Supplemento alla Collana Smeraldo ➢ ➢ ➢ € Autorizzazione Tribunale di Genova n. 40 del 31-10-1985 bimestrale Anno 2 n° 1 maggio-giugno 2003 4,00 raditionalraditional AArrrrangedanged magazineTT di musica folk e tradizionale

Speciale didjeridu Recensioni: 50 novità dal mondo Reportage esclusivo da Gerusalemme: VII Dialoghi Musicali del Mediterraneo Intervista esclusiva: John McCusker, miglior musicista 2002 BBC

RadicantoRadicanto

European Youth festival - Turchia ❖ Patrick Molard - Francia Celtic Connections - Scozia ❖ Haydamaky - Ucraina Musica degli aborigeni - Australia ❖ Willie Nelson - USA editoriale di LORIS BÖHM

raditional iamo la rivista folk più ambiziosa, su questo nessuno ha dubbi, appunto perché siamo stati i primi ad Arranged intuire la necessità di un mezzo di informazione serio e affidabile nel nostro settore musicale, anche a T Scosto di notevoli sacrifici economici. Pur non avendo decenni di attività, è indiscutibile che un inizio www.etnobazar.it/folkmusic esiste sia per i migliori che per i peggiori periodici in circolazione... è solo una questione di data. Ma noi vo- gliamo soprattutto parlare di dati e sono a questi che rivolgiamo la nostra attenzione e su cui puntiamo per MAGGIO-GIUGNO 2003 un discorso di qualità; anche la pignoleria con cui curiamo la parte grafica ha la sua importanza. Su Tradi- N° 1 tional Arranged parleremo solo ed esclusivamente del meglio che si trova in circolazione (non solo in Italia beninteso, ma in tutto il mondo), sia per quanto riguarda i professionisti della folkmusic più affermati che per quanto riguarda i giovani emergenti autoprodotti, senza campanilismi né favoritismi di sorta. Questo SOMMARIO mercato molti ancora si ostinano a chiamarlo “microcosmo” oppure “nicchia” nel panorama vasto e ricco della musica di consumo, sia questa di derivazione colta o popolare; ebbene la musica folk, tradizionale o et- I dialoghi musicali del nica, non hanno nulla da invidiare a generi ben più seguiti e spinti come il rock, l’avanguardia, il tekno- Mediterraneo, VII edizione pop... se non altro per il fatto incontestabile della loro universalità: là dove esiste un popolo esiste la musica (da Gerusalemme) di cui parliamo, con un passato, un presente e un futuro indelebile, al di là delle mode del momento...... 2 In Italia da molto tempo si sentiva la necessità di una rivista elegante e ricca di contenuti in grado di poter La cultura tradizionale in dialogare alla pari con le altre riviste “di settore” europee: non ci sembra giusto che un artista italiano debba una società globale ...... 5 emigrare all’estero, ospite di altre riviste di difficile reperibilità in Italia, per raggiungere una certa noto- rietà. Ora con questa rivista abbiamo l’opportunità di far conoscere anche oltrefrontiera la vastità della no- IV European Youth festival stra musica folk, questo per il dovere di informare globalmente tutti gli appassionati. (da Ankara) ...... 6 Ben sappiamo che in Italia, autentico crocevia di culture, la storia di antiche dominazioni ha lasciato il se- gno non solo nell’arte, nella religione e nella lingua, ma anche nella musica e nei canti: ha introdotto stru- XII Fête de la St Blaise menti musicali a noi sconosciuti fino allora, nuove tecniche esecutive che ben presto sono entrate nel baga- (St. Martial-Francia) ...... 8 glio culturale di ogni singola regione italiana. Celtic Connections Certo, il fenomeno della cosiddetta contaminazione musicale non è solo dei giorni nostri, ma è iniziato in tempi remoti, e dobbiamo accettare l’idea che quel brano che oggi consideriamo “tradizionale” in passato (da Glasgow) 1ª parte ...... 10 poteva essere sconosciuto o non appartenere alla nostra cultura... questo tanto per far capire com’è difficile Speciale Didjeridu oggigiorno etichettare una musica “Etnica” piuttosto che “World”, “Folk” piuttosto che “Folkloristica”. Siamo ...... 16 consapevoli che per diversi altri generi musicali tutte queste complicazioni non esistono... al giorno d’oggi La musica presso quando la musica diventa una moda, un facile ascolto, si ritiene superfluo perdere la testa dietro elucubra- gli aborigeni australiani zioni storico-teoriche... piace e tanto basta; il risultato è l’appiattimento culturale in cui le sembianze fisiche ...... 18 e l’ammiccamento dell’artista prevalgono sull’approfondimento e sulla gioia di capire cosa si sta ascoltando. Il folk e le canzoni Noi di Traditional Arranged vogliamo indurre alla riflessione: la fretta dei giorni nostri e le frontiere impo- di protesta ste dai media asserviti al business non deve prevalere sulla capacità personale di distinguere suono da mu- ...... 23 sica. Lasciamo ai nostri lettori la soddisfazione di leggere finalmente ciò che vogliono leggere. La musica bretone scopre In questo primo numero nessun argomento trattato è casuale: lo strumento che ha maggior spazio è il did- un nuovo strumento: jeridu, per il semplice fatto che è sempre più universalmente utilizzato dai gruppi che vogliono darsi un’im- la chitarra magine di etnicità pur guardando verso il futuro; la scena che ha maggior spazio è quella islamica, per l’ in- ...... 26 negabile valore che attualmente la musica etnica può assumere nel ricostruire l’unione tra i popoli: oriente Musica romaní ed occidente sono sempre più divisi da conflitti religiosi e politici e sempre più uniti dalla volontà di scam- e interculturalità bio culturale in cui la musica folk recita una parte da protagonista. Interviste con gruppi e musicisti che ca- ...... 28 valcano l’onda del successo o che hanno una lunga carriera alle spalle... Ampio spazio infine alle recensioni Fondamenti di capoeira di novità discografiche, perchè tante sono le novità di questi ultimi mesi. tradizionale Concludo la prima presentazione ufficiale dichiarando che siamo e saremo sempre presenti in luoghi remoti ...... 31 in cui la cultura e la musica hanno ancora tanto da esprimere, lontani dallo show business che troppi media Interviste sponsorizzano: i nostri corrispondenti esteri sono esperti del settore. Il nostro impegno morale consiste nel ...... 32 guidare la rinascita dell’identità culturale musicale dei popoli che attualmente è espressa disorganicamente Recensioni senza riferimenti precisi, attraverso la conoscenza e l’approfondimento della materia... la folkmusic non è ...... 41 fenomeno di nicchia e non sarà mai una moda passeggera! ❖ Un numero della rivista : € 4.00 Buona musica a tutti. Abbonamento annuale : € 20.00

Pubblicità su Traditional Arranged 1/8 di pagina 28 € scontato del 10% = 25 € 1 pagina = 312 € scontato del 10% = 280 € 1) Spazi disponibili e relativi formati. 1/4 di pagina 42 € scontato del 10% = 38 € 2 pagine centrali = 534 € scontato del 10% = 480 € 1/16 di pagina = 8,7x2,9 cm 1/2 di pagina 72 € scontato del 10% = 65 € 3° copertina = 400 € scontato del 10% = 360 € 1/8 di pagina = 18x2,9 oppure 8,7x6 cm 1 pagina 131 € scontato del 10% = 118 € 2° copertina = 434 € scontato del 10% = 390 € 1/4 di pagina = 8,7x12,7 oppure 18x6 cm 3) Prezzi a 4 colori 4° pagina (ultima) = 556 € scontato del 10% = 500 € 1/2 pagina 18x12 oppure 8,7x26 cm 1/16 di pagina = 32 € scontato del 10% = 29 € NB: i prezzi si intendono IVA esclusa, lo sconto del 10% è riferito alla 1 pagina (qualsiasi collocazione) 21x28 a sbordare 1/8 di pagina = 58 € scontato del 10% = 53 € sottoscrizione annuale dello spazio. Specifiche tecniche per l'invio € € del materiale, che avverrà tramite e-mail al mio indirizzo mu- 2) Prezzi inserto centrale bianco-nero 1/4 di pagina = 112 scontato del 10% = 100 [email protected]. Il formato più sicuro è PDF acrobat, con foto a 1/16 di pagina 18 € scontato del 10% = 16 € 1/2 pagina = 178 € scontato del 10% = 160 € 300 dpi, a colori naturalmente.

maggio-giugno 2003 F1 raditional Gli eventi di ROCCO ZECCA - foto a Gerusalemme © di GIDI AVINARY TArranged

erusalemme: probabilmente il nome di questa città proietta la anni estremamente complessa a causa del disastro diplomatico seguito memoria alla cronaca degli ultimi mesi; purtroppo di queste ul- alla seconda intifada”. Ma i risultati ottenuti dalle ultime edizione, Gtime ore. hanno avvalorato gli sforzi degli organizzatori che proseguono sulla La profonda crisi economica, politica e sociale che Israele sta attual- strada del “dialogo”. mente affrontando, non frena iniziative di grande spessore culturale Nella stessa intervista il prof. Saroussi prosegue: “Il nostro desiderio al- come i “DIALOGHI MUSICALI DEL MEDITERRANEO”: nati verso la l’inizio della vicenda era di incoraggiare la partecipazione di musicisti metà degli anni ’90, all’epoca del processo di pace, da un’idea del musi- provenienti dai paesi arabi confinanti, e ciò è realmente accaduto nei cologo israeliano Edwin Saroussi (professore dell’università ebraica di primi anni di lavoro. Ad ogni modo, in tutte le edizioni siamo riusciti ad Gerusalemme) e prodotti annualmente da Mishkenot Shaananim (una invitare musicisti provenienti dai paesi islamici - dalla Turchia, dall’Azer- delle più importanti istituzioni culturali d’Israele). baijan etc- ed in molti casi abbiamo partecipanti che arrivano dalla Gior- L’idea nasce da una constatazione ben precisa, ossia dal ruolo di media- dania. Il dato inaspettato è stata la partecipazione negli ultimi anni di Dialoghi musicali esclusiva dall’inviato Rocco Zecca VII edizione (15-21 dicembre 2002) del Mediterraneo A GERUSALEMME zione tra musica europea e una moltitudine di tradizioni musicali ex- numerosi musicisti arabi-israeliani. La loro presenza qui è un autentico traeuropee che Israele ricopre, nonché dalla diffusione di un linguaggio segno di speranza. Io sono convinto che la musica giunga prima dei pro- conosciuto e usato dalla maggior parte dei suoi abitanti: la musica araba. cessi di pace, e se questo accade in un momento così drammatico e com- A dover di cronaca, per chi non conoscesse bene la realtà sociale israe- plicato, ebbene allora si tratta di un certo segno di speranza”. liana, ricordo che lo stato d’Israele è un’entità recente (1948), risultante Per quanto riguarda l’ultima edizione posso parlarvi in prima persona da culture composite di origine europea (i cosiddetti askenaziti), ma giacché reduce io stesso di questa bella esperienza: di musicista, di anche e soprattutto da paesi dell’Africa settentrionale e dell’area me- uomo, di pacifista. dio-orientale (Marocco, Libia, Irak, Iemen, Turchia, Etiopia ecc. sino al- Di musicista poiché ho avuto la possibilità di confrontare e far dialogare l’Aftganistan, oltre agli ebrei che vivevano in quelle terre prima del ‘48), la cultura musicale popolare della tradizione salentina con altre forme in tutto da 72 differenti paesi. Da questi ultimi particolarmente che si di tradizioni musicali; concetto importante soprattutto in virtù della ri- deve un proseguimento della musica araba, (spesso proveniente da re- nascita che la musica del sud Italia ha avuto e sta avendo grazie alle pertori di canti religiosi), nonché dall’influenza degli arabi che vivono nuove possibilità di confronti e fusioni. in Israele o dal materiale discografico proveniente da paesi confinanti. Di uomo poiché è impensabile non essere avvolti da un alone di spiri- Qui esiste quindi una moltitudine di musicisti esperti di quella musica tualità girando per le strade di Gerusalemme, calpestare quindi le vie di praticata nell’area che si estende dal Marocco sino all’India, perché di- un luogo che nella credenza o nella diffidenza suscita nell’animo di ogni rettamente provenienti da questi paesi. uomo un non so che… Come raccontava il prof. Saroussi a Francesco Spagnolo (direttore di Infine di pacifista perché, prendere atto che al grigiore delle notizie che YUVAL italia- il centro italiano Studi di Musica Ebraica) in un’intervista giungono sino a noi si aggiunge un’altra realtà fatta di dialogo, convi- pubblicata sul sito “israele.net”: “L’idea della manifestazione partì in re- venza e comprensione (ma che ai giorni d’oggi non fa notizia), riac- lazione al Forum delle Culture del Mediterraneo, creato in seguito agli ac- cende la speranza. cordi di pace del 1993”…..“La sua attuazione è diventata in questi ultimi La VII edizione del Dialogo Musicale del Mediterraneo mi si presentò al

maggio-giugno 2003 F2 raditional Gli eventi TArranged cosa faceva da legante: Efrat forse il mediterraneo. Daly, Tokcan, Guler Il “Dialogo”quest’anno ha avuto inizio il 15 Dicembre con la pre- sentazione dei musici- sti partecipanti e si è concluso la sera del sa- bato 21, in un concerto finale tenuto dagli stessi nel teatro YMCA di Gerusalemme. Dal 15 al 21 una serie d’ap- puntamenti accurata- mente ordinati. Il primo giorno, ospiti della meravigliosa sede di Mishkenot Shaananim (situata in un quartiere subito gruppo italo-palestinese “Radio Dervish” e fuori le mura della città vecchia con una vista ospite in occasione dell’ultima edizione della sulla cinta muraria), di prima mattinata si è “Notte della Taranta” a Melpignano salentino. telefono attraverso la voce del suo ideatore, il svolta la presentazione dei partecipanti ed un Anche la cantante Esti Kenan-Ofri è un’artista Prof. Saroussi, desideroso di portare a Gerusa- colloquio sulle linee basi del Dialogo Musicale cha lavora spesso in Italia. lemme la testimonianza in musica del mio an- e dei relativi Workshop. Subito dopo gli ospiti Gli ospiti stranieri: Ross Daly (irlandese di golo di mediterraneo: il Salento. Ciò che an- stranieri presentavano il proprio strumento origine, nato in inghilterra ma residente in davo a compiere aveva per me un valore sim- con discussioni ed esibizioni in cui si cercava Grecia dal 1972) (Lyra); un nome molto noto bolico dato che non andavo semplicemente ad la collaborazione degli altri strumenti. nel panorama della world-music, vanta presti- esibirmi in un concerto con il mio gruppo, né A questo proposito, poiché gli imprevisti non giose collaborazioni ed una lunga discografia. semplicemente a presentare il mio strumento mancano mai, il dott. Ritwik Sanyal, (il can- Il già citato Ritwik Sanyal (India) (voce), in un cofanetto confezionato: andavo a far in- tante indiano) appena giunto dall’India, si è ri- Yurdal Tokcan (Turchia) (Ud), uno dei mas- contrare la “mia musica”, il mio tamburello, trovato con la gola infiammata, sicché il suo simi esperti di ud nel suo paese, Selim Guler con una moltitudine di mondi sonori ai quali seminario è stato tenuto splendidamente da (Turchia) (Kemence), Rocco Zecca (Italia) io sono particolarmente legato. La musica me- Nurit Ofer, israeliana, vecchia allieva del mae- (Tamburello, voce). Tra i workshop, gli appun- dio-orientale è, infatti, dopo quella popolare stro, anche lei tra i musicisti “di casa” chiamati tamenti a tavola e le innumerevoli jem-ses- italiana, la colonna sonora che scorta spessis- a partecipare al dialogo. sion, nel gruppo regnava ormai un buon affia- simo il mio quotidiano. Oltre alla Ofer, i maestri israeliani che hanno tamento e una certa predisposizione al dialogo A parte le percussioni incontrate al festival a preso parte all’incontro sono stati: Yair Dalal musicale, ci si fermava solo per degli ottimi me molto familiari (Deef, Bodhran, Dara- (Ud, Violino), Zohar Fresco (percussioni), motivi, quelli culinari appunto. bukka, Zarb, Riqq, Tabla, Muzhar), si sono sen- Albert Piamenta (sassofono), Esti Kenan- Il 17, giorno di martedì, dopo un’abbondante titi i delicati timbri della Lyra e del Kemence Ofri (voce), Eliyahu Perez (Tar), Eyar Sela colazione, all’esterno dell’albergo un autobus (piccoli liuti verticali tricordo suonati con l’ar- (flauti), Yinon Muallem (percussioni), Erez era pronto a portarci presso il Kibbutz Almog, chetto: strumenti molto simili tra loro ma con Monk (percussioni), Elad diversa accordatura e tecnica di dita della Gabbai (Qanun), Nizar Ru- Allievi mano sinistra; inoltre la Lyra presente al “Dia- hana (arabo israeliano) logo” aveva delle corde “simpatetiche” ag- (‘Ud), considerati “tra i più giunte, come nel Sitar indiano). Il Kemence ha importanti innovatori musi- una singolare tecnica per quanta riguarda la cali di Israele nel campo della diteggiatura della mano sinistra: le dita non musica etnica”. In questa schiacciano le corde come di solito avviene ma edizione una novità, Efrat, vanno ad infilarsi fra di esse sino a che il pol- ballerina e insegnante di pastrello tocca direttamente la tastiera, in que- danza orientale (più precisa- sto modo l’unghia che sfiora la corda funge da mente danza del ventre). capotasto. Ancora i timbri del Qanun (stru- Nomi noti anche in Italia: ad mento a pizzico medio-orientale), del Tar esempio quello di Fresco, at- (strumento a corda dell’Azerbaijan) e dell’Ud tuale percussionista di Noa, (il famoso liuto arabo). L’incontro tra questi storico membro del gruppo strumenti e la sonorità stridente e cardiaca del isralo-palestinese “Bustan tamburello, ha regalato alla fine un risultato Habraham”, collaboratore e che ad ognuno di noi pareva familiare, qual- ospite nell’ultimo lavoro del

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Allievo Rocco Zecca e allievi

non possono essere usati strumenti musicali Vista Social Club”, non siamo però a Cuba ma sulle rive settentrionali del Mar Morto, nel de- all’infuori dello Shofàr, il corno che per il ca- in Israele: il film racconta l’avventura umana e serto della Giudea, a cinque chilometri da Ge- podanno ebraico accompagna le preghiere del professionale nonché le nostalgie di alcuni rico. Qui si sono svolti, per tre giorni consecu- mattino e per “yom kippur” il “giorno dell’e- vecchi musicisti irakeni di origine ebraica, tivi (con sessioni di mattina pomeriggio e spiazione” segna la fine delle preghiere e del partiti alla volta di Israele nei primi anni ‘50 la- sera), workshops durante le quali i musicisti digiuno. La programmazione apriva i lavori sciandosi dietro fama e successo. Alcuni di israeliani e stranieri hanno guidato lezioni alle nove del mattino per chiuderli alle otto e loro sono autori di composizioni che entra- aperte al pubblico e master classes specialisti- mezzo della sera: dopo lo stop dei laboratori rono nel repertorio popolare irakeno. I vialetti che. Tra i partecipanti, musicisti di buon li- gli strumenti continuavano a suonare durante del kibbutz per tutta la giornata erano avvolti vello, studenti di musica interessati a cono- la cena e dopo, sui palchi allestiti per le jem- da una moltitudine di suoni, melodie e ritmi scere la musica di altre culture, ma anche per- session, nei prati e nelle aiuole del kibbutz fino provenienti dai locali tutt’intorno. L’ultimo sone che avevano acquistato lo strumento a tarda notte. workshop di tamburello è stato tenuto sotto un qualche giorno prima; un po’ di tutto. I Workshop erano così divisi: Percussioni albero di ulivo, un po staccati dai fabbricati, Ricordo con particolare simpatia un uomo, (Rocco Zecca, Yinon Muallem, Erez Monk, con per preparare il pezzo che abbiamo presentato sulla settantina circa, con un nero cappello di la super visione di Zohar Fresco); Ud nella tra- la sera stessa (il 19) al concerto finale che pre- pelliccia e con l’aria da pastore, si avvicina a dizione turca (Yurdal Tokcan); Violino, Ke- vedeva l’esibizione dei maestri assieme agli noi mentre perlustravamo il kibbutz poco mence, Lyra (Yair Dalal, Selim Guler, Ross studenti: fra gli applausi del pubblico si è dopo l’arrivo, mostrandoci il suo bastone Daly); fiati (Eyal Sela); strumenti a corda: Tar, chiusa l’intensa esperienza al Kibbutz Almog. parlò in ebraico; non capimmo nulla noi non Saz (Eliyahu Peretz); tecniche vocali (Dr. Rit- Al mattino seguente il kibbutz sembrava israeliani, ma dopo un po’ alzo in alto il suo ba- wik Sanyal, Esti Keinan-Ofri): questi erano vuoto, non perché lo fosse, ma la sola assenza stone e smontando la parte dell’impugnatura quelli di strumento. Danza (Efrat); se- fece suonare quel “attrezzo” per cinque minuti, minario di musica Greca e Turca (Tok- prima con l’imboccatura tipo , poi, per can, Guler, Daly, Sela); seminario di Seminario con Yair Dalal continuare a stupirci, di “traverso”; tra gli ap- musica araba (Nizar Ruhana, Esti Kei- plausi meritati esclamò: “yaffè?,..yaffè?”, ossia nan-Ofri); seminario di frame drums “bello?..bello?”. Era uno degli studenti. del sud Italia (Rocco Zecca); semina- All’interno dei calendari programmati, gli stu- rio di canto classico del nord India denti si potevano destreggiare a loro piaci- (Dr. Sanyal, Nurit Ofer), e questi erano mento, quindi le stesse persone che partecipa- quelli sugli “stili”. I workshop sono vano ai laboratori di percussione o di canto stati inoltre divisi per master class e (tanto per dire) si ritrovavano a seguire lezioni per “begginers” (principianti). di danza del ventre. Tante situazioni in con- Il programma del “dialogo musicale temporanea tenute in più locali, concentrati del mediterraneo” comprendeva an- grossomodo in un’unica area del kibbutz. An- che un “appuntamento non suonato”, che la piccolissima sinagoga era stata adibita a la visione del film “Chalri Bagdadi” (di luogo di musica, una sinagoga un po’ partico- Yair Dalal), molto simile come sceneg- lare visto che solitamente nei templi ebraici giatura e regia al famosissimo “Buena

maggio-giugno 2003 F4 raditional Gli eventi TArranged 6- Nura nura; 7- Bint el balad; 8- a) Pesrev segah; b) Saz semaisi ; 9- Allievi a) Sam’ai Nihavent; b) Gamal Kahol; c) Cecen kizi makan Huseyni; 10- Houdestsi; 11- Longa kurdi’li hicazkar alla tarantella. In questo lunghissimo brano di chiusura si alternavano a tempo di sei/ottavi, prima una melodia turca con l’Ud, poi una ungherese con la Lyra ed infine una irlandese con il flauto. Di ritorno in Italia, a parte i ricordi ancora candidi che diventano rac- conti per gli amici, tanto materiale fotografico e discografico che i musi- cisti del “Dialogo” hanno voluto donarmi, ai quali porgo i miei ringra- ziamenti per l’affetto dimostrato verso me e verso la cultura musicale salentina. ❖

So, We’ ll Go No More A-Roving LA CULTURA TRADIZIONALE IN UNA SOCIETÀ GLOBALE Ariella Uliano è un’interprete di musica antica e tradizionale e un’ insegnante di storia e letteratura inglese. Vive e studia in Gran Bretagna dove svolge ricerche nell’ambito della mu- degli studenti (partiti tutti la sera del 19) che suonarono instancabil- sica e della danza in relazione alla storia sociale e alla lette- mente durante e oltre gli appuntamenti previsti, aveva restituito quel si- ratura inglese. Il 19 Giugno 2003 presenterà uno showcase lenzio che caratterizza un’area desertica. Immersi in questa pace si sono del suo ultimo CD intitolato: “So, We’ ll Go No More A-Ro- riaperte le custodie degli strumenti dei maestri per fissare definitiva- ving”, presso il Webstudio delle Messaggerie Musicali in Galleria del Corso 2, Milano. L’album è una raccolta di poe- mente la scaletta del concerto finale di Gerusalemme. Rientrati nel po- sie del Romanticismo Inglese, su melodie tradizionali Scoz- meriggio a Mishkenot Shaananim, ci si confronta su idee riguardanti la zesi, Irlandesi, Gallesi ed Inglesi del tardo 1700 e del 1800. scaletta, in ogni modo già stampata e distribuita. Io mi ritrovo più volte Durante il concerto-conferenza l’artista traccerà un parallelo con Esti per provare e riprovare un brano a cappella che abbiamo ese- sociologico, letterario e musicale tra il periodo della Rivolu- guito assieme al concerto, una ninna nanna in griko salentino interval- zione Industriale e dell’espansione coloniale Britannica, e lata da incisi in ladino (la lingua usata dagli ebrei sefarditi); dopodiché, l’epoca attuale caratterizzata dallo sviluppo ed espansione di la mattina del concerto, una lunga passeggiata nella città vecchia non la un’economia globale. rifiutò nessuno. Alle 9 di sera, a palco già pronto iniziò ad entrare il Sin dagli albori della Rivoluzione Industriale a partire dalla seconda metà del pubblico che riempì tutti i 600 posti del teatro; undici i brani in sca- 1700, prima in Scozia e poi nel resto della Gran Bretagna, gli spiriti più sensibili letta, intervallati dalle presentazioni del prof. Saroussi; in tutto due ore del periodo sentirono la necessità di salvare la cultura tradizionale inglese da quasi certa estinzione. Poeti, romanzieri e studiosi raccolsero dalla tradizione di spettacolo. Riporto qui di seguito i titoli assegnati ai brani : orale e quindi trascrissero e pubblicarono materiale quale ballate, poesie, rac- 1- Dhurap recital; 2- Tzame’a nafshi; 3- Ninna nanna; 4- a) solo conti, leggende, musiche e danze. Grazie al loro lavoro questo bellissimo patri- tamburello b) pizzica; 5- Ha-tahanah ha- shminit. monio culturale di antichissime origini divenne immortale, ispirando l’emergere Spendo due parole in più su questo brano: su un‘idea ritmica di Zo- di una cultura Romantica Europea e riuscendo a sopravvivere ai drammatici cam- har Fresco,(una sequenza progressiva in otto battute) accompagnata biamenti apportati dall’industrializzazione capillare della società inglese durante con le mani, si alternavano gli assoli delle quattro percussioni. Sul fi- tutto il 1800 e oltre. Oggi, il problema di salvaguardare e preservare le culture nale ci si ritrovava su una di tammuriata napoletana eseguita oltre tradizionali è più che mai vivo e reale e interessa non solo gli abitanti dei paesi che dal tamburello, dalle Tabla, dallo Zarb e dalla Darabukka; su que- europei ma tutti i popoli del nostro pianeta. La guerra e il mercato globale stanno sta solidissima base ritmica un canto salentino molto conosciuto: minacciando la sopravvivenza delle società tradizionali mondiali e ne stanno di- “Mara l’acqua”. struggendo cultura e senso di identità. E’ quindi di grande rilevanza oggi che a musicisti, studiosi e appassionati di musica tradizionale europea e mondiale, venga offerta la possibilità di tenere vive queste realtà particolari, presentando il Allievi frutto delle loro ricerche ad un pubblico più vasto. Questi patrimoni culturali, pe- culiari a civiltà spesso solo apparentemente distanti fra loro, potranno così es- sere apprezzati, assorbiti e filtrati anche in ambiti diversi da quelli in cui si erano originariamente sviluppati. Essi riterranno in tal modo il loro senso d’attualità, arricchiranno culturalmente e spiritualmente le società moderne ed entreranno a far parte del bagaglio di memoria collettiva dell’intera umanità. Se, come già la Rivoluzione Industriale, anche la “global economy” è qui per re- stare, non c’è altra possibilità che “globalizzare” le culture tradizionali del mondo e renderle patrimonio culturale dell’umanità, così come fecero poeti, musicisti e studiosi dell’età Romantica da Thomas Percy e Robert Burns ai fratelli Grimm, Charles Perrault, Walter Scott e Christian Andersen. Le opera di alcuni di questi autori verranno presentate da Ariella Uliano durante lo showcase “So, We’ ll Go No More A-Roving” il 19 Giugno, che comprenderà anche una danza tradizionale Scozzese coreografata su un testo del poeta Robert Burns. Per ulteriori informazioni contattare il sito web delle Messaggerie Musicali www.messaggeriemusicali.it

maggio-giugno 2003 F5 raditional Gli eventi di ADOLFO LA VOLPE TArranged nkara è una strana creatura: una immensa metropoli spro- in due differenti locations, a seconda del tipo di musica proposto: fondata nel cuore delle montagne anatoliche, là dove pas- il moderno e ben attrezzato teatro sito all’interno dell’immenso Asava l’antica via della seta; un agglomerato urbano espan- complesso universitario ha ospitato le esibizioni più quiete ed sosi a macchia d’olio nel corso del ventesimo secolo, all’interno “acustiche”, laddove invece i progetti più legati al rock o all’elet- del quale convivono grattacieli ultramoderni e baracche malan- tronica (da segnalare gli olandesi “Electric Fans”) hanno trovato datissime, i viali alberati affollati di boutiques della zona del cen- nel grande club “Saklikent” il luogo più adatto per esibirsi di- tro e le strade polverose e dissestate del bazaar. nanzi ad un pubblico veramente scatenato. Ankara è essenzialmente una città amministrativa, commerciale L’ensemble “Radicanto” ha avuto l’opportunità di suonare in en- ed universitaria: ben lontana, quindi, dal possedere la bellezza trambi i luoghi, potendo così presentare al calorosissimo pub- immortale di Istanbul o la mitezza delle soleggiate spiagge del blico turco due diversi aspetti della nostra musica: da una parte Bosforo; tuttavia, proprio per questa ragione, è per molti versi un la meticolosa cura dei particolari e l’attenzione per la ricerca osservatorio privilegiato dal quale cercare di capire la autentica timbrica, dall’altra l’energia, l’improvvisazione e l’interazione Turchia di oggi: un paese in delicato equilibrio tra modernità (ed con il pubblico. il “modello americano” è, in questo senso, evidentissimo nell’ar- Una ventina di concerti nell’arco di una settimana, ed inoltre chitettura, nello stile di vita, perfino nella musica trasmessa in proiezioni di films, stages di improvvisazione teatrale, mimo, televisione) e tradizione. cartoon e perfino esperanto, l’ “Avrupa Gençlik Festivali” si è rive- Così non è strano rimanere storditi, spiazzati –com’è capitato a lato una realtà importante e ben organizzata. ❖ IV European Youth Festival dal 16 al 22 dicembre 2002 ad Ankara noi- all’arrivo in questa strana capitale gelida ed innevata, così poco corrispondente all’immagine della Turchia che campeggia sui depliants delle agenzie di viaggio. Per fortuna a contrastare la estrema rigidezza del clima ha prov- veduto la calorosa accoglienza degli organizzatori dell’”Avrupa Gençlik Festivali”, festival Europeo della Gioventù giunto con successo alla quarta edizione: ancor prima che lasciassimo l’Ita- lia, eravamo stati avvertiti da Oykum Bagci –nostra referente al- l’interno dell’organizzazione- dell’atmosfera amichevole e fe- stosa che si sarebbe creata. Così infatti è stato: tra tutti gli artisti partecipanti si sono facil- mente instaurati rapporti di amicizia, scambi di idee e di con- tatti, persino progetti di collaborazione; dopo i concerti serali, inoltre, la musica continuava all’Hotel Houston –dove tutti era- vamo alloggiati- in affollate jam sessions che si prolungavano sino a notte fonda. Il livello qualitativo degli artisti partecipanti si è rivelato peraltro notevole; purtroppo non è stato possibile ascoltarli tutti, ma ab- biamo comunque potuto assistere a pregevoli performances: i bulgari Lot Lorien hanno brillato con il loro ricercatissimo pro- gressive rock fortemente impregnato della tradizione musicale della loro terra; un ensemble compatto ed inventivo, all’interno del quale si è distinta la violinista Galina Koicheva, vera virtuosa dello strumento nonostante la giovane età. Notevoli inoltre ci sono parsi gli spagnoli “El color flamenco”, la cui esibizione, già pregevole per l’impressionante comunicatività e padronanza tecnica dei musicisti, è stata ulteriormente impre- ziosita dalla presenza di tre bravissimi danzatori. Degni di nota pure i maltesi “Etnika”, che percorrono la difficile strada della fusione tra jazz e musica tradizionale, con risultati quasi sempre interessanti. Si è poi rivelata indovinata la scelta di smistare le performances

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raditional Gli eventi di CRISTINA PASQUALI TArranged era una volta e c’è ancora, nel Sud della Francia, un paese arroc- strada, jam sessions nelle taverne ed un trionfo domenicale di horde de cato sui monti delle Cévennes: St Martial. C’era una volta, a St hautbois. Più di trecento musicisti coinvolgono i tremila ospiti del villaggio C’Martial, una tradizione plurisecolare che si stava perdendo: il ri- in un inesauribile ed inebriante tempesta di note. Professionisti ed ama- tuale della déshibernation de l’ours. (In epoche storiche e zone geografiche tori, uniti da complice passione per gli strumenti della tradizione, suo- tra loro molto lontane il momento di passaggio tra gennaio e febbraio è se- nano insieme ed intavolano interminabili conversazioni sul materiale di gnato da rituali con molte analogie: dai Lupercalia di epoca romana al Ban- un’ancia o sul fraseggio di un pezzo. E’ impossibile rendere conto della dii sgianee del Canton Ticino, dalla festa di Sant’Orso alla Candelora…). quantità e della qualità degli interventi di tutti i gruppi presenti! Un cenno C’era una volta e c’è ancora, a St Martial, un gruppo di persone allegre e co- al concerto d’apertura, affidato quest’anno al Duo Verbanus www.zampo- raggiose. Queste persone (per buona sorte del mondo della musica popo- gna.ch, unico rappresentante dell’Italia nell’edizione 2003 e secondo, negli lare) decisero di dare nuova vita alla tradizione e si inventarono la Fête de anni, solo a Stefano Valla, il pifferaio amatissimo ed ormai di casa in queste la St Blaise http://www.musictradgard.com/SaintMartial/, giunta que- terre. Agli Italo-Elvetici tutti chiedono: “Conoscete Stefano?” oppure, da- st’anno alla sua dodicesima edizione. La festa è sottotitolata Rencontres de vanti alla ciaramella , domandano :”E’ un piffero?”. “Non esattamente! E’ hautbois et tambours e richiama a sé un pubblico di appassionati prove- sua sorella! Ed è la cugina degli hautbois languedociens ! Siamo un po’ nienti da tutta la Francia. A fianco del comitato locale c’è CLRMDT medi- tutti parenti!… o no?”, scherza Carlo, il ciaramellaio! Sotto le volte del do- [email protected] (Centre Languedoc Roussillon Musi- dicesimo secolo (acustica affascinante ) risuonano melodie e armonie ques et Danses Traditionelles), che lavora raccolte dagli Itineranti. La capra stregata dello zampognaro Ilario affa- intensamente perché questa festa possa scina e seduce il pubblico, che si è raccolto in chiesa per un momento di diventare sempre di più un momento di ascolto raccolto e meditato. Poi, di nuovo, per le strade… ed ecco che l’at- valorizzazione della cultura popolare. mosfera si riempie di sensazioni sorprendenti : un’ onda sonora di mae- Nella limpida e fredda giornata di feb- stosa portata ci travolge letteralmente! La ritmica, profonda e magnetica, XII Fête de la St Blaise a St Martial (Francia) 1,2 febbraio 2003 viene da tambours e tambourins , timbale renaissance, cymbales, cloches, sonnailles e claquoirs de bois . I galoubets (flauti provenzali a tre fori) gor- gheggiano: è Tarabastal, che in occitano sarebbe come dire grande rumore ! Grande, si! Ma nel senso di grandioso! Qualcosa che sembra salire diretta- mente dalle viscere del sottosuolo e ci rapisce in un vortice! E la meraviglia non sta solo nella musica, ma anche nella presenza del gruppo proveniente da Saint Remy de Provence: maschere e travestimenti antichi, legati alla terra e alla stagione, accompagnati da una postura altera, distaccata, quasi magica… Nulla di folkloristico o spettacolare ad uso e consumo del turi- sta: qui si trasmettono emozioni arcaiche! Per riprendere fiato, sorseg- giamo un Bicarel, l’aperitivo (a base di vino bianco, cartagène e crème de chataignes) inventato dodici anni fa ed ormai entrato a far parte delle tra- dizioni locali (A proposito di tradizioni inventate, nel bene e nel male e, so- prattutto, nell’attuale tentativo di strumentalizzazione delle radici, perché non leggere, o ri-leggere, L’invenzione della tradizione di Hobsbawm e Ran- braio, Françoise e Robert, due tra le anime della festa, ci accolgono con un sorriso che va diritto al cuore. Pochi minuti insieme, ed è come se ci si co- noscesse da sempre! “Per apprezzare la nostra Sant Blase non è necessario essere dei musicologi, bisogna semplicemente amare la musica come me, sentirsela sulla pelle!” Con queste semplici parole, Robert ci introduce nello spirito della Fête. E’ ora di pranzo. Inizia il rituale: ogni musicista tira fuori dal sacco qualche specialità del suo paese d’origine e la condivide con i vicini di tavolata. E’ subito festa! Sul paese, intanto, danza una brezza leg- gera e diffonde ovunque il profumo invitante della soupe à oignon , che sta lentamente cuocendo in attesa della notte. Scopriremo, poi, che le cipolle dolci sono la specialità del territorio! Ce ne offriranno anche in forma di torta e di marmellata! “E’ una festa, non un festival!” ribadisce Robert . Ma che festa! Senza reto- rica: è la festa della musica e dell’amicizia tra i musicisti! Un concerto d’a- Ventouresco pertura in chiesa, concerti a ballo sotto le chapiteau , tanta musica di

maggio-giugno 2003 F8 raditional Gli eventi TArranged ger nella Piccola Biblioteca Ei- con ottoni, percussioni ed ance li- naudi?). E poi via, verso l’intermi- bere. “L’ hautbois languedocien è lo nabile notte… Sotto le chapiteau, il strumento simbolo della Bassa grande tendone che è il cuore della Languedoc , almeno a partire dal festa, due memorabili concerti a diciassettesimo secolo, ma le sue ra- ballo: Lo Juç e Les Cercavins. La dici, secondo alcuni ricercatori, grande tradizione del Sud e la ven- sono plurimillenarie. E’ uno stru- tata innovatrice dell’Ovest! Lo Juç è mento popolare, legato alla musica una formazione che ha fatto storia: tradizionale, che per secoli ha suo- la sua fondazione risale al 1970! JC nato quasi sempre con il solo ac- Maurette (accordéon, guimbarde compagnamento del suo tambour. (scacciapensieri), e voce), Oggi noi facciamo un esperimento: Serge Navarra (violino) e Robert Naudy (batteria) creano un magico tap- lo vogliamo rendere un po’ cuivré! (cuivres sono i nostri ottoni. Provate ad peto sonoro sul quale prende il volo Claude Romero con bodegue (corna- immaginare come suonerebbe in italiano la frase lo abbiamo ottonato un musa della Languedoc) e hautbois. Il loro repertorio spazia tra la tradi- po’!!!!)” E’ sempre Robert che parla e che ci affascina con questi termini zione occitana ed il bal musette: mette letteralmente le ali ai piedi dei balle- così musicali … rini! Qualche minuto di tregua ed il posto sul palcoscenico viene occupato Prima di ripartire cerchiamo qualche souvenir sonoro, ovvero vorremmo da sei giovani Catalani: viola, mandolino, tarota, gralle (oboi popolari cata- acquistare qualche CD per portare con noi un morceau di questo meravi- lani), (flauto a tre fori), chitarre e batteria per un repertorio che glioso Mezzogiorno di Francia. Purtroppo solo alcuni dei gruppi presenti parte dalla tradizione per approdare a sperimentazioni rock, ska e rythm’n hanno esposto i loro prodotti. Sulla via del ritorno ci faranno da colonna blues. Nuove sonorità, nuove sensazioni…la festa sembra non dover finire sonora i Sous -fifres de St Pierre [email protected] e Les Grinces Char- mai! mants http://philneveu.free.fr/workshop.htm. Ci ritroviamo al mattino. Si riscaldano gli strumenti, in attesa della grande I primi se ne stanno rinchiusi in ottima compagnia dentro una compilation sfilata e dalle pérformances che segneranno lo scorrere di questa seconda, e Guascone dal titolo curioso Du côtè de par ici et de par là la la. Tutto ruota purtroppo ultima, giornata. Osserviamo i gruppi che fluiscono, si aggre- intorno al pifre occitano, che pare abbia avuto origine dal pfeifer dei soldati gano e si dissolvono per poi ricostruirsi in un susseguirsi di sonorità conti- di ventura Svizzeri , nel XV secolo al servizio dei Re di Francia. La ripatu- nuamente in evoluzione. Il leitmotiv non può essere che la danza dell’ orso, lèra è la formazione musicale caratteristica del nord della Guascogna ed è alternata ad incursioni nei repertori dei luoghi di provenienza dei vari composta da fifres, tambours e bombadèira (una grossa cassa). Nell’inci- gruppi. Ance doppie, ance libere, cornamuse, flauti, tamburi e tambu- sione la ripatulèra viene arricchita qua e là, di volta in volta, da tromboni, relli…tanti strumenti, ma soprattutto un gran numero di persone con la sax, djembé, basso tuba, chitarra, organetto e clarinetto… Un’ora di musica nel sangue e (che bello!) molte donne musiciste! Una più di altre ci ascolto gradevolissimo ed un gran numero di pezzi danzabili. La traccia affascina…è l’hautbois degli Inédits tziganes. Padronanza tecnica dello numero tre, manco a dirlo, è la Danse de l’ours! strumento, calore umano ed una notevole presenza scenica fanno di lei un Les Grinces Charmants, o meglio Le Workshop de Hautbois Populaires, è in- catalizzatore eccezionale di eventi musicali estemporanei ad alto livello ( vece un progetto nato per dimostrare che con questi strumenti si possono sia qualitativo che emotivo). Avremo la fortuna di sentirla suonare, un cercare nuove vie di sperimentazione musicale di altissimo livello. La ri- giorno, anche in Italia? cerca ruota intorno a Laurent Eulry, Philip Neveu e Vincent Vidalou. L’o- Ore 11.30: arriva il momento trionfale per gli hautbois raccolti sotto il ten- biettivo è quello di trovare un posto per gli oboi popolari in tutti gli stili di done! Philippe Neveu dirige un’ orchestra per nulla scontata: quaranta (e musica possibili ed impossibili! Dal barocco al jazz, e non è ancora tutto! Il forse più) oboi popolari, accompagnati da sessanta (e forse più) musicisti risultato: grinta e tenerezza, da ascoltare! Torneremo! 2 e 3 febbraio 2004, St Martial en Cévennes. PS per chi vuole vedere di più: gallerie di immagini della festa si possono gustare sul sito di Jean Luc Matte dedicato alle cornamuse http://mu- sette.free.fr/festivals/martial.htm oppure su quello di Radio Lenga d’Oc http://www.radiolengadoc.com/html/presentacion/galeria/stblasi.htm❖

Verbanus

maggio-giugno 2003 F9 raditional Gli eventi di GIANLUCA SPIRITO TArranged giato da amici che già erano stati al dell’agenzia Active Events che aveva il non fa- Karine (Malinky) festival e soprattutto dalle compagnie cile compito di coordinare quasi 200 delegati aeree che finalmente hanno prezzi ra- provenienti da tutto il mondo. La cortesia e la gionevoli. disponibilità del personale dell’agenzia e an- Devo dire subito che quel connubio dato secondo me oltre ciò che normalmente è che “Living Tradition” vedeva vin- richiesto per eventi del genere e quindi voglio cente – buona musica - buona orga- pubblicamente ringraziarli. nizzazione (curata ottimamente dal Mia figlia è appassionata di un cartone ani- direttore del festival Colin Hydn)– si mato che si chiama Tommy & Oscar in cui c’è il può ancora oggi verificare e anzi cosiddetto alieno che si nutre di note musicali. sembra sempre crescere di più. In- Così ho fatto io in quei 4 giorni a Glasgow, ho fatti adesso i posti dove si tengono i mangiato poco cibo ma molte note musicali: concerti per questo evento si sono praticamente dalle 14 alle 4.00 di mattina ad moltiplicati e l’offerta è entusia- ascoltare musica.

