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Il Mio Amico Luciano Lama Di Giuliano Cazzola
www.bollettinoadapt.it 6 giugno 2016 Il mio amico Luciano Lama di Giuliano Cazzola Tag: #LucianoLama #ricordo «Chiudo con un suo pensiero, ripreso ieri sulle pagine del Quotidiano Nazionale dal suo amico Giuliano Cazzola: “L’uguaglianza, la libertà, la democrazia, lo sviluppo, la conoscenza, la giustizia, la salute, la pace sono i valori che contano nel progresso umano e che non dobbiamo solo lasciare all’ideologia, ma viverli quotidianamente”. Il suo ricordo acquista oggi il sapore di una lezione che non possiamo dimenticare». Con queste parole, il presidente del Senato Pietro Grasso, ha terminato il suo intervento durante la cerimonia che si è svolta lo scorso 31 maggio, a Palazzo Madama alla presenza del Capo dello Stato, per celebrare il ventennale della morte di Luciano Lama. Essere citato dal Presidente del Senato – per un articolo che avevo scritto in memoria del grande leader sindacale – mi ha piacevolmente sorpreso, in particolare per un fatto preciso: essere definito il “suo amico”. Per me è stato come il riconoscimento di una decorazione o il rilascio di una patente. Ho conosciuto Lama, ho nutrito per decenni nei suoi confronti sentimenti di ammirazione e devozione, ma anche di ciò che una volta si chiamava “timore reverenziale”; credo che Luciano mi ricambiasse con stima e simpatia, come mi ha dimostrato in diverse occasioni. Ma non avrei mai osato definirmi “suo amico”. Solo personaggi come Giorgio Napolitano sono autorizzati a farlo (e così ha definito Lama nella sua commemorazione il Presidente emerito della Repubblica) perché bisogna appartenere a quel mondo di leader d’altri tempi per evocare rapporti di amicizia che, in qualche modo, rendono testimonianza anche di una condizione di confidenza e di parità. -
Social Factory" in Postwar Italian Radical Thought from Operaismo to Autonomia
City University of New York (CUNY) CUNY Academic Works All Dissertations, Theses, and Capstone Projects Dissertations, Theses, and Capstone Projects 6-2014 The "Social Factory" In Postwar Italian Radical Thought From Operaismo To Autonomia David P. Palazzo Graduate Center, City University of New York How does access to this work benefit ou?y Let us know! More information about this work at: https://academicworks.cuny.edu/gc_etds/262 Discover additional works at: https://academicworks.cuny.edu This work is made publicly available by the City University of New York (CUNY). Contact: [email protected] THE “SOCIAL FACTORY” IN POSTWAR ITALIAN RADICAL THOUGHT FROM OPERAISMO TO AUTONOMIA by DAVID PETER PALAZZO A dissertation submitted to the Graduate Faculty in Political Science in partial fulfillment of the requirements for the degree of Doctor of Philosophy, The City University of New York 2014 © 2014 DAVID PETER PALAZZO All Rights Reserved ii This manuscript has been read and accepted for the Graduate Faculty in Political Science in satisfaction of the Dissertation requirement for the degree of Doctor of Philosophy. Dr. Jack Jacobs________________________ __04/10/2014________ ____________________________________ Date Chair of Examining Committee Dr. Alyson Cole_______________________ ___04/10/2014_______ ____________________________________ Date Executive Officer ___Dr. Mary Gibson____________________________ ___Dr. Frances Fox Piven________________________ Supervisory Committee THE CITY UNIVERSITY OF NEW YORK iii Abstract THE “SOCIAL -
Dossier N 26 Trentin Def
