Regione Autonoma Provincia di COMUNE DI RIVIGNANO

PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE DI RIVIGNANO

NORME DI ATTUAZIONE

Testo adeguato fino alla variante n. 36 compresa (elaborato di consultazione senza valore legale)

Rivignano Teor, 22/01/2014

Comune di Rivignano – Piano Regolatore Generale Comunale - norme tecniche d’attuazione adeguate alla variante n. 36

Regione Autonoma Friuli Venezia-Giulia

COMUNE DI RIVIGNANO PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE NORME TECNICHE D’ATTUAZIONE

T I T O L O I DISPOSIZIONI GENERALI

CAPO I CONTENUTI GENERALI ED ELABORATI DEL P.R.G.C.

Art. 1 - Norme generali 1. Il P.R.G.C. è costituito da elaborati di disciplina dell’uso del territorio nonché da elaborati di analisi e di descrizione del progetto, ha valore a tempo indeterminato ed è attuato mediante intervento diretto (Id) o mediante P.R.P.C.. 2. Costituiscono documenti che disciplinano cogentemente l’uso del territorio, anche con vincoli a validità temporale: – Relazione; – Norme d’attuazione; – Tavole grafiche: – Tav. P1: Piano di Struttura. Rappresentazione schematica delle principali scelte progettuali. Planimetria del territorio comunale, su base CTR, scala 1/10.000; – Tav. P2a: Zonizzazione di tutta la zona nord del territorio comunale (le indicazioni ivi contenute sono prescrittive solo per le aree periferiche rispetto a quelle rappresentate nelle tav. P3a-P3b-P3c-P3d-P3e-P3f), su base CTR, scala 1/5.000; – Tav. P2b: Zonizzazione di tutta la zona nord del territorio comunale (le indicazioni ivi contenute sono prescrittive solo per le aree periferiche rispetto a quelle rappresentate nelle tav. P3a-P3b-P3c-P3d-P3e-P3f), su base CTR, scala 1/5.000; – Tav. P3a: Zonizzazione di Rivignano nord-Sivigliano ovest (base catasto), scala 1/2.000; – Tav. P3b: Zonizzazione di Rivignano sud (base catasto), scala 1/2.000; – Tav. P3c: Zonizzazione di Flambruzzo e Sivigliano est (base catasto), scala 1/2.000;

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– Tav. P3d: Zonizzazione di Ariis (base catasto), scala 1/2.000; – Tav. P3e: Zonizzazione di Sella (base catasto), scala 1/2.000; – Tav. P3f: Zonizzazione di Rivignano sud-est (base catasto), scala 1/2.000; 3. Nel caso di contrasto tra tavole a scala differente sono applicate le previsioni della tavola a scala maggiore. In caso di contrasto tra norme di attuazione e tavole di progetto sono applicate le previsioni di norme di attuazione. In caso di contrasto tra P.R.G.C. e Regolamento Edilizio sono applicate le norme ultime approvate. 4. Il P.R.P.C. ha validità di 10 anni dalla data di entrata in vigore. Decorso il termine di validità del P.R.P.C. permane a tempo indeterminato l’obbligo di rispetto delle indicazioni tipologiche, allineamenti e altre prescrizioni urbanistiche di esso proprie. Resta salva la possibilità di modifica di P.R.P.C. decaduto di validità mediante nuovo P.R.P.C., anche parziale rispetto a perimetro altrimenti previsto, non comportante né riduzione di spazi per servizi ed attrezzature collettive né variazione sostanziale dell’assetto della zona, se non per adeguamento a eventuali diverse previsioni grafiche di P.R.G.C.. Un nuovo P.R.P.C. è in ogni caso necessario per interventi in aree già oggetto di P.R.P.C. decaduto di validità, le cui opere di urbanizzazione non sono state regolarmente completate. 5. I P.R.P.C. possono modificare il P.R.G.C. nella definizione del perimetro che può variare fino a ridurre o ampliare l’area dell’ambito del +/- 10% senza scorporare aree per viabilità, standards od edifici soggetti ad interventi di restauro o conservazione tipologica. Tale facoltà é data “una tantum”. Le aree eventualmente scorporate vengono riclassificate con la zona E7 o “verde ad orti e giardini” secondo la maggiore o minore distanza da abitazioni esistenti. 6. Il riferimento di P.R.G.C. a stato di edifici esistenti (vedi definizione di “elementi esistenti” al successivo Art. 25) è a data di adozione della presente Variante n° 12 al P.R.G.C..

CAPO II DEFINIZIONI DEI PARAMETRI ED INDICI URBANISTICI ED EDILIZI

Art. 2 - Superfice territoriale (St) 1. Comprende le aree edificabili di una stessa zona prevista dal P.R.G.C. e le aree per opere di urbanizzazione primaria e secondaria necessarie agli insediamenti. 2. Sono escluse dal computo: a. le aree destinate dal P.R.G.C. alla rete principale della viabilità; b. le aree di proprietà o di uso pubblico; c. le aree già conteggiate come pertinenza di interventi edificatori; d. le strade aperte al pubblico transito da oltre 3 anni.

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Art. 3 - Superfice fondiaria (Sf) 1. Comprende la parte di superfice territoriale di pertinenza degli edifici. 2. È calcolata sottraendo alla superfice territoriale le aree per opere di urbanizzazione primaria e, quando richiesto, quelle relative alle opere di urbanizzazione secondaria. Sono invece compresi, ai fini del computo, il verde ed i parcheggi a servizio delle abitazioni.

Art. 4 - Indice di fabbricabilità territoriale (It) 1. Esprime il volume fabbricabile rispetto alla superfice territoriale.

Art. 5 - Indice di fabbricabilità fondiaria (If) 1. Esprime il volume fabbricabile rispetto alla superfice fondiaria.

Art. 6 - Volume degli edifici (V) 1. È calcolato moltiplicandosi la superfice utile di pavimento dei vani per l’altezza interna utile. 2. Sono comunque esclusi dal computo servizi ed accessori o loro parti sottostanti a quota di terreno preesistente o riportato fino a quota stradale, servizi ed accessori di altezza interna utile media inferiore a ml 2,30, vani scala, spazi comuni a più unità immobiliari e volumi tecnici di cui a circolare dell’Assessorato regionale dell’urbanistica n° 1510/1970. 3. Per edifici o parte di edifici realizzati antecedentemente al D.M. 05/07/75 e non soggetti a successivi interventi di rilevanza urbanistica, così come definiti al titolo IV capo I della L.R. 52/91, per il computo della volumetria esistente sul lotto si computano anche i vani di altezza utile interna inferiore ai 230 cm; 4. Nelle zone a rischio idrogeologico, gli indici volumetrici massimi previsti dalle presenti norme possono essere ulteriormente incrementati fino 100 mc per unità edilizia al fine di realizzare vani accessori.

Art. 7 - Densità territoriale (Dt) 1. Esprime il rapporto tra abitanti insediati o insediabili e la superfice territoriale.

Art. 8 - Densità fondiaria (Df) 1. Esprime il rapporto tra abitanti insediati o insediabili e la superfice fondiaria.

Art. 9 – Superfici a) Superfice coperta (Sc) 1. È la proiezione sul piano orizzontale delle parti di edificio elevate fuori terra, riferita alla superfice fondiaria. 2. Non concorrono alla formazione della superfice coperta: a. aggetti completamente aerati e senza sovrastanti corpi chiusi aventi sporgenza fino a ml 2,5;

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b. scale aperte; c. vasche all'aperto; d. piani di carico e scarico di merci; e. pensiline e/o portici a sbalzo o sostenuti da pilastrini, in aderenza al fabbricato principale, senza alcun elemento di tamponamento laterale e/o sovrastanti corpi chiusi, per riparo di accessi, di attrezzature da giardino, auto e simili, fino alla misura di mq.10 per lotto. b) Superfice lorda di pavimento (Slp) 1. È la somma delle superfici di pavimento di tutti i singoli vani dell’edificio, fuori ed entro terra, ad esclusione di: a. muri verticali e superfici comprese negli sguinci; b. vani tecnici; c. soffitte non praticabili; d. vani scala; e. piani di carico e scarico di merci; f. porticati aperti, balconi, terrazze e superfici esterne ai muri perimetrali dell’edificio.

Art. 10 - Rapporto di copertura (Q) 1. È il rapporto tra superfice coperta e superfice fondiaria.

Art. 11 - Distanza da strada (Ds) 1. È la distanza minima tra nuovo edificio o ampliamento di esistente e limite stradale, misurata ortogonalmente a quest’ultimo. 2. Sono esclusi dal computo: le scale esterne, canne fumarie e simili, aggetti completamente aerati e senza sovrastanti corpi chiusi aventi sporgenza fino a ml 1,5 in genere e ml 2,5 in zona C e B4.

Art. 12 - Distanza da confine (Dc) 1. È la distanza minima tra nuovo edificio o ampliamento di esistente e confine di proprietà. 2. Sono esclusi dal computo aggetti completamente aerati e senza sovrastanti corpi chiusi aventi sporgenza fino a ml 1,5 in genere, e ml 2,5 in zona C e B4, scale esterne, canne fumarie e simili.

Art. 13 - Distanza tra parete finestrata e parete di edificio antistante (Dpf) 1. È la distanza minima tra parete o parte di parete finestrata di nuovo edificio e parete di edificio antistante. Due edifici sono antistanti quando una parete di uno proiettata ortogonalmente si sovrappone su una parete dell’altro per oltre ml 3. La distanza è comunque da rispettarsi anche per la parte di parete sovrapposta per meno di ml 3 ove sia finestrata. Il colonnato è equiparato a parete finestrata. 2. Sono esclusi dal computo aggetti completamente aerati e senza sovrastanti corpi chiusi aventi sporgenza fino a ml 1,5 in genere e ml 2,5 in zona C e B4.

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3. La previsione di distanza non esclude la possibilità di costruzione in unione o aderenza, e non è applicata né a edificio antistante a servizi ed accessori né a servizi ed accessori antistanti a edificio di stessa proprietà.

Art. 14 - Distanza tra edifici (De) 1. È la distanza minima tra nuovo edificio o edificio esistente o ampliamento di esistente e altro edificio, misurata radialmente. 2. Sono esclusi dal computo aggetti completamente aerati e senza sovrastanti corpi chiusi aventi sporgenza fino a ml 1,5 in genere, e ml 2,5 in zona C e B4.

Art. 15 – Altezza (H) 1. È la differenza tra la quota di intradosso del solaio di copertura, cioè del solaio che copre l’ultimo piano agibile, misurata all’intersezione più alta con i muri perimetrali, e quota di terreno preesistente o riportato fino a quota stradale; in zona esondabile la quota di riferimento é quella minima prevista all’art. 51 c. 2 delle presenti norme di +cm 80. 2. Nel caso di tetti a falda con testate dell’edificio a timpano la quota dell’altezza ai fini delle presenti norme deve considerarsi quella del punto più alto d’intersezione delle falde con la parete ortogonale a tale facciata a timpano. 3. Sono esclusi dal computo: a. volumi tecnici di cui alla circolare dell’Assessorato regionale dell’urbanistica n° 1510/1970; b. parapetti di coperture praticabili ed altri elementi di coronamento compatibili con l’ambiente; c. impianti speciali per attività produttive.

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CAPO III DEFINIZIONI DI ELEMENTI DI PROGETTO, ESISTENTI E DI PROCEDURE

Art. 16 - Definizione delle destinazioni d’uso a) residenziale: superfici di unità immobilari edilizie destinate all’uso abitativo, sia stabile che temporaneo; b) Artigianato di servizio: superfici di unità immobiliari edilizie adibite alle attività connesse alla cura della persona (parrucchieri, sarti, calzolai, lavanderie, estetisti, infermieri, etc.), alla manutenzione dei beni di uso personale e comune della casa e degli edifici produttivi (idraulici, elettricisti, tappezzieri, manutentori di impianti di riscaldamento, imbianchini, etc.), o finalizzate alla produzione di servizi necessari ad altre funzioni residenziali o produttive (copisterie, imprese di pulizia, etc); c) alberghiera e ricettivo-complementare: 1) alberghiera: superfici di unità immobiliari edilizie, destinate all’uso abitativo ricettivo, integrati da locali di soggiorno e servizi di uso comune, nonché da eventuale ristorante e bar, definiti dalla vigente legislazione di settore come strutture ricettive turistiche alberghiere, anche se gestite in forma periodica e/o stagionale, quali alberghi, motel, villaggi albergo, residenze turistico- alberghiere, nonché pensioni ed esercizi di affittacamere; 2) ricettivo-complementare: superfici destinate ad attrezzature ricettive turistiche gestite unitariamente e con contratti di tipo periodico e/o stagionale, definite dalla vigente legislazione di settore anche come strutture all’aria aperta, costituite prevalentemente da sedimi non edificati ma urbanizzati, con presenza limitata di edifici ad uso comune e collettivo (gruppi di servizi, ricezione utenti etc.) nonché di eventuale ristorante e bar, ovvero campeggi e villaggi turistici; d) direzionale: superfici di unità immobiliari edilizie, destinate ad attività amministrative e/o professionali, quali: uffici, banche, ambulatori medici e laboratori medici e/o di analisi privati, cliniche private, sedi di enti, associazioni, sindacati e partiti; e) commerciale al minuto: superfici di unità immobiliari edilizie destinate ad attività di vendita di beni al consumatore finale; in questa categoria sono comprese le attività per la somministrazione al pubblico di alimenti o bevande quali bar, ristoranti, trattorie, etc., se non collegate con le attività di cui alla lettera c) e gli esercizi commerciali definiti “al dettaglio” dalla legislazione di settore; f) commercio all’ingrosso superfici di unità immobiliari edilizie destinate ad attività di vendita di beni ad altri commercianti, grossisti o dettaglianti, comunità od altri utilizzatori professionali, nonché i depositi di merci correlati alla distribuzione. Sono comprese in questa categorie anche le attività di stoccaggio e deposito

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connesse con quelle più propriamente di vendita all’ingrosso; g) trasporto di persone e merci superfici di unità immobiliari edilizie adibite al parcheggio dei mezzi di trasporto, relativi alle attività di movimentazione di persone e collettame; h) artigianale superfici di unità immobiliari edilizie, anche senza murature perimetrali, pertinenti ad iniziative imprenditoriali definite artigianali dalla legislazione di settore, destinate alla produzione e/o alla trasformazione di beni e/o prestazioni di servizi, escluso l’artigianato di servizio; i) industriale superfici di unità immobiliari edilizie, anche senza murature perimetrali, destinate alla produzione e/o alla trasormazione di beni, pertinenti ad iniziative imprenditoriali definite industriali dalla legislazione di settore; l) agricola ed abitativa agricola superfici di unità immobiliari edilizie, funzionalmente connesse all’esercizio dell’attività agricola, quali accessori alla stessa e non comprese nelle lettere m), n) ed o), nonché ad uso abitazione in zona agricola dell’imprenditore agricolo a titolo principale e degli addetti a tempo pieno nell’azienda, compresi gli alloggi destinati all’esercizio dell’agriturismo; m) artigianale agricola superfici di unità immobiliari edilizie, anche senza murature perimetrali, ubicate in zona agricola, destinate all’attività artigianale complementare all’uso agricolo principale, limitatamente alla conservazione e prima trasformazione dei prodotti agricoli e forestali ed all’assistenza delle macchine agricole; n) commerciale agricola superfici di unità immobiliari edilizie, anche senza murature perimetrali, ubicate in zona agricola, destinate alla diretta commercializzazione, anche stagionale, di prodotti agricoli, complementare all’uso agricolo principale; o) allevamenti industriali in zona agricola superfici di unità immobiliari edilizie, destinate all’allevamento di animali, comprese le relative pertinenze ed impianti, non connesse con una azienda, avente una dotazione minima di terreno agricolo di 1 ettaro per per ogni 40 quintali di peso vivo di bestiame allevato.

Art. 17 - Integrazione funzionale (In) 1. È l’opera di ampliamento o di nuova costruzione in rapporto funzionale con l’attività esercitata in edificio esistente.

Art. 18 - Unità insediativa (Ui) 1. È un corpo di fabbrica o un complesso di corpi di fabbrica situati nello stesso lotto, connessi funzionalmente.

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Art. 19 - Unità edilizia (Ue) 1. A prescindere dalle modalità di accatastamento, viene definita unità edilizia quel complesso di vani di edifici ed eventuali relative superfici scoperte localizzato sul medesimo lotto ed organizzato per una loro utilizzazione unitaria ed autonoma; 2. Il garage a servizio di un’abitazione o di un’attività viene considerato parte dell’unità edilizia, avente quale nucleo di riferimento l’abitazione o l’attività medesima, essendo esso a questa legato sia per continuativo e notorio uso quale pertinenza, sia per vincolo di pertinenza risultante da atto.

Art. 20 - Reti Tecnologiche 1. Per reti tecnologiche, qualora non diversamente specificato, si intendono tutte le opere di infrastrutturazione (tubi, pozzetti, caditoie, saracinesche, sifoni, pali e lampade, quadri elettrici e simili), interrate o aeree, relative ai servizi di acquedotto, fognatura, gas, energia elettrica, illuminazione pubblica, telefono, telecomunicazioni e trasmissioni dati. 2. Non sono compresi in tale definizione tutti gli edifici (centraline, cabine e simili) ed i manufatti di rilevanti dimensioni (impianto di depurazione e simili) connessi con tali servizi.

Art. 21 - Tipologie edilizie 1. Agli effetti dell’applicazione delle presenti norme, vengono definite le seguenti tipologie edilizie residenziali: a. Case a schiera: sono rappresentate dagli edifici formati da più di due alloggi disposti in serie e caratterizzate ciascuna da un proprio accesso diretto dall’esterno, progettate unitariamente; b. Case in linea: sono rappresentate dagli edifici formati da più di due alloggi, con scale che servono due o più alloggi per piano, disposti in serie e collegati anche tramite ballatoio, progettate unitariamente; c. Case isolate: sono rappresentate dagli edifici formati da un alloggio, ovvero da due alloggi sovrapposti od abbinati, privi di contatto con altri edifici; d. Case aggregate sono rappresentate dagli edifici di uno o più alloggi, non ricomprensibili nelle tipologie di cui al presente articolo, che si sviluppano in aderenza ad una o più pareti di altri edifici esistenti.

Art. 22 - Lotto 1. Viene definito lotto l’intera proprietà fondiaria di una ditta (persona fisica, Ente, Società), che si estende senza soluzione di continuità, prescindendo dalle eventuali suddivisioni catastali della stessa in particelle mappali.

Art. 23 - Pertinenze edilizie 1. Il carattere di “pertinenza” di un edificio accessorio è sostanziato: a. dallo stretto rapporto funzionale e di dipendenza rispetto all’edificio principale per un uso di

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servizio tale che la “pertinenza” non possa vantare una propria autonomia funzionale; b. dalla dimensione estremamente ridotta rispetto all’edificio principale; c. dalla localizzazione a ridosso o nelle immediate vicinanze dell’edificio principale.

Art. 24 - Area di pertinenza urbanistica 1. Sono definite aree di pertinenza urbanistica quelle fondiarie e territoriali che vengono utilizzate, conformemente alle prescrizioni del P.R.G.C. e di eventuali piani attuativi, ai fini del calcolo degli indici urbanistici. 2. Un’area di pertinenza si definisce satura quando i fabbricati costruiti sulla stessa abbiano completamente utilizzato il grado di edificabilità stabilito dall’indice urbanistico specifico di zona. 3. L’utilizzazione totale degli indici urbanistici ed edilizi esclude ogni successiva richiesta atta ad ottenere ulteriore volumetria o superficie coperta, indipendentemente da qualsiasi pratica di frazionamento o passaggio di proprietà. 4. Fanno eccezione ben determinati e specifici casi, puntualmente individuati dalla presente normativa, rispetto ai quali sono consentiti e disciplinati aumenti volumetrici o di superficie coperta, in deroga ai limiti previsti dagli indici urbanistici e/o edilizi. 5. L’area di pertinenza urbanistica viene localizzata su una superficie priva di soluzione di continuità fisica, entro la quale trova ubicazione il fabbricato cui si riferisce. Solamente gli edifici ricadenti in zona agricola godono della possibilità di deroga rispetto a tale prescrizione. In tale fattispecie l’area di pertinenza urbanistica non deve necessariamente essere accorpata in un unico lotto senza soluzione di continuità fisica, ma alla formazione della superficie necessaria per la realizzazione di volumi e superfici coperte potranno concorrere superfici non contigue tra di loro ma assoggettate alla medesima proprietà, ricadenti in zona agricola, di verde privato o di parco comunale. 6. Al fine di permettere un’intensiva utilizzazione del suolo il soggetto istante il rilascio di provvedimento concessorio, ha la facoltà di utilizzare (per il calcolo dei parametri urbanistici) eventuali superfici anche di diversa proprietà, purchè su di esse egli vanti un diritto di superficie (artt.952 e 955 C.C.) o di enfiteusi (art.957 e segg C.C.) purché poste in contiguità rispetto l’area interessata all’intervento edilizio svincolate da asservimenti di pertinenza urbanistica rispetto ad edifici esistenti. L’esercizio di tale opzione deve risultare da atto allegato alla richiesta di concessione stipulato tra le parti interessate, trascritto al Pubblico Registro Immobiliare. La superficie così asservita concorre a formare il “lotto edificatorio” utile. Ciò ai fini del rispetto delle prescrizioni relative a distanze, volumetria, superficie coperta e di tutti gli altri parametri specifici di zona. 7. Qualora si intendesse realizzare un edificio insistente su un sedime ubicato a cavallo di due zone territoriali od urbanistiche diverse, ancorché poste in contiguità, è consentita l’utilizzazione del complessivo grado di edificabilità, indipendentemente dall’allocazione fisica dell’edificio medesimo. 8. Il comma 7 del presente articolo si applica solo tra zone residenziali “B” o agricole “E”; nel caso in cui una parte dell’area di intervento, anche marginale e/o non interessata da edificazione, fosse vincolata al rispetto delle prescrizioni tipologiche di cui agli artt. 27 e 33 delle N.T.A. del P.R.G.C.,

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tale vincolo si estenderà a tutto l’ambito di intervento.