Celtic Glasgow - 23-26 gennaio 2003 Connections na serie di importanti concerti si smante. Ma soprattutto per gli artisti scozzesi Avevo preparato degli schemi dove fare reso- terrà nella Glasgow Royal Albert Celtic Connections è l’evento dove presentare i conti tecnici ma alla fine ho deciso di parlare “UHall tra il 9 e il 24 febbraio 1994 in nuovi cd e dove poter pianificare l’agenda an- di emozioni. Quelle emozioni infinite che mi una rassegna chiamata Celtic Connections”. nuale dei concerti. Anche per questo da 4 anni ha dato, per esempio, l’orchestra di Unusual È così che la rivista di musica folk “Living Tra- esiste Showcase Scotland, un evento che per 4 Suspect, o le giovani voci viste al Pipe Centre, il dition” presentava la nascita di questo festival giorni riunisce organizzatori di concerti pro- palco pieno di musicisti nel finale di Live in che a gennaio 2003 ha compiuto 10 anni. Nel venienti dall’estero, etichette discografiche e Spain, il set acustico dei Waterboys e natural- programma erano inclusi The Chieftains, Fair- stampa e dà loro la possibilità, attraverso in- mente il violino di John McCusker, che ascol- port Convention, Capercaille, Dick Gaughan, contri organizzati ed il mitico pass rosso per i tare dal vivo insieme al suo supergruppo è un Sharon Shannon, e forse già da allora uno dei concerti, di venire a contatto con gli artisti ed i vero piacere. miei sogni era quello di trovarmi là a godere di loro promoter e con gli altri delegati. In questo La qualità dei concerti è stata molto elevata e questi concerti. modo il festival quindi diventa una vetrina penso che avrei potuto scegliere a caso senza Così commentava poi, a festival concluso, la molto importante per la musica scozzese all’e- sbagliare. La musica che è uscita da Celtic Con- stessa rivista nel suo editoriale sul numero 4 stero. Personalmente ho apprezzato molto l’or- nections è una musica veramente piena di “la serie Celtic Connections a Glasgow ha ganizzazione di Showcase Scotland da parte emozioni, legata al passato ma ben radicata avuto uno smisurato successo. Molti di noi aspettavano il responso e molti semplicemente avevano predetto che sarebbe stato un falli- mento - A gennaio non otterrai mai tanta gente ai concerti - i prezzi sono troppo alti – troppi concerti insieme -…Il risultato è stato 27.000 paganti e concerti che sono stati molto piace- voli…” . L’editoriale continua elogiando l’or- ganizzazione e affermando che quando questa si lega ad ottima musica il risultato non può che essere soddisfacente. Così il festival è andato sempre crescendo, or- ganizzando sempre eventi particolari all’in- terno della sua programmazione, ed ogni anno io giocavo a scegliere i concerti che sarei an- dato a vedere se fossi stato a Glasgow a gen- naio. Quest’anno finalmente, proprio quando Celtic Connections festeggiava il suo decimo anno, Brolum sono riuscito ad andare a Glasgow, incorag-

maggio-giugno 2003 F10 raditional Gli eventi TArranged l’albergo ed entro in questo bellissimo edificio Phamie Gow (sarà la mia casa per 4 giorni) presentandomi a Showcase Scotland per ottenere tutte le in- formazioni giornalistiche su Celtic Connec- tions. Ricevo tutto e dopo il rinfresco di acco- glienza dove trovo gli amici di Hirio Eventi mi appresto ad assistere al primo concerto. Come inizio non c’è male perché di li a un’ora suone- ranno i Waterboys. La mente va indietro con gli anni, a quel “Red Army Blues” da “A pagan Place”che mi fulminò e mi fece apprezzare questo gruppo, passando per la svolta folk di “Fisherman’s blues” e “Room to roam”.

Waterboys Main Auditorium ore 19.30

Mike Scott, il leader del gruppo, inizia con la chitarra acustica (il set è diviso in 2 parti, una acustica una elettrica) ed esegue una nuova canzone accompagnato anche dal violino di Steve Wickam; nella seconda canzone viene invece aiutato al piano da Richard Naiff men- tre lui canta solamente andando poi a conclu- dere a quattro mani la canzone. Il quarto pezzo lo riconosco subito, è “Brin- nel presente e con una spinta dei giovani verso ferma Corinna Hewitt nell’intervista a noi rila- g’em all in” dal suo primo album solista, sta- un grande futuro. sciata, da questi incontri nascono progetti e volta sia violino che piano partecipano al I giovani gruppi sembrano già avere la menta- gruppi che altrimenti non si sarebbero mai in- brano e l’emozione comincia a salire. Mike lità giusta per girare il mondo, hanno strutture contrati, anche perché oltre ad andare sul si- presenta Steve al violino e attacca con una can- che li aiutano ma aggiungono a questo la vo- curo, con nomi che da soli richiamano il pub- zone tratta dal primo album in cui Steve uti- lontà di misurarsi con gli altri e soprattutto il blico, a Celtic Connections piace anche scom- lizza il suo violino con un suono distorto da desiderio di voler lasciare un segno. mettere, creando situazioni che nascono pro- avvicinarlo quasi a una chitarra elettrica. La Tutti i gruppi spiegano le canzoni prima di prio per l’evento, vedi il progetto “the Unusual canzone seguente “Universal Hall”, è un nuovo eseguirle, sanno che hanno un pubblico se- Suspect”. pezzo che dà il titolo al nuovo album dei Wa- vero, spesso formato anche dai propri familiari terboys che uscirà a giugno. Entra il contrab- e soprattutto dagli altri musicisti che non lesi- Glasgow giovedì 23 basso e parte “When you go away” dove il vio- nano consigli. lino di Steve diventa protagonista, tanto che Forse questa è una giusta mossa, cercare di Eccomi finalmente a Glasgow, a dieci passi saltellando all’indietro Mike lascia spazio e creare continuità tra musicisti affermati e dalla Glasgow Royal Albert Hall. Scendo dal- scena al suo violinista. A seguire “Something quelli giovani, sia attraverso session, sia attra- verso concerti organizzati quali quelli della se- rie “Master and Apprentice” dove un giovane Cliar musicista ha la possibilità di suonare insieme ad un maestro del suo strumento. In aggiunta ogni giorno alle 17 c’è il “Danny Kyle’s Open Stage”. Su questo palco si esibi- scono, presentati da Gibb Todd, giovani solisti e band meno conosciute davanti ad un pub- blico numeroso. Questi musicisti hanno la possibilità di farsi notare sia dall’organizzazione stessa che da tutti gli addetti ai lavori presenti a Celtic Con- nections. Essere finalisti all’Open Stage per- mette di essere inclusi nel programma del- l’anno successivo ma vuol significare anche un buon visto per la carriera futura. Altro elemento significativo è che, come af-

maggio-giugno 2003 F11 raditional Gli eventi TArranged that is gone” dove il cantante scozzese canta cordialmente e mi anticipa che solamente senza suonare e i ricordi fanno suonerà all’interno del festival avanti e indietro e tra me e me mi dico in ro- club. mano “ma anvedi ndo sto”. E infatti il finale Le serate sono aperte da Gibb che comincia con “Sweet Things” finisce con le Todd che con la chitarra o con il parole finali di “This is the sea”(una delle mie banjo canta una o due canzoni canzoni preferite dei Waterboys). Mamma mia per poi dare spazio ai gruppi. ragazzi!. Nell’intervallo sono tutto intento in Salgono sul palco cinque ragazze calcoli chilometrici con la mia cartina, ce la e un ragazzo al bodhran. Cerco faccio o no dopo questo concerto a vedere subito conforto nel mio libretto Brian Mcneill e Dick Gaughan in “Baltic tae per capire chi sono. Dagli stru- byzantium”?. Alla fine ci dirigiamo all’Old menti sembrano un gruppo inte- Fruitmarket, dove si esibirà l’ex violinista ressante. Finalmente scopro sul della Battlefield Band. Arriviamo appena in libretto che sono le Dòchas e che tempo e il concerto inizia. Il posto è molto hanno fatto da spalla al concerto bello e la prima canzone già attira la mia atten- dei Croft No 5 poche ore prima. Si Leo e John (Malinky)

Alle 4.00 rientriamo in albergo accompagnati da una leggera pioggia.

Glasgow venerdì 24 Alle 14 assisto ad un dibattito sull’importanza dei media nel sostenere l’industria musicale e gli artisti. È un dibattito molto interessante sulla visibilità della musica tradizionale all’in- terno della Scozia e poi di riflesso degli altri paesi. La situazione che giustamente a loro sembra insufficiente per gli artisti scozzesi a noi sembrerebbe manna dal cielo. A livello na- zionale non penso che ci siano programmi de- dicati alla musica tradizionale e men che meno in televisione. zione. Purtroppo per me il concerto è molto preparano e partono subito alla grande, un set John McCusker Band parlato, con diapositive che Brian va a spie- di 4-5 canzoni molto convincente, le ragazze si Main Auditorium ore 19.30 gare. Poco dopo decidiamo di spostarci a ve- alternano agli strumenti con estrema facilità e dere il finale di concerto dei Croft No 5, sei ra- propongono repertorio tradizionale ma con un Cliar +Daimh gazzi che miscelano ritmi moderni quali hip atteggiamento decisamente moderno. Vera- Strathclyde Suite ore 20.00 hop- funky- con fraseggi di stampo tradizio- mente un bel set. Poco dopo sale la band di nale. Basso, chitarra elettrica, batteria a por- John McCusker che questa sera manca del per- John McCusker spalla a Eddie Reader, che pre- tare il ritmo e flauti, violino e fisarmonica a di- cussionista e di Michael McGoldrick che sa- senterà delle canzoni di Robert Burns aiutata segnare melodie celtiche. Il pubblico gradisce ranno presenti al concerto domani sera. La da un’orchestra classica e parte della John molto e si lancia nella mischia mentre i ragazzi stanchezza comincia a farsi sentire e consumo i McCusker band, inizia il suo breve concerto sul palco sono indiavolati. Sembrano in alcuni biscotti inseriti nella borsa in dotazione per con il set che da titolo anche al suo ultimo al- momenti i Rage Against the Machine che tutti i delegati di Showcase Scotland. Comincio bum “Goodnight Ginger”. Del suo concerto stanno facendo una session con la Battlefield a capire che questo palco per i gruppi è molto parleremo a parte nello spazio che comprende Band. importante, abbiamo accesso al backstage e anche la sua intervista. Finito anche questo concerto ci dirigiamo vedo le facce dei musicisti tese prima e con- Finito il set di John mi sposto nell’altra sala verso il Quality Central Hotel dove come tutte tente a fine esibizione. Il gruppo di John suona della GRAH dove stanno suonando i Daimh, le sere si terranno i concerti al “Festival Club” in scioltezza, mi sembra di ricordare una ver- gruppo giovane che sta preparando il suo se- condotto da Gibb Todd. Mentre raggiungiamo sione di Wee Michael’s March, John ha alla sua condo cd. Il gruppo sta acquistando una buona il posto mi spiegano che stiamo andando nell’- destra Phil Cunningham e Iain McDonald, ri- fama ed è molto atteso. Un buon concerto an- hotel dove albergano gli artisti e che non si sa spettivamente fisarmonica e flauti-cornamusa, che se, il chitarrista Ross Martin rivelerà “era- chi suonerà in queste serate. Entrando ho il e alla sua sinistra Kris Driver al contrabbasso vamo un po’ nervosi” (li risentiremo più rilas- primo colpo di fortuna. Vedo uscire John mentre alla chitarra acustica il mitico Ian Carr. sati il giorno dopo sul palco del Festival Club). McCusker e gli dico che sono l’italiano a cui ha Solo a sentire i nomi potete immaginare che I Daimh fanno da spalla al gruppo proveniente rilasciato l’intervista via e mail. John mi saluta spettacolo. dalle Highlands scozzesi, i Cliar: tre voci, soste-

maggio-giugno 2003 F12 raditional Gli eventi TArranged nute da chitarra acustica, piano e violino che pisco che sono davanti a Finlay MacDonald, fi- tare. Qualche canzone viene anche cantata in regalano una performance straordinaria. glio di un maestro delle cornamuse, che ha già coro con il pubblico. Uno spettacolo molto de- Sembra che queste canzoni in gaelico siano suonato con gruppi quali Old Blind Dogs, licato ma che conferma la bravura delle ra- gradite al pubblico, non mancano le battute tra Battlefield Band e Deaf Shepherd. Veramente gazze che si aiutano, non evidenziando nes- i musicisti tra un pezzo e l’altro, ma quando un set coinvolgente e divertente. suna competizione tra loro. Rischierei di ripe- partono le voci i brividi salgono sulla schiena. È il momento di John e della sua band, stavolta termi sulla bellezza del c”antato anche senza Mi propongo che quando torno in Italia stu- con il percussionista James Macintosh e con accompagnamento” quindi il consiglio è di an- dierò questa musica incantevole. È stato molto Michael McGoldrick ai flauti. Dopo un pezzo dare a sentirle, magari su cd. coinvolgente anche il brano cantato dalle tre che ci porta ad alzarci in piedi fino a toccare il donne del gruppo (Mary Ann Kennedy, Mag- palco, arriva la sorpresa: sale sul palco Eddie Brolum + Malinky gie MacDonald e Ingrid Henderson). Reader ed il pubblico comincia ad impazzire. Strathclyde Suite ore 20.00 Richiamata sul palco a gran voce per un’altra È ora di andare al Central Hotel, chissà chi suo- Dopo la presentazione di 2 nuovi cd da parte canzone , improvvisa un pezzo con la band, ac- nerà stasera. A dire il vero quello che avevo vi- della Greentrax in un ricevimento molto acco- compagnati dal battito delle mani del pubblico. sto già poteva saziare la mia fame musicale ma gliente è ora di prepararsi per un altro grande L’entusiasmo è alle stelle e c’è spazio anche per ancora c’erano delle sorprese niente male. evento Brolum + Malinky. una versione di “Wiil the Circle be Unbroken” Dopo l’introduzione di Gibb Todd arrivano i I Brolum presentano una nuova cantante con il mitico Gibb Todd alla voce. Malinky, una delle band scozzesi più conside- Kathleeen Graham che suona anche la clarsach Ragazzi che giornata!!! Qui sto davvero nel rate al momento. Se chiedete alla critica spe- e Ali Hutton ai flauti, cornamusa e bouzouki. paese dei Balocchi, è la seconda sera che di- cializzata scozzese di fare il nome di qualche L’inizio del concerto è segnato dall’arpa e dalla mentico di mangiare. nuovo gruppo scozzese, comprende sempre chitarra acustica con un tempo lento. La for- quello dei Malinky. Ed in effetti se lo meritano, Glasgow sabato 25 mazione dà un bella impressione con contrab- sono un gruppo che aggiunge proprie compo- basso, bodhran, chitarra acustica, arpa, flauti e sizioni a quelle tradizionali, ha un grande Leggendo e rileggendo il libretto del pro- 2 violini. Si alternano tempi lenti a tempi ve- sound e musicisti niente male. Ero vicino al gramma, in mattinata, scovo che alle 13.00 c’è loci in cui violini e flauto si rincorrono. La palco e sentire i loro pezzi dal vivo, dopo averli un concerto di giovani voci femminili al Pipe quarta canzone è una waulking song intro- sentititi su cd, mi ha lasciato veramente una Centre. Quella è certo un’ora critica per gli ita- dotta da bodhran e bouzouki per culminare bella sensazione. liani perché è l’ora del pranzo a cui noi difficil- con la bella voce di Kathleen ed i cori delle due Dopo i Malinky è stata la volta del gruppo Back mente rinunciamo ma, nonostante l’ora, an- violiniste. Si ripete la cantante scozzese of the Moon, che annovera tra le sue fila Gillian diamo tutti. Le prime file sono libere e quindi quando va a cantare su una base di solo bodh- Frame, vincitrice del premio BBC Radio Scot- siamo in buona posizione. Entrano insieme Ju- ran suonata da Martin, campione irlandese land per i giovani musicisti di musica tradizio- lie Fowlis, Gillian Frame, Kathleen Graham, dello strumento 2002: l’applauso è lungo e nale nel 2001. Uillean pipes, violino chitarra Siobhan Miller, Emily Smith e Rachel Walzer. meritato. C’è ancora spazio per altri quattro acustica e piano per un buon set, veramente Durante lo spettacolo proporranno tre brani a pezzi tra cui spicca il finale di cornamusa. bravi, osservo come i gruppi giovani sem- testa da sole e altri insieme. È veramente un Dopo una pausa di mezz’ora ecco si presen- brano proprio già maturi. piacere sentire queste interpretazioni, le ra- tano sul palco i Malinky. Classico pensiero di metà manifestazione gazze sembrano un po’ emozionate, special- La canzone iniziale è “Billy Tailor” la stessa con “perché in Italia questi eventi non si organiz- mente quando sono sole sul palco e spiegano cui inizia il loro nuovo cd “3 Ravens”. Segue un zano, e soprattutto: perché a questi che cam- la storia delle canzoni che vanno ad interpre- bellissimo brano “the Dreadful End of Ma- biano palco ogni 5 minuti gli strumenti acu- stici non fischiano mai?” Siamo intorno alle 2.00 di notte e sono nel bar Emily Smith degli artisti, ho scambiando 2 parole con Ka- rine dei Malinky e con il chitarrista dei Back of the Moon (che ha suonato a Genova l’estate precedente) e mentre sto andando via incontro Eugene di Ceolconcerts, che avevo incontrato sul pulmino che ci aveva portato a Glasgow dall’aereoporto. Eugene mi rivela che alle 3.00 sarebbe salita sul palco la John McCusker Band. I miei amici di Roma sono già andati a dor- mire ma riesco a bloccare Arianna e Claudio di Hirio con questa notizia. Mentre aspetto mi ri- porto nella sala concerto e vedo un ragazzo scatenato alle cornamuse. Salta di qua e di là con un gruppo anch’esso molto carico, penso “.. e chi è sto mostro?”. Vado a ricercare nel li- bretto salva figuracce e dopo attenta lettura ca-

maggio-giugno 2003 F13 raditional Gli eventi TArranged Qualcuno si chiederà “Chi bilità, al punto che il pubblico non si è accorto Daimh si esibirà stasera al festival di niente. Ho cercato di prendere qualche ap- Club?”. punto ma poi ho posato la penna e mi sono Noi quando arriviamo tro- messo ad ascoltare. Mi sono lasciato traspor- viamo un’arpa al centro del tare dalla musica e dal fantastico effetto visivo. palco. Sale sul palco una ra- Molto belle le canzoni, alcune eseguite con ac- gazza, Phamie Gow, che co- compagnamento di pochi strumenti, entusia- mincia a suonare il clar- smanti i pezzi con protagonisti i violini e sach. Noi siamo vicini al grossa l’emozione quando ho visto i tre suona- palco e vediamo il suo tori di cornamusa alzarsi in piedi per prepa- sguardo quasi esterrefatto rare il loro strumento. Ho pensato “ecco la di fronte al pubblico. Come botta!!” ed infatti il potente suono delle corna- d’incanto veniamo rapiti muse ha invaso la sala. dalla sua musica che conti- Spero che questo esperimento si ripeta (e spero nua con l’introduzione che a Genova si ripeta la prima edizione tutta della sua band. Phamie italiana della “Celtic Connections 2002”, dove passa alla fisarmonica e poi il pubblico è accorso in gran numero. NdR). alla tastiera per poi tornare Alle 19.30 inizia “Skyedance in Spain”, con il al clarsach che suona in gruppo scozzese capitanato da Alisdair Fra- rianna for Sorcery” tratto dal loro primo al- piedi in una canzone che ci ha molto colpito ser, che terrà il concerto insieme a musicisti bum. Il brano parte con il bouzouki e la voce a (Rain). Il suo modo di proporsi al pubblico è provenienti dalla Spagna e per me sarà un al- cui vanno ad unirsi bodhran e violino. La voce molto coinvolgente, suona l’arpa con l’atteg- tro grande spettacolo. Nella band scozzese ci di Karine crea qualche brivido, il brano sale giamento di chi suona la chitarra, dandosi il sono alle tastiere e fisarmonica Donald Shaw bene fino a ritrovarsi ancora bouzouki e voce. tempo con il corpo. Alla fine del set (le verrà ri- dei Capercaille, e Toni Mac Manus alla chi- Dopo un set strumentale è la volta di “The chiesto anche un bis) ci guardiamo in faccia tarra. Un’altra ora e mezza di suoni ed emo- Lang Road doon” che Steve presenta come una con la netta sensazione di aver visto una zioni (ci sarà anche ospite la cantante dei Ca- canzone che vede la sofferenza per la partenza grande artista. Tra poco saliranno sul palco percaille, Karen Matheson). Contaminazione del suo uomo in guerra dalla prospettiva della anche i Daimh che faranno alzare il pubblico con un finale stellare con tutti i musicisti sul donna abbandonata; stavolta Steve è alla chi- per ballare in una bellissima atmosfera da sala palco. Da ricordare l’esecuzione di Theme to tarra acustica e al primo ritornello viene ac- da ballo. È sabato e la sala è stracolma. Scotland e di Way Out of Hope Streets. compagnato da Karine. L’organetto inizia a Andiamo al folk club ma ormai siamo mental- suonare, adesso il coro è a tre voci con il violi- Domenica 26 mente pronti per il viaggio di ritorno. Apprez- nista Jon Bews e l’effetto è molto bello, iniziano È il giorno della partenza per Pierluigi e Paolo, ziamo il bel set di Emily Smith Band che ospita melodie per violino, flauto e organetto mentre i miei compagni di viaggio romani. Io sono anche Steve dei Malinky e altri tre musicisti il finale è di sole voci. molto emozionato perché mi aspetto molto dal per il gran finale. “The Sound of a tear not cried” crea un’atmo- concerto che si chiama Unusual Suspect: tren- Domani si riparte con tutte queste emozioni sfera molto intensa. Ci sono solo il basso del- tuno artisti uniti in una sorta di orchestra, che musicali accumulate e da ricordare. l’organetto e le voci basse di Steve e Jon a far da eseguono brani tradizionali e di composi- “Che possono fare i media per aiutare l’indu- tappeto alla voce di Karine che raggiunge mo- zione. stria discografica e i musicisti?” Recitava l’in- menti d’espressione molto alti. Attaccata come Purtroppo sono un po’ lontano per godere in contro tenuto il venerdì tra addetti del settore. nell’album c’è 3 ravens e la sequenza è mici- pieno il concerto ma quello che ricordo è che Forse raccontare eventi come questo dove la diale, con fraseggio che si ripete all’infinito e la quando sono uscito ero come estasiato. Ave- musica (e che musica) è in primo piano e le voce di Karine che racconta la storia di 3 corvi vano fatto solo una prova il giorno prima ma le emozioni ti portano a pensare che un altro che per pranzo hanno avvistato un bel cava- emozioni sono state molte. Pensate a un’orche- modo di fare e di organizzare musica è possi- liere morto. I Malinky eseguono quasi tutti i stra di musica celtica con fiati, pianoforte, 2 bile. ❖ brani del nuovo cd e forniscono una prova arpe,2 fisarmoniche, 1 smagliante che strappa continuamente ap- organetto, 10 violini, 3 plausi. Vengono richiamati sul palco per il bis cornamuse, 1 flauto, ed eseguono “Follow the Heron” che dedicano batteria, percussioni, al festival che si svolge in primavera nelle isole contrabbasso, chitarra Shetland, invitando il pubblico ad unirsi al acustica, bouzouki co- coro. Veramente un bel quintetto i Malinky ordinato da David Mul- (Karine Polwart-voce-chitarra acustica-bou- ligan e Corrina Hewitt zouki, Jon Bews-violino-cori, Mark Dunlop- dei Bachue. Uno spetta- bodhran-flauti-cori, Steve Byrne-bouzouki- colo entusiasmante in chitarra acustica-voce, Leo Mccann-orga- cui qualche errore do- netto-flauti) con arrangiamenti particolari e vuto alle poche prove è molte canzoni scritte da loro stessi. stato mascherato dall’a-

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raditional I servizi di MORENO PAPI TArranged SOMMARIO Valchiusella (TO) sulle rive di un bellissimo tor- rente. Dal giorno in cui mi mise in mano un Premessa bambù ad oggi sono cambiate molte cose nella Cenni sulle origini mia vita. Una leggenda aborigena Come tenere lo strumento SUL DIDJERIDU Come suonare il didjeridu La respirazione circolare Didjeridu... didjeridoo... didgeridoo... vari modi Conclusione del metodo di scriverlo ma un unico significato... ho scelto Suono, vibrazioni e benefici DIDJERIDU perché in italiano si pronuncia Discografia come si legge così è tutto più facile... Bibliografia E’ costituito da un tronco di eucalipto giovane scavato in natura all’interno dalle termiti che si PREMESSA nutrono delle sostanze organiche presenti nel Ciao a tutti da Papi Moreno! midollo. Le termiti sono sensibili alla luce e Ho imparato a suonare il didjeridu anni fa da vivono solo in un ambiente buio e leggermente solo, a Torino, con una forte sensazione di soli- umido. tudine e di isolamento per l’impossibilità di Devono trovare un accesso all'interno del tronco reperire informazioni o persone che mi indicas- magari seguendo una precedente tana di insetti sero come fare. o creano un passaggio lungo tutto il tronco es- Successe dopo avere assistito a una rappresen- terno dell'albero fino a trovare un punto che tazione di un gruppo aborigeno (del clan Il mio consiglio quindi è di imparare tecnica- esponga la parte morbida del legno interno. Aranda) dove il didjeridu accompagnava canti mente a suonare lo strumento e poi, quando si è Una volta raggiunto il midollo, cominciano a e danze tradizionali. disinvolti nella tecnica, abbandonarla per mangiare l'albero dall'interno. Rapito dal suono dello strumento mi avvicinai trovare la vera espressione personale. Esistono molte varietà di eucalipto in Australia, al palco e rimasi per tutta la durata della rapp- Il mio ringraziamento principale va innanzi- perciò si possono confrontare legni diversi fra resentazione a osservare la tecnica che il suona- tutto al popolo aborigeno da cui proviene lo loro per colorazione e durezza. Legni più mor- tore utilizzava. Non potevo immaginare cosa strumento e che a dura fatica cerca di riappro- bidi danno un suono più vibrato e avvolgente, stesse succedendo: si era instaurato in me l’em- priarsi della sua dignità. legni più duri danno un suono più secco e mar- brione del mio nuovo vivere. Il fatto che molti “bianchi” oggi suonino il did- cato. Il colore del legno e la sua nervatura carat- Da quel momento il lavoro di pubblicitario, la jeridu non è accolto felicemente da tutti gli terizzano l’estetica dello strumento grezzo, cioè mia agenzia, le consulenze presero via via la aborigeni, ma è importantis- forma di un ricordo che sbiadisce col tempo. simo distinguere chi riesce nella Tutto è avvenuto grazie a una guida interiore sua ricerca e ne fa un uso musi- Didjeridu Lo strumento a fiato degli aborigeni australiani che mi ha condotto e mi conduce tuttora in cale senza nulla “prendere” questo fantastico mondo. dalla cultura originaria e sacra. Per me suonare il didjeridu non significa solo Suonate questo strumento se vi emettere dei suoni entro schemi ritmici, ma en- aggrada ma fatelo con il vostro trare in contatto anche con quegli aspetti miei bagaglio personale di spon- più profondi che soltanto in momenti di parti- taneità e musicalità. colare intensità riesco a raggiungere. Devo dire grazie al mio “inizia- Con il didje vado nei miei spazi interiori e at- tore” Luca del Balön (storico tingo in modo intuitivo dall’infinita creatività mercatino delle pulci di Torino) Moreno Papi che vi dimora. che vive in una baita in

maggio-giugno 2003 F16 raditional I servizi TArranged privo di decorazioni, e anche la forma, più retta o più contorta, è motivo vengono decorati sempre attingendo dall’arte originale ma con omissioni di scelta da parte del suonatore. Uno strumento corto, di diametro stretto simboliche. Il ferro rovente come incisore e i colori, anche acrilici, stesi con e costante tra l’imboccatura e la parte terminale prende una tonalità sottili ramoscelli o pennelli sono le due tecniche più utilizzate. acuta mentre un altro più conico e più lungo tende a scendere di tonalità Musicalmente il didjeridu si può classificare nella categoria degli aerofoni e a aumentare la vibrazione. La parte terminale, detta anche campana, ad ancia labiale. La tecnica della respirazione circolare messa a punto assume un ruolo di cassa di risonanza a seconda del diametro. Più la dagli aborigeni è unica, nata dall’esigenza di dare continuità al suono ed campana è aperta e più potente è il suono. Per tagliare gli eucalipti ci è quindi “ad hoc” per questo strumento. vogliono speciali concessioni governative perché la crescente richiesta Suonare una nota senza interruzione attraverso frequenti inspirazioni mondiale rende sempre più difficile la raccolta che in un certo modo dan- nasali e contemporaneamente all’espulsione dell’aria dalle guance che neggia l’equilibrio di questi alberi. Alcuni tagliatori, specialmente non in- spingono aria nello strumento in modo continuo si dice “pulling”. Il digeni, prendono una motosega e tagliano migliaia di alberi per trovare suonatore è chiamato “puller”. Sono termini inglesi usati anche dagli quelli cavi, lasciando dietro di loro uno sterminio. aborigeini. Il timbro della nota cambia in continuazione a seconda della Il popolo aborigeno si addolora e si offende per questa violenza. Gli abori- conformazione della cavità orale di chi lo suona e grazie all’utilizzo cre- geni passano molto tempo nel bush alla ricerca dei legni giusti che, una ativo della lingua, della voce e della pressione dell’aria. volta individuati, vengono picchiettati per sentire se le termiti hanno con- Uno degli aspetti interessanti nella tecnica del suono riguarda la pronun- cluso la loro opera. Alcuni di loro possono sentire l'odore delle termiti a cia di vocali, di consonanti o di parole composte mentre si modula. Molti distanza, altri riconoscono la forma dell'albero. In ogni caso, essi tagliano ritmi si possono creare articolando parole mentre con le labbra si produce solo gli alberi cavi e ne prendono in numero limitato, per non impoverire la nota di base e le sue variazioni, tenendo magari il tempo con i “bilma”, la foresta. Una volta tagliato l’arbusto, senza toccare le radici, che sono o “clapsticks”, i legnetti da percuotere fra loro. Anche il boomerang è uti- vive, si pulisce l’interno dai detriti, si toglie la corteccia e si decide la lizzato come percussione. ❖ lunghezza dello strumento che può variare da 70 cm fino a 160 cm e oltre. Si ha notizia dell’utilizzo di strumenti lunghi 250 cm per rituali segreti. Sull’estremità più stretta si applica della cera d’api a formare un’imboc- catura che viene modellata in base alla fattezza delle labbra e quindi di diametro variabile. Si può anche lasciare il bocchino in legno se il di- ametro all’imbocco consente la vibrazione delle labbra. L’origine geografica del didjeridu è da colloccarsi nelle terre di Arnhem, nel Kimberley e nelle zone che si affacciano sul golfo di Carpentaria. Il nome “didjeridu” è un termine onomatopeico dato dagli inglesi che si origina dal suono stesso dello strumento. Il nome originale cambia via via che cambiano i territori, i linguaggi e le dimensioni sonore. Esistono ancora oggi almeno un centinaio di gruppi linguistici diversi tra loro e si ritiene che esistano decine di nomi diversi. Inoltre essendo una tradizione che si tramanda per via orale, non vi è certezza sul giusto modo di scriverli.

“Yidaki” il più comune - “A:ra:wi” - “Artawirr” - “Djalupu” - “Djalupun” - “Djibolu” - “Djubinji” - “Gamalag” - “Ganbag” - “Garnbak” - “Kurmur” - “Jiragi” - “Lhambilgbilg” - “Lipirra” - “Maluk” - “Ma:gu” - “Martba” - “Ngaribi” - “Paampu” - “Yiki-Yiki” - “Yiraga” - “Yiraka”- “Yiraki” - “Yir- takki” - “Wuyimba” e altri. Normalmente gli aborigeni non decorano lo strumento se non per motivi cerimoniali o per venderli agli occidentali. La loro è una vera e propria arte che si manifesta anche nella pittura su corteccia, su roccia, su legno, su sabbia e oggi anche su tela. Tradizionalmente la decorazione prevede l’utilizzo di ocre gialle e rosse, gesso, ossidi di manganese, minerali ferrosi, carbone, polverizzati e diluiti con acqua. I motivi ornamentali simbolizzano i cibi e i totem del clan o il “Sogno” personale dell’artista. Per sogno si intende il “Sogno dell’antenato” che tramite il canto si è tramandato dal “Dreamtime” fino a oggi attraverso le cosiddette “Vie dei canti”, percorsi che attraversano il territorio aus- traliano e delineano una fitta rete di “Vie” di comunicazione tra i vari clan. Attraverso queste vie dei canti o “piste di sogno” l’aborigeno porta il proprio canto. Il Dreamtime o Tempo di sogno rappresenta il tempo in cui tutto fu creato e sta alla base della complessa e misteriosa cosmogonia aborigena australiana. Un discorso del tutto diverso vale per i didjeridu destinati alla vendita che

maggio-giugno 2003 F17 raditional I servizi di MAURIZIO TORRETTI TArranged

Aborigeni

Gli Uomini del Tempo Antico di Australia Percorsero tutto il mondo cantando; ....in ogni punto delle loro piste lasciarono una scia di musica. che riunisce ogni singolo uomo in un unico del cosmo. E’ uno dei momenti centrali della Avvolsero il mondo intero grande collettivo spirituale. Per questo, gli vita tribale, la manifestazione esteriore di una In una rete di canto, Aborigeni australiani considerano l’ambiente intuizione fondamentale il cui scopo è mante- e, infine, quando ebbero cantato la terra, naturale un paesaggio vivo in cui agiscono nere o ricreare l’ordine e l’organizzazione pri- si sentirono stanchi. forze e simboli. Ogni forma di vita, umana, mordiale della realtà voluta dagli Eroi mitici animale e vegetale è opera di Esseri sopranna- del Tempo del Sogno. Nel suo libro “Le Vie dei Di nuovo sentirono nelle membra turali o Eroi mitici che nel Dreamtime (Tempo canti”, lo scrittore inglese Bruce Chatwin ri- La gelidà immutabilità dei secoli. del Sogno) hanno percorso l’immenso conti- corda come nella cultura aborigena, ogni neo- Alcuni sprofondarono nel terreno, nente australiano cantando quanto incontra- nato erediti una sezione di canto per diritto di lì dov’erano. vano sul loro cammino e modificando il pae- nascita. Le sue strofe sono proprietà privata Altri strisciarono dentro le grotte. saggio - in principio arido e piatto, privo di inalienabile e delimitano il suo territorio. L’Au- Altri ancora tornarono lentamente vita e immerso nella più completa oscurità - stralia, scrive Chatwin, può essere letta come Alle loro “Dimore Eterne”, fino a trasformarlo in una terra ricca di ani- uno spartito e per un aborigeno il canto fa ai pozzi ancestrali che li avevavno generati. mali e vegetazione, illuminato dal sole e dalla contemporaneamente da mappa e da antenna. Tutti tornarono “dentro”. luna. Ogni roccia, ogni sorgente, ogni punto Egli sa leggere il territorio dove è nato ed è in d’acqua, una macchia d’eucalipto, rappresenta grado di riconoscere e cantare ogni forma di (Bruce Chatwin, Le Vie dei Canti) quindi una traccia concreta di un dramma sa- vita che lo circonda, senza fra l’altro perdersi. Testo e fotografie di Maurizio Torretti cro ovvero di un “sogno” prodotto in quei Inoltre sa che ogni luogo è sacro, permeato di tempi mitici. Attraverso il potere della parola e spiritualità e che nell’attraversarlo è in co- del canto gli Esseri soprannaturali hanno trac- stante e intima comunione con gli antenati che ciato sentieri immaginari chiamati Songlines lo hanno “cantato” nel Tempo del Sogno. Se, I canti della creazione (Vie dei canti), dato origine alla vita per poi ri- iniziando un viaggio rituale (walkabout) gli La cosmogonia degli aborigeni australiani prendere il sonno interrotto, ritirandosi in capita di sconfinare in un territorio che non può essere paragonabile a quella greca, per cielo o nelle viscere della terra. I miti legati al appartiene alla sua tribù, egli può continuare il complessità e maestosità. E il suono, ele- loro vagabondare vengono ancora oggi perio- suo errare solo se conosce i canti di quei luo- mento primario in molte religioni della dicamente “rinnovati” e ritualizzati nelle com- ghi, oppure, farseli “prestare” o “prestare” il terra, rappresenta per i nativi l’inizio della plesse rappresentazioni coreografiche chia- proprio agli altri. Così facendo può sperare di vita e la materializzazione del mondo mate corroborees, cerimonie che fungono da ricevere aiuto e ospitalità se si attiene al trac- sostegno ad un complesso codice morale e alle ciato. Il canto perciò rappresenta il legame con ratto costitutivo proprio della cultura quali partecipa l’intera comunità. Durante i gli altri uomini e con gli elementi naturali; aborigena, e in genere di tutti i popoli corroborees, che hanno luogo all’aperto, vuol dire appartenenza alla terra e agli ante- Tdefiniti “primitivi”, è il bisogno incondi- spesso di notte intorno ai fuochi, gli uomini si nati che vi dimorano. Secondo il codice tradi- zionato di un’atmosfera magica viva ed in- esibiscono in canti e danze dalle straordinarie zionale, se l’uomo cessa di comunicare con il tensa che procura agli individui un centro spi- sequenze narrative che riproducono il mistero Tempo del Sogno, cioè se smette di “cantare i rituale sito al di fuori di loro stessi, un centro della creazione primordiale, l’origine metrica sogni”, privando così la vita stessa di questa

maggio-giugno 2003 F18 raditional I servizi TArranged atmosfera magica, è inevitabile il sopraggiun- gere di un decadimento completo, di un grande disorientamento spirituale. Le conse- guenze di tale decadimento si manifestereb- bero in modo immediato in tutti gli aspetti della vita.

