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La nascita del cinema

>> 0 >> 1 >> 2 >> 3 >> 4 >> La nascita del cinema

La nostra storia comincia a Parigi, sul finire del 1895, in questo lussuoso albergo a due passi dall’Opéra.

>> 0 >> 1 >> 2 >> 3 >> 4 >> Il Salon indien

In questa sala dell’Hôtel Scribe, il Salon Indien del Grand café oggi Café Lumière in ricordo dell’evento, la sera del 28 dicembre 1895, due fotografi lionesi, Auguste e Louis Lumière, organizzano la prima dimostrazione pubblica di una loro invenzione chiamata «cinematografo».

>> 0 >> 1 >> 2 >> 3 >> 4 >> Il Salon indien

Sono presenti allo storico evento una trentina di persone, che pagano il biglietto da un franco, cifra per l’epoca non irrisoria. È stata invitata anche la stampa, ma non si presenta nessuno. Si forma invece una folla di circa duemila persone che si accalca per entrare nella sala.

>> 0 >> 1 >> 2 >> 3 >> 4 >> Uscire dalla scatola

Facciamo ora un passo indietro. I Lumière lavorano all’impresa dall’anno precedente, allorché il padre Antoine, di ritorno da Parigi dove aveva visto un Edison, aveva proposto ai figli di «far uscire l’immagine dalla scatola». In pochi mesi i due fratelli realizzano un congegno in grado di proiettare le immagini su uno schermo per più spettatori contemporaneamente.

>> 0 >> 1 >> 2 >> 3 >> 4 >> Il brevetto

Il 13 febbraio 1895 brevettano un apparecchio per riprendere e riprodurre la realtà in movimento (Appareil servant à l’obtention et à la vision des épreuves chronophotographiques), con cui iniziano a «girare» il loro primo film, La sortie des usines Lumière, che presentano a Parigi, il 22 marzo alla Société d’encouragement pour l’industrie nationale e il 17 aprile nell’anfiteatro della Sorbona.

>> 0 >> 1 >> 2 >> 3 >> 4 >> Il congresso di Lione

Il 10 giugno, al Congresso delle Società francesi di fotografia, a Lione, i Lumière presentano un programma più ampio, di sette «vedute» inedite. «Se il successo è stato grande per le proiezioni policrome, esso è stato immenso, spinto sino al più completo entusiasmo, per le proiezioni di scene animate» (Léon Vidal, in Le moniteur de la photographie, luglio 1895).

>> 0 >> 1 >> 2 >> 3 >> 4 >> A Parigi!

Alla fine di settembre, nella tenuta di famiglia a La Ciotat, si organizza una proiezione privata per un centinaio di persone, suscitando di nuovo grande sorpresa ed entusiasmo. A questo punto ci si interroga sul futuro, sulla possibilità di mostrare il Cinématographe a un pubblico «vero», ossia non composto da specialisti o da amici compiacenti. Bisognerà tornare a Parigi.

>> 0 >> 1 >> 2 >> 3 >> 4 >> Lo spettacolo cinematografico

Si occupa di tutto il patriarca Antoine: trova il locale e si accorda col proprietario Volpini, il quale pretende - e se ne pentirà – d’essere pagato con un forfait giornaliero, a prescindere dal numero di spettatori. Questa première séance publique del Cinématographe, la prima a pagamento, dura circa mezz’ora e comprende una decina di film. I Lumière hanno così inventato lo «spettacolo cinematografico».

>> 0 >> 1 >> 2 >> 3 >> 4 >> I «precursori» , Dancing Woman, 1887.

La riproduzione di immagini in movimento non è infatti una idea esclusiva dei due lionesi. In tutto il mondo ingegni più o meno brillanti si stanno adoperando per riuscire nell’impresa. Da tempo si è capito che una rapida successione di fotografie può ingannare l’occhio umano e simulare il moto grazie al fenomeno della persistenza retinica e nell’ultimo decennio dell’Ottocento si moltiplicano i tentativi di «animare» le immagini fotografiche.

