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Byrne & Fatboy Slim a Toys Orchestra

Byrne & Fatboy Slim a Toys Orchestra

digital magazine aprile 2010 N.66

Lost in Musical By r n e & Fa t Bo y Sl i m Caribou Fucked Up Cobblestone A Toys Orchestra Adi Newton/Clock DVA

Santo Barbaro // Vessel // Temperatures // Kuupuu // Evy Arnesano // Ikonika Sentireascoltare n.66

Turn On p. 4 Santo Barbaro 5 Vessel

6 Temperatures

7 Kuupuu 8 Evy Arnesano Tune In 10 Ikonika 12 Caribou 16 Cobblestone Jazz 20 Fucked Up

Drop Out 24 A Toys Orchestra 30 Lost in Musical

Recensioni 36 Balaclavas, Caribou, Crookers, Extra Life, Ikonika, MGMT...

Rearview Mirror 90 Jawbox, Adi Newton, ZU...

Rubriche 86 Gimme Some Inches

88 Re-boot SentireAscoltare online music magazine Registrazione Trib.BO N° 7590 del 28/10/05 Editore: Edoardo Bridda 102 Giant Steps Direttore responsabile: Antonello Comunale Provider NGI S.p.A. 103 Classic Copyright © 2009 Edoardo Bridda. Tutti i diritti riservati.La riproduzione totale o parziale, in qualsiasi forma, su qualsiasi supporto e con qualsiasi mezzo, 104 La Sera della Prima è proibita senza autorizzazione scritta di SentireAscoltare

Di r e t t o r e : Edoardo Bridda

Di r e t t o r e Responsabile : Antonello Comunale

Uf f i c i o St a m p a : Teresa Greco

Co o r d i n a m e n t o : Gaspare Caliri

Pr o g e t t o Gr a f i c o e Impaginazione : Nicolas Campagnari

Re d a z i o n e : Antonello Comunale, Edoardo Bridda, Gaspare Caliri, Nicolas Campagnari, Stefano Solventi, Teresa Greco.

Ha n n o collaborato : Giancarlo Turra, Marco Braggion, Gabriele Marino, Leonardo Amico, Fabrizio Zampighi, Luca Barachetti, Stefano Pifferi, Andrea Napoli, Filippo Bordignon, Luca Barachetti, Salvatore Borrelli.

Gu i d a s p i r i t u a l e : Adriano Trauber (1966-2004)

In c o p e r t i n a : Lost in Musical (+) 2 Santo Vessel Barbaro Turn O n Turn O n Turn

—Setacciare la verità— —Next pop queen—

Il gruppo bolognese cerca una rifondazione delle parole Due parti di Giardini di Miro' e all'insegna della purezza e della una parte di Pitch. Per un viaggio densità con un e un libro in in tre tappe a bordo del Vascello dialogo tra loro

unire Alessandra Gismondi, Corrado Nucci- stage. Abbiamo semplicemente omaggiato un'epoca, esplo- Ani ed Emanuele Reverberi in un nuovo pro- rando territori diversi, avvicinandoci alla musica d'autore e getto discografico non è la voglia di scoprire, ma di ri- cantautoriale, mescolando il background delle singole espe- 'idea di Mare Morto è sorta in modo estempo- fra riferimenti previsti ma rimasticati a dovere (Black scoprire. Seguendo i binari di una formazione musicale rienze musicali”. “Lraneo e imprevisto. Abbiamo fatto qualche prova e Heart Procession, , Nick Cave, C.S.I., comune passata per anni di ascolti e sbocciata di recente Un misto di nostalgia canaglia e di creatività, sommate nessun concerto, poi ci siamo chiusi in studio. Volevamo ride- Giancarlo Onorato), cerca forme di comunicazione in una collaborazione per una cover/tributo a Leonard alla velocità con cui gli ultimi dieci anni hanno azzerato stare la centralità della parola, del testo. Ma non per giungere purificate e perciò (ri)fondative. Prima di tutto nel trat- Cohen. “Vessel” recita la ragione sociale, perché di viag- tutte le sicurezze che l'Era del CD sembrava aver pro- allo stomaco di un pubblico vasto e sconosciuto, piuttosto per tare temi purtroppo banalizzati dal brusio appiattito del gio si tratta. Pianificato e con tanto di data di (presunta) dotto. E con loro due decenni dalla personalità stilistica scavare nella nostra coscienza e mettere in discussione la presente: “Il punto è setacciare la verità attraverso l'immagi- scadenza, da concludere entro il 2010 con tre EP ognuno tutto sommato monolitica, se confrontati con un'attuali- nostra percezione delle cose. Come scrivere sulla superficie ne che abbiamo di noi stessi, la nostra realtà, la propaganda dedicato a un tema preciso. In quel Tales Of A Memen- tà in cui la contaminazione tra i generi e la mancanza di liscia di uno specchio per accusare e additare quel volto igno- che ci avvolge come un fumo denso”. Quali ad esempio la to Island che trovate in spazio recensioni si parla della definizioni certe sono la regola. Nella diatriba tra "evo- to che ci appare di riflesso”. guerra: “La guerra invade il nostro presente ma i nostri occhi "memoria", mentre i prossimi due verteranno sulla “pas- luzionismo" e "citazionismo" i Vessel si schierano aper- I Santo Barbaro praticano il difficile mestiere di ne rifiutano l'esistenza. Parlare di guerra è come parlare di sione” e sulla “rinascita”. Un fil rouge utile a dare credi- tamente a favore del secondo cercando nel contempo chi sta tra parola e verità. Dalla prima vogliono distilla- dio, di una astrazione, di qualcosa a cui ci si è abituati e che bilità alla produzione del gruppo ma anche a giustificare i giusti referenti: over trenta, o magari nuove leve con re significati che alimentino la seconda. Un disco, Mare non si mette in discussione in senso intimo e profondo. Ma scelte stilistiche fortemente contestualizzate. la voglia di andare oltre quell'ascolto distratto, veloce e Morto, uscito nel 2008 e oggi ristampato insieme ad una gli occhi di chi ha vissuto la guerra – e per cui quel termine “Coverizzare” senza (o quasi) cover, verrebbe da dire, costantemente "sulla notizia" che il caleidoscopio della raccolta di racconti (Un giorno passo e ti libero) dalla non è come per noi un semplice slogan orwelliano che si almeno in questa prima stazione del viaggio. Con gli anni rete spesso offre loro. Il tutto con uno stile pacato, fe- benemerita Ribéss Records, ovvero i due poli rappre- confonde spesso con la parola pace – affondano nella nostra Ottanta e i Novanta che si mescolano all'indie-shoegaze dele ai modelli, ma capace anche di trascendere il mero sentativi di una poetica dove la densità – lirica in primis, intimità e la squarciano. Ridanno corpo e voce all'orrore che dell'accoppiata Pitch /Schonwald e a un elettro-cantau- reprise puntando sul carisma e l'esperienza dei musicisti. e dunque di songwriting – è uno dei tratti più distintivi: nutriamo quotidianamente. Tutto questo, in ultima analisi, ci torato malinconico spruzzato di Velvet Underground. Alla fine la sensazione di deja vù è forte per chi ha “I racconti rappresentano l'altra faccia di uno stesso ragio- riporta alla verità, e alla menzogna”. E ad un lavoro che Anche perché se di riscoperta si deve trattare, tanto vale vissuto quegli anni e in Memento List si ritrova citati Folk namento, sono squarci attraverso i quali si cerca di giungere non chiamiamo poesia solo perché nell'essere Canzone giocare con l'anagrafe e ritrovarsi ventenni: “Gli anni Ot- Implosion, Built To Spill, Meat Puppets, Charlatans, Teena- ad una dimensione infantile della rivoluzione. Ma sono anche trova il proprio altissimo senso. Ma che della poesia ha tanta hanno rappresentato forti cambiamenti di sonorità e ge Fanclub, Jeff Buckley, Sebadoh. Come forte è l'impres- chiavi di lettura, una via per dare colore alle pagine in bianco tutto il fine e la forza. sono stati un forte punto di riferimento. Gli anni 90 sono sione che i Vessel abbiano iniziato il loro percorso con la e nero dell'album”. Luca Barachetti stati espressione della nostra vita creativa perché li abbiamo giusta convinzione. Un bianco e nero dalle tonalità livide, che inserendosi vissuti fisicamente sia come pubblico che come musicisti on Fabrizio Zampighi

