Mappa 11-10-2005 14:01 Pagina 30 MAP MUSIC PAGES Ma che colpa abbiamo noi... Il rock indipendente italiano negli anni ‘80

FORMIDABILI QUEGLI ANNI (?) CCCP Qualche considerazione ed un paio di passaggi di testimone

a poi, fu vera gloria? Per chi si appresta a saltare il fosso degli anta nell’anno molto poco di grazia del 2005, ripensare al Mrock indipendente italiano degli anni ottanta è un po’ come camminare su carboni ancora ardenti. Soprattutto se ci si prefigge di farlo con quel minimo di obietti- vità che i capelli brizzolati o, peggio anco- ra, la classica rapata strategica, dovrebbe- ro dopotutto garantire. Già, perché ripen- sare a quel periodo significa fare i conti con una parte importante della propria adolescenza: di quella anagrafica e di quella di fruitori di musica rock, due fasi della vita che –in fondo- non sempre coin- cidono ma che, quando succede, sono davvero fuochi d’artificio… Perché, a venti riuscito a farci ingoiare qualsiasi boccone una realtà che, per certi versi, è molto più e più anni di distanza, si tende a mantene- amaro ed a costringerci a pensare con no- povera di quanto potrebbe sembrare oggi re un cantuccio nella memoria solo per i ri- stalgia perfino a quei giorni buttati nel ces- o di quanto ci appariva all’epoca. Allo stes- cordi più belli: tutto questo tempo sarà al- so…: un ricordo, quando ormai è soltanto so modo, però, vent’anni possono servire meno servito per rimuovere quelli brutti… un ricordo, non può essere che un bel ri- a tagliare molti ponti con il passato, emoti- E perché, è inutile negarlo, quando un fat- cordo. Altrimenti, se appena possiamo, vi e non, a ripensare con spirito critico alla to qualsiasi comincia a perdere contatto preferiamo non ricordarlo affatto. Ripensa- luce di un inquadramento storico e artisti- con la realtà per avviarsi verso il Viale dei re a quegli anni attraverso la lente defor- co a posteriori, a cercare di rimettere in li- Ricordi è come se indossasse improvvisa- mante di un entusiasmo tipicamente gio- nea la famosa lente deformante affinché il mente un vestito nuovo, se adottasse un vanile, con il trasporto emotivo di chi ritor- suo riflesso sia corrispondente il più possi- nuovo taglio di capelli, e tutto d’un tratto na a mettere il naso in una vecchia miniera bile alla realtà dei fatti. Ed è proprio per non lo si riconosce più: un’aura luminosa d’oro, pur essendo conscio di trovarla com- amore di questa realtà dei fatti che occorre lo avvolge inaspettatamente e lo trastulla pletamente defraudata dal passare degli fare una prima, doverosa considerazione. senza posa nel suo nuovo, importantissi- anni e dalle continue razzie, può portare Cosa vale la pena di salvare di quegli anni? mo ruolo. Ricordate il militare? Il tempo è ad una visione distorta ed amplificata di I dischi? Diciamolo chiaramente: se scor-

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riamo le centinaia di usciti in quella bene come nel male, rimarrà l’unico movi- stagione, fatichiamo a trovare quei dieci, mento originale a calcare le scene del no- quindici, venti dischi che siano davvero in- stro Paese, l’unica corrente non derivativa dispensabili, che siano davvero di qualità o, peggio, non scimmiottante le mode pro- superiore, che meritino davvero di essere venienti da Inghilterra e Stati Uniti. Il mani- ricordati. Se poi mettiamo a confronto le festo programmatico dell’album, e dell’in- migliori pubblicazioni nostrane con ciò che tero filone, Largo All’Avanguardia, recita proveniva in quei giorni d’Oltremanica o testualmente: Fate largo all’avanguardia/ d’Oltreoceano, se cerchiamo qualche itali- siete un pubblico di merda/applaudite per ca pietra di paragone a quella sfilza di ca- inerzia. Più chiaro di così… E’ l’inizio di una polavori che intasano ancora i nostri cuori, nuova stagione e Bologna, la città degli se pensiamo ad un disco che valga davve- Skiantos, si avvia a diventare la capitale ro la pena di accostare a Closer o Psycho- del nostro Piccolo Mondo Antico. candy, allora, probabilmente, l’unica cosa Afterhours 1979: Il due aprile al Palasport di Bologna tonda che meriti di essere salvata presenta si tiene Bologna Rock, il festival che pre- il titolo chilometrico di 1964-1985 e provare a scimmiottare i Clash o i Ramo- senta il nuovo rock italiano. Sul palco Affinità/Divergenze fra il Compagno To- nes. Il punk libera l’energia e l’etica del Do Skiantos, Gaznevada, Windopen, Confusio- gliatti e Noi (Del Conseguimento della It Yourself fa il resto: pur nella quasi asso- nal Quartet, Luti Chroma, Bieki, Naphta, Maggiore Età): l’album di debutto dei luta mancanza di circuiti e strumenti di Andy Forest, Frigos e Cheaters: tutti gruppi CCCP Fedeli Alla Linea del 1986, forse il più propaganda e di informazione, nascono le la grandissima maggioranza dei quali, allo- importante disco italiano indipendente del prime etichette indipendenti, proliferano le ra come adesso, erano completamente decennio (e non solo). Ridimensionato un fanzines e si affacciano nelle edicole i primi sconosciuti al pubblico medio. Eppure più fenomeno che anche in quell’epoca ci ha mensili specializzati, si aprono i primi ne- di cinquemila persone si radunano sotto il visti, una volta di più e con le pochissime gozi di dischi d’importazione. E’ tanta la palco a sancire ufficialmente la nascita di eccezioni del caso, provincia a scoppio ri- confusione nell’aria, ma tutto sembra con- uno spirito nuovo, di un desiderio di sco- tardato dell’Impero, vale la pena di soffer- vergere verso un’unica direzione, e la dire- perta, di uno sguardo alla sostanza più che marsi su ciò che, a parere di chi scrive, vale zione sembra proprio quella giusta: si al cartellone. Il punk sta bussando alle veramente la pena di celebrare e traman- aprono le porte di un nuovo mondo e poco porte del Bel Paese e gli strascichi della dare. Lo spirito, l’entusiasmo, la voglia di importa che, da qualche altra parte, quelle sua piccola rivoluzione trovano terreno fer- fare, il diritto di sbagliare, il dovere di es- stesse porte si siano già dischiuse da tem- tile in certe frange del pubblico rock. I cin- serci: quel misto di sentimento ed emozio- po e nuove, importanti mutazioni siano or- quemila di Bologna Rock sono forse i primi ne che, unito ad una sete incontrollata di mai nell’aria. Di lì a poco la prima rivoluzio- ad esserne contagiati. scoperta ed al giovanil furore, ha marchia- ne tecnologica avrebbe fatto il resto: togli 1980: La leggendaria Cramps Records di to a fuoco quegli anni e che, proprio come una chitarra, metti un sintetizzatore e Milano (Area, Finardi, Camerini, Skiantos, l’adolescenza, quando è passato non torna guarda un po’ l’effetto che fa… Coloro i …) si avvia a chiudere le sue pubblicazioni più. quali avevano seguito in diretta l’avvento con una collana di sette pollici di Gli anni ottanta cominciano in Italia nel se- del punk erano già pronti per il grande sal- punk/new wave come Kaos Rock, Windo- gno del punk, sull’onda dei servizi da Lon- to, la new wave, proprio come i fratelli pen, Kandeggina Gang, X-Rated, Take Four dra di un certo Michel Pergolani che, dagli maggiori d’oltremanica… Doses e Dirty Actions e li raccoglie nella ce- schermi poco nazional-popolari di una do- Ma non è il caso di correre troppo… lebre compilation Rock 80, un punk stiliz- menica veramente Altra, ci mostra una me- Per iniziare, qualche antefatto. zato che si strappa la pelle in copertina. La tropoli ostaggio di bande di ragazzacci con borchie, vestiti di pelle e strane acconcia- LA SCENA DI BOLOGNA ture colorate. Quando cominciamo a rime- 1978: Dopo una cassetta autoprodotta dal stare nei cassetti alla ricerca di lamette ed titolo programmatico di Inascoltabile, la altri ammennicoli del genere ed a portare Cramps pubblica Mono Tono, il primo al- al collo le catene con le quali, fino al giorno bum degli Skiantos di Freak Antoni e prima, assicuravamo la bicicletta ai cancel- Dandy Bestia. Le prime cinquecento copie li della scuola, la spinta propulsiva del mo- in vinile giallo, copertina apribile sotto for- vimento si è già completamente esaurita e, ma di locandina cinematografica con i no- dalle parti di Piccadilly Circus, non si trova mi degli attori ed una scena da Godzilla più una cresta neanche a pagarla a peso con il mostro che costringe la gente a but- d’oro. Ma nelle italiche lande è normale tarsi da un palazzo; all’interno, oltre alle che sia così. Ciò che più conta è che il punk foto della band, un classico pic nic italiota ha liberato il nostro spirito e la nostra im- domenicale con i commenti divertiti degli maginazione, che per la prima volta ci sia- stralunati astanti: “Dì, hai sentito gli Skian- mo accorti che non esiste solo la musica di tos?” “Uhm…a me fanno cagare” “Eh! Eh!… Sanremo e delle grandissima maggioranza a me invece mi fa vomitare…”. La tradizio- delle radio in modulazione di frequenza, ne tutta italiana dello sberleffo più atroce, né quella dei cantautori padri della patria o inondata dalle secchiate di vetriolo del di qualche eminenza grigia del tardo prog, punk d’oltremanica, dà il via alla stagione del cosiddetto rock demenziale che, nel Carnival Of Fools che tutti possono imbracciare una chitarra MAP MUSIC PAGES

