MAT2020 - sessantadue - 0221 - sessantadue MAT2020

I 70 ANNI DI VITTORIO NOCENZI ELISA MONTALDO BARBARA RUBIN GIOVANNA CARONE QOHELET FEBBRAIO 2021 Primo numero di MAT2020 nel nuovo anno, ancora senza live da commentare ma con molta altra carne al fuoco. Partiamo dalla copertina, quella dedicata a Vittorio Nocenzi che ha compiuto 70 anni e che ha rilasciato a Franco Vassia un’intervista che pubblichiamo in esclusiva. Largo spazio alle recensioni che segnaliamo a seguire. Valentino Butti propone: - Il Bacio Della Medusa: “Animacustica”- Submarine Silence: “Did swans ever see God?”-Timelight: “Selah”- The Samu- rai Of Prog: “Beyond The Wardrobe” - Great Wide Nothing: “Hymns for hungry spirits vol.1” Athos Enrile commenta: - Stefano Barotti: “Il Grande Temporale”- Elisa Montaldo: “dévoiler”-ALIAS: ““The Second Sun” MAT 2020 - MusicArTeam racconta... Enrico Meloni ha ascoltato: [email protected] - L’Impero delle Ombre: “Racconti Macabri Vol. III” Luca Nappo presenta: Angelo De Negri -QIRSH: “Aspera Tempora parte 1” General Manager and Web Designer E ancora Luca Paoli: - Esthesis: “The Awakening” Athos Enrile Lungo lavoro anche per Andrea Pintelli: 1st Vice General Manager and Chief Editor - CELESTE: “Il Principe Del Regno Perduto”- IKITAN: “Twenty-Twenty”- Roz Vitalis: Great Expectations Live”- Eduardo De Felice: “Ordine e disordine”- Max Marchini: “Hymns From The Harbour” Oscar Piaggerella scopre … Massimo ‘Max’ Pacini - Barbara Rubin: “The Shadows Playground” 2nd Vice General Manager, Chief Editor and Webmaster Esordio per Roberto Storace che ha apprezzato… - RednakS: “Pangea” Marta Benedetti, Paolo ‘Revo’ Revello Andrea Romeo si è focalizzato su: Administration - Ocean Gates: “Ocean Gates” Doppio lavoro per Evandro Piantelli: - Anandammide: “Earthly Paradise”- La Stanza Delle Maschere: La Stanza Delle Maschere Tocca a Edmondo Romano scrivere di… Web Journalists: - Giovanna Carone: “Dolcissime Radici” Mauro Eugenio Cominotti si è focalizzato su… Carlo Bisio Andrea Pintelli - FARO: “Luminance” Valentino Butti Luca Paoli Due recensioni anche per Max Polis: Leonardo Cioffi Max Polis - The Black: “Ars Metal Mentis”- Daniele Sollo: “Order and disorder” Mario Eugenio Cominotti Edmondo Romano Mauro Costa si sofferma sul doppio lavoro di Ane Brun, realizzato nel 2020: Mauro Costa Andrea Romeo - “How Beauty Holds The Hand of Sorrow”- “After The Great Storm” Antonello Giovannelli cura l’esordio discografico di Nicola Di Già, “Blessed”. Antonello Giovannelli Fabio Rossi MAT2020 propone alcune interviste e curiosità.Athos Enrile intervista Gianni Venturi e Alessandro Seravalle in occa- Cristina Mantisi Mauro Selis sione dell’uscita del progetto “QOHELET” e racconta la tragedia del jazzista Adriano Urso, recentemente scomparso. Enrico Meloni Alberto Sgarlato Scoop per Enrico Meloni che ha scovato e intervistato Peter Twinn, presente il giorno in cui Pete Townshend distrusse Luca Nappo Roberto Storace la sua prima chitarra. Antonio Pellegrini Riccardo Storti Antonio Pellegrini ci riporta al fenomeno dei Mod, tipico degli anni ’60, attraverso una band cult dell’epoca, The Small Oscar Piaggerella Franco Vassia Faces. Evandro Piantelli Esordisce su MAT2020 Fabio Rossi che commenta “San Siro Rock”, di Massimiliano Mingoia. I nuovi progetti di Alan Brunetta vengono sviscerati da Franco Vassia mentre la “novità” Leandro Cioffi intervista gli autori del libro “Suite Rock-il prog tra passato e futuro”, Athos Enrile e Oliviero Lacagnina.

E arrivano come sempre le rubriche fisse: -Carlo Bisio: “I Maná. Malessere psicologico e azioni per l’ambiente” -Riccardo Storti alimenta la sua raccolta di gioielli del passato: AERA - “Mechelwind” -Cristina Mantisi, nel suo spazio dedicato alla Digita Art, si sofferma sulla prog music A concludere il più antico collaboratore del giornale, Mauro Selis, che come tradizione cura le rubriche “Psycomusico- MAT2020 is a trademark of MusicArTeam. logy” e “Il progressive del nuovo millennio” (speciale classifiche 2020) Un gran numero a vostra disposizione su:

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2 3 sommario MAT2020 - sessantadue 0221 110 ADRIANO URSO 114 SUITE ROCK 121 REDNAKS 122 IL BACIO DELLA MEDUSA 124 THE SAMURAI OF PROG L’immagine di copertina: 126 SUBMARINE SILENCE VITTORIO NOCENZI in una foto di FRANCO VASSIA 127 GREAT WIDE NOTHING 128 TIMELIGHT In questo numero: 130 FARO (click sul titolo per andare alla pagina) 134 DANIELE SOLLO 6 VITTORIO NOCENZI 136 NICOLA DI GIA’ 14 VENTURI/SERRAVALLE QOHELET 138 THE BLACK 18 STEFANO BAROTTI Le Rubriche di MAT2020 22 ELISA MONTALDO (click sul titolo per andare alla pagina) 30 BARBARA RUBIN 34 ALAN BRUNETTA 40 PETER TWINN La Digital Art 46 SMALL FACES a cura di Cristina Mantisi 50 L’IMPERO DELLE OMBRE 76 54 ALIAS New Millennium Prog 56 OCEAN GATES a cura di Mauro Selis 58 QIRSH SPECIALE CLASSIFICHE 60 ESTHESIS 84 62 ANANDAMMIDE Psycomusicology 64 LA STANZA DELLE MASCHERE a cura di Mauro Selis CHIUDENDOSTANZE LE PORTE DI PAZZIA 66 EDUARDO DE FELICE DELL’INFERNO QUOTIDIANA 68 IKITAN 92 Gioielli Nascosti 70 MAX MARCHINI a cura di Riccardo Storti 72 CELESTE AERA 74 ROZ VITALIS 96 “Mechelwind” 101 MASSIMILIANO MINGOIA Careful with that axe, Eugene 102 ANE BRUN a cura di Carlo Bisio 106 GIOVANNA CARONE I MANA’. MALESSERE PSICOLO- 98 GICO E AZIONI PER L’AMBIENTE 4 5

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I provini andarono bene, ci fecero un contratto e ci trovarono anche il nome: Banco del Mutuo Soccorso. Se lo inventò Mellis, il mega direttore generale della RCA. A me piacque subito perché mi ricordava le Società di Mutuo Soccorso agli inizi del Novecento. Settanta’nni cavalcati sulle ali dell ’ ppogrifo ’’ L’amarezza per questo tempo infame, il progressiveI rock, la nascita del Banco del Mutuo Soccorso, l’incontro con Francesco Di Giacomo. Settant’anni in volo sulle ali della leggendaria creatura di Ludovico Ariosto. di Franco Vassia Con I'm Sixty Four, i Beatles avevano già trac- con rispetto, ma un nemico da abbattere. Un ciato una specie di traguardo immaginifico: ostacolo alla tua incoscienza, alla tua arro- quello dei 64 anni, ipotetica soglia della vita di ganza e alla tua presunzione. E proprio per le un uomo. Con il Banco del Mutuo Soccorso hai difficoltà implicite di questo modo di misu- rivitalizzato la musica italiana, superando rarsi, questo mi turba molto perché è un abis- addirittura quel presunto traguardo con un so, una fossa delle Marianne. percorso iniziato ben cinquant'anni fa: dagli Oggi viviamo il trionfo degli arroganti presun- anni Settanta ai tuoi meravigliosi 70 anni… tuosi. Essere ignoranti è già di per sé brutto, Vittorio Nocenzi: Che dire? Che sono stati 70 ma essere ignoranti con arroganza è qualcosa lunghi anni, tutti quanti percorsi con la voglia di ancora più terribile, di devastante. di impegnarsi profondamente. Questa è l'uni- Ti porto un esempio perché, nella sua sintesi, è ca cosa che ho provato a fare. molto più esplicito di quel che penso e di quello Perché la mia generazione possedeva questo che è attualmente il mio stato d'animo. Mi im- come DNA: il cuore oltre l'ostacolo, la fantasia magino un tavolo di confronto sulle proble- al potere… Se ci mettevamo passione, amore e matiche quotidiane dove siederanno: un viro- idee, tutto quanto era possibile. logo epidemiologo - magari con diverse specia- Se mi guardo attorno, ma non per i miei 70 lizzazioni universitarie - e un idraulico. anni, oggi avverto un forte disagio perché vedo E, alla fine, vedrai che oggi sarà l'idraulico a molte cose che non mi appartengono. Cose che spiegare al virologo epidemiologo se il vaccino non avrei mai pensato di poter vedere nel mio farà bene o farà male. Questa è una cosa che futuro. Ce ne sono tante ma, in particolare, ce trovo pazzesca! Guarda che non è un parados- n'è una che mi preoccupa maggiormente: mi so, ma è esattamente quello che attualmente angoscia di come la dignità sia stata privata di stiamo vivendo. importanza e di centralità, di come sia stata Come logiche conseguenze, leggiamo poi violentata la conoscenza. Siamo arrivati al notizie di questo livello: “Arriva a scuola e pic- punto che, se una persona conosce molte più chia la professoressa perché ha dato del cre- cose di te, non sia da ascoltare con attenzione e tino al figlio!”. 6 7 Se penso a una scena del genere a casa mia, di Francesco Villari ha scritto una cosa molto La provincia, cinquant'anni fa, era lontana Invece di due chitarre, due tastiere! Una, pia- quando andavo alle elementari o alle medie, bella sulla geneaologia del progressive rock. anni luce, come la Terra dalla Luna. Non noforte conduttore, quindi armonia e ritmo e, mi sentivo automaticamente fischiare le orec- Ha detto che il rock nasce da nonno blues e da c'erano negozi di dischi e neppure negozi di a quell'altra, insieme alla chitarra, le parti chie e, subito dopo, provare un forte dolore al nonna folk, con uno zio snob che è il jazz. E abbigliamento, quelli che vendevano le ultime solistiche con l'Hammond. In quanto all'utiliz- collo causato da uno scapaccione: “Se ti ha che, inaspettatamente, i due genitori sono i mode statunitensi oppure quelle della Swin- zo del pianoforte e dell'Hammond, c'era sol- ging London. dato del cretino è perché hai sicuramente fatto giovani, cioè il marketing, e l'ideale della tanto un gruppo famosissimo in tutto il mondo Le composizioni per il Banco le ho scritte qualche cosa di male, qualcosa di sbagliato. La speranza americana. ed erano proprio i Procol Harum che, in ma- abbeverandomi direttamente da Bach e da professoressa ha sempre ragione!”. Oggi av- Un'analisi che condivido pienamente, special- niera molto classica e romantica, utilizzavano Beethoven e da Chopin a Tchaikowski, perché viene esattamente il contrario. mente quando parla del Banco del Mutuo Soc- le due tastiere, entrambe però in maniera studiavo il pianoforte e, di conseguenza, la Un esempio forse anche esagerato ma che, corso. Per parlare del Banco è necessario so- melodica. Nei brani lenti, a scapito della poca musica classica. Poi è pur vero che, come come cura, aveva però la capacità della redi- prattutto valutarne il contesto: da dove nasce, ritmicità, il loro lavoro alle tastiere era so- riferimento, ho avuto il Sgt. Pepper's Lonely stribuzione dei ruoli e dei rapporti. Allora non cosa c'era in quel tempo e che cosa non c'era. prattutto improntato all'armonia e alla liricità Hearts Club Band dei Beatles, che è stato sicu- si pensava che un viticultore con la seconda E, nel fare questo, per sommi capi ne vengono tematica. Io volevo che, dalle tastiere, venisse ramente uno dei primissimi concept di elementare valesse meno di un ingegnere lau- tratteggiate le linee conduttrici. Quando nac- invece fuori una spina dorsale decisamente più progressive rock. E Athom Heart Mother dei reato. Umanamente avevano entrambi la stes- que la prima forma di Rock and Roll, prima del ritmica. La parte centrale di R.I.P. non la fa Pink Floyd, altra pietra miliare del progres- sa dignità, la stessa identica importanza. Il '53 o del '54, i timori, intesi in quanto poten- soltanto la chitarra acustica, la fa anche il pia- sive, perché lì, insieme alla chitarra alla bat- sapere del viticultore valeva quanto quello ziale mercato, non esistevano. La moda dei noforte. Ed è da qui che è nata l'idea della teria e al basso, c'erano gli ottoni: un esempio dell'ingegnere, ma questo non significava non giovani, ad esempio, si limitava a indossare formazione. fantastico di come, timbricamente, si poteva prestare attenzione a quel che diceva, ma abiti da adulti ma di taglie più piccole. Non Ero stato scoperto da Ettore De Carolis, etno- contaminare la musica uscendo fuori dall'uni- capire che, su determinati argomenti, l'inge- c'erano mode e la musica che nasceva per i gio- musicologo e fortissimo chitarrista rock di Al- verso dell'ovvio. gnere ne sapeva molto più di lui. vani era votata soprattutto a questo. bano Laziale, vicino a casa mia, a Marino. E il progressive allora che cosa fa? Mette un po' Ettore era il capobanda del complesso che, nei Una deriva che ha fonti ben precise… Sono ancora in molti a far risalire la nascita da parte il Roll, cioè la parte danzereccia, e si concerti, accompagnava Gabriella Ferri. Fu lui Non c'è dubbio! Chi è che ha sdoganato la del progressive rock al 1969, anno di uscita di concentra sul Rock, sulla parte dei contenuti, a invitarmi, come tastierista, a far parte di quel violenza e l'ignoranza? Lasciamo perdere! quelli della rottura del conformismo borghese, In the Court in the Crimson King dei King gruppo. Mi venne così spontaneo collaborare Sappiamo benissimo di chi parliamo. dei luoghi comuni. Il Rock arriva in Europa per Crimson. Ricordo che venni quasi crocifisso con il padre di Gabriella, Vittorio Ferri, che era Se io fossi di destra mi offenderei nell'essere recuperare la memoria della storia della musi- quando, una trentina di anni fa, scrissi che anche l'autore dei testi delle sue canzoni. rappresentato dagli attuali leader. C'è chi stril- ca cosa che, a differenza degli europei, gli Stati invece era nato col Sgt. Pepper's nel 1967, Scrivemmo ben sette pezzi insieme, io le mu- la come pescivendole al mercato, chi è pronto a Uniti non possiedono. Quindi, l'idea di inse- anno di grazia, dove esistevano già altri semi siche e lui i testi che, successivamente, Ga- strumentalizzare qualunque morto per affoga- rirsi ad esempi sinfonici ne fu la logica conse- peraltro evidentissimi quali Days of Future briella incise per la RCA. mento, per pandemia, col solo scopo di poter guenza. E tutto succede in modo alquanto Passed dei Moody Blues - basato sulla Sin- Un giorno, mentre stavamo lavorando, gli feci prendere mezzo voto in più. Quel che poi è semplice: a un gruppo composto esclusiva- fonia N. 9 di Antonìn Dvorák - e l'omonimo sentire alcuni dei miei brani. Mi disse: “Perché veramente vergognoso è l'utilizzo della bugia mente da chitarra, basso e batteria, vengono primo album dei Procol Harum nettamente, non li fai sentire alla RCA? Sono molto inte- costante, dell'ipocrisia, delle frasi fatte. aggiunte le tastiere. Un elemento fondamen- quest’ultimo, influenzato dalla musica di ressati ai giovani autori. Vai là e presentati a Bach… mio nome”. Non mi sembrava vero: l'RCA era Parliamo di musica che forse è meglio, e di tale perché - cito l'esempio di Francis Mon- kman dei Curved Air - tutti quanti i tastieristi I Moody Blues! Ecco un altro gruppo che mi un vero colosso con tanto di Studio di registra- questi tuoi 70 anni… fece ascoltare Marcello Todaro. Erano i tempi zione e una fabbrica per stampare diretta- Lontano dalla possibilità di programmare pur avevano alle spalle anni di studi e riferimenti profondissimi con la musica classica. Portarne in cui stavo terminando Darwin. Fu lì che li mente i dischi. lontanamente un concerto, in questi giorni mi ascoltai per la prima volta. Era proprio Mar- Tu sai perché, un impero come la RCA ha incontro spesso col mio pubblico, con la mia le contaminazioni nella struttura dei brani, in modo da scardinare completamente la durata cello che, essendo romano, sulla discografia aperto i suoi battenti proprio a Roma sulla Ti- gente. Poi, con mio figlio Michelangelo, stiamo contemporanea era quello più acculturato di burtina? Durante la Seconda Guerra Mon- registrando le ultime battute dell'Orlando, dei tre minuti e mezzo della canzone rock, è stato quindi automatico. tutti. Era lui la fonte che, ogni tanto, ci portava diale, bombardando a tappeto il quartiere di due ore di materiale inedito che, successiva- ai Castelli degli album da ascoltare. San Lorenzo, gli americani avevano provocato mente, confluiranno nelle mani della band per Nonostante ciò, c'era sempre il critico feno- menale che sbraitava: “Somigliate ai King numerose vittime soprattutto tra i civili. Papa gli arrangiamenti definitivi del prossimo Col Banco, siete anche stati tra i primi a Pio XII, al termine del Conflitto, chiese agli album. Crimson, ai Gentle Giant…”. La critica musi- cale dell'epoca sapeva praticare solamente utilizzare la doppia tastiera. Cosa che, in Stati Uniti di fare qualcosa di concreto per quel precedenza, aveva fatto soltanto la Band di quartiere, in modo da offrire alle famiglie più Un riaggancio quindi alle radici, poiché il questo sport: non si sporcava le mani per Bob Dylan… colpite la possibilità di rifarsi una vita. Banco è stata forse l'unica formazione che ha ascoltare con la giusta attenzione una compo- E quella di Joe Cocker, con Leon Russell al Tornando alla RCA: “E' molto interessante il saputo coniugare l'opera con la letteratura e sizione, un brano e, men che meno, a farne una pianoforte! Ricordo di aver sentito Mad Dogs tuo materiale!”, mi dissero, dopo averlo ascol- la lirica con la musica classica. E tra le pur minima analisi musicale. and Englishmen alla RCA. Fu proprio lì che, tato attentamente. “Ce l'hai una band per pochissime che, nel nostro Paese, è riuscita a Pur essendo il responsabile di quasi tutta la affidando al pianoforte il ruolo di conduttore venire a registrare i provini di questi pezzi?”. medicare quella malattia chiamata rock con musica del Banco devo dire che, ai tempi - ritmico e armonico, capii che avrei potuto fare A una simile domanda, tu che cosa avresti valenze decisamente diverse e quasi ecume- essendo nato a 20 km dalla capitale - ero un una band con mio fratello Gianni. risposto? Per fare il mio primo provino sarei niche… profondo ignorante discografico. 8 9 andato anche sulla Luna o su Marte: “Ma certo materno, sotto casa nostra nel centro storico di che ce l'ho!”, quando invece non avevo proprio Marino. un bel niente. C'era un vicolo privato e poi un cancello. Si Nei pochi giorni che mi dettero a disposizione, scendevano alcuni gradini e, al fondo, c'erano coinvolsi mio fratello Gianni e due fratelli di due grandi cantine, una a destra e una a Ariccia, Claudio e Fabrizio Falco che, con sinistra. All'interno di esse c'era anche un mini Gianni, suonavano la chitarra e il basso elet- appartamento composto da una cucina, una trico nei Crash - una band rock beat come camera piuttosto grande e un bagno. C'era un andava di moda verso la fine degli Anni Ses- pianoforte e anche la batteria. santa - e Franco Pontecorvi, un batterista di Quel mattino arrivò Francesco. Ero seduto al Velletri. Fu così che misi in piedi la primissima pianoforte quando, dalla porta, vidi spuntare formazione. una pancia gigantesca e poi una barba lunga e I provini andarono bene, ci fecero un contratto nera, tutta riccia. Su quella barba, sinuosa- e ci trovarono anche il nome: Banco del Mutuo mente, si muovevano briciole di pane e pez- Soccorso. Se lo inventò Mellis, il mega diret- zettini di formaggio, precisamente di provo- tore generale della RCA. A me piacque subito lone. perché mi ricordava le Società di Mutuo E poi ancora: una salopette di jeans e i capelli, Soccorso agli inizi del Novecento, le prime anche quelli lunghi e neri… Lo guardai un po' previdenze sociali fra operai grazie ai quali, se sorpreso e mi girai verso Marcello: “Billy Bis, un operaio moriva sul lavoro, i colleghi avreb- eh?”. In realtà, Marcello aveva lavorato davve- bero aiutato la vedova con i figli. Questa cosa ro di fino perché conosceva la musica che scri- mi piaceva. vevo così come sapeva che lui era dotato di una Tra i nomi piuttosto articolati e complessi che grandissima voce. Il suo gruppo, Le Espe- in quell'anno fiorivano intorno al progressive rienze - una band di rock blues - si era appena rock, fummo tra i primi a beneficiarne, ancor sciolta. prima della Premiata Forneria Marconi che, al Francesco aveva davvero una voce potente e tempo, si chiamavano ancora I Quelli. poi era un gran bel personaggio, sul tipo di Bob Il disco della RCA uscì come Sound 70. Nell'al- Hite, il cantante dei Canned Heat. Come com- bum, insieme a noi, c'erano gli Showmen, i parsa aveva anche partecipato a ben quattro Trip e il Perigeo. Dei brani che presentai ne film di Federico Fellini: il Satyricon, Roma, pubblicarono soltanto tre. Devo dire che non Amarcord e I Clown. ero particolarmente soddisfatto della mia voce Per convincerlo, Marcello gli parlò molto bene

perché volevo che andasse più in alto, avevo di me: “Guarda che questo musicista di Marino bisogno di un'estensione tenorile mentre è uno che va forte e poi è uno di noi… E' un invece io ero un baritono. Avevo la necessità di proletario, è dei nostri!”.

una potenza vocale che desse maggiore E, ad accoglierlo, io come ero vestito? C'era un emozione e drammaticità. freddo cane e, proprio per questo, indossavo Chiesi quindi a Marcello Todaro se, per caso, una giacca da camera con ai piedi un paio di ’ ’ conoscesse qualcuno che rispondesse a questo pantofole, un foulard indiano di seta gialla identikit: “Ma oh! Mi raccomando! Oltre a intorno al collo che mi aveva regalato Gabriella essere una potenza fenomenale che mi vada Ferri e che, quando lo mettevo, mi sentivo un sopra le righe, deve essere pure bello. Deve gran figo. essere uno moro, con le basette, uno che E adesso che mi trovo davanti uno ancora piaccia alle ragazze... Uno che somigli a Billy molto più alternativo di me? Al collo Francesco Bis!”. portava un foulard bordeaux e, ai piedi, delle Te lo ricordi Billy Bis? Il mitico personaggio pantofole molto particolari. Dopo il rituale immaginario dei fumetti? Questo perché il scambio di saluti, gli chiesi di farmi sentire Negli anni Settanta c'era l'ignoranza frontman doveva per forza essere uno così. qualche pezzo. Mi cantò, a cappella, The House che andava stimolata verso la conoscenza, Era il tempo di Mal dei Primitives, dove le of the Rising Sun degli Animals, l'unico grup- oggi c'è l'arroganza presuntuosa ragazze gli morivano dietro... “Tranquillo! - mi po, insieme agli Shadows di Apaches, che che va osteggiata e ostacolata. rispose Marcello - Fidati che ce l'ho!”. conosceva. Ma di tutto l'esistente mondo del- Ma come puoi ostacolarla? E fu così che invitammo il cantante alle nostre l'underground non sapeva il nome di una sola Lo puoi fare dicendo che c'è anche dell'altro prove. Allora non le facevamo ancora nella fa- band, non aveva mai sentito nulla. e non soltanto quello che vogliono farti sentire. mosa Stalla, ma nelle cantine di mio nonno In cambio mi chiese di fargli sentire qualcosa 10 ’’ 11 della mia musica. Gli suonai R.I.P.: “Ecco! zione nel cuore dell'ascoltatore. Dopo la parte frenetica arriva lo stop e, qui, Dovevi andare immediatamente al punto, una cambia improvvisamente tutto. Tutta la parte sorta di bignami… E nello stesso tempo, per lenta deve essere estremamente evocativa. colpire, dovevi però mantenere poesia ed emo- Vuoi provare a cantarla?”. Capii subito che tività. L'accettammo come sfida rimboc- Francesco era la voce ideale per la mia musica. candoci le maniche. Sono nati così Moby Dick, il nostro inno Torniamo ad oggi e ai tuoi 70 anni: uno dei all'utopia, e Paolo, Pa, un brano che, per quegli regali più belli che hai ricevuto è sicuramente anni, toccava un tema scabroso come l'omo- il disco d'esordio di tua figlia Viola… sessualità. Oggi risulta scontato anche soltan- Quando ho sentito il lavoro che hanno fatto, to citarla, ma allora non era proprio così: era Gianni come produttore e lei come autrice e diametralmente l'opposto. interprete, ho detto: “Ragazzi! Questo è un L'omosessualità nascosta nelle ombre della prodotto europeo! Potete stare tranquilli. Non periferia, delle metropoli, la discriminazione… è importante se venderà o non venderà in Una cosa terribile! questo tempo del Covid e in un momento così Finiti gli Anni Ottanta, siamo nuovamente devastante dominato dalla musica trap. La tornati al nostro nome, agli Stivali delle Sette musica trap è come un diserbante che secca Leghe, al progressive rock e siamo tornati a tutto! Ma non fa niente. Noi dobbiamo prose- fare il Banco del Mutuo Soccorso. Ci sembrò, guire per dare il nostro massimo contributo, allora, che fosse possibile storicizzare quegli come se tutto questo non esistesse, perché è anni di piombo e tornare quindi a racconti e a così che deve andare”. narrazioni più ampie. In questo drammatico momento, io non posso Altrimenti che senso avrebbe fare un album fare quello che ho fatto negli anni Ottanta, come Transiberiana e adesso Orlando? Per quando decidemmo di scrivere delle canzoni. coerenza avremmo dovuto fare musica trap, Fummo obbligati a farlo perché la gente aveva perché la gente è ormai abituata soltanto a quel cambiato il proprio linguaggio. Non si andava tipo di musica. più 4 o 5 volte al negozio di dischi per vedere se Oggi è diverso! Negli anni Settanta c'era l'igno- quello che cercavi era arrivato. E quello, quan- ranza che andava stimolata verso la conoscen- do arrivava, chiamavi gli amici per condivi- za, oggi c'è l'arroganza presuntuosa che va o- derne insieme la bellezza. steggiata e ostacolata. Ma come puoi ostaco- Era così che funzionava. A rotazione, quel long larla? Lo puoi fare dicendo che c'è anche del- grande vittoria. Poi c'è l'amore più proibito e un'opera rock e, quindi, di diventare un mu- playing lo divoravi, ascoltandolo almeno dieci l'altro e non soltanto quello che vogliono farti che viene ostacolato: l'amore fra Ruggero e sical, voglio presentarlo come un concept o quindici volte perché era proprio quell'a- sentire. Non trovi che sia un'azione rivolu- Bradamante. Ruggero è uno dei campioni più dedicato all'amore umano, in tutte le sue for- scolto che avrebbe consentito al musicista di zionaria? Io voglio fare delle cose diverse da eroici dell'esercito saraceno e Bradamante una me possibili, libero da tutte le interpretazioni poter adoperare dei linguaggi più complessi. quello che la gente ascolta, perché voglio che campionessa dei cristiani. Una sorta di Capu- che ne possano alterare l'impatto. Con gli anni Ottanta arrivò invece l'urgenza tocchino con mano che è possibile essere di- leti e Montecchi, un amore proibito perché immediata di comunicare, ed è per questo che versi da questa assurda e inesistente scala di punto di congiunzione tra due razze diverse e Bello il tono circolare con il ritorno dell'Ippo- incidemmo Urgentissimo! Stigmatizzando valori. La cartina tornasole oggi è proprio nemiche fra di loro. Un amore che viene grifo e, di conseguenza, agli umori del primo quel momento, capimmo che era necessario questa: se hai successo e sei ricco allora sei uno ostacolato dal Mago Atlante che si presta a fare album… cambiare anche il nostro nome: invece di Ban- forte, altrimenti sei un fallito e non vali niente. qualsiasi cosa pur di separarli e di non farli Questa è stata un'intuizione di Michelangelo: co del Mutuo Soccorso, soltanto Banco! Era E' una cosa che non posso accettare, che mi incontrare. C'è poi l'amore possessivo… “Papà, e se tornassimo al luogo del delitto, dal più urgente, più al passo con i tempi. ripugna troppo. Quante volte abbiamo sentito che l'amore punto in cui siete partiti, dall'Ippogrifo?”. Cominciammo così a scrivere canzoni ma, Faccio quindi l'Orlando, che sarà un altro diventa una sorta di proprietà? Una forma Che altro ti posso dire? scrivere canzoni equivaleva nel metterti ai pie- album concept e che parlerà di tutte le possibili d'amore tossica e difficile da gestire? E poi c'è di delle scarpe troppo strette. Una cosa poco declinazioni dell'amore umano. Ci sarà un bra- l'amore tra Astolfo e la Maga, che rinchiude il Nulla di più. Il tuo racconto è più che esau- piacevole per percorrere le stesse centinaia di no dedicato a Orlando, uno a Medoro, il fan- suo amante dentro un albero in modo da non riente. Vorrei soltanto sapere come te li senti chilometri che in precedenza eri abituato a taccino dell'esercito saraceno: un soldato sem- lasciarlo più andare via. Oltre all'Ippogrifo, questi 70 anni? fare. Perché, in tre minuti, dovevi aver detto il plice, sfigato e sconosciuto sulla cui testa piove Ariosto se ne inventava di cose, e lo faceva ben Posso dirti soltanto una cosa. A un mio amico massimo, sia dei contenuti che della musica. inaspettatamente l'amore della donna più quattro secoli prima di Tolkien, con l'anello posso soltanto dire questo: spero di essere Non avevi più 18 o 19 minuti a disposizione, bella del mondo, Angelica, che si innamora di che rende invisibili. riuscito a fare la mia parte in maniera decente, così come neppure potevi più giocare sul si- lui perché ferito e morente dentro un bosco. Quel che voglio fare è presentare questo lavoro in maniera accettabile. lenzio, sull'aspettativa, sui chiaroscuri e su Angelica lo cura, lo guarisce e se ne innamora: non come il rifacimento musicale dell'Or- Testo e fotografie di tutto quello che poi andava a costruire l'emo- quindi l'amore inatteso che arriva come una lando, che rischia di essere interpretato come Franco Vassia 12 13 Gianni Venturi e Alessandro Seravalle uniscono in musica, di alcuni temi decisivi del biblico te- intenti e anime e propongono “QOHELET”, un sto sapienziale: il Male, il dramma della nascita L’INTERVISTA progetto che, nato in modo virtuale, appare de- («inconveniente», lo definirebbe il filosofo tran- stinato a trovare una giusta conformazione tea- silvano), l’apologia dell’inazione, la coscienza, e il trale… appena sarà possibile. suo derivato, la conoscenza, come «pugnale nella carne» (ancora Cioran). Per entrare nei dettagli di un lavoro non certo fa- cile, collocabile nella sfera che abbraccia musica Ho posto alcune domande a Gianni Venturi e e poesia, mi sono rivolto direttamente agli autori Alessandro Seravalle che, alternativamente, Gianni VENTURI e che hanno fornito dettagli utili alla comprensio- hanno risposto in modo esaustivo. ne, ma occorre un punto di partenza, che estra- polo dalle note del comunicato: Sono abituato ad una tua produzione artistica molto diversificata, ma per comprendere il tuo “Il grande “pensatore privato” rumeno Emil Cio- ultimo progetto, in accoppiata con Alessandro ran sostiene che il Qohelet contiene «tutte le ve- Seravalle, appare utile qualche approfondimen- rità», ogni opera segnata dalla lucidità, quella to. Iniziamo dalla combinazione autorale: quan- Alessandro SERRAVALLE stessa lucidità che Cioran ritiene essere «incom- do e come nasce l’incontro tra te e Alessandro? patibile con lo scandalo del respiro» si configu- Gianni: La cosa interessante che io e Alessan- Di Athos Enrile ra quindi come una sorta di variazione sul tema. dro non ci siamo ancora incontrati fisicamente. Dunque, anche quest’opera in cui la potente e Io seguo il suo lavoro da tempo - Garden Wall, torrenziale poesia di Gianni Venturi s’ibrida con i Officina Fratelli Seravalle -, lui segue il mio - Mo- raggelanti paesaggi elettronici di Alessandro Se- loch, Mantra Informatico - e piano piano si è ravalle è variazione, tecnica per altro ben nota sviluppata un’amicizia artistica. Un giorno, non so come, è venuto fuori il nome “Qohelet”, io ho espresso il desiderio di farci un opera - non pensavo ancora ad una collaborazione - e lui ha risposto che si tratta di un argomento che ama, quindi ci siamo detti: “Proviamo?” Da lì mi ha mandato un brano, io ci ho recitato cantato, vo- calizzato e rimandato. È nato tutto così.

Da dove parte l’idea/necessità di affrontare mu- sicalmente e spiritualmente il Qohelet? Alessandro: Secondo Emil Cioran il Qohelet con- tiene “tutte le verità”. La versione di Guido Cero- netti del testo sapienziale dell’Antico Testamen- to è stato il punto di coagulazione del progetto. In un primissimo tempo l’idea era di lavorare a un singolo brano per vedere dove potevamo arrivare. Il risultato di questo primo esperimen- to ci ha convinti dell’opportunità di ampliare il progetto fino a farlo diventare un disco. L’ibrida- zione tra la mia ricerca timbrica e la torrenziale poesia di Gianni veicolata da un approccio voca- le eterodosso rappresenta il campo da gioco su cui il lavoro si è dipanato. La risultante di queste due forze è stata un’opera ostica, urticante, per nulla accondiscendente, ma abitata da un’au- tenticità che traspare e in qualche modo riesce a catturare coloro disposti a porvisi di fronte in modo aperto.

Ogni nostra azione/interazione ha a che fare con aspetti sociali e politici, anche quando si pensa di affrontare il quotidiano con leggerezza, ma i 14 15 messaggi che volete lanciare sono tutt’altro che vrebbe stimolare, pungolare, persino ferire? blandi: mi parli del vostro obiettivo, rimanendo nell’ambito della denuncia/riflessione? “Qohelet” appare perfetto per la performance Gianni: Sinceramente tutto il mio lavoro è carat- live, seppur di nicchia: avete pensato a rappre- terizzato da una consapevolezza oscura, in que- sentazioni per il pubblico, una volta terminata sto in particolare la modernità del messaggio l’emergenza sanitaria? Qohelitico sarebbe sufficiente; il tutto è vento, Gianni: Alla fine di questo delirio sanitario,ì s , è fame di vento, apre uno squarcio su questa so- cominceremo a presentarlo in pubblico, ma cietà tecnocratica, sulla ripetizione delle proble- sarà una sorta di laboratorio di ricerca con ospi- matiche umane. ti, danza, immagini, una sorta di sincretismo -ar I grandi filosofi del passato - Eraclito e Pitagora tistico. su tutti - avevano già intuito la direzione priva di lungimiranza dell’umanità. Chi ha collaborato alla “costruzione” del proget- Non può sopravvivere una società incolta e su- to? perficiale come la nostra. Alcuni pensano che Alessandro: ovviamente al centro del progetto sia aumentato il livello culturale… falso, sono stiamo io e Gianni, tuttavia “Qohelet” non avreb- aumentate alcune informazioni, ma bastereb- be mai potuto vedere la luce senza la passione, be leggere i carteggi tra poeti della fine dell’Ot- la curiosità, l’apertura mentale e la competenza tocento per rendersi conto del nulla nel quale con cui Loris Furlan guida Lizard Records. Voglio siamo sprofondati. Va da és che l’uomo diventa citare anche il grafico Roberto Menegon che ha predatore, sia con i suoi simili che con l’ambien- trasferito il quadro di mio padre sul libretto e ha te che lo nutre. Ed il vuoto avanza. curato ogni aspetto della sua realizzazione.

