Voces Voci Voix Vozes

Spring 2019 Vol. XIV

A publication of the Department of Romance Studies Tufts University, Medford, Massachusetts Editorial Staff

Editor-in-chief Andrew Gross (’21)

Publicity Jaiyu Xu (’20)

Artwork Judy Chen (’19)

Production Laura Wolfe (’21)

Spanish Readers Emma Brin (’19) Rebecca Leviss (’19)

French Readers Yasemin Bitlis (’19) Melinda Rossi (’19)

Italian Readers Elettra Conoly (’21) Olivia Hofheinz (’21)

Faculty Coordinator Anne Lombardi Cantú

VOCES-VOCI-VOIX-VOZES publishes work written by students of the Department of Romance Studies’ six-semester language pro- gram, with the intention of highlighting the writing produced by students at various levels of proficiency. All opinions expressed are those of the student writers, not of the editorial board or the De- partment. Contents

Essays Eva Bellew (S) ...... 15 Jennifer Best (F) ...... 14 Sarah Carty (F) ...... 10 Matthew Davidsohn (F) ...... 18 Ella Do (F) ...... 7 Ailish Egan (I) ...... 5 Michael Gordon (I) ...... 13 Molly Gould (I) ...... 22 Julia Greco (I) ...... 17 Nusrath Jahan (S) ...... 20 Lucy Kain (F) ...... 25 Alex Martin (S) ...... 4 Andrew Mohar (I) ...... 11 Heidi Rubenstein (F) ...... 21 Nadia Sbuttoni (I) ...... 2 Patrycja Sztachelski (F) ...... 12 Matthew Tolbert (S) ...... 8 Poetry Angela Alibrandi (S) ...... 31 Amy Berger (S) ...... 34 Cameron Cummings (S) ...... 35 Jarrett Davis (S) ...... 38 Sofía Friedman (S) ...... 30 Jennifer Frye (S) ...... 45 Dominique Landinez (P) ...... 40 Matt Paragamian (S) ...... 44 Jun Seo (S) ...... 42 Olivia Swonder (S) ...... 36 Mackenzie Tatananni (S) ...... 43 Sophie von Muench (P) ...... 32 Wendi Zheng (S) ...... 37

Narrative Amy Berger (S) ...... 59 Aberdeen Bird (P) ...... 57 Rowan Bishop (F) ...... 62 Ana Brasil (P) ...... 66 Cameron Cummings (S) ...... 54 Jason Getzler (S) ...... 63 Andrew Gross (F) ...... 49 Amy Ly (S) ...... 56 Rachel Madison (S) ...... 67 Isabel Neckermann (I) ...... 64 William Sadler (S) ...... 65 Ana Maria Samper (F) ...... 53 Samar Shaqour (S) ...... 60 Alexandra Soo (S) ...... 48 Olivia Swonder (S) ...... 50 Daniel Weinstein (S) ...... 52 Essays La scelta de emigrare Nadia Sbuttoni Italian 21

Sia gli emigranti italiani sia gli immigrati clandestini hanno fatto questi viaggi faticosi per evitare i problemi della patria, come la violenza e la povertà in Africa o in Asia, o l’instabilità economica in Italia. Il romanziere italiano Fabio Geda scrive: “Una volta, ho letto che la scelta di emigrare nasce dal bisogno di respirare. È così. E la speranza di una vita migliore è più forte di qualunque sentimento”. Questa citazione fa vedere quanto deve essere terribile la vita dei migranti per costringerli a partire. L’esperienza degli emigranti italiani paragonata a quelli degli immigrati clandestini è simile, ma ci sono più ostacoli che gli immigrati clandestini devono affrontare, a causa della società moderna. Dopo l’unificazione dell’Italia, lo stato era molto fragile, dunque c’erano prob- lemi sociali ed economici (museoemigrazioneitaliano.org). “Molti Italiani, in pas- sato, hanno cercato di migliorare le loro precarie condizioni di vita, trasferendosi in altri paesi europei ed extraeuropei” (Treccani). Gli italiani che si erano trasferiti dall’Italia volevano sfuggire agli effetti di questi problemi economici e sociali. In un periodo di quasi un secolo, 30 milioni di Italiani hanno lasciato l’Italia (Focus.it). Questo numero è la metà della popolazione nell’Italia di oggi. Gli italiani erano an- dati a vivere in paesi europei e americani, principalmente la Francia, la Germania, l’Argentina, il Brasile, e gli Stati Uniti (museoemigrazioneitaliano.org). Per molte famiglie, il padre o il patriarca partiva prima del resto della famiglia per trovare un lavoro, una casa, e per mandare i soldi per il viaggio della sua famiglia (Focus.it). Il viaggio degli Italiani era pericoloso e costoso, come per gli immigrati che vogliono venire in Italia adesso. I passeggeri di terza classe pagavano un bigliet- to molto caro per “un sacco imbottito di paglia e un orinatoio ogni 100 persone” (Focus.it), Chiaramente le navi erano in condizioni orribili con stanze affollate e antigieniche. Alcune persone morivano durante il viaggio per arrivare ad una vita migliore. C’erano dei pregiudizi contro gli italiani all’estero che sono simili ai pregiudizi che alcuni italiani hanno riguardo agli immigrati che arrivano in Italia adesso. Neg- li Stati Uniti e in Australia, alcuni cittadini erano razzisti contro gli italiani; loro dicevano che gli italiani non “erano bianchi” e che l’arrivo degli italiani era “un’in- vasione della pelle oliva” (Focus.it). Persino l’ex presidente degli Stati Uniti, Richard Nixon, ha detto che gli italiani “non sono come noi. La differenza sta nell’odore diverso, nell’aspetto diverso, nel modo di agire diverso. Il guaio è che non si riesce a trovarne uno che sia onesto” (Focus.it). Questa citazione mostra i pregiudizi chiari contro gli italiani che rendevano la vita in questa società più difficile per loro. La citazione di Fabio Geda rappresenta i pensieri degli immigrati clandestini di oggi in modo perfetto. Gli immigrati clandestini fanno questo lungo viaggio per 2 arrivare ad una vita migliore. Il viaggio è duro e difficile per i clandestini. Devono viaggiare fino in Libia o in Turchia per prendere una barca diretta in Italia. I traf- ficanti usano barche vecchie e pericolose. Inoltre, i trafficanti provano a portare il massimo numero di persone su queste barche. Di solito non c’è un bagno, qualcosa da mangiare, o un’area protetta dalle intemperie. Ci sono tante persone che non possono completare il viaggio: o non hanno abbastanza soldi per pagare i traffi- canti, o annegano nell’acqua. Ma migliaia di persone fanno il viaggio nonostante che loro sappiano del pericolo. L’unica motivazione è quella di arrivare ad una vita migliore. Ci sono tanti pregiudizi contro gli immigrati clandestini, specialmente nel gov- erno italiano. I pregiudizi piú comuni in Italia sono che i clandestini siano tutte per- sone di poco valore, come criminali o analfabeti o ladri di lavoro. Queste opinioni non sono vere e ci sono dati statistici per rifiutarle: il lavoro straniero ha colmato un vuoto nell’economia italiana e di solito gli immigrati svolgono i lavori non qual- ificati che gli italiani non vogliono fare (Civati et al). A causa di questi pregiudizi, il governo italiano tratta i clandestini come persone che si vogliono ignorare, secon- do Erri de Luca nella poesia Naufragi. Dopo che i clandestini sopravvivono al viaggio verso l’Italia, loro devono af- frontare le sfide di essere persone illegali in una società che non li vuole. La politi- ca italiana è controllata dal MS5 e dalla Lega che non sono affatto tolleranti verso i clandestini. Siccome è difficile per i clandestini prendere la cittadinanza, la vita quotidiana è più difficile per loro e le loro famiglie. Non c’è l’uguaglianza tra i clan- destini e i cittadini italiani. I clandestini spesso devono accettare un lavoro in nero perché non hanno la cittadinanza o il permesso di soggiorno. Loro possono essere sfruttati dai datori di lavoro con un salario molto basso o condizioni terribili in cui lavorare. Come Fabio Geda ha detto, l’emigrazione può dare a una persona l’opportunità di avere una vita migliore. Questo vantaggio però porta con sè degli svantaggi im- portanti come il razzismo, i pregiudizi, e i lavori duri nella nuova vita.

Bibliografia: Civati, G., I Curti, E. Ruffini, R. Trecarico. “Mandiamoli a casa”,I luoghi comuni. Novecento Media, 2010. Geda, Fabio. Nel mare ci sono i coccodrilli. Baldini Castoldi Dalai, 2010. Museoemigrazioneitaliana.Org, 2018, https://www.museoemigrazi oneitaliana.org /assets/Uploads/L-emigrazione-italiana-come-espansione-del la-nazione-italiana.pdf.Accessed 18 Oct 2018. “Storia Dell’emigrazione Italiana”. Focus.It, 2018,https://www.focus.it/ cultura/storia/migranti-storia-emigrazione-italiana. Accessed 16 Oct 2018.

3 El Valle de los Caídos: una mancha inaceptable en la historia de España

Alex Martin Spanish 22

El Valle de los Caídos sirve como mausoleo y monumento a la dictadura fran- quista de España para la época entre 1936 a 1975. Después de la Guerra Civil, Franco y sus simpatizantes destruyeron los avances del gobierno republicano ante- rior, y lo reemplazaron con una autocracia fascista. En 1943, cientos de prisioneros políticos fueron usados por Franco para construir esta basílica en las afueras de Madrid. Este sufrimiento del pasado es solamente la punta del témpano, porque ahora el sitio es usado por la derecha extrema para reunir y desplegar su odio. Por lo tanto, es mi opinión que el gobierno de hoy debe exhumar los restos de Franco, y transformar el lugar en un monumento a las verdaderas víctimas de la Guerra Civil. Para empezar, es importante discutir la historia acontecida en el valle. Mientras muchas personas aceptan que Franco forzó a los presos trabajar en su monumento para sí mismo, hay gente que no lo cree. El periodista Juan Blanco ha dicho que el término “labores forzadas” es erróneo. Desde su punto de vista, el hecho de que algunos de los presos recibieron penas acortadas por su trabajo, muestra que los presos tenían opciones. También, ya que los documentos de esa época no son con- fiables, no podemos decir de manera exacta cuántos presos trabajaron en el valle, o si todos eran presos políticos. Pero, estas cosas son distorsiones de la verdad. Aunque no sabemos las figuras exactas, sabemos que algo horrible ocurrió allí. Tenemos las historias de expresid- iarios y nos han dicho que se vieron la muerte. Las condiciones de las cárceles eran terribles, y algunas veces los presos “eligieron” el trabajo porque la otra opción era extremadamente peligrosa. Además, los administradores de las cárceles no dis- tinguían entre los presos políticos que lucharon en la guerra y los presos regulares (Hepworth, 2014). Por estas razones, no estoy de acuerdo con los simpatizantes de los fascistas que disputan los hechos que rodean a la construcción del valle. Otra cosa interesante es el uso actual del valle. Ha sido un lugar donde los fas- cistas han podido honrar a Franco y discutir sus políticas. Después del anuncio del gobierno español que decidió a exhumar los restos de Franco, cientos de fascistas protestaron la decisión en el valle. Ellos llamaron a hacer un movimiento nacion- al contra la exhumación y tuvieron la audacia de usar palabras como “profanar” para describirla. Es irónico porque no estuvieron furiosos cuando los Franquistas desordenaron las fosas comunes de los republicanos que habían sido ejecutados

4 para moverse al valle. No debemos dar a estos grupos de odio una plataforma para extender su ignorancia de la verdad. En los Estados Unidos, hemos visto en Char- lottesville, por ejemplo, el tipo de violencia que puede ocurrir si no los enfrenta- mos. España no necesita un asesinato trágico como el de Heather Heyer, la mujer atropellada por un neo-nazi en esa manifestación. Finalmente, los ingresos que el monumento gana no merecen el costo de man- tenerlo. El País reportó que el valle ha provocado, “más de 10 millones de euros en pérdidas a Patrimonio Nacional desde el año 2008 hasta la actualidad”. Muchos de los políticos de la derecha extrema dicen que no se puede borrar la historia. Sin embargo, pienso que estas figuras muestran que la mayoría de la población está de acuerdo con lo que propongo. Si el interés en Franco existiera, más personas viajarían a el Valle de los Caídos. Pero, los jóvenes entienden algo que los políticos no pueden o no quieren entender: España no quiere honrar su pasado, sino que se quiere recuperar de sus efectos. En conclusión, el Valle de los Caídos es un ejemplo en el cual podemos ver la reconciliación de un país con su historia turbulenta. Mientras todavía hay algu- nas personas que defienden a Franco y su legado, el resto del país está listo para moverse en una dirección nueva. Necesitamos identificar la culpa, y asignarla a los grupos extremos, si queremos aprender del pasado, y mejorar nuestro futuro.

Nord contro Sud

Ailish Egan Italian 21

Sia in Italia che negli Stati Uniti c’è una contrapposizione fra il nord e il sud. In tutti e due i paesi, si pensa che il nord sia più ricco, più sviluppato e più rapi- do. Inoltre, ci sono alcune differenze ulteriori che si applicano solo all’Italia, come possiamo vedere dal film “Benvenuti al Sud” diretto da Luca Miniero e dal brano “Seconda Solo a Versailles” di Francesco Piccolo. Negli Stati Uniti ci sono molte differenze fra il lavoro, la politica, e il modo di vita del nord e del sud. Per la maggior parte, queste differenze sono basate sulla storia di queste regioni. Ad esempio, forse qualcuno del nord considererebbe il sud razzista, meno sviluppato, e più lento del nord. Questi stereotipi vengono dalla storia: la terra del sud è buona per l’agricoltura, dunque l’economia meridionale era basata

5 sull’agricoltura. Siccome i contadini non avevano i capi a cui presentarsi, mentre gli operai del nord avevano orari rigidi, non bisognava andare di fretta mai. Per questa ragione, i meridionali sembrano più lenti paragonati ai settentrionali. I con- tadini lavoravano con il loro orario, quindi sembrano lenti paragonati agli operai del nord. E dipendevano dagli schiavi che si occupavano della terra, quindi non si voleva la libertà per gli afroamericani. Inoltre, siccome si faceva i contadini nel sud, le persone del nord li chiamano “rednecks”, a causa dell’esposizione al sole. Nel nord, la terra è più pietrosa e meno piatta, quindi l’agricoltura non era una fonte affidabile di reddito. Invece, i settentrionali lavoravano nelle fabbriche. Sic- come bisognava lavorare durante le ore assegnate, e non c’era tempo da sprecare, la gente del nord sembra essere sempre di fretta dal punto da vista meridionale. Un altro stereotipo è che il nord è più progressista, mentre il sud è più tradizionale. Ad esempio, sembra che i meridionali vogliano mantenere il diritto di mantenere le armi, che siano contrari al matrimonio tra persone dello stesso sesso e ai bagni per transessuali, e che ancora non trattino gli afroamericani come pari. Dopo che ho visto “Benvenuti al Sud” e che ho letto “Seconda Solo a Versailles”, mi sembrava che ci fosse una differenza fra il nord e il sud quasi identica in Italia a quella negli Stati Uniti. Ad esempio, anche i settentrionali in Italia hanno un nomi- gnolo per i meridionali che si riferisce al fatto comune di essere un contadino: il soprannome è “terrone”. Inoltre, si considera il sud più lento e rilassato anche in Italia. Per esempio, quando Alberto Colombo è andato al sud dal nord per essere il dirigente di un ufficio postale, lui voleva cambiare l’orario di lavoro affinché i lavoratori lavorassero più ore nella giornata. Comunque, una dipendente locale gli ha detto che non valeva la pena, perché le persone del luogo non sarebbero uscite di casa durante quelle ore. C’era anche una scena in cui ogni persona che Colombo ha conosciuto gli ha domandato se lui avesse voluto un caffè, e ogni volta lui ha detto di no perché doveva lavorare. Un’altra somiglianza fra il sud negli Stati Uniti e in Italia è che i paesani del sud sono più accoglienti. Il narratore di “Seconda Solo a Versailles” dice che non ha bisogno di lavarsi le mani quando torna a Caserta perché nessuno là è estraneo, e lui si sente a suo agio. E nel film, il lavoratore Mattia Volpe è molto ospitale; invita Colombo nella sua casa per passare la prima notte e gli regala i mobili per il suo appartamento. In maniera simile, abbiamo la frase “southern hospitality” in America per descrivere come i meridionali sono accogli- enti e amichevoli. Comunque, ci sono alcune differenze tra il nord e il sud che esistono solo in Ital- ia. Per esempio, quella che parlano i meridionali in Italia è quasi una lingua diversa. Come possiamo vedere dal film, nel sud vicino a Napoli si usa il Voi invece del Lei per essere formali, si usa il congiuntivo imperfetto invece del condizionale, e si to- glie l’ultima lettera di molte parole. Questa differenza non esiste negli Stati Uniti; c’è un accento forte e diverso nel sud, ma tutti parlano ancora inglese. Inoltre, nel nord

6 d’Italia si pensa che tutti i meridionali appartengano alla mafia, o che siano ladri pericolosi. Per esempio, prima di andare a Castellabate, Colombo ha lasciato la sua fede matrimoniale e il suo orologio a casa affinché nessuno li rubasse. Poi, quando sua moglie è venuta al sud, gli amici di Colombo hanno fatto finta di seguire gli stereotipi che lei si aspettava: le strade erano affollate e sporche, i bambini chie- devano soldi, e gli amici di Colombo portavano i fucili fingendo di fare servizio di protezione. Comunque, questo sistema di criminalità organizzata non esiste negli Stati Uniti contemporanei, quindi non c’è questo stereotipo del sud. Insomma, gli stereotipi fra il nord e il sud sono simili sia in Italia sia negli Stati Uniti. In tutti e due i paesi si pensa che il sud sia più rilassato, più accogliente e più adatto all’agricoltura del nord; per esempio, i meridionali non lavorano tanto quan- to i settentrionali, sono molto ospitali e hanno i nomignoli negativi che si riferi- scono all’agricoltura. Ma, in Italia, si pensa anche che il sud sia piena di criminali, ed è difficile per un settentrionale capire il loro dialetto.

