Omelie E Discorsi

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Omelie E Discorsi Omelie e Discorsi Centenario della morte di Santa Maria Domenica Mozzarella 1881 -1981 ISTITUTO FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE - ROMA PRESENTAZIONE MM'81: un Centenario che ciascuna di noi porta ancora scritto nel profondo del cuore, tanto è stato ricco di parola di Dio e di preghiera, di studio e di meditazione, di itinerari di riscoperta di madre Mazzarello, di celebrazioni semplici e rac­ colte, di manifestazioni grandiose coinvolgenti imponenti mas­ se di popolazione, specialmente di giovani. Un Centenario con un motto-programma che passerà alla storia.· Un volto nuovo, per un futuro di speranza. Ecco, il volto l'abbiamo scoperto: quello di madre Mazzarel­ lo, su cui abbiamo cercato di modellare i tratti del nostro volto, quello di FMA e di cristiane nella Chiesa. Il "futuro", nello spa­ zio di questi due anni che ci distanziano dal Centenario, si è fatto ormai un "oggi" in cui una parte di speranze hanno già trovato la loro confortante realtà. Il cammino che resta aperto è chiaramente segnato per ogni FMA e per l'intero Istituto dalle Costituzioni rinnovate, che il Capitolo XVII ci ha dato e su cui la Chiesa ha posto il suo auto­ revole sigillo nel giugno scorso. Se lo vogliamo, è ancora madre Mazzarello a guidarci nella lettura autentica di esse e a farsi stimolo per aiutarci a viverle in quella fedeltà dinamica che la Chiesa ci chiede. Troverete qui raccolto quanto di più significativo il Centena­ rio ci ha detto della nostra Madre, rendendone viva ed eloquen­ te la figura. Una scelta di discorsi e di omelie che, mentre ne consacrano il ricordo nel tempo, segnano a noi, per oggi e per domani, i momenti più caratteristici di quella sua originale esperienza di Spirito Santo che deve diventare anche la nostra Scuola tipografica privata FMA - Roma 1983 esperienza. 5 È nella luce di questo Spirito che ciascuna potrà confron­ OMELIA tarsi con il testo delle attuali Costituzioni, per ritrovare i tratti del Rettor Maggiore don Egidio VIGANò inconfondibili della propria identità e riscoprire la via sicura verso la realizzazione del progetto che il Signore ha su di lei e sull'Istituto. Apertura Anno Centenario Roma - Casa Generalizia, 1° gennaio 1981 Maria SS.ma Ausiliatrice aiuti me e voi in questo felice im­ pegno. Roma, 24 marzo 1983 Aff.ma Madre La festa di oggi celebra la più bella grandezza di Maria: la sua divina maternità. Oggi però incomincia anche un anno nuovo con tanti pro­ getti. Inoltre, i testi che abbiamo ascoltato, soprattutto il Van­ gelo, ci invitano a meditare su Gesù Cristo, sul significato del suo nome: Gesù. Infine, come è noto, iniziamo l'Anno Centenario della morte di madre Mazzarello. La breve omelia dovrebbe mettere insieme tutti questi ele­ menti ... Vorrei sfidarvi a trovare un elemento che riunisca qua­ si tutti questi aspetti così belli e così interessanti per noi. Io ne ho trovato uno, che sono certo vi sorprenderà: sapete qual è questa idea comune? La morte! C'è una maniera di far entrare un'idea che è proprio quella per contrapposti, attraverso accostamenti un po' paradossali. Incominciamo col pensare al nome di Gesù, perché è da Gesù che arriviamo alla grandezza della maternità divina di Maria. GESU' è il nome di Dio nella storia. Il Dio che si è fatto uno di noi e che vuoi manifestare il suo mistero, si chiama Gesù, che vuoi dire Salvatore. Gesù vuoi dire una realtà umana, un'esistenza, nella quale è inglobata come elemento centrale la morte. Possiamo dire che Gesù è nato per morire. È una prima affermazione, ma sappiamo che non si esaurisce in questo. Pe­ rò è vero: il Redentore redime attraverso la sua passione, mor­ te e risurrezione. Maria è Madre di Dio perché Dio è Gesù; quindi è Madre di Dio per aiutare Dio a saper morire, a poter redimere trovando­ si e muovendosi all'interno della realtà umana. 6 7 Certamente potrebbe sembrare piuttosto funereo il voler uni­ Queste considerazioni (che sono accenni profondi di una ficare tutti gli elementi che abbiamo detto nel tema della morte. realtà per cui Dio è Gesù e per cui Maria è Madre di Dio), ci Però se invece di guardare l'aspetto - diciamo così - bio­ fanno pensare alla morte, dicevamo, dei martiri, al nostro bat­ logico della morte, noi guardiamo qual è il segreto interiore tesimo. Ma a noi, oggi, fanno pensare in particolare alla morte del cuore di Gesù nella morte, e quindi della funzione di ma­ di santa Maria Domenica Mazzarello. Non è forse proprio in ternità della Madonna per darci il Dio-Uomo, vi scopriamo un questa linea? Non è l'espressione di un dono di sé, di un amore amore così grande che nessuno, se non Dio, è capace di realiz­ all'Istituto, agli altri, alle sue sorelle o alle sue "figliette" come zare: è l'amore che sa donare se stesso fino alla fine. Quindi le chiamava? Non pensava di più a loro che a se stessa? Le pa­ l'espressione massima, che nessuno è capace di superare- nep­ gine così belle che descrivono le ultime ore di madre Mazzarel­ pure Dio - è proprio quella di donarsi fino all'estremo, fino lo ci insegnano che cos'è il cristianesimo, ci insegnano che co­ alla morte. sa dovremmo saper fare noi nel celebrare il centenario di una morte santa. Allora sentiamo che la parola morte non è giusta: la parola giusta è "amore". Ma questa parola AMORE non la comprendia­ mo se non la vediamo in Gesù testimoniata, manifestata e co­ Dobbiamo far crescere la vocazione di Gesù in noi, nell'Isti­ municata attraverso la morte. Vedete allora la ragione della tuto, in tutta la gioventù con cui lavoriamo. Ciò significa far centralità di un tale tema unificatore. crescere quella capacità di donare se stessi che si esprime nella massima generosità. Ma proiettiamo questa riflessione più in là, su ognuno di Maria ci insegna a fare questo, perché la maternità di Maria, noi, sui cristiani di tutti i secoli, sui martiri; pensiamo al no­ maternità divina, è gioia, è grandezza, è maestà, è dolore: Ma­ stro battesimo. È come un istinto di martirio, ossia di testimo­ ria è la Vergine dei dolori. nianza, di dono di noi con Cristo nella pienezza dell'amore. È bello il Natale, perché ci fa pensare che è nato Gesù, «è Io ho anche, a questo proposito, un ricordo di famiglia che nato l'uomo» - come ci ha detto il Papa. Però con esso Gesù mi ha molto impressionato: l'ho saputo dalla mamma e l'ho comincia la sua vocazione, e noi sappiamo che passerà attraver­ letto nel suo testamento spirituale. so il Calvario, la passione, la morte. Il Natale incomincia il no­ Un mio fratello, che è stato quasi in punto di morte nell'ago­ stro mistero, la Pasqua lo adempie e la Pentecoste ce lo fa vi­ sto scorso, quando era bambino, nel giorno della sua prima co­ vere in pienezza. Però bisogna passare per tutte queste strade. munione, ha chiesto come grazia speciale di morire martire. Io sono rimasto meravigliato e lo sono ancora; non so se riceverà Ecco come all'inizio di un anno nuovo, un Anno Centenario questa grazia. Però intuisco come questo ragazzo cresciuto in così significativo per il vostro Istituto e per la nostra Famiglia una famiglia cristiana, spontaneamente, per sintonia con lo Spi­ Salesiana che commemora la morte santa di madre Mazzarello, rito Santo abbia desiderato ciò che costituisce la centralità del­ nel celebrare la festa del nome di Gesù e della maternità divina l'amore cristiano: donarsi con la testimonianza più piena, che di Maria, noi abbiamo un pensiero che riassume e unifica tutti si manifesta nella morte, però non morte come fine, come ter­ questi elementi: il mistero dell'amore che si dona fino alle ul­ mine, ma morte come espressione suprema di un progetto, di time conseguenze. una personalità. Morte come espressione più piena della capa­ Tocca a noi imparare durante questo anno a crescere in que­ cità di amare. Il cristianesimo non sopprime la morte; esso sto amore, imparare ad essere martiri, imparare a riempire la riempie di amore la vita a tal punto che trasforma per sino la vita con l'istinto del nostro battesimo; imparare a imitare chi morte, perché la fa diventare manifestazione più grande di ci ha preceduto con la pienezza dell'amore per gli altri nel suo amore. Tanto è vero che attraverso la morte vince la morte cuore. biologica e arriva alla risurrezione. Nella santa Eucaristia ringrazieremo, chiederemo ... però cen- 8 9 triamo l'attenzione nel mistero che celebriamo: che cosa cele­ OMELIA briamo? Proprio questo: <<Questo è il mio Corpo dato per voi, questo è il mio Sangue dato per voi»! dell'ispettore don Li Ilo MONTANTI SDB Celebriamo l'amore! E per celebrare l'amore annunciamo la morte di Gesù finché Egli venga. È cosa paradossale. Chi non Acireale, 3 gennaio 1981 ha fede non capisce queste parole. Noi ci entusiasmiamo e ci sentiamo di poter vivere con gioia, persino guardando a un ci­ mitero o a una tomba o a una croce. Chiediamo nell'Eucaristia soprattutto questo: che nell'Isti­ tuto delle FMA e in tutta la Famiglia Salesiana, a imitazione Dio ha consacrato a sé Maria Mazzarello per farne un'apo­ di madre Mazzarello, sappiamo crescere fortemente in un amo­ stola, una missionaria, una inviata. re che dona se stesso fino alla capacità di testimoniare la sua Le vostre attuali Costituzioni, nel primo articolo, comincia­ generosità nella morte. no proprio dicendo: <<per un dono dello Spirito Santo e con l'intervento diretto di Maria, noi, Figlie di Maria Ausiliatrice, siamo nella Chiesa una comunità di consacrate apostole>>.
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