BIBLIOTECA Maria Roberta Novielli Animerama Storia Del Cinema D’Animazione Giapponese Prefazione Di Giannalberto Bendazzi
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BIBLIOTECA Maria Roberta Novielli Animerama Storia del cinema d’animazione giapponese prefazione di Giannalberto Bendazzi Marsilio INDICE 7 Prefazione di Giannalberto Bendazzi 11 Premessa animerama Università Ca’ Foscari di Venezia, Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali 15 Avvertenze 17 Le origini 20 Nel segno dei manga 22 Gli esordi dei disegni animati 26 Benshi: le voci del cinema 31 Immaginari animati 33 Le prime regolamentazioni 34 L’arte di sperimentare 36 Animatori alla ribalta 42 L’America è un modello, anzi no 46 La diversificazione in generi 53 Venti di guerra 54 Il Prokino e la Dōeisha di Kyoto 56 Le specificità della jo 58 Eroi © 2014 by Marsilio Editori® s.p.a. in Venezia 65 Nel segno dell’horror 68 Il cinema di propaganda - Kokusaku eiga Prima edizione: gennaio 2015 73 Masaoka Kenzō: una visione personale 74 All’apice della gloria ISBN 978-88-317-2047-2 www.marsilioeditori.it 81 Un nuovo mondo 84 Ricostruzione Realizzazione editoriale: Studio Polo 1116, Venezia 86 Il dopoguerra si “anima” 5 indice 88 Dagli scioperi al red purge: due interpretazioni della democrazia 90 Una via personale: i successi internazionali di Ōfuji Noburō 92 Puppet animation 94 La svolta 97 Alieni dal mondo di Tezuka Osamu PREFAZIONE 100 Nasce la Tōei 107 Gli anni dello sperimentalismo 112 “Il gruppo dei tre animatori” 119 Il Sōgetsu Kaikan: fermento di indipendenza 122 Le Olimpiadi di Tokyo 124 Eroi dal passato 126 Gli indipendenti della puppet animation 132 I lungometraggi della Tōei 137 Esotico, erotico 145 Simulacri «ll Giappone è un mondo a parte – una Galápagos culturale in cui sbocciò una civiltà unica, la quale vive oggi in armoniosi contrasti 147 Arrivano i mostri! di tradizionale e di moderno. Situati all’estremità orientale della Via 151 Horror dalla mitologia e dall’Occidente 159 Epica, mistero, magia, erotismo: le eroine oltre il romanticismo della Seta e pronti a trarre influenze da tutto il continente, i giappo- 163 Gli indipendenti, un’alternativa al mainstream nesi hanno speso millenni acquisendo e raffinando i doni culturali 171 Yamamura Kōji, il mago della forma dell’Asia per produrre qualcosa di distintamente proprio. I visitatori 175 Le ultime sperimentazioni di Tezuka Osamu si trovano ammaliati da una cultura che è di volta in volta bella, in- 179 I maestri dal mondo della puppet animation sondabile e decisamente strana». Parole lucide, centrate. Che peral- tro non vengono dalla capacità di sintesi di uno storico specializzato, 189 “Alone, not lonely”: la generazione x alla conquista del mondo ma più popolarmente dalla vendutissima guida turistica australiana 191 Il mondo incantato di Miyazawa Kenji Lonely Planet. 195 La nascita dello Studio Ghibli Che cosa dedurne? Che siamo di fronte, qui, a una verità diffusa. 205 Visioni post-apocalittiche Che non solo per gli italiani ma per tutti i non-giapponesi quella cul- 214 Fake dolls, fake girls: tecno-sessualità e post-gender tura è «unica», «distintamente propria», «bella, insondabile e deci- 218 L’importante è combattere! samente strana». 224 La mente, la memoria 227 Realtà oggettiva e soggettiva: il cinema di Kon Satoshi Pensando al nostro tema, l’animazione, a chi non è accaduto di 233 Le shōjo del 2000 conquistano il mondo domandarsi – senza risposta – che cosa vi fosse di profondamente, 237 Miyazaki si congeda: l’inizio della fine dello Studio Ghibli? di squisitamente nipponico nell’universo/multiverso di Miyazaki 240 Dalle nuove prospettive del web all’affermazione autoriale: Hayao; quale fosse il giudizio etico locale sul comportamento (eroi- Shinkai Makoto camente individualistico agli occhi dell’occidentale medio) del pro- 243 Animazione e (è) arte tagonista adolescente della Tomba delle lucciole; da quale inumano brodo culturale nascessero i micrometraggi folli e geniali di Kuri 257 Glossario Yōji? 261 Bibliografia essenziale Unico grande paese del mondo a non essere mai stato colonizzato dagli europei, dopo le civiltà dell’Asia il Giappone ha assorbito e fil- 265 Indice analitico trato la civiltà occidentale per un secolo e mezzo, senza omogeneiz- 6 7 introduzione giannalberto bendazzi zarsi. L’alterità del Giappone rispetto a “noi” in sostanza è un fatto, tora inesplicabile) cocktail artistico che ha sotteso tale enorme suc- che in quanto tale va registrato, studiato, descritto, rinunciando però cesso. Le serie giapponesi contraddicono la regola base dello spetta- in partenza a indagarne la formula magica. colo cinematografico e televisivo: lo star system. Se Mickey Mouse è Questi lineamenti comportano di necessità una reciproca fascina- ancora un divo a ottanta e più anni dalla sua nascita e sessanta e più zione tra il resto del mondo sviluppato e questa nazione. Comporta- anni dalla sua effettiva scomparsa dagli schermi (e lo stesso si può no, per fare un solo esempio primigenio, che il Giapponismo parigi- dire dei poco meno anziani Bugs Bunny, Sylvester & Tweety, Tom & no di metà Ottocento fosse una delle origini dell’Impressionismo (e