La voce e gli strumenti musicali Come ogni altro aspetto della cultura abori- gena anche la musica è tramandata oral- mente e non esiste alcun tipo di notazione scritta Perché la parola, e quindi il canto, produca pieno effetto, è necessario che sia accompa- gnata ritmicamente. E’ per questo che nei canti rituali e nelle formule magiche la voce del can- tastorie (songman) è spesso accompagnata da strumenti musicali, principalmente percus- sivi. Lo stile e il tipo di accompagnamento calipto, di varie dimensioni e lunghezza, svuo- foro passante ad una estremità dove viene an- cambia da un’area all’altra, da una tribù all’al- tato dalle termiti, ripulito dagli Aborigeni con nodata una corda e l’altro capo tenuto in tra. Gli strumenti che vengono usati più fre- ceneri ardenti, e decorato con disegni di argilla mano. Fendendo l’aria e ruotando sul proprio quentemente durante un corroboree, sono gli e ocra, usando complessi simboli totemici. Si asse il rombo provoca un sibìlo che diviene più sticks, altrimenti chiamati bilma oppure ma- suona facendo vibrare le labbra e utilizzando o meno acuto e intenso a seconda della velo- nok in lingua Murinbatan, bastoni di legno di la tecnica della respirazione circolare. Durante cità con cui esso viene fatto girare. E’ usato varia grandezza nonché di diversa prove- la performance, il musicista scandisce il tempo come strumento da segnale ma più frequente- nienza vegetale (la qualità del legno può essere usando contemporaneamente un paio di mente il suo suono presiede le cerimonie di scelta e ricercata per il suo timbro particolare) sticks o picchiettando le dita su un lato dello iniziazione. tenuti in ciascuna mano i quali, percossi l’uno strumento. Con una tecnica simile a quella del sull’altro in punti diversi della loro lunghezza, ventriloquo, egli emette dei borborigmi sul (1) Andrè Schaeffner, Origine degli strumenti emettono suoni di grande effetto che vanno da quale contemporaneamente modula ritmi e musicali, Sellerio Ed. 1996, pag 267 un timbro cupo ad uno ovattato, o ad un altro melodie di diverse tonalità, imitando al tempo ancora di tipo metallico che di notte può es- stesso richiami di animali del bush e del de- I maestri sere udito ad alcune miglia di distanza. Il boo- serto: kookaburra, dingo, possum o addirit- del bastone suonante merang, che dal punto di vista storico, antro- tura il saltellare del canguro. Il didjeridu può pologico ed oplologico rientra nella grande ca- raggiungere la lunghezza di oltre tre metri, ma Non è stato ancora localizzato con precisione il tegoria delle armi da getto, viene usato anche in questo caso è destinato alle grandi cerimo- suo luogo d’origine ma certamente il didjeridu come strumento musicale, cioè allo stesso nie, come quella di Julunggui (Rainbow Ser- proviene dall’Arnhem Land (Northern Terri- modo degli sticks, in questo caso viene chia- pent), il mitico Serpente Arcobaleno. Dob- tory). Didjeridu è il nome dato dagli europei a mato boomerang clapsticks. In alternativa agli biamo a Basedow una descrizione particolar- questo strumento aerofono anche se in alcune sticks ci sono altri modi di provocare suoni mente precisa e al contempo curiosa, del modo regioni è conosciuto con nomi diversi. Se ne percussivi, con il calpestìo dei piedi, battendo in cui gli Aborigeni del Golfo di Carpenteria contano almeno quaranta di uso corrente (ye- le mani, o percuotendo alcune parti del corpo suonano il didjeridu. “La canna è imboccata daki, yraki, kanbi, magu, ihambibilg, wonga, (handclapping e slapping). Nel West Kimber- nell’estremità più stretta, mentre il musicista yurlungurr) ma quello più comune è yidaki. ley, durante l’esecuzione di alcuni canti chia- fa vibrare le labbra “borbottando” o “spu- Simbolo dell’ “aboriginalità”, è diventato per mati djunba, gli uomini segnano il tempo con tando” (sputter) una serie indistinta di parole molti anche l’emblema della world music. In- gli sticks e le donne battendosi il corpo. Nelle come: Tidjarudu, tidjarudu, tidjaruda. Il ron- trodotto negli ambiti musicali più disparati, è cerimonie Yabaduruwa viene usato un set di zio ritmato ed ininterrotto del corno, col suo ormai adottato da molti musicisti occidentali, tre o quattro sticks di varia lunghezza, tenuti effetto lamentoso nella notte, si accompagna anche se la maestrìa degli Aborigeni è inegua- in una mano e percossi con grande abilità da ad un canto che pretende di imitarlo: Didno- gliabile. David Blanasi, discendente della tribù un altro stick. Un altro strumento a percus- diddo, didnadu, didnadiddo, didnadu…didna- Mayali (NT), è senz’altro uno dei più impor- sione è un tronco di legno chiamato hollow log rib “ (1). Al bull-roarer o rombo, sono stati in- tanti suonatori di didjeridu. Nato nel 1930 nei drum , adoperato come tamburo nelle cerimo- vece attribuiti molti significati magici: voci di pressi di Katherine, ha fondato il White Cocka- nie Ubar. Ma lo strumento principe è senz’al- spiriti, di antenati, rumore del tuono. Si tratta too Group e dal 1952 al 1999 si è esibito nei tea- tro il didjeridu (bastone suonante), il cui uso è di uno strumento aerofono formato da una ta- tri più prestigiosi del mondo. Rispetto ad al- tradizionalmente riservato agli uomini. Si voletta sottile di legno oppure di osso, di forma cuni musicisti aborigeni più inclini alla conta- tratta di un tronco d’albero, generalmente eu- allungata, con i bordi arrotondati e un minazione, Blanasi non ha subìto influenze

maggio-giugno 2003 F19 raditional I servizi TArranged raneo” ma con forti richiami alla tradizione. E’ stato spesso in tourneè in Europa, Usa e Asia, ha inciso numerosi dischi per “solo” didjeridu e colla- borato con musicisti pop e della scena elettronica statunitense. La musica tradizionale “Un certo tipo di musica è l’espressione di una reale solidarietà di gruppo, quando la gente si riunisce e produce strutture sonore che costituiscono dei segni della loro appartenenza al gruppo” ( John Blacking,, Come è musicale l’uomo) Prima degli anni ’80 la musica tradizionale degli Aborigeni australiani era pressochè sconosciuta in quanto oggetto di studio per pochi accade- mici. Le prime registrazioni sono state effettuate intorno alla fine dell’800 da etnomusicologi ed antropologi dell’Australian Institute of Aboriginal Studies, oggi conosciuto come Australian Institute of Abori- ginal and Torres Strait Islanders Studies, nel corso di lunghe e frequenti ricerche sul terreno. Nella sua sede presso l’Università di Canberra, l’AIATSIS conserva una preziosa collezione di oltre 7000 ore di musica tribale registrata sul campo a partire dal 1898 fino ad oggi. In partico- lare, E.Harold Davies, T.G.H. Strehlow e N.B. Tindale sono stati tra i primi pionieri a registrare cerimonie e canti tribali. Esiste un vastis- simo repertorio di canti per donne, uomini e bambini, per i clan e i culti in genere, alcuni dei quali vengono ancora oggi eseguiti pubblicamente mentre altri possono essere cantati e ascoltati soltanto da una audience selezionata in quanto associati a cerimonie segrete. Poiché l’accesso al potere sacro conferito attraverso il rituale è in gran parte limitato agli uomini, va da se che da molte di queste cerimonie siano rigorosamente escluse le donne e i bambini. Alcune testimonianze interessanti ci sono giunte dall’etnologo A.P. Elkin, il cui monumentale lavoro sugli Abori- geni australiani è stato tradotto in tutto il mondo. Le sue indagini sul terreno, eseguite durante numerosi soggiorni nelle regioni dell’Arhnem Land, furono imperniate soprattutto sullo studio delle forme espressive moderne e il suo modo di suonare è sempre stato fortemente radicato utilizzate come collante sociale. Negli straordinari documenti sonori è nella tradizione. E’ un virtuoso del “bastone suonante” e possiede una ec- possibile trovare una grande varietà di canti “ chiusi” o “segreti”, cono- cezionale memoria musicale. Gode di grande rispetto e autorità, e tra la sciuti da pochi anziani ed eseguiti rigorosamente durante le cerimonie sua gente è considerato uno degli ultimi depositari delle conoscenze an- d’iniziazione, e di canti “aperti” o “pubblici” (d’intrattenimento, narra- cestrali. Mark Atkins, discendente della tribù Yamitji (Western Austra- tivi, infantili, d’amore, legati alle attività quotidiane, all’insegnamento lia), è senz’altro uno dei musicisti Aborigeni più conosciuti per la sua della cultura tribale, alla caccia e alla raccolta) non esclusivi e quindi versatilità che lo ha messo al servizio di artisti di calibro internazionale. condivisi da tutta la comunità. Molti di questi, all’interno dei quali esi- Oltre a suonare il didjeridu è anche percussionista e pittore. Ha inciso stono innumerevoli sottocategorie stilistiche, ognuna delle quali com- numerosi dischi e fondato il Kooriwadjula ensemble. Atkins, che si è esi- prende, a sua volta, canti diversi, sono andati perduti o dimenticati; altri bito anche con la London Philharmonic Orchestra, ha dato vita insieme a sono stati tramandati oralmente di generazione in generazione; altri suo cugino Janawirri Yiparrka, ad Ankala, una band molto seguita in Au- ancora rielaborati o riadattati nel corso del tempo. Ancora oggi, le mo- stralia. Anche Diakapurra Munyarryun, famoso per aver fatto risuonare dalità, la struttura vocale, monodica e polifonica (a cappella o con ac- il suo didjeridu alla cerimonia d’apertura dei giochi olimpici di Sydney. compagnamento strumentale), l’intonazione, l’andamento melodico, il possiede una tecnica impeccabile e il suo stile è molto legato alla tradi- ritmo, gli intervalli, il fraseggio, l’accompagnamento di uno o più stru- zione. Un marcatore di nuovi territori, uno a cui piace esplorare le possi- menti e di voci onomatopeiche, l’enfatizzazione di una o più note e la se- bilità del suo strumento, soprattutto nell’ambito del jazz moderno, è in- quenza delle strofe, dipendono dal contesto sociale, cambiano da un ri- vece Alan Dargin, musicista, danzatore e attore. Nato nell’Arnhem Land, tuale all’altro e a seconda dei luoghi. Inoltre, per molte tribù australiane ha iniziato a suonare il didjeridu all’età di 5 anni. I suoi dischi sono un la riuscita di una cerimonia sacra è intimamente legata al rispetto della mix di musica tradizionale e risonanze moderne. Infine, un posto spe- tessitura musicale e al preciso ordine sequenziale dei canti che l’accom- ciale tra i maestri del bastone suonante spetta a David Hudson, discen- pagnano. Le straordinarie registrazioni effettuate da A.P. Elkin conser- dente della tribù Tjapukai/Guguyalangi (Queensland) che, oltre ad es- vano intatte un’ atmosfera d’altri tempi, con il crepitìo del fuoco, le voci sere un bravissimo danzatore, pittore, attore e prolifico artista multime- dell’ accampamento e i rumori del bush che fanno da sottofondo ai cor- diale, è anche co-fondatore della compagnia Tjapukai Dance Theatre. robores. Un denso quadro ambientale che ancora oggi mantiene intatto Hudson ha raggiunto una profonda conoscenza della musica e dei codici il magico impatto dell’ascoltatore con il mondo di allora. Gli studi di an- tradizionali dopo una lunga e rigida disciplina tribale. Attraverso l’inse- tropologi di fama mondiale come Elkin, Worms, Spencer e Gillen, basati gnamento della danza e della musica ha avvicinato migliaia di giovani in larghissima misura su materiale raccolto in Australia Centrale, e Aborigeni alla cultura nativa. Il suo lavoro viene considerato “contempo- quelli di Ronald Berndt e Catherine Helen Berndt, che nel corso delle

maggio-giugno 2003 F20 raditional I servizi TArranged loro indagini etnografiche condotte soprat- nale e internazionale, il CAAMA è oggi una merose bands al femminile come The Raven, tutto nel Northern Territory hanno eviden- grande industria discografica e commerciale The Seven Sisters e The Tiddas. ziato la complessità delle relazioni che esistono che possiede una propria stazione radio e uno Anche la danza riveste un ruolo importante tra alcuni canti e i miti legati ad un determi- degli studi di registrazione più famosi in Au- nella cultura aborigena in quanto esprime i nato luogo, hanno contribuito notevolmente a stralia, con base ad Alice Springs. In questi ul- valori del gruppo sociale e l’appartenenza to- promuovere una maggiore comprensione della timi anni, alla musica aborigena è stata accor- temica. E’ per questo che i motivi coreutici cultura musicale aborigena e del pensiero reli- data un’attenzione e una diffusione anche sono tratti quasi esclusivamente dal regno ani- gioso ed etico espresso nel rituale e nella mito- commerciale, su scala nazionale. E, seppure in male, e realizzati in maniera molto realistica. logia di uno dei popoli più antichi della terra. parte, il riconoscimento di una sua “pari di- Gli Aborigeni osservano nelle loro danze un gnità” grazie ad uno spazio maggiore nei me- canone strettamente imitativo e ricco di movi- Dal Tempo del Sogno ad una dia e al moltiplicarsi di concerti e raduni musi- menti, tanto nei repertori tribali quanto nelle coscienza collettiva moderna cali. Secondo Richard Micallef, fondatore del esibizioni pubbliche in cui i procedimenti co- CAAMA, è in aumento il numero dei giovani reografici sono una fusione di modernità e La musica come riscatto culturale Aborigeni che si avvicinano alla musica, anche tradizione. Nell’ultimo ventennio sono nate a quella tradizionale. E’ un dato positivo per- numerose compagnie di danza tradizionale, Per molto tempo lontani dagli occhi della mag- ché proprio attraverso di essa mantengono un una delle quali è la Yolngu Dance, proveniente gioranza degli australiani, repressi e limitati qualche legame con la propria cultura. In Au- dalla regione di Yirrkala, a nord est della Terra dalle leggi della cultura dominante, gli Abori- stralia ci sono alcune bands e cantautori nativi di Arnhem, costituita da ballerini di età com- geni sono stati messi opportunatamente a ta- che hanno ottenuto un grande successo nazio- presa tra i sedici e i venticinque anni, alcuni cere, eclissati dalla storia e dalla coscienza dei nale e lusinghieri riconoscimenti all’estero. Al- dei quali iniziati alle danze sacre fin dalla te- bianchi d’Australia. Oggi vivono una nuova tri musicisti di talento, invece, non sono affatto nera età di 3-4 anni. Diretta da Mandawuy Yu- fase della loro storia, a due ritmi assai diversi interessati al mercato discografico, privile- nupingu, leader e cantante di Yothu Yindi, e da l’uno dall’altro: uno antico, radicato nella tra- giano il rapporto diretto con la propria gente e Banula Marika, celebre danzatore del Bangarra dizione e l’altro di stile occidentale. Questi due suonano soltanto nelle comunità native. Ricca Dance Theatre, il repertorio della Yolngu ritmi vengono vissuti simultaneamente in e variegata, la musica contemporanea abori- Dance è rappresentato dai miti del Dreamtime un’apparente confusione, talvolta si compene- gena, che conserva tratti fortemente tradizio- e dei totem tribali, accompagnato dal suono trano, e la transizione dall’uno all’altro segue nali, ha ormai assunto una sua autonoma fisio- del didjeridu e dagli altri strumenti tradizio- percorsi sinuosi e crea situazioni insolite. A nomia seppur usando caratteristiche di altre nali. La Bangarra Dance Theatre, i cui compo- partire dagli anni ’80, l’esclusione culturale ha culture musicali (folk, rock, jazz, country e we- nenti appartengono alla comunità Worrogoree sostenuto e sviluppato il concetto di ”aborigi- stern, reggae, etno-rock, world-music, am- (New South Wales) è invece la compagnia di nalità”, la reazione, cioè, degli Aborigeni alla bient). I testi, spesso cantati metà in lingua in- danza aborigena più conosciuta nel mondo. loro iniqua posizione sociale nella società au- digena e metà in inglese, trattano argomenti di Fondata nel 1989 da Carole Johnston, è com- straliana, con la comparsa di una riconosciuta protesta politica e contestazione sociale, di posta da 10 ballerini aborigeni, tra i quali la voce culturale nativa che ha iniziato ad espri- emarginazione fisica e culturale, esprimono il bellissima cantante Christine Anu e il geniale mersi progressivamente fino ad affermarsi in desiderio di un ritorno ai valori della cultura Stephen Page che ne è il direttore artistico. La Australia e all’estero, attraverso forme d’arte tribale. Nel tentativo di riequilibrare l’asimme- Bangarra Dance ha sviluppato un nuovo stile come la pittura, la letteratura, la danza, il ci- tria del potere interculturale, non manca nep- di danza contemporanea in cui sono forte- nema e la musica, facendo conoscere al mondo pure una sostanziale critica al modo distrut- mente presenti l’essenza e la spiritualità della la vitalità delle proprie tradizioni. Con la mu- tivo di vivere e relazionarsi dell’uomo bianco. cultura aborigena. Lo stesso Page ha curato la sica come mezzo di riscatto dell’ identità cultu- Nell’ultimo decennio, sulla scena musicale au- sezione “nativa” nella cerimonia d’apertura dei rale, è iniziato un lento e difficile processo di straliana, e in alcuni rari casi anche su quella giochi olimpici di Sydney a cui hanno preso ricostruzione e consolidamento dei legami con internazionale, sono apparsi numerosi musici- parte migliaia di giovani Aborigeni prove- la tradizione, lo sviluppo di una nuova co- sti e bands impegnate sul fronte dei diritti so- nienti dall’Arnhem Land. scienza collettiva che riunisce entro sé i nativi ciali e politici, a partire dal rock dei Coloured urbanizzati, contaminati dalla cultura dei Stone, Scrap Metal, Warumpi Band e Yothu Discografia bianchi, e quelli che vivono nelle outstation Yindi; il reggae di No Fixed Address e Us Mob; musica tradizionale (comunità aborigene) all’insegna di rigide re- la canzone d’autore di Keu Karmody, Archie gole tribali. Al Central Australian Aboriginal Roach, Ruby Hunter e Baydon Williams; il pop Music from the Wandjina People - Media Association (CAAMA), nato nel 1980 militante di Christine Anu; il country di War- Authentic Aborigenal Music (ARC Music); dall’impegno di tre volontari con pochi mezzi ren H. Williams e dei Pitjantjatjara Country Bushfire - Traditional Aboriginal Music a disposizione, va senz’altro riconosciuto il Band. E tanti altri artisti dagli impegnativi (ARC Music); Australian Aboriginal music merito di aver iniziato a produrre sia musica nomi tribali: The Wirrinyga Band, Blekbala - The Rough Guide (World Music Network); tribale che le prime formazioni di musica con- Mujik, Malandarri Band, Areyonga Desert Ti- Didjeridoo - The Australian aboriginal temporanea, realizzando tra l’altro video e gers, Ilkarimaru, The Gaba-Gaba Mawi, North music (Playa Sound); Alan Maralung programmi educativi e formativi per la tv de- Tanami Band, Isaac Yamma, Red Sunset, Be- Bunggridj - bunggridj: Wangga Songs stinati alle numerose comunità native. Oltre van Young & Victor Tunkin, Lajamanu Teenage Northern Australia (Smithsonian Folkways); alla propria etichetta discografica, che ha pro- Band, Blackfire, Frank Yamma, Roger Knox, David Blanasi - Didgeridu Master (Big dotto la maggior parte della musica aborigena The Country Outcasts Dougie Young, la celebre Bang); David Hudson - Rainbow Serpent moderna, distribuendola sul mercato nazio- Adelaide Aboriginal Orchestra, Ankala. E nu- (Celestial Harmonies).

maggio-giugno 2003 F21 raditional I servizi TArranged Discografia musica contemporanea Ankala - Rhythms from the Outer Core (Network); David Hudson - Yigi Yigi Solo didgeridoo (Indigenous Australia/Didgeralia); Alan Dargin - Cross & Hatch (Black Sun); Spirit of the Outback - AA.VV. (Manteca); Yothu Yindi - Homeland Movement (Mushroom Records); Yothu Yindi - One Blood (Mushroom Records); Ruby Hunter - Thoughts Within (White Records); Archie Roach - Looking for Butter Boy (Mushroom Records); Tjapukai Dancers - Proud to be aborigine NED LUDD (Warner/Chappel); Christine Anu - Stylin’up (Mushroom Records). ITALIAN FRESH ROOTS MUSIC chitarraacusticabodhranbassobatteriaviolino Bibliografia consigliata bouzoukighirondamandolinofisarmonicavioloncello Catherine J. Ellis, Aboriginal Music, University of Queensland Press, “I Ned Ludd attualizzano la matrice folk senza mai cadere nella 1985; Karl Neuenfeldt, The Didjeridu: From Arnhem Land to Internet, banalità: le loro canzoni sono trascinanti e sincere, e dal vivo John Libbey & Company Ltd, 1997; Phillip Hayward, Perfect Beat n° 2, conservano l'energia e la forza espressiva degli anni del punk. Senza per questo sacrificare la bellezza dei suoni della tradizione” January 1993, CCMS, Macquaire University, Sydney, Australia; Peter Andrea Silenzi - Trova Roma – la Repubblica Poynton, Aboriginal Australia: land, law and culture, Institute of Race Relations, 1994; A.P. Elkin, Sciamani D’Australia, Raffaello Cortina Edi- CONTATTI: tore, 2002; Theodor G.H. Strehlow, I Sentieri dei Sogni, Mimesis, Mi- Gianluca Spirito - Via Petrizzi 35 - 00040 ROMA tel. 0679840740 mobile phone 3297220744 e-mail [email protected] website: www.nedludd.it

Le rêve de l’Aborigène 29 maggio Classico Village - Roma Gang - Ned Ludd in concerto Il più grande incontro di didgeridoo in Francia - Airvault (Deux Sèvres) Dal 14 al 16 luglio 2003

In un luogo eccezionale, il festival "le rêve de l’Aborigène" ac- coglie gli appassionati dei suoni stranieri. Gli aborigeni con il didgeridoo accostano i bluesmen e gli indiani con la guim- barde e i mongoli con il canto bifonico. La magia inizia. Le associazioni L’Aborigène e Vent du Rêve hanno unito la loro passione per presentarvi degli artisti venuti dall’Europa, l’Ame- rica del nord, l’Israele, la Mongolia e l’Australia. Jowandi dall’Australia, accompagnato dalle sonorità del did- Elisabetta del Buono geridoo e i ritmi dei boomerangs. clarinetto Mark Atkins scrive l’immensità delle strade australiane con il Pierluigi Vagnoni suo didj-blues ipnotico. violino Charlie McMahon con le sue possenti vibrazioni vocali fa tre- Francesca Fabris mare il sole. chitarra Raphaël Coz e Steev Kindwahl con la loro guimbarde, trac- Katia Onofri ciano tutte le distanze che separano l’India dall’Occidente. Ale Brider flauto traverso David Hykes sviluppa con il suo canto una forma di sacralità Massimo Greco bouzouki, banjo e concertina Hosoo, maestro mongolo di Höömeij (canto difonico), ri- Daniele Ercoli contrabbasso - Lucia Mori ottavino sponde con i suoi canti animistici. L’etnologo Barbara Glowczewski ci approfondisce la cono- “Il nome Ale Brider è il titolo di una popolare canzone scenza delle culture aborigene d'Australia. yiddish, che significa “tutti fratelli”, con quest’intenzione Gli ateliers tenuti da questi artisti sono dei momenti essenziali cerchiamo di fare la nostra musica, mettendo come prio- della trasmissione di una passione, di incontro con il prossimo. rità lo scambio delle diverse tradizioni, il far proprio un Il pubblico e la stampa non finiscono di elogiare la prima edi- repertorio della tradizione orale e popolare, come il costrui- zione del festival, che anche nella seconda edizione non man- re brani originali nello stile della musica tradizionale, in par- cherà di coinvolgere un pubblico sensibile alla musica abori- ticolare dell’Europa centro-orientale.” (estratto da un’inter- gena, nel pieno rispetto dell’uomo e della natura, veicolando i vista per Traditional Arranged, Aprile 2002) valori essenziali che hanno animato le tribù aborigene da Nel dicembre 2001 il gruppo ha registrato il suo primo disco 50.000 anni ai giorni nostri. “Chi ha incontrato la fata Paduri?”, autoprodotto e presen- tato il 15 Aprile 2002 presso la Libreria Invito alla lettura a Pass: 1 giorno 12 euro - 2 giorni 17 euro - 3 giorni 22 euro Roma. Per contatti consultare il sito: http://space.tin.it/club- Info: tel. 06.78.12.14.87 [email protected] net/pivagnon o scrivete all’indirizzo mail: [email protected] Info: www.lereveaborigene.net - tel. 05.49.67.85.33

maggio-giugno 2003 F22 raditional Argomenti di ALBERTO CESA TArranged empre più spesso mi si presenta l’occa- e altri del “giro” con alcune divertentissime a Enrico Capuano per citarne un paio tra i mi- sione, come in questo giornale, di parlare prese per i fondelli dell’attuale banda governa- gliori. Sdella mia idea del cantar-politico E questo tiva attraverso la rete... un’idea (quella della sa- Parlando di canzoni di lotta, di impegno civile, mi rende felice, perché mi fa credere, con buone tira musicale in rete) che mi è piaciuta molto, di opposizione, succede, per tornare a una delle probabilità di azzeccarci, che stia rinascendo tant’è che gli ho suggerito di continuarla, am- domande di cui sopra, che saltino facilmente i attorno a questo tipo di espressione un inte- pliarla, estenderla, creando un vero e proprio confini del genere musicale di appartenenza resse che sembrava sepolto per sempre... movimento da lui guidato e coordinato... (per questo non è difficile trovare nello stesso La domanda che mi sento rivolgere con mag- Chissà?!!! concerto, nella stessa manifestazione, in una giore frequenza è se esista ancora un nesso tra il Il mio amico Ivan Della Mea, dopo anni di compilation, linguaggi musicali a volte addirit- folk e la militanza politica. Se la cosiddetta can- “quasi” silenzio è già arrivato al secondo cd tura agli antipodi)... Ma, per riprendere il filo di zone di protesta (quella cresciuta sulla gloriosa della sua nuova era (nel primo, Ho male all’oro- questa mia piccola riflessione, in relazione so- scia dei Guthrie, Seeger, Dylan, MacColl... fino a logio, ho avuto l’onore di cantare una sua bellis- prattutto al contesto in cui la sto proponendo, diventare il linguaggio internazionale dei mo- sima canzone, Basta y Hasta), conservando in- proverò a riferirmi esclusivamente al campo vimenti degli Anni ’60 / 70 e che in Italia ha tatta la sua grintosa poeticità. musicale che “coltivo” da quasi trent’anni, che è avuto il suo centro di gravità nei racconti “ul- Sono alcuni esempi, se permettete insieme al poi l’habitat storico della canzone di protesta, trà” dei vari Pietrangeli, Marini, Bertelli, Della sottoscritto e al Cantovivo, di come si possa an- per lo meno quello in cui si è formata: il folk. Mea...) non vada collocata altrove... e, in ogni cora tradurre in linguaggi attuali e comprensi- E qui sono “dolori”... Scherzo, ed esagero, però... caso, laddove sia sopravvissuta, se sia riuscita a bili un modo di essere e di cantare che sem- La nuova generazione folk, lo dico e lo scrivo rinnovarsi di fronte ai mutamenti delle condi- brava destinato alla sparizione definitiva... E dovunque ne abbia occasione (per esempio zioni sociali e dei relativi conflitti... anche se molti protagonisti di quegli anni “non nella lunga intervista fattami da Roberto Sac- Provo a dare una risposta. ce l’hanno fatta” a conservarsi né, a maggior ra- chi per il Folk Bulletin) è migliorata moltis- Innanzitutto, parlando per esperienza diretta, gione, a rinnovarsi, in sostegno di questo mio simo, rispetto alla mia degli inizi, sul piano tec- premetto che le ragioni di impegno nell’ambito (moderato) ottimismo c’é da qualche tempo la nico e musicale, ma è distante anni luce dall’ap- del filone musicale-politico-popolare sono “discesa in campo” (brrrr!!!) di una nuova ge- proccio “visionario” (e politicamente unifi- pressoché invariate da trent’anni. Quando ho nerazione che, per quanto talvolta in modo cante) al canto popolare che caratterizzò i primi iniziato l’avventura cantoviviana nei primi “disordinato”, sta mettendo in gioco idee belle, passi di formazioni come la nostra, ispirate (per Anni ’70, per esempio, l’America gettava nuove, forti, innovative... Penso a Daniele Sepe e noi fu così) da eventi della portata di “Ci Ra- Il folk e le canzoni di protesta bombe sul Viet-Nam... Cos’è cambiato da al- lora? Sicuramente la qualità delle bombe! E i bersagli... All’inizio degli Anni ’80 la Fiat “fa- ceva le prove” preannunciando il licenziamento di migliaia di lavoratori. Ci fu quasi l’occupa- zione, un movimento di solidarietà strepitoso (noi stessi cantavamo le nostre canzoni popo- lari con gli operai davanti ai cancelli, come ho raccontato nel mio foglio volante Ballantonio) fino a che i sindacati firmarono nella notte l’ac- cordo più scellerato della storia operaia... al- meno, così credevo fino a quando non ho rivi- sto dietro il ghigno soddisfatto di Pezzotta (per aver firmato senza-e-contro la Cgil e con i nuovi-padroni il cosiddetto patto-per-l’Italia) la stessa maschera servile stampata sui volti dei 40.000 che sfilarono nella famosa marcia-pa- dronale di chiusura di quei drammatici “35 giorni”. A me sono sufficienti questi due esempi per continuare a cantare-politico... E per for- tuna non sono il solo! Il mio concittadino Fausto Amodei, ricordato dai più per il tono epico con cui ha saputo rac- contare i “morti di Reggio Emilia”, ma forse an- cor più bravo quando ha messo la sua partico- larissima vena compositrice al servizio della sa- tira e dello sberleffo, di recente ha sorpreso me

maggio-giugno 2003 F23 raditional Argomenti TArranged giono e Canto”, la leggendaria rappresentazione Da un paio d’anni spendo buona parte delle delle “Italie” popolari e delle relative culture an- mie energie per convincere ottimi giovani suo- tagoniste di base, messa in scena alla fine degli natori di ghironda, di organetto, di violino (fos- Anni ’60 da Franco Coggiola, Cesare Bermani, simo stati noi così bravi trent’anni fa!!! A volte Ivan Della Mea, Giovanna Marini e altri grandi anche adesso...) a lasciare un po’ da parte (solo personaggi di quella stagione (con la regia di un po’) le magie delle courente, delle gighe, Dario Fo!). delle bourrée, delle pizziche... per riaprire qual- Oggi prevale la “festa” sull’impegno (spesso una che finestra alle tante canzoni di lotta e di li- scusa per mettere in opposizione due concetti bertà (molte sono anche musicalmente bellis- che possono, e devono, assolutamente convi- sime, oltre che “attuali”) che la tradizione popo- vere), la danza sul canto, il canto “ricercato” sul lare ci ha regalato... canto di lotta... in parole povere mentre nel rock E’ vero. Io sono sempre stato “di parte”, schie- c’é un risveglio, seppure ancora timido, delle rato... Nel senso che sono tra quelli che riten- coscienze (sarà una scelta di marketing?), nel gono il canto tradizionale un pugno nello sto- folk ci si “celtizza”, “mediterraneizza”, “worl- maco alla cultura borghese dominante “a pre- dizza”... dimenticando troppo spesso, e spesso scindere”, per dirla alla Totò... dunque anche troppo ostentatamente, la vera ragione sociale nelle sue vesti più “bucoliche”... ma a chi mi ri- del canto popolare. getta contro la solita “neutralità” espressiva del Noi abbiamo scelto da un pezzo per Cantovivo il mondo popolare, definendo una forzatura la marchio “combat-folk” anziché “folk” e basta, nostra chiave di lettura politica, rispondo con anche per aprire in Italia una strada che a lungo le parole di un signore oggi non più “di moda” abbiamo battuto in solitaria... Fu Gabriele Fer- (per quanto storicamenrte “avvallato” dai mi- raris sulla Stampa di Torino a definirci così, lioni di contadini, di operai... di uomini e donne dopo una kermesse multi-espressiva (antiber- del mondo popolare mandati a morire nelle lusconiana) al Palasport. Perdemmo le elezioni, fabbriche, nelle miniere, sul Carso, sulle Ande... era il 94, ma quell’etichetta ce la stampammo gente del mondo popolare che ha dato voce alla su indelebilmente. Da allora un po’ alla volta propria rabbia, alla propria disperazione con la non fummo più soli. Senza “scomodare” i soliti ricchezza profonda, radicata, allegra o triste che “salvabile” al setaccio della “maturazione” con- Modena C.R., altre formazioni cominciarono a fosse, della propria tradizione musicale)... sto certistica e militante, sto cominciando con scegliere la nostra strada. Ma si tratta sempre, parlando di un certo Berthold Brecht, il quale l’aiuto di altri compagni (non necessariamente in quest’era di pericolose bande nere al potere, diceva che in tempo di guerra cantare di alberi del settore) a reinventare canzoni, ritornelli, di una strettissima minoranza... Per fare un e di fiori è un delitto. Dunque cantiamo, suo- slogan-filastroccati-su-canti-strapopolari... un esempio, nell’ultima gigantesca kermesse tori- niamo, ridiamo, balliamo... con tutta l’energia po’ sulla falsariga di quanto fecero a loro tempo nese organizzata sul finire del 2002 per dire che la nostra musica ci offre, ma non dimenti- i nostri avi musicanti per le lotte anarchiche, “non nel mio nome” alla guerra, tra i venti e più chiamo il monito di quel signore col cognome contro la guerra, per gli scioperi delle otto ore, gruppi che percossero di note e frastuoni il Pa- da calciatore (fin troppo adulato e poi scaricato per la Resistenza... lastampa, dell’area folk (in senso stretto) c’era- dai nostri “pensatori”)! Perché la guerra è di Voglio chiudere (l’età me “lo consente”...) lan- vamo soltanto noi, insieme a un paio di gruppi nuovo attorno a noi, è dentro di noi... è il vero ciando un appello: chi crede che la canzone po- folk-rock (dove il termine folk sta abbastanza cancro di questo mondo dominato senza più al- polare possa ancora dare voce ai “muti della stretto, se vogliamo pignoleggiare...) come i cun ritegno da quello che (da ragazzi) chiama- storia”... che possa tornare a essere nelle Lou Dalfin e gli Egin. vamo capitalismo!!! strade, nelle piazze (anche telematiche!), nei Che fare? La musica popolare è per sua natura una delle circoli, nei teatri, il più straordinario strumento più grandi armi-di-pace. Non disperdiamo di comunicazione e soprattutto di contro-co- questo straordinario potenziale, questa grande municazione... chi sta dalla parte degli op- energia in una “nuova Arcadia” del 2000. Chi pressi, degli sfruttati, degli emarginati, degli in- ancora non ci ha pensato provi a indirizzare un cazzati, dei pacifisti, dei ribelli, dei sognatori di po’ del proprio estro verso questo terreno. Tutto un mondo più libero e più giusto... batta un è ancora coniugabile (ho apprezzato molto colpo! Magari nel 3/8 della “bourrèe a tre”... sotto questo profilo l’ultimo lavoro di Aurelio Citelli e dei Barabàn) nell’immenso panorama PS: Com’è possibile, diranno i più “pigri”, fon- espressivo del nostro piccolo-mondo-folk!!! dere rabbia e poesia? Fernanda Pivano, che co- Personalmente, dopo aver intrapreso sul piano nosce e ci ha fatto conoscere meglio di chiun- dell’espressione personale la via del cantasto- que altro, la “faccia bella” (c’é stata!) dell’Ame- rie, sto provando a usare la mia lunghissima rica, in un ricordo televisivo della Beat Genera- esperienza (ahimé!!!) nel campo della ricerca, tion ha detto: “se oggi ci fossero i Corso, i Gin- della riproposta, del bla, bla, bla (come si diceva sberg, i Kerouac, i Ferlinghetti... le cose non an- una volta)... per costruire un canzoniere che drebbero così male! Bombarderebbero l’Ame- unisca storia (senza concessioni alle ridon- rica di poesie e probabilmente l’America non danze e alle “boutades” di cui è stata riem- andrebbe più in guerra...”. Con un po’ di nostal- pita...) e novità. Nel senso che oltre a passare il gia generazionale (concedetemelo!) condivido

maggio-giugno 2003 F24 Argomenti

pienamente. Anche Pasolini ebbe a dire che la poesia e forse la poesia soltanto (ovviamente non quella inutile e consolatoria...) avrebbe ri- scattato l’umanità. Scrisse molti anni fa (ci sono pensieri che non per- dono mai l’attualità) il grande poeta iberico Gabriel Celaya: ... porque vivimos a golpes, porque apenas si nos dejan decir que somos quien somos nuestros cantares no pueden ser, sin pecado, un adorno estamos tocando el fondo, estamos tocando el fondo...