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label che aveva incorniciato buona parte con Ricordi perché non si vive di soli sogni, partenza è di quelle con il botto: nel 1980 delle avanguardie degli anni settanta getta Italian Records accentra, in pratica, l’intera Italian Records pubblica Sick Soundtrack la spugna, lanciando un testimone che scena di Bologna ed, in quel momento, dei Gaznevada, il manifesto della new wa- molte etichette indipendenti cercheranno certo non è affare da poco. A dispetto di ve italiana, e l’omonimo debutto a 33 giri inutilmente di raccogliere. Tutte tranne una vita breve e di un catalogo piuttosto del Confusional Quartet, più orientato ver- una. A Bologna, proprio in quei giorni, na- striminzito, l’importanza strategica della so le atmosfere bizzarre e scoordinate del- sce la Italian Records di Oderso Rubini. label bolognese nel panorama convulso di la no wave newyorkese. Due dischi ormai Con modelli quali Factory o Rough Trade quegli anni e nella storia dell’intero rock classici che rimarranno i pezzi da novanta nel cuore, ed un contratto di distribuzione italiano è di assoluto, primissimo piano. La di una stagione breve ma, come suol dirsi,

GAZNEVADA l’orizzonte. I Joy Division nel cuore, seguimento della Maggiore Età. per i Rolling Stones nella citazione in Sick Soundtrack ma anche geometrie precise, aspre (Attack Punk, 1986) copertina: all’interno dodici tracce (Italian Records, 1980) e taglienti che sembrano anticipare “L’Oriente è affascinante perché è abrasive che rispolverano i sixties La colonna sonora di Bologna Caput certo suono Dischord: quei suoni misterioso, ma può la stessa ricetta più torridi senza vergognarsi, nel- Mundi, l’autentico manifesto della ovattati sotto la neve in copertina far da bandiera per una realtà tutto l’accurata ricerca di strutture e solu- new wave nostrana, uno dei due o vinceranno il duello nel cuore di sommato italiana, emiliana per la zioni armoniche, di mostrare al tre dischi italiani del decennio che molti. precisione, pur divincolantesi tra mondo che sotto quella scorza batte non teme il confronto con la ribalta pregiati profumi d’Oriente e sano un cuore tenero. internazionale. I ragazzi erano al GANG sudore di muratore reggiano? La ri- massimo delle loro possibilità, i so- Tribe’s Union sposta potrebbe anche essere ne- UNDERGROUND LIFE gni di ricchezza ancora lontani. Rit- (Autoprodotto, 1984) gativa, ma avrebbe poi più di tanto Filosofia dell’Aria mo, energia e sperimentazione: il Prima dei fasti major di Barricada e importanza? Se tutti si muovessero (Target, 1987) retroterra è innegabilmente punk, Reds e dell’avvicinamento all’italica ed agissero solamente in ragione John Foxx, antico leader degli Ultra- ma qualcosa sta cambiando. Sotto tradizione cantautorale, c’è solo un dei propri rientri, la realtà non sa- vox! e, con tutta probabilità, princi-

Dieci Anni in venti dischi una spaventosa forza d’urto vacilla- amore sconfinato per Joe Strummer rebbe certo più interessante della pale mentore del suono della band, no i confini con la new wave, il post e Mick Jones. Combat Rock nel sen- fantasia.” (dal volantino allegato). ne fu talmente impressionato da punk e chissà che altro ancora. so stretto del termine: in copertina Punk emiliano filo sovietico. Il disco tentare con tutte le sue forze di pro- una riproduzione del manifesto di italiano degli anni ’80. durre quello che sarebbe stato l’epi- CONFUSIONAL QUARTET Dimitri Moor dal titolo Morte All’Im- sodio successivo, l’altrettanto valido Confusional Quartet perialismo Mondiale, all’interno veri FRANTI Gloria Mundis. Non se ne fece nulla: (Italian Records, 1980) e propri slogan al fulmicotone di tre Il Giardino delle Quindici Pietre una delle tante battaglie perdute del In principio era il Confusional Jazz minuti tre con lo sguardo ben rivolto (Blu Bus, 1986) nuovo rock italiano. Una struttura Rock Quartet, poi un bel paio di ce- ai propri numi tutelari. Forse ingenui Qualcosa di più di un semplice di- romantica e decadente, atmosfere soie rende il nome più appetibile al- ed anacronisrici, ma sinceri fino al- sco. Anzi, qualcosa di più di un rarefatte e raffinate: è una visione le masse. Solo quello però, perché i l’osso. grande disco. Un piccolo trattato fi- del mondo in bianco e nero quella contenuti non ammettono riserve. losofico, un’opera che sfugge a che traspare dalla penna di Gian- Una stralunata cover di Volare, scel- qualsiasi catalogazione, come carlo Onorato. ta significativamente per il battesimo Desaparecido ognuna delle quindici pietre del tito- a 45 giri, tiene ben saldi i legami (I.R.A., 1985) lo a turno sfugge alle altre per impe- PANKOW con la tradizione. Ma quando scen- All’epoca di Desaparecido erano so- dire ad un mosaico di andare a Freiheit Fuer Die Sklaven dono le prime luci della sera le Torri lo un piccolo culto underground con completarsi. La musica è soltanto (Contempo, 1987) degli Asinelli diventano le Twin le spalle già robuste: l’album di de- una parte di un discorso più ampio. Attiva fin dai primi anni ottanta, la Towers e le acque limacciose del- butto viene dopo una lunga serie di Qualche pulsione hardcore ma, so- band di Maurizio Fasolo deve sospi- l’Hudson sembrano lambire la città: tournée sui palchi più scalcagnati prattutto, strutture aperte e libere di rare questo debutto sulla lunga di- la risposta italiana alla no wave del Bel Paese e di piazzamenti di stampo quasi jazzistico. Su tutto la stanza, la prima uscita dopo il sin- newyorkese. tutto rispetto nei concorsi nostrani. splendida voce di Lalli in un pugno golo God’s Deneuve del 1984. Certo, Piero Pelù è già un animale da pal- di ballate che toccano il cuore. le esibizioni assolutamente deva- DIAFRAMMA coscenico, ma i Litfiba sono ancora stanti con le quali i Pankow hanno Siberia in cinque. Le influenze della new SICK ROSE messo a ferro e fuoco il Bel Paese (I.R.A., 1984) wave inglese tradiscono velate Faces non devono essere state un buon Firenze sostituisce Bologna sulla ascendenze progressive e comin- (Electric Eye, 1986) biglietto di presentazione nella ricer- mappa del rock italiano e i Diafram- ciano a respirare aromi mediterra- Da Torino, Luca Re e compagni sono ca di un contratto discografico. Trop- ma, con la penna del generale Fe- nei. L’originalità del Litfiba sound è gli alfieri del movimento garage ita- po semplice definirli la risposta ita- derico Fiumani e la voce dell’atten- già tutta in questi solchi. liano: gli unici a non temere con- liana agli Einsturzende Neubauten, dente Miro Sassolini, si avviano ad fronti con i colleghi più blasonati ma il parallelo rende bene l’idea… assumere il comando delle opera- CCCP Fedeli Alla Linea che, dalle cantine di mezzo mondo, zioni. Sarà una breve reggenza, per- 1964-1985 Affinità/Divergenze fra il stanno riaprendo le pagine dell’Anti- ché i Litfiba avanzano minacciosi al- Compagno Togliatti e noi. Del Con- co Testamento. Un amore dichiarato

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e qualche volta a proposito, estremamente a Crollo Nervoso dei Magazzini Criminali, chiave quasi pop le scorribande jazzistiche intensa. Sempre nel 1980 escono l’e.p. de- colta colonna sonora di uno dei più noti dei Lounge Lizards, e del leggendario box gli Stupid Set, con una versione straluna- spettacoli teatrali dell’ensemble. Il 1981 si L’Incontenibile Freak Antoni, raccolta di tissima della doorsiana Hello I Love You e fa ricordare per la seconda prova dei Gaz cinque sette pollici in cui il fresco transfuga l’album Pordenone/The Great Complotto, Nevada, l’e.p. Dressed To Kill, che contiene dagli Skiantos si propone in veste solista in cui avanguardia e pop tentano una via la cover di When The Music Is Over dei accompagnato dalla crema del rock bolo- comune in un concept enigmatico che Doors, e per un altro e.p., I Fratelli Hi-Fi de- gnese. Nello stesso anno anche gli e.p. di avrebbero sottoscritto volentieri i Resi- gli Hi-Fi Bros., che vede la collaborazione debutto di Neon e Kirlian Camera, due dents. Tocca poi, a stretto giro di posta, a I di Arto Lindsay e Ikue Mori dei DNA: un gruppi di cui si sentirà molto parlare negli Luoghi Del Potere dei bresciani Art Fleury, prodotto molto newyorkese vicino alle at- anni successivi. Nel 1983, con l’album Psi- rock dalle geometrie sbilenche decisamen- mosfere dei Suicide. Nel 1982 è la volta dei copatico Party ed il 45 giri I.C. Love Affair, i te (e piacevolmente) fuori del contesto, ed Band Aid con l’album Due, che rielabora in Gaznevada decidono, in mezzo allo sgo-