Jerry), nessuno dei protagonisti degli anime ha mai raggiunto stabil- di molte altre correnti a seguire), mentre nelle isole del Sol Levante si mente l’Olimpo. Forse i nostri adolescenti postmoderni sentivano il copiava l’industrializzazione inglese. bisogno della forza e della dolcezza espresse in quei prodotti. Comportano che, dal momento stesso del suo risveglio Meiji, l’i- Il Giappone animato ovviamente è molto di più dell’esportazione dentità nazionale giapponese avesse, insito in sé, un confronto con televisiva. Se dal piano della quantità passiamo a quello della qualità, l’estero, dapprima in termini di espansionismo territoriale, succes- la bilancia si abbassa sotto il peso dei lungometraggi di Miyazaki e sivamente in termini di espansionismo economico. Preconizzando Takahata, dei cortometraggi di Kawamoto e Yamamura – e di molti il pan-asianismo di tutto un secolo, il critico d’arte e grande amba- altri che frequentano con minore assiduità i festival internazionali e sciatore culturale Okakura Kakuzō scriveva nel 1903: «L’Asia è una. ci sono meno noti. L’Himalaya divide, con l’effetto di accentuarle, due poderose civiltà, A dispetto dalla lingua impervia, la conoscenza della letteratura la Cina con il suo comunismo ispirato a Confucio e l’India con il giapponese all’estero è accettabile. Lo stesso può dirsi dell’arte e del suo individualismo ispirato ai Veda. Ma neppure le barriere nevose cinema. Sull’animazione gli studi sono sporadici, spesso strettamen- possono interrompere quell’ampia distesa di amore per l’Estremo e te focalizzati su un film o su un autore, a volte sono il prodotto di per l’Universale che è la comune eredità di pensiero di ogni razza un atteggiamento emotivo e acritico (otaku = tifoso degli anime). La asiatica» 1. pubblicistica libraria italiana ha mappato spesso, ma di rado seria- Dopo la seconda guerra mondiale l’espansionismo (divenuto e- mente, il fenomeno quantitativo della televisione. Era il tributo che conomico) non poteva limitarsi alla non redditizia Asia, ma doveva le generazioni di Goldrake, di Lady Oscar, di Dragonball pagavano coinvolgere la ricca Europa e il ricco Nordamerica: con radioline, alla propria formazione audiovisiva. orologi, motociclette, automobili, apparecchiature digitali. E con l’a- Qualcosa di buono è stato fatto nello studio dei lungometraggi e nimazione. dei loro registi, mentre lamentevole (fenomeno non solo nostrano, Nella storia mondiale dell’animazione il Giappone rappresenta purtroppo) è il silenzio steso sull’opera degli autori di cortometrag- un caso unico. Prima di tutto per la sua imprevista discesa in campo. gi. Basti pensare, per fare un solo esempio, che su due giganti come Dal 1917 (data dei primi cortometraggi nazionali) fino alla metà de- Kuri Yōji e Kawamoto Kihachirō non esiste alcuna monografia di gli anni cinquanta, l’animazione era un modesto artigianato, dedito rilievo. Inoltre, l’ambiente culturale specializzato stava diventando soprattutto a film didattici e di propaganda. In brevissimo tempo di- asfittico nelle sue categorie e nelle sue convenzioni. venne un’industria massiccia e aggressiva, capace di esportare perfi- In tutto questo costrutto, la presente opera di Roberta Novielli è no nei protezionisti Stati Uniti. una ventata di aria fresca e di professionismo. Nipponista di vaglia, In secondo luogo, per l’entità del suo successo produttivo e distri- critico e storico del cinema, specialista di letteratura, era la persona butivo: gli anime invasero le catene televisive del globo intero, spesso giusta per scoprire l’insondato, spiegare l’incompreso, soprattutto soppiantando le apparentemente invincibili serie americane. dare un peso corretto a ogni cosa. In terzo luogo, ultimo ma più importante, per il miracoloso (e tut- L’affresco che la studiosa ci offre è complesso perché complesso è il tema. Al suo interno si delinea incisivamente il come, il quando 1 Okakura Kakuzō, The Ideals of the East with Special Reference to the Art of Japan, New e il valore di una produzione tutt’intera, in un modo che ci permette York, E.P. Dutton and Company, 1903. di ricomporre la frammentarietà precedente. Detto in altri termini, 8 9 introduzione grazie al presente lavoro ci avviciniamo con la rotta della ragione a quella cultura che anche nell’animazione è «unica», «distintamente propria», «bella, insondabile e decisamente strana». L’augurio che ci si sente di fare è che questo libro, che ha tutte le PREMESSA caratteristiche di un classico, venga presto tradotto. Esso colma una lacuna che affligge anche anglofoni e francofoni, i titolari delle due lingue internazionali di scambio. Sarebbe un vantaggio per tutti, in un momento in cui la cultura italiana dell’animazione sta guadagnan- do prestigio nello scenario internazionale. giannalberto bendazzi Quando anni fa ho scritto Storia del cinema giapponese, il mondo dell’animazione nipponica era già profondamente maturo e amato a livello internazionale, e tuttavia sarebbe stato impossibile tracciarne in parallelo la storia, a meno di non ridurne l’importanza. Questo nuovo volume intende colmare quel vuoto, attraversando i quasi cento anni di cinema animato con un approccio analogo.