Carlo Alberto Dalla Chiesa. L'esempio Di Un Uomo/12
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35 GIOVEDÌ 24 DICEMBRE 2009 IL DIZIONARIO DELLA MAFIA STATO/12 Carlo Alberto dalla Chiesa L’esempio di un uomo Una vita in trincea UN SISTEMA COSÌ LONTANO DAL SUD IL SENSO PROFONDO DI UNA PAROLA Nicola Tranfaglia STORICO adefinizioneèchiarafindalMe- dioevo: «persona giuridica territo- L riale sovrana costituita dall’orga- nizzazione politica di un gruppo sociale stanziato stabilmente su un territo- rio». Ed emerge già da quel che scrivono in Italia Dante Alighieri e più tardi Machia- velli ma la storia italiana ci mette molti se- coli per dare alla lingua e alla nazione la consistenza che occorre a uno Stato. Anzi èproprioilsegretariofiorentino(lostesso Machiavelli) alla fine del Quattrocento a precisare il significato del vocabolo che di- venta popolare nel Cinquecento. La discus- sione cresce nei secoli successivi e l’aggetti- vazione è quella che chiarisce i problemi legati alla nascita come alle trasformazio- ni dello Stato. La storia italiana è contrassegnata dalla lentezza nella nascita di quello che è consi- derato lo Stato moderno inteso come espressione di un progresso che allontana dal dominio di un uomo o di una famiglia sola. E spesso gli storici mettono in connes- sione le difficoltà di nascita dello stato mo- derno nel Mezzogiorno e nelle isole con lo sviluppo dei fenomeni mafiosi, che mo- strano peraltro grande capacità di adatta- mento all’evoluzione dello Stato e al suo modo di funzionare. Alcuni studiosi hanno parlato a lungo, proprio in relazione a nascita e sviluppo di associazioni mafiose, di “assenza” o “lontananza dello Stato” come ragioni di Uno «strenuo combattente» crescita da parte di queste associazioni. Si LA FRASE «La mafia è cauta, lenta, ti misura, ti ascolta, ti verifica alla lontana. Un altro non se ne tratta in realtà di pessime modalità di fun- accorgerebbe, ma io questo mondo lo conosco». Così raccontava Carlo Alberto dalla Chiesa a Giorgio zionamento da parte di uno Stato che è Bocca nell’agosto 1982. Quell’intervista doveva servire a dare la sveglia allo Stato per le troppe conni- ancora lontano dal realizzare una demo- venze e complicità. Accelerò, invece, il processo d’isolamento del generale. Fu massacrato con la crazia moderna piuttosto che dall’assenza giovane moglie, Emanuela Setti Carraro in via Carini, a Palermo. Era il 3 settembre del 1982. di Stato.❖ 36 GIOVEDÌ 24 DICEMBRE 2009 Mafia IL LIBRO Di Giuseppe Fava. Il te- sto pubblicato da Editori Riuniti nell’84 racconta Cosa Nostra da STATO/12 Giuliano a Dalla Chiesa. Carlo Alberto dalla Chiesa L’uomo che offrì la vita alle istituzioni lasciato solo dal Palazzo Un’esistenza in trincea. Mandò a processo centinaia di boss per poi vederli tutti assolti. Isolato e ucciso. I suoi funerali furono i più veloci della storia promosso colonnello. Gli venne antimafia e per la prima volta, di chiesto, mentre terminava il suo in- propria iniziativa, fece i nomi dei La storia carico di comandante di Milano e principali politici collusi, a partire provincia, dove volesse andare. Ri- da quello di Vito Ciancimino. Poi in- NANDO DALLA CHIESA spose o Bolzano o Palermo. Comun- viò al parlamento un rapporto uffi- que in trincea: a Bolzano c’era il ter- ciale a sua firma, “Il comandante rorismo altoatesino, a Palermo la della Legione Carabinieri di Paler- oStatosopradinoi.Co- mafia. Alla fine scelse Palermo, do- mo”, con fatti e nomi (Salvo Lima e me il cielo. Allo Stato ap- ve aveva un’esperienza importante Giovanni Gioia) destinati ad andare pena diventato repub- da offrire e dove aveva i suoceri; un al governo di lì a poco. La Commis- Palermo, 3settembre1982 L blicano Carlo Alberto modo (forse l’unica volta in cui poté sione antimafia acquisì quel rappor- dalla Chiesa rispose sì farlo) per conciliare lo Stato e la fa- to e lo depurò a futura memoria dei alla fine degli anni ‘40, quando miglia, il dovere e gli affetti. Di nuo- nomi più scomodi. tutto allo Stato. Dopo il delitto Moro non si trovavano ufficiali dei cara- vo servì le istituzioni come se le im- gli venne data la guida della lotta a binieri disposti ad andare in Sici- maginava lui. Lavorò alle planime- Lo Stato come valore più alto. Do- un terrorismo ritenuto imbattibile e lia, nell’isola impazzita: banditi- trie e alle genealogie delle famiglie po sette anni trascorsi in Sicilia il co- onnipotente. Continuò a vivere alla smo, separatismo e la mafia che ab- mafiose, sostenne indagini difficili lonnello venne promosso generale. macchia, senza orari e dormendo batteva i sindacalisti come una fu- in anni in cui i clan avevano una di- Era il ’73. Nel paese incubava il terro- nelle foresterie delle caserme di tut- ria impunita. Il capitano che aveva mestichezza sfrontata con lo Stato. rismo delle Brigate Rosse. Lo affron- ta Italia. Puntò sulla natura politica fatto la Resistenza