CASINO ROYALE mondo dell’indie rock italiano. Psi- CARNIVAL OF FOOLS babilmente, l’esempio più convincen- Soul Of Ska chedelia con la P maiuscola che cer- Blues Get Off My Shoulder te di quello psycho-pop dalle tinte (Vox Pop, 1988) ca una via fra Quicksilver e Grateful (Vox Pop, 1989) zuccherine, figlio tanto di Morrisey Molto prima delle trendistiche tenta- Dead, magari non troppo personale, L’esordio del progetto pre La Crus di quanto di Syd Barrett, che avrebbe zioni londinesi che, nella prima siamo d’accordo, ma sincera, emo- Mauro Ermanno Giovanardi, recente- contagiato una breve stagione del- metà della decade successiva, ne zionale ed estremamente efficace. mente premiato da una tardiva l’indie rock nostrano. Bello e impossi- avrebbero ristretto gli orizzonti ed quanto sorprendente ristampa in di- bile, a voler parafrasare qualcuno appiattito il sound, lo scatenato AFTERHOURS gitale da parte della V2, che unisce che avrebbe avuto certo meno diffi- combo di Giuliano Palma e Aliosha All The Good Children Go To Hell al mini in questione il resto del poco coltà per sbarcare il lunario. Bisceglia era in grado di offrire uno (Toast, 1989) nutrito repertorio della band, spiazza dei live act più trascinanti e memo- Il salto verso il successo di massa lo ancora oggi per la sua catramosa PETER SELLERS rabili alle assi incredule dei palchi faranno solo anni dopo, quando de- bellezza. Blues urbano nero come & THE HOLLYWOOD PARTY nostrani. Era un esercito allegro e cideranno di risciacquare i panni in una tazza di caffè senza zucchero e To Make A Romance Out Of Swiftness scoppiettante quello che li seguiva Arno traducendo i propri testi nell’i- claustrofobico come il traffico impaz- (Apples And Oranges, 1989) da un centro sociale all’altro. Gia- talico idioma. Gli Afterhours che de- zito nell’ora di punta, figlio di Nick A capo di un’improbabile setta di maica ed Inghilterra si danno la ma- buttano con questa mezz’oretta di Cave e della tradizione colta, come uomini tamburino che invase la Mi- no in uno ska/reggae al quale è im- musica nel 1989 sono ancora un testimonia l’ottima rendition di Sum- lano sotterranea dalle frequenze possibile resistere. gruppo come tanti, aldilà delle inne- mertime. Ma il pubblico nostrano, della Crazy Mannequin Records con gabili potenzialità. Debitori verso i purtroppo, non era ancora pronto. una compilation che fece epoca, NOT MOVING Velvet Underground fin dal nome The Invasion Of The Tambourine Flash On You che si sono scelti, sciorinano con ap- NEGAZIONE Men, i Peter Sellers di Stefano Ghit- (Electric Eye, 1988) parente semplicità un sound chitar- Sempre In Bilico toni centrifugano i Rolling Stones e In principio (l’e.p. Strange Dolls del ristico di ottima fattura, molto legato (We Bite, 1989) Syd Barrett, Nikki Sudden e Robyn 1982) erano gli epigoni italiani del alla tradizione a stelle e strisce di fi- Da qualche parte troverete un ricor- Hitchkock, in un delirio popedelico di rock’n’roll grezzo ed abrasivo di ne anni sessanta. do degli I Refuse It, la micidiale rara efficacia ed originalità. Nel sette Cramps, X e Gun Club. Poi, con Fla- band pisana alla pollici allegato al disco l’omaggio ad sh On You, si apre una strada più RITMO TRIBALE quale, in fondo, anche i riconosciuti un altro maestro: il Johnny Thunders personale alla ricerca di un sound Kriminale padrini del movimento devono qual- di Too Much Junkie Business. originale. L’omaggio esplicito al (Vox Pop, 1989) cosa. Prima delle aperture melodi- grande mancino nero nel medley A Dalle macerie di un Leoncavallo ap- che dell’imminente album 100%, i VEGETABLE MEN Prayer For Jimy rivela una nuova pena raso al suolo dalle ruspe del- Negazione, con questo singolo qua- It’s Time To Change ascendenza, ma anche l’ombra di l’esercito della salvezza, in primo si orecchiabile, dimostrano che, for- (Toast, 1989) Patti Smith sembra allungarsi dai piano sulla desolante copertina, i se, anche per il rock apparentemen- L’omaggio a Syd Barrett nel nome solchi di questo disco. La matrice milanesi Ritmo Tribale cercano di te più intransigente è possibile una della band è ormai molto velato, la garage/punk si stempera in un edificare il proprio hard core melodi- via alle classifiche di vendita. Una psichedelia degli esordi sta cedendo rock’n’roll più dilatato che non rifug- co con un occhio attento al pentolo- teoria che verrà confermata in pieno il passo ad un rock a 360° che, allo ge qualche vena di intimismo. ne che bolle dalle parti di Seattle. un paio d’anni dopo dalle parti di stesso modo, sprigiona una malia Ma per il momento i punti di contat- Seattle… che libera suoni e colori in una di- STEEPLEJACK to sono con Ramones e Stiff Little mensione affascinante e fiabesca. Pow Wow Fingers, l’incazzatura è quella giu- ALLISON RUN Visioni strane e surreali, come quel- (Electric Eye, 1988) sta, la vena poetica nemmeno trop- God Was Completely Deaf la di apertura in cui Juri Gagarin Il mito della California della fine degli po nascosta: i ragazzi convincono (Mantra, 1989) Meet An Angel In The Black Space anni sessanta rivive, intatto, fra i sol- per urgenza espressiva, impatto so- Il debutto della formazione brindisina Sky, ci accompagnano lungo tutta la chi di Pow Wow. Dopo l’interessante noro e maturità stilistica. guidata da Amerigo Verardi ed Um- durata dell’album, prima che l’ulti- mini Serena Mabose, uscito l’anno berto Palazzo, personaggi che mo verso di The Ghost In The Mirror prima, i pisani Stepplejack, nati da avrebbero percorso in maniera tra- ci avverta che “adesso è giorno/mi una costola dei Birdmen Of Alkatraz, sversale anche la decade successiva devo svegliare”. presentano il loro biglietto da visita al in vari progetti, paralleli e non, è, pro- Marco Tagliabue MAP MUSIC PAGES

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mento dei più, che dedicato ad An- TRILOGIA DOPPIA FIORENTINA è giunto il momen- drea Pazienza, ed to di passare alla al volume Non Di- La Bologna dei primi anni Ottanta ha rap- cassa. Un giro di sperdetevi curato a presentato un luogo di innovazione e spe- basso irresistibile, quattro mani da rimentazione, una sorta di culla per tutto ma decisamente Oderso Rubini ed un movimento culturale, non solo musica- fuori contesto, na- Andrea Tinti, per- le. Molti i gruppi, i locali, le “situazioni” to in studio quasi ché qualche mente che l’hanno imposta al centro del rinnova- per caso, all’inizio illuminata finanzi mento sociale e stilistico dei primi anni lascia tutti incerti la ristampa in digi- ’80. Non meno vivace e variegata era la sul da farsi: poi tale dei dischi Ita- scena di Firenze, presa tra gli avanguardi- qualcuno decide Diaframma lian Records, final- smi artistici della computer art dei Giova- che è meglio non mente disponibili notti Mondani Meccanici e le rigidità for- lasciarlo cadere nel vuoto. Si aprono le ovunque senza salassi economici nelle fie- mali di Pitti Uomo, una scena fatta di giovi- porte delle discoteche, del Festivalbar, del- re del disco. nastri nerovestiti e di allievi rampanti yup- la Domenica In di Pippo Baudo e poco ci Ma prima di abbandonare Italian Records pie tutti insieme a zonzo per il centro, una manca che l’onda lunga arrivi perfino a torniamo per un attimo nel 1982, quando fauna, per usare la definizione di Pier Vitto- Sanremo. l’etichetta bolognese pubblica Pioggia, il rio Tondelli, “che contribuisce a fare di Fi- Ma, nello stesso momento, si innesta un primo singolo degli allora sconosciutissimi renze la vera capitale giovanile italiana de- meccanismo che travolgerà Italian Records fiorentini Diaframma. Nessuno in quel mo- gli anni ‘80”. Firenze in quegli anni vive le e gli stessi Gaznevada. L’etichetta cesserà mento lo può immaginare, anche perché stesse inquietudini di Bologna, della pro- le pubblicazioni l’anno successivo con un nessuno si accorge di quel dischetto, ma è vincia in generale che non è Milano; nei lo- altro prodotto danzereccio, Don’t Be Afraid l’occasione che sancisce un nuovo passag- cali alternativi la controcultura è il pane (In The Summer Of Love) degli Stupid Set, gio di testimone: Bologna abdica a favore quotidiano, e la musica della “no future e tutto finirà nel dimenticatoio insieme agli di Firenze il suo ruolo di capoluogo giova- generation” (da Sid Vicious a Ian Curtis) il scatoloni pieni di nastri nella cantina di nile e di centro nevralgico del rock indipen- riferimento stilistico più affascinante. È Oderso Rubini. Ci vorranno quasi vent’an- dente tricolore. E’ l’inizio di una nuova epo- una scena fatta di gruppi - dai Neon ai Rinf, ni, complice la rinnovata attenzione per la ca. dai Dennis & The Jets ai Danseur-Boxer, da- Bologna di quell’epoca grazie al film Paz, Marco Tagliabue gli Strip ai 0.55 – di locali di culto dove

I REFUSE IT! (ad esempio l’autoproduzione di- fico di un periodo baciato dall’one- Fuggi Fuggi; Monitor accesi sugli Cronache Del Videotopo scografica, l’autogestione degli sta ispirazione e dall’approccio incubi del giorno – Sogni a Doppie (Wide) spazi e la cultura delle fanzine). In realmente alternativo. La musica Vie). Un chiodo nel cervello del Quando dei Fugazi e della Di- Toscana addirittura questa ondata degli I Refuse It! non è oggi meno consumismo, un sasso appuntito schord noi italici non avevamo an- aggregativa sotterranea prese il interessante di allora e non risulta nelle scarpe del perbenismo...ma cora notizie, quando il punk si ri- nome di Granducato Hardcore, per niente datata. Sopravvive all’u- ahimè la musica, come sappiamo, trovava già irrimediabilmente rappresentato da gruppi quali I sura come ai tempi si districava non ha prodotto nessuna rivolu- “esposto” a visioni anarchiche or- Refuse It!, CCM, Traumatic, Putrid elegantemente dalle infinite di- zione sociale significativa (altri- Riesumazioni mai ripiegate su in approccio no- Fever e Juggernaut, i cui echi giun- scussioni sui dogmi formali. So- menti oggi non avremmo né al stalgico un po’ ridicolo (lo avrebbe gevano anche in Lombardia. I pi- prattutto si apprezzano le derive governo né all’opposizione questo salvato di lì a poco l’hardcore), sani I Refuse It! “emersero” per la sperimentali, che ne hanno sem- manipolo di imbecilli). In ogni ca- quando dall’altra parte dell’Ocea- forza sperimentale e visionaria pre fatto un gruppo certamente so, se continuiamo a comprare i no (soprattutto costa del Pacifico) delle loro musica e dei loro testi, hardcore ma con molta più carne dischi della Dischord e della Skin si facevano largo gruppi chiamati ma furono determinanti (e per certi al fuoco. I testi di Stefano Bettini, in Graft o se ritiriamo fuori ancora i Social Distortion, Circle Jerks, Dead versi lo sono ancora) per la crea- Inglese, in Italiano in Russo o in vecchi vinili dei Black Flag o dei Mi- Kennedys, Bad Religion, Black zione e la concretizzazione di que- una lingua onomatopeica che po- nor Threat, vuol dire che possiamo Flag, Adolescent...lungo la nostra sto sistema basato sull’economia tremmo definire (parafrasando) e dobbiamo recarci in qualche ne- penisola alzava la sua testa la vi- “dal basso”, che ha tenuto viva la “pisalandic”, tirano fuori energie gozio illuminato (o direttamente sione di un pensiero forte: coniu- cultura antagonista (un inciso: verbali dal potenziale di slogan, sul sito widerecords.com) e portar- gare musica distruttiva con la rico- questa esperienza oggi vive nella che qualcuno dei fans non di rado ci a casa questo pezzo di storia struzione di un nuovo sistema so- Wide Records, fondata da Ales- scriveva sui muri (Il mio senno è del nostro hardcore, una faccenda ciale (i Centri Sociali come li cono- sandro Favilli che ha militato come vietato per legge e la mia vita è at- musicale molto molto seria. Prima sciamo sono venuti dopo, Leonca- bassista negli I Refuse It e come taccata a un filo...canta nella dis- che di dimenticarci definitivamente vallo a parte). E a partire dal 1982 uomo in una miriade di iniziative sacrante rivisitazione del classico di associare questa parola alla si creò un sottosistema di scene sociali antagoniste). Proprio la Wi- “mariano” Mira il Tuo Popolo; e musica, oltre che ai vecchi film di locali che cominciarono a trafficare de compie questa operazione, og- poi, citando a caso...In via degli or- Moana. nuove teorie musicali e produttive gi doverosa, di recupero discogra- ganismi c’erano gli umanoidi – Pier Angelo Cantù

