Rif. Doc. P4

PROGETTAZIONE PER LA REALIZZAZIONE E L’ESERCIZIO DI UN IMPIANTO EOLICO

COMUNE DI S. VENANZO (TR) 23,0 MW

Località: “La Montagna”

RELAZIONE TECNICA Dicembre 2011

ALLEGATO P4 Analisi delle ricadute sociali, occupazionali ed economiche

Proponente

Innova Wind. S.r.l.

Ing. F. Cotana Ing. F. Asdrubali Prof. Agr. Geol. Ing. L. Blois Prof. F. Rossi Ing. V.M. D'Abundo

ALLEGATO P4 C.I.R.I.A.F. – Analisi delle ricadute sociali, occupazionali ed economiche

INDICE 1 INQUADRAMENTO DEL PROGETTO 4 2 VALUTAZIONE SOCIO-ECONOMICA 4 2.1 VALUTAZIONE DEGLI ASPETTI OCCUPAZIONALI 4 2.1.1 Fase Cantiere 4 2.1.2 Fase Esercizio 4 2.2 VALUTAZIONE DEGLI ASPETTI ECONOMICI 5 2.2.1 Vantaggi economici e ambientali dell’energia eolica 5 2.3 VALORIZZAZIONE DEI SUOLI 5 3 APPENDICE 5 3.1 QUADRO DEMOGRAFICO: REGIONE 5 3.2 La Provincia di 7 3.3 Il contesto economico: Regione Umbria e Provincia di Terni Indici delle imprese attive 11 3.4 Indici degli sportelli bancari 12 3.5 Indici di ricettività turistica 13 3.6 Indici sui bilanci delle amministrazioni comunali 13 3.7 Indici forza lavoro e tassi occupazionali 14 3.8 L’apparato produttivo in termini di unità impiegate nella Provincia di Terni 17 3.9 Il prodotto interno lordo della Provincia di Terni 19 3.10 Il contesto economico: Comune di : agricoltura ed allevamento 20

3 Parco eolico in loc. “La Montagna” – Comune di S. Venanzo (TR) ALLEGATO P4 C.I.R.I.A.F. – Analisi delle ricadute sociali, occupazionali ed economiche

1 INQUADRAMENTO DEL PROGETTO

Il progetto in esame consiste nella realizzazione di una Centrale Eolica nel Comune di San Venanzo (TR) – località “La Montagna”. L’impianto si configura, nelle intenzioni del proponente, come una “Fattoria del Vento”. Infatti, laddove le aree non siano già occupate da altri insediamenti, il proponente intende acquisire diritti che possano consentirgli la realizzazione di una “Wind Farm”. La Wind Farm sarà caratterizzata da una potenza elettrica nominale installata di 23 MW, ottenuta attraverso l’impiego di 10 generatori eolici da 2,3 MW nominali, ricadenti nel territorio del Comune di San Venanzo (TR). Le aeree si inquadrano tutte in un contesto di tipo prettamente agricolo e boschivo.

2 VALUTAZIONE SOCIO-ECONOMICA

2.1 VALUTAZIONE DEGLI ASPETTI OCCUPAZIONALI

In uno scenario socio-economico come quello descritto nell’Appendice della presente relazione, la realizzazione di un impianto eolico può rappresentare sicuramente un incremento dell’occupazione. Infatti, ipotizzando di impiegare nell’esercizio e nella manutenzione dell’impianto la forza lavoro del posto, si aumenta il reddito in loco, la formazione e la conoscenza del settore delle energie rinnovabili che potrebbe favorire la nascita di una imprenditoria locale. Di seguito si riportano i principali vantaggi occupazionali sia nella fase di cantiere che in quella di esercizio del parco eolico.

2.1.1 Fase Cantiere L’occupazione complessiva prevista per la realizzazione di un parco eolico, in fase di costruzione, investe varie attività quali: costruzione e installazione delle macchine, opere civili ed elettriche. L’impatto occupazionale risulterà sicuramente positivo per il luogo in cui si posiziona l’impianto, in quanto si tende ad utilizzare la mano d’opera locale e, generalmente, l’impiego di personale addetto si aggira intorno ai 7-8 uomini/anno per MW. Infine, viene previsto l’utilizzo di imprese locali per la realizzazione delle opere civili e quelle relative alla viabilità.

2.1.2 Fase Esercizio In fase di esercizio, le opportunità occupazionali offerte riguardano: la gestione e la manutenzione dell’impianto, che prevedono l’utilizzo di 0,2 - 0,5 uomini/anno per MW. Durante la prima fase di funzionamento dell’impianto, sarà previsto l’impiego di personale per la gestione dello stesso e successivamente si considera l’utilizzo di operatori addetti alla manutenzione degli aerogeneratori nonché del personale utilizzato esclusivamente per la guardiania.

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2.2 VALUTAZIONE DEGLI ASPETTI ECONOMICI

2.2.1 Vantaggi economici e ambientali dell’energia eolica Si può affermare, senza alcun dubbio, che la realizzazione di un impianto eolico comporta notevoli benefici per il sistema economico sia a livello nazionale, in quanto la produzione di energia attraverso una fonte rinnovabile quale il vento, incide sul risparmio energetico globale del paese, sia a livello locale, in particolare per le popolazioni del luogo interessato dall’installazione dell’impianto, favorendo la nascita di una imprenditoria nel settore che sfrutta le risorse energetiche locali. Inoltre, in zone non particolarmente sviluppate come queste, il recupero produttivo a fini energetici di tali aree potrebbe essere anche un’occasione per migliorare il presidio, la manutenzione e la tutela del territorio, contrastandone il degrado, e fornendo strumenti atti ad incentivare l’occupazione. Ulteriori benefici economici derivano dalla vendita dell’energia prodotta dall’impianto, che viene ceduta alla rete di trasmissione.