Art. 25 - Elementi esistenti 1. La qualifica “esistente” caratterizza lo stato di fatto riscontrabile alla data di adozione del presente P.R.G.C., riferito ad edifici, manufatti, contesti ambientali ed elementi di tipo naturalistico, destinazioni d’uso e quant’altro abbia rilevanza ai fini edilizi ed urbanistici. 2. Sono considerati tali anche tutti gli elementi non rappresentati nelle tavole grafiche del P.R.G.C., ma di cui sia possibile produrre idonea documentazione atta a dimostrare l’effettiva preesistenza rispetto alla data di adozione dello strumento pianificatorio. 3. In assenza degli elementi di cui al comma 2., un fabbricato è definibile esistente qualora, pur evidenziando gravi situazione di degrado, presenti almeno tre superfici non allineate e concorrenti ad individuare un volume (es.: tre murature, oppure due murature ed un solaio).

Art. 26 – Pergole, gazebo e manufatti da giardino. 1. Pergola. Si intende per “pergola” un’impalcatura generalmente a sostegno di viti o di altre piante rampicanti, costituita da montanti verticali, fissati a terra o ad altra struttura, riuniti superiormente da elementi orizzontali, disposti ad un’altezza dal suolo tale da consentire il passaggio di persone. Gli elementi orizzontali devono essere disposti con una frequenza tale da consentire che la superficie permeabile dall’aria e dalla luce sia superiore al 50% di quella complessiva. a. La realizzazione delle pergole, per ciò che attiene alle distanze ed ai distacchi, soggiace alle prescrizioni dettate dal Codice Civile. b. La loro realizzazione non è soggetta ad alcuna autorizzazione preventiva, né a denuncia. 2. Gazebo. Si intende “gazebo” una struttura da giardino priva di alcuna chiusura perimetrale, realizzata in legno, ferro battuto o profilati metallici, e la cui copertura può essere parzialmente o totalmente impermeabile, di altezza non superiore a ml 3,00 e che copre alla base una superficie non superiore a 9 mq. Il gazebo può essere ancorato stabilmente al suolo ovvero semplicemente appoggiato. Deve comunque essere privo di opere stabili di fondazione. Non é soggetto al rispetto delle distanze. 3. Manufatti da giardino. Si intendono quei manufatti realizzati prevalentemente in legno, per deposito attrezzi da giardino o per gioco dei bambini o simili, con copertura e chiusure laterali, delle dimensioni fino a 9 mq di superficie e di altezza inferiore a ml 2,30, senza alcun tipo di allacciamento a reti tecnologiche, semplicemente appoggiati al suolo senza fondazioni in cemento o simili. Tali manufatti non costituiscono volumetria ai fini delle quantità ammissibili; non sono soggetti al rispetto delle distanze. La realizzazione dei manufatti da giardino è subordinata a denuncia di inizio attività con le avvertenze e limiti di cui all’art.80 comma 2 della L.R.52/91 e successive modifiche ed integrazioni.

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Art. 27 - Principali caratteristiche dell'edilizia tradizionale rurale locale 1. Le seguenti caratteristiche tipologiche ed architettoniche, tipiche dell’edilizia rurale tradizionale locale, dovranno essere rispettate nelle zone in cui ciò è previsto dal P.R.G.C. da parte degli interventi di nuova costruzione, di ristrutturazione, nonché in quelli che interessino intere facciate e non fossero in contrasto architettonico con il resto dell’edificio: a. volumi degli edifici improntati alla massima semplicità e regolarità con planimetrie sempre con angoli retti; si può derogare da detta ortogonalità qualora l’edificio debba allinearsi a murature preesistenti o confini con altre angolature; b. planimetrie degli edifici a “I”, a “L”, a “T” o “U” o simili forme molto semplici; c. coperture a falda e/o a padiglione con andamento semplice con manto in coppi con pendenze dal 32% al 40%; d. composizione dei prospetti con prevalenza dei pieni sui vuoti e secondo gli allineamenti verticali delle finestrature; e. rivestimenti esterni in intonaco o mattoni pieni, eventualmente con limitati elementi in calcestruzzo a vista (pilastri, travi, muretti di recinzione); sono vietati gli inserimenti all’interno di murature intonacate di elementi di mattoni, coppi, pietra, ciottoli; f. tinteggiature degli intonaci esterni con i soli colori nelle tonalità delle terre naturali, del bianco e del grigio; g. serramenti degli edifici residenziali in legno con scuretti per eventuali chiusure, ed escludendo finiture tipicamente metalliche quali quelle dell’alluminio naturale, dell’ottone, dell’acciaio e simili. 2. E’ possibile derogare alle prescrizioni del presente articolo qualora l’Amministrazione Comunale reputi più opportuno l’adeguamento delle opere a preesistenze non aventi caratteristiche tipologiche da salvaguardare, sia per ciò che attiene le linee architettoniche che per i materiali impiegati. 3. Nei fabbricati accessori, per ragioni di economicità e leggerezza, potrà essere consentita la realizzazione dei manti di copertura anche con materiali diversi dal coppo tradizionale, purché similari per tessitura e colorazione.

Art. 28 - Allineamento prescrittivo o “filo fisso” 1. l’allineamento prescrittivo, detto anche “filo fisso”, é la linea ideale lungo la quale deve attestarsi senza soluzione di continuità (salvo disposizioni contrarie in eventuali casi particolari espressamente previsti) il lato maggiore dell’edificio o comunque quello che garantisce la completa edificazione su tutto il fronte di proprietà.

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T I T O L O I I DISPOSIZIONI PER LE ZONE E PER GLI ALTRI ELEMENTI PROGETTUALI SPECIFICI DEL P.R.G.C.

CAPO I ZONE TERRITORIALI OMOGENEE E ZONE URBANISTICHE

Art.29 - Classificazione del territorio in zone omogenee 1. Il territorio comunale è suddiviso e classificato nelle seguenti zone omogenee: a. Zone omogenee A: di interesse storico artistico o di pregio ambientale; b. Zone omogenee B: residenziali di completamento. Esse sono ulteriormente suddivise nelle seguenti sottozone: B1 : di centro urbano del Capoluogo; B2 : di centro delle frazioni; B3 : immediatamente esterne alle B1 e B2; B4 : degli ex Piani di Lottizzazione del tutto edificati, o quasi completamente edificati; c. Zone omogenee C: residenziali di espansione; d. Zone omogenee D: industriali ed artigianali. Esse a loro volta sono suddivise in: D2 : di interesse comunale progettate con P.R.P.C.; D3 : singole esistenti, ad edificazione diretta; e. Zone omogenee E: agricole e forestali. Esse a loro volta sono suddivise in: E4 : d’interesse agricolo-paesaggistico; E5 : di prevalente interesse agricolo; E6 : d’interesse agricolo; E7 : agricola di “filtro” per gli abitati; E8 : agricola a salvaguardia di previsioni concretizzabili nel futuro; f. Zone omogenee F4: di tutela ambientale. g. Zone omogenee H: zone destinate ad insediamento di attrezzature commerciali. Esse sono a loro volta suddivise in: H2 : d’interesse comunale progettate con P.R.P.C.; H3 : singole esistenti, ad edificazione diretta; h. Zone omogenee V: per verde privato, orti e giardini;

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i. Zona omogenea VAF: di valorizzazione Ambientale di Flambruzzo, soggetta a P.R.P.C.; j. Zone omogenee S: per Servizi ed attrezzature collettive; k. Zona per attracchi canoe: soggetta a P.R.P.C.; l. Zone a bosco .

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CAPO II ZONE RESIDENZIALI

Art. 30 - Zone residenziali. Prescrizioni comuni 1. Sono le zone A, B e C suddivise nelle sottozone di cui all’articolo precedente in cui sono consentiti i seguenti usi: a. residenziale; b. artigianale di servizio alla residenza; c. alberghiera e agrituristica; d. direzionale; e. commerciale al minuto, esclusi quelli con superficie di vendita superiore a mq 400; f. attività di uso o interesse pubblico e/o collettivo connessa con il carattere residenziale della zona (sedi di associazioni, di partiti, per il culto e le attività ad esso connesse, strutture per la cultura, sedi di uffici comunali distaccati, sale per il tempo libero, locali notturni e simili). 2. Sono vietati: a. depositi e magazzini da adibirsi anche ad attività di commercializzazione all’ingrosso; b. macelli, stalle e porcilaie di qualsiasi dimensione, allevamenti di animali, scuole di addestramento di animali, strutture ricettive temporanee per animali, maneggi e simili e comunque tutte quelle attività che fossero in contrasto con il carattere residenziale della zona; c. nuovi usi comportanti un carico sulle opere di urbanizzazione tale da alterarne la normale fruizione, o producenti sensibile alterazione o insalubrità ambientale. In particolare sono vietati nuovi usi comportanti necessariamente transito di veicoli di massa a pieno carico superiore a 3,5 tonnellate, o compresi nell’elenco delle industrie insalubri di prima e seconda classe.

Art. 31 - Zona A. Di interesse storico-artistico o di pregio ambientale A. Destinazioni d’uso. 1. Le opere hanno le destinazioni d’uso indicate al comma 1 del precedente art. 30; B. Indici. 1. Per restauro, risanamento conservativo, conservazione tipologica e per tutti gli interventi sull’esistente le altezze degli edifici non possono superare le preesistenti, computate senza tener conto delle soprastrutture di epoca recente prive d’interesse storico-artistico. 2. Per ristrutturazione di edifici incoerenti con il contesto storico, ampliamento e nuova costruzione l’altezza degli edifici non può superare l’altezza degli edifici circostanti e la distanza da edifici di interesse storico-artistico circostanti non può essere inferiore a quella intercorrente tra i volumi esistenti. 3. Gli edifici esistenti in lotti saturi o prossimi alla saturazione dell’indice di fabbricabilità fondiaria possono essere integrati funzionalmente, per motivate esigenze, fino a mc 100 per ogni unità edilizia.

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4. Per nuove costruzioni la densità fondiaria non può comunque superare il 50% della densità fondiaria media della zona e l’indice di fabbricabilità fondiaria non dovrà in nessun caso superare, per esigenze igieniche e di decongestionamento urbano, i 5 mc/mq salvo quanto previsto dal comma 3. 5. Nelle nuove costruzioni, nelle ristrutturazioni edilizie e nelle loro aree di pertinenza devono essere riservati appositi spazi per parcheggi in misura non inferiore a 1 mq ogni 10 mc di costruzione. C. Attuazione. 1. Le opere sono realizzate mediante P.R.P.C., rispettante il perimetro previsto in zonizzazione, rispetto al quale potrà esserci una variazione di superficie territoriale non superiore al +/-10%. D. Disposizioni particolari. 1. I P.R.P.C. garantiscono la salvaguardia delle caratteristiche storico-artistiche e ambientali esistenti, attraverso la promozione di interventi di recupero partenti da un approfondito studio degli insediamenti, sia nelle loro caratteristiche fisiche, sia nelle implicazioni di natura economico-sociale. 2. Corrispondentemente alle categorie previste in zonizzazione i P.R.P.C. prevedono i seguenti tipi di intervento: a. in zona A1: restauro; b. in zona A2: conservazione tipologica; c. in zona A3: ristrutturazione edilizia; d. in zona A5: demolizione senza ricostruzione; e. in zona A6: nuovi edifici; f. in zona A7: divieto di nuovi edifici. 3. In assenza di P.R.P.C. sono ammesse esclusivamente opere di manutenzione ordinaria, straordinaria e di restauro, senza alterazione di volumi esistenti e di morfologia storica.

Art. 32 - Zone B. Residenziali di completamento A. Destinazioni d’uso. 1. Le destinazioni d’uso sono quelle indicate al comma 1 del precedente art. 30 per le zone residenziali. 2. Al solo scopo di riutilizzo e recupero del patrimonio edilizio esistente potrà essere consentito, e comunque alle condizioni qui sotto indicate, l’insediamento di una nuova attività, in aree ove insistono capannoni o comunque edifici precedentemente adibiti ad attività artigianali. Tale insediamento è consentito qualora: – vengano riutilizzati, mediante opere o no, gli edifici presenti nel lotto pari ad almeno i 2/3 della loro superficie coperta; – gli ampliamenti consentiti non devono superare mc. 100 “una tantum” e riguardare esclusivamente l’adeguamento di impianti a norme vigenti; – la nuova attività sia compatibile con la zona non creando emissioni di fumi nell’atmosfera, emissioni sonore, creazione di forti campi elettrici o elettromagnetici, stoccaggio provvisorio di rifiuti tossici e nocivi, scarichi liquidi o vibrazioni del suolo, eccessivo traffico veicolare; essa dovrà presentare tutta la documentazione richiesta per le zone D3 di cui all'art. 40 delle presenti

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Norme. 3. È' consentita la prosecuzione di attività di artigianato produttivo o di deposito e commercializzazione all’ingrosso, fino al cessare dell’attività da parte dello stesso conduttore che la gestisce al momento dell’adozione del presente P.R.G.C.. Per queste attività è consentito, qualora risultino soddisfatte le condizioni indicate dall’A.S.S. competente, il mantenimento dell’attività stessa, con la possibilità di interventi di manutenzione sulle strutture esistenti e di ampliamenti tranne che per le attività di artigianato produttivo per adeguamenti funzionali ed impiantistici a norme tecniche vigenti per non più di mc.100. 4. Nelle sottozone B3 sono altresì ammesse le stazioni di servizio e le officine di riparazione meccanica ed elettrica degli autoveicoli, purché dotate di idonei sistemi di isolamento acustico atti ad assorbire eventuali rumori molesti entro i limiti stabiliti dalla vigente legislazione. Particolare cura dovrà essere posta nella sicurezza degli accessi e delle uscite dall’area. B. Indici. Le opere rispettano i seguenti indici: a) Indice di fabbricabilità fondiaria per opere aventi o assumenti una destinazione di cui al comma 1 della sezione A.: 1. zona B1: max 3,00 mc/mq, o pari a esistente + 200 mc/unità edilizia oppure + mc 300 per ogni singolo edificio rustico e/o adibito ad usi agricoli, qualora questo sia oggetto di lavori di ristrutturazione con cambio di destinazione d’uso compatibile con la residenza. Il maggior incremento, previsto in questo secondo caso, viene concesso solo se i lavori di manutenzione e/o ristrutturazione dell’edificio da recuperare ed ampliare riguardino almeno mc 200 di detto edificio; max. 9,00 mc/mq in “Ambito di completamento speciale”; 2. zona B2: max 1,10 mc/mq, o pari a esistente + 200 mc/unità edilizia; 3. zona B3: max 0,80 mc/mq, o pari a esistente + 200 mc/unità edilizia; b) Distanza minima da strada: 1. zona B1 e B2: ml 0,00; 2. zona B3: ml 5,00 o pari a esistente se inferiore; ml 0,00 qualora la profondità del lotto rispetto alla strada sia inferiore a ml 20 e vi sia lateralmente al lotto e non oltre ml 20 dal confine laterale un edificio con distanza dalla strada inferiore a ml 5; in questo caso il nuovo edificio non potrà allinearsi a distanza inferiore a quella dell’edificio esistente; nel caso che la strada antistante, compreso l’eventuale marciapiede abbia larghezza inferiore a ml 8,40 l’edificio dovrà arretrarsi nella misura di ml 4,20 dall’asse della strada. c) Distanza minima da confine: 1. zona B1 e B2: ml 0,00 fatti salvi i limiti fissati dal Codice Civile; 2. zona B3: ml. 5 o pari a esistente se inferiore nei soli casi di ampliamento di edifici

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esistenti fermi in ogni caso restando i limiti fissati dal Codice Civile. Per opera costituente integrazione funzionale di edificio esistente, o compresa in progetto unitario tra lotti contigui, o realizzata in corrispondenza di edificio posto a confine in lotto contiguo: m 0,00. d) Distanza tra pareti finestrate e pareti di edifici antistanti che non siano accessori quali autorimesse, cantine o simili: min ml 10,00; e) Altezza: 1. zona B1: max m 9,00 o pari a esistente se superiore; 2. zone B2, B3: 2.1: in genere max m 9,00 o pari a esistente se superiore; 2.2: a distanza da confine inferiore a ml 5,00, salvo quanto previsto ai punti 2.3 e 2.4: max. ml. 4,00 o pari ad esistente se superiore; 2.3: per opera compresa in progetto unitario tra lotti contigui: max 9 ml; 2.4: per opera realizzata in corrispondenza di edificio alto più di 3 m e posto a confine in lotto contiguo: max pari all’altezza dell’edificio esistente presso confine. 3. Resta salva comunque la possibilità di soprelevazione fino a ml. 1,00 oltre l’altezza esistente per adeguamento di altezza interna di piani esistenti. f) parcheggi: Nell’ambito di edifici per la parte di cubatura destinata ad abitazioni, uffici o negozi nuovi o ricostruiti, o in aree ad essi asservite con vincolo permanente di destinazione a parcheggio sono ricavati spazi per parcheggi nella misura minima di 1 mq ogni 10mc. di volume utile; C) Attuazione. 1. Le opere sono realizzate mediante Id. 2. Ove ne rilevi la necessità il Comune può richiedere la realizzazione di specifiche opere di urbanizzazione primaria relative all’area d’intervento. 3. In Ambito di completamento speciale e nei casi particolari previsti al successivo art. 34 punto 3., le opere sono realizzate mediante P.R.P.C..

Art. 33 - Sottozone B1 e B2. Disposizioni particolari 1. In zone B1 e B2 la configurazione planivolumetrica, di facciata ed i tipi e materiali di finitura degli edifici sono mantenuti, adeguati o realizzati in maniera coerente con il contesto storico. In generale gli interventi proposti dovranno essere giustificati da una qualificata analisi basata principalmente sullo studio dello spessore dei corpi di fabbrica, sul numero dei piani e sugli schemi dei fori sulle facciate degli edifici storici esistenti. La realizzazione o mantenimento di superfetazioni non coerenti con il contesto dovranno essere giustificate da un’analisi del processo di formazione dell’area. In particolare, salva la possibilità o l’obbligo, ove previsto, di mantenimento o ripristino di caratteristiche tipiche storiche diverse preesistenti: a. le coperture sono realizzate a falda singola, doppia o a padiglione; il manto è realizzato in

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laterizio naturale a canale singolo; resta salva la possibilità di realizzazione di terrazze praticabili, eccetto che presso “Filo fisso” o “Allineamento prescrittivo”. Nei fabbricati accessori, qualora compatibile ed in situazione discontinua con il contesto, per ragioni di economicità e leggerezza, potrà essere consentita la realizzazione dei manti di copertura anche con materiali diversi dal coppo tradizionale, purché similari per tessitura e colorazione; b. i muri sono realizzati con materiale finalizzato a vista, liscio e opaco, o intonacati e colorati a tinte tenui ed unite; c. le colonne ed i pilastri hanno sezione minima di 0,16 mq; d. i pluviali e le grondaie hanno sezione circolare o semicircolare; e. le finestre, luci, vetrine e porte-vetrine hanno rapporto tra altezza e larghezza compreso tra 1 e 1,60, larghezza ai piani primo e superiori massima di m 1,20; se poste all’ultimo piano tali aperture dovranno rispettare un rapporto tra altezza e larghezza compreso tra 1 e 1,20; f. le porte e le porte-finestre hanno larghezza ai piani primo e superiori massima di m 1,20; le porte-finestre poste ai piani primo e superiori potranno affacciarsi solo su terrazze o balconcini ove ammesso; g. le insegne pubblicitarie e di esercizio sono realizzate in materiale opaco, illuminate dall’esterno o retroilluminate; sono vietate le insegne al neon illuminate dall’interno; h. é vietato l’uso di persiane avvolgibili oscuranti; é consentito solo l’uso di scuretti su finestre e porte-finestre; i. i corpi di fabbrica non potranno avere uno spessore maggiore di ml 10 o pari ad esistente se superiore; sono esclusi dal computo vani scala, portici aperti, superfetazioni di altezza non superiore a 4,00 m e volumi tecnici quali canne fumarie, vani ascensori e similari; l. salvo casi particolari e giustificati dal recupero di edifici esistenti, i fabbricati non possono superare il numero di tre piani; m. i porticati sono ammessi solo nelle corti interne; n. le aperture di cui alle lettere e. ed f. dovranno avere uno schema di allineamento orizzontale e verticale nonché cornice in pietra, malta o tinteggio di spessore compreso tra 12 e 15 cm. 2. La concessione afferente ad edifici artigianali ed agricoli, compatibili o riconducibili a compatibilità con la residenza, può essere subordinata all’impegno di attuazione di interventi specifici per correzione e mitigazione degli effetti ambientali ed inserimento nel contesto territoriale.

Art. 34 - Sottozone B2 e B3. Interventi di riqualificazione urbanistica di interesse pubblico 1. In presenza di edifici e/o complessi edilizi esistenti di grandi dimensioni, inutilizzati per obsolescenza, e classificati nelle zone B2 o B3 del tessuto insediativo del capoluogo o delle frazioni, sarà consentito proporre una modalità di intervento convenzionata - in forma di Piano attuativo - finalizzata alla ristrutturazione ed alla riqualificazione urbanistica dell’area. 2. In tali casi la proposta avanzata dagli aventi titolo dovrà indicare: - il perimetro dell’area interessata dall’ambito di progettazione unitaria;

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- il quadro di riferimento urbanistico dell'intervento con attenzione alle dotazioni urbanistiche del contesto ed al sistema viario che lo supporta; - l’assetto planovolumetrico e funzionale dell’intervento proposto; - gli elementi tipologici ed architettonici esistenti da salvaguardare ed il raccordo dei nuovi interventi con il tessuto urbano del contesto; - le eventuali cessioni e gli altri elementi di interesse pubblico che motivano la proposta; - le garanzie che formeranno oggetto della convenzione da stipularsi antecedentemente al rilascio del permesso di costruire (Id). 3. In relazione alle eventuali cessioni compensative e/o agli elementi di interesse pubblico a supporto della proposta, gli interventi potranno proporre un incremento di cubatura fino al 50% del parametro di zona, fatti salvi gli altri parametri stabiliti dalla norma di zona. 4. La proposta sarà valutata, sotto l'aspetto tecnico, di riqualificazione ambientale e di sostenibilità in termini di carico urbanistico locale, dall'UTC e dalla Commissione edilizia (o da altra commissione all'uopo costituita); tali organi potranno richiedere ulteriori approfondimenti, proporre eventuali modifiche in ordine ai contenuti, all'incremento di cubatura, ai tempi di realizzazione ed alla sostenibilità complessiva in relazione al quadro di riferimento interessato dall'intervento, alla qualità insediativa che ne può scaturire, tenendo anche conto delle dotazioni urbanistiche e della tenuta del sistema viario. Il parere tecnico dovrà particolarmente valutare gli aspetti di interesse pubblico tali da giustificare e rendere sostenibile l'incremento di cubatura proposto e potrà altresì sostenere, qualora l'interesse pubblico non fosse evidentemente ravvisabile, la semplice attuazione delle indicazioni azzonative del Piano vigente. 5. La Giunta Comunale, valutati i contenuti dei pareri consultivi di cui al comma precedente, procederà ai sensi dell'art.25 della LR 5/2007.