4 5 Temperatures Kuupuu Turn O n Turn Turn O n Turn

—Rumori caldi, rumori freddi— —Rito d'altro mondo—

Ha viaggiato a lungo, portato il girovagare in musica e ora ha A qualche mese di distanza da trovato la propria voce: il pop Lumen Tähden torniamo nel meticciato e cosmopolita dei Ruby magico mondo finlandese di Suns di Ryan McPhun Kuupuu

a Finlandia è uno stato d'animo, un cervello specifi- pianto para-acustico, usa il laptop come qualunque stru- L co, il sit-in di emotività senza tempo ed inesprimibili; mento consono e non consono, ama il metallo pesante, apita che Mr. Thurston Moore si materializzi nel 2600 collegato tramite microfoni a contatto ai tamburi guazzabuglio d'arbusti, laghi, foreste, distese chilometri- così come le foreste, i laghi, l'apocalisse, e l'inferno de- Cweb consacrando qualche oscuro act agli esordi. è di Blundell che amplifica e deturpa (in lunghi scrosci e che di natura allo stato puro, riti d'altri mondi. La musica pressivo dei suoi strani soggetti sonori, un po' alla stessa successo ai Mouthus, agli Upsilon Acrux ed ora è il gracchi) i colpi del batterista. che nell'ultimo decennio è passata da qui ha toccato una maniera di Zeek Scheck quando s'inventava personag- turno dei Temperatures, scovati spulciando tra i dischi È col medesimo setup che a tre anni di distanza, licen- tangente parallela (ma forse in combutta) con il New gi limite, ossessionati e sessualizzati, per i suoi siparietti del fido negozio di Prurient a Brooklin e prontamente ziato lo scorso febbraio dall'italo-americana Ultramari- Weird America. è probabile che siano i luoghi la forza da hot-lines. Difficile racchiuderla in un genere musicale: segnalati in una pubblicazione di . Era la fine del ne, esce il sophomore Eksra, un passo decisivo verso magmatica di questa differenza con tutto il resto, anche la sua più che dozzina di dischi in solo, e l'altra doppia 2007 e il duo basso/batteria costituito dai due pischelli una cifra stilistica significativa. Il drumming si è fatto più con sottoboschi musicali che sostanzialmente dividono i dozzina di materiali in compagnia, la schierano a fianco Peter Blundell e James Dunn aveva appena pubblicato, vicino al free di Sunny Murray o Chris Corsano, la- medesimi percorsi. dell'attitudine moderna di registrare qualsivoglia più per su Heat Retention, un primo ellepì intitolato Ymir. Un sciando sovente a Blundell e al suo basso il compito di Etichette come Fonal, Ikuisuus, 267 Lattajjaa stanno al necessità immediata, che per preciso bisogno di costrui- lavoro rumoroso nello stile della Load rimasticato però reggere la struttura ritmica a colpi di motorik, mentre folk come l'acqua per Marte. E del sottobosco finlandese re discografie perfette. in una variante detritica, lasciando di quel suono soltanto blatera frasi incomprensibili alla maniera lightinboltiana. Jonna Karanka ha manovrato con sapiente disapparte- Inoltre, è qualcosa di più di una musicista freak folk: il le rovine. In pratica, se da una parte rifiutava la matema- Ne vengono fuori delle sorta di jam sbronze, in cui si nenza i fili di questa scena non troppo dissimile dalle sab- suono è mesmerizzazione, visione parapsichica, qualcosa tica dei Lightning Bolt, nondimeno quel sound toglie- alternano fasi slabbrate e fuori controllo ad intenzioni biose distese rossastre dal pianeta rosso. Avarus, The che come nel caso di Lau Nau ed Islaja appartiene va quel poco di wave rimasto ai Sightings senza farsi più propriamente rock, in cui i due spingono all'unisono Anaksimandros, Maniacs Dream, Kukkiva Poliisi, all'inconscio; i dischi, a partire dalle immagini, indecifrabi- mancare infide cacofonie ottenute attraverso un synth verso una catarsi mai data. Mantenendo nei loro pezzi Lussu ja Magneetti, Kermakolmio, Hertta Lussu li, sogni nascosti e glaciali e la discografia è tutt'altro che semi-modulare. quelle sensazioni come di un ebbro torpore che impedi- Ässä, Thriller Bingo, Way Of The Cross, Mezzolat, perfetta con l'ultimo Lumen Tähden a rappresentare Se Colin Langenus, batterista del duo USA Is A sce ogni spinta risolutiva. Master QSH, tra i micro-gruppi più importanti che la l'apice di quello che possiamo chiamare pre-birth folk, Monster ha dribblato con l'organo a pedali il proble- è un sound sempre in bilico tra costruzioni instabili finlandia in odore weird abbia sfornato, è come se aves- musica che ti ribattezza uno stile (diventato anch'esso ma di aggiungere spessore all'output sonico di una for- e rovine inevitabili, che li tiene lontani da facili tentazio- sero scelto la musica come mezzo per non morire; la schematico) piuttosto che ancorarsi agli abusati riti scia- mazione ridotta ai minimi termini (che dai Ruins agli ni parossistiche di band come Skullflower e Dead C solitudine a tenerli uniti, a farli collaborare. manici. Hella, oltre ai già citati LB, si risolve spingendo al limite declinandoli verso i toni remissivi - e quasi malinconici - Tra loro, Kuupuu è l'incantatrice di serpenti, ama il Salvatore Borrelli muscoli e cervello), i Temperatures ne escono con l'au- della madre patria albionica. E già così Temperatures. collage visivo e sonoro. è pittrice, organizzatrice d'eventi, silio della (vecchia) tecnologia: un synth analogico ARP Leonardo Amico musicista vaudeville, tessitrice di mosaici noise dall'im-