2.3 VALORIZZAZIONE DEI SUOLI

Un altro aspetto da tenere in considerazione è costituito dalla valorizzazione delle aree private interessate dall’impianto. Infatti ai proprietari terrieri delle aree interessate verrà corrisposto un indennizzo legato all’acquisizione del diritto di superficie, delle servitù di passaggio e/o di area delle particelle oggetto dell’impianto e delle opere connesse.

3 APPENDICE

3.1 QUADRO DEMOGRAFICO: REGIONE UMBRIA

La densità della popolazione sul territorio nazionale è nel 2009 di 200,24 abitanti per km2. L’indice in Umbria assume valore pari a 107,5 con una lieve differenza tra le due province (105,3 nella provincia di , 110,1 in quella di Terni). I comuni umbri con densità di popolazione superiore alla media nazionale sono Bastia Umbra (789,0), Terni (534,79), Perugia (373,5), Corciano (290,3), Foligno (219,5) e Deruta (215,0). Il Rapporto di mascolinità indica che in Italia nel 2009 risiedono 94,3 uomini ogni 100 donne, in Umbria 92,9. Si registra in Italia per il 2009 una dinamica naturale della popolazione appena positiva con un tasso di incremento naturale pari a -0,38 per mille abitanti. Il tasso di incremento naturale in Umbria è -2,19 per mille, nelle province di Perugia e Terni è rispettivamente -1,43 e -4,38 per mille. In Italia il tasso migratorio totale nel 2009 è pari a 4,9 per mille abitanti. Il valore comprende tre diverse voci: tasso migratorio interno (0,3 per mille), tasso migratorio estero (3,1 per mille), tasso migratorio per altri motivi (1,5 per mille). La dinamica migratoria in Umbria è diversa da quella nazionale: il tasso

5 Parco eolico in loc. “La Montagna” – Comune di S. Venanzo (TR) ALLEGATO P4 C.I.R.I.A.F. – Analisi delle ricadute sociali, occupazionali ed economiche migratorio totale, pari a 9,5 per mille abitanti, è composto da un più alto tasso migratorio interno (3,2 per mille), un più alto tasso migratorio estero (4,7 per mille) e un minore tasso migratorio per altri motivi (1,6 per mille). All’interno della regione, il tasso migratorio totale è di 9,5 per mille nella provincia di Perugia e del 9,4 nella provincia di Terni. In Italia la crescita totale della popolazione residente, pari alla somma delle componenti del saldo naturale (-0,38 per mille) e del saldo migratorio (5,3), è per il 2009 positiva con un tasso di incremento totale pari al 4,9 per mille. In Umbria l’indice assume valore superiore al dato nazionale (7,3 per mille) con una marcata differenziazione tra le province: il tasso di incremento totale è nella provincia di Terni pari a 5,0 per mille, nella provincia di Perugia 8,1. L’unico contributo positivo alla crescita della popolazione è rappresentato dalla dinamica migratoria che in Umbria più che compensa quella naturale di segno negativo. L’indice di invecchiamento della popolazione mostra che in Italia nel 2008 la percentuale di popolazione di 65 anni e più rappresenta il 20,1% della popolazione residente totale, in Umbra il 23,2 %. Nella provincia di Terni la popolazione di questa fascia di età rappresenta esattamente un quarto della popolazione totale (24,8%). In tutti i comuni umbri, ad eccezione di Bastia Umbra (18,8%) e Corciano (17,6%) tale percentuale è più alta rispetto al dato nazionale. Secondo l’indice di vecchiaia, nel 2008 risiedono in Italia 143,38 anziani (65 anni e più) ogni 100 giovani (0-14 anni). Il rapporto cresce se si considera l’Umbria (181,7), dove in particolare nella provincia di Terni la quota di anziani superiore di oltre due volte quella dei giovani (207,6). Gli unici comuni con indice inferiore al dato medio nazionale sono Castel Ritardi (141,4), Bastia Umbra (129,6) e Corciano (119,7). L’indice di dipendenza strutturale, pari nel 2008 in Italia a 51,9%, segnala che la popolazione residente in età non attiva (minori fino a 14 anni e anziani di anni e più) rappresenta più della metà della popolazione in età attiva (1 - 4 anni). Ciò si verifica in modo più accentuato in Umbria dove l’indice regionale assume valore del 56,0% e l’indice provinciale di Terni persino il 8,2%. La popolazione in età attiva (15-64 anni) nel 2008 costituisce in Italia il 65,8% della popolazione residente totale, mentre in Umbria il 64,1%. I valori delle province di Perugia e Terni si discostano dal dato regionale rispettivamente di +0,3 e -0,9 punti percentuali. L’indice di ricambio della popolazione attiva indica che in Italia nel 2008 vi sono 119, residenti in età 60-64 (coloro che stanno per uscire dalla popolazione in età lavorativa) ogni 100 residenti in età 15-1 anni (coloro che stanno per entrare nella popolazione in età lavorativa). Le possibilità di lavoro che potenzialmente derivano da coloro che raggiungono l’età pensionabile sono maggiori in Umbria dove l’indice regionale raggiunge il valore di 140,0. I valori provinciali sono 133,3 e 161,0 rispettivamente di Perugia e di Terni. Gli stranieri in Italia costituiscono nel 2006 il 5% della popolazione residente totale. In Umbria la percentuale più alta (7,3) in particolare nella provincia di Perugia (7,9). Queste percentuali non variano significativamente se si considera l’incidenza della popolazione straniera sulla popolazione totale distinta per sesso. In 69 comuni umbri (pari al 7 % dei comuni totali) la quota di stranieri residenti supera il valore medio nazionale, in particolare in 8 di essi la quota superiore al doppio del dato nazionale: Lisciano Niccone (17,8), Fossato di Vico (13, ), (13,4), Giano dell’Umbria (12,1), Massa Martana (12,1), Umbertine (11,3), Collazione (11,0), (10,7). iguardo al movimento anagrafico della popolazione residente straniera, il tasso di incremento totale nel 200 in Umbria del 7,4%, più basso 6 Parco eolico in loc. “La Montagna” – Comune di S. Venanzo (TR) ALLEGATO P4 C.I.R.I.A.F. – Analisi delle ricadute sociali, occupazionali ed economiche rispetto a quello nazionale ( , %). La diversa crescita della popolazione residente straniera in Umbria rispetto all’Italia spiegata principalmente dal diverso tasso di incremento migratorio totale (rispettivamente pari a 5,6% e 7,6%) a fronte di un tasso di incremento naturale sostanzialmente simile nei due territori. all’esame della struttura per età degli stranieri residenti emerge per il 2006 una popolazione molto giovane. Il 70,6 per pento della popolazione straniera residente sul territorio umbro ha meno di 40 anni; il dato leggermente inferiore a quello nazionale (72,0). Considerando le classi di età fino a 64 anni la percentuale raggiunge il valore di 97,2 in Umbria e 97,9 in Italia. Nelle due province umbre la percentuale di popolazione straniera per ciascuna classe di età (0-14, 15-24, 25-39, 40-64 65 ed oltre) assume valori essenzialmente in linea con quelli regionali e nazionali. elativamente alla struttura della popolazione residente straniera per cittadinanza i valori dell’Umbria si discostano in modo sostanziale dai valori medi nazionali. I residenti stranieri con cittadinanza dell’Unione Europea rappresentano in Italia l’8,3% degli stranieri totali, in Umbria, come nelle sue due province, sono il 10,4%. In Umbria un cittadino residente straniero su due ha cittadinanza dell’Europa centro-orientale (50,2%), con una percentuale nazionale del 38,7. I residenti stranieri provenienti dall’Africa settentrionale sono in Umbria il 1 , %, 1,3 punti percentuali meno del valore nazionale (17,8). La concentrazione di stranieri con cittadinanza asiatica sensibilmente inferiore in Umbria (7,3%) rispetto al territorio nazionale (17,4%). Meno di un punto percentuale separa i valori dell’Umbria e dell’Italia relativamente alla quota di stranieri con cittadinanza dell’America centro-meridionale pari rispettivamente a , e 8, %. iguardo alla differenziazione tra le due province umbre, emerge che nella provincia di erugia rispetto a quella di Terni maggiore la concentrazione di stranieri con cittadinanza dell’Africa settentrionale ( ,3 contro 1 ,2%) e dell’America centro-meridionale (5,9 contro 10,6%). Minore è invece, nella provincia di Perugia rispetto a quella di Terni, la presenza di stranieri dell’Europa centro-orientale (47,2 contro 1,8%) e dell’Asia ( ,2 contro 11,3%).