Il faut partir

Ella Do French 21

Mon père ne m’a pas raconté son histoire jusqu’à ce que j’aie quinze ans. Ce n’était pas à cause de l’hésitation ou parce qu’il était embarrassé ou avait honte du passé. Il pensait que je ne pourrais pas comprendre l’histoire complètement s’il me la disait quand j’étais trop jeune. C’était la raison principale pour laquelle il avait attendu avant de me l’expliquer. Quand j’avais quinze ans, il croyait que je serais plus compréhensive, parce qu’il avait le même âge quand il a émigré aux États-Unis tout seul, un an plus jeune que Maria quand elle a quitté l’Espagne. Son histoire commence avec la guerre du Vietnam. Beaucoup de villageois aut- our de mon père essayaient de fuir le pays, où la plupart de la région était contrôlée par les communistes, les Viet Cong. La violence devenait pire, et l’idée de partir du pays devenait de plus en plus une réalité. Un jour, un ami de mon grand-père a parlé à mon père, mais en l’absence des autres membres de sa famille. Il a dit qu’une barque allait partir le lendemain et arriverait en Malaisie. Le problème était que mon père ne pouvait pas le dire à sa famille, parce que les barques étaient trop petites pour que ses parents, ses quatre soeurs et lui partent en même temps. L’homme lui avait promis qu’il aiderait sa famille, mais il était nécessaire que mon père parte le lendemain matin.

7 Alors, il a suivi les instructions que l’homme lui avait données, et six mois passérent avant que mon père ne puisse écrire à ses parents. Maria avait une sit- uation similaire, parce qu’elle n’a pas pu contacter son fils pendant longtemps. La différence entre les deux est que mon père était dans un pays étranger qui n’était pas sa destination finale. Il est venu aux États-Unis après être resté en Malaisie dans un camp de réfugiés. Contrairement à Maria qui avait déjà appris le français avant de voyager, mon père ne savait pas parler anglais quand il est arrivé. Il a commencé au lycée sans savoir un mot en anglais, parce que sa langue maternelle était le vietnamien. Tandis qu’il ne travaillait pas dans une usine ou faisait des services domestiques comme Maria, il a trouvé deux emplois différents pour gagner de l’argent. Chaque jour après l’école, il travaillait à McDo pendant trois ou quatre heures, parce qu’il était caissier. Le weekend, il passait le temps à l’hôpital pendant la nuit, parce qu’il était employé comme gardien où il devait nettoyer les salles de bain. Plusieurs fois, il a dormi là, parce qu’il n’avait pas assez d’argent pour louer un appartement ou une chambre. En fait, il a failli aller au tribunal parce que la police a soupçonné que mon père y dormait contre la loi, parce que l’hôpital était une propriété privée. Mon père m’a dit que c’était une histoire pour une autre fois. Je sais qu’il est peu possible qu’il puisse me parler de toutes ses expériences, mais j’ai apprécié et je peux encore apprécier tout ce qu’il a sacrifié.

Educación para otros

Matthew Tolbert Spanish 21

Tenemos cuatro años en la universidad para aprender cualquier cosa en un am- biente protegido. El poder de una educación es enorme, especialmente una edu- cación en una universidad élite. Los licenciados de las universidades como Tufts van a ser los líderes en varias industrias y van a tener mucha influencia. Nosotros no podemos esperar que otros aborden los problemas del mundo; es nuestra re- sponsabilidad. Por esta razón, aquellos que tienen la oportunidad para obtener una educación tienen una responsabilidad cívica. La meta de una educación es ayudar a otros. Usar la educación para otros no es lo mismo que una vida altruista ni una vida sin dinero, pero debe recordar la importancia del servicio en cualquier profesión. Muchos, especialmente los estudiantes en las universidades élites, solo quieren ga- nar dinero, y ellos no están locos por esta aspiración. La tasa de matrícula en una

8 universidad como Tufts es de $70,000. Mucha gente tiene que ganar mucho dinero después de la graduación para pagar los préstamos. No hay ningún problema con esto. Las universidades pueden, y deben, producir licenciados con las herramientas para tener éxito personal y ayudar a los demás. Además, todos tienen una respons- abilidad con la comunidad. Con demasiada frecuencia, los estudiantes que son los primeros en su familia que asisten a la universidad están sobrecargados con la ex- pectativa de resolver todas las injusticias del mundo. ¿Por qué estos estudiantes no deben tener los mismos deseos como sus compañeros ricos? Ellos no deben cargar con la responsabilidad de corregir todas las injusticias en el mundo, Para entender el poder de una educación, es importante saber el papel de las universidades en el refuerzo de la desigualdad económica y social. La tasa de matrícula de Tufts es más que el ingreso medio de una familia en los Estados Uni- dos. Las políticas de admisión y la cultura de la competencia por los trabajos solo refuerzan más la desigualdad. A pesar de esto, las universidades y sus estudiantes tienen la capacidad para ayudar a la sociedad, especialmente a los pobres. Deben usar su acceso a las instituciones privadas y al gobierno para recomendar y crear la reforma económica. Los licenciados de universidades como Tufts van a ser los líderes en industrias privadas y en el sector público. Para corregir las injusticias de este país y del mundo, se necesita liderazgo con una conciencia social en cada parte de la sociedad, no solo en el gobierno y en las organizaciones sin fines de lucro. Se necesitan maestros, doctores, abogados, y políticos con un sentido de responsabil- idad para el bienestar de todos. Además, los que ayudan a otros están más contentos. El dinero y la seguridad económica es importante, pero la relación entre el dinero y la felicidad no continúa para siempre. Hay una decreciente tasa de rendimientos del ingreso después de los $60,000 según un estudio económico. Recuerde que solo puede comprar algunas cosas. Hay una frase que lo dice todo, “Bill Gates solo necesita dos almohadas”. Es importante que los estudiantes quieran ayudar a los demás a mantener la conciencia de sí mismos y no ser arrogantes. Nadie puede resolver todas las injusti- cias del mundo. Hacer servicio a otros es dedicarse a una comunidad. Durante los cuatro años de la universidad, la lección más importante es un entendimiento de su papel en el mundo y en la vida de otros.

9 Une critique de l’angélisme des soldats dans Joyeux Noël

Sarah Carty French 22

Joyeux Noël (2005) est un film sur la fraternisation qui s’est passée entre quelques soldats allemands, quelques soldats français et quelques soldats écossais en décem- bre 1914 pendant la Première Guerre Mondiale. Il a beaucoup de moments beaux et touchants qui persuadent le spectateur de mettre en question l’importance de l’allégeance au-dessus de l’humanité, et peut-être même pourquoi la guerre devait être combattue à l’origine. Quand on regarde le film, c’est facile d’oublier la colère. Le 8 novembre 2005, Jean-Luc Douin du Monde a décrit Joyeux Noël comme « pâtit d’un certain angélisme ». Le dictionnaire de français Larousse définit angélisme comme « désir de pureté extrême et refus d’admettre certaines réalités charnelles, sociales, matérielles ». J’admete le point de Douin : plus la conditión des soldats s’améliorait pendant la trêve, plus ils prétendaient que la guerre n’existait pas du tout. Ils s’échappaient tous dans une illusion temporaire d’amitié. Étant donné la quantité de souffrance qu’ils ont tous endurée dans les tranchées jusqu’à ce moment-là, il est facile de compren- dre leur volonté de s’amuser. Cependant, je pense que les soldats dans la vraie vie avaient plus de maîtrise de soi que les soldats dans le film. Selon Chris Baker, auteur de La trêve : Le jour où la guerre s’est arrêtée, la frater- nisation n’a duré que quelques heures au plus. Dans le film, cela a duré plus d’une journée. C’est probablement le plus grand exemple de pacifisme exagéré dans le film : d’autres exemples incluent les matches de football (comment est-il possible de jouer au football sur le terrain du no man’s land ? et qui aurait eu un vrai ballon avec eux dans les tranchées ?), le nombre de soldats qui ont fraternisé ensemble (en réalité, il n’y a que quelques cas de fraternisation, et rarement entre les trois nationalités en mêmes temps) et l’omission de l’exécution du chat (qui a été très af- fectueusement nommé dans le film). Joyeux Noël n’a pas du tout caché son message anti-guerre : il a créé une belle scène qui a ouvertement ignoré les hautes tensions, comme pour accuser les gouvernements d’être responsables, comme pour dire : « comment pourriez-vous nous faire ça ? ». Le seul soldat qui n’a plus participé à la fraternisation souffrait de la perte de son frère. Accepter que tous les autres soldats ne sentaient pas sa colère face à la perte de leurs frères d’armes était certes difficile. Le film a fait un bon travail pour montrer que les supérieurs n’étaient ni contents de la trêve ni disposés à l’autoriser à nouveau. Le film finit par montrer comment chacun des soldats coupables est puni. De plus, il réussit à représenter le ténor,

10 dont les chansons ont vraiment commencé une certaine fraternisation musicale à travers les lignes ennemies. Je crois que quand la trêve a été annoncée, quelques soldats espéraient suspendre les hostilités pour toujours. Mais, quels que soient les sentiments individuels, la responsabilité d’être un soldat dans la guerre et de se battre pour protéger son pays était inévitable. Fraterniser avec l’ennemi, c’était commettre une trahison. Quelles que soient les raisons de la guerre à l’origine, les raisons de rester loyal à ses alliés devraient être tout ce qui compte. Les armées n’au- raient jamais pu faire leur devoir s’il y avait plus de fraternisations. Être anti-guerre est une chose : la guerre est horrible et tragique et ne devrait pas être glorifiée. J’aime le message que nous sommes tous des humains, ennemis ou pas. L’amour devrait gagner. D’autre part, il est malhonnête de dépeindre ces soldats comme des héros innocents qui ont défié leurs méchants supérieurs pour se livrer à la gaieté. Il est vrai que la guerre n’était pas juste pour eux et leurs souffrances étaient grandes. Mais ils ont risqué la vie des autres, dont les perspectives valables étaient absentes de ce film.

Un viaggio memorabile

Andrew Mohar Italian I

Mi è piaciuto quando ho viaggiato in Italia sette anni fa. Sono andato a Roma, a Napoli ed in Calabria per visitare la mia famiglia. Ho viaggiato con mia madre, mio padre, mio nonno, mia nonna, le mie zie e mio zio. A Roma abbiamo fatto shopping e la mia mamma ha comprato una ciotola decorata con dei limoni. A Roma abbiamo anche visitato il Colosseo, la città vati- cana e le rovine romane. A Napoli, ho bevuto il limoncello ed ho mangiato il gelato prima della nostra visita alle rovine di Pompei. Dopo Pompei, siamo andati anche a Sorrento e sulla Costa Amalfitana, dove c’erano tanti turisti. Il tempo era molto caldo e soleggiato perché era l’estate. La gente era molto carina ed è stata molto utile quando abbiamo avuto bisogno d’aiuto. Il mio aneddoto preferito è quando viaggiavamo nel villaggio dei miei nonni. La città si chiama ‘Sant’Andrea Apostolo dello Jonio’, ed è situata nelle montagne della regione della Calabria. Dalla città c’era una vista bellissima del mare. Quando abbiamo visitato la spiaggia, c’era un ristorante che serviva cibo che viene dal mare. Quando siamo entrati nel ristorante, il cameriere ci ha chiesto cosa noi volevamo-

11 mangiare per la cena. Eravamo molto confusi perché eravamo abituati ad ordinare il cibo dal menù. Io ho ordinato i frutti di mare e mio padre ha ordinato le vongole – il nostro cibo era delizioso! Dopo che abbiamo mangiato, il cameriere ci ha portato una bottiglia di Chianti, e lui mi ha dato un po’ di vino! L’ho bevuto e poi ho nuotato nel mare con la mia famiglia.

Le réalisme dans Huit Femmes

Patrycja Sztachelski French 22

Quand j’analyse ce film et que je pense aux éléments qui rendent ce film unique, je suis d’accord avec la critique de 8 femmes par Pierre Murat. Sans doute, ce film est réaliste et vraisemblable pour que les gens puissent réfléchir sur les caractéristiques de la vie bourgeoise et les comparer aux attributs de leurs vies. On peut dire que ce film est seulement une expérience bizarre mais drôle, cependant je pense qu’on devrait examiner les éléments du film pour déduire qu’il y a toujours un objet qui incite le réalisateur. Pendant la durée du film, on se met à voir des similarités entre la vie des huit femmes qui cherchent à qui profite le meurtre de Marcel et nos vies. Au début du film, on remarque que cette famille est véreuse et qu’il existe beaucoup de scan- dales, surtout entre les membres de la famille. Ces scandales sont provoqués par l’infidélité et des caractéristiques comme la jalousie. Bien que les actions de cette famille soient des choses incroyables, il existe aussi du réalisme, particulièrement dans les personnalités des personnages. On pourrait choisir un personnage, com- me Mamy, par exemple, et montrer que ses attributs sont réalistes. Elle est avare, et elle s’habitue à la vie dans la maison de Marcel et de Gaby. En outre, elle se présente comme une invalide, même si c’est un mensonge ; son mode de vie a été trans- formé grâce à sa capacité à bien mentir. Marcel la recueille chez lui pour l’aider avec ses difficultés, mais quand il fait faillite, elle lui explique que quelqu’un lui a volé ses actions (ce qui est un mensonge). Alors, c’est évident qu’elle a une personnalité brisée ; elle se plaint de ses ennuis, mais elle n’est pas reconnaissante de toutes les personnes qui l’aident. On peut se moquer d’elle comme le public, mais en fait, elle a une personnalité vraisemblable. On s’attend à ce que les gens soient sympathiques, aimables, et prévenants, mais à mon avis, dans le monde matérialiste d’aujourd’hui, les gens se dépêchent d’avancer dans la vie dans un sens moins moral. Je pense qu’il

12 y a plus d’avidité dans le monde maintenant qu’avant, donc ce film pourrait être une remarque sur la société moderne. Je m’étonnais du film quand je l’ai regardé ; je pensais que le film était très étrange à cause des événements imprévus dans cette famille. Quand j’ai réfléchi sur les choses distinctes, j’ai trouvé que la corrup- tion dans cette famille bourgeoise avait quelques éléments de la vie moderne. Par conséquent, je suis d’accord avec la critique par Pierre Murat. Évidemment, il y a des choses artificielles et exagérées dans le film, comme la grandeur de corruption dans cette famille. Indubitablement, il y a des activi- tés criminelles dans le monde, comme le meurtre et le viol, mais je pense que la quantité d’activités criminelles dans cette famille est exagérée. Ce film est connu pour son originalité, une qualité qui est peut-être nécessaire pour le succès dans le monde du cinéma. En même temps, les éléments du film sont créatifs parce qu’il y a des choses réalistes, comme les personnalités des personnages ; parfois, c’est dif- ficile d’analyser un film bizarre pour son importance, mais c’est toujours possible.

Nuovi inizi: un’analisi del ruolo dell’acqua in Quando sei nato non puoi più nasconderti

Michael Gordon Italian 4

Il filmQuando sei nato non puoi più nasconderti del regista Marco Tullio Gior- dana mostra la storia di Sandro, un ragazzo di una famiglia ricca che si perde a mare e, attraverso una serie di eventi improbabili, non può più nascondersi. Ci sono molte metafore e simboli che visualizzano questo momento monumentale. In particolare, l’acqua è una metafora centrale nel film ed indica i punti di svol- ta nella storia. Per prima cosa, il mare funziona come un battesimo per Sandro, segnalando l’inizio del suo cambiamento. Allo stesso modo, la piscina a casa di Sandro e la doccia al centro di accoglienza servono come contrasti l’uno dell’altro, mostrando la prospettiva di Sandro prima e dopo il suo incontro con gli immigrati. Inoltre, altri simboli, come il motorino, aiutano a illustrare questi cambiamenti nella vita di Sandro. Durante la vacanza con suo padre e Popi, Sandro è caduto dalla barca e, un momento prima di annegare, è stato salvato dal barcone dei clan- destini. In definitiva, questa scena mostra la transizione nella vita di Sandro e il battesimo di una persona con una prospettiva nuova. Negli eventi subito prima dell’incidente, abbiamo visto la vita bella di Sandro: bei vestiti, una casa grande, macchine lussuose, passatempi ricchi, e altri immagini che mostrano questo stile

13 di vita. Poi, l’entrata di Sandro nel mare e il trauma della scena illustrano un cam- biamento significativo nel corso della sua vita. Dopo questa transizione drammat- ica, Sandro si imbarca sul barcone dei clandestini, e gli eventi seguenti prendono una posizione opposta alle scene precedenti. Mostrano gli orrori e l’estrema pov- ertà che gli immigrati vivono. Tuttavia, quando vediamo Sandro sul barcone dei clandestini, la metafora dell’acqua è completa. Qui, quando Sandro prova a fare una doccia, si rende conto quanto preziosa sia l’acqua per gli immigrati. Questa comprensione si collega all’uso dell’acqua a casa di Sandro, in particolare alla sua piscina. In questo modo, il film confronta l’uso dell’acqua come un lusso e una necessità. È qui che possiamo vedere il viaggio di Sandro, sia letteralmente che figurativa- mente. Questa idea che Sandro non può più nascondersi è provata molte volte dopo l’incidente, particolarmente quando Popi gli regala un motorino, e Sandro non lo accetta. Questo esempio mostra come Sandro e gli eventi che ha vissuto lo hanno reso incapace di vivere la vita ricca che un tempo conosceva. In definitiva, il simbolismo dell’acqua aiuta a mostrare la progressione nella vita di Sandro. L’incidente in mare contrassegna l’inizio del cambiamento, e la piscina e la doccia servono come due estremi di cui Sandro fa esperienza, così non può più nascondersi dalla verità.