6 7 prodotto artigianale per veracità ma professionale per E potrei andare avanti davvero per molto ancora... caratteristiche tecniche. C'è un altro aspetto oltre a quello musicale che Evy Come sono nate le canzoni? Componi da sola? mi interessa molto di te, ed è quello promoziona- Ho cominciato a scrivere musica sin da quando suonavo le. Stai spingendo molto sui social network, ti pro- Arnesano le tastiere in alcune formazioni ska e , per le quali muovi con tenacia e devo dire una certa abilità... Turn O n Turn proponevo sia le mie parti, sia armonie e arrangiamenti Il web ha dato un nuovo e decisivo impulso a qualcosa per altri strumenti. I primi pezzi sono nati su un atari che esisteva già. Quando cominciai a mettere i pezzi del 1040 dove girava cubase midi e su un akaj 3000 xl, in vecchio demo su myspace mi accorsi che da più parti, una camera di un grosso appartamento che condividevo anche dall'estero, venivano apprezzamenti crescenti e —Tipa Tenace— con un numero incredibile di persone, ero disoccupata la richiesta di un disco e di un live. Quando mi sono e più squattrinata che mai. Il primo nucleo di Tipa Ideale iscritta a FB non l’ho fatto con l’intento di promuovere nacque in sei mesi di lavoro: idee di armonia e melodia le mie canzoni, la cosa è venuta come conseguenza es- al , cesello del testo, arrangiamento al computer. sendo la musica una parte di me. I primi contatti che ho Low budget, tanta tenacia e Compongo da sola avvalendomi del computer col quale cercato sono stati scrittori ed editori proprio perché la giusta dose di talento. Una ho un'intesa perfetta, soprattutto con alcuni softwares avevo interesse a comunicare il mio interesse per la let- situazione post-anni zero su cui vale la pena meditare tipo reason, logic e pro tools. Suono il piano e le ta- tura e la scrittura. Da lì in poi, man mano che cresceva stiere e quindi posso arrangiare tutto immettendo le il mio seguito, è stato naturale farmi conoscere anche parti suonate con la master, programmando sequenze o per il progetto musicale che nel frattempo aveva preso lavorando campioni. Mi piace molto armonizzare le voci forma. e compenso coi cori la mancanza di virtuosismi vocali Poi c’è il mondo reale. Ovviamente fai concerti. non affini alla mia scrittura. Come ti organizzi, hai una band? Quante persone sono state coinvolte nel proget- Ho cominciato in questi giorni a riorganizzare il live, to? che per esigenze di budget dovrà esser pensato per un Davvero tante. Per numero e qualità siamo a livelli di organico piccolo, e questo significa che dovrò suonare una bella produzione standard, cosa che visto il bud- la tastiera con un impegno maggiore rispetto al pre- get a disposizione non ti aspetteresti. Questo perché cedente live set, dove mi concentravo più sul canto e i 14 turnisti, grafico e fotografa non hanno preso alcun sulla presenza scenica. Debutterò in questi giorni in for- compenso per le loro prestazioni, essendo tutti amici ai ma light ad un contest cittadino bolognese, giusto per quali ho chiesto di dare un contributo. Inoltre ho fatto il saggiare il terreno e prendere confidenza con questo lavoro di editing quasi tutto io personalmente, compre- mio doppio impegno. Con me ci saranno un bassista, se le voci che ho voluto lavorare senza servirmi però di un batterista e probabilmente un percussionista, tutti auto-tune. scelti tra i turnisti che hanno partecipato al mio disco, i Dimmi dei tuoi riferimenti musicali. quali, essendo soprattutto degli amici, aiutano a ricreare Preciso che, nel momento in cui mi viene in mente un’atmosfera da "gruppo". un’idea per un pezzo, scrivo di getto senza pensare mai Fin dove si spingono i tuoi sogni o, se preferisci, a riferimenti e modelli. In quel momento tutto ciò che la tua ambizione? fa parte del mio background musicale è ampiamente Fino al punto di desiderare di fare altri due album, uno ipa Ideale di Evy Arnesano - recensito nel Re- di cucinare dolci in particolare crostate di mele, con il metabolizzato e inglobato a tal punto che, se qualcosa di cover e uno di inediti, di scrivere il mio primo roman- TBoot di marzo - è una autoproduzione a basso pallino di inseguire le mie idee, musicali e di scrittura. rimane, sono richiami subliminali, quasi inconsci. Il pun- zo o libro di racconti, di finire in programmazioni radio budget che però non rinuncia all'intento di deliziarci con Inoltre svolgo in maniera atipica e precaria alcuni lavori: to è che di musica altrui ne ascolto davvero parecchia, che mi permettano di arrivare ad un maggior numero raffinatezze e arguzie pop. Canzoncine che si cantano sono editor audio di videogames, coordino un centro spaziando dalle cose molto vecchie a quelle dell’ultima di persone (mentre ti scrivo sono in gara a Fattore C sotto la doccia eppure dotate di una loro robustezza che estivo di bambini delle elementari, faccio qualche lezio- ora, anche se purtroppo non riesco a comprare tutti i di radio 101) ma senza mai, e dico mai, perdere la mia deriva da ascendenze lounge, swing, beat-pop melodico ne di piano e doposcuola ai piccoli. cd che vorrei possedere. Ad esempio alcuni gruppi che libertà creativa, senza mai assoggettarmi a logiche di anni sessanta... Degna di nota poi è l'applicazione anzi Cosa c'è dietro a Tipa Ideale? amo molto e che non sono per niente presenti nella mercato, nel rispetto della mia personalità e del gusto di la tenacia con cui l'autrice lo promuove e si promuove, Dietro questo disco c’è da un lato il bisogno di chiudere mia musica sono Phoenix, Bent, Milosh, Telefon Tel chi ascolta. Con onestà tale da offrirmi magari in modo utilizzando tutti i mezzi a disposizione dal moderno do un decennio di vita e di canzoni, dall’altro il tentativo Aviv, Kings of Convenience. Tra i miei ascolti, quello piu' ingenuo ma sincero! it yourself. Ci è sembrato opportuno indagare. di lasciare almeno una testimonianza della mia piccola che invece è più facilmente riconoscibile nel mio stile è Stefano Solventi Chi sei, da dove vieni, cosa hai fatto sin'ora? e "numerica" esistenza. Con l’ambizione di poterci riu- tutta la musica cinematografica anni sessanta e settanta, Sono salentina, felicemente trapiantata a Bologna ma scire da sola, senza intermediari, bypassando i normali quindi soprattutto Umiliani e Piccioni, Bruno Mar- con una incipiente voglia di tornare al mare, ex stu- canali e interlocutori e arrivando direttamente al pub- tino, Sergio Caputo, Carosone, Buscaglione, Ari- dentessa di legge, ex tastierista reggae ska, con l’hobby blico dal "basso", per dirla così, realizzando una sorta di gliano, Mina, Battisti, Curtis Mayfield, Isaac Hayes.