Art. 35 - Sottozone B3. Disposizioni particolari 1. Qualora all’interno dei perimetri delle zone B3 vengano individuati alcuni edifici di tipo agricolo o di residenza agricola, caratterizzati da particolari peculiarità tipologiche, riferite all’edilizia rurale tradizionale, rappresentati nella cartografia di progetto con apposizione di stelletta nera, è possibile il cambio di destinazione d’uso, volto all’ottenimento anche di più unità immobiliari nuove nell’ambito di uno stesso fabbricato. In tale fattispecie gli interventi di trasformazione edilizia sono soggetti a progettazione unitaria, estesa all’intero edificio preesistente, mirante alla sua valorizzazione quale “unicum architettonico”. Rispetto a tali fabbricati viene prescritta la conservazione delle loro linee architettoniche più significative solo con interventi manutentivi ed eventualmente di ristrutturazione “condizionata” al rispetto dei principali elementi caratterizzanti l’edificio quali: – la sagoma volumetrica (potrà eventualmente modificarsi l’altezza del piano terra e del primo piano, per il raggiungimento dell’altezza netta interna del piano di ml 2,50); – la tipologia delle facciate (potranno essere inseriti o chiusi dei fori non alterando il rapporto esistente “pieni/vuoti” di oltre il 10% su ciascuna facciata);

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– materiali impiegati; – elementi architettonici e di finitura. 2 Per questi edifici viene vietata la demolizione e ricostruzione di elementi costituenti la tipologia strutturale ed architettonica, se non per limitati elementi (pilastri, travi, parti di muro, grigliati e simili) e devono rispettare le prescrizioni tipologiche di cui all’art. 33.

Art. 35 bis - Ambiti RTU (ristrutturazione urbanistica) 1. Sono classificati con la sigla RTU.n gli ambiti da assoggettare a ristrutturazione urbanistica attraverso un progetto inteso a riqualificare parti del tessuto insediativo esistente. 2. In tali ambiti il PRGC sia attua con procedura indiretta mediante piano attuativo esteso al perimetro indicato. Nella fase attuativa il perimetro potrà essere variato per adeguamenti catastali e/o funzionali non superiori al 5% dell’area del comparto, qualora l’amministrazione comunale riconosca l’interesse pubblico, o l’equipollenza, della modifica proposta. 3. Nelle more dell’approvazione dei piani attuativi saranno consentiti unicamente interventi non aventi rilevanza urbanistica a carico delle volumetrie esistenti. Ambito RTU.1 (ex Consorzio Agrario) L’ambito è connesso ed in continuità con l’area pubblica del Parco Divisione Julia; pertanto il progetto di piano attuativo dovrà relazionarsi e costituire collegamento e completamento - con eventuali varianti e/o modifiche - delle opere previste dal PRPC approvato con delibera CC n. 51 dd 29/09/2005. Lo schema di convenzione da approvarsi unitamente al piano attuativo dovrà comprendere l’impegno alla realizzazione, a carico del proponente, delle opere di arredo urbano, urbanizzazione e viabilità del Parco Divisione Julia, qualora ciò sia di interesse dell’Amministrazione Comunale, secondo indicazioni progettuali da concordare con la Giunta. Tali opere dovranno concludere un forma funzionalmente completa la sistemazione del Parco e potranno anche essere considerate a scomputo, parziale o totale, degli oneri di urbanizzazione. Il PRPC dell’ambito RTU.1 dovrà rispettare i seguenti parametri: - Indice di fabbricabilità territoriale (It) mc/mq 1,50 - altezza massima dell’edificazione (H) ml 11,00 ( max 3 livelli fuori terra) - rapporto di copertura (Q) mq/mq 40% - distanze dai confini (Dc) ml 5,00 - distanze da pareti finestrate (Dpf) ml 10,00 - distanze dalle strade (Ds) da definire in fase di piano attuativo Le destinazioni d’uso previste dal Piano attuativo sono quelle indicate dall’art.30 delle presenti NdiA. Saranno ammesse attività di commercio al dettaglio con superfici di vendita non superiori a 1.500 mq. Parcheggi da indicare nell’ambito del piano attuativo: - stanziali (nell’ambito della proprietà privata): 1 mq ogni 10 mc di costruzione - di relazione (liberam. accessibili da tutti): 3 mq / ogni 100 mc di costruzione - a servizio delle attività commerciali: (vedi art. 21 DPR 23 marzo 2007 n.069/pres.)

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Qualora, per qualsiasi tipo di motivazione, non fosse possibile concludere l’accordo che pone a carico del proponente del presente ambito l’onere delle sistemazioni del Parco Divisione Julia, l’attuazione del’ambito RTU.1 potrà essere proposta unicamente in base ai parametri urbanistici previsti per la zona B3. Ambito RTU.2 (Ambito urbano di connessione all’area SAS) L’ambito comprende le aree funzionali alla connessione tra l’area SAS e l’insediamento urbano. Esso è costituito da aree di proprietà privata e dalla viabilità esistente. (Superficie totale del comparto (approx) 5.100 mq / viabilità esistente (approx) 735mq / proprietà privata 4.365 mq). Il piano attuativo avrà i seguenti obiettivi: - proporre una adeguata viabilità di accesso al complesso sanitario assistenziale, raccordandola con la viabilità esistente, i parcheggi da realizzare e le reti infrastrutturali esistenti; la connessione di via Cadorna con la nuova viabilità di accesso alla struttura SAS dovrà essere progettata con una rotatoria (o aiuola spartitraffico) in modo da dissuadere la utilizzazione passante della viabilità a vantaggio della sicurezza; - proporre le possibili compensazioni fra aree pubbliche della viabilità esistente e la nuova viabilità di accesso alla struttura SAS; - indicare la planovolumetria degli edifici per attività commerciali e direzionali, prevalentemente connesse o complementari alla struttura SAS, da realizzare nel rispetto dei parametri successivamente indicati. Il piano attuativo, esteso al perimetro indicato dall’azzonamento, dovrà osservare i seguenti parametri quantitativi: - aree per viabilità, verde di arredo e parcheggi 2.100 mq - aree di pertinenza della nuova edificazione 3.000 mq - cubatura max di nuova edificazione 7.600 mc - altezza massima degli edifici 9,00 ml - distanza dai confini laterali e posteriori 5,00 ml Sarà consentita l’edificazione a filo strada purché la distanza fra edifici frontistanti non risulti inferiore a 10,00 ml. Attività e destinazioni d’uso consentite: - artigianato di servizio - attività commerciali per esercizi di vicinato (con superfici di vendita non superiori a 250 mq) - alberghiera e ricettivo complementare - residenziali in misura non superiore al 20% della volumetria consentita - direzionali Parcheggi da indicare nell’ambito del piano attuativo: - stanziali (nell’ambito della proprietà privata): 1 mq ogni 10 mc di costruzione - di relazione (liberam. accessibili da tutti): 3 mq / ogni 100 mc di costruzione - a servizio delle attività direzionali e/o commerciali: 100% delle superfici utili direz./comm.

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Art. 36 - Sottozone B4 1. In questa zona sono comprese le aree urbanizzate per effetto di piani attuativi conclusi e collaudati, nelle quali, sia per le aree edificate che per quelle ancora da edificare, si applicano – con procedura diretta (Id) - le classificazioni azzonative ed i parametri edificatori definiti da ciascun piano lottizzatorio (PdiL, PRPC o PAC).. 2. I piani attuativi rientranti in questa zona sono i seguenti: - Lottizzazione “Braida Anzil” - Lottizzazione “Mariarosa” - Lottizzazione “San Remo” - Lottizzazione “San Remo 2° fase” - Lottizzazione “Moratti” - Lottizzazione “Zardin” - Lottizzazione “Comuzzi” - Lottizzazione “Valentina” - Lottizzazione “Margherita” 3. Eventuali varianti alle indicazioni azzonative e parametriche dei piani conclusi dovranno comportare la revoca dell’intero piano attuativo previgente e la riclassificazione delle aree interessate all’interno dell’azzonamento del PRGC.

Art. 37 - Zone B. “Convenzionate” per realizzazione/cessione di urbanizzazioni 1. Sono definite zone di tipo B “convenzionate” quelle aree ricomprese entro il tessuto urbano esistente rispetto alle quali, prima di dar corso ad attività soggette al rilascio della concessione edilizia, è prevista, a cura del soggetto istante, la realizzazione e/o cessione di talune opere di infrastrutturazione e/o urbanizzazioni, puntualmente indicate dal presente P.R.G.C.. 2. Nell’ambito di tali aree la cartografia di progetto del P.R.G.C. può prevedere la realizzazione di: a. opere di viabilità; b. aree da adibirsi a parcheggio; c. aree da destinarsi a nucleo elementare di verde attrezzato ad uso pubblico. 3. Entro le zone B “convenzionate” il rilascio delle concessioni edilizie può quindi avvenire allorquando l’istante si impegni a realizzare, a propria cura e spese, le opere di urbanizzazione indicate dalla cartografia in via preventiva, ovvero contemporaneamente alla costruzione per cui viene chiesta la concessione, previa stipula di apposito atto convenzionale con l’Amministrazione Comunale. 4. In tali ambiti territoriali le previsioni operate dal P.R.G.C. si attuano attraverso interventi diretti, necessitanti, ove previsto, della preventiva o contestuale redazione della progettazione esecutiva riguardante le opere di urbanizzazione poste a carico del soggetto istante la concessione edilizia. 5. La realizzazione di tali opere infrastrutturali, ovvero la cessione delle aree necessarie per la loro realizzazione, permette lo scomputo degli oneri di urbanizzazione primaria per un valore

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commisurato al costo sostenuto od al valore dell’area. 6. L’atto convenzionale, da approvarsi unitamente al progetto di cui al comma 4, deve necessariamente precisare: a. l’impegno a realizzare gli interventi di urbanizzazione previsti dalla cartografia del P.R.G.C., ovvero a cedere, entro i termini prestabiliti, le aree necessarie per realizzarvi talune opere di urbanizzazione primaria; b. la diretta assunzione degli oneri relativi alla costruzione di quelle opere che siano necessarie per allacciare la zona a pubblici servizi; c. i termini entro i quali deve essere ultimata l’esecuzione delle opere di cui alle lettere a. e b., nonché le garanzie finanziarie per l’adempimento degli obblighi derivanti dalla stipula della convenzione; d. il soggetto contraente la convenzione cui spettano gli oneri relativi ai vari collaudi tecnici; e. le caratteristiche tecniche, i materiali e le modalità costruttive da osservarsi nella realizzazione dei parcheggi e delle opere infrastrutturali, le caratteristiche degli elementi di arredo urbano, la tipologia e la quantità delle attrezzature da allocarsi entro le aree di verde primario, le loro caratteristiche e la dislocazione territoriale. 7. È possibile prevedere un’articolata temporizzazione (fasi esecutive) dei lavori di realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria, fermo restando l’obbligo del loro completamento e collaudo prima del rilascio dei certificati di agibilità e/o abitabilità riferiti all’intervento soggetto a concessione edilizia “convenzionata”. L’atto convenzionale deve necessariamente indicare tutte le scadenze temporali entro le quali è prevista l’ultimazione delle opere ovvero di parte di esse e l’eventuale cessione al patrimonio comunale di aree od attrezzature, fermo restando che all’Amministrazione Comunale è data facoltà di richiederne la disponibilità sin dalla prima fase esecutiva prevista. 8. Le superfici sulle quali è prevista la realizzazione delle opere di cui al comma 1, ovvero quelle da cedersi al comune, concorrono alla determinazione della volumetria e della superficie coperta assentibile. 9. L’amministrazione comunale può riservarsi la facoltà di non acquisire al patrimonio pubblico eventuali opere di urbanizzazione ritenute non strategiche per la collettività. Tale eventualità deve essere puntualmente prevista e disciplinata dall’atto convenzionale. 10. Qualora entro un ambito territoriale soggetto a “convenzionamento”, la tempistica realizzativa dei singoli interventi edilizi non consenta di dare funzionalità alle opere di infrastrutturazione ivi previste, il soggetto istante la concessione edilizia, acquisito il nulla osta del proprietario del fondo sul quale è prevista la realizzazione di quota parte delle opere di cui al comma 1, ha la facoltà di realizzare gli interventi minimi necessari a conseguire la predetta funzionalità, chiedendo l’eventuale detrazione degli oneri aggiuntivi. 11. Su tale opportunità è chiamata a pronunciarsi la Giunta Comunale che approva lo schema dell’accordo disciplinante i rapporti fra le parti chiamate in causa. 12. Il Comune mantiene inalterata la possibilità di sostituirsi al soggetto privato al fine della

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realizzazione delle opere di cui al comma 1. In tale fattispecie le superfici acquisite al patrimonio pubblico non concorrono alla determinazione della volumetria e della superficie coperta assentibile. 13. L’obbligo di convenzionamento di cui al comma 3 viene meno allorquando siano state realizzate e collaudate tutte le opere di infrastrutturazione previste dal P.R.G.C. entro lo specifico ambito territoriale. 14. Sono da considerarsi “convenzionate” anche quelle aree residenziali, anche se non preventivamente indicate in cartografia di progetto, per le quali si intende avvalersi delle maggiori possibilità edificatrici consentite per le zone B2 e B3, a fronte dell’impegno del recupero di vecchi edifici di cui all’art. 34.

Art. 38 - Zone C. Residenziali di espansione 1. In tali ambiti territoriali il P.R.G.C. si attua obbligatoriamente attraverso P.R.P.C. da approvarsi prima del rilascio di provvedimenti concessori o autorizzativi edilizi, rispettando il perimetro previsto in zonizzazione. Le opere sono realizzate mediante P.R.P.C., rispettante il perimetro previsto in zonizzazione, riguardo al quale potrà esserci la variazione di superficie territoriale non superiore al +/-10%. 2. In tutte le zone C sono consentite le seguenti destinazioni d’uso delle unità immobiliari: a. Residenziale; b. Artigianale di servizio; c. Direzionale a servizio delle attività commerciali ed artigianali ammesse nella zona; d. Commerciale al minuto di vicinato e ove previsto dal Piano di Rete di Vendita; e. Servizi ed attrezzature pubbliche e d'interesse collettivo connesse con le destinazioni di cui alle lettere precedenti; f. Strutture per il tempo libero ed il divertimento; 3. Le volumetrie aventi destinazione d’uso diversa da quella residenziale prettamente abitativa non possono superare la quota del 25% rispetto a quelle massime ammissibili specifiche della zona. 4. (Stralciato con D.P.R. n. 0256/Pres. del 25/07/2003); 5. Il P.R.G.C. può indicare graficamente all’interno delle Zone C la localizzazione e l’entità delle aree da destinarsi a viabilità, parcheggi, verde. In tale fattispecie l’indicazione quantitativa delle superfici relative ad attrezzature pubbliche non può essere ridotta. La localizzazione di tali aree è da intendersi pe-rentoria e quindi non suscettibile di alcuna modificazione allorquando la loro perimetrazione venga rappresentata mediante un tratto grafico continuo. Detta localizzazione è invece da intendersi indicativa e quindi traslabile all’interno dell’ambito territoriale oggetto di progettazione unitaria qualora i confini perimetranti le aree da destinarsi a viabilità, parcheggi, verde siano rappresentati con linea a tratteggio. 6. Nei singoli ambiti le aree destinate alla realizzazione delle opere di urbanizzazione devono risultare il più possibile accorpate e non defilate rispetto alle aree edificabili. È da perseguire anche l’eventuale accorpamento rispetto ad aree pubbliche esterne agli ambiti oggetto di P.R.P.C. o ricadenti entro

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ambiti limitrofi soggetti a P.R.P.C.. 7. Parametri urbanistici ed indici: a. It max = 0,8 mc/mq (fatta eccezione per il comparto di cui al comma 11) b. If min = 0,4 mc/mq; c. Q max = 0,5 mq/mq; d. H max = 7,00 ml; e. Ds min = 1) di carreggiata di larghezza inferiore a ml 7,00: ml 5,00; 2) di carreggiata di larghezza compresa tra ml 7,00 e ml 15,00: ml 7,50; f. Dc min = 1) in genere: ml 5,00; 2) per opera per servizi ed accessori di altezza fino a ml 3,00: ml 3,00; 3) per opera compresa in progetto unitario tra lotti contigui: ml 0,00; g. Distanza tra pareti finestrate e pareti di edifici antistanti residenziali: min ml 10,00 ed in ogni caso pari all’altezza del fabbricato più alto; la norma si applica anche quando una sola parete sia finestrata qualora gli edifici si fronteggiano per uno sviluppo superiore a ml 12,00. 8. Sono fatti salvi i piani attuativi approvati prima della data di adozione del presente P.R.G.C.. 9. Sono destinate a servizi ed attrezzature collettive le aree previste in zonizzazione e soggette a P.R.P.C.; comunque è destinata a parcheggi, a nucleo elementare di verde ed ad area gioco una superficie non inferiore rispettivamente a mq 2,50, mq 3,00 e mq 2,00 per ogni mc 100 di volume massimo teoricamente edificabile. 10. Parcheggi privati: Nelle nuove costruzioni, nelle ristrutturazioni edilizie e nelle loro aree di pertinenza devono essere riservati appositi spazi per parcheggi in misura non inferiore a 1 mq ogni 10 mc. di costruzione. 11. Il comparto - individuato al punto n.35 della var.28 - posto all’estremo settentrionale del capoluogo ed attestato su via Codroipo, potrà essere attuato con un indice territoriale, esteso al perimetro del comparto, di 0,5 mc/mq. L’attuazione del comparto è subordinata alla cessione della fascia, compresa nel perimetro e classificata in zona E8, da riservare alla futura viabilità di aggiramento del capoluogo. Tale fascia non potrà essere interessata da viabilità o infrastrutture a servizio del comparto stesso.

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CAPO III ZONE INDUSTRIALI E ARTIGIANALI Art. 39 - Zona D2. Industriale/Artigianale di interesse comunale A. Destinazioni d’uso. 1. Le opere hanno le seguenti destinazioni d’uso: a. industriale; b. artigianale; c. commerciale al minuto, di beni prodotti in loco dalle attività di cui alle lett. a. e b., nonché di quelli strettamente connessi con le attività stesse, ad esse complementari ed attinenti anche se non realizzati in loco, purché queste attività di commercializzazione siano marginali e non comportino spazi, in particolare superfici di vendita, ad esse esclusivamente riservati. d. opera di interesse pubblico connessa con le destinazioni di cui alle lettere precedenti; e. residenziale, in funzione della conduzione dell’azienda e delle esigenze dell’imprenditore, ove la superfice utile delle opere di cui alle lettere precedenti superi mq 400. È in funzione della conduzione un alloggio per ogni unità insediativa. f. impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti energetiche rinnovabili così come definiti dal co. 1 dell’art. 2 del D.Lgs. 29/12/03 n. 387 ad eccezione delle aree indicate alle lettere a. e b., co. 2, punto VIII°), sez. A dell’art. 41.