La peine de mort a-t-elle un sens?

Jennifer Best French 21

La peine de mort a une histoire longue et très controversée. Des pays l’ont abolie, mais elle est encore en cours dans des pays aussi. La peine de mort n’a pas de sens, parce qu’elle ne peut pas être changée après s’être passée et elle est trop dramatique Il y a beaucoup de problèmes avec la peine de mort. Un problème est que la peine de mort dépend du système de justice qui n’est pas toujours égal et juste. Dans beaucoup de pays, les personnes noires sont condamnées à des choses pires que les personnes blanches. Chaque année, il y a des personnes innocentes qui sont con- damnées à la prison et à la mort parce qu’elles n’ont pas assez d’argent, donc elles ne peuvent pas avoir de bons avocats, ou elles ne sont pas blanches. Le système de jus- tice a beaucoup de préjugés qui l’affectent, et si une erreur est faite au tribunal, après la mort, rien ne peut être fait, et toutes les personnes ont manqué leur occasion de la changer. En pensant à la peine de mort, beaucoup d’organisations pensent que le système de justice s’y prend mal.

14 Un autre problème avec la peine de mort est qu’elle est très chère. Il est plus cher de tuer quelqu’un que pour un prisonnier de vivre en prison toute sa vie. Mais lorsque les experts parlent de la peine de mort, le coût économique n’est pas le seul coût dont ils parlent. Aux États-Unis, après chaque exécution, il y a des mauvais- es réactions politiques, parce que moins de la moitié des américains pense que la peine de mort est appliquée équitablement. Aussi, la peine de mort peut causer beaucoup de problèmes émotionnels, parce que, si un membre de votre famille, ou votre ami est tué, vous serez très bouleversé. Et, quelquefois, si le condamné a tué quelqu’un, la famille de la personne tuée ne veut pas que le criminel soit tué. Il y a beaucoup de coûts qui sont associés à la peine de mort, et rien ne vaut le coup. Des pays pratiquent encore la peine de mort parce qu’elle sert de punition plus sévère et finale. La peine de mort est utilisée pour les pires crimes, parce qu’elle est définitive. Puisque la peine de mort est si finale et si dévastatrice pour toutes les personnes qui sont impliquées, la peine de mort peut être utilisée pour empêcher les pires crimes. Mais, la plupart des pays qui l’utilisent sont des dictatures ou des états autoritaires, parce que la peine de mort est tellement néfaste pour la société et pour la paix. Donc, bien que la peine de mort soit utilisée pour les meurtriers, elle est souvent utilisée pour tuer les opposants politiques et la résistance au chef du pays et au gouvernement. La peine de mort n’a pas de sens parce qu’elle compte sur un système de justice qui a beaucoup de préjugés, elle est définitive et irrevocable, et la peine de mort a beaucoup de coûts financiers, émotionnels, et politiques.

¿Por qué estudiar español?

Eva Bellew Spanish 21

¿Por qué estudiar español? Ahora se puede encontrar a gente que habla inglés en casi cada país y los traductores electrónicos son eficientes. Sin embargo, este en- sayo yo voy a demonstrar que aprender español es importante, no sólo para viajar más cómodamente por el mundo hispanohablante, sino también para adaptarse a la población cambiante de los Estados Unidos. También aprendemos lenguas ex- tranjeras para mejorar la capacidad del cerebro, entender el mundo en una manera nueva y adquirir un sentido de humildad crítico. Un día un amigo de mi padre me dijo que no debo estudiar español más porque es un malgasto de tiempo. Me recomendó que estudiara programas “útiles” como

15 la informática. En un país con mucha competencia en el que un título académico no es una garantía de un puesto en el mundo de trabajo, mucha gente cree que aprender español no vale la pena. Pero yo sostengo que esta idea es equivocada. Ahora en los Estados Unidos más del 13 por ciento de la población habla es- pañol en casa y los números aumentan cada año. Si se quiere trabajar como abo- gado, líder, activista o un jefe de alguna empresa, la habilidad de hablar español es una ventaja grande. También es muy útil para los políticos. Ahora más del 16 por ciento de los votantes hablan español y quieren encontrarse con un político que los entienda. Aprender español es importante no solo para conseguir un trabajo, para con- vencer a los votantes o para tener éxito en la vida, además es importante para tener un sentido de humildad en una cultura egoísta. Por ejemplo, cuando se estudia español va a hacer errores y estar en una posición de vulnerabilidad que puede aumentar la habilidad de tener compasión. Podemos extender esta compasión a una simpatía por las experiencias y dificultades de los inmigrantes en los Estados Unidos que necesitan usar el sistema legal sin la habilidad de comunicarse. Ahora mucha gente en los Estados Unidos dice cosas terribles sobre los inmigrantes. Tal vez si hubieran estado en una situación incómoda por no poder comunicarse en otro idioma, no pensarían que los que no hablan inglés sean inferiores y dejarían de utilisar un lenguaje deshumanizante y hacer leyes que hagan daño a las personas vulnerables. Más que aumentar la compasión y la humildad, estudiar español nos puede en- señar nuevas maneras de ver el mundo. Por ejemplo, en inglés el actor es siempre el sujeto de la oración pero en español es diferente porque puede decirse “se quema el arroz” o “se perdieron las llaves” ilustrando otra manera de pensar en la respons- abilidad y el papel del individuo. El aprender español puede expandir la mente. El idioma español insiste en usar palabras creativas, poéticas y románticas. Por ejemplo, en inglés para describir la dirección de un reloj decimos “clockwise” pero para decir lo mismo en español se necesita decir “en el sentido de agujas del reloj” ejemplificando la poesía natural en el pensamiento del español. El uso del subjuntivo nos ofrece otra manera de pensar en el mundo lo que es cierto en contraste con lo que no existe. Además, el español o, en general, aprender idiomas extranjeros puede expandirle la mente literalmente. Muchos estudios han demostrado que aprender otro idioma puede mejorar la memoria y la capacidad de concentración. En conclusión, aprender español no es un malgasto de tiempo y no es solo para viajar con menos dificultades. Se puede sentir mas compasión en nuestro mundo y aumentar nuestra habilidad de pensar con más inteligencia y profundidad. El español es una lengua vibrante que me ha transformado en una estudiante más instruida en mi propia lengua y en mi vida.

16 Storie di immigrati in Italia

Julia Greco Italian 21

Le storie di Lejmà Buoei e di Jana Bourissilova hanno somiglianze e differenze in “Noi vista da” di Massimiliano Melilli. Sebbene loro siano entrambi immigrati, hanno esperienze differenti a causa del genere e della razza. Lejmà ha sofferto la discriminazione a causa della sua razza. Lui è un saldatore del Senegal. Ha detto che quando incontra qualcuno, subito gli chiede “da dove arrivi?” “dove vivi?” “cosa fai?” Questo separa Lejmà dagli italiani e lui sente che la sua identità è solo quella di un immigrato. Lui ha amici e gli piace il suo lavoro, ma è difficile per lui quando il suo capo non lo chiama mai con il suo nome. Il suo capo non vuole imparare il nome di Lejmà, e questo mostra che gli italiani non hanno rispetto per gli immi- grati e che loro pensano che l’identità degli immigrati sia solo che loro sono immi- grati. Lejmà ha realizzato che gli italiani e gli immigrati non sono molto diversi, ma gli italiani non vogliono ammetterlo. Jana ha sofferto la discriminazione a causa del suo genere. Jana pensa che vivere in Italia sia stata una esperienza positiva ma anche negativa. Lei ha un buon lavoro, molte amiche e un bel marito. Comunque, lei è trattata in modo differente a causa del suo genere. Molte persone pensano che lei sia una prostituta per il fatto che viene dalla Romania. Questa è un’esperienza comune per le donne rumane immi- grate, il che può essere pericoloso per loro. Altri stereotipi sono che gli immigrati che vengono in Italia sono pericolosi, che vengono in Italia ma non fanno le stesse cose che fanno gli Italiani, che usano droghe e che sono coinvolti nel traffico d’armi. Sia Jana che Lejmà devono fare i conti con questi stereotipi ogni giorno. Il problema di molte società è che i cittadini non sanno niente della cultura degli immigrati. Il problema più grande è che i cittadini non vogliono conoscere niente della cultura degli immigrati. Penso che i cittadini debbano abbandonare gli stereo- tipi. Gli stereotipi sono un grande problema per gli immigrati nelle società di tutto il mondo. Io penso che quasi nessun paese sia disposto a accettare gli immigrati nella sua cultura. Gli stereotipi impediscono agli immigrati di ricevere opportunità e rispetto, e essere trattati come persone. Per promuovere l’integrazione e la multi- culturalità, questi paesi devono cambiare il loro atteggiamento verso gli immigrati. Dobbiamo avere capi politici che sono di supporto agli immigrati e vogliono aiu- tarli a sentirsi benvenuti. Se i nostri leader possono procurare il buon esempio, i cit- tadini saranno più disponibili a dare supporto agli immigrati. Anche, dovremmo avere centri per immigrati e procurare un rifugio o “safe space” dove gli immigrati possono sentire il sostegno delle persone che hanno esperienze simili. Penso che il mio paese non veramente aiuta agli immigrati. Gli Stati Uniti

17 hanno una percezione tremenda degli immigrati. Molti americani pensano che gli immigrati siano poveri, che rubino i posti di lavori, che siano terroristi e pigri, pericolosi e che non si meritino di essere qui. Penso che la nostra percezione degli immigrati sia peggiorata a causa del nostro presidente. Il nostro presidente vuole prendere provvedimenti estremi per impedire agli immigrati di venire nel nostro paese. Il nostro presidente ha dichiarato che sta per costruire un muro per tenere fuori gli immigrati. Questo ha instillato la paura nella nostra nazione e ha instillato ancora più paura negli immigrati. Il punto di vista del nostro presidente ha spinto agli Americani ad avere un punto di vista negativo sugli immigrati. Penso che ques- to abbia creato un maggior divario tra gli immigrati e gli americani che ha portato questi ultimi a trattare gli immigrati anche peggio. Comunque, penso che ci siano anche persone che vogliono aiutare questi immigrati. Per esempio, molte persone hanno preso posizione contro il governo e a favore degli immigrati quando i bam- bini sono stati separati dalle loro famiglie. Anche se le opinioni di alcuni americani sono cambiate, il nostro paese ha attivisti che vogliono cambiare e vogliono più diritti per questi immigrati e penso che questo sia importante e che aiuterà la vita degli immigrati. Anche in Italia ci sono problemi con l’immigrazione. Non so molto di questa situazione, ma penso che i capi del governo italiano siano simili al mio presidente. Il vice primo ministro italiano Matteo Salvini non vuole immigrati nel suo paese. Le opinioni sugli immigrati in Italia non sono così estreme, ma sono comunque negative e non aiutano la vita degli immigrati. Penso che gli italiani possano im- parare qualcosa dagli Stati Uniti. Per esempio, i cittadini americani hanno preso provvedimenti per aiutare gli immigrati di recente quando hanno visto i diritti de- gli immigrati portati via.

Bibliografia: Melitti, Massimiliano. “Noi visti da” in Abbona-Sneider, Borra and Pausini. Trame. A Contemporary Italian Reader. YUP, 2010.

Une université pour chaque étudiant

Matthew Davidsohn French 22

Tufts est une grande université située en dehors de Boston. L’université a été créé en 1852 par l’Église universaliste. En 1854, l’université a ouvert, et il y avait sept étudiants et quatre professeurs. Aujourd’hui (évidemment),

18 Tufts est une école très différente! Il y a 11,449 étudiants (des premiers cycles et des troisième cycles) et 1,556 professeurs. Nous avons 341 clubs, comme Médecins Sans Frontières, Tufts Democrats, et Tufts Végétariens! Cependant, je ne peux pas simplement te donner des faits. Je dois parler du campus et de ma vie comme étudiant! Le campus est très beau pendant toutes les saisons! En hiver, tout le monde fait des bonhommes de neige et fait de la luge sur la pelouse du président. Au printemps, s’il fait beau, nous nous asseyons sur la même pelouse et nous faisons nos devoirs au soleil. Cependant, beaucoup de gens n’aiment pas que le campus soit sur une colline! Mais je l’aime pour deux raisons: c’est une forme d’exercice, et nous pouvons voir l’horizon de Bos- ton. On peut regarder le coucher de soleil sur la bibliothèque, si le ciel est clair! Ma vie comme étudiant est incroyable! J’étudie la biochimie, avec une mineure en français. Je pense que je voudrais devenir médecin ou dentiste, mais je ne sais pas. Ici, je participe dans beaucoup d’activités. Je fais de la recherche pour le département de l’ingénierie biomédical. Je suis aussi le trésorier de «Partners in Health,» une organisation internationale qui veut éliminer les maladies dans les pays du tiers monde. Je suis aussi un EMT, donc je dois chercher un emploi bientôt! Évidemment, j’adore Tufts. Mais, si nous faisons des changements, Tufts sera un meilleur endroit pour tout le monde! Si je pouvais faire des change- ments, j’essaierais d’aider tout le monde. En premier, je baisserais les frais de scolarité. Tufts est une école très prestigieuse, mais elle est trop chère! Tout le monde doit pouvoir venir à Tufts, pas seulement les gens qui ont beaucoup d’argent. Aussi, nous devons construire un autre dortoir! Il y a beaucoup d’étudiants, mail il n’y a pas assez de chambres. Par exemple, je connais beaucoup de gens qui étaient forcés de vivre dans une petite cham- bre avec deux autres personnes. Si l’université m’avait fait ça, j’aurais été très furieux! Si nous avions un autre bâtiment, nous n’aurions pas ce problème. Enfin, je changerais comment nous choisissons les classes ici à Tufts. Chaque semestre, nous avons juste quinze minutes pour choisir nos cours. Si un cours est plein, nous devons réorganiser nos programmes (dans quinze minutes)! Évidemment, c’est très stressant. Cependant, je ne con- nais pas d’autre façon de choisir les cours. Peut-être, que si nous avions trente minutes, choisir des cours serait plus facile! Bien sûr, j’adore Tufts. Mais, comme j’ai dit, nous pourrions faire beaucoup de changements pour améliorer nos vies sur le campus. Beaucoup d’étudiants adorent Tufts, mais nous devons nous assurer que tout le monde l’adore.

19 Una carta al presidente

Nusrath Jahan Spanish 2

Estimado presidente Trump:

Mi nombre es Nusrath Jahan, soy una ciudadana de primera generación y vivo en Nueva York. Estoy escribiendo para informarle sobre mis opiniones del esta- do actual del país y los problemas que estamos afrontando. Creo que los Estados Unidos de América están en un mal estado en estos momentos. Muchos de los valores nacionales más importantes están en peligro. Específicamente, su opinión sobre la inmigración y los refugiados está desafiando los ideales del país. Este tema es muy importante para mí porque mis padres y mi hermana son inmigrantes a los Estados Unidos. Su transición aquí fue difícil. Pero, a través del trabajo duro y la dedicación, todos ellos son exitosos. Supieron construir el “sueño americano” y los millones de refugiados en todo el mundo deben tener la misma oportunidad. Hay más de 20 millones de refugiados en todo el mundo. Más de dos millones de refugiados necesitan reasentarse, pero no tienen adónde ir. Sin embargo, los Estados Unidos admitieron solo a 22,491 refugiados en 2018, una de las canti- dades más bajas en el registro. Su “prohibición de viajar” impidió que personas de Irán, Libia, Somalia, Sudán, Siria y Yemen entraran a Estados Unidos por 90 días a menos que tuvieran una relación con una persona en el país. ¡Esto es discrimi- nación y una injusticia! Permitanlos que crucen la frontera. No discriminen a los refugiados. Su bienestar es importante para este país. El país avanzó por los refugia- dos. No permitir que entren en este país es inhumano. Además, muchas familias son separadas en la frontera. Los niños son separados de sus padres y están en custodia. ¡Termine esta prohibición de viajes y sus otras órdenes ejecutivas! Espero que entienda por qué esto está mal. América promueve el sueño americano. Declare que el país les da la bienvenida a todos. No obstante, dudo que apoye estos valores. Muchos estadounidenses están en contra de sus ordenes ejecutivas sobre refugiados e inmigrantes. Hay muchos mítines y huelgas contra sus órdenes. Hay protestas en muchas ciudades de los Es- tados Unidos. Esto demuestra que los derechos de los refugiados y los inmigrantes son importantes. Es necesario que escuche a la gente de su país. El gobierno de este país es una democracia. Por esta razón, las perspectivas del pueblo deben ser reconocidas. Es importante que respete a personas de todos los orígenes.

