Il Turco in Italia
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Rossini, G.: Adelaide di Borgogna 8.660401-02 http://www.naxos.com/catalogue/item.asp?item_code=8.660401-02 Gioachino Rossini (1792-1868) Adelaide di Borgona Dramma per musica in due atti Libretto di Giovanni Schmidt Prima rappresentazione: Roma, Teatro Argentina, 27 dicembre 1817 New edition after the manuscripts by Florian Bauer for ROSSINI IN WILDBAD, Edition penso-pr Ottone: .......................................................................... Margarita Gritskova Adelaide: ................................................................. Ekaterina Sadovnikova Berengario: ............................................................ Baurzhan Anderzhanov Adelberto: ............................................................................ Gheorghe Vlad Eurice: .................................................................................. Miriam Zubieta Iroldo: ............................................................................. Yasushi Watanabe Ernesto:...................................................................... Cornelius Lewenberg La scena è parte nell’antica fortezza di Canosso presso il lago di Garda, e parte nel campo di Ottone. L’azione è nell’anno 947. CD 1 Berengario Pur cadeste in mio potere, suol nemico, infide mura; [1] Sinfonia lieto giorno, omai sicura la corona al crin mi sta. Atto primo Iroldo Interno della fortezza di Canosso, (Infelice! In tal cimento ingombra da macchine di guerra. più speranza, oh dio! non hai; »di salvarti invan tentai,« Scena prima né salvarti Otton potrà.) Il popolo è sparso per la scena in attitudine del più amaro dolore. Iroldo è confuso nella folla, afflitto e Coro di guerrieri spaventato. Berengario co’ suoi guerrieri è in atto Adelaide a noi s’appressa. di chi entra trionfante in città nemica. Coro di popolo N. 1 Introduzione (Sventurata principessa!) Coro di popolo Berengario [2] Misera patria oppressa (Simular mi converrà.) chi ti darà sostegno? Tradita principessa, speme non hai di regno. Scena seconda In sì fatal sciagura Adelaide vestita a lutto, seguita da Adelberto, qual dio ci assisterà? e detti. Coro di guerrieri (a Berengario) Adelaide Aprì la chiusa terra Ad Adelberto. al tuo valor le porte. [3] Lasciami: in te del padre A contrastarti in guerra vedo il reo core espresso. braccio non v’ha sì forte; A Berengario. vinta Adelaide, al fine Vieni: il secondo eccesso a te piegar dovrà. compi, tiranno, in me. ⓟ & © 2017 Naxos Rights International Ltd. Page 1 of 17 Rossini, G.: Adelaide di Borgogna 8.660401-02 http://www.naxos.com/catalogue/item.asp?item_code=8.660401-02 Berengario Berengario e Adelberto O sempre a me nemica! Se da noi ricusi amore, Non accusarmi, e cedi. donna audace, il mio furore La mia discolpa vedi: sul tuo capo piomberà. tutta ho l’Italia al piè. Coro generale Adelberto Cedi, o donna, e senti in core Ah! non voler che duri di te stessa almen pietà. eterno in noi lo sdegno. Adelaide parte fra le guardie. Dammi la destra: il regno dividerò con te. Scena terza Adelaide Berengario, Adelberto, Iroldo e seguito. Era pur mio quel trono; esser ancor può mio. Berengario »Tu, che non hai coraggio« Berengario »di alzar la fronte a Berengario in faccia,« Offrir lo posso in dono, »traditor ti ravviso: Iroldo sei,« perderlo non poss’io. »tu quel fellon che osavi« »scudo impotente farti« Adelberto »alla regina, e in suo favore armarti.« Né te giammai con quello rapirmi Otton potrà. Iroldo »Io traditor! Forse a Lotario diedi« Adelaide »morte fra l’ombre e n’occupai lo stato?« (Dio, che m’ami in tal cimento »Per l’innocenza armato« di costanza e di valore, »pugnai…« l’invocato difensore non negarmi, per pietà.) Berengario »Facesti più: tu messaggiero« Berengario e Adelberto »a principe straniero,« (La superba in tal cimento »contro la patria ne implorasti il brando« copre invano il suo timore. »imenei patteggiando.« L’invocato difensore »Negoziator codardo! agli occhi miei« spera ancor; ma non l’avrà.) »t’ascondi, e pensa che in mia man tu sei.« Iroldo parte. Adelberto [4] Ah! crudel, non lusingarti ch’io ti lasci ad altri in braccio. Scena quarta I suddetti, poi Eurice frettolosa. Adelaide Taci… fuggi; al sol mirarti, [5] Recitativo traditor, d’orror agghiaccio. Berengario Berengario Nostra è l’Italia. Or, via, che temi? E pretendi … Adelberto Adelaide È voce … odiarti ognora che Otton fu visto del Tirolo i gioghi finché spirto avrò di vita. con grand’oste varcar. Che fia s’ei giunge? La nostra gente è lunge. Berengario Deboli siam… Insensata! Insulti ancora? Guardie, olà! sia custodita. Berengario Chi vedo? Adelaide Ad Adelberto. Adelberto Io t’aborro nell’amore. Eurice arriva dal nostro campo. A Berengario. Ti disprezzo nel furore; Berengario l’alma mia timor non ha. A noi che reca? ⓟ & © 2017 Naxos Rights International Ltd. Page 2 of 17 Rossini, G.: Adelaide di Borgogna 8.660401-02 http://www.naxos.com/catalogue/item.asp?item_code=8.660401-02 Eurice Sorgi, sorgi: al ciel chiedesti In grave periglio siamo. un sostegno, e il ciel lo diè. Tornerai regina ancora Berengario a mostrarti assisa in soglio Ebben… come fosti in Campidoglio nell’antica maestà, Eurice ché di spada e di lorica In questo punto un possente t’armerà. presso il Lago di Garda Ottone è giunto. Berengario Scena sesta Oh ciel! che ascolto! Ottone con seguito, e detti. Adelberto Ottone Io tel diceva: opporsi, [7] Oh sacra alla virtù, sacra al valore, disperati pugnar… terra augusta, ti premo. Ah! quante all’alma, quali solenni memorie! aura si desta Berengario che a magnanime imprese il core accende. »Pugnar tu vuoi« Di tue crude vicende »per non poter nulla tentar dappoi?