8 9 voce Toddla T). Con un'estetica a metà tra l'umanista e Want, Hate - come dice bene il giornalista britannico l’hauntologico, Sara Abdel-Hamid sta lontana dalla tech- Adam Harper - è un disco per la Hyperdub generation, no, cerca nelle vecchie macchine il cuore, scava nella non per i reduci dei party Metalheadz. Il suo merito è Ikonika memoria con occhio sbarrato e, usando le sue parole, quello di variare continuamente le coordinate e situarsi «fa esprimere alle macchine le loro emozioni, come WALL- nella direzione tracciata da Joker, Hudson Mohawke Turn O n Turn E», mescola cioé melodia e ritmo in un equilibrio tra e Starkey: un nuovo modo di vedere oltre la corte sogno e disimpegno, quasi come volesse fare della mess- fumosa del . Non si rinnegano le origini, ma si thetica aggiornata ai tempi del dubstep. La Young Marble applicano trasversalmente le conclusioni massimaliste Giant dell'elettronica made in Londra. ereditate dalla storia decennale degli Animal Collec- Uno scarto inatteso per una scena autocelebrativa tive e dalle ultime produzioni di Bibio. —She Bleep Steps!— che fino ad oggi ha indossato sempre e solo i calzoni. La è Londra che si mostra in tutta la sua positività: dopo storia di Sara inizia a scuola. L’attuale ventiquattrenne aver esplorato l’assenza di luce e gli abissi magmatici del inizia a conoscere la musica tramite la batteria a soli 11 con il campione , Ikonika riporta il gioco in anni. Il suo amore per l’hip-hop e il crossover la fanno primo piano: nell’intro Ikonklast (Insert Coin) e nella pe- entrare prima nel giro hardcore, poi nelle sonorità hip- nultima traccia Look (Final Boss Stage) i riferimenti sono Debutto sull’etichetta di Kode9 per la ventiquattrenne di West hop con il moniker KillKip. Ma dal 2005 c’è la folgora- dichiarati esplicitamente già nei titoli. Le sequenze cam- . La nuova onda del zione. Una traccia classica di Skream (Midnight Request pionate provengono da quelle session pomeridiane da dubstep avanza Line) le fa alzare le orecchie e pensare di imbarcarsi cameretta che richiamano adolescenza nerdy e manine nell’avventura. paffute. Non solo: Idiot e R.e.s.o.l sussurrano melodie ap- Inizia a frequentare il sito di scambio di tracce dub- parentemente infantili costruite con i synth mescolate a stepforum e nel 2007 manda in giro i primi demo di Ple- scale orientaleggianti e bassi da pompa magna Hyperdub, ase. Steve Goodman (aka Kode9) la nota, dice lei, forse Yoshimitsu si avvicina alle meraviglie ambient di Scuba, per quel nome apparso in un documentario quando fre- a quello stupore che oltre al suono proponeva medita- quentava la film school. La traccia è una bomba impre- zione e trance, They Are All Losing The War ci spara diret- vedibile che raccoglie idee e suoni da fonti apparente- tamente in sala giochi, nella progressività al fulmicotone mente slegate: la ritmica spezzettata del , i synth della due posti di Out-Run, Psoriasis ha il vago sentore anni '90 dei videogame, il minimalismo bleep techno e del baile sudamericano e ascoltando Video Delays in mezzo a tutto questo caos un amore per la melodia scappa pure un’involontaria lacrimuccia minimal. che riporta la cantabilità su un pianeta dominato in gran L’innovazione non sta solo nella mescolanza fra ge- parte dal beat. Nelle mani del boss di casa Hyperdub il neri, ma nel processo stesso di costruzione del nuo- pezzo viene tagliuzzato e limato per la stampa vinilica. vo. Per chi cerca un tag che definisca sinteticamente la «è strano e sorprendente avere la richiesta di poter rima- musica di questa generazione di smanettoni sarà uno neggiare il pezzo da parte di una persona di cui sei fan», ci shock non trovare definizioni unilaterali, dato che ad dichiara via mail. ogni ascolto si aggiungono elementi eterogenei, partico- Il singolo esce a febbraio 2007 e viene replicato nel lari che assumono sfaccettature diverse. Caleidoscopio 2008 con la track Millie. Per il full length bisognerà atten- di bleep, di ricordi e di proposte, la “nuova onda” del dere altri due anni, fino ad oggi dunque: un intervallo nel dubstep parte da West London. La Giovanna D’Arco quale Sara, paziente e scrupolosa, licenzia soltanto altre della rivoluzione istantanea è una ventiquattrenne schi- due tracce, sempre su Hyperdub, Sahara Michael e Fish va e concentrata sul suo lavoro. Con un EP in uscita (novembre 2009). Ora che l'attesa è finita le chiediamo su Planet Mu la prossima estate e con una pletora di qual è il core dell'album. «Quello che volevo raggiungere e collaborazioni, Sara non ha un minuto di sosta. col disco è contrasto ed emozioni elettroniche», ci ri- Il debutto ufficiale colpisce ad ogni iterazione di ascolto. yperdub. Quartier generale di Londra. L'etichet- ragazza giovanissima, coloured e con la fissa per le ta- sponde secca. Come a dire che il calderone si basa su Ikonika è la nuova voce dello sprawl londinese. Hta culto per il mondo dubstep/wonky e per tutte stierine. Grazie a una serie di break al fulmicotone fa melodia e su nostalgia nerdy per gli anni ‘90. I bleep a 16 Marco Braggion, Gabriele Marino le declinazioni del suono now londinese d'avanguardia capire al mondo che in mezzo alla sporca dozzina lei bit (la cosiddetta quarta generazione di consolle, tipo nerdy commemora la longevità quinquennale con una gioca duro, e a modo suo. Sega Mega Drive e Super Nintendo per intenderci) e la compilation che fa storia. Tra i più di 30 titoli spuntano In un 2010 stanco dei mix da dilettanti che scimmiot- melodia di sottofondo, tutto filtrato con la trasversalità due tracks - Please e Sahara Michael - di un'illustre sco- tano la classe di Bibio o di Zomby, rivalutarsi attraverso del wonky e della nostalgia dell’hauntology. nosciuta: Ikonika. In compagnia di nomi sacri del cali- lo strumentale è già degno di nota, eppure l'approccio La melodia di Sara si fonde con il ritmo e porta una bro di Zomby, Burial, Kode9, Rustie, Martyn, Flying della westlondoner prende una direzione diversa dai ventata di novità alla scena, ormai stanca di celebrare Lotus, The Bug e King Midas Sound s'incunea una maschietti pasticcomani che le girano attorno (vedi alla esclusivamente la stagione del rave. Contact, Love,