>> 0 >> 1 >> 2 >> 3 >> 4 >> I «precursori»

Negli Stati Uniti, dopo che ha inventato la pellicola per mettere le foto in una serie continua, e anche la perforazione per farla scorrere da qualche parte, Edison è riuscito a realizzare filmini che il pubblico può guardare dentro un apparecchio di sua invenzione, il Kinetoscopio.

>> 0 >> 1 >> 2 >> 3 >> 4 >> Il Kinetoscopio

Il primo Kinetoscope funzionante viene realizzato nel maggio 1891 e presentato ufficialmente al Brooklyn Institute of Arts and Sciences due anni dopo.

>> 0 >> 1 >> 2 >> 3 >> 4 >> Ma anche alla corte di Edison c’è qualcuno orientato allo sviluppo di un sistema di «proiezione». È William Kennedy Dickson, un britannico che lascia il grande inventore per fondare, nel dicembre 1895, la American Company (la futura , attiva fino al 1928), interamente dedicata alla produzione e alla proiezione di film.

>> 0 >> 1 >> 2 >> 3 >> 4 >> Papa Leone XIII, qui filmato da Vittorio Calcina nel 1896, viene ripreso il 24 giugno 1898 anche da Dickson e Lauste per la British Mutoscope and Biograph Syndicate.

L’azienda, che inizialmente produce il Mutoscopio, un’imitazione del Kinetoscopio, nell’estate del 1896 finalmente realizza anch’essa un proiettore, peraltro con una buona qualità d’immagine, superiore rispetto al Vitascope di Edison presentato in primavera.

>> 0 >> 1 >> 2 >> 3 >> 4 >> Il teatro ottico

Nella stessa Parigi, Emile Reynaud fin dal 1892 propone al pubblico del museo Grévin il suo «teatro ottico», sequenze di fotografie e brevi disegni animati, le pantomime luminose o fotopitture animate. Intanto, nel 1893 il cardiologo Étienne Jules Marey ha costruito il «fucile cronofotografico», per catturare nel minor tempo possibile immagini in movimento quali quelle di un cavallo al galoppo o di un uccello in volo.

>> 0 >> 1 >> 2 >> 3 >> 4 >> Il Bioscopio

In Germania, i fratelli Skladanowsky, costruiscono nel 1895 il Bioscopio, un marchingegno ispirato alla tecnologia della lanterna magica, con due bobine da 54 mm che proiettano alternativamente un fotogramma ciascuno alla velocità di 16 fotogrammi al secondo, sufficiente a creare l’illusione del movimento. A luglio effettuano una dimostrazione a Pankow (Berlino), cui assistono i registi della Wintergarten music hall.

>> 0 >> 1 >> 2 >> 3 >> 4 >> Il Bioscope

I due fratelli ottengono un contratto per presentare l’invenzione il 1° novembre 1895, in coda a una performance. Lo show (film di circa 6 secondi ripetuti più volte con uno specifico accompagnamento musicale) è pubblicizzato come “la più interessante invenzione dell’era moderna” e si protrae per quattro settimane.

>> 0 >> 1 >> 2 >> 3 >> 4 >> Il dono della sintesi

Anche la pellicola di Edison scorre su un rocchetto, ma con il Cinématographe i Lumière pervengono a una migliore qualità dell’immagine e a un apparecchio maneggevole, che riprende e proietta. Forniscono quindi un ritrovato vincente che è una sintesi tecnologica di molte invenzioni del periodo (celluloide, pellicola perforata) pronta per lo sviluppo commerciale.

>> 0 >> 1 >> 2 >> 3 >> 4 >> Le vedute Lumière

Non bisogna infatti dimenticare che - rispetto a tanti altri inventori - i Lumière dispongono dei mezzi e del talento commerciale necessari a sfruttare il brevetto. Anzi, proprio l’inaspettata voracità del mercato li “costringe” a produrre film in quantità per rifornire i concessionari che usano il loro hardware.