3.2 La Provincia di Terni

La Provincia di Terni è una provincia dell'Umbria e conta 233.719 abitanti. Fu istituita nel 1927 per scorporo dalla Provincia di Perugia. Confina a nord con la Provincia di Perugia, a est, sud e ovest con il Lazio (Provincia di Rieti e Provincia di Viterbo), a nord-ovest con la Toscana (Provincia di Siena). La provincia si sviluppa nella parte sud-ovest della regione Umbria, occupando sia l'ultimo tratto della valle del fiume Nera presso la confluenza con il fiume Velino, sia la parte orientale della valle del Tevere dalla confluenza con la Nera alla confluenza con il Chiani e il Paglia. Così si alternano nel territorio interessato ampi tratti di fondovalle pianeggianti e coltivati a cime montuose boschive di discreta altezza come il Monte Peglia (837), il Monte Croce di Serra (994) fra Terni e o i ripidi pendii della Valnerina (con i 1672 m s.l.m. del Monte Aspra, fra e Monteleone di ), dei monti Martani (monte Torre Maggiore, 1121 mslm) e delle Cascate delle Marmore. A sud-est al confine con la Provincia di Rieti il paesaggio è dominato da un altro gruppo di montagne, si sale da Monte Argento (436 m). Monte Terminuto (897 m), dove sorge la frazione di Miranda, fino ad arrivare nello Stroncolino dove Monte Cimitelle (1130 m) e il Monte Macchialunga (1158 m) svettano tra le colline. Da est a sud-est un'altra catena montosa si distende da Amelia, fino a Calvi dell'Umbria: Monte Arnata (551 m), Monte San Croce (452 m), Monte Trassiuari (614 m), Monte Bandita (668 m) e il Monte San Pancrazio 7 Parco eolico in loc. “La Montagna” – Comune di S. Venanzo (TR) ALLEGATO P4 C.I.R.I.A.F. – Analisi delle ricadute sociali, occupazionali ed economiche

(1118 m). L'estremo nord della provincia è rappresentato dal sub comprensorio dell'Alto Orvietano, formato da 5 comuni, , , , Montegabbione e Monteleone d'Orvieto: quest'ultimo in particolare è immerso nella provincia di Perugia (confina per molta parte del suo territorio con i comuni di Città della Pieve (PG) e (PG) ed è molto vicino alla provincia di Siena (Chiusi). Nella provincia di Terni sono state istituite due importanti riserve naturali legate prevalentemente alla tutela e alla gestione delle acque e degli ecosistemi fluviali. Il Parco fluviale del Tevere nei comuni di , , , e Orvieto, e il Parco fluviale del Nera tra , Ferentillo, , e Terni. La provincia di Terni ha un’estensione di 2.122 km2 ed ha una popolazione di 233.719 con una densità demografica di 110,39 abitanti per km2. Dei 33 comuni di cui si compone il territorio provinciale, il più popoloso è il capoluogo, Terni, con 113.064 abitanti (superficie 211,9 km2), seguito da Orvieto e Narni con i loro rispettivi 21.103 (superficie 281 km2) e 20.393 (superficie 197 km2). Di seguito una tabella con i dati per singolo Comune della Provincia di Terni.

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Tabella 1: Dati demografici (Fonte Istat).