2. Sono vietati nuovi usi compresi nell’elenco delle industrie insalubri di prima classe. Sono comunque vietati in assoluto usi comportanti rischio di incidenti rilevanti. B. Indici. 1. Le opere rispettano i seguenti indici: a. rapporto di copertura: max mq/mq 0,50; b. distanza da strada: min ml 10,00; c. distanza da confine: c.1. in genere: min ml 5,00; c.2. per opera compresa in progetto unitario tra lotti contigui: min ml 0,00; d. distanza tra pareti finestrate e pareti di edifici antistanti residenziali: min ml 10,00; e. altezza: max ml 10,00, salvo impianti speciali; e.1. all’interno dell’area vincolata dall’art. 142 del D.Lgs. 42/04 l’altezza va misurata al colmo del tetto oppure al massimo fronte dell’edificio qualora di altezza superiore e l’altezza massima per gli impianti speciali é limitata a 12 m; f. superfice utile di un alloggio: max mq 200; g. superfice per parcheggio: g.1. parcheggio stanziale: min 1 posto/2 addetti; g.2. parcheggio di relazione in aree di pertinenza ovvero in prossimità dell’immobile:

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g.2.1. di Slp industriale e artigianale: min 30%; g.2.2. di Slp di opera di interesse pubblico: min 80%; g.2.3. minimo 100% della superficie di vendita per destinazioni d’uso commerciali con superficie di vendita entro 400 mq. C. Attuazione. 1. Le opere sono realizzate mediante P.R.P.C., rispettante il perimetro previsto in zonizzazione, riguardo al quale potrà esserci una variazione di superficie territoriale non superiore al +/-10%. D. Disposizioni particolari. 1. Il P.R.P.C. è formato o revisionato nel rispetto dei seguenti criteri: a. ricognizione delle opere di urbanizzazione esistenti e loro completamento ed estensione all’intera zona omogenea; b. economicità dell’organizzazione interna, circa il consumo di spazio e l’ottimizzazione delle opere di urbanizzazione; c. dotazione di spazi per servizi ed attrezzature collettive, a verde pubblico o a parcheggio, minima di mq/addetto 15,00, escluse le sedi viarie; d. strutturazione della trama fondiaria di base delle aree libere in funzione di possibili aggregazioni e disaggregazioni degli spazi edificabili; e. individuazione dei requisiti di qualità urbanistico-architettonica delle opere in funzione dell’omogeneità dell’insediamento e del suo inserimento nel contesto territoriale; f. individuazione di una struttura di spazi a verde in funzione di ricreazione, arredo, mascheramento ed eventuale costituzione di percorsi pedonali e/o ciclabili; g. dimensionamento e distribuzione di parcheggi di uso pubblico, in funzione delle utenze esterne prevedibili, in rapporto ai tipi di attività e tipi di servizi ed attrezzature collettive; h. organizzazione o riorganizzazione degli accessi finalizzata alla funzionalità e sicurezza stradale; i. numero di addetti di norma non superiore a 50 addetti/ha; j. il Piano per Insediamenti Produttivi di via non potrà prevedere più di due collegamenti veicolari con la viabilità di progetto ad est della roggia Barbariga; k. nel Piano per Insediamenti Produttivi di via Varmo sul lato verso la Roggia Barbariga dovranno essere previste alberature in filari continui con essenze locali e sistemazione a verde per una fascia larga almeno ml 20,00; l. nella fascia vincolata dall’art. 142 del D.Lgs. 42/04 le pavimentazioni esterne potranno essere realizzate in cemento o asfalto solo nelle parti per le quali dovrà esser dimostrato che tali pavimentazioni sono indispensabili alla funzionalità dell’attività, mentre saranno da preferirsi pavimentazioni in materiali naturali o con blocchetti in cls filtranti o simili. 2. Il progetto delle sistemazioni esterne dovrà essere compreso in quello della richiesta di concessione edilizia per i manufatti e le infrastrutture. Il rilascio dell’agibilità potrà avvenire solo previa verifica che anche le sistemazioni esterne siano state eseguite completamente e conformemente al progetto. E. Prescrizioni specifiche per il nuovo ampliamento del Piano per Insediamenti Produttivi a sud di via

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Dante. 1. Qualora venga aumentato il perimetro della zona del Piano per Insediamenti Produttivi di via Varmo, in base alla flessibilità, dovrà essere ricavata un’area da riservare ad infermeria, per la quale si prevedono i seguenti parametri ed indici: – entro l’area destinata ad infermeria devono essere localizzati almeno tre posti auto, di cui uno riservato ai mezzi di soccorso; – indice di copertura max: mq/mq 0,40; – H max: ml 4,00 2. Gli interventi ricadenti entro l’ampliamento del Piano per Insediamenti Produttivi dovranno rispettare le seguenti prescrizioni: a. nella realizzazione di vani interrati dovrà essere garantita la loro sicurezza ed integrità mediante opportuna impermeabilizzazione e collaudo della stessa; b. prima dell’edificazione dovranno essere eseguiti specifici sondaggi atti ad individuare le più idonee scelte fondazionali; c. in relazione alla vicinanza della falda freatica dal piano di campagna dovranno essere attuati tutti quegli accorgimenti necessari a preservare il sottostante acquifero dallo sversamento accidentale di sostanze inquinanti. Tutti gli scarichi dovranno essere convogliati attraverso la rete fognaria al depuratore, le eventuali aree di stoccaggio e movimentazione di materiali inquinanti dovranno venire adeguatamente impermeabilizzate. 3. gli edifici produttivi dovranno rispettare una distanza dalla Roggia Barbariga non inferiore ai 50,0 m; 4. l’area di verde pubblico da realizzarsi nell’ambito dell’ampliamento della zona industriale sia allocata preferibilmente a ridosso della roggia Barbariga al fine di creare una fascia verde di rispetto dello stesso corpo d’acqua di almeno 20 metri di larghezza; 5. i lotti devono essere dimensionati secondo una maglia regolare in modo che possano essere accorpati tra loro in funzione delle dimensioni delle attività da insediare; 6. la viabilità di collegamento con via Latisana dovrà essere realizzata antecedentemente o congiuntamente all’attuazione del piano attuativo; 7. devono essere comunque rispettate le prescrizioni contenute alla sezione D del presente articolo. H. Nella zona D2 posta su via Varmo e già compresa nel perimetro del PRPC “CAP Rivignano”, vi dovrà essere prevista una superficie destinata a parcheggio e/o verde pubblico di almeno il 10% dell'intera area da realizzarsi obbligatoriamente ad est della stessa lungo il perimetro della zona destinata a parcheggio per automezzi pesanti.

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Art. 40 - Zona D3. Industriale/Artigianale singola esistente A. Destinazioni d’uso. 1. Le opere hanno le seguenti destinazioni d’uso: a. industriale; b. artigianale; c. commerciale al minuto, di beni prodotti in loco dalle attività di cui alle lett. a. e b., nonché di quelli strettamente connessi con le attività stesse, ad esse complementari ed attinenti anche se non realizzati in loco, purché queste attività di commercializzazione siano marginali e non comportino spazi, in particolare superfici di vendita, ad esse esclusivamente riservati; d. opera di interesse pubblico connessa con le destinazioni di cui alle lettere precedenti; e. residenziale, in funzione della conduzione dell’azienda e delle esigenze dell’imprenditore, ove la superfice utile delle opere di cui alle lettere precedenti superi mq 200, o la zona D3 sia contigua a zona A, B o C. È in funzione della conduzione un alloggio per ogni unità insediativa. f. impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti energetiche rinnovabili così come definiti dal co. 1 dell’art. 2 del D.Lgs. 29/12/03 n. 387 ad eccezione delle aree indicate alle lettere a. e b., co. 2, punto VIII°), sez. A dell’art. 41. 2. Sono vietati nuovi usi compresi nell’elenco delle industrie insalubri di prima classe. Sono comunque vietati in assoluto usi comportanti rischio di incidenti rilevanti. B. Indici. 1. Le opere rispettano i seguenti indici: a. rapporto di copertura: esistente + 100%, e comunque rispetto al lotto: max mq/mq 0,60; b. distanza da strada: min ml 5,00, o pari a esistente se inferiore; c. distanza da confine: c.1. min ml 5,00, o pari a esistente se inferiore, nei soli casi di ampliamento di edifici esistenti fermi comunque restando i limiti fissati dal Codice Civile; c.2. per opera compresa in progetto unitario tra lotti contigui: ml 0,00; d. distanza tra pareti finestrate e pareti di edifici antistanti residenziali: min ml 10,00; e. altezza: e.1. in genere: max ml 7,00, o pari a esistente se superiore; e.2. a distanza da confine inferiore a ml 5,00: max ml 3,50, o pari a esistente se superiore; f. superfice utile di un alloggio: max mq 200; g. superfice per parcheggio: g.1. parcheggio stanziale: min 1 posto/2 addetti; g.2. parcheggio di relazione in aree di pertinenza ovvero in prossimità dell’immobile: g.2.1. di Slp industriale e artigianale: min 30%; g.2.2. minimo 100% della superficie di vendita per destinazioni d’uso commerciali con superficie di vendita entro 400 mq. C. Attuazione.

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1. Le opere sono realizzate mediante Id. D. Disposizioni particolari. 1. Per attività producenti emissioni di fumi nell’atmosfera, emissioni sonore, stoccaggio provvisorio di rifiuti tossici e nocivi, scarichi liquidi o vibrazioni del suolo il Comune può richiedere verifiche specifiche e ove necessario impegno di adeguamento. Per insediamenti aventi degrado e dissonanza di strutture, materiali, forme o colori di opere principali, con presenza di opere secondarie o depositi all’aperto causanti degrado di veduta, potenziale pericolo o aventi disorganizzazione o degrado di aree scoperte a vista il Comune può richiedere rispettivamente impegno di miglioramento dell’effetto di veduta rispetto al contesto territoriale, rimozione od occultamento di opere secondarie o di depositi all’aperto e sistemazione di aree scoperte a vista. 2. I depositi per materie potenzialmente inquinanti il sottosuolo sono dotati di pavimento impermeabile e rialzo perimetrale in muro pieno continuo o altro sistema idoneo al contenimento di eventuale sversamento. 3. Gli edifici residenziali esistenti non funzionali a conduzione di azienda possono essere ristrutturati e integrati funzionalmente per motivate esigenze fino a mc 200 in volume e mq 150 in superfice coperta per ogni unità edilizia. 4. Per gli interventi di ristrutturazione di edifici insistenti su lotti confinanti con zone residenziali, la tipologia costruttiva, le tinteggiature e i rivestimenti di finitura esterna dovranno essere consoni all’ambiente circostante. L'Amministrazione Comunale potrà, sentita la C.E., indicare particolari prescrizioni. Nel caso di lavori di nuovi ampliamenti per più di mc 150,00 la pratica edilizia per la concessione edilizia dovrà contenere, oltre a tutto quanto già previsto nel regolamento edilizio, anche:

- La sistemazione dello spazio scoperto con le zone destinate a parcheggi;

- Le zone destinate al verde, indicando il tipo di alberature e piantumazione: dette aree non potranno essere inferiori al 20% dell’area scoperta. Dovrà essere attuata la schermatura con piante degli edifici preferibilmente rispetto ai principali angoli visivi;

- L’accesso dei veicoli per il trasporto dei prodotti;

- Le zone per lo stoccaggio indicando materiali di pavimentazione;

- Planimetrie o “layout” quotati della disposizione ed ingombro delle macchine ed apparecchiature; 5. Nel caso di nuovi interventi, di ampliamenti e di ristrutturazioni che superino mc 150, tutti gli edifici esistenti sul lotto e le loro parti, nonché apparecchiature ed impianti esistenti dovranno essere adeguati alle norme di legge per quanto riguarda gli aspetti ambientali (scarichi liquidi, gassosi, rifiuti solidi, livello acustico, livello campi elettrici ed elettromagnetici) norme edilizie igienico sanitarie, norme di prevenzione incendi, per il superamento delle barriere architettoniche ed ogni altra disposizione di legge. 6. La domanda per il rilascio della concessione edilizia dei singoli insediamenti industriali ed artigianali dovrà essere corredata da:

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A indicazione della qualità e quantità delle materie prime impiegate e dei relativi flussi previsti; B descrizione dei cicli produttivi, delle relative attrezzature, delle fonti energetiche e dei consumi previsti; C indicazione dei prodotti ottenuti e delle relative quantità previste; D descrizione della tipologia e quantità degli effluenti solidi, liquidi e gassosi previsti e delle relative modalità di trattamento e smaltimento che si intendono adottare.

Art. 40 bis - Zona D3(extra) riferita a insediamenti basati nel comune di Teor Questa zona è riferita ad insediamenti produttivi esistenti sul territorio di comuni limitrofi ed adiacenti al confine comunale. In questa zona si potrà intervenire, con procedura diretta (Id), unicamente per la realizzazione di ampliamenti necessari e funzionali agli insediamenti presenti e serviti dalle infrastrutture esistenti nel comune di Teor, mantenendo la stessa tipologia di attività. Parametri edilizi: - rapporto di copertura: max mq/mq 0,30 del lotto in territorio di Rivignano; - distanza dai confini: 10,00 ml Non sarà ammessa la realizzazione di residenze. Non sarà ammessa la realizzazione di nuova viabilità esterna ai lotti. Si applicheranno tutte le prescrizioni di natura sanitaria, ambientale e paesaggistica indicati dall’art.40 per la zona D3.

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CAPO IV ZONE AGRICOLE “E” Art. 41 - Zone E. Agricole A. Destinazioni d’uso e Indici. I°) OPERE PER RESIDENZA IN FUNZIONE DELLA CONDUZIONE DEI FONDI E DELLE ESIGENZE DELL’IMPRENDITORE AGRICOLO A TITOLO PRINCIPALE 1. Le opere rispettano i seguenti indici: a. indice di fabbricabilità fondiaria: max mc/mq 0,03; b. distanza dal confine ml 5,00 o pari a esistente se inferiore, fermi restando i limiti fissati dal Codice Civile; c. distanza da ricovero di animali: min ml 20,00; d. altezza: d.1. in genere: max ml 10,00; d.2. a distanza da confine inferiore a ml 5,00: max ml 3,00, o pari a esistente se superiore. 2. Nel caso di aziende con terreni a colture specializzate viticole, frutticole, orticole e floricole in zona E6 l’indice di fabbricabilità fondiaria può essere elevato a mc/mq 0,05, previo parere favorevole dell’Ispettorato provinciale dell’agricoltura. 3. Ai fini della verifica del volume edificabile sono assunti a base di calcolo tutti i terreni aventi destinazione agricola in disponibilità del richiedente, anche se non catastalmente accorpati, purché funzionalmente contigui. 4. In deroga ai requisiti di cui all’art. 12 della L. 9 maggio 1975 n° 153, nell’ambito di eventuali interventi di ampliamento e/o ristrutturazione degli edifici destinati alla residenza degli agricoltori a titolo principale, può esser realizzata un’unità immobiliare aggiuntiva da adibirsi alla residenza, purché vengano rispettate le seguenti condizioni: a. la realizzazione della nuova unità immobiliare sia adibita a prima abitazione dei parenti di primo grado dell’imprenditore agricolo a titolo principale, o del coltivatore diretto proprietario dell’edi- ficio oggetto degli interventi di ampliamento e/o ristrutturazione; b. venga istituito un vincolo ventennale da trascriversi sul libro fondiario, concernente il divieto di alienazione dell’immobile, nonché di concessione a terzi di diritti reali o personali di godimento su di esso; c. la realizzazione della nuova unità immobiliare rispetti un limite volumetrico massimo pari a mc 500; d. il soggetto deputato ad occupare la nuova unità immobiliare non sia in possesso, entro i confini territoriali comunali, di alcun altro alloggio residenziale. 5. Parimenti, i rustici annessi alle residenze agricole sono passibili di interventi di risanamento conservativo con contestuale modificazione della destinazione d’uso in residenza agricola. 6. La realizzazione di nuove unità immobiliari destinate alla residenza, compresi gli interventi di

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ristrutturazione edilizia caratterizzati dalla voltura dell’originaria destinazione d’uso in residenza, è soggetta alla corresponsione di tutti gli oneri previsti dalla vigente legislazione, ad esclusione degli imprenditori agricoli a titolo principale. II°) OPERE PER ATTIVITÀ AGRICOLA “STALLE, MAGAZZINI, ANNESSI RUSTICI, ECC.” 1. Le opere rispettano i seguenti indici: a. rapporto di copertura del lotto per edifici in genere: a.1. in lotto di superfice inferiore a mq 5.000: max mq/mq 0,45; a.2. in lotto di superfice superiore a mq 5.000: max mq/mq 2.000: mq lotto + 0,05; b. rapporto di copertura del lotto per serre fisse: max mq/mq 0,75. Sono escluse dall’applicazione del rapporto di copertura le serre per utilizzazione diretta del suolo; c. distanza da confine: min ml 5,00, o pari a esistente se inferiore, fermi restando i limiti fissati dal Codice Civile; d. distanza di nuovo ricovero di animali da abitazione di sorveglianza: min ml 20,00; e. altezza: e.1. in genere: max ml 10,00, o pari a esistente se superiore; e.2. a distanza da confine inferiore a ml 5,00: max ml 3,50, o pari a esistente se superiore. 2. Nel caso di allevamenti zootecnici di consistenza inferiore al limite indicato dal comma 1 di cui al successivo punto IV° gli edifici per il ricovero degli animali e le aree destinate alla stabulazione libera degli animali rispettano le seguenti distanze: a. da zone A, B, C, H e D e da zone per servizi ed attrezzature collettive: min m 6 x numero di Unità di bestiame bovino adulto (UBA) e comunque non inferiore a m 150; b. da abitazioni estranee all'azienda: min m 3 x numero di Unità di bestiame bovino adulto (UBA) e comunque non inferiore a m 100; 3. Ove sia dimostrato che per localizzazione rispetto ai venti prevalenti o per i metodi e le cautele adottate non sia causata insalubrità ambientale la distanza può essere ridotta al 50 per cento ma non inferiori a m 150 per la lett. a) e m 100 per la lett. b). Riduzione analoga è ammessa per gli allevamenti che svolgono attività di agricoltura biologica ai sensi della L.R. 32/95. Sono esclusi dall'applicazione della presente distanza i ricoveri di animali aventi superficie lorda di pavimento inferiore a mq 20 o relativi ad allevamenti a carattere assolutamente familiare. III°) OPERE PER CONSERVAZIONE, PRIMA TRASFORMAZIONE E COMMERCIALIZZAZIONE DEI PRODOTTI AGRICOLI E PER L’AGRICOLTURA, O DESTINATI ALLA ATTIVITÀ PER L’ASSISTENZA E LA MANUTENZIONE DELLE MACCHINE AGRICOLE. 1. Le opere rispettano i seguenti indici: a. rapporto di copertura del lotto: max mq/mq 0,50; b. distanza dal confine ml 5,00, o pari a esistente se inferiore, fermi restando i limiti fissati dal Codice Civile; c. distanza di nuovo edificio per uso compreso nell’elenco delle industrie insalubri di prima classe:

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c.1. da zone A, B, C, D2, H e S: min ml 200; c.2. da abitazione estranea all’azienda: min ml 100. Ove sia dimostrato che per localizzazione rispetto ai venti prevalenti o per metodi e cautele adottate non sia causata insalubrità ambientale, la distanza può essere ridotta al 50%; d. altezza: d.1. in genere: max ml 10,00, o pari a esistente se superiore; d.2. a distanza da confine inferiore a ml 5,00: max ml 3,50, o pari a esistente se superiore. IV°) OPERE PER ALLEVAMENTI ZOOTECNICI A CARATTERE INDUSTRIALE 1. Ai fini urbanistici, per quanto attiene a nuovi permessi di costruzione o di ampliamento e/o ristrutturazione, sono da considerarsi “a carattere industriale” gli allevamenti zootecnici con capacità di ricovero superiore a 50 UBA secondo la tab. 4 allegata alle presenti Norme; 2. Le opere rispettano i seguenti indici: a. distanza da zone A, B, C, H e D e da zone per servizi ed attrezzature collettive: min m 6 x numero di Unità di bestiame bovino adulto (UBA) e comunque non inferiore a m 450; b. distanza da abitazioni estranee all'azienda: min m 3 x numero di Unità di bestiame bovino adulto (UBA) e comunque non inferiore a m 300; c. rapporto di copertura del lotto: max mq/mq 0,50; d. distanza da confine: min ml 10,00; e. distanza di nuovo ricovero di animali da abitazione di sorveglianza: min ml 20,00; f. altezza: max ml 10,00, o pari a esistente se superiore. 3. Ove sia dimostrato che per localizzazione rispetto ai venti prevalenti o per i metodi e le cautele adottate non sia causata insalubrità ambientale la distanza di cui alle lettere a) e b) può essere ridotta a m 300. 4. I Piani attuativi per la realizzazione di nuovi allevamenti, o per ampliamento/ristrutturazione di quelli esistenti dovranno prevedere la contestuale realizzazione di barriere alberate e cespugliose di adeguata consistenza in funzione di mascheramento paesaggistico ed attenuazione delle emissioni. V°) OPERE DI RISTRUTTURAZIONE E INTEGRAZIONE FUNZIONALE PER MOTIVATE ESIGENZE DI EDIFICI ESISTENTI, FINO A MC 200 IN VOLUME E MQ 150 IN SUPERFICIE COPERTA PER OGNI UNITÀ EDILIZIO-FUNZIONALE 1. Le opere sono realizzate in funzione della destinazione esistente o agricola e agrituristica. 2. Le opere rispettano una distanza da confine minima di ml 5,00, o pari a esistente se inferiore, e un’altezza massima di ml 10,00. 3. Sono comunque rispettate le caratteristiche tipologiche storiche e d’uso dei materiali esistenti di cui all’art. 27. VI°) DEPOSITI E MAGAZZINI PER ATTIVITÀ DI MANUTENZIONE DI OPERE INFRASTRUTTURALI IN FUNZIONE DELLE ESIGENZE DI ENTI ISTITUZIONALMENTE COMPETENTI IMPIANTI DI DISTRIBUZIONE CARBURANTI, COMPRESI SERVIZI ED ACCESSORI DI PRIMA NECESSITÀ, ESCLUSI EDIFICI PER ATTIVITÀ DI ASSISTENZA E

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MANUTENZIONE DEGLI AUTOVEICOLI 1. Le opere rispettano i seguenti indici: a. rapporto di copertura: max mq/mq 0,50; b. distanza da confine: min ml 5,00; c. altezza: max ml 6,00. VII°) OPERE DI DIFESA DEL SUOLO, DIFESA DA ESONDAZIONI, IRRIGAZIONE, ASSESTAMENTO IDRAULICO, RIORDINO FONDIARIO E RIASSETTO TERRITORIALE 1. I progetti di opere sono corredati da una relazione illustrante l’impatto delle opere sulle componenti ambientali, urbanistiche ed economiche del territorio, il grado di compatibilità e le norme e gli interventi ad essa finalizzati. VIII°) IMPIANTI DI PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA ALIMENTATI DA FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI DI CUI ALLE LETTERE B) E C) DEL COMMA 1 DELL’ART. 2 DEL D.LGS. 29/12/2003 N. 387. 1. nelle zone agricole del territorio comunale possono essere realizzati impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti energetiche rinnovabili di cui alle lettere b) e c) del co. 1 dell’art. 2 del D.Lgs. 29/12/03 n. 387 con i limiti indicati ai commi seguenti ed al co. 13 sez. B. del presente articolo; 2. Gli interventi di cui al punto 1. non possono essere realizzati nelle zone: a. soggette ai vincoli ambientali e paesaggistici previsti dalla L.R. 30/09/1996 n. 42 artt. 69 e 70 relativa alle “norme in materia di parchi e riserve naturali regionali” (area di reperimento delle Risorgive dello Stella), dalle normative nazionali e comunitarie relative ai siti di interesse comunitario (SIC n. IT3320026 “Risorgive dello Stella”) e dalla parte terza del D.Lgs. 22/01/2004 n. 42 “Codice dei beni culturali e del paesaggio”; b. soggette a rischio idrogeologico; c. poste a meno di 200 m da zone A, B, C ed H; 3. Le infrastrutture di collegamento tra gli impianti di cui al comma 1. e la rete dell’energia elettrica esistente potranno essere realizzati con i limiti previsti dall’art. 59 delle presenti norme. 4. Le opere rispettano i seguenti indici: a. rapporto di copertura: max mq/mq 0,50; b. distanza da confine: min ml 5,00; c. altezza max ml 9,00. B. Attuazione e disposizioni particolari. 1. Le opere di cui alla sezione A, punti I°), II°), V°), VI°), VII°) e VIII°) sono realizzate mediante Id. Il mutamento di destinazione d’uso, anche senza opere, è soggetto ad autorizzazione. 2. Le opere di cui alla sezione A, punti III°) e IV°) sono realizzate mediante P.R.P.C.. 3. Le opere di cui alla sezione A, punto I°) sono consentite esclusivamente all’interno di lotti con edifici di cui ai punti II°), III°) o IV°), di pari o maggiore superfice coperta, esistenti od oggetto di concessione: in quest’ultimo caso il certificato di abitabilità, per gli edifici di cui al punto I°), è