BALLANTONIO dal cd “I FOGLI VOLANTI di Alberto Cesa - diario di un musicante” / (il manifesto 067) inserito nella recente compilation della rivista WORLD MUSIC dedicata al Piemonte nella collana “Le Tribù Sonore” Antonio era un ragazzo uno dei tanti / che da poco aveva lasciato /il profumo del sale / le carezze del sole / per affittar le braccia all’illusione / per regalare il cuore al padrone. Quella notte girava muto e un po’ impaurito / tra gli sguardi stanchi e tesi / dei compagni del picchetto / del cancello di quel ghetto / bombardato dalle schegge dispettose / delle fiamme di cassette appena accese. E quella sera che avevan preparato / lì davanti un gran concerto / un concerto di sostegno / un bel palco di legno / per lasciare un segno chiaro e organizzato / sulle tute di quel popolo incazzato. Quando il dio dell’auto fulminò l’interruttore / e del concerto non se ne fece niente / in quella contrada / fu musica di strada / un canto antico gli riempiva il cuore / mentre la luna faceva il riflettore. Lui dalla notte sentiva ritornare / il suono dolce il suono amico / di chitarra battente / un organetto insistente / e i suoi piedi si lanciarono provetti / come san fare quelli dei folletti. Così Antonio rivide quella sera / le facce belle e scure / gli amici e i colori / de- gli alberi e i suoi fiori / vide i cancelli in aria rotolare / verso le nuvole che bal- lavano sul mare. E dalla fabbrica ogni macchina ogni cosa / come d’incanto se ne volò via / in un mondo diverso / dove il male è scomparso / mentre i compagni gli prende- vano la mano / per quella danza per quel ballo strano. E non sapeva che in una stanza segreta / un’altra storia l’avevano tracciata / i nemici con gli amici / quelli di facciata / ma quella piccola canzone da ballare / neanche loro la potevano fermare. Loro che i canti non hanno da danzare / non hanno i balli che ti prendono per mano / e padroni e replicanti / spariron tutti quanti / spazzati via dal ritmo circolare / oltre quel muro di cultura popolare.

maggio-giugno 2003 raditional Argomenti di AGOSTINO RONCALLO TArranged In aperto accordo La musica bretone scopre un nuovo strumento: la chitarra

accordatura aperta o, se preferite, open simbiosi è realizzata perfettamente. Provate gli Ar Re Youank non esistono più (pur- tuning in inglese, è una tecnica, un ad ascoltare Gitar, il cd pubblicato nel 2001: il troppo): Jean Charles ha deciso di intrapren- L’modo di suonare la chitarra. In verità, suono delle chitarre (in questo caso Soig è ac- dere una strada musicale più riflessiva, acu- in quel grande crogiuolo di idee musicali che è compagnato da Jean Felix Lalanne) è tanto stica, ma non per questo meno vibrante. Per la Bretagna, nessuno si era mai sognato di leggero che le gavotte ed i ridé, balli tradizio- quanto può valere il giudizio soggettivo di un usarla. Altri sono infatti gli strumenti radicati nali bretoni, sembrano portati dal vento; e in critico, mi sentirei di definire Mémoire vive, il nella tradizione: il biniou ad es., oppure la quello stesso vento si avverte l’eco di altri cd che Guichen Quartet ha pubblicato agli bombarda, l’accordeon; le sonorità tipiche strumenti, più lontani ed esotici, come la der- inizi del 2002 per i tipi della Coop Breizh, della chitarra, strumento dai fianchi abbon- buka, il karkabou ed il bendïr, che utilizzano le come un capolavoro. Il punto d’incontro con danti e dalla prominente tastiera, erano lonta- stesse accordature modali. A dispetto di co- Soig e Patrick Marzin nasce da una scom- nissime dai gusti degli artisti che percorre- loro che intendono la musica solo come mezzo messa: è possibile fare ballare il pubblico delle vano le strade e le piazze di questa regione a di statica conservazione di una cultura, è fest noz con sole tre chitarre? Razionalmente nord ovest della Francia. emozionante scoprire la dinamica che fa di la risposta sarebbe “no”, la chitarra infatti non Pensare ad un connubio sarebbe stato azzar- quella stessa cultura un terreno di incontro. ha la ritmica, indispensabile in uno spettacolo dato. Ma nel 1975 accade qualcosa che merita Senza forzature, l’accordo aperto che, che da live, che possiedono ad es. la batteria, il basso, di essere raccontata. Soig Siberil, bretone di un certo punto di vista è un fatto puramente l’accordeon o la cornamusa. Invece i nostri tre Parigi con madre algerina, decide di stabilirsi tecnico, rappresenta simbolicamente l’aperto vincono la scommessa con una strategia così in Bretagna nel 1973 a 23 anni; è a quel punto accordo con il quale la musica unisce gli uo- fatta: immaginate di essere sdraiati su un di- che incontra alcuni musicisti del gruppo Sked mini invece di dividerli. Nasce così il titolo di vano per ascoltare un qualunque brano di alla disperata ricerca di un chitarrista e Soig, questo articolo. Siamo certi del resto che Soig PSG, l’inizio sarà prevedibile, la musica della le cui conoscenze non andavano allora oltre Siberil le sue origini algerine non le ha mai di- danza segue il suo corso sul ritmo tradizio- quella di Bob Dylan, decide un po’ incauta- menticate, ma questa è una domanda che po- nale, fatto di riff ricorsivi, circolari: è quello mente di accettare. Ma i risultati iniziali non tremmo rivolgergli nell’intervista che “Tradi- che serve a mettere in azione i ballerini, i vo- possono certo definirsi brillanti. Due anni tional Arranged” pubblicherà in uno dei pros- stri muscoli sono rilassati e immaginate i dopo però, nel 1975, si verifica un episodio simi numeri. Nel frattempo, preparare il pa- passi da seguire la sera del ballo; ma, a un inaspettato: per la precisione si tratta di un in- lato significa ascoltare PSG, il nuovo cd di chi- certo punto, quanto la danza è avviata ed il contro, quello con l’irlandese Michaël O’Don- tarre del trio Patrick Marzin, Soig Siberil e ritmo stabilizzato, i tre chitarristi si contor- nell, che lo introdurrà nel mondo delle accor- Jean Charles Guichen (cd recensito su questo cono, suonano con un’unica voce in uno dature modali per chitarra, le cosiddette ac- stesso numero della rivista) che imprime una stretto silenzio, ogni corda toccata diventa cordature “aperte”. Tra esse c’è la celebre nuova verve al suono della chitarra. Ma qui c’è una scarica di energia creativa. Vi ritrovate in DADGAD (dal nome delle note dell’accorda- un’altra storia da raccontare: è quella degli piedi: su quel divano non vi siederete più. tura delle sei corde): ebbene, è proprio grazie epigoni di Soig Siberil, quella degli allievi che Ecco il punto d’incontro: la raffinatezza di a questa tecnica che la chitarra entra e, fatto hanno superato il maestro. Soig ha trovato lo slancio di Jean Charles, im- ancor più stupefacente, viene accolta nella PSG è un punto d’arrivo, ma sarebbe meglio maginiamo i due che si guardano durante le musica bretone da un pubblico entusiasta. Sa- dire una tappa importante perché, a partire da prove, che si fanno un cenno d’intesa, si capi- pevamo di strumenti un tempo in uso nelle essa, nuove strade si aprono. Insomma, po- scono. Creare musica è arte, euforia. tradizioni di una cultura e poi scomparsi, ri- tremmo definirlo parimenti punto di arrivo e La chitarra open tuning ha naturalmente oggi coperti dalla polvere del tempo, ma mai il con- di partenza. D’arrivo perché Jean Charles Gui- molti rappresentanti e, tra questi, vorremmo trario, cioè di uno strumento adottato ex chen ad es. è un chitarrista giovane, allievo di citare anche Gilles le Bigot, autore di un cd novo. Soig, che ha prodotto uno splendido cd da so- particolarissimo da pochissimi giorni sul Perché dunque l’accordo aperto ha permesso lista, uno in quartetto e molti con un gruppo mercato: Empreintes. Gilles è in certa misura alla chitarra di varcare la soglia di una cultura chiamato Ar Re Yaouank: la traduzione del l’erede di Soig Siberil se si considera che nel cui non apparteneva? A parole è difficile ri- nome è “i giovani”, così il pubblico chiamava 1986 ha preso il suo posto nel gruppo Kor- spondere, occorre mettersi lì, ascoltare come quattro energumeni, vestiti con giubbe di nog. Attualmente è chitarrista degli Skolvan alcune corde, scordate, suonino a vuoto, pro- cuoio, che all’inizio degli anni novanta sono ma ha suonato con i gruppi più in voga quali ducendo delle dissonanze simili a quelle della sbarcati sulle scene musicali. Essi hanno fatto Barzaz ed Heritage de celtes.. Vive tra i pesca- bombarda ed un effetto di bordone vicino a così presa sulle forze vive della gioventù bre- tori di Douarnenez, dove in un piccolo retro- quello degli strumenti ad ancia doppia. Su tone che, in occasione delle fest noz, era fre- bottega di Place des Pecheurs ha sistemato il questo sfondo leggero, le corde soliste impri- quente vedere ragazzini ballare tutta la notte suo studio, con chitarre e strumenti vari ad- mono fraseggi cristallini che sembrano giun- al ritmo indiavolato impresso dal gruppo. dossati al muro, più qualche apparecchio di gere dalle profondità della cassa armonica. La Stiamo usando i verbi al passato perché oggi registrazione. La novità Empreintes è il primo

maggio-giugno 2003 F26 raditional Argomenti TArranged lavoro che Gilles produce a suo nome, dieci amica di Gilles. Eithne è morta nel Maggio del una voce viva, è un sogno?. Non lo è: Gilles in- brani in tutto tra cui otto sue composizioni: 1999 poco dopo aver registrato un brano stru- fatti ha recuperato la banda originale ed ha ri- alcune possiedono un grande spessore evoca- mentale che Gilles Le Bigot aveva composto ed masterizzato il nastro, costruendo una musica tivo come Kerjacob, dove la chitarra ed il cla- eseguito in un disco degli Skolvan (Swing and nuova intorno alla sua voce, con un arrangia- rinetto di Bernard Le Dreau portano la mente Tears per l’esattezza). mento di chitarra in accordatura aperta per di chi ascolta nelle vie più segrete della no- Il brano strumentale si chiamava Les pecheurs cui non sarebbero sufficienti aggettivi. stalgia, nei luoghi dell’infanzia, che per Gilles (i pescatori), nella sua versione vocale Eithne La bellezza nell’arte annulla le distanze tra corrispondono al giardino della casa paterna lo trasforma in una ballata (The Fisherman) passato presente, Gilles ci commuove con in cui si potevano mangiare pere con un sa- dal sapore irlandese che esalta e confonde in qualcosa che è autentico ma che non esiste pore speciale. pari tempo i nostri sensi: la voce di questa ra- più. Ma vorremmo parlare di Eithne Ni Uillachain, gazza è vellutata e profonda, tormenta fino a E’ una condizione inaccettabile: vorremmo cantante del gruppo spagnolo La Lugh e strappare le corde della nostra sensibilità. E’ che ciò che amiamo esistesse per sempre. ❖

SAMIZDAT: DEMO, NASTRI E AUTOPRODUZIONI di Valerio L. Meletti Unione Sovietica, anni '50. Per sopperire all'inesistente discografia ufficiale i musicisti iniziano a produrre nastri casalinghi destinati ad avere una vasta diffusione clandestina: nasce così la "Samizdat" (autopubblicazione) che renderà dilagante anche la popolarità del grande Vladimir Vysotskij. Dal prossimo numero Traditional Arranged pubblicherà le recensioni dei vs demo, nastri e autoproduzioni a cura di Valerio L. Meletti: inviate i vs materiali a: "Samizdat" c/o Ethnoworld Srl - Via Monte San Genesio 20 - 20158 Milano (Italy)

maggio-giugno 2003 F27 raditional Argomenti di ALEXIAN SANTINO SPINELLI TArranged orrei che questo fosse un incontro fra definiti “zingari”, non sono arrivati in Europa abbiamo disseminato Rom, Sinti, Kalè, Manou- amici, anzi fra fratelli che non si incon- con le armi, né con intenti bellicosi. L’unico po- ches e Romanichals in tutto il mondo, in tutti i Vtrano da tanto tempo e che hanno molte polo al mondo a non aver mai dichiarato guerra continenti con oltre 12 milioni di persone. Alle cose da dirsi. Occorre spogliarsi dei pregiudizi a nessuno perché non ha mai avuto l’esigenza di violenze le comunità romanès hanno risposto radicati, occorre uno sforzo per guardarsi nell’a- rivendicare un territorio e quindi di scalzare al- con la mendicità e il furto. La mendicità è una nima prima che negli occhi per poter final- tre popolazioni per un insediamento, ne si è mai forma di resistenza passiva, non un tratto cultu- mente cominciare un dialogo fecondo. È diffi- organizzato in formazioni terroristiche per ri- rale poiché i Rom fra di loro non si chiedono l’e- cile, lo comprendo, ma è uno sforzo necessario vendicare i propri diritti esistenziali, culturali e lemosina né tantomeno si derubano. da parte di tutti per promuovere un’effettiva in- sociali. La cultura Romaní, basate essenzial- Tendere la mano è un’atto apparentemente terculturalità e creare le basi per una moderna mente sul concetto di “puro” e “impuro”, eredi- umile, ma in realtà è marcare un “territorio” di società multietnica senza conflitti. La parola in- tato dall’antica cultura indiana, ed espressione confine, i limiti di un’identità poiché fin dal loro terculturalità, oggi, è usata in maniera molto di una società semplice basata sul concetto di arrivo in Europa i Rom hanno compreso che per ambigua e spesso è sinonimo di mera cono- dare-avere e ricambiare, non prevede l’omicidio i kaggé (non zingari) l’elemosina era l’atto più scenza dell’esistenza di un’altra realtà culturale. (mardipé) o la guerra (merribé) in quanto con- umile. La mendicità zingara dunque cela resi- Interculturalità, invece, ha un significato pro- siderati assolutamente “impuri”. Alla curiosità stenza, una resistenza appunto passiva, che è fondo e consiste essenzialmente nel “vivere” iniziale le popolazioni europee hanno fatto sub- disubbidienza, volontà di non partecipare, è ri- un’altra cultura. Solo “vivendo” una cultura di- entrare l’odio nei confronti di queste popola- bellione pacifica. Non è un caso che più forti versa ci permette di arricchire il nostro bagaglio zioni girovaghe che già scappavano dalla repres- sono le “pressioni” e i conflitti che arrivano dal- INTERCULTURALITÀ COME MODELLO PER UNA SOCIETÀ MODERNA MULTIETNICA ... E LA STORIA DELLE POPOLAZIONI NOMADI umano e allargare gli orizzonti culturali. sione dei persiani, dei bizantini (in Romania i l’esterno e più si attuano atteggiamenti di re- L’interculturalità è una risorsa che allontana lo Rom, sono rimasti schiavi per 5 secoli e affran- stenza passiva. Il furto si inserisce sempre in spettro dell’appiattimento del genere umano. catesi dalla schiavitù solo nel 1858!) dei Turchi questa ottica di resistenza e di ribellione. Allo Per vivere un’altra cultura e promuovere effetti- Ottomani. In Europa invece di trovare scampo e sterminio sistematico (l’ultimo quello dei nazi- vamente l’interculturalità non ci vuole molto. una “patria” a cui offrire i prodotti della propria fascisti durante la Seconda guerra Mondiale Pensiamo alla musica, un linguaggio che ci per- attività (musicisti, allevatori di bestiame, com- dove oltre 500.000 di Rom e Sinti sono stati bar- mette di dialogare con il “cuore” prima che con mercianti di cavalli, artigiani e lavoratori di baramente massacrati) le comunità romanès la “mente” e di superare le barriere linguistiche e ferro e rame) hanno “trovato” altre repressioni. hanno risposto con atteggiamenti di rivalsa e di razziali e al canto in modo particolare: cantare Il primo bando contro gli zingari, mori ed ebrei scherno: il furto è uno di questi insieme all’ab- tutti assieme in una lingua diversa, compren- sefarditi è del 1492 da parte dei cosiddetti “Re bindolamento. Che sia ben chiaro che questo dendo il significato delle parole, è promuovere cattolici” spagnoli. Sotto l’influenza della corte non riguarda, oggi, tutte le comunità romanès: interculturalità. I risultati sono sorprendenti spagnola, avendo parentele in tutta Europa, fa- in Italia esistono solo comunità di Rom (Roma) quando c’è il giusto rispetto e la giusta cono- cilmente questi editti venivano estesi ad altri e di Sinti che nonostante tutto con moltissime scenza. Ora bisogna riflettere su quante oppor- Paesi, tra cui l’Italia divisa, al tempo, in tante “Si- individualità sono riusciti a superare le spinose tunità ha l’opinione pubblica di “vivere” real- gnorie”. Queste ultime erano veri e propri Stati barriere razziali e ad inserirsi nel contesto so- mente la cultura romaní, nella sua ricchezza e nazionali che esigevano l’allontanamento di ciale maggioritario, si pensi ai musicisti, agli ar- nella sua complessità espressiva. tutte quelle razze che in qualche modo intacca- tisti, ai giostrai e ai circensi, ma anche a piccoli È un sacrosanto diritto di cui l’opinione pub- vano la “purezza” della razza locale. Da qui le in- imprenditori, venditori ambulanti, commer- blica viene privata. E qui subentrano tanti fat- comprensioni che ci trasciniamo fino ad oggi. cianti e in Abruzzo anche infermieri professio- tori: innanzitutto una cattiva informazione che Le comunità romaní sono state costrette a vivere nali e impiegati statali. si trasforma facilmente in disinformazione, con alla macchia, lontano dai centri abitati e soprat- L’emarginazione, il furto e l’accattonaggio non la reiterazione di immagini e di clichè stereoti- tutto senza diritti. Continuamente espulsi, sono espressioni culturali, ma fenomeni sociali pati che certamente non favoriscono il dialogo, quando non venivano impiegati nelle battute di e come tali vanno affrontati. La cultura è un’al- ma al contrario, creano pregiudizievoli pregiu- caccia come preda o pubblicamente giustiziati tra cosa; faccio un esempio: quando parliamo di e comprensibili, in fin dei conti, atteggia- in quanto ingiustamente colpevoli di “cannibali- cultura italiana, non si spiega prima il feno- menti di ostilità. Vanno poi sottolineate le politi- smo”, sono andati alla continua ricerca di rifugi meno mafioso e camorristico, il terrorismo e la che di rifiuto attuate nei confronti dei Rom arri- sicuri. Lo spostamento e la solidarietà del pedofilia per poi parlare di Leopardi e Verdi. La vati in Europa nel XV secolo: politiche di espul- gruppo di appartenenza aiutava a sopravvivere. cultura Romaní è l’unica ad essere “forzata- sione, di reclusione, di sterminio, di deporta- Il nomadismo, come si è delineato in Europa, è mente” confusa con gli aspetti più deleteri della zione, di assimilazione. I Rom, gli Sinti, i Ma- stato la conseguenza del rifiuto, li dove le comu- sua comunità, come se solo le comunità roma- nouches, i Kalé, i Romanichals, i 5 grandi gruppi nità zingare hanno trovato le condizioni ideali nès avessero difetti. Con le buone intenzioni si che con i loro svariati sottogruppi costituiscono sono rimaste, a conferma che le comunità roma- affronta la cultura romaní associandola ad han- il paradigmatico mondo romanò e volgarmente nès erano alla ricerca di una Patria. Per questo dicap e droga e quindi una cultura diventa un

maggio-giugno 2003 F28 raditional Argomenti TArranged problema sociale. Questo atteggiamento, o me- sto familiare per comunicare, per mantenersi una intellettualità Romaní è ritardata con con- glio questa strategia, in realtà cela la volontà di uniti, per tramandarsi, è particolarmente im- seguenze fortemente pregiudizievoli per la no- non conoscenza, alza barriere razziali e una portante in una cultura che fino a circa 30 anni stra stessa esistenza culturale. Negli ultimi 40 contrapposizione violenta. L’opinione pubblica fa si è trasmessa solo oralmente di generazione anni lo Stato italiano attraverso gli enti pubblici così non solo resta ignara e nella più completa in generazione da oltre 10 secoli fin da quando locali ha elargito all’interno del territorio nazio- disinformazione, ma si priva del diritto alla co- cioè, le comunità zingare hanno abbandonato nale centinaia di miliardi in favore del popolo noscenza di una civiltà; faccio un altro esempio: l’antica terra d’origine, ovvero le regioni a nord- Rom che purtroppo non hanno avuto nessun cosa si conosce realmente della lingua, della let- ovest dell’India (attuale Pakisthan, Punjab, la beneficio culturale da questi finanziamenti, teratura, della pittura e della scultura, della mu- Valle del Sindh, Rajasthan) e hanno intrapreso anzi si è visto sempre più relegato nei “campi sica (a parte quella banalmente commercializ- un lungo ed estenuante viaggio attraverso la nomadi”, ovvero nei “lager moderni” che anche zata) di queste comunità? La risposta purtroppo Persia, l’Armenia, l’Impero Bizantino, sono arri- nella ripugnanza e nel nome vuol ricordare i la- è facile, poco, pochissimo, per non dire quasi vati in Europa e da qui, con le deportazioni, nel ger dei nazi-fascisti dove oltre mezzo milione di nulla. E ancora: come vivono gli eventi della vita resto del mondo. Oggi, con oltre 12 milioni di zingari sono stati barbaramente massacrati. quali la nascita, la morte, il matrimonio? Quanti persone, i Rom, Sinti, Kalé, Manouches e Roma- Purtroppo nella giornata della memoria dell’O- e quali articoli o programmi radiofonici o tele- nichals sono presenti in tutti i continenti. La locausto che si celebra il 27 Gennaio questo visivi sono stati prodotti per promuovere real- musica del terzo livello è quella meno cono- viene spessissimo omesso e quindi senza il ri- mente questa enorme ricchezza culturale e sciuta anche fra gli etnomusicologi ed è quella cordo del massacro degli zingari, degli omoses- umana? Quante opportunità ha il soggetto Rom che meglio conserva le tracce del suo passato suali, dei testimoni di Geova e degli antifascisti di potersi mettere in evidenza positivamente? E storico e culturale. Gli altri due livelli sono la memoria diventa mutilata. I Rom ammassati quante per offrire la propria cultura fraterna- quello dell’intrattenimento sociale e quello pro- e stipati nei “lager civili” perdono la loro identità mente? Perché quando si parla delle comunità fessionale che poco hanno a che fare con la mu- e la loro cultura millenaria. È ciò che è accaduto romanès le immagini sono sempre volutamente sica eseguita nel contesto familiare. Qualcosa ai pellerossa d’America, che costretti a vivere pietistiche e provocano danni spesso irrepara- del genere sulla cultura Romaní è già stata fatta nel ghetto della riserva sono stati “deteriorati” e bili? Perché generalizzare continuamente? Per- in Italia sporadicamente, ma un vero e proprio oggi la maggior parte di loro sono alcolizzati e ché l’errore del singolo porta alla condanna di corso di lingua e cultura con un docente Rom, drogati. È chiaro che frustrati e disillusi i Rom tutte le comunità zingare? Queste sono rifles- con una preparazione di livello universitario, provenienti dai territori della Ex Jugoslavia co- sioni profonde di chi ha realmente intenzione di non si era mai verificata. E questa per noi è una stretti a vivere in Italia nei “lazi plebei” e che migliorare la situazione in meglio per tutti. Per grande conquista perché ci da la grande oppor- nelle loro città di origine vivevano in case ciò che mi riguarda: premesso che sono e re- tunità di “donare” e di far conoscere corretta- (spesso in confortevoli ville), con i loro lavori e i sterò essenzialmente un musicista, poiché è la mente e in maniera veritiera la secolare cultura loro mestieri, “scoppiano” e quindi hanno un mia attività principale che mi impegna didatti- Romaní senza intermediazioni deleterie. rapporto assolutamente negativo con la società camente, ma anche con concerti con il mio Personalmente con la città di Trieste, la Provin- circostante. Semplici fatti sociali vengono ele- gruppo in Italia e all’estero, composizioni e pro- cia e la Regione Friuli Venezia Giulia ho avuto vati a modelli culturali e l’errore del singolo si duzioni discografiche, nell’aprile 2002 ho ini- sempre un feeling particolare e positivissimo ripercuote sulla condanna di tutte le comunità ziato, in qualità di titolare della cattedra di lin- sia come musicista, esibendomi in ripetuti con- zingare. In realtà la cultura Romaní non viene gua e Cultura Zingara nella Facoltà di lettere e fi- certi con il mio gruppo: l’Alexian Group, sia con così conosciuta e viene mistificata. Diversa, per losofia dell’Università di Trieste, il ciclo di le- numerose iniziative culturali (seminari, incon- esempio, è la situazione dei Sinti giostrai e cir- zioni riguardante la storia, la cultura e la lingua tri e dibattiti, organizzazione di mostre ed espo- censi che non vivono nei campi e di conse- delle comunità Rom (Roma), Sinti, Kalé, Ma- sizioni sul mondo rom, aggiornamenti per inse- guenza hanno condizioni di vita più che digni- nouches e Romanichals, che con i loro numerosi gnanti, etc. etc.) che hanno sempre avuto un tose. Le organizzazioni pro-zingare, con il loro sottogruppi rappresentano il prismatico mondo grande riscontro. Credo che non sia un caso che becero assistenzialismo, per giustificare il loro Romanó, conosciuto e banalizzato in maniera, questo corso sia stato istituito proprio a Trieste, “potere” e la creazione di “ziganopoli” attraverso ahimé, negativa con il nome di “zingaro”. Le le- una città mitteleuropea che è il centro di nume- “progetti fasulli” lautamente finanziati hanno zioni saranno incentrate su una parte generale rose confluenze culturali e linguistiche e che è tutto l’interesse a che la situazione non cambi ed che riguarderà la conoscenza dei diversi gruppi quindi per sua natura aperta alla “diversità” e è chiaro che non sanno che farsene di artisti e di citati e una parte monografica riguardante un predisposta alla interculturalità. Credo che sia intellettuali Rom capaci di pensare e di auto tratto culturale saliente di una sola comunità, un vanto ed un esempio per l’Italia. Ogni cultura rappresentarsi. Per carità, ci sono anche persone quest’anno riguarderà il “Buchvibbé” ovvero la è portatrice di verità sconosciute e per questo motivate da buone intenzioni, purtroppo con le serenata d’amore che sottintende una proposta ogni cultura merita rispetto e considerazione. buone intenzioni si fanno dei danni enormi, matrimoniale e un’alleanza parentale nella tra- La situazione dei Rom è sicuramente migliore non è quindi l’intenzione che conta, ma il risul- dizione dei rom Abruzzesi, ovvero uno dei pri- rispetto all’Italia soprattutto nei Paesi dell’Est tato. La mia esperienza e la mia affermazione missimi gruppi di Rom arrivati in Italia meri- europeo dove esistono parlamentari e partiti professionale al di fuori di queste organizza- dionale oltre sei secoli fa proveniente dai terri- politici Rom e dove si organizzano dei grandi zioni pro zingari dimostra il loro totale falli- tori del sud dei Balcani (Grecia) e di cui mi eventi culturali che permettono una maggior mento e smaschera i loro veri obbiettivi. Chi onoro di far parte. Integreranno il corso semi- diffusione, valorizzazione e conservazione del non denuncia queste situazioni è moralmente nari di letteratura Romaní e di musica Romanès nostro patrimonio culturale e linguistico. In Un- corresponsabile. Noi Rom non possiamo e non con ascolto e spiegazione. La letteratura Romaní gheria e in Spagna la cultura Romaní fa parte vogliamo delegare il diritto a rappresentarci. Chi è di straordinaria ricchezza e profondità, mentre del patrimonio nazionale. In Italia, purtroppo, a ci è veramente amico non si arroga questo di- la musica zingara del “terzo livello”, quello che i causa soprattutto di associazioni pro-zingari e ritto, ma sgombera il campo dalle difficoltà che Rom, Manouches, Sinti, Kalè, Romanichals non di sedicenti “esperti” costituite spessissimo da impediscono l’incontro e lo scambio culturale suonano per gli altri, ma per se stessi, nel conte- opportunisti senza scrupoli, l’affermazione di vantaggioso. Il mondo romanó ha bisogno di

maggio-giugno 2003 F29 raditional Argomenti TArranged solidarietà e non di assistenzialismo, inoltre i parentata con le lingue neo-indiane come l’- scimento linguistico, quando invece Rom e Sinti rom e Sinti devono poter essere dei soggetti di Hindi e deriva dal Sànscrito. Essendo traman- con oltre 100mila persone residenti in Italia da confronto e non semplice oggetto di studio da data oralmente si è arrichita nel corso dei secoli almeno 6 secoli non hanno avuto questo privile- parte di pseudo studiosi che con le loro alquanto dei vocaboli dei popoli con cui è venuta a con- gio. Spero vivamente che questa legge mutilata e “stravaganti” teorie creano una vera e propria tatto, quindi si è arricchita di imprestiti del per- incompleta venga rivista, che ci sia maggiore in- cappa sul nostro mondo contribuendo ad ali- siano antico, dell’armeno e del greco antico, e formazione e meno pregiudizi poiché l’opinione mentare ziganopoli e a pagarne le conseguenze quindi in Europa degli imprestiti delle parlate e pubblica viene privata del diritto alla cono- sono soprattutto i più deboli. Questo corso uni- dei dialetti europei a seconda dell’itinerario se- scenza, la lingua Romaní, ripeto, appartiene al- versitario non solo pubblicamente ridona al po- guito. È una lingua viva e vitalissima che come l’umanità, non solo al popolo che con essa si polo Rom la dignità che gli appartiene, ma crea tutte le lingue ha numerose varianti dialettali. esprime. La mia esperienza di musicista, come le premesse per lo sviluppo della “terza via” ov- Da trenta anni la lingua Romaní si scrive ed è ho già accennato, rimarca questo concetto: vero della “terza scelta”; mi spiego: si poteva es- nata una fiorente letteratura che purtroppo po- quando il pubblico presente ai miei concerti, sere Rom o emarginato (anche auto escluden- chissimi conoscono. Il corso all’Università mi man mano che essi si snodano, viene informato dosi) o assimilato, oggi la mia esperienza dimo- permetterà di divulgare questo enorme patri- sugli aspetti storico-culturali della nostra etnia stra alle nuove generazioni che si può restare monio che appartiene all’umanità tutta, così e quando ad un certo punto invito il pubblico a Rom, essere fierissimi della propria cultura ed come verranno analizzati concetti culturali superare le barriere linguistiche e razziali, can- identità, e nello stesso tempo essere un soggetto come “puro e impuro”, “concetto di onore e ver- tando tutti assieme in lingua romaní, la risposta attivo e partecipe alla vita sociale, economica e gogna”, le relazioni sociali, le narrazioni e il fol- è soprendente, la partecipazione è massiccia. culturale della società maggioritaria, contri- klore nonché le diverse tradizioni riguardanti i Ciò dimostra fodamentalmente due cose: da buendo al suo sviluppo senza per questo avvi- momenti importanti della vita: la nascita, il ma- una parte l’esigenza della conoscenza e la predi- lire la cultura d’origine. È questo, a mio avviso, trimonio e la morte. Personalmente credo che il sposizione a scoprire un mondo diverso, dall’al- la strada da battere, ma occorre munirsi -da mancato riconoscimento della nostra lingua tra si sottolinea l’unicità del genere umano nella parte di tutti- di tanto coraggio e di tanta pa- come lingua minoritaria da parte del Parla- sua diversità culturale. Per questo ogni cultura zienza, la strada che porta alla città della felice mento Italiano sia dovuto a una totale incom- merita lo stesso rispetto; “l’altro” in realtà siamo convivenza è all’orizzonte seppur piena di insi- prensione che affonda le sue radici nella più noi stessi, occorre quindi non incontrarsi, ma ri- die. La lingua Romaní non ha nulla a che vedere completa disinformazione. Perfino i cimbri che trovarsi. Un caro saluto in lingua Romaní But con la lingua Rumena, né tantomeno con le lin- in Italia sono appena 800 persone, hanno avuto Baxt ta Sastipè (che voi possiate essere tanto gue romanze, ma è una lingua strettamente im- il giustissimo e sacrosanto diritto al loro ricono- sani e fortunati). ❖

maggio-giugno 2003 F30 raditional Danza di TONI SANTOS AMEIXA TArranged orrei iniziare con una presentazione: mi tesi affermante che la capoeira ha origine in una moda, creando una spersonalizzazione chiamo Toni Santos Ameixa. Prima di una regione del sud dell’Angola, attraverso la che molti confondono con “evoluzione”, risol- Vincontrare la capoeira angola ho prati- pratica di un rituale chiamato “N’golo”. vendosi alla fine solo come squallida strategia cato per molti anni la capoeira regional, e oggi Nella prima metà del ‘500 con l’arrivo in Bra- di commercializzazione, come la “capoeira fit- sono componente del gruppo “Angola Ca- sile dei colonizzatori e con l’inizio del traffico ness” o la “capoeira danzata a ritmi di disco- poeira Mae” di Olinda, in Brasile. Sono allievo ingiusto di schiavi negri, che dall’Africa veni- teca” e altri spregievoli trasformazioni. del gran Mestre SAPO. vano deportati in Brasile, la capoeira acquista Ogni persona è libera di agire come crede con Sono inoltre il fondatore in Italia dell’associa- il suo attuale nome derivato dal luogo dove era l’unico dovere di cercare almeno di essere one- zione culturale e sportiva “International Ca- praticata. Ma la grande difficoltà è stata quella sto, senza nascondersi dietro il paravento di poeiragem” e insieme a Manuela Recchi ho di reperire notizie sulla sua origine, in quanto culture e tradizioni. Sarebbe più veritiero es- fondato il Centro Culturale Bandu d’Arte. tutta la documentazione riferita al sistema co- sere originali attribuendo un nuovo nome ad Inoltre sono stato l’organizzatore del primo loniale schiavista fu bruciata. ogni propria creazione. Fondamenti di capoeira tradizionale LACAPOEIRAÈLIBERTÀDIPENSIERO! LALIBERTÀINIZIADALMOMENTOINCUIUNAPERSONARIESCE AFARETUTTOCIÒCHEPENSAECHEILSUOCORPOPERMETTE, DENTROUNALEGGECHEÈCERTAMENTE QUELLADI DIOENONDEGLIUOMINI, SVILUPPANDOCOSÌQUELLAFORZACHEÈDENTRODINOI. evento di capoeira tradizionale in Italia. La capoeira angola si diffuse inizialmente e Nonostante la capoeira fu creata con spirito e Partecipo a diversi festival europei, meeting principalmente in tre regioni del Brasile: Per- desiderio di libertà e uguaglianza, siamo at- internazionali, come il Sun Splasch e MC funk nambuco, Bahia, Rio de Janeiro; nata per ansia tualmente spettatori di una capoeira prati- festival ecc... partecipo a programmi televisivi, di libertà, che non era più ansia di una regione cata in prevalenza da gruppi in contraddi- collaboro con diversi Comuni, scuole, univer- dell’Africa, ma bensì di tutto un continente zione con l’origine stessa della forma d’arte: sità, palestre, accademie, associazioni ecc... Ho schiavizzato. questi gruppi si creano reciproca concor- diffuso la capoira in vari Paesi europei, princi- In questo momento della storia subentra il mi- renza volendo superarsi in originalità e spet- palmente in Italia in diverse città: Trieste, stero… un mistero che fa nascere la domanda: tacolarità, generando business, il tutto sotto Udine, Pordenone, Venezia, Padova, Milano, “perchè la capoeira esiste proprio in Brasile? la bandiera della capoeira stessa. Civitanova Marche. Gli schiavi furono deportati anche altrove!”. La capoeira angola è una delle più belle L’obiettivo di questo breve testo è quello di cer- La capoeira inizialmente fu praticata solo da- espressioni di arte della cultura afro-brasi- care di spiegare il mio punto di vista sulla diffi- gli schiavi negri perseguitati dai colonizzatori, liana: è danza, buone maniere, teatralità, filo- coltà della comprensione dell’origine afro- in quanto vista come rito pregiudicato e dia- sofia di vita, rituale e tante altre cose; la sua brasiliana. La capoeira angola è spesso di dif- bolico. Passando per varie fasi, diventa pratica finalità è strutturalmente educativa, è un ficile comprensione per chi fa parte della cul- dei miserabili, dei negri, che vengono puniti luogo di crescita. tura stessa, figuriamoci per chi ne è al di fuori. con l’arresto perchè essa stessa decretata dalla La sua presenza in Italia e nel mondo avviene Sicuramente la capoeira tradizionale (ca- legge come disciplina illegale. con l’immigrazione di alcuni maestri brasi- poeira angola) è di origine africana! La capoeira arriva ad essere un’arte praticata liani, tra cui me stesso. Alcuni studiosi e ricercatori difendono una in tutto il mondo e oggi, per alcuni, addirittura ❖

maggio-giugno 2003 F31 raditional Le interviste di LORIS BÖHM TArranged L’Ucraina presenta un supergruppo: Haydamaky

1) Gli istituti di musica russi sono stati importanti nella forma- ci sono i musicisti che vengono dalle città principali ed hanno avuto un’e- zione professionale del gruppo? ducazione musicale adeguata, suonano nei ristoranti, nelle navi da cro- Per prima cosa non siamo un gruppo russo. Molti occidentali fanno que- ciera, per le strade d’Europa, ovunque sia possibile guadagnare soldi. Ge- sto errore. La cultura ucraina ha un origine completamente differente. neralmente non hanno una coscienza etica, il loro modo di suonare è Quasi tutti i gruppi etnici che vivono in Ucraina sono discendenti degli danneggiato dai loro studi accademici. Prendono da 50 a mille dollari a Scythians o di altre tribù nomadi provenienti dall’Asia, mentre la cultura concerto. Pochi di loro hanno abbastanza Karma e mente per prendere principale russa ha origine nordiche. L’atteggiamento delle istituzione coscienza ed addentrarsi nella cultura. Quelli sono molto buoni, perché verso i gruppi folk è lo stesso sia in Russia che in Ucraina. No sono per hanno allo stesso tempo la saggezza genetica e l’abilità di comporre e di niente interessati. Il mercato della musica folk non si è sviluppato nei fondere la musica. Una vera eccezione sono quei musicisti che lavorano o paesi post-Sovietici .L’eccezione sono le formazioni folk formatesi ai tempi sono conosciuti nella scena internazionale. dell’Unione Sovietica come Don Cossack Folk Choir, che non ha nessuna relazione con la vera cultura musicale ed è formato da persone che non 3) Il mercato russo è più ricettivo alla musica etnica locale o a hanno la più pallida idea di chi fossero i Cosacchi quella occidentale? Parliamo del mercato ucraino, anche se in questo caso non esiste diffe- 2) In genere come si formano i musicisti folk tradizionali e quali renza. L’ucraina non ha quasi mercato. L’influenza della struttura econo- sono le loro aspettative di guadagno come strumentisti? mica di Mosca è così enorme, che il mercato ucraino è come un’appendice Ci sono almeno 2 categorie di musicisti folk in Ucraina. Ci sono i musicisti di quello russo. Entrambi gli ambienti non hanno spazio per la musica et- nati nei posti più sperduti dell’Ucraina che non hanno mai avuto un’edu- nica, sia locale che occidentale. Solo i musicisti ignoranti dell’ovest pos- cazione musicale: fanno altri lavori e suonano ai matrimoni del paese o sono pensare che va tutto bene dopo aver visitato Mosca per una volta. alle feste sacre, sono i più autentici musicisti folk e i migliori custodi della Ci sono alcuni club d’elite che invitano Taraf de Haidoucs, Manu Chao o cultura musicale etnica; la loro maestria è quasi impossibile da tradurre. Skatalites. Noi odiamo l’atteggiamento di Mosca. Si sentono come se fos- Si deve vivere la propria esistenza nella purezza, immersi nel proprio sero nella capitale del mondo. paese, per raggiungere tale livello. E’ scandaloso, ma i processi di globaliz- zazione e la crisi economica ucraina stanno facendo quasi scomparire 4) Potreste parlare di qualche strumento tipico poco noto della vo- questi musicisti, ottenendo come risultato la fine di questa cultura. I loro stra nazione? guadagni sono miseri. Noi, con molto piacere, li inseriamo nei nostri spet- Ce ne sono molti. Per nominarne alcuni: bandura. E’ uno strumento tacoli per trarne del beneficio, quando questo è possibile. Dall’altra parte antico di legno intagliato con molte corde, sviluppato nella steppa del- l’Ucraina durante il medio Evo. Era usata dai Kobzari come strumento d’accompagnamento per cantare canzoni epiche o Dumy. I Kobzari erano musicisti viaggiatori, educati formalmente, in genere ciechi, che cantavano canzoni come Dumy per il cibo. Questa tradizione iniziò ai tempi dei cosacchi e si sviluppò fino ai tempi dell’Unione Sovietica, quando l’ultimo fu ucciso. Sono rimasti in pochi, ed i loro figli stanno adesso facendo ripartire questa tradizione. Duma è la canzone epica dei Kobzari; triste, lunga e meditativa. Kobza è lo stesso tipo di strumento, benchè con i tasti nei bassi e meno corde della bandura. E’ una via di mezzo tra la bandura ed il liuto. Il Torban era usato per la maggior parte dai Cosacchi che viaggiavano. Il nome viene dalla parola ucraina torban che significa sacca. Il Gudok è il prototipo del violino. Hutzul Cymbalom è una versione più piccola del rumeno Cymbalom., è suo- nato nella posizione a tracolla con una cintura. Sopilka. Frilka. Flo- yara. Queste sono versioni differenti del flauto folk di legno. Trembita è uno strumento di legno speciale. Karpatian Hutzul: Consiste in un lungo tubo fatto di corteccia di legno. Veniva utilizzato per scambiare messaggi tra i paesi della montagna.