Popolazione Nucleo medio Densità Indice di Indice di Indice di Tasso di al componenti invecchiamento dipendenza dai dipendenza dagli crescita 31.12.2009 famiglia a/kmq (2008) giovani (2008) anziani (2008) popolazione Per ugia 667.071 2,43 105,31 22,56 20,21 35,03 8,11% Terni 233.719 2,3 110,14 24,82 18,91 39,26 5,06%

Umbria 900.790 2,4 106,53 23,15 19,88 36,11 7,32% Ital ia 60.340.328 2,41 200,24 20,13 21,32 30,57 4,91%

Tabella 2: Dati demografici (Fonte Istat).

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La maggioranza dei centri urbani della provincia, quindi, è ricompresa in classi dimensionali davvero “contenute” ed, in particolare: 3 comuni hanno una popolazione residente maggiore di 20.000 abitanti; 1 comune appartiene alla fascia tra i 10.000 ed i 20.000 abitanti; 2 comuni appartengono alla fascia tra i 5.000 e i 10.000 abitanti; infine, la restante parte sono al di sotto dei .000 abitanti. (l’ultimo comune della graduatoria, rispetto al numero di abitanti, è Polino, con 270 residenti ed una superficie di 19 km2). Il quadro demografico appena delineato consente di concludere che, al di là di una differenziazione dell’intero territorio tra una zona collinare più densamente urbanizzata ed una montuosa a minore pressione demografica, l’unico caso di area urbana, caratterizzata da un sensibile addensamento della popolazione, è rappresentato dal capoluogo, Terni, che assorbe da solo il 48% dell’intera popolazione provinciale. Molto interessante ai fini di una valutazione qualitativa della demografia del ternano risulta l’analisi della distribuzione della popolazione per classi d’età. Complessivamente il territorio si contraddistingue per la presenza di una popolazione piuttosto “anziana”, in virtù di un indice di dipendenza dagli anziani (39,26 su base 100) ben più alto rispetto alla media nazionale (30,57) e anche quella registrata in regione (36,11). A conferma di tale indicazione va segnalato il valore dell’indice di invecchiamento (popolazione con oltre 64 anni su 100 abitanti) che denuncia, con il suo 24,82, un grado di invecchiamento della popolazione molto marcato, specie se paragonato al corrispondente livello nazionale (20,13). Tale dato - associato ad un indice di ricambio generazionale (48,17) molto contenuto rispetto alla media nazionale (69,74) - è la spia di preoccupazioni assolutamente fondate, relative all’effettiva capacità del territorio di disporre di quel patrimonio di risorse umane, dinamiche ed efficienti, indispensabile a fronteggiare la continua evoluzione delle necessità e delle opportunità dell’economia locale. Nel periodo tra il 2008 e il 2009, la Provincia di Terni ha registrato un aumento della popolazione pari all’ ,0 %, in termini relativi più basso rispetto alla crescita avuta durante lo stesso periodo dell’anno precedente (8,17%). Tra l’altro, l’analisi del bilancio demografico dei singoli comuni che compongono la provincia consente di verificare come il fenomeno della decrescita della popolazione sia più o meno diffuso su tutto il territorio provinciale (ad eccezione del capoluogo): su 33 comuni, infatti, ben 11 registrano complessivamente, nel 2009, una flessione demografica. Nello specifico vanno citati i casi relativi ai comuni di Fabro (-20 abitanti), Guardea (-11 abitanti), (-11 abitanti), Polino (-15 abitanti) e (-13 abitanti), dove i valori piuttosto consistenti di deflusso demografico vanno riferiti alla presenza concomitante di saldi, sia naturali che sociali, significativamente negativi. Un considerevole aumento di popolazione - riferita, in questo caso, esclusivamente alla presenza di consistenti valori positivi del saldo migratorio - si registra, invece, anche nel capoluogo di provincia, Terni, che vede aumentare la sua popolazione di 714 abitanti in un solo anno. Un trend particolarmente positivo mostrano anche i comuni di Amelia, , Montefranco, e che, in virtù della presenza di valori sensibilmente positivi del saldo sociale, registrano, complessivamente, tra il 2008 ed il 2009, un consistente incremento demografico (+68 abitanti per il comune di Amelia; +44 per quello di Attigliano; +45 per Montefranco; +78 per San Gemini e +49 per Otricoli).

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Il Comune di San Venanzo

San Venanzo (465 m.s.l.m.) è un comune di 2.374 abitanti della provincia di Terni. Si espande per una superficie di 168,86 km2 . La densità demografica è pari a 13,90 abitanti per km2. Alle pendici del Monte Peglia, a 40 km da Orvieto, San Venanzo è il paese dell'orvietano più prossimo al territorio perugino. I comuni contigui sono Ficulle, (PG), (PG), (PG), Montegabbione, Orvieto, Parrano, Piegaro (PG), (PG). Il paese è un attivo centro agricolo e possiede anche qualche manifattura di un certo rilievo: lanifici e mobilifici in particolare. La zona in cui ricade il Comune di San Venanzo nel corso degli anni è rimasta isolata dallo sviluppo avutosi nei territori del capoluogo, sopravvivendo, nella maggior parte dei casi, grazie all’attivismo dei soggetti locali, trovando solo parzialmente in Terni un centro di riferimento che potesse coagulare e dirigere la politica di riequilibrio territoriale. La popolazione ha risentito fortemente di tale isolamento, riducendosi gradualmente nel corso del tempo.