« l’aspro tenor pietà m’ispira all’alma. Io di Lotario estinto Adelberto la vedova dolente a’ suoi tiranni »E restar neghittosi?…« ho giurato involar. Tergi, sì tergi, sventurata Adelaide, il pianto omai: Berengario Salva, lo giura Otton, salva sarai. »Io lungamente« »volsi un disegni in mente« Soffri la tua sventura »necessario, opportuno.« Usar l’inganno, per pochi istanti ancora. non la forza conviene. Questo mio labbro il giura, sì, l’oppressor cadrà. Adelberto Fia pari al mio trionfo E qual? la tua felicità. Amica speme Berengario al cor mi dice D’Ottone addormentar, con finto che alfin felice desìo di pace, il vigil guardo. Al campo, teco sarò. Adelberto, ne andrai. Tutto il disegno Ch’ogni tuo palpito aperto io ti farò; nulla perdiamo, in un momento seguimi, ed opra a mio voler. in bel contento cangiar vedrò. Adelberto Andiamo. Partono. Scena settima Ernesto, Ottone e seguito; indi Adelberto. [8] Recitativo Veduta del Lago di Garda: in lontano la fortezza di Canosso. I soldati alemanni si accampano Ernesto e piantano le tende. Signor, al campo è giunto il principe Adelberto. Un sol momento favellarti desìa; Scena quinta lo stesso Berengario a te l’invia. Coro di soldati. Ottone N. 2 Coro, Scena e Cavatina Ottone Venga. Ernesto parte. Coro [6] Salve, Italia, un dì regnante, Che dir potrà! Più che la forza, dall’occaso ai lidi eoi, giova ad essi l’inganno. Io non pavento genitrice degli eroi, il nemico che armato a me si svela; ogni cor s’inchina a te. ma paventar degg’io quel che si cela. ⓟ & © 2017 Naxos Rights International Ltd. Page 3 of 17 Rossini, G.: Adelaide di Borgogna 8.660401-02 http://www.naxos.com/catalogue/item.asp?item_code=8.660401-02 Adelberto Ottone Benché di tante schiere »E chi la tolse?« cinto arrivi, o signor, e intorno gridi verace fama perché vieni a noi, Adelberto pace rechiamo a te, se pace vuoi. »La debolezza sua.« Ottone Ottone Pace vogl’io. Chi può negarla? Io bramo »Dite piuttosto la perfidia di voi.« a questo suol donarla, e l’armi io vesto per sì nobil desìo. Se il vero a voi Adelberto fama parlò, nulla più dir poss’io. »Perfidia chiami« »salvar la patria dalla sua ruina?« Adelberto »Era a perir vicina« Molto ascolta, signor, dal labbro mio. »in man d’Ugo l’Italia: ella si scosse,« Fissa il popolo tutto »e spontanea gittonne il serto al piede.« lo sguardo in te. Che de’ suoi regi a danno ti movevi, sapea prima che i monti Ottone varcassi armato; non si oppose, e sai »Ma lo ritolse ed a Lotario il diede2.« quanto opporsi potea. Grido si spande »Voi l’uccideste allor. Noti a ciascuno« che giusto al par che grande »son d’Adelaide i mali e i lunghi errori3.« d’Ottone è il cor, che ti saresti accorto che alcun t’inganna, e che t’armasti a torto. Adelberto »Ma la discordia ignori« Ottone »che fomenta fra noi. Credi: quell’alma« E qual per nobil core »è rea più che non pensi, e al paro indegna« ragion più giusta che a salvar gli oppressi »ch’io fino a lei a m’abbassi,« cinger la spada? D’Adelaide il pianto, »che tu stesso, o signor, giammai l’amassi.« l’usurpata corona, a tradimento il buon Lotario spento han gridato vendetta, ed in brev’ora… Ottone Qualunque sia, voglio vederla. Io venni Adelberto suo difensor, e della gran contesa Ah! che Adelaide non conosci ancora. il giudice sarò. »Ambiziosa e fera« »alma si asconde in lei. Ben altrimenti« Adelberto »di Lotario infelice della sposa« Giudice farti »si favella fra noi. Ah! tolga il cielo« tra quel che in fronte ha la corona e quello »che opporle io voglia così rio delitto.« che corona non ha, signor, potrai? »Soffri che solo il dritto,« »onde l’italo seggio a noi si aspetta,« Ottone »signor, ti faccia aperto.« Difendo il dritto; chi lo vanta il sai. Ottone »Diritti Berengario ed Adelberto?« »Dimmi: degli avi vostri« [9] N. 3 Duetto Ottone-Adelberto »alcun regnò perché i nepoti un giorno« »reclamassero il trono?« Vive Adelaide in pianto: tu sei felice in soglio. Adelberto Basta: vederla io voglio; »E di Lotario forse gli avi regnar?« non puoi celarla a me. Ottone Adelberto »Ugo regnava1.« Sì, la vedrai. Ma senti: non ti fidar cotanto. Adelberto Giunge di donna il pianto »Ma perdé la corona.« ad ingannare un re. Lotario presentossi in Milano al popolo radunato nel gran tempio, ed ottenne colle preghiere un’altra volta la corona.