10 11 Tu n e -In alla post-idm del primo lavoro, alla mas- mi piacciono le sue canzoni. Più che altro è il background Dsimalista, con cui si è fatto conoscere e apprezzare di partenza a cui entrambi facciamo riferimento. Penso agli negli ambienti elettronici tramite la blasonata Leaf Re- ottanta quando la dance music dialogava con le avanguardie, cords, Dan Snaith in arte Caribou (precedentemente l’avant disco di Arthur Russell noto come Manitoba) è un autentico campioncino del Nell’album c’è tutto un portato rave. Cose a ca- suono anni zero e un testimone paradigmatico delle sue vallo tra idm e ballo come per esempio gli Orbi- evoluzioni. tal pre Insides, i Chemical Brothers… Virando di 180° gradi l'approccio pop ad alto tasso psych del Non mi è mai piaciuta l’ambient techno quando ero a scuola. precedente Andorra, Swim - in uscita nella prima metà di E non ho mai ascoltato di proposito quella musica al tempo, aprile - apre una nuova fase nello sviluppo sonico del canade- piuttosto l’album è frutto della fascinazione per l’idea sonica Caribou se, rinnovando gli arrangiamenti e virando verso un'elettroni- che stava dietro a quella musica. Mi riferisco alla trance per ca trance-dance ispirata, tra gli altri, a Arthur Russell. Il filo esempio: mi piace moltissimo quel senso di euforia che ha rosso risiede, ancora una volta, nel dialogo tra pop e avanguar- dentro ma non l’effetto “detonazione” del ritmo, il rush da die, mentre il cambiamento di pelle ripensa la mutant disco di sballo. Infatti, in Swim sia che si tratti di suoni rave come quelli fine Settanta, in una prassi cui presiede un continuum perso- ricavati dai primi sintetizzatori, è la ricollocazione di contesto nale di ripetitività e complessità, due estremi di un concetto di quello che conta. —Minimalismo e complessità— trance che, secondo Snaith, ha raggiunto il massimo equilibrio è entusiasmante il percorso che ti ha portato da nell'epoca d'oro del free jazz, allorché Oriente e Occidente, certa psichedelia pastorale di Milk Of Human libertà e virtuosismo hanno a suo avviso hanno combaciato Kindness al trance pop di Andorra e infine a quel- perfettamente. Per il canadese, infatti, non vi è molta differenza lo Swim ce ne parli un po’? tra kraut rock, e quello psych-rock che più gli C’è sempre stata quest’attenzione alla trance. Magari un po’ Caribou svolta il decennio con un nuovo corso musicale all’insegna di un’idea di piace: ognuno combina diversi elementi di minimalismo e co- meno in Andorra che vedo sempre come il mio lavoro pop. trance rinnovata dai richiami dance, colti e rave struzione, collocandosi in seguito nel quadro di una dialettica a Quando ero teenager tutto si focalizzava sull’imparare a suo- distanza con l'amico Kieran Hebden, anch'egli responsabile di nare bene uno strumento e fare i primi virtuosismi. La dance Testo: Edoardo Bridda una similare svolta nel recente There Is Love In You. music ha sovvertito tutto. La ripetizione era quello che con- Da qui partiamo anche con l'intervista, curiosi di sapere se tava e non l’assolo, proprio come nel kruat rock e proprio tutte le spezie presenti in Swim siano figlie di una certa razio- come certe musiche etniche come quella africana o indiana. Il nalità o siano da ricondurre al "consueto" istinto dell'artista. minimalismo poi, in grado com’è di creare la trance attraverso Senza tralasciare quanto ancora vi sia di eccitante e creativo la ripetizione, è un’idea veramente potente, totalmente agli nel fare musica dopo cinque album e dieci anni di attività. antipodi rispetto alla tradizione classica europea che si basa Parlando con Kieran del suo ultimo lavoro è ve- sulla complessità. nuta fuori una sua passione adolescenziale per il Eppure nella tua musica c’è un progressivo grado two-step, stile che troviamo anche come influen- di elaborazione e concettualizzazione za del tuo primo lavoro Start Breaking My Heart. Già, penso di aver utilizzato entrambi i modi. Andorra per Swim in un certo senso pare ricongiungersi con esempio aveva molto a che fare con le complessità armoniche, tutta un’elettronica lasciata temporaneamente il comporre e l’arrangiare i brani, in Stop Breaking My Heart da parte… e gli altri album domina invece la ripetizione. In Swim le com- Credo che Kieran sia molto più dentro di me in queste cose ponenti utilizzate sono entrambe. attualmente, come è sicuramente vero che quando incisi L’uso che fai del free jazz è dunque da intendere l’esordio, il two step era molto popolare tanto a Londra quan- come un modo per rompere il meccanismo? to nei miei ascolti ed è finito per influenzarne alcune di quelle In un certo senso anche nel jazz è successa la stessa cosa. tracce. In questo periodo ho ascoltato molto funky elettroni- Gente come Ornette Colemann era ossessionata dalla co, sempre inglese, e non di meno mi sono interessato proprio complessità e dalle capacità tecniche, poi gente come John agli inserti two step nelle recenti produzioni dub step. Coltrane coltivò la direzione del mantra pur rimanendo co- Sul versante melodico, Odessa, il tuo primo sin- munque virtuosa. Credo che il tardo John Coltrane, Alice golo ha un evidente richiamo al white soul. Du- Coltrane, Albert Ayler sia quello ha sposato al meglio com- rante tutti gli anni zero Erelnd Oye ha riscosso plessità e semplicità. C’era il senso del ritmo, della ripetizione, un certo successo portando quel tipo di sound in del groove e una lussuosa combinazione di suoni. La free jazz discoteca, agganciandoci tappeti di funk e groove music che adoro non è così lontana dal kraut rock e neppure house, credi ci sia una connessione? dalla mutant disco di Arthur Russell Non ci ho mai pensato. Amo la sua voce ma decisamente non La dinamica tra semplice e complesso è riscon-