rispose all’ap- Mandò a processo centinaia di boss tò in modo non convenzionale, con del terrorismo (che non considerò pello del governo. E andò volonta- astuzia, studi certosini e forza milita- mai “criminalità comune” come si rio a Corleone benché avesse fami- re. Ottenne rilevantissimi successi. voleva allora) per ottenere i primi glia a Firenze: una moglie incinta Il terrorismo Ma il suo nucleo speciale venne in- pentimenti e le prime confessioni. Il eunabambina.Giunsenell’isola Affrontò anche il cancro spiegabilmente sciolto. Di nuovo, co- terrorismo fu sgominato in pochi an- dove il governo trescava con la ma- delle Brigate rosse con me già in Sicilia, fece i conti con l’in- ni. Completò la missione da coman- fia e con il banditismo. E con i suoi capacità della politica e della società dante della Divisione Pastrengo di carabinieri volle rappresentare lo arguzia e impegno di capire i pericoli che minacciano le Milano. Poi, nell’82, andò come vice- Stato come se lo immaginava lui. istituzioni. Per troppi -così imparò- comandante dell’Arma a Roma. Feli- Perciò, anche se gli omicidi dei diri- per vederseli quasi tutti assolti per Stato e democrazia non coincideva- ce di toccare il più alto grado allora genti contadini restavano impuni- insufficienza di prove. Il reato di as- no. C’era chi amava lo Stato senza raggiungibile per chi veniva dalle fi- ti quasi d’ufficio, indagò caparbia- sociazione mafiosa non esisteva e democrazia, chi la democrazia sen- le dell’Arma; e soprattutto orgoglio- mente sull’assassinio di Placido anche quello di associazione a delin- za Stato. Messo ancora da parte, ven- so di eguagliare suo padre, viceco- Rizzotto, sindacalista socialista. quere non se la passava bene con gli ne richiamato a garantire la sicurez- mandante trent’anni prima. Mandò davanti ai giudici Luciano amanti del diritto. A Catanzaro, a za esterna della carceri contro gli as- Liggio, il futuro capo dei corleone- Bari, a Lecce, giudici senza cultura salti o i tentativi di evasione dei ter- ARomacapìperchénon aveva si. Che venne assolto per insuffi- esenzacoraggiodiederovialibera roristi. Si adoperò con entusiasmo mai amato la capitale. Pagò l’invidia cienza di prove mentre lui, trenten- aunastoriaferoceesanguinaria.Al- rinnovato ottenendo risultati indi- per la popolarità raggiunta. Di nuo- ne, venne rispedito a Firenze. la notizia della prima assoluzione scussi. Dovette però iniziare a vivere vo emarginato, chiese al governo di Lo Stato come orizzonte di vita. di massa lui batté in silenzio un pu- come un latitante. Stato e famiglia, ridargli un incarico operativo, di far- Il capitano ormai diventato ufficia- gno contro il bracciolo della poltro- aquelpunto,nonsiconciliarono lo sentire “utile allo Stato”. Accettò le superiore, e passato per tutte le na. Nulla di più. Non si perse d’ani- più. La moglie morì di cuore dopo l’incarico di prefetto di Palermo con soddisfazioni e umiliazioni di chi mo. L’anno dopo si presentò davan- l’assassinio del giudice Palma, suo compiti di coordinamento della lot- serve le istituzioni credendoci, fu ti alla Commissione parlamentare stretto collaboratore. Così si dedicò ta alla mafia. Sorsero questioni di Approfondimenti Il blog www.antimafiaduemila.com www.nandodallachiesa.it 37 GIOVEDÌ Tutta l’informazione utile Il diario on line 24 DICEMBRE per conoscere Cosa Nostra del sociologo dell’economia 2009 Cento giorni a Palermo In nome del popolo italiano IL FILM èunfilmdel1984diGiuseppeFerrara,inter- IL LIBRO La ricostruzione della vita e della figura del pretato da Lino Ventura e Giuliana De Sio. La pellicola generale operata dal figlio Nando (Rizzoli, 1997). Un narra le vicende accadute nei 126 giorni passati nel doloroso senso di perdita mai colmato nel raccontare la capoluogo siciliano dal Generale Carlo Alberto dalla vicenda umana e professionale di un padre speciale. Chiesa. Cronologia Combattente nato contro boss e terroristi Figlio di un generale dei Cara- binieri, nasce a Saluzzo nel 1920. Arriva in Sicilia come capita- no nel 1949 e si trova ad indagare su diversi omicidi tra i quali quello del sindacalista Placido Rizzotto. La carte di Moro Dopo la tragica fine di Aldo Moro, nell’agosto del 1978 ottiene l’incari- co di coordinare la lotta al terrori- smo. Risale a quegli anni la scoperta del covo brigatista di via Monte Ne- voso, a Milano, dove vengono trova- ti diversi documenti tra i quali il me- moriale dello statista democristia- no. 100 giorni a Palermo Poche ore dopo l'uccisione del se- gretario siciliano del Pci, Pio La Tor- re, Dalla Chiesa viene inviato a Pa- lermo con una procedura d'urgen- za per sconfiggere la nuova emer- genza del paese: la mafia. Dopo soli cento giorni, il 3 set- tembre 1982 un commando di Co- sa Nostra uccide in via Carini il pre- fetto, la moglie Emanuela Setti Car- poteri e competenze. Lui spiegò con messe e del senso dello Stato dei go- re la mafia.