Dal punto di vista musicale esiste una normale Possiamo approfondire il meraviglioso artwork? suddivisione dei compiti, ma considero strumen- Alessandro: Come anticipato si tratta di un qua- to anche la tua voce: come è avvenuto l’abbina- dro di mio padre, Giovanni “Ninos” Seravalle mento tra liriche e sonorità? (che aveva già dipinto per Officina F.lli Seravalle Gianni: In realtà la suddivisione è sorta dalla fi- e altri miei lavori). L’uomo è nudo, i colori sono ducia, Alessandro mi ha mandato brani senza una sonda sonica che riporti in superficie suoni restituire il passato che sei stato allora il suo va- acidi… il pendolo giallo è in posizione di equi- alcuna indicazione, io ho risposto come ho “sen- che mi consentano una sorta di autognosia e, al lore non è soggetto al tempo. librio, immobile a simboleggiare l’arrestarsi del tito” e lui ha apprezzato. A volte sperimentare medesimo tempo, un’attività di tipo “terapeuti- tempo poiché… “nihil sub sole novi”. E dunque, mi allontana dal “cantato” pur non arrivando a co” di “drenaggio” dei miei fantasmi interiori. Il Per costruzione e contenuti il disco non è adatto in definitiva, il tempo scorre (ammesso che lo tanto, si tratta di quello che capitava a Deme- computer, se utilizzato con autenticità e con spi- ad ogni tipo di orecchio; non pare possa essere faccia) invano. L’attestazione della nostra mor- trio. Unire la lirica Qoheletica ad una sperimen- rito nobilmente “ludico” (niente di più serio del per voi un problema, ma la condivisione è neces- talità e della vanitas vanitatum. tazione musicale non è stato facile, unire la mia gioco, ci insegna Johan Huizinga), diventa uno saria per tentare di educare il pubblico: la fruibi- poesia al Qohelet poteva apparire presuntuoso, strumento timbrico straordinario per predispor- lità e comprensione di terzi è un problema che vi Ci sono possibilità che la coppia Venturi/Seraval- ho preferito diventare più strumento e attore re tale sonda e per leggere il suo rientro a casa. siete posti? le continui la collaborazione? che cantante. Sono felice del risultato. Conclu- Sono schegge, frammenti di suono da un altrove Alessandro: Francamente ho l’impressione che Alessandro: Certamente. Lavorare con Gianni è do dicendo che raramente ho trovato una tale che, in realtà, è il luogo che abitiamo. Il timbro la fruibilità che, ben inteso, non ha assoluta- stato fantastico. È davvero un grande poeta e il “assonanza” artistica, quasi mistica, forse la è attualmente il parametro che più mi affascina mente nulla di negativo in sé (adoro Phil Collins, suo approccio alla vocalità è del massimo inte- distanza ci ha consentito di meditare di più sui come pure l’armonia che sfocia in timbro, agire per dirne una), corra il rischio di mutarsi in am- resse. C’è questa idea di lavorare questa volta contenuti. Anche se la vera distanza non è mai in quell’area di confine mi sembra alquanto in- miccamento qualora cozzi con l’autenticità, con sul Cantico dei cantici… staremo a vedere. fisica. Con questo concetto si può dire che io e teressante e fruttuoso. il libero e sincero esprimersi e sgorgare della Alessandro siamo stati e siamo molto vicini. musica dal suo autore. Ne consegue che avere Rimando al lettore curioso la fruizione di un la- Siete pienamente soddisfatti della riuscita dell’al- in testa il pubblico nel momento creativo, d’ide- voro di cui si può avere un assaggio utilizzando Che parte ha avuto la sperimentazione? È insito bum? azione e di realizzazione dell’opera si configura il link a seguire: nel progetto percorrere nuove atmosfere e uso di Alessandro: Un disco è l’istantanea di un mo- inevitabilmente come negazione dell’autentici- particolari tecnologie? mento esteso, la condensazione di un periodo tà qualora il libero sgorgare venga incanalato da https://www.youtube.com/ Alessandro: L’aspetto sperimentale è decisivo. della propria vita. Sono convinto che tra dieci considerazioni extra-artistiche. Il disco è ostico, watch?v=o9ZU9zkN51A&feature=emb_logo Lo “sperimentare su sé stessi”, in un lavoro di anni, guardandoci indietro, questo lavoro man- perché negarlo? Ma lo è in modo, ancora una approfondimento, d’inabissamento nelle spire terrà la sua profondità. Quindi, sì, sono piena- volta, autentico, non affettato. È richiesta una “QOHELET” più lontane e oscure del proprio essere, si riflet- mente soddisfatto. In genere gli artisti tendono buona dose di curiosità (qualcosa che va triste- GIANNI VENTURI - testi, voce te nella sperimentalità applicata al suono. Per a esprimere delle riserve, spesso tecniche, cir- mente scomparendo) al fruitore finale, orecchie ALESSANDRO SERAVALLE - elettronica, piano, quanto mi riguarda si tratta di spedire una sor- ca i loro lavori passati, io lo ritengo sbagliato. aperte, pronte a rigettare le abitudini d’ascolto. synth, samples ta di sonda psichica nei miei meandri nascosti, Quando la foto risulta nitida, bene a fuoco nel Una sfida. Ma non è forse vero che l’arte- do 16 17 Sono entrato in contatto col mondo di Stefano Ma quanto è vincente la trasposizione dell’a- Barotti nel 2014 quando ascoltai casualmente more sconvolgente con l’immagine del “grande il suo secondo album (il primo è “Uomini in co- temporale”! struzione” - del 2003), “Gli Ospiti”, uscito sette “Painter Loser” tratta un argomento attualissi- anni prima, un disco che fa parte dei miei viag- mo, acuitosi in questo anno appena termina- gi familiari e che, nel tempo, ha contagiato tutti, to ma da sempre presente in un paese in cui la diventando un must quando si sale in auto e il parola “cultura” è tra le più gettonate ma resta programma prevede qualche ora di viaggio: im- un termine che non trova un seguito pratico. E pegno e leggerezza sonora, al contempo. a quel punto, quando la musica - ma l’arte in ge- Nel 2015 arriva “Pensieri verticali” ed è di fresca nere - non paga, ci si deve inventare un mestie- uscita “Il grande temporale”, oggetto del mio re che dia sostentamento, perché alla fine tutti commento. tengono famiglia. Ogni mestiere ha una propria Alcuni giorni fa, in uno dei tanti sondaggi/giochi dignità, ma i talenti personali vanno incanalati e sui social, qualcuno ha posto una domanda rela- utilizzati nel modo corretto, senza dover ricorre- tiva al “cantautore preferito” e io, senza pensarci re ad espedienti. un attimo, ho cliccato su Barotti, un artista che Musicalmente parlando un brano da potenziale riesce sempre a darmi grandi soddisfazioni: amo rotazione radiofonica, anche se la base reggae il colore della sua voce -inconfondibile e carat- non rientra nei miei gusti personali. terizzante -, la delicatezza usata nell’affrontare “Spatola e spugna” parla di calcio, anche se per temi giganteschi, la varietà della proposta sonora catturare i nomi che snocciola Barotti occorre - tra elemento acustico, elettrico e divagazioni tra avere una certa età e sapere che, di una grande i generi -, il dosato ermetismo fatto di cose dette Inter, posizionata tra fine anni ’70 e fine ’80, face- e subito nascoste - una coperta sonora usata con vano parte personaggi come Beccalossi, Altobel- grande perizia e sensibilità -, quell’interminabile li, Bordon, Bersellini e Prisco. tocco malinconico in cui a volte piace crogiolarsi L’autore ci riporta a tempi che, anche calcistica- e che ti rimane dentro per tutto il giorno. mente parlando, non torneranno più e di cui si Il nuovo disco, distribuito da “La Stanza Nascosta ha nostalgia, anni in cui le partite andavano tut- Records”, ha queste caratteristiche di fondo, an- te in scena alla domenica e alla stessa ora e le che se Barotti indossa nuovi abiti, conseguenza radioline ci tenevano aggiornati attraverso miti- di ovvi cambiamenti personali: chi meglio di un ci speakers; i calciatori era uomini in cui potersi cantautore è in grado di trasferire frammenti di riconoscere e il denaro a loro collegato non era vita propria in musica! argomento presente nelle cronache quotidiane. Registrato tra l’Italia e gli Stati Uniti, “Il grande In questo contesto si inserisce la storia di Paolo, temporale” annovera un cast musicale d’eccezio- lavoratore precario, fidanzato con Silvia e tifoso ne che inserisco a fine articolo, estrapolato dalle dell’Inter, il cui sogno è quello di assistere a una parole dell’autore. finale di Coppa Campioni al Parco dei Principi, Nel press kit fornito dall’Ufficio Stampa è presen- ma soprattutto di avere un lavoro sicuro. te una descrizione minuziosa di ogni singolo bra- Una ballad che si trasforma in tormentone posi- no, perfetta per demolire il cripticismo che si cela tivo quando entra in scena il ritornello: “E allora STEFANO BAROTTI dietro ogni canzone degna di questo nome, un spatola e malta… spatola e spugna…”. aiuto di cui anche io ho usufruito. Vediamo però Il quarto episodio ci permette di conoscere “Tra dove mi conducono le sollecitazioni da ascolto. il cielo e il prato”: cosa è rimasto di noi, di quel Si apre con la title track, un biglietto da visita bimbo che eravamo? Se lo incontrassimo per “Il Grande Temporale” molto efficacie, il racconto di un amore impossi- caso, che tipo di confronto sarebbe? Gli chiede- Stanza Nascosta Records Di Athos Enrile bile, lacerante e totalizzante, l’annullamento del- remmo scusa pensando a quanto abbiamo de- la razionalità a favore del trasporto senza limiti. viato il percorso rispetto ai sogni e agli obiettivi Se è vero che etimologicamente parlando il “can- prese anche quella dell’impegno sociale e delle Musicalmente molto coinvolgente, con una di- di quei giorni lontani? tautore” è colui che propone personalmente liriche “mica stupide”. cotomia precisa fornita dai cambi di ritmo e di I cambiamenti fanno parte di ogni vita, ma riu- i brani che crea, l’immagine dell’uomo solo sul Non so se le nuove generazioni hanno chiaro tale atmosfera che, partendo dalla tranquillità acusti- scire a trattenere frammenti di quel bimbo che palco con la sua chitarra è da tempo consolidata ruolo, magari non è importante porsi il proble- ca iniziale arriva allo stravolgimento dettato dal eravamo appare oggi imperativo. e riconduce agli anni in cui, tra le tante svolte, ci ma, ma sento sempre la necessità di dare una rock, con finali venature prog. Musica che ci riporta indietro nel tempo, tra me- fu quella musicale che, tra le possibili direzioni, collocazione all’artista di cui parlo. 18 19 lodia di immediato appeal e atmosfere seventies. il viaggio, una nuova pagina bianca dove scrivere tervenire in tutte le circostanze della vita, da cu- “Aleppo” introduce il tema della guerra. Capita- giorni nuovi. Sentirsi cambiati spolverandosi gli stodire nei rivoli quotidiani, negli anfratti più im- le culturale del mondo islamico, centro di inter- occhi con nuove realtà visive. E poi la sensazio- pensati, pronta ad essere utilizzata per ricordare, Bio: https://www.stefanobarotti.net/biografia. minabili e inutili battaglie, devastata da dolore e ne delle ali, del non tornare. Prendere le distan- riflettere, gioire e, senza dubbio, piangere. php macerie. ze dalle proprie impronte guardandole dall’alto, E se il mondo fosse un po’ più equilibrato, se ci In questo contesto viene descritta una storia sentendosi quasi un alieno nella propria astrona- fossero più Jannacci in circolazione, le canzoni Discografia: https://www.stefanobarotti.net/ commovente che vede protagonisti una madre ve. Mettere insieme i propri errori e farne un ma- di Barotti riempirebbero gli spazi radiofonici, gli discografia.php e il proprio cucciolo che lei difende ad ogni pas- terasso per le notti a venire. L’idea che qualcuno spettacoli televisivi e tutto ciò che produce visi- saggio aereo, trasformandosi da angelo a scudo, ci stia aspettando, ma non è chiaro se quel qual- bilità. Non è questione di fama o di denaro, ma Press: mentre la luna - spesso presente dei pensieri di cuno lo ritroveremo nel passato o nel futuro.” di arte, cultura, o più semplicemente di canzoni, https://www.stefanobarotti.net/press.php Barotti - osserva ogni movimento e diventa sim- Poesia nella poesia. quelle che possono farci rivivere tutta la gamma bolo di continuità. L’esclamazione “eiattattira” introduce “Enzo”, possibile dei sentimenti, diventando l’unità di Link social: Mood melanconico e iter che non prevede grossi una dedica e al contempo una sottolineatura misura del tempo che scorre. Official Fb:https://www.facebook.com/ste - sobbalzi ritmici ma fornisce il senso della trage- dell’importanza di un musicista come Enzo Jan- L’ascolto di “Il grande temporale” mi ha riportato fanobarotti dia. nacci, secondo Barotti il cantautore che ha lascia- ad un periodo preciso della mia vita, quell’ado- “Stanotte ho fatto un sogno” è devastante, da to un vuoto maggiore. lescenza in cui tutto avrebbe dovuto essere ro- Official Ig:https://www.instagram.com/ ascoltare in compagnia se si vuole mantenere La 127 rossa di Jannacci diventa fonte di ispira- seo, ma arrivava sempre la domenica sera e “Il stefanobarotti/?hl=it un certo contegno legato al pudore della lacrima zione all’interno di una canzone adatta al cabaret commissario Maigret”, rigorosamente in bianco spontanea. della Milano degli anni Sessanta, sonorità sem- e nero, alimentava il mio disagio giovanile. Ma il Tutti, prima o poi, sono destinati a patire l’assen- plici ma cariche di significati e critica educata ma lunedì era dietro l’angolo… fortunatamente! za di un affetto, ma spesso è una mancanza uni- pesante alla musica che ci circonda: “Se ci fosse Gli ospiti e le collaborazioni sono parte- impor camente fisica che non impedisce al ricordo mas- un dio delle canzoni spegnerebbe le luci, butte- tantissima di questo progetto e sono sviscerati sacrante di riempire vuoti che restano comunque rebbe i microfoni, certamente abbasserebbe i vo- dall’autore stesso: incolmabili, perché l’opera di sostituzione non lumi…”. “Tra gli ospiti speciali (dagli Stati Uniti e non solo) genera mai totale appagamento. Con “Marta” arriva la denuncia spinta e attuale: -racconta il cantautore - Joe e Marc Pisapia, Jono Gli archi rappresentano il cesellamento della Barotti affronta il problema della violenza sulle Manson, Mark Clark e John Egenes. canzone, con una partecipazione che a posterio- donne. Un quadretto antico e irrisolto quello che Alla produzione artistica hanno partecipato Fa- ri diventa simbolica, quella di Roberto Ortolan, viene descritto, particolarmente toccante quan- brizio Sisti (prezioso il suo contributo alle tastiere, scomparso lo scorso aprile. Probabile sia questa do la lirica si sposa alla musica e le bassezze uma- al piano, ai sintetizzatori e all’organo Hammond), l’ultima canzone registrata dal chitarrista. ne e le storture culturali si amplificano a dismi- Alessio Bertelli, ingegnere del suono, e il batteri- Un blues lento è quello che introduce e condu- sura. sta Vladimiro Carboni. ce “Mi ha telefonato Tom Waits”, un omaggio al Alcune sfumature mi hanno riportato a trame Mi piace ricordare anche Marco Giongrandi (chi- primo album del cantautore statunitense uscito acustiche del passato, invenzioni di Ian -Ander tarra elettrica e banjo), Max De Bernardi (chitar- nel 1973, “Closing time”, evidentemente un lavo- son. re) e Paolo Ercoli (dobro e mandolino). ro cha ha saputo influenzare e toccare Barotti. Chiude l’album “Tutto nuovo”, dedicata al figlio Due le voci femminili, la bravissima Veronica Una storia in cui l’autore segue il consiglio di o meglio, al momento in cui l’autore apprese la Sbergia e l’esordiente Laura Bassani. Waits, quello di eliminare il DJ che corteggia la notizia del forte cambiamento che da lì a poco lo Gli arrangiamenti e la direzione degli archi sono sua fidanzata. avrebbe riguardato. stati curati da Roberto Martinelli. Bellissima la ricerca della rima unendo la lingua Privilegio dell’artista fissare per sempre certi mo- Hanno preso parte al lavoro anche Roberto Orto- italiana e quella inglese: “… e così ho sparato al menti, tra i più importanti nella vita. lan (recentemente scomparso, N.d. R.), alla voce dj, tre colpi nella notte di yesterday…”. Ho apprezzato tantissimo il suo pensiero: “La e alle chitarre, Nico Pistolesi (piano), Davide L’Ab- Emozionante la parte finale, molto “aperta” e co- sensazione è stata quella di essere finito dentro bate (chitarre) e Vittorio Alinari (sax soprano e rale, dove Barotti prende in prestito altre parole una specie di bolla, dove tutto si dilata e rallenta clarinetto basso.) Le linee di basso sono di James nobili, quelle di “Jealous guy”: “I began to lose e perdi definitivamente il diritto al suicidio.” Haggerty e Luca Silvestri; al contrabbasso Pietro control, I’m a jealous guy”. Un modo importante per chiudere un lavoro così Martinelli e l’amico Matteo Giannetti.” “Quando racconterò” è un’altra pillola molto in- impegnativo, un “rappelle” per tutti quelli che timistica, un’atmosfera nostalgica acuita dall’u- non comprendono la responsabilità derivante so di sax e clarinetto, una parte significativa del dall’arrivo di una nuova vita, che porterà cambia- viaggio descritto dall’autore. menti e rinunce, ma darà significato all’esistenza. Dice Barotti: “La canzone è nata a Berlino duran- Un maestro, Stefano Barotti, la cui musica va te un viaggio senza data di ritorno. La partenza, tenuta nelle immediate vicinanze, pronta ad in- 20 21 Elisa Montaldo

“dévoiler” di Athos Enrile “A mind is like a parachute. It doesn’t work if it’s not open” (Frank Zappa)

È questo l’assioma che chiude il booklet contenuto nel nuovo progetto di Elisa Montaldo, che ritorna all’impegno discografico - questa vol- ta “in proprio” - come già accadde nel dicembre 2015 quando rilasciò “Fistful of planets part I”. Di certo il suo rapporto con la musica dimostra una mente molto aperta, tanto per dare seguito all’arguto pensiero di Zappa. La sua nuova proposta si intitola “dévoiler”, la cui traduzione dal francese significa “svelarsi”, ver- bo riflessivo che, unito alla magnifica copertina, apre la strada a contenuti e pensieri legati al mo- mento contingente vissuto dall’artista genovese. Grande privilegio quello di potersi raccontare in musica! Ho conosciuto Elisa molti anni fa quando, con Il Tempio delle Clessidre, proponeva la musica complessa del Museo Rosenbach, a cui fece se- guito una cospicua produzione originale in un ambito a lei congeniale, quello del rock progres- sivo, proposto anche oltre i nostri confini, tra America e Corea del Sud. Un’immagine molto forte, nella presenza e nel- la qualità: le tastieriste femminili del prog sono davvero numericamente limitate! Sono stato testimone del suo approccio gradua- le alla vocalità e credo che Elisa Montaldo possa considerarsi attualmente un’artista completa. Il nuovo disco sfugge agli stereotipi a cui si fa ri- ferimento quando si cerca di spiegare l’abbina- 22 23 mento tra il musicista e la sua proposta, per cui cantato e parlato - che presenta il lato più pop cantautorale prende forma. va un tuo nuovo capitolo: prima di “affrontarlo” è bene dirlo subito, non è questo un album di di Elisa, ed è curioso che i protagonisti musicali Un ritrovamento casuale di una vecchia demo re- proviamo a fare il punto sul tuo periodo musica- musica progressiva, ma è un progetto davvero di siano due tastieristi prog - il secondo è Giovanni gistrata in casa con Alberto Gaviglio (La Locanda le, quello con congiunge il tuo esordio solista al presa immediata. Pastorino - che realizzano una chicca di stampo delle Fate) ha portato a questo episodio acustico presente, laddove per “presente” intendo anche Elisa si mette a nudo e racconta la sua matura- pop elettronico. che risale ad alcuni anni fa. Interessante leggere i il prossimo e imminente capitolo di “Fistful…”. zione, le sue esperienze, la lontananza dagli af- Lo strumentale Wesak riporta il tutto alla dimen- dettagli nel corso dell’intervista. “Fistful of planets part I” è uscito nel dicembre fetti, un nuovo lavoro fatto di atmosfere rarefatte sione pianistica, al prolungamento naturale di 2015, e da allora la mia vita personale e pro- e raffinate, lontane anni luce dai palchi metallici, Elisa, immagine immortalata, anche, da Andrea Goldrake è una cover che riporta alla sigla del fessionale ha subito dei grandi cambiamenti. dai suoni dilatati e dai volumi esasperati. Montaldo nella copertina. famoso cartone animato, probabile punto di ri- Mi sono dovuta trasferire in Svizzera per lavoro L’intervista che mi ha rilasciato basterebbe da Analogamente alla traccia “lanterne” sarà pre- ferimento dell’infanzia dell’autrice. Viene qui nel 2016 ed è stato molto difficile, specialmen- sola ad aprire la strada al nuovo progetto, ma sente in «Fistful of planets part II», di prossima proposta in versione romantica, completamente te per quanto riguarda la gestione dell’attività provo a delineare qualche sensazione da ascolto. uscita. trasformata, gradevole e fruibile per un pubblico musicale. Con Il Tempio delle Clessidre abbiamo I quattordici brani che compongono “dévoiler” - molto diverso da quello di un tempo. dovuto cambiare radicalmente il nostro meto- 10+ 4 bonus tracks - vengono presentati da Elisa I’m still here è la rilettura di una canzone Tom do di lavoro, non più con frequenti sessioni in nel corso della chiacchierata in cui emergono i Waits, derivazione del repertorio da piano bar, Chiude l’album la versione giapponese (ne esiste sala prove, bensì a distanza, anche per la lonta- tanti significati di un disco in cui si utilizzano- dif ovvero parte del lavoro quotidiano. Un ascolto una italiana su “Omnibus”) di La magia è la real- nanza geografica del batterista Mattias Olsson ferenti lingue - italiano, inglese e giapponese - e piacevole e onirico. tà, brano che Elisa aveva composto e registrato che è entrato nel progetto in quell’anno.- No dove va in scena una traduzione di sentimenti in per la compilation “Toki no kaze” dei The Samu- nostante le difficoltà siamo riusciti a realizzare musica che tiene conto di ascolti formativi e della Con Wine tastes better si cambia luogo, tem- rai Of Prog. “il-ludere” e a organizzare il minitour promozio- necessità di proporsi ad un pubblico variegato. po, ambientazione. Dice Elisa: “… è scritto Chiusura in ambientazione prog, forse per evi- nale. Al contempo, ho cominciato a sviluppare << “dévoiler” può essere letto nel seguente modo: appositamente per creare l’atmosfera del denziare la liason con il suo passato e, sicura- il mio studio “casalingo” e a diventare sempre la prima parte, dalla traccia 1 alla traccia 7 sono classico club, dove le coppie vestite eleganti mente con il futuro, perché le forti passioni non più indipendente a livello di produzione musi- tutte canzoni nuove scritte appositamente per es- trascorrono momenti romantici ed intensi e dove muoiono mai. cale: come si dice, di necessità virtù. Ho rice- sere cantate e suonate al piano bar (la traccia 6 è tutto è raffinato…”. vuto richieste di collaborazioni da The Samurai una cover, ma legata al repertorio che faccio sul Sassofono e fumo per un’immagine newyorkese Non ho citato i tanti collaboratori presenti in of Prog e altri progetti (uno dei quali dovrebbe lavoro). Canzoni nate spontaneamente, ma con di forte impatto. quanto oggetto della chiacchierata a seguire che, uscire quest’anno): il mio problema principale un linguaggio più fruibile e in linea con le esigen- ne sono certo, apparirà esaustiva e completa. è che lavorando sei ore al giorno al piano bar, ze del piano bar. Lanterne rappresenta un altro intermezzo privo le energie da dedicare alla mia musica erano Di seguito i brani si alternano andando più a fondo di liriche, un paio di minuti di pura magia. “dévoiler” racconta una sintesi di vita, un mo- sempre più basse. Questo mi ha portato a una nel mio stile abituale, il linguaggio diventa un po’ mento del percorso, un’evoluzione artistica. depressione generale, causata dalla distanza dai più articolato fino a terminare nel brano più pro- Washing the clouds è un brano che conoscevo Spesso si utilizzano paletti rigidi per incasellare miei cari e amici, la nostalgia della mia Genova, gressive dell’album, cantato in giapponese.>>EM già, presente in “Beyond the wardrobe” dei The la musica e i suoi protagonisti, esercizio a volte il sentirmi una “immigrata” in un Paese difficile Samurai Of Prog, multinazionale del prog con cui utile e semplificativo, ma la qualità - di musicista in cui si parla una lingua che non conoscevo (il Si parte con una coinvolgente improvvisazione Elisa collabora con continuità. e proposta - sfugge da codici e caselle ortodosse francese), e la frustrazione nel vedere i miei sa- live al pianoforte (Is that from Batman) e si ap- Anche questo pezzo sarà presente in “Fistful of e, ne sono certo, la proposta attuale di Elisa Mon- crifici per fare della musica il mio mestiere esse- proda subito ad un brano magnifico - Except for planets part II” ma, racconta l’autrice, in “dévoi- taldo verrà accolta da un pubblico trasversale. re ostacolo per la parte creativa, la mia musica. himself, una potenziale hit internazionale in un ler” è completamente arrangiato dai TSOP ed è Io ne sono rimasto molto colpito e, prog o non Non ho mai avuto periodi di vacanza o di riposo mondo giusto. Atmosfera da grande palcosceni- quindi denominato «alternative version». prog, credo che la strada intrapresa oggi da Elisa fino a marzo 2020, in cui come tutti possiamo im- co e voce che assume colorazioni intimistiche da possa camminare di pari passo con tutti gli altri maginare molti artisti hanno subito uno “stop” pelle d’oca. Comptine d’un autre été, l’après midi è una sentieri che le capiterà di percorre in futuro, con obbligatorio. Sono stata quattro mesi senza la- cover di Yann Tiersen utilizzata nell’attività di pia- la certezza che, unendo arte e genuinità, arriverà voro: ho deciso di rimboccarmi le maniche e di Con Il giorno che non ti aspettavi- canzone com- no bar: un pezzo di bravura, una questione tra sempre al cuore del suo pubblico. utilizzare al massimo questo tempo libero per posta il primo giorno di lockdown, e quindi figlia Elisa e il suo piano. dedicarmi finalmente alla mia musica. Le idee e dell’incertezza che ancora persiste - subentra il Consiglio vivamente “dévoiler”. la voglia di fare non sono mai mancate, ma mi cantato italiano e aumenta la vena di spleen che Il giorno che non ti aspettavi (by the shore ver- mancavano il tempo e la serenità. Ho lavorato caratterizza un po’ tutto l’album: “E quando tutto sion) ripropone la terza traccia ma in un modus Queste le sue risposte… ininterrottamente alla produzione di questi due sembra spento le mani trovano da fare, creare e acustico, una soffusa bossanova che mette in ri- album differenti ma con alcuni punti in comune ricordare, tese, trovano altre mani che stringono salto l’ecletticità di una musicista completa. Ultimamente mi è capitato di ascoltarti e scri- da marzo fino a metà dicembre. la vita in un mosaico naturale che sfuma in tinta vere di te soprattutto per le tante collaborazioni unita, il giorno che non ti aspettavi è qua…”. Per avere conferma della versatilità di EM arriva con i The Samurai Of Prog. È passato un lustro È appena stato rilasciato “dévoiler”. Nel nostro Atmosfere distopiche per So much more - tra Dolce Madre (old demo), dove il versante folk e dall’uscita di “Fistful of planets part I” e ora arri- scambio di battute hai sottolineato che non si 24 25 tratta di prog - genere di cui sei protagonista da cio sul lavoro). Canzoni nate spontaneamente, ne si riconoscano e condividano in parti di essa. to, normalmente trovo più semplice e versatile molti anni - e allora ti chiedo come nasce l’album ma con un linguaggio più fruibile e in linea con La tracklist prevede dieci brani a cui ne hai unito l’inglese, ma è con l’italiano che riesco meglio a e… che cosa vuoi “svelare” con la tua nuova pro- le esigenze del piano bar. Devo pur proporre ai quattro che sono definiti “bonus track”: di cosa si giocare con le parole e a esprimere i concetti più posta? clienti un prodotto in linea con la musica che tratta? profondi. Nonostante ciò, ho cercato di creare “dévoiler” nasce innanzitutto dalla necessità di hanno ascoltato durante la permanenza all’ho- le quattro bonus track sono state aggiunte all’i- canzoni il più possibile in inglese per essere coe- esprimermi attraverso generi musicali diversi e tel e ristorante. Di seguito i brani si alternano dea originale di album, in quanto ho voluto co- rente con il mio obiettivo di “universalità” della di farmi conoscere dalle persone che non ascol- andando più a fondo nel mio stile abituale, il munque inserire alcuni lavori a me molto cari: musica. tano abitualmente prog. Nell’hotel in cui lavo- linguaggio diventa un po’ più articolato fino a “Dolce madre” è una vecchia demo che ho ri- Dal punto di vista meramente musicale, si può ro ho la fortuna di avere la massima libertà e terminare nel brano più progressive dell’album, trovato quasi per caso, una canzone scritta da dire che “dévoiler” rappresenta un’evoluzione del creare il mio personale repertorio di piano bar. cantato in giapponese. Alberto Gaviglio (La locanda delle fate) e arran- tuo essere musicista? Non mancano classici del prog riarrangiati per Inoltre, questo album prepara all’ascolto del giata e cantata da me, suonata con ukulele, lyra Sicuramente sì. Non significa che mi sono “con- piano e voce e canzoni dell’universo prog e hard prossimo “Fistful of planets part II”. le tracce e pochi strumenti virtuali. Io e Alberto aveva- vertita” ad una musica di stampo più commer- rock 70, che sono il mio linguaggio principale, “Wesak” e “Lanterne” saranno due “satelliti”, mo in programma di scrivere canzoni insieme ciale o mainstream (anche perché non posso e ma ovviamente devo costruire la musica di sot- mentre “Washing the clouds” è qui presente perché ci eravamo trovati in armonia sul cam- non voglio competere in quella giungla!), ma è tofondo per un hotel di lusso, dunque suonare nella versione alternativa in collaborazione con po musicale, ma a causa del lavoro e della mia il mettermi in gioco come musicista che non di- un genere più “fruibile” (spazio dallo smooth The Samurai Of Prog, ma la versione originale partenza il progetto si è bloccato. Questa demo sdegna suoni più moderni o melodie più orec- jazz, cover di brani pop in versioni lounge, folk uscirà in FOP part II. è per me molto evocativa e ho voluto lasciarla chiabili, purchè siano sempre sinceri e con un’a- americano, musica da film etc). Essendo cresciu- così, con tutti i suoi difetti, perché è spontanea e nima. ta ascoltando pop (Elton John in primis), aman- Parliamo dei contenuti: cosa racconti nell’album? riflette il lato più folk/cantautorale che ho. Mi parli dei tuoi collaboratori e di tutti quelli che, do artisti come Tom Waits, Carole King, Jackson Ogni canzone parla di un argomento diverso: “Goldrake” non ha bisogno di presentazioni, è in un modo o nell’altro, rientrano nel progetto? Browne, Lana del Rey, Nancy Sinatra e suonan- si passa dalle emozioni “scomode” come la de- una produzione di un paio di anni fa e ho voluto Ho portato avanti tutta la fase creativa di com- do moltissimi generi diversi, ho voluto creare lusione personale, l’analisi di alcuni tratti della inserirla qui. “il giorno che non ti aspettavi - by posizione per lo più da sola. Ho scritto i brani e un album che contenesse gran parte di queste personalità presenti nella società, il senso di col- the short version” è una versione alternativa creato gli arrangiamenti per quasi tutti gli stru- mie sfaccettature artistiche. È un album nato pa, di essere incompresi e la rabbia (“Except for della traccia 3, suonata da un bravissimo chitar- menti. Il collaboratore che ha maggiormente in- spontaneamente, come spontanea è la scelta di himself” e “So much more”): abbiamo il tema di rista brasiliano e cantata dalla mia amica e can- fluito è il chitarrista Ignazio Serventi, con il quale un titolo in francese (per proporre il disco ne- attualità ne “Il giorno che non ti aspettavi” (com- tante Paola Franciosi: ho voluto immaginare che ho iniziato a lavorare per caso con la produzione gli ambienti in cui lavoro e suonare questi brani posta il 16 marzo, primo giorno di lockdown per la canzone sul lockdown divenisse “virale” e che de “il giorno che non ti aspettavi”. Ci conoscia- nelle sessioni di piano bar), che appunto signifi- me e fiume di strani sentimenti per come que- un piccolo gruppo di amici musicisti la suonasse mo da lunga data, ma questa è la nostra prima ca “svelare”, con un poetico doppio significato sta situazione COVID stava prendendo campo su una spiaggia, in una condizione ideale di li- collaborazione discografica. Si può sentire la “togliere il velo, spogliare” (da lì la connessione un po’ ovunque). Il brano “Wine tastes better” bertà e di serenità, dove tutto questo caos sarà sua presenza nel disco soprattutto in “I’m still con le immagini di copertina e dell’interno del è scritto appositamente per creare l’atmosfera divenuto ormai un lontano ricordo. here” (nata da una sua idea di arrangiamento) e digipak) e “svelare un segreto”, svelare una par- del classico club, dove le coppie vestite elegan- “La magia è la realtà” è la versione giapponese “Except for himself”, in cui suona anche il basso. te di sé. In questi brani i testi sono più intimi e ti trascorrono momenti romantici ed intensi e contenuta nell’album “Toki no kaze” di Samurai Ho voluto il sound di Paolo Tixi per “Except for personali di tutti quelli scritti precedentemente. dove tutto è raffinato. “Washing the clouds” è of prog (la versione italiana è invece nell’album himself” e “Wine tastes better” perchè anche Le esperienze della vita mi hanno fatto matura- una riflessione su alcune sensazioni di solitudi- “Omnibus”), composta sull’ispirazione del film lui come me suona molti generi oltre il prog ma re molto in questi anni e ho voluto tradurre in ne ma di connessione con la natura, nella quale animato di Hayao Myiazaki “spirited away” (“la riesce a mantenere un tocco molto personale. canzoni alcune parti più intime di me. si ritrova l’energia nel credere che le cose buone città incantata” il titolo italiano). Chiude l’album Mattias Olsson è il collaboratore più eclettico, e vere possano vincere il male umano. e presenta all’ascoltatore il mio linguaggio prin- la persona con cui riesco a rendere reali le mie Dopo la tua intensa attività con Il Tempio delle Sono sempre alla ricerca della concettualità, che cipale, ovvero il prog più visionario con sfuma- visioni musicali senza bisogno di troppe spiega- Clessidre la tua professione - e forse la tua vo- alla fine trovo: qual è il fil rouge che lega i brani? ture dell’Estremo Oriente. zioni. Matteo Nahum e Stefano Guazzo rendono glia di fare esperienze in proprio - ti ha portato ad Direi che la copertina può essere la raffigurazio- Non esiste una lingua ufficiale, ma dimostri la tua “Wine tastes better” un brano da live club, Sara un’attività costantemente lontano da casa, dove ne del concetto di base didévoiler “ ”: sono ri- ecletticità spingendoti sino all’uso del giapponese Accardi e Paola Franciosi hanno prestato le loro ti esprimi da sola, col tuo piano, per un pubblico tratta mentre dormo di fianco al mio pianoforte in un brano già pubblicato con i Samurai: tirando belle voci a dare più colore a “il giorno che non diverso da quello a cui eri abituata: quanto è fi- (peraltro è il mio pianoforte vero che ho a Ge- le somme, quale pensi sia l’idioma più adatto alle ti aspettavi”, Giovanni Pastorino ha accettato il glio “dévolier” della musica più intima che carat- nova, e la foto è stata presa da Andrea Montal- tue personali creazioni? gioco di produrre il mio brano pop moderno (lui terizza il piano bar? do effettivamente posizionando il mio letto ac- Vorrei poter parlare molteplici lingue per po- è un ottimo esperto nel campo), non è curioso “dévoiler” può essere letto nel seguente modo: canto al piano). Vivo con la musica e vivo per la ter scrivere testi comprensibili in tanti Paesi, come da due tastieristi prog possa nascere un la prima parte, dalla traccia 1 alla traccia 7 sono musica, ogni momento della mia giornata, è una sarebbe il mio ideale, dunque mi limito a fare brano come “So much more”? tutte canzoni nuove scritte appositamente per croce e delizia, è il mio linguaggio. Sto svelando ciò che riesco come posso, componendo brani essere cantate e suonate al piano bar (la traccia me stessa come persona, raccontando una sto- in diverse lingue. Trovo che dipende molto dal Ho trovato molto bello l’artwork e il booklet an- 6 è una cover, ma legata al repertorio che fac- ria attraverso le canzoni, sperando che le perso- genere di musica e dallo stile dell’arrangiamen- nesso, con la proposizione di tutti i testi: chi si è 26 27 occupato dell’aspetto grafico? La lavorazione del libretto è stata curata in tem- pi brevissimi dall’atelier Delfilm Studio: non avevamo molto tempo, ma quando noi donne ci mettiamo qualcosa in testa dobbiamo arri- vare alla fine! Delphine è una fotografa artista che si occuperà anche delle grafiche del pros- simo “Fistful”. Due sono le sue foto all’interno del libretto. L’intero concetto d’immagine è sta- to pensato da me e le foto che ne raccontano la “storia” sono state realizzate da mio fratello, Andrea Montaldo. Domanda d’obbligo per concludere: quali sono i tuoi progetti musicali certi in questo periodo di… scarsa visuale? Innanzitutto, il mio progetto di poter promuo- vere e vendere il cd durante il mio lavoro è temporaneamente interrotto a causa della- si tuazione generale. Questa è ovviamente un’ul- teriore difficoltà per arrivare alla realizzazione di “Fistful of planets part II”. Ho investito molto in queste autoproduzioni, ma senza vendite nè concerti non si riescono ad avere i mezzi per an- dare avanti. Non mi do per vinta e continuo con i lavori in ogni caso. Sto parallelamente collabo- rando al prossimo atteso album di Max Manfre- di, “Il grido della fata”, ho collaborato con Cele- ste e Logos e un altro progetto che spero verrà presto alla luce e mi sto dedicando a implemen- tare il mio sito personale, ho aperto la mia pa- gina BandCamp per poter vendere i miei album, sono attiva sui social e Spotify, vorrei riuscire a organizzare un concerto in streaming, insomma cerco di adeguarmi alla situazione attuale e far sentire la mia piccola voce in mezzo a mille altre mediante il web. Inoltre, siamo in contatto con Fabio e Giulio del Tempio per capire come fare per riprendere l’attività… le idee non mancano, la voglia e l’ispirazione nemmeno…ma non è semplice. Grazie a voi giornalisti, appassionati e ascoltatori si riesce ad avere un po’ di visibilità e a far scoprire alle persone che c’è tanta, ma tanta musica da scoprire, e che con gran parte di essa si può veramente viaggiare o diminuire le distanze spaziali, o ancora evadere da questo pianeta soltanto ascoltando le visioni musicali e lasciandosi trasportare dalla fantasia.