Fonte: ISTAT andamento demografico Comune di San Venanzo - Grafico 1

3.3 Il contesto economico: Regione Umbria e Provincia di Terni Indici delle imprese attive

Secondo le informazioni tratte dai Registri sulle imprese delle Camere di commercio, in Umbria nel 2006 sono attive 9,7 imprese ogni km2 di superficie territoriale. Il valore nazionale, pari a 17,1 imprese per km2, risulta inferiore solo a quello di 5 comuni umbri: Bastia umbra (72,8), Terni (38), Perugia (31,0), Corciano (25,6) e Deruta (22,5). Il comune di Torgiano è perfettamente in linea con il dato medio nazionale. Riguardo alla forma giuridica delle imprese attive, in Umbria il 65,4% sono ditte individuali, il 20, % società di persone, l’11,8% società di capitali. Le due province umbre non presentano significative differenze rispetto al dato medio regionale. A livello nazionale si ha una quota leggermente più alta di

11 Parco eolico in loc. “La Montagna” – Comune di S. Venanzo (TR) ALLEGATO P4 C.I.R.I.A.F. – Analisi delle ricadute sociali, occupazionali ed economiche ditte individuali (66,6%) e di società di capitali (13,8%), mentre più bassa è la quota percentuale di società di persone (17,5%). La quota di imprese artigiane sul totale delle attive è in Umbria il 30%, lievemente superiore al livello nazionale (28,5%). Analizzando i dati a livello territoriale, si nota che in 17 comuni umbri la quota è superiore al 33,3% cioè oltre 1 impresa attiva su 3 è di tipo artigianale. Ogni 100 imprese attive vi sono in Umbria (e in Italia nel suo complesso) 8,2 persone nate all’estero titolari di cariche in imprese. Il valore della provincia di Perugia (8,8%) è in linea con quello regionale e nazionale, mentre il valore della provincia di Terni è inferiore di quasi due punti (6,4%). Relativamente all’andamento demografico delle imprese nel corso del 200 , il saldo tra iscrizioni e cancellazioni nei registri delle Camere di commercio, in Umbria è positivo anche se la crescita è dimezzata rispetto a quella media nazionale (il saldo per 100 imprese attive in Italia è pari a 1,0, in Umbria 0,5). La provincia di Perugia ha un saldo positivo pari a 0,8 per 100 imprese attive, la provincia di Terni negativo pari a -0,7. Sono 46 i comuni umbri (esattamente la metà del totale) che hanno il saldo tra iscrizioni e cancellazioni maggiore o uguale a zero. In base alle informazioni desunte dall’Archivio statistico delle imprese attive, in Italia nel settore dei servizi si concentra il 74,7% delle imprese totali, nel settore industriale il 25,3%. In Umbria la quota di imprese del settore dei servizi è 72,7% (71,8 nella provincia di Perugia, 75,6 in quella di Terni), la quota delle imprese del settore industriale è 27,3% (28,2 nella provincia di Perugia, 24,4 nella provincia di Terni). In termini di addetti, in Italia il settore dei servizi rappresenta il 1, %, l’industria il 38,4. In Umbria le due quote sono rispettivamente del 57,2 e 42,8%. La quota di addetti nel settore dei servizi è maggiore nella provincia di Terni (60,1%) rispetto alla provincia di Perugia (56,4%), nella quale al contrario è maggiore, rispetto a quella di Terni la quota di addetti nell’industri (43,6, contro il 39,9%). In media ogni impresa occupa in Italia 3,9 addetti, in Umbria 3,6. Il numero medio di addetti nelle imprese industriali nella regione è pari a 5,6, leggermente inferiore al dato nazionale (5,9). Le imprese umbre attive nei servizi hanno una dimensione media di 2,8 addetti, 0,4 punti percentuali in meno del valore nazionale (3,2%). I dati provinciali sulla dimensione media delle imprese sono in linea con quelli regionali. In Italia il 8,2% delle imprese attive nell’industria e nei servizi impiega solo un addetto; la quota percentuale di imprese con 2-5 addetti è 31,7 mentre le imprese che impiegano più di 5 addetti rappresentano solamente il 10,1%. La composizione delle imprese per classi di ampiezza dell’Umbria (e in modo analogo delle due province) si discosta di pochi punti percentuali rispetto a quella nazionale: 55,4 è la percentuale di imprese umbre con un solo addetto, 33,8 la quota di imprese con numero di addetti compreso tra 2 e 5 e 10,8 la percentuale di imprese con oltre 5 addetti.

3.4 Indici degli sportelli bancari

In Umbria nel 2006 sono presenti 6,5 sportelli bancari ogni 100 km2 di superficie territoriale. Il valore della provincia di Perugia (6,7) è in linea con quello regionale, mentre più basso è il dato della provincia di Terni (5,9). In Italia il territorio è dotato in misura maggiore di sportelli bancari, presenti in numero pari a 10,7 ogni 100 km2 di superficie. Bastia Umbra è il comune più dotato con un valore di circa 6 volte (65,2) quello nazionale; sono 7 i comuni, che oltre Bastia Umbria, hanno l’indice superiore al dato medio italiano: erugia (2 ,0), Terni (25,0), Deruta (15,8), Foligno (14,4), Corciano (14,1), San Gemini (10,9). er effetto della bassa densità demografica che caratterizza l’Umbria, se il numero di sportelli bancari 12 Parco eolico in loc. “La Montagna” – Comune di S. Venanzo (TR) ALLEGATO P4 C.I.R.I.A.F. – Analisi delle ricadute sociali, occupazionali ed economiche viene rapportato alla popolazione residente anziché alla superficie territoriale, l’Umbria non risulta più carente di strutture rispetto all’Italia ma al contrario risulta più dotata. Nella regione si hanno 6,3 sportelli bancari ogni 10.000 abitanti contro un valore nazionale di 5,5. resso gli sportelli bancari dell’Umbria risultano 182,6 milioni di euro impiegati ogni 100 milioni di euro depositati (190,9 nella provincia di Perugia e 155 nella provincia di Terni), in Italia mediamente ne risultano 188,3. Il valore medio degli impieghi e dei depositi per sportello bancario in Umbria è pari a 42,3 milioni di euro, significativamente inferiore al dato medio nazionale di 64,0 milioni di euro. Solamente nei comuni di Perugia e Terni il volume di affari gestito mediamente da ogni sportello bancario è vicino al dato nazionale, in tutti gli altri comuni umbri il valore dell’indice si mantiene nettamente al di sotto.

