Nel Cuore Della Bestia
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nel cuore della bestia sto raccogliendo informazioni sui gruppi rock italiani: vorresti darmi informazioni sugli skiantos? che genere di informazioni? io non informo nessuno! roberto “freak” antoni a giancarlo riccio in "percorsi del rock italiano", ed. il formichiere 1980 punk politicizzato? politika punkizzata! dalla copertina di "nuova fahrenheit" n.5 - febbraio 1985, s. pietro al natisone (udine) continuiamo col discorso delle forbici e della colla: le pagine che seguono contengono materiali scritti che abbiamo sforbiciato da fanzines, libri, opuscoli e copertine di dischi autoprodotti in italia in massima parte nei primi anni ottanta. in mezzo sono finiti anche alcuni (pochi) ritagli di cose prodotte in periodi successivi: semi che poi sono morti di sete, semi che se ne stanno ancora lì buoni buoni ad aspettare la buona stagione che non arriva mai, semi che sono germogliati poco più tardi e che ora (per fortuna) sono diventati alberi in fiore. una volta escluse, per ovvi motivi, le traduzioni di testi di canzoni inglesi ed americane, i vari interventi che abbiamo riportato sono stati scelti un po' a caso: non c'è dietro un disegno preciso, a parte forse la scelta specifica di un arcobaleno di interpretazioni sul significato del punk, che per ciascuno aveva una sfumatura diversa, e le sue relazioni con l'anarchia e il pacifismo. le tematiche differiscono enormemente, proprio come si usava nelle fanzines di una volta dove non era difficile imbattersi nel giro di un paio di pagine in interventi di critica sociale, ricette di cucina vegetariana, poesie, notizie sulla situazione punk in paesi lontani, recensioni di dischi e traduzioni di testi di canzoni. i vari pezzi non sono stati modificati: ogni tanto s'è aggiunta qua e là solo qualche virgola, per dare un po' di respiro al groviglio delle parole. non alterano il senso del discorso gli eventuali tagli redazionali, indicati dal simbolo (...), e le rare e brevissime aggiunte, poste fra [parentesi quadre]. questo libro non è un'operazione commerciale. partendo da questo presupposto, non ci siamo neanche lontanamente posti il problema di contattare ufficialmente gli autori degli scritti per richiedere un qualche permesso per l'uso che ne è stato poi fatto. la strada è stata un'altra: la voce è un po' girata (abbiamo incontrato di persona, per lettera, al telefono e tramite scambi di fax alcune tra le persone coinvolte nel centinaio di pagine che seguono), e si è arrivati fin qui perché alla fine i contatti ci sono ancora, e anche se qualcuno è sparito il giro è quello e la gente è la stessa. si è cambiati, è indubbio, ma si ha sempre voglia di sentire e far sentire che non tutto è morto e sepolto, dimenticato o comunque acqua passata. nella stragrande maggioranza dei casi nessuno ha posto problemi o sollevato obiezioni: il materiale ci è stato concesso entusiasticamente, anzi spesso ci si meravigliava del fatto che venisse da noi richiesta seppure informalmente una qualche autorizzazione alla pubblicazione di testi "liberi", nati per essere tali. qualcuno ci ha spedito fotocopie, altri (tanti) ci hanno prestato addirittura gli originali. in qualche altro caso invece (pochi ma significativi), e nonostante originariamente pratica e discorsi fossero diversi, sono sopravvenuti dei problemi di siae, di copyright, o comunque è stata messa in mezzo una qualche rottura di coglioni, storie di soldi oppure di contratti d'esclusiva e firme da cacciare in fondo a un foglio. alla faccia dei tempi che cambiano, i sogni finiscono sempre allo stesso modo. prefazione all'edizione 1996 ringraziamenti: a/rivista anarchica, giuseppe aiello, backdoor, blu bus, paolo cantarutti, nicola catalano, centro studi libertari di milano, marianne enckell, paolo finzi, stefano gentile, maria matteo, nuclear sun punk, marina padovese, emilio penna, punkrazio, fabio santin, stampa alternativa, usmis. nota all'edizione 2007: ci sono alcune aggiunte rispetto al materiale raccolto nel libro, perché "nel cuore della bestia" l'abbiamo considerato una storia non ancora finita. se c'eravate e avete materiale da offrire, se volete aggiungere, togliere, modificare, correggere, aggiustare, cancellare, puntualizzare scrivete a [email protected] . il testo della prima canzone che trovate riassume perfettamente il groviglio di frustrazioni, malessere, rabbia e rimpianti che ci si porta ancora dentro oggi, qui, adesso. è "questi anni", scritta da giampiero dei kina, una canzone che occupa un posto del tutto speciale nel cuore e nella testa di tanti compagni. è una canzone di ieri che canta di oggi, un'altra porta aperta da attraversare per non dimenticare. è la canzone che secondo noi, più e forse meglio di altre, è riuscita ad andare dritta fino in fondo nel cuore della bestia. kina questi anni (aosta) so ancora guardare in alto