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subordinato all’ultimazione ed utilizzazione per la destinazione prevista in concessione degli edifici di cui ai punti II°), III°) o IV°). La concessione per opere di cui al punto I°) ad imprenditori già proprietari di strutture agricole ed abitazione in zone A e B è subordinata all’impegno di cessazione dell’attività agricola in queste ultime. 4. I piani di riordino fondiario sono corredati da una analisi dell’organizzazione storica, della struttura, dell’ambiente e del grado di infrastrutturazione del territorio. I piani prevedono la conservazione, assestamento o ricostituzione di una struttura ambientale primaria del territorio, coerente con gli elementi dell’analisi, e la razionalizzazione delle componenti secondarie e del sistema infrastrutturale. 5. I P.R.P.C. di cui al comma 2 ed i progetti di opere di cui alla sezione A punto VII°) sono corredati da una relazione illustrante l’impatto delle opere sulle componenti ambientali, urbanistiche ed economiche del territorio, il grado di compatibilità e le norme e gli interventi ad essa finalizzati. I P.R.P.C. individuano i requisiti di qualità urbanistico-architettonica delle opere, in funzione del loro inserimento nel contesto territoriale. I P.R.P.C. prevedono opere di verde per arredo, schermatura e filtro, avuto riguardo alla localizzazione rispetto agli insediamenti, alla viabilità e ai venti prevalenti. 6. In zona E4 sono vietati: a. opere di cui alla sezione A, punto IV°; b. deposito ed esposizione di materiali a cielo aperto non connessi con attività agricola; c. apertura e ampliamento di cave; d. sradicamento delle piante ed estrazione delle ceppaie, di qualsiasi età, e taglio delle piante aventi superata l’età critica di sopportazione della ceduazione periodica, di acero, carpino, frassino, olmo e quercia, salvo che per motivate esigenze, previa autorizzazione dell’Ispettorato Ripartimentale delle Foreste ove espressamente prevista; e. riduzione di superfice a bosco o prato naturale, salvo che in terreni ritirati da produzione temporaneamente per intervento pubblico, e modifica dello stato di corsi d’acqua, salvo opere di riequilibrio idrogeologico e di difesa da esondazioni, entro perimetro di parco naturale, fino all’approvazione del Parco Comunale (art. 6 L.R. 42/96). 7. In zona E6 sono vietati gli interventi di cui al comma 6, lett. b. e c.. 8. In zona E7 sono vietati gli interventi di cui ai punti III° e IV° e quelli di cui al comma 6 lett. c., d. ed e. 9. In zona agricola E7 sono consentiti piccoli depositi di materiale per le costruzioni edili (ghiaia, sabbia, cemento, laterizio, legno e simili), fino ad una superficie di mq 300 per ogni singola ditta o richiedente e l’accatastamento di tali materiali non dovrà superare in altezza ml 1,50; i materiali che potessero provocare polvere, odori e quelli che le piogge potrebbero dilavare o sciogliere disperdendone anche solo in minima parte nel terreno, anche se il loro deposito dovesse ottenere parere favorevole da parte dell’A.S.S., dovranno essere opportunamente protetti; tutto il terreno interessato dal deposito propriamente detto e dagli spazi di manovra intorno, nonché da eventuali piantumazioni, non dovrà essere superiore a mq 1.000; qualora il deposito si trovi a meno di ml 50 da

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abitazioni, esso dovrà esser schermato rispetto a queste con una siepe continua di almeno ml 3 di altezza. La concessione/autorizzazione edilizia, per detti depositi, è dovuta anche senza opere di modificazione dello stato di fatto ed è subordinata al parere favorevole dell’A.S.S. competente terrritorialmente ed è condizionata alla stipula di un atto unilaterale d’obbligo col quale il richiedente dichiara di: a. usare tale deposito solo per materiali di uso proprio e non commercializzabili; b. impegnarsi a non affittare tale area ad uso deposito di materiali. 10. In zona E8 sono vietati tutti i tipi d’intervento di cui al presente articolo, ad esclusione di quelli di cui al punto V°). 11. L’attività agrituristica comprende i tipi, utilizza i locali ed è soggetta ai limiti di cui alla L.R. 25/1996. 12. Gli interventi soggetti a P.R.P.C. e quelli di nuovi interventi o ristrutturazioni interessanti una superficie lorda di pavimento superiore a mq. 200 sono obbligati a prevedere la piantumazione di almeno un albero ogni 20 mq di pavimento con le seguenti caratteristiche. Le alberature dovranno costituire tipologie d'impianto a filare, a siepe, a boschetto, essere piante di tipo autoctono locale e di misura, all'impianto, superiore a ml. 2 di altezza. 13. Gli impianti di cui al punto VIII°) della sezione A sono consentiti a condizione che gli stessi siano funzionali e contigui a fabbricati esistenti posti in zona agricola ed aventi le destinazioni d’uso di cui ai punti I°), II°), III°), IV°) e V°). Il progetto delle opere deve essere corredato da uno studio sui flussi veicolari da e per l’impianto; nel caso in cui le opere comportassero un aggravio del transito veicolare sulla circostante viabilità comunale il privato dovrà provvedere alla manutenzione della stessa convenzionandosi con l’Amministrazione Comunale.

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CAPO V ZONE COMMERCIALI “H” Art. 42 - Zona H2. Commerciale di interesse comunale A. Destinazioni d’uso. 1. Le opere hanno le seguenti destinazioni d’uso: a. commerciale al minuto, nella misura massima di 1.500 mq di superficie coperta complessiva per l’intera zona; b. commerciale all’ingrosso; c. direzionale al servizio del commercio; d. artigianale di servizio all’attività commerciale; e. opera di interesse pubblico connessa con le destinazioni di cui alle lettere precedenti; f. residenziale, in funzione della conduzione dell’azienda e delle esigenze dell’imprenditore, ove la superficie utile delle opere di cui alle lettere precedenti superi mq 400. È in funzione della conduzione un alloggio per ogni unità insediativa. Sono vietati usi compresi nell’elenco delle industrie insalubri di prima classe, salvo parere favorevole dell’A.S.S.. Sono comunque vietati in modo assoluto usi comportanti rischio di incidenti rilevanti. B. Indici. 1. Le opere rispettano i seguenti indici: a. rapporto di copertura: max mq/mq 0,40; b. distanza da strada: min ml 10,00; c. distanza da confine: c.1. in genere: min ml 5,00; c.2. per opera compresa in progetto unitario tra lotti contigui: ml 0,00; d. distanza tra pareti finestrate e pareti di edifici antistanti residenziali: min ml 10,00; e. altezza max ml 10,00, salvo impianti speciali; f. superficie utile di un alloggio: max mq 200. C. Attuazione. 1. Le opere sono realizzate mediante P.R.P.C., rispettante il perimetro previsto in zonizzazione, riguardo al quale potrà esserci una variazione di superficie territoriale non superiore al +/-10%. D. Disposizioni particolari. 1. Il P.R.P.C. è formato nel rispetto dei seguenti criteri: a. Ricognizione delle opere di urbanizzazione esistenti e loro completamento ed estensione all’intera zona omogenea; b. economicità dell’organizzazione interna, circa il consumo di spazio e l’ottimizzazione delle opere di urbanizzazione; c. la dotazione di parcheggi da prevedere non potrà essere inferiore al 200% della superfie di vendita;

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d. strutturazione della trama fondiaria di base delle aree libere in funzione di possibili aggregazioni e disaggregazioni degli spazi edificabili; e. individuazione dei requisiti di qualità urbanistico-architettonica delle opere, in funzione dell’omogeneità dell’insediamento e del suo inserimento nel contesto territoriale; f. individuazione di una struttura degli spazi a verde, in funzione di ricreazione, arredo, maschera- mento e costituzione di percorsi pedonali e/o ciclabili; g. dimensionamento e distribuzione dei parcheggi di uso pubblico in funzione delle utenze esterne prevedibili in rapporto ai tipi di attività e tipi di servizi ed attrezzature collettive; h. organizzazione o riorganizzazione degli accessi finalizzata alla funzionalità e sicurezza stradale.

Art. 43 - Zona H3. Commerciale singola esistente A. Destinazioni d’uso. 1. Le opere hanno le seguenti destinazioni d’uso: a. commerciale al minuto, nella misura massima di 1.500 mq di superficie coperta complessiva per l’intera zona; b. commerciale all’ingrosso; c. direzionale al servizio del commercio; d. artigianale di servizio all’attività commerciale; e. opera di interesse pubblico connessa con le destinazioni di cui ai punti precedenti; f. residenziale, in funzione della conduzione dell’azienda e delle esigenze dell’imprenditore, ove la superficie utile delle opere di cui ai punti precedenti superi mq 200. È in funzione della conduzione un alloggio per ogni unità insediativa. Sono vietati nuovi usi compresi nell’elenco delle industrie insalubri di prima classe. Sono comunque vietati in modo assoluto usi comportanti rischio di incidenti rilevanti. B. Indici. 1. Le opere rispettano i seguenti indici: a. rapporto di copertura: esistente + 100%, e comunque rispetto al lotto: max mq/mq 0,50; b. distanza da strada: min ml 5,00, o pari a esistente se inferiore; c. distanza da confine: c.1. in genere: min ml 5,00, o pari a esistente se inferiore, nei soli casi di ampliamento di edifici esistenti, fermi restando in ogni caso i limiti fissati dal Codice Civile; c.2. per opera compresa in progetto unitario tra lotti contigui: min ml 0,00; d. distanza tra pareti finestrate e pareti di edifici antistanti residenziali: min ml 10,00; e. altezza: e.1. in genere: max ml 6,00, o pari a esistente se superiore; e.2. a distanza da confine inferiore a ml 5,00: max ml 3,50, o pari a esistente se superiore; f. superficie utile di un alloggio: max mq 200; g. superficie per parcheggio:

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g.1. per esercizi commerciali al dettaglio inferiori a 400 mq di superficie di vendita: non inferiore a 100% di superficie di vendita in area di pertinenza o in prossimità; g.2. per esercizi commerciali al dettaglio di grande distribuzione superiore a 400 mq di superficie di vendita: non inferiore a 200% della superficie di vendita; C. Attuazione. 1. Le opere sono realizzate mediante Id. D. Disposizioni particolari. 1. Per insediamenti aventi degrado e dissonanza di strutture, materiali, forme o colori di opere principali, aventi presenza di opere secondarie o depositi all’aperto causanti degrado di veduta, potenziale pericolo o aventi disorganizzazione o degrado di aree scoperte a vista, il Comune può richiedere rispettivamente impegno di miglioramento dell’effetto di veduta rispetto al contesto territoriale, rimozione od occultamento di opere secondarie o di depositi all’aperto e sistemazione di aree scoperte a vista. 2. I depositi per materie potenzialmente inquinanti il sottosuolo sono dotati di pavimento impermeabile e rialzo perimetrale in muro pieno continuo o altro sistema idoneo al contenimento di eventuale sversamento. 3. Gli edifici residenziali esistenti non funzionali a conduzione di azienda possono essere ristrutturati e integrati funzionalmente, per motivate esigenze, fino a mc 200 in volume e mq 150 in superficie coperta per ogni unità edilizia.

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CAPO VI ALTRE ZONE ED ELEMENTI DI INTERESSE STORICO, NATURALISTICO ED AMBIENTALE

Art. 44 - Zone F. Di tutela ambientale A. Finalità. 1. La zona F ricade all’interno del perimetro di Parco Comunale o Intercomunale da redigersi, anche per stralci, ai sensi della L.R. 42/96 e rispettante il perimetro previsto in zonizzazione. 2. Gli interventi sono finalizzati alla conservazione, sviluppo e valorizzazione dell’ambiente naturale. 3. Gli obiettivi generali del Parco, conformemente agli studi svolti ed indirizzi assunti a livello regionale (delib. Giunta Regionale n. 2794 del 12/6/95) sono i seguenti: a. tutelare, conservare, migliorare e valorizzare gli aspetti naturalistici paesaggistici e storico culturali dell’area dei fiumi Stella, Taglio e Torsa ricadenti nel territorio di Rivignano; b. consentire una corretta fruizione del territorio, anche a favore dell’utenza disabile, mediante la sistemazione di sentieri di interpretazione ambientale, di percorsi pedonali e ciclabili, con punti di sosta e di ricreazione ad uso del pubblico; c. promuovere la diffusione della cultura naturalistica mediante lo sviluppo di attività educative, ricreative, informative, divulgative e sportive, purché compatibili con le superiori esigenze di tutela ambientale; d. promuovere la ricerca scientifica in campo naturalistico e della storia ambientale locale; e. realizzare interventi di ripristino ambientale di aree in degrado e di recupero di manufatti di interesse storico culturale; f. consentire le attività agricole e zootecniche nei modi e nell’entità compatibili con i fini di cui ai precedenti punti: l'indice fondiario massimo è pari a 0,03 mc/mq e potrà essere utilizzato per trasferirne le volumetrie consentite, nelle zone agricole E4 ed E6; 4. Il progetto di Parco assumerà, sulla base degli studi ed indirizzi di cui al comma 3 del presente articolo, i seguenti indici edificatori cioè: -zona di tutela ambientale totale: V max = esistente + 100 mc per unità edilizia; Q max = esistente + 75 mq per unità edilizia; H max = 9 ml o pari ad esistente; -zona per attrezzature ricettive: V max = 0,30 mc/mq o pari ad esistente; Q max = 0,50 mq/mq o pari ad esistente; H max = 6 ml o pari ad esistente; -zona ad agricoltura tradizionale: If = 0,03 mc/mq per residenza agricola; If = 0,05 mc/mq per edifici relativi a strutture produttive aziendali; Q max = 0,30 mq/mq; B. Attuazione. 1. Le opere sono realizzate in conformità al Progetto di Parco Comunale o Intercomunale da redigersi ai sensi della L.R. 42/96 o di un P.R.P.C..

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C. Disposizioni particolari. 1. Il Progetto di Parco, congruentemente con le previsioni degli studi per il PCS dello Stella, identifica, perimetra e salvaguarda le aree più qualificate sotto il profilo ambientale, corrispondenti a zona F4 in cui vieta nuovi interventi edilizi ed infrastrutturali, nonché opere e attività contrastanti con le particolari caratteristiche o limitanti l’uso collettivo dei beni naturali, salvo gli interventi di recupero di edifici esistenti. 2. All’interno delle zone F, per le parti ricadenti entro il perimetro dell’area di reperimento “Risorgive dello Stella”, sono in vigore le norme di salvaguardia ex art. 69 L.R. n° 42/96. 3. All’interno delle zone F, per le parti ricadenti entro il perimetro del biotopo “Risorgive Zarnicco”, già compreso nell’area di reperimento, sono in vigore le norme di tutela di cui al decreto n° 0236/Pres. del 23.6.1998. 4. Fino all’approvazione del Progetto di Parco Comunale o Intercomunale sono vietati: a. nuovi edifici; b. nuove strade e infrastrutture energetiche fuori terra; c. nuove vasche per piscicoltura; d. bonifica idraulica e movimenti di terreno consistenti; e. apertura e ampliamento di cave; f. disboscamento e comunque trasformazione in coltivo di aree a bosco o a prato naturale, salvo che in terreni ritirati da produzione temporaneamente per intervento pubblico; g. modifica dello stato di corsi d’acqua; h. discarica di rifiuti; i. ricoveri per persone, mezzi e materiali; j. cartelloni pubblicitari; k. deposito ed esposizione di prodotti o materiali a cielo aperto; l. recintazione di fondi se non con siepe a verde ad esclusione di quelle di cui alla lett. k. del successivo comma 5.; m. sradicamento delle piante ed estrazione delle ceppaie, di qualsiasi età, e taglio delle piante aventi superata l’età critica di sopportazione della ceduazione periodica, di acero, carpino, frassino, olmo e quercia, salvo che per motivate esigenze, previa autorizzazione del Sindaco, e dell’Ispettorato Ripartimentale delle Foreste ove espressamente prevista. Il Comune ha facoltà di subordinare l’autorizzazione all’impegno d’impianto di nuove piante di stessa specie, nello stesso contesto territoriale; n. pozzi ed altre opere utilizzabili per prelievi idrici; o. interventi che modifichino o alterino le olle di risorgiva come interventi di drenaggio meccanico o modifiche alla sagoma delle rogge e dei rivoli di risorgiva, fatti salvi gli interventi di ripristino naturalistico; p. ogni altra nuova opera causante sensibile degrado ambientale, salvo quanto previsto al successivo comma 5;

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5. Fino all’approvazione del Progetto di Parco Comunale o intercomunale ai sensi della L.R. 42/96 sono consentiti: a. manutenzione straordinaria di strade, infrastrutture e corsi d’acqua esistenti; b. opere di naturalizzazione territoriale; c. opere di riequilibrio idrogeologico e di difesa da esondazioni; d. ristrutturazione di allevamenti ittici esistenti comportante riduzione di superfice di vasche, riequilibrio idrogeologico e naturalizzazione territoriale; e. ristrutturazione e integrazione funzionale per motivate esigenze di edifici esistenti, nei termini di cui all’art. 41, punto V°; f. opere di interesse pubblico o di irrilevante impatto ambientale, escluse quelle di cui al comma 4; g. operazioni agronomiche e colturali su piante esistenti, salvo quanto previsto al comma 4, lett. m.; h. ceduazione periodica; i. reiterazione e rotazione colturale secondo i tipi di coltura in atto e nei soli terreni attualmente utilizzati a tale scopo; j. sfalcio di prati; k. recinzioni con reti metalliche e pali in legno o ferro, ad esclusione degli accessi carrai, limitatamente alle strette pertinenze degli edifici esistenti. 6. Le volumetrie edilizie derivanti dalla superficie delle aree interne alla zona F per un indice fondiario dello 0,03 mc/mq saranno trasferibili nelle zone E4, E6 ed E7; 7. le norme di salvaguardia previste nella sezione B punti 4 e 5 devono essere mantenute, per le aree non comprese nel Parco Comunale, anche dopo l’approvazione di quest’ultimo.

Art. 45 - Zona di verde privato, orti e giardini A. Destinazioni d’uso. 1. Le opere hanno le seguenti destinazioni d’uso: a. edifici accessori a servizio della residenza. i fabbricati accessori possono essere realizzati anche a servizio di edifici residenziali non contigui all’area di intervento a condizione che gli stessi non siano distanti da quest’ultima area più di 200 metri. B. Indici. 1. Le opere rispettano i seguenti indici: a. rapporto di copertura del lotto: max mq/mq 20,00: mq lotto + 0,05; b. distanza da strada: min ml 5,00, o pari a esistente se inferiore; c. distanza da confine: ml 0,00; d. altezza: max ml 3,50, o pari a esistente se superiore. C. Attuazione. 1. Le opere sono realizzate mediante Id. D. Disposizioni particolari. 1. Le opere per servizi ed accessori hanno membrature esterne in muratura finalizzata a vista o rifinita,

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e copertura con pendenza compresa tra il 30 e il 45%. 2. Gli edifici esistenti possono essere ristrutturati e integrati funzionalmente, per motivate esigenze, fino a mc 100 di volume e mq 75,00 di superfice coperta per ogni unità edilizia. 3. L’area di verde privato, orti e giardini afferente ad ogni singolo lotto può essere adibita anche a zona di parcheggio e manovra di autoveicoli per una superficie non superiore al 50% della stessa area destinata a verde privato, orti e giardini; superfici maggiori possono essere assentite solo al fine di consentire di raggiungere lo standard minimo di parcheggi previsto dalla lettera f), sezione B), dell’art. 32 nel caso in cui l’area residenziale attigua non avesse lo spazio adeguato.

Art. 46 - Zona di Valorizzazione Ambientale di Flambruzzo (VAF) 1. Trattasi di una zona ubicata a sud ovest di Flambruzzo, sulla sponda sinistra dello Stella, caratterizzata, oltre alla presenza del fiume, da piccoli corsi e specchi d’acqua, nonché da vegetazione arborea di interesse naturalistico. 2. In tale ambito territoriale gliinterventi devono mirare ad una generale riqualificazione del contesto naturalistico ambientale, al fine di permetterne una maggiore fruizione per scopi ricreativi e/o per il tempo libero. 3. Tale area per la quale si prevede l’assoggettamento a P.R.P.C. è in gran parte già vincolata a tale procedura, che con il presente P.R.G.C. viene estesa alle aree che ora vengono inglobate. 4. Gli indici e i parametri previsti da P.R.P.C. dovranno essere i seguenti: - distanza minima dai fabbricati: ml. 10,00 o pari a esistente se inferiore; - distanza minima dai confini: ml. 5,00 o pari a esistente se inferiore; - distanza minima dal ciglio stradale pubblico: ml. 7,50 o pari a esistente se inferiore; - rapporto di copertura massimo: 0,10 mq/mq; - altezza massima: ml. 4,00 o pari a esistente se superiore; - area per parcheggi: n. 1 posto macchine ogni 5 utenti e comunque non inferiore al 100% della superficie coperta totale prevista; - all’interno dell’area posto a ridosso del fiume Stella è interdetto il transito a qualunque automezzo ad eccezione dei veicoli a servizio di persone disabili e di servizio; la stessa non potrà essere utilizzata come area per parcheggio; - le componenti naturali di pregio esistenti sono conservate e ripristinate; - dovrà essere rispettato quanto indicato nella convenzione urbanistica Rep. n. 1467 e Fasc. 1616 del 13/03/1999 stipuata tra il Comune di Rivignano e la ditta Palmarussa srl.; 5. Il P.R.G.C., per le varianti che il P.R.P.C. operante dovesse assumere, indica i seguenti generali obiettivi: a) salvaguardia ambientale; b) attività per il tempo libero: ristoro, attività motorie e ludiche con i relativi servizi ed attrezzature; 6. In occasione di eventuali varianti al P.R.P.C. esso dovrà conformarsi alle norme di salvaguardia di cui alla L.R. 42/96 art. 69 previste per l’Area di reperimento “Risorgive dello Stella”;

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7. Il perimetro del P.R.P.C. portà esser modificato fino ad una variazione superficiale del + / - 10%.

