II EDIZIONE, ANNO 2015 SCHEDE OPERE

FEDERICA BARBIERI 1 “DISORDINI”

Descrizione dell’opera L’opera è un’installazione visiva composta da diversi elementi che interagiscono fra loro attraverso varie dimensioni. C’è la volontà di esplorare un momento intimo ma universale, dentro il buio del presente si proietta la luce del passato. Un’esplosione fa da maestra sullo sfondo, la memoria di un attentato. Da qui prende forma un flusso di parole, in evidenza la parola “Disordini”, che dà il titolo all’opera. Le parole sono fluttuanti, si materializzano oggi come pensieri visivi, frammenti che ci fanno riportare alla luce ricordi; particelle di articoli che abbiamo letto ormai da tempo e che ci rimangono in mente, sono impressi, parti integranti di noi. È questo il punto di partenza, una piega segnata dal tempo, che si fora e si mostra in tutta la sua delicatezza, dando vita ad una fitta rete, dimostrando le vie infinite della comunicazione. La proiezione del giornale diventa l’unica fonte di illuminazione della stanza, l’unica luce grazie a cui riusciamo a vedere anche gli oggetti circostanti. “Ieri” che illumina “oggi” proiettato verso “”. La realizzazione si manifesta proprio nel momento della riflessione, dello scatto lento, quella pausa dove nasce un’idea per il futuro. I fiori sono legati da una catena, ma comunque immersi nell’acqua, simbolo della vita ma anche della memoria del passato nel presente, sono testimoni di un fatto compiuto, sono anche essi stessi i responsabili della nascita di questo pensiero.

Misure: 80x100 cm Tecnica: Stampa digitale Supporto: Pannello leger

PAOLO BINI 2 “UNTITLED”

Descrizione opera Sulla possibilità di creare un osmosi tra gli storici quotidiani e la mia poetica compositiva, ho individuato, nelle strisce rette d’informazione, una possibilità da percorre con la pittura. Ritagliando i giornali in numerose strisce di carta, le ho successivamente investite di colore. Aiutandomi con la carta gommata ho poi creato una forma di resistenza al tempo, per le fragili pagine. L’opera, realizzata con ritagli di carta di giornale e scotch carta intelati, pone l’attenzione sulla progressiva organizzazione dell’immagine, a livello spaziale, ottenendo una profondità e una specifica riflessione sul formarsi delle forme, sui suoi tempi e modi specifici di produzione. Intendo dire che Untitled (2014) testimonia una aderenza al ritmo della contemporaneità, in cui l’immagine si forma secondo l’unità del pixel e scandito dallo scanner o dal plotter, secondo un succedersi di strisce colorate, che diventano traccia di nuovi percorsi interiori, mediante una composizione di matrice post‐informale.

Misure: 80x100x3,5 cm Tecnica: Acrilico su ritagli di copie storiche de il Resto del Carlino e carta gommata applicata su tela Supporto: Telaio in legno con tela di cotone Courtesy: Ph. Carlo

LUCA CARNEVALI 3 “INFORMAZIONE”

Descrizione opera L’opera “Informazione” di dimensione 32x45cm è stata realizzata in una tecnica mista usando collage e acrilici su carta Fabriano Rosaspina. Lo sfondo dell’immagine è formata da tanti frammenti delle pagine storiche del Resto Del Carlino come fossero parte della nostra memoria che spesso si ricorda pezzi di tutte le notizie che ci arrivano giornalmente. Siamo bombardati da immagini e news che ci arrivano da tutti i media per tutta la giornata. Informazioni per tutti i gusti: dalle previsioni meteo, ai risultati delle partite di calcio, all’oroscopo, ai fatti di cronaca rosa o nera… Ne arrivano talmente tante che ci servirebbe un ombrello per ripararci da questa pioggia mediatica di notizie più o meno vere. Negli anni sono variati i mezzi : dalla carta fino ad arrivare al telefonino ma non è variata la voglia di leggere quello che ci succede intorno.