3.5 Indici di ricettività turistica

Nel 2006 sono mediamente presenti sul territorio Italiano 44,7 esercizi di ricettività turistica ogni 100 km2 di superficie territoriale. In Umbria il valore dell’indice pari a 37, con una sensibile differenziazione tra le due province (41,3 nella provincia di Perugia, 26,7 in quella di Terni). I comuni che, rispetto alla propria superficie territoriale, sono i più dotati e il cui indice supera di oltre due volte il valore medio nazionale sono Assisi (160,0), Paciano (190,1), Bastia Umbra (123,1), Castiglione del Lago (95,4). Anche in termini di offerta di posti letto, l’Umbria con ,4 posti letto ogni km2 di superficie, risulta meno dotata dell’Italia nel suo complesso (14, ). La provincia di Perugia, oltre ad avere un numero maggiore di strutture rispetto a quella di Terni, dispone anche di un numero più elevato di posti letto (10,7 ogni km2 contro 5,8 della provincia di Terni). Il diverso livello di dotazione in termini di strutture piuttosto che di posti letto che può caratterizzare un territorio dipende dalla dimensione media degli esercizi. Mediamente le strutture in Umbria hanno una dimensione più ridotta (25,1 posti letto) che in Italia (33,4); le strutture della provincia di Perugia una dimensione maggiore (25,8) di quelle di Terni (21,9). In Umbria (e sostanzialmente in entrambe le province) solo il 18% delle strutture di ricettività turistica è composto da esercizi alberghieri, contro una percentuale nazionale del 25. Ciò vuol dire che sul territorio umbro, ancora più che sul quello nazionale, c’ una netta prevalenza (82%) delle strutture complementari. Ciò è confermato, anche se in misura minore, in termini di posti letto: la percentuale di posti letto negli esercizi alberghieri rappresenta in Umbria il 36% dei posti letto totali; in Italia il 46. Il numero di giorni che in media i turisti permangono nelle strutture ricettive è in Umbria paria a 2,8 (2,9 nella provincia di Perugia, 2,5 in quella di Terni), in Italia 3,9. L’indice di utilizzazione degli esercizi di ricettività turistica è leggermente più basso in Umbria (21,0) che in Italia nel complesso (22,3). I valori provinciali indicano che il tasso di utilizzazione a Terni (17,8) è più basso rispetto a quello di Perugia (21,6).

3.6 Indici sui bilanci delle amministrazioni comunali

Nel 2006 in Umbria il grado di autonomia impositiva si attesta su un valore (52,6%) in linea con quello medio italiano (52,3%). Il dato della provincia di Perugia è quasi un punto percentuale superiore al dato regionale (53,5%), quello della provincia di Terni (49,8) è inferiore di quasi tre punti. I comuni umbri che si

13 Parco eolico in loc. “La Montagna” – Comune di S. Venanzo (TR) ALLEGATO P4 C.I.R.I.A.F. – Analisi delle ricadute sociali, occupazionali ed economiche distinguono per avere un grado di autonomia particolarmente alto, superiore al 70%, sono: Piegaro (76,4), Deruta (76,3), Corciano (74,8), Torgiano (74,3), Magione (72,5), Marciano (72,4), Passignano sul Trasimeno (70,8). Per il complesso delle amministrazioni comunali italiane il grado di autonomia finanziaria è pari a 74,8%. L’indice in Umbria risulta di poco inferiore (73,2%), con una leggera differenza tra le due province (73, nella provincia di erugia, 72,3 in quella di Terni). L’analisi a livello territoriale più fine mostra che il numero dei comuni con indice superiore al valore regionale eguaglia esattamente quello dei comuni il cui indice è inferiore. La capacità di riscossione delle entrate correnti in Italia è del 69,1%, in Umbria il 70,6 (senza distinzioni sostanziali tra le due province). Il comune umbro con il più alto rapporto tra entrate correnti riscosse in conto competenza ed entrate correnti accertate è Assisi (89%), il comune con rapporto più basso è Spello (39,6%). La capacità di riscossione delle entrate in conto capitale è in Umbria (40,1%) sensibilmente inferiore al valore medio nazionale (57,3%). Tuttavia in 16 comuni umbri il rapporto tra le entrate in conto capitale riscosse in conto competenza e le entrate in conto capitale accertate, supera il valore medio italiano. Tra questi, emergono per avere il rapporto superiore all’80%: assignano sul Trasimeno (95,2), Montefranco (93,3), Assisi (93,0), (89,5) e (84,5). La capacità di spesa relativa alle spese correnti è in Umbria del 71,9%, di poco inferiore al dato nazionale (74,1%). Alcuni comuni umbri presentano il rapporto tra spese correnti sostenute in conto competenza e spese correnti impegnate al di sotto o al di sopra del valore medio nazionale di oltre 15 punti percentuali: Spello (31,4), Castel Giorgio (94,1), Pietralunga (91,2), Cerreto di Spoleto (90,4), Panicale (58,1). La capacità di spesa relativa alle spese in conto capitale è invece in Umbria (25,1%) decisamente al di sotto del valore Italia nel suo complesso (39,4%). Sono soltanto cinque i comuni con il rapporto tra le spese in conto capitale sostenute in conto competenza e spese in conto capitale impegnate superiore al dato medio nazionale: Assisi (64,6%), Terni (57,9%), Montefranco (53,5%), Montefalco (45,3%), Umbertide (42.6%). Oltre il 30% dei comuni umbri (32 su 92 comuni totale) ha valore dell’indice particolarmente basso, inferiore al 10%. L’incidenza delle spese di personale sulle entrate correnti dei comuni umbri è del 33,1%, leggermente superiore al valore nazionale (31,6%). La percentuale relativa alla provincia di Perugia (32,2) è di poco inferiore al valore regionale, mentre quella della provincia di Terni supera il valore medio della regione di quasi tre punti (3 ,0). all’analisi dell’indice a livello comunale emerge che l’incidenza delle spese di personale presenta un ampio campo di variazione; può essere meno del 20%, come accade a Spello (12,3%) e Nocera Umbra (18,6%) o più della metà delle entrate correnti: Poggiodomo (54,5), Polino (53,3), Vallo di Nera (51,1), Scheggino (50,5)