12 13 trabile nella tua musica ma è più una strategia o un PAD rispetto a uno schermo del computer. è più perfor- procedurale dal di dentro: chi ascolta Up In Fla- mativo utilizzare i sample, suonarli veramente. mes, e in particolare la traccia Skunk, dove citi una Hai utilizzato anchei contact microphone che canzone dei Beatles, ci sente del massimalismo in vanno tanto di moda ora? musica e magari un’operazione post modernista Non quando ho registrato, saranno sicuramente una parte im- tout court… portante del live show. Rispetto a prima ora la tecnologia ci Fino a quest’album, non ho mai pensato concettualmente. E permette di suonare spontaneamente le parti elettroniche ed crescendo in un posto merdoso nel mezzo del nulla nel Ca- è una prospettiva tremendamente eccitante. nada, non hai proprio idea dei contesti e da dove vengono le Tornando alle canzoni. Ci racconti un po’ come cose. Certo, suonare psichedelia con una e suo- sei arrivato alla forma canzone (E agli Eighties)? nandoci sopra free jazz è post-moderno, e se fossi cresciuto Andorra è stato il mio album pop. Quello attraverso il quale a New York quando è nato l’ avrei avuto un contesto ho imparato a scrivere canzoni. Quest’album invece è un misto sociale molto forte che mi avrebbe insegnato cosa questo si- di loop e pop. Non mi sento parte del revival ’80, sicuramente gnificava, eppure, fino a Swim è stato un mettere assieme i appena finirono ho pensato che erano stati un totale spreco suoni che mi eccitavano di più, senza contesti né barriere. di tempo. Solo successivamente amici come Jeremy mi hanno Up In Flames pare proprio un tutt’uno con le fa- introdotto a cose interessanti come John Fox per esempio. A scinazioni che lo hanno prodotto. Quasi ti si vede parte il pop, gli Ottanta sono stati fondamentali per la musica copiare e incollare tutti quei layer. Formare mon- elettronica ma quel che mi preme è che un mio disco non sia di tridimensionali basandoti sui suoni. è un al- facilmente etichettabile dentro un periodo. Oggi sul mercato bum figlio di un uso massivo del laptop, strategia trovi gente che mima quei suoni in ogni aspetto, contraria- che hai progressivamente ridimensionato… mente, a me interessa che passi l’aspetto compositivo, che ci si Ho iniziato suonando il piano, classico e jazz, poi ho suonato un riconosca l’impronta sotto i riferimenti. po’ la batteria e la chitarra. La cosa eccitante della musica elet- Nell’album ci sono canzoni autobiografiche che tronica, un computer e un synth per dire, è il suo costo. Potevo parlano di aspetti anche negativi della vita. Sono fare musica a costo praticamente nullo. Così, sin dal mio primo una novità? album, che è sicuramente quello più elettronico, ho iniziato a è la prima volta che parlo di me stesso nelle canzoni e ho rimetterci gli strumenti che avevo suonato per anni. una prospettiva più lunga riguardo alla vita rispetto a quando Poi hai iniziato a fissarti con le percussioni. Aspet- ero un ventenne. Andorra aveva a che fare con la musicalità, to che ti ha portato all’esibizione dell’ATP del quest’album invece è più il frutto di una persona cresciuta. Lo 2009 che è stato un po’ uno spartiacque… scorso anno sono morti i miei nonni ma non si è trattato di Ho suonato con quindici persone on stage, amici e miti per- scrivere canzoni catartiche, piuttosto d’immaginare come era sonali: quattro batteristi, cinque trombettisti tra cui Marshall la loro vita quando avevano la mia età. Questione di prospetti- Allen della Arkestra, Kieran Hebden, Jeremy Green- ve che ambiano dunque. span () ecc. è stato il massimo. Il capitolo finale Come ti vedi fra tre anni? di un’apoteosi psichedelica, la realizzazione di un sogno con la Non ho mai amato ripetermi e sicuramente andrà così ancora consapevolezza che era la fine di quel tipo mondo sonico. per lungo tempo. Quest’album ha gettato almeno una manciata Infatti in Swim c’è un ritorno all’elettronica e a di direzioni possibili e la cosa più eccitante è che sono arrivato un suono molto meno corale… al quinto lavoro lungo e ci posso ancora sentire l’eccitamento C’è molto molta tecnologia nell’album. Per esempio in Balls ho per la musica che avevo nel primo. Anzi, forse di più. campionato il suono di palle tibetane comprate in un viaggio in Cina. Successivamente le ho suonate grazie a una tastiera (pro- prio come un sintetizzatore) tirandoci fuori tutto lo spettro di possibilità che mi potevano dare. Ai tempi del suo secondo album, Kieran creò suo- ni molto editati partendo esattamente da queste basi. Hai avuto anche tu un periodo in fissa con la manipolazione dei campioni? Direi che proprio in quest’album mi sono interessato a pro- cessare come faceva Kieran al tempo anche se non in maniera così massiva. Del resto, rispetto a quel periodo, ora è molto più interessante catturare i suoni e riprodurli live con una tastiera

14 15 Tu n e -In

Cobblestone Jazz —The Modern Deep (has just) Left (the building)—

I Cobblestone si spostano a Berlino, tornano quartetto e sfornano un secondo album a base di electro '80, deep e ambient house '90 che ne conferma bravura e gusto

Testo: Gabriele Marino

ictoria, British Columbia, Canada orgogliosa provin- to un nome come solista, con collaborazioni prestigiose Vcia dell'impero, anno 1997: quattro giovani electrofili (Luciano, Hrdvsion, Carl Craig, Ricardo Villalobos) mettono in piedi un progetto dancefloor orientato a live e remix importanti (Chemical Brothers, Moby, Nelly jam e improvvisazione. Si chiamano The Modern Deep Furtado), ma soprattutto con una valanga di 12" votati a Left Quartet e sono Mathew Jonson (Roland SH-101 e una deeptechno rotonda e immediatamente riconosci- altri synth, drum machine, missaggio), Danuel Tate (pia- bile: la stessa che costituisce l'ossatura ritmica dei pezzi no Rhodes, vocoder Roland SVC-350, synth vari), Tyger Cobblestone. è lui il prominent man della formazione. Dhula e Colin de la Plante (sample e missaggio). Re- Passano gli anni e si aspetta il secondo album. A fine gistrano soltanto un EP, Babyfoot, lavoro ad alto tasso di 2009 viene annunciato il titolo: The Modern Deep Left sperimentazione che viaggia tra electro, minimal, tribal e Quartet. Si drizzano le orecchie perché viene riesumato ambient. Interessante, con chiari indizi degli sviluppi di il nome del progetto where it all started e non è un caso: il là da venire, ma non del tutto a fuoco. Quando viene disco segna infatti il ritorno in cabina del produttore e old pubblicato (su Wagon Repair, label fondata da Jonson e time friend Colin de la Plante aka The Mole. Copertina di Konrad Black), siamo ormai nel 2005, il quartetto si è memorabile bruttezza (un radiografia acrilico su tela di un già dissolto. pulcino?), registrato in tre settimane a Berlino la scorsa O meglio, si è già trasformato in qualcos'altro. De la Plan- estate (e si sente), anticipato da due EP su Wagon Repair, vero highlight del gruppo canadese è la condizione di pos- act tra i più interessanti della scena, da Bruno Pronsa- te si è tirato fuori e ha messo base a Montreal. Gli altri si l'album viene pubblicato da !K7 su compact ma anche su sibilità di quel suono: la sintesi musicale che ci sta dietro. to a Ricardo Villalobos a Luciano a Sam Shackleton al sono spostati a Vancouver e si sono ribattezzati Cobble- doppio 12", quasi a ribadire la vocazione traxistica, per Fare sintesi, cosa questa che rappresenta oggi la vera sfida "nostro" Andrea Sartori. Per comodità tassonomica li stone Jazz: nome suggerito da un amico per indicare la quanto eterodossa, del combo. Si tratta di un gioiellino linguistica di un mondo che ha nelle contaminazioni, ne- definiamominimal e/o deep, ma forse vale davvero la pena capacità dei tre di dare risalto a diverse sfaccettature mu- in cui la poetica Cobblestone si fa ancora più asciutta e gli incroci e nei ribaltamenti il proprio campo d'azione di rispolverare quell'etichetta tanto vaga eppure tanto ef- sicali. Si riparte. Cinque EP in quattro anni (2002-2006), chiarisce nuove sfumature. Questa la cronistoria in breve naturale. Pur nutrendosi di una vasta gamma di generi e ficace che ha inteso sintetizzare - appunto - il continuum ottima messa a punto dello stile, e poi il botto con l'esor- dei Ciottoli. Andiamo adesso alla loro musica. riferimenti, i Cobblestone non hanno creato un Franken- dell'elettronica extra-colta che comprende tutti i gradi dio sulla lunga - lunghissima (doppio cd, uno in studio e Qualche anno fa avremmo detto che la cosa che più ci stein, ma una creatura sulla cui pelle le suture, quando della techno, dell'house e derivazioni: . Eccola uno dal vivo) - distanza, 23 Seconds (2007; !K7). Il disco li interessava e ci piaceva dei Cobblestone è il suono che pure visibili, non appaiono mai come cicatrici. Salta subito allora l'electronica dei Cobblestone: la dialettica pieno- impone subito come una delle realtà electroniche più in- sono riusciti a creare, quel suono che è già un marchio all'orecchio la cura con cui è preparato l'impasto timbri- vuoto e l'ottusità timbrica del dub, l'asciuttezza e il gioco teressanti e di qualità della scena. Jonson intanto si è fat- di fabbrica riconoscibile tra mille. A ben vedere però, il co, che, fatte le dovute differenze, avvicina i nostri ad altri di variazioni della minimal techno, la cremosità e la gom-