Misure: 32x45 cm Tecnica: Mista Supporto: Fabriano Rosaspina

ROBERTA CAVALLARI (in arte ROBERTA ROSE CAVALLARI) 4 “FILOSOFIA DELLA RIVOLUZIONE”

Descrizione opera “Filosofia della rivoluzione” nasce dall’analisi di tre copie storiche del Resto del Carlino unitamente ad altri quotidiani raccolti nel tempo. Disegno e fotografia si fondono per narrare l’azione compiuta dall’artista che, discinta nella forma ma non nell’anima, come una delle tante immagini femminili della pubblicità, legge e seleziona, sulla base di ciò che più la colpiva, ritagli e pagine di giornali. Ella sfoga poi, appendendole ad una parete, il senso di impotenza e repulsione vergandola con esclamazioni in rosso tempera. L’azione si conclude con lo sguardo dell’artista, che invita alla riflessione su come i fatti storici, narrati attraverso e il racconto giornalistico si ripetano nel tempo, come già Vico sosteneva nei suoi “corsi e ricorsi”… Nonostante i mutamenti storici e dei mezzi di comunicazione, alcuni di questi articoli rivelano che il tempo presente è connesso al passato e che la percezione degli eventi è cambiata, ma i fatti si ripetono e concatenano. Oggi, sono le immagini, i canali di trasmissione dei contenuti, ed il loro impatto visivo e psicologico è differente rispetto alle parole. L’opera è composta da quattro fotografie della suddetta performance (che ha dato vita ad un video), e da quattro disegni realizzati con tecnica mista e collages di parti delle copie storiche stesse, ispirati e composti da alcuni articoli rilevanti per l’artista, in particolare: uno sulla rivoluzione in Siria, ed altri sullo sviluppo economico, tratti da una copia del Resto del Carlino del settembre 1961.

Misure: 90,5x100 cm Tecnica: Stampe digitali e disegni su carta Supporto: Stampe digitali, carta, cornice e vetro

MICHELE D’AGOSTINO 5 “COETANEI”

Descrizione opera Gli alberi sono degli indicatori biologici senza uguali. I loro anelli di crescita ci svelano tutto quello che è successo nel loro ambiente e nel loro passato. Come il giornalismo l’albero racconta, dona conoscenza e notizia. Ogni anno, in ogni albero, appaiono nuovi anelli di crescita. Ogni anello può dirci molto sugli avvenimenti che hanno segnato la vita dell'albero: siccità, piogge abbondanti, incendi, epidemie e malattie causate da insetti. Gli alberi sono la nostra memoria , e questo tronco di 62 anni abbattuto a causa di una tempesta ha la stessa età del numero il Resto del Carlino uscito 1953 con cui ho assemblato l’opera intitolata Coetanei. I due elementi albero e giornale si fondono in un unico corpo ligneo dell’età 62 anni.

Misure: 75x77x8 cm Tecnica: Legno, policarbonato, rame, ferro e carta Supporto: Legno

NEBOJSA DESPOTOVIC 6 “CATTIVO NON FECE NESSUN SEGNO”

Descrizione opera L'opera nasce dalla riflessione sulla concezione della realtà e in particolare i diversi piani sui quali un artista percepisce realtà. Punto di partenza è il fatto che come persona e artista non seguo le notizie e non i giornali che in qualche modo mi distanzia dal mondo attuale e legato alla politica, problemi sociali ecc... Dopo una lunga elaborazione dei numeri vecchi del Resto del Carlino ho trovato, per la mia visione e modo di elaborare il materiale e il contenuto artistico, impossibile ad utilizare le pagine dei giornali. Ho trovato sempre qualche implicazione politica e sociale e unici contenuti con i quali mi potevo servire erano le publicita con delle immagini grafiche oppure i testi che non hanno come contenuto un testo legato alle notizie. L'opera e dunque costruita con utilizzo di un testo trovato nel giornale che è un passo di un romanzo romantico da quale ho preso una piccola parte come spunto per creare una immagine che rappresenta una riflessione sul mondo dei sogni, miti e legende. Una immagine arcaica che si basa non sulla realtà quotidiana ma piuttosto alla parte del nostro bagaglio culturale che si presenta nela forma di archetipi. L'opera rappresenta in modo poetico la mia incapacita di creare dei contenuti con un tema politico o sociale e la mia paura dello stato della società contemporanea.