3.7 Indici forza lavoro e tassi occupazionali

Dalle considerazioni e conclusioni emerse dall’analisi del “quadro demografico” regionale e del suo “potenziale”, l’immagine più recente della situazione del mercato del lavoro regionale (2009), pone il territorio della provincia di Terni in una situazione di decisivo svantaggio rispetto all’altra provincia umbra:

14 Parco eolico in loc. “La Montagna” – Comune di S. Venanzo (TR) ALLEGATO P4 C.I.R.I.A.F. – Analisi delle ricadute sociali, occupazionali ed economiche

Fonte: ISTAT Indagine sulle forze di lavoro 2009 - Tab.3

Per ciò che concerne i tassi di disoccupazione (rapporto tra le persone in cerca di occupazione e le forze di lavoro) e di occupazione (rapporto tra occupati e popolazione in età lavorativa, con più di 15 anni), i valori riportati in provincia di Terni risultano, infatti, più alti rispetto alla media regionale per quel che riguarda il tasso di disoccupazione mentre risultano nettamente peggiori per ciò che concerne il tasso di occupazione.

Fonte: ISTAT - Tab.4

Così a fronte del tasso di disoccupazione regionale, attestato intorno al 6,7%, nella provincia di Terni tale indicatore sale ad un livello leggermente superiore, pari al 7,1% della forza lavoro; nel contempo, su una popolazione (con più di 15 anni) di 204.011 abitanti, gli occupati rappresentano il 44,2% del totale, inferiore rispetto al corrispondente indicatore regionale (47,2%). Segnali piuttosto scoraggianti provengono, tra l’altro, dall’analisi delle dinamiche intervenute nell’arco temporale che va dal 2007 al 2009 che indicano, infatti, un innalzamento complessivo del livello di disoccupazione di ben 140 b.p.. In percentuale crescita inferiore rispetto alla provincia di Perugia in cui il tasso di disoccupazione è cresciuto di 230 b.p. durante lo stesso arco temporale.

15 Parco eolico in loc. “La Montagna” – Comune di S. Venanzo (TR) ALLEGATO P4 C.I.R.I.A.F. – Analisi delle ricadute sociali, occupazionali ed economiche

Fonte: ISTAT - Grafico 2

Fonte: ISTAT - Grafico 3

Tale situazione appare ancora più aggravata nelle classi d’età più giovani (1 -24 anni) dove, dal 2004 al 2009 si registra, infatti, un tasso di disoccupazione crescente passando dal 15,6% nel 2004 al 26,2% nel 2009. er portare a giusta conclusione la serie di riflessioni dedicate all’analisi del mercato del lavoro, risulta opportuno valutare, a questo punto, la distribuzione dell’occupazione nei vari settori di attività economica e tra le varie province della regione.

16 Parco eolico in loc. “La Montagna” – Comune di S. Venanzo (TR) ALLEGATO P4 C.I.R.I.A.F. – Analisi delle ricadute sociali, occupazionali ed economiche

all’analisi della struttura dell’occupazione regionale si evince, con tutta chiarezza, come l’area perugina rappresenti il polo di riferimento più significativo – soprattutto sul piano dell’ampiezza del mercato – della domanda di lavoro regionale: nella provincia di Perugia, infatti, si concentra la maggior parte dell’occupazione complessiva dell’Umbria. Tutto ciò a discapito della provincia di Terni.

3.8 L’apparato produttivo in termini di unità impiegate nella Provincia di Terni

Nel 2008 il valore aggiunto umbro (pari a 19.500 milioni di euro correnti) è generato per il 69,2% dall’attività terziaria e per il 28,4% dall’industria. A distanza di quasi un trentennio caratterizzato da un diffuso, progressivo processo di smaterializzazione dell’economia, la regione continua ad essere un po’ meno terziarizzata dell’Italia (solo nel 1 l’Umbria ha superato di poco il valore medio nazionale); quanto alla presenza industriale, invece, relativamente più rilevante in Umbria rispetto all’Italia dal 1 80 al 1997, si osservano negli anni successivi alti e bassi, anche se a partire dal 2004 l’Umbria tornata a superare il Paese quanto a produzione relativa di valore aggiunto proveniente dal comparto secondario. Se poi si considera il fenomeno più in dettaglio, si evince che, dal 1995 al 2007, è il settore delle costruzioni ad essere più presente nella regione, al contrario dell’industria in senso stretto che però, nell’ultimo biennio in esame, supera l’Italia come contributo alla generazione di valore aggiunto (nel 2007 21,6% e 21,4% rispettivamente, con un 19% generato – in entrambi i contesti – dalla manifattura). Restringendo la panoramica temporale ed estendendo il confronto ad altre aree del Paese e alle regioni dell’Italia mediana, dalla seconda metà degli anni novanta al 2007 l’apporto settoriale alla produzione di valore aggiunto è stato segnato dai seguenti fenomeni: - un diffuso arretramento dell’industria in senso stretto (in Umbria dal 23,1% al 21,6%) cui hanno fatto eccezione soltanto le Marche (ove nel 2007 tale settore produce il 32% del reddito regionale, oltre dieci punti in più di Umbria, Toscana e Italia e 6 punti in più del settentrione); - una perdita di punti, questa volta generalizzata, dei servizi tradizionali (in Umbria passati dal 24,7% al 22,1%); - al contrario, un comune rafforzamento del settore delle costruzioni (in Umbria tocca il 7%, come il mezzogiorno) e, soprattutto, dei servizi innovativi, che finiscono per generare un quarto del valore aggiunto in Umbria (praticamente il livello registrato nel mezzogiorno, due punti e mezzo in meno della media nazionale e uno e mezzo in meno delle Marche); - una altrettanto diffusa lieve espansione dei servizi pubblici (presenti con il 22% di valore aggiunto in Umbria nel 2007) che, tuttavia, vedono diminuire il loro ruolo in Toscana e nelle Marche.

