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1.1 PREMESSA .............................................................................................................. 2 1.2 PARTECIPAZIONE .................................................................................................. 3 1.3 LA STRUTTURA DEL PGT ...................................................................................... 5 2.1. IL DOCUMENTO DI PIANO...................................................................................... 7 2.2. IL QUADRO CONOSCITIVO DEL TERRITORIO COMUNALE ............................... 9 2.2.1 INQUADRAMENTO TERRITORIALE ................................................................ 9 2.2.2 INQUADRAMENTO PAESAGGISTICO AMBIENTALE ................................... 12 2.2.3 INQUADRAMENTO INFRASTRUTTURALE ................................................... 43 2.2.4 INQUADRAMENTO ECONOMICO - SOCIALE ............................................... 44 2.3. PREVISIONI CONTENUTE NEI PIANI SOVRACOMUNALI .................................. 72 2.3.1. PIANIFICAZIONE REGIONALE ....................................................................... 72 2.3.2. PIANIFICAZIONE PROVINCIALE ................................................................... 77 2.4. GLI OBIETTIVI STRATEGICI DI SVILUPPO, MIGLIORAMENTO E CONSERVAZIONE............................................................................................................ 86 2.4.1. CRITERI CHE SI INTENDONO ADOTTARE PER LA REDAZIONE DELLA VARIANTE GENERALE AL P.G.T. VIGENTE. ........................................................... 87 2.5. STATO DI ATTUAZIONE DEL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO VIGENTE. .......................................................................................................................... 89 2.6. AZIONI PREVISTE NELLA VARIANTE GENERALE AL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI PALAZZO PIGNANO ........................................... 94 2.7. VALUTAZIONE DELLA VARIANTE AL P.G.T. ..................................................... 99 2.8. VALUTAZIONI DI COERENZA ........................................................................... 102 2.9. MITIGAZIONI ........................................................................................................ 105 1 1.1 PREMESSA Le Leggi di riforma urbanistica regionale, L.R. 12/2005 e L.R. 121/2009, e L.R. 31/2014, sono fondate sul principio di concertazione tra pubblico e privato, nonché sul concetto dell’urbanistica negoziata (come già avveniva dopo la L.R. 9/99 con i Programmi Integrati di Intervento). In particolare modo l’articolazione dei contenuti della L.R. 12/2005, art. 1 comma 2, si avvale di alcuni criteri fondamentali: • Sussidiarietà, intesa sia in senso verticale che orizzontale. La Legge, pertanto, in applicazione del principio costituzionale, prevede l’attribuzione ai Comuni della generalità delle funzioni amministrative in materia di governo del territorio, fatta eccezione per quelle di rilevanza regionale e provinciale; inoltre vengono valorizzati ed ampliati gli spazi di libertà e di responsabilità dei cittadini rispetto al ruolo delle istituzioni; • Sostenibilità delle scelte di pianificazione, intesa non solo sotto il profilo strettamente ambientale, ma anche sotto il profilo sociale ed economico. Ciò significa che ogni atto di programmazione o pianificazione territoriale deve poter contribuire a garantire una maggiore equità sociale, anche attraverso la diffusione di pari occasioni di sviluppo; • Flessibilità della pianificazione territoriale, intesa come confronto e verifica, continua e dinamica, fra i diversi strumenti di governo del territorio, superando l’eccessiva rigidità prodotta dal precedente modello di pianificazione gerarchico. • Partecipazione, intesa come possibilità per i cittadini di concorrere alla definizione delle scelte di governo del territorio. Risulta, quindi, dai principi sostenuti dall’ apparato normativo, l’elevato grado di flessibilità e facoltà pianificatoria nella costruzione dei nuovi assetti urbanistici. Tale facoltà pianificatoria viene normata e strutturata da tre strumenti urbanistici fondamentali: 1. Documento di piano 2. Piano dei servizi 3. Piano delle regole. La legge urbanistica regionale 11 marzo 2005 n. 12, denominata Legge per il Governo del Territorio, muta radicalmente il quadro degli strumenti urbanistici a disposizione degli enti territoriali, andando incontro alle sempre maggiori esigenze di equità e flessibilità. Essa raccoglie in un testo unico un insieme complesso e frammentario di norme approvate nel corso delle ultime due legislature regionali (1995-2005), come modifiche e integrazioni della precedente legge urbanistica (51/1975). La pianificazione di livello comunale riscontra una radicale