L'ultimo Orciaio
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QUADERNI DEL CONSIGLIO REGIONALE DELLE MARCHE Francesco Maria Ottalevi L’ULTIMO ORCIAIO I costumi arcaici di una comunità di vasai Le terrecotte di Vergineto e San Bartolo Presentazione di Sanzio Balducci QUADERNI DEL CONSIGLIO REGIONALE DELLE MARCHE L’autore Francesco Maria Ottalevi è giornalista professionista e Laureato in Lettere e Filosofia Un viaggio - Un viaggio - per molti versi inaspettato - nello spazio e nel tempo: questa è la sensazione che si prova nel leggere la paziente e accurata ricerca di Francesco Ottalevi sul mondo degli orciai di un piccolo comune del Pesarese. Uso il termine mondo perché tale è il quadro culturale che emerge da questa indagine. Esistono nelle Marche diversi centri che possono vantare una lunga e prestigiosa storia nella lavorazione dell’argilla, nella trasformazione della terra grezza in oggetti di uso quotidiano e anche in pezzi di squisita fattura artistica. La storia della ceramica, prodotto nobile e antico, trova nelle Marche importanti e significativi punti di riferimento. Ma il mondo degli orciai raccontato in questo libro ci proietta in una dimensione storica e antropologica ancora più ancestrale e profonda. Molti si chiedono spesso il significato del termine cultura, attribuendo a questo vocabolo più un significato di istruzione codificata e riconosciuta che di insieme di storia, conoscenza ed esperienza che connota e definisce l’identità di un gruppo sociale. Gli orciai di Vergineto, San Bartolo e Villa del Monte, portatori di una tecnica di lavorazione arcaica e immutata, apparentemente fuori dal tempo ed estranea alle evoluzioni artistiche e tecnologiche che hanno segnato la storia dell’arte della ceramica, costituiscono uno straordinario esempio di sopravvivenza culturale. Una sorta di “fossile vivente” direbbe un biologo, ma forse non è il caso di usare questo termine parlando di una comunità umana ristretta che ha saputo mantenere le sue tradizioni, con una conoscenza dei materiali ed una manualità che affondano le loro origini una storia anti- chissima che qui si è tramandata grazie a contesti familiari che hanno 5 fatto da argine allo scorrere del tempo. Vedere vasi, orci, brocche e salvadanai che nella forma si ispirano palesemente a modelli dell’antichità classica, condividendone gli stilemi se non le caratteristiche tecnologiche e lavorative, provoca un senso di meraviglia e ci aiuta a capire il senso della storia e a ripensarla con criteri e con occhi diversi. Gli orciai, purtroppo prossimi all’estinzione, della piccola comunità di Vergineto, San Bartolo e Villa del Monte sono la testimonianza di un percorso culturale che questo libro riporta alla luce contribuendo a interrogarci anche sul modo di essere della società di oggi, sul valore del saper fare e della trasmissione di abilità che vengono da lontano, ma che rischiano di andare perdute. Antonio Mastrovincenzo Presidente del Consiglio regionale delle Marche La collana dei “Quaderni del Consiglio regionale delle Marche”, che compie quest’anno il ventesimo anno di pubblicazione, costituisce un unicum nel panorama dell’editoria marchigiana. Si tratta di libri editi da un ente pubblico, in questo caso la maggiore assemblea elettiva delle Marche, distribuiti gratuitamente, espressioni di un territorio ricco, vivo e socialmente articolato come quello marchigiano. Chi prova a scorrere l’elenco dei titoli pubblicati (ormai oltre 200 e disponibili online sul sito del Consiglio regionale) rimane colpito dalla grande eterogeneità delle tematiche trattate e proprio questa apparente casualità dei contenuti prescelti potrà suscitare qualche interrogativo. In realtà essa costituisce la forza della collana, che riesce in questo modo a dare voce e veste editoriale a tante iniziative che vengono dal basso, dalla poliedrica società marchigiana. Dare voce al territorio e riuscire a collegarsi con le energie culturali che le Marche sono in grado di esprimere è una sfida per tutte le isti- tuzioni e, nello stesso tempo, un esercizio di democrazia. Il libro di Francesco Ottalevi fa parte di questa pratica democratica. Nasce da un lavoro di ricerca sul campo, condotto con grande pazienza e con evidente passione, alla ricerca di un filo culturale che percorre le comunità della zona di Barchi. Sono le famiglie degli orciai, artigiani che da generazioni si traman- dano una manualità antica e remota, oggi prossima all’estinzione, capace di ricavare da un materiale povero come l’argilla, una miriade di oggetti di uso quotidiano. Una tecnica di lavorazione di origine antichissima, pervenuta attraverso un substrato familiare che ha legato per secoli una comunità ristretta e gelosa delle sue conoscenze artigiane. 