Elisa Montaldo pianist, singer, composer, producer www.elisamontaldo.com 28 29 “… Guardati intorno troverai là fuori, la zona giusta cercando te stesso oltre l’orizzonte … ” BARBARA RUBIN: IL CAMPO DA GIOCO DELLE OMBRE a cura del Feelin’ Blue di Chiavari di Oscar Piaggerella

Rigore nella composizione. Rigore nell’architettu- fa con la Natura, ci porta a momenti di interiori- ra melodica del brano. Estetica del suono. Esteti- tà, a ritrovarci con noi stessi. L’autrice si guarda ca del romanticismo. Estetica dei testi. Estetica intorno, cerca soluzioni, si pone domande cer- della narrazione. Estetica della poesia. Estetica cando risposte. E così la speranza riesce a ren- dell’interiorità (eidos). derci capaci, in una minima frazione di tempo, di Questo “campo da gioco delle ombre” immagi- prendere coscienza. Non per ieri ma per adesso nario, metafora della vita composto da nove trac- e domani. E potremmo portare questo anche ol- ce di cui tre completamente strumentali (Sunrise tre, ossia: quando abbiamo un contesto che ci of- Promenade, Sleeping Violin, La Ballata Degli An- fre questa capacità nel presente andiamo verso geli) è un disco “rinascimentale”, intenso come il futuro in un modo più determinato. Tutti noi summa della rinascita interiore dell’autrice, dove siamo manifestazioni della vita, puri in essenza e le ombre delle sue esperienze assumono forma conteniamo l’ingrediente più potente che esista musicale e poetica in composizioni catartiche al mondo: il potere di crescere. della propria esistenza. Per tutti noi, tornare in- In Seven (Sette – numero magico delle discipli- dietro a dove eravamo, è sempre stata una lezio- ne cabalistiche) ecco l’innalzarsi della rinascita. Il ne persa. Andare avanti invece, è un’esperienza negativo delle esperienze della vita si trasforma verso l’ignoto, e andremo con sicurezza verso l’i- in positivo, il buio in luce, come dice nel fram- gnoto, se confidiamo nelle nostre risorse. mento iniziale del brano: “Ogni notte piangevo Poche note di pianoforte e una voce sussurrante per la mia vecchia vita/Ma ora queste lacrime proveniente da lontano ci introducono nel disco. diventano gocce di sole/Sette volte mi hai tradi- Endless Hope (Speranza Infinita) si sviluppa poi ta, fratello/ Sette bugie, con ognuna di loro/mi come una sorta di altalena che, come l’autunno hai regalato Vita/Sette volte …”. Il pianoforte che 30 31 “sonorizza” queste parole sgorgano da una feli- cità ritrovata, adagiandosi poi serenamente su grandi spazi sonori. Un lieve “filo” di synth chiu- de il brano per indicare che si è sulla strada giusta per andare avanti. La terza traccia dell’album dal titoloLa Maddale- na è il gioiello dell’album. Barbara Rubin leggen- do i vangeli apocrifi viene colpita dalla figura di questa donna spesso descritta, dai vangeli uffi- ciali, come donna di facili costumi mentre, nelle versioni ritenute apocrife dalla chiesa, era l’apo- stolo migliore se non la moglie del Cristo stesso. Dunque, un canto d’amore ricco si sentimento e di tenerezza. Il brano viene eseguito in duetto con la voce calda di Andrea Giolo che, durante lo scorrere del disco, troviamo in vari brani nei backing vocals. Il pianoforte iniziale della Rubin preannuncia sguardi d’amore tra i due perso- naggi per dare poi un’apertura all’aria del tema, quando il Cristo invita la Maddalena ad appog- giare la testa sulle sue spalle per farsi carico del suo dolore a cui sarebbe andata incontro da lì a poco. Un altro canto d’amore, forse idealizzato, lo tro- viamo in Clouds: “Guardando le nuvole/posso vedere chiaramente il tuo volto/l’ombra dei tuoi capelli/circondata dal sole…”. Un testo di grande intensità emotiva che rasenta la visione, un’este- riorizzazione di alto e pregevole gusto romanti- dell’autrice. Una manciata di minuti bastano per Quando ascoltai per la prima volta The Play- della Rubin con sensibilità. Questa compositrice co. È evidente, in questa lirica, come il passato comprendere quanto detto. Un tocco delicato ground Shadows di Barbara Rubin, rimasi estre- e polistrumentista indipendente lombarda meri- diventi una luce che aiuta a vedere che cosa stia al pianoforte si completa con l’inserimento de- mamente stupefatto per vari motivi di mia riso- ta molta attenzione, quell’attenzione che spesso succedendo nel presente. gli archi che scandiscono arie dal sapore classi- nanza interiore, e tra tutti questi motivi mi chiesi porgiamo a un musicista di fama internazionale, Le liriche non adombrano affatto l’aspetto compo- cheggiante. Lo stesso accade per Sleeping Violin anche se avesse avuto senso, su queste architet- a volte solo per il mito che lo circonda. sitivo. Esse non sono canzoni o ballads, ma vivono nel che ci guida in uno spazio interiore senza parole, ture melodiche così raffinate, cantare tali liriche Continua a guardarti intorno, Barbara, troverai là contesto musicale in sinergia con l’arrangiamento. senza un bisbiglio. Anche La Ballata degli Angeli, in italiano. La risposta fu subito no (sono pochi gli fuori la zona giusta cercando te stessa oltre l’o- Infatti Barbara Rubin inizia l’attività musicale è un’apologia al violino e al pianoforte. Queste artisti che ci son riusciti). Queste liriche andava- rizzonte di un campo da gioco delle ombre della iscrivendosi alla classe di violino del M° Fabio tre tracce strumentali sono inspirate dalla lettura no benissimo cantate in lingua inglese. La nostra nostra esistenza. Le ombre sono l’interfaccia del- Biondi presso il Conservatorio Statale di Musi- della novella Heresy della giovane scrittrice Hais lingua, oltre ad essere ricca di accenti che di con- la luce. Esse ti fanno comprendere e vedere cose ca “A. Vivaldi” di Alessandria, diplomandosi poi Timur. seguenza spesso irrigidiscono la musicalità della che la luce non può mostrarti. Perché noi siamo al Conservatorio di Piacenza nel 1998 e tutt’o- The Shadows Playground, traccia che intitola l’al- parola in certe espressioni sonore, nasce da altre manifestazioni della vita, e ci è stato donato il ra insegna Violino e Assieme Archi presso la Ci- bum, è una profonda riflessione sul sentimento forme musicali quali la romanza, la canzone d’a- meraviglioso regalo di uno spirito interiore. vica Scuola di Musica di Mortara (PV), presso dell’amore. Il susseguirsi tra dolore, speranza, more “sanremese” e un certo cantautorato esi- l›Associazione “Tetracordo” di Mede (PV), come gioia e visione di un futuro insieme a qualcuno stenzialista post-sessantottista. docente di Canto e Musica d›Insieme, e presso che si ama. Trovo magnifico l’ultimo verso del -te Per me è stata una grande sorpresa ascolta- l›Istituto Comprensivo della stessa città, come sto che dice: “L’amore è qui/e tu mi hai mostrato re questo cd (autoprodotto e pubblicato anche esperto di Musica. come/le lacrime possano essere l’unica strada in vinile), è uno di quei dischi che mi hanno in- Ed ecco allora che con la quinta traccia dell’al- sicura/per scappare via dalla tempesta/una tem- cantato fin dalle prime note e che cela, per un bum (Sunrise Promenade) entriamo nell’aspet- pesta accecante/e tu sei là/dove l’unico raggio di attento e sensibile ascoltatore, delizie sonore e to più profondamente musicale e compositivo sole brilla …”. narrative. Esploriamo The Shadows Playground 32 33 S l 2020 è stato un anno devastante durante Iil quale, per svariati motivi, mi sono dovuto prendere un lungo periodo di pausa, il prin- cipale per risolvere un grosso problema di salute quando, contemporaneamente, è arrivata questa maledetta pandemia, con tutti i contagi, i morti e i suoi lockdown che hanno stremato l'universo mondo. Lutti, disastro economico, disagio sociale… Per i musicisti niente concerti, niente pubblico, semplicemente mini video in di- retta sui socialmedia, tanto da far scattare la domanda: che cosa facciamo?

Alan Brunetta, musicista professionista, Nino D'Introna - attore, autore e direttore di diplomato presso il Conservatorio Statale di compagnia - nello spettacolo Piombo, Musica Giuseppe Verdi di Torino, una serie dedicato a Primo Levi. infinita di interessi e pilastro insostituibile del Dal 2005 al 2015 ho collaborato attivamente meraviglioso combo Lastanzadigreta. con il gruppo torinese Supershock e parteci- Mi sono diplomato nel 2005 in Strumenti a pato alla sonorizzazione di importanti capo- percussione e, nel 2008, ho ottenuto il diplo- lavori dell'espressionismo tedesco quali ma accademico di secondo livello in Discipline Nosferatu di Friedrich Wilhelm Murnau, Der Musicali per strumenti a percussione. Golem di Paul Wegener, Metropolis di Fritz Coltivo tanti interessi, molti dei quali in Lang. Infine - insieme a Leonardo Laviano, ambito musicale. Ho collaborato con la Jacopo Tomatis, Umberto Poli e Flavio fondazione TPE di Torino (Teatro Piemonte Rubatto - nel 2009 abbiamo fondato Europa) come compositore, esecutore e co- Lastanzadigreta e, per la Sciopero Records nel produttore insieme al noto regista teatrale 2017, abbiamo pubblicato Creature selvagge,

Seguendo il vento di Nick Cave e Rogedi Frranc o VWassia aters 34 35 Lastanzadigreta

il nostro primo album con il quale, sempre nel quello che, nel genere, ritengo il miglior chi- corso dello stesso anno, ci siamo aggiudicati la tarrista italiano: Ricky Mantoan che, oltre che Targa Tenco come miglior Opera Prima. Il 5 a collaborare nei miei brani, ha contribuito febbraio scorso, con il sostegno del MiBACT e anche con dei suoi. di SIAE nell'ambito del programma Per chi Crea, è uscito Macchine inutili, il nostro se- Il grande colpo si è però rivelato con Ulysses - condo album. A Dark Odissey… Quella fu davvero una gradita sorpresa! Tre Oltre a essere un valente polistrumentista, la anni fa, la Adrama Film Production Company tua attenzione sembra però maggiormente di Torino, mi propose un contratto per la com- rivolta verso la composizione… posizione e la produzione della colonna sonora Mi rendo sempre più conto, ogni giorno che di quel film. passa, di privilegiare sempre di più questa ur- Ulysses - A Dark Odissey, diretto da Federico genza. Ho una forte propensione verso la com- Alotto, poteva vantare un cast americano di posizione ed è così che, in pochissimo tempo, tutto rispetto: dalla presenza di Danny Glover mi sono ritrovato a scrivere, a produrre e a (Arma Letale, Il Colore Viola...) a quella di realizzare. La mia prima colonna sonora risale Udo Kier (Dogville, Suspiria, Johnny Mne- infatti al 2013 per The Repairman, il pluri- monic, Ace Ventura - L'acchiappanimali...), premiato film indipendente diretto da Paolo da Jessica Polsky a Skin, la musa degli Skunk Mitton e prodotto da Aidìa Production. Anansie. Il regista, che si era particolarmente infatuato Rispetto al precedente lavoro ho cercato di del suono della marimba, mi chiese di com- allargare le mie vedute sulla sonorità, pri- porre l'intera colonna sonora attorno al magi- vilegiando maggiormente l'aspetto dark ma co suono di questo strumento. Soltanto in se- non disdegnando però alcune scorribande guito decidemmo di abbinare, a quel suono, psichedeliche. Il Moog, assieme a tappeti so- anche la Pedal Steel Guitar. Così chiamammo nori creati da chitarre elettriche con archetto

36 37 Info: da contrabbasso ed effetti di Delay, è il pro- che cosa facciamo? Così, per abbattere la de- www.alanbrunetta.com tagonista di questa colonna sonora. E poi, pressione e cercare di alimentare i suoni che www. facebook .com/alanbrunettaofficial ancora, il pianoforte suonato con un caccia- mi giravano in testa, ho preso due decisioni: www. instagram .com/alanbrunetta vite, bidoni blu porta macerie suonati con le https://www. youtube. com/user/alndrums pubblicare la mia musica ancora inedita e spazzole oppure a mani nude per simulare il pensare a uno spettacolo che mi permettesse suono delle tabla, il basso elettrico, la chitarra di descrivere musicalmente, e quindi poter acustica in accordatura aperta, la batteria, le condividere col pubblico, il mio stato d'animo percussioni come tom, il floor tom, la gran- e i ricordi della mia malattia. cassa da concerto… Il suono procurato da bi- Così, aumentando a dismisura la mia disco- doni di metallo filtrati nel Moog, Pad Synth e grafia, con la Sciopero Records, ho pubblicato Mellotron, chitarre elettriche distorte... Eleven - Hours Of Joy (Original Motion Picture Soundtrack): una piccola colonna so- Un lavoro per il quale, oltre ai tuoi compagni nora per un cortometraggio diretto da Carlotta de lastanzadigreta, hai potuto contare anche Beck Peccoz. Essendo quest'ultimo un corto sul contributo di numerosi ospiti… romantico interamente girato a Torino e a Compagni di viaggio, ospiti, ma soprattutto Londra, la musica assume un colore tipica- amici. Come il duo torinese Yellows formato mente Brit Pop. Nel mese di novembre, da Giorgio Alloatti e Alex Stirner che, oltre ad proprio nel giorno del mio 35° compleanno, in aver firmato anche alcuni brani, ne hanno accordo con la Aidìa Production e Sciopero curato la parte di musica elettronica; Flavio Records, ho pubblicato The Repairman (Ori- Rubatto al didjeridoo e canto armonico, Leo- ginal Motion Picture Soundtrack), il disco nardo Laviano alla chitarra acustica, Paolo contenente l'intera colonna sonora dell'omo- Cipriano dei Supershock e Annina Forloni alle nimo film, dedicandolo alla memoria del gran- voci, Umberto Poli dei Gospel Book Revisited - de Ricky Mantoan che ha deciso di lasciarci oltreché membro della band - come autore del poco tempo fa. testo di Sunrise Is Failing As I Rise, Fernando In ultimo, Inferno, uno spettacolo che per Budano, autore del testo di Somewhere There ovvie ragioni è stato rimandato ma che Is A Place… In questo lavoro sono riuscito avrebbe dovuto debuttare in un importan- anche ad esaudire un mio piccolo sogno che tissimo festival di cinema italiano organizzato era quello di riuscire ad unire in un'unica ope- da Dolce Cinema a Grenoble, in Francia. ra colleghi musicisti, grandissimi amici, con Si tratta della sonorizzazione live del viaggio stili musicali completamente diversi tra loro. onirico del Sommo Poeta tra i Gironi degli Inferi, trasposto in pellicola da Francesco Ci sono musicisti verso i quali ti senti un po' Bertolini, Giuseppe De Liguoro e Adolfo Pa- debitore? dovan nel 1911 e prodotto dalla storica Milano Due, innanzitutto! Mentre compongo cerco di Film. Sul palco, da solo, alle prese con un set- avere sempre ben saldo in mente lo stile di up composto da una ricca varietà di stru- scrittura dei miei due compositori preferiti: mentazione: lastre e bidoni di metallo, per- Nick Cave - in coppia con Warren Ellis - e il cussioni, sintetizzatori, chitarre elettriche e grande Roger Waters. acustiche.

Possiamo ribadire anche qui che il 2020 è E' pur vero che, nelle interviste, i ringrazia- stato un anno devastante? menti vengono spesso tagliati, ma qui mi Per svariati motivi mi sono dovuto prendere sembrano senz'altro doverosi… un lungo periodo di pausa, il principale per Ci tengo particolarmente. Vorrei ringraziare risolvere un grosso problema di salute quando, papà Ugo e mamma Marinella per avermi contemporaneamente, è arrivata questa ma- trasmesso l'amore e la passione per la musica. ledetta pandemia, con tutti i contagi, i morti e i Un grazie infinito a Furio Chirico, a Riccardo suoi lockdown che hanno stremato l'universo Balbinutti e a tutti gli insegnanti con cui ho mondo. avuto la fortuna di studiare, per i loro inse- Lutti, disastro economico, disagio sociale… gnamenti che mi hanno permesso di fare della Per i musicisti niente concerti, niente pub- musica il mio mestiere, quello più bello del blico, semplicemente mini video in diretta sui mondo. socialmedia, tanto da far scattare la domanda: Franco Vassia

38 39 de con coraggio e mente aperta, senza aver pau- D: Devono essere stati anni davvero di fuoco… in ra di quello che ci può riservare il domani. E ve tutti i sensi! Cosa ci puoi raccontare, oltre all’ov- “Io c’ero quando Pete Townshend lo dice uno che da un giorno all’altro è passato vio, della Londra degli anni ‘60? da Londra a Genova… negli anni ‘70! Un salto nel vuoto niente male per una persona che non par- R: Londra era il centro del mondo. La Metropoli- ha distrutto la chitarra sul palco lava una parola d’italiano. tana ci portava dalla stazione di Harrow & Weal- Alla luce delle sue risposte, mi viene la curiosità dstone dritta a Oxford Circus, adiacente a Soho, di fare un’altra intervista con Peter, meno musi- Carnaby Street ecc. Avevamo pochissimi soldi per la prima volta” cale ma più “costume e società” … chi vivrà ve- in tasca ma riuscivamo a fare parte della scena. drà! C’era musica e moda ovunque (all’epoca non mi interessava l’arte); avevamo 15 anni e il mondo Direi che mi sono dilungato pure troppo: ecco la sembrava pieno di mini skirt. mia chiacchierata con Sir Peter Twinn! E Roger, se ci leggi, ce l’abbiamo con te: fatti vivo! D: Che aria si respirava musicalmente? Le band emergenti si aiutavano tra loro o c’era una D: Ciao Peter, grazie per averci voluto dedicare il (sana… o meno sana) competizione? tuo tempo. Non sapevamo di avere un testimone INTERVISTA A così diretto della storia dei primi passi degli Who R: Non saprei rispondere. Eravamo ragazzini, con proprio a Genova! E l’abbiamo scoperto anche tanti sogni ma nessuna organizzazione. abbastanza per caso (un ringraziamento speciale a Marco, Massimo e Sara!). D: Quali erano le band che andavano per la mag- Raccontaci qualcosa di te: da dove vieni, come giore all’epoca nel giro dei pub? E di quali di que- hai iniziato ad appassionarti di musica e quali ste sentiamo parlare ancora oggi? PETER TWINNDi Enrico Meloni sono state le tue prime esperienze con le band? R: Niente pub. All’epoca, l’entrata era riservata R: Non so se i miei ricordi possono essere di in- agli over 18 (non “adulti” perché fino al 1970 oc- A volte, quando meno te lo aspetti, capitano le chetta discografica) e di Flamingo Records (nego- teresse a qualcuno. Sto cercando di rimembrare correva aver compiuto 21 anni per avere la mag- cose più impensate. Quella che state leggendo zio di dischi ed etichetta discografica situata in cose della mia gioventù, più di 55 anni fa e chiedo giore età). rientra sicuramente in questa categoria. Come Piazza delle Vigne a Genova: fateci un salto se scusa se non rammento bene alcune date o cir- avrei potuto mai sapere che nel 2020 che ci ha potete), redattore di Tomorrow Hit Today e varie costanze. Quando sono nato, nel 1949, Harrow si D: Il tuo nome, e quello della tua band, i Third Ge- appena salutati avrei conosciuto un testimone altre fanzine, ex bassista di Isaak e Gandhi’s Gunn trovava nella contea di Middlesex, a nord e ovest neration, è legato a quello degli High Numbers, oculare della prima volta in cui Pete Townshend tra le altre cose, ma soprattutto persona disponi- di Londra. È stata assorbita nella Grande Londra ossia gli Who prima che cambiassero nome. Pre- degli Who distrusse la chitarra sul palco, uno dei bilissima e grande amante della musica, che mi solo più tardi. Noi ci consideravamo, però, londi- sentaci la tua band. gesti più rinomati e riconoscibili di tutta la storia mette subito in contatto con… suo suocero! nesi a tutti gli effetti, anche perché c’era -la Me del rock? Eppure, è accaduto anche questo. Che Un ringraziamento enorme va quindi a Marco, a tropolitana londinese, gli autobus rossi, i taxi neri R: The Third Generation era la band successiva. anno assurdo! Maso e a Sara (moglie di Maso e figlia di Peter), ecc. La nostra prima band si chiamava The Deltas e che hanno reso possibile il mio incontro, ahimè A scuola, nei primi anni ’60, eravamo affascinati in verità non eravamo affatto bravi ma semplice- In modo completamente casuale, in una serata solo via e-mail, con Mr Peter Twinn from Harrow, dall’eccitante scena musicale inglese. Sentivamo mente sotto l’incantesimo generale del periodo. autunnale passata al pub, proprio in una di quei England! tutta la musica emergente e frequentavamo an- Era un decennio magico. pochissimi momenti in cui si è potuti uscire pri- che i precursori delle discoteche londinesi, ossia ma del terzo (o secondo, o quarto? Non lo ricor- Peter ha risposto alle mie pedanti curiosità con sale delle scuole di ballo, un po’ sciupate ma con D: Come vi siete conosciuti con gli High Numbers/ do più) lockdown, vengo a sapere da Marco, un gentilezza e aprendo il libro dei ricordi senza ri- l’immancabile sfera rotante a specchi, spot mul- The Who? In che rapporti eravate? caro amico amante della musica con cui abbia- serve. La parte dell’intervista che ho apprezzato ticolore e qualche neon fluorescente. mo visto tantissimi concerti, che a Genova vive di più, oltre a l’aver scoperto com’è successo che Come tanti altri ragazzi, ho preso in mano la mia R: In realtà, non li abbiamo conosciuti come The un uomo che ha conosciuto niente meno che gli quel diavolone di Pete ha iniziato a sfasciare le prima chitarra e ho sognato la gloria. Dopo qual- High Numbers. Fino a giugno/luglio 1964, il pe- Who prima che diventassero… The Who! chitarre per terra dopo averle fatte roteare in che lezione, cominciavo a strimpellare con alcuni riodo in cui c’eravamo anche noi, il nome della Un’occasione da non perdere per farmi raccon- aria (non so se ci rendiamo conto della grandezza compagni di classe. Il preside della scuola ci per- band era The Who. Il periodo di cambio nome è tare qualche aneddoto interessante su di loro e della rivelazione), è quella in cui Peter racconta mise di usare un magazzino come sala prove e durato poco, prima di ritornare al nome originale sulla vita che la Londra degli anni ‘60 regalava a la sua vita, il cosiddetto “lato umano”, perché è abbiamo effettivamente cominciato a fare qual- verso fine anno. un giovane musicista. sempre lì che si nascondono le storie più vere e che progresso. La tua domanda mi fa un po’ ridere; noi avevamo Mi metto subito in contatto con Massimo Peras- gli insegnamenti più importanti. Alcuni esempi? 15 anni, loro quasi 20. C’era un abisso tra noi e so, detto Maso, capo di Taxi Driver Records (eti- Continuare a studiare e abbracciare le nuove sfi- 40 41 loro che sembravano molto più grandi. Anche se degli aneddoti che vuoi condividere con noi? D: Come descriveresti gli Who a livello caratteria- D: Cosa è successo poi? Ciò che so è che, come erano ancora sconosciuti (il primo disco non era le e musicale, per quanto ti ricordi? abbiamo descritto fin qui, siete stati il gruppo di ancora uscito), il nostro rapporto con loro era di R: Keith suonava e manipolava le bacchette in apertura degli Who nel 1964 (e oltre?) ... e poi? adulazione. una maniera scatenata e velocissima. Non ricor- R: Originali. Non c’è modo migliore per descriver- Avete continuato con i Third Generation? do, però, di averlo mai sentito parlare fuori dal li. D: In che modo siete stati ingaggiati per suonare palcoscenico. R: È imbarazzante ma non ricordo neppure un in apertura per loro? D: Com’era la vita di una giovane band in tour nome degli altri componenti di The Third- Ge D: Se dovessi scegliere, qual è il ricordo più vivido negli anni ‘60? Suonavate principalmente a Lon- neration. Suonavamo, come tante altre band, a R: Ingaggiare è una parola grossa. Noi abitavamo delle serate trascorse come gruppo spalla degli dra o avete avuto occasione anche di spostarvi feste, balli di scuola ecc. Poi, finita la scuola se- lì vicino, a pochi minuti dal Railway Hotel, vicino Who? nel resto dell’Inghilterra? condaria, a sedici anni, ho vinto un bando di Her alla stazione di Harrow & Wealdstone. Non so chi Majesty’s Stationery Office (Poligrafico di Stato) tra i papà della band ha organizzato la possibilità R: Senz’altro la prima serata. Avevamo suona- R: Magari avessimo potuto fare un tour. Erava- e ho iniziato cinque anni di lavoro-studio per il per noi ragazzi di suonare (gratis), per accumu- to una canzone di Willie Dixon, “Spoonful”. Poi, mo decisamente una band di dilettanti. Siamo, diploma in litografia e arti grafiche. lare un po’ di esperienza, in apertura di serata. dopo l’arrivo degli Who, a un certo punto si sono forse, riusciti a coprire il costo degli strumenti. In due (o massimo tre) occasioni, la band della attaccati anche loro con “Spoonful”. Venticinque Francamente non mi ricordo di aver mai visto un D: Avete mai registrato qualcosa con i Third Ge- serata era The Who. minuti! Meraviglioso… siamo rimasti a bocca guadagno ma, in ogni caso, eravamo felici. Ho la- neration? aperta. sciato la mia chitarra elettrica Hofner presso mia “Video sul Railway Hotel ad Harrow, al minuto madre, dove è rimasta indisturbata per oltre 20 R: Con loro, no. Nel 1966, ho suonato la chitarra 5:58 si fa menzione del famoso episodio della chi- D: Com’è nata la leggendaria distruzione sul pal- anni. Poi l’ho portata in Italia e adesso è di mia per un breve periodo con Next in Line. Abbiamo tarra!): https://youtu.be/ZmW8UGGNcCA” co della chitarra di Pete Townshend? So che tu figlia, Sara. Dopo tutto questo tempo, il manico fatto, a nostre spese, un 45 giri di prova (I Think hai assistito alla prima volta in assoluto in cui è ancora dritto. It’s Gonna Work Out Fine, 1961, di Rose Marie questo è accaduto sul palco! McCoy, Sylvia McKinney / Can You Jerk Like Me, D: Come si presentavano gli Who a livello sceni- 1964, di George Hunter Ivy, William Stevenson). co? C’era qualcosa, già allora, che li distingueva R: Accadde qualche mese più tardi e non suona- Lo conservo ancora: è semplicemente terribile dagli altri? vamo più al Railway. Tramite conoscenze, riusci- ma è un link con la mia gioventù. vamo comunque a entrare gratis. È cominciato R: A prima vista, sembravano ragazzi normali. Mi tutto come un incidente, ne sono sicuro. Sai che sembra di ricordare che avevano ancora amplifi- Pete non stava fermo un momento. Suonava ac- catori Fender. So che non avevo mai sentito un cordi con movimenti del braccio a mulino a ven- volume così alto in uno spazio così ristretto. Per to, saltava e sollevava la chitarra sopra la testa. Il non parlare della batteria. Sembravano in guerra problema era il palco del locale, fatto con casse tra loro, era meraviglioso. per la birra, assieme al soffitto basso. Non c’era molto spazio. Dopo il primo colpo in alto con la D: I racconti sulle follie di Keith Moon si spreca- paletta, Pete si arrabbiò e cercò di demolire il sof- no… era così fuori di testa già alle origini? Ci sono fitto. Noi eravamo in delirio.

42 43 D: Sei ancora in contatto con i tuoi ex compagni Non solo, la musica inglese e americana arriva- di fare lo scemo e cadere ovunque per far ride- te (con qualche tragedia e alcuni periodi difficili, di avventure? va nelle discoteche con un certo ritardo. Non di- re la gente, deve imparare ad essere un acrobata naturalmente). Ma ho dovuto imparare la base menticare che non c’era internet, né i telefonini, esperto. Ho avuto la fortuna di avere una voce sul campo e ciò ha reso tutto molto più difficile. R: Ahimè, neppure uno. Quando mi sono stabili- né la televisione a colori. Man mano che impara- discreta e ho sempre cantato, nella doccia, in to in Italia, ho perso molti contatti. vo la lingua, mi piaceva sempre di più la musica qualche corale, con la radio (e Shazam). D: Peter, grazie ancora per il tuo tempo e la pa- italiana di ogni genere. La musica sta nell’anima e penso di averla passa- zienza, e soprattutto per aver voluto salire sul tre- D: Qual è la cosa di cui sei più orgoglioso riguar- ta in qualche modo a mia figlia che suona il pia- no dei ricordi con noi. La chiusura è a tuo piacere! do quegli anni? E quale il più grande rimorso? D: Hai continuato a interessarti alla musica in noforte e il sassofono. qualità di musicista anche una volta arrivato in R: È stato un piacere per me tuffarmi in un lon- R: Non penso di poter essere orgoglioso di com’e- Italia? D: Che consiglio daresti al Peter ventenne col sen- tano passato. Come hai potuto vedere, la mia ro in quel periodo. Certamente, avrei dovuto stu- no di poi? gioventù è stata abbastanza normale per il tem- diare di più. All’epoca, facevo quanto basta per R: Conosco i miei limiti. Tutto andava bene per un po e il luogo. Ho, per caso, avuto la fortuna di raggiungere un obiettivo. ragazzo nella società libera del dopoguerra londi- R: Nella nostra società, lo studio è l’unico dovere incrociare brevemente la strada di una band che nese. Qui, non c’erano le condizioni. Ho dovuto che un giovane ha nella vita. Tutto il resto (mu- sarebbe diventata tra le più grandi rock band di D: So che ti sei trasferito in Italia già negli anni lavorare tanto per ricrearmi una nuova vita. sica, sport, viaggi, amore ecc.) è realizzabile ma tutti i tempi. È stato per me un privilegio. ‘70, quindi pochi anni dopo le vicende di cui ab- non si deve mai perdere di vista quell’unico do- Mi viene in mente una nota negativa. È impossi- biamo trattato finora… come sei capitato a Ge- D: Che tipo di lavori hai fatto una volta arrivato in vere, che va fatto bene. Il premio, poi, è di poter bile comunicare con Roger Daltrey. Ho cercato di nova? Italia, e di cosa ti occupi oggi? trovare un lavoro e degli interessi che appagano. farlo quando lui è venuto a Genova, nel 2012. Ho Una buona base rende più facile il realizzarsi in scritto al fan club e all’organizzazione del tour ma R: Dopo un divorzio (mi sono sposato a 19 anni R: Dopo tre anni felici alla scuola d’inglese, uno settori molto diversi tra loro. Nessuno sa cosa ci non ho mai ricevuto un riscontro. Sarebbe stato ma non ha funzionato, nonostante due bei bam- dei miei studenti mi suggerì di fare domanda riserva la vita. molto bello poterlo incontrare di nuovo. Pazien- bini) avevo bisogno di cambiare aria. Una mia presso una società della Finsider. Stavano assu- Io sono stato fortunato e ho potuto ripartire con za. amica era appena tornata a casa, in famiglia, mendo giovani diplomati e laureati per il com- una nuova vita che mi ha soddisfatto pienamen- dopo un periodo di studio a Londra. Mi suggerì mercio estero dell’acciaio. È andata bene e sono di venire a vedere Genova. Mi trovò una sistema- stato assunto nell’agosto 1976, un mese dopo il zione temporanea e arrivai a metà gennaio 1973, mio matrimonio. il mese che la Gran Bretagna entrò a far parte A ventisette anni, è stata una nuova occasio- della CEE (poi EU). ne per ricominciare, con un lavoro totalmente Dico subito che mi sono trovato benissimo a Ge- inatteso e con tutto da imparare. Mi sono but- nova (salvo il fatto che non parlavo una parola tato e ho scoperto che era proprio il settore per d’italiano). Per quasi due mesi ho girovagato per me. Partendo dal basso, ho fatto carriera in varie la città e per la Liguria. Che bei posti ho trovato. A aziende del gruppo e sono andato in pensione marzo, ho avuto un colpo di fortuna e ho comin- con la posizione di responsabile commerciale ciato a insegnare inglese in un’ottima scuola pri- estero del Gruppo ILVA. vata. Non avevo mai insegnato prima ma era, per Oggi, oltre a una piccola attività di insegnamento fortuna, molto facile per me. Ho studiato molto e traduzioni in inglese, mi dedico a funzioni non e ho avuto successo per i seguenti tre anni. Nel retribuite a favore della cittadinanza, in seno al frattempo, mi sono innamorato dell’Italia. Consiglio d’Amministrazione e l’Ufficio di Presi- denza dell’Ospedale Evangelico di Genova. D: Com’è stato trasferirsi in Italia negli anni di È importante tenersi attivi, per non invecchiare piombo, e come questo ha cambiato il tuo modo troppo velocemente. di rapportarti alla musica? D: Se dovessi dare un consiglio a una giovane R: Certo, gli anni di piombo erano pieni di pro- band che inizia a fare musica oggi, cosa ti senti blemi. Il terrorismo era una cosa molto sentita e di poter dire? dovevamo stare attenti. C’erano anche altri pro- blemi, per esempio l’inflazione a oltre il 20%, l’au- R: Prima di tutto, di non fate i nostri errori. Per sterità, la disoccupazione, l’introduzione dell’IVA suonare la musica, anche la più leggera, ci vuole e l’IRPEF ecc. una base che va molto oltre strimpellare qualche La musica italiana era completamente diversa da accordo. tutto ciò che avevo sentito fino a quel momento. Ho ben presente l’esempio di un clown; prima 44 45 musicale e andare a riscoprire qualcuna di quelle band. Oggi vorrei ricordare gli Small Faces, paladini - insieme ai più noti The Who - della musica e della cultura Mod. Ma cosa si intende per musica e cultura Mod? L’ho chiesto un po’ di tempo fa allo scrittore, musicista e Small Faces produttore Tony Face, considerato il papà dei Mods italiani, e la Ricordando la band Mod degli anni ‘60 sua risposta a questa complessa Di Antonio Pellegrini domanda è tuttora quella che più mi convince: “Parliamo di un universo in continua espansione dalla fine degli anni ‘40, quando i primi Mods fecero capolino nei bar di Soho a Londra. Da allora la Cultura Mod è arrivata in Giappone e Australia, Sudafrica a e Indonesia, Russia e Filippine etc etc. Solo in ambito musicale abbraccia il beat e il primo punk, il jazz e il blues, di Londra, fondata nel 1965. Il gruppo era lo ska e il soul e mille altri sottogeneri. È una originariamente formato da Steve Marriott alla Cultura in continuo cambiamento ed evoluzione, voce, Ronnie Lane al basso, Kenney Jones alla che fa principalmente riferimento ad uno stile di batteria e Jimmy Winston alle tastiere. Nel 1966, vita, ad un’attitudine, ad un’estetica particolare. Ian McLagan sostituì Winston. Come già detto, la Per capire il Mod al 100% è necessario esserlo e band è stata uno dei più acclamati ed influenti viverlo 24 ore al giorno. ” gruppi Mod degli anni ‘60, che ha registrato Gli Small Faces sono stati una rock band inglese, hit come “Itchycoo Park”, “Lazy Sunday”, “All or Nothing” e “Tin Soldier”, nonché l’interessante concept album “Ogdens’ Nut Gone Flake”. Successivamente il gruppo si è evoluto come uno dei complessi psichedelici inglesi di maggior successo. Alla fine del 1968 Marriott lasciò la band, ma ci fu tempo ancora per un disco postumo nel ’69. Tra il ’75 e il ’78 gli Small Faces diedero vita ad una reunion, ma l’epoca d’oro era ormai alle spalle. Alla fine del 2020, il batterista Kenney L’Inghilterra degli anni ’60… chiudo gli occhi non si è vissuto, alterano la realtà. Jones - complice il lockdown per la e posso quasi vedere distintamente e toccare È però innegabile che quell’epoca ci ha regalato pandemia da Covid-19 - si è dedicato con mano la consistenza di questa immagine una musica estremamente ricca, vitale e ad una chiacchierata virtuale con i onirica. Sicuramente la mia visione e quella di comunicativa, oltre ad un incredibile numero di suoi fan sui social network. Ne è uscito tanti altri che come me ritengono quell’epoca gruppi di grande qualità. Diversi sono ormai quasi un quadretto interessante per capire straordinaria, è distorta dalla distanza temporale. dimenticati dalle nostre parti. Mi piace, allora, meglio quel fenomeno musicale. Il ricordo, e ancora di più il racconto di ciò che ogni tanto, calarmi nei panni dell’archeologo 46 47 Ci spieghi che cosa si intende per “Mod”? Tutti noi avevamo influenza l’uno sull’altro, Cos’è un Mod? Io sono un Mod! [ride] Un Mod perché in fondo stavamo scoprendo noi stessi. è una persona moderna. I Mods sono i vecchi Abbiamo tutti imparato a suonare i nostri ragazzi, quando erano appena adolescenti, strumenti più o meno nello stesso periodo. e si scoprivano l’un l’altro per la prima volta. Quindi, eravamo tutti eccitati di suonare l’uno Per me è stato un momento molto importante con l’altro. Ma Ronnie, per quanto mi riguarda essere un Mod, perché in fondo sono cresciuto come batterista, ebbe comunque una grande in bianco e nero, nella nebbiosa città di Londra. influenza su di me, perché amo la pianificazione Non si vedeva la mano davanti alla faccia. Non ci dello spazio nella musica e abbiamo lavorato riuscivi proprio! Le vecchie signore sembravano davvero bene insieme, batterista e basso. delle grandi donne che indossavano abiti che erano tutti bianchi e sembravano suore. Quindi Ci racconti il processo di scrittura del vostro disco era un momento molto in bianco e nero per me. capolavoro “Ogdens’ Nut Gone Flake”? Così, quando ho visto un po’ di colore... quando È stato un periodo molto emozionante, perché, ho visto un maglione rosso acceso in un negozio in fondo, Steve e Ronnie scrivevano intorno dove i gemelli Kray compravano le loro cose, alla trama che era stata creata da tutti noi. l’ho comprato. Ho messo da parte un sacco Ricordo di aver dovuto canticchiare la title track di soldi per questo. Sono andato a comprarlo, dell’album perché sapevo suonare la chitarra. l’ho indossato e mi è piaciuto molto. E mi sono Ho canticchiato la title track a Steve e Ronnie e trovato dei Levi’s bianchi e questo è tutto, ero al resto del gruppo, ed è così che siamo arrivati un Mod! [sorride] a “Odgen”. Tutti abbiamo condiviso il lavoro, anche se è stata una mia idea, un mio riff, tutti Quanto il mondo Mod ha ispirato The Small ne abbiamo condiviso la scrittura. Faces? Beh, fondamentalmente eravamo Mods. Lo Qual è il momento che ricordi con maggior eravamo quando stavamo raggiungendo il piacere del periodo negli Small Faces? successo e tutto il resto perché era la nostra Il mio momento preferito quando ero negli influenza in quel momento. Ci siamo influenzati Small Faces è tutto il periodo nel suo complesso, a vicenda. perché siamo stati insieme, solo, per circa quattro anni - abbastanza strano - cinque anni al Che tipo era il vostro cantante Steve Marriott? massimo. Tutti i membri erano fantastici, a dire Steve Marriott era un ragazzo davvero buono ma il vero. Ricordo con piacere soprattutto i tour cattivo allo stesso tempo. Era molto divertente in Europa, in Germania, beh ovunque, Svezia, stare con lui, ma a volte era un po’ imbarazzante, Helsinki, sai, un sacco di posti… perché prendeva sempre per il sedere la gente e faceva impazzire i manager e cose del genere... Un’ultima domanda: vi rendevate conto di quanto quindi sì, molto divertente. fosse importante dal punto di vista musicale e culturale il periodo a metà degli anni Sessanta? Qualcuno dice che sia stato il vostro bassista È stato un periodo molto emozionante. Ronnie Lane a creare lo scenario in cui si è Stavamo tutti vivendo un’avventura, noi quattro sviluppata la band. C’era lui dietro a tutto questo? insieme, quindi non sapevamo cosa sarebbe No, no. Eravamo tutti dietro le quinte perché in successo. Tutto accadeva così velocemente, che fondo c’eravamo dentro tutti insieme. Ronnie semplicemente si seguiva il flusso. Ci rendevamo non ci stava influenzando ad andare in una conto ovviamente di quanto fosse emozionante direzione o nell’altra. Semplicemente, ci siamo per noi e per tutti quelli intorno a noi, ma non andati tutti insieme. sapevamo quale sarebbe stato l’impatto di tutto ciò a distanza di tanti anni. Quindi sì, sono Che tipo di influenza ha avuto Lane sul vostro molto orgoglioso di aver fatto parte degli anni sound? Sessanta. 48 49 ad” Ercolano (indovinate? Batteria). L’IMPERO DELLE OMBRE Mi fa piacere affidare proprio a John, tramite le parole stampate nel booklet del cd (uno stupen- Insomma, che musica c’è in “Racconti Macabri do digipack rigido “a libretto” che lo rende quasi Vol. III”? Intanto, se non fosse già abbastanza un oggetto sacro), la descrizione di questo gene- chiaro, il cantato è in italiano, scelta senz’altro re musicale e, mi viene da affermare, filosofia di coraggiosa negli anni in cui la band mosse i primi “Racconti Macabri vita: passi, al giorno d’oggi leggermente più sdogana- ta (ma non troppo), un elemento che a mio gusto Vol. III” “Ci tengo a precisare che il termine “Cemetery dà alla musica proposta un sapore davvero spe- Rock”, che coniai anni fa durante l’ascolto di certa ciale e aiuta a differenziarla dalla miriade di band musica oscura, concettualmente non ha nulla di che cantano in inglese. morboso e non fa riferimento a tematiche horror La voce di John, evocativa e adattissima alla pro- (2020, Black Widow Records) né simpatizza per il diabolico e la negatività in posta musicale, anche se a tratti leggermente termini filosofici e iconografici, essendo noi libe- sgraziata, è davvero unica nel suo genere, e mi fa ri da qualsivoglia credo; al contrario ha un’acce- sempre pensare a un altro grande artista quale Di Enrico Meloni zione puramente spirituale, personale, intima, è John Mortimer degli immortali Holocaust. un’esperienza vissuta sulla pelle, una sensazione, La musica, dicevamo: i riferimenti al doom più un’atmosfera Sacrale, quel senso di angoscia ed puro sono palesi, come affermato dallo stesso ineluttabile Eternità che trasuda ascoltando il più John nel breve estratto dal libretto del cd. La ve- nobile Dark Sound del passato da noi sempre tri- locità non diventa mai troppo sostenuta, per cui butato, una filosofia che qualcuno nel tempo ha si può a buon diritto affermare, volendo insca- chiamato Magia Viola, Ricerca Esoterica, Cam- tolare questo album de L’Impero delle Ombre in mino Iniziatico e in mille altri modi, riversandola un genere (nel senso, in uno solo), che si tratti di poi in musica… sentimenti che abbiamo ritrovato doom nella sua forma più pura. passeggiando in assorto silenzio nei cimiteri. Come spesso accade, non è però possibile limi- Cosa si può mai scrivere di originale, a diversi oscure e plumbee (nelle parole della stessa band, Musicalmente invece le influenze sono palesi. tarsi a un’operazione di questo genere, utile in mesi dall’uscita, su un album che si è fatto at- “cimiteriali”), potremmo dire da paura, roba che Questa opera in particolare è una metafora del- verità solo a scribacchini e catalogatori. La mu- tendere per quasi dieci anni, pubblicato sul fini- spaventa sul serio, le stesse molto care ad alcu- la Vita (narrata dal mio punto di vista) che parte sica de L’Impero delle Ombre va a toccare anche re dell’anno scorso da una band che possiamo ne delle band a cui dichiaratamente si ispirano dalla Morte, fine ultimo terreno, scandito dalle altri universi, tra cui sicuramente il metal classi- ormai definire leggendaria, e le cui recensioni (Black Sabbath, Paul Chain, Death SS, Jacula e campane e dal Requiem e finisce col pianto del co e il progressive, che sono certamente parenti si sprecano? Ben poco. Ma proverò a parlarvi lo dintorni) e ad altre, contemporanee, come Il Se- nascituro, simbolo della rinascita a nuova Vita… stretti del doom in un certo qual modo. stesso dell’enormità di “Racconti Macabri Vol. gno del Comando, che tra l’altro sono anche loro il cerchio si chiude”. La proposta è al contempo “datata” e fresca: III” de L’Impero delle Ombre. compagni di etichetta. L’Impero delle Ombre, come altre band oggi at- Se poi mi seguirete fino alla fine, ci sarà una sor- L’album in oggetto, dove immagino il “Vol. III” sia tive nel panorama musicale italiano e non solo, presa che mi ha fatto molto sorridere. Ora che il contesto è stato parzialmente descrit- riferito semplicemente al fatto che si tratti del riesce a richiamare sonorità e atmosfere sicura- to, aggiungerò che L’Impero delle Ombre, in qua- terzo album (non esiste un “Racconti Macabri mente familiari e ampiamente esplorate nel cor- Per caso vi viene in mente qualcosa in particolare si trent’anni di attività, ha pubblicato appena tre Vol. I” per intenderci) e, mi viene da pensare, an- so della storia ma la loro musica risulta comun- leggendo il nome della band? Questo vi richiama album, uno più bello dell’altro. Quando si dice che a un non troppo velato tributo a “Vol. 4” dei que estremamente personale e riconoscibile. Il alcune immagini o sonorità in qualche modo fa- qualità e non quantità. maestri assoluti Black Sabbath, si avvale di una che è ancor più notevole se si pensa all’instabili- miliari? Sì? serie di ospiti da urlo quali Steve Sylvester (voce) tà che ha caratterizzato la formazione della band Beh, ci avete azzeccato. L’Impero, in attività dal La musica in oggetto è meravigliosamente de- e Freddy Delirio (synth ed effetti) dei già citati nel corso della sua lunga carriera. lontano 1995, fa parte fin dalla pubblicazione scritta da Giovanni Cardellino aka John Goldfinch, Death SS, Daniele BUD Ancillotti, voce di Strana del primo omonimo album (2004) della scuderia mente del progetto e accompagnato, in varie fasi Officina e Ancillotti, e la bravissima Tatyana Plan- I testi, e per una volta non c’è la scusa dell’inglese Black Widow, etichetta genovese attentissima della carriera della band, da altri componenti ca alla voce. per nascondersi dietro a un “chissà di che par- alle realtà underground più oscure e progressive. della sua famiglia (il fratello Andrea, alla chitar- Tutti contribuiscono in modo sensibile alla riusci- lano?”, in quest’occasione specifica presentano L’Impero, con quel nome “a trittico”, si rifà in ra, presente anche in questo album, e la sorel- ta di un album composto da dieci tracce (intro e una carrellata di… racconti macabri! qualche modo a quella meravigliosa e mitica tra- la Giusy, alla voce nel secondo album… e qui, in outro compresi), album in cui a John Goldfinch Il libretto ci accompagna in questa discesa negli dizione del prog italiano anni ‘70, dove i nomi chiusura, troviamo anche il piccolo Eric), oltre si aggiungono Andrea Cardellino (chitarra solista, inferi dell’animo e della carne, dove sofferenza così composti erano quasi d’obbligo (non li elen- che da una notevole carrellata di musicisti ita- elettrica e acustica), Rob Ursino (chitarre, tastiere psicologica e fisica vanno dolorosamente a brac- cherò dato che li conoscete benissimo e molto liani nel corso della storia della band: la musica e Bodhran), Davide Cristofoli (tastiere principali e cetto. meglio di me), e a sua volta va a scavare in un de L’Impero delle Ombre è definita “Cemetery organo), Vins Ceriotti (basso) e Miky “DrumHe- Le illustrazioni presenti sono tratte da “Orrible immaginario, in un sound e in atmosfere davvero Rock”. 50 51 Murders: Victorian Crime and Passion” di Leo- Per questo mi limiterò a citare alcuni dei temi, Un album che non dovete lasciarvi scappare se John tra le pagine di un libro di ricette per metal- nardo De Vries e, in un agghiacciante bianco e delle atmosfere e dei personaggi di cui si parla avete amato L’Impero delle Ombre nelle sue lari (!!!) a consigliare al mondo la focaccia puglie- nero, ritraggono alcuni modi molto dolorosi e nei testi e/o che hanno ispirato i testi: Pupi Ava- precedenti uscite. Non viene inventato nulla di se. Cose che non si dimenticano facilmente. spiacevoli di salutare il mondo terreno. Sembre- ti e il suo terrificante “La casa dalle finestre che nuovo, va detto, ma l’album è davvero una can- Se la volete preparare anche voi, per un ascolto rebbe più un “best of” di torture medievali, a dir- ridono”; “Horror of Dunwich” del maestro asso- nonata per gli amanti del genere. La lunga attesa di “Racconti Macabri Vol. III” a pancia piena, ecco la tutta. luto H.P. Lovecraft (a proposito, mi dicono che ci viene ampiamente ripagata con un’opera d’arte la ricetta. Queste illustrazioni si accompagnano perfetta- saranno novità a tema Lovecraft, che vedranno di grande valore. mente alle vicende narrate dalla voce evocativa coinvolto proprio L’Impero delle Ombre, tra non e potente di John, e dei vari ospiti, all’interno molto… ); una dedica a Paul Chain, che compare Chiudo con una nota personale: ho scoperto dell’album. anche sotto forma di “sample” con la sua stessa L’Impero delle Ombre nei miei primi mesi a Lon- voce; la frequentazione di alcuni luoghi di Cul- dra, ormai quasi dieci anni fa. Perdersi nei mera- Senza dilungarmi in un tediosissimo track-by- to, tra cui un cimitero, quello di Fxxxxxxm che vigliosi cimiteri inglesi è un piacere per l’animo di track e sperando di non far torto a nessuno né ha tanto ispirato John in fase di composizione; chi ama certe sonorità e atmosfere (magari non essendo mia intenzione sminuire le singole crea- le Streghe e i mitici Black Widow (la band, non al buio!), e avere nelle cuffie la possente musica zioni, preferisco che siate voi a scoprire quali te- l’etichetta!), Giordano Bruno e tutti i pensatori di John e compagni, così “giusta” in quel contesto matiche specifiche vengono trattate in ciascuna Liberi; Steve Sylvester, il Negromante del Rock… maledetto, me li ha fatti amare fin da subito. canzone. Non vi dico che sorpresa, poi, trovare il buon