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suonare – il Tenax innanzitutto – di perso- Litfiba mai scritte da Pelù & Co. e rimarrà nell’im- naggi ed etichette attorno ai quali ruotano maginario collettivo anche per una coperti- le ambizioni di molti aspiranti rockstar – Er- na tanto bella quanto significativa. Il sacro nesto De Pascale ma soprattutto Alberto cuore trafitto sprigiona sangue e lacrime, Pirelli e la I.R.A., riferimento imprescindibi- urla la rabbia della gioventù italiana di pro- le del rock made in Firenze di quegli anni. vincia negli anni della Milano da bere, ri- In cotanto fervore artistico, Firenze ci rega- versando tutto in un caleidoscopico insie- lerà due grandi episodi che hanno contri- me di suoni e visioni difficilmente descrivi- buito a far esplodere a livello nazionale la bile. Ascoltare 17 Re è paragonabile a un scena undergound. Due gruppi che unen- giro sulle montagne russe, tra le vorticose do la istanze provenienti d’oltremanica salite di Resta, Vendetta, Febbre, Gira nel (centrale l’influenza new wave, Joy Division mio cerchio, Cane, e le spericolate discese su tutti) a una sensibilità (molto naïf) tutta di Re del silenzio, Pierrot e la luna, Come italiana, sapranno proporre pagine impor- un dio, Apapaia, alternate secondo la più tanti per tutto il movimento indipendente classica formula rock dello “stop & go”. che da li proverà a farsi strada nella secon- L’apprezzamento di 17 Re è totale, da par- da metà del decennio. Se i C.C.C.P. rappre- te sia del pubblico che fa del disco un og- sentano il riferimento più importante e in- getto da avere assolutamente che della cri- discusso (ma si potrebbe dire scontato) tica a cui no sembra vero di avere final- per quanto riguarda il versante emiliano, mente tra le mani un gruppo italiano all’al- dall’altra parte degli Appennini è necessa- tezza di reggere il confronto con le band di rio riconoscere una doppia primogenitura idioma anglosassone. Il pubblico ha fame ai “germi” del movimento indie tricolore. di Litfiba ed è questa sicuramente la ragio- Le due facce (molto diverse) della stessa ne per cui l’anno successivo, sull’onda del medaglia: Litfiba e Diaframma. Destino per vo di stili e assonanze che si affacciano sul successo di 17 Re, esce 12/5/87 - Aprite i questi due gruppi sarà l’avere inciso tre di- mare nostrum; dall’altra, il carisma ierati- vostri occhi, album dal vivo che raccoglie schi ciascuno che restano dei capisaldi del co, istrionico e accentratore di Pelù, il cui molto del materiale più significativo del genere, e in seguito ai quali le storie perso- stile sia vocale che gestuale diventerà il gruppo e cerca di fotografare l’immensa nali e musicali diventeranno altra cosa. marchio di fabbrica del gruppo e un para- energia che riescono a esprimere dal vivo. Storie nuove che si intrecceranno, fonden- gone ingombrante per tutte le band italia- Nel 1988 esce il nuovo lavoro, 3, capitolo dosi, nel grande progetto anni ’90 del Con- ne da li a venire. Pelù saprà unire al suo conclusivo della “trilogia del potere”. Il di- sorzio Suonatori Indipendenti. Ma questa straordinario carisma da frontman anche sco rappresenta un deciso cambio di rotta è un’altra storia. una personalità non comune dal punto di rispetto alle coordinate musicali dei primi vista sociale, infarcendo i testi della band due lavori; qui il suono si fa più introspetti- CUORE TRAFITTO (E TRADITO) di temi forti e scomodi quali la guerra, e vo, l’impatto meno immediato, più profon- I Liftiba sono stati il caso più “eclatante” l’antimilitarismo, il dramma della droga, la de le incursioni nelle culture musicali alter- per le cose che seppero fare dell’intero pa- denuncia del potere corrotto e mafioso, la native. È un disco che in un certo senso norama undergound italiano, e per noi che sensibilità ambientale. Il tutto declamato spiazza e delude, dove a distanza di anni si amiamo la musica non esattamente da più che cantato con una forza che tutti be- può cogliere molto di quello che Maroccolo classifica anche il più “doloroso” per come ne o male abbiamo amato (“Si può vincere andrà a fare con in C.S.I. e capire altrettan- poi le cose andarono a finire. Il nucleo ori- una guerra e forse anche da solo, e si può to delle divergenze che già in quel momen- ginale del gruppo muove i primi passi all’i- estrarre il cuore anche al più nero assassi- to stanno dilaniando l’unione tra i membri nizio della decade nel giro dei piccoli locali no ma è più difficile cambiare un’idea”, del gruppo: da una parte Maroccolo sem- e delle cantine del capoluogo fiorentino. Apapaia). Esemplari del suono Litfiba ri- pre più preso dalla deriva strumentale e Dopo una lunga gavetta fata di concerti, ep marranno pezzi omai classici come il rock strutturale della composizione, dall’altra e singoli, la line up si assesta sui nomi che sanguineo di Eroi nel vento, le meticciate Pelù ormai lanciato verso un rock sempre faranno grande il gruppo - Piero Pelù (vo- stilistiche arabeggianti di Istanbul o Tziga- più nerboruto e superficiale. Per quanto mi ce), Ghigo Renzulli (chitarra), Gianni Ma- nata, il lirismo dissonante di Lulù e Marle- riguarda 3 è anche il de profundis del grup- roccolo (basso), Ringo De Palma (batteria) ne. po retrospettivamente più importante – e Antonio Aiazzi (tastiere) – arrivando nel Con Desaparecido il fenomeno esplode anche se non il mio preferito – di tutto il 1985 alla pubblicazione del primo lavoro, ben oltre i confini fiorentini, dilaga su tutta panorama del rock italiano fino ad oggi. Da Desaparecido, ovviamente via I.R.A. Sin la Penisola per poi approdare con un certo Pirata (1989) in avanti sarà tutta un’altra dalle prime note è evidente un suono mol- successo (sempre comunque di nicchia) storia, una storia nota ai più e quindi inuti- to potente, aggressivo, perennemente in anche in Francia. I Litfiba diventano il grup- le da raccontare. Litfiba era un urlo di guer- bilico tra le suggestioni dark-wave dei Cure po più interessante di tutto il panorama riglia urbana, poi si trasformò in uno slo- o dei Sister Of Mercy e la new wave più or- italiano e raccolgono incensature a destra gan commerciale per adolescenti in cerca todossa di Bauhaus e Joy Division. Due i e a manca sulle riviste. L’attesa per il se- di identità. tratti distintivi: da una parte, il tentativo condo lavoro è altissima ma il gruppo non continuativo e reiterato di sfumare l’in- delude, sfornando quello che è probabil- IN PERFETTA SOLITUDINE fluenza britannica con una le tinte forti del- mente il disco di rock italiano più impor- Quando sento parlare di cantautori la mia la tradizioni musicale mediterranea, non tante del decennio. 17 Re esce nel 1986: è mente corre non tanto ai vari Guccini, De

solo italiana ma allargata a tutto il coacer- doppio, contiene 17 canzoni tra le più belle Andrè, De Gregori e compagnia cantante MAP MUSIC PAGES