Misure: 23,5x23,5 cm Tecnica: Acrilico e collage su carta Supporto: Carta incorniciata Courtesy: Boccanera Gallery, Trento

LORENZO DI LUCIDO 7 “BABEL”

Descrizione opera L’opera è costituita da due elementi, un dipinto di 140 x 100 cm e una scultura, un piccolo oggetto collassato fatto con carta di quotidiano. Il dipinto è una superficie esposta più volte e costantemente ridipinta negli ultimi tre anni. Costituito quindi da una serie di pentimenti, di cancellature e ri‐dipinture. Alle fine esso è divenuto un immagine del muro del mio studio, una babele di immagini collassate l’ una sull’ altra senza una continuità discorsiva. Come sé sulla superficie ci fosse un surplus di informazioni linguistiche, strutturali, pittoriche. Un immagine che tiene a mente il fallimento, anzi di per se stessa fallimentare, in quanto costruita quasi casualmente, montando una sull’ altra immagini differenti e andando ad assemblare un collage pittorico. Come una stanza, nella quale ogni giorno si è portato e posato un oggetto, un luogo dell’ occupazione portato allo schiacciamento, al collasso. L’oggetto‐ scultura è una proppagine distaccata, altra, eppure strutturalmente simile nella poetica, una scultura ripiegata su se stessa, accartocciata, schiacciata che ancora porta con se messaggi, lettere, letture possibili. Entrambe poste l’ una sull’ altra riflettono il fallimento della comunicazione e allo stesso tempo la fondamentale importanza del ricordo e della dimenticanza, due poli sempre presenti nel mare odierno dell’ informazione.

Misure: 140x100 cm più oggetto scultura Tecnica: Mista su tela e oggetto più tela e carta di giornale Supporto: Tela

8 SIMONE FAZIO “NATURA MORTA: VANITAS”

Descrizione opera La carta stampata è la pelle di questi manufatti che vogliono imitare la realtà, tentando di sembrare, senza tuttavia essere veramente. Una visione ambigua e destabilizzante che vuole descrivere il tentativo della carta stampata di raccontarci, attraverso la notizia, gli accadimenti che creano il flusso della realtà sul nostro pianeta. Un flusso costante, continuo, infinito, di notizie che si rincorrono, si parlano addosso, si confermano e si smentiscono a vicenda, rendendo sempre più difficile trovare lo scarto tra realtà e finzione, proprio come accade in questa Vanitas di origami, che contrappone l’ineluttabile caducità della vita, descritta dal cranio, al fugace eppur intenso vigore della Natura enucleato dai fiori scarlatti e dalla farfalla. Così come le notizie anche la vita rincorre se stessa, sul “tapis roulant” dell’esistenza, non avendo sempre perfettamente chiaro il confine tra realtà e finzione, tra giusto e sbagliato, tra serio e faceto... Tentiamo di decodificare tutto questo attraverso l’apprendimento, l’informazione e l’esperienza per trattenere una conoscenza che viene poi tramandata per creare identità e cultura, per renderci quello che siamo.. Il compito di un artista è quello di ricordare.

Misure: 60x80 cm Tecnica: Pittura ad olio Supporto: Tela di cotone Commento: www.simonefazio.com

GIULIA GIANNERINI 9 “UN COLPO DI SCENA”

Descrizione opera L'idea dell'opera nasce dalla voglia di parlare della situazione attuale partendo dai titoli del giornale. L'immagine di sfondo raffigura un albero, simbolo per eccellenza della carta, dalla quale appunto nascono i quotidiani, con i suoi rami, metafora invece della famiglia e delle diramazioni sociali. I titoli del giornale si sovrappongono all'immagine dell'albero rimanendo comunque chiaramente leggibili. Le parole che spiccano, prese dai giornali di svariati anni fa, sono legate a tematiche ancora attuali, che rimangono ben inquadrate nella situazione odierna dell'Italia e del mondo: sono parole forti, d'impatto, alle quali si possono dare risvolti negativi e positivi allo stesso tempo. Emergono termini come CONDANNA, VIOLENZA, VITTIME, FALSO, ACCUSE, SCONFITTA, DRAMMA, RIBELLIONE, FALLIMENTO, DECADENZA, TRAGEDIA, ODIO, DISSENSO, SOTTOMISSIONE e ancora FAMIGLIA, PACE, IDEA, SOLUZIONE, DIRITTI, VERITÀ, GIUSTIZIA, IMPEGNO, VITTORIA, DIMOSTRAZIONE, ITALIANI, PUBBLICITÀ, MITO. Tramite queste parole si parla di fatti ben precisi, segnati nel tempo da date, da nomi, da luoghi, ma che si possono comunque collegare a situazioni comuni, ancora attuali, senza tempo e spazio, come per ricordarci quanto il mondo in realtà sia cambiato solo all'apparenza ma non nei suoi contenuti. Da qui anche il titolo dell'opera, “Un colpo di scena”, che è appunto uno dei titoli di giornale raffigurati nella foto, ma spiega poi il senso del lavoro stesso: in quasi 100 anni nulla è cambiato..