52 53 ALIAS “The Second Sun”

Di Athos Enrile

che il testo evoca l’angoscia delle traversate nei viaggi della speranza. “Mediterraneo Prog” appare come manifesto e propone la qualità solistica basata, in questo caso, su pianoforte e chitarra classica, ma l’in- termezzo jazzato è un saggio di bravura e libertà espressiva che permette di idealizzare il tema del è un progetto che prende vita a Napoli e Fredy Malfi - batteria ALIAS viaggio - non importa in quali dimensioni - libe- la collocazione geografica appare necessaria per Parto per una volta dalla copertina, perché di for- rando la fantasia e la necessità onirica. inquadrare la tipicità della loro musica, autodefi- te impatto. Con “Around The Universe” si continua a sogna- nita World-Prog, il che porta immediatamente a Realizzata da Raffaele Bocchetti - pittore, scritto- re e ad accorciare le coordinate spaziali e tempo- pensare ad un amore per il mondo sonoro pro- re e poeta -, interpreta in modus psichedelico la rali. Il testo è tratto dalla poesia “Tra i Pianeti” di gressivo che va ad unirsi al DNA mediterraneo: Torre di Tesla, una delle prime torri aeree per la Raffaele Bocchetti. non è un caso che tre dei componenti la band trasmissione senza fili, progettata da Nikola Te- Andamento brillante e leggero, una voce soave Conclude l’album “Samsara”, la descrizione del siano fondatori dell’Orchestra Multietnica Medi- sla, il controverso scienziato serbo vissuto a ca- e swing, un quasi pop da rotazione radiofonica. flusso in divenire, il mutamento, l’illusione e il terranea. vallo tra ‘800 e ‘900 a cui il disco è dedicato. Ma i cambi di umore sono dietro l’angolo… il miraggio, il velo di Maya, ingannatore, che avvol- Ciò che riescono a realizzare in questo album è Un brano in particolare - la title track - ripercorre ritmo dispari, la ripetitività rileyana, l’elemento ge il volto dei mortali e fa loro vedere un mondo incredibilmente coinvolgente e risulta motivante i momenti topici della ricerca e dello studio da classico e un successivo ritorno al punto di par- del quale non può dirsi né che esista, né che non realizzare che in mezzo a tanta mediocrità musi- Tesla - messi spesso in discussione -, le cui con- tenza: una perfetta trasposizione in musica del esista… forse un sogno. cale possano nascere idee così fresche e godibili. clusioni furono considerate a tratti visionarie e concetto di viaggio! Una perfetta fermatura del cerchio che musical- La novità di cui parlo risiede nella sintesi tra l’i- non scientificamente provate. Eppure… senza di “Danza Dei Due Mondi” è traccia completamen- mente viene descritta attraverso un brano stru- stituzionalità del prog e le radici tipicizzanti di un lui, non potremmo alimentare le nostre case di te strumentale che, nell’intento degli autori, mentale condito da variegate vocalizzazioni, un territorio specifico, esperimenti non certo nuovi, energia elettrica! descrive una storia autobiografica e racconta di senso di fine del percorso e la certificazione della ma in questo caso il paradigma che emerge non Sono sette i brani che compongono “The Second un’emigrazione all’incontrario che “dal Brasile, concettualità del progetto. riguarda un episodio singolo od un accenno tra le Sun” spalmati su quarantatré minuti di qualità Asa Branca, incontra le sonorità mediterranee”. Disco superbo e consigliabile ad un pubblico tra- righe, ma tutto l’album è votato alla saldatura di formale e sostanziale. Primi tre minuti condotti dalla “classica” di Guar- sversale, caratterizzato da luoghi sonori inaspet- esperienze formative e amori di una vita, come Si apre con “Red Six” che vede la presenza di un rera su di una base ritmica atipica per l’ambien- tati, da continui cambi di passo, con una totale specificato dalla band: ospite, Max Fuschetto all’oboe, che detta la me- tazione sudamericana a cui fa riferimento. E poi padronanza della materia e chiarezza di idee. “Il progetto nasce da una passione comune per lodia in accoppiata all’esercizio corale della Boc- si sfocia in una gioiosa tarantella che ricorda un Mi spingerei nel dire che siamo di fronte ad una la musica di gruppi come King Crimson, Gentle chetti. episodio noto della PFM. discreta novità in un campo in cui molti dicono Giant, Pink Floyd, Led Zeppelin, Tangerine Dre- Tempi composti e moto di basso che “parla”, “The Second Sun” è dedicato, come già sottoline- si sia già detto quasi tutto, ma il concetto di li- am, fino al minimalismo di Terry Riley, che sfocia- un’iniezione di prog in un giro di blues. ato, alle visioni di Nikola Tesla. bertà assoluta abbinato alla musica progressiva no in composizioni originali nelle quali si amalga- L’approccio di “Pitch Black” fonde ere diverse e, Il tema conduttore è rappresentato da una ballad permette di esplorare strade e oltrepassare limiti mano elementi di musica rock e ritmi del sud del partendo da una base anni ’60, approda ad una dal mood triste in cui Romilda Bocchetti fornisce che non sarebbero concessi dall’ortodossia mu- mondo.” vena elettronica molto più recente, mettendo in uno dei suoi tanti colori espressivi, ma esiste una sicale. Vediamo i componenti della squadra: luce l’ecletticità della vocalist. Ma il cambiamen- sezione cospicua dedicata all’aumento dell’en- “Don’t be a square” suggerirebbe Tarantino, e Romilda Bocchetti - voce, pianoforte e tastiere, to è repentino e conduce nei sentieri del minima- tropia musicale, una rappresentazione efficace certamente questo fantastico ensemble non si darbuka; lismo e della sperimentazione, per poi ritornare del caos, dell’immersione tecnica, della ricerca cura di schemi preconfezionati. Giovanni Guarrera - chitarra classica e cori; nel tratto iniziale. Magnifico! frenetica, tanto materiale per alimentare l’imma- Mi piacerebbe tanto assistere ad una loro perfor- Ezio Felaco - basso; Seguendo le indicazioni della band, sottolineo ginazione e disegnare scenari sconfinati. mance live! 54 55 della NWOBHM ma, a partire dalla successiva quasi “epic”. OCEAN GATES Stormchild, la discesa verso un maelström dalle Gli Ocean Gates hanno affrontato da par loro un tinte sempre più dark diventa la cifra distintiva di ambito musicale affatto facile, e questo per di- questi galiziani che, pur avendo riferimenti “anti- versi motivi tra i quali i più rilevanti sono, in pri- chi” trasmettono energia ed una notevole effer- mis, la storia di questo genere, cronologicamen- vescenza nei suoni e nelle scelte timbriche, risul- te lunga e decisamente “ingombrante”, quanto a “Ocean Gates” tando assolutamente attuali e per nulla datati. riferimenti artistici. On the Way Out e Beyond the Veil sono i bra- Il secondo è, fondamentalmente, il fatto che già ni che connotano in maniera più compiuta l’ap- dalla fine degli anni ’90, soprattutto nell’Europa (Boomland Records, 2020) proccio e lo stile di una band che, pur essendo al del nord, ma anche negli Stati Uniti, esistano del- debutto e dopo soli due anni dalla formazione, le consolidate scene doom che, oltre ad avere di- gioca le sue carte in modo esplicito e senza alcun versi punti di contatto con gli ambiti black, dark timore reverenziale. e stoner-rock, si sono allargate in altri paesi rag- La prima spinge decisamente forte sulle tinte giungendo una certa notorietà. scure, sfiorando certe venature quasi stoner gra- Inserirsi in tale contesto è operazione non sem- Di Andrea Romeo zie anche ai pesanti riff del duo Munoz/Perez, plice, specie provenendo da un’area che non mentre la seconda accentua ulteriormente un possiede, in questo ambito musicale, una tra- approccio soft-doom; qui la vocalist ha, tra l’al- dizione consolidata e nota all’estero. Il debutto tro, la possibilità di esprimere ancora meglio le è sicuramente incoraggiante, le doti tecniche, Per un appassionato di musica, che non sia ne- I riferimenti artistici presenti nella proposta -musi proprie doti, creando atmosfere malinconiche, esecutive ed anche una certa ricercatezza nella cessariamente un addetto ai lavori, collegare la cale di Nuria Otero: vocals, Daniel Munoz: guitar, inquiete, quasi nostalgiche, trasmettendo uno scelta dei suoni fanno sì che Ocean Gates sia un Spagna alla musica rock non è esattamente un’o- Ruben Perez: guitar, Santiago Paz: bass e Jorge senso di spleen baudleriano cui fa da contraltare, ottimo punto di partenza. perazione così automatica per cui, al netto di Moya: drums, vanno da band ormai considerate specie nel finale, la ruvidezza delle chitarre, che Detto questo, ed in proiezione futura, sarà sicu- qualsiasi ovvietà (e ce ne sarebbero davvero mol- classiche, nel mondo dell’hard-rock, e parliamo si prendono la scena. ramente necessario distaccarsi gradualmente da te) riferibile alla tradizione musicale iberica, pro- di Black Sabbath, Blue Oyster Cult o Hawkwind, Chitarre che, tra l’altro, innescano anche Royal questo modello, per andare alla ricerca di solu- babilmente l’unico nome in grado di riemergere ad altre considerate più estreme, quali Celtic Dockyard, un hard-rock-quasi-grunge, il classico zioni ancora più personali e, se possibile, inno- dalla memoria è quello degli Héroes del Silencio, Frost, Cathedral, Witchfinder General, transi- brano che “tira dritto”, costruito per essere suo- vative, così da plasmare in maniera definitiva un band formatasi nella metà degli anni ’80 e che, tando però anche attraverso i territori battuti da nato dal vivo dove probabilmente trova la sua di- proprio suono, con caratteri distintivi molto più dopo essersi fermata nel 1996, si è ripresentata Atomic Rooster, Blue Cheer o Pentagram. mensione ideale. marcati; alcune peculiarità già espresse, permet- undici anni dopo per una reunion che non ha poi Musica derivativa, dunque? Si è no, verrebbe da La conclusiva The Course è un brano anch’esso tono ai cinque galiziani di avere, in questo senso, avuto alcun seguito. dire, perchè le fonti di ispirazione sono certa- molto diretto, pur se non privo di interessanti ri- diverse frecce al proprio arco, ma la vera sfida Il rock spagnolo invece, contrariamente a quanto mente palesi, la lezione di base è chiara ed evi- finiture negli arrangiamenti e che ricorda, specie sarà però quella di tradurle in un approccio dai si possa pensare, è un fenomeno estremamente dente ma, il compito svolto, ha caratteristiche nella struttura ritmica, certe cose dei Judas Priest tratti definitivamente innovativi. vivace anche se, nel contempo, estremamente e specificità interessanti e peculiari, in primis la targati anni ’80, su cui la Otero innesta passaggi “sotterraneo”: lo si può definire ancora, realisti- voce della Otero che, sin dal brano di apertura, camente, un genere prettamente underground The Equinox Warriors, caratterizza in maniera e questo perché non ha mai raggiunto una reale significativa tutto il lavoro, grazie ad un timbro dimensione, diciamo così, mainstream. decisamente particolare, una sorta di incrocio tra Il fatto che una giovane band galiziana tenti di Patti Smith ed Elin Larsson, graffiante e profonda emergere da questo magma ribollente in cui han- nel contempo. no trovato posto dal rock radicale basco al punk- Dal rock anni ’70 si passa rapidamente ad atmo- rock sivigliano fino al rock castigliano, non stupi- sfere decisamente più cupe, grazie alla successi- sce affatto; ciò che invece colpisce è il genere, nel va Snake Circle in cui va sottolineato il bel lavoro quale gli Ocean Gates si sono voluti avventurare delle chitarre, che riportano l’ascoltatore sui ter- sin da questo debutto, dal titolo omonimo. ritori dell’hard-rock venato di doom. Va chiarito che questa band non nasce dal nul- La strada è tracciata e gli Ocean Gates l’hanno la, poichè sono presenti ex-componenti di altri imboccata senza alcun tipo di esitazione o di ri- gruppi, Deadmask, Holywater, Window Pane ed pensamento: l’hard-rock settantiano funge da Ursus: ciò significa, intanto, che esiste un ambito innesco ma, via via che i brani si susseguono, hard-rock con riferimenti alla musica oscura ma, il percorso si indirizza verso brani sempre più soprattutto, che questo movimento è esteso, -ra oscuri: Night Shift è, di fatto, l’ultimo episodio mificato, e si sta ampliando nel tempo. che rimanda direttamente al periodo d’oro 56 57 Formazione QIRSH Lista brani

Andrea Torello-basso, voce “ASPERA TEMPORA 1. Rumors (17’50’’) Daniele Olia-chitarre, tastiere, liuto, voce parte 1” 2. Aer gravis (6’45’’) Leonardo Digilio-tastiere, piano, sinth 3. Quel momento (6’15’’) Marco Fazio-batteria 4. Hurt (2’55’’) (Lizard Records) Michele Torello-chitarre 5. Anansi (3’00’’) Pasquale Aricò-voce, tastiere 6. Oremus (12’20’’) Giulio Mondo-batteria, percussioni Di Luca Nappo

“Don’t fear hard times, the best comes from adolescenza: temi importanti, sostenuti da them” è la frase che troviamo nella retrocopertina un incedere dark e sperimentale che l’ottima del nuovo album dei savonesi Qirsh e che ci preparazione dei sette musicisti liguri conduce introduce al tema di questo concept: le paure con abilità e tecnica. La stessa sensazione dell’uomo. si ha nelle cinque tracce successive, molto eterogenee, ognuna con il compito di descrivere Le paure adolescenziali delle false voci, la paura una particolare paura, che si sovrappongono del vuoto, quelle della solitudine, del dolore o in un viaggio unico ma che nello stesso tempo del giudizio divino... in un’epoca storica come si contraddistinguono in queste atmosfere non quella che stiamo vivendo, “Aspera Tempora” è certo rassicuranti. Brani come ‘Quel Momento’ un lavoro che rispecchia perfettamente le attuali o ‘Hurt’ mostrano idee e una cura dei dettagli atmosfere d’inquietudine e difficoltà ma che che sorprendono all’ascolto così come ‘Anansi’ ci esorta anche a rimanere a galla, provando a (sarebbe perfetto come singolo) o ‘Aer Gravis’ in cogliere il meglio di noi stessi per reagire. cui il ritmo ossessivo di batteria sfocia in un finale Musicalmente questo terzo capitolo della pinkfloydiano mentre la conclusiva ‘Oremus’, che storia dei Qirsh, formatisi a Savona nel 1993, rimanda alla nostra gloriosa stagione progressive espande ulteriormente la ricerca “progressiva” anni ‘70, rappresenta il manifesto dell’album, della band, fotografando perfettamente quello sostenuta dalla vivace sezione ritmica e dai duelli che deve essere il genere in cui hanno diritto tastiere-chitarra decisamente evocativi. di appartenere e cioè fondere suono “classico” I tre anni di gestazione per questo album sono (organo, strings, piano) ed elementi più moderni, stati ben ripagati regalandoci un lavoro di tra post rock ed elettronica, con effetti vocali e spessore, in cui il classico incontra il moderno ma atmosfere che rimandano anche alla gloriosa soprattutto in cui traspare una maturità rispetto stagione new wave italiana dei primi anni ‘80, al pur ottimo precedente ‘Sola Andata’ che lascia perfetta continuazione della decade precedente piacevolmente convinti di avere tra le mani un per stimoli e contaminazioni, al e ai disco di cui sentiremo parlare a lungo. territori psichedelici. La migliore opera dei Qirsh... sperando che L’iniziale ‘Rumors’ è l’esempio ideale di questa l’attesa per un prossimo capitolo non sia troppo disamina con i suoi diciassette minuti sulle voci lunga. “cattive” che condizionano l’infanzia e la prima 58 59 ESTHESIS “The Awakening”

(2020)

Di Luca Paoli

Sono, oramai, uno scarso frequentatore di artisti Sono tante le influenze musicali di Aurélien Gou- e gruppi stranieri. de, fondatore e paroliere della band nonché ta- La musica indipendente italiana di qualità as- stierista e cantante, che con la seconda traccia, sorbe tutto il tempo che ho da dedicare alla mia “No Soul To Sell”, approda ad un pop rock con passione di ascoltatore. inserti ambient, come da lezione Wilsoniana. Ot- Decine di dischi ogni mese riempiono i miei hard timo brano con la chitarra che sprigiona riff ener- il pianoforte (in tutto il lavoro ha un ruolo decisi- disk e gli scaffali con novità discografiche nos- gici su di un tappeto di tastiere elettroniche che vo), con in evidenza la bella voce e un arrangia- Tracking List: trane. Certo, non è tutto oro quel che luccica, ma fanno da ottima base alla voce del leader. mento di ottimo valore. Da ascoltare sicuramen- 1. Downstream (16:31) una buona percentuale attira sempre il mio in- Una chitarra acustica (no ragazzi, non è David te ad occhi chiusi, con la giusta concentrazione. 2. No Soul To Sell (8:33) teresse. Gilmour) introduce la voce per la bella ballata I cambi di tensione poi sono decisivi, così come il 3. High Tide (10:35) Però c’è sempre un’eccezione, una casualità, ci si “Chameleon” in stile (inutile dirlo) floydiano, ma solo di chitarra finale molto lirico. 4. Chameleon (8:06) imbatte in qualcosa che suona familiare, si leg- anche Steven Wilson lascia il suo strascico, per 5. The Awakening (6:26) gono i credits e si scopre la provenienza straniera. otto minuti di puro godimento musicale, dove la Un disco che, con le sue radici fissate negli anni 6. Still Far To Go (9:28) Allora mi chiedo, perchè non scriverne, assodato melodia è sempre al centro e tutto funziona alla ‘70, riesce ad essere attuale e moderno mischian- che comunque il disco mi piace? grande. do abilmente le carte del prog con certo pop di Mi ritrovo allora a digitare parole sulla tastiera Anche lo stile cinematografico fa capolino e “The qualità e con un uso intelligente dell’elettronica. Line up: del mio pc cercando di analizzare e fare delle Awakening”, che titola l’album, ne è un esempio. Saranno contenti tutti gli appassionati, che come Aurélien GOUDE: vocals, keyboards, lap steel considerazioni su un album uscito da poco dei Brano ambient che potrebbe essere benissimo il sottoscritto, cerca nel rock progressivo guitar, bass guitar cugini francesi Esthesis. abbinato a delle immagini. un’attitudine a progredire e andare oltre il già Baptiste DESMARES: lead guitar Non ho molte informazioni riguardo la band, ma Chiude questo bel lavoro “Still Far To Go”, un suo- sentito, cercando di offrire un suono che, comun- Marc ANGUILL: bass guitar scopro che “The Awakening”, questo il titolo del no tenue di piano con una slide in sottofondo fa que, sia al passo coi tempi, ma che non si dimen- Florian RODRIGUES: drums lavoro in esame, segue di un anno l’EP di esordio da tappeto alla voce di Aurélien Goude per un’al- tica mai del glorioso passato. Additional backing vocals on Still Far To Go by (penso) “Raising Hands” ben accolto dalle web tra bella ballad, sempre su livelli compositivi di Mathilde Collet radio e dalla critica specializzata. valore, che si dilatata per oltre nove minuti, con Le sei tracce che compongono l’album sono un cambi di tempo ed umori e che non vorresti finis- tuffo nel passato, sebbene riveduto, corretto ed sero mai. attualizzato. Ho volutamente lasciato per ultimo “High Tide”, Le coordinate presentano il profumo dei Pink la traccia che preferisco, un esempio di come si Floyd più sognanti, e lo si avverte con il brano di compone un brano prog moderno, con l’elettro- apertura, l’ottima “Downstream”, sedici minuti nica - mai invadente - che fa da base al cantato. abbondanti di pura magia floydiana, concepita e Partenza con suoni tenui intervallati da momenti suonata però con piglio moderno. più dinamici dove il protagonista è sicuramente 60 61 tiva. e armoniosi che si ascoltano volentieri e fanno ANANDAMMIDE Infatti, un attento ascolto del disco ci rivela qual- viaggiare con la fantasia. C’è addirittura una bella cosa di più. Il brano che dà il titolo al disco, ad e delicata ballata di stampo rinascimentale (Col- esempio, mi ha ricordato alcune cose degli Ama- lette The Witch), che costituisce uno dei pezzi zing Blondel, ma con echi di Canterbury, mentre più interessanti di questo lavoro un po’ fuori dal “Earthly Paradise” la successiva Lady of the Canyon mi ha riportato tempo e ne è anche la degna conclusione. ai primi due lavori di Alan Sorrenti. Nei pezzi suc- Se mi avessero fatto ascoltare Earthly Paradise cessivi vengono fuori anche sonorità medioevali dicendomi che era uscito alla fine degli anni ‘60 (Porsmork) e riferimenti a Kevin Ayers o al primo ci avrei creduto senza dubbio alcuno. Sonorità disco dei Crimson (Anandi). Ma i riferimenti a cui pulite e senza ammiccamenti di sorta che fanno 2020 Lizard Records ho fatto cenno (ed altri, che chi ama questo ge- di questo lavoro un must per chi ama quel ge- nere non stenterà a cogliere) non fanno mancare nere tanto particolare quanto difficile da definire al disco una propria originalità, che viene fuo- chiamato folk psichedelico. ri brano dopo brano. E si tratta di pezzi freschi Di Evandro Piantelli

Alla fine di novembre 2020 è uscito un disco non sembra spaventare gli Anandammide che ci molto particolare, con sonorità inusuali per ques- propongono un disco largamente acustico, con ti tempi. Si tratta di “Earthly Paradise”, il nuovo ampio utilizzo di flauto, violino e violoncello e lavoro del gruppo Anandammide. dove, quando entrano gli strumenti elettronici, Anandammide è un progetto del musicista italia- essi sono rigorosamente vintage. no, ma residente a Parigi, Michele Moschini, già Abbiamo detto che si tratta di un gruppo con cantante del gruppo di progressive rock Floating carattere internazionale. Infatti, oltre a Michele State (con il quale nel 2003 ha pubblicato “Thir- Moschini (voce, chitarre, tastiere, flauti, - batte teen tolls at noon”, oltre a vantare varie parteci- ria e percussioni), fanno parte della compagine pazioni a tributi a band storiche, quali ad esem- Adrien Legendre (violoncello), Audrey Moreau pio Moody Blues e King Crimson). (flauto traverso), Stella Ramsden (violino), Pascal Michele ha riunito intorno a sé un gruppo di mu- Vernin (basso). Quest’ultimo ha recentemente sicisti internazionali per la realizzazione di que- sostituito uno dei membri della prima ora, il bri- sto disco, che - per vari motivi - ha avuto una ge- tannico Owen Thomas. Si tratta di musicisti dalla stazione piuttosto lunga, iniziata addirittura nel formazione prevalentemente classica, e questo si 2017. sente all’interno del disco. Ma vediamo di scen- La particolarità a cui accennavo all’inizio è dovu- dere più nel dettaglio. ta al fatto che, mentre oggi assistiamo all’uscita Il brano di apertura (Singer of an empty day) è di lavori dove le sonorità metal o elettroniche la l’unico contenente un recitativo. Si tratta di The fanno da padrone, qui si ritorna al folk. Natural- Earthly Paradise di William Morris, un poema mente il termine non va inteso nel senso di mu- epico scritto tra il 1868 ed il 1870, che ha come sica tradizionale, bensì di folk psichedelico, un tema quello dei miti e delle leggende delle civiltà genere che ha avuto un certo successo a cavallo del passato, dall’antica Grecia alla Scandinavia. degli anni ‘60 e ‘70 del secolo scorso, con grup- I brani successivi vengono descritti dagli autori pi quali ad esempio The Incredible String Band come “canzoni folk”, una definizione che se ha il o gli Audience, per poi veder scemare l’interes- pregio di inquadrare il disco in un genere, può se e finire un po’ nel dimenticatoio. Ma questo rischiare di apparire, a mio avviso, un poco ridut- 62 63 Adorf, alla cui colonna sonora, all’epoca, parte- Molto bella la copertina, che rappresenta perfet- LA STANZA ciparono il Maestro Luis Bacalov e il gruppo prog tamente il contenuto del disco. Ed ecco la lista Osanna. Un pezzo strumentale che, dopo un’in- dei brani: troduzione acustica si lancia con le tastiere e le DELLE MASCHERE chitarre per approdare a sonorità vicine a quel- 1) Introduzione (Ritorno dal Passato) le dei romani Calibro 35. Inutile dire che questo 2) L’alchimista Scultore pezzo è risultato il più vicino ai miei gusti musi- cali. 3) La Casa dalle finestre che ridono “La stanza La Stanza Delle Maschere è un disco che non può 4) Il Vecchio teatro lasciare indifferente l’ascoltatore. Alcuni lo han- 5) Sette Note in nero (in memory of Lucio and delle maschere” no definito addirittura disturbante, per la sua ca- Camilla Fulci) pacità di evocare nell’ascoltatore immagini e sen- 6) Presenza (2020, BLACK WIDOW RECORDS) sazioni di paura. È sicuramente un disco che non può piacere a tutti, ma che sappiamo, susciterà 7) Venerificio Lunare l’interesse degli amanti del genere che, lo sap- Di Evandro Piantelli piamo, non sono pochi. 8) Milano Calibro 9 (Medley) (in memory of Fernando Di Leo, Gastone Moschin and Luis Bacalov) 9) Zeder 10) La Stanza delle Maschere