>> 0 >> 1 >> 2 >> 3 >> 4 >> L’immediato successo della nuova tecnica comporta l’affiorare di numerosi apparecchi equivalenti, in grado di realizzare brevi documentari come quelli presentati al Grand Café. Ma il brevetto dei Lumière sbaraglia la concorrenza perché è pratico, ha una qualità migliore e, dato non trascurabile, la coppia – rispetto a tanti altri squattrinati inventori – ha mezzi e talento commerciale per sfruttare l’invenzione. Anzi, proprio la domanda di un mercato subito vorace li “costringe” a produrre film in quantità per rifornire i concessionari e alimentare il proprio hardware.

>> 0 >> 1 >> 2 >> 3 >> 4 >> 1900. Anna Held, star di Ziegfeld, pubblicizza un Mutoscope

Ma la ragione per cui viene loro attribuita la paternità del cinema è la capacità di produrre una proiezione di buona qualità a un pubblico che può fruire collettivamente della visione, spezzando così il sigillo onanista di Edison.

>> 0 >> 1 >> 2 >> 3 >> 4 >> Quale visione?

Visione individuale e proiezione collettiva.

>> 0 >> 1 >> 2 >> 3 >> 4 >> Le vedute Lumière

La Sortie des usines Lumière, 1895

L’impronta fondamentale del cinema primitivo è data dal Cinematografo Lumière, che domina la proliferazione iniziale del nuovo spettacolo alimentandolo con le vedute animate, scene di neppure un minuto, prese dal vero con inquadrature fisse e senza montaggio.

>> 0 >> 1 >> 2 >> 3 >> 4 >> Varietà

Durante il 1895 i Lumière ne hanno girato parecchie, anche se i soggetti si ripetono spesso, sia per argomento che per stile; le scorte così accumulate consentono di variare e aggiornare il programma nel corso delle settimane, man mano che una folla entusiasta accorre a vedere l’ultima meraviglie della tecnica. Si va dalle scene di attualità (La sortie des usines Lumière, Place des Cordeliers) a quelle d’informazione documentaria (Arrivée des congressistes), dalle scene familiari (Repas de bébé, Partie d’écarté) ai micro-spettacoli comici (L’arroseur arrosé).

>> 0 >> 1 >> 2 >> 3 >> 4 >> Le vedute Lumière La Sortie des usines Lumière, 1895

L’evento del 28 dicembre si apre con la La sortie des usines (noto anche come Sortie d’usine o Sortie des usines Lumière), ovvero l’uscita degli operai dalla fabbrica Lumière a Lione. Di questo film si conoscono più versioni, di cui tre riconosciute e catalogate.

>> 0 >> 1 >> 2 >> 3 >> 4 >> Le vedute Lumière

Caratterizzano le riprese le inquadrature «affollate» (l’Uscita dalle officine) e la profondità di campo: ne L’Arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat il treno è sempre a fuoco, sia da lontano che quando arriva in primo piano. L’Arrivée d’un train à La Ciotat, 1895

>> 0 >> 1 >> 2 >> 3 >> 4 >> Lo sbarco

Fa parte del programma anche Le débarquement du Congrès de photographie à Lyon girato in giugno. È una gioiosa processione di inventori che sfilano davanti alla cinepresa di Louis, sceso per primo per immortalare la scena e proiettarla il giorno dopo al Congresso.

>> 0 >> 1 >> 2 >> 3 >> 4 >> Il fabbro

Il quinto film è Les forgerons. L’uomo in camicia bianca e cravatta, è molto probabilmente un vero fabbro «che, con lo stile affettato di un attore, interpreta la parte di un fabbro». Anche qui si sente odore di mise en scène, ma è nel film successivo che si dispiega pienamente questa vena «teatrale».

>> 0 >> 1 >> 2 >> 3 >> 4 >> Il giardiniere

il sesto film del programma è infatti Le jardinier, celebre con il titolo L’arroseur arrosé. Anch’esso girato durante l’estate del 1895, questo film è la prima comica a soggetto realizzata dai Lumière. Nulla qui è casuale: gli attori, la composizione dell’inquadratura, il ritmo, l’energia, l’astuzia con cui il giardiniere prende il birbantello per un orecchio e lo trascina verso una cinepresa che ancora non può muoversi. Si intravede già un’impronta registica, la filigrana di una trama narrativa.