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La dura vita delle rockstar nostra- se, non hai un nome che ricorda guardati l’un l’altro come se fosse perché non si sentiva un cazzo nei ne… Negli appunti di viaggio di Black Edwars, non ti atteggi a rock- saltato fuori direttamente da Bla- monitor e mi sono girati i coglioni. Daniele Denti, chitarra nei Settore star di Vimodrone, non ti chiami Lit- drunner, poi la sera ci abbiamo Questo è il rock’n’roll, baby. Tor- Out, uno sguardo “da protagoni- fiba, con l’italiano non vai da nes- dato dentro, sia noi che loro, ed è nando a casa, dopo la serata, sul sta” su quegli anni in bilico fra fa- suna parte. Comunque in cinque venuto fuori un bel concerto. E ab- furgone salta fuori una roba tipo: vola e realtà. anni di attività on the road, nel biamo anche legato. Loro sono ve- facciamo una classifica dei migliori senso che con gli ammortizzatori ramente tosti. Di tosto a Milano ci gruppi di rock italiano. E vai: primo OTTANTA CONFUSE MEMORIE sfondati abbiamo il culo pratica- sono anche gli Wretched. Si auto- posto, logicamente, I Gang. Uno di DA DENTRO UN FURGONE mente sempre in strada, siamo producono ed hanno una loro eti- noi scrive, poi per ogni gruppo par- riusciti a infilarci in un sacco di lo- chetta discografica che produce al- te il commento: Litfiba, (Cazzo Pelu’ Poot! Poot! Un “truck of the year cali e/o situazioni di merda, colle- tre band. Purtroppo non li abbia- è mitico), Franti (Insuperabili!), Kina 1988” cerca di spingerci dentro il zionando la bellezza di duecento- mo mai incontrati, ma meritano. (Potenti), Not Moving (Grandi! Do- traghetto dall’alto dei suoi 400 cinquanta concerti. Ci sono in giro Dai e dai siamo riusciti ad entrare. me è gigantesco), Rebel Without A quintali di peso, usando il clacson gruppi che hanno fatto la metà Il Tir a destra noi a sinistra, graziati Cause (Non si vedono mai in giro a mo’ di clava acustica. Le ruote della metà dei nostri concerti ma dallo spazio disponibile sul tra- però su disco sembrano i Led Zep- del furgone slittano sulla rampa di ogni sei mesi si beccano due pagi- ghetto, che parte subito. L’interno pelin), D.H.G. (Dal vivo mega, pec- accesso bagnata. Nello specchiet- ne sulle riviste specializzate. Nelle del furgone sembra una vignetta di cato su disco), Africa Unite (Mitici), to retrovisore interno vedo una gri- foto però sembrano dei gruppi ve- Jacovitti con relativo salame. Dopo Boppin’Kids (Tre pirletta che suona- glia incombente e minacciosa che ri. Hanno tutti l’occhiale scuro che dieci giorni di pasti consumati a no di bestia), CCCP (Qui ha ragione mi ricorda Cristine l’automobile in- fa’ un po’ yuppies, tipo “il nostro fu- bordo è dura tenere in ordine. Sì Guglielmi, il disco non sai se ascol- demoniata di Stephen King, nello turo è talmente luminoso che dob- perché la logica, a causa dei pochi tarlo o metterlo sullo scaffale vicino specchietto esterno destro una biamo mettere gli occhiali da sole”. soldi, è sempre la stessa: vai con i al “Capitale”, però dal vivo ti tengo- quantità incredibile di fari, proietto- A guardare le nostre foto, a parte panini all’autogrill. Nomi provincial no lì), Lino e i Mistoterital (Ti fanno ri, lucine e un ex voto con l’icona gli strumenti indossati, sembriamo – esotici tipo fattoria, capri, rustico, pisciare dal ridere), Negazione della Madonna con bambino (Lui, degli sfollati della piena del Po nel che una volta scaldati sulle piastre, (Forti!), Pankow, Plasticost, Dia- proprio Lui) in braccio, nell’altro Polesine degli anni sessanta. Nella non troppo pulite, hanno tutti lo framma, Go Flamingo. Ritmo Triba- specchio Ilona Staller mi sorride foto di copertina del quarantacin- stesso sapore. Comunque, pas- le (Duri: grande bassista e grande ma non mi fido. Continuo a lavora- quegiri con la cover di “Ragazzo di sando per le forche caudine della cantante), Statuto (La musica ci fa re, frizione – acceleratore – freno strada” dei Corvi, nessuno di noi Reggio Calabria – Salerno e via, cagare, ma loro sono giusti), Timo- a mano, ma non c’è verso di schio- portava le lenti scure così il grafico via, più su, siamo arrivati a Padova ria (Simpatici). E gli altri? Gli altri dare lo scatolone a quattro ruote. ce le ha disegnate sopra con il Est puntuali come sempre. La bella chi? Sì quei gruppi lì tipo: Carnival Parola d’ordine: giù tutti a spinge- pennarello. Quando l’abbiamo vi- notizia ci raggiunge appena arriva- Of Fools, Sick Rose, Casino Royale, re. sta, già stampata in duemila co- ti al palazzetto dello sport: i Sound- Afterhours, Joe Perrino & The Mel- A questo punto la formazione del pie, volevamo incendiare l’etichetta garden non ci saranno causa lowtones. Ma andassero a fancu- gruppo è la seguente: chitarrista al discografica, poi ci siamo messi a un’appendicite acuta al batterista. lo! volante, cantante, bassista, batteri- ridere ed abbiamo ingoiato il ro- Primo pensiero: la “roba” tagliata Poot! Poot! Un camion del traspor- sta e fonico alla spinta del Fiat spo. Con il prossimo disco, il nostro male fa’ ‘sti effetti? Totale: girare il to latte insiste per sorpassare su Duecentotrentotto Panorama E, primo Lp che abbiamo già regi- furgone e puntare verso casa così questa strada di montagna dove ci che quando l’abbiamo acquistato strato, torniamo all’autoproduzio- rimediamo due spaghi senza passano appena due biciclette. E’ il aveva già fatto il giro del mondo. ne, deciso! Tra l’altro il fonico che ci spendere un capitale. Tra l’altro 31 dicembre 1989 stiamo raggiun- Sono le sei di mattina. Arriviamo segue in studio di registrazione è domani sera suoniamo a Milano gendo un locale abbarbicato in al- da Catania dove abbiamo suonato Paolo Mauri, già cantante e bassi- con i Gang. Per noi è sempre un ta Val Camonica dove siamo molto ieri sera. Ci siamo messi in viaggio sta dei Weimar Gesang, un bravo onore potere esibirci con Marino, apprezzati e facciamo sempre il subito dopo il concerto per essere cristo con cui stiamo facendo ami- Sandro e gli altri. Nel corso degli pieno e stasera è un sorta di festa qui all’imbarco il prima possibile. cizia. anni siamo diventati amici. In co- in nostro onore. Stasera suoniamo con i Soundgar- In questi anni della Milano da be- mune abbiamo quell’attitudine Poot! Poot! Le ruote del furgone den a Padova, quindi per le sei di re l’immagine è importante, ma punk e la provincia: anche loro ar- slittano sulla neve, mi sa che toc- questo pomeriggio dobbiamo es- noi un po’ ce ne sbattiamo i coglio- rivano da un piccolo paese. cherà scendere anche ‘sta volta. sere lì all’uscita dell’autostrada. ni, un po’ siamo fatti così. Siamo E’ quasi estate e alla sera è bello Meno male che tra poco sarà il Dopo vari tentativi siamo riusciti ad legati a cose più concrete forse stare fuori a chiacchierare, anche 1990, uscirà il nostro nuovo disco imbastire una serie di date (tour?) provinciali, ingenue, per fare un in un posto di merda come Milano. ed inizieremo un altro tour, la Poly- al sud: Brindisi, Taranto, Bari, Lec- esempio: ci siamo trovati a suona- Dopo il concerto giù a chiacchiera- gram ci offrirà un contratto, ci com- ce, Roccella Jonica, Palermo, Taor- re con i D.H.G. quando si è presen- re con Marino e Sandro: loro si preremo un furgone nuovo, andre- mina e Catania. E’ un evento tato Paolo Arfini nel suo metro e complimentano perché, dicono, mo in televisione e ………. straordinario per un gruppo come novanta di altezza, con pantaloni avete suonato da Dio! Poi spacca- Poot! Poot! Ma questa è un’altra il nostro. Cantiamo in italiano e di attillati in pelle nera, stivaloni bor- re la chitarra è stata una roba miti- storia. questi tempi se non canti in ingle- chiati, giubbotto in pelle, ci siamo ca: in realtà ho rotto la chitarra Daniele Denti

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(che non mi appartengono per anagrafe né Gang da mamma I.R.A. (la line up in questo caso per affinità) ma al ricordo di un ragazzone comprende, oltre a Fiumani e Sassolini, an- toscano dal piglio deciso e dai nervi scossi che Renzo Franchi alla batteria e Leandro che, riprendendo a piene mani look e at- Braccini al basso). Le sonorità sono molto teggiamento dei Joy Division riuscì a incen- simili a quelle del lavoro precedente, forse diare alcune delle stagioni più felici del con un tocco di melodia in più e un pizzico mio giovane cuore adolescenziale. Federi- di rabbia punk in meno. È un disco molto co Fiumani, questo il suo nome, è a mio av- bello, struggente, perfettamente in sinto- viso un genio incompreso della musica nia con il suo tempo, il crepuscolo degli rock italiana. Incompreso non tanto perché anni ’80 che da una parte celebrano la fine sconosciuto – in realtà è un nome noto a della new wave e l’apice del rock da stadio, chiunque abbia un minimo di cultura musi- Sassolini, che con Fiumani andrà a formare e dall’altra si preparano a essere investiti cale – ma perché esempio di artista in gra- una coppia d’oro indimenticabile. Il disco, dal ciclone giunge. Boxe è il capolinea del- do di proporre tanto dal punto di vista qua- di un anno antecedente a Desaparecido la prima fase dei Diaframma, quella che litativo ma, nonostante i mille tentativi e le dei Litfiba, dimostra uno spessore del tutto più ci interessa nel volerla utilizzare come innumerevoli ripartenze, mai baciato da sconosciuto per il panorama musicale ita- traccia di lettura del rock indipendente an- quel successo che ha toccato (e distrutto) i liano dell’epoca, e contribuisce a portare ni ’80. In una recente intervista Miro Sas- concittadini Litfiba. Diversamente dalla definitivamente alla ribalta tutta una scena solini lo ricorda così: “Boxe fu il culmine band di Pelù, la proposta musicale di Dia- underground della quale fino a quel mo- dell’ultima stagione, labirintico come una framma (la sigla che accompagnerà l’av- mento noi acerbi lettori di Rockstar nean- fitta trama nervosa spedisce le sue ultime ventura artistica di Fiumani) si nutre delle che sospettavamo l’esistenza. Ma faccia- lettere d’amore, le fotografie, il canto evo- migliori influenze post-punk, o se vogliamo mo presto a ritrovarci nelle liriche cupe e luto e le note disperate. È struggente e new wave, inglesi e americane (ancora nelle trame musicali rozze ma lucenti di naufrago. Bellissimo”. Dopo questo disco, Bauhaus e Joy Division tanto per essere va- Fiumani, avvezzi già da qualche stagione al infatti, l’enorme ego di Fiumani ingurgiterà ri), crescendo e sviluppandosi al grande decadentismo avanzante proposto dai ne- la sua stessa creatura, portandolo a imme- seno della canzone d’autore italiana. La rovestiti d’Albione. L’anno successivo è la desimare se stesso (ma probabilmente era notevole capacità linguistica di Fiumani, volta di un ep, Amsterdam (1985), brano già così da tempo) con il suo progetto mu- poeta-musicista, sarà infatti la caratteristi- del primo disco inciso questa volta con i sicale. Via tutti, quindi, e avanti dritto per ca più evidente del progetto Diaframma, Litfiba a testimonianza del contatto tra le la sua strada, una carriera fatta di molti di- che saprà sostenere le ruvide e spigolose due band emergenti del panorama fiorenti- schi “in perfetta solitudine”, sempre molto liriche con un power pop tutt’altro che di no. A due anni di distanza esce Tre volte la- rock e mai banali, dove i temi di sempre - la maniera. I Diaframma si formano ufficial- crime (1986), che segna una svolta nell’ap- vita vissuta e l’amore – si fondono nel clas- mente nel 1981 a Firenze attorno alle figure proccio musicale dei Diaframma e in un sico binomio energia+melodia che è il mar- di Federico Fiumani (compositore e chitar- certo senso ne consolida gli elementi ca- chio di fabbrica di Diaframma. Il mondo vi- rista) e di Nicola Tannini (voce); comple- ratterizzanti dello stile futuro: trame melo- sto attraverso una chitarra elettrica e a un tanto la line up Leandro e Gianni Cicchi, ri- diche e avvolgenti dipanate attorno a ciuffo nero davanti agli occhi. spettivamente basso e batteria. Il primo at- strutture torridamente punk, sulle quali si Giacomo Galli to artistico è il singolo Pioggia (1982), a cui appoggiano liriche ferocemente e voluta- fanno seguito altri ep (Circuito chiuso, Al- mente intimiste. In questo caso molti gli trove) che accompagnano una nutrita atti- episodi felici, dalla title track a Falso COMBAT ROCK vità live. Nel 1984, con l’epocale Siberia, si amore, da Oceano a Madre, per finire con chiude la fase di incubazione del percorso la meno riuscita cover della hit anni ’60 Io Dammi una mano, musicale del gruppo, che approda alla cor- ho in mente te. La trilogia dei Diaframma te dell’I.R.A. con una novità importante: via come Firenze li crebbe si chiude nel 1988 dammi una mano Nicola Vannini, alla voce subentra Miro con Boxe, che segna anche l’abbandono ad incediare il piano padano...