A volte si viene chiamati a recensire un disco ap- Nel brano La casa dalle finestre che ridono (ispi- partenente ad un genere lontano anni luce dal rato al capolavoro di Pupi Avati del 1976), su una proprio background culturale. Come ci si deve base di chitarre elettriche e sintetizzatori si inne- comportare in questi casi? La risposta è semplice sta la voce narrante, che ci racconta gli episodi e complessa allo stesso tempo: ascoltare, se pos- più raccapriccianti del film (la storia del “pittore sibile, con ancora maggiore attenzione il lavoro delle agonie”), accompagnata dai cori gothic/ e cercare di raccontarlo senza pregiudizi. Provia- dark di Tiziana Radis. Quindi non si tratta di can- moci (e a voi giudicare se ci sono riuscito). zoni, ma, piuttosto, di narrazioni musicali tese a La Stanza Delle Maschere è un gruppo italiano suscitare nell’ascoltatore paura a raccapriccio. composto da Domenico Lotito (chitarre, basso Lo stesso leitmotiv si può riscontrare in Il vecchio e synth), Angelo Sposito (narrazione e cori), Ti- teatro, una triste storia di violenza e di fantasmi o ziana Radis (voce e cori), Roby Tav (tastirere ed in L’alchimista scultore, dove la voce recitata rac- effetti) e Roberto Caragnano (batteria). In un bra- conta la storia di un alchimista che effettua espe- no appare come ospite Alexander Scardavian alla rimenti su sé stesso. In Presenza, invece, siamo chitarra. di fronte ad una statua dai poteri soprannaturali Questo lavoro è fortemente ispirato alla lette- che predice la morte, mentre Zeder è ispirata ad ratura e al cinema horror, con particolare riferi- un altro famoso horror di Pupi Avati del 1983. mento per quest’ultimo alla produzione italiana Alcuni brani si differenziano un po’ da questo degli anni ‘70 che, come è noto, ci ha regalato schema. Parliamo innanzi tutto di Sette note in una serie di ottimi prodotti, diventati poi dei cult nero (dal titolo del film di Lucio Fulci del 1977), a livello internazionale. Ma la caratteristica - pe pezzo prevalentemente cantato (devo dire mol- culiare di questo disco sta proprio nella forma to bene) da Tiziana Radis, con la voce recitante di costruzione dei brani, dove narrazione, cori e che questa volta si ritaglia uno spazio ridotto e, musica si amalgamano per realizzare un racconto soprattutto, Milano Calibro 9, un omaggio ad un in musica di forte impatto sull’ascoltatore. film cult del genere poliziottesco italiano degli Un esempio per far comprendere la particolari- anni ‘70 (per la precisione del 1972), diretto da tà della produzione della Stanza delle maschere. Fernando Di Leo con Gastone Moschin e Mario 64 65 nata “vecchia”, anzi, ma riporta a certe ultima canzone del disco, lo chiude in bellezza EDUARDO DE FELICE atmosfere della Napoli di quei tempi. “L’amore anche grazie a una melodia che prende per cos’è” con apertura pastorale di sicuro impatto mano. Si captano sapori agrodolci, ma il gusto con chitarra e violino a spartirsi la scena, ha nel dell’esistenza è questo. Prendere, non lasciare, testo una discreta forza. Eduardo la interpreta anche nelle più piccole percezioni. La seconda “Ordine e disordine” con maestria, anche perché ci lascia col dubbio parte ha nel tempo e nell’uso del flauto traverso finale: ognuno di noi ne darà la propria risposta. un nido di piacere per noi progsters. Però “Viaggia ragazzina” ha ritmica e leggiadria, abbiate ben chiaro un concetto: non esiste solo quasi uno scherzo musicale caro a certi passaggi il Progressive. C’è bella musica anche altrove. alla Max Gazzè. Giustissima la decisione A Napoli abbiamo trovato Eduardo De Felice di ricavarci un singolo. Se ben supportata, che con questo lavoro tenero e valido, solare e potrebbe fare centinaia di passaggi alle radio. maturo, non dovrà mai più pensare a mettere “Nostalgia” ha negli archi il propellente per in naftalina il proprio talento. Perché è quello amplificare il significato del testo, più che mai che ha. centrale nell’economia della traccia. L’andatura Di Andrea Pintelli è strettamente legata al titolo, per cui soave, Hanno partecipato alla realizzazione di “Ordine ma non genera lacrime sparse, ma piuttosto e Disordine”: un invito a riprendersi la vita, bagnarsi nella Eduardo De Felice: voce, cori gioia, sorridere fra i colori. “Qualcosa di più” Claudio “Gnut” Domestico: chitarra acustica, è un dolce e riuscito tentativo di addentrarsi percussioni, cori nella musica leggera. Certo, nulla di nuovo, Gianluca Capurro: chitarra elettrica ma la proposta di Eduardo fa centro, perché si Valerio Mola: contrabbasso Lo scorso 30 ottobre è uscito per la Apogeo l’etichetta Halidon. Nel 2016 incide il singolo pone sopra la media del settore, perché ha una Marco Caligiuri: batteria e percussioni Records il nuovo disco di Eduardo De Felice, “Succede così” e prepara il successivo disco. A visione felice del significato di pop, perché non Luca Caligiuri: basso cantautore felicemente non convenzionale gennaio del 2018 pubblica il singolo “Cosa posso stanca. Molto importante lasciarsi ascoltare Michele Signore: mandolino, mandoloncello, d’oggigiorno, dal titolo “Ordine e Disordine”, farci”, che anticipa l’uscita dell’album “È così” senza dar peso ai secondi che mancano alla fine violino, viola che è composto da dieci tracce con un’anima con l’etichetta Apogeo Records, realizzato in delle canzoni. Lui ci riesce, decisamente. “La Roberto Porzio: pianoforte, wurlitzer, rhodes, intimistica, musicalmente ricco di strumenti collaborazione e con la direzione artistica di Gnut tua vanità” ha un merito: prendersi la rivincita organo, clavinet acustici, aperto alla contaminazione di vari (Claudio Domestico). Da questo disco verranno in modo signorile e soffice nei confronti di… Ciro Riccardi: tromba, susafono, flicorno generi pur mantenendo uno stile personale e successivamente estratti anche i singoli “Al chi? Orbene, applicabile ad ognuno di noi. Francesca Masciandaro: flauto traverso riconoscibile. Un lavoro d’altri tempi, libero dalle momento sbagliato” e “Amore ciao”. Nel 2019 Ne esce un pezzo originale, intelligente, Carlo Di Gennaro: percussioni logiche del mainstream odierno, che si pone si rinnova il sodalizio artistico con Gnut, che lo che fa da megafono ai nostri pensieri. Un Sara Sgueglia: cori come unico obiettivo la musica come piacere porta alla realizzazione di questo nuovo lavoro, messaggio all’apparenza scanzonato che arriva soggettivo. “Ordine e disordine” è, infatti, un anticipato dai singoli “Viaggia ragazzina” (19 dove vuole arrivare, sottilmente. “In fondo disco di matrice pop cantautorale, ma che si giugno), “Il dubbio e la certezza” (23 settembre) al buio” cambia registro e porta l’attenzione diverte a spaziare tra vari generi ponendo la e l’omonimo singolo “Ordine e disordine” (23 ai momenti neri che tutti, prima o poi, musica e le emozioni al centro di tutto, ma altresì ottobre). Eduardo si dice ispirato da musicisti incontriamo e dobbiamo affrontare. Lui li pone riflessivo, nato dal disordine di pensieri sparsi come Lucio Battisti, Lucio Dalla, Pino Daniele, in fondo al buio, per altri sono sopra, per altri accumulati nel tempo e poi riordinati. Niccolò Fabi e Riccardo Sinigallia. di fianco. Ma sostanzialmente è l’interiorità Eduardo De Felice è nato a Napoli nel 1981 e che deve fare i conti con la forza di riprendere cresciuto con i dischi di Lucio Battisti e di altri a camminare. La solitudine fa paura? A volte. artisti degli anni ‘70 -’80. Si avvicina al pianoforte “Il dubbio e la certezza” inizia con un sax jazzato L’importante è non aiutarla con la propria dall’età di 12 anni e inizia la sua carriera musicale che fa da apripista alla pacata ma espressiva testardaggine, poiché anche a chiedere aiuto suonando come tastierista in diversi progetti. voce di Eduardo De Felice. Poi il pezzo prende ci vuole coraggio. “Ordine e disordine” parla Nei primi anni 2000 comincia a scrivere le sue ritmo e dona freschezza, coadiuvato da un di quotidianità, dalla scelta di prendere con prime canzoni, ma dopo una serie di demo testo che non ha nulla di banale, pur nella sua leggerezza gli accadimenti, a dare il giusto e di partecipazioni ad alcuni concorsi, tra i semplicità. Pop d’autore. “Foschia”, arpeggi, peso alle “cose”. Starebbe bene come colonna quali Castrocaro (2006 e 2007) e SanRemoLab rintocchi e carezze, non avrebbe sfigurato in sonora di un film di Paolo Virzì, per soggetto e (semifinalista 2006), si allontana dalle scene un disco degli anni Ottanta del grande Pino, scena. Lui, che ha sempre e solo fatto film belli, musicali fino al 2014, anno in cui conosce Luigi con al suo fianco James Senese a fargli da dovrebbe prenderla in considerazione come Libra che lo sprona a rimettersi in gioco e ne controcanto con la sua inimitabile poesia ai ipotesi: calzerebbe a pennello. “Percezioni”, produce l’EP di esordio, “Viaggio di ritorno” per fiati. Intendiamoci, non che sia una canzone 66 67 hard, che nel prog ha i valori portanti. Il contorno facile scegliere di impegnarsi nella produzione IKITAN resta, e resterà per tutto il lavoro, forte di ambiti di suite strumentali di lunga durata come quella psych che elevano il tutto verso una precisa idea che si articola, senza soluzione di continuità, per di fondo: far parlare le anime e le sensazioni tutto l’arco di “Twenty-Twenty” (superando i di tre persone per mezzo di un’unica entità di venti minuti). Gli IKITAN ci riescono egregiamente “Twenty-Twenty” nome Ikitan. Il riff centrale riporta alla mente dei senza cadere nel rischio di scivolare in soluzioni paesaggi duri e impietosi, al limite dell’invivibile scontate e poco ricercate. Ogni arrangiamento ma che ben si adattano al messaggio dell’opera. procede in maniera efficace senza mai appesantire L’amalgama raggiunta è lampante ma anche ben l’ascolto. Mi sono trovato al cospetto di un’opera orchestrata, la (ragionata) jam che ne consegue visionaria e onirica che non posso che consigliare porta i frutti di un serio impegno nella direzione vivamente a tutti!” (Diego Banchero, bassista de della buona riuscita del progetto. Il terzo capitolo Il Segno del Comando). di questo viaggio è più riflessivo, pur restando Il debutto degli IKITAN “Twenty-Twenty” è di nella dimensione scelta per rappresentare il loro facile ascolto nonostante siamo al cospetto Di Andrea Pintelli mondo sonoro, che ha nell’impatto il suo punto di una canzone strumentale di 20 minuti. di forza. Ci si accorge che la scelta di esordire con L’impressione che mi ha dato è che la canzone un EP sostanzialmente di un’unica traccia porta sia stata elaborata per essere suonata live. Mi il nome di coraggio, ma che se principio di una ha ricordato qualcosa di Tool e Opeth, forse per il percezione comune, di un’ispirazione che lega i fatto che i giri si ripetono più volte. Gli do un bel Si narra che l’anno appena trascorso sia stato di concepire la musica”, dice Luca Nash Nasciuti. tre, di una loro fiducia reciproca, ben presto si 8/10 come giudizio complessivo.” (Marco Basetta terribile. Qualcuno l’ha avvertito quasi da “Suoniamo rock strumentale e le nostre influenze trasforma in una creatura forte e massiccia che Sulas, bassista della band londinese Gramma esterno, chiuso in una bolla psichica, dandone risiedono in generi quali post-rock, post-metal, presto arriverà a creare altre forme sonore: un Vedetta). un poco nobile parere offuscato. Altri l’hanno prog rock, heavy metal, grunge, stoner… l’elenco archetipo di loro stessi. Mi unisco senza ripensamenti ai loro complimenti. affrontato di petto, come gli esordienti Ikitan di potrebbe continuare a lungo. Il fatto di non avere Questo il commento che due importanti I ragazzi hanno stoffa e lo dimostreranno ben Genova, band formata nel 2019 e arrivata al loro un/a cantante ci libera dal classico approccio musicisti danno degli Ikitan: “Non è per nulla presto. Abbracci diffusi. EP d’esordio dall’emblematico titolo “Twenty- intro-strofa-ritornello. IKITAN è l’occasione per Twenty”, uscito il 20.11.2020. Certo, il riferimento sperimentare e mettere in campo una grande all’epocale duemilaventi è lampante, ma i nostri varietà di stili e influenze”, conclude Enrico gli hanno dato anche la connotazione di durata Meloni, batterista. della lunga suite incisa, per cui venti minuti e IKITAN è il Dio del suono delle pietre, per venti secondi. In pratica tre brani racchiusi in un intenderci. “Non appena ho visto quel nome, mi unico scrigno, assolutamente legati fra loro, che sono detto: ‘dobbiamo assolutamente usarlo per ho qui il piacere di commentare per voi lettori del la band”. È una grande fonte di ispirazione, e la nostro (vostro) MAT2020. copertina gli rende giustizia”, dice Luca Nash. Queste le parole d’introduzione all’ascolto L’imponente artwork di “Twenty-Twenty”, nella del disco, direttamente dai componenti del cui copertina si vede una figura iraconda, IKITAN, gruppo: “Abbiamo creato un brano strumentale che erutta dalla terra nell’atto di rompersi delle da 20 minuti, cosa abbastanza insolita per un pietre sopra la testa, è opera di Luca Marcenaro. EP di debutto, dando forma a ciò che veniva creato spontaneamente in sala prove. L’idea di La suite inizia in maniera piuttosto onirica, grazie pubblicare il digipack con il poster è nata dal voler al loop ripetitivo, che assume ben presto il ruolo dare dignità al nostro progetto”, afferma Frik Et, di sottofondo per l’inserimento uno ad uno degli bassista. “L’idea di costruire un brano articolato strumenti protagonisti. Ottima la resa sonora, quel ci è venuta immaginando di poterlo suonare dal che spicca è una rocciosa chitarra che fa la voce vivo e iniziare il nostro concerto dicendo: “questo grossa, ma anche il sussurro della melodia. Musica è il nostro viaggio, seguiteci’”, continua Frik Et. d’alte atmosfere, resa ancor più spiccata grazie “Nessuno di noi propone agli altri idee definitive e alla scelta del non canto. Fusione ammirevole brani completi. Ci lasciamo sempre guidare dalla fra i tre componenti della band, nel secondo musica e dall’improvvisazione. È un modo libero capitolo si vira verso un sound più deciso, a tratti 68 69 in una serie di non-luoghi fatti di spiritualità e MAX MARCHINI intimismo. Mettere a nudo la propria anima non è mai facile, anzi talvolta è pericoloso. Ma se fatto con convinzione dei propri mezzi e naturale eleganza, porta a distinguersi da tutto “Hymns from the harbour” il resto, permettendo al sé superiore di elevarsi a protagonista dell’esistenza. Un mantra. “Mokşa”, con Paola alla voce (è ancora sua la creazione della multitraccai vocale) e Akhilesh Gundecha al pakhawaj come sopra anticipato, è addirittura ancestrale. Ricercata e propositiva, risulta essere una preghiera fatta a musica. Provate ad ascoltarla alcune volte di fila: il risultato sarà il raggiungimento di una rara calma interiore. Di Andrea Pintelli “Northern Heavens” cambia totalmente orizzonte, delineando un viaggio verso nord che ha nei propri paesaggi una miriade di visioni che può produrre, ben oltre i freddi e millenari colori Max Marchini nelle vesti di autore ed esecutore. assolutamente personale attraverso suoni che li compongono. Il romanticismo essenziale che traspare da questi suoni vale il biglietto del Da tempo lo si attendeva. Ed eccovi (eccoci) ovattati ed enigmatici. Piccole pennellate arcaiche Tracklist: accontentati: il 18 dicembre scorso ha finalmente che disegnano l’altra parte. “Fingerprince Of The tragitto fino a queste latitudini. “Prologues”: premio al montaggio per averla collocata nella rilasciato il “suo” disco, dal titolo “Hymns From The Mirrors” è musica distante anni luce dal presente, Dream Sequence seconda metà dell’opera anziché all’inizio. Soffici Harbour”, una raccolta di 15 brani registrati tra il quasi abbandonato per portare a compimento la Fingerprince Of The Mirrors rintocchi fanno da apripista ad un immaginario 2007 e il 2020 in vari momenti della sua carriera. propria interiorità, grazie ad arpeggi e accordi Magic Psalm For A Moth del successivo che è lì ad attenderci. “September Deus ex machina della Dark Companion Records immaginifici. “Magic Psalm For A Moth” èun A Night In June Joy” è davvero a tutti gli effetti un gioco, per e della rinata (grazie a lui) Manticore Records, impenetrabile quadro astrattista, per coloro che Atmen combinazione di suoni, per rappresentazione, quindi produttore di primaria importanza, vogliono avventurarsi nella psicologia applicata Fool Of Fortune per intento. Magari un po’ celato, ma pur dopo avere sostenuto i propri artisti e lavorato all’arte. Quasi sette minuti che accompagnano Hymn to the Harbours sempre un gioco. “Talk Show” è avanguardia alacremente per dare luce ai loro lavori, arriva al nel mai facile mondo di Max Marchini, a suggello Mokṣa all’ennesima potenza. Come se un quadro di primo album solista, da lui interamente suonato. di una libertà d’improvvisazione che è la sua carta Northern Heavens Burri ci investisse in piena notte. Sorpresa o Già, perché Max qui si cimenta con basso, chitarre vincente. In “A Night In June” si sente la brezza Prologues raccapriccio? “Misty Row” è la classica veduta elettriche e acustiche, sintetizzatori, tastiere d’una stagione che non potrà mai arrendersi al September Joy di ciò che potremmo osservare da una finestra sitar, percussioni, mandolino, oltre ad avere tempo, una notte che vorremmo essere infinita Talk Show sul lungo Po nei pressi di Piacenza, ma anche la curato registrazioni e suoni. Si è avvalso della tant’è perfetta e ricca di regali. Primo fra tutti il Misty Row brutale veduta di ciò che non vorremmo vedere partecipazione di Akhilesh Gundecha al pakhawaj profumo dell’aria, che mai come ora vorremmo What’s In That Box, Annie? da una finestra sul nostro io. “What’s In That (percussione indiana) in una traccia e della (ri)pulita e accogliente. “Atmen” esalta la Below The Surface cantante avant-garde e autrice Paola Tagliaferro, notevole multi-vocalità di Paola Tagliaferro Box, Annie?”, è un altro sconquassante pezzo di arte contemporanea, sottoforma di domanda voce in due tracce, e sua collaboratrice fino ad (ideatrice della melodia vocale) ed è sicurezza Max Marchini: bass, acoustic and electric posta ad Annie Barbazza, artista della scuderia alcuni anni fa. e poesia. Attraverso le musiche estatiche qui guitars, analog synthesizers, keyboards, electric Dark Companion e futuro prossimo della musica. Le influenze espressive del Nostro vanno dalla proposte, essa compie voli colmi di leggiadria sitar, percussion, treatments, mandolin, field “Below The Surface” esprime nel titolo tutta la musica classica al folk, dalla sperimentale alla ed è pregna di significati profondi. Davvero recordings, sound projection. concezione che Max Marchini ha del metodo tradizionale indiana, dall’elettronica alla musica un ottimo tandem. Progressivamente il pezzo Paola Tagliaferro: vocal improvisations on Mokṣa figurativo artistico: banalità vietata, andare concettuale tedesca. D’altronde per coprire un acquisisce forza e vigore, pur restando in ambito and multi-layered voices on Atmen. oltre la superficialità, ridiscutere gli aspetti, non lasso temporale così esteso, è naturale che abbia trasognato. “Fool Of Fortune” è interludio di Akhilesh Gundecha : pakhawaj on Mokṣa. fidarsi della prima nota, giungere a compimento cambiato le sue direzioni stilistiche arricchendole constatazione, un rapido susseguirsi di sonorità All compositions by Max Marchini except: attraverso la poetica. Un modo molto acuto per di nuovi scenari e nuove modalità di intendere e tra l’ostile e il magico. Contemplativo. “Hymn To all vocal parts on Atmen and Mokṣa by Paola sfornare (e far sfornare) opere senza tempo che rappresentare la propria musica. The Harbours”, fulcro di questo album, con i suoi Tagliaferro. sono qui per brillare di luce propria. Abbracci Apre il lotto “Dream Sequence”, un caldo omaggio tredici minuti e grazie a vari panorami offerti, Classical Dhrupad rhythmic cycle on Mokṣa by diffusi. alla fertilità onirica, qui proposto in maniera riesce nell’impresa di trasportare le sensazioni Akhilesh Gundecha. 70 71 accadendo queste situazioni, non riducendoci saluta il Principe e lo lascia volare nella sua libertà CELESTE a semplici ascoltatori. Una vita nella Vita. che l’ha sempre contraddistinto. Immenso stile, grandiosità fatta a Musica, nobiltà Questi i musicisti che hanno partecipato alla interpretativa, paradigma di un vissuto attivo e lavorazione: Ciro Perrino: Mellotron, Solina, non atteso ad aspettare. Con l’ultimo movimento Eminent, Elka Rhapsody, Farfisa, Organo “Il principe del “Il Sentiero Ritrovato”, Celeste chiude il cerchio Hammond, Mini Moog, Arp 2600, Arp Odyssey, riallacciandosi al primo movimento di “Principe Pianoforte, Piccole Percussioni, Voce solista. regno perduto” Di Un Giorno“, loro prima opera. Sì, adesso Francesco Bertone: Basso Elettrico. Enzo Cioffi: una lacrima scende. (Il) Ceruleo Sogno” con Batteria. Sergio Caputo: Violino. Marco Moro: apertura a tinte fosche, si dischiude con una Flauti, Flauti a Becco, Sax Tenore, Sax Baritono. chitarra che fa da apripista al dedalo di strumenti Mauro Vero: Chitarre Acustiche, Chitarre che dolcemente si aggiungono a questo vero Elettriche. Ospiti: Marco Canepa: Pianoforte. e proprio sogno ad occhi aperti. Nella scala di Paolo Maffi: Sax Soprano, Sax Alto, Sax Tenore. un’ipotetica bellezza, farebbe storia a sé, grazie Anna Marra: Voce in “Baie Distanti”, “L’Ultimo Di Andrea Pintelli soprattutto a una sezione fiati che sorprende. Viaggio del Principe”, “Tornerai Tramonto”, “Viola, Arancio e Topazio”, traccia di tutt’altra “Viola, Arancio e Topazio”. Edmondo Romano: specie, ha nella malinconia e nel pathos le sue Sax Soprano, Clarinetto, Chalumeau, Duduk, principali sfere contemplative in cui (ri)trovarsi. Low Whistle. Alessandro Serri: Voce in “L’Ultimo Eccovi accontentati, estimatori di Ciro Perrino: inserisce per narrarne il racconto “celestiale”in un Soffusa, articolata, melliflua, ha nel titolo stesso Viaggio del Principe”, Chitarra Elettrica in è appena uscito (dicembre 2020 per chi scrive) ambiente dal clima fascinoso e pacato. “L’Ultimo le stanze cui siamo condotti ad assaggiare un “Tornerai Tramonto”. Ciro Carlo Antonio Perrino: “Il Principe del Regno Perduto”, terzo e ultimo Viaggio del Principe” è il fulcro del disco, coi pezzetto del nostro passato. Ancora una volta Voce recitante in “Tornerai Tramonto”. capitolo della trilogia che i suoi Celeste hanno suoi quasi 25 minuti di durata, ma soprattutto e per l’ultima volta. Il resto è dinnanzi a noi. “Il Tutte le musiche e le liriche, come scritto poc’anzi, dedicato al Principe, che tanto ha glorificato per la pluralità di mondi paralleli che il Principe Passaggio di un Gigante Gentile” ci riporta al sono state da Ciro Perrino. Gli splendidi disegni questo gruppo nel corso degli anni; ovviamente affronta e vive. Musicalmente, secondo chi ritmo, al sangue del nostro sangue, a una visione della copertina ed interni sono ad opera di Larry io lo chiamo così, ma come ben sapete è tutta scrive chiaramente, è uno dei picchi artistici di un incubo che incubo non è. Esiste la nostra Camarda. Le grafiche sono state curate da Fabio farina del sacco di Ciro stesso, autore di tutte le del Prog italiano di sempre, coi suoi infiniti (è il proiezione nella grandezza del mondo, i sussurri Canevello. Le registrazioni sono avvenute fra musiche e i testi. Questo tanto prolifico, quanto caso di dirlo) colori che, pur differenziandosi, a si fanno voce mai tonante ma densa di consigli, settembre e novembre 2020 nello Studio Mazzi geniale artista, nel corso della sua lunga carriera è volte formano un unico amalgama e in altri sono e restiamo in quel giardino chiamato respiro a e sono state curate e seguite da Alessandro riuscito a coprire vari generi, affrontare parecchi protagonisti contemporaneamente. Questa la volte fermato dalla sorpresa, ma che sempre ci Mazzitelli. I missaggi sono opera del Sound ambiti, musicando tantissimi universi in maniera successione dei vari momenti di questo ultimo dà forza. “Tornerai Tramonto” è un pensiero che Designer Marco Canepa. Il mastering è stato esemplare, personale, profonda. Ha dato voce ai viaggio: Lento incedere a piedi nudi nell’erba non è debolezza, ma una quasi invocazione, un effettuato da Stefan Noltemeyer nei suoi studi di suoi sogni, addentrandosi nei meandri della sua - La riscoperta del sentiero - Aviti amati ruderi desiderio che vorrebbe farsi strada in noi. Una Berlino. Ciro vuole ringraziare Claudia Enrico per psiche, ma facendo altresì parlare il suo cuore - Il Sole sulle cime degli alberi - Disteso nella folgorante melodia del sax ci aiuta ad immergerci la pazienza e le visioni, Mauro Moroni, “patron” tramite l’esposizione delle sue sensazioni. Da grande radura - Contemplazione: assorto nei in questo bagno emozionale. Le parole della indiscusso della Mellow Records per la sua me già intervistato in precedenza (vedi MAT2020 disegni delle nuvole - Riposo: visioni del futuro - canzone, poste nella seconda parte del pezzo, ne costante presenza, Massimo Lantero per l’aiuto di giugno 2019), ha sempre portato la luce Turbamento dello spirito inquieto - Le voci degli chiariscono l’intento con la solita carica poetica. ed il sostegno di sempre, tutti gli amici coreani e durante le nostre conversazioni illuminandole antenati – Riflessioni - La Luna sulla cima degli Il recitato di Ciro Carlo Alberto Perrino, figlio di giapponesi che da sempre amano e supportano con intuizioni ad effetto, ma sempre con la solita alberi - Giunto il momento di percorrere il nuovo Ciro, racchiude in sé tutta l’idea di quel che sarà. fattivamente la musica di Celeste, Mr. Katsuhiko gentilezza e quel garbo ch’è ormai rarità nella cammino - Spazio per gli ultimi ricordi - La Ricerca “Nora”, ultimo brano, calmo ma con andamento Hayashi per avergli ispirato il titolo dell’album. nostra schizofrenica società. Queste sue qualità delle anime perdute - Il sentiero ritrovato. La sicuro, ci conduce al traguardo che ora si è fatto Il futuro dei Celeste sarà altrove, vicino o lontano sono riscontrabili nella sua proposta musicale; sezione ritmica è capace di dettare i tempi di persona. Pur nella sua immaginifica essenza, ha non ha importanza, ma senz’altro all’insegna di i suoi lavori fanno riflettere e mettono pace, questi momenti, i fiati si intersecano in un gioco nel flauto il suo portatore di verità, ben circondato una qualità emozionale di indubbia presa e di hanno sempre avuto la prerogativa della finezza di bravura che credo abbia ben pochi eguali, le dal resto del gruppo. I fuochi d’artificio finali siffatta rarità. Abbracci diffusi. e il mai facile compito di agire tramite melodiose tastiere di Ciro Perrino dominano le scene con la sono rappresentati dalla vita che continua, anche armonie. pluralità dei suoni e grazie alla sua inesauribile se ha ormai preso un’altra strada; ma è nella Per avere una copia autografata e con dedica “Baie Distanti” apre il viaggio, un soave e fantasia, le voci sono un coro che ci fa vibrare le novità che dobbiamo trovare soluzione, senza personalizzata occorre scrivere a questo indirizzo: misterioso canto di sirena ci fa captare il corde della nostra interiorità. C’è oggettività pure spaventarci, perché ci sarà sempre e comunque [email protected] paesaggio marino iniziale in cui siamo, la nell’essere resi protagonisti insieme al dorato qualcuno e qualcosa di importante da incontrare https://ciroperrino.bandcamp.com/album/il- leggerezza dei suoni domina la scena, la voce si Principe, poiché riesce a portarci dove stanno e conoscere. Celeste, quindi, con questo disco principe-del-regno-perduto 72 73 avere a che fare con un gruppo davvero maturo. banale. L’idilliaca e bucolica decelerazione non ROZ VITALIS Certamente non un ascolto semplice offre agli ne limita l’effetto, ma ne esalta il successo finale, ascoltatori un quasi saggio di come si possa dove si riprende il cammino verso lo zenit. “What ancor oggi inventare il nuovo, imparando con Are You Thinking About”, simil beatitudine serietà a suonare strumenti musicali senza farli cosmica, ci sottopone il piacere del rimando “Great Expectations Live” suonare a programmi informatici. Considerando all’arte elettronica di kraftwerkiana memoria. che le nostre orecchie capteranno una bomba a Mi piace pensare che proprio questi artisti grappolo pregna di suoni multicolori, nell’arco peschino da una realtà tanto importante, quanto degli oltre dodici minuti di durata del pezzo troppo poco osannata, facendola loro tramite saremo sottoposti a una piacevole, ricca e una personalissima esposizione. “Ascension DISTRIBUZIONE BWR sontuosa tortura d’improvvisazione. Non per Dream” chiude il disco in maniera soffusa e quasi tutti, solo per chi ha voglia di godere. “The Hidden celestiale, identificando i suoni che potrebbe Man Of The Heart” col suo pacato inizio tutto avere il nostro ultimo saluto alla vita terrena. flauto e chitarra acustica, ha il pregio di portare Per alcuni difficile, per altri appagante, per altri Di Andrea Pintelli il riposo nelle nostre menti. Una brezza leggiadra ancora gioiosa, per tutti mai facile, essa resta il che accarezza, tant’è delicata e soffice. “Fret regalo dei regali. Degna chiusura di un concerto Not Thyself Because Of Evildoers” obliqua come che piace nell’identificarsi con la realtà umana e poche, pur se via via i musicisti si inseriscono ponendo le basi per riflessioni che (dovrebbero) progressivamente (è proprio il caso di scriverlo!) potrebbero aiutare nel pensare all’elargire agli essa riesce a mantenersi su livelli di un mistero altri una porzione della propria serenità. Prolifici ed eleganti, i russi Roz Vitalis hanno RIO e symphonic, anche se innesti psichedelici sonoro che non ha parenti in occidente. Per pubblicato nel 2019 un nuovo disco live dal titolo e jazzati rendono il lavoro più fantasioso e cui, sì: viva i russi, meravigliosamente diversi “Great Expectatios Live”, registrato nel maggio maggiormente onirico. Di fatto si collocano a da noi e autentici nel forgiare nuovi percorsi. del 2018 in quel di San Pietroburgo e prodotto fianco di gruppi quali After Crying e Univers Zero, “Springnight City” offre uno spaccato di quanto dalla ArtBeat Music. Grazie alla distribuzione in quel calderone di indubbia presa denominato i Roz Vitalis siano capaci di affrontare mondi Black Widow Records (gloria sempre), abbiamo chamber prog. diversi, attraverso ambientazioni space simili la possibilità di ascoltare e apprezzare questo a null’altro. Quasi un’introduzione a “Jungle lavoro di oggettiva bellezza; tale maggior fruibilità Il concerto si apre con “Premonition” che al Waltz”, che irrompe con liquida risonanza, nel ci permette di vivere appieno quest’esperienza, tempo di una marcia sghemba crea fin da subito loop che porta a compimento. Ci si possono che altrimenti avremmo dovuto affrontare per un’atmosfera densa di aspettative. Introdotta trovare delle ricordanze della musica tradizionale mezzo dei soliti formati digitali, magari tramite da un flauto di ispirazione pastorale, nel breve russa, che aiutano il pezzo a crescere nella l’acquisto dalla loro pagina Bandcamp. volgere di poche battute, le tastiere del leader si propria profondità. Svisate jazz sono accenti che Creato nel 2001 da Ivan Rozmainsky come impossessano della scena, tessendo un’insieme Ivan utilizza per dare risalto al tutto. “Blurred” progetto one-man-band, Roz Vitalis ha di situazioni che fanno poi da tappeto agli ha aperture di chiara matrice sinfonica, con un successivamente inserito e tolto dal proprio svolazzi e ai contrappunti che i due chitarristi ci flauto che sarebbe stato meglio correggere, a organico altri musicisti, fino ad arrivare alla regalano. Come ogni suite che si rispetti, il battito mio avviso, migliorandone la resa complessiva. formazione che in questo lavoro comprende: cambia e vira verso una pacata melodia che fa da “Passing Over”, altro picco di quest’ottimo contraltare alla botta iniziale. “La Gentilezza” è concerto, ha melodia simile alla precedente, ma - Ruslan Kirillov / bass guitar un soave piano solo che Rozmainsky suona con una maggiore articolazione la eleva a grande - Vladislav Korotkikh / flute candore e decisione, senza strascichi emozionali; emozione. Le tastiere melliflue e ammalianti - Leonid Perevalov / bass clarinet piuttosto freddo, forse volutamente, sarebbe rendono evocativa un’entità che ha nell’interiorità - Ivan Rozmainsky / electric piano & synths perfetto come colonna sonora di un qualsiasi tutto il mondo del dopo, quasi fossero sirene per - Vladimir Semenov-Tyan-Shansky / electric and film espressionista. “Bait Of Sucess” è una anime perse. Il ritorno alla dimensione iniziale acoustic guitars filastrocca ben congeniata, vestita da canzone, è vero quanto il ricominciare a vivere. Perché si - Evgeny Trefilov / drums, mixing, and mastering ma comunque tale musica è ornamento di un può. E si deve. “Thou Shalt Tread Upon The Lion intento. Avente al centro il sempre leader più che And Adder”, terzo e ultimo picco, ha nel ritmo la I riferimenti ai grandi del passato si denotano mai protagonista, ha nei tempi dispari la propria sua forza, la sua carta vincente. Gli incroci delle (King Crimson e Gentle Giant su tutti), ma i nostri forza. “Annihilator Of Moral Hazzard”, uno dei melodie parallele ci portano a un altro livello, sono fautori di un originalissimo mix di sonorità tre picchi di quest’album, ritrae la sensazione di la ripetitività aiuta il risultato senza renderlo 74 75 La Digital Art Di Cristina Mantisi

È da tanto che voglio far dialogare la mia digital artwork con la prog music. Non è stato facile associare alcune mie immagini al prog rock, ma ci ho voluto provare... Non so se l’esito sarà felice, ho studiato molto, devo ammetterlo, e adesso propongo il risultato. Questa volta non scriverò un testo, ma lascerò parlare le immagini e le parole estrapolate dai brani abbinate insieme. Non pensavo di trovare così tanta poesia...

76 77 78 79 80 81 82 83 RUBRICHE MAT2020 New Millennium Prog Fruteria Toni il Progressive del terzo millennio Giunti al terzo disco i Fruteria Toni, formatisi nella città portuale di Malaga nel 2007, proseguono con a cura di MAURO SELIS la realizzazione di chicche sonore di ottimo livello. [email protected] La band andalusa ha rilasciato il 10 febbraio (su Bandcamp il 25 marzo) “ El porvenir està en las huevas» ( in italiano il futuro è nelle uova) un la- voro autoprodotto di sei tracce per una quaran- tina di minuti di godimento sonoro che spazia brillantemente tra progressive sinfonico, jazz/ Speciale Classifiche fusion, blues, funk e sprizzate di musica classica. Da segnalare la prima traccia dell›album dal tito- lo « Agonia and koyukuk» che narra le grottesche Il 2020 rimarrà nella storia per altri ben più gravi motivi ma anche quest’anno avventure e le peripezie di un salmone selvaggio abbiamo potuto ascoltare ottima musica progressiva. Tra tutto quello che ho del Pacifico dal colore argentato. potuto fruire eccovi, in rigoroso ordine alfabetico, le mie personalissime ed opi- nabilissime top five internazionale ed italiana. Line up: Salva Marina (tastiere, piano, voce e cori). Curro García (basso e cori) Jesús Sánchez (clarinetto e sax). Víctor Rodríguez (violino) e Adrián Jiménez (bat- teria). Hanno collaborato: Lorena Alcaraz (flau- to traverso), Eva Montiel (voce lirica e «grande INTERNAZIONALE urlo»), Camillo Botta (clarinetto basso). Link utile: BANDCAMP Ring Van Mobius Ring Van Mobius, trio dell’isola di Karmoy all’e- El porvenir està en las huevas stremità occidentale della Norvegia, è giunto al secondo disco il 30 ottobre con “The 3rd maje- sty”. Il nuovo lavoro, quattro tracce per oltre 47 Fren minuti di musica, riecheggia chiaramente sonori- Esordio al fulmicotone per i Fren, band polacca tà vintage dei seventies, in particolare le tastiere di Cracovia, fondata nel 2017 e giunti quest’anno di Thor Erik Helgesen fanno rimembrare il com- il 6 marzo alla pubblicazione del loro primo full lenght autoprodotto dal titolo “Where do you pianto di Keith Emerson, ma il valore della propo- want ghosts to reside”. Sei tracce per tre quarti sta, - seppur nostalgica - che ci trasporta su gri- d’ora di tappeto sonoro poliedrico e suadente, glie conoscitive e consolidate, merita attenzione meramente strumentale, che ci conduce su non solo da parte dei vecchi melomani progressi- lidi sinfonici con aperture space, sensazioni vi come il sottoscritto. canterburiane e possenti afflati jazzistici con la capacità tecnica degli strumentisti sempre in Line up: Thor Erik Helgesen: Hammond L100, significativa evidenza. Fender Rhodes, Clavinet D6,Moog, campane tu- bolari, theremin, voce. Havard Rasmussen: bas- Line up: Oskar Cenkier: piano, organo, mellotron, sintetizzatore. Oleksii Fedoriv: batteria. Andrew so. Dag Olav Husas: batteria, timpani, percussio- Shamanov: basso, sintetizzatore. Michal Chalota. ni. chitarra.

Link utili: YOUTUBE Link utile: BANDCAMP The 3rd majesty Where do you want ghosts to reside 84 85 RUBRICHE MAT2020 King Gizzard & The Lizard Wizard Zopp Gli eclettici King Gizzard & The Lizard Wizard si Gli Zopp, progetto del pluripremiato compo- sono formati nel 2010 a Melbourne grazie a sette sitore per film e documentari nonché ottimo ragazzi, ambiziosi e formidabili polistrumentisti. polistrumentista Ryan Stevenson, hanno rila- Il combo, uno dei più prolifici- al mondo- del sciato l›omonimo disco d›esordio il 10 aprile di decennio, nel 2020 oltre a tre live in digitale (i quest›anno per l›etichetta indipendente ingle- cui proventi sono stati donati totalmente peri se Bad Elephant Music e in download digitale. soccorsi ai devastanti incendi australiani) hanno L›album, nove brani per tre quarti d›ora di mu- pubblicato il doppio vinile dal vivo Chunky sica, è altamente influenzato da sonorità canter- Shrapnel uscito il 24 aprile e il sedicesimo album buriane, un genere che il musicista di Notting- in studio «KG» - sottotitolato Explorations into ham fin da ragazzino ha imparato ad apprezzare microtonal tuning volume 2 - rilasciato il 20 grazie ai gusti paterni e all›incontro con dischi novembre per l›etichetta australiana Flightless fondamentali quali quelli degli Hatfield and the Records. Il disco che è poi il sequel sonoro North e degli Egg. Il tappeto sonoro orientato dell›album Flying microtonal banana del 2017, verso apprezzabili sfumature jazzy con aspetti consta di dieci tracce per 41,52 di musica ed è melodici sopraffini rendono questo lavoro - go- caratterizzato dalla consueta eterogeneità di dibile fin dal primo ascolto - molto ben suonato generi dal garage psichedelico all’acid rock, dal e prodotto. progressive alla surf music, passando per ballads Stevenson nel disco si è cimentato con tastiere, melodiche simil folk. Interessante la seconda Mellotron M4000D, organo Hammond, sintetiz- traccia «Automation» cantata e composta da Stu zatore analogico Arturia, organo Korg CX-3, pia- Mackenzie-che è anche il produttore del lavoro- il noforte, Hohner Pianet T, basso, chitarre elet- cui testo tratta del complicato rapporto tra esseri triche, synth Nord Electro, voce, sound design, umani e intelligenza artificiale. rumori, registrazioni sul campo, percussioni. Con lui hanno collaborato Andrea Moneta (Levia- Line up: than): batteria, percussioni. Andy Tillison (The Stu Mackenzie: voce, chitarra, basso, Tangent): tastiere e coproduzione. Caroline Joy percussioni, tastiere, flauto, sintetizzatore, Clarke: voce. Theo Travis: flauto. Mike Benson: sitar, clavinet, xilofono, violino, vibrafono, fiati, sassofono tenore. mellotron, clarinetto, organo. Ambrose Kenny-Smith: voce, armonica, tastiere, sintetizzatore, percussioni. Joey Walker: chitarra, basso, voce, juno, baglama, percussioni sintetizzatore, elektron digitakt. Cook Craig: chitarra, basso, pianoforte, sitar, percussioni, clarinetto, flauto, sintetizzatore, tastiere. Lucas Harwood: basso, percussioni. Michael Cavanagh: batteria, percussioni.