5) In campo musicale, cosa ci invidiate del nostro modo di vivere in Europa, e cosa invece non ci invidiate affatto? Se parli di club e della scena dei festival, noi invidiamo tutto. Nell’atteg- giamento verso la musica dal vivo è che la gente in Ucraina è ancora le- gata ai nomi e alla moda, hanno bisogno di eroi da idealizzare, mentre in

maggio-giugno 2003 F32 raditional Le interviste TArranged trario. Per voi la musica folk può procurare successo come un altro genere musicale moderno? Il cuore del gruppo è formato da musicisti del gruppo Aktus. Lo sviluppo di Haydamaky ci ha preso più di 5 anni. Piano piano quei musicisti di Ak- tus che non capivano la nuova idea ci lasciavano, sostituiti da musicisti folk. Adesso ci sono solo 3 musicisti di Aktus ancora nei Haydamaky: bat- terista bassista, e chitarrista, provenienti dallo ska; gli altri, con strumen- tazione folk, sono musicisti tradizionali. Sono arrivati a Kiev da posti dif- ferenti dell’Ucraina, avevano lavori e istruzione ed avevano una mente sufficientemente aperta per unirsi ad una band punk-ska. L’idea era di fare una musica folk psichedelica, che più in là fu chiamata Karpatenska. Definendo il successo, il vero successo per noi sono capolavori di persone come Sergey Paradjanow, Vincent Van Gogh, P.P. Pasolini, con un livello culturale molto alto. Nella world music ci piace nominare Hedningarna (Svezia), Ras Michael, Burning Spear, Skatalites (Jamaica), Zo Wse Wars- zawy (Polonia) e molti altri sono gruppi di successo. Noi crediamo nel successo commerciale della nostra musica, nella scena world music conta- minata da antico e moderno: tutto quello che esce dalla fusione di antico e moderno serve ad innalzare il livello culturale. Inoltre noi manteniamo gli elementi punk e ska nella nostra musica perchè amiamo quegli stili.

10) E’ stato proprio in quest’ultimo anno che le etichette straniere si sono accorte di voi. Chi ha maggiori possibilità di produrre il vo- stro lavoro? Europa si va nei club o ai festival per fare festa cercando le buone vibra- Lavoriamo con Emi Europe. Abbiamo un contratto a lungo termine con zioni. Le persone sono molto più legate alla cultura e questo vuol dire loro. Fortunatamente nel nostro rapporto abbiamo abbastanza libertà tutto: buon gusto, alternativa e tutto. Non stiamo parlando di cultura per produrre le nostre idee. delle radici, è solo uno sviluppo sociale delle cose. Naturalmente parlando dell’Europa noi ci riferiamo alla nostra esperienza che fa riferimento so- 11) Quali sono i vostri prossimi progetti? prattutto alla Germania. Non conosciamo la scena italiana. Vogliamo so- Stiamo lavorando in studio per il nostro prossimo album. Stiamo realiz- lamente presentarci in Italia. Una volta ci siamo stati e ci è piaciuto ciò zando anche un progetto acustico sempre come Haydamaky. Non vo- che abbiamo visto. Crediamo che la gente in Italia possa apprezzare la no- gliamo sprecare le nostre forze per altri progetti prima di aver raggiunto stra musica. il successo come Haydamaky. Grazie per l’intervista, speriamo di venire presto a suonare in Italia. 6) Come vive un musicista folk in Ucraina e nelle repubbliche con- finanti? Sasha Yarmola Abbiamo già descritto la situazione nella seconda domanda. Vocalist, Haydamaky http://haydamaky.ukrbiz.net [email protected] 7) La crisi delle popolazioni arabe e occidentali per motivi reli- ❖ giosi ed economici hanno un punto di incontro con gli scambi cul- turali che le tradizioni musicali possono offrire. Fino ad un certo punto si. Ma, come tu sai, il più forte messaggio arriva attraverso la musica di una filosofia più radicale, come è spesso la reli- gione. Non pensiamo che la musica che mischia differenti culture unisca le persone più di una musica genuina. Quello che è importante è un senti- mento di comunione di sentimenti nella musica. Se intendi un punto d’incontro nei festival, dove gruppi di diverse etnie suonano, allora si è un buon punto di incontro per persone di ogni culto.

8) Credo che in Ucraina ci sia un bel crocevia etnico: come vivono questi musicisti in rapporto con il governo locale? Il Governo ucraino è indaffarato a fare soldi. Quelli che fanno politica non sono affatto colti o intelligenti, sono solamente determinati ad essere in cima alla scala sociale. Come possono preoccuparsi della cultura?

9) Provenite da un’esperienza ska, punk, reggae, ovvero musica più moderna e alla moda per passare poi ad una musica roots e folk- world: in genere nei gruppi che cercano il successo accade il con-

maggio-giugno 2003 F33

raditional Le interviste di LYNN LANCASTER TArranged lizzato molti demo. Erano i migliori suonatori Willie: Era il posto dove s’incontravano tutti i che c’erano all’epoca da noi. suonatori. Il negozio di dischi “ The Ernest Tubb” In quali studi avete lavorato? era alla porta accanto. C’erano due-tre bar che Willie: C’erano un paio di posti dove normal- tutti frequentavano. Il “Grand Ole Opry” e il mente andavamo. Usammo molto il piccolo stu- “Ryman Auditorium” erano proprio al di là del dio della RCA. Principalmente andavamo dove vicolo, così diventava naturale bazzicare da era disponibile quando avevamo abbastanza quelle parti. canzoni da registrare. Charly Dick, il marito di Patsy Cline, af- E’ vero che avete realizzato 15 canzoni in ferma che mentre lei ascoltava il demo di una session di tre ore? Crazy , tu aspettavi fuori in macchina... Willie: Non era per niente inusuale. Infatti, Pam- Willie: Non volevo assolutamente entrare. Char- per aspettava fino a che non avevamo tra tutti lie ed io eravamo fuori a bere , ed era l’una di noi (Hank Cochran, Harlan Howard e Willie) al- notte ed io non avrei dovuto essere là. meno 10 –20 canzoni così che valeva la pena af- Non avevo mai incontrato Patsy, ma sapevo fittare gli studi per 3 ore. quello che avrebbe detto mia moglie(risate) se Come scrittore di canzoni chi ti ha incorag- Queste esibizioni da solo furono fatte ai mi avesse visto entrare all’una di notte ubriaco e giato lungo la strada? Pamper Studio? le avessi detto, “Hey, ecco un autore , abbiamo Willie: Ero con Pamper, scrivevo con Hank Coch- Willie: Potrebbero essere state fatte sia ai Pamper una canzone per te”. Così non volevo entrare as- ran, Harlan Howard, Ray Pennington e Roger Studio, fuori a Goodlettsville oppure nel piccolo solutamente. Più tardi ho scoperto che lei aveva Miller. A quel tempo scrivevamo continuamente studio RCA a Nashville. Non me lo ricordo. E’ compreso Charlie, quindi, io penso, non era la canzoni uno per l’altro. Così in realtà scrivevo passato molto tempo. prima volta che rientrava all’una di notte. canzoni per i miei amici. Se a Hank o a Roger Queste tracce sono buone. Specialmente E’ questo il demo di “Crazy” che aveva ascol- piacevano io pensavo “bene, deve essere ok”. Così “Things To Remember” è molto bella. tato Patsy Cline? avevamo bisogno uno dell’altro. WiIlie: Yeah, ancora amo quella canzone. Fu an- Willie: Si. Chi ti ha scoperto per primo a Pamper? che una buona sessione perché noi eravamo “in Descrivici l’impatto che lo scomparso Willie: Hank Cochran è stato responsabile di tiro”, perfettamente sincronizzati. Jimmy Day ha avuto sulla tua musica... tutto. Io stavo cercando un contratto e Pamper Un’altra traccia della stessa sessione è “I’m Willie: Il modo di Jimmy Day di suonare la steel Willie Nelson ci racconta il nuovo disco aveva appena fatto firmare Hank, e gli aveva Still Here.” E’ mai stata pubblicata? guitar ancora oggi mi fa piangere. Come faceva data una paga di $50 a settimana. Così, avevano Willie: No, per quello che ne so. uscire le note, le faceva quasi “sanguinare”. fatto firmare Hank per un anno, e lui volevo che Hai imparato questo stile di canto mentre Jimmy e Buddy Emmons erano i migliori alla io firmassi con loro. Loro risposero “Ci piacerebbe suonavi honky-tonks a Fort Worth e Hou- steel guitar, per quel che mi riguarda. Jimmy ed ma non abbiamo soldi”. Così Hank disse “Allora ston. Avevi lavorato coscientemente su que- io abbiamo suonato moltissimo insieme negli date a Willie la mia paga”. Così mi diedero la sto all’inizio? anni, amavo veramente il suo modo di suonare. paga di $50 a settimana che dovevano dare a lui. Willie: Mi ero stancato di cantare le stesse can- Jimmy days suona in molte tracce, mentre Che scopo volevi ottenere con queste nuove zoni nello stesso modo. Ogni sera eseguivamo Buddy solamente in una... registrazioni? “Fraulein” o “San Antonio Rose” o canzoni come Willie: Devi essere un profondo conoscitore di Wiliie: Nella mia mente, io stavo registrando dei quelle, io cominciai a cantarle in quel modo e steel guitar per riconoscerli tra loro, avevano master. Mi dicevo “voglio realizzare un demo che avevo capito che così lo potevo fare. Così ho ini- quasi lo stesso stile. se dovesse essere pubblicato non suoni come suo- ziato ad usarlo sempre di più. Paragona l’essere in tournee oggi a quando, nano tutti i demo”. Così non cercavo di realizzare La tua macchina ha smesso di funzionare il nel 1961, giravi con i Ray Price’s Cherokee un demo, ma di ottenere il miglior suono possi- giorno che tu arrivasti a Nashville dal Te- Cowboys... bile con i musicisti che avevamo a quel tempo, xas? Willie: beh, per i soldi è un po’ differente. Anche il che erano tra i migliori. Willie: Yeah. La verità è che una volta che la por- comfort è differente, ogni cosa è migliore in molti Chi ha suonato nelle sessioni del demo? tai nella mia casa a Nashville dove finalmente aspetti. Ma tornando ad allora, la novità di al- Willie: Jimmy Day alla steel guitar, Pig Robbins andavo a vivere, l’ho posteggiata nel cortile e da lora era qualcosa di entusiasmante per me. Stavo al piano, Pete Wade chitarra solista, Ray Eden- allora non si è più mossa finchè non è venuto a finalmente facendo quello che volevo fare. Non ton, Bob Moore al basso e Willie Ackerman alla prenderla un “demolitore” . stavo guadagnando una montagna di soldi, non batteria. Questi erano coloro che suonavano Sembra che Tootsie’s Orchid Lounge fosse il frequentavo moltissima gente, ma sicuramente nella maggior parte dei pezzi. Avevano parteci- punto d’incontro per chi scriveva canzoni mi stavo divertendo, per cui non saprei dirti pato alle session più importanti ed avevano rea- nel 1960 nel centro di Nashville... quale periodo è migliore. ❖

maggio-giugno 2003 F35 raditional Le interviste di AGOSTINO RONCALLO TArranged proprio boom discografico, del dida voce della cantante Kalinka Vul- quale non ci rimane tuttavia che cheva (ex solista delle “voci bulgare”), un qualche eco. brano in particolare: “Flame of Wrath for Per conoscere la ricchezza della Squinting Park”, un urlo di collera e d’a- musica bretone all’inizio del more insieme che suscita le emozioni più nuovo millennio abbiamo dunque profonde negli uditori. Ci sarebbero poi intervistato uno dei suoi esponenti da citare le “celtic procession” di Jacques maggiormente prestigiosi: Patrick Pellen, un chitarrista tanto geniale Molard. Patrick, insieme ai fratelli quanto musicalmente inclassificabile e Jacky e Dominique, ha dato vita in con il quale i fratelli Molard hanno attiva- questi anni a numerosi gruppi mente collaborato. Ma le citazioni sareb- (Ogham, Gwerz, Pennou Skoulm, bero indubbiamente molte e numerosi gli Archétype, fino al recentissimo Bal artisti di cui parlare. Tribal) ed è stato autore di propo- ste originalissime tra cui “Deliou”, In generale, come valuti attualmente il pa- un cd uscito nel 2001 e vincitore di norama della musica bretone ? Quali sono a numerosi premi. Occorre sottoli- tuo avviso le linee di sviluppo più visibili? è una regione della Francia in cui neare come la musica di Patrick, così Quali sono i nuovi gruppi che propongono migliaia di persone, di diversa come quella di altri grandi interpreti, sia le composizioni e gli arrangiamenti più originali? età e ceto sociale, si ritrovano fre- eclettica, “aperta” al punto da trovare C’ “Personalmente, trovo che la musica bretone quentemente per ascoltare un concerto o punti d’incontro con tradizioni e stili di- abbia fatto un passo indietro rispetto al gran trascorrere un’intera nottata nel ballo versi, dalla Galizia all’est europeo. Lon- chiacchierare mediatico degli anni novanta. trascinante di una fest-noz. Parliamo tana dalle facili mode del celtismo, l’arte Gli anni ottanta sono stati estremamente ric- della Bretagna, la regione del nord-ovest; della musica tradizionale supera oggi i chi in termini di ricerca, di creazione, di radi- Bretagna, terra di musicisti INTERVISTA A PATRICK MOLARD novità nella scena musicale bretone chi la conosce, sa come nei paesi e nelle confini delle regioni e non è più espres- camento profondo nella musica bretone, ma città la musica imprima un ritmo quoti- sione di culture chiuse, localistiche; la questo lavoro è stato purtroppo sciupato dal diano alla vita, come sia frequente nelle creatività nasce nel dialogo e nel con- fenomeno della “spettacolarizzazione” e della strade incontrare una coppia di suonatori fronto. In questo senso occorre segnalare “commercializzazione” verificatesi negli anni di bombarda e biniou o sentire il suono di il lavoro di Erik Marchand che ha trovato novanta. Molti artisti hanno abbandonato la un accordeon filtrare dalla porta di un bi- un terreno espressivo comune con il jazz loro attività di ricerca per dedicarsi alla loro strot. In questo ambito è facile immagi- dell’italiano Paolo Fresu (si ascolti il bel- carriera personale, con la speranza di spartire nare la creatività e prolificità di una lissimo cd “Condaghes”) o con la musica e ottenere la loro parte della torta. Ancora più grave, alcuni musicisti che in precedenza non scena musicale di cui, in Italia, si ha forse rumena dei Taraf di Caransebes. erano affatto interessati alla musica bretone ne solo una epidermica percezione. Infatti Proprio con Marchand, Patrick e Jacky hanno approfittato per salire sul treno in corsa dopo Alan Stivell, che negli anni settanta Molard hanno fondato nel 1982 il gruppo torturando il pubblico con una pseudo-musica ha inaugurato la stagione del folk-revival Gwerz che è stato un importante punto di bretone evolutiva, utile solo a riempire di soldi ottenendo successo in tutta Europa, gli ar- riferimento negli anni ottanta. Jacky è un le loro tasche. Per fortuna, il lavoro sul terreno tisti e i loro prodotti musicali sono giunti violinista di talento con una straordina- continua, l’insegnamento si sviluppa, ma biso- nel nostro paese col contagocce. Eppure ria sensibilità, a lui si devono gli arran- gnerà attendere che la nebbia si dissolva per case discografiche come Coop Breizh, Kel- giamenti di “Deliou” e la ricerca delle so- vedere in quale reale stato si trovi la musica tia Musique e L’Oz Production, hanno co- norità più innovative. Di quest’ultimo di- bretone. In linea generale, la musica delle Fest- nosciuto nell’ultimo decennio un vero e sco vorremmo ricordare, oltre alla splen- noz rimane la linea più visibile, ma non ci sono

maggio-giugno 2003 F36 raditional Le interviste TArranged più gruppi da concerto come Barzaz o Gwerz”. sco “Deliou”, con degli estratti dello stesso di- festazioni musicali si presentano come sco e delle composizioni inedite di mio fratello “chiusura” e come simbolo di rivendica- Il tuo cd “ Deliou ”, che ha ottenuto il pre- Jacky. Tredici musicisti occupano la scena, in- zioni politiche locali. Come giudichi questo mio “ Choc per la musique ” e il “ Grand dubbiamente con i tre fratelli Molard al centro. fenomeno? prix du Disque Produit en Bretagne ”, rap- Kalinka Vulcheva è l’invitata speciale, Jacques “ Come dicevo in risposta alla prima do- presenta senza dubbio un momento impor- pellen alla chitarra, un quartetto a corde, Mi- manda, il celtismo è prima di tutto un puro tante per la tua carriera ma anche per il che Aumont al clarinetto, Yves Berthou alla prodotto commerciale e non significa gran folk bretone in generale. Come è nato un bombarda e Dominique Le Bozec alla batteria. cosa per me. Quando il cestismo avrà finito di progetto così vasto che ti ha portato anche Il gruppo ha già suonato una dozzina di volte far vendere, credetemi, se ne parlerà molto a collaborare con la cantante Kalinka Vul- in Bretagna, ma anche in Spagna, in Porto- meno. Quello che è importante per me è il re- cheva? gallo, e recentemente in occasione dell’Esposi- stare se stessi e di non farci assorbire e digerire “ Prima di tutto, Deliou non è un disco di mu- zione Nazionale della Svizzera a Yverdon, dove dall’uniformità che ci circonda, notoriamente sica bretone, ma un insieme di brani che sono il pubblico svizzero ha tributato un vero a causa delle nuove tecnologie che riducono le il riflesso del mio percorso personale di questi trionfo al gruppo. Un disco live è stato regi- dimensioni del pianeta. Molte persone che in ultimi trent’anni. C’è la Scozia prima di tutto, strato nel Febbraio 2002 nella sala “Glenmor” Bretagna pensano sinceramente di far evolvere di Carhaix e sarà distribuito prossimamente la musica bretone non si rendono conto che di ovunque in Europa”. fatto servono la stessa zuppa, vagamente spe- ziata di ingredienti celtici, che è quella che ci All’inizio degli anni ottanta si è formato il gruppo Gwerz il cui album “ Au-delà ” ha ottenuto in Europa un successo di critica e di pubblico. Oggi il gruppo continua a pro- porsi in esibizioni pubbliche di livello molto alto. Pensi che ciò possa rappresen- tare una premessa per la pubblicazione di un nuovo lavoro con composizioni origi- nali? Come immagini il futuro del gruppo? “ Il gruppo Gwerz ha cessato di prodursi nel 2001. Questo gruppo è stato un “faro” negli anni ottanta, si è ripresentato alcune volte ne- gli anni novanta (“Gwerz live” è del 1992) ma alcuni dei suoi membri hanno preferito dedi- con un “pibroch” (N.d.T.: la scrittura esatta è carsi alla loro carriera; questo fatto spiega la “piobaireachd”, si tratta di un brano classico dei fine discreta del gruppo che rimarrà una suonatori di cornamusa scozzese) che è la mu- grande creazione nella storia della musica bre- sica che preferisco e che conosco meglio. C’è tone”. poi la Galizia, dove ho molti amici, e per la quale attualmente soffro a causa dello scanda- A molti anni di distanza dalla fondazione viene proposta tutti i giorni dai media. Aprirsi loso inquinamento che tocca le sue spiagge e nel 1976 del gruppo Ogham, oggi hai ri- al mondo, d’accordo, ma attenzione di non la- colpisce con una frustata la sua economia. Cer- preso una collaborazione attiva e continua sciare aperta una porta troppo grande!”. tamente c’è anche la Bretagna, con delle com- coi tuoi fratelli Jacky e Dominique. Cosa si- posizioni poco conosciute dal grande pubblico gnifica per te, oggi, la loro presenza? Quali sono i tuoi progetti per il 2003? C’è la come “Anne Cloarec”, scritta da Herri Léon, “ La musica è in effetti una storia di famiglia in possibilità di una tua presenza sulle scene oppure “Bloavezh Mad” di Perig Herbert. In- casa Molard. Io ho cominciato per primo nel italiane? fine c’è la Bulgaria con il brano omonimo “De- 1965 al “bagad” de St-Malo, seguito da mio fra- “ Per il 2003 ho decisodi ritornare ai miei liou”, risultato di un magico incontro con Ka- tello Dominique, e alcuni anni dopo abbiamo primi amori, a suonare la cornamusa solista e linka Vulcheva nel 1992, in occasione di un fe- creato Ogham, raggiunti dai nostri due fratelli soprattutto il “pibroch”. Ne esistono circa tre- stival in Germania. Inizialmente noi abbiamo Claude e Jacky. Certamente è con molta emo- cento, io ne conosco un centinaio. Ho in pro- registrato la canzone “Deliou”, in seguito tutto zione che noi suoniamo insieme, e tutti i nostri getto un altro cd di “pibroch” che è il seguito di è andato strutturandosi intorno all’emozione pensieri più affettuosi vanno a Claude che ci quello apparso nel 1993 per l’etichetta Gwerz che questa canzone emanava”. ha lasciato in un giorno funesto del Marzo Pladenn. Un secondo progetto è quello di pub- 1996”. blicare una raccolta delle mie migliori parti- Quali linee di continuità esistono tra “ De- ture (composizioni e arrangiamenti) , e pre- liou ” e la nuova creazione “ Bal Tribal ”? Rispetto all’apertura culturale che porta la paro parallelamente un lavoro sulla musica Quale accoglienza il pubblico ha riservato tua musica e quella di molti altri artisti a bretone con la uillean-pipe, sicuramente con a quest’ultima produzione in occasione incontrare differenti esperienze attraver- un organista. Quanto all’Italia, non ho ancora della tournée svizzera dell’estate del 2002 ? sando le frontiere regionali, c’è in Italia e in date in previsione, ma sicuramente sarei ben “ Bal tribal è uno spettacolo che prolunga il di- Europa la moda del “celtismo” le cui mani- felice di esservi invitato! ”. ❖

maggio-giugno 2003 F37 raditional Le interviste di GIANLUCA SPIRITO TArranged Celtic Connections Corrina Hewatt: il progetto “Unusual Suspects”

1) Prima di tutto perché il nome “Unusual su- stesura delle canzoni e all’arrangiamento così album, ma stiamo progettando di andare in tour spects (gli insoliti sospetti)” E’ un mix tra i abbiamo molta musica già nell’orchestra. Inol- nel 2003 e far uscire un nuovo album nel 2004. migliori musicisti in Scozia, che hanno ognuno il tre ci sono canzoni nella tradizione che già sod- 8) Cosa rappresenta Celtic Connections per suo progetto ma che si incontreranno per la disfano le dimensioni dell’orchestra, così anche un musicista scozzese e per la scena musi- prima volta insieme in un evento tipo orchestra. loro saranno comprese nel set . cale folk? Celtic Connections è un festival gi- Questo è un concerto abbastanza inusuale - solo 6) Andrete avanti con questa esperienza o è gantesco e coinvolge l’intera scena musicale Celtic Connections ha la lungimiranza e la per- solo un evento speciale per Celtic Connec- scozzese, con una grossa varietà di musica, i mu- spicacia per mettere su un concerto come questo. tions 2003? Se si, come pensate di organiz- sicisti coinvolti hanno la possibilità di incontrare 2) Come è nata l’idea? E’ stata un’idea! Una zare il progetto con musicisti provenienti da altri suonatori, ed è lì dove la scena si sviluppa e pazza idea. Una lista desiderio di musicisti tutti gruppi differenti? Speriamo di avere la possi- cambia. Sono coinvolta in alcuni progetti nel fe- nello stesso posto. Immagina l’effetto !!! bilità di continuare, magari non con tutti e 31 gli stival, grazie all’aver incontrato e suonato con 3) Come hanno reagito le persone che avete elementi, ma con i musicisti fondamentali. Se musicisti nei festival precedenti. Questo ha cul- contattato per questo progetto? Hanno pen- avessimo gli aiuti finanziari sarebbe possibile minato in nuove band ed il mio personale svi- sato che fosse un’idea incredibile. Tutti erano andare in giro con 18 di loro. I festival più luppo musicale si è allargato. Per me questa è la entusiasti all’idea che potesse accadere! grandi potrebbero amare questa idea , dato che grandezza di Celtic Connections. Esso incorpora 4) Vi state divertendo facendo le prove con abbiamo molte band all’interno di “ The Unu- anche lo showcase “nuove voci” per giovani com- l’orchestra o è difficile mettere insieme tanti sual Suspects”, e potrebbero riempire non una positori. Questa è stata una grande sfida per me, nuovi talenti? Avremo solo un giorno di prova serata ma un intero weekend. e attraverso la commissione “making the Con- il giorno prima del concerto. Non ci siamo an- 7) Suonerai a Celtic Connections 2003 anche nection”, scritta per il festival del 1998, ho rice- cora incontrati. Stiamo preparando il materiale con il tuo trio Shine. Il futuro della band? vuto 2 lavori più grandi da scrivere. Fantastico. proprio mentre ti sto rispondendo. Piani futuri includono un tour in Inghilterra con 9) Qualcosa da aggiungere? Vieni al festival e 5) Come avete scelto le canzoni da includere “ The Passion”, un trio di cantanti jazz da Londra lo vedrai con i tuoi occhi! E’ una cosa meravi- nel set? Stiamo utilizzando musicisti e cantanti organizzato da Chris Wade dell’ agenzia Adastra gliosa (naturalmente vieni assolutamente alla che sono abituati già da soli alla composizione, music. Abbiamo anche materiale per un nuovo prima degli Unusual Suspects il 26 febbraio).❖

6) Tu sei di Glasgow. Come ti senti a presenr- Intervista a John McCusker tare il cd nel posto dove sei nato e perché hai scelto proprio il festival per questo? Celtic Connections è uno degli appuntamenti più im- 1) Goodnight Ginger è il tuo terzo album, ma scelto i musicisti per le tue composizioni? portanti dell’anno per qualsiasi musicista folk. il primo dopo aver lasciato la Battlefield Come ho già detto, sono principalmente miei E’ un festival meraviglioso così ho pensato che Band. C’è stato un approccio differente nel- amici e sono fortunato che sono grandi musici- fosse il posto adatto per il lancio. Sarò un po’ l’affrontare questa nuova fatica rispetto ai 2 sti! Non ho mai avuto un piano prima di entrare precedenti cd? Si, E’ stato molto più bello es- in studio, scrivo delle melodie e vedo cosa ac- nervoso tutta la mia famiglia ed i miei amici sa- sere in studio adesso perché tutto si è svolto in- cade. Mi piace quando le canzoni cominciano a ranno lì, ma è una buona cosa . sieme a degli amici. Negli ultimi dieci anni ho prendere forma. 7) Nel tuo cd suona una sorta di “Dream stretto amicizia con molti dei musicisti che suo- 4) In cosa questo cd è diverso dai precedenti? Team” della scena folk.. Chi farà parte della in nano nel mio cd così è come stare tra amici e Spero che negli anni siamo migliorati nel realiz- John McCusker Band che suonerà a Glasgow? questo rende grande l’atmosfera in studio. Amo zare i dischi. Una delle cose più difficili è cercare Michael McGoldrick, Phil Cunningham, Ian incidere dischi, e con questo nuovo mi sono sen- di ottenere le stesse emozioni che si hanno suo- Carr, Iain MacDonald, Kris Drever, James Mac- tito molto rilassato ed è stato grande registrarlo. nando dal vivo e ricrearle in studio. Kintosh e anche Kate Rusby sarà ospite all voce 2) Nella tua copertina e nel booklet tutte le Grosso aiuto è dato dal nostro studio personale.. per 2 pezzi. Sono un ragazzo fortunato. fotografie riguardano tu ed il tuo violino. è un grande posto da frequentare. Così , almeno 7) Quali sono le canzoni dell’album che più Ciò che è diverso è il tuo taglio di capelli “alla credo, questo cd è più eccitante perché mi sento preferisci suonare dal vivo in questo periodo mohicana”. Questo taglio diverso è per affer- più a mio agio in studio ed è stato molto diver- di prove? Onestamente mi piace suonare tutto mare che c’è in giro un nuovo John McCu- tente realizzarlo. Spero che questo esca fuori di Goodnight ginger. Perché sono tutte nuove sker? Non propriamente! Ho fatto un taglio ascoltando il cd. composizioni. Amo molto suonare “ Oor pal strano per il mio matrimonio è mi è piaciuto 5) Il cd sarà presentato a Celtic Connections Davy “ perché è per un mio amico ed uso suo- così tanto che è ancora qui! Stanno parlando 2003 dove suonerai con una band con il tuo narla con Phil Cunningham. molto di questo taglio, dicendo che non è un ta- nome. Sono molto contento di avere una mia 8) A proposito di questo, “Oor Pal Davy” è de- glio usuale per un musicista folk ma io penso band personale. Ho passato gli ultimi 12 anni dicata a Davy Steele, a cui anche i Malinky che un musicista folk con un taglio bizzarro sia suonando con altre persone e mi piace tantis- hanno dedicatio il loro nuovo lavoro. Puoi una buona cosa! Inoltre se attira su di me un po’ simo, ma è una grande sensazione tutta la mu- parlarci dell’importanza di Davy nella scena di attenzione meglio così. sica dei miei dischi con il mio gruppo. Sono folk scozzese. La cosa principale è che Davy era 3) Come è sviluppato il progetto? Come hai molto contento. un mio amico. Ho girato il mondo suonando con

maggio-giugno 2003 F38 raditional Le interviste TArranged Celtic Connections lui per 4 anni ed ho scritto questa canzone in- generale le persone ne sono un po’ imbarazzate. dei “Blazin Fiddles” che io amo, ed ho prodotto sieme a Phil Cunningham che è stato anche lui 11) Sei stato incluso nelle nomination come una traccia del nuovo disco di Linda Thompson. un grande amico di Davy. Era un cantante straor- migliore musicista nei 2002 Folk Awards per Sto producendo John Morran, cantante dei Deaf dinario e non potevi fare a meno di volergli bene. la BBC 2. Cosa significa per te questa nomi- Shepherd e mettendo insieme una colonna so- 9) Puoi parlarci degli altri progetti in cui sei nation? Chi sono stati per te il miglior musi- nora per il film “Heartlands” che uscirà agli inizi coinvolto in Celtic Connections 2003? Suo- cista e miglior album per il 2002? Significa di Aprile. Il film utilizza molte canzoni di Kate nerò in un grosso concerto per violini chiamato molto perché sono veramente in grande compa- Rusby e parecchia musica mia, e stiamo anche “the bow brothers” che comprende grandi violi- gnia. E’ un grande onore essere nominato da per- iniziando un nuovo album così è un anno molto nisti da tutto il mondo tra cui Martin Hayes e sone che fanno parte del business musicale. Suo- impegnativo ma allo stesso tempo eccitante. Alasdair Fraser. Suonerò anche con una can- nerò quella sera per cui sarò molto emozionato ed 14) Nomi nuovi da raccomandare a fruitori tante chiamata Eddi Reader che è fantastica. in più puoi avere cibo e da bere per tutta la serata! I stranieri di musica folk? Kris Drever è un Canterà canzoni di Robert Burns con un’intera miei musicisti preferiti sono quelli che suoneranno grande talento e la sua band Fine Friday. C’è orchestra e Ian Carr , Phil Cunningham ed io con me quella sera.. tutti mi ispirano molto, gente un’altra grande band scozzese che si chiama facciamo parte della sua band...un progetto come Phil Cunningham, Andy Cutting, Ian Carr e Malinky e sono fantastici. C’è anche una grande davvero interessante..realizzeremo anche un cd Michael McGoldrick sono una fonte inesauribile cantante che si chiama Emily Smith che ha ap- su questo ,durante il festival. per la mia musica. pena fatto uscire un cd ed ha una voce molto 10) In un’ intervista con la rivista scozzese 12) Sei andato in tour con la Battlefield Band molto bella. “Living Tradition” ti sei un po’ lamentato per tutto il mondo. Qual è il paese dove hai 15) John McCusker e internet. Sto comin- circa la situazione musicale in Scozia. Cosa ascoltato la musica più interessante? Sono ciando a prendere confidenza con il mio sito può essere fatto per migliorare questa situa- stato fortunato perché ho visitato posti molto in- web :www.johnmccusker.net zione? Penso che la scena tradizionale sia in teressanti come l’India, Hong Kong, Egitto; non 16) Pensi di venire a suonare in Italia? Spero grande forma con tutta la gente giovane che puoi evitare di rimanere influenzato musical- di suonare parecchio nei festival questa estate suona. Non ho mai visto così tanti musicisti gio- mente quando vai in questi paesi e la cosa inte- con la John Mccusker Band così mi piacerebbe vani suonare motivi con impressionante abilità e ressante è quanto abbiamo in comune musical- venire anche a suonare in Italia. passione .Mi piacerebbe che fosse un po’ più fa- mente con persone che vivono dall’altra parte 17) Quando entri in un negozio di dischi, tra- cile riuscire a farne un lavoro per vivere... ma è del pianeta, tutta la musica tradizionale viene lasciando il reparto folk, qual è quello che veramente difficile .Se organizzi un concerto di dallo stesso posto, il che è incredibile. Amo an- preferisci visitare? Vado immediatamente a musica tradizionale a Glasgow al di fuori di Celtic dare in tour ed incontrare musicisti del posto e quello Indie Rock! I miei gruppi preferiti sono i Connections, è quasi impossibile avere gente che suonare con loro, questa è la cosa più bella di Teenage Fanclub ed i Sonic Youth e inoltre amo va a vederlo. Mi piacerebbe che la gente in Gran quando vai in tour, incontrare tanti musicisti. Bob Dylan. Amo la buona musica. Bretagna fosse orgogliosa della propria musica 13) Chi hai intenzione di produrre nel pros- 18) L’ultimo cd che hai comprato. The Poly - tradizionale e la sostenesse, mentre penso che in simo futuro? Ho appena finito di produrre il cd phonic Spree è semplicemente fantastico. ❖