Art. 47 - Zona per attracchi canoe 1. Nella parte meridionale del territorio, lungo il fiume Stella, viene individuata una zona da attrezzarsi idoneamente al fine di consentire l’approdo e lo stazionamento di piccole imbarcazioni e/o canoe, da attuarsi conformemente agli obiettivi del Progetto di Parco Comunale e mediante P.R.P.C. secondo il perimetro indicato in cartografia riguardo al quale potrà esserci una variazione di superficie territoriale non superiore al +/-10%. 2. Entro tale ambito territoriale sono consentiti i seguenti interventi: a. realizzazione pontile-passerella per l’accostamento di piccole imbarcazioni e/o canoe per un massimo di 25 posti barca; b. edificazione di fabbricati per servizi igienici e spogliatoi di dimensioni strettamente necessarie a tale funzione: h max = ml 3,00; sup. coperta max: mq 100; c. realizzazione di viabilità e parcheggi con superficie in materiale naturale; d. sistemazioni delle aree scoperte (piantumazioni, verde, recinzioni, impianti d’illuminazione). 3. Il P.R.P.C. può prevedere un’articolata temporizzazione (fasi esecutive) dei lavori di realizzazione delle opere, fermo restando l’obbligatoria priorità da riservarsi alle opere di viabilità principale ed ai parcheggi. 4. Il P.R.P.C. viene redatto mirando a conseguire una generale riqualificazione ambientale del territorio, prevedendo interventi caratterizzati da basso impatto ambientale ed utilizzando materiali che si armonizzino con il contesto naturalistico esistente. Più in particolare è necessario: a. garantire il pubblico accesso al fiume ed alle aree demaniali; b. mantenere l’arginatura naturale ed alberata esistente, nel rispetto dei vincoli idraulici; c. evitare modificazioni delle sezioni idrauliche del fiume; d. provvedere al rimboschimento dell’area con essenze arboree autoctone; e. limitare il massimo possibile le pavimentazioni del terreno in asfalto ed in cemento; f. utilizzare materiali e forme dell’edilizia tradizionale di cui all’art. 27; g. realizzare tutti i pontili in legno nel senso del corso del fiume della lunghezza massima di ml. 20 e della larghezza massima di ml. 1,50 senza occupare lo spazio dell’alveo fluviale; h. realizzare i parcheggi nella parte più distante dal fiume per non più di n° 25 posti auto; i. garantire, con la gestione attivabile con convezione, che non vi sia stazionamento continuativo di imbarcazioni né su terraferma né in acqua; j. realizzare la viabilità atta a garantire il collegamento meccanico tra la zona e l’esistente viabilità comunale.

Art. 48 - Conservazione e miglioramento ambientale 1. In manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro e ristrutturazione i muri in pietra, ciottoli, mattoni o misti, consistenti e omogenei, nonché i portali in pietra ed altri elementi speciali di particolare

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interesse, non specificatamente normati da P.R.P.C., sono conservati o ripristinati a vista. Ove la demolizione non sia necessaria per la costruzione di edifici o per motivi di pubblico interesse le opere sono comunque conservate o ripristinate a vista. 2. In occasione di interventi edilizi sono posti a dimora nell’area scoperta alberi di specie tipica locale, di età superiore a 2 anni, nella quantità minima di 1 per ogni mq 50 di superfice lorda di pavimento e comunque in quantità non necessariamente superiore a 1 per ogni mq 50 di superfice scoperta disponibile. Gli alberi sono posti preferibilmente in prossimità degli spazi pubblici. 3. Sono vietati muri in blocchi di cemento grezzo a vista e coperture di edifici in lamiera, salvo che di rame. 4. Le opere e attività degradanti l’ambiente sono occultate alla vista da spazi pubblici mediante barriere vegetali o murarie. 5. Ove previsto “Filo fisso”: a. gli edifici esistenti sono mantenuti ivi allineati; b. nuovi edifici o ampliamenti sono realizzati ivi allineati, o arretrati di un minimo di ml 25,00; c. gli edifici hanno altezza minima di ml 6,00, o in ristrutturazione pari a esistente se inferiore; d. la copertura ha pendenza minima, anche per la faccia inferiore sporgente, pari a esistente, in caso di intervento su edificio esistente, incluso ampliamento, e compresa tra il 40% e il 45% in caso di nuova costruzione; e. sono vietate nuove terrazze; f. i portoni carrai ad arco esistenti sono conservati o ripristinati; g. lo stato di aperture di facciata, tipiche degli edifici storici esistenti, può essere modificato esclusivamente per mutamento di destinazione d’uso dei vani corrispondenti o per esigenze igienico-sanitarie; h. la ristrutturazione con demolizione è consentita soltanto per dimostrati motivi statici, previo impegno di ricostruzione, garantito finanziariamente, rispettandonsi comunque le norme di cui alle lettere precedenti; 6. Ove prevista “Cortina muraria”: a. ove esistente muro, esso è conservato o ripristinato; b. ove inesistente muro qualsiasi concessione nel lotto è subordinata all’impegno, garantito finanziariamente, di realizzazione di muro con materiale finalizzato a vista, liscio e opaco o intonacato, di altezza minima di ml 2,20 e massima di ml 3,50; c. resta salva la possibilità di realizzazione di un accesso di larghezza massima di ml 4,00 per ogni unità edilizia, se non può aversene uno alternativo adeguato alle esigenze; 7. Entro “Corte inedificabile” sono vietati nuovi edifici e ampliamenti di edifici esistenti. L’area di “Corte inedificabile” costituisce comunque superfice fondiaria. 8. Elementi di pregio naturalistico. a. Il Comune di Rivignano persegue una politica di tutela e conservazione del patrimonio naturalistico ed ambientale caratterizzante il proprio territorio. A tale scopo sottopone a misure di

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salvaguardia tutti gli elementi ritenuti di rilevante pregio naturalistico presenti sull’intero territorio comunale. Ai fini delle presenti norme si considerano elementi di rilevante pregio naturalistico, di cui sopra: - tutti gli alberi, sia quelli indicati in cartografia sia quelli la cui altezza è superiore a ml. 15,00 o di età oltre 50 anni o con diametro del tronco di almeno 30 cm a ml. 1,50 di altezza; - i filari, gli alberi isolati, boschi e boschette individuati in cartografia di progetto delle tavole P2a-P2b–P3a-P3b-P3c-P3d-P3e-P3f.; b. Per questi è consentita solo la tradizionale attività di ceduazione e sfoltimento. Non sono considerate, ai fini delle presenti norme, quelle piante che non raggiungano i ml. 3,00 di altezza come cespugli, rovi, infestanti e simili; i filari di gelsi esistenti sono oggetto di salvaguardia indipendentemente dalla loro altezza. c. Per ogni manomissione diretta od indiretta o mancanza di manutenzione di tali elementi il responsabile sarà punito con sanzione amministrativa stabilita dalla Amministrazione Comunale. d. Qualora risulti l’assenza reale sul luogo di alcuni elementi di cui al precedente comma rispetto a quanto previsto nella cartografia, il proprietario dovrà dimostrare (eventualmente con foto, dichiarazioni proprie, di agronomi o forestali, ecc.) l’inesistenza di quegli elementi al momento dell’approvazione della presente variante. e. La richiesta di abbattimento di uno o più alberi tra quelli oggetto di salvaguardia dovrà essere motivata esclusivamente da ragioni fitosanitarie ed essere accompagnata per questo da una dichiarazione di un tecnico forestale iscritto all’albo professionale. 9. Zone Boscate a. Nelle zone a bosco é vietata: qualsiasi costruzione di opere se non quelle relative alla viabilità minore come sentieri pedonali, piste ciclabili, piste antincendio e viabilità forestale, che comunque non devono avere pavimentazioni d'asfalto o cemento, passerelle o ponticelli in legno per il superamento di fossi o rogge, tubi interrati per il passaggio di reti tecnologiche o per il convogliamento d'acque di fossi; l'attività agricola; l'uso del suolo per attività improprie per la zona come ad esempio deposito, anche temporaneo, di materiali vari; il taglio, estirpazione, danneggiamento di alberi; l'eliminazione di alberi è consentita solo per ragioni fitosanitarie ed è soggetta ad autorizzazione sulla base di una dichiarazione firmata da un dottore forestale. Sono ammesse recinzioni con reti metalliche e pali in legno o ferro, ad esclusione degli accessi carrai, limitatamente alle strette pertinenze degli edifici esistenti. b. E' consentito: la normale attività di ceduazione; l'eliminazione di sterpaglie, rovi, cespugli ed infestanti; la forestazione con essenze di tipo autoctono. c. nelle zone a bosco interne al perimetro di Parco Comunale o Intercomunale di cui all’art. 44 prevalgono, sulle norme di cui alle lettere a. e b. del presente comma, le disposizioni contenute nel Progetto di Parco Comunale o Intercomunale qualora approvato.

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CAPO VII ZONE GRAVATE DA PARTICOLARI VINCOLI O SERVITÙ

Art. 49 - Aree sottoposte a vincolo paesaggistico Dgls 29/10/1999 n. 490 1. Nelle aree sottoposte a vincolo paesaggistico, di cui al Dgls 29/10/1999 n. 490 e L.R. 7/2001 e dalle previsioni riferite dalle presenti Norme ad ogni specifica zona territoriale, tutti gli interventi, che in qualche misura alterino lo stato dei luoghi e/o l’aspetto esteriore degli edifici, per quanto non previsto dai successivi commi del presente articolo e dagli altri articoli delle presenti Norme riferiti a specifiche zone, devono osservare le sottoelencate prescrizioni: a) rispetto delle caratteristiche tipologiche edilizie tradizionali locali, di cui all’art. 27 delle presenti Norme Tecniche di Attuazione; b) eventuali pavimentazioni esterne devono essere realizzate impiegando materiali naturali quali ghiaino, terra battuta, ciottoli, mattoni pieni, ovvero masselli in cls autobloccanti (grigliati o pieni), plotte in cls e simili. Pavimentazioni in cemento o conglomerati bituminosi sono ammissibili, per le strade private, vicinali, sino al limite massimo di mq 100, mentre per le nuove strade comunali di tipo “C”, “E” ed “F” non vi sarà limite superficiale per tali pavimentazioni e per le opere connesse, che dovranno essere eseguite secondo gli standards tecnici relativi. c) gli interventi di difesa da esondazioni, da erosioni della sponda ed in genere di natura idrogeologica dovranno essere realizzati prevalentemente secondo le tecniche ed i materiali dell’ingegneria naturalistica utilizzando materiali naturali ed, al caso, occultando quei manufatti che necessariamente si dovessero realizzare, per ragioni statiche o altro, e in difformità dai criteri di cui sopra. 2. Nelle fasce di cui al Dlgs 490/99 relativamente alle varie zone omogenee alle quali si sovrappone, si dovrà ottemperare alle seguenti norme: - nelle zone B: - i nuovi edifici dovranno adottare le caratteristiche tipologiche e architettoniche tradizionali di cui all'art. 27; gli interventi sull'esistente dovranno conformarsi alle linee architettoniche del contesto; - le nuove recinzioni dovranno essere improntate alla massima semplicità di forme ed evitare i muri continui cls più alti di ml 1,00 e i grigliati prefabbricati in cls; - la sistemazione dell'area scoperta in occasione di nuovi interventi prevede la creazione di prato per almeno il 20% del lotto e la piantumazione d'almeno un albero d'alto fusto di tipo autoctono ogni 40 mq di area sistemata a verde; - nelle zone C: il progetto di P.R.P.C. dovrà prevedere e precisare: le tipologie edilizie uniformate a grande semplicità di linee e materiali tradizionali (privilegiando mattoni ed intonaco): ciò dovrà esser esteso a tutto il comparto tenendo conto di non prefigurare contrasti ambientali tra le parti in area di cui al D.Lgs n.490/99 e quelle eventualmente esterne; la superficie a verde che sarà almeno il 30% della superficie fondiaria di tutto il comparto eventualmente diversamente ripartita tra i vari lotti; le essenze da piantumare, almeno una ogni 30

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mq di area verde da scegliere tra quelle autoctone locali; le aree di verde pubblico da allocare nelle fasce di cui al Dlgs 490/99 per quanto compatibile con la funzionalità dell’insieme e garantire nelle stesse una dotazione arborea non minore di quella prescritta all’interno dei singoli lotti suindicata. - nelle zone E: saranno vietate le opere e le attività di cui all’art. 41 sez. B comma 6 e al comma 9; - nelle zone 'S': le tipologie edilizie e le architetture saranno uniformate a grande semplicità di linee e di materiali compatibilmente con la loro funzionalità la superficie a verde che sarà almeno il 30% della superficie fondiaria di tutto il lotto; le essenze da piantumare, almeno una ogni 30 mq, di area verde da scegliere tra quelle autoctone locali; 3. L’istanza volta ad ottenere il rilascio di concessione/autorizzazione edilizia per interventi da eseguirsi nelle zone sottoposte a vincolo paesaggistico, di cui al Dlgs n. 490/'99, deve essere corredata da: a. rilievo quotato, sottoscritto da un tecnico abilitato, dimostrante l’effettiva distanza che intercorre tra l’area oggetto dell’intervento e i luoghi di cui all’art. 146 del Dlgs n. 490/'99; b. un’esauriente documentazione fotografica illustrante lo stato dei luoghi e/o l’aspetto esteriore degli edifici oggetto dell’intervento. 4. In area soggetta a Vincolo paesaggistico il rilascio di concessione o autorizzazione è subordinato alla presentazione di un programma di sistemazione dell’intero lotto. Il programma è composto da una parte di analisi, in cui sono evidenziati lo stato del luogo ed il valore ambientale del contesto territoriale, e da una parte di progetto, in cui è dimostrato come detto valore è tutelato. Il programma prevede comunque: a. mitigazione dell’impatto visivo e inserimento paesaggistico delle opere; b. esclusione od occultamento di depositi all’aperto; c. sistemazione di aree scoperte a vista; d. adozione di misure antinquinamento di acque superficiali circostanti. Le opere complementari per le finalità di cui al periodo precedente sono previste realizzate entro il termine di validità della concessione o autorizzazione. 5. Anche in rapporto alla precedente lettera a) del comma 3 del presente articolo si precisa che stante le possibili difformità tra situazione reale e situazione cartografica relativamente all’andamento del corso delle acque, all’estensione dei boschi e degli altri elementi soggetti al Dgls 29/10/1999 n. 490, le distanze che determinano la zona soggetta alle norme di cui alla legge stessa sono assunte non cartograficamente, bensi riferendosi agli elementi reali in loco.

Art. 50 - Fascia di rispetto dei corsi d’acqua 1. Al fine di consentire una corretta ed ottimale manutenzione dei corsi d’acqua e dei canali regimentati, è vietata la coltivazione del terreno entro uno spazio di ml 5,00 lungo entrambe le sponde e/o piede esterno di eventuale argine. 2. Eventuali deroghe possono essere concesse a fronte di piani o progetti di recupero ambientale, previa

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acquisizione del parere favorevole espresso dalla Direzione Regionale dell’Ambiente, dall’Ente proprietario e/o tenuto alla gestione di detti corsi d’acqua. 3. Assumendo a norma i contenuti della Circolare 9700 del 21/1/1981 del Magistrato alle Acque di Venezia, è vietato: a. erigere e mantenere qualsiasi costruzione a distanza dal piede degli argini o delle loro banche e sottobanche o dalle sponde dei corsi d’acqua non arginati, inferiore a 10 m; b. la formazione di depositi di qualsiasi materiale negli alvei di tutti i corsi d’acqua e, fuori dagli alvei, a distanza dal piede degli argini o loro banche e sottobanche o dalle sponde dei corsi d’acqua non arginati, non inferiori a: ml 20,00. I depositi a fiume nelle sole zone golenali dovranno avere carattere di provvisorietà e comunque non potranno essere conservati per un periodo superiore ad un mese, salvo speciale autorizzazione rilasciata dal Magistrato alle Acque; c. impiantare e coltivare alberi e siepi su qualsiasi parte degli argini, nonché nell’alveo dei corsi d’acqua. La distanza di tali piantagioni dal piede degli argini e loro banche o sottobanche o dalle sponde dei corsi d’acqua non arginati dovrà essere superiore a ml 4,00. 4. La funzione delle golene è ovviamente quella di venire invasa dalle acque in caso di piena, per cui esse non potranno esser difese da argini o da altre strutture che impediscano tale inondazione. Purtuttavia le difese già esistenti potranno esser tollerate qualora la loro sommità sia inferiore di ml 1,00 a quella degli argini principali o interrotte da varchi permanenti, che permettano alle acque di piena di invadere le golene. Nelle zone golenali potranno comunque erigersi, a distanza non inferiore a ml 10,00 dal petto dell’argine o dall’ultima difesa di questo, strutture fuori terra, ma esse saranno soggette alla disciplina fissata dall’art. 2 del T.U. 523/1904 ed alle consuete servitù idrauliche. 5. Relativamente alle misure di tutela delle rive dei laghi, oltre a quanto già specificato per le zone di cui al Dlgs 490/99, si precisa che: a. sono vietati: - i nuovi volumi edilizi e le tettoie oltre i 12 mq e simili a meno di ml 30 ml dalle rive; - la aratura del terreno a fini agricoli nonché la eliminazione, se non per realizzare gli approdi consentiti, o danneggiamento delle piante lacustri fino a ml 10 dalla riva; - la realizzazione di vasche e nuovi fossi a meno di ml 300 dalle rive; b. sono consentiti, indipendentemente dalle distanze dalla riva: - piccoli approdi barche in legno della dimensione massima di ml 10 in lunghezza ml 1,5 in larghezza, paralleli alla riva, in numero non superiore a 2 per ogni lago; - caminetti e barbecues, tavoli e panche fissi , gazebo fino a 12 mq ed altri elementi di arredo; - pavimentazioni in materiali naturali, staccionate; - impianti d'illuminazione esterna, di irrigazione; 6. L'eventuale sistemazione dell'area per la sua fruizione da parte di pubblico (ad es. per pesca sportiva, attività per il tempo libero) è soggetta alla approvazione di un P.R.P.C.. Questo P.R.P.C. dovrà essere esteso ad almeno ml 30 oltre le rive, conterrà la convenzione regolamentante la fruizione da parte del pubblico e potrà prevedere anche posti auto, un manufatto per servizi igienici ed uno per la cucina

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per un volume complessivo non superiore a mc 200 e distante dalla riva almeno ml 20.

Art. 51- Vincoli speciali 1. In area soggetta a Vincolo monumentale sono vietate demolizioni, rimozioni, modifiche, restauri non autorizzati dalla Soprintendenza per i B.a.p.p.s.a.d.. 2. In Area esondabile gli edifici hanno quota di pavimento dei vani destinati alla permanenza di persone non inferiore a + (più) ml 0,80 rispetto a quota di terreno preesistente. In ampliamenti e ristrutturazioni è consentito il mantenimento di una quota inferiore, purché l’edificio sia difeso da esondazioni con muro o arginello continuo avente parimenti quota non inferiore a + (più) ml 0,80 rispetto a quota di terreno preesistente. Le disposizioni di cui ai periodi precedenti hanno applicazione fino a che non siano realizzate opere di difesa pubbliche assicuranti altrimenti l’area di intervento. Sempre in Area esondabile è vietata la realizzazione di scantinati e vani seminterrati. 3. Qualora la costruzione di vani interrati ricada nella fascia di profondità del terreno interessata dalla falda nella fase storica di massimo impinguamento, deve essere garantita la sicurezza e la integrità idraulica degli stessi mediante adeguata impermeabilizzazione. La progettazione di eventuali impianti di fognatura e/o scarico di acque deve tenere in debita considerazione la possibilità che si verifichino fenomeni di rigurgito al fine di garantire il regolare deflusso delle acque anche in condizioni idrauliche critiche; 4. Impianti di itticoltura: i piani o i progetti relativi ad ampliamenti dimensionali o produttivi di impianti di itticoltura che prelevano o scaricano acque che interessino le aree comprese nel Sito di Importanza Comunitaria IT3320026 “Risorgive dello Stella” e gli interventi di nuova realizzazione e manutenzione delle canalizzazioni esistenti in connessione idraulica con le aree comprese nel Sito di Importanza Comunitaria IT3320026 “Risorgive dello Stella”, dovranno essere dotati della necessaria documentazione tecnica al fine di verificare la possibile incidenza significativa in particolare relativamente agli aspetti quantitativi e qualitativi delle acque superficiali e sotterranee.