Not Moving La politica –di Sinistra- è entrata nel pano- rama musicale italiano indipendente degli anni ottanta come un vero e proprio cata- clisma, grazie alla nascita di due gruppi che oserei definire fondamentali per quel- l’eccitante –ma breve- periodo storico. I Gang ed i Cccp Fedeli alla Linea sono stati i principali interpreti di questo pirotecnico terremoto musical socio-politico. L’anno di grazia che i nostri lettori dovranno ricorda- re e che di conseguenza verrà marchiato a ferro e fuoco per la sua immane importan- za è il 1984, 12 mesi che saranno ricordati anche per la prematura scomparsa del lea- der dell’allora Partito Comunista Italiano

Enrico Berlinguer. MAP MUSIC PAGES

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DALLA PROVINCIA CON FURORE sia anarchica: tutto questo e molto altro Peter Sellers and the Ambedue le compagini (Gang e Cccp) pro- hanno saputo offrire questi eletti perso- Hollywood Party vengono dall’ancora incontaminata provin- naggi della (contro)cultura Europea. cia italica, dove il Sistema ed il logorio del- I Cccp Fedeli alla Linea nascono nel 1982 in la vita metropolitana non hanno spossato quel di Reggio grazie all’unione d’in- le menti e le idee più sane e propositive. tenti di due menti eccelse, quelle di Gio- I Gang sono opera esclusiva dei fratelli (en- vanni Lindo Ferretti e del suo amico Massi- trambi di fede Interista, calcisticamente mo Zamboni. La differenza tra la formazio- parlando) Severini from Filottrano, un pic- ne dei fratelli Severini e quella del duo Fer- colo paese a qualche chilometro da Mace- retti Zamboni apparirà subito chiara e ben rata. Marino e Sandro hanno nel cuore definita, in quanto, se le idee “Comuniste” un’ideologia “Rossa” ed un’anima forte- sono eguali per ambedue le bands, i Cccp Punk Islam, marcetta “Punkettona” che sà mente Rock’n’Roll. Non nascondono infatti svilupperanno fin dal loro provocatorio tanto di fiera di paese, dove un vecchietto il loro sviscerato amore (condiviso dal vo- esordio un differente approccio musicale e un po’ brillo ciondola con il suo bicchiere stro umile recensore) per la band anglo- di attitudine alla cultura di sinistra. mezzo vuoto di vino rosso. Ma per discer- sassone dei Clash. Il loro folgorante debut- nere appieno la “cosidetta” filosofia Sovie- to, il mini Lp Tribe’s Union è un omaggio vi- …EMILIA DI NOTTI RICORDO tica dei Cccp non bastano i loro dischi, bi- scerale e spudorato ai signori Jones-Strum- SENZA CHE TORNI LA FELICITA’… sogna –per apprezzarli e capirli fino in fon- mer. Otto pezzi cantati rigorosamente in In- Lo Shock Anafilattico sconvolgente e che do- assistere ad un loro spettacolo dal vi- glese (in quanto l’italiano per le giovani ribalterà ogni concezione sonora delle ge- vo. Ove il carrozzone cabarettistico dei ra- compagini nostrane risultava ancora un nerazioni future di bands alle prime armi, gazzi Emiliani prende forma e struttura ed obsoleto tabù, anche se da lì a qualche an- risponde al nome di : 45 giri in ogni molecola sonora si trasforma in qual- no la nostra tanto vituperata lingua verrà vinile rosso dato alle stampe, dall’etichetta cosa di vivo ed eccitante. Musica per il rispolverata e sdoganata per bene) dove “Attack Punk Records”, per l’appunto, nel- cuore e per la mente. Una teatralità genui- l’amore per il sound dei Clash viene svilup- l’Anno del Signore 1984. Tre canzoni: Live na dove travestitismo e genialità artistica pato in tutto il suo splendido fulgore. Una in Pankow, Spara Jury e Punk Islam dove compongono una performance perfetta, formula semplice in cui Punk e Reggae tar- un Punk’n’Roll tecnologizzato, con tanto di che lascerà lo spettatore attonito e sbigot- gati 1977 made in Uk si uniscono in un drum machine che picchia come un metro- tito. Dal vivo, dunque, il carisma di Giovan- dejà vu romantico e per nulla patetico. nomo svizzero, scuote le menti ed i cuori di ni Lindo Ferretti e la straordinaria mimica Quelle che suonano e dicono i Gang sono qualche centinaio di sparuti acquirenti che di Antonella Giudici e Danilo Fatur arricchi- parole appartenenti alla più pura Working da lì a poco decreteranno un successo in- scono la già veemente dose creativa ed ori- Class Italiana, formata da personaggi sem- sperato al sette pollici in questione. I Cccp ginale dei Cccp Fedeli alla Linea. Un Grup- plici che amano ritrovarsi alla “Festa del- sono molto di più di una semplice punk po che già di per sé definire gruppo appare l’Unità”, con davanti un bicchierino di vino band, infatti sarebbe improprio ed alta- riduttivo e poco corretto. I Cccp Fedeli alla rosso e due fette di salame del contadino. mente ingiusto racchiudere così tante idee Linea hanno rappresentato per il “Nuovo Tradizioni genuine, dunque, che però ci ri- esplosive in una sola categoria. O ancora cosidetto Rock alternativo Italiano” un cordano i fratelli Severini non meglio per questo gruppo ponte di passaggio obbligato, al quale chi vanno assolutamente dimen- non ci sarebbero classifica- più o chi meno ha dovuto pagare dazio ne- ticate. Condite da un’ideolo- zioni, in quanto la Premiata gli anni a venire. Potremmo considerare gia “Sinistroide” per nulla Ditta Zamboni-Ferretti confe- il proto-cantautore anacronistica ma estrema- ziona un prodotto dissacran- del nuovo millennio, in quanto i Cccp sono mente importante per sogna- te e provocatorio, che parte stati i primi -o fra i primi- a cantare in italia- re un mondo migliore ed tutto dal loro amore per il no in un’epoca in cui, come scrivevo poco un’uguaglianza fra le classi muro di Berlino e la sopra, il nostro idioma era bandito dalle li- sociali che profuma tanto, Comunista. Dove il fine ulti- riche. Un nostrano e genuino concetto di ma proprio tanto, di sana mo vede l’abbattimento e Punk cantautorale dove il Ferretti, con utopia anarchica. Ebbene io l’appiattimento totale di ogni l’aiuto del fedele Zamboni, ha saputo sa- che sono legato fortemente classe sociale, dove il ricco pientemente tessere passato e presente; ai Clash ed a certi ideali, ri- ed il povero non esistono ma in cui la tradizione contadina delle feste di scontro nei Gang un prose- tutte le persone vivono in un paese s’intreccia con il caustico concetto guimento del lavoro della perfetto grigiore filosovietico di Rock’n’Roll politicizzato. La pubblicazio- band anglosassone. Sapori puro ed ovattato. I testi dei ne del loro primo straordinario Album antichi, sapori veri che vedo- loro brani sono caustici ed (1986 – Attack Punk Records) 1964 1985 Af- no unire tramite un sottile fi- esacerbati da una rabbia re- finità/Divergenze fra il Compagno Togliatti lo rosso i Clash, De André, i pressa ed incontrollata: “…a e Noi. Del Conseguimento della Maggiore Gang e i devastanti Cccp Fe- Istanbul sono a casa, ho un Età. sancirà, se così vogliamo scrivere, la fi- deli alla Linea. Rock’n’Roll passato e un futuro, ho un ne di “un bel gioco, di un bel periodo stori- “sparagnino”, tradizione can- Fasten Belt presente che è Dio e fà la ca- co” e l’inizio di un altro capitolo che vedrà tautorale di protesta e poe- meriera…” direttamente da sempre i Cccp Fedeli alla Linea precursori