20 Ojalá que el próximo año, más refugiados e inmigrantes puedan reasentarse en Estados Unidos. Espero que respete mis opiniones sobre este tema.

Atentamente, Nusrath Jahan

Colonie de vacances

Heidi Rubenstein French 22

L’été après ma deuxième année au lycée, j’ai travaillé comme maître-nageuse dans une colonie de vacances. Toute la journée, j’ai enseigné la natation dehors dans un lac où la colonie de vacances était située. J’ai travaillé avec des enfants qui avaient 6 à 12 ans. En général, les enfants aimaient les cours de natation. L’été était très chaud, et le lac était une façon amusante de se rafraîchir pour les enfants. Cependant, c’était dif- ficile parce qu’en enseignant des cours, les enfants ne m’écoutaient pas. Ils voulaient s’amuser dans le lac avec leurs amis au lieu d’apprendre à nager. Le plus grand défi de mon travail était les enfants qui avaient peur du lac. Les enfants avaient peur du lac pour quelques raisons. La première est le fond du lac- il était mou et sombre. Quelques enfants n’aimaient pas nager dans le lac parce qu’ils ne pouvaient pas voir le fond et le fond donnait l’impression d’être dégoutant. Aussi, une autre activité à laquelle les enfants participaient au lac était la pêche. Malheu- reusement, l’endroit où ils pêchaient était à côté des cours de natation. Quelques enfants n’aimaient pas les poissons, donc les enfants ne voulaient pas nager avec les poissons dont ils avaient peur. Malgré tout, j’ai réussi à convaincre la plupart des enfants d’aller dans le lac, sauf le petit garçon qui s’appelle Jack. Jack avait 8 ans et il ne savait pas du tout nager. Il était petit avec les yeux bleus et les cheveux blonds et il était très timide. Au début de l’été, pour le premier cours de natation, il ne m’a rien dit et il a refusé d’aller dans le lac. Je pensais qu’il était timide à cause du premier jour, mais chaque jour suivant, la même chose se passait. J’essayais de parler avec lui, mais il ne voulait jamais parler avec moi ou aller dans le lac avec le reste de la classe parce qu’il avait peur. Quoi que je fasse ou dit, il n’allait pas dans le lac. J’ai parlé à sa mère, mais elle ne savait pas quoi faire non plus. Nous avons décidé de lui offrir des appâts pour aller dans le lac. Sa mère lui a offert un cadeau à la maison, je lui ai offert de la glace, et

21 mon patron lui a offert une médaille s’il allait nager avec moi. Cependant, il tenait à rester sur le sable. Mon patron s’est fâché contre moi parce que je ne pouvais pas enseigner la natation pendant qu’il était sur le sable. Ça faisait 4 semaines que les cours de natation avaient commencé et Jack n’avait rien appris. J’ai commencé à m’inquiéter de me faire renvoyer ! Je savais qu’il y avait une façon de le convaincre de nager avec moi. J’ai pensé qu’avoir un jouet dans le lac le rendrait moins effrayant pour Jack. Je suis allée au magasin et j’ai cherché une bouée que Jack aimerait. Tout de suite, j’ai vu une bouée canard qui était parfaite. Chaque jour au lac, Jack utilisait une servi- ette avec des canards dessus, donc je pensais qu’il aimerait ce jouet. Le lendemain, je l’ai apporté au lac. En marchant vers moi, Jack a remarqué la bouée dans mes mains et il a couru la voir. Il voulait le jouet tout de suite, mais je lui ai expliqué qu’il ne pouvait l’utiliser que dans le lac. Il a pensé à l’offre pendant un instant, mais ensuite, il a pris la bouée et il est allé dans le lac ! Après ça, chaque jour, il est allé dans le lac avec la bouée canard. Au début, il ne voulait pas apprendre la façon de nager dans le lac avec le reste de la classe et il ne nageait qu’avec sa bouée. Cependant, à la fin de l’été, il pouvait nager dans le lac avec les autres enfants sans sa bouée ! C’était un travail difficile, mais je me suis sentie bien d’aider un enfant à surmonter sa peur.

Hanno la voglia ma non il modo

Molly Gould Italian 21

Gli anni tra i venti e i trentacinque sono i più imprevedibili nella vita. Parlan- do dalla mia esperienza negli Stati Uniti, so che dopo avere ricevuto una laurea, nessuno sa cosa fare nella sua vita. I giovani sono pieni di sogni idealistici ma privi dell’esperienza e della conoscenza del mondo reale. Però questa conoscenza può essere trovata solo dall’apprendimento mediante sperimentazione, e così certo non l’hanno ancora. Tutti devono scoprire come diventare una persona capace in modo individuale. I giovani spesso cambiano le loro opinioni, fanno lavori differenti e si spostano tanto perché stanno provando a scoprire chi sono e che vogliono fare. E questo processo è completamente normale ed anche essenziale per diventare una persona produttiva e affermata. È uguale indipendentemente dal paese differente o dalla cultura diversa. Il processo di diventare un adulto è lo stesso negli Stati Uniti e anche in Italia. Però, è una realtà che, in Italia, i giovani a volte non fanno questo

22 processo e non possono fare gli esperimenti tra i venti e i trentacinque anni perché non ci sono tante opportunità o tanto lavoro. Le letture “I Figli non Crescono Più” e “Storia di Roberta e Storia di Luigi” e il film Tutta la Vita Davanti discutono questo problema tra i giovani italiani. Nella lettura che si chiama “I Figli non Crescono Più,” l’autore Paolo Crepet di- chiara che adesso sta emergendo un fenomeno culturale tra le famiglie italiane. Raccontando tante storie di genitori italiani che avevano problemi perché i loro figli adulti ancora stavano a casa senza lavoro, Crepet spiega una situazione più generale: che i giovani italiani di oggi non possono partecipare all’economia ital- iana, che è già in declino. Perché i giovani non escono dalle loro case, diventano indolenti, non imparano come si vive nel mondo reale, e poi non sono membri produttivi nella società. Crepet afferma che la struttura della famiglia è cambiata nel senso che non c’è più una gerarchica tradizionale con il maschio in cima, ma è più orizzontale. Secondo lui, questa nuova struttura non funziona e tutta l’Italia ne paga le conseguenze. Scrive che nel passato, “la famiglia ha dovuto funzionare come una agenzia che assicurava la sopravvivenza economica delle generazioni a venire” (Trame, 77). Però adesso, i genitori si occupano sempre di ogni bisogno dei figli e così non gli insegnano correttamente come essere indipendenti. La sua con- clusione è che le famiglie italiane devono assumersi la responsabilità per il successo dei loro figli oppure tutta la collettività sociale non funziona. I problemi dell’econo- mia italiana iniziano dentro le singole case, e questa situazione deve essere affron- tata prima di risolvere i problemi più grandi nell’economia, come disoccupazione, povertà, ed istruzione inadeguata. Invece, “La Storia di Roberta e Storia di Luigi” racconta una prospettiva diversa della situazione tra i giovani italiani. Roberta è una donna di quarant’anni che fa più d’un lavoro ma ancora riceve l’aiuto da sua madre per vivere. Roberta è una insegnante per gli studenti lavoratori e guadagna solo 250 euro al mese. In aggi- unta a quello, collabora con un’agenzia di stampa, insegna un corso regionale ogni settimana, e lavora a un’altra scuola dove ha ideato un corso di giornalismo per ragazzi. Però anche con tutto questo lavoro, la sua vita non è stabile ed ancora non guadagna abbastanza soldi per mantenere sé stessa. Luigi è un uomo di trentatré anni e ha una storia simile a quella di Roberta. Ha lavorato tanto nella prima parte della sua vita. Si è laureato in giurisprudenza e ha ricevuto un dottorato immedi- atamente dopo. Però in realtà, non voleva studiare la legge ma ha abbandonato la sua voglia di studiare filosofia perché in teoria, un avvocato guadagna più soldi e ha una vita migliore. Tuttavia, più di dieci anni dopo che si è laureato, può trovare solo un lavoro che paga 400 euro al mese. Così, Luigi lavora anche come cameriere, il che è molto umiliante. Sia Roberta che Luigi sono veramente adulti che lavorano, ma non sono soddisfatti e devono contare su altre risorse per vivere. Teoricamente, nel mondo, i giovani tra i venti e i trentacinque anni scoprono

23 come essere adulti e iniziano la vita con un lavoro e una famiglia. Però Roberta e Luigi hanno perso questa esperienza di vita perché non c’era quell’opportunità nella società italiana. Come Luigi spiega, “credo che il periodo che va dai venticinque ai trentacinque anni sia quello più produttivo, quello in cui uno ha più energie ed entusiasmo per la vita, quindi anche per lavoro. Il periodo in cui si gettano le basi del proprio futuro. Ma quando arriva, questo futuro? Mi sembra che noi giovani siamo tutti bloccati” (Trame, 166). La situazione dell’economia italiana in declino tocca i giovani italiani perché non possono trovare lavoro o mantenere una vita stabile. In contrasto con l’argomentazione di Paolo Crepet, le storie di Roberta e Luigi dimostrano che i giovani non rimangono a casa perché sono indolenti, ma perché il sistema sociale ha fallito nel fornire un’istruzione adeguata e abbastanza lavoro per assicurare il successo economico delle generazioni a venire. Per risolvere il problema tra i giovani, si devono risolvere questi problemi sociali e economici fondamentali in Italia. Anche il filmTutta la Vita Davanti illustra questo punto. La protagonista Marta si è laureata in filosofia però lavora come telefonista con ragazze che non hanno una laurea e così non possono pensare di avanzare ulteriormente nella vita. Queste ragazze si contendono premi artificiali perché non hanno altre motivazioni in- terne, perché sanno che non possono avanzare oltre nella loro vita. Ovviamente, la situazione economica in Italia significa che i giovani sono bloccati, anche se hanno una laurea, e non possono pensare ad un futuro di possibilità. Dal 2018, il tasso di disoccupazione in Italia è del 10.9% in totale e del 30.8% per i giovani. Negli Stati Uniti, il tasso di disoccupazione è del 3.9% in totale e del 8.4% per i giovani. Questi numeri mostrano che, in generale, i giovani tendono ad essere senza un lavoro più degli adulti. Però questo è perché ovunque i giovani sempre hanno crisi interiori e provano a capire come controllare la loro vita. Ma il tasso di disoccupazione per i giovani in Italia è terribilmente alto. Questo non è perché i giovani italiani sono più pigri o meno capaci dei giovani americani, ma perché la situazione in Italia non gli permettere di ottenere un lavoro. Non sono d’accordo con l’argomento di Paolo Crepet perché penso che il fatto che i giovani in Italia non possano trovare lavoro sia il sintomo di una maggiore questione sociale sottostante. Negli Stati Uniti, a volte i giovani vivono a casa ancora dopo l’università, nor- malmente perché sono in debito con le banche che hanno finanziato i loro studi e così non hanno ancora abbastanza soldi per vivere da soli. Però non è un grande fenomeno come in Italia. I giovani americani fanno lavoretti fino a quando posso- no trovare un lavoro vero e vanno fuori da casa. E la struttura tradizionale della fa- miglia americana anche sta cambiando come in Italia. Una famiglia può assomigl- iare a qualunque cosa: con solo una madre o un padre, con due madri o due padri, con un figlio o dodici figli. E questa è una cosa bellissima. Non c’è solo un modo di vivere, e ci sono modi infiniti di fare una famiglia. Così non è questo cambiamento

24 che turba l’economia italiana. L’economia è in declino a causa dello stanziamento inadeguato delle risorse del governo che porta a un cattivo sistema scolastico ed a tassi alti di disoccupazione. Per trovare un modo di vivere in Italia in questo tem- po di instabilità, i ragazzi italiani devono essere intraprendenti e creativi. Devono creare l’opportunità quasi dal niente, o viaggiando fuori dal paese o imparando un mestiere utile. Anche devono diventare attivi nella politica italiana per modificare le leggi contraddittorie e cambiare il sistema che lo mantiene.

Bibliografia: Crepet, Paolo. “I figli non crescono più”, in Abbona-Sneider, Borra, Pausini. Trame. A Contempoirary Italian Reader. YUP, 2010.

L’expulsion des immigrés clandestins: oui ou non?

Lucy Kain French 22

L’immigration est un problème qui est beaucoup discuté dans la nouvelle, et elle affecte des millions des gens autour du monde. La plus grande question concernant l’immigration est la suivante : « Faut-il renvoyer les immigrés clandestins chez eux ? » Certains disent « non », mais d’autres pensent que les problèmes d’immigration disparaîtront dans les pays d’accueil si ces pays expulsent les immigrés clandestins. Il y a beaucoup d’arguments pour l’expulsion d’immigrés clandestins. Première- ment, les partisans d’une politique d’immigration stricte croient que les immigrés volent des emplois et créent le chômage dans le pays d’accueil. Le président Don- ald Trump, Marine Le Pen, et d’autres chefs de la droite croient que les immigrés détruisent l’économie de leurs pays. Deuxièmement, ils croient que les immigrés clandestins apportent le crime et le terrorisme à leurs pays d’accueil et mettent en danger les citoyens. Après les attaques terroristes au Bataclan en 2015, Marine Le Pen a dit que l’extrémisme islamique devait être éradiqué (Joseph). Elle pense que l’expulsion d’immigrés clandestins est une stratégie pour écraser le terrorisme en France. Un troisième argument est que les immigrés clandestins abusent du sys- tème d’aide sociale dans leurs pays d’accueil. Par exemple, ils peuvent utiliser les urgences dans les hôpitaux sans payer d’impôts. Généralement, les gens qui souti- ennent l’expulsion d’immigrés clandestins croient que les immigrés leur volent des choses et mettent leur pays en danger.

25 Par contre, il y a de nombreux arguments contre l’expulsion d’immigrés clan- destins. Les opposants à l’expulsion des immigrés considèrent le problème du point de vue des immigrés. Ils se demandent pourquoi ces personnes quittent leurs pays d’origine en premier lieu. Quand la vie est dangereuse dans leurs pays d’origine ou s’il n’y a pas d’opportunités de travail, ils doivent chercher une nouvelle vie dans un autre pays. Certains croient que l’expulsion d’immigrés clandestins est immorale car les im- migrés doivent soutenir leurs familles financièrement, et quand les immigrés sont expulsés par le gouvernement, leurs familles n’ont plus de revenus. Les partisans de l’expulsion voient les immigrés comme des menaces, cependant les opposants à l’expulsion affirment que les immigrés veulent seulement une meilleure vie pour leurs familles et ils ne sont pas dangereux. Un autre argument contre l’expulsion est que les immigrés clandestins peuvent augmenter la productivité économique d’un pays car ils font les travaux indésirables et physiquement durs que personne ne veut faire. Les immigrés clandestins sont souvent éboueurs, frituriers, ouvriers du bâtiment, hommes et femmes de ménage, et ouvriers d’usines. Ces emplois de base rendent l’économie productive et les ouvriers immigrés d’industrie augmen- tent le PIB d’un pays. Alors, les opposants à l’expulsion des immigrés croient que l’expulsion nuit à l’économie et aux familles d’immigrés et que l’expulsion est par conséquent immorale puisque les immigrés cherchent une meilleure vie pour leurs familles. Personnellement, je pense qu’il ne faut pas renvoyer les immigrés clandestins chez eux. Les immigrés prennent des emplois dans un pays, mais à vrai dire, ils prennent un très petit nombre d’emplois dans l’ensemble. Je crois que les partisans de l’expulsion exagèrent les effets négatifs de l’immigration clandestine. En réal- ité, la xénophobie et le racisme sont une grande cause de la haine des immigrés à mon avis. La politique d’immigration peut devenir trop agressive quand le gouver- nement veut expulser les immigrés clandestins. Par exemple, quand l’administra- tion de Trump a séparé les parents immigrés de leurs enfants, des milliers de fa- milles immigrées ont souffert. Je crois que les pays riches ont une obligation morale d’offrir des opportunités aux immigrés fuyant une mauvaise situation dans leurs pays d’origine. Bien que l’immigration puisse causer des problèmes dans les grands pays comme les États-Unis et la France, elle ne détruit pas ces pays. Il est plus im- portant de protéger les victimes de l’instabilité qui viennent des pays oppressifs ou corrompus.

26 Bibliographie Joseph, Yonette. “In Their Own Words: Marine Le Pen and Emmanuel Macron.” , 5 Mai 2017, www.nytimes.com/2017/05/05/world/eu rope/emmanuel-macron-marine-le-pen-quotes.html. Nowrasteh, Alex. “The 14 Most Common Arguments against Immigration and Why They’re Wrong.” Cato Institute, 2 Mai 2018, www.cato.org/blog/14-most- common-arguments-against-immigration-why-theyre-wrong.