Pubblicazione on line della Collana ADAPT Newsletter in edizione speciale n. 26 del 31 agosto 2007 Registrazione n. 1609, 11 novembre 2001, Tribunale di Modena In evidenza OhOh Capitano!Capitano! miomio Capitano!Capitano! Un profilo di Bruno Trentin In onore di Bruno Trentin di G. Cazzola pag. 2 a cura di Giuliano Cazzola Rassegna stampa pag. 31 on la morte di Bruno Trentin se ne educato. Nelle conclusioni fu lucido e C va anche un pezzo della mia storia. chiaro: ci invitò a sperimentare la costi- E rimane l’amara consapevolezza di tuzione delle sezioni sindacali aziendali averlo deluso. Insieme a Luciano Lama, e a impostare qualche vertenza sull’am- Per saperne Trentin ha rappresentato, per decenni, biente di lavoro. Quattro anni dopo, nel- di più una delle «presenze» più importanti l’estate del 1969, a 28 anni, fui chiama- della mia vita e della mia formazione. to – ragazzo di bottega – a far parte di Per maggiori Potrei commentare per ore i suoi discor- quella «mitica» segreteria della Fiom approfondimenti si rinvia si, raccontare aneddoti, descrivere gli che fu protagonista dell’autunno caldo, al sito della Scuola di alta eventi che lo videro protagonista, ricor- di cui erano membri anche Elio Pastori- formazione in Relazioni dare le intuizioni audaci di cui fu artefice no, Elio Giovannini, Albertino Masetti, industriali e di lavoro di e che ormai appartengono all’epopea Bruno Fernex e Pio Galli. Ritrovai Bruno ADAPT – Fondazione del sindacalismo. Il primo incontro di- in segreteria confederale nel 1987 fino «Marco Biagi» retto con lui si svolse pochi mesi dopo il al 1993 quando lasciai il sindacato. -
The Italian Communist Party and the Movements of 1972-7
‘Rejecting all adventurism’: The Italian Communist Party and the movements of 1972-9 Abstract The history of the Italian Communist Party in the 1960s and 1970s was marked by the party’s engagement with a succession of radical competitors. Following Sidney Tarrow, I argue that the party benefited from its engagement with the ‘cycle of contention’ which culminated in the Hot Autumn of 1969. However, a second cycle can also be identified, running from 1972 to 1979 and fuelled by ‘autonomist’ readings of Marxism. The paper contrasts the party’s constructive engagement with the first cycle of contention and its hostile engagement with this second group of movements. It identifies both ideological and conjunctural reasons for the Italian communist party’s failure to engage constructively with the second cycle of contention, situating this within the context of Enrico Berlinguer’s leadership of the party. Lastly, it argues that this hostile engagement was a major contributory factor to the suppression of the movements; the growth of ‘armed struggle’ groups; and the decline of the Italian communist party itself. It is argued that the orientation of a ‘gatekeeper’ party at a particular historical conjuncture may have far-reaching effects, both for the party itself and for society more broadly. Keywords: Italian Communist Party, cycle of contention, gatekeeper, Autonomia, historic compromise. Closed systems and gatekeepers: the Italian case Sidney Tarrow’s model of the ‘protest cycle’ or ‘cycle of contention’, developed originally to describe the rise and fall of Italian radical movements in the late 1960s, identifies how new and challenging protest tactics can be absorbed into the political mainstream, even while the social movements which have given rise to these new tactics are denied legitimacy and marginalised. -
Il Mio Amico Luciano Lama Di Giuliano Cazzola
www.bollettinoadapt.it 6 giugno 2016 Il mio amico Luciano Lama di Giuliano Cazzola Tag: #LucianoLama #ricordo «Chiudo con un suo pensiero, ripreso ieri sulle pagine del Quotidiano Nazionale dal suo amico Giuliano Cazzola: “L’uguaglianza, la libertà, la democrazia, lo sviluppo, la conoscenza, la giustizia, la salute, la pace sono i valori che contano nel progresso umano e che non dobbiamo solo lasciare all’ideologia, ma viverli quotidianamente”. Il suo ricordo acquista oggi il sapore di una lezione che non possiamo dimenticare». Con queste parole, il presidente del Senato Pietro Grasso, ha terminato il suo intervento durante la cerimonia che si è svolta lo scorso 31 maggio, a Palazzo Madama alla presenza del Capo dello Stato, per celebrare il ventennale della morte di Luciano Lama. Essere citato dal Presidente del Senato – per un articolo che avevo scritto in memoria del grande leader sindacale – mi ha piacevolmente sorpreso, in particolare per un fatto preciso: essere definito il “suo amico”. Per me è stato come il riconoscimento di una decorazione o il rilascio di una patente. Ho conosciuto Lama, ho