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di novità originali per il nostro panorama torio. Sarà la stampa specializzata la prin- penalizzati da questo –legittimo- compor- musicale, seppur mancando ovviamente cipale accusata, ovvero quelle due o tre tamento? Ma, bando alle ciance, torniamo quello shock all’idrogeno che aveva provo- pubblicazioni mensili che, insieme, rag- alla musica… cato il singolo Ortodossia. D’altronde il giungeranno a fatica una tiratura di un Che il rock indipendente sia diventato un tempo scorre inesorabile e s’invecchia che paio di migliaia di copie, rea di non aver limone da spremere o, a voler essere più è un “dispiacere”… prestato abbastanza attenzione al fenome- delicati, un argomento intorno al quale ag- Claudio Baroni no, perduta dietro ai soliti miti d’oltre con- glomerare la maggior quantità possibile di fine. Mi sono divertito, in questi giorni, a ri- pubblico (pagante) é ormai cosa nota an- FARE DELLA VELOCITÀ spolverare dagli scatoloni vecchie pubbli- che ai classici piani alti. In mezzo ad una cazioni di quegli anni e, precisamente, miriade di avvenimenti, festival ed iniziati- UNA STORIA D’AMORE quello che era il mensile che probabilmen- ve di più o meno bassa lega, tre sono gli te più di tutti era dedito all’esplorazione di eventi di interesse nazionale destinati ad Al giro di boa: qualche quei sotterranei molto poco illuminati, un essere ricordati negli anni a venire. In stret- considerazione, il panorama ancora degnissimo Rockerilla. Più o meno to ordine cronologico, la prima mostra in ogni numero una o due interviste a mercato delle etichette indipendenti, tenu- dal finestrino e un (ultimo) gruppi italiani del sottobosco, copertine a tasi a Firenze dal 16 al 22 luglio 1984 sotto passaggio di testimone Litfiba e CCCP, molte recensioni seppur l’esotica effigie di Independent Music Mee- ghettizzate in un frustrante “Speciale Ita- ting e destinata ad essere replicata nelle Se i primi anni ottanta sono caratterizzati lia”. Ebbene, rileggendo a casaccio quegli edizioni successive in Emilia Romagna con dal passaggio di consegne fra due scene scritti, non si trova una stroncatura nean- il marchio M.E.I.; poi, nel 1986, il primo importantissime come quelle di Bologna e che a pagarla a peso d’oro, eppure, nella Rock Targato Italia all’Odissea 2001 di Mi- Firenze, che catalizzano completamente grandissima maggioranza dei casi, si parla lano con Litfiba, Diaframma, Neon, Moda e l’attenzione di pubblico ed addetti ai lavori di dischi che, riletti a posteriori, lasciano Denovo; infine Arezzo Wave, che nasce co- e, sull’onda di una molteplicità di avveni- completamente il tempo che trovano. Chi me festival dedicato alle band nostrane menti, non solo musicali, si avviano a di- se li ricorda oggi i Polvere di Pinguino o gli senza contratto o esperienze discografiche ventare vere e proprie icone della cultura Incontrollabili Serpenti? Eppure io, mosso pregresse al Palasport di Arezzo nel marzo giovanile di quegli anni, molta è la confu- da chissà quale calorosa recensione, mi del 1987 e si trasforma, nel corso degli an- sione che regna sopra e sotto i ponti al fati- portai a casa i loro dischi. Che, per inciso, ni, nella vetrina più importante offerta dal dico giro di boa del decennio. Il rock indi- non erano poi peggiori di tanto altro mate- suolo patrio alla musica più o meno rock e pendente italiano si avvia a diventare adul- riale semi clandestino giunto d’oltrecortina più o meno alternativa. to, a vivere la sua piena maturità, cercando Intorno alla Electric Eye di Claudio Sorge, di affrancarsi dai vecchi modelli ormai in Ritmo Tribale gloriosa label pavesina che fa del recupero declino: quando il sole sta per tramontare delle più rozze sonorità sixties il proprio definitivamente sul Lungarno, l’orizzonte inossidabile Credo, si sviluppa quella che è ottico è completamente piatto. Non c’è forse la scena più importante alla metà de- una nuova capitale a candidarsi alla suc- gli anni ottanta. Tutto comincia e finisce cessione: gli argini stanno per tremare an- con due raccolte, Eighties Colours del 1985 cora, a distanza di molti anni dall’ultima, e Neolitic Sounds From South Europe del rovinosa inondazione, e l’energia che per 1988. In mezzo un gran numero di band de- anni ha covato fra quelle sponde sta per li- fra gli Osanna generali: ma è una conside- dite alla riscoperta del garage rock più berare decine di rivoli in ogni direzione. Il razione che andrebbe inserita in un discor- abrasivo o del Detroit sound di Stooges e sottobosco del rock italiano pullula di fan- so più ampio che, in questo contesto, non MC5, fra le quali è d’obbligo ricordare i zines, nastri autoprodotti, etichette indi- è certo il caso di affrontare. E lo stesso feci Sick Rose (Faces, 1986) ed i Not Moving pendenti, vinili più o meno ufficiali: regi- per una miriade di altri gruppi in relazione (Sinnerman, 1986), poi Boohoos (The Sun, strare un demo e trovare uno sbocco sul ai quali, sinceramente, mi riesce oggi mol- The Snake And The Hoo, 1987), Funhouse mercato discografico non è più così difficile to difficile pensare di essermi potuto entu- (The Way Things Will Be, 1989) e Liars Opti- e costoso come un tempo ed a tutti, o qua- siasmare. In definitiva, se c’è una critica da cal Sound, 1988). A far da corollario all’in- si, è data una possibilità, gli innegabili cin- muovere alla stampa italiana dell’epoca è tero movimento una fanzine indimenticabi- que minuti di gloria a trentatre giri. L’Italia quella di non avere avuto sufficiente spiri- le, Lost Trails, vera e propria Bibbia per gli del dopo Firenze è una storia di scene, eti- to critico, di essere stata mossa da una adepti al laico culto. chette, gruppi e fatti molto poco allineati –per carità, comprensibilissima- sorta di Il revival neopsichedelico che spopola ol- ed è questo coacervo che, senza alcuna partigianeria nella mancata o comunque ri- treoceano con le camicie damascate ed i fi- pretesa di completezza, cercheremo di rac- dotta selettività operata su tutto quanto ni intarsi chitarristici del Paisley Under- contare. Quando, sul finire della decade, in arrivava in redazione. E, ce lo ha insegnato ground non manca di contagiare le italiche molti riapriranno i propri pugni trovandoli un certo Darwin, è la selezione “naturale” lande. Non esistono etichette o scene cit- completamente vuoti; quando ci si accor- che permette di conservare una specie. In tadine di riferimento, anche se di prim’or- gerà che il rullo compressore ha travolto quanti, dopo aver acquistato un disco sul- dine rimane il ruolo svolto da Electric Eye e tutto e tutti senza fare troppe distinzioni ri- l’onda di una recensione positiva ed averlo dalla torinese Toast Records, e differenti sparmiando soltanto i soliti noti; quando ci trovato completamente inconcludente, sono le ramificazioni del movimento. In un si troverà a fare i conti di gruppi ed etichet- avranno detto “tu non mi freghi più” al re- discorso che, per forza di cose, deve esse- te spariti nel nulla, si cercherà, con senti- censore di turno? E, di conseguenza, quan- re semplificato al massimo, possiamo riu-

mento tutto italiano, il solito capro espia- ti gruppi e dischi meritevoli saranno stati nire sotto l’insegna di uno psycho-pop che MAP MUSIC PAGES

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reca bene in vista il santino di Syd Barrett i ogni tentativo di catalogazione i No Stran- ma degli eighties, con la pubblicazione brindisini Allison Run (God Was Completely ge del carismatico Ursus (No Strange, della doppia compilazione Oracolo (1989), Deaf, 1989), i milanesi Peter Sellers And 1985), alfieri di una psichedelia lenta e par- che tenta un suggestivo collegamento fra The Hollywood Party (To Make A Romance ticolarmente visionaria, dal gusto vaga- venticinque anni di underground nostrano Out Of Swiftness, 1989), che si meritano la mente retrò, che meritano di essere ricor- con il ripescaggio di oscure formazioni del palma per il titolo più bello (ed il contenuto dati anche per le curatissime ed artigianali beat italiano dei primi anni sessanta ac- non è da meno!), i pescaresi Vegetable confezioni che avviluppavano i propri di- canto ai nomi più “in” del momento. Un Men (It’s Time To Change, 1989) ed i capi- schi, spesso in vinile colorato o trasparen- esperimento decisamente fortunato che tolini Technicolour Dream (Pretty Tomor- te. Un ultimo cenno, prima di abbandonare bissa l’interesse suscitato dalle raccolte Ri- row, 1985). Aumenta il tasso allucinogeno il versante, per i veneti Definitive Gaze (Pri- corda Con Rabbia e Fiori e Colori, edite con gli Effervescent Elephants (Something mitive Works, 1987) e per la loro psichede- sempre da Toast, che esplorano il medesi- To Say, 1987) ma, come non si preoccupa lia “progressiva”. mo sottobosco beat. Intorno alla Contem- di tradire il nome del gruppo, non cambia il Figlio del rinnovato interesse per il verbo po di Firenze si riuniscono invece i due nume tutelare. Più votati alle soffici liser- psichedelico è anche il ritorno alle origini gruppi che tentano di perpetrare il verbo gie westcoastiane i pisani Steeplejack (Se- in chiave beat. Fondamentale in questo beat originale ad un tiro di schioppo dal rena Mabose, 1987; Pow Wow, 1989), nati ambito rimane l’opera svolta dalla Toast terzo millennio: gli Avvoltoi (Il Nostro è So- da una costola dei più elettrici Birdmen Of Records di Giulio Tedeschi, etichetta co- lo un Mondo Beat, 1988) ed i Ragazzi Dai Alkatraz (Glidin’ Off, 1986). Sfuggono ad munque fondamentale nell’intero panora- Capelli Verdi, ripescati direttamente dalla