27 28 Poetry

29 Un nuevo día

Sofía Friedman Spanish 21

[Basado en la violencia que ocurrió en Pittsburgh el 27-X-2018]

Las familias se sientan juntas en abrazo cariñoso. Las palabras y el espíritu del Sidur y la Torá llenan sus cuerpos y sus corazones. La gente se balancea como velas parpadeantes. Una canción llena la habitación.

De repente, un disparo perfora las armonías melódicas del servicio. Chales de oración, libros y kipot se estrellan contra el suelo. Gritos y sollozos ahogan la canción. La gente sale corriendo como estampidas de animales salvajes.

Dios mira desde el cielo y llora. Lo miramos y lloramos también. Porque somos un corazón, una familia. Desde todo el mundo, oímos los disparos. Vemos la sangre. Sentimos el dolor.

Estamos bien acostumbrados al terror y a la tragedia. Pero también nos hemos convertido en expertos de la resiliencia, el coraje, y la fuerza para seguir adelante.

Todos lloramos, todos rezamos, y con lágrimas en los ojos y miedo en nuestros corazones, hacemos lo que hacemos mejor: guardamos en nuestros corazones la memoria de aquellos que hemos perdido y comenzamos a caminar hacia un nuevo día.

30 Un verano junto al lago

Angela Alibrandi Spanish 21

El sol en mi cara, El viento en mi pelo. No hay ninguna nube en el cielo.

La quemadura de sol en mi espalda, Los nuevos trajes de baño. No quiero tener más años.

El agua es caliente, Mi familia está presente. Desearía que esto fuera permanente.

31 De cima do morro/Do alto do morro

Sophie von Muench Portuguese 4

O meu lugar é escuro. Só tem alguns pontos de luz – Luzes de prédios ali em baixo, Luzes das estrelas lá em cima, E a luz da única lâmpada dessa rua. Tirando essas estrelinhas, o escuro está por todo lado. Me abraça; me conforta; me esconde.

O meu lugar é frio. Não é aquele frio que dói, que faz você querer se esconder dentro de casa e nunca mais sair. É aquele frio que anima. Aquele frio que, quando beija seu rosto, limpa a sua alma e o seu espírito. O próprio cheiro de frio é a sensação. Um ventinho que mexe seu cabelo, Que te ajuda a acordar E se sentir viva.

É melhor trazer um cobertor para esse frio, Mas isso só cria uma atmosfera de conforto.

Também é preciso um amigo. Não, não só um amigo – o seu melhor amigo. O amigo para quem você liga quando algo acontece na sua vida -- Qualquer coisa, grande ou pequena. O amigo que te conhece tão bem

32 que às vezes parece que te conhece melhor do que você mesmo. O amigo que te entende, Te entende sem precisar de uma explicação. O amigo com quem você quer compartilhar todas as suas experiências. O amigo que você sabe que sempre virá correndo se você precisar, E para quem você correria se ele precisasse. Quando fala com este amigo, quando vê este amigo, Quando ouve a risada deste amigo, Você se sente em casa. O lugar seria solitário sem este amigo ao seu lado.

Aqui em cima, o mundo parece pequeníssimo. Só se pode ver uns pontos de luz da cidadezinha dormindo lá embaixo. Além disso, os morros escuros te cercam. Aqui em cima, o mundo parece grandíssimo.

Pode-se imaginar que esta cidade pequena é tudo que existe. Pode-se imaginar que o mundo fora deste morro tem oportunidades e vistas incríveis. Pode-se falar sobre suas preocupações com seu amigo, e deixá-las desaparecer no escuro fresco.

O meu lugar não é só lugar. É o cheiro de frio. É a sensação do vento fresco. É o conforto de estar com o melhor amigo. É a oportunidade de esquecer tudo além deste momento. É estar em cima do morro, olhando para as luzes, e saber que tudo vai estar bem.

33 Nueva vida

Amy Berger Spanish 21

encima del cerro, un árbol descansa sus ramas viejas se extienden al cielo las hojas se caen lentamente al suelo solo con sus pensamientos, piensa

una tormenta enojada aparace gritando con su aliento fuerte el trueno ruge antes de la muerte que el árbol realmente no se merece

el árbol muerto viaja lejos con los otros árboles viejos

viene a una fábrica que lo convierte en este papel en el que yo escribo

34 Mi amigo más pequeño

Cameron Cummings Spanish 21

Veo la ardilla corriendo por el campus, ascendiendo los árboles y escondiéndose en los arbustos.

A menudo me pregunto cómo es la vida de la ardilla, y si me gustaría vivirla en vez de la mía propia.

Pero trato de recordarme de que él tiene su papel y yo tengo el mío. Es bueno que podamos compartir el mundo, mi amigo más pequeño y yo.

35 Casa

Olivia Swonder Spanish 21

No soy de la ciudad Donde las personas pagan millones para alquilar un apartamento, Donde hay trenes, buses y taxis, Donde no existen campos ni cielos despejados.

No soy de la prisa Ni los bocinazos de los carros Ni los rascacielos Ni el ruido de los aeroplanos volando arriba.

Soy de un pueblo Donde se ven maizales y ciervos desde la ventanilla del coche, Donde la gente sabe su nombre, Donde hay tranquilidad.

36 El invierno en el Parque Central

Wendi Zheng Spanish 21

En el centro de una metrópoli bulliciosa, el parque es un santuario tranquilo. Entrar en un día de invierno es como ser transportado a un mundo maravilloso. Una capa de nieve cubre el suelo, los árboles están vestidos de blanco. Si te quedas quieto, puedes echar un vistazo a la vida de los animales. Las aves cantan y vuelan en el cielo, esquivando eficientemente la nieve que cae de los árboles. Las ardillas y los conejos caminan por el suelo, dejando pequeñas huellas en la nieve. Caminando por el parque, el olor familiar de nueces tostadas calienta el cuerpo. Las risas de los niños en trineo y en patines calientan el alma. Los sonidos apagados del tráfico son la única indicación que la ciudad existe–– Es fácil perderse en este oasis nevado. Durante estos días de invierno, e s claro ver lo que el parque ofrece–– Momentos de paz entrelazados con signos innegables de vida.

37 ¿Por qué no quieres hacerlo?

Jarrett Davis Spanish 4

La vida es simple cuando tengo el mundo en mis manos. Además quiero escapar con mis amigos adonde no puedes buscarnos Porque con todo lo que sabemos, No podemos hacer los cambios que queremos.

Si tratamos de arreglar el medio ambiente, Irá muy lentamente. Lo sé positivamente, Es evidente, mucha gente vive egoístamente.

Quisiera que no fuera la verdad, Pero el dinero es lo más importante. ¿Cómo puedo trabajar hacia una meta Cuando sé que no puedo alcanzarla?

Sí, un buen sueldo es una cosa significativa, Pero necesitamos más para sentir que la vida es productiva. Necesitamos disfrutar con familia y demás, También nos gusta enfocar en qué te compras.

Los árboles no se apoyarán, Los mares no se purificarán, Los países del mundo contaminarán. Todos los organismos se nos enfermarán Si no lo intentamos, eso no ayudará la situación. Debemos tener más constancia, Pero hay problemas en todos los ámbitos Y no podemos tener éxito en uno sin tener la falla en otros.

Si la gente famosa de la historia no podía, ¿Cómo podemos en este día? ¿En cuál manera debemos usar nuestra energía? Muchos jóvenes prefieren jugar con la nueva tecnología.

Los movimientos que intentan ayudar problemas como

38 Desigualdad, salud mental, O el desequilibrio de la riqueza, Son ideas buenas, y quiero apoyarlos.

Aprendería que es difícil hacer una transformación. No quisiera mostrar abnegación. Después de aprender y ver esto, No creo que esté listo.

Hay otros aspectos que quiero sostener Pero bastante tiempo no voy a tener. Si se tiene un buen trabajo esto necesita mantener No puede soñar, solamente permanecer.

Además, ¿qué pasa si no trabaja En una empresa con mucha influencia? Mantener la esperanza y trabajar duro Porque el orgullo y el intento son contagiosos.

Es como un volante Que lleva la idea adelante. Muchas personas querrían ser un aspirante De una empresa estimulante.

Si tenemos más de la juventud En trabajos en que tienen mucha pasión, Estaremos mucho más felices Y todos vamos a tener más dedicación.

A veces pienso que murió la pasión Y no recordamos el impacto de las ideas de la revolución. Algunos pretenden que nada está mal Si no le afecta, no es real.

No obstante, hay muchos impedimentos Y hay muchos hombres desatentos. Desacuerdos detienen la solución antes de dar comienzo Pero la fuerza está en su seso.

39 A veces no quiero ser dedicado, A menudo estoy enredado Y prefiero alejarme de lo complicado Sin pensar en el resultado.

En este momento necesito pensar en la siguiente generación: Si me dedico, les dará esperanza. Con eso podemos hacer cambios. ¡Nada es imposible!

Saudades da minha casa

Dominique Landinez Portuguese 4

Milhões de estrelas acordam, Brilhando demais, Quando a luz do sol Senta no meu rosto.

As estrelas neste momento Ficam acordadas, Refletindo as cores creme, azul e moreno Da areia, do mar e da pele.

Quando o sol fala com as estrelas, Ele passa energias boas, Energias poderosas, E energias seguras.

Eu posso sentir as estrelas Sentando no meu rosto E passando pelo meu corpo todo, Passando energias quentes Como um cobertor.

40 As estrelas acordam Com a ajuda do sol, Mas, sem o sol, As estrelas ficam dormindo.

A ausência do sol significa a ausência de estrelas na pele, De energias boas, poderosas, seguras, e De reflexos das cores creme, azul e moreno.

Sem sol não há energia. Sem sol Não há estrelas dançando, acordando na pele. Não há as energias quentes na pele. Não há razão de viver.

Quando as estrelas estão dormindo, E não podem dançar na pele, E não podem brilhar, As cores, as energias e a felicidade somem.

Quando as estrelas estão dormindo, O mundo fica frio, As pessoas não conversam, As pessoas são arrogantes...

Quando as estrelas estão dormindo, e Não estão dançando na pele, Sem as cores do mar, As pessoas não pensam nos outros.

As pessoas esquecem que Nós estamos juntos no mundo, Que nosso meio ambiente está morrendo. As cores creme, azul e moreno Estão cinzas, Sem o reflexo das estrelas.

41 Sem as energias quentes na pele, A felicidade morre. As pessoas ficam tristes, Sem motivação para ajudar outras pessoas Que vivem também no mundo.

Nós esquecemos como vivíamos Sem o sentimento do sol no rosto, Sem as energias poderosas.

Nós esquecemos que podemos fazer qualquer coisa no mundo... E no mesmo momento, Nós podemos ficar feliz.

As estrelas, Acordadas, Brilhando, Dançando na pele, São importantes.

O sentimento das estrelas, Quando o sol está sentando em nossas peles, Quando o sol está falando demais, Contando os segredos dos mundos, Sobre o futuro de nosso mundo, É a resposta para todas as nossas perguntas.

Cruzando la línea

Jun Seo Spanish 21

Veo rojo. No sé mi destinacion. Solo sé que hay una. Como consecuencia, tengo miedo. Miedo de las dificultades de la vuelta. Miedo de los desafíos possibles. Miedo del futuro oscuro. Miedo del fracaso…

42 Pero, algo me llama. ¡Venga, venga! ¡La vida es bonita y mereces disfrutarla! ¡Adelante! Con hesitación, yo empiezo a caminar. Un pasito. Un paso. Más pasos. Más pasos hasta que veo la línea amarilla. Si cruzo, todo en mi vida cambiará. Saldré de mi lugar seguro y entraré a una frontera desconocida. El comienzo de una vida nueva. Veo verde.

Amor o sangre

Matt Paragamian Spanish 21

No somos parientes, No compartimos el mismo ADN. Somos de otros lados del mundo Somos de diferentes generaciones, culturas, creencias, perspectivas.

No tenías que amarme, podías irte. No tenías que aceptarme, podías ignorarme. No tenías que tratarme como familia, podías ser fría.

Pero no era el caso.

Siempre eres compasiva y cariñosa. Me has dado tu lealtad y te he dado la mía. Me has probado un hecho importante de la vida: No es la sangre que importa, Es el corazón.

43 Manos sucias

Mackenzie Tatananni Spanish 21

Todo se está derrumbando dentro de mí.

No quiero entender cómo cambiaste, Un altar sin cuerpo, Tiempo pasado, cuando dejaste de ser.

Podían haberte golpeado, Tu cuerpo enredado en ternura, trenzado con dolor, Un altar colapsando.

Te dejaron en un agujero No muerta pero sola.

¿Quién estuvo ahí? ¿Quién te tocó? ¿Quién estaba viendo el brillo de tu vida Latir lejos en soledad?

Sé que es una ofrenda pobre pero nadie sabe Como fuiste descartada, Como terminaste.

Tu vida no les importaba. Lo que quiero no importa Pero tengo miedo de ver.

Asi que no miro.

44 Libro libre

Jennifer Frye Spanish 23

Aquí tienen mis memorias: Una figura alta, delgada, Con un lomo y una columna de fuerza. Mis páginas y mi piel son de crema Con puntos de polvo y pecas. Soy pelirroja con un corte peligroso. Tengo ojos y hojas profundas.

Aquí está mi libro libre, Independiente, confidente, Organizado con capítulos y títulos. Misterioso mientras cerrado, Pero abierto, adentro, llena de curiosidad y sabiduría.

Tengo frases de esperanza y tristeza, Preguntas con y sin respuesta, Un párrafo marcado por café, Una línea marcada por tinta.

Algunos me leen pero pocos me conocen. Engancho y engaño a otros Con muchas palabras de nada. Encuentro apuntes en mis márgenes Escritos por familia, amigos, extraños; Puedo borrarlos o subrayarlos.

Con el tiempo mi figura se inclinará, Mis páginas se doblarán, Pero mis ojos se mantendrán profundos. Aunque todavía no sepa mi desenlace, Les cuento mis memorias.

45 46 Narratives Laberinto de miedo

Alexandra Soo Spanish 21

"Creo que esto es una mala idea", dije. Mis tres mejores amigos y yo estába- mos en una cola interminable, congelándonos en el aire frío de octubre. Apenas podía sentir mis dedos debajo de mis guantes de lana. La única luz era la de la luna grande y amarilla colgada en el cielo. "Violet, ¡prometiste que harías el laberinto de maíz con nosotros!” dijo mi ami- ga Katie. "Además, ¡escucha cuánto se divierten ellos!" dijo mi amigo George, riendo. Los gritos de los otros visitantes resonaban en la noche. Desde que era niña, había odi- ado Halloween y todo lo que da miedo. Sin embargo, ahí estaba con mis amigos, listos para entrar en "El laberinto del miedo". El laberinto era conocido por espan- tos que eran extremadamente realistas. Cuando llegamos finalmente al frente de la cola, estaba temblando, y no por el frío. "¿Tienes frío? ¿Quieres mi gorro?" preguntó George. "No", respondí, "parece ridículo". George, siempre el bromista, llevaba uno de sus gorros favoritos. Era de un anaranjado brillante y parecía un cono gigante en su cabeza. Entramos en el laberinto. Los tallos de maíz gigantes me rodearon. Estaba claro que la única manera de escapar de este laberinto era atravesarlo. "Deberíamos competir. ¿Quién puede escapar más rápido?” preguntó George. “¡Tres, dos, uno!" exclamó Katie. "¡Espera! No quiero–" pero, antes de que pudiera terminar mi oración, ya me habían abandonado. Empecé a caminar por el laberinto. Giré a la derecha, luego a la izquierda y luego a la derecha. De vez en cuando, pasaba la silueta de un espan- tapájaros contra la luna, elevándose por encima del maíz. De repente, escuché el zumbido de una motosierra. Sabía que el sonido era falso como la sangre derramada en el suelo. Los hombres enmascarados sólo eran acto- res. Sin embargo, el zumbido de la motosierra parecía muy real. Un escalofrío me recorrió la espalda. Mi instinto me dijo que me escondiera. Corrí entre los tallos de maíz y me agaché. Escuché el crujido de las hojas de otoño. A través de los tallos de maíz, pude ver un par de botas caminando a mi lado. El hombre gruñó, “¿Cuántos más puedo matar?" Él llevaba la motosierra y cojeaba. Cuando ya no pude oír el zumbido de la motosierra, salí de mi escondite. Seguí caminando por el laberinto, esta vez con más urgencia. Después de unos minutos, pasé dos espantapájaros, uno al lado del otro. Uno de ellos llevaba un ridículo sombrero puntiagudo. Mis manos temblaron cuando

48 alcancé mi móvil. El cuerpo se me llenó de una sensación de pavor. Ya sabía lo que iba a ver. Yo encendí la luz de mi móvil. En frente de mí estaban Katie y George atados a postes de madera. Sus brazos estaban extendidos como espantapájaros. Sus ropas estaban cubiertas de sangre. Grité. Comencé a correr tan rápido como pude a través del laberinto. No tenía otro pensamiento que escapar. De repente, vi la salida. Lágrimas de alegría y alivio llenaron mis ojos. Estaba en un campo vacío. Ninguna otra persona había escapa- do del laberinto viva. Inmediatamente llamé a la policía. Esperé y esperé. Finalmente, pude escuchar las sirenas en la distancia y ver las luces rojas, azules y blancas intermitentes. Sentí alivio; había sobrevivido. Un hom- bre en un uniforme de policía salió del coche. Él dijo: "Sube al coche, por favor." Pero me quedé congelada. Una ola de terror se apoderó de mí. Había oído esa voz antes. El policía caminó hacia mí, cojeando.

