La Vegetazione Forestale E La Selvicoltura Nella Regione Friuli
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
Lavegetazio neforestalLa vegetazione eelaselvicoforestale e la lturanellaselvicoltura nella regione regioneFriuFriuli Venezia Giulia Regione Autonoma liVeneziaGiuFriuli Venezia Giulia Direzione centrale risorse agricole, forestali e ittiche Servizio foreste e lia Corpo forestale A cura di: Roberto Del Favero Coautori: Gianfranco Dreossi Giuseppe Vanone Si ringraziano per la collaborazione: Elena Abramo, Michela Dini, Alessandro Simonetti, Massimo Stroppa. 2 3 Colophon prima edizione, 1998: La presente pubblicazione è stata realizzata dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia - Direzione regionale delle foreste - nell’ambito di un progetto finanziato dall’Ufficio di Piano. Coordinamento tecnico-amministrativo: Pietro Luigi Bortoli Autori: Roberto Del Favero Ordinario di Selvicoltura industriale e alberature dell’Università degli Studi di Padova Livio Poldini Ordinario di Ecologia Vegetale dell’Università degli Studi di Trieste Pietro Luigi Bortoli Dirigente ispettore forestale della Direzione regionale delle foreste - Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Cesare Lasen Naturalista, Presidente del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi Gianfranco Dreossi Dottore Forestale, libero professionista (Tecnoforest Associati, Udine) Giuseppe Vanone Dottore Forestale, libero professionista (Tricesimo, Udine) Collaboratori: Daniele De Luca Servizio della Conservazione della Natura, Azienda dei parchi e delle foreste regionali Emanuele Moro Servizio della Selvicoltura, Direzione regionale delle foreste Dario Gasparo Ecothema s.c.r.l. (Trieste) 3 1 INTRODUZIONE 1.2 Cenni sul funzionamento dei sistemi forestali 2 CARATTERI GENERALI DEL TERRITORIO 2.1 Lineamenti del paesaggio 2.1.1 Paesaggio Alpino 2.1.2 Paesaggio Prealpino 2.1.3 Paesaggio Collinare 2.1.4 Paesaggio dell’Alta Pianura 2.1.5 Paesaggio della Bassa Pianura 2.1.6 Paesaggio Lagunare 2.1.7 Paesaggio del Carso e della Costiera Triestina 2.2 Lineamenti litologici (a cura di Michela Dini ed Elena Abramo) 2.2.1 Gruppo dei substrati calcarei 2.2.2 Gruppo dei substrati calcarei alterabili 2.2.3 Gruppo dei substrati dolomitici 2.2.4 Gruppo dei substrati silicatici alterabili 2.2.5 Gruppo dei substrati silicatici misti 2.2.6 Gruppo dei substrati vulcanici 2.2.7 Gruppo dei substrati sciolti 2.2.8 Gruppo dei substrati gessosi 4 5 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 2.3 Lineamenti della vegetazione forestale 2.3.1 Regione endalpica 2.3.2 Regione mesalpica 2.3.3 Regione esalpica 2.3.4 Regione avanalpica 2.3.5 Regione planiziale 2.3.6 Regione illirico-dinarica (carsica) 2.3.7 Regione costiera 3 FORMAZIONI COSTIERE 3.1 Caratterizzazione tipologica 3.2 Ecologia e cenni sul funzionamento 3.3 Aspetti colturali 4 QUERCO-CARPINETI E CARPINETI 4.1 Caratterizzazione tipologica 4.2 Ecologia 4.3 Cenni sul funzionamento 4.4 Aspetti colturali 5 ROVERETI E CASTAGNETI 5.1 Caratterizzazione tipologica 5.2 Rovereti 5 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 5.2.1 Ecologia 5.2.2 Cenni sul funzionamento 5.2.3 Aspetti colturali 5.3 Castagneti 5.3.1 Ecologia 5.3.2 Cenni sul funzionamento 5.3.3 Aspetti colturali 6 ORNO-OSTRIETI E OSTRIO-QUERCETI 6.1 Caratterizzazione tipologica 6.2 Ecologia 6.3 Cenni sul funzionamento 6.4 Aspetti colturali 7 ACERI-FRASSINETI E ACERI-TIGLIETI 7.1 Caratterizzazione tipologica 7.2 Ecologia 7.3 Cenni sul funzionamento 7.4 Aspetti colturali 8 BETULETI E CORILETI 8.1 Betuleti 8.2 Corileti 6 7 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 9 FAGGETE 9.1 Caratterizzazione tipologica 9.2 Ecologia 9.2.1 Faggete submontane della serie carbonatica 9.2.2 Faggete submontane della serie silicatica 9.2.3 Faggete montane della serie carbonatica 9.2.4 Faggete montane della serie silicatica 9.2.5 Faggete altimontane e subalpine della serie carbonatica 9.2.6 Faggeta altimontana dei substrati silicatici 9.2.7 Faggete azonali 9.3 Cenni sul funzionamento 9.4 Aspetti colturali 10 MUGHETE 10.1 Caratterizzazione tipologica 10.2 Ecologia, cenni sul funzionamento e sugli aspetti colturali 11 PINETE DI PINO NERO E DI PINO SILVESTRE 11.1 Caratterizzazione tipologica 11.2 Ecologia 11.2.1 Pinete di pino nero 11.2.1 Pinete di pino silvestre 7 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 11.2 Cenni sul funzionamento 11.3 Aspetti colturali 12 PICEO-FAGGETI 12.1 Caratterizzazione tipologica 12.2 Ecologia e considerazioni sul funzionamento 12.3 Aspetti colturali 13 ABIETETI 13.1 Caratterizzazione tipologica 13.2 Ecologia 13.2.1 Abieti-piceo-faggeto 13.2.1 Piceo-abieteto 13.3 Cenni sul funzionamento 13.3.1 Funzionamento degli abieti-piceo-faggeti 13.3.2 Funzionamento dei piceo-abieteti 13.4 Aspetti colturali 14 PECCETE 14.1 Caratterizzazione tipologica 14.2 Ecologia 14.2.1 Peccete proprie dei substrati carbonatici 14.2.2 Peccete proprie dei substrati silicatici 8 9 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 14.2.3 Altre