16 17 mosità - a seconda della sfumatura messa in evidenza morbido, meno spigoloso, tanto nei suoni che - della deep house. Il tutto giostrato con un gusto per nelle melodie... l'interplay mutuato dal jazz suonato. Sì, è stato davvero divertente lavorarci sopra. Ogni pezzo che Per capire da dove vengono poetica e suono Cobble- abbiamo scritto per il disco è diversissimo da tutti i nostri la- stone bisogna forse spendere due parole sulla figura vori precedenti. Forse perché ci siamo spostati a Berlino, forse del burattinaio - neppure troppo occulto - del proget- perché è tornato in formazione The Mole. Non ti saprei dire, to: Mathew Jonson. "Theo" traffica con gli strumenti però è venuto fuori così. E sono davvero contento del risulta- fin da bambino (piano classico e batteria jazz), con alle to finale. Mi piace molto di più del nostro primo album. spalle un padre smanettone appassionato di circuiti ed La vostra electronica sintetizza diversi generi e elettronica: è questo il seme della dialettica magica che stili: techno, house, dub, eccetera. Pensi che sia anima la formula del gruppo. La sua è una preparazione una musica più adatta per il dancefloor o per un musicale da autodidatta, eppure capace di lambire spe- ascolto hi-fi nel salotto di casa? rimentazioni solitamente appannaggio di chi fa fusion o La nostra musica è pensata per gente con la mente aperta addirittura prog. La musica è una struttura organica da che vuole ballare su qualcosa che non sia per forza la solita tirare su quasi fosse un grattacielo: progetti ingegneristici roba del momento. Credo che possa funzionare davvero dap- compresi. Ecco allora l'uso insistito dei poliritmi (parti pertutto se suonata nel giusto contesto. Purtroppo alcuni dj differenti che seguono tempi differenti sovrapposte in preferiscono andare sul sicuro e non rischiare e questo inde- modo coerente) e una concezione frattale dello sviluppo bolisce molto le potenzialità dei club e la varietà di esperienze dei brani, sempre uguali a se stessi eppure sempre can- musicali che la gente vi può vivere dentro. gianti (i frattali sono figure geometriche non euclidee - a Nei vostri pezzi focalizzate l'attenzione su un'idea metà strada tra bidimensionale e tridimensionale - che semplice ma forte e la sviluppate lavorando di spiegano su un piano teorico l'irregolarità ordinata delle cesello. Hai detto che di solito partite da un par- forme naturali; loro caratteristica principale è l'autosimi- ticolare ritmo e da un particolare suono per poi larità e cioè la proprietà di mantenere, a qualsiasi scala trovare una melodia. I vostri pezzi nascono sem- di osservazione, la stessa forma e la stessa struttura). Il pre come jam live in studio, come ai tempi di 23 tutto può sembrare cervellotico, ma l'ascolto dei pezzi seconds, o avete introdotto processi compositivi riesce a fugare quest’impressione: calcolo matematico e diversi, magari più orientati alla scrittura (com- Sì, quel disco mi è piaciuto molto. E penso che man mano che I tuoi musicisti preferiti? freddo rigore strutturale vengono immersi in un flusso puter, spartito)? l'elettronica cresce e va avanti quel tipo di approccio sarà sem- Squarepusher, Vangelis, Herbie Hankock, Miles Davis, sonoro dal feel caldo e live, si intravedono come sotto- Continuiamo a mettere su traccia tutto quello che arriva live pre più rilevante. La gente sta imparando sempre più cose sulla , N.W.A., Public Enemy, Prince, Del pelle, cosicché in superficie resta soprattutto un’imme- al bancone del mixer. Questo vuol dire che siamo costretti tecnologia che consente di fare electronica live e si va stancan- tha Funkee Homosapien, Keith Jarett, Manu Dibango, diata godibilità. a fare più take dello stesso pezzo se qualcosa non va per il do sempre più dei set fatti solo col laptop: la nuova generazio- Quincy Jones, Sergei Rachmaninoff... Potrei andare avan- è proprio la capacità di riduzione ad unum che ammiriamo verso giusto o se qualcuno di noi non è contento di come ha ne di quelli che frequentano i club e i festival, gente che non ti all'infinito, perché amo tantissime cose e tutte diverse tra nei Cobblestone, capacità che in questo secondo lavoro, certo suonato. Penso comunque che abbiamo lavorato un po' più in ha avuto esperienza diretta di gruppi come Orbital o Future loro. meno decisivo del primo, appare forse ancora più affinata. Ne post-produzione - taglia qui, cambia questa parte - rispetto al Sound of London, sta cercando qualcosa che vada oltre il Ve l'avranno chiesto mille volte... Sappiamo che il abbiamo parlato con Mathew. primo album. solito set a base di Mac e Ableton Live. Incorporare musicisti e nome Cobblestone Jazz è stato scelto da un vo- Per come lavorate e per come rifinite i pezzi, una strumentazione extra-computer negli show è una via pos- stro amico. è possibile che nelle sue intenzioni ci L'intervista date l'impressione di pubblicare solo le versioni sibile. Siamo vicini a un grande cambiamento e credo che ce ne fosse una qualche allusione all'omonima etichet- Com'è stato lavorare di nuovo con Colin? Che migliori dei pezzi migliori. Quanto materiale ine- accorgeremo già dall'anno prossimo. La scorsa settimana era- ta jazz, la Cobblestone Records, che pubblicava di- contributo ha dato a questo secondo album dei dito avete in archivio? vamo nel suo studio e Richie Hawtin mi ha dato un assaggio schi di gente come Elmore James, Earl Grubbs, Cobblestone? Grazie! In effetti abbiamo un archivio enorme, pieno di mate- del suo progetto Plastikman. Ecco, penso che lui sia davvero e di alcune edizioni del festival di Mathew Jonson: Io e Colin stiamo lavorando assieme conti- riale. Registriamo tutto quello che facciamo e le session sono all'avanguardia in tal senso. Newport? nuativamente da quando abbiamo deciso di dividere lo stesso davvero tante, ma ci sono molto cose che non credo proprio Vi sentite parte di una scena "deep"? Ti interessa No, non credo che ci sia alcun legame. è solo una coin- appartamento a Berlino. Tyger e Danuel cercano di passare valga la pena di pubblicare e altre che sono davvero troppo il lavoro di produttori come Bruno Pronsato, Sam cidenza. tutto il loro tempo libero qui con noi e così lavorare assieme strane per avere un mercato. Direi che abbiamo pubblicato Shackleton, Luciano, Ricardo Villalobos? Conosci Ti interessa quello che sta succedendo nella "new- non è stato troppo difficile. Certo, pensando a cosa erano i circa un 5% delle nostre registrazioni. anche produttori italiani (Andrea Sartori aka De- wave" dell'hip hop con produttori come Madlib Modern Deep Left Quartet, entrare con Colin in studio come La vostra è un'electronica suonata e live. L'inter- epAlso, per esempio)? (per non dire ovviamente di J Dilla), , Cobblestone Jazz è stato un po' come tornare alle origini, a play è il vostro highlight. Vi interessa un approccio Sono fan da anni di tutti i nomi che hai citato. E sono anche un Sa-Ra? E produttori non-dance come Burial? dieci anni fa. come quello del Moritz Von Oswald Trio? Parlo di grande fan di Donato Dozzy [vero nome Donato Scaramuzzi, Dilla (R.I.P.) è semplicemente s-t-r-a-o-r-d-i-n-a-r-i-o. L'ho sco- L'album sembra molto più anni Ottanta, electro Vertical Ascent. L'integrazione tra l'elettronica e romano, file under deeptechno, tanti 12" ma ancora nessun perto anni fa grazie a Colin. Le sue produzioni... non trovo (il primo pezzo ricorda abbastanza i Kraftwerk) un approccio suonato potrebbe essere uno degli album; ndr], probabilmente il mio dj e produttore italiano pre- neppure le parole giuste per descriverle. Anche Flying Lotus e voice-oriented rispetto a 23 Seconds. Anche più scenari musicali futuri più interessanti... ferito. mi piace molto.