e perdermi nel cielo mentre vibro assieme ad un torrente e penso all’acciaio che ci stringe questi anni stan correndo via come macchine impazzite li senti arrivare, ti volti e sono già lontani ti chiedi cosa è successo la rabbia di quei giorni brucia ancora dentro ma forse tanto veleno poi è tornato dentro di noi gli altri stanno ancora ridendo e noi qui, a guardarci dentro no, sono sempre io non mi cambierete quello che ho dentro forse ho un’altra faccia, ho più cicatrici di prima sorrido un po’ meno, forse penso di più non mi chiedere se ho vinto o se ho perso non mi chiedere se ho vinto o se ho perso. kina basta (aosta) maurizio ha la faccia stupita, non sa cosa vogliamo non sa che apparteniamo a un'altra generazione non sa che ci sputiamo sopra alla sua poesia fottuta non sa che contro un mondo falso il nostro cinismo è disperato un urlo che è potenza, un ritmo che spacca il cuore questa è la realtà di una vita schizofrenica un mondo che si maschera di poesia televisiva una vita tutta spasmi, commercianti e falsi amori te ne fotte di vedermi via il sorriso bottegaio me ne fotte di parlarti, me ne fotte del tuo amore non sopporto né te né il tuo modo di fare l'odio che mi cresce dentro matura in solitudine crepa se ti ho scioccato, è una piccola vendetta sorridi alla merda del mondo ti aspetta un'esplosione: basta! kina (aosta) siamo nati in una città che ha smesso di vivere e di pensare. esistiamo per la rabbia di vivere nel vuoto tra fighetti e perbenismo, per l'angoscia di una vita consumata tra birrerie e discoteche. è stato per noi il modo di uscire da questa morte precoce, il nostro modo di buttare in faccia a questa città/cimitero la nostra rabbia e la sua idiozia. quando produciamo musica non abbiamo in mente nessun modello, i pezzi nascono con le idee di tutti e tre: non c'è nessun limite all'elaborazione, non ci si adegua a nessuno stile. nei nostri testi parliamo sovente di situazioni e realtà specifiche della nostra città, in alcuni abbiamo scritto cose che a qualcuno più informato possono sembrare ovvie ma che qui non lo sono di certo. un argomento che ci interessa in modo particolare è l'informazione: come le notizie, i fatti vengono distorti e rimodellati per renderli funzionali al sistema. la monopolizzazione dell'informazione però non parte soltanto dagli organi del sistema, ma anche da noi stessi che filtriamo le cose interessanti da quelle insignificanti. separiamo le cose belle e divertenti da quelle brutte e paranoiche che troppo sovente ci riportano alla vita, all'angoscia di tutti i giorni, alla schiavitù di ogni mattina. il nostro gruppo è nato anche per questo, essere la voce che nel piattume e nel qualunquismo di queste mura di pietra dice ciò che nessuno si vuol sentire dire. dal volantino allegato a "nessuno schema nella mia vita", cassetta autoprodotta (aosta) 1984 istrales bandiere nere (sassari) la voce potente della verità le bandiere nere della libertà il suono rabbioso delle sirene il loro fottuto violento dovere le nostre battaglie i nostri ideali le nostre bandiere per la libertà il vostro potere la vostra violenza la vostra libertà le loro camionette contro chi non vuol morire ma finiremo di vivere per soffrire le loro camionette contro la gente la loro giustizia le loro violenze le nostre battaglie i nostri ideali le nostre bandiere per la libertà il vostro potere la vostra violenza la vostra libertà fate di tutto per stroncare la voglia di chi vuole ancora lottare ma le bandiere nere non sono morte sventoleranno ancora più forte detonazione (udine) ci piacerebbe che si discutesse di più del rapporto che intercorre fra tendenza politica e forma musicale, e questo volantino vorrebbe essere uno stimolo a farlo. a nostro parere il capitalismo è in grado di assorbire e neutralizzare qualsiasi opinione, qualunque sia la forma che la "riveste". e ciò perchè è la forma stessa che, nel momento in cui si sclerotizza, neutralizza il messaggio che contiene. il problema, però, si risolve se questo veicolo (la musica) su cui noi vogliamo far viaggiare le nostre idee, viene continuamente reinventato, stravolto, senza fossilizzarsi sui soliti schemi, solitamente importati dall'estero. creare musica originale, personale, anticonvenzionale, è una pratica eversiva straordinariamente efficace in un mondo dove vorrebbero farci essere tutti uguali, grigi e privi di fantasia. se la musica è un mezzo per favorire la crescita collettiva ed individuale, è ovvio che essa dovrà seguire, o meglio precedere, questa crescita, e non rimanere perennemente uguale a sé stessa... volantino distribuito a un concerto dei detonazione (udine) 1983 eu's arse attacco! (udine) contro le leggi e gli ordinamenti per una vita non controllata contro la noia e l'apatia per una lotta in anarchia contro la guerra e la distruzione per una nuova situazione contro lo spreco e il consumismo non voglio essere schiacciato.