La maison sur la plage

Andrew Gross French 22

Il était une fois, il y avait une maison sur la plage. La maison était loin de tout et bien isolée par les dunes. Elle était occupée cette semaine–là par quatre étudiants de Tufts en vacances. Le groupe se composait de Deena, Varisa, Aidan et moi. Nous sommes arrivés lundi et avons passé toute la semaine à la plage car il n’y avait rien à faire d'autre. L’idée que la plage est aimée par tout le monde a persisté jusqu’à vendredi. Fatigué par l'ennui des journées trop similaires, notre groupe a décidé de sortir pour une soirée en ville. Cela fut une grosse erreur car cette soirée a duré plus longtemps que nous avions prévu. Quand nous sommes rentrés chez nous très tôt le lendemain, nous avons été choqués par ce que nous avons trouvé: la porte avait été laissée béante, le bol pour notre réserve de crème solaire avait été renversé, et le mur du salon avait été van- dalisé avec des symboles incompréhensibles. Un vrombissement faible fut émis derrière la maison. –Quel bordel, a dit Aidan. –Avez–vous entendu ce son là? a demandé Andrew. –Non ! Où est ma boîte à bijoux? a crié Varisa. Tous les autres ont commencé à chercher les bijoux dans la salle tandis que Dee- na s’est mise à comprendre les symboles. Le mur semblait être couvert de chiffres

49 à l’envers avec des points placés entre chaque. Deena a réfléchi pendant une heure avant de découvrir la vérité. –Ces symboles sont les chiffres d’un point. On doit y aller! a crié Deena. –Ma boîte à bijoux! Je ne la trouve nulle part! a lamenté Varisa. –D’accord. Allons prendre le bâteau, a dit Aidan. Peu après, nous nous sommes engagés à trouver ce point qui avait des coordon- nées qui le localisaient à un kilomètre au large de notre maison. La mer était calme et très foncée et ne nous a pas donné de difficultés. Soudain un canot à moteur est apparu. Nous pouvions discerner un homme debout sur le bateau. Avec des tremblements dans nos voix, nous avons salué l’homme et nous nous sommes ap- prochés de l’arrière du bateau. –Vous êtes qui monsieur? Est–ce que vous avez notre boîte à bijoux ? Pourquoi est–ce que vous avez cambriolé notre maison ? lui avons–nous demandé. Il n’y avait pas de réponse. Tout d’un coup, l’homme a sorti la boîte à bijoux. Ses yeux brillaient intensément et nous ont rendu aveugles. Tout le monde s’endormi soudain. Nous nous sommes tous retrouvés dans nos propres lits. Le salon était propre comme si rien ne s’était passé. Nous nous sommes réunis dans la cuisine et avons pris nos cafés. –J’ai fait un rêve trop bizarre, j’ai dit à tous. –Oui moi aussi, a dit Aidan. –Est–ce que tu as lêvé qu'en avait été cambriolé ? nous a demandé Varisa. Tout le monde a essayé de se souvenir de ses rêves et a déterminé que nous avons tous fait le même rêve. Ébranlés par l'expérience partagée, nous avons ra- massé nos vêtements et avons décidé de partir tout de suite. Dans la voiture, Deena s’est tournée pour regarder la maison une dernière fois. Avec un éclair, les lumières ont été allumées révélant l’ombre de l’homme par la fenêtre. La voiture a accéléré et le groupe s’en est vite allé.

Un pastel de amor

Olivia Swonder Spanish 22

Era un día placentero de septiembre en Indiana y se podía ver el cambio de las hojas en cada dirección. A las cuatro de la tarde, las ardillas empezaban a apre- surarse por la hierba, buscando bellotas para enterrar. El invierno vendría rápid-

50 amente, entonces no había mucho tiempo para recoger comida para la estación brutal. Pero en un arce, despreocupado por el venidero invierno, estaba la ardilla llamada Chip, de doce años, preparándose para un gran día, el día en que expre- saría su amor por su mejor amiga. Era un amor que había existido por mucho tiempo. Hace dos años, Chip tro- pezó con Hazel, su amor, bajo el mismo árbol mientras recogían bellotas. A prime- ra vista, él se enamoró de ella con sus ojos verdes y figura pequeña. Ahora, estaban en la misma clase de “Nutrición para las ardillas” y aún eran compañeros en cada proyecto. Por verla cada día, el amor de Chip por Hazel había aumentado a un nivel extremo. Él siempre quería confesarle su amor por ella, pero no había tenido un plan hasta ahora. Mañana sería el cumpleaños de Hazel, y Chip pensó que este sería el momento perfecto para expresar su amor por ella. Entonces, él pasó todo el día planeando el regalo perfecto que podía plasmar sus emociones: un pastel elaborado, hecho con los ingredientes favoritos de Hazel. Fue difícil encontrar todos los ingredien- tes, pero lo logró después de ir a cinco mercados diferentes, buscando harina de bellotas, fruta e insectos de alta calidad. Después, mezcló los ingredientes y horneó el pastel, un proceso que duró más de tres horas. Ya eran las dos de la mañana del cumpleaños de Hazel, pero Chip tenía ganas de hacer el pastel más bonito de todos los que Hazel había comido. Para hacer esto, Chip decoró el pastel con un corazón escrito con bellotas. No se durmió hasta las cuatro de la mañana, pero por lo menos estaba listo para su gran día. Más tarde esa mañana, Chip se despertó nervioso pero emocionado de mirar la reacción de Hazel cuando ella viese el pastel. Él lo puso en una caja grande y roja y empezó a caminar a la escuela con cuidado para asegurarse de que el pastel estu- viera en buen estado para Hazel. Minutos después, él llegó a la escuela, sudando por su miedo a mostrar su amor por Hazel por primera vez. Abrió la puerta de su clase de nutrición ansiosamente, buscando los ojos verdes de Hazel. Pero no los encontró. Su plan había sido destruido. ¿Cómo expresaría su amor por Hazel si ella no estaba en clase? Él continuó su día deprimido. Solo podía pensar en Hazel, y en el dolor de su corazón por no poder darle su amor. Pero todavía estaba dispuesto a encontrarla; el pastel no sería tan bonito ni tan significativo el próximo día. Entonces, después de la escuela a las cinco de la tarde, Chip fue a la casa de Hazel que estaba en un arce muy alto en el parque. Todavía llevaba el pastel en la caja roja, un símbolo de su amor. Llegó al árbol, y podía ver una luz encendida que venía del agujero en la corteza. “Ella tiene que estar en casa. La voy a ver,” pensó Chip.

51 Entonces, empezó a subir el árbol silenciosamente, y llegó a la puerta. En ese momento, él podía verla finalmente. Pero algo estaba mal. Ella estaba sentada en su cama, cubierta en escayolas. Ella lo vio entrar, e inmediatamente em- pezó a interrogarlo. “¡Chip! ¿Por qué estás aquí?” “¿Por qué estás cubierta en escayolas?” “Pues… tuve un accidente mientras caminaba a la escuela esta mañana. Fui electrocutada por el cable.” “¡Dios mío! ¿Estás bien?” “Sí, y estoy aún mejor ahora que tú has llegado. ¿Pero por qué me has traído esta caja?” “Ten, la puedes abrir. Es un regalo para tu cumpleaños, y supongo que un poco más. Quería dártelo en mejores circunstancias, pero espero que todavía te guste.” Ella abrió la caja. “Ah, Chip. ¡Es tan bonito!” “He querido decirte algo por mucho tiempo. Ves, te he amado desde el día en que nos conocimos. Y desde entonces, te he mirado, pensando en lo maravillosa que eres y cómo quiero que tú seas mía. ¿Qué dices?” “Es gracioso. Me he sentido de la misma manera. ¡Digo que sí!”

¿Rojo o azul?

Daniel Weinstein Spanish 2

Había dos familias de capibaras que vivían en Barranquilla, Colombia. Ambas familias vivían en la misma tierra, con los mismos árboles y el mismo cielo. Pero, ambas familias pensaban que toda la tierra era su tierra. La primera familia, la familia “Rosa”, eran capibaras rojas, y un día, dijeron que la tierra era suya porque las cosas más bellas de la vida son rojas. “¡Sean rojos todos! ¡Esta tierra es solo para capibaras rojas!” Pero la segunda familia, la familia “Oceano”, eran capibaras azules y respond- ieron a la familia “Rosa”. Ellos dijeron que la tierra era suya porque las cosas más bellas de la vida son azules! “¡Salgan de nuestra tierra! ¡Esta tierra siempre es azul, solo azul!" Pasado el tiempo, las dos familias vivían sus vidas, y nunca se hablaron la una con la otra. Pero, había un problema. Había un árbol, un árbol que era azul y rojo.

52 El árbol era el más hermoso de la tierra, y ambas familias querían el árbol. “¡Danos el árbol!” La familia “Rosa” dijo. “El árbol es todo rojo.” La familia “Oceano” estaba furiosa. “¡Para! El árbol es todo azul, ¿no tienes ojos?” Después, las dos familias tuvieran una guerra sobre el árbol, y durante la guerra la familia “Rosa” solo vio rojo en el árbol, pero la familia “Oceano” solo vio azul en el árbol. “¡Mira!” la familia Rosa dijo. “La verdad es que el árbol es rojo”. Y la familia “Oceano” dijo “¡NO! ¡Mira! ¡La verdad es que el árbol es azul!” Pero, después de la guerra, el árbol no estaba allí. Durante la guerra, las dos fa- milias lo destruyeron. Después, las dos familias aprendieron a llevarse bien, porque las dos familias perdieron algo que amaron. En la ciudad de Barranquilla Colom- bia, ambas familias de capibaras vivían en paz. Pero, en la ciudad de Medellín, había dos familias de ciervos. Una familia era verde, y la otra familia era púrpura. Como las dos familias de capibaras en Barran- quilla, ambas familias pensaban que toda la tierra era su tierra. Las dos familias en Barranquilla escucharon sobre las dos familías en Medellín, y decidieron hablar con ellos. Después de la conversación, las dos familias de ciervos decidieron vivir en paz como las dos familias de capibaras.

Que penses–tu de moi?

Ana Maria Samper French 21

Quand je suis arrivée aux États-Unis en août 2016, ma vie a complètement changé. J’avais habité toute ma vie en Colombie et cet été, je devrais apprendre à vivre seule. Je me souviens que la partie la plus difficile de toute ma transition a été mon adaptation à la culture américaine. Après mon arrivée, je pensais que la pire partie allait être la barrière de la langue. Bien qu’il n’ait pas été facile de m’exprimer socialement dans une langue autre qu’espagnol (je utilisais seulement l’anglais pour les affaires académiques), le choc culturel a été la pire partie. Tout a commencé quand je suis arrivé à mon premier cours d’anglais, et j’étais la seule colombienne de la classe. En plus, j’étais la seule étudiante internationale de la classe. Le professeur nous a demandé de nous présenter et nous exprimer d’où sommes-nous et un peu de nos vies. Quand j’ai dit que je suis colombienne, tout le monde était très surpris, et un garçon m’a dit, « Oh, très cool, as-tu vu Narcos ? » (Narcos est une série télévisée sur la vie de Pablo Escobar).

53 Ce moment peut résumer la moitié des conversations que j’ai eues avec les étudi- ants américains les deux dernières années ici. Les premiers mois à Tufts étaient très difficiles pour moi parce que je me suis rendu compte que le stéréotype de la Colombie et de tous les colombiens est associé avec les drogues et le trafic de drogues. La plus mauvais chose était que les gens ici aimaient Narcos, et qu’ils pensaient que Pablo Escobar était excellent. Quand j’ai décidé d’étudier à l’étranger, je n’avais jamais pensé devoir défendre l’image de mon pays et de changer la perception que les américains ont de lui. Ce moment m’a mis à questionner mon identité et ce que cela signifie pour moi d’être colombienne, et ce que je voulais que les gens sachent quand ils pensent à la Co- lombie. J’ai toujours pensé qu’il est important que les gens sachent l’histoire de mon pays et qu’on doit apprendre de l’histoire parce que, comme on dit, « qui ne connaît pas son histoire, est condamné à la répéter. » Cependant, les problèmes associés avec Narcos sont qu’il y a beaucoup d’erreurs historiques et que le résultat de la série n’était pas que les gens se rendent compte des conséquences terribles à propos de la demande de drogues qui a fait souffrir la Colombie, mais les gens le divertissent. Par exemple, pendant Halloween de cette année, j’ai vu deux personnes déguisées comme Pablo Escobar. Ils croient que Pablo Escobar était une personne digne d’être commémorée. Je me suis demandé s’ils savaient que Pablo Escobar était re- sponsable de plus de morts que Osama Bin Laden. Je crois que s’ils le savaient, probablement ils ne se déguiseraient pas en lui. Depuis ce moment, je me suis efforcée de changer l’image que les gens ont de mon pays et il faut leur montrer que la Colombie est mille choses plus que cette his- toire tragique. Je voulais pouvoir dire que la situation dans mon pays a changé, mais comme la demande pour les drogues dans les États-Unis est croissante, la violence dans mon pays fait toujours partie de notre réalité.

La última batalla

Cameron Cummings Spanish 21

¿Has visto alguna vez un torneo de ajedrez? No hay nada parecido, y el Torneo Nacional de 2008 fue uno de los mejores torneos que he experimentado. Allí, antes de una partida, había miles de jóvenes hablando, riéndose, comiendo pizza y for- mando amistades. Sin embargo, cuando llegaba el momento para la partida, todos

54 cambiaban totalmente. Un grupo que había sido tan ruidoso como aficionados en un estadio de fútbol estaba en silencio y enfocado como estudiantes tomando un examen. A medida que pasaba el tiempo, algunos salían, habiendo terminado sus partidos, dejando a los que todavía estaban batallando. Esta es la historia de la última batalla del torneo. Cuando me enfrenté a mi oponente, sabía que iba a ser una batalla difícil. Podía ver el hambre por ganar en sus ojos. Sin embargo, era simpático. Me dijo que era de Minnesota y tuvimos una breve conversación. No obstante, no era el momento para conversar. ¡Era el juego 5 de 7 del Torneo Nacional! Dejamos de hablar y em- pezamos a jugar. Él tenía blancas, y yo tenía negras. El juego se inició de una manera normal; em- pezamos a mover nuestras piezas inocentemente. A medida que pasaba el tiempo, él empezó a atacarme. Tomó mi reina, y luego tomé la suya. Eso no me preocupó. Lo que me asustó fue que, después de tomar mi reina, encontró alguna manera de tomar mi alfil a cambio de nada. Después de eso, tuve que hacer una pausa para pensar. Sabía que la posición a la que habíamos llegado era un punto crítico de la partida, y que perdería rápidamente si no tenía cuidado. ¡Estaba en el Torneo Na- cional! Tenía que ganar. Me quedé 20, 25 minutos en esa posición pensando, visu- alizando y planeando. Todavía no tenía ni idea sobre lo que debía hacer. Entonces, decidí preguntarles a mis piezas. El alfil y la reina, que ya habían sido tomados, solamente gritaron profanidades y no me ayudaron de ninguna manera. Pregunté a la torre, “¿Tienes ideas?” La torre, que había sido una parte clave de mi defensa contra mi oponente, se quedó un rato pensando. Luego, sin miedo ni inseguridad, me dijo, “Sacrifícame. Es la única manera”. Inmediatamente, dije “¡No! ¡Te necesito! Has sido la parte más clave de esta partida". Ella respondió, “He hecho lo que necesitaba hacer. Permíteme se- guir haciendo lo necesario por el bien de la partida”. No quería perder mi valiente torre, pero ella estaba en lo cierto. Su plan era lo que necesitaba hacer. Para continuar, conversé con el caballo, mi pieza predilecta. Parece no tener poder, pero es capaz de hacer cosas que ninguna otra pieza puede hacer. El caballo, quien no había hecho casi nada, estaba enojado conmigo. “Fi- nalmente, ¿vas a permitirme entrar en acción?” me preguntó. “Ahora no”, le dije. “Necesitas permanecer allí hasta más tarde”. “¿Por qué?” preguntó él, furiosamente. “Quiero que seas mi espía”, le expliqué. Le conté el plan de la torre, y finalmente estuvo de acuerdo conmigo. Con el plan en mente, moví la torre para que mi oponente pudiera tomarla. La torre estaba tranquila, pero yo tenía sudor en todo mi cuerpo. Se podía oír el latido de mi corazón claramente en el cuarto grandísimo y vacío. Mi oponente y yo éra- mos los únicos presentes allí. Después de cinco horas, salimos del cuarto. no había funcionado per-

55 fectamente; el resultado fue un empate. Hoy en día, todavía pienso en mi torre valiente y mi caballo furtivo. Esa partida era la única que no gané en ese torneo, pero fácilmente era la mejor.