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CAPO VIII ZONE PER ATTREZZATURE PUBBLICHE O DI INTERESSE PUBBLICO E COLLETTIVO

Art. 52 - Aree per attrezzature pubbliche e di interesse pubblico “S” 1. Trattasi delle aree destinate alle attrezzature ed ai servizi pubblici e di interesse collettivo previste dal P.R.G.C. anche in ossequio a quanto disposto dal D.P.G.R. 20/04/1995 n° 0126/8 Pres. 2. Il P.R.G.C. perimetra tali zone e ne caratterizza l’uso mediante l’apposizione delle seguenti sigle: Viabilità e trasporti: P - Parcheggi di relazione o d'interscambio AS - Attrezzature stradali provinciali Culto, vita associativa, cultura: C - Chiese, case canoniche, oratori, sale per riunioni connesse col culto UA - Uffici amministrativi locali CC - Centro civico e sociale B - Biblioteca pubblica VAC - Attrezzature per vita associativa e cultura VA - Valorizzazione Ambientale Istruzione: AN - Asilo nido SM - Scuola materna SE - Scuola elementare SMI - Scuola media inferiore Sanità ed igiene: ASB - Attrezzature sanitarie di base EP - Ecopiazzola AAA - Attrezzature per assistenza anziani CM - Cimitero INF - Infermeria Verde e sport: VC - Verde di connettivo ed arredo VE - Nucleo elementare di verde VQ - Verde di quartiere SP - Sport, spettacoli all’aperto Impianti: MC - Magazzino comunale LI - Laboratorio Idrobiologico

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IT - Impianti tecnologici (altri rispetto ai precedenti) DC - Discarica comunale DP - Depuratore AIS - Attrezzature idrauliche e stradali di interesse pubblico 3. In tali aree sono consentite esclusivamente le strutture necessarie e di supporto al funzionamento dei servizi previsti per le specifiche destinazioni d’uso compresi garages, tribune, palchi, attrezzature per il verde, per lo sport e per gli spettacoli all’aperto, servizi igienici, percorsi pedonali in legno o altro materiale compatibile con le valenze ambientali del sito, strutture in legno o in ferro per belvedere e d’arredo, interventi di ingegneria naturalistica e ripristino di manufatti esistenti e simili. 4. I fabbricati destinati alle attrezzature ed ai servizi devono risultare finiti in tutte le loro parti ed osservare una tipologia costruttiva che li ponga in armonia rispetto al contesto urbanistico/ambientale circostante. 5. Nelle aree destinate alle funzioni di culto, le destinazioni d’uso ammesse comprendono anche le attrezzature sportive e ricreative connesse con l’attività parrocchiale. 6. In tali ambiti territoriali le previsioni operate dal presente P.R.G.C. si attuano mediante interventi rispettanti i seguenti indici e parametri, che dovranno essere rispettati rigorosamente nel caso di intervento di iniziativa privata e qualora non espressamente indicato diversamente da norme per specifiche strutture: a. H (max) = ml 7,00 o pari ad esistente se superiore, fatta eccezione per le chiese ed i campanili, eventuali serbatoi d’acquedotto, ed antenne per le telecomunicazioni ove ammesse; b. Q (max) = mq/mq 0,50; c. Dc, De, Ds = non minore di ml 6,00 e comunque non minore dell’altezza dell’edificio; d. Parcheggi interni al lotto di pertinenza del servizio: secondo quanto previsto dal D.P.G.R. 20/04/95, dalle leggi specifiche di settore (ad es. sull’edilizia scolastica) ed in mancanza, secondo le necessità indicate da apposita relazione. 7. Alla luce di quanto disposto dall’art. 41 della L.R. 19 novembre 1991, n° 52, l’eventuale realizzazione di opere pubbliche può avvenire in deroga ai parametri edilizi di cui alle presenti norme. 8. Qualora si rendesse necessario procedere alla sostanziale modificazione delle volumetrie, delle destinazioni d’uso, ovvero dei parcheggi e/o della viabilità interna, è necessario redigere un progetto generale inerente l’intera specifica area di pertinenza. Tale iniziativa può essere pubblica, privata o mista. 9. Le attrezzature di interesse collettivo previste dal presente P.R.G.C. possono essere realizzate anche da associazioni, enti o soggetti privati, per ragioni di pubblico interesse. In tali fattispecie deve essere preventivamente stipulata apposita convenzione con il Comune, attraverso la quale vengono disciplinati i rapporti fra i soggetti contraenti, con particolare riguardo alle modalità gestionali degli impianti, dei quali deve comunque esserne assicurato l’uso pubblico. 10. L’atto convenzionale di cui al comma 9 individua il soggetto su cui grava l’onere della realizzazione

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delle opere viarie e dei parcheggi e stabilisce altresì la precisa scansione temporale degli interventi; 11. Nella cartografia di progetto sono individuate con lettere “EM” e perimetro particolare le aree per le emergenze pubbliche nelle quali, in occasione di calamità naturali od altri disastri, possono essere installati temporaneamente tende, alloggi prefabbricati, servizi ed attrezzature. Tali aree non comportano necessariamente acquisizione da parte del Comune, sono inedificabili e le superfici coperte e le cubature ottenibili con l’applicazione degli indici di zona possono essere utilizzate per l’edificazione su lotti adiacenti che abbiano la stessa destinazione urbanistica; 12. La zona a parcheggio lungo via Varmo di fronte l'area a PRPC attuato dal Consorzio Agrario del Friuli VG è riservata prevalentemente ad automezzi pesanti e potrà essere realizzata per iniziativa pubblica o privata; per essa si prevedono i seguenti lavori: a) una continua cortina di alberature d'alto fusto delle specie locali lungo il perimetro verso la strada di accesso e le zone diverse da quelle agricole, con un albero ogni ml 7,00; b) una recinzione completa lungo il perimetro con rete metallica di altezza minima di ml 2,00; c) saranno ammesse solamente tettoie aperte per riparo di moto, motocicli e cicli; d) nelle pavimentazioni esterne si dovrà cercare di pavimentare in bitume o in getto di cemento le parti strettamente necessarie, privilegiando le pavimentazioni in materiali naturali. 13. Nella zona (AIS) per attrezzature idrauliche e stradali di interesse pubblico sono ammesse le opere inerenti i progetti n.ri 475/2009 e 245/2010 del Consorzio di Bonifica della Bassa Friulana quali interventi urgenti di protezione civile di sistemazione idraulica del reticolo minore dei corsi d’acqua a tutela della pubblica incolumità e della viabilità comunale. Per tali opere è ammesso che gli interventi specifici possano subire variazioni non significative rientranti negli obiettivi e nelle disposizioni generali del Piano Regolatore e finalizzate a migliorare l’intervento, senza modificarne l’impostazione. Art. 53 - Area per discarica inerti 1. Il presente P.R.G.C. individua un’area ove è consentita la realizzazione di una discarica di Seconda Categoria, Tipo A, entro la quale possono essere conferiti i seguenti materiali inerti: a. sfridi di materiali da costruzione e materiali provenienti da demolizioni, costruzioni e scavi; b. materiali ceramici cotti; c. rocce e materiali litoidi da costruzione. 2. Lungo il perimetro dell’area ospitante la discarica deve essere realizzata una recinzione di altezza non inferiore a ml 2,00, formata da rete metallica sorretta da paletti infissi direttamente nel terreno od ancorati su plinti interrati ovvero su muretto in c.a. non più alto di cm 30. 3. Lungo il perimetro dell’area è prevista la piantumazione di siepi ed alberature da disporsi in modo tale da formare “quinte verdi” che schermino la discarica rispetto l’esterno.

Art. 54 - Area per Servizi SocioAssistenziali - SAS 1. Nella zona indicata in cartografia con la sigla SAS sono consentite: a) attivita' assistenziali e sanitarie riconosciute dalla legge, quali: strutture di cura e ricovero, cliniche,

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case di riposo, residenze protette per anziani e portatori di handicap, poliambulatori, centri diagnostici strumentali, centri di riabilitazione fisico-funzionale; b) alloggi per familiari di malati ricoverati, a condizione che siano realizzati esclusivamente pertinenziali, in funzione ed a servizio di strutture sanitarie esistenti in loco e non come unità autonomamente utilizzabili; c) alloggi per persone anziane autosufficienti e non autosufficienti. Gli alloggi realizzabili in base alle destinazioni di cui sopra non potranno essere ceduti singolarmente in proprietà e saranno assegnati in affitto o in usufrutto. 2. In conseguenza delle particolari funzioni, anche di tipo residenziale, che tali servizi possono svolgere, si prevedono i seguenti parametri ed indici urbanistici: a. Rapporto di copertura max: mq/mq 0,4. b. Indice di fabbricabilità fondiario: b.1. per gli edifici adibiti a residenza: mc/mq 0,25; b.2. per gli edifici adibiti ad unità di degenza,servizi sanitari ambulatoriali, uffici amministrativi, spazi polivalenti, edifici per il culto a servizio della struttura, servizi generali e per impianti tecnologici ed altri particolari usi connessi con la funzione principale: mc/mq 0,50. b.3. gli indici di cui ai punti b.1. e b.2. non si escludono l’un l’altro e possono essere sommati tra loro. c. Altezza massima degli edifici: ml 10,00. d. Distanze: d.1. rispetto al perimetro della zona A: d.1.1. non inferiore a ml 70,00 per gli edifici di altezza non superiore a ml 7,00; d.1.2. non inferiore a ml 80,00 per gli edifici di altezza non superiore a ml 10,00; d.2. rispetto a tutti i confini di proprietà ed alle strade: ml 5,00. Potrà derogarsi da tali distanze minime solo per manufatti adibiti a guardiola d’ingresso e simili dell’altezza massima di ml 3,00 che potranno essere realizzati a ml 5,00 dalla strada e dalle altre proprietà. e. Parcheggi: e.1. la superficie da destinare a parcheggi dovrà essere ricavata all’interno del lotto di proprietà nella misura non inferiore al 50% della superficie utile degli edifici. Il parcheggio del personale e dei visitatori dovrà trovarsi all’interno del lotto e non potrà localizzarsi nella fascia tra gli edifici e la zona A, da riservarsi a verde. f. Viabilità: f.1. dovranno essere esclusi gli accessi automobilistici lungo la viabilità che costeggia la zona A, eccetto che per i mezzi di pronto soccorso e di sicurezza. Sarà cura ed onere del concessionario la realizzazione della viabilità da nord (da via N. Sauro), di accesso al complesso.

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g. Spazi esterni: g.1. il progetto dovrà contenere la sistemazione degli spazi scoperti di tutta l’area: particolarmente curata in rapporto alle caratteristiche della Villa e del parco Pertoldeo sarà la sistemazione a verde delle aree prospicienti la zona A, con alberi autoctoni d’alto fusto, nella misura di almeno 1 ogni mq 100, come media, in una fascia di almeno ml 40 di profondità e lungo tutto il confine ovest. Nell’area tra la zona A e gli edifici previsti dal presente articolo non sono consentiti terrazzamenti, riporti di terra a formare rilevati, collinette e simili. Tutte le sistemazioni esterne dovranno essere realizzate contestualmente all’edificio. 3. Nel caso di iniziativa da parte di Enti o privati, la presentazione del progetto per la richiesta della concessione sarà subordinata al preventivo parere positivo, o positivo con prescrizioni, di un progetto planivolumetrico, corredato da una relazione descrittiva evidenziante l’impostazione generale del complesso con accessi dalla pubblica via, il/i parcheggio/i interno/i, la/e zona/e a verde, nonché la localizzazione, le destinazioni d’uso e gli ingombri volumetrici degli edifici. 4. Il rilascio della concessione potrà essere subordinato alla stipula di una convenzione tra gli Enti, o i privati ed il Comune di Rivignano, per regolare anche le eventuali fasi di realizzazione, nel caso che l’intero complesso sia previsto in più lotti realizzativi e le relative garanzie.

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CAPO IX VIABILITÀ

Art. 55 - Viabilità A. Classificazione. 1. La viabialità è classificata in: a. comprensoriale, corrispondente alle strade di interesse locale; b. di quartiere, corrispondente alle strade di P.R.P.C. o altre strade di servizio puntuale; c. percorsi pedonali; d. piste ciclabili. 2. La viabilità è distinta in Esistente e di Progetto. B. Caratteristiche. 1. La nuova viabilità ha le caratteristiche indicate in tab. 1. 2. Le strade esistenti possono comunque essere adeguate alle norme CNR relativamente a sezioni, raggi di curvatura, canalizzazioni e allargamenti in corrispodenza di incroci. C. Attuazione. 1. Le opere sono realizzate in genere mediante Id. Ove ricomprese entro perimetro le opere sono realizzate mediante P.R.P.C.. 2. La viabilità di previsione in zone E ove comportante una rilevante alterazione dell’esercizio delle attività ad esse afferenti è realizzata contestualmente al riordino e accorpamento dei fondi attraversati. D. Disposizioni particolari. 1. La viabilità di progetto ha valore indicativo e può subire motivate variazioni in sede di P.R.P.C. o di progetti esecutivi. 2. In comparti di P.R.P.C. o in lotti serviti da strade differentemente classificate il Comune può imporre lo spostamento degli accessi ovvero il loro adeguamento e uso coordinato. 3. Agli effetti della destinazione d’uso la viabilità comprende le aree di pertinenza, ove sono ammesse opere di servizio. 4. Le piste ciclabili potranno essere realizzate su tracciati indipendenti, parallelamente o in contiguità con la viabilità esistente o sfruttando gli spazi della viabilità esistenti. Le piste ciclabili ricavate entro gli spazi di viabilità esistenti, dovranno essere delimitate con fasce colorate, pavimentazioni particolari, cordoli, siepi e simili.

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CAPO X DISPOSIZIONI E PRESCRIZIONI VARIE E GENERALI PER TUTTO IL TERRITORIO COMUNALE

Art. 56 - Impianti sportivi privati 1. Ai fini delle presenti Norme devono essere considerate attrezzature sportive private rientranti nel presente articolo ed assimilabili, quelle esterne, ad attrezzature per il verde, quei manufatti (ad es. tabelloni per basket, porte di calcio, reti per tennis, piscine e simili) e spazi (pavimenti per campo gioco in cemento, prato, in terra rossa, vani per ginnastica, per ping-pong, e simili) per esigenze private in cui non è previsto l'afflusso di spettatori, non vi si svolgano gare ufficiali e che si trovano all’interno di lotti su cui insistono altre funzioni prevalenti,alle quali sono pertinenzialmente connes- se, quali residenze unifamigliari o condominiali, bar, trattorie, oratori e spazi parrocchiali, sedi di circoli aziendali e simili, pertinenze di attività industriali-artigianali, strutture per agriturismo. 2. Salvo diversa specifica prescrizione, le attrezzature di cui al punto precedente possono essere realizzate in tutto il territorio comunale fatta esclusione, fino a approvazione di Piano Attuativo delle zone sottoindicate, per: a. l’area di reperimento delle “Risorgive dello Stella”; b. il parco comunale; c. le zone ad impianto boschivo; d. le aree di pertinenza degli edifici ubicati in zona “A”; 3. Non sono ammesse piste automobilistiche (anche per soli go-kart) e/o motociclistiche, né poligoni di tiro con armi da fuoco. 4. Le attrezzature sportive che non rispondono alle caratteristiche di quelle di cui al comma 1 del presente articolo, anche se private, di singoli o di associazioni, devono essere realizzate su zona urbanistica propria “SP”.

Art. 56 bis - Opere per servizi e accessori 1. In tutte le zone urbanistiche, ad eccezione della zona residenziale di espansione C o dove ciò sia vietato da specifiche norme di piano particolareggiato, le opere per servizi ed accessori possono essere realizzate in deroga alle distanze dal confine di proprietà; sono fatte salve le distanze minime tra fabbricati previste dal codice civile. 2. Entro 1,00 m dalla linea di confine di proprietà l’altezza non può essere superiore a m 3,00. 3. Le opere dovranno essere realizzate, per quanto plausibile, in coerenza di forme e materiali e degli eventuali elementi di pregio del contesto edilizio e tipologico. 4. Salvo diversa specifica norma di Piano Attuativo le cabine elettriche e del gas rispettano le sole norme di distanza di cui al Codice civile.

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Art. 57 - Limiti di livello sonoro 1. Le norme del presente articolo hanno valore solo in assenza di norme sovraordinate regionali o statali di eguale argomento. 2. Le attività producenti rumore rispettano i limiti massimi di livello sonoro in ambiente abitativo e in ambiente esterno indicati in tab. 3. 3. In zona diversa da D2 non è comunque superabile una differenza tra il livello equivalente ponderato in curva A (Leq A) del rumore ambientale e quello del rumore residuo in ambiente abitativo di 5 decibel (A) in periodo diurno e 3 decibel (A) in periodo notturno. La misurazione è effettuata negli ambienti abitativi nel tempo di osservazione del fenomeno acustico. 4. Le attività temporanee comportanti l’impiego di macchinari ed impianti rumorosi possono essere autorizzate in deroga ai limiti di cui al commi 1 e 2 dal Comune, che stabilisce le prescrizioni idonee a limitare l’inquinamento acustico, sentita la A.S.S..

Art. 58 - Impianti di distribuzione del carburante 1. I nuovi impianti di distribuzione del carburante, come pure quelli attrezzati per il lavaggio degli autoveicoli, possono essere realizzati in zona B3, con le prescrizioni indicate al comma 4 sez. A. dell’art. 32, in zona agricola e nelle fasce di rispetto stradale, fermo restando che gli spazi d’accesso e di uscita risultino distare non meno di ml 100 da incroci stradali. 2. Gli impianti, di cui al precedente comma, esistenti alla data di adozione del presente P.R.G.C., anche se in zona diversa da quella di cui al precedente comma, possono essere soggetti ad interventi di ammodernamento ed ampliamento degli impianti, delle strutture connesse (tettoie, uffici, spazi di manovra e simili). 3. L’ampliamento, di cui al precedente comma 2, in zona diversa da quelle di cui al comma 1 sarà consentito “una tantum” fino alla superficie massima di mq 600. 4. Nel lotto ove insistono gli impianti di cui al comma 1 non può essere realizzata l’abitazione del custode, del gestore o del proprietario.

Art. 59 - Infrastrutture 1. In tutto il territorio comunale salvo specifico divieto di zona sono consentite reti tecnologiche e manufatti per la distribuzione ed esercizio di servizi canalizzati, nonché di interventi di manutenzione di opere idrauliche da parte di enti istituzionalmente preposti. La concessione può riportare prescrizioni e modalità esecutive assicuranti la massima compatibilità delle opere con le destinazioni di zona. Le cabine di distribuzione dell’energia elettrica e cabine di decompressione del gas metano sono soggette alle sole norme di distanza del Codice Civile e nelle zone di cui al seguente comma saranno opportunamente schermate lungo tutto il perimetro con alberature e siepi di altezza adeguata al manufatto. 2. Nelle zone di interesse ambientale naturalistico (zone F4, zone a bosco e aree comprese nel perimetro di Parco Comunale o Intercomunale) sono ammessi solo impianti sotterranei, che non determinino

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alterazioni delle caratteristiche ambientali dei luoghi. Particolare attenzione e cura deve essere riservata agli interventi di ripristino delle aree interessate dai lavori. 3. gli impianti relativi alle Stazioni Radio Base per la telefonia mobile devono essere posti nelle aree ad essi destinate dal Piano territoriale per l'installazione di Stazioni Radio Base nel rispetto dell'art. 1, comma c) della L.R. 28/2004. 4. al fine dell’inserimento paesaggistico degli impianti di telefonia mobile e della necessità di preservare il paesaggio urbano e rurale, nella progettazione e realizzazione di quest'ultimi dovranno essere valutate tutte le soluzioni tecniche e progettuali possibili al fine di ridurre il loro impatto visivo; in particolare dovranno essere rispettate le seguenti prescrizioni: a) le antenne vanno armonizzate con le linee salienti degli edifici o dei piloni; b) Devono essere usati, ove possibile, pali che permettano di ridurre la percezione visiva dell'antenna, del suo appoggio e delle cabine di alloggiamento degli impianti; c) gli impianti devono essere posizionati prioritariamente su edifici, serbatoi d'acqua, sili ed altre infrastrutture, da ultimo su pali e tralicci; d) ogni nuova localizzazione dovrà essere verificata dal punto di vista dell'impatto visivo confrontando lo stato di fatto con la proposta situazione finale, da almeno due punti di vista significativi, uno da vicino ed uno da lontano; e) Per ogni nuovo impianto dovranno essere elaborate soluzioni di integrazione paesaggistica adeguate alla qualità architettonica ed estetica dell'ambiente circostante e che permettano di perseguire gli obiettivi di copertura radioelettrica; f) al fine di rispettare l'integrità visiva degli edifici, delle infrastrutture e dei paesaggi l'installazione ne di antenne non deve creare disarmonie dimensionali rispetto alle proporzioni che esistono già nel paesaggio. Dovrà essere curato il rapporto tra l'altezza del manufatto e l'altezza dell'edificio; g) la progettazione deve tener conto del ritmo e delle linee verticali degli edifici e dei paesaggi. Le installazioni sul tetto degli edifici vanno realizzate in modo da estendere le linee verticali dell'edificio. La posizione e la forma di pali e tralicci devono essere in armonia con le linee verticali del paesaggio e l'eventuale ritmo dettato da altre infrastrutture esistenti; h) Le antenne devono fare corpo con i loro appoggi. Eventuali sbracci, la cui lunghezza deve essere minima, possono essere concessi solo qualora venga dimostrata l'impossibilità tecnica di realizzare un'antenna senza sbraccio. i) Al fine di armonizzare la parte visibile degli impianti e l'ambiente circostante sotto il profilo cromatico e dei materiali, devono essere utilizzati materiali che si armonizzino visivamente ai materiali originali dell'edificio o dell'infrastruttura e tinte che riducano al minimo la percezione visiva dell'installazione tali da non pregiudicare la piena funzionalità dell’impianto; j) Al fine di armonizzare visivamente gli impianti, le antenne devono essere allontanate dal bordo del tetto e devono seguire le linee verticali dell'edificio. Le antenne vanno preferibilmente localizzate su un piccolo traliccio al centro del tetto o del terrazzo, le antenne andranno, se

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possibile rese meno visibili mediante il ricorso a mascheramenti; k) Sarà di norma consentito realizzare un nuovo palo o un traliccio solo dopo aver studiato e scartato tutte le opzioni per l'utilizzo di appoggi esistenti in funzione della copertura radioelettrica, delle necessità tecniche e del modo in cui il nuovo impianto sarà percepito dal punto di vista visivo; l) Le basi dei sostegni devono essere realizzate in modo da ridurre la percezione visiva di tutti gli elementi tecnici posti al piede dei sostegni; m) Ai fini della mitigazione, per il locale tecnico sarà preferito uno stile architettonico adeguato all'ambiente circostante l'impianto anche mediante la creazione di uno schermo visivo attorno al piede del sostegno, soprattutto in presenza di elementi dissonanti con l'ambiente. Lo schermo visivo potrà essere costituito da specie vegetali autoctone o mediante movimentazione del terreno, oppure mediante la realizzazione di elementi tecnici interrati; n) In particolare nelle aree agricole, nelle zone territoriali A, B1 e B2, ed in quelle vincolate ai sensi dell'art. 142 del D.Lgs. 42/04, l'antenna, il suo appoggio e la cabina di alloggiamento degli impianti dovranno rispettare le seguenti prescrizioni: • le coperture delle cabine di alloggiamento degli impianti sono realizzate a falda singola, doppia o a padiglione; il manto è realizzato in laterizio naturale a canale singolo (coppo); • i muri delle cabine di alloggiamento degli impianti sono realizzati con materiale finalizzato a vista, liscio e opaco, o intonacati e colorati a tinte tenui ed unite.

CAPO XI DEROGHE E NORME TRANSITORIE

Art. 60 - Deroghe per le opere pubbliche 1. Ai sensi dell’art. 41, commi 1 e 5, della L.R. 19 novembre 1991, n° 52, le opere pubbliche possono essere realizzate anche in deroga agli indici e parametri urbanistici dettati dalle presenti Norme Tecniche d’Attuazione relativi a distanze per le quali valgono quelle del Codice Civile, previa approvazione del progetto da parte del Consiglio Comunale, al fine di attuare eventuali adeguamenti rispetto a speciali disposizioni normative, ovvero per conseguire la migliore funzionalità degli impianti.

Art. 61 - Norme transitorie 1. Per le concessioni già rilasciate i cui lavori siano iniziati prima della data di approvazione della presente Variante Generale al P.R.G.C., o comunque non sia scaduto il termine per il loro inizio, sono fatti salvi gli indici ed i parametri, se più favorevoli, vigenti all’atto del rilascio della concessione stessa.