Link utile: BANDCAMP Link utile: BANDCAMP KG Zopp 86 87 ITALIANA premio Nobel per la letteratura nel 1948. Line up: Francesca Zanetta: chitarre, tastiere ad- Annie Barbazza dizionali. Niccolò Gallani (Cellar Noise): tastiere, Annie Barbazza classe 1993, artista di grande flauto, voce. Roberto “Berna” Bernasconi: voce, talento già apprezzata - ampiamente - dal mai basso. Alessio Del Ben: batteria, tastiere addizio- dimenticato Greg Lake, esordisce come solista il nali, voce. Ospiti: Claudio Falcone: voce. Claudia 29 febbraio con «Vive» rilasciato dalla label Dark Mangano: cori. Giulia Zanardo: flauto. Companion. Il disco della polistrumentista/cantante/compo- sitrice lombarda nelle sue tredici tracce è una sublime ode alla bellezza, un lavoro intimista, es- senziale, ardito, innovativo ove Annie con la sua magnifica vocalità ci eleva psiche e cuore su vet- te di godimento fruitivo. La Barbazza firma dieci brani dell’album, gli altri tre sono ad appannaggio Link utile: BANDCAMP del britannico Paul “psyco” Roland (Wrote myself a letter) e due del bassista gallese John Greaves Il velo dei riflessi (From too much love of living e How beatiful you are). Witchwood La band di Faenza pubblica il terzo album a quat- Link utile: BANDCAMP tro anni di distanza dal precedente e colpisce Vive totalmente nel segno con una combinazione so- nora intrisa di heavy rock progressivo d’eccelsa qualità. L’album “ Before the winter” rilasciato il Quel che disse il tuono 20 novembre in cd e doppio vinile per la Jolly Ro- ger Records di Antonio Keller consta di nove trac- Quel che disse il tuono è un progetto che pren- ce per il cd e dieci per il vinile che ha come chicca de forma nel gennaio 2019 grazie alla chitarrista finale -bonus track-la cover Child Star dei T.Rex. e cofondatrice degli Unreal City, la talentuosa/ La vigoria strumentale e interpretativa sono mar- fascinosa Francesca Zanetta con l’intento, assie- chi di fabbrica per il combo romagnolo che ci fa me agli altri amici musicisti (vedi line up), di la- immergere in un album denso di suggestioni se- sciare nuove e significative impronte sonore nel venties con quell’hard rock venato di prog con mondo progressivo del terzo millennio. Il disco sprizzatine folkeggianti, splendide le incursioni d’esordio “Il velo dei riflessi”, rilasciato il 20 mar- zo 2020 per AMS Records, sei tracce per quasi flautistiche. cinquanta minuti di musica che inizia e termina con l’evocativo rumore del tuono, è un concept Line up: Riccardo “Ricky” Dal Pane: voce, chitar- album in cui Hammond, Mellotron e gli altri stru- ra, mandolino, percussioni. Andrea “Andy” Palli: menti ci guidano in un viaggio profondo alla ri- batteria, percussioni. Stefano “Steve” Olivi: Ham- cerca di noi stessi. Solennità compositiva/esecu- mond, piano, synth, Mellotron, Fender Rhodes. tiva e reminiscenze seventies, il tutto riportato in Luca Celotti: basso. Samuele “Sam” Tesori: flau- chiave moderna e freschissima per un prodotto to, armonica. Antonio “Woody” Stella: chitarre e significativo tra vellutate hard progressive e parti cori. Ospiti: Diego Banchero: basso fretless. Na- sinfoniche preponderanti. Il nome della band e tascia Placci: soprano. Jennifer Vargas: voce soul Il full lenght sono un omaggio all’opera del 1922 e cori. “ The Waste Land (La terra desolata) “ del dram- maturgo/poeta statunitense ma naturalizzato Link utile: BANDCAMP inglese T.S. (Thomas Stearns) Eliot (1888-1965), Before the winter 88 89 LogoS Monjoie Ottima quarta prova per i veronesi LogoS che il 1° I liguri Monjoie (pronuncia Monjwà , grido di Luglio hanno rilasciato per la label concittadina battaglia dei cavalieri franchi) anche nel 2020 Andromeda Relix «Sadako e le mille gru di continuano a percorrere le strade degli illustri carta». Sei tracce per un ora abbondante di musica lirici del romanticismo inglese e così dopo due in cui il combo veneto si esprime al massimo anni dall’ottimo “And in thy heart inurn me» livello con un concept album sul tema della guerra il 30 Giugno, sempre per la dinamica label e del continuo potenziamento bellico. Il disco trevigiana Lizard Records di Loris Furlan, hanno è dedicato alla memoria di Sadako Sasaki, una dato alle stampe «Love sells poor bliss for proud bambina sopravvissuta all›atomica di Hiroshima despair” il cui titolo in italiano è: «L’amore vende e ammalatasi di leucemia 9 anni dopo a causa misero piacere per orgogliosa disperazione”, un delle radiazioni e morta dopo aver realizzato in verso estratto dal componimento “The flower ospedale 644 gru di carta con degli origami con that smiles to-day” (Il fiore che sorride oggi) l›obiettivo di arrivare a 1000 e vedere il proprio di Shelley. Il combo ponentino ispirato dalla desiderio più grande esaudito come recita una poetica - dandone lustro- di John Keats, Percy antica leggenda giapponese. A livello sonoro Bysshe Shelley e George Gordon Noel Byron le partiture si orientano verso il prog sinfonico nei cinquantacinque minuti del disco ci guida in con uso massiccio- ma mai invadente- delle undici capitoli di folgorante bellezza, sia testuale, tastiere con Zerman e Antolini che si integrano sia interpretativa (Alessandro Brocchi-il Brendan benissimo, struggenti le parti melodiche eun Perry italiano- è uno dei miei vocalist preferiti plauso alla genovese Elisa Montaldo (affermata di questa porzione di vita), sia strumentale che tastierista de Il tempio delle clessidre) per la si sviluppa su tappeto sonoro eterogeneo tra sua performance vocale nella quarta traccia folk, musica etnica, sprizzatine jazzy, espansioni «Il sarto». Consigliatissima la suite conclusiva progressive e tocchi wave darkeggianti. Da «Sadako e le mille gru di carta» il cui testo recita: sottolineare la settima traccia To Night dal « Sadako che guarda volando leggera appesa alle componimento “Alla notte” di Shelley: “... la mille gru di carta, storie di guerra natura nefasta morte verrà quando sarai morta presto, troppo migliaia di anni da prima di Sparta...» presto. Il sonno verrà quando sarai fuggita. Molto ricco anche l›artwork con, tra l›altro, le A nessuno dei due chiederei la grazia. A te la immagini delle opere di Marica Fasoli, artista di chiedo, o notte adorata, veloce sia il tuo volo Bussolengo. verso di me, vieni presto”.

Line up: Luca Zerman: voce, hammond, synth. Line up: Alessandro Brocchi: voce, chitarra Fabio Gaspari: voce, basso, chitarra, mandolino. classica ed elettrica, tastiere, tampura. Valter Claudio Antolini: pianoforte, synth. Alessandro Rosa: chitarre acustiche ed elettriche, bouzuki. Perbellini: batteria. Musicisti ospiti: Elisa Davide Baglietto: flauti, tastiere, musette del Montaldo: voce. Massimo Maoli: chitarra. Berry. Alessandro Mazzitelli: basso, tastiere, Simone Chiampan: batteria. Federico Zoccatelli: programmazione, percussioni. Leonardo sassofono. saracino: batteria e percussioni. Edmondo Romano: sassofoni e clarinetti. Fabio Biale: violino. Matteo Dorigo: ghironda. Alessandro Luci: basso fretless. Lorenzo Baglietto: musette del Berry. Simona Fasano: voce recitante.

Link utile: BANDCAMP Link utile: BANDCAMP Sadako e le mille gru di carta Love sells poor bliss for proud despair 90 91 RUBRICHE MAT2020 (in inglese skin picking o excoration disorder) è Angelica una problematica in cui le persone si pizzicano Brano guida: Angelica Matta di Alessio Lega o si graffiano la pelle - in modo continuo- (https://youtu.be/05oeBUuxrbU ) lesionandola. Tanti anni a cercare di farla finita/E invece poi Angelica oltre a pizzicarsi la pelle “sana”, creando a me tu mi salvi la vita/Angelica matta, nottata Psycomusicology vistosi danni cutanei, si tormentava le unghie infinita/Di tanto cercare di notte il dolore/La a cura di MAURO SELIS mordendole (onicofagia) fino al sanguinamento, notte è passata e galleggia sul mare/Angelica interessandosi anche a calli, brufoli e crosticine. matta, un fottuto chiarore/Dal fondo del treno In questo disturbo i metodi e le zone interessate [email protected] qualcosa ha sorriso/Nascosto negli occhi, perduto variano da un soggetto a un altro. Alcuni nel viso/Angelica matta, che lampo improvviso/ pazienti possono presentare molte ulcere e zone Di luce imprevista che sorge dal niente/Di niente cicatrizzate in varie parti del proprio corpo. Il Tra gli anfratti della mente: addensata, però intraprendente/Angelica matta, soggetto può cambiare, nel tempo, le zone da che bacio imprudente/Tuo cugino, Leopardi, t’ha escoriare. messo due spine/Di ossa e dolore, due unghie alla La dermatillomania può divenire un vero e proprio stanze di pazzia quotidiana schiena/Angelica matta, che quando si china/In rituale, la persona si può mettere in cerca di una (quarta parte) quel naufragare che è dolce davvero/Angelica particolare tipo di crosta da rimuovere attraverso matta che in ogni pensiero si veste di nero/ l’uso delle dita o di un utensile come una pinzetta Ciascun paziente ha un “brano guida” su cui è stata costruita una storia clinica plausibile seppur Tanti anni da vivere, non te li senti/In bocca un o un ago. Una volta rimossa la crosta può totalmente di fantasia. sorriso, ti stringi tra i denti/Angelica matta, non decidere anche di ingerirla, in casi più rari alcuni Ogni riferimento ai brani musicali è puramente deliberato, questo per ampliare e romanzare la vita fa complimenti/Si beve il suo calice d’anice puro/ pazienti pizzicano la pelle di altre persone vicine. dei protagonisti delle canzoni. Si sveste dal nero, si copre di scuro/Si offre nel I sintomi generalmente sono di intensità variabile vuoto di questo futuro/Angelica matta, io ti porto ma possono protrarsi anche per tutta la vita. Stanza n. 7 tutto/Il mondo di un povero diavolo in quattro/ La ragazza compiva tutto questo con lo scopo Mi vedi annaspare in un sogno di lutto/Mi vedi di gratificarsi, diminuendo la tensione e l’ansia “Le persone spesso diffondono l’idea che coloro che soffrono di malattia mentale stiano soffrendo. affogare e ti butti di sopra/Sei un angelo dentro che penetrava nella sua psiche come una Penso che la pazzia possa essere una via di fuga. Se le cose non si mettono così bene, potresti ad un film di Frank Capra/Angelica matta, il tuo lancia tagliente. Lo faceva di nascosto, vivendo voler immaginare qualcosa di migliore.” (John Nash) nome ti scopre/Per quello che sei, per quanto la sentimenti di imbarazzo, cercando di ridurre il morte/Stringendo i tuoi denti, battendo le porte/ danno cutaneo con indumenti o truccandosi Però su di me, dai, non stringerli forte/Abbiamo vistosamente. Appariva angosciata per la sua rinchiuso lei fuori e noi dentro/Porto Recanati, perdita di controllo cercando ripetutamente di stasera s’è spento e si fotta il tormento/Angelica smettere di pizzicarsi. matta, un’ombra per caso/Ti passa negli occhi, la Per il trattamento di questo disturbo oltre a soffi dal naso/Ti stendi e non dormi perché non quello farmacologico con gli inibitori selettivi hai peso/Ed io che ti schiaccio e tu che mi accogli/ della ricaptazione della serotonina (una classe Unendo le nostre canzoni, i miei fogli/Le vecchie di farmaci che rientrano nell’ambito degli ferite con i nuovi tagli/Uniamoci e poi ritorniamo antidepressivi) è particolarmente indicata la a scappare/Tu dentro te stessa, io in giro a terapia cognitivo-comportamentale atta a cantare/Fuggendo da anni lo stesso dolore. invertire la convinzione incentrata specificamente Angelica è una piacente giovane donna che che l’escoriazione sia l’unico mezzo per inibire i nella vita ha dovuto soffrire fin dall’infanzia. sintomi di acuta tensione interiore. Rimasta orfana di madre a sette anni, padre di Angelica trovò l’amore in Ivan, un cantante/ fatto assente, cresciuta dai nonni con un affetto musicista intervenuto per allietare l’atmosfera distaccato che le ha provocato ferite indelebili. di reparto in una festa di Capodanno. Questa fu L’anoressia adolescenziale, i primi ricoveri per la sua terapia efficace compensativa e gli episodi atti di autolesionismo: piccoli tagli agli arti di autolesionismo pian piano si diradarono superiori. Verso i 20 anni Angelica sviluppa il equilibrandosi in un rapporto ove anche Ivan, disturbo ossessivo-compulsivo gravissimo della anche lui reduce da una infanzia sfortunata, ne dermatillomania. trasse benefici. La dermatillomania o disturbo da escoriazione 92 93 RUBRICHE MAT2020 Stanza n. 8 Arrivó con i capelli blu/ con due nodi al Come mai, Maria Paola, annullata, posto delle mani/l’espressione rattrappita chiusa, allontanata?/E mi rivedo anch’io, dalla realtá scucita e con gli occhi stralunati/ “La schizofrenia non può essere capita senza capire la disperazione” (Ronald David Laing) con le cinghie nei pensieri,/con la gente addosso, Maria Paola, una scheda in clinica/ inchiodata,/con la carne a brandelli/per liberarmi, E parlava con l’aria, rincorreva I colori, era nata per liberarmi, per liberarmi/“Buona sera, scusi/ una donna esclusa. cerco Maria Paola/sa quella ragazza dell’anno scorso con I capelli blu?”/La rivedo, sul letto Purtroppo, l’isolamento della paziente non rilasciata,/con le mani senza presa/coi capelli senza migliorò e si complicò attraverso un ritiro dalla blu/con la mente spappolata dagli elettro shock/ vita reale sempre più consistente con l’acuirsi di Mi hanno detto: “È ancora in cura”/Almeno prima idee deliranti. parlava con l’aria/rincorreva I colori/ Maria Paola…

Maria Paola alla realtà ordinaria, a livello psicodinamico una marcata tendenza verso un ripiegamento su sé brano guida: Maria Paola di Gianna Nannini stessi con segni riferibili allo spettro autistico. (https://youtu.be/K_TYkFEtozM ) Da adolescente, con la compromissione del rendimento scolastico, questi tratti di chiusura Maria Paola, giovane paziente psicotica di si rafforzarono sempre più, lasciando spazio a famiglia agiata, con una vivida immaginazione veri e propri dialoghi con persone sconosciute fin da piccola. Viene riferito dai genitori che immaginarie, percezioni di pensieri non verbali, lei, figlia unica, desiderasse andare presto a visioni, sapori, profumi e sensazioni tattili che letto perché la rendeva felice ed emotivamente non erano reali. Le ripercussioni di stranezze appagata entrare in un mondo di storie oniriche sempre più significative e l’insorgenza di un attraverso i sogni. Seguita fin dalle elementari delirio di udire voci insistenti nella testa e da uno psicologo, giacchè ha sempre evitato di acoasmi (allucinazione uditiva caratterizzata avere una vita sociale o relazioni reali, per lei dalla falsa percezione di suoni indefiniti come era sufficiente fantasticare e scoprire di avere ronzii, campanelli) portarono ad un ricovero di in un mondo illusorio un amico ancor più un Maria Paola dapprima in psichiatria e poi in una fidanzatino. Di fatto la sua vita immaginaria ha clinica per le malattie mentali. avuto una netta prevalenza sull’adattamento 94 95 controfiocchi, attento a sviluppare un filone che Questo fa sì che Mechelwind, nell’elaborazione racchiudesse in sé elementi del Blues elettrico, originaria, fosse qualcosa di molto diverso e più R’n’B e hard rock. Inizialmente il complesso si complesso: il mellotron in trame blues (parte 1), chiamerà Name, avrà pure un cantante di ruolo passaggi ostinati (ascoltate il riff della parte 2 e GIOIELLI NASCOSTI e avvicenderà in line-up diversi bassisti e batte- ditemi se non ricordano il Museo Rosenbach), a cura di RICCARDO STORTI risti. Diventati Aera, i ragazzi girano in lungo e in rumorismo ed episodi psichedelici (parte 3), vir- largo la Germania, ma la svolta avviene quando tuosismo pianistico di estrazione be-bop e- chi Groh e Robinson adocchiano un giovane sasso- tarrismo zappiano (parte 4) e momenti floydia- [email protected] fonista - originario di Norimberga - dalle notevoli ni (parte 5). Mellotron, moog e organo fanno la capacità tecniche, ma che dalla prima infanzia differenza insieme al sax in un caleidoscopio irri- Madre Natura ha costretto sulla sedia a rotelle petibile; in realtà c’è anche la versione SWF, più a causa della poliomelite. Costui si chiama Klaus ridotta (10’45”), ma che, nel gioco degli impasti Kreuzeder e sarà colui che porterà fino al termine timbrici (direi quasi “orchestrali”), ricorda molto l’esperienza degli Aera, divenendone - di fatto - determinate pagine dello Zappa fase “Mothers of l’elemento cardine. E fu una svolta perché, pro- Invention”, anche per l’inserimento di metriche prio il talento improvvisativo di Kreuzeder, unito zoppicanti (alternanza 5/4 e 6/4) e di un efficace all’ecclettismo tastieristico di Robinson e alla vis dialogo tra organo Hammond e flauto traverso. chitarristica di Groh, trasformerà di fatto gli Aera Sempre in questa session, troviamo Hodibell, che in un ensemble sempre più vicino alla nascente qui nasce e cresce dal tema “rosenbachiano” di sensibilità jazz-rock. Mechelwind (poi tagliato nella versione in studio di Humanum est) e si sviluppa in dilatate praterie Gli Aera si chiudono in una vecchia fattoria (adi- di mellotron. bita a sala prove) in Franconia (dalle parti di Me- chelwind) e cominciano ad elaborare brani per Qualche parola sul secondo CD, un live registrato una registrazione professionale, al fine di avere alla Stadhalle di Erlangen (Baviera) il 23 dicembre per le mani materiale degno da presentare a 1973: quelli sono gli Aera prossimi all’esordio di- qualche label discografica. Tra l’estate e l’autun- scografico, pertanto presentano, oltre aHodibell , no del 1973, gli Aera hanno la possibilità di re- Papa Doing (dove troviamo un Robinson mol- gistrare un paio di demo, prima presso gli studi to emersoniano), in una chiave assai differente dell’Orchestra Sinfonica di Norimberga, poi pres- da quella registrata, nonché l’immancabile Me- so quelli radiofonici della SWF di Baden Baden. chelwind (qui compressa entro gli 8 minuti) e l’i- nedito Klaus the Bird (episodio free in cui Kreuze- Questi materiali sono rimasti nel cassetto fino al der cinguetta funkeggiando insieme alla chitarra 2009, quando l’etichetta tedesca Long Hair Music gilmouriana di Groh e all’organo di Robinson). ne ha riportato alla luce lesessioni, più materiale live (il tutto contenuto in un doppio CD). Quello che poi troveremo nel 1975, sui solchi di Humanum est, sarà qualcosa di molto più rifini- “Mechelwind” non è solo la sigla scelta per dare to, ma certamente meno spontaneo: se in que- il nome alla pubblicazione; come si è visto, è pure sti esperimenti seminali sentiamo del rock-jazz il nome della località che accolse gli Aera agli ini- ruspante, non scevro di impreviste (ma sempre zi, ma è anche il titolo di una composizione che pertinenti) influenze prog sinfoniche, con l’uscita apparirà nel loro secondo album Hand und Fuss: di Robinson assistiamo ad una svolta fusion in cui AERA - Mechelwind con all’attivo 4 dischi tra il 1974 e il 1980Huma ( - lì la durata supera appena i dieci minuti; in prin- prevarranno la scrittura del sax e della chitarra, num est, Hand und Fuss, Turkis e Live). cipio, però, si sa che Mechelwind fosse una suite con piacevoli suggestioni etniche tra America La- (Long Hair Music, 2009 [1973]) in 5 parti di oltre mezz’ora. Oggi, proprio grazie tina e Medio Oriente. Tutto nacque quando il chitarrista Muck Groh, alla registrazione di Norimberga, siamo in gra- di Riccardo Storti lasciati gli Ihre Kinder (rinomata band teutonica do di potere ascoltarne la genesi. La differenza del panorama hippy-freak) contatta Steve Ro- non è solo quantitativa: gli Aera, prima di firmare binson (al secolo Rainer Geyes), tastierista dei per l’esordio discografico, subirono l’importan- No. Non è un errore di stampa; il gruppo di Stra- 2066 & Then (band hard prog alla Uriah Heep, te defezione di Robinson (entrato nei Nine Days tos non c’entra nulla. Avete letto benissimo: fautori dell’ottimo Reflections On The Future). Wonder), pertanto, per scelta, sia Humanum Aera. Complesso della scena jazz-rock tedesca L’idea era quella di dare vita ad un gruppo con i est, sia Hand und Fuss, non hanno un tastierista. 96 97 of-rebecca-mendez-jimenez-la-loca-de-san-blas. • Assicurare un bilanciamento fra vita lavorati- CAREFUL WITH THAT AXE, EUGENE html, ove vengono riportate diverse versioni del- va e vita extra-lavorativa, specialmente per le la storia). a cura di CARLO BISIO persone che sono in home working La tradizione vuole che Rebecca attese per 41 • Assicurare stili di leadership e azioni di mana- http://www.carlobisio.com/ anni, fino alla morte avvenuta nel 2012. gement coerenti con le problematiche speci- Il posto in cui la storia ebbe luogo è San Blas, un fiche di questo periodo comune del Messico, nello stato di Nayarit. Il fascicolo è facilmente rintracciabile sul web Il nome ricorda Biagio di Sebaste, che fu vescovo (il titolo è “Managing work-related psychosocial e santo cattolico; il posto non è noto per altri av- risks during the COVID-19 pandemic”). venimenti, se non per il fatto che nel 1768 vi partì Va ricordato, per la missione di questa rubrica (si- una missione di frati francescani avente lo scopo curezza e salute ma anche sostenibilità), che gli di evangelizzare l’Alta California. stessi Maná sono attivi nel campo della sosteni- I Maná. La vicenda di Rebecca è stata il soggetto di una bilità dal punto di vista ambientale. canzone del gruppo messicano Manà. La loro Fundación Ecológica Selva Negra (http:// Il gruppo è attivo dal 1986. Il loro cantante ebbe www.selvanegra.org.mx/) “il braccio sociale dei modo di ascoltare direttamente dalle parole di Maná” si occupa di realizzare progetti di sosteni- Malessere psicologico e Rebeca Méndez Jiménez la sua storia durante un bilità e ambiente, da azioni di riforestazione ad viaggio nel Nayarit; il gruppo, quindi, compose e altre di educazione ambientale, per citare solo pubblicò la canzone En el muelle de San Blas. alcuni ambiti in cui la fondazione è attiva. azioni per l’ambiente La canzone, che uscì sia come singolo che come I progetti completati e quelli in corso -sono de traccia del quinto album della band Sueños Líqui- scritti e documentati sul sito web della fondazio- dos (1997), restò nelle classifiche per diverse set- ne. timane. È chiaro che la persona protagonista della storia avrebbe avuto bisogno di un supporto psicologico che non c’è stato; probabilmente “En El Muelle De San Blas” con un aiuto a superare il lutto avrebbe potuto Ella despidió a su amor. ricostruire una vita più soddisfacente. El partió en un barco en el muelle de San Blas. Al di là della storia di Rebecca, il tema della salute El juró que volvería, mentale viene considerato sempre più attuale e Y empapada en llanto ella juró que esperaría... rilevante anche sui luoghi di lavoro; in particolare Miles de lunas pasaron, la pandemia Covid, con le sue restrizioni e le sue Y siempre ella estaba en el muelle, incertezze, ha aggravato la situazione di benesse- Esperando... re e di salute mentale per molte persone. Muchas tardes se anidaron, La salute mentale è diventata “un’emergenza Se anidaron en su pelo nell’emergenza”. Per quanto riguarda i luoghi di Y en sus labios. lavoro, l’ILO (International Labour Organization) ha raccolto in un fascicolo le indicazioni per le Llevaba el mismo vestido aziende sul tema della salute psicologica in tem- y por si él volviera no se fuera a equivocar. pi di Covid. Los cangrejos le mordían Ad esempio, viene suggerito alle organizzazioni Su ropaje, su tristeza y su ilusión... di: Y el tiempo se escurrió, • Lavorare sulla comunicazione e sulla forma- Y sus ojos se le llenaron de amaneceres. zione per ridurre l’incertezza e per fornire Y del mar se enamoró, La storia di Rebecca racconta il suo disagio psi- ca attese quindi il suo amore per anni, sul molo modalità operative chiare alle persone Y su cuerpo se enraizó cologico. Si narra che si sarebbe dovuta sposare, dal quale partì il peschereccio. • Favorire il ‘supporto sociale’ nell’azienda, e En el muelle. nel 1971, quando il suo uomo partì per una bat- Sebbene il personaggio sia reale, non si sa esat- considerare di fornire la possibilità di un sup- tuta di pesca dalla quale non fece mai ritorno; si tamente quali siano gli elementi di realtà e quelli porto psicologico specialistico per le persone Sola, disse che l’uomo perse la vita in una tempesta, leggendari (si veda ad esempio la pagina https:// che ne hanno bisogno Sola en el olvido. ma il suo corpo non venne mai ritrovato. Rebec- www.odditycentral.com/news/the-tragic-story- 98 99 Sola, Sola con su espíritu. Sola con su espíritu. Sola con su amor el mar. MASSIMILIANO Sola, Sola con su amor el mar. Sola, Sola... Sola en el olvido. MINGOIA En el muelle de San Blas. Sola, Sola con su espíritu. Su cabello se blanqueó Sola, Pero ningún barco a su amor le devolvía. Sola con su amor el mar. “San Siro Rock” Y en el pueblo le decían, Sola... Le decían la loca del muelle de San Blas. En el muelle de San Blas. Y una tarde de abril La intentaron transladar al manicomio; Se quedó... Nadie la pudo arrancar, Se quedó... Y del mar nunca jamás la separaron. Sola, sola.

Sola, Se quedó... Sola en el olvido. Se quedó... Sola, Con el sol y con el mar. Sola con su espíritu. Sola, Se quedó ahí, Sola con su amor el mar. Se quedó hasta el fin. Sola... Se quedó ahí, Di Fabio Rossi En el muelle de San Blas. Se quedó en el muelle de San Blas.

Sola en el olvido. Sola, sola, sola. Massimiliano Mingoia, redattore del quotidiano certi è il re incontrastato di San Siro. Insomma, Il Giorno, giunge al suo terzo saggio dopo gli otti- ce n’è per tutti i gusti. Mick Jagger, non proprio mi “Alter Bridge – La fortezza del Rock” e “Sempli- uno qualunque, ha definito quello stadio “la Sca- cemente Slash”, editi entrambi dalla casa editrice la del Rock” e probabilmente lo è a tutti gli effetti genovese Chinaski. Il suo nuovo libro, intitolato grazie alla sua particolare struttura e all’assenza “San Siro Rock” e uscito lo scorso novembre per della pista di atletica leggera che penalizza e non Officina di Hank (nuova denominazione di China- poco lo Stadio Olimpico di Roma (essendo roma- ski Edizioni), è un bel tomo di oltre 500 pagine no lo dico con un po’ d’invidia). Fa gola a qualsia- che racconta lo stretto legame tra il monumen- si artista suonare a Milano in un consesso simile tale stadio milanese e il mondo delle sette note. davanti a decine di migliaia di spettatori festanti, Massimiliano, descrivendo con passione la storia ma non è possibile per tutti e lo dimostrano as- dei concerti che da quarant’anni si tengono alla senze importanti quali Iron Maiden e Metallica Scala del Calcio, trasporta il lettore in un ideale che chissà prima o poi riusciranno nell’impresa viaggio nel tempo cha parte il 27 giugno 1980 di esibirsi anche lì. Tornando al libro, questi è con Bob Marley e termina, almeno per il mo- suddiviso in quattro decadi e contiene interviste, mento, il 13 luglio 2019 con i Muse… già… siamo immagini e chicche varie; ha il pregio di poter es- tutti in attesa che il Covid 19 sparisca per sem- sere letto saltando a piè pari i capitoli reputati pre al fine di tornare ad assaporare la gioia di un non di interesse, ma sarebbe un errore perché, evento Rock! Ognuno incrocerà capitoli che giu- alla fin fine, ognuno di essi racconta un pezzetto dicherà intriganti sulla base dei propri gusti; così della nostra vita ed è anche per tale ragione che mi sono deliziato nel leggere le narrazioni degli ho trovato l’opera di Mingoia appassionante nel- show di Bob Dylan, David Bowie, Rolling Stones, la sua interezza. Consiglio la lettura unita all’a- Pearl Jam, Bruce Springsteen, altri si esalteranno scolto della musica: vi sembrerà di essere anche invece per quelli di Madonna, Pooh, Ligabue, Jo- voi a San Siro! vanotti, Vasco Rossi che con i suoi ventinove con- 100 101 Ane Brun, eclettica cantautrice norvegese ma dell’amato genitore, tanto che solo il trascorrere trapiantata in Svezia da parecchi anni, artista del tempo sembra averle, oggi, riportato una cer- particolare e personalmente coinvolta nella pre- ta serenità interiore. servazione dell’ambiente e nel monitoraggio dei L’elaborazione del lutto le ha così consentito di Ane Brun e i suoi cambiamenti climatici, riesce a trasmettere, en- misurarsi nuovamente con la creatività che, così tro le tracce dei suoi lavori discografici le proprie a lungo sopita, ha partorito ben due lavori nell’ar- angosce esistenziali, ma anche il suo cauto otti- co di un mese, infatti il 30 ottobre è uscito ‘After mismo. the Great Storm’ seguito a brevissima distanza, Di lei avevamo perso le tracce intorno al 2016, nel mese di novembre, da ‘How the Beauty Holds quando un grave lutto familiare - la morte del pa- the Hand of Sorrow’. ultimi due album dre - le aveva inibito totalmente la voglia di pro- In realtà la sua intenzione era quella di congloba- ‘After the Great Storm’ vare a scrivere nuove composizioni. re i due album in un’unica uscita, ma con la pan- Ane solitamente riusciva a superare qualsiasi sfi- demia in corso e le poche possibilità di potersi da o cambiamento che la vita le proponeva, mo- confrontare con il pubblico, più opportunamente ‘How the Beauty Holds the Hand of Sorrow’ dificando lo stato di frustrazione in energia crea- decide per una più razionale suddivisione, anche Di Mauro Costa tiva, dunque vitale; non è stato così per la morte perché le atmosfere che pervadono i due lavori

102 103 non sono così univoche. Arrangiamenti sublimi per una voce che nutre l’a- La seguente ‘Closer’ è un cammino catartico tra ‘Gentle Wind of Gratitude’ non si discosta dal Cominciamo quindi dal primo Lp, ‘After the Great nima. le avversità della vita, in uno stile vicino al can- canovaccio, sicuramente meno movimentato Storm’, che, se vogliamo, si discosta maggiormen- Il finale con il sussurro “I miss you” ad libitum è tautorato femminile identificabile in quello di dell’album precedente ma, che dispensa liriche te del seguente dai suoi canoni stilistici, quasi a letteralmente straziante. Tori Amos e di Kate Bush. La voce è ancora una di non comune poetica ed un tappeto sonoro mi- voler evidenziare, con un deciso taglio al passato, Probabilmente il mio brano favorito dell’intero volta un valore aggiunto alla triste melodia che nimale e penetrante. Questa canzone è dedicata una nuova partenza. Ecco, quindi, che il minima- album. cadenza il brano. ad un suo amico a cui dispensa conforto. lismo delle precedenti opere lascia il posto ad un Siamo in dirittura d’arrivo con ‘The Waiting’ una Si resta ammaliati da cotanta bellezza in un con- calderone di generi che variano dall’elettronica al canzone che invita a vivere il presente senza fan- testo garbato e idilliaco. In’Breaking the surface’ Ane imbraccia nuova- jazz senza preclusione per qualsiasi altro tentati- tasticare sul futuro; anche questo brano è frutto ‘Song for Thrill and Tom’ parla di una storia d’a- mente la chitarra per deliziarci con le sue per- vo. Ed infatti è proprio trip hop l’inizio dell’album delle considerazioni post pandemiche di Ane che more complessa, appagante e straordinaria. Loro sonalissime visioni inerenti a verità che in questi con la spensierata ‘Honey’ sugli amori adole- disperatamente cerca di isolare valori positivi in sono una coppia, amici di Ane, che dopo aver momenti di crisi globale, metaforicamente, ven- scenziali che introduce una delle migliori canzo- un momento abbastanza tragico per l’umanità: passato indimenticabili momenti insieme vengo- gono a galla sul lago increspandone la superficie ni dell’album, la title track, che rappresenta un anche in questi momenti ci sono cose per cui vale no separati dal beffardo destino della prematu- ed invocando visibilità. po’ il superamento del lutto (la grande tempesta) la pena di vivere e di preservarci. ra scomparsa di Tom. I temi dei due album sono dove, dopo l’oscurità, si deve giocoforza scorgere Il finale è col botto: ‘We Need a Mother’ ritorna molto ricorrenti e talvolta sembrano sovrapporsi, L’album volge al termine con la notevole ‘Lose un raggio di sole e dove “ogni pennellata di vento prepotentemente sui serissimi problemi ben ra- ma la poetica con cui l’artista affronta le singole my way’, scritta a quattro mani insieme al com- ti ha baciato la fronte come una benedizione”. dicati nella mente dell’artista, ed è stata scritta esperienze rendono ogni pezzo autenticamente positore americano Dustin O’ Hallaran, ma so- La voce di Ane lascia spazio a mille suggestioni. dopo che la Brun aveva partecipato ad una con- ed immediatamente identificabile. prattutto con la riproposizione in chiave acusti- ‘Don’t Run and Hide’ è stata scritta all’inizio della ferenza sull’ambiente e sul cambiamento clima- ‘Meet You at the Delta’ è forse l’unico brano da- ca di ‘Don’t Run and Hide’ che, tanto per tirare pandemia, quando l’artista si era isolata dal resto tico, riportando a casa unicamente un’enorme tato dove Brun imbraccia la chitarra e canta alcu- in ballo un artista con cui Ane ha collaborato in del mondo, tranne che dal suo compagno e dalla frustrazione. ni del poeta svedese Bruno K Öjer riadattandoli passato, ricorda un po’ la metamorfosi del brano sua amata foresta, perché potenzialmente vul- Il brano è triste, ma il finale lascia una speranza. in inglese; in qualche modo però appare una leg- ‘Here comes the flood’ di Peter Gabriel dalla ver- nerabile per una sua preesistente forma autoim- Speriamo di coglierla. gera spuria nel contesto dell’intero lavoro. sione in studio a quella minimalista che presenta mune (lupus). La vita è troppo meravigliosa per ‘Trust’ ci riporta alle atmosfere rarefatte prece- ai concerti. giocarci d’azzardo, meglio appartarsi in attesa di “Ci sentiamo in diritto di essere quelli che otten- denti. La genesi appare quantomeno curiosa, tempi migliori per poter nuovamente condivider- gono tutto gratuitamente dice l’autrice: “Prima dell’uscita di Trust, ho in- ‘I’m here for you’ sono nuovamente le ultime pa- si con il pubblico nei concerti (I’m here for you). Come possiamo evolverci vitato i miei follower su Instagram ad un prea- role sussurrate da Ane Brun prima di congedarci Il brano sarà talmente importante per lei che lo pur avendo gli strumenti per farlo... scolto online. Ho aperto una chat room video e dall’ascolto del suo ultimo lp, consegnando l’ere- riprenderà, in maniera minimale, nel successivo Come ci muoveremo in questo vicolo cieco l’ho chiamata ‘Trust’. Durante quattro sessioni di dità di questi suoi due lavori non solo alle nostre lavoro. troveremo la soluzione all’ultimo respiro”. un’ora ho incontrato un totale di circa 100 perso- orecchie ma, soprattutto, al nostro cuore. ‘Crumbs’ (briciole), altro brano splendidamen- ne provenienti da tutto il mondo, tra cui luoghi te ritmato, non solo dalle percussioni, ma dalla Si congeda così un album che testimonia un gran- come Indonesia, Italia, New York, Brasile, Turchia Un ritorno decisamente riuscito. voce stessa di Ane che lo rende melodioso e ne dissimo ritorno alla composizione di un’artista e molti altri: abbiamo parlato, commentato le fonde il nucleo. eccellente che ben rappresenta le paure e le an- storie l’uno dell’altro e condiviso un momento in L’amore non è complicato, ma la gente spesso fa gosce dei tempi che stiamo vivendo. cui ascoltavamo la mia nuova canzone, tutti in- di tutto per renderlo tale. Finisce sì, ma ne inizia subito un altro perché, sieme, in tempo reale. Molte delle persone che Il rapporto non certo sereno tra uomo e ambien- “dopo la grande tempesta, la bellezza tiene la hanno partecipato erano sole nelle loro case, con te è protagonista in ‘Feeling Like I Wanna Cry’, mano del dolore”. il loro animale domestico, con il partner o la loro una tematica che come avevo scritto è ben radi- L’album precedente era sicuramente più ottimi- famiglia. Alcuni erano in quarantena perché posi- cata nello spirito della Brun fino a farle conver- sta di ‘How the Beauty Holds the Hand of Sorrow’ tivi da covid o perché lavorano nel settore sanita- gere gran parte delle sue forze in una battaglia che, pur ripetendo le innovazioni stilistiche del rio. Alcuni erano bloccati all’estero, lontani dalla difficile da portare a termine. predecessore, è più improntato al minimalismo famiglia e dagli amici. Ciò che avevamo in comu- L’elettronica in ‘Take Hold of Me’ movimenta a che ha contraddistinto la carriera dell’artista. ne era che ci sentivamo tutti prostrati da questa ondate, in maniera minimalista, un brano che Ancora una volta, la figura paterna, come sim- difficile situazione e la maggior parte di noi si iso- rimanda a certe armonie dei primi anni Novan- bolo, è presente nel brano d’apertura, la paca- lava dal mondo esterno. Abbiamo anche sentito ta, mentre la successiva ‘Fingerprints’ si rivela ta, ‘Last Breath’; “ho tenuto il tuo ultimo respiro il bisogno di fidarci e incontrare altre persone. È immediatamente come uno dei brani migliori nel mio petto” sussurra Ane tra accordi soffusi stato magico unirsi in questo modo. E, quando ri- dell’album. Lo spirito dei propri cari permane in di pianoforte lontano, volendo indicare il perché guardo il video, mi sento commossa perché i loro chi li ha amati anche dopo la loro dipartita come del lungo calvario interiore che l’ha portata ad un occhi sono pieni di trasporto, gentilezza e fidu- una corteccia difficile da scalfire. “Perchè sei qui silenzio artistico durato più di tre anni. cia”... Trust appunto. e non con me?” Un inizio coi brividi. 104 105 Giovanna Carone “Dolcissime Radici” I DIFFERENTI COLORI DELLA VOCE NEL TEMPO di Edmondo Romano 106 107 tra i bassi ostinati del barocco e quelli della no- stra musica leggera. Con naturalezza tutto sie in- Tracklist contrato e reinventato. Ho cercato un complice e Digressione Music, 2020 che scava a ritroso nelle emozioni dell’autrice e Leo Gadaleta, amico e musicista sapiente ed en- 1. O vezzosetta dalla chioma d’oro che riesce nell’intento di racchiudere in un solo tusiasta, mi ha accolta, sostenuta, accompagna- 2. Passione scrigno tutte le sfaccettature espressive della sua ta, sollecitata ad avere una meta, a volte senza 3. Lamento di Apollo La cantante barese Giovanna Carone dona la sua voce. meta. E in fondo, ha fatto anche suo questo pro- 4. Un paese vuol dire non essere soli voce e la sua creatività a “Dolcissime Radici”, un Ad accompagnare Giovanna Carone in questa getto. Non smetterò mai di ringraziarlo. Guido 5. Giovine vaga disco delicato e profondo, ma anche insieme friz- nuova avventura musicale è un gruppo a geo- Morini, Mirko Signorile, Nando Di Modugno, 6. Un giorno dopo l’altro zante e ironico, dove musica e parole scorrono metrie variabili composto da alcuni tra i migliori Vince Abbracciante, Pippo D’Ambrosio, Giorgio 7. Ecco la primavera con grande naturalezza e spontaneità. Equilibrio strumentisti della scena musicale italiana: Leo Vendola e Roberto Ottaviano hanno arricchito, 8. Fantasia - Se l’aura spira particolare in un lavoro che si muove tra la mu- Gadaleta (arrangiamenti, violino acustico ed colorato e definito con la loro arte il percorso. 9. Un anno d’amore sica barocca, il jazz, la canzone d’autore, la world elettrico, piano Rhodes, chitarra classica, chitar- Sono onorata della loro fiducia e disponibilità. 10. Di sole e d’azzurro music. ra synth e chitarra portoghese, samples ed elet- Fra loro ci sono affetti cari e musicisti che hanno 11. La leggenda di Cristalda e Pizzomunno Forse complice la naturale lentezza “obbligata” tronica), Vince Abbracciante (fisarmonica), Pippo segnato in modo importante il mio cammino di questi strani tempi (come lei racconta “…ab- D’Ambrosio (percussioni), Nando Di Modugno musicale.” biamo lavorato nella maniera più antica, senza (chitarra classica ed elettrica), Guido Morini (cla- Giovanna Carone fretta… “) che permette di scavare in profondità vicembalo, pianoforte), Roberto Ottaviano (sax nei singoli brani, il risultato che ascoltiamo è un soprano), Mirko Signorile (pianoforte) e Giorgio lavoro focalizzato, equilibrato, appassionato. Vendola (contrabasso). Aperto da una bella e vivace rilettura di “O vez- Prodotto da “Disgressione Music” volutamente zosetta dalla chioma d’oro” ( https://youtu.be/ chiudo con le parole dell’autrice, più chiare di B2xcKXtQLYU) di Andrea Falconieri - primo singo- mille riflessioni ed analisi: lo estratto dal disco del quale è stato presentato “Le mie dolcissime radici… in anteprima il videoclip nel corso dello streaming Cercavo un nome per il disco ed e arrivato per di Capitani Coraggiosi - il disco è un susseguirsi caso, con stupore e come un regalo inatteso, continuo di differenti mondi che vanno da “ La- mentre cantavo il Lamento di Apollo di Francesco mento di Apollo” di Francesco Cavalli a “Giovine Cavalli. Dolcissime le mie radici e non solo. C’e Vagha” e “Ecco la primavera” di Landini, passan- una radice comune nei brani che ho scelto. E la do per “Se l’aura spira” di Frescobaldi per toccare nostra lingua meravigliosa, il sapore della parola la canzone napoletana con “Passione”, di Libero ricercata, i bassi ostinati, la morbidezza della me- Bovio e i Cantacronache con “Un paese vuol dire lodia italiana, la poesia. Senza tempo, nel tempo. non essere soli” di Mario Pogliotti. Sono cresciuta attraverso la musica strumentale, L’approdo alla canzone d’autore è particolare e mi sono innamorata del canto “da grande” e ho a mio avviso capace di dare nuova luce a brani imparato ad usare la voce nella complessità della conosciuti come “Un giorno dopo l’altro” di Luigi musica polifonica, nella parola cantata della Tenco e “Un anno d’amore” di Mogol e “Di sole musica del ‘600. Se l’aura spira di G. Frescobaldi e e d’azzurro” di Zucchero Fornaciari. La mia pre- una delle prime arie a voce sola che ho imparato ferita è “La leggenda di Cristalda e Pizzomunno”, e Giovine e vagha di F. Landini, ascoltata da una di Max Gazzè, versione profonda che ho ascol- ispirata cantante tedesca durante un corso sul tato diverse volte, nella sua semplicità più bella Trecento italiano tenuto da P. Memelsdorff, mi dell’originale, una chiusura dedicata alla passio- ha rapita al primo ascolto. Ho scoperto per caso ne, alla fiaba e al teatro. la voce naturale attraverso il repertorio yiddish e Filo conduttore del disco è il personale percorso/ ho continuato a cercarla in altre lingue. Dovevo ricerca dell’artista pugliese intorno alla lingua ita- per necessita approdare all’italiano. Sono parti- liana e alla sua evoluzione nella relazione tra mu- ta da qui. Ho provato a cantare con leggerezza, sica e poesia, un percorso di onestà intellettuale a contaminare i miei amori, cercare connessioni