nutrito per decenni nei suoi confronti sentimenti di ammirazione e devozione, ma anche di ciò che una volta si chiamava “timore reverenziale”; credo che Luciano mi ricambiasse con stima e simpatia, come mi ha dimostrato in diverse occasioni. Ma non avrei mai osato definirmi “suo amico”. Solo personaggi come Giorgio Napolitano sono autorizzati a farlo (e così ha definito Lama nella sua commemorazione il Presidente emerito della Repubblica) perché bisogna appartenere a quel mondo di leader d’altri tempi per evocare rapporti di amicizia che, in qualche modo, rendono testimonianza anche di una condizione di confidenza e di parità. -
Bruno Trentin Con La Furia De Un Ragazzo. En Torno a La Publicación De Los Diarios
Reproducido en www.relats.org BRUNO TRENTIN CON LA FURIA DE UN RAGAZZO En torno a la publicación de los Diarios del sindicalista intelectual a los 10 años de su muerte Juan Moreno Miembro del Consejo Asesor de la Fundación 1º de Mayo Publicado en Revista de Derecho Social Latinoamerica, Numero 3-4, 2018 y Nueva Tribuna, 2018 La democracia se debe reconquistar fatigosamente cada día, se debe poder rellenar de nuevos contenidos, si no se esclerotiza, se convierte en el patrimonio de pocos y así ha pasado. (Bruno Trentin) 1. Los diarios, un amargo desahogo 2. Trentin, secretario de urgencia 3. La FLM. El sindicato de los consejos 4. Un “sindicato general” de programa: el sindicato de los derechos 5. Disolución del Partido Comunista y aislamiento de la CGIL 6. Trentin y España. En guerra, en el franquismo y en la democracia 7. América Latina en los diarios de Trentin 8. El europeísmo de Trentin 9. El alivio de la dimisión 1 Portada del libro Bruno Trentin, Diari 1988-1994. Acto en recuerdo de Bruno Trentin en el CESE (Bruselas, 13-07-2017) Iginio Arienma, Pierre Héritier, Georgios Dassis, Fulvio Fammoni y Susanna Camusso. Los diarios, un amargo desahogo Han pasado ya diez años desde la desaparición de Bruno Trentin (Cédon de Pavie, Francia, 9 de diciembre de 1926-Roma, 23 de agosto de 2007) un grande entre los grandes del sindicalismo italiano y destacado intelectual de la izquierda europea. 2 Coincidiendo con ello se han publicado sus diarios: Bruno Trentin. Diari 1988-19941. En realidad los diarios escritos por BT van desde 1977 a 2006, pero en ese libro solo se recogen los seis años en que dirigió la CGIL2, principal central sindical italiana. -
I Segretari Della CGIL: Da Luciano Lama a Bruno Trentin a Cura Di ILARIA ROMEO 2013
CONFEDERAZIONE GENERALE ITALIANA DEL LAVORO I segretari della CGIL: da Luciano Lama a Bruno Trentin a cura di ILARIA ROMEO 2013 I segretari della CGIL: da Luciano Lama a Bruno Trentin della CGIL: da Luciano Lama a Bruno I segretari Manifestazione per le riforme e lo sviluppo del Mezzogiorno, Roma 30 mag. 1971. Luciano Lama a Piazza del Popolo PUBBLICAZIONI DEGLI ARCHIVI DI STATO STRUMENTI CXCVII CONFEDERAZIONE GENERALE ITALIANA DEL LAVORO I segretari della CGIL: da Luciano Lama a Bruno Trentin a cura di Ilaria Romeo MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI DIREZIONE GENERALE DEGLI ARCHIVI 2013 DIREZIONE GENERALE PER GLI ARCHIVI Servizio III - Studi e ricerca Direttore generale per gli archivi: Rossana Rummo Direttore del Servizio III: Mauro Tosti Croce Cura redazionale: Maria Teresa Piano Mortari © 2013 Ministero per i beni e le attività culturali Direzione generale per gli archivi ISBN 978-88-7125-308-4 Vendita: Istituto Poligrafi co e Zecca dello Stato - Libreria dello Stato Piazza Verdi 10, 00198 Roma - [email protected] Finito di stampare da Antica Tipografi a dal 1876 nel mese di dicembre 2013 SOMMARIO Prefazione, di Adolfo Pepe IX Introduzione di Fabrizio Loreto XV Nota archivistica di Ilaria Romeo e Giovanna Bosman XLV Inventario 1 Luciano Lama 3 Antonio Pizzinato 77 Bruno Trentin 157 Fotografi co 201 Indici 203 Tavole foto 237 Inventari a cura di Ilaria Romeo, Gianni Venditti e Patrizia Ventura con il coordinamento di Teresa Corridori. Prezioso e insostituibile lavoro di ausilio all’opera degli schedatori è sta- to prestato da Giorgio Mercanti. PREFAZIONE L’attuale pubblicazione che contiene l’Inventario delle carte tratte dai fondi personali dei tre segretari generali della Cgil, che copre so- stanzialmente il cruciale ventennio degli anni settanta e ottanta, costitu- isce senza dubbio un pregevole contributo al riordino e alla sistemazione complessiva dell’archivio della Cgil, archivio per molti versi indispensa- bile per lo storico dell’Italia repubblicana. -