18 19 Tu n e -In Fucked Up sono un fulgido esempio di come un raccolta Couple Tracks: Singles 2002-2009. Vademe- gruppo proveniente da più rigidi ranghi del punk har- cum a base di B sides e rarità, florilegio di singoli, cover Idcore possa maturare un'evoluzione personale sia ed inediti sperduti tra 2005 e il 2008, l'uscita impone la sul piano strettamente musicale sia su quello, non meno necessità di una riflessione su ciò che è accaduto fino elaborato o carico di significati, dell'immagine e della co- ad oggi, uno sguardo che getti luce su un passato solo municazione di sé. La band, formatasi nel 2001 a Toronto, apparentemente lontano. ha saputo progressivamente arricchire la propria identi- Oggi i nostri possono permettersi di duettare con miti Fucked Up tà come pochi altri negli ultimi anni. Dagli inizi ortodossi d’infanzia e celebrità dell’effimero pantheon indie in ai muri stratificati di chitarre e alle infinite sovraincisioni maratone concertistiche di dodici ore, e vantano un la- che oggi affollano le loro tracce, ogni elemento dice di voro come The Chemistry Of Common Life, l'album —La scalata alla montagna dorata— un fine labor limae che non ha mancato di dare i frut- del 2008 osannatissimo da tutte le riviste musicali del ti sperati. Parallelamente all'eloquenza comunicativa, la globo, dalle più blasonate giù fino ai blog e alle webzine band ha aggiunto sempre più spezie all'intingolo. Dovresti misconosciute. Della partita (vincente) erano alchimie di vedere i nostri files di Protools, sono sempre un inferno allu- punk'n'roll villoso alla e hard/space rock La costruzione di sè come arma decisiva. cinante - dichiara 10,000 Marbles a Vom di Bam! Magazi- primi ’70 (Son Of The Father, Days Of Last), dissertazioni ne, riassumendo quella continua rielaborazione che, un da opera rock (Golden Seal, Looking For Gold), epicità prêt- Testo: Andrea Napoli paio di mesi fa, ha trovato l'ennesimo sunto nella doppia à-porter (Black Albino Bones e soprattutto la title-track). E ancora, punk chords in minore scansati da stomp dal sapore occulto (Twice Born) e No Epiphany, vero tour de force per un numero sconfinato di chitarre, synth liquidi e coralità ascensionale. Non è dunque un caso che l'al- bum, premiato con il edizione 2009, sia stata la definitiva consacrazione presso il grande pub- blico, il culmine di potenzialità già nell'aria da tempo. Fin dagli esordi i nostri si fanno notare per un hardcore irsuto che non fa mistero dell’influenza di padri storici come Negative Approach e 7 Seconds, ma soprat- tutto dei paladini della seconda ondata, dai Sick of It All ai Poison Idea di Pig Champion. L’attitudine è vistosa- mente ambigua, con un primo singolo dall’inequivocabile titolo No Pasaràn preceduto da uno split raffigurante in copertina una folla oceanica di braccia tese. Ma è solo la prima di una lunga serie di efficaci trovate. In primis una sfilza di nickname accattivanti di scuola spudorata- mente Dwarves (Concentration Camp, Mustard Gas, Pink Eyes). Poi la teatralità sudata dei live, con Pink Eyes spesso denudato, quando non sanguinante, che si agita in mezzo alla folla come un lupo appena uscito di gabbia. Le grafiche infine non si esimono dall’accostare tradi- zione anarchica a suggestioni totalitaristiche, alzando gli inevitabili polveroni. E se è innegabile la capacità di com- porre ordigni di hard’n’roll dinamitardo e trascinante, altrettanto si deve dire dell’abilità nel crearsi gimmick ad hoc, presto rivelatisi efficacigimme-ink . Coi FU la due cose vanno di pari passo fin dal primo periodo, la cui furia ragionata viene documentata dalla raccolta Epics In Minutes edita da Deranged. Dance Of Death, Circling The Drain, Baiting The Public dicono di un esordio al ful- micotone che di lì a poco esonderà dagli argini per in- vadere ben altre sponde. E come sarebbe potuto essere altrimenti, data la patina di mistero e contraddizione che

20 21 per l’hard- e la psichedelica (la copertina dell’album annunciate tra cui gli inevitabili singoli e split. A cambiare dice più di qualsiasi press sheet), e chi accusa i sintomi del sono però il nome e il calibro degli artisti tirati in ballo, se tradimento, tuffandosi di rimando nella pletora di 7 pollici è vero che nel futuro immediato sono previste collabo- e split che, va detto, il gruppo non smetterà di alimenta- razioni con King Khan & BBQ e NOFX, quest'ultimi re. È anzi nelle produzioni laterali, nei singoli, negli EP su rivendicati nelle interviste - a bella posta, verrebbe da 12 pollici che i canadesi mostrano il lato più innovati- dire – come importante influenza. Molti li sottovalutano vo, dando spazio ad esperimenti inusitati che richiedono, come uno dei mille gruppi pop-punk stupidi, ma The Decline giustamente, una dimensione, e quindi una pubblicazione, è un capolavoro. Year Of The Pig ha anche altre influenze, la propria. Per tutti valga l’emblematico Year Of The Pig, psichedelia e il prog, ma sarei un bugiardo se dicessi che i diciotto minuti che fagocitano giochi vocali di genere, di- NOFX non hanno nulla a che fare con quel disco e con la sua stensioni kraut e sfrenate corse tardo-hc . Non proprio stessa esistenza (Rumore, Febbraio 2010). il pane quotidiano della prima punk band che trovi in una Proprio come nelle narrazioni epiche che tanto sembra- sala prove qualsiasi. no ispirarli, la saga discografica dei FU è potenzialmente Seguono roventi tour Europei e apparizioni su MTV i cui infinita. non sembra mai smettere di incuriosire gli scribacchini vid Eliade, uno che, tanto per non sfigurare, riprende il set vengono ridotti a brandelli da un pubblico in preda di mezzo mondo? cognome dello scrittore rumeno affiliato alla Guardia di al mosh più esagitato, e il gioco è fatto. Da quando Vice ha