Misure: 97,4x97,4 cm Tecnica: Fotografia digitale su tela Supporto: Telaio in legno

FEDERICO LANARO 10 “MANI”

Descrizione opera Condivisione, ricerca, informazione, comunicazione, conoscenza: tutto questo è Internet, l’invenzione più innovativa e, in un certo senso, rivoluzionaria, dell’ultimo secolo. Internet ha cambiato la percezione della realtà globale, ha annullato le distanze, abolito virtualmente la barriera tra pubblico e privato e liberato nuove forme di espressione individuale e collettiva tramite i social network. Dall’altra parte, però, c’è una dimensione sociale da rivendicare, c’è la realtà, ci sono i rapporti umani, c’è la quotidianità concreta che si tocca al di là delle immagini proiettate dallo schermo di un computer, di un tablet o di uno smartphone; e l’opera nasce proprio da qui, da un invito a “sporcarsi le mani”, sfogliando un giornale: oggetto fisico, immodificabile nei contenuti, fatto di carta e di inchiostro che rimane sulle dita, che lascia un segno. Stimolo reale alla discussione, il quotidiano rimane il simbolo dell’opinione personale e di un dibattito che dalla parola scritta arriva alla cultura orale, che mantiene vivo un argomento e crea le condizioni per una partecipazione più sentita verso la notizia; le mani giovani, vecchie, maschili e femminili fanno parte idealmente di una tribù con le dita nere, alla ricerca insaziabile di confronto e condivisione.

Misure: 100x84 cm Tecnica: Inchiostro su carta, giornali Supporto: Carta (con cornice e attaccaglie) Courtesy: Studio d’Arte Raffaelli, Trento

MONICA LASAGNI 11 “SEGNO. (IMPRONTA)”

Descrizione opera L’opera prende spunto dalle basi della comunicazione. In un’epoca dove la comunicazione è colma e impregnata di elementi e rischia di diventare effimera perdendo il riconoscimento del proprio autentico valore, ci si pongono delle interrogazioni, sul senso delle cose e del rapporto che abbiamo con la loro stratificata varietà. La carta di giornale rimane immobile in un simolacro di una bocca spenta, che non emette suoni, sulla carta è visibilmente stampata la fine. E’ l’incombente fine di un linguaggio, di una memoria che tende apparentemente a svanire. L’ impronta, in questo caso dei denti, è stabilizzata all’interno di una teca cubica le cui estremità possono essere opposte o analoghe alle altre, è messa in mostra e conservata. Le forme sono cristallizzazioni del tempo e dello spazio e il gioco simbolico è metafora del rapporto tra l’essere umano e il mondo. Quel che all’apparenza può sembrare una finzione metaforica di un linguaggio “muto”, si trova invece avvolto da un districarsi di fili, da una tela di ragno confusa, fatta e disfatta, dove i fili bianchi vanno a prolungarsi portando con loro quel segno in continua evoluzione di una memoria indelebile, forte e distinta.

Misure: Variabili Tecnica: Installazione Supporto: Materiali: calco in gesso, fili di cotone, plexiglass e carta

VINCENZO MEROLA 12 “APOSTASIA DEL TEMPO CICLICO”