Edited by Maya Adereth
Phenomenal World Volumes Edited by Maya1 Adereth Phenomenal World 2 Market Economy, Market Society Interviews and Essays on the Decline of European Social Democracy Edited by Maya Adereth 3 Phenomenal World 4 Acknowledgements Many thanks are due. Above all to Adam Przeworski, who generous- ly provided intellectual mentorship as well as practical assistance from this project’s early stages until its completion. I’m very grateful to José María Maravall, for his contribution to the interviews in Spain, and the many hours of invigorating conversation which preceded and followed them. Jonathan Hopkin not only guided me through the key debates of the period in Spain and Italy, but, as my graduate supervisor, he was in- strumental in helping me formulate an interest in the questions posed by this series. Infinite thanks are due to my interview partners, Javier Padilla and Davide Ceccanti, who traveled many miles to conduct the interviews with me and devoted countless hours to helping me arrange, edit, and publish them. Sarah Katz and Pierre Stambul arranged my interviews in Paris, escorted me across the city, and compensated for my imperfect French. I’m grateful to Stephanie Mudge, David Broder, Jonah Birch, and Juan Andrade for contributing insightful commentary despite full schedules and truly unprecedented global circumstances. Megan Ghantous, Belen Hipola, Andrea Arándano, Elisabetta Gatti, and Edouard Rosselet all provided elegant translations. And finally, thanks to Michael Stynes, Molly Dektar, and Jack Gross at JFI, for sup- porting this project. — Maya Adereth 5 Phenomenal World Published by Phenomenal World Volumes, 2021 Designed by Partner and Partners. The volume ©️ Phenomenal World Volumes 2021 The contributions ©️ The contributors 2021 All rights reserved. -
Among Researchers in the Social Movement Field, a Model Combining
Autonomia and the political: an Italian cycle of contention, 1972-79* Phil Edwards Introduction Two episodes of crowd trouble, as reported by the Italian Communist Party’s daily paper l’Unità. the demonstrators showed their determination to avoid a confrontation [...] suddenly police violence broke out [...] Police charges continued; to defend themselves the young people blocked via della Panetteria and via dei Crociferi with cars. Some cars were burned out. [...] The students made repeated attempts to leave the University, which was completely surrounded; every time, they had to face police violence. In the evening, to protect themselves from charges by police jeeps, the students blocked all the roads around the University with improvised barriers; police charges continued throughout the areai (Marzullo 1969)ii the stewards’ groups fiercely blocked the way, attempting to prevent contact between the police (who certainly weren’t looking for it) and groups of ‘autonomist’ provocateurs (who seemed to be there for nothing else) [...] there was the sense of an organised manoeuvre, in the true sense of the word, and police intervention became inevitable: stones were thrown from one side, tear-gas grenades from the other. [...] The police avoided a confrontation for as long as possible, enabling the stewards to prevent yet another excursion by these ‘autonomists’ [...] a ‘commando’ group broke away from the group of ‘autonomists’ and ran towards the supermarket. Once again, police intervention was inevitableiii (Anon. 1976) The differences between the two pieces are striking. In 1969, l’Unità condoned students burning cars as a defence against unprovoked police violence; in 1976, police use of tear-gas grenades was presented as a reluctant but ‘inevitable’ response to stone-throwing by provocateurs.