peccete non proprie di un solo gruppo di substrati 14.3 Cenni sul funzionamento 14.4 Aspetti colturali 15 LARICETI 16 ALNETE 16.1 Alneta di ontano verde 16.2 Formazioni extraripariali di ontano bianco 16.3 Formazioni di ontano nero 17 SALICETI E FORMAZIONI PARTICOLARI 17.1 Saliceti 17.2 Formazioni particolari 18 FORMAZIONI ANTROPOGENE 18.1 Robinieti 18.2 Altre specie esotiche 18.3 Cenni sulle formazioni lineari 18.4 Neo colonizzazioni 9 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 1 Introduzione Nel 1998 la Regione Friuli Venezia Giulia pubblicò “La vegetazione fore- stale e la selvicoltura”, un cofanetto in due volumi nei quali era proposto un inquadramento tipologico dei boschi della Regione. Il lavoro, presentato a Tol- mezzo con grande partecipazione di pubblico, fu subito ben accolto e applica- to in vari momenti progettuali previsti dall’attività forestale. In breve tempo, però, i volumi si esaurirono, venendo così a costituire so- prattutto delle rarità bibliografiche. Volendo conservare la finalità divulgativa e applicativa dell’opera, nel 2012 l’allora Servizio gestione forestale e produ- zione legnosa della Direzione centrale risorse rurali, agroalimentari e forestali ha ritenuto opportuno cercare di renderlo nuovamente disponibile. La prima ipotesi fu una ristampa, la quale aveva però il difetto di non poter introdurre alcune nuove conoscenze che nel frattempo erano apparse in cam- po tipologico e selvicolturale. In particolare, fra queste si possono segnalare: — la messa a punto della carta dei tipi forestali regionali, recentemente 10 11 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 estesa anche alle zone di pianura, che ha permesso di verificare l’attendi- bilità dell’impianto classificatorio e di segnalarne eventuali carenze; — l’estensione del sistema tipologico anche alle formazioni ripariali, esclu- se nel primo lavoro, comprendendo così l’intera realtà forestale regionale (Oriolo e altri, 2011); — la pubblicazione di una sintesi tipologica a livello alpino (Del Favero, 2004) che ha permesso di meglio comprendere il significato di alcune formazioni regionali. Inoltre, in questo stesso lavoro è stato descritto un approccio alla comprensione del funzionamento dei sistemi forestali che, come si dirà fra poco, per molti versi ripercorre, affina e formalizza i concetti che furono alla base della tipologia regionale. Per tener conto di queste novità e volendo nello stesso tempo non stra- volgere il lavoro originale, si è deciso per una riedizione riguardante il solo pri- mo volume, dove erano contenuti i testi, avente queste caratteristiche: — conservazione dell’impianto tipologico originario e della relativa nomen- clatura, entrambi risultati validi anche nella loro traduzione cartografica, apportando tuttavia alcune modifiche, relative soprattutto alla categoria dei querco-carpineti e dei carpineti, ritenute opportune a seguito sia del lavoro sulle formazioni ripariali sia della cartografia tipologica dell’area di pianura; — mantenimento dell’autonomia del lavoro sulle formazioni ripariali, poiché strutturalmente diverso, essendo articolato in schede non facilmente convertibili in testo; 11 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 — aggiornamento della bibliografia solo relativamente ad alcuni nuovi con- tributi essenziali, conservando invece la vecchia bibliografia come testi- monianza del bagaglio culturale forestale della Regione; — reimpostazione dei capitoli di descrizione delle categorie tipologiche, met- tendo così in maggiore evidenza gli aspetti relativi al funzionamento dei si- stemi, i cui fondamenti teorici sono riassunti nel successivo sottocapitolo. Il riferimento al funzionamento dei sistemi forestali costituisce la continuità con il precedente lavoro. In esso, infatti, erano già stati evidenziati alcuni elementi essenziali che erano stati usati per delineare il pensiero forestale regionale. In particolare, nell’introduzione, era riportato uno scritto inedito di Alber- to Hofmann, risalente al 1972, di cui si riporta la parte iniziale. Sfogliando vecchi appunti di lezioni di selvicoltura, rileggendo le dispense di coloro che sono stati i nostri maestri, nei capitoli che riguardano i trattamenti dei boschi si trovano coscienziosamente elencati i vantaggi e gli svantaggi, che le sin- gole forme comportano, quasi un invito alla obiettiva valutazione degli uni e degli altri. Si ha così l’impressione che la scelta di una o dell’altra forma di trattamento non dipenda che dal risultato ultimo di questa valutazione, tenuto conto della pre- giudiziale dell’esigenza di luce delle singole specie legnose a parte altre necessità del novellame, come la difesa dai geli, dai venti, dall’insolazione, ecc. Tutto quello che sull’argomento delle forme di trattamento ci veniva propinato dalle cattedre universitarie corrisponde indubbiamente a verità, ma forse ha biso- gno di qualche completamento o di qualche aggiornamento, come appare chiaro alla luce dei più recenti studi di ecologia e di sociologia forestale.