Descrizione opera La necessità insopprimibile e connaturata al genere umano di conservare una memoria storica consapevole, di mettere in relazione il presente con il passato e di dare ordine agli eventi incasellandoli in una successione interpretabile con gli strumenti della logica è strettamente connessa alla ricerca di senso e alla proiezione della propria esistenza, in termini finalistici, verso una destinazione ultima. In assenza di una motivazione escatologica o teleologica, fatta propria la nichilistica ideologia dell’eterno ritorno, la conoscenza del passato conserverebbe un’utilità puramente pratica, per chi coltivasse ingenuamente l’illusione di una presunta facoltà profetica della storia. Non è certo facile, oggi, immaginare un futuro compatibile con le proprie speranze e aspettative: la fiducia nelle “magnifiche sorti e progressive” purtroppo non si addice all’epoca presente. La legittima ricerca della felicità diventa quindi sempre più affannosa, in particolar modo per chi non si accontenta di una risposta trascendente. Apostasia del tempo ciclico è una rappresentazione metaforica di questa inquietudine, della piccolezza degli insignificanti gesti quotidiani di fronte all’immensità del tempo e, contemporaneamente, della caparbietà disperata con cui ogni essere umano reclama il proprio posto nell’universo.

Misure: 70x70x4 cm (3 elementi in cornici 30x30x4 cm e 1 elemento in cornice 30x21x4 cm) Tecnica: Collage Supporto: Carta

VALENTINA MIORANDI 13 “27809 GIORNI DOPO”

Descrizione opera 27809 è il numero dei giorni intercorsi tra la pubblicazione di due articoli pubblicati da il Resto del Carlino. Il primo è stato pubblicato sulla copia cartacea il 27 settembre 1938 e riporta l' "attesissimo" discorso di Hitler. Il secondo articolo è stato postato on‐line il 16 novembre 2014 e riporta i soprusi verso il gatto Baz dovuti ai sui tratti che ricordano il Führer. Lo scatto fotografico impresso su carta di giornale del Resto del Carlino accosta i due articoli lasciando aperte riflessioni sulle trasformazioni sociali e mediatiche succedutesi in quel lasso di tempo.

Misure: 43X43 cm Tecnica: Net image Supporto: Carta di giornale

SILVIA PACI 14 “ETERE LUMINIFERO”

Descrizione opera Penso che la comunicazione sia un incontro di informazioni, ma soprattutto di persone, poiché permette uno scambio di messaggi tra popoli diversi. Oggi la velocità di tali scambi porta ad unaconoscenza superficiale, condannando il soggetto a problemi di identità. Per questo rappresento tanti volti, indefiniti, in mutamento:l'uomo al centro della comunicazione, benché caotica ed alienante. Interrogandomi sui mezzi di comunicazione del passato ho pensato al telegrafo. Alla fine dell'800 Hertz provo’ sperimentalmente l’esistenza della propagazione delle onde elettromagnetiche, l’origine della comunicazione moderna. I fisici del tempo, incapaci di spiegare il fenomeno hertziano, ipotizzarono l’esistenza di un supporto, l'etere luminifero, in grado di trasmettere le onde. Poco dopo Marconi riuscì a farle arrivare a grande distanza e ad ottenere il brevetto per il primo telegrafo senza fili, che trasmetteva dei messaggi attraverso il CodiceMorse, cioè impulsi che codificavano lettere. Sulla mia tela ci sono delle spirali di parole che rappresentano metaforicamente i messaggi trasportati dalle onde, attraverso l’etere. Al centro della tela compare Adolf Hitler,suggerito da "Il resto del carlino" del 1939. Ho inserito Hitler quale esempio di come la manipolazione di una comunicazione onesta porti a forme di non‐ comunicazione, di propaganda e di abnegazione della propria identità. Hitler e’ un memento: la comunicazione non deve essere addottrinamento, ma partecipazione ed incontro.

Misure: 100x100 cm Tecnica: Pittura ad olio Supporto: Tela

MICHELE PARISI 15 “UN’ORA PRIMA DELL’ALBA”