El encuentro de la carambola

Amy Ly Spanish 2

Mis padres se conocieron hace muchos años en Vietnam. Ellos iban a diferentes escuelas secundarias, pero vivían en pueblos cercanos. No había mucha tecnología, y las personas en sus pueblos siempre eran simpáticas y amables. Un día, mi abuela le pidió a mi madre que comprara una carambola para su abuelo. Era su cumpleaños, y la carambola era su fruta favorita. Las tiendas en su pueblo no vendían carambolas, así que mi madre tuvo que montar en bicicleta para ir a otro pueblo. Aunque mi madre era una niña inteligente, no encontró la tienda rápidamente. ¡Se topó con mi padre! El hombre era muy amable y alto y le mostró el camino a la tienda. Ellos hablaron mucho sobre todo. Cuando salieron de la tienda, empezó a llover! Rápidamente, mi padre corrió a buscar paraguas porque su casa estaba cerca de la tienda. Ellos se fueron en bicicleta a la casa de mi madre, y el hombre saludó a mi abuela cuando salió. Mi abuela miró a mi madre y sonrió. “¿Qué?” preguntó mi madre. Desde ese día, mi madre siempre montaba en bicicleta para ir al pueblo de mi padre para comprar la carambola para mis abuelos. Ellos hablaron y rieron mucho, y ocho años después, se casaron.

56 Bons Sonhos

Aberdeen Bird Portuguese 21

Os pais da Vitória, Vi, como a chamavam em casa, não conseguiam dormir noite após noite por causa de uma mãozinha que os sacudia na cama, querendo entrar, devido aos pesadelos que tinha no outro quarto… Vi chorava e chorava até seus pais se renderem e permitirem que a filha dormisse na cama deles. Toda noite Vi voltava ao quarto dos seus pais e perguntava se podia dormir junto com eles. A cena se repetiu por muitos meses, quando seu pai, com olheiras fundas, resolveu dar fim àquela situação. –Vi, filha. Quantos anos você tem?– disse o pai. –Tenho seis, Papai. – respondeu a criança. –Então, Vi, pense em seus amigos na escola. Algum deles ainda dorme com os pais? –Não, Papai, mas… –Mas o quê? –Mas… eles não têm pesadelos! Não gosto do meu quarto… Não gosto do meu travesseiro! –Quê? –Não gosto do meu travesseiro. –Por quê, querida? É quase novo! Não tem nenhum problema! Vamos, filha, vou te mostrar. Então o pai e sua filha foram ao quarto encontrar o travesseiro, mas quando chegaram, o travesseiro não estava na cama. –Vi!– exclamou o pai– O que você fez com seu travesseiro? Onde você o es- condeu? –Eu não fiz nada, Pai! Eu não sei onde está! –Vi...– o pai respondeu, usando uma voz baixa e séria– Não dá para mentir. Eu e sua mãe não te ensinamos assim! Hoje à noite você vai dormir na sua cama e se eu não ver seu travesseiro nesse quarto até 8:00 da noite, nós vamos ter um problema maior, entendeu? –Mas, Papai!! –Pare, Vi! Acabou. Com isso, nossa Vi coitadinha sentou no chão, pensando. Pensou no traves- seiro. Por quê ele sumiu durante o dia? Naquele momento ouviu um estrondo na janela. –O que é isso?!– ela pensou, correndo à janela. Olhou para baixo e viu um travesseiro, voando, com asas e garras feitas de pano, tentando subir o muro e entrar pela janela. Finalmente conseguiu entrar e se jogou no chão, rastejando até

57 a cama. Vi se aproximou do travesseiro e o cutucou. –O que você está fazendo?!– Vi perguntou– Onde você foi? Você é um traves- seiro! Travesseiros não têm asas e… –Pare com isso! Você não sabe nada, menina!– gritou o travesseiro– Eu saio dessa casa todos os dias por você! Ingrata, desagradável… que chata essa menina– resmungou o travesseiro. –Desculpe, Senhor Travesseiro.. Você só me assustou porque eu nunca tinha visto um travesseiro com asas.. Você sai todos os dias? Para onde? Por mim? –Sim, menina. Todos os travesseiros fazem isso. Nós saímos de casa durante o dia enquanto nossos humanos estão fora, ou pelo menos pensamos que estão fora de casa.. e vamos ao Salão de Sonhos. Eu jogo cartas a fim de ganhar bons sonhos… mas evidentemente, não ganho muito, né? Tento muito, mas não tenho muito sucesso. Perco todas minhas apostas nos jogos e trago pesadelos para você à noite. –Perdeu hoje? –Sim.. Nunca ganho. Sou um travesseiro novo, então não tenho muita ex- periência. Trouxe um pesadelo de novo.. Sinto muito, menina. –Posso te acompanhar amanhã ao Salão de Sonhos? Talvez possa te ajudar; quem sabe, então, ambos não podemos encontrar um jeito de ganhar…? –Ah.. Não sei.. Nunca vi uma criança no Salão… –Por favor, Senhor Travesseiro! Nós dois queremos a mesma coisa! Meus pais também! Quero dormir bem de noite! –OK.. Mas se alguma coisa der errado… saímos imediatamente, entendeu? –Claro! No dia seguinte, depois de uma noite de pesadelos horríveis e muitas perguntas ao seu pai sobre jogos de cartas e como fazer apostas, Vi ficou pronta para sair com o seu travesseiro. Com suas garras, o Travesseiro agarrou a camisa da Vi e pulou pela janela. Voando acima da cidade, Vi se sentiu animada, mas ainda tinha medo que essa busca iria falhar e ela iria ter pesadelos para sempre…. Chegaram ao Salão de Sonhos. Era enorme. Travesseiros entravam e saíam rapidamente, carregando pesadelos ou bons sonhos para seus humanos. Foi muito intimidante e as esperanças da Vi diminuíram. –Eu nunca vou dormir– pensava ela. Eles se aproximaram da mesa com três outros travesseiros que estavam espe- rando um outro jogador. Olharam para Vi com suspeita, mas não disseram nada. O jogo de cartas começou. As regras eram as seguintes: se você ganhar– você sai com bons sonhos, se você nem ganhar nem perder– sai neutro e seu humano não tem sonhos aquela noite e se você perder... leva pesadelos. O travesseiro da Vi fez aposta após aposta, mas não estava conseguindo. A Vi teve medo de interferir, mas ela não pode aguentar:

58 –Pare! Eu vou jogar em vez deste travesseiro aqui!! Os outros travesseiros riram: –E como você vai jogar?! É uma criança! –Por favor! Eu sei que sou criança, mas quero muito dormir em paz durante a noite. Meu travesseiro não consegue ganhar… tenho uma proposição: Se eu gan- har, significa que nunca mais vou ter um pesadelo, OK? Os travesseiros riram de novo, mas decidiram que sim, ela podia jogar: –Vai lá, menina… então jogue conosco. Foi muito estressante. Cada decisão era importante. A Vi se concentrou mais do que ela tinha se concentrado antes na pequena vida dela. Até que.....Conse- guiu!! Ninguém podia acreditar! A menina ganhou o jogo! –Parabéns, Vi! Vamos para casa. É muito tarde… Os dois novos amigos voltaram para casa, e Vi adormeceu imediatamente. Quando acordou na manhã seguinte– percebeu que estava em sua cama e não na cama dos seus pais. O pai da Vi entrou em seu quarto: –Vitória, querida! Conseguiu! Você vê? Não tem nenhum problema com seu quarto nem com seu travesseiro. Tudo está certo. Eu e sua mãe temos muito or- gulho de você. Depois disso, a amada Vi dormia feliz, sem pesadelos, e sabia que o Senhor Travesseiro podia dormir feliz também sem o medo de falhar de novo.

La primera vista

Amy Berger Spanish 21

En un pequeño pueblo de Argentina, vivían Juan, un niño de siete años, y su madre soltera. La madre trabajaba como costurera para mantener a su hijo, la úni- ca luz en su mundo oscuro. Quería protegerlo del peligro y por eso no le permitía salir de la casa bajo ninguna circunstancia. La madre siempre le decía, “No puedes salir de esta casa porque el mundo es muy peligroso y no quiero perderte como perdí a tu hermano mayor cuando se cayó en un pozo profundo en el vecindario”. Juan pasó años durmiendo en su cama, rezando a Dios que un día fuera capaz de salir de su cárcel y ver el mundo con sus propios ojos. Un día, cuando el sol brillaba en el cielo, Juan decidió que estaba aburrido en su cuarto y que saldría de la casa cuando su madre estuviera ocupada con su trabajo.

59 Sabía que su madre estaba en su cuarto preocupada con tejer un vestido largo para una clienta rica, y que no saldría por unas horas. Abrió la ventana de su cuarto en el primer piso y saltó por la ventana a su libertad, como un ave saliendo de su nido por primera vez. En cuanto sus pies tocaron el suelo, empezó a correr rápid- amente. Por la primera vez en su vida, se sentía libre y tenía una sonrisa grande en su rostro. Corrió por un rato hasta que encontró la costa, llena de gente jugando con la arena y nadando en el océano. Una niña de tez blanca y pelo rizado y castaño se acercó a Juan, quien estaba mirando la playa con curiosidad y asombro. “¿Quieres ayudarme a construir un castillo de arena?” le preguntó la niña. “¿Qué es eso?” dijo Juan, quien nunca en su vida había visto la arena. La niña le mostró a Juan cómo construirlo, llenando un cubo con arena y agua y quitando el cubo lentamente. Juntos ellos disfrutaban de la arena, tomaban el sol y corrían a lo largo de la costa. Veían el cielo con las nubes esponjadas hasta el atardecer, y jugaban con el pequeño perro negro de la niña. “El mundo es impresionante de verdad. No puedo creer que he estado preso en mi casa, cuando hay cosas tan bonitas como la arena, el cielo y los perros afuera. ¡Odio a mi madre por aislarme en mi propio cuarto y nunca quiero regresar con ella!” exclamó Juan con lágrimas corriendo sobre sus mejillas. Sabía que su madre solo quería protegerlo, pero en el momento su rabia se desbordó y no pensaba en los sentimientos de ella. “Lo siento,” dijo la niña, “pero necesito ir a cenar con mis abuelos. Buena suerte y encantada de conocerte hoy.” Juan caminaba cerca de la costa, buscando conchas de colores brillantes. Ex- trañaba a su amiga nueva y se sentía perdido sin ella y sin su madre. No sabía qué hacer. En ese momento, Juan estaba solo en la playa, descansando en la arena bajo el cielo oscuro. Escuchaba las olas rompiéndose en la orilla en el silencio de la noche. Deseaba sentir el agua fría sobre su piel como había visto que la gente hacía más temprano en el día. Empezó a caminar hacia el agua, que nunca en su vida había tocado y, antes de que pudiera escapar, las olas lo llevaron lejos.

El caballo y el burro

Samar Shaqour Spanish 2

"Buen trabajo en la carrera de hoy, Reyes", dijo Miguel, el perro.

60 "Es fácil, soy el mejor caballo de carreras del mundo", dijo Reyes, el caballo. "¿Cuál fue tu regalo por ganar?" dijo Miguel "Todo el dinero y la gloria en el mundo", dijo Reyes. Por ganar tanto era orgulloso y presumido. Había ganado todas las carreras de caballos, y la gente lo conocía como el mejor caballo de carreras en la tierra. "Lo tienes todo, quiero ser como tú", dijo Miguel con el apoyo de todos los ani- males en la granja. "Por supuesto que quieres ser como yo. Soy increíble. ¿Por qué alguien no quer- ría ser yo?" Poca gente sabía que Reyes el caballo no era perfecto, él tenía muchos prob- lemas. "Corre más rápido", dijo Hugo, el gorila que poseía a Reyes. Hugo era malo y egoísta. "Levántate derecho" dijo Hugo. Y Reyes hizo lo que Hugo quería. "Regresa a tu establo. Un burro va a vivir en tu establo ahora". Cuando Reyes regresó al establo, era conocido como el mejor de los animales. Reyes regresó a su establo y encontró al burro, Adrián. "¿Quién eres tú?" dijo Miguel. "Mi nombre es Adrián". "Te ves horrible, no eres digno de estar en este establo conmigo" dijo Miguel. "¿Por qué? No te he hecho nada", dijo Adrián. "Eres un burro, nunca eres tan bueno como yo, tan rápido como yo, o tan her- moso como yo". dijo Reyes. Adrián, que se sentía triste, se fue con sus amigos y los otros animales de la gran- ja por apoyo. Reyes vio a Adrián irse con sus amigos, mientras él estaba solo. Reyes comenzó a sentirse triste porque no tenía amigos. "Tengo todo. ¿Por qué nadie quiere ser mi amigo?" dijo Reyes a sí mismo Estaba tristemente mirando a Adrian con sus amigos, como Miguel. Reyes tam- bién vio al dueño de Adrián. Era un buen mono que se llamaba Donatello quien lo abrazó y lo hizo sentirse mejor. En este momento, Reyes se dio cuenta de que no estaba feliz. Él tenía toda la glo- ria y todo el dinero y no estaba contento. Adrián era feo y no tenía título pero tenía amigos y un buen dueño. En muchos sentidos, Adrián era más rico que Reyes. Las apariencias a menudo son falsas. Tienes que estar feliz con lo que tienes. Sé humilde. Ama lo que es tuyo.

61 Le camp des “Allemands”

Rowan Bishop French 4

Je m'appelle Legrain. Quand je suis arrivé ici, j'étais en bonne santé. Je pouvais respirer. J'avais beaucoup d'espoir pour mon évasion. Mais depuis que je suis arrivé, les choses ont empiré. Maintenant, je suis ici depuis plus longtemps que les autres hommes. J'ai vu des gens aller et venir, vivre et mourir. C’est juste Armel et moi qui nous nous connaissions vraiment. Les autres hommes du camp sont relativement nouveaux. Je suis le plus jeune du camp. Il est étrange de voir autant d’hommes plus âgés se faire capturer et jetes ici. Il y a beaucoup de communistes ici. Dès que la police voit leur affiliation, les communistes se font prendre rapidement. Certains parlaient de la résistance, mais les gardes les ont fait retirer. Gerbier est plus intelligent que les autres parce qu'il me parle en secret. Nous sommes toujours surveillés. Toujours. Nous devons faire attention à ce que nous disons et à ce que nous faisons. Les Allemands nous surveillent. S'ils pensent que nous sommes une menace pour l'occupation allemande, ils nous arrêteront. Malheureusement, ils ont volé notre individualité et veulent que nous obéissions à leurs lois. J'ai tellement de pensées et d'idées à partager avec les gens, mais il est important que je le fasse au bon moment. Donc, je passe toute la journée enfermé comme un bébé. Nous jouons aux dominos, nous parlons. Maintenant qu’Armel est parti, je suis généralement seul. Il était mon meilleur ami. Nous étions tous les deux jeunes et prêts à nous battre. Mais ce camp nous tue lentement. Il n'y a pas de médicament. Ces conditions sont terribles. Une fois que vous êtes malade, vos jours sont comptés. J'ai peur pour moi depuis que mes poumons commencent à me faire mal. Ce n'était pas censé arriver. Les Allemands n'auraient jamais dû conquérir la France. Comme ils occupent la France, nous devons riposter. Nous devons nous battre pour notre pays. Il y a ici des professeurs emprisonnés pour avoir refusé d'en- seigner la discrimination à l'égard des juifs. Les Allemands ont enlevé nos pensées, nos valeurs et nos vies. Les gens ne sont pas censés passer leurs derniers jours dans un camp. Je manque de pouvoir. Il n'y a rien que je puisse faire. Je suis un individu impuis- sant. Maintenant que mes poumons sont en feu, je me sens encore plus inutile. Je passe toute ma journée à me reposer maintenant. Pourtant, Gerbier a une passion et je pense que ce sera lui qui fera quelque chose contre l'occupation allemande. Mais pour moi, je ne peux pas. Après avoir vu mourir Armel, je pense avoir le même sort. Mais j'espère le meilleur pour la France.