modifica, culturale prima che 2 normativa: viene abbandonato il sistema di pianificazione basato sull’unitarietà dello strumento di piano (PRG), ritenuto troppo rigido ed incapace di governare le trasformazioni territoriali, e di fatto già da tempo integrato da atti di “pianificazione negoziata”. Il PRG, secondo una percezione diffusa tra gli addetti ai lavori e tra molti cittadini, risultava essere uno strumento superato ed inadeguato a supportare la politica urbanistica delle amministrazioni locali nella società odierna. Il burocratico quadro normativo che ha regolato la materia fino ad ora ha creato un sistema rigido, incapace di adeguarsi ai mutamenti che si registrano nella realtà, diventando motivo di ostacolo anziché di crescita e sviluppo. Ad una pressante esigenza di flessibilità, risponde la Legge Regionale n°12/2005, che all’art. 7 specifica come il governo del territorio si attui mediante una pluralità di piani, tra loro coordinati e differenziati, che, nel loro insieme, costituiscono la pianificazione del territorio stesso. Gli atti di pianificazione “…si uniformano al criterio di sostenibilità, intensa come la garanzia di uguale possibilità di crescita del benessere dei cittadini e di crescita delle future generazioni” (art. 2 comma 3). Il Governo del territorio si caratterizza per la pubblicità e la trasparenza delle attività che conducono alla formazione degli strumenti di pianificazione, per la partecipazione diffusa dei cittadini e delle loro associazioni nell’elaborazione dei contenuti e nell’orientamento delle scelte operative. L’impostazione del PGT si articola su una tripartizione che utilizza uno strumento con contenuti di carattere prevalentemente strategico (DOCUMENTO DI PIANO), quale elemento “di regia” di una politica complessiva sul territorio, armonizzata rispetto agli obbiettivi ed alle procedure ma anche attenta a problemi di efficacia e di opportunità. Gli aspetti di regolamentazione e gli elementi di qualità del costruito, sono affidati ad uno strumento autonomo (PIANO DELLE REGOLE), mentre l’armonizzazione tra gli insediamenti e la “città pubblica e dei servizi” è affidata al PIANO DEI SERVIZI. I due strumenti di tipo “operativo”, pur strutturati in modo da avere autonomia di elaborazione, previsione ed attuazione, interagiscono costantemente con il DOCUMENTO DI PIANO. 1.2 PARTECIPAZIONE La progettazione partecipata del Piano di Governo del Territorio si inserisce nel quadro normativo regionale. É esplicita, infatti, la volontà della Regione Lombardia, chiaramente espressa nella l.r. 12/2005, di indirizzare la progettazione del territorio verso una condivisione delle scelte e dei progetti. Questo cambiamento culturale nella progettazione del piano si basa sulla consapevolezza che l’elaborazione del piano stesso è un lavoro 3 che non può e non deve essere svolto dai soli esperti, ma costituisce l’espressione di un’intera comunità locale, che attraverso il dialogo e il confronto definisce le proprie esigenze e i propri desideri. Per promuovere il coinvolgimento di Enti e cittadinanza, l’Amministrazione Comunale di Palazzo Pignano ha avviato le procedure di partecipazione previste dall’art. 13 della L.R. n. 12/2005, sollecitando i Cittadini, singoli ed associati, a presentare proprie istanze, contributi e suggerimenti, al fine di contribuire alla definizione di scelte urbanistiche il più possibile condivise. Le 13 istanze presentate sono state oggetto di una specifica valutazione di conformità delle stesse rispetto gli obiettivi di piano prefissati. Numerose sono state le occasioni di confronto che hanno visto il coinvolgimento della Giunta Comunale, consiglieri comunali di maggioranza e minoranza e di operatori locali. Durante tali incontri sono state raccolte domande, chiarimenti, suggerimenti e richieste; affrontando pubblicamente discussioni su temi e scelte rilevanti che interessano il territorio. Durante la fase di elaborazione progettuale del PGT, al fine di costruire un percorso partecipativo, di condivisone e coinvolgimento nel processo pianificatorio, sin dalle prime fasi preliminari del progetto, sono stati organizzati molteplici incontri con i tecnici incaricati. Tali momenti di partecipazione si sono posti un duplice obiettivo: da un lato esplicitare da un punto di vista teorico la disciplina urbanistica regionale, al fine di chiarire i contenuti della legge e dei vari strumenti realizzati, dall’altro coinvolgere i rappresentanti della cittadinanza nella definizione e strutturazione del quadro conoscitivo del Documento di Piano e dei primi obiettivi sostenibili di carattere ambientale, economico e sociale ritenuti prioritari. Durate tali incontri, erano presenti i Professionisti incaricati e gli amministratori comunali che hanno illustrato la nuova forma, i contenuti e l’impostazione dello strumento di pianificazione