>> 0 >> 1 >> 2 >> 3 >> 4 >> Il bebé

Le repas è il settimo film in programma. Davanti all’obiettivo di Louis (realizza lui la maggior parte dei primi film) consumano un pasto Auguste, la moglie Marguerite e la piccola Andrée. Oltre che i primi gesti della bimba, il pubblico nota stupefatto le foglie agitate dal vento in secondo piano: nel cinema l’immagine si muove, non ha nulla a che fare con la fotografia.

>> 0 >> 1 >> 2 >> 3 >> 4 >> Il mare

L’ultimo film in programma è La mer. La macchina da presa collocata su una spiaggia riprende alcuni ragazzini che si tuffano in acqua da un pontile. È una veduta di straordinaria modernità, in cui la costruzione del racconto avviene all’insaputa dei suoi attori. È qui che si chiarisce meglio il legame del cinema dei Lumière con l’infanzia, con qualcosa che evoca sistematicamente il concetto di «prima volta».

>> 0 >> 1 >> 2 >> 3 >> 4 >> Spettacolo? No, grazie!

I Lumière non intuiscono il potenziale del nuovo strumento come forma di spettacolo e lo considerano solo come un mezzo di documentazione.

>> 0 >> 1 >> 2 >> 3 >> 4 >> Si rifiutano di vendere le loro macchine e le concedono solo in locazione, fomentando così la nascita di molte imitazioni; nel 1900 cedono i diritti di sfruttamento dell’invenzione a Charles Pathé.

>> 0 >> 1 >> 2 >> 3 >> 4 >> Eppure i Lumière erano convinti che quella del cinematografo sarebbe stata una moda passeggera, per questo decisero di non vendere a nessuno i loro apparecchi, intendendone preservare i segreti, dall'altro si misero subito all’opera per formare nuovi operatori. Di ciò si incaricò Louis Lumière che accoglieva gli apprendisti con queste parole: “Sappiate che non è un avvenire sicuro quello che vi si offre, piuttosto un mestiere da saltimbanchi. Tutto ciò può durare sei mesi, un anno, forse più o forse...”. G. Sadoul, Histoire générale du cinéma, 1° vol., L’Invention du cinèma, Denoël, Parigi 1947.

>> 0 >> 1 >> 2 >> 3 >> 4 >> Nonostante l’enorme successo ottenuto dal cinematografo all’Esposizione Universale di Parigi del 1900, e nonostante il loro catalogo comprenda ormai migliaia di film, i fratelli Lumière abbandonano il cinema nel 1901: Auguste si vota alla ricerca medica e scientifica, mentre Louis torna a dedicarsi alla fotografia.

>> 0 >> 1 >> 2 >> 3 >> 4 >> Il cinematografo si diffonde così su scala industriale in Europa e nel resto del mondo. I due fratelli, stanchi del giocattolo, tornano a coltivare il loro interesse per la fotografia, trascorrendo un’esistenza lunga e serena. Louis muore nel 1948 e Auguste nel 1954.

>> 0 >> 1 >> 2 >> 3 >> 4 >> Senza futuro

La leggenda narra che nel 1895 papà Lumière - pittore, fotografo e uomo d’affari - abbia salutato la scoperta dei figli con un giudizio lapidario: «Il cinema è un’invenzione senza futuro»…

Le cinèma est une invention sans avenir

>> 0 >> 1 >> 2 >> 3 >> 4 >> Senza futuro

E lo stesso Louis Lumière, membro dell’Accademia delle Scienze dal 1919, quando fu celebrato in pompa magna alla Sorbona nel 1936, ebbe a dichiarare:

Le cinéma? Je n’y vais plus. Si j’avais pu prévoir qu’on en viendrait là, je ne l’aurais pas inventé.

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