108 109 Sono rimasto molto colpito da questa storia di ti contesti, Adriano aveva all’improvviso perso la cui hanno parlato e scritto tutti i media e riguar- sua musica la scorsa primavera, ritrovandola in da un dramma non per tutti evidente, quello re- estate ma rimanendo nuovamente senza da ot- LA TRAGEDIA DI lativo alla perdita della dignità conseguente alla tobre in poi. mancanza di lavoro, anche se la tragedia che ha colpito Adriano Urso non pare strettamente le- Emanuele sottolinea come il vivere tutti assieme gata a problemi economici. E quando passione e in una grande casa - immagino in famiglia - elimi- ADRIANO URSO attività primaria coincidono, il non poter alimen- nasse l’urgenza immediata di avere entrate uti- Di Athos Enrile tare una delle due componenti porta ad un disa- li al sostentamento, ma il bisogno di incontrare gio che pare privo di confini. la “sua” gente e alimentare lo status di “uomo Adriano era un pianista jazz molto noto ed era che vive nella notte”, lo aveva spinto a trovare considerato, insieme al fratello Emanuele - cono- una sorta di impiego come “rider”, lui, diplomato sciuto come King of Swing, anche lui jazzista - uno in violoncello e laureato in Farmacia, un grande degli artisti più talentuosi del panorama romano. musicista, non solo un pianista… un musicista! Ho avuto modo di ascoltare una breve intervista rilasciata da Emanuele, dalla quale emerge un Fra gli appassionati uno ha ricordato: quadro familiare ben preciso: “ragazzi” antichi i due fratelli, probabilmente fuori dal tempo sin «Quando suonava si stava improvvisamente zitti dal periodo scolastico, lontani dalle mode del ad ascoltarlo». momento e amanti della musica del passato, così come di tutti quegli aspetti che potrebbero tran- È morto all’età di 41 anni, mentre cercava di quillamente definirsi retrò: utilizzo di auto d’epo- consegnare cibo a domicilio, tradito dalla sua Fiat ca, vestiti di un’altra epoca, linguaggio di un’altra 750 d’epoca, costretto a spingerla inutilmente epoca. con l’aiuto di due passanti, sino a che il cuore ballerino - che il giorno successivo avrebbe Abituato ad esibirsi quotidianamente in differen- dovuto essere oggetto di controllo - è scoppiato.

110 111 Un infarto, forse causato dallo sforzo fatto e dal freddo intenso che non gli ha lasciato scampo. Morire, di questi tempi, non fa notizia, nemmeno se sei un giovanotto di quarant’anni, ma riesco a far mio il grande dolore di chi improvvisamente resta a mani nude, privato di ciò che ha di più importante, e se parliamo di musica e dintorni non si può chiudere gli occhi davanti ai tanti pro- fessionisti che, ultimamente, hanno perso… la professione. Lascio agli esperti - politici, sociologi, scienziati e antropologi - la ricerca delle cause profonde, mi limito a prendere atto delle conseguenze e mi intristisco. Quando la nebbia cala e offusca la mente la razio- nalità perde valore. Rivela un’amica di Adriano:

“Prima di Natale mi hai scritto che d’ora in avanti avremmo suonato solo per noi, che anche con la fine dell’epidemia non sarebbe cambiato nulla. Senza musica eri perso, vedevi tutto nero”.

112 113 rispetto al passato, e tra queste abbiamo inserito economici per noi autori non hanno rilevanza, gli ELP, ovviamente. Il grande merito di questi perché il book riguarderà comunque una “Suite Rock- Il Prog tra passato e futuro” gruppi risiede nella proposta, una diversa nicchia di persone; conta invece molto l’aspetto dall’altra, tutte caratterizzanti, e resta per noi un divulgativo, la condivisione, perché è il nostro mistero il fatto che siano nati nello stesso periodo vero obiettivo, mentre l’editore si preoccupa, Intervista agli autori, tanti talenti con tante idee differenti e tutte di giustamente, di avere un prodotto in linea con estrema qualità. la filosofia aziendale, oltre naturalmente ad un ELP ha inventato qualcosa di unico perché, grazie profitto, essendo il suo un lavoro. Athos Enrile e Oliviero Lacagnina alla formazione musicale di Keith Emerson - e Ci è capitato ad esempio di commentare le alla sua esperienza pregressa nei The Nice - è note di copertina, per noi non esattamente riuscito a innestare il rock in trame strettamente rappresentative del contenuto, ma chi si cimenta classiche, realizzando l’esempio più efficace di nel campo da anni, tanto da farne una professione, contaminazione, cioè quell’azione che è alla base sa sicuramente cosa serve per vendere un libro. del concetto di “Prog”. E per dirla tutta ci siamo abituati sia alla copertina Nel 1970 si parlava soprattutto di rock band, che al titolo. spesso formate da più elementi, ma con ELP si Vorremmo anche sottolineare una cosa per noi cambia registro e troviamo “solo” tre musicisti molto importante: il target prevedeva un libro - sicuramente strumentisti geniali - che dal attorno alle 300 pagine, ma il volume finale è vivo propongono un sound stratosferico che risultato molto più ricco. Abbiamo deciso di lascia, anche, spazio allo spettacolo, ma nella inviare la bozza completa, in attesa di sapere sostanza la loro azione è quella che favorisce dove e quanto tagliare, ma con grande sorpresa in modo maggiore l’avvicinamento dei giovani Graphofeel ha deciso di lasciare intatto lo scritto all’immortalità del genere classico, dando nuova che, anche secondo loro, con la riduzione linfa ad una musica considerata superata e avrebbe perso la completezza di significati. buona solo per la seriosità e l’austerità di certi Questo è stato per noi davvero gratificante, un ceti sociali, modelli non certo in voga tra le nuove primo riconoscimento “interno” della bontà del generazioni. nostro lavoro. Musica Classica o Rock? Strumentale o con aggiunta di voce e liriche? Sinfonica o carica di L: Cosa ha fatto scattare in voi l’impulso di creare ritmi? una staffetta prog per le giovani generazioni? ELP mettono tutti d’accordo e a nostro giudizio - A: Quando Oliviero mi ha proposto di scrivere che è compendio di conoscenze tecniche e studi/ questo libro a quattro mani ci ho riflettuto un ascolti - la loro musica non ha perso smalto e po’, non perché ami farmi pregare, anzi, ma ero dovrebbe essere utilizzata a scopo didattico, con preoccupato del fatto che nulla di nuovo poteva qualche ausilio, magari tratto proprio dal nostro essere scritto. Sappiano bene come il fenomeno “Suite Rock…” prog abbia dei limiti temporali molto ristretti, almeno se ci si riferisce al suo momento d’oro, L: Che cosa si può dire di questa copertina e quindi non era possibile aggiungere nulla di vorticosamente multicolore di Arianna Degni… interessante ad una bibliografia già molto ampia. A-O: Come credo tu sappia la copertina non è Ma… abbiamo trovato estremamente motivante stata scelta da noi - neppure il titolo - e la nostra rivolgerci ai neofiti, più o meno giovani, cercando proposta era molto più tradizionale, seppur di di percorrere un percorso completo che dal 1969 quindi chiedendovi perché ELP è secondo voi tra qualità, perché elaborata da una amica esperta, arrivasse ai giorni nostri, evitando lunghe liste ma la cosa non ci ha tolto il sonno. di band e album, privilegiando aspetti sociali, Di Leandro Cioffi i gruppi irrinunciabili da cui un giovane neofita dovrebbe necessariamente partire? Occorre che ognuno faccia il proprio lavoro, culturali e didattici. e chi è esperto di editoria e di marketing sa Questo, ne siamo certi, porterà a qualche critica L: È appena uscito il vostro libro “Suite Rock-il A-O: Stiamo parlando di musica progressiva e cosa colpisce l’attenzione e la curiosità della da parte degli “esperti” che troveranno mancanze Prog tra passato e futuro” e vorrei saperne di più. lo stiamo facendo soprattutto rivolgendoci ai Come sapete gestisco una pagina su facebook giovani. Nel libro abbiamo scelto alcune band gente. Non bisogna dimenticare che lo scopo è e lacune, ma una volta compreso l’obiettivo - nei dedicata alla figura di Keith Emerson e parto straniere utili a delineare gli inizi e l’innovazione quello di vendere più copie possibili e gli aspetti vari capitoli lo sottolineiamo più volte - tutto 114 115 dovrebbe risultare chiaro: fornire al giovane, L: Nell’introduzione, Athos, ricordi un’età non sia legato al business musicale attuale e per giovani potrebbero incontrare ciò che non elementi con cui iniziare la propria ricerca. strategica nella storia musicale di ciascuno, i allargare i propri orizzonti bisogna essere curiosi sapevano esistesse. tuoi sedici anni al concerto dei Van Der Graaf e trovare qualcuno che lanci dei segnali, come Veniamo al caso specifico, quello che chiude il L: Vi siete in qualche modo divisi i compiti, avendo Generator: a quanto pare, ritenete che ci si possa cerchiamo di fare noi con “Suite Prog…”. libro e che mi sono “inventato” … per necessità. voi competenze diverse? appassionare al prog anche superata questa età, L’ultimo capitolo del libro fornisce la spiegazione In questi ultimi anni il mio lavoro mi ha portato A-O: I progetti possono nascere e svilupparsi o approfondirlo se già lo si ama da sempre... di un’esercitazione che mi sono inventato per a proporre docenze in ambito lavorativo, legate nella testa, ma gli aspetti organizzativi sono A: La tua domanda mi permette intanto di spiegare a chi ho occasionalmente davanti quale soprattutto alla sicurezza sul lavoro e per fare fondamentali per non perdere il filo. Una rimarcare come la vita ci riservi spesso sorprese sia la valenza del lavoro in team; sono esperienze comprendere la valenza del team work ho volta focalizzato l’obiettivo abbiamo condiviso ed eventi inaspettati. Conosco personalmente reali che ho fatto, anche al livello didattico, ed utilizzato spesso la “mia” musica, usando il mio un layout che prevedesse tutti gli argomenti Oliviero da una decina di anni, anche se il nostro è stato gratificante vedere la reazione positiva test più volte, con persone di ogni età, uomini e per noi necessari e l’iter realizzativo. Nella primo incontro risale a moltissimi anni fa, visto di adolescenti al cospetto di qualcosa che non donne, e sempre con grandi risultati. suddivisione degli articoli abbiamo tenuto conto che ci siamo “trovati” il 30 maggio del 1972 - avevano mai provato. Certo, ci vuole un po’ di L’utilizzo del brano “The Great Gig in the Sky” ha delle nostre differenti competenze e quindi è io avevo 16 anni come tu hai citato - nel corso immaginazione e intraprendenza e chissà che una sua storia: ho catturato uno scritto di Max nata la ripartizione dei compiti. In ogni caso del mio primo concerto - VdGG - all’Alcione di qualche insegnante delle scuole superiori non Pacini che faceva parte di un suo libro, dove lui abbiamo convenuto che alla fine di ogni episodio Genova. Il gruppo “spalla” era “Latte e Miele” di prenda spunto per provare, almeno una volta immaginava storie che inizialmente non davano partisse il doppio controllo, e questo ha portato cui lui era tastierista, per cui questo contenitore nel corso dell’anno, un test di gruppo… io sono indizi, ma alla loro conclusione risultavano a tutti spesso a integrazioni e modifiche migliorative. rappresenta un po’ la fermatura del cerchio. disponibile per ogni tipo di dimostrazione! conosciute; nel caso specifico ha ricamato di suo Sottolineiamo come non sia mai nato il minimo Venendo alla tua richiesta, posso dirti che è questo per descrivere quanto accaduto quel giorno in problema, nonostante fosse la prima volta che un periodo in cui mi pongo spesso una domanda L: “Nel nostro gruppo abbiamo docenti di musica. cui Clare Torry fu ingaggiata da Alan Parsons per operavamo insieme, e questo non era affatto relativa alle distanze generazionali, e lo faccio Nel libro troviamo un esperimento collettivo la famosa registrazione. Quindi, uso una storia scontato. soprattutto pensando a quanto sia inascoltabile, basato su ‘The Dark Side Of The Moon’. Lo inventata ma basata su di un fatto vero, cosa che i a mio giudizio, la proposta maggiormente in voga vedreste possibile per ELP, magari a scuola? E discenti comprendono solo alla fine della lettura, L: La parola suite è spesso vista come sinonimo attualmente. Qualcuno ha detto che la musica quale album scegliereste?”. rimanendo così sorpresi. Il passo successivo è di prolissità secondo uno stereotipo diffuso anche misura il tempo che fluisce e in effetti esistono A: La tua domanda mi porta ad approfondire ciò l’ascolto del brano con la proiezione del prisma dagli addetti ai lavori. Ma voi non avete avuto brani particolari che ci permettono di ricordare a cui ho appena accennato. di “The Dark…” paura ad utilizzarla nel titolo. all’impatto un particolare momento vissuto, Una premessa: quando faccio riferimento alla Quattro minuti di concentrazione in cui A-O: Come già evidenziato il titolo non è stato stimolando tutti i sensi, una colonna sonora della didattica in ambito scolastico non mi riferisco ad l’abbinamento tra racconto e musica provoca proposto da noi, ma l’idea di “suite” ci appare vita che abbiamo più o meno volontariamente una azione per professionisti - docenti musicali spesso qualche lacrimuccia, almeno tra i più comunque perfetta per rappresentare il genere creato. Io ho fortunatamente una certa sensibilità e affini -, anche perché in un paese in cui cisi sensibili. La fase successiva prevede che ogni progressivo. musicale che mi permette di saper gestire le riempie la bocca con la parola cultura, nelle persona rovesci su carta ciò che ha provato, Il termine arriva direttamente dalla Classica, ma emozioni con brani precisi che so come scegliere, scuole superiori non esiste una materia che si delineando una sorta di spiegazione ad un terzo sappiamo bene come siano tante e pregevoli devo solo dare lo start al brano giusto che ho chiama “Musica”, se non in corsi specifici. che non conosce il brano, mettendosi poi in gioco le “suite” legate al mondo prog, dai Genesis ai ben impresso nella mente, ma tutto questo mi Ora, proviamo ad immaginare di essere in un liceo parlandone all’aula. Jethro Tull, dagli Yes ai VdGG. accade quasi esclusivamente con la musica che qualsiasi e di poter contare su di un insegnante di L’ultimo passaggio è il riascolto, con le stesse La prolissità di cui parli è parte oggettiva di quel è oggetto della nostra intervista, e credo che ci lettere - ma non solo - illuminato, che una volta modalità, ma l’elaborazione successiva verrà tipo di musica e il concetto è strettamente legato siano motivazioni specifiche legate alla qualità e all’anno decide di uscire dagli schemi con un fatta a gruppi, che esporranno poi in aula il sia al virtuosismo - che può apparire, in alcuni non all’effetto nostalgia. ascolto comune di un album (avendo almeno la proprio giudizio. casi, fine a sé stesso - sia alla lunghezza. Nel book c’è una sezione dedicata al significato copertina del vinile a disposizione) e la successiva Ogni volta il risultato di gruppo è superiore a Difficile spiegare come in un attimo si sia potuti vero del prog e mi pare bellissima l’esperienza di suddivisione dell’aula in gruppi: chi si occupa del quello dei singoli, come qualità e completezza, e passati da brani tradizionali da tre minuti a Antonello Giovannelli - musicista e collaboratore commento musicale (non importa se è acerbo), sto parlando di un esercizio che per i presenti è lunghi e interminabili “pezzi”, senza soluzione di MAT2020 - che a fronte del quesito del figlio chi dell’artwork, chi della traduzione dei testi, chi un’assoluta novità. di continuità e con l’apprezzamento totale di sedicenne a proposito della differenza tra della decodificazione delle liriche e poi si arriva Lo scopo di tutto questo? Secondo me ce ne sono un largo pubblico, ma crediamo che riuscire prog e musica attuale, risponde: “Ciò che sei a opera di sintesi onorando il lavoro di squadra. molteplici ma lascio a te e a chi leggerà la lista dei a catturare la varietà e la quantità di stimoli solito ascoltare serve per far muovere il culo, Non sarebbe uno stimolo da tantissimi punti benefici. racchiusi nelle famose “Suite Prog” sia l’obiettivo la musica progressiva serve per far muovere il di vista? Non sono cultura le immagini, i testi Per quanto riguarda ELP o qualunque altra del percorso intrapreso nel libro, per cui, anche cervello…”. Sono tanti i giovani che suonano o poetici, l’esercizio di traduzione, la musica? band, per poter ripetere la stessa esperienza se pomposo e ambizioso, il concetto espresso nel ascoltano il prog, ma non è un miracolo, è quasi Impossibile? Difficile? No, basta volerlo, ed occorrerebbe trovare una storia legata a un titolo è al contempo coraggioso e obbligato. esclusivamente l’azione genitoriale quella che essendo episodico potrebbe essere considerato brano, anche se credo che sia difficile individuare incide, perché i media non passano nulla che un progetto, un esperimento, e forse i nostri un aspetto così interessante come quello che ha 116 117 portato la Torry ad essere ignorata per anni dai con tante voci e tante esperienze dirette. Quanti A-O: L’elenco delle nuove prog band italiane è così come il tessuto sociale in cui si vive, e non Pink Floyd, nonostante un contributo di grande mesi ci sono voluti per intervistare tutti questi stato stilato un anno fa e probabilmente oggi le è difficile trovare miti del rock senza alcuna valore fornito al brano. Se a qualcuno venisse in musicisti, tecnici, fotografi, finanche negozianti? due pagine non basterebbero più. La lunga lista preparazione “scolastica”. Per contro il prog ci mente - o volesse inventare - qualche vicenda A-O: La stesura del book ha richiesto circa sei ha lo scopo di sottolineare la forte attività in ha regalato musicisti sublimi, ma la differenza sarò ben lieto di introdurla in future sessioni mesi e l’uscita era prevista in primavera. La corso, la testimonianza che non è solo roba per rispetto ad oggi risiede nella novità e nell’unicità formative. nota emergenza sanitaria ha modificato ogni dinosauri. della proposta e obiettivamente è difficile - Tanto per avere un’idea di quanto ho descritto programma e ci sembra un miracolo essere Il punk non ce l’ha fatta a vincere e sostituire ma non impossibile - trovare di questi tempi ecco il ricordo che mi hanno lasciato degli arrivati ugualmente alla pubblicazione, tra l’altro in toto il prog, ma ha contribuito a dare una l’originalità, perché molto è già stato detto. adolescenti di un istituto tecnico, circa tre anni in un momento in cui è impossibile realizzare spallata decisiva, accompagnato peraltro da altri Nei nostri esempi basici abbiamo considerato fa. delle presentazioni, solitamente momenti fenomeni dell’epoca, come la Disco, il Reggae le otto band britanniche più visibili in quegli https://athosenrile.blogspot.com/2017/02/i- culturali di condivisione e, perché no, di vendita. (indimenticabili i fischi a Peter Hammill, “spalla” anni e salta subito all’occhio - sarebbe meglio giovani-del-ferraris-pancaldo-di.html Come segnali nella domanda, del progetto fanno di Peter Tosh) e, soprattutto, il cantautorato. Ma dire all’orecchio - come abbiano prodotto Certo è che utilizzare “Trilogy” mi piacerebbe parte moltissimi musicisti e operatori di settore, alla fine tutti i generi citati entrano a pieno diritto proposte molto differenti tra loro, ed è questa moltissimo! una necessità, vista la cura di certi dettagli che nella storia della musica, ognuno con la sua la testimonianza di come giovani ventenni siano necessitavano di esperti specifici. dignità per effetto del gradimento e del seguito stati in grado di inventare ciò che prima non L: Questa opera come può scardinare i pregiudizi Ma il motivo preminente è legato al nostro del pubblico, perché occorre non dimenticare esisteva e lo hanno fatto distinguendosi l’uno (purtroppo indotti da una cattiva stampa) di chi credo profondo, a quel modo di operare in mai che la musica ha la capacità unica di fornire dall’altro. non ha conoscenza diretta di questo universo team che è caratteristico di ogni nostra attività. emozioni positive ed è alla portata di tutti, e se Usciamo dal prog e immaginiamo un chitarrista musicale? E, persino, i giudizi consolidati di tanti Abbiamo ripescato scritti che avevamo nel allo stato di grazia si arriva attraverso autori e storico come Keith Richards. La sua grandezza che l’ascoltano da decenni? cassetto, effettuato ricerche, scavato nelle nostre trame sonore differenti, beh, non sarà quello il non risiede nella tecnica ma nell’innovazione, A-O: I pregiudizi di cui parli, i luoghi comuni, le esperienze, ma il piacere più grande è arrivato momento giusto per i distinguo, perché lo scopo basta pensare che tutti i suoi licks chitarristici, leggende metropolitane… tutti fenomeni quasi quando, chiedendo aiuto/consiglio, abbiamo sarà stato raggiunto. quelli che hanno reso famosi gli Stones, nascono impossibili da demolire. Quando parliamo di trovato una risposta immediata e convincente, Nel libro un capitolo è dedicato al rito del vinile, dalla sua idea - “rubata” al blues - di utilizzare Prog abbiamo da un lato persone che non lo il che significa che esisteva una reale voglia di solitamente inteso come attimo esclusivo una accordatura aperta (in SOL) ed eliminando conoscono e che lo giudicano sorpassato e adatto partecipare. caratteristico del prog, ma è questa un’idea una corda della sua chitarra (il MI). solo a chi ha una certa età, emettendo così una Un piccolo esempio che penso possa essere fuorviante. Lo stesso identico approccio avveniva I nuovi musicisti sono mediamente preparatissimi sentenza immotivata. Ci sono poi gli “esperti”, esaustivo. in contemporanea presso gli amanti della musica e all’avanguardia dal punto di vista della tecnica, l’élite, quella che crea un recinto confortevole Abbiamo creato una sezione dedicata ai musicisti classica, però con una differenza notevole legata ma non esistono le condizioni per renderli mitici entro il quale accogliere solo chi ha gli stessi eccelsi del prog, anche in questo caso solo un al ceto sociale e alle possibilità economiche: come quelli del passato, semplicemente perché gusti musicali, creando così la famosa nicchia di numero esiguo ma rappresentativo. Trattando da un lato persone affermate - e sensibili - che il contesto attuale non lo permette, non è colpa appassionati, quelli che spesso issano barriere l’argomento “fiati” (flauto e sax), ci siamo rivolti esercitavano il loro diritto di critica nei salotti loro. Trovarsi al posto giusto al momento giusto ritenendo che chi non apprezza non può essere ad un professionista - anche lui collaboratore di buoni della città, dall’altro ragazzotti senza una è una regola che vale sempre e in ogni campo, della partita. È fatto risaputo… prima di un evento MAT2020 -, Edmondo Romano, fiatista genovese. lira in tasca che scoprivano la bellezza della e non esistendo una conoscenza universale delle prog è possibile ipotizzare, con un buon margine Cercavamo la sua opinione su Ian Anderson condivisione musicale: situazioni agli antipodi nuove creazioni - nonostante la tecnologia - le di successo, quante persone parteciperanno. e David Jackson, un’analisi che lui ha fornito ma fine comune. nuove perle musicali - che sono tante - rimangono È molto complicato scardinare idee ben radicate interpellando a sua volta Vittorio De Scalzi e all’interno della nicchia di cui parlavamo prima. in persone che hanno vissuto i seventies e Martin Grice, una sorta di effetto domino che ha L: I giovani musicisti prog si trovano oggi a Certo è che i nuovi musicisti del prog sono come in ogni campo i cambiamenti più difficili portato ad una pluralità di idee che è peculiarità confrontarsi con un mondo più difficile dei loro davvero bravi! sono quelli culturali, che richiedono anni di del libro. predecessori settanteschi: cosa pensate che impegno; con “Suite Prog…” cerchiamo di dare Ci teniamo poi ad evidenziare che non questi ragazzi abbiano più di loro? L: Luciano Boero della Locanda delle Fate il nostro contributo alla causa, indirizzandoci possediamo nessuna verità assoluta, sono solo A: Riprendo un concetto già espresso in sottolinea all’inizio un grande concetto: quello principalmente a chi nulla sa della materia, le nostre opinioni, le nostre idee, la nostra vita precedenza. Una delle domande che spesso ci si della gioia del prog nel creare ed ascoltare. È esortando a provare prima di rifiutare e bocciare che mettiamo a disposizione del lettore, ma non pone parlando del prog e più in generale del rock la ricerca di questa gioia l’elemento più forte una musica che, ed è questo un dato di fatto, ha parliamo certo di dogmi. degli anni ’70, riguarda la quantità di talenti nati del movimento prog? E ne siamo davvero tutti raggiunto lo status dell’immortalità. nello stesso periodo, come quando si descrive consapevoli? L: Ad un certo punto del libro avete dedicato con soddisfazione una “buona annata” facendo A: Probabilmente la gioia di cui parli è uno degli L: Leggendo il libro, ciò che balza subito all’occhio spazio alle band prog italiane del terzo millennio: riferimento ad una vendemmia e in prospettiva ingredienti, e Luciano Boero ha la possibilità di è che non è accademico, del tipo “secondo me solo per i nomi, due pagine fitte! Ma allora il punk al vino conseguente. esprimersi nel doppio ruolo di ascoltatore e le cose stanno così”. Ha il taglio di un’inchiesta, non ce l’ha fatta a vincere! Il momento vissuto è ovviamente determinante, musicista. 118 119 Posso solo esprimere i miei sentimenti più intimi, Prog, sia esso ragazzo anagrafico o interiore. quelli a cui accennavo anche in una risposta A-O: Pensiamo che la cosa migliore sia quella RednakS precedente e la speranza è che il mio status possa di impostare la lettura prendendosi il tempo essere rappresentativo. necessario e non saltare di palo in frasca, nel Userò un esempio concreto e personale, così non senso che esiste una linea temporale e razionale si rischia di sbagliare. che va seguita. “Pangea” La musica in genere ha il potere di “rispondere” Non c’è da correre, il libro nasce già “adulto”; al mio mood del momento e ho imparato a sarà una sorpresa per i giovani, sarà in ogni caso soddisfare la domanda interiore reagendo con portatore di esperienze per i più navigati, nella alcuni pulsanti ideali che vado a pigiare amio speranza che gli eventuali commenti costruttivi piacimento. Quando ad esempio ho voglia di non facciano riferimento ad una probabile lettera provare un brivido intenso, quello che parte dal sbagliata in un nome straniero… per mettere collo e percorre tutta la schiena, so di andare sul tutto a posto sarà sufficiente aspettare… una sicuro se ascolto la seconda parte di “The Cinema ristampa! Di Roberto Storace Show” dei Genesis. È un fatto irrazionale, perché Noi ci abbiamo messo tanto impegno e abbiamo non è quello il loro brano che amo maggiormente, sacrificato molto del nostro tempo libero e la speranza è quella di aver dato un piccolo ma conosco la reazione a quella sonorità, ed è un motivo di grande benessere, la gioia a cui forse contributo alla causa. Inizio la mia collaborazione con MAT2020 com- Tracks: facevi riferimento nella domanda. mentando l’album “Pangea”, di RednackS, artista 1. Un lungo viaggio Tutto questo mi accade soprattutto col prog - L: Forse anche noi attempati “proggettari” che non conoscevo e che si è dimostrato una pia- 2. Coffee Milk Blues ma non solo - e so che esiste una vasta scelta possiamo ricevere molto da questo libro. Io lo cevolissima sorpresa. 3. Tra le dune Sancho e Panza nell’ambio della “mia” musica che potrà venire avevo comprato per regalarlo a un giovane, ma Chitarrista acustico di grande talento, padrone di 4. Il Cantico dei Ghiacciai incontro ad ogni mia semplice necessità. sarà la prossima copia che regalerò. Grazie del svariate tecniche esecutive e, soprattutto, ricco 5. Green Eyes Golden Heart vostro impegno. di espressività, pathos, colori, emozioni. 6. L’urlo dei Mwati Mwati L: Il vostro consiglio a chi dovesse acquistare suite A-O: Grazie a te per l’interessamento e la Prima ancora di leggere la sua breve bio, fin dal- divulgazione. la prima traccia mi è balzato agli occhi il forte Breve Biografia ascendente che su di lui ha avuto il compianto e amatissimo, anche da me chiaramente, Michael Hedges, il “Maestro” che ha rivoluzionato la chi- RednakS è un chitarrista e compositore italiano. tarra acustica e influenzato generazioni di chitar- Nato e cresciuto tra l’Italia e la Tunisia, paesi che risti. Così come si sente, in altre tracce, l’influen- ne hanno delineato il carattere e lo stile musica- za dell’altro mostro sacro, Tommy Emmanuel. le, si avvicina alla chitarra all’età di sedici anni Ma evidente è anche il personale, originale con- attraverso diverse influenze musicali, dalle radici tributo tecnico, armonico, melodico, espressivo del blues (Robert Johnson, Howlin Wolf, BB King) di RednackS. alla musica acustica fingerstyle (Michael Hedges, Per la mia sensibilità e per i miei gusti musicali, Beppe Gambetta, Tommy Emmanuel). ho trovato veramente belle e ricche di affasci- Nella sua ricerca e sperimentazione musicale è nanti, esotiche atmosfere la 1° traccia Un- lungo passato dall’Ethno music dei Deers Brothers al viaggio, la 4°- Il Cantico dei Ghiacciaie la 6°- L’ur- Jazz e R&B dei Betty Pop, fino ad arrivare alla lo dei Mwati Mwati. World Music, il genere in cui ha sviluppato piena- Delicata e struggente la 5°- Green Eyes Golden mente la sua personalità. Heart, mentre mi hanno convinto un po’ meno Nel 2019 è uscito il suo primo album “Pagine del la 2° e la 3°. libro delle avventure”, progetto strumentale ispi- Una musica godibilissima e fortemente evocati- rato dai suoi viaggi, raccontati attraverso le- ar va, Bravo RednackS! monie delle sue corde. Nel 2020 è uscito il suo secondo album “Pangea”, opera che consacra il suo cammino nella World Music. Una fragranza di aromi musicali, oltre ogni confine e pregiudizio, i colori dei Continenti e le loro Tradizioni, raccontati in forma musicale. 120 121 a “Seme*” ha in “5 e ¼ Fuori dalla finestra il IL BACIO tempo è dispari” ed in “Animatronica platonica” Tracklist: i momenti di maggiore spicco. La prima perde il 1.Preludio: Il Trapasso DELLA MEDUSA “punch” della versione in studio ma ne guadagna 2.Confessione d’un Amante in raffinatezza e spirito “free”, la seconda, priva 3.Il Vino (Breve delirio del vino) “Animacustica” della sperimentazione elettronica, migliora in 4.La Sonda pathos esecutivo. Notevoli anche le versioni di 5.5 e 1/4 Fuori dalla Finestra il Tempo è Dispari “La sonda” e “Sudamerica” (meno avventurose 6.Animatronica Platonica anche in studio) e dello strumentale “Uthopia… 7.Sudamerica il non luogo”. Anche i tre brani estrapolati 8.Uthopia… il Non Luogo dall’esordio del 2004 (“Scorticamento di Marsia”, 9.Scorticamento di Marsia AMS 2020 ITA “Cantico del poeta errante” e “De luxuria, et de 10.Cantico del Poeta Errante ludo, et de taberna”) non deludono le attese 11.De Luxuria, et De Ludo, et De Taberna anche se, in particolare la prima, privata del 12.Testamento d’un Poeta Di Valentino Butti “tirato” finale risulta un poco penalizzata. Molto piacevole, seppur malinconico, l’inedito da studio “Testamento d’un poeta”. Insomma, con “Animacustica”, la band umbra coglie ancora una volta nel segno. Le esecuzioni sono impeccabili, coinvolgenti ed emozionanti e la delicatezza e la poesia che sgorgano dalle note e dalle liriche non possono che colpirci nel profondo. E, in fondo, è anche per questo che (molta) musica è arte.