INDACO

Helikonia, società di edizioni e produzioni musicali, presenta il nuovo Cd degli Indaco, TERRA MARIS. Per informazioni e vendita tel. 06.2424039 raditional Le interviste di ROCCO ZECCA TArranged el vostro primo lavoro, “Echi di Gente” che abbiamo consumato, ai viaggi (che pesso- prima che le musiche fossero composte o a datato 1999, avete compiuto una ri- nianamente talvolta sono più di anima che di disco già pronto? Nlettura in chiave personale di brani corpo) ed ai costumi che abbiamo abitato. Una delle peculiarità del nostro lavoro co- tradizionali noti e meno noti, dove uno degli Figli di un vivere cittadino e lontano dalle di- mune, da sempre, è la volontà di condurre il aspetti che a mio avviso colpisce di più l’a- namiche rurali. pensiero musicale attraverso forme di arte cir- scoltatore è la freschezza timbrica ottenuta Ciò che ci affascina della tradizione è l’eleganza colari come il teatro, la danza ed il cinema. utilizzando esclusivamente strumenti acu- della semplicità intesa come valore capace di re- In questa prospettiva si inserisce l’incontro con stici, nonché il gusto per gli arrangiamenti. stituire al prossimo il senso del tempo trascorso, Domenico Mongelli con cui collaboriamo da Due anni più tardi in “Terra Arsa” assieme a capace di resistere all’incedere di una società diverso tempo. nuove riproposte tradizionali avete trovato contemporanea protesa alla sovrapposizione Il progetto de ‘la casa delle donne’ è nato quasi spazio anche per composizioni originali delle memorie: in questo senso il nostro intento cinque anni fa, basandosi sulla traduzione ci- senza perdere di vista il modo di lavorare può essere considerato di politica culturale. nematografica dell’omonimo romanzo scritto dall’autrice foggiana Maria Marcone. La scrittura della colonna sonora originale (nel film sono presenti anche brani ripresi dai no- Intervista ai Radicanto stri precedenti cd’s) è stata curata da me e da Adolfo La Volpe lavorando in parallelo con la del primo lavoro; qui comunque a mio av- Il nostro ‘Echi di gente’ il cui titolo suona come stesura di ‘Lettere Migranti’. viso viene anticipato quello che sarà il per- denuncia degli obiettivi artistici ad esso rife- Quindi certamente è possibile ravvisare ‘con- corso che il gruppo avrebbe poi intrapreso riti, è l’elegia di quanto ho appena detto: un la- tatti’ tra le due anime del cd, ma il risultato mu- nell’ultimo lavoro “Lettere Migranti” (2002). voro acustico ed arrangiamentale che propone sicale si riferisce a due differenti e distinti mo- In questo lavoro si avverte una differenza una consapevolezza prospettica autonoma vimenti compositivi ed arrangiamentali. fondamentale che riguarda l’uso di stru- sulla tradizione e sulle sue possibili variabili. Qual’è la strada su cui i Radicanto continue- menti che apportano sonorità per così dire Il repertorio traccia una linea geomusicale che ranno a lavorare? moderne, come batteria, la chitarra elet- visita parte delle ‘famiglie’ di puglia e lucania Nello specchio di una moderna radice musi- trica, il sassofono, il pianoforte, nonché per con particolare attenzione alla musica improv- cale come quella italiana in bilico tra nove- il fatto che le composizioni sono tutte origi- visata (difatti questo nostro primo cd è anche la cento e duemila, aspetti rimossi come le pas- nali nella musica, mentre compare ancora testimonianza del repertorio live di quegli sioni, la leggerezza, la poetica ma anche i deliri qualche testo tradizionale. In che modo vi anni) ma senza trascurare l’intento originale e le ossessioni occupano il centro della scena, siete posti nei confronti di questo cambia- del progetto prevedendo la presenza di brani diventando chiavi di lettura essenziali per mento, che se fra il primo ed il secondo disco d’autore come ‘la pesca grosse’ e ‘tarantella dei comprendere un’epoca storica complessa e era appena avvertibile, in “Lettere Mi- tre soldi’. contraddittoria, che continua a produrre effetti granti” è, oserei dire, radicale: è considerato Con il secondo lavoro, ‘Terra Arsa. corde, pelli e sul presente. un proseguimento personale della tradi- papiri’ abbiamo completato il racconto iniziato In questa realtà cosmicomica come direbbe zione, oppure un naturale cambio di rotta? due anni prima ma con una consapevolezza Calvino, il nostro lavoro si verticalizza nell’ap- Il lavoro di Radicanto, che fonda le sue radici differente: la tradizione e la città, queste sono le profondimento di una grammatica d’autore nel 1996, da sempre si è caratterizzato nell’in- direttrici del lavoro che si muove tra composi- contemporanea attenta alle immagini del no- tento di proporre una prospettiva musicale e zioni originali e brani di tradizione ‘rivestiti’, stro tempo attraverso le storie del passato. poetico/letteraria condivisa tra recupero/ri- ma anche tra registrazioni di suoni cittadini, Il suono di Radicanto che è riconoscibile all’a- proposizione di materiale riferito alla tradi- dalla stazione al mercato del pesce. scolto di tutti i suoi lavori discografici, agisce zione popolare e musica d’autore (nei testi e Con ‘lettere migranti’, invece, la prospettiva si è su micromelodie che concorrono a formare nelle musiche) da questa suggestionata ma, al dilatata e, in continuità con le premesse artisti- armonia, e su una rinnovata attenzione alle contempo, indipendente. che, qui la tradizione, come dice Pierpaolo lingue ed ai linguaggi. Così trovano una co- Il nostro laboratorio culturale al revès si rivolge Martino, diventa pretesto del dire. mune via i sax soffiati da Vittorio Gallo e le alla ‘memoria’, quella ereditata dalle tracce La forma canzone è l’ideale zattera su cui pog- concentriche melodie del mio mandolino at- consegnateci dai ricercatori e quella riferita giano i tasselli di questo viaggio lì dove alla ri- traverso un dialogo incessante sottolineato alla esperienza autonoma, sorretta da una ri- proposizione si affianca la consapevolezza, dalle evoluzioni ritmiche della batteria di Da- cerca diretta tra le vive voci dei testimoni sul fondata su un lavoro più attento al suono ed al niele Abbinante, dal basso di Pierpaolo Mar- campo e dalle memorie reticolari ovvero tutte timbro sia nella cifra narrativa che in quella tino e dai riff/loops elettrici ed elettronici di le pratiche e le forme d’arte che caratterizzano melodico/armonica. Adolfo La Volpe. Il cerchio si congiunge nella i nostri trascorsi. Fuoco del cd è la lettera, strumento necessario limpida vocalità di Fabrizio Piepoli ed Enzo La musica di Radicanto, infatti, si nutre della per condividere un ‘infinito privato’ ed anno- Granella. sintonia tra le singolarità che la muovono. tare le contraddizioni di un tempo in cui la co- Il tutto è sottolineato dall’incessante contri- Ognuno di noi ha origini musicali alquanto ete- scienza e la comunicazione sono spesso ba- buto di un musicista ‘di famiglia’ come l’eclet- rogenee in equilibrio tra musica sacra e pro- gnate da un mare incerto. tico pianista Maurizio Ranieri, partecipe della fana, antica e sperimentale, classica e progres- In questa trasformazione quanto ha influito nostra musica. siva. Ed il nostro intento artistico si caratterizza il fatto che comunque stavate preparando Infine ci piace ringraziare tre realtà che hanno per la comune unione di agilità protesa allo svi- dei brani che di lì a poco sarebbero stati condiviso ed alimentato la nostra storia ov- luppo di un itinerario testuale e contestuale. usati come colonna sonora nel film “La casa vero Paolo Dossena e la C.N.I. tutta e la certo- Noi siamo figli di una prassi musicale lineare ed delle donne” (di Domenico Mongelli), mi sina dedizione di Esther Dolce e del nostro fo- eterogenea, legati alle nostre visioni, agli ascolti spiego meglio: il regista vi ha contattato nico Marcello Zinni. ❖

maggio-giugno 2003 F40 raditional Le recensioni TArranged

1 1 ANDAR PER MUSICA 2002 un’interpretazione personale, d’autore, sor- 5 FOR THE SAKE OF OLD REGENCY un progetto eccezionale da un punto di vista (CD Frame Events FE 2002/1) - 68’ 37” retta dai testi ispirati dello scrittore ligure Musica di tradizione irlandese in creativo. La qualità della proposta innovativa Frame Events inaugura il proprio catalogo dis- Francesco Biamonti e circondata da strumenti Francia è percepibile, nel senso più epidermico ed cografico con un’antologia di quella rassegna, tradizionali del settentrione italiano. Dopo (Sonogramme SNG960601) - 48’ 01’’ emozionale della parola, in questo cd regi- che mette insieme nomi noti del panorama vent’anni di carriera hanno deciso di abbrac- Il folk revival ha diffuso fin dagli ’70, in Fran- strato live in occasione del concerto di Car- mondiale e musicisti italiani. Aprono Lunasa, ciare l’idea della cosiddetta “contamina- cia come in Europa, una musica irlandese haix (3 febbraio 2002). Patrick, Jacky e Domi- gruppo irlandese in continua ascesa. I bretoni zione” world music oppure hanno “personaliz- ben diversa da quella tradizionale. Ebbene, in nique Molard, hanno incrociato spesso le loro Skolvan presentano An tolgenn aour. Cambio zato” la musica folk lombarda? Sottile e peri- questo cd, il musicologo Hervé Cantal si pro- strade ed ogni crocevia rappresenta una di atmosfera con gli scozzesi Wolfstone. E’ colosa domanda… in effetti oltre a tantissimi pone proprio di esplorare lo sconosciuto ter- tappa importante per la musica in Bretagna: il poi la volta dei canadesi della Bottine Sou- strumenti classici della loro area troviamo reno della musica più tradizionale, quella di gruppo Gwerz ne è un esempio, così come 2 riante, seguiti dagli irlandesi Shantalla. I belgi bouzouky, darabuka, musette, sax… insomma solisti come Micho Russell, Leo Rowsome e Triptique e le “Pellen Celtic Procession”. In Kadril regalano uno dei più classici cavalli di un po’ di ammiccamento a suoni esotici, ma Séamus Tansey, per intenderci. Questo tenta- questo lavoro, che prosegue il lavoro iniziato battaglia. Un po’ di relax con la magia del- se ascoltiamo il disco con attenzione sco- tivo si realizza attraverso l’esecuzione di da Patrick in “Deliou”, c’è tuttavia qualcosa di l’arpa bretone di Gwenael Kerleo per poi tor- priamo che questi strumenti “ospiti” sono as- brani solisti o in “duo” (non sono presenti diverso: prima di tutto non è un cd di musica nare al Quebec con La Volee d’Castors. Gli soggettati alle metriche tradizionali nostrane session), fatto che permette di far risaltare la bretone ma un’opera che sintetizza espe- Swap, metà inglesi-metà svedesi e poi la ‘no- e le voci che non imitano stili esecutivi di altri musica invece che i musicisti. Il risultato è un rienze diverse culturalmente (Kalinka Vul- stra’ Jenny Sorrenti, recentemente tornata al- popoli. Gli ospiti sono illustri, come la tunisina lavoro di grande semplicità e immediatezza, cheva era ad es. la cantante delle “Voci bul- l’attività discografica e concertistica. Un altro Mouna Amari o la rediviva vocalist piemon- non risalta l’interprete ma il suono in tutta la gare”) in una proposta originale e riconosci- gruppo classico, gli Strawbs, qui in versione tese Donata Pinti, una leggenda che sempre sua profondità. Data l’energia insita nella mu- bile. Non c’è addizione casuale di stili ma acustica. Un intermezzo italiano con il duo ap- più raramente si esibisce in pubblico. Una se- sica d’ Irlanda si potrebbe pensare che un un’eterogeneità che si salda sul “filo rosso” 3 penninico dei Lamola (narrazione e arpa cel- quenza mozzafiato di brani, ben 13, estrema- brano per solo flauto o per sola voce possa ri- rappresentato dalle composizioni e dagli ar- tica) e i ‘veterani’ del Folk Studio A, in compa- mente avvincenti, tanto da rendere questo sultare stucchevole: niente di tutto ciò, se l’e- rangiamenti di Jacky, supportati dalla defla- gnia dell’orchestra d’archi e del graditissimo “Terre di Passo” come il miglior lavoro disco- secuzione è appassionata raggiunge sempre grante energia delle cornamuse di Patrick. ospite Mairtin O’Connor. In chiusura una pro- grafico del gruppo, superiore in intensità e le corde del cuore. E le esecuzioni di questo Info: Ton All Produksion: [email protected] messa asturiana: i Llangres. Quasi settanta grinta anche all’eccellente “Naquane”, uscito cd sono davvero appassionate, Hervé Cantal Agostino Roncallo minuti di musica di qualità, un viaggio tra le ben dodici anni fa. Questi Barabàn hanno su- è di volta in volta ben spalleggiato dalle uil- proposte più interessanti sviluppatesi negli ul- perato l’esame a pieni voti: si sono ricostruiti 8 TERMAJIK - Termajik lean pipes di Denis Kersual, dalla chitarra di (Ciré Jaune CIR 206) - 57’ 56” timi anni tra folk e dintorni. un sound e uno stile che li proietta verso il fu- Gérard Tauzin, dal canto di John Maguire, dal “Termajik” in bretone significa “lanterna ma- Il CD costa 15 euro, la maglietta 9.50 euro turo della musica folk italiana, e all’attenzione melodeon di Vincent Blin e dal piano di Jean gica”. Nelle sere estive, un incontro tra clari- (+spese di spedizione). L’album ha una tira- di un mercato mondiale sempre più esigente. Cristophe Lequerre. Per info: herve.can- nettisti e accordeonisti aveva la stessa magia tura limitata a 1000 esemplari e così anche le Là dove molti gruppi storici hanno segnato il 4 [email protected] Agostino Roncallo di una luce accesa e osservabile da paesi lon- t-shirt. Gli utili saranno devoluti a sostegno di passo travolti da una mancanza di idee che ne tani, da Penmarc’h a Glomel si sentiva nell’a- attività per l’infanzia abbandonata in Roma- ha frenato irrimediabilmente la crescita, i no- 6 P. MARZIN, S. SIBERIL, J.C. ria una musica che innervava di energia le nia. per informazioni e prenotazioni: stri hanno dimostrato di essere sempre fre- GUICHEN - Psg gambe dei danzatori. Oggi la stessa magia è ri- tel. 035/73.20.05 - [email protected] schi, attuali… di essere sempre in grado di stu- (Coop Breizh - CD937) - 47’ 59” proposta da questo trio, formato da Christian Loris Böhm pire l’ascoltatore con voli di fantasia poetica C’è una domanda che sembrerebbe dover ri- che rendono “Terre di Passo” un’imperdibile manere senza risposta: come fanno tre chi- Duro (canto, clarinetto), Jean Claude Le lay 2 ALEXIAN GROUP - Romanó drom gioia per l’udito! Il primo bollino di qualità di tarristi a muovere il pubblico al ballo? La chi- (sax, clarinetto) e Jean Le Floc’h (accor- - Carovana zingara Traditional Arranged spetta a loro. Loris Böhm tarra, come è noto, é uno strumento solista, deon). Nelle “feste di notte” (fest-noz) la mu- (MAP Ethnoworld ITCD2008) - 57’ 39” di norma utilizzato per le danze solo come ac- sica ha sempre rivestito un ruolo importante in 4 ALFIO ANTICO - Supra Mari 5 Un personaggio decisamente fuori dal comune compagnamento ritmico. In questo caso in- terra bretone al punto che Termajik è oggi ri- Santino Spinelli in arte Alexian. Il disco in que- (C & P Alfamusic – RAI Trade) - 58’ 31” vece abbiamo a che fare con tre chitarre soli- conosciuto come un gruppo specialista in un stione è uno scacco a coloro che si credono di Ascoltare “Supra Mari “, è il modo più sem- ste che, ecco spiegato l’arcano, riescono a tipo di danza chiamata “fisel”, anche se nel essere i “portavoce” del popolo Rom... Il disco plice per capire come è stato possibile me- creare un “muro” sonoro davvero irresistibile, suo repertorio ci sono anche “plinn” e “ga- in questione è realmente molto gradevole e a scolare due stili così differenti come la Mu- un’onda travolgente. Tutti i brani del CD votte”. Si potrebbe pensare ad un CD fatto di tratti emozionante. Il disco è completo di testi sica Medioevale e l’Etnica Tradizionale in una hanno una partenza che segue schemi tradi- sonorità e schemi rigidamente tradizionali. e ottimamente masterizzato dalla MAP. La perfetta combinazione impreziosita da bellis- zionali ma nel finale si evolvono, come se Niente di tutto questo: in uno stile furiosa- musica Romaní rappresenta il cosiddetto sime melodie cantate in lingua siciliana. Alfio tutti i musicisti esprimessero pienamente la mente lirico e selvaggio Termajik presenta un “terzo livello” di questa musica nomade... la Antico ha saputo scavare profondamente loro personalità e la loro passionalità. Dal repertorio assai originale negli arrangiamenti, musica eseguita per se stessi, come potrete nelle radici di quella sua “Madre Terra”, così punto di vista della personalità i tre si inte- grazie anche alla tromba di Gaby Kerdoncuff e come nei suoi ricordi d’infanzia, in modo da 6 leggere più approfonditamente negli articoli- grano alla perfezione a testimonianza della alla derbouka di Mouhoub Slimani, due dei intervista. Una musica quindi viva, perchè vivi poter essere compreso nel linguaggio tra- strada percorsa insieme negli anni passati: i musicisti ospiti che hanno dato un importante sono i popoli nomadi che, sotto vari nomi, smesso ai musicisti che a loro volta lo hanno riff energici di Guichen, le cesellature graniti- contributo alla realizzazione di questa regi- hanno calcato il suolo dei cinque continenti. reso reale attraverso i loro particolarissimi che di Siberil ed i volteggi aerei di Marzin, strazione. Ascoltare questo CD significa Ben distante dalla musica cosiddetta “zin- strumenti; Luigi Polsini (Chitarre medioevali, sono come i pezzi di uno stesso mosaico. La ascoltare una musica preziosa da distillare gara”, quello di cui parla Alexian non riguarda plettri etc), Sandro Pippa (percussioni) e passionalità è invece qualcosa che all’a- lentamente alle gambe e alle orecchie. La ammiccamenti verso il mercato dello show bu- Amedeo Ronga (C-basso), sono i menestrelli scolto si sente a fior di pelle, si sente tutta confezione è sobria e alquanto artigianale siness, non è il guadagno, ma una esasperata e al tempo stesso, i moderni ricercatori di l’atmosfera della terra di Bretagna: laridé, gi- (poco comprensibile e di autore ignoto il dise- ricerca dentro la propria cultura, le proprie ori- inusuali strumenti musicali (per la maggior ghe e gavotte, si tingono di seppia, riflettono gno di copertina), la descrizione dei brani è parte costruiti a mano). Questa potrebbe es- gini, la propria tradizione pura. Ascoltate dun- il blu della notte, brillano di un’alba color tuttavia precisa, così come la nota introdut- sere una delle tante ragioni per assistere ad que questo disco così incredibilmente diverso ocra. C’ è un brano in particolare dal titolo tiva di Gaby Kerdoncuff. 7 un concerto dal vivo di Alfio Antico, sco- dai soliti stereotipi “zingareschi” e così affa- “An Dro PSG”, scritto da Soig e Jean Charles Per info: [email protected] prendo così la vera fonte dei suoni usati in scinante; dopo qualche ascolto, come di solito insieme a Gaby Kerdoncuff, che ha i tratti vio- http://termajik.multimania.com questo suo ultimo lavoro. I brani dell’Album avviene tra coloro che provano emozioni vere, lenti di un uragano e i silenzi brillanti della Agostino Roncallo prendono forma uno dopo l’altro rivelando la rinnegherete un po’ il consumismo in chiave successiva schiarita. Provare l’ascolto per loro ancestrale natura che Alfio ha mantenuto 9 ALE BRIDER zingara che vi è stato propinato finora. credere. Il CD si presenta in un’elegante con- viva nella sua mente e riprodotto tanto fedel- fezione cartonata con foto di Eric Legret e di- Chi ha incontrato la fata Padurii? Per acquisti: www.ethnoworld.com (autoprod. Brider) - 40’ 36” mente così da farci rivivere tutte le storie da segni di Jean Charles Guichen, molto sugge- Loris Böhm In una recente intervista di Traditional Arran- lui narrate. Ascoltando “Supra Mari” si ha la stiva la nota introduttiva di Ronan Gorgiard. ged così si definiscono: Ale Brider è il titolo di 3 BARABÀN - Terre di passo chiara sensazione di essere avvolti e trasci- Per info: [email protected] una popolare canzone yiddish che ci diverti- (Ass. Cult. Barabàn, distrib. Felmay nati in atmosfere tutt’ora esistenti in alcuni Agostino Roncallo 8 ACBCD13) - 52’ 42” paesini del sud dell’ Italia, e così come se vamo a suonare nelle session di musica tradi- Questo è il sesto album di uno storico gruppo fosse reale, ci sembrerà di essere cullati nel- 7 LES FRÈRES MOLARD zionale. Letteralmente significa “tutti fratelli” folk italiano: i Barabàn ultimamente hanno de- l’abbraccio di una dolce “Ninnananna”, come Bal tribal e quest’idea non ci dispiaceva. In questo ciso di abbandonare i canoni un po’ obsoleti di la sua mamma usava fare ...molto tempo fa. (Ton All Produksion - TA001) senso intendevamo il nostro fare musica in musica folk legati al passato che avevano con- Testi e musica di tutti i brani: Alfio Antico. I fratelli Molard si ritrovano insieme sulla modo spontaneo, senza schemi precostituiti, traddistinto la loro produzione, per passare ad Per acquisti: www.alfamusic.com scena dopo 35 anni di attività per dare vita ad aprendo la nostra conoscenza musicale ad al-

maggio-giugno 2003 F41 9 raditional Le recensioni TArranged

10 tre tradizioni, sentendo il nostro suonare in- canzoni ed è tempo di Lisdoonvarna dove Badara Seck, e si presentano con un lavoro molto interessante di canzone: Julie soste- sieme come momento di scambio e di unione. Moore descrive un festival che si svolge nella che è leggenda ancor prima di entrare sul nuta dal piano canta la prima strofa che viene L’autoproduzione dei sette musicisti romani è cittadina della regione Clare ogni anno. Nella mercato. Li possiamo immaginare in un bar di ripetuta dal coro. Mentre Julie canta da sola incisa un po’ frettolosamente per cui il suono canzone si nominano vari musicisti folk cono- frontiera, in un quartiere antico e decadente le altre strofe il coro la accompagna sempre è quasi live, senza sovraincisioni: ruspante in- sciuti e con l’accompagnamento ritmico delle carico di storia, umori e sapori, direttamente nella prima strofa ripetuta. Queste waulking somma. Nonostante tutto si tratta di un’opera mani, sin dall’inizio del pezzo, da parte del a contatto con una sgangherata modernità song, che venivano eseguite mentre si lavo- eccellente dal punto di vista artistico. Le pubblico, si arriva a Van “the Man” Morrison. fatta di edifici che non hanno inizio e fine, non rava il tweed, furono composte proprio per forme musicali klezmer da loro interpretate A questo punto parte il ritornello di “I’ll tell me hanno orizzonti percorribili. Si tratta di un ipo- mantenere il ritmo durante la lavorazione di sono il Nigun, il Freilach, il Bulgar e l'Hora. Gli Ma” (contenuta in Irish Heartbeat di Morrison tetico sud visto da un immaginario nord in cui questo particolare tessuto. In Scozia questo Ale Brider eseguono con classica strumenta- e i Chieftains) per ritornare a Lisdoonvarna si mescolano etnie in umanità. Il gruppo THO lavoro era svolto esclusivamente da donne, 11 zione, dodici tradizionali più uno di loro com- con Christy a guidare il pubblico con “l’ultima fornisce il supporto ancestrale fatto di una mi- che si riunivano intorno a un tavolo: al centro posizione. Superano l’esordio a pieni voti con volta” per chiudere la canzone. Dopo “Ride riade di strumenti acustici antichi che si alter- si trovava il tessuto, una donna ad un capo un disco molto gradevole. Per info: on”, unica canzone contenuta anche nel live nano, coadiuvati da canti e voci in dialetti in- del tavolo, una all’altro mentre altre 4-5 http://space.tin.it/clubnet/pivagnon/ precedente, il cd si conclude con un tributo a digeni, per la forgiatura elettronica di Luigi donne si trovavano ai lati. Proprio come nella Loris Böhm Noel Brazil, autore irlandese morto, sottolinea Cinque, che a sua volta plasma l’elettronica a canzone eseguita dalle Dòchas, una donna cantava i versi e le altre si univano nel ritor- 10 CHRISTY MOORE Moore, lo stesso giorno di George Harrison. rinvigorire ritmi e cadenze senza tempo. Dove Christy parla per circa un minuto e poi attacca finisce l’antico e dove inizia il moderno? Im- nello. La traccia 6 è invece un set di mouth Live at Vicar Street possibile decifrarlo all’ascolto. Un’opera de- music diviso in 3 parti: nella prima la voce è (newberry 2002) - 55’ 00” “Metropolitan Avenue” canzone dello stesso stinata a sbalordire ed entusiasmare ad ogni accompagnata da arpa e violino, sostituiti “E’ bello suonare ancora dal vivo. Per un po’ è Noel che Christy ha interpretato su “Unfinis- ascolto... affascinante e misteriosa come una nella seconda dal piano a cui si aggiungono, sembrato come se non potesse più accadere” hed Revolution”. Ritorna il tema della solitu- bella donna islamica avvolta dai veli. Un mes- man mano che cresce il ritmo e sale la ten- 12 Così scrive Christy Moore all’interno del boo- dine in terra straniera, che molti irlandesi sen- saggio codificato di cui si sono perse le sione, i fraseggi e gli altri strumenti a comple- klet per presentare questo nuovo cd dal vivo a tono vicino personalmente o per parenti coin- tracce nel tempo, che fa sognare, che tra- tare questa parte del set. A chiusura, nell’ul- 8 anni dal precedente Live at the point. Que- volti nell’emigrazione verso gli Stati Uniti. ”Ve- sporta, che esalta... tutto questo è “Tange- tima parte, la voce che, accompagnata prima sta volta però sul palco con il cantautore irlan- drò ancora il tuo viso?”, chiude l’autore irlan- rine cafè” dei THO. Un monumento alla mu- dal piano e poi ancora da violino e pipes, dese ci sono anche Donal Lunny (cori, bou- dese. “Live at Vicar Street” è un cd che emo- sica etnica destinato a durare nel tempo. La chiede ripetutamente se qualcuno ha visto zouki, tastiere, bodhran) e Declan Sinnott ziona, la voce calda di Christy Moore accom- proposta più stimolante dell’anno... severa- Mary, figlia di Alasdair. Se siete stati nelle (cori,chitarra), i 2 musicisti con cui Christy pagnata con discrezione dagli strumenti di Do- mente vietato rinunciare all’acquisto. Highlands della Scozia allora chiudete gli oc- aveva condiviso l’esperienza dei Moving nald Lunny e dalla chitarra di Declan Sinnott Per management e vendita CD: Suoni e Armo- chi perché (almeno questa è la sensazione Hearts , che hanno suonato nel suo ultimo cd ne esalta il valore. E’ bello poter ascoltare an- nie Srl - www.radicimusic.com - suoniearmo- che ho avuto io) lo strumentale Miss Eliza- da studio “This is the day” ma soprattutto in cora dal vivo Christy Moore insieme a Lunny e [email protected] Loris Böhm beth Garland, scritto da Eilidh, vi riporterà si- 13 quegli album “Ride on”, “Ordinary man” e Sinnott, per un po’ è sembrato come se non curamente con la mente a quei posti. Se non “Unfinished Revolution” da cui sono ripresi la potesse più accadere. Gianluca Spirito 13 DÒCHAS - Dòchas ci siete stati guardate accuratamente le foto maggior parte dei brani contenuti in questo (Macmeanmna 2002) - 47’ 12” 11 KOCANI ORKESTAR sul libretto interno e provate ad immaginare, cd. Il periodo per Christy sembra molto proli- Il primo gruppo che ho visto esibirsi sul palco Alone At My Wedding con la canzone come sottofondo, la bellezza fico perché a tutto questo (album da studio, del Festival club, giovedì 23 gennaio, a Gla- (Crammed discs CRAW25) durata 58’ 06” e l’atmosfera di quel paesaggio. Ancora una album dal vivo, concerti) bisogna aggiungere sgow durante il Celtic Connections, è stato un Molto prolifica questa brass band. Va a finire canzone e quattro strumentali per arrivare al un Dvd “Uncovered” in cui il performer irlan- gruppo di ragazze aiutate, per l’occasione che ne parliamo ad ogni numero della rivista. pezzo finale che Julie canta senza accompa- dese racconta la sua storia e suona con molti come sul cd appena realizzato, dal miglior Questa volta incidono per la Crammed discs, gnamento, Am Bròn Binn, (il dolce dispia- autori delle sue canzoni. Il cd parte con “Con- suonatore irlandese di bodhran del 2002, distribuita in Italia da Materiali Sonori. Questo cere). Questo “Dòchas” è proprio un cd inte- tinetal ceilidh” per passare a “The first time Martin O’ Neill. Quando le ho viste salire sul loro nuovo album vede la band rinforzata da ressante, che non stanca nei suoi ripetuti 14 ever I saw your face” scritta da Ewan McColl. palco sono rimasto quasi sorpreso, sembra- elementi esterni rendendo il sound ancor più ascolti ma anzi stimola moltissimo ad adden- Grande atmosfera con Donal Lunny a creare vano giovanissime e mi sono domandato che potente e ruspante. La loro musica si basa an- trarsi nel mondo della musica gaelica e, natu- tappeto con le tastiere per la voce di Christy. cosa avessero intenzione di fare. Sono rima- cora sulla tradizione zingara proveniente da ralmente, fa venir voglia di tornare a visitare Segue un omaggio a uno degli autori moderni sto a bocca aperta!! Grandissime sullo stru- diverse parti dei balcani e dalla Turchia; ri- quei luoghi fantastici che sono le Highlands più apprezzati, Shane Mc Gowan, cantante mento, piene di energia e di grinta, sul palco guarda in particolar modo le celebrazioni del scozzesi. Gianluca Spirito dei Pogues, con “A pair of brown eyes” can- matrimonio in Macedonia, con una spruzza- si scambiano gli strumenti con estrema faci- tata alla fine da tutto il pubblico. E’ tempo di tina di umore latino. Troviamo due nuovi ta- lità (dall’arpa alla tastiera, dalla tastiera alla 14 EMILY SMITH - A day like “Biko Drum” il ritornello cantato in coro dai 3 lenti: Aljur Azizov, e il fisarmonicista Zlate Ni- chitarra; la cantante, con una voce davvero Today musicisti e le parole che risuonano forte nel kolov. Scopriamo l’uso di strumenti inusuali molto bella, mentre mi distraggo tira fuori la (Footstompin Records) - 43’ 14” teatro “Nelson ascolta il popolo cantare/ Nel- cornamusa e fa saltare quasi il palco). Le Dò- Emily Smith è stata la vincitrice del premio 15 per la tradizione macedone come la darbuka, son Mandela è il re del popolo/ 27 anni nella o il banjo. Hanno indiscutibilmente un loro chas sono: Kathleen Boyle (fisarmonica, chi- BBC Radio Scotland per giovani musicisti di galera dell’uomo bianco” la voce di Christy è stile che viene preso come riferimento per le tarra, piano, synt, cori), Julie M Fowlis (voce, musica tradizionale del 2002. Vedendo che emozionante e l’applauso finale testimonia la bands macedoni: la sezione fiati-percussioni flauti, cornamuse, oboe), Carol Anne Border nel cd ci sono tre brani completamente stru- partecipazione nell’esecuzione del pezzo. è potente, rafforzata da solisti come Ismail (pipes, highland pipes-low ,fisarmo- mentali mi è venuto subito da pensare a un “Quiet desperation” è presentata come una Saliev al sax, Turan Gaberov alla tromba e De- nica), Jenna Reid (violino, pianoforte) e Eilidh produttore italiano che aveva questo cd da canzone sulla solitudine. Scritta da Floyd We- ladin Demirov al clarinetto. In Macedonia è Macleod (clarsach e cori). Tutte hanno ini- produrre. Ve lo immaginate? Strumentali? sterman, indiano Dakota, parla dello sconforto consuetudine che queste band attraversino il ziato a suonare tra i 9 e gli 11 anni, diplomate Non se ne parla, la voce in primo piano e così che si prova nel vivere in un posto diverso da paese e con la loro fanfara raccolgano i parte- nei rispettivi strumenti, hanno confezionato per tutto il cd. Fortunatamente in Scozia la dove si è nati e naturalmente i riferimenti alle cipanti del banchetto nuziale per scortarli alla un cd che riprende motivi scozzesi e irlandesi pensano diversamente e il cd è godibilissimo vicissitudini irlandesi non faticano ad arrivare. alternandoli a canzoni cantate in gaelico che anche nei suoi episodi strumentali, tra l’altro 16 casa dove vengono festeggiati gli sposi… e Tastiere, chitarra arpeggiata e slide di Sinnott dove possono scatenarsi nei festeggiamenti. fanno veramente venire i brividi. Il cd si Emily suona anche la fisarmonica e il piano. per questa canzone. Il pezzo che segue è Un disco che sicuramente sarà apprezzato chiama come loro “Dòchas” ed è composto Fanno parte della sua band Ross Ainslie ai McIlhatton “una canzone scritta da Bobby dai tanti fans della band, che, tolto dal lettore da 13 pezzi che vivono di propria forza. C’è flauti e alle border pipes, Jamie McClennan al Sands negli H-Blocks che mi è stata data da il precedente “Ulixes” potranno continuare a molta anima in questo cd, cosa non sempre violino e Sean O’Donnell alla chitarra acu- Colm Scullion di Bellaghy che passò molti anni danzare in allegria. Loris Böhm facile tra musicisti che hanno una grande tec- stica. “A Day like Today” è un cd per la mag- in prigione con Bobby” (da “Christy Moore nica. La prima canzone ha un titolo gaelico gior parte composto da ballate in cui violino e Songbook”). Dopo January Man si arriva ad 12 LUIGI CINQUE - TARANTULA che significa “Mi hanno mandato solo su un’i- flauti vanno ad abbellire e a riempire le pause “Allende” e l’emozione cresce “E’ lontano dal HYPERTEXT O’RCHESTRA - sola” è sostenuta dall’arpa e introduce la del canto di Emily accompagnato dalla chi- cuore di Santiago bay/ dove il dottore buono Tangerine Cafè voce di Julie, quotata tra le migliori voci della tarra e dal piano. La canzone iniziale, stesso ti- giace con il sangue negli occhi / e le pallottole (Forrest Hill-Harmony Music FHME19) nuova generazione di cantanti in lingua gae- tolo dell’album, scritta proprio da Emily, parla 17 riportano USA”. Unica canzone ripresa dal re- durata 70’ 29” lica, e valorizzata anche dal suo- di una donna abbandonata dal suo uomo che, pertorio dei Moving Hearts, continua con il ri- Che dire di un supergruppo internazionale che nato da Caroll Ann. Seguono tre jig irlandesi invece di piangersi addosso come accade in ferimento al poeta cileno Victor Jara ”Victor ha effettuato tournee in tutto il mondo? tradizionali. La quarta traccia è una waulking molte canzoni tradizionali, decide di tirare su il Jara giace con monete negli occhi/ nessuno Sono: Luigi Cinque, Raiz, Jivan Gasparyan, song che parla di una ragazza abbandonata proprio figlio da sola. Introdotta da violino e intorno per piangerlo/ chi ha bisogno di un Emil Zrihan, Paolo Fresu, Danilo Rea, Enzo dal suo amato proprio quando ha avuto un flauto recita nel finale “Adesso io rimango con poeta che non accetta comandi”. Altre due Pietropaoli, Bnet Houaryàt, Mangla Tiwari, bambino. La waulking song è una forma mio figlio tra le mie braccia/ e penso alla vita

maggio-giugno 2003 F42 18 raditional Le recensioni TArranged

19 che potrà condurre/non avrà padre, ma sarà poi si riparte perché le storie di Dave (autore Leopard” dove è invece il violino di Brendan a Alberto Cottica, il nostro fisarmonicista già un uomo/perché io lo crescerò con tutto di tutti i testi tranne Cruel Mistress scritta dal condurre il gruppo in un set scritto intera- dei Modena City Ramblers e Fiamma Fumana, quello di cui avrà bisogno/” esce già da que- bassista Mathem Maxwell) hanno bisogno di mente dalla band irlandese. Tra le canzoni, la presente in tutti i 13 brani del disco, che sono ste frasi la personalità della cantante scoz- grinta e rabbia per raccontare di solitudine, di tradizionale “Madam I’am a darling” e la fi- composti da Mike Brooks! zese che va ad aggiungere la sua fisarmonica genitori che non ci sono più e di storie di immi- nale “Endeavour” scritta dal gruppo e con Dopo il primo CD “Alcohol & Rain” nel finale agli strumenti sopra citati. Il resto grazione. Drunken Lullabies, terzo cd del alla voce il contrabbassista Andrew a cantare (KPRCD1002) 1997 Katt Pie Records, tro- delle canzoni sono tutti brani tradizionali ar- gruppo americano Flogging Molly, è il perfetto di emigrazione verso la terra del sogno. Do- viamo un miniCD contenente quattro brani rangiati dalla band più qualche composizione mix tra musica irlandese (Pogues) e punk cali- vrebbero farci visita presto in Italia, tenetevi presenti in questa produzione italiana, si tratta personale che riguarda gli strumentali. Si forniano. Forse non è un caso che a registrare aggiornati sul loro sito www.gradamusic.com di “Goodnight Cariad” (KPRCD1003) 2000 muove tra la tradizione scozzese e irlandese; questo cd ci sia Steve Albini (produttore di In perché sarebbe un peccato averli sotto casa Katt Pie Records. Il disco ufficiale è ora uscito 20 il cd è pieno di ballate che hanno una loro utero dei Nirvana). 12 canzoni, tutte originali e perderli dal vivo, per gli altri un po’ più sfor- per la Ethnoworld. Le produzioni italiane non forza e non annoiano per niente. E’ accompa- tranne “the Rare ould times” e registrate in tunati il consiglio è all’inizio della recensione. hanno tregua... e quello che sorprende mag- gnata dal piano la seconda canzone, “Fair He- presa diretta per non perdere la grinta e la Gianluca Spirito giormente è che si tratta di una sorpresa deci- len of Kirkconnel” che racconta di una donna compattezza che contraddistingue i loro con- samente piacevole e di grande qualità. Questa uccisa mentre 2 uomini combattono per il suo certi. Metti il cd e balli per tutta la sua lun- 17 HAREM SCAREM volta la Ethnoworld ha fatto veramente bingo, amore. “The Green Grass Grows Bonny”, tradi- ghezza, ti agiti e respiri l’atmosfera dei pub Let Them Eat Fishcake dopo aver disorientato l’appassionato italiano zionale irlandese, sostenuta dall’arpeggio di che ospitano le loro performance. Con questa (Vertical Records 2002) - 56’ 52” con una raffica veramente sorprendente di chitarra regala momenti di emozione sia per formula passando dalle “ninnananne ubria- Ecco un altro super gruppo giovane prove- uscite discografiche l’anno passato, in cui il l’interpretazione vocale di Emily che per i fra- che” attraverso “i ribelli del sacro cuore” “la niente dalla Scozia. Tutti i membri fanno denominatore comune è stata la qualità. Il seggi di violino e flauto. “Rigs of Barley” del regina della valle della morte” arriviamo all’ul- parte di altri gruppi che stanno segnando la pubblico italiano però non si è ancora accorto nuova musica folk scozzese e si riuniscono 21 poeta scozzese Robert Burns è musicata dal tima canzone “The son never shines”, una bal- di quest’etichetta tanto coraggiosa quanto va- violinista neozelandese della band e ritrova lata acustica con banjo e uillean pipes in evi- per questo “Let them eat fishcake” uscito nel lida... bisogna assolutamente sintonizzarsi su- una chitarra acustica accompagnata dal con- denza ad accompagnare le liriche di Dave e a 2002. Interessante combinazione tra 2 vio- gli artisti che girano intorno a questa eti- trabbasso di Neil Cameron, unico ospite nel dirci che è il momento di riposare. Da segna- lini-Eilidh Shaw e Sarah McFadyen - 2 flauti - chetta. I brani sono, oltre l’iniziale Lock up cd. Eccola la voce di Emily che canta senza lare “Cruel Mistress” con un ritmo e un man- Nuala Kennedy e Inge Thomson, anche fisar- your daughters, Bracchi; Celtic Bounding; accompagnamento un tradizionale “Time dolino che ricordano la nostra musica napole- monica e canto, e la chitarra acustica di Ross Senghennydd Explosion; Hiraeth; Naill Ar Ol Wears Aiwa”, canzone su una coppia che ri- tana, mentre per il resto tutte le canzoni sem- Martin, attualmente chitarrista anche dei Llall; Ar Fy Mhen Fy ; Galway Rose; Hollol; corda i tempi giovanili. E’ questa insieme ad brano avere la loro pari dignità ed è difficile Cliar e dei Daimh, questo “Let them eat fish- I’m Not Drunk; One More Year; Catrin’s Sister; una bellissima versione di “Cruel Mother”, fa- che ci sia la tentazione di saltare brano. Avvi- cake” è un cd fresco con belle composizioni Goodnight Cariad. Un disco energico e vitale mosa ballata scozzese che racconta il dialogo cinatevi al mondo dei Flogging Molly che si ascoltano molto volentieri. Oltre alla “Pogues oriented” che nulla ha da invidiare tradizione della musica folk proveniente da Ir- 22 tra una madre e i suoi due bambini da lei uc- www.floggingmolly.com, se avete amato i Po- alle produzioni anglosassoni. Nessuno è dis- cisi appena nati perché avuti non dall’uomo gues, i Clash, i Social Distortion, non rimarrete landa e Scozia ci sono pezzi che provengono pensato dal suo acquisto!!! La line-up com- che stava per sposare, a regalarci momenti di delusi, se non conoscete i gruppi citati dopo dalla Francia, dalla Scandinavia, dall’Asturia prende: Will Morrison: Drums, Vocals; Cath voce non accompagnata (nel caso di “Cruel Drunken Lullabies avrete un mondo da sco- (una bella versione di Alborada asturiana già Watkins: Fiddle, Recorder, Vocals; Mike Mother” ci sono solo una base di tastiera e un prire. Gianluca Spirito sul cd “IV” della band Llan de Cubel) e soprat- Brooks: Lead Vocals, Banjo, Guitar, Mandolin; breve fraseggio di violino) che permettono ad tutto si affiancano canzoni composte da Rob Morris: Accordion, Guitar; Kyle Jones: Emily di “essere in una sorta di uno contro 16 GRADA - Endeavour membri della band che tentano in qualche (Grada 2002) - 47 minuti Bass, Vocals; Alberto Cottica: Accordion; Cliff uno con chi mi ascolta e di avere la libertà di modo, oltre a pagare il loro tributo alla tradi- Generalmante le recensioni si chiudono con Eastabrook: Sound Engineer. Loris Böhm cantare seguendo il mio ritmo e mettere qual- zione, di cercare soluzioni legate anche alla frasi come questa che io invece affermerò da siasi abbellimento nella melodia” (tradotto musica di oggi. Nel cd ci sono 6 canzoni, 3 19 KÁLMÁN BALOGH & THE subito: se vi piace la musica acustica irlan- dall’intervista ad Emily Smith da parte del gior- scritte da Inge Thomson ed una dalla violini- GIPSY CIMBALOM BAND 23 dese, con motivi che oltre a tradizionali sono nale “The Herald” che potete trovare in in- sta Shaw che canta anche “Herry Cheery” di Gypsy jazz from Eastern Europe di nuova composizione andate nei negozi, na- glese sul sito della sua etichetta discografica Mary McLeod. E’ forse proprio nelle canzoni (Folkeurópa FECD007) durata …. vigate su internet, perché questo cd lo dovete www.footstompin.com). Tutte le recensioni ri- che il gruppo più che alla tradizione sembra Gustosa anteprima di questo celebre gruppo avere. Qualcuno li definisce “the next big cevute hanno evidenziato come la voce della avvicinarsi, con delle belle armonie vocali e la capitanato da Kálmán Balogh, virtuoso di thing” della musica folk irlandese dopo i Lu- cantante scozzese, nonostante i suoi 21 anni, chitarra come tappeto, alla musica acustica cembalo ungherese tra i più acclamati in Eu- nasa (dopotutto è coinvolto nella produzione sia già matura. Se posso dare un consiglio d’autore. La band non ha paura di eseguire ropa formatosi nelle scuole di Budapest e Mi- del cd Trevor Hutchinson, contrabbassista ascoltate “Cruel Mother” seguendo il testo, 5 anche pezzi lenti dove la bravura degli stru- skolc ottenendo diversi premi per il talento di- della band di “The Merry sisters of fate”) i minuti e 44 di vera intensità e un’espressione mentisti si vede più che sulla velocità sull’e- mostrato. La band si è formata nel 1996 e ha Grada sono 5 musicisti che interpretano in vocale che vi aiuteranno a capire il perché di spressione che riescono a dare al loro stru- prodotto già due dischi, nel 1997 e 1999, ed pieno il momento musicale dell’Isola Verde. 24 questi giudizi. Gianluca Spirito mento vedi Predrag The Macedonian dove è tra l’altro assidua frequentatrice di festival Il cd è suddiviso a metà tra canzoni e tunes ed flauto e fisarmonica, supportate dal tocco nostrani, essendo molto apprezzata dal pub- 15 FLOGGING MOLLY - ha una freschezza veramente straordinaria. leggero della chitarra acustica, e poi violino blico italiano. In questa pre-release troviamo Drunken Lullabies Ogni canzone vive di forza propria: chiudendo tessono una melodia molto toccante. Da se- tre brani: “Lisa, Lisa”, “Jampara from Do- (Side one dummy 2002) - 45’ 13” gli occhi e ascoltando il cd dall’inizio alla fine gnalare anche “la Boite a Frisson”, all’interno brudja” e “Moldavian Suite (007)”, che Banjo e grancassa annunciano che la caval- come si faceva una volta con i dischi, potrete della traccia numero 3 “Frenchie”, dove vio- fanno intuire una ritrovata vena gypsy jazzata cata sta per iniziare. E’ proprio la canzone che veramente godervi questi 3/4 d’ora di musica lini e flauti si rincorrono in una delle più belle del gruppo, con ingredienti latini di swing, da il titolo all’album “Drunken lullabies” che acustica. Il suono è in prevalenza dominato melodie ascoltate ultimamente, la lenta “Màl ragtime e klezmer capaci di trasformare la apre le danze e solo all’ultima canzone avrete dai flauti di Alan Doherty, che tra l’altro ha Bhàn Nì Chuilleannàin” dedicata alla memo- tradizione balcanica (ungherese, rumena, la possibilità di riposarvi, prima di far ripartire partecipato alla colonna sonora de “Il signore ria di Eithne Nì Uallachàin cantante del bulgara e macedone) in un amalgama estre- il cd nel vostro lettore. E più si ascolta e più le degli anelli”, e dal violino di Brendan O’ Sulli- 25 gruppo irlandese “La Lugh”, e “Wrigley mamente personalizzato. Attendiamo con canzoni ti avvolgono fino ad entrarti in testa van ed è sostenuto molto bene dal contrab- Heeed” con i 2 violini in evidenza su 2 com- ansia il lavoro completo della band, che do- senza mai mollare. La ritmica è inarrestabile basso (strumento molto presente anche al posizioni di Sarah McFadyen . Veramente un vrebbe uscire prossimamente. Aggiornatevi “togliete la sezione ritmica e ascolterete una Celtic Connections del 2003) di Andrew La- cd da consigliare a chi vuole avvicinarsi alla sul sito www.folkeuropa.com, ricco di titoli. band di musica tradizionale irlandese, togliete king e dagli strumenti a corda (chitarra acu- musica celtica ma ama anche le ballate d’au- Loris Böhm gli strumenti acustici e sentirete una band stica e bouzouki) di Gerry; le canzoni, con alla tore. “Let them Eat Fishcake” ne è un giusto hard core”, questa è la caratteristica princi- voce Anne Marie O’Malley (anche al bodh- mix. Gianluca Spirito 20 CARLO SILIOTTO pale del gruppo. Batteria, basso e chitarra ran), anche nei momenti più lenti non per- ‘O patrone d’o cane elettrica vi trascinano in un vortice inarresta- dono mai quella positiva tensione che per- 18 HERE BE DRAGONS (RAI Trade RTCD163) - 39’ 16” bile dove fisarmonica, mandolino, mette al brano di non annoiare. Tra i set Celtic Bonding Ostinazione, sberleffo e trance in un diverti- sono chiamati a dare colore e far ricordare le vanno citati: “Anto’s Gambit” dove il flauto ci (MAP Ethnoworld CCD880) - 50’ 14” mento per orchestra, pianoforte, zampogna e 26 belle melodie che investono tutto l’album. La porta nelle 3 parti da un tempo lentissimo con Un disco eccellente di cui abbiamo parlato in voce... un sottotitolo stuzzicante: Carlo Si- voce di Dave King si avvicina certo più a un solo flauto e accompagnamento alla seconda anteprima sul sito internet, è il secondo CD liotto, un veterano del Canzoniere del Lazio, gruppo punk californiano che a un gruppo di parte conunamelodia molto coinvolgente, in- dei scatenati gallesi Here Be Dragons; un fan- con un lungo curriculum di colonne sonore ci- musica tradizionale ma non è questa una delle trodotta dal bouzouki, per finire in una terza tastico gruppo già più volte in tournèe in Ita- nematografiche di successo, si cimenta in caratteristiche che hanno reso grandi i Po- parte velocizzata accompagnata anche da un lia, considerato degno erede dei Pogues e dei una trasposizione della musica popolare in gues? Qualche introduzione di fisarmonica e rullante suonato da Dave Hingerty e “Snow Whisky Priest. Ospite di riguardo è il grande musica sinfonica, attraverso la produzione