PIER VITTORIO TONDELLI do: “Se io amo moltissimo di que- vani che seguirono lo elessero (e Un weekend lungo dieci anni sto paese il senso di libertà e di giustamente) a modello di riferi- pienezza che vi respiro, le auto- mento anche se poi la vita fu dav- “Ci sono periodi buoni e altri meno strade, l’architettura, il paesaggio, vero inclemente con lui e se lo buoni. Quello che è importante è i profumi, la grandezza della mise- portò via nel 1991. Troppo e troppo saper trarre, anche dai cattivi mo- ria e del lusso, le sue birre che so- presto avrebbero detto le New menti che si attraversano, uno sti- lo qualche anno fa avrei detto pi- York Dolls, ma è difficile, se non molo nuovo, una elaborazione che sciatissime, certe abitudini paesa- impossibile, immaginarsi Pier Vit- permetta di superarli traendone ne e campagnole che mi fanno torio Tondelli negli anni Novanta un qualche insegnamento”: era sorridere, l’ingenuità, la mancanza che poi sono stati esattamente gli una frase di Pier Vittorio Tondelli di formalismi e anche se odio di Ottanta senza il rossetto così come che, idealmente (la scrisse nel giu- questo paese una certa grettezza, i nostri anni sono come il decennio gno 1989) chiude l’ambigua, colo- la mancanza assai diffusa di sen- scorso, ma senza speranza per- rita e non del tutto risolta epopea so della bellezza, il culto assoluta- ché nel frattempo il nuovo secolo è dei cosiddetti anni Ottanta. Il suo mente immorale del denaro e del arrivato ed è peggio di quello pri- tempo, visto che si aprì con Altri li- dollaro, culto che produce distin- ma. Quel pericoloso virus che è il bertini (tra l’altro ripubblicato pro- zioni di classe abnormi, separa- genere umano sta per arrivare al prio in questo periodo nella versio- tezze sociali e culturali degne di punto di non ritorno e un osserva- ne originale per il cinquantesimo una rivoluzione francese, ebbene tore sensibilissimo come Pier Vitto- della Feltrinelli) e si concluse con la completo di quell’era. In realtà per di questo grande paese amo so- rio Tondelli se n’era accorto già al- prematura scomparsa, nel 1991. comprenderne lo spirito è suffi- prattutto la sua letteratura che per lora, tra i lustrini e il trucco pesan- Una decina d’anni contraddittori e ciente un suo calembour dedicato me è la Beat Generation, la sua te. Con il suo punto di vista, natu- controversi, che Pier Vittorio Ton- al volto ufficiale dei Culture Club, musica che è per me soprattutto ralmente, personalissimo, puntua- delli seppe interpretare come nes- Boy George: “Ogni generazione ha jazz e blues e la sua arte che è le e pungente nello stesso tempo, sun altro. Scivolò con grazia sulle la Liz Taylor che si merita” disse principalmente la Pop Art”. In mo- aveva capito dov’è che il meccani- patine caleidoscopiche e plastifi- Pier Vittorio Tondelli e la battuta è do irriverente, questo sì molto nello smo s’inceppa e alla vita si so- cate senza aderirvi, raccontò il gla- una mirabile sintesi dell’aria che si spirito dell’epoca, Pier Vittorio Ton- vrappone una lenta decadenza. mour minimalista con uno sguar- respirava negli anni Ottanta. Sono delli vedeva e sentiva la cultura Diceva, infatti, uno dei personaggi do disincantato e lucidissimo, non stati i suoi anni e quello che di più con uno spirito entusiasta e con di Altri libertini: “Ci si dimentica si lasciò travolgere dall’ideologia o importante ci ha lasciato è stata un’energia vitale assecondava tutti piano piano di tutto perché la vita dai pregiudizi e svelò con una luci- una visione culturale che non di- i suoi appetiti in ordine di cinema, è davvero vita cioè una porcheria dissima ironia tutta l’effervescen- stingueva tra gli Smiths e William musica, letteratura, poesia, tutto. dietro l’altra e allora è come sbat- za, in gran parte gratuita, di quegli Burroughs, tra Jack Kerouac e Ni- Una ricerca spiritata della bellezza tere giù merda ogni giorno che poi anni. Ovviamente il libro di riferi- na Simone, tra John Fante e Pier che in un paese piccolo, antico, ti dimentichi che fa schifo, e ne di- mento è Un weekend postmoder- Paolo Pasolini. Viaggiò e seppe clericale e lentissimo nel recepire venti magari goloso”. Riletta oggi, no (visto anche il sottotitolo, Cro- raccontare i paesaggi che attra- le trasformazioni come l’Italia fu sembra quasi una profezia. nache dagli anni Ottanta): seicento versava in particolare l’America una vera e propria sorpresa, e una pagine che sono un compendio con cui ebbe un rapporto profon- boccata d’aria. Non a caso, i gio- Marco Denti

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Steeplejack

metà degli anni sessanta da intraprendenti e disinteressati discografici moderni. Un tentativo di rinnovare i fasti di Skiantos & Co., pur attraverso una scrittura più matu- ra ed articolata che, a ben vedere, ha pro- prio poco di demenziale, è quello operato Underground Life Vegetable Men da Lino e i Mistoterital (Bravi Ma Basta, 1988). completamente governato da basso, batte- nipolo di sconosciuti gruppi italiani ha osa- Brucia dai profondi anni sessanta anche la ria e sintetizzatore e, in particolar modo, le to quello che nessuno in madre patria ave- miccia che ci costringe a rispolverare le Officine Schwartz (Remanium Dentaurum, va ancora avuto il coraggio (o l’idea) di vecchie lambrette nel segno del mod di Un- 1988) di , forse gli unici rap- osare. derground Arrows (Alive Today, 1988), Four presentanti dell’Industrial Sound di casa In ambito punk/hardcore è naturalmente By Art (Four By Art, 1985), Party Kids nostra, italico punto di crocevia fra le sug- d’obbligo la citazione per i Negazione (Shock Treatment, 1986), Statuto (Vacan- gestioni targate Einsturzende Neubauten, (Sempre In Bilico, 1989), che non hanno ze, 1988) e dei milanesi Pow; mentre i Casi- Test Dept, Laibach. Più “tradizionale”, in- certo bisogno di presentazioni, mentre, fra no Royale (Soul Of Ska, 1988) si preoccu- vece, ed in questo caso le virgolette sono gli alfieri di un rock stradaiolo di stampo pano di farci muovere le gambe al ritmo d’obbligo, il debutto degli Starfuckers (Me- più tradizionale, semplice ed efficace, un esasperato dei nostri vecchi ricordi scola- tal Disease, 1989), nel segno di un sound pensiero va a Sleeves, Fasten Belt, Over- stici di Madness, Specials, Beat & Co. chitarristico figlio del noise newyorkese lord e Rebels Without A Cause. Sono suggestioni decisamente meno colo- dei Sonic Youth, che abbandonerà progres- Per finire tre gruppi decisamente fuori da- rate, ispirate alla new wave più tenebrosa sivamente negli anni a venire ogni facile gli schemi. I Franti (Il Giardino delle Quindi- di Ultravox!, Tuxedomoon, Roxy Music & pietra di paragone in una lunga cavalcata ci Pietre, 1986) ed i Kina (Cercando, 1986), Co., quelle che animano i lavori di Under- nei territori, sempre più accidentati, dell’a- nel segno di una musica in totale libertà ground Life (Filosofia dell’Aria, 1987; Gloria vanguardia più pura. che definire rock è riduttivo, a mezza stra- Mundis, 1988) e Minox (Lazare, 1986), Sfugge ad ogni catalogazione la scena che da fra poesia e militanza politica, ed i Set- ideali continuatori di un discorso iniziato si sviluppa intorno alla milanese Vox Pop, tore Out (Un’Altra Volta, 1990), che aggior- qualche anno prima da Faust’O (J’accu- label nata dalle ceneri del glorioso periodi- nano la tradizione della canzone d’autore se…Amore Mio, 1980) e proseguito con Fri- co di Stampa Alternativa Vinile, a mezza in chiave rock sotto un velo palpabile di gidaire Tango (Russian Dolls, 1983), Cen- strada fra libro e fanzine, che fa della scel- malinconia e disillusione, al pari dello tral Unit (Central Unit, 1984) e Carillon Del ta di non concentrarsi su un unico filone sguardo che il bimbo rannicchiato a terra Dolore (Trasfigurazione, 1984), su un ver- musicale il proprio punto di forza. L’eti- in copertina lancia verso il futuro che lo at- sante ancora più dark. chetta, che assumerà un ruolo centrale nel tende e che sembra non rassicurarlo affat- Non attecchisce completamente nel Bel rock indipendente italiano nella prima to. Paese il battito sintetico di una new wave metà degli anni novanta, inaugura il pro- completamente elettronica: se si vogliono prio catalogo nel 1987 con l’omonimo e.p. EPILOGO escludere i fiorentini Neon (Rituals, 1985), degli Allison Run e piazza subito un poker Roma. Quartiere San Lorenzo. Dagli edifici artefici di un electro-rock più votato alle d’assi con i Ritmo Tribale (Kriminale, che un tempo erano stati teatro di grandi tentazioni dei dance-floor, l’intera scena ri- 1989), efficacissimo pop-punk barricadero lotte operaie la voce libera di Radio Onda mane praticamente di completo appannag- in lingua italiana, i Carnival Of Fools (Blues Rossa cerca, con tutte le sue forze, di man- gio dei Pankow (Freiheit Fuer Die Sklaven, Get Off My Shoulder, 1989), straordinaria tenere vivo quell’antico fuoco. Alcuni vec- 1987; Gisela, 1989), alfieri di un sound cu- lettura dal Vangelo secondo Nick Cave, gli chi punk, decisi a dare un taglio al passato, po e martellante dal respiro mitteleuropeo Afterhours, che, dopo un ep di debutto su hanno cominciato a gridare la propria rab- che, in più di un’occasione, cerca un punto Toast a mezza strada fra Stooges e Velvet bia su basi ritmiche velocissime ma lonta- di contatto con i paladini dell’intero movi- Undreground passato quasi inosservato ne anni luce dal rock. mento, gli Einsturzende Neubauten di (All The Good Children Go To Hell, 1989), Nel 1990 un mini album intitolato Batti Il Blixa Bargeld. affinano il proprio sound in direzione psi- Tuo Tempo a nome del combo Onda Rossa Nell’ambito di un suono ancora più distan- chedelica con lo splendido During Christi- Posse introduce un termine inedito nel vo- te dai binari dell’ordinarietà, in merito al ne’s Sleep (1990), ed i già citati Casino cabolario giovanile e da il via alla fortuna- quale non deve spaventare il termine di Royale. Da ricordare anche l’ottimo tributo tissima stagione del rap italiano. E’ il mo- avanguardia, si fanno ricordare i romani ai Joy Division Something About Joy (1990), mento di un nuovo passaggio di testimo- Gronge (Fase di Rigetto, 1987), che esclu- compilation che fa arrabbiare tantissimo i ne, l’ultimo: per le chitarre è tempo di an- dono completamente le chitarre dalla loro giornali inglesi quando, con malcelato or- dare in soffitta…

strumentazione in direzione di un sound goglio patriottico, si accorgono che un ma- Marco Tagliabue MAP MUSIC PAGES

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