Descrizione opera “...consiste in uno sguardo attraverso un vetro offuscato, una visione in cui ogni forma compare indefinita. Questo approccio alla visione testimonia la crisi dell’immagine contemporanea che, vittima delle sue stesse armi ‐ chiarezza, velocità, riproducibilità, ubiquità, esposizione – non riesce più a suscitare nulla se non l'indistinto e l'omologazione. Allora, riesumando qualcosa di vecchio e oscuro si cerca proprio l’opposto: uno sguardo che tenda a una nuova verginità e a un rapporto autentico con l’immagine. La sfida è proprio quella di fissare un’immagine nel momento stesso in cui sta scomparendo o nel momento del suo farsi, sulla soglia tra presenza e assenza. Il nostro occhio diventa a sua volta otturatore, la nostra calotta cranica camera oscura, nell'attesa che dalla finestra penetri di una visione vera, ipotesi quanto mai idealista ma necessaria come punto a cui tendere.” L'opera è stata realizzata in un primo momento impressionando mediante una camera ottica da me costruita e abitualmente impiegata per la realizzazione di immagini per la mia pittura, un paesaggio, in una lenta esposizione alla luce. L'immagine è stata in seguito realizzata in camera oscura, su carta velina e dipinta in studio mediante pigmenti tono su tono. Sia i medium fotografici che i pigmenti sono da me realizzati. Per l'esecuzione di quest'opera ho appositamente realizzato un pigmento utilizzando proprio le copie storiche del Resto del Carlino del 1929 e del 1954. Si ha in questo modo un'appropriazione mentale del medium impiegato con la genesi dell'opera: dalle fragili e gialle carte del Quotidiano alla fragile carta velina. Il senso di fragilità e preziosità dell'opera è accentuata dal fatto che la carta sarà esposta appesa mediante appositi chiodi che ne permettono l'esposizione aggettante la parete. L'acqua invece offre la raffigurazione sempre libera e sempre diversa di un paesaggio ideale, l'acqua è anche il veicolo con cui i giornali si sono “trasformati” in pigmento nella carta velina.

Misure: 100X100 cm Tecnica: Gelatina fotosensibile, gomma arabica e pigmenti ottenuti da copie storiche de il Resto del Carlino del 1929 e del 1954 su carta velina Supporto: Carta velina

COSTABILE PICCIRILLO 16 “DEL RESTO..”

Descrizione opera DEL RESTO… è una piccola raccolta composta da ben sei illustrazioni che ho concepito ad hoc per l'edizione 2015 del Prima Pagina Art Prize. Due di essi vantano collaborazioni esterne, ossia la "lettera inviata al direttore" che apre la serie, e il disegno che la conclude, sono interpretati sotto la mia supervisione da mani insospettabili che hanno circa ottant'anni di differenza. Nel lavoro, si assiste alla rivalsa di notizie secondarie "pur sempre ricorrenti", annunci invisibili e racconti quasi dimenticati, accuratamente selezionati dai tre numeri storici del quotidiano "IL RESTO DEL CARLINO", ad ognuno di questi frammenti viene dedicato un numero speciale. In oltre, per chiunque volesse avere una copia, basterà inviare una mail al seguente indirizzo ([email protected]) indicando il titolo della prima pagina che più vi ha colpito

Misure: 6 fogli 29,7x42 cm, totale 93,1x88cm Tecnica: Mista Supporto: Carta

ROSY ROX 17 “RESTO”

Descrizione opera “Resto” descrive simbolicamente il passaggio del tempo attraverso la materia, la carta stampata; allude alla società nel suo divenire e a tutti i cambiamenti e le complessità che essa porta con se. L’opera muovendosi attraverso il divenire della storia, attraverso frammenti di tempo, frammenti di notizie, crea un cortocircuito temporale, uno spazio sospeso tra passato presente e futuro. Uno spazio che metaforicamente sottolinea il processo di divenire della società “dalla modernità solida a quella liquido‐moderna” (Zygmunt Bauman). Attraverso frammenti di prime pagine, la creazione di uno spazio, una pagina di riflessione che ci pone interrogativi sul nostro presente. Uno spazio, che ci invita a un tempo di riflessione ,di presa di senso nel mondo che muta.

Misure: 70x90 cm Tecnica: Tecnica mista su carta Supporto: Carta

LEANDER SCHWAZER LEANDER (in arte POST CONCEPTUAL) 18 “PRIMA PAGINA”

Descrizione opera Leander Schwazer vuole sapere cos’è un giornale e trova una risposta semplice per una domanda semplice: testi, colori e immagini. Lui separa due prime pagine di un giornale in testi e immagini e dipinge una terza con i colori essenziali: Ciano, Magenta, Giallo e Nero con Pantone Inchiostro da stampa ‐ gestuale però analitico: separato l’una dall’ altra.

Misure: 42x58 cm (x3) Tecnica: Carta e inchiostro di stampa su tela Supporto: Cornice Commento: Newspaper divided: text, picture and color