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28 RAI Trade, sinonimo di professionalità e lungi- scritti dalla band stessa, ed è molto curato sia quali tutto è dovuto per il semplice fatto che tivo e suggestivo – che potrebbe essere, per miranza. Gli ingredienti ci sono tutti per in- sotto il profilo delle armonie vocali che degli hanno massicce raccomandazioni dai media intenderci, ottima musica da film. La diffe- durre l’appassionato alla ricerca dell’opera. In- intrecci strumentali. L’album si apre con nostrani lottizzati. Ebbene i Manigold non ap- renza sta in questo caso nella qualità eccel- dubbiamente la zampogna di Pietro Ricci e il “Billy Tailor”, una ballata basata su un testo partengono a nessuna di queste categorie… lente della musica, nella bellezza delle com- virtuosismo del pianista bulgaro Victor Ciuc- tradizionale a cui la cantante Karine Polwart hanno talento da vendere, non scopiazzano posizioni di Lennon, nella bravura indiscussa kov e della sua orchestra esaltano gli stru- (anche chitarra acustica e bouzouki) ha ag- nessuno e sono parenti poveri, ovvero appar- nei musicisti e nel buon gusto dell’insieme; menti popolari (kazoo, mandoloncello, ciara- giunto una sua musica; prosegue con the tengono a quella categoria che va avanti solo non per nulla Donal Lunny figura come produt- mella, fisarmonica e percussioni). Questo “di- “Lang Road Doon”, scritta e cantata da Steve per il proprio talento, senza gli aiuti di amici tore, oltre che come strumentista in molte vertimento” è al tempo stesso un’opera sinfo- Byrne, dove viene affrontato il tema della par- potenti. Voglio dare uno schiaffo al mercato tracce. Insomma, se il prodotto è appetibile nica maiuscola e un’esaltazione della musica tenza degli uomini per la guerra dalla prospet- italiano, ai benpensanti che hanno snobbato anche da un pubblico eterogeneo, gli appas- 29 popolare; in definitiva quest’ultima finalmente tiva delle donne, che si domandano quando, e questo gruppo perché non fornito di “pedi- sionati della genuina musica tradizionale ir- si libera della dimensione rurale proletaria per se, i propri uomini ritorneranno. Ecco a se- gree”… si tratta del disco dell’anno 2003, che landese non dovrebbero avere ragione di stor- sbalordire il mondo “colto” dei teatri. Grande! guire “Thaney” che ha ricevuto la nomination lo vogliano o meno. Claudio Prima firma la cere il naso. Il disco si apre con “Brian’s Loris Böhm come miglior canzone originale per gli an- quasi totalità di brani, tutti improntati sulla Theme”, che presenta subito il sound com- 21 SONNY LANDRETH nuali Folk Awards della radio BBC2; grande la tradizione pugliese e rivisitati con organetto, plessivo dell’opera con il violino in primo The road we’re on voce di Karine nella traccia che vede il cittern sax, tamburello, didjeridu, basso e violino. piano e un ricco tappeto di percussioni, plet- (Sugar Hill rec. SUG-CD3964) - 48’ 03” e il bodhran a tenere il ritmo disparo ed il Estro e genialità a piene mani; un’autentica tri, basso e strumenti elettrici. La seconda La musica blues, per Sonny Landreth, è un flauto e il violino a sottolineare la voce della girandola di emozioni e sensazioni che coin- traccia, “The Burning of Boruma”, si apre in viaggio che rappresenta tutta la sua vita. cantante dei Malinky. La sequenza “The volgeranno anche l’ascoltatore più compas- una giga bella ed espressiva. “Gathering the Landreth parla della sua amata Louisiana in sound of a tear not cried” “3 ravens” “York- sato. I brani sono: “Santamarò”, “Mamma la Dal gCais” è composto da due reels, valoriz- 30 questo ottavo album, suo secondo per la Su- ston” è impressionante. La prima canzone è rondinella”, “Deuteragonia”, “Lu rusciu te lu zati dall’accordion di Mairtin O’Connor. Segue gar Hill records. Questo grande bluesman, è cantata da Karine accompagnata solo dai mare”, “Ninnirinnuzzu”, “Fellini”, “Fumo”, un altro reel, “Mistycal Powers”, gentile ed un dato di fatto, è capace di trasformare il sen- bassi dell’organetto e dalle belle armonie vo- “La danza dei bastoni”, “Il volo di Santa avvolgente; quindi una bella slip jig, “Là Ol- timento in note musicali. Con Brian Brignac e cali di Steve e Jon ed quasi mixata a “3 ra- Pupa”, My tambourine”, “Ballo per quattro lamh” (composta in collaborazione con Donal Mike Burch avvicenda tante percussioni, il ri- vens” che inizia con chitarra suonata sui dita”. Attendo il loro secondo lavoro, e ne ve- Lunny), ispirata al suono del martello di un an- sultato è una fresca energia. Abbiamo un vir- bassi e violino. E’ una sorta di filastrocca con dremo delle belle! Loris Böhm tico orafo al lavoro, e suonata da violino, tuoso della tastiera: Steve Conn, mentre do- una base quasi ipnotica che finisce rallen- 24 MARUSIC IS TRIO - Istrophonia flauto e whistle. “Saint Patrick’s Cross” è un mina il ritmo con Danny Kimball e Beppe Mou- tando con gli stessi strumenti di inizio can- (Folkest dischi DF39 2002) - 50’ 37” tema strutturato come una slow air, ma rive- ton. Rock-blues, zydeco, rithm’n’blues, fino al zone. I 3-4 secondi di vuoto canonici ed ecco Strabiliante ed entusiasmante il lavoro di Da- stito di ritmi che ne fanno un brano “da delta-blues dei suoi assolo chitarristici. Lan- lo strumentale, composto da Jon, e suddiviso rio Marusic, veterano delle tradizioni istriane ascolto” lirico e suggestivo. “Stone of de- 31 dreth spiega: “abbiamo fatto le prove in un nei ritmi strathspey/slip jig/reel. E’ un ter- che non scopriamo certo ora… già su vinile stiny” è un brillante reel per violino e flauto, vecchio edificio: era perfetto per quello che zetto di esecuzioni che fa alzare il livello delle con i mitici e disciolti Istranova tanti anni fa. dalla linea melodica molto tradizionale. Segue volevamo fare, i soffitti alti ci hanno reso un emozioni e ci mostra una band veramente Questa è una ristampa di un lavoro di Marusic “Aisling”, una canzone scritta da Lennon in suono grande e maestoso per una ottima qua- compatta. “I Dreamed last night of my true inciso per la Ribium records diversi anni fa. collaborazione con Eamonn McElholm (chi- lità finale.” Negli anni seguenti, Landreth ha love” vede alla voce Mark Dunlop che suona Anche se le note interne rispecchiano l’edi- tarrista e autore che fu anch’esso negli Stoc- continuato a perfezionare il suo straordinario anche il whistle insieme a Leo. La prima zione originale, è un peccato che le note in- ton’s Wing) , magnificamente interpretata dal stile chitarristico. Nell’ambiente della musica strofa è cantata senza accompagnamento terne di questo disco siano scarse e tutte in in- vocalist Sean Kane. (Un aisling è un genere blues ha incominciato a circolare la voce del ma nella seconda entra la chitarra acustica: glese, pur racchiuse in un’elegante confe- di composizione tipico dei poeti nazionalisti suo talento e questo gli ha procurato molte la voce è molto profonda, la canzone è can- zione. Dario Marusic (violino, cornamusa irlandesi, dove l’autore si rivolge ad una sessioni di lavoro con grandi musicisti. Nella tata con molto trasporto, e dopo aver recitato istriana, programmazione midi, voce), Marino donna, spesso vista in sogno, che impersona 32 sua carriera ha lavorato con Mark Knopfler, la sua ultima strofa lascia spazio al violino ed Kranjac (chitarra e voce), Gabriele Coltri la sua visione dell’Irlanda). “Brian Boru’s Dolly Parton, i Beausoleil, John Mayall, John ai due whisles che concludono il pezzo. Inte- (fiati) e Drago Draguzet (tastiere), ci presen- March” (unico brano del disco a non essere Hiatt, Kenny Loggins, Marshall Crenshaw ressante anche “The Trawlin’ Trade” scritta tano una delle opere più fresche e godibili del stato composto da Lennon) è la celebre mar- tanto per citare i più noti. Un disco da consu- dal cantante inglese John Connolly, dall’an- mercato discografico italo-sloveno. In questo cia tradizionale, probabilmente uno dei brani mare avidamente, carico di ritmo sanguigno, damento epico con al suo interno una melo- caso l’elettronica è un surplus al servizio delle più antichi giunti fino a noi, reso qui con di poesia e di sudore, di forza e di passione dia presa da una canzone bretone “la Jument ritmiche tradizionali ed esalta il risultato fi- grande espressività e arricchito da uillean pi- come nella migliore tradizione del blues elet- de michao” e la finale “Follow the heron” de- nale; un trio veramente ben affiatato, tonico, pes, whistle, chitarra elettrica e fiere percus- trico. Le produzioni di questa etichetta ameri- dicata al festival folk che si svolge ogni anno capace di reinterpretare la poco conosciuta sioni guerresche. “Tree of Sorrows” dipinge la cana sono di qualità molto elevata, l’abbiamo nelle Shetland. Da segnalare il libretto in- musica folk istriana in chiave attuale. Un la- scena finale della battaglia di Clontarf: la più verificato: una grande passione e un desiderio terno dove oltre ai testi in inglese troverete voro che piacerà a tutti perché la musica, la celebre vittoria di Brian Boru, per la quale egli 33 malcelato di produrre qualcosa di unico sono riferimenti ai gruppi che in qualche modo classe e la disinvoltura con cui i nostri si pre- dovette però pagare l’amaro prezzo della sicuramente la filosofia di quest’etichetta che hanno influenzato le nuove composizioni ol- sentano cattura e ammalia. Sono veramente morte del suo primogenito. Un brano triste e predilige la vendita diretta. Gli artisti in cata- tre, naturalmente, a piccole note sulle can- grandi e questo disco merita di essere acqui- quasi funereo, con percussioni e basso osses- logo hanno tutti la prerogativa di essere molto zoni stesse. I nuovi gruppi scozzesi di musica stato incondizionatamente perché appassiona sivi come una specie di sinistro bolero. “My attaccati alla tradizione americana più auten- folk ci stanno consegnando dei cd godibilis- dal primo all’ultimo minuto d’ascolto…in at- Reign is Over” è un’altra canzone, ancora con tica, sia bluegrass, blues o cajun, vi troviamo il simi dove forte è il rispetto per la musica tra- tesa di un nuovo lavoro ufficiale. Loris Böhm la bella voce di Sean Kane, che espone una meglio. La masterizzazione di “The road we’re dizionale ma dove forte è anche la voglia di specie di testamento spirituale del re, il suo on” è impeccabile, la confezione elegante… personalizzare e aprire nuove strade. I Ma- 25 MAURICE LENNON “Brian Boru-The High King of Tara” addio all’Irlanda: “tante cose compiute, tante se aggiungiamo che l’ autore è veramente un linky viaggiano proprio su queste strade e “3 ancora da compiere”. L’album si chiude con grosso personaggio, possiamo tranquilla- Ravens” è un mezzo sicuro su cui salire a (Tara Music TARA3038) - 52’ 14” Maurice Lennon è un grande violinista, dotato un brano del poema “Kincora”, composto dal mente fare un pensiero all’acquisto. bordo per percorrerle. Gianluca Spirito 34 anche di una felice vena di compositore, che bardo MacLiag e letto con voce profonda Loris Böhm 23 MANIGOLD - Tracce di sud deve gran parte della sua fama alla sua parte- dallo stesso Maurice Lennon con in sotto- 22 MALINKY - 3 ravens (Finisterre record FTCD20) - 43’ 03” cipazione agli Stockton’s Wing. E’ autore e in- fondo la ripresa del tema musicale di “Tree of (Greentrax 2002) - 56’ 03” Fresco di stampa l’atteso esordio discogra- terprete di questo album, un progetto ambi- Sorrows”. I musicisti, come si è detto, sono Indicati da molti addetti ai lavori, ma soprat- fico di questa giovane band che è arrivata in zioso (usiamo le sue parole) di “traditional/ tutti eccellenti. Oltre a Lennon e ai già citati tutto da altri musicisti, tra i gruppi di punta finale al premio Folkontest 2002, battuta sul contemporary musical” ispirato alla figura di Donal Lunny e Sean Kane, compaiono i pipers della Scozia folk i Malinky arrivano al loro se- filo di lana da un altro gruppo emergente. Brian Boru: il leggendario re che attorno al- Mick O’Brien e Mickey Smith, Brian Lennon al condo cd “3 ravens” a due anni di distanza Dopo qualche mese di ritardo ci accingiamo l’anno 1000 unificò per primo l’Irlanda sotto flauto, Maírtín O’Connor all’accordion, An- dal loro debutto “Last Leaves”. Il cd è pro- ad ascoltare un CD che era già da considerare una sola monarchia, domò i clan ribelli e re- thony Drennan (chitarra elettrica) Seamus dotto dal cantante dei Deaf Shepherd, John la migliore produzione italiana dell’anno spinse gli invasori vikinghi. “Brian Boru” non Brett (tastiere), Noel Eccles (percussioni) 35 Morran e mantiene le sonorità acustiche del prima della sua stampa. Si sono ritagliati uno è sicuramente un disco per puristi. I temi mu- Tony Molloy (basso), Helen Davies (arpa ce- loro debutto, a cui si aggiungono l’organetto stile del tutto personale, a differenza di tanti sicali, che pure sono basati sui ritmi classici litca). L’opera verrà tra l’altro eseguita dal di Leo McCann e il violino di Jon Bews che so- giovani virtuosini che scopiazzano stili a de- irlandesi (reels, gighe e marce) sono accom- vivo il 6 giugno nella cattedrale di St. Patrick stituisce Kit Patterson, uno dei fondatori del stra e a manca ma non producono nulla di ori- pagnati da percussioni non tradizionali e a ad Armagh. Il sito della TARA Music: gruppo. Il cd è composto da 10 canzoni e tre ginale. Io odio i virtuosi che si crogiolano volte sincopate, e da strumenti elettrici ed http://www.taramusic.com. L’album è distri- strumentali; unisce brani tradizionali a brani sulle sette note e odio i figli d’arte, quelli per i elettronici, creando un suono molto descrit- buito in Italia da I.R.D. International Record

maggio-giugno 2003 F44 36 raditional Le recensioni TArranged

37 Distribution, Via San G.B De La Salle, 4, Mi- pezzo veramente da brividi. Nel set Big Man, child” ci dice che ancora sono troppi i bam- un paio compare Donogh Hennessy dei Lu- lano, tel. 02.2591700, e-mail [email protected] dedicata a Ian Carr, e Waiting for Janet ab- bini toccati dalla guerra e una tromba bellis- nasa; al bodhran si alternano John Moloney Luigi Fazzo biamo l’inizio con violino e chitarra acustica, sima conclude il brano. “Song of a father” è la (lo ricordiamo nei Grianan e nei Moher) e una vera macchina ritmica per tutto il cd, con dedica di Nick alla propria figlia e alla propria John Joe Kelly (Flook); all’arpa appare in una 26 JOHN MCCUSKER - Goodnight introduzione alla seconda parte del set da moglie”. E’ la visione della tenerezza e della traccia Laoise Kelly (Bumblebees). Infram- Ginger (Pure Records 2002) - 51’ 15” parte dell’organetto di Andy Cutting, autore an- fedeltà dalla parte di un uomo”. La musica è mezzate agli strumentali troviamo due can- L’uscita di questo cd non poteva essere ac- che del brano, che anche qui disegna la melo- affidata agli archi e crea un’atmosfera parti- zoni, affidate alla voce di Pauline Scanlon. Di compagnata in modo migliore: John McCusker dia insieme a John supportati da contrabbasso colare dove ancora la voce di Nick riesce ad questa giovane ragazza del Kerry, che si è è stato votato, il 10 febbraio 2003, miglior mu- e chitarra acustica. Ancora McGoldrick’s/the emozionare. Dopo la parentesi intima si ri- fatta notare nel 2002 esibendosi in tourneè sicista dell’anno 2002 ai Folk Awards della First month of Spring in cui John e Michael torna a quello che succede nel mondo “da- con la Sharon Shannon Band, dicono che sia BBC Radio 2. “Goodnight Ginger” è il terzo al- McGoldrick duettano , come scrive John nelle temi riparo, datemi riparo dalla tempesta” re- un astro nascente tra le vocalist irlandesi. E 38 bum del violinista scozzese ma il primo dopo il note del libretto interno, facendo finta di es- cita “Asylum” dedicata ai rifugiati di tutto il indubbiamente anche nei brani incisi in que- divorzio dalla Battlefield Band, in cui John ha sere al pub e la finale Wabazi Heaven, dall’an- mondo, le percussioni incessanti danno il sto album dimostra notevoli potenzialità, militato per 11 anni. In effetti qualcosa di di- damento allegro a degna conclusione di que- ritmo insieme al bouzouki mentre il coro ri- delle quali non resta che attendere la matura- verso deve rappresentare un progetto che non sto interessantissimo cd. Gianluca Spirito pete “Shelter me, shelter me from the zione. Si tratta della classica “False Knight è più un momento di pausa tra tour mondiali e storm”. Il cd si conclude con una canzone sul- On The Road” cui si affianca una scelta cu- cd con la band scozzese ma una vera presen- 27 MCDERMOTT’S 2 HOURS l’Irlanda del nord e sull’assurdità della guerra riosa, “Valentine”, una canzone country del tazione dell’artista che ora ha un proprio Claws and Wings che da 40 anni la investe. La canzone nel fi- celebre Willie Nelson. Il disco è prodotto dal- gruppo. Come confessato da John stesso, nel- (Hag records 2002) - 53’ 27” nale si rivolge a Samuel Beckett “Come sono l’etichetta personale dei due interpreti (nella l’intervista che ci ha rilasciato via email, il Eccolo finalmente il ritorno dei Mcdermott’s 2 hours contro i Levellers. Questa volta non giuste le tue parole/in un periodo così as- quale prende il numero di catalogo punto di forza della realizzazione di questo la- surdo/quando quei bastardi ancora si affac- 39 abbiamo dovuto aspettare molto per avere MMTCCD001). Per ora non risulta distribuito voro è stata l’amicizia che intercorre tra John ciano con i loro segreti e le loro bugie/c’è nuove canzoni di Nick Burnbridge. Un cd di in Italia, ma è reperibile su internet presso ed i musicisti che lo hanno accompagnato. solo una mano che loro capiscono/è sta te- quelli che si facevano ai bei tempi, con testi vari siti: madfortrad.com, redhatmusic.com, Questo rapporto ha permesso di creare in stu- nendo una pistola ancora fumante”. Gli spunti legati alla realtà, musica folk col violino in evi- celticgrooves.homestead.com, nonché dio un’atmosfera di rilassatezza e di serenità a che il cd offre sono tantissimi sia a livello mu- denza e sezione ritmica (bassista e batterista presso il rinomato negozio di musica della fa- cui sicuramente va aggiunto il divertimento di sicale che letterario. Battete la pigrizia e ordi- dei Levellers) a dirci che però siamo nel miglia Custy ad Ennis (custysmusic.com). suonare insieme. Anche perché i compagni i nate il cd su www.levellers.co.uk ne vale ve- 2003. Scoperto il loro primo 33 giri in un ne- Luigi Fazzo di questo viaggio sono musicisti che oggi nel ramente la pena. Se volete saperne di più su gozio di Londra nel 1991 mi sono innamorato campo della musica tradizionale sono tra i più McDermott’s 2 hours potete leggere l’intervi- 29 NUOVA COMPAGNIA DI CANTO della loro musica ma ho perso ben presto le quotati, un vero “dream team” che però non si sta sul sito www.etnobazar.it/folkmusic POPOLARE - La voce del grano tracce del gruppo. Dopo qualche anno ho ri- abbandona esclusivamente a virtuosismi fini a Gianluca Spirito (Forrest Hill-Harmony Music FHME18) 40 se stessi ma interpreta, oltre che con perizia trovato un loro brano “Dirty Davey” in un al- durata 44’ 50” tecnica anche con passione i motivi eseguiti. bum dei Levellers. Ed ecco successivamente 28 MIRELLA MURRAY E TOLA CUSTY Si tratta della svolta artistica della mitica Abbiate pazienza ma ve li devo elencare tutti, la magia: cantante e suonatore tuttofare dei “Three Sunsets” NCCP, fondata nel 1970. Un disco non recen- perché escluderne anche solo uno sarebbe ve- MCDemott’s 2 hours insieme alla sezione rit- (MirellaMurrayTolaCusty MMTCCD001) - tissimo ma che merita una segnalazione parti- ramente un peccato (andate a cercare su in- mica dei Levellers. Dopo l’esperimento di Non conosciamo altre registrazioni di Mirella colare. Forse il gruppo tradizionale più rappre- ternet cosa fanno e avrete materiale per anni). “the world turned upside down” definita Murray; originaria del Connemara, di lei sap- sentativo che abbiamo in Italia, carico di suc- E allora come in una presentazione dal vivo: al quasi una session tra vecchi amici ecco af- piamo che è accreditata come campionessa cessi, di infinite tournee internazionali, autrice violino -flauti - cittern John McCusker, al con- facciarsi il più completo Claws and Wings. In All-Ireland di accordion nel 1995; che ha col- di ben 16 album. “La voce del grano” è un’o- trabbasso Ewen Vernal, alle percussioni Ja- 3 settimane in studio i quattro hanno regi- laborato con le Bumblebees (celebre band pera fondamentale del gruppo che nessuno è mes Mackintosh, alla chitarra Ian”Big Man” strato 12 canzoni che hanno indirizzato verso tutta femminile) e che è molto impegnata nel- astenuto dal possedere, basti pensare che nel 41 Carr, all’organetto Andy Cutting , al contrab- un suono acustico ma con basso e percus- l’insegnamento. Tola Custy è invece un violi- gennaio 2002 è risultato fra i primi 20 migliori basso Andy Steward, alla fisarmonica e piano- sioni a segnare il tempo. Come dice Nick nista noto e rinomato. Nativo del Clare, dove cd del mondo nella classifica stilata dai gior- forte Phil Cunningham, ai flauti--pipes stesso “il disco non è stato registrato per un pure affonda le sue solide radici musicali, e nalisti della “World Music Charts Europe”. Per Michael McGoldrick, al contrabbasso Kris Dri- fatto di business”, “notorietà e soldi non sono appartenente ad una famiglia di musicisti, management e vendita CD rivolgersi a: Suoni ver, ai flauti e pipes Iain MacDonald, alla chi- parte di esso”. Questi sono musicisti a cui si Custy si era imposto per la prima volta ai più e Armonie Srl - www.radicimusic.com - suo- tarra acustica John Doyle, alla tromba Neil Ya- può credere, la loro biografia e le loro canzoni attenti tra gli appassionati nel 1994, con l’ec- [email protected] Loris Böhm tes, alla concertina Simon Thoumire, al se- parlano chiaro. Allora via con la prima “Song cellente album “Setting Free” inciso col bou- condo violino Ian Macfarlane, al whistle Brian of a Leveller”: “c’è stato un periodo in cui zoukista Cyril O’Donoghue. La notorietà più 30 NEDISKI PUOBI - Nediski Puobi Finnegan e alla voce Kate Rusby. Ci troviamo sembrava che in Inghilterra le cose potessero ampia gli è però giunta con il Calico, di cui è il (Folkest Dischi DF38 2002) - 36’ 19” di fronte a un repertorio che a parte alcuni epi- cambiare” “questa canzone è un omaggio a violinista, e che per alcuni rimane la migliore Coro di voci a cavallo tra la Slovenia e il Friuli, 42 sodi è composto da materiale originale scritto coloro che accettano la sfida di cambiare tra le nuove band emerse negli anni ’90. Mur- esponenti di un mondo romantico che appar- da John e da i suoi musicisti e questo natural- questo mondo”. Musicalmente la partenza è ray e Custy suonano insieme dal vivo da di- tiene al passato e vuol sopravvivere, sono l’ul- mente visti i risultati, non può che aumentare il bruciante con un altro Leveller, Jon Sevink, a verso tempo, e hanno finalmente inciso que- tima testimonianza di un modo di vivere attra- giudizio positivo sul cd. “Bold Privateer” su segnare i la melodia con il suo inconfondibile sto album davvero godibile, realizzato negli verso il canto, patrimonio di una civiltà conta- musica di Phil Cunningham è cantata da Kate violino. Per il resto dell’album sono gli innu- studi di Sharon Shannon. La maggior parte dina che va scomparendo. I “Ragazzi del Nati- Rusby, e vede oltre alla bellissima voce della merevoli strumenti di Tim O’Leary (violino, delle tunes sono composizioni originali, molte sone” hanno per unico strumento la propria cantante inglese l’accompagnamento del cittern,tutti i tipi di flauti) a fare da contral- delle quali dello stesso Tola Custy; alcuni voce, e la usano dall’alto della loro ultrade- piano e violino e flauti ad eseguire melodie tare alla voce graffiante di Nick. Passiamo brani francesi e bretoni, ed un bel valzer sve- cennale esperienza, per proporre una cultura nelle pause del cantato. Tra gli altri motivi lenti con North and South ad un ritmo più lento an- dese. Le composizioni di Custy sono notevoli; popolare che va ben oltre allo stereotipato citarei anche “Oor pal Davy” e “Leaving Friday dando a toccare il problema dell’alcoolismo strumentalmente è un violinista assai dotato, “prodotto confezionato e omogeneizzato” 43 Harbour”; la prima è dedicata a Davy Steele, che in Inghilterra è molto sentito “Avevo un dal suono limpido e cantabile in cui si ricono- proposto dai classici cori alpini. Nell’arco membro con John della Battlefield Band e re- lavoro al nord costruendo la vita per mia mo- sce un certo stile del Clare (lo stesso che è della loro lunga carriera hanno prodotto un vi- centemente scomparso. Non deve essere glie e i miei figli/quando il padrone se ne andò stato sviluppato in modo originale dal grande nile nel lontano 1973 e qualche musicas- semplice scrivere un brano da dedicare ad una la fame arrivò veloce/avemmo la nostra mi- Martin Hayes). Mirella Murray, da parte sua, setta… questo CD è il giusto riconoscimento persona a cui sei affezionato e adesso non c’è sera indennità di licenziamento/così sono ve- mostra tecnica, agilità e gusto. I due musici- al loro valore. La voce dei Nediski Puobi ha più , sicuramente vuoi che comunichi il senso nuto al Sud cercando lavoro/il sussidio mi sti tengono la mano leggera, e il loro lavoro è quel calore verace e quasi sensuale, quella di vuoto che rimane in queste occasioni: il stava soffocando” viene in mente niente di at- rivolto evidentemente ad esplorare e valoriz- espressività che attualmente difficilmente brano crea molta tensione, porta al silenzio e tuale in Italia? Musicalmente il cd passa in zare la ricchezza melodica dei brani; ne esce troviamo nelle squadre corali. Un amalgama ad un momento di riflessione vera; la seconda rassegna vari stili legati al folk rock e alla mu- un album cantabile e rilassato, non privo di di voci perfetto, che stupisce ad ogni succes- canzone, che è stata la nostra colonna sonora sica tradizionale con violino e flauti (ascol- una ritmica assai efficace nei brani più veloci. sivo ascolto. Il disco è molto spartano nella 44 a Celtic Connections 2003, è un motivo dalla tate il solo finale su Postcard) a regalare fra- Ottimi anche i musicisti chiamati a suppor- confezione, comunque racchiude le note e la melodia toccante, inizia con violino e orga- seggi. In Snapshot è il tema dei bambini vit- tare i due solisti, a partire da Pat Marsh, ec- presentazione esauriente della squadra. Per netto supportate dalla chitarra dell’ex Solas time della guerra ad affacciarsi. L’introdu- cellente bouzoukista e compagno di avven- chi volesse conoscere proprio tutto su questa John Doyle per poi, dopo un passaggio della zione è affidata ad una bimba che canta ac- tura di Custy nei Calico. La maggior parte affascinante tradizione canora, può acqui- chitarra, vedere l’aggiunta delle pipes di un al- compagnata da un flauto per poi trasformarsi delle tracce di chitarra è affidata ad Ed Boyd stare un elegante, prezioso ed esaustivo li- tro ex Battlefield Band, Iain MacDonald, un in una lenta ballata dove il coro “one more (Flook, Michael McGoldrick Band), mentre in bretto per la spesa complessiva di 18 euro,