Tra le migliori realtà italiane in ambito progressive Speriamo che la band possa mettere queste due degli ultimi quindici anni,Il Bacio della Medusa si tracce inedite a disposizione, almeno, in formato ripresenta con questo live “in acustico” registrato liquido. Il gruppo ci delizia con il meglio, o quasi, in occasione della performance del 19 ottobre della loro produzione che abbraccia ormai più di 2019 al “Trasimeno prog” di Castiglione del Lago. tre lustri. Una versione inedita del gruppo, da sempre La componente emotiva ed emozionale è l’essenza conosciuto per l’energia che caratterizza i loro di questa performance che si manifesta in ogni concerti, molto “fisici”, che qui, invece riscopre brano proposto sin dal trittico iniziale: “Preludio: “l’Animacustica” (come da titolo), presente il trapasso”, “Confessione di un amante” ed “Il talvolta nei brani registrati in studio. Una band vino (Breve delirio del vino)”. Se nelle prime in continua evoluzione che ormai padroneggia due tracce gli arrangiamenti non si discostano con sicurezza e creatività ogni aspetto della troppo dalla versione in studio (anche se manca propria musica: quella più cantautoriale, quella il violino dell’ex Daniele Rinchi) nella versione hard rock, quella jazz-rock o elettronica (come live apprezziamo gli interventi di Eva Morelli e gli in qualche episodio di “Seme*”, l’ultimo album squisiti inserti delle chitarre acustiche di Brozzetti in studio). Ecco, dunque, l’ormai collaudato e Matteucci. Questi ultimi ricamano con classe le sestetto, sul palco di Castiglione del Lago, alle delicate trame proposte dal piano e dalla batteria prese con cinque brani presenti su “Seme*”, di Diego Petrini e dal basso di Federico Caprai. quattro tratti dall’esordio omonimo (risalente Ne “Il vino” abbiamo uno stravolgimento quasi al 2004), due estratti da “Discesa agli inferi di completo del brano. Un divertissent “swingato” un giovane amante” e, a chiudere, un brano con il piano “saltellante” di Diego Petrini, il sax di inedito registrato in studio. Purtroppo, per Eva e la ritmica frizzante. C’è pure spazio per un motivi di spazio (l’album sfiora gli 80 minuti) non accenno de “L’uva fogarina” canzone popolare sono presenti un paio di brani eseguiti quella dedicata alla vendemmia. Il finale è affidato sera e quindi nessuna traccia di “Deus lo vult”. ancora al sax di Eva Morelli. Il doveroso omaggio

122 123 il brano spazia, così, dal rock alla classica con The Clouds”, che dovrebbe, con un arrangiamento THE SAMURAI OF “divertissement” dal profumo jazzato. “Kabane” diverso, apparire nel suo nuovo album solista. Un è un brano malinconico ed umbratile ben cantato pezzo altamente evocativo con il piano e la voce PROG (ed interamente composto) in giapponese delicata di Elisa protagonisti a cui si aggiungono da Yuko Tomiyama. Poco sfruttato, invece, il pregevoli interventi del violino, un “guitar- talento di Ton Scherpenzeel (Kayak), autore della solo” del tuttofare Unruh con Bernard e Pörsti breve e scanzonata “Marigold”, dal gusto quasi solerti e giudiziosi accompagnatori. Insomma, ci “Beyond The Wardrobe” rinascimentale. Ancora Lacagnina (e Bach…) troviamo tra le mani l’ennesimo “signor album” protagonista in “Brandenburg Gate”, con estratti della “combriccola” multinazionale che sembra dal “Concerto Brandeburghese n.1” del Maestro non conoscere “impasse” di sorta, malgrado una Seacrest Oy 2020 MULTINAZIONALE tedesco, con ancora inserti jazz, tanto per gradire. produzione monstre targata 2020… La chiusura è affidata ad una composizione di Elisa Chissà cosa avranno in cantiere per il 2021… Montaldo (Il tempio delle Clessidre), “Washing

Di Valentino Butti

Continua inarrestabile la verve produttiva di e dal “Concerto per piano e orchestra K488 in LA Marco Bernard e Kimmo Pörsti, stavolta come maggiore” di Mozart. Il risultato è ottimale, con la Samurai of Prog con Steve Unruh. Dopo le band che risponde alla grande alle sollecitazioni fatiche di “Gulliver” e “La Tierra”, accreditati di Lacagnina, in particolare con il violino di Unruh, solo ai primi due, e “Wayfarer” del solo Pörsti, strumento più vicino alla “sensibilità” classica. in contemporanea è uscito anche “The Knight & “King of Spades” (testi e musiche di Alessandro The Ghost” a nome “The Guildmaster” (ancora Di Benedetti) ci riconduce a sonorità meno Bernard e Pörsti coadiuvati da ospiti illustri) enfatiche, con il violino ancora ad impreziosire progetto più spostato verso il folk-prog. le trame del gruppo ed un notevole assolo della Il titolo scelto per questo nuovo “Samurai” è chitarra di Carmine Capasso, altro volto ormai “Beyond The Wardrobe”, che si presenta nella noto dell’universo “Samurai”. “Forest Rondò” solita confezione deluxe con uno stuolo di (ad opera di Christian Bideau) è un altro pezzo musicisti protagonisti e nove nuove composizioni. piuttosto articolato con il flauto in evidenza, “Another time”, introdotta dal sax di Marek le tastiere creative dell’autore ed una ritmica Arnold e da atmosfere piuttosto soft, è la traccia possente. Se volessimo individuare una piccola che apre l’album. La voce di Unruh si adagia imperfezione la troveremmo nella mancanza sulle tenui note e, solo dopo il primo refrain, il di una linea melodica “forte”, che possa subito brano si fa più incalzante con i contrappunti del acchiappare l’attenzione dell’ascoltatore: il brano, flauto (ancora Unruh) e del sax. Si respirano poi infatti, si apprezza maggiormente solo dopo retrogusti acustici, con la chitarra classica ela numerosi ascolti… non necessariamente un male! voce che ci conducono delicatamente verso il È poi la volta di un altro strumentale, “Jester’s finale. “Dear Amadeus”, strumentale composto Dance”, la traccia che più mi ha conquistato. da Oliviero Lacagnina, indaga la commistione tra L’autore, Octavio Stampalia, si sbizzarrisce ad rock e musica classica, con estratti dal “Dies Irae” elaborare molteplici temi con le sue tastiere e 124 125 SUBMARINE SILENCE GREAT WIDE NOTHING

“Did swans ever see “Hymns for hungry God?” spirits vol.1”

Autoprodotto 2020 USA Ma.ra.cash records 2020 ITA

Di Valentino Butti Di Valentino Butti

Reduci dall’ottimo “Journey through mine”, uscito tastiere ed un cantato piuttosto enfatico e teatrale. oltre quattro anni fa, eccoci nuovamente a parlare Quando poi, tra un momento acustico e l’altro, della creatura di David Cremoni e Cristiano Roversi, “entra” Roversi con il suo campionario di tastiere i Submarine Silence. “Did swans ever see God?” è si sfiora “il Paradiso” romantico progressive. Buone il quarto album di una discografia, non folta, ma idee emergono anche da “A deeper kind of cumber” di qualità. Il gruppo, oltre alle figure di Roversi che però difetta di una convincente linea melodica (tastiere, basso, pedali bassi) e Cremoni (chitarre risultando così piuttosto penalizzata. Delicatissima, elettriche ed acustiche), vede alla voce ancora per almeno metà della sua durata, “Aftereffect”, Ad un anno di distanza dal riuscito “The view qualità, ma che non dominano sugli altri. Brani Guillermo Gonzales e ospiti come Valerio Michetti che poi deflagra in un variopinto quadro sonoro from Olympus” ritorna il terzetto statunitense freschi e vivaci, dal buon “punch”, molto sinfonici (batteria), Davide Marani (vocalist in un brano), con un efficace e romantico “guitar-solo” di dei Great Wide Nothing. L’album, intitolato quando comandano le tastiere di Porper, più hard Alberto Zanetti (suo il “solo” di chitarra elettrica Cremoni, prima di continuare a carezzarci con “Hymns for hungry spirits vol. 1”, autoprodotto e diretti quando predominano i riff della chitarra in “A deeper of cumber”) e Manuela Milanese chitarre arpeggiate e tastiere lontane. L’album si come del resto l’esordio, vede il trio composto di Graham. Il tutto coinvolgendo una ritmica (cantante aggiuntiva in tre brani). Il nuovo lavoro chiude con “Echoes of silence. Part 2: The answer”, da Daniel Graham (basso, chitarre, voce), Dylan rocciosa come, ad esempio, in “Superhero” non delude le attese, richiamando le raffinate pezzo ritmicamente composito, ben interpretato Porper (tastiere) e Jeff Matthews (batteria) alle che ricorda non poco (seppur con le debite sonorità “Genesis” o anche le carriere soliste di da Manuela Milanese ( col contributo anche di prese con sette nuovi brani che ricalcano, seppur proporzioni) i Rush della prima metà degli anni Hackett e Phillips con, però, gusto e personalità Gonzales) ed abbellita dalle chitarre acustiche e in parte, il sound proposto nel loro primo lavoro. ’80 e nella successiva “Promised land” ancora proprie. I sei brani, tutti curatissimi, ricchi di da guizzi sinfonici decisamente incantevoli. Buone, Ecco, dunque, pezzi dalle spiccate qualità più scolpita nel granito. Punto esclamativo per i momenti strumentali dalla costruzione certosina e stavolta, le trame melodiche. Il brano si chiude sofisticata, si giovano anche di un “signor” cantante con un grintoso Cremoni alla chitarra elettrica. melodiche che “prendono” subito, intrecci nove minuti di “Stars apart” dove la band trova la nella figura di Guillermo Gonzales. Tuttavia, accade Confessiamo che le aspettative per “Did swans strumentali sufficientemente elaborati ed un perfetta alchimia ed il giusto feeling tra le trame talvolta che le linee melodiche risultino non troppo ever see God?” erano, almeno per chi scrive, “flavour” tipicamente americano nei suoni che strumentali e le sezioni cantate. Circoletto rosso, efficaci e di non “facile” presa e ciò condiziona, in davvero elevate vista l’eccellente qualità del suo ricordano gli Spock’s Beard senza enfatizzarne gli infine, per la conclusiva “The best we can do is parte, l’ascolto. Gli incastri di chitarre acustiche a predecessore. L’album raggiunge punte davvero accenti più heavy. laugh”, dinamica, refrain orecchiabile, esemplare sei e a dodici corde, le tastiere, mai “tronfie” o alla pregevoli, con una padronanza strumentale Non stiamo ovviamente parlando dell’album assolo di synth; insomma. un “bigino” di new ricerca di artificiosi effetti, sono costantemente al invidiabile, un suono coeso e “pieno” ed un gusto dell’anno, ma di un lavoro piacevole, molto prog sinfonico di ottima qualità. “Hymns for servizio del brano così come le dinamiche ritmiche per “il bello” estetico decisamente apprezzabile, coinvolgente e che potrebbe conquistare una hungry spirits vol.1” è un album gradevolissimo, sono sempre ben congegnate ed efficaci. Gli undici ma, per il rispetto che nutriamo per il progetto fetta di progsters, magari più tradizionalista e con molti spunti apprezzabili e consigliabile, minuti scarsi di “Undone” sono il perfetto esempio Submarine Silence, non possiamo che “invitarli” a meno “concettuale”, ma non per questo di serie senza remore, ai new progsters italiani e non. di quanto sinora esposto; il brano raggiunge il curare maggiormente le linee melodiche vocali per B. suo apice nel lungo “solo” elettrico di Cremoni e un, auspicabile, ulteriore step verso l’eccellenza. A differenza di “The view from Olympus”, che nel duetto vocale Gonzales/Milanese. Tra i pezzi Per ora ci accontentiamo… ed è un bel appagarsi, presentava una splendida e lunga suite finale più convincenti segnalo “Runaway strain” con un intendiamoci. (la title track), quest’ultima fatica risulta più intro al fulmicotone, ritmica pressante, tappeti di omogenea e compatta, con brani sempre di 126 127 fattura. “Saphira” si muove ancora tra Yes e ha un avvio frizzante con tastiere e chitarre che TIMELIGHT Gentle Giant, con cori, buone melodie, intermezzi si intersecano impetuose, un bel lavoro di basso del flauto e ritmiche scorrevoli. Spettacolare e le abituali e vincenti melodie vocali. Fanno il crescendo e pirotecnico finale. La capacità capolino anche il flauto, le chitarre acustiche ed di alternare sapientemente ricche partiture il piano ad aumentare la tensione emotiva del “Selah!” strumentali ed incastri vocali di prim’ordine brano che si sposta verso lidi cari ai primissimi è uno dei punti di forza del duo statunitense e Genesis. I synth riportano frenesia al pezzo come contribuisce a rendere gradevole ogni momento pure il notevole e lungo guitar-solo appena della loro proposta. Con “The goddess liberty” successivo. Convince anche il finale, appannaggio Autoprodotto 2020 USA scopriamo l’anima acustica dei Timelight con delle voci di Rudolf e Murvihill. Il secondo lavoro chitarre arpeggiate e flauto ad accompagnare dei Timelight, insomma, ci lascia ampiamente la voce. Poi il brano si increspa con hammond soddisfatti, le qualità del duo sono innegabili e le pesante, ritmiche e tastiere variegate. Più breve, sei composizioni si ascoltano con grande piacere. circa cinque minuti, “Wings of fire”, con sempre i La capacità di fare proprio il sound “storico” dei Di Valentino Butti cori in evidenza e un bel solo di synth bissato da ’70 ed attualizzarlo e pure rinvigorirlo con spunti quello dell’elettrica. Nel complesso un brano che personali sono motivi più che sufficienti per scivola via, fresco, ma nulla più. “Past departure” promuoverli abbondantemente.

La copertina del cd, piuttosto anonima, non invita certo a dare molto credito al secondo lavoro del duo “Timelight” dal titolo “Selah”. Ma amando il prog statunitense ho dato fiducia a Chris Rudolf (chitarre, tastiere, basso e voce) e a Ron Murvihill (tastiere, flauto, voce e programmazione batteria), aiutati in tre pezzi dal bassista Ian Siegel. Così la traccia iniziale, nonché title track, mi ha convinto ad approfondire l’ascolto dell’album che si è rivelato una piacevole sorpresa. Anche l’uso della batteria programmata poteva dare adito a qualche ulteriore dubbio, ma nel complesso il suo utilizzo si rivela soddisfacente e piuttosto vario. Sei sono i brani che compongono il lavoro, cinque dei quali oltre i dieci minuti di durata, mentre uno sfiora i cinque. È proprio il brano che dà il titolo all’album ad inaugurare l’opera: un florilegio di prog d’annata che attraversa l’universo Gentle Giant, per le sezioni vocali e le intricate costruzioni ritmiche, per ricordare poi anche gli Yes dei primi album (l’uso dello hammond e le aperture sinfoniche) ed entrare in orbita “romantica” nel delicato finale. Insomma, un inizio davvero convincente. “Taken” stenta a decollare ma, quando prende quota le sezioni strumentali con chitarre e tastiere sono senz’altro di buona 128 129 quella a me carissima del blues afroamericano voci ben armonizzate mentre si intrecciano FARO ma quella ben radicata nella cultura post o forse ripetendo instancabilmente nel finale il tema per ancora più preromantica europea (tanto da la successiva “December”, brano che racconta riportarmi quasi al sentire dello “sturm un drang” di sopravvissuti, perduti nel freddo dicembre di preottocentesco, letteralmente “tempesta e un’era successiva ad una apocalisse nucleare … “Luminance” impeto”), superando i riferimenti di genere tipici “I remember the cold of light in a cold december, della musica rock. you remember the call of light, mesmerized life. Il sound è ben articolato sui diversi piani sonori, Don’t control the complication for a mental joke, risultando allo stesso tempo diretto quanto in a cold december you will colorize, can’t control riverberato e ricco di echi che ci immergono the complication (mesmerized)” / “Ricordo totalmente in spazi dilatati, quasi come se il freddo della luce in un freddo dicembre, tu stessimo partecipando a un grande live. La ricordi il richiamo della luce, vita ipnotizzata. ricchezza delle parti strumentali è evidente Non è possibile controllare la complicazione quanto essenziale e come in tutti i brani successivi per uno scherzo della mente, in un freddo Di Mario Eugenio Cominotti priva di orpelli, virtuosismi e assoli rindondanti, dicembre colorerai, non è possibile controllare la tanto che i caratteri progressive non sono mai complicazione (ipnotizzato)” legati alla lunghezza dei brani, sempre ben “Lucas” è invece un’accorata ballad, storia di inferiore ai cinque minuti, quanto alla ricercata amore, sofferenza e dolore, delicatamente libertà espressiva. Questo primo brano può e intensamente carica di emozioni, sempre quindi già essere considerato sotto ogni aspetto fonti primarie di ispirazione per la musica dei un vero e proprio manifesto progettuale dei FARO. Le sonorità e le ritmiche rimangono però FARO, almeno come fotografato nel momento ampie e poderose come in ogni altra traccia evolutivo attuale. caratterizzando ancora lo stile tipico dei FARO, con Il FARO torna a risplendere sul mare del quali è coautore insieme a Rocco De Simone: Nel secondo brano, “Fragments”, già secondo le belle ed espressive voci armonizzate sempre progressive metal con rinata e intensa bellezza “Pure”, che apre maestosamente l’album, singolo della Band nel 2018, il protagonista è il più in evidenza, come nella successiva “Tears”, dopo ben nove anni dai primi vividi bagliori. Dopo seguito da “Fragments” e “Down”. Tutti gli altri tempo e il suo scorrere nel continuo mutamento, brano di grande atmosfera delicatamente intriso il primo album, “Gemini”, prodotto nel 2011, brani sono stati composti dal duo attuale, nel uno dei temi più cari ai FARO, insieme a tutto di romantica tristezza … “The sky in my eyes. We i FARO pubblicano con l’etichetta Andromeda tempo sempre più affiatato e costituito da Rocco ciò che riguarda l’uomo e le sue sofferenze, need the end of words ... The sky in your eyes. Relix il loro secondo bel lavoro, “Luminance”, De Simone e Angelo Troiano, a partire dalla aspirazioni e paure: crescita, morte, luce, We need the end of the war...” frutto di una lunga evoluzione e maturazione che stupenda “Autumn” fino a “Luminance”, title rinascita … Meglio ancora è possibile apprezzare “Down” è un gran brano, strutturato e sviluppato ha notevolmente ampliato il linguaggio creativo track che chiude degnamente questo bell’album, l’intensità emotiva e la bellezza di questo brano in modo estremamente elaborato e ricco di e gli orizzonti della band, anche oltre i confini sempre coerente per stile e tematiche, tanto da nel video ben realizzato e montato a ottimi continui colpi di scena, dalla delicatissima del genere di riferimento iniziale, conservando rasentare il concept, spesso quasi sottinteso, livelli tecnici ed estetici (in alcuni passaggi apertura affidata agli arpeggi delle chitarre che sempre grande impatto e sviluppando una ricca quanto apprezzabile, diretto ed emozionante ad il riferimento e l’omaggio a Kubrik è per me introducono l’ingresso della voce solista che poetica espressiva. ogni riascolto in tutte le sue sfaccettature e livelli evidente) da Giacomo Pasquali e Lorenzo inizia a narrare, ai continui e improvvisi cambi del Nella Line Up attuale dei Faro, nata nel 2007 e di lettura. Puglielli, facilmente reperibile in rete. Il video, che sound e delle ritmiche, tra riff di chitarra elettrica cresciuta nell’ambito metropolitano abruzzese L’album parte subito con la grande forza sviluppa perfettamente i contenuti delle liriche di lenti e tenebrosi, stacchi repentini e drammatici (Chieti-Pescara), della formazione originale evocativa diPure “ ”, introdotto come molti dei “Fragments”, è un vero e proprio cortometraggio e momenti ancora più scuri, dove la voce esplora rimane il solo Rocco De Simone (Voce e tastiere), brani dei FARO da un cristallino arpeggio di ricco di simboli affascinanti (l’acqua, l’orologio, il nuove profondità fino a concludere e spegnere il insieme al vecchio amico Angelo Troiano chitarra elettrica, subito seguito dall’ingresso cerchio, le polaroid e le tessere del puzzle nella racconto tra gli echi che si perdono in lontananza, (Chitarre, basso, tastiere, programmazione), della ritmica potente e ben definita caratteristica tazza a colazione...) e personaggi (il Ragazzo, il come in una immensa caverna. entrato a far parte dei Faro nel 2015, con il della band, quanto da incalzanti riff elettrici, Vecchio Ragazzo, il Giovane Ragazzo, la Musa …), Trovo “Autumn” un brano meraviglioso, nella sua quale, insieme a Fabrizio Basco (Chitarra, basso a tratti anche travolgenti, che sostengono lo il racconto si sviluppa circolarmente in sequenze poetica fragilità e introspettiva tristezza. Autumn è e tastiere), già nella formazione originaria, è sviluppo di tutto il brano oltre alle voci, ognuna surreali parallelamente allo scorrere della il brano di questo album che preferisco riascoltare iniziato il lavoro di costruzione di “Luminance”. caratterizzata dal timbro limpidissimo di Rocco musica, fin dall’inizio, ancora una volta affidato e che trovo il più riuscito sotto ogni aspetto, dalla La realizzazione del nuovo album è però nei diversi registri, plasmate per incrociarsi in a un limpido arpeggio di chitarra che ritorna poetica del testo e dell’interpretazione vocale, proseguita in duo dopo un paio di anni a causa tessiture e armonizzazioni espressivamente trasformandosi e ripetendosi in dissolvenza nella alla scrittura, composizione e arrangiamento di dell’abbandono della band da parte di Fabrizio efficacissime. Dark potente ed emozionante conclusione. tutte le parti strumentali e delle polifonie vocali. Basco, che in ogni caso rimane ben presente quello dei FARO, echi di nostalgia e romanticismo Ritmiche serrate e incalzanti che sostengono “La stagione, l’ultima neve... vogliamo avere gli nell’album nei tre brani registrati con i FARO dei pieni di passione, tristezza poetica, certo non 130 131 strumenti in modo tale da non dover morire... è per me inevitabilmente quella magicamente lavoro realizzato con “Luminance”, una volta le parti vocali o cori veri e propri? Spero che la Prega, oggi mi hai mostrato il tuo fallimento... straniante delle sequenze iniziali de “Lo stato superato questa ormai drammatica e storica sfida sia stimolante e che venga positivamente La vergogna, il vetro rispecchia il mio dolore... delle cose”, indimenticabile film cult di Wim crisi generata dal COVID, virus letale non ancora raccolta dai FARO e sono certo, come sempre, Solo petali di rosa in una pagina della mia vita” Wenders. sconfitto e debellato dopo oltre un anno. che quando la materia prima musicale è di alta ...Altro genere, altro mondo ma forse nello stesso Certamente per portare questo lavoro su un qualità come nel caso di “Luminance”, portarla universo, e la rosa evocata nel testo dei Faro non Concluso così l’ascolto di “Luminance”, vorrei palco saranno necessarie scelte e soluzioni non dallo studio di registrazione al live non può che può non ricordarmi almeno a livello emotivo uno aggiungere qualche considerazione su alcuni facili e forse dolorose, legate anche al budget aumentarne ulteriormente il valore per il piacere dei brani che mi sono più magicamente cari, la aspetti tecnici, tornando soprattutto al suono a disposizione: basi o altri musicisti a sostegno di noi tutti ... Buon ascolto. “A Rose” di Ryuichy Sakamoto e Arto Lindsay estremamente curato di questo bel lavoro del duo? Nuovi arrangiamenti, soprattutto per nell’album capolavoro “Beauty” ... “Può una rosa dei FARO, dichiaratamente uno degli obiettivi perdere il suo colore - nella pioggia?”. Anche nel primari della band, quanto fondamentale per caso di Autumn suggerisco il video del brano, la resa espressiva e la firma stilistica del loro sempre facilmente reperibile in rete, minimalista percorso artistico. Innanzitutto, è necessario e low budget quanto fulminante per efficacia rendere merito all’eccellente lavoro di missaggio ed eleganza estetica, interamente costruito realizzato dal tecnico del suono Giampiero sul testo che scorre insieme alla musica in Ulacco di Hologram Studio, che a detta dello sovraimpressione su di una unica bella immagine stesso Rocco De Simone “ha capito fin da subito fotografica autunnale quasi monocromatica quale doveva essere il suono più adatto a noi e (rami che si perdono nella nebbia) e che si è superato, ogni volta che gli consegnavamo presumo realizzata da Rocco De Simone - “...la un brano ci riconsegnava un capolavoro di musica mi ha salvato la vita, la fotografia me l’ha ingegneria del suono, è il nostro terzo uomo”. resa migliore “ - autore anche della bella foto di Ascoltando l’album tutto d’un fiato copertina dell’album. dimentichiamo inoltre molto presto di avere Conclude l’album la Title Track “Luminance”, a che fare col lavoro “fatto in casa”, pur con a sempre stilisticamente coerente con tutto il disposizione tutta la tecnologia attuale, da soli restante materiale di questo album davvero due musicisti, al massimo tre in alcuni brani. La compatto, ma che vuole esserne il degno epilogo definizione, la bellezza e la presenza dei suoni, mantenendo le aspettative tipiche del “pezzone” nonostante l’articolazione sui diversi piani sonori, finale: il brano è ritmicamente incalzante già anche i più lontani e reverberati, ci fa ritrovare di dall’inizio, marcato dalle sonorità delle chitarre fronte a una potente band su un grande palco, elettriche sul quale questa volta risaltano tra immersi in un concerto all’aperto, tra mille luci, le voci quelle dai registri più caldi e profondi tanta gente e continue emozioni. Ancora più (davvero molto versatile la bella vocalità di difficile da credere è l’assenza nelle registrazioni Rocco De Simone, oltre che in continua crescita di un vero batterista con i suoi tamburi: il groove ed evoluzione nella ricerca stilistica personale e trascinante e incalzante e i timbri micidiali della nel controllo), fino al reiterato ritornello finale classica accoppiata cassa / rullante (da tempo che sfumando non lascia scampo all’ascoltatore, non sentivo suoni così robusti e allo stesso stampandosi nella sua memoria: “Chiami, tu tempo “musicali”) sono esclusivamente frutto mi chiami. Trova, tu mi trovi. Guida di nuovo del gran lavoro di programmazione ritmicamente verso la luce. Nel vuoto dello spazio. Splende iperrealista di Angelo Troiano e del missaggio di in una stagione nera. Sorridi, guarda la tua Giampiero Ulacco. luminanza. Le ombre sono sbiadite. Splende in Alla fine rimane per me l’intenso desiderio una stagione nera”. Anche in questo caso trovo di assaporare la musica dei FARO in un vero perfetto nella sua essenzialità il video del brano, grande concerto e, perchè no, magari poterne ancora semplicemente realizzato con i testi del riprendere qualche sequenza con la mia action brano che scorrono su di una unica immagine cam oltre che in ogni caso recensire a dovere continuamente colpita da bagliori – figure l’evento live per i lettori di MAT2020. Conto distanti stagliate nell’orizzonte di un deserto che il prossimo obiettivo dei FARO sia proprio post apocalittico –, l’atmosfera che mi richiama portare in un bel Tour live tutto questo gran 132 133 tre a Daniele. Data la lunga cavalcata del basso, solo per fermarsi all’aspetto musicale, perché in DANIELE SOLLO si conferma l’impressione che Sollo abbia voluto realtà ci sarebbe da restarne colpiti anche per sì mettersi al servizio degli altri musicisti, ma -an quello concettuale testuale. che costruire buona parte delle melodie col suo “Order and disOrder” si ispira all’opera scientifica strumento, sempre in primo piano, solidissimo di Wilhelm Reich, importante medico e psichia- “Order and disOrder” ritmico ma molto variegato ed espressivo. tra allievo di Freud dei primi del ‘900, con il suo Le due lunghe suite “A Journey” e “Anytime, concetto di energia vitale. Questo dà ai testi una Anyplace”, entrambe vocalizzate da Corvaglia, ri- unione nella loro concezione, che assieme alle tornano corali nella loro complessità esecutiva e sonorità mettono ordine nel disordine stilistico, melodica. È sempre Daniele col suo basso prefe- in un’alternanza che si rincorre per tutta l’opera. EP rito a condurre i giochi e a intrecciare assoli, ben Infine, torniamo pure al discorso iniziale: definire seguito dalla bravura e l’esperienza degli altri Progressive questo disco solo perché è suonato elementi. Forse sono soprattutto questi brani da da personaggi di spicco del settore, è ammettere oltre undici minuti l’uno che rendono ben chiaro di non aver ben capito che qui si deve andare ben il concetto di come si possa creare un ordine ec- oltre le definizioni. Di Max Polis cellente da un disordine di idee e influenze. Chiamiamola piuttosto Musica di pregio, molto Tra le due c’è la archeggiante scheranizzata (nel espressiva e coinvolgente, che non può fare a senso di arrangiata da Scherani) “In My Arms”: meno di lasciare il segno. ariosa, sinfonica e con la voce di Zuffanti a deline- are un pathos e una rilassatezza diversi, conditi Order and disorder La forza di certi ambienti progressivi, che ci ten- Höstsonaten, dove ha incontrato molti di loro. sempre dalle note di Daniele. Daniele Sollo - Pa- gono a fare musica di pregio con risultati sonori Chi conosce questa straordinaria formazione sa Infine, lui si è tenuto per sé l’ultimo brano “ vane In F# Minor di un certo interesse, è che si cerca di far sorge- anche di non potersi aspettare canoni predefi- ”, riproposizione di un’opera del 01 11-IX-1683 re collaborazioni tra artisti di livello, complici le niti, musica scontata. È proprio di questi artisti tardo ‘800 di Gabriel Fauré, dove il suo fretless è 02 Turn Left conoscenze personali. È così che spesso i singoli, sapersi destreggiare, contaminare, rendere un protagonista nello svolgimento delle piacevoli e 03 A Journey nel realizzare i propri lavori solisti, si fanno aiu- apparente disordine di stili e influenze molto -or ariose armonie che vi si odorano. 04 In My Arms tare da una cerchia di amicizie di spessore. Ecco dinato, in brani dalla notevole musicalità e fasci- 05 Anytime, Anyplace Non stupitevi se in fondo al CD vi scoprirete a 06 Pavane In F# Minor quindi che Daniele Sollo, nella sua ultima opera no, oltre che dall’ottima esecuzione. “Order and disOrder”, ha chiamato attorno a sé farlo subito ripartire daccapo (io sono alla quar- amici musicisti molto noti per la loro bravura e Davide in tutto questo è un po’ come se dirigesse ta volta oggi, e non solo per recensirlo). Ci vuole anche per la voglia di suonare e collaborare con una nutrita orchestra, dando loro modo di espri- davvero tempo per creare ordine dal caos, quin- gli altri. Nel CD abbiamo quindi, chiaramente mersi a volontà, di creare, di affiancarlo senza di è normale che se ne vogliano scoprire nuove strade, nuovi aspetti, nuovi dettagli. E questo senza metterli in ordine di importanza: Alessan- limiti. Già sapere di star per ascoltare brani arric- dro Corvaglia, Fabio Zuffanti, Marco Dogliotti, chiti dalle voci potenti ed espressive dei tre sun- Stefano Agnini, Domenico Cataldo, Luca Sche- nominati, è qualcosa che mette molta curiosità e rani, Jason Rubenstein, Samuele Dotti, Maurizio lascia presagire un lavoro molto variegato. Berti e Valerio Lucantoni. I primi tre sono quelli che hanno dato la voce, Si parte subito con “11-IX-1683”, la data della ce- mentre Daniele si è occupato di bassi, chitarra e leberrima battaglia di Vienna tra austriaci e otto- tastiere, facendosi aiutare soprattutto da Catal- mani, dove si sentono già gli elementi più carat- do per gli arrangiamenti; gli altri sono ognuno al terizzanti dell’album, ovvero le ottime melodie proprio strumento. tessute da Daniele col suo basso, il deciso impat- Con un simile schieramento di musicisti, princi- to delle vocalità (qui con Dogliotti) e le armonie palmente vocati al Progressive rock, quale dire- sempre sospese tra ordine e disordine, ovvero zione sonora può essere posta nella lotta tra or- tra una forte contaminazione di suoni e influenze dine e disordine? stilistiche, a cui l’autore dà ordine nella comples- sa intelaiatura che si dipana per tutta l’opera, riu- Iniziando dalla copertina, un accattivante dise- scendo veramente a coinvolgere ed emozionare gno di Fabio D’Auria (Marvel, Bonelli…) che ritrae chi ascolta. il bassista mentre accade un po’ di tutto, si sco- Il secondo brano “Turn Left” vede solo due per- pre che Sollo ha fatto anche parte del progetto sone a suonare, cioè Rubenstein alle tastiere ol- 134 135 tronica e di acustica, che costruisce un ponte vir- Brani: NICOLA DI GIA’ tuale sopra quaranta anni di tecnologia e che ab- braccia tutte le passioni della sua vita musicale. 1. Blessed

“Blessed” − Antonello: “Perché quelle tre cover, come 2. Don Carlos le hai scelte? 3. Dieci piccoli indiani − Nicola: “Tre piccoli indiani” è uno dei 4. Kyme’ pezzi che preferisco dei Matia Bazar. Mi VIDEORADIO incuriosiva ed affascinava l’armonia, vo- 5. Sand at Sunset levo riprodurla con la chitarra e alla fine ci sono riuscito, ricevendo anche i compli- 6. E mi viene da pensare menti di Sergio Cossu, che l’aveva scritta. 7. C’è chi nasce donna “E mi viene da pensare” è uno dei brani Di Antonello Giovannelli che mi trovo più spesso a suonare sul di- 8. Tex Mex vano. È un omaggio al Banco e a Rodolfo, cui tutto il CD è dedicato. “C’è chi nasce 9. Spring Time donna”, invece, è venuto fuori per caso: stavo cercando la chiusura di “E mi viene da pensare” quando, gira e rigira, è venu- Al suo debutto come solista, Nicola di Già ci col- tiato, durante il quale Vittorio Nocenzi gliave- to fuori l’arpeggio di Solieri. Per ragioni di pisce positivamente per la piacevolezza delle sue va proposto di affiancarsi a Rodolfo Maltese nei opportunità, ho preferito presentarlo a sé composizioni e delle tre cover che ha incluso in concerti. Da quel momento… nulla è stato più lo stante. Ho voluto anche rendere omaggio, BLESSED, CD realizzato completamente “in pro- stesso, e Nicola è diventato un membro della fa- con il brano “Don Carlos”, al grande Carlos prio”, fino alla produzione. Nicola ci ha raccon- miglia del Banco. Santana. Doveroso!” tato la sua storia da musicista, per certi aspetti singolare. Appassionato in giovane età della New Tutto prosegue a gonfie vele fino al fatidico- mar Wave, e poi dei Duran Duran, dei Depeche Mode, zo 2020, quando l’ora del lockdown scatta non di Davide Bowie e della musica elettronica degli appena acquistata una costosissima chitarra Ma- anni ’80-‘90, non riesce proprio ad apprezzare il ton, giusto il giorno dopo! progressive del Banco del Mutuo Soccorso, per il In lockdown, con una nuova e prestigiosa chitar- quale prova anzi una sorta di rigetto a causa della ra acustica in mano, Nicola di Già fa la cosa più insistenza con cui veniva “sponsorizzato” da tutti giusta: la utilizza al meglio per realizzare il suo i suoi colleghi e conoscenti. Non da ultimo da suo primo album. padre, cantante, per accompagnare il quale ave- va iniziato a suonare la chitarra spaziando su di- Sceglie una soluzione molto coraggiosa, quella di versi generi musicali. In quel periodo è maturata suonare tutto da solo, con l’accompagnamento la sua passione per Santana, al quale è dedicato di una drum machine, la mitica TR808 Roland del uno dei brani del suo album, “Don Carlos”. Non 1980, di un basso synth Roland JX e della chitarra nasce quindi chitarrista acustico, ma lo diventa, elettrica Telecaster. E del divano. Nicola non ha in- quasi casualmente e per una sorta di “nemesi”, seguito lo stereotipo del “guitar hero”, ha voluto nel Banco del Mutuo Soccorso, sotto la guida del piuttosto sublimare un momento di tranquillità, compianto Rodolfo Maltese - cui l’album è de- di calma, in nove tracce che hanno il solo scopo dicato - che gli consente di approfondire ed ap- di raccontare il suo modo di suonare e di conce- prezzare il mondo della chitarra acustica. pire la musica. Ha prodotto un CD innanzi tutto per sé stesso, e per farsi ascoltare. Il suo mon- Per il Banco aveva accettato con grande slancio do sonoro e musicale è tutto ben rappresentato (nonostante non fosse stata proprio la sua pas- nelle sei composizioni originali e nelle tre cover: sione giovanile, come abbiamo detto) un lavoro le atmosfere mediterranee, il rock americano, di produzione per “Imago Mundi”, brano nato l’elettronica pop dei Kraftwerk. Stile essenziale, dalla collaborazione del Banco con Franco Bat- lineare, originale anche per il curioso mix di elet- 136 137 THE BLACK armonia e atmosfera grevi. The Black - Ars Metal Mentis Potremmo quasi dire che le promesse della co- 01 Praesagium ver, un’inquietante opera medievale, sono man- 02 Marius Donati tenute in tutte le dodici canzoni. IThe Black sono 03 Ars Metal Mentis “Ars Metal Mentis” stati tra i primi in Italia a realizzare questo genere 04 F. P. Tosti di Metal così tenebroso e carico di pathos. Mario 05 Museum e gli altri non ci vogliono certo stupire con assoli 06 Lupi Fortes stratosferici o cantati d’effetto a toni inarrivabili: 07 Mala Tempora il loro è un approccio piuttosto sincero al gene- 08 Decameron BWR re, spontaneo, senza uscire da quei canoni così 09 Castrum Pesculum ben tracciati nel corso degli anni. A sentir can- 10 Immota Manet tare in latino dall’inizio alla fine, con testi co- 11 Cerbero munque semplici e dalla linea vocale piuttosto 12 Aternum pulita, sembra davvero che ci vogliano far stare Di Max Polis per un’ora in una cattedrale buia e dalle altissime volte a sesto acuto, ad assistere a una classica li- turgia che non può deludere tutti gli appassionati di questi stilemi.

Dopo più di 30 anni di formazione e più di dieci album fatti uscire, i The Black nel 2020 pubbli- Il primo brano “Praesagium” è di introduzione, cano “Ars Metal Mentis” con Black Widow Re- organo gotico potente e incisivo, sonorità che cords, che li segue da più di 25 anni. Dopo di- colpisce subito e fa immaginare di essere entrati versi cambi la formazione è composta dal leader in qualche scura e fredda cattedrale. Ve lo dico d’esperienza Mario Di Donato - chitarra e voce subito, anche l’ultimo brano “Aternum”, dove -, Cristiano Lo Medico al basso e Gianluca Brac- l’organo viene ogni tanto ornato da qualche col- ciale alla batteria, più uno special guest che tutti po di batteria, è fatto dalla stessa storica mano conoscete, di cui parleremo in seguito. che da più di 50 anni è nota al pubblico del Rock Progressivo italiano, e cioè da Tony Pagliuca. Il gruppo è ormai specializzato da lungo tempo Questo lascia capire che Mario e gli altri hanno nelle arti del metallo, vista la lunga attività che poca voglia di scherzare sulla loro creatura, l’im- affonda negli anni ‘80. Ma più che essere figli di pegno c’è e si sente. quella NWOBHM che ha lasciato grandi solchi nei Dal secondo brano “Marius Donati” inizia l’opera cuori degli amanti del Metal di tutto il mondo, della band nel tracciare l’ambientazione sonora ascoltando le loro note si capisce che provengo- del disco, come detto appunto un Metal doom, no ancora da più lontano, da quegli anni ‘70 in stoner, solido e potente, molto old style, ben cui i termini stoner o doom non venivano ancora suonato ma senza voler strafare e stupire con usati. alte velocità o eccessi di gravità. Il richiamo a influssi gotici, scuri, gravi, è evidente In realtà non serve nemmeno molto scendere in fin da subito e pervade tutto l’album, sicuramen- dettaglio su ogni brano, i cui titoli sono perfet- te complice l’azzeccata volontà di utilizzare una tamente a tema, in quanto “Ars Metal Mentis” lingua che non molti mettono in musica, in quan- è solidamente costruito con le sue impalcature to dà un tono particolare agli intenti e colora le che possono variare di ritmo e melodia, ma con- atmosfere di una certa solennità. servano i principali elementi caratteristici, quali 138 139