62 La lección del tiburón

Jason Getzler Spanish 21

Hoy es un día especial en la clase del señor Tiburón. El tema de hoy: la impor- tancia de mantener sus propios valores. Cuando todos los estudiantes llegaron al bosque de algas, lleno de plantas de todos los colores y con los rayos del sol de arriba, él empezó la lección con una historia de su juventud. Cuando era joven, Juan el tiburón quería jugar con los otros animales acuáticos y ayudar a otros que tenían problemas. Cada vez que trataba de ayudar a otros, nadie aceptaba su ayuda a causa de su miedo—su miedo debido al hecho que Juan era un tiburón. Un día, Juan se sintió muy desalentado, y decidió no salir más de casa para evitar la tensión con otros, y cada día, lloraba en su cueva. Más o menos un año después de su decisión, Juan quiso hacer amistades y jugar. Por eso, decidió reunirse con sus vecinos, Laura la ballena y Carlos el delfín. El- los ya estaban jugando cuando Juan llegó. Entonces, les preguntó, “¡Hola, amigos! ¿Puedo jugar con ustedes?” Cuando ellos escucharon esto, nadaron lejos de Juan, y dijeron, “Quédese allá, por favor, no nos haga daño, ¡POR FAVOR!” Juan no se sorprendió, pero ya había tenido una idea antes de escuchar esto. Les dijo, “Es- cuchen…no deben tener miedo…solamente quiero jugar. ¡No haré daño a nadie! Miren…” En este momento, Juan sonrió a Laura y a Carlos—pero ellos gritaron y nadaron más lejos de él. Este fracaso de amistad fue una lástima para Juan, y destruyó su autoestima. Un día durante la próxima semana, Juan estaba sentado en su cama cuando su abuela entró al cuarto. Le dijo, “Mi Juanito… ¿Qué ocurrió? , ¿Por qué se siente muy triste?” Él le explicó la situación a la abuela, y después de un gran abrazo, ella le dijo esto: “Escucha, mi amor. Es bueno que quiera ayudar a otros, y es una lástima que los otros no acepten su ayuda. Pero debe recordarse esto: lo más importante es que nunca, nunca olvide sus valores…estos le hacen al tiburón lo que es hoy. No debe abandonarlos. Persevere, y un día vendrá un gran cambio. “¿De veras?” pre- guntó Juan…y “De veras” fue la respuesta. En ese momento con ese consejo, Juan pensó que era menester que nunca comprometiera sus valores, y por eso, intentó ayudar y jugar con sus vecinos otra vez. Como ya había sucedido cada vez que intentaba hacerlo, cuando Juan llegó donde los otros se situaban, ellos no quisieron pasar ni siquiera un minuto con él. Pero esta vez, Juan se quedó. Después de cinco minutos, los aminales dejaron de jugar a causa de un sonido desconocido. De repente, se convirtió en los gritos de unas personas. Los animales nadaron hacia la fuente del sonido, y vieron que un barco empezaba a hundirse. Laura y Carlos tuvieron mucho miedo, y estaban por

63 irse cuando Juan dijo, “Esperen…no podemos huir…tenemos que ayudarlas.” “No sé cómo puedo ayudar, y es muy triste…no quiero mirar…lo siento” dijo Laura, y con esto, ella y Carlos huyeron. Juan se sentía aterrorizado, pero en un momento, pensó en una idea. Rápidamente, nadó al lado del barco. Mientras las personas gri- taban, él se dio cuenta que no existían balsas suficientes para salvarlas. Se quedó in- móvil, y después de dos minutos, las personas comenzaron a comprender lo que él quería hacer. Entonces, las que no cabían en las balsas se embarcaron en la espalda de Juan. Él nadó hasta la isla, y toda la gente quedó a salvo. Una mujer lo acarició, y le dijo, “Mil gracias, me salvaste la vida.” Cuando Juan regresó a casa, todos los otros animales debajo del mar se dier- on cuenta que Juan el tiburón—durante todos esos años—no era antipático, sino que quería ayudar a otros. Pero Juan aprendió algo muy especial—no necesitaba la validación de otros para sentirse feliz, solamente necesitaba su propia satisfacción.

Una nuova aventura di Marcovaldo

Isabel Neckermann Italian 2

Un giorno, Marcovaldo ritornava a casa sua quando sua figlia è venuta di corsa e gli ha detto “Papà! Papà! Ho letto un libro e la protagonista andava in campeggio! Che bello! Anch’io voglio andare in campeggio! Possiamo andare?” Marcovaldo era veramente entusiasta! Pensava ‘Finalmente! Qualcuno della mia famiglia che capisce la bellezza della natura!’ Le ha detto che sarebbero andati presto, però sua figlia ha reclamato perché voleva andare in quel preciso momento. Marcovaldo temeva che lei avrebbe perso il suo interesse e così ha acconsentito. Marcovaldo pensava che loro avrebbero potuto dormire sul tetto della loro casa populare in città con una tenda e le coperte. Marcovaldo e i suoi figli hanno passato il pomeriggio a portare cose sul tetto. I figli hanno portato tutti i loro giocattoli. Intanto Marcovaldo provava a montare la tenda. Lui sognava ad occhi aperti di addormentarsi sotto le stelle. Ma montare la tenda era molto difficile e poiché Marcovaldo non faceva attenzione, un palo gli è caduto sulla testa! Marcovaldo era irritato e ha deciso che non avrebbero avuto bisogno della tenda. Lui pensava: ‘Sarà più bello senza la tenda! Abbiamo le cop- erte e i cuscini’. Adesso, i bambini erano stanchi e litigavano. Marcovaldo era molto irritato. Loro hanno detto: “Papà, vogliamo tornare dentro casa. Mamma prepara la cena e dice che non possiamo mangiare fuori sul tetto!” Ma Marcovaldo voleva

64 rimanere fuori tutto il tempo. Non era contento che i suoi figli volessero tornare dentro. Marcovaldo ha deciso che non sarebbe rientrato. Dopo la cena, i bambini erano stanchi e avevano freddo. Loro hanno portato i loro giocattoli dentro. Marcovaldo si è sdraiato a pensare. Si sentiva triste, infreddolito e stanco. C’era tanto smog sopra la città, non avrebbe visto le stelle. Quando ha cominciato a pio- vere, Marcovaldo ha deciso di desistere. Ma quando è sceso giù dal tetto, ha sentito i suoi figli che parlavano. Ha visto che i bambini avevano montato una tenda fatta di coperte e un cuscino nel loro letto, e Marcovaldo si è sentito più contento.

Acampar

William Sadler Spanish 21

Durante el verano pasado mi novia y yo queríamos acampar en las montañas de Colorado donde vivimos. Había planeado acampar por dos noches cerca de un pueblo que yo conocía. Recogimos todo lo que necesitábamos–la tienda de cam- paña, los palos, comida, agua, ropa y los sacos de dormir– y salimos por la mañana. El viaje duró tres horas y por una hora estábamos caminando alrededor y detrás de un lago grande por un camino de terracería. El lago tiene montañas grandes a los dos lados del lago y algunas islas en el rincón. Finalmente mi novia Sophia y yo llegamos al sitio donde queríamos acampar. Pagué la cuota de veinte dólares, dejamos el coche y empezamos a buscar nuestro sitio preferido e individual. “¿Adónde quieres acampar?” le pregunté. “Quiero estar un poco lejos de otra gente, para que podamos estar más solos,” me dijo Sophia. Después de buscar por media hora encontramos un terreno en un cerro que tenía una vista magnífica del lago y de todo. “¡Es perfecto!” exclamó Sophia. Yo también pensaba que no había otra ubicación tan bonita como la nuestra. Necesitábamos levantar la tienda de acampar. Mientras la estábamos levantan- do vi algo malo. “Parece que viene una tormenta,” le dije. De repente el palo más importante, se rompió. No nos habíamos preparado para la lluvia pero el viento había venido muy rápi- do y ahora no teníamos el palo central. Necesité pensar rápido porque las ráfagas de viento estaban tirando nuestras cosas. Mi coche quedaba muy lejos y sabía que no había mucho tiempo para levantar la tienda. Sophia encontró una cinta y tuve una idea.

65 “Si pudiéramos hacer una tablilla con nuestro palo y un palo de madera, posible- mente funcionaría como un palo real,” dije yo. Ya estaba lloviendo un poco y el viento era fuerte pero trabajamos rápidamente y conseguimos levantar la tienda. Pensábamos que todo estaba bien cuando una ráfaga muy fuerte golpeó un lado de la tienda. Sophia gritó, “¿qué está ocurrien- do?” Respondí, “el viento es demasiado fuerte aquí encima del cerro. Necesitamos sostener este lado con nuestros cuerpos para que la tienda no caiga.” Nos quedamos allí por la mayor parte de la noche y finalmente el viento se paró. Sacamos la cabeza por el cierre, que nos protegía de la lluvia, y vimos algo espec- tacular. Las nubes de la tormenta se habían despejado y la luna apareció grande e ilumi- nada. No había ninguna luz artificial y por eso pudimos ver toda la galaxia. Vimos la Vía Láctea como nadie la había visto antes y la luna estaba iluminando el lago con un brillo trémulo que parecía ser un camino al otro lado del lago, solo para nosotros. “Es bonito, demasiado bonito,” dijo Sophia y ella tenía razón. La tormenta se fue y nos dejó una vista de sueño que nunca voy a ver otra vez. Cómo la naturaleza hace estos contrastes, tan rápido, no lo sé, pero es similar a la vida. Después de la tormenta, siempre viene la belleza.

A Ligação

Ana Brasil Portuguese 21

Foram dias, meses, anos e parecia que um século havia passado e eles não haviam se falado. Ela tinha sido levada aos cinco anos para longe de sua casa a um lugar muito distante e desconhecido. Foram 13 anos de vazio nos corações daquela filha e daquele pai. Um vazio que não acabava, mas onde o amor sempre havia so- brevivido. Ela havia perguntado sobre essa questão de pertencimento e para onde a família dela tinha ido, mas tanto tempo havia passado que não os reconhecia, só podia se lembrar de fracas memórias de uma família que a tinha desprezado. Com 5 anos de idade, sua mãe a havia levado embora de seu país. Deixando a família inteira para trás, elas começaram uma nova vida em um lugar onde só conheciam um familiar distante. Ela cresceu sem seu pai, e quase nenhum contato com sua família paterna. Seus pais se separaram quando tinha apenas três anos de idade e depois se divorciaram quando tinha seis anos de idade. Sua mãe sempre falou contra o seu pai e sua família, protestando contra a comunicação com pes-

66 soas tão terríveis. Ela nunca entendeu o que tinham feito a sua mãe de tão ruim, mas era lembrada de que os maus hábitos de seu pai eram responsáveis por aquele afastamento. Ela se lembrava de quando, mais nova, o pai ligara para falar com ela pela pri- meira vez. Assustada, ela desviou o olhar e correu para debaixo de uma mesa, gritando com medo de ouvir a voz de um homem a quem estava ligada pelos laços de sangre mas com quem não tinha uma conexão íntima. Sentada longe do celular, ela podia ouvir o desapontamento em sua voz quando ele perguntou por que ela não queria falar com ele. "Não! Deixe–me aqui, tia!" Ela gritou de terror, seguran- do as pernas da sua tia. Eles insistiram que a menina falasse com ele, metendo o telemóvel sua frente com esperança que falasse com o pai. Com o passar do tempo, ela começou a ansiar por uma conexão com os fa- miliares que ainda não conhecia. Sua curiosidade cresceu com sua idade. Após o aniversário de 18 anos, ela decidiu finalmente conhecer seu pai e a sua família paterna. Tanto que ela falou com a suas tias paternas, e começou a tratar com elas sobre seu retorno ao seu país de origem. Depois de tantos anos, eles ainda tinham muito amor por ela, ligando para ela muitas vezes com entusiasmo. No entanto, ela ainda não havia ultrapassado a barreira que existia entre ela e seu pai. "Ele não está bem, ele caiu em depressão e esperamos que sua presença o faça melhorar", dizia a sua madrinha com quem ela nunca tinha falado antes. Este comentário a fez questionar se ele estava deprimido por ela não estar presente na sua vida. Este pensamento a fez reavaliar todas as suas crenças anteriores. Não demorou muito para a família do seu pai pedir–lhe o favor de falar com ele, no entanto, não era o que ela estava pronta para fazer. Apesar de seus esforços para se reconectar com sua família, o maior desafio a enfrentar era o encontro com um homem de quem mal lembrava e com quem nunca mais tinha falado. Naquele dia, ela agarrou o telefone que tocava com força e, a cada toque, sentia uma onda de ansiedade se aproximar dela. Então, de repente, ela parou de respirar quando ouviu sua voz, "Olá?" Foi neste momento que o mundo inteiro parou. Era tudo o que ela queria, mas ela não estava preparada para isso.

Una vida mejor

Rachel Madison Spanish 21

Había una vez una niña joven que se llamaba Isabel. Ella vivía en un pueblo pequeño afuera de la Ciudad de México y su familia era muy pobre. Sus padres 67 necesitaban trabajar todo el tiempo para tener bastante dinero para sobrevivir y cuidar a Isabel y a su hermano, Juanito. Isabel siempre había tenido sueños grandes sobre su futuro pero sabía que todos eran improbables porque ella necesitaba em- pezar a trabajar como sus padres muy pronto para ayudar a su familia. Cada día, ella leía un libro que había recibido hacía muchos años sobre una reina de una tierra lejana que se llamaba La Villa Mágica. Isabel quería ser una princessa como la reina Sofía, pero pensaba que era un sueño inalcanzable. Al principio de este cuento, Isabel estaba caminando con Juanito en las calles de su pueblo y se sentía triste, deseando una vida mejor. Era un día normal para Isabel. Había ido a la escuela con Juanito y estaban re- gresando a su casa para cenar, aunque no sería más que pan y posiblemente un poco de carne. El calor era sofocante y el cielo estaba de color café. Isabel no estaba felíz. Ella se quejó durante todo el camino sobre su vida mala y su pueblo pobre. Estaban cerca de su casa cuando Juanito vio algo en la calle. “Isabel, ¿qué es eso?” preguntó Juanito. “Se llama la trizteza, mi hermano. ¿Nuestra vida es terrible, sí? Ayyy, en mi–” “¡No, Isabel!” él imturrumpió, "¡Mira!” En frente de ellos a la mitad de la calle había algo estraño. Era de muchos colores y tenía rayos como el sol. Isabel lo recogió. “Parece una hoja de árbol,” dijo ella. “¿Por qué tiene tantos colores?" Isabel no podía responder a su hermanito porque en este momento algo muy interesante e inexplicable sucedió. La tierra debajo de ella empezó a cambiar rápid- amente. En vez del sol, aparecieron nubes y hacía frío. En vez de las calles, había un bosque gigantesco. Juanito empezó a desaparecer y aunque ella trató de agarralo, él se fue. Ella no sabía qué había pasado y casi se desmayó. Isabel veía un castillo en la tiera lejana y de pronto ella se dio cuenta de dónde estaba; La Villa Mágica. La tierra de su cuento favorito. “Hola,” dijo una voz. Isabel gritó. “¿Quién es y dónde está?" “Aquí," La voz se acercó a Isabel. Era una mujer con ropa oscura, negra. Pero tenía el pelo rubio y los ojos del mismo color azul del oceáno. "Isabel, mi reina," le dijo. “No, no, no. No soy una reina, soy una niña,” explicó Isabel. “Ese no puede ser re a l .” “Pero, sí es real,” interrumpió la mujer, “ven conmigo.” Isabel no sabía qué decir, entonces fue con la figura hasta el castillo. Cuando ellas llegaron, había milliones de personas esperando y gritando. “¡Reina Isabel, Reina Isabel!” “¿Qué está pasando?” se preguntó Isabel.

68 Ella miró a la gente. La mayoría era feliz, pero algunas estaban rabiosas. Pudo ver un grupo triste también, diciendo “ayúdanos, Reina. No vamos a sobrevivir sin comida, por favor.” “¡Necesitamos ayudar a estas personas!” le dijo Isabel. “No podemos,” ella respondió, "no hay bastante comida para todo el pueblo.” “¿Pero dónde está la Reina Sofía? Ella siempre sabe qué hacer y ayuda a las per- sonas pobres,” explicó Isabel. “Olvídate de Sofía. Tú eres nuestra Reina ahora.” En el castillo, Isabel no se sentía bien. Empezó a sollozar sobre una almohada y dijo, “no quiero ser reina. No es lo que había pensado.¡No quiero la responsabili- dad! ¡Por favor, devuélveme a mi familia!” “¿No quieres ser reina ya?” dijo una voz tierna. Era la mujer del bosque. Sin su ropa negra, Isabel pudo reconocerla. Era la Reina Sofía. “No, mi Reina,” le dijo Isabel. “Mi idea de ser reina no era realista y echo de menos a mi familia y mi vida. Ayúdame, por favor.” “Isabel,” empezó Sofía, "es importante que sientas agradecimiento por tu vida. Aúnque algunos aspectos son difíciles, tienes mucho amor y felicidad. Ser una re- ina no es perfecto y es más una maldición. Tienes una vida bonita y pueder hacer todo lo que quieras. Recuérdalo”. “Sí, Reina, yo entiendo ahora. Tengo sueños grandes pero todos son posibles. Creo en mí misma," respondió Isabel. “Bueno.” Ellas se abrazaron e Isabel empezó a reír. “¿Y usted?” preguntó Isabel, “tiene sueños para su vida?” “Sí, muchísimos. Pero yo ya tengo un trabajo y necesito cuidar a mi gente. Pero tú,” ella sonrió, “tú puedes alcanzar todos tus sueños." Ellas se despidieron. La Reina Sofía dijo algunas palabras especiales y la tierra, otra vez, cambió. En un segundo, Isabel estaba en la calle de su pueblo, su hermano a su lado. “¡Juanito!” gritó muy emocionada y lo abrazó. “¿Qué te pasa? Nunca me abrazas...” “Te amo, Juanito. Recuérdalo, siempre,” Los dos empezaron a caminar hasta su casa e Isabel miró todo: el cielo, las calles, los árboles, la gente, los edificios y su hermano. “Entonces,” dijo Juanito, “¿por qué estás tan molesta todo el tiempo?” “No, ya no.’ Ella entendía ahora que su vida era bonita. Tenía comida, una casa, una familia muy amada y sus sueños increíbles. Esto era la felicidad e Isabel quería permanecer en este momento y esta vida para siempre. “Mi vida es absolutamente perfecta”, dijo con una sonrisa de satisfacción.

69 ACKNOWLEDGEMENTS

The Editorial Staff wishes to thank the Department Chair, Prof. Pedro Ángel Palou; the Language Coordinators––Marta Rosso-O’Laughlin (Spanish), Anne Poncet-Montange (French), Cristina Pausini (Italian), and Cristiane Soares (Portuguese)–– the instructors, and the office staff of the Department of Romance Studies, for their support and assistance.

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