maggio-giugno 2003 F45 45 raditional Le recensioni TArranged

46 con il CD allegato, ed avete a disposizione consideravano diavoli che sparivano nel nulla, zata dello stile Django. Questa produzione che cornamusa, Gianluca Venier al contrabbasso; tutti i spartiti musicali, le fotografie storiche, i altri dicevano che preferivano suonare di racchiude gli ultimi tre anni di vita di Randy Flaviano Miani con clarinetto, fisarmonica; testi in italiano e sloveno, insomma tutta la notte perché non avevano ombra mentre i più non rappresenta soltanto di una commovente Marino Kranjac alla chitarra e pive istriane; storia di questa tradizione canora. Una produ- saggi dicevano che scappavano semplice- commemorazione per gli appassionati di blue- Glauco Toniutti al violino e cucchiai; e tutti in- zione consigliata a tutti gli amanti del folk, da mente perché non sopportavano le chiac- grass, ma una fantastica incisione che può sieme ai cori, con Marisa Scuntaro, Emma ascoltare con partecipazione e da conservare chiere e il silenzio che seguiva le loro esibi- piacere a chiunque. Vi troviamo qualche clas- Montanari, Gabriella De Cesco. Un disco per gelosamente. Loris Böhm zioni. Fabio Bonvicini (canto, baghet, ciara- sico tradizionale accompagnato da sue com- tutte le stagioni. Loris Böhm mella, flauto dolce, ocarina e organetto diato- posizioni originali, in un entusiasmante ince- 31 VARI - No song non supper nico), Mario Nobile (violoncello, organetto 38 THE WOODS BAND (Sugar Hill SUGCD1072) - 55’ 27” dere di perfezione stilistica e grinta espres- diatonico, clarinetto), Renzo Ruggiero Music from the four corners of hell Dall’intraprendente americana SugarHill, siva. Ospiti nell’album sono: Jerry Douglas, (, ghironda, mandoloncello), vo- (4 corners of hell 2002) - 53’ 50” 47 ecco uscire un Cd che racchiude il meglio del David Grisman, Sam Bush, Larry Cordle, Bryan gliono ripercorrere le gesta di questi “musi- Ecco ricomparire dopo 21 anni la sigla Woods cantautorato americano per quanto riguarda Sutton, Carl Jackson, e Roy Huskey Jr. per un canti folletti” proponendo un repertorio tradi- Band con un nuovo cd “Musica dai quattro an- il tex-mex, il country, il bluegrass; tutta una li- grande disco della tradizione americana. Ri- zionale del territorio modenese altrimenti de- goli dell’inferno”. Dietro questa sigla c’è Terry sta di autori di gran pregio si susseguono in cordiamo che la Sugar Hill, fondata nel 1978 stinato all’oblio, raccolto da antiche fonote- Woods multistrumentista irlandese che da “If i questo disco offerto come demotape a chi ne per divulgare la roots music americana, per la che: questo “Passa ripassa” ne rappresenta il should fall from grace with god” fino a “Wai- fa richiesta. Occasione migliore non può capi- qualità della musica tradizionale ha raccolto primo capitolo. Ricco di poesia e melodie sug- ting for the Herb” ha incarnato l’anima folk tare a chi vuole avvicinarsi e prendere visione nove Grammy Award e ben 35 nominations gestive e poco note, si può considerare deci- della più importante band di folk rock irlan- degli artisti in catalogo presso la SugarHill. per la varietà e prestigio del suo catalogo e samente un disco piacevole da ascoltare, dese: i Pogues. Come dimenticare “Street of Partiamo con Scott Miller & the Common- dispone di un sistema unico di vendita che dove ogni brano ha una sua carica e un mes- sorrow” “The young Ned of the hill, “ Gartlo- wealth per continuare con il magico e com- bypassa i distributori esterni per contattare di- saggio. Una piacevole scoperta questa prima ney Rats”. Ai concerti dei Pogues passavo in- 48 pianto Townes Van Zandt, poi Guy Clark, rettamente i clienti. Loris Böhm produzione dei “Pìvari trio”, che farà sicura- tere canzoni a vedere i suoi movimenti su bou- Jimmy Murphy, Walter Hiatt, il grande Terry mente parlare di sé per l’assoluta mancanza 36 SALSA CELTICA - El agua de la zouki e mandolino e ho sempre amato le can- Allen, Jesse Winchester, Rodney Crowell, Ja- di contaminazioni con sonorità e strumenti vida (Greentrax rec. G2CD7010) - 48’ 35” zoni cantate da lui. Adesso eccolo con una mes McMurtry, Peter Rowan…e altri ancora. moderni. Un bel tuffo nel suono semplice e ru- Fantastica produzione Greentrax, questa dei nuova band che si propone di essere il rias- Un’occasione davvero da prendere al volo, spante del passato che non finirà mai di emo- Salsa Celtica, al quarto disco, secondo per la sunto di tutti i gruppi in cui Terry ha militato: un’edizione curata ed elegante come sempre, zionare. Bello e completo il libretto interno. Greentrax, si conferma come la band di punta da “the Sweeny’s Men con Andy Irvine, ai completa di testi e note. Un elogio a questa Loris Böhm di questa prestigiosa etichetta scozzese. Pro- primi Steeleye Span, ai Bucks, e certamente i etichetta e una segnalazione interessante per tagonisti del Celtic Connections di que- Pogues (in cui tutt’ora suona quando si riuni- gli appassionati, che non perderanno tempo 34 RADICANTO - Lettere migranti st’anno, dove hanno presentato questo CD, si scono per qualche concerto). Il cd è un conti- per accaparrarsi questo disco. Loris Böhm (C.N.I. CNDL14230) - 47’ 39” propongono all’attenzione del pubblico ap- nuo rinvio tra folk tradizionale e folk rock: fisar- 49 I Radicanto sono un gruppo di punta della mu- passionato di musica (come suggerisce il monica, uillean pipes, flauti, cittern, mando- 32 ONI WYTARS ENSEMBLE - Oro sica tradizionale pugliese e meridionale. Con lino,bouzouki sostenuti da batteria, basso, chi- (Map Ethnoworld MITCD2004) - 57’ 41” nome stesso del gruppo), salsa afro-cubana questo nuovo lavoro escono allo scoperto per tarre acustiche ed elettriche, in un mix ormai Oni Wytars è un gruppo nato nel 1983 come di Havana e Santiago di Cuba con folk scoz- riscrivere di proprio pugno una tradizione pu- diventato classico per formazioni del genere e formazione di musica antica, infatti fino alle zese… in un cocktail micidiale di whisky e gliese che ha bisogno di essere rinvigorita con la voce del ventiduenne Shane Martin ad inter- recenti produzioni discografiche abbiamo rum. Veramente impossibile rimanere indiffe- nuove idee. Abbiamo recentemente parlato pretare al meglio i testi delle canzoni . “Music modo di ammirare un ensemble legato alla renti e tranquilli di fronte al ritmo travolgente dei Manigold, una giovane formazione pu- from the Four corners of Hell” è godibilissimo musica medievale… ma dopo una lunga car- e al feeling di questo maxi gruppo composto gliese che presto pubblicherà il primo disco; è rivela una tranquillità del progetto che lo riera improvvisamente decidono di uscire dai da undici elementi, piazzato all’ottavo posto ecco, i Radicanto si sono rinnovati il look pre- stesso Terry in alcune interviste ha sottoli- rigidi canoni di esecuzione che quel genere di della classifica mondiale world music e al sentando delle composizioni nuove, introdu- neato”. Non vogliamo essere il prossimo musica imponeva loro per abbandonarsi alla nono nell’unione radiofonica europea EBU. 50 cendo una ritmica più convinta, utilizzando te- gruppo di successo e non dirò mai che questo fantasia della tradizione balcanica. Nel disco Per rinvigorire (si fa per dire) il sound si alter- sti in gran parte patrimonio della tradizione. è il più bel cd al mondo”. Parte la musica di troviamo le danze “oro” balcaniche insieme nano dodici session man ospiti in questo di- Sembrerebbe una ricetta molto semplice, e Woods Band dai quattro angoli dell’inferno. alla spiritualità “sufi” turca, amalgamata sco. Una sezione di fiati, con sassofoni e forse lo è: la genuinità la si ottiene con pro- “Sono nato e cresciuto in Golden lane, era- dalle idee e dai sogni di questi musicisti or- trombe da sogno, per i Salsa Celtica. Formati dotti semplici in fondo. Un suono pulito e so- vamo veramente poveri. La nostra strada era mai affermati. Ne nasce un lavoro dove la li- nel 1995 attraverso esibizioni nei pub di lare, una poesia che traspare in ogni brano… chiamata quattro angoli dell’inferno perché mitatezza armonica degli antichi strumenti Edimburgo e Glasgow, e protagonisti di una hanno prodotto il miglior lavoro della loro car- c’era un pub ad ogni angolo ed un pub in spazia attraverso una vena esecutiva senza fulminante carriera artistica carica di onori. Il riera, a conferma di una continua crescita arti- mezzo”. Il cd è autoprodotto “Sono convinto confini… in questo caso i tradizionali sono let- loro sito www.salsaceltica.com è un’ottimo stica che sicuramente li porterà lontano. Un che la nostra musica possa essere apprezzata teralmente soggiogati al volere degli stru- indirizzo per chi vuol saperne di più. Ma in- disco ricco di piacevoli sorprese, un disco di in molte parti del mondo per il genere che suo- mentisti, che alternano loro composizioni per tanto procuratevi il disco dell’anno Greentrax, 51 gran classe per palati fini perché molto intimi- niamo ma convincere una major di questo sa- un totale di 15 brani il cui denominatore co- ne vale veramente la pena. Loris Böhm sta, a tratti quasi sussurrato, certamente rebbe stato un lavoro inutile”. Terry va a sfi- mune è l’omogeneità del suono assoluta- molto distante dalle tarantate. I nostri sono: 37 LA SEDON SALVADIE dare canzoni tradizionali irlandesi, alcune iper mente personale. In questo caso l’esperienza Enzo Granella, chitarra, charango e tambu- Cjantade di nadâl usate anche a livello cd turistici (quei cd che “classica” di questa piccola-grande orchestra rello; Fabrizio Piepoli, cori, chitarra, bouzouki, (Folkest dischi DF16) - 50’ 31” trovate nei negozi di souvenir) e gli ridà di- ha giovato nel produrre un lavoro di grande douf, piano, flauti; Giuseppe De Trizio, mando- Un gruppo storico della tradizione friulana, gnità e grinta a livello folk rock inserendoli compattezza, di grande intensità emotiva, in lino, chitarra classica; Vittorio Gallo, sasso- questo della Sedon Salvadie, e un lavoro a nella lista insieme a sue composizioni e a una definitiva un lavoro per intenditori, per ascol- foni; Daniele Abbinante: batteria, shakers, so- sfondo tematico natalizio veramente impo- canzone di Ewan Maccoll “Travelling people”. tatori dal palato fino in grado di esaltarsi per nagli; Adolfo La Volpe, chitarra elettrica e acu- nente. Sono racchiusi in questo disco ben 19 Da evidenziare “As i roved out”, anche nel re- ogni passaggio armonico, e comunque viva- stica; Maurizio Ranieri, pianoforte; Giovanna brani della tradizione natalizia a cavallo tra la pertorio Planxty, Kate Rusby, Finnegan’s mente raccomandato ad essere inserito in 52 Buccarella, violoncello. Loris Böhm Slovenia e l’Austria. Divertenti intermezzi par- Wake e The Dublin Jack of all Trades rese fa- una collezione discografica. Marco Ambro- 35 RANDY HOWARD - I Rest My lati in dialetto friulano (per chi riesce a com- mose dai Dubliners (in The Dublin Jack… c’è sini: pochette, nickelarpa; Riccardo Delfino: (Sugar Hill SUG-CD3926) - 61’ 54” prendere l’idioma) tra un brano e l’altro, ad ar- proprio il cantante Ronnie Drew del famoso ghironda, arpa, cornamusa, basso; Katharina Case Randy Howard è stato considerato a lungo tra ricchire il lavoro di un’atmosfera rustica forse gruppo irlandese come ospite alla voce). In Dustmann: Zarb, darbuka, , ; Mi- i più impressionanti giovani talenti apparsi un po’ teatrale ma sicuramente umana. “Terence’s farewell” il banjo presente in tutta chael Posch: flauti; Peter Rabanser: , nella scena della musica bluegrass ameri- Un alternarsi di strumentali e canti , un susse- la canzone accompagna le parole di Terence gajda; Thomas Wimmer: viola da gamba, cana... fino alla data della sua morte quattro guirsi di emozioni mistiche a volte solenni, a preoccupato di non rivedere più la sua bella viella… vi condurranno in un mondo incantato. anni fa per cancro a soli 38 anni. Possedeva volte gioiose, per un concerto di Natale voluto Kathleen che sta andando in Inghilterra “Non Loris Böhm uno stile veloce e pulito, e dal suo violino da Don Tarcisio, in cui i nostri cantori sono in- dimenticherai il tuo povero Terry/tornerai an- 33 PÌVARI TRIO - Passa ripassa usciva una calda musica, che si può ammirare seriti in un autentico presepe per dar vita ad cora nella vecchia Irlanda” l’atmosfera è 53 (Folkclub Ethnosuoni ES5328) - 55’ 58” in questo suo terzo album solista. Un tributo un dramma teatrale senza tempo. Lussuoso li- molto bella e la fisarmonica e la chitarra acu- Una nuova produzione discografica che rap- sacrosanto per un musicista che sarebbe di- bretto in cui si racconta la trama di questo stica si uniscono al banjo in questo viaggio del- presenta un ritorno al passato. I Pìvari se- ventato una stella di prima grandezza, se concerto-spettacolo di Natale. Un cast d’ec- l’amata di Terence verso l’Inghilterra. L’intro- condo la leggenda erano dei suonatori che quella terribile malattia non l’avesse stron- cezione composto da Andrea Del Favero al- duzione di “Grosse Isle Lament” è da brividi: dopo l’esibizione fuggivano… e la gente si cato, che comunque è già entrato nella leg- l’armonica diatonica, Dario Marusic al violino, uillean pipes e basso tastiera nella più grande chiedeva dove andassero a finire. Alcuni li genda per la personalità di interpretazione jaz- cornamusa, sopele; Giulio Venier al violino, e emozionante tradizione irlandese, 2 minuti e

maggio-giugno 2003 F46 raditional Le recensioni TArranged 13 secondi da brivido che sfociano in un rock bruno insieme agli eredi della Ciapa Rusa alle snoda fra ricerca filologica e folklore popo- membri del gruppo “La Sonera Calaveras”, ed possente con tanto di break basso e batteria e prese con il repertorio tradizionale di Leone Si- lare, dove non mancano concessioni alla mo- eseguiti con grande maestria e calore. Come assoli finali. Il cd si chiude con una marcia, nigaglia, uno dei padri della musica tradizio- dernità, ma interpretando splendidamente dice il titolo, sono all’esordio discografico, e “Leave her Johmmy Leave her”, un vecchio nale piemontesi. Quasi una rimpatriata, ap- nelle sue numerose e affascinanti sfaccetta- si tratta di un esordio convincente e di un’ot- tradizionale che si cantava tra i marinai punto perché Betti ha partecipato già al primo ture la cultura musicale del suo paese. tima proposta per ravvivare le serate dan- quando finivano un viaggio “lasciala Johnny la- e al terzo disco della Ciapa Rusa. Ricordiamo Maurizio Torretti zanti. Loris Böhm sciala/perché le vele sono piegate e il lavoro è Betti Zambruno nel progetto “Cantè Bergera” e nel gruppo di voci femminile “Bartavela”, 43 Music of the South Pacific 45 VRUJA ISTRIAN folkgroup stato fatto/ed è tempo per noi di lasciarla/” (Folkest dischi DF362002) - 43’ 25” per i marinai il lei è riferito alla nave, forse per ma in questa nuova esperienza, supportata da Recordings by David Fanshave Prodotto da Dario Marusic, neanche a dirlo, Woods Band (www.woodsband.com) il lei è un solido gruppo strumentale, sicuramente ha ARC Music Int. - 73’ 85’’ ecco un eccellente gruppo istriano che pro- modo di rendere al meglio. Leone Sinigaglia per il viaggio musicale che è arrivato a desti- 43 PACIFIC CHANTS duce valida musica folk della tradizione slava. raccolse tra la fine dell’800 e l’inizio del 900 nazione. A voi farlo ripartire. Gianluca Spirito POLYNESIAN HIMENE Il sestetto è composto da Alenka Petras, Ma- oltre 500 canti popolari e alcune danze… un The “Singing Reef” rino Kranjac, Stelijo Reja, Matija Solce, Lu- 39 VARI - Musiche tradizionali della patrimonio immenso solo recentemente pub- Recorded by David Fanshave (1978-88) ciano Kleva, Rok Kleva Ivancic, che con vio- slavia - (Folkest Dischi FD232001) - 63’ 36” blicato grazie alla Regione Piemonte. Questo ARC Music Int. - 69’ 24’’ lino, flauti, clarinetto, fisarmonica, darabuka, Tanta carne al fuoco per questa raccolta di progetto monografico racchiude, su progetto Le due registrazioni qui proposte invitano ad mandola e zampogna ci rallegrano con balli, musiche e canti dell’area slava. Vi troviamo di Martinotti stesso, anche dei brani più noti, esplorare alcune delle forme musicali più in- villotte e canti dall’inconfondibile freschezza. incisioni dal vivo tratte dall’edizione 1994 di giusto per continuare un filo logico. I brani Folkest riguardanti la rassegna “Po liete u Be- teressanti delle culture isolane del Sud Paci- Difficile rimanere indifferenti dall’intreccio vo- 54 sono tutti tradizionali dunque, tutti di breve du- fico. Un lavoro raffinatissimo e ben confezio- neciji”. Ben 29 brani di breve durata ma ca- cale assolutamente unico dei cori istriani. Un rata, e singolare è il fatto che Martinotti inte- nato che guida l’ascoltatore in un mondo paci di darci uno spaccato esauriente della piccolo gioiello che piacerà non solo gli ap- gra tutti i brani con un’aria di sua composi- istintivo e ricco di suggestioni, retaggio di tra- scena a confine tra Italia e Slovenia. Pren- passionati del genere: un gruppo veramente zione, a dare un tocco di originalità, quasi una dizioni di lontana memoria e frutto di un in- dono parte alla raccolta il Coro San Leonardo, tutto da scoprire per un disco tanto affasci- firma ai brani stessi: lo stesso sistema che ha tenso lavoro sul campo effettuato tra il 1978 il coro Nediski Puobi, gli scampanatori di San nante da meritare l’acquisto senza indugio. adottato il gruppo genovese La Rionda nell’ul- e il 1992 dall’etnomusicologo inglese David Leonardo, Liso Iussa all’armonica diatonica, timo lavoro. L’unica contraddizione che noto Fanshawe, nelle lontane isole della Polinesia 46 STEFANO VALLA & DANIELE La Sedon Salvadie, Glauco Toniutti, Giulio Ve- in questo album è, ad essere pignoli, la dichia- francese, in Micronesia e Melanesia. Si intui- SCURATI - E prima di partire... nier, Lucio Bertossi alle cornamuse. Strana la razione di Martinotti: “la selezione è stata sce che la selezione dei documenti sonori ha (Buda musique rec. 1983102) - 68’ 55” seconda parte dedicata a musiche da camera lunga, laboriosa, a tratti un poco sofferta”, comportato un approccio scientifico rigoroso Il gran suonatore di piffero Stefano Valla, or- diretto da Andrea Rucli: ben 10 brani che con la durata davvero non eccezionale del di- che però, bisogna ammettere, nulla toglie al fano del progetto “fallito” dei Suonatori delle forse con la tradizione slava hanno poco a sco… in effetti così tanto materiale poteva tro- fascino e alla ricchezza culturale investigata. 4 province, che volevano modernizzare la loro che vedere, comunque un documento desti- vare largamente spazio in un supporto da 73 Un repertorio variegato e suggestivo dove musica con improbabili contaminazioni e te- nato agli appassionati e ai collezionisti. minuti di durata… comunque non ci formaliz- trova ampio spazio la melodia e l’elemento rit- sti deliranti, e altro non hanno ottenuto che lo PER ACQUISTI: www.folkestdischi.com ziamo troppo, e continuiamo ad ascoltare i fia- mico, in un continuo richiamo ancestrale che scioglimento del gruppo; l’unico in grado di Loris Böhm beschi intrecci melodici tra voce e strumenti, pare nasca dalle viscere del corpo e della veicolare la tradizione del piffero dell’Appen- 40 WHISKY TRAIL - The great raid in una dimensione onirica senza tempo, or- terra. Senza concedere nulla all’esotismo nino ligure anche all’estero. Una bella perdita 55 (Forrest Hill rec. FHME34) - CD1 48’ 25” chestrata da quel geniaccio di Maurizio Marti- estetico, imposto come moda, Fanshawe, per la nostra musica, non c’è che dire, lo - CD2 44’ 03” notti che continua imperterrito ad affascinare che conosce i Mari del sud come le sue ta- smantellamento di questo storico gruppo che Come giustamente dice il titolo, questo dop- i suoi ascoltatori. N.B. Il libretto allegato con- sche, ha costruito ogni pezzo di questi due la- tanto ha dato e tanto poteva ancora dare agli pio album è un “raid” attraverso ben cinque terrà i testi completi di tutte le canzoni. I Ten- vori senza limiti strutturali eppure come un appassionati. Per fortuna ci pensa Stefano lustri di carriera artistica costellata da sette dachënt sono: Maurizio Martinotti, canto, ghi- perfetto mosaico di suoni in cui ogni tessera Valla a produrre questo fantastico “E prima di album, i primi veramente irreperibili. Uno dei ronde, mandola, tamburello, tastiere; Enrico è assolutamente indispensabile alla visione partire...”, dove ritroviamo la sua potente e gruppi più veterani della nostra penisola che Negro, chitarre acustiche ed elettriche; Bruno d’insieme. Nel primo Cd quanto emerge all’a- calda voce, e tanti brani dove il piffero e la fi- si appresta a passare al terzo millennio con Raiteri, violino, viola, tastiere; Sergio Caputo, scolto è la bellezza delle melodie, degli in- sarmonica scandiscono il loro tempo. Un di- quell’innato slancio che li ha sempre contrad- violino, percussioni; Gerardo Savone, basso trecci polifonici e le particolari tecniche stru- sco che veramente attendevamo con impa- distinti. Un’inalterata verve che può stupire elettrico; Luciano Alì,batteria. Ospiti Gigi Biol- mentali: dalle Cook alle Fiji, passando per zienza e che risulta assai gradevole: Valla, l’ascoltatore, un rinnovato entusiasmo a pro- cati, percussioni; Marco Pasquino, violon- Tonga, Kiribati, Papua Nuova Guinea, fino ad senza più le restrizioni che lo vincolavano nel- porre qualcosa di nuovo, sta di fatto che non cello. I brani presentati: Testamento dell’avve- arrivare alle Isole Solomone, è forte e vivo il l’ultima produzione “4 province”, dà libero hanno proprio intenzione di mollare questi lenato-Tossi; Matrimonio inglese-Aria dal Ma- valore di testimonianza di una tradizione an- sfogo al suo talento, e dimostra al mondo in- precursori della riscoperta e riproposta cel- riagi; La madre crudele-Mare mia; Lutto leg- cora feconda tramandata sino ad oggi di ge- tero che per pubblicare un disco di grande tica di matrice irlandese in Italia… A rendere gero-La vidovela; La cansun di servitur; Amore nerazione in generazione. La sofisticata bel- musica non è necessario “rinnovarsi” ammic- omaggio alla carriera ci pensa un’etichetta, la a quindici anni-La fietta; La pastora e il lupo- lezza e la musicalità unica degli himene, i cando a invadenti elettroniche, testi alluci- Forrest Hill, specializzata in produzioni di alta Bucca ‘d luv; L’amoroso giardino-‘Nt al giar- canti polifonici della tradizione polinesiana, si nanti e altre diavolerie. Vai avanti così Ste- qualità. Ed ecco un massiccio libretto interno din; La balarin-a-Aria della ballerina; Litania; evidenzia invece nel secondo Cd, in cui le pre- fano che sei forte! Non ti verrà mai meno l’en- completo di note, una incisione impeccabile, Dona Franseisa-La franseisa; La Brandolina- gevoli qualità interpretative di alcuni dei mi- tusiasmo del tuo pubblico (e degli intendi- insomma un lavoro degno di essere apprez- Curenta della rocho-La cansun del Masoè-Aria gliori cori di Tahiti, Bora Bora, delle Cook e tori), ne puoi stare certo. Loris Böhm 56 zato anche dal diffidente ed esigente mercato dal Masoè; Madre resuscitata-La Madalena. delle Isole della Società, giocano e si svilup- straniero. Sette album racchiusi in una rac- Loris Böhm pano sui tempi più disparati, in cambi repen- 47 LES ITALIENS - Les italiens (Forrest Hill records FHME30) - 46’ 47” colta, rivisitati con un’energia interpretativa tini e imprevedibili, dai quali scaturisce una A cavallo tra il tango e l’interpretazione più che solo la classe e l’esperienza possono in- 42 DALINDA - Turquoìse cascata di note scandite con assoluta preci- (ARC Music Int). - 44’ 37’’ scanzonata e bizzarra delle tradizioni dove i fondere, sono proprio un plusvalore che do- sione e delicata poesia, creando con l’ascol- Musicalità ed elegante vivacità di ritmo intro- testi d’autore trovano giusto spazio, “Les Ita- vrebbe attirare l’attenzione di molti collezioni- tatore una sorta di vicinanza comunicativa. ducono un mondo che è sull’altra sponda del liens” provano a presentarsi al pubblico. Cer- sti. E’ vero che in questo momento di reces- Maurizio Torretti Mediterraneo, fatto di immagini nelle quali ri- cano di stupire, vogliono essere anticonven- sione è difficile produrre un disco audio e cre- suonano espressioni di suggestive profon- LA SONERA CALAVERAS zionali, diversi da certi stereotipi in cui predo- dere che abbia un buon riscontro di vendite, 44 dità. Un’ amalgama strumentale e vocale che mina uno stile ben definito, cercano di dimo- soprattutto per colpa (o merito) delle molte- Numero uno! vede la cultura musicale araba espandersi in (Greentrax records G2CD7009) - 45’ 45” strare che la “dissacrazione” dei luoghi co- plici pubblicazioni di questi ultimi anni in tutta la sua vitalità e calore. I brani del Cd, di Vale il discorso fatto prima per Salsa Celtica, muni che si incontrano nel folk può produrre campo folk-etnico-world-trad. Un ringrazia- presa sicura, sono stati concepiti dal celebre soltanto il disco è più omogeneo nelle inter- un disco d’autore assolutamente diverso mento a Vieri Bugli, Stefano Corsi, Giulia Lori- percussionista e compositore egiziano Hos- pretazioni di musica tradizionale (salsa, dalla norma e affascinante al tempo stesso. Il mer e Pietro Sabatini per averci concesso sam Ramzy, appositamente per la voce sen- rumba, merengue, guajira...). Il gruppo di Ge- risultato sembra proprio dargli ragione: il loro un’ora e mezza abbondante di freschezza e di suale di Dalinda. E qui la brava cantante li- rardo Ballesteros, fondatosi in Scozia e com- lavoro possiede un fascino sottile e perverso gioia di vivere tutto irlandese (o tutto italico). bica, sensibile al fascino della contamina- posto da musicisti provenienti da esperienze che non fatica a catturare l’ascoltatore. Un la- 41 BETTI ZAMBRUNO & zione, ha intelligentemente metabolizzato e musicali folk, jazz e latine, propone agli ap- voro subdolamente piacevole, maliziosa- TENDACHËNT - Al lung de la riviera superato con grande inventiva e originalità passionati di genere “latino”, una bella sca- mente retrò... e questa è la sua forza: voler (FolkClub Ethnosuoni ES5327) - 38’ 33” l’amore per altri generi musicali, per poi sfo- letta di brani in cui Ballesteros può dar sfog- essere innovativo senza tradire il passato, Un’anteprima dall’etichetta di Martinotti, in derare tutto il suo talento con sorprendente gio di grande fantasia interpretativa. Sono bensì traendone stimoli. Tolmino Marianini cui vediamo la bellissima voce di Betti Zam- naturalezza, nella trama di un discorso che si quasi tutti brani composti da lui e dagli altri alla tromba, Nico Geri al clarinetto, Simone

maggio-giugno 2003 F47 raditional Le recensioni TArranged Santini al sax, Marco Bini al violino, Luca Gelli alla 52 VARI come miglior artista di musica folk dell’anno, il chitarra, Alessandro Fabbri drum, Alessandro Di Canterini all’Opera grammy award come miglior disco folk dell’anno Puccio percussioni, Filippo Pedol basso, Francesca (Devega DL1017) - 71’ 22” (LYS, LIGHT...) insieme a Alfred Höirup, il grammy raditional Taranto voce, formano l’orchestra in questione. In questo disco non recentissimo, ma di cui si è par- award come miglior strumentalista (violino) del- lato poco, racchiude una “serata di gala” di tutte le l’anno, e dulcis in fundo il grammy award insieme ai Arranged 48 MAYTE MARTIN - Querencia squadre di trallalero genovesi al teatro Carlo Felice. Serras come miglior band di folk-rock dell’anno, pub- T (Tropical music 68.824) - 35’ 33” Un evento storico mirabilmente masterizzato dall’e- blica un libro dedicato al violino, “Haugaard’s Great Una ristampa Tropical distribuita da Materiali So- www.etnobazar.it/folkmusic tichetta Devega, e fondamentale per tutti coloro Danish Tunes”, contentente 23 composizioni danesi nori. Mayte Martin è un grosso esponente del canto che amano i canti tipici della tradizione genovese. tradizionali e contemporanei suonati da due violini e flamenco, in grado di trasmettere tutta l’espressi- MAGGIO-GIUGNO 2003 Si può acquistare online sul sito www.deferrari.it accompagnamento. Sul libro troviamo molte notizie vità e la forza che questa tradizione richiede. L’al- N° 1 tecniche su ogni brano, oltre alla sua storia, e sul CD bum ha partecipato al Grammy Awards 2001 come 53 NUOVA AGRICOLA ASSOCIAZIONE allegato, registrato con l’aiuto di diversi suoi stu- miglior album di flamenco, e questo particolare gli DE FERRARI & DEVEGA srl ‘Shta vite gne nu teatrine denti dell’accademia musicale dove insegna, tro- conferisce un valore aggiuntivo. Non fatevi ingan- (autoprod. ) - 15’ 10” via G. D’Annunzio 2/3 - Genova viamo importanti brani del repertorio del duo Hau- nare dalla durata piuttosto breve del CD, nove brani Una nuova produzione questo mini CD di quattro tel. 010.532623 fax 010.561477 gaard & Høirup e del gruppo Serras, tra cui “Bladet” brani, tutti ottimi, racchiusi in una superba confe- per soli 35 minuti: anche se l’audio è un po’ penaliz- (The Leaf), “Rail Road Race”, “Morris Field”, “Plink zione artistica. Propongono un repertorio dialettale Supplemento alla Collana “Smeraldo” zato, serve per dar spazio ad una ottima e lunga Plonk Polka”, “Marie’s Hopsa”, “Dronningens Contil- con sonorità moderne, con forti riminiscenze gi- Pubblicazione bimestrale traccia video PC-MAC dove Mayte sfoggia tutte le lion” (The Queen’s Contillion) e “Svabo Polonaise”. tane, il tutto in un’ottica contadina. Sono: Graziano Aut. Trib. di Genova n. 40 del 31/10/1985 sue virtù di danzatrice, e ne fanno un disco consi- Pubblicato dall’editore svizzero Fabian Müller della Zuccarino, voce-chitarra acustica; Franco Liberati, gliatissimo agli appassionati di flamenco. “Mülirad” www.muelirad.ch, può essere ordinato batteria-arrangiamenti; Maria Alessandra Piroddi, Direttore Responsabile: dall’etichetta danese “GO’ Danish ” 49 TUSCAE GENTES voce; Fabio Duronio, chitarre; Gianluca Francavilla, Fabrizio De Ferrari www.gofolk.dk. Per qualsiasi informazione scrivere Quando il merlo canta basso. Tel. 010 532623 (autoprod. TGCD01) - 58’ 28” a [email protected] www.haraldhaugaard.dk, [email protected] -- www.deferrari.it Quasi un’ora di ascolto e ...contiene anche un li- Recensione libri www.hhduo.dk oppure www.serras.dk. bretto di 36 pagine con testi, commenti e foto. Mica 54 “LO ZAMPOGNARIO” Inutile sottolineare che, per l’importanza dei conte- Direttore Editoriale: male per un’autoproduzione! Di solito neanche i di- di Stanislao Porzio nuti, rappresenta un documento fondamentale per Loris Böhm schi delle major sono così curati. Aggiungiamoci Edizioni Pangea 1a ediz. Novembre 2002 chi segue e vuol conoscere la tradizione folk scan- Tel. 348 2682550 [email protected] pure che l’incisione è di qualità, il gruppo dei Tu- Un libro interessantissimo da segnalare, non solo dinava. Loris Böhm scae Gentes dimostra di saper egregiamente ar- agli appassionati degli aerofoni a sacco, ma a tutti Recensioni libri Vice Direttore: meggiare voce e strumenti (rigorosamente attinenti coloro che sono interessati al mondo della musica 56 PLACIDA STARO Agostino Roncallo al repertorio e all’area geografica), e si profila un la- popolare italiana e straniera. Sotto forma di diziona- Il canto delle donne antiche [email protected] voro di grande interesse. Il titolo descrittivo dell’o- rio divulgativo il libro ci introduce tutto quello che fa Con garbo e sentimento Caporedattore: pera è: “Canti e suoni delle migrazioni stagionali in riferimento a questo strumento antichissimo. Infor- Libreria Musicale Italiana Toscana tra Appennino, Corsica e Maremma”, e do- mazioni inacessibili, un tempo conosciute solo da- Eu. 51,65 (con Cd allegato) Gianluca Spirito vrebbe bastare a incuriosire l’appassionato. Decisa- gli specialisti dell’argomento vengono finalmente Riassumere con chiarezza e semplicità una materia [email protected] mente un lavoro “minore” solo sulla carta... la tradi- messe a disposizione di tutti, mediante un linguag- così vasta non è stata impresa facile. Eppure Placida zione è rispettata, l’estro del gruppo Tuscae Gen- gio semplice ed accessibile sia a musicologi che ad Addetti Stampa: Staro, etnomusicologa e violinista tradizionale, ci è Valerio L. Meletti tes, in verità finora ingiustamente poco conosciuto, appassionati. Utilissime informazioni sulla difus- riuscita brillantemente e ha preparato con acuta si manifesta in tutto il suo splendore, e non cre- sione di zampogne, cornamuse, cabrette, gaite, Tel. 02 69001302 sensibilità un testo che comunica al lettore elementi [email protected] diamo di azzardare se affermiamo che quest’opera sulle loro differenze, sul modo di costruire le ancie, culturali, sociali e didattici di una lunga ricerca sul merita la massima considerazione presso gli ascol- sulle accordature, sui balli legati allo strumento e campo condotta nell’area della provincia di Bologna, Aldo Coppola Neri tatori, affinchè ottenga i riconoscimenti artistici perfino sulle associazioni che si occupano della sal- più precisamente presso la comunità appenninica di Tel. 055 5979311 [email protected] che merita. vaguardia dello strumento sono contenute in questo Monghidoro, tesa ad identificare e studiare le forme prezioso volumetto, il tutto corredato da bellissime espressive utilizzate dalle donne di questa cultura 50 MICHELE PUCCI - GIULIO VENIER tavole a colori e moltissimi disegni di Enzo Rossi. Progetto grafico: Bootleg! “periferica” Per una donna che nasce in questi luo- Avio Musetti Sono presenti anche curiosità: tra queste ad esem- ghi, si chiede Placida Staro, quali sono le possibilità (Folkest dischi DF342002) - 59’ 13” pio, una citazione di Dante Alighieri che nomina la [email protected] Personaggi assai noti in terra friulana, per le loro nu- di esprimersi attraverso il canto ? Da questa do- “sampogna” addirittura nella canto XX del Para- manda ha inizio il suo lungo viaggio che si snoda at- merose esibizioni dal vivo e per il loro talento stru- diso, nella Divina Commedia, a testimoniare la diffu- Corrispondenti dall’estero: mentale, si cimentano al secondo disco. Come dice traverso le narrazioni e il repertorio appreso da Ma- Lorenzo Pastore (Russia), sione dello strumento perfino nella letteratura me- ria Grillini, classe 1927, pastora, bracciante, mon- il titolo, si tratta di un’esibizione dal vivo “unplug- dievale. Interessanti anche i riferimenti ai grandi Gaby Kerdoncuff (Francia), ged”, dove possono dare libero sfogo alla loro fanta- dina, lavorante, cuoca, collaboratrice domestica, Francesco Spagnolo (Israele), autori classici, come Handel e Bach, che in alcune ma conosciuta e cercata dai suoi compaesani, dagli sia, in un ambiente raccolto come quello di una opere vollero imitare il suono della zampogna con Ariella Uliano (Inghilterra) chiesa, dove un certo rimbombo non corretto nella abitanti delle valli Idice e Savena, e da studiosi e gli oboi. Sono presenti anche cronache, supersti- amatori, per il suo ruolo di “canterina”, di narratrice registrazione DAT serve a dare un’impronta “ru- Redazione Cupacupa: zioni, racconti legati alla zampogna di grandissimo e di memoria storica della comunità. L’autrice ne ha spante” al prodotto. Belle le loro interpretazioni, Giuseppe De Trizio interesse. Ci sono anche riflessioni sul futuro dello tratto un racconto vivo ed efficacissimo che si legge molto sentite, e in definitiva un lavoro che ha molte strumento e sulla nuova formazione di musicisti di- come un autentico moto di passioni, di volontà, di Hanno collaborato a questo numero: frecce nel suo arco. vulgatori che si sta creando in questi ultimi anni, im- idee che hanno caratterizzato il costume di un’e- Toni Santos Ameixa, Marco Belotti, 51 GIAN CASTELLO portanti, come ad esempio nella Val Comino con poca, nei suoi aspetti storici sociali ed esistenziali, Elisabetta Castiglioni, Alberto Cesa, l’importantissimo gruppo di Picinisco. Due parole I regni segreti anche se oggi se ne sta ormai vivendo la curva di- Giordano Dall’Armellina, Marcello De (Ethnoworld CCD887) - 51’ 09” sull’autore a cui va il nostro plauso per aver trasfor- scendente. Ciò che colpisce di più in questo studio è mato una sua passione in un libro. Stanislao Porzio Dominicis, Giuseppe De Trizio, Luigi Giunto al suo quarto album, il nostro menestrello, il desiderio di mettere in rilievo lo strumento vocale, Fazzo, Lynn Lancaster, Adolfo La un flautista che meriterebbe certamente maggior è un napoletano trapiantato a Milano, dove fa il pub- la linea folcklorica, il gusto popolare, realizzati nello blicitario. In una vita precedente è stato anche Do- Volpe, Moreno Papi, Cristina Pasquali, fortuna, si cimenta nei racconti dei Fairies, esseri spirito del ballo e del canto, o la canta, come si usa Santino Spinelli, Maurizio Torretti, cente di Storia della Musica in conservatorio e il dire da sempre nelle valli bolognesi. ll canto e la fatati, folletti della tradizione irlandese, abitanti dei Ariella Uliano, Rocco Zecca. “Regni segreti”, alternando momenti di racconto a disc-jockey di classica per la RAI. Vivamente consi- danza come rappresentazione di questa cultura, gliato a tutti. Marcello De Dominicis brani strumentali. Un’opera minore solo in appa- dunque, strumenti per confermare l’esistenza e la Stampa: renza, che riesce a trasferire, per merito della forte 55 Haugaard’s Great Danish tunes propria diversità dal contesto naturale circostante, ERREDI Grafiche Editoriali snc - Ge vena interpretativa di Gian Castello, vibranti emo- Mülirad Verlag, Zurich (www.muelirad.ch) canto e danza eletti a forme primarie di comunica- zioni. Il tin whistle, il dulcimer, il bodhran si intrec- Nel 1997 ho scoperto al Tønder festival in Dani- zione e trasmissione culturale. Problemi cronologici ciano con l’arpa, la cornamusa e i ritmi del nostro marca il magnifico violinista Harald Haugaard: allora e di stile sono sviscerati non isolando la protagonista tempo per dar vita ad una cavalcata epica in cui a era sconosciuto oltrefrontiera e persino poco cono- dal suo tempo ma considerandola nel suo tempo. tratti si può notare una certa similitudine allo stile sciuto nel suo Paese, la Danimarca appunto. Dopo Echi di avvenimenti che si tramutano nel libro in un “Branduardiano”, senza per questo sminuire il va- aver effettuato numerose tournee all’estero e in Ita- racconto analitico, in una realtà di passioni che as- lore complessivo del disco, che continua a piacere lia con le sue diverse formazioni (Dug, Serras, HH sumono un tono di evidenza e naturalezza non co- e ispirare dopo ripetuti ascolti. duo), dopo aver vinto nel 2002 il grammy award mune. Maurizio Torretti ❖

maggio-giugno 2003 F48 Il 19 giugno 2003 inizierà il Gran Bal du Piémont, il primo festival tutto italiano di musica e danza tradizionale. La manifestazione, alla sua terza edizione, si presenta quest’ anno con tante nuove proposte, sia per Festival quanto riguarda la danza sia per la musica, più di 20 Atelier di danza Rassegne con i più esperti insegnanti del panorama europeo, Atelier di canto, yoga, shiatzu, arpa celtica. Stages per l’ apprendimento di organetto e Concerti violino. Danze di animazione per bambini e per insegnanti delle scuole. Ricerca Un grande incontro tra musicisti, ricercatori ed appassionati di danza di Progetti didattici tutta Europa. Un’ occasione per ritrovarsi, confrontarsi e trascorrere in allegria quattro giorni di vacanza all’ insegna della musica e della Supporto agli enti danza, immersi nel verde delle colline biellesi e circondati dal maestoso Produzioni CD scenario delle montagne di Piemonte e Val d’ Aosta. Quando e per quali ragioni nasce il Gran Bal du Piémont ? Dal 1997, l’ associazione MusicaViva di Torino, svolge una vasta attività Gran Bal du Piémont di ricerca e di riproposta nell’ ambito della cultura e delle tradizioni 2001, 2002, 2003 musicali delle valli alpine Piemontesi, sostenuta dalla Regione Piemonte (Sala Biellese) e da varie Province e Comunità Montane. Dalla profonda esperienza acquisita in questo ambito e da una proposta di collaborazione di altre due realtà europee, una portoghese e l’ altra francese, è nell’ autunno del 2000 che nasce l’ idea di creare un evento di portata extraregionale che rientri in un progetto unico di collaborazione e scambio culturale a livello Europeo. Organizzare un festival come il GBdP, era sicuramente una sfida impegnativa, soprattutto perché si andava a sconfinare in un ambito suscettibile di contrasti e divergenze tra differenti filosofie di pensiero, tra chi vive questo fenomeno come un semplice fatto sociale e di aggregazione e chi invece ne assimila tutta la profondità storica e Il CD del Gran Bal (Vol. 1) culturale e non accetta di vederne sminuito il valore e il significato intrinseco a vantaggio di un uso pseudo consumistico di mercato. Eppure non necessariamente una cosa deve escludere l’ altra, anzi la diffusione delle forme artistiche popolari ha una valenza sicuramente positiva, a patto però che la tolleranza e la comprensione nei confronti di chi ha semplicemente voglia di ballare e fare festa, sia poi contrac- cambiata da quel minimo rispetto che è dovuto per tutto ciò che ci arri- va dal passato e che anche se non appartiene a tutti in modo diretto, fa comunque parte di una cultura popolare ricca di storia. MusicaViva, con il GBdP sta cercando di fare proprio questo e per farlo non poteva non chiedere la collaborazione di quelle associazioni, pre- senti non solo in Piemonte ma anche nelle altre regioni italiane ed euro- pee, che da anni si occupano di promuovere e diffondere la danza tradi- zionale, organizzando e tenendo corsi e stages specifici. Dopo due anni di partecipazione attiva di molte di queste associazioni, alcune di esse si sono proposte come coorganizzatrici attive, affiancandosi a MusicaViva già dalle fasi iniziali dell’ organizzazione della manifestazione. La preparazione dell’ edizione del 2003 è il risultato concreto della col- laborazione di MusicaViva con altre tre importanti associazioni Piemontesi, ovvero Accordanza (Ivrea) , Biellatrad (Biella), Carolando (Ivrea) ma nei quattro giorni del festival, molte altre associazioni porte- Iniziative realizzate con il ranno il loro contributo in termini di risorse umane ed esperienza pro- fessionale, partecipando con aiutanti, volontari, insegnanti di danza, e contributo di ad esse si aggiungeranno le decine di musicisti e suonatori che da sem- pre animano le feste da ballo di tutta Europa, dalla Puglia all’ Irlanda, dalla Grecia ai Paesi Baschi ed alla Bretagna. Non capita spesso di avere un concentrato di musiche, danze e culture diverse, riunite tutte quante sotto i tendoni dei balli a palchetto o nella convivialità dei momenti di relax, davanti ad un piatto di pasta, ad un bicchiere di buon vino, con cornamuse e ghironde a fare da sottofondo musicale al verde intenso delle colline biellesi. Speriamo che l’ invito a partecipare numerosi arrivi lontano e che i pal- chetti del GBdP siano sempre più animati, palpitanti e vitali, perché solo Comunità Montana così potremo far comprendere a chi ancora non lo sa, l’ importanza di Alta valle Elvo vivere la musica, la danza trazionale e soprattutto lo spirito della festa ed il piacere di conoscersi e ritrovarsi. MusicaViva Associazione Culturale Per Informazioni: visitare il sito www.granbaldupiemont.it Via S. Chiara 34 - 10122 Torino info:f +39 3476505181 ax: +39 0114358253 web: www.musicaviva.piemonte.ite mail: [email protected]