione di learning communities nella cornice nella società della conoscenza e di citizenship (ed anche di e-citizenship). I Facilitatori, consulenti, ricercatori e project manager devono creare le condizioni tecniche e creative per sviluppare i processi e, al contempo, coordinare con il responsabile del PdZ l’attivazione degli stessi. Inoltre, il loro ruolo deve esser articolato anche nella strutturazione di una rete rivolta ad aprire nuove frontiere attraverso la valorizzazione della partecipazione dei cittadini alla vita pubblica. E creino le condizioni per una progettazione efficace, efficiente e che risponda alle specifiche esigenze della comunità, inoltre il loro ruolo creativo deve mirare a nuove ed innovative proposte di servizi-prodotti che permettano all’Ambito di poter utilizzare nel modo migliore le risorse stanziate. Costituire una unica squadra per formare e sensibilizzare gli operatori al fine di dotarli delle necessarie competenze per ispirarsi ai principi del welfare comunitario ed anagrafico. Creare un sistema di BUONA PRASSI che divenga strumento operativo per ideare, progettare azioni e strategie utili per l’attuazione dei processi e, nel contempo, per offrire direttamente agli operatori sociali e a quelli esistenti in natura, nuovi stimoli e per superare l’autoreferenzialità del lavoro professionale istituzionale svolto . Altro ruolo importante perché, inclusivo e aggregativo, è quello che dovranno assolvere le Famiglie in tutte le sue forme o associazioni. In sintesi il ruolo delle famiglie è quello di co-costruire un contratto sociale quale elemento necessario per creare le condizioni di cambiamento in una prospettiva dialogica ed inclusiva utile a monitorare, valutare e misurare la sostenibilità dei processi. (LC, PP)

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