A partire dal 200 , il maggiore ruolo rivestito in Umbria dall’industria rispetto alla media nazionale è ravvisabile non solo sul versante delle costruzioni (sempre relativamente più che rappresentato nella regione rispetto al contesto nazionale) ma anche su quello dell’industria in senso stretto; più in particolare, nel 2007 la presenza manifatturiera umbra finisce per uguagliare nuovamente (come già nel 2002-2003) la media italiana. Il 2008, il primo anno di crisi conclamata dell’economia mondiale, oltre ad aver colpito in Italia il settore industriale, non ha risparmiato neanche il comparto dei servizi, che riescono a tenere soltanto nel nord Italia. Considerando la provincia di Terni, le rilevazioni più articolate dei Censimenti industriali del 1999 e del 17 Parco eolico in loc. “La Montagna” – Comune di S. Venanzo (TR) ALLEGATO P4 C.I.R.I.A.F. – Analisi delle ricadute sociali, occupazionali ed economiche

2007, riflettono una situazione che vede singolarmente un incremento apprezzabile delle unità produttive e dell’occupazione nei settori industriali e nei servizi. Al contrario, si registra una stabilità dei valori – sia in termini di addetti che in termini di occupati – relativi alla consistenza ed alla numerosità delle iniziative nel settore agricolo. Di seguito si riporta una tabella con le indicazioni di maggiore interesse

Fonte: ISTAT - Tab.5

Fonte: ISTAT - Tab.6

In particolare, mentre si verifica una crescita nelle Costruzioni – settore “tradizionale” - e in alcune attività che rientrano nel settore Servizi (come Commercio e Intermediazione finaziaria), le contrazioni più significative interessano le Attività Agricole, coinvolti in un processo che riduce il peso di alcune “occupazioni” tipiche del settore, limitando cosi il numero di unità di lavoro. Da questa analisi emerge come il settore primario sta subendo negli ultimi anni una contrazione sia in termini di domanda che di offerta di lavoro provinciale ed, infatti, è stato uno dei pochi settori a registrare un calo in questi indicatori a differenza del totale che è in salita. Per quanto concerne le attività dei servizi rappresentano un settore di particolare “caratterizzazione” dell’economia ternana, infatti il suo peso in termini di occupazione sul totale provinciale (70,4%) è marcato positivamente rispetto al l’analogo indicatore regionale ( 7,3%).

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3.9 Il prodotto interno lordo della Provincia di Terni

Nella tabella seguente si riporta una stima della “capacità produttiva” e dell’efficienza del sistema provinciale, regionale e nazionale.

Fonte: ISTAT - Tab.7

Fonte: ISTAT - Tab.8

Dati – relativi al 2007, 2008 e 2009 - confermano l’andamento negativo del IL sia regionale che nazionale. Tra il 2008 e il 2009, il Pil regionale è diminuito del -3,3%, mentre il Pil nazionale è sceso del - 3%. Inoltre, è possibile notare come il peso economico della regione è assolutamente modesto, soprattutto nei confronti del IL dell’intera nazione (1,3%). Nonostante ciò. nel 2009 le due province umbre si sono collocate: Perugia al 37° posto (ex 54°, del 2008) e Terni al 47° (ex 25°, del 2008) nella classifica nazionale del PIL.

19 Parco eolico in loc. “La Montagna” – Comune di S. Venanzo (TR) ALLEGATO P4 C.I.R.I.A.F. – Analisi delle ricadute sociali, occupazionali ed economiche

3.10 Il contesto economico: Comune di San Venanzo: agricoltura ed allevamento

Il Comune di San Venanzo, come si evince dal seguente grafico, è costituito da una superficie agricola utilizzata pari a 3. 8 ha., di cui il 1% caratterizzato dalla semina, l’8% dalle coltivazioni legnose agrarie ed il restante 41% da prati permanenti e pascoli. Inoltre il territori risulta coperto da 13.602 ha. di bosco.

Fonte: ISTAT - Tab.9

Le aziende agricole localizzate nel comune di San Venanzo sono 206, di cui 84 hanno come attività prevalente la semina di cereali per una superficie di 865 ha.. La semina del frumento rappresenta circa il 61% della superficie totale seminata. Le aziende agricole che applicano coltivazioni ortive sono 10.

20 Parco eolico in loc. “La Montagna” – Comune di S. Venanzo (TR) ALLEGATO P4 C.I.R.I.A.F. – Analisi delle ricadute sociali, occupazionali ed economiche

Fonte: ISTAT - Tab.10

Uliveti e vigneti coprono una superficie pari a circa 304 ha. per un totale di 356 aziende. Ci sono inoltre 20 aziende agricole la cui attività prevalente risulta la produzione di frutta per una superficie pari a 6 ha..

21 Parco eolico in loc. “La Montagna” – Comune di S. Venanzo (TR) ALLEGATO P4 C.I.R.I.A.F. – Analisi delle ricadute sociali, occupazionali ed economiche

Fonte: ISTAT - Tab.11

er quanto concerne l’allevamento e da quanto si evince dalle tabelle seguenti, nel Comune di San Venanzo l’allevamento avicolo con 11 aziende e 32.854 capi risulta il più diffuso. Ci sono inoltre 46 aziende che si occupano dell’allevamento dei suini, 2 aziende dell’allevamento dei bovini e 21 aziende dell’allevamento degli equini.

22 Parco eolico in loc. “La Montagna” – Comune di S. Venanzo (TR) ALLEGATO P4 C.I.R.I.A.F. – Analisi delle ricadute sociali, occupazionali ed economiche

Fonte: ISTAT - Tab.12

23 Parco eolico in loc. “La Montagna” – Comune di S. Venanzo (TR) ALLEGATO P4 C.I.R.I.A.F. – Analisi delle ricadute sociali, occupazionali ed economiche

Fonte: ISTAT - Tab.13

24 Parco eolico in loc. “La Montagna” – Comune di S. Venanzo (TR)