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TABELLE Tab.1 – Caratteristiche della viabilità

Classificazione (1) (2) (3) (4) (5) (6) (7)

a) Comprensoriale: … - 60 m 8 Rc sì eventuali

b) Di quartiere: … - 40 m 6 sì sì

(1) Velocità di progetto (Km/h); (2) Sezione minima di paittaforma veicolare; (3) Intersezioni (Rc = a raso, canalizzazione); (4) Tipo di accessi in Zone E e in aree di P.R.P.C. non classificate Zone A; (5) Distanza di nuovi accessi da esistenti in zone agricole; (6) Spazi di sosta; (7) Marciapiedi o passaggi pedonali.

Tab. 2 – Limiti di distanza

Opera Distanza m

a) Viabilità comprensoriale e comunale in Zona E (ciglio stradale) 20

b) Cimiteri (paramento esterno di muro di cinta): b.1) di Rivignano e Ariis; 100 Tab. b.2)2 – Limitidi Sivigliano: di distanza b.2.1) lato verso cartiera; 50 b.2.2) lato opposto a cartiera; 85 b.2.3) altri lati 200

c.1) Depuratore di liquami prodotti da terzi 100 c.2) Depuratore di liquami prodotti da Zona Industriale 50

d) Elettrodotto (conduttori) ex D.M.

e) Acquedotto (addutrice) 3

f) Gasdotto (addutrice) 20

g) Cabina di decompressione gas (recintazione) 50

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Tab. 3 – Limiti di livello sonoro

Zona LD (2) LN (3)

A 65 55

B 60 50

C 55 45

D – E dotata di P.R.P.C. 65 55

E non dotata di P.R.P.C. 60 50

H 60 50

S escluso che per impianti infrastrutturali 50 40

S per impianti infrastrutturali 60 50

1) Leq in dB (A); (2) Limite diurno; (3) Limite notturno

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Tab. 4. Unità Bestiame Bovino Adulto (UBA) - Tabella di conversione.

Categorie di animali UBA 50 UBA Bovini adulti > 24 mesi 1 50 Vitelloni 7-24 mesi 0,6 83 Manze 7-24 mesi 0,4 125 Vitelli 6 mesi 0,3 167 Suini da riproduzione 0,7 71 Suinetti 3 mesi 0,05 1000 Suini leggeri da macello 6 mesi 0,23 217 Suini pesanti da macello 9 mesi 0,23 217 Galline e fagiani da riproduzione 0,026 1923 Galline giovani e pulcini 0,0027 18519 Galline ovaiole 0,013 3846 Pollastre di allevamento e fagiani 6 mesi 0,005 10000 Polli da carne 3 mesi 0,0053 9434 Galletto 2 mesi 0,003 16667 Tacchini da riproduzione 0,03 1667 Tacchini da carne leggeri 4 mesi 0,015 3333 Tacchini da carne pesanti 6 mesi 0,023 2174 Anatre e oche da riproduzione 0,02 2500 Anatre, oche e capponi 6 mesi 0,01 5000 Faraone da riproduzione 0,008 6250 Faraone 4 mesi 0,005 10000 Starne, pernici e coturnici da riproduzione 0,005 10000 Starne, pernici e coturnici 6 mesi 0,003 16667 Piccioni e quaglie da riproduzione 0,005 10000 Piccioni e quaglie e altri volatili 2 mesi 0,003 16667 Conigli e porcellini d'India da riproduzione 0,01 5000 Conigli e porcellini d'India 3 mesi 0,008 6250 Lepri, visoni e nutrie 0,014 3571 Volpi 0,07 714 Ovini adulti 0,15 333 Caprini adulti 0,48 104 Agnelloni e caprini da carne 6 mesi 0,04 1250 Pesci da riproduzione (q.li) 0,18 278 Pesci da consumo (q.li) 0,1 500 Cinghiali e cervi 0,15 333 Daini, caprioli, mufloni 0,07 714 Equini da riproduzione, pony inclusi 1 50 Altri cavalli e pony 0,6 83 Cavalli di razza finlandese 0,85 59 Puledri < 6 mesi 0,3 167 Alveari (famiglia) 0,1 500 Lumache (consumo) q.li 0,1 500 Struzzi da riproduzione 0,1 500 Struzzi da carne 0,07 714

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ELENCO DELLE ABBREVIAZIONI B.a.p.p.s.a.d. Beni Architettonici per il Paesaggio ed il Patrimonio Storico Artistico e Demoetnoantropologico C.N.R. Consiglio Nazionale delle Ricerche C.T.R. Carta Tecnica Regionale Dc Discarica comunale Id Intervento diretto H altezza L.N. Legge Nazionale L.R. Legge Regionale max massimo min minimo NdA Norme di Attuazione P.R.G.C. Piano Regolatore Generale Comunale P.R.P.C. Piano Regolatore Particolareggiato Comunale P.U.R. Piano Urbanistico Regionale Ue Unità edilizia A.S.S. Azienda Servizi Sanitari Slp Superficie lorda di pavimanto St Superficie territoriale

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I N D I C E

TITOLO I DISPOSIZIONI GENERALI

CAPO I CONTENUTI GENERALI ED ELABORATI DEL P.R.G.C. Art. 1 Norme generali ...... …………………………………………… pag. 1

CAPO II DEFINIZIONE DEI PARAMETRI ED INDICI URBANISTICI ED EDILIZI Art. 2 Superficie territoriale (St) ...... ………………………………… pag. 2 Art. 3 Superficie fondiaria (Sf) ...... …………………………………… pag. 3 Art. 4 Indice di fabbricabilità territoriale (It) ...... ……………………… pag. 3 Art. 5 Indice di fabbricabilità fondiaria (If) ...... ……………………… pag. 3 Art. 6 Volume degli edifici (V) ...... ………………………………… pag. 3 Art. 7 Densità territoriale (Dt) ...... …………………………………… pag. 3 Art. 8 Densità fondiaria (Df) ...... ……………………………………… pag. 3 Art. 9 Superfici: a) superf. coperta (Sc) b) superf. lorda pavim. (Slp) ...... ……… pag. 3 Art. 10 Rapporto di copertura (Q) ...... ………………………………… pag. 4 Art. 11 Distanza da strada (Ds) ...... …………………………………… pag. 4 Art. 12 Distanza da confine (Dc) ...... …………………………………… pag. 4 Art. 13 Distanza tra parete finestrata e parete di edificio antistante (Dpf) ...... ……… pag. 4 Art. 14 Distanza tra edifici (De) ...... …………………………………… pag. 5 Art. 15 Altezza (H) ...... ………………………………………………… pag. 5

CAPO III DEFINIZIONI DI ELEMENTI DI PROGETTO, ESISTENTI E DI PROCEDURE Art. 16 Definizione delle destinazioni d’uso ...... ……………………… pag. 6 Art. 17 Integrazione funzionale (In) ...... ……………………………… pag. 7 Art. 18 Unità insediativa (Ui) ...... ……………………………………… pag. 7 Art. 19 Unità edilizia (Ue) ...... ………………………………………… pag. 8 Art. 20 Reti tecnologiche ...... …………………………………………… pag. 8 Art. 21 Tipologie edilizie ...... …………………………………………… pag. 8 Art. 22 Lotto ...... …………………………………………………… pag. 8 Art. 23 Pertinenze edilizie ...... ………………………………………… pag. 8 Art. 24 Area di pertinenza urbanistica ...... ……………………………… pag. 9 Art. 25 Elementi esistenti ...... ………………………………………… pag. 10 Art. 26 Pergole, gazebo e manufatti da giardino ...... …………………………… pag. 10 Art. 27 Principali caratteristiche dell’edilizia tradizionale rurale locale ...... …...... pag. 11 Art. 28 Allineamento obbligatorio o “filo fisso” ...... …………………… pag. 11

TITOLO II DISPOSIZIONI PER LE ZONE E PER GLI ALTRI ELEMENTI PROGETTUALI SPECIFICI DEL P.R.G.C.

CAPO I ZONE TERRITORIALI OMOGENEE E ZONE URBANISTICHE Art. 29 Classificazione del territorio in zone omogenee ...... …………… pag. 12

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CAPO II ZONE RESIDENZIALI Art. 30 Zone residenziali. Prescrizioni comuni ...... …………………… pag. 14 Art. 31 Zona A. di interesse storico-artistico o di pregio Ambientale ...... ………… pag. 14 Art. 32 Zone B residenziali di completamento ...... ………………………………… pag. 15 Art. 33 Sottozone B1 e B2. Disposizioni particolari ...... ……… pag. 17 Art. 34 Sottozone B2 e B3. Convenzionamento ...... ……………… pag. 18 Art. 35 Sottozone B3. Disposizioni particolari ...... ……………… pag. 19 Art. 35bis Ambiti RTU (ristrutturazione urbanistica)………………………………………… pag. 19 Art. 36 Sottozone B4 ...... ………………………………………… pag. 21 Art. 37 Zone B. “Convenzionate” per realizzazione/cessione di urbanizzazioni ...... pag. 22 Art. 38 Zone C. Residenziali di espansione ...... ………………………… pag. 24

CAPO III ZONE INDUSTRIALI E ARTIGIANALI Art. 39 Zona D2. Industriale/Artigianale di interesse comunale ...... …… pag. 26 Art. 40 Zona D3. Industriale/Artigianale singola esistente ...... ………… pag. 29 Art. 40bis Zona D3(extra) riferita a insediamenti basati nel comune di Teor ...... ……. pag. 31

CAPO IV ZONE AGRICOLE “E” Art. 41 Zone E. Agricole ...... …………………………………………… pag. 32

CAPO V ZONE COMMERCIALI “H” Art. 42 Zona H2. Commerciale di interesse comunale ...... …………… pag. 38 Art. 43 Zona H3. Commerciale singola esistente ...... ………………… pag. 39

CAPO VI ALTRE ZONE ED ELEMENTI DI INTERESSE STORICO, NATURALISTICO E AMBIENTALE Art. 44 Zone F. di tutela ambientale ...... ……………………………… pag. 41 Art. 45 Zone di verde privato, orti e giardini ...... …………………… pag. 43 Art. 46 Zona di Valorizzazione Ambientale di Flambruzzo (VAF) ...... pag. 44 Art. 47 Zona per attracchi canoe ...... ……………… pag. 45 Art. 48 Conservazione e miglioramento ambientale ...... …...... …………… pag. 45

CAPO VII ZONE GRAVATE DA PARTICOLARI VINCOLI O SERVITÙ Art. 49 Aree sottoposte a vincolo paesaggistico Dlgs 29/10/1999 n. 490 ...... …… pag. 48 Art. 50 Fascia di rispetto dei corsi d’acqua e dei laghi ...... ………………………… pag. 49 Art. 51 Vincoli speciali ...... …………………………………………… pag. 51

CAPO VIII ZONE PER ATTREZZATURE PUBBLICHE O DI INTERESSE PUBBLICO E COLLETTIVO Art. 52 Aree per attrezzature pubbliche e di interesse pubblico “S” ...... pag. 52 Art. 53 Area per discarica inerti ...... …………………………………… pag. 54 Art. 54 Area per Servizi Socio Assistenziali (S.A.S.) ...... ……………… pag. 54

CAPO IX VIABILITÀ Art. 55 Viabilità ...... …………………………………………………… pag. 57

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CAPO X DISPOSIZIONI E PRESCRIZIONI VARIE E GENERALI PER TUTTO IL TERRITORIO COMUNALE Art. 56 Impianti sportivi privati ...... …………………………………… pag. 58 Art. 56bis Opere per servizi e accessori ...... …………………………………… pag. 58 Art. 57 Limiti di livello sonoro ...... …………………………………… pag. 60 Art. 58 Impianti di distribuzione del carburante ...... …………………… pag. 60 Art. 59 Infrastrutture ...... ……………………………………………… pag. 60

CAPO XI DEROGHE E NORME TRANSITORIE Art. 60 Deroghe per le opere pubbliche ...... ……………………………… pag. 61 Art. 61 Norme transitorie ...... ………………………………………… pag. 61

TABELLE Tabella 1 Caratteristiche della viabilità ...... …………………………… pag. 62 Tabella 2 Limiti di distanza ...... ……………………………………… pag. 62 Tabella 3 Limiti di livello sonoro ...... ………………………………… pag. 63 Tabella 4 Unità Bestiame Bovino Adulto (UBA) - Tabella di conversione ...... ………… pag. 64

ELENCO DELLE ABBREVIAZIONI ...... …………………………… pag. 65

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ESTRATTO NORMATIVA DI PARCO COMUNALE 4. NORME DI ATTUAZIONE DELLA VARIANTE N. 15 AL PRGC Le seguenti norme integrano e specificano il PRGC vigente entro il perimetro di Parco Comunale dello Stella, costituendo la variante n 15 allo strumento urbanistico vigente, nonché piano di zona ad attuazione dello stesso PRGC ai sensi dell’art. 44 delle NTA del medesimo piano urbanistico generale. 4.1 Definizioni Edificazione: per edificazione nella presente normativa si intende la realizzazione di volumi fissi fuori terra; non è considerata edificazione la realizzazione di: • strutture leggere (vedi definizione); • piccoli manufatti per l’esercizio di servizi pubblici, per arredo o inerenti opere di regimazione idraulica, miglioramento ambientale o sistemazione delle infrastrutture minori; • infrastrutture minori (vedi definizione);

Strutture leggere: per strutture leggere nella presente normativa si intendono le strutture di piccole dimensioni realizzate prevalentemente in legno, quali chioschi, tettoie, ricoveri per animali, osservatori, staccionate, cartelli e gli altri manufatti destinati alla fruizione ambientale a basso impatto, alla realizzazione di interventi di rinaturazione, all’esercizio dell’attività agricola o al ricovero temporaneo di animali allevati allo stato brado. Per la realizzazione delle strutture leggere è consentita l’esecuzione di modeste opere di fondazione non continua a sostegno di pali ed altri elementi portanti. infrastrutture minori: per infrastrutture minori nella presente normativa si intendono le strade campestri, le strade e piste forestali, le piste ciclabili, i sentieri, i percorsi attrezzati, i ponti e le passerelle necessari alla fruizione ambientale del parco e all’esercizio dell’attività agricola e selvicolturale a carattere non industriale.

4.2 Zona F4 A – di tutela ambientale e paesaggistica del Parco dello Stella E’ vietata l’edificazione. E’ consentita la realizzazione delle infrastrutture minori qualora queste siano necessarie alla gestione del parco e al suo sviluppo. E’ consentita la realizzazione di strutture leggere di dimensioni inferiori a 20 m 2 di superficie coperta e 3 m di altezza finalizzate alla fruizione naturalistica del parco e realizzate con ubicazione, materiali e modalità costruttive tali da non arrecare danni o disturbo all'ambiente e al paesaggio. E’ consentita la realizzazione di strutture leggere di dimensioni inferiori a 40 m 2 di superficie coperta e 3 m di altezza finalizzate all’attività agricola o al ricovero temporaneo di animali solo se ubicate entro 250 m di distanza dagli edifici aziendali e realizzate con ubicazione, materiali e modalità costruttive tali da non arrecare danni o disturbo all'ambiente e al paesaggio. Gli interventi sopra elencati devono essere autorizzati dall'ente gestore del parco, il quale può dettare prescrizioni nel merito dell'ubicazione, delle dimensioni e della tipologia dei manufatti e degli interventi accessori di inserimento ambientale.

4.3 Zona E 9 degli insediamenti agricoli tradizionali, residenziali ed artigianali esistenti del Parco dello Stella A. Destinazioni d’uso e Indici. 1°. OPERE PER RESIDENZA IN FUNZIONE DELLA CONDUZIONE DEI FONDI E DELLE ESIGENZE DELL’IMPRENDITORE AGRICOLO A TITOLO PRINCIPALE a. Le opere rispettano i seguenti indici: a. indice di fabbricabilità fondiaria: max m 3/m 2 0,03; per l’edificazione possono essere conteggiate anche le aree comprese in zona F4A per un indice fondiario massimo di 0,03 m3/m 2; b. distanza dal confine: m 5,00 o pari a esistente se inferiore, fermi restando i limiti fissati dal Codice Civile; c. distanza da ricovero di animali: min. m 20,00; d. altezza: d1. in genere: max m 7,00 o pari ad esistente per ampliamenti;

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d2. a distanza da confine inferiore a m 5,00: max m 3,00, o pari a esistente se superiore. b. Ai fini della verifica del volume edificabile sono assunti a base di calcolo tutti i terreni aventi destinazione agricola, di tutela ambientale e bosco in disponibilità del richiedente,anche se non catastalmente accorpati, purché funzionalmente contigui. c. Gli interventi di ampliamento e/o ristrutturazione degli edifici destinati alla residenza agricola possono comportare la realizzazione di un’unità immobiliare aggiuntiva da adibirsi alla residenza, purché vengano rispettate le condizioni di cui al comma 4 bis) dell’art.41 della L.R. 52/91. d. I rustici annessi alle residenze agricole sono passibili di interventi di risanamento conservativo con contestuale modificazione della destinazione d’uso in residenza agricola rispettando le condizioni di cui al comma precedente. e. La realizzazione, l’ampliamento e la ristrutturazione edilizia di unità residenziali, è soggetta alla corresponsione di tutti gli oneri previsti dalla vigente legislazione da parte del proprietario, ad esclusione del caso in cui questi sia imprenditore agricolo a titolo principale.

2°. OPERE PER ATTIVITA’ AGRICOLA “STALLE, MAGAZZINI, ANNESSI RUSTICI, ECC.” a. Le opere rispettano i seguenti indici: a. indice di fabbricabilità fondiaria: max m 3/m 2 0,05; per l’edificazione possono essere conteggiate anche le aree comprese in zona F4A per un indice fondiario massimo di 0,05 m3/m 2; b. rapporto di copertura del lotto per edifici in genere: b1. in lotto di superficie inferiore a m 2 2.000: max m 2/m 2 0,30; 500 2 2 2 + 05,0 b2. in lotto di superficie superiore a m 2.000: max m /m sup.lotto ; c. rapporto di copertura del lotto per serre fisse: max m 2/m 2 0,5; sono escluse dall’applicazione del rapporto di copertura le serre per utilizzazione diretta del suolo. d. distanza dal confine: min. m 5,00 o pari a esistente se inferiore, fermi restando i limiti fissati dal Codice Civile; e. distanza di nuovo ricovero di animali da abitazione di sorveglianza: min. m 20,00; f. altezza: f1. in genere: max m 7,00, o pari a esistente se superiore; f2. a distanza da confine inferiore a m 5,00: max m 3,50, o pari a esistente se superiore. b. Gli edifici per ricovero di animali rispettano inoltre le norme di cui al regolamento edilizio.

3°. OPERE DI RISTRUTTURAZIONE E INTEGRAZIONE FUNZIONALE PER MOTIVATE ESIGENZE DI EDIFICI ESISTENTI, FINO A M 3 200 IN VOLUME E M 2 150 IN SUPERFICIE COPERTA PER OGNI UNITA’ EDILIZIO-FUNZIONALE a. Le opere sono realizzate in funzione della destinazione esistente o per destinazione agricola o agrituristica. b. Le opere rispettano una distanza da confine minima di m 5,00, o pari a esistente se inferiore, e un’altezza massima di m 7 o pari ad esistente per ampliamenti. c. Sono comunque rispettate le caratteristiche tipologiche storiche e d’uso dei materiali esistenti. Potranno essere concesse deroghe alle prescrizioni relative alle caratteristiche tipologiche e ai materiali da utilizzare solo nel caso in cui le preesistenze non abbiano particolari valori architettonici, tipologici ed ambientali da tutelare. B. Attuazione e disposizioni particolari 1°. Le opere di cui alla sezione A, punti 1°, 2° e 3° sono realizzate mediante intervento diretto. Il mutamento di destinazione d’uso, anche senza opere, è soggetto ad autorizzazione. 2°. Le opere di cui alla sezione A, punto 1° sono consentite esclusivamente all’interno di lotti con edifici di cui al punto 2°, di pari o maggiore superficie coperta, esistenti od oggetto di concessione. In quest’ultimo caso il certificato di abitabilità, per gli edifici di cui al punto 1°, è subordinato all’ultimazione ed utilizzazione per la destinazione prevista in concessione degli edifici di cui al punto 2°. 3°. sono vietati: a. gli allevamenti zootecnici a carattere industriale; b. il deposito ed esposizione di materiali a cielo aperto non connessi con l’attività agricola;

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c. l’apertura e l’ampliamento di cave. 4°. L’attività agrituristica comprende i tipi, utilizza i locali ed è soggetta ai limiti di cui alla L.R. 25/1996. 5°. Le opere da realizzarsi in zona vincolata dal punto di vista ambientale ai sensi del D. Lgs. 490/99 devono rispettare le norme previste dall’art. 49 delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Regolatore Generale Comunale. Potranno essere concesse deroghe alle prescrizioni relative alle caratteristiche tipologiche e ai materiali da utilizzare solo nel caso in cui le preesistenze non abbiano particolari valori architettonici, tipologici ed ambientali da tutelare fermo restando che le nuove opere non dovranno recare un decremento dei valori ambientali presenti sul sito. 6°. E’ consentita la realizzazione delle strutture leggere e delle infrastrutture minori.

4.4 Zone dei parchi strutturati, aree di sosta E’ vietata l’edificazione. E’ consentita la realizzazione delle infrastrutture minori qualora queste siano necessarie alla gestione del parco e al suo sviluppo. E’ consentita la realizzazione di strutture leggere di dimensioni inferiori a 50 m 2 di superficie coperta e 3 m di altezza solo se finalizzate alla fruizione del parco e realizzate con ubicazione, materiali e modalità costruttive tali da non arrecare danni o disturbo all'ambiente e al paesaggio. Gli interventi sopra elencati devono essere autorizzati dall'ente gestore del parco, il quale può dettare prescrizioni nel merito dell'ubicazione, delle dimensioni e della tipologia dei manufatti e degli interventi accessori di inserimento ambientale.

4.5 Zone invariate Le opere dovranno rispettare le specifiche norme previste dal Piano Regolatore Generale Comunale. In tali zone comprese all’interno del perimetro di Parco Comunale dello Stella resta invariata la normativa e la zonizzazione previste dal vigente PRGC.

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