7 Questo impasto di tradizione e cultura ha dato vita ad una strati- ficazione antropologica che Ottalevi descrive e interpreta con grande acume. Le testimonianze di questo singolare laboratorio tecnologico e sociale affiorano con grande vivacità dalle pagine del libro che contri- buisce a dare identità ad una comunità locale. Aiutare un territorio a ricostruire la sua storia e a riconoscersi, con consapevolezza e senza nostalgia, nelle sue tradizioni e conoscenze è un modo per dare ai cittadini gli strumenti per confrontarsi in maniera consapevole con il presente e con il futuro. Federico Talè Consigliere regionale delle Marche 8 INDICE Presentazione di Antonio Mastrovincenzo .................................. 5 Presentazione di Federico Talè .................................................... 7 Presentazione di Sanzio Balducci ................................................ 13 Prefazione ................................................................................... 17 1. Ambientazione geografica .................................................... 21 2. Ambientazione storica .......................................................... 26 3. Viabilità ................................................................................ 39 4. Il repertorio lessicale degli orciai, di Sanzio Balducci ......... 52 5. Fasi della lavorazione delle terrecotte .................................. 60 5. 1. La ‘terra’ ............................................................................ 60 Materia prima del vasaio ............................................................. 60 Plasticità dell’argilla di Vergineto ................................................. 66 Lavorazione ‘tal quale’ dell’argilla di Vergineto .............................. 70 Non refrattarietà dell’argilla di Vergineto ...................................... 74 L’estrazione dell’argilla ................................................................. 83 La preparazione dell’argilla: conservazione e stagionatura .............. 91 La preparazione dell’argilla: depurazione e lavorazione .................. 96 Come gli orciai depuravano la loro “génga” .................................... 97 5. 2 La modellazione dell’argilla .............................................. 105 Modellazione a mano: a incavo, a sfoglia, a colombino ................... 105 Modellazione al tornio ................................................................. 112 Il tornio di Vergineto: com’è fatto .................................................. 122 Il tornio di Vergineto: come si usa ................................................. 127 5. 3 Gli utensili ......................................................................... 140 9 La pèzza, le bréghe, le stécche ........................................................ 140 5. 4 Tipologia dei prodotti ....................................................... 146 La lavorazione del “composto” ....................................................... 149 L’essiccamento .............................................................................. 159 L’orcio ......................................................................................... 163 Tutti i prodotti ............................................................................ 179 5. 5 L’invetriatura ..................................................................... 229 5. 6 La fornace .......................................................................... 236 Il forno di Vergineto: com’è fatto ................................................... 236 La cottura ................................................................................... 246 6. Le famiglie degli orciai ......................................................... 259 7. I mercati ................................................................................ 281 Informatori ............................................................................... 294 Bibliografia ............................................................................... 295 10 Francesco Maria Ottalevi L’ULTIMO ORCIAIO I costumi arcaici di una comunità di vasai Alla memoria di mio padre, Guido a mia madre, Vanda Viti. Presentazione Come osserva in più punti l’autore, questa ricerca è iniziata nel lontano 1986, quando Francesco Ottalevi riprendeva con il video- registratore dell’Istituto di Linguistica dell’Università di Urbino le interviste che io stavo facendo a Mondavio (PU) al vasaio Giuseppe Furiassi, originario di San Bartolo in comune di Barchi. Il mio primo contatto con i vasai di San Bartolo avvenne nel 1974-1975 durante le ricerche dialettologiche che conducevo per la mia tesi di laurea sui dialetti della provincia di Pesaro e Urbino; in quell’occasione non diedi grande importanza a quella attività artigiana, giacché le fasi iniziali di lavorazione, forse di un orcio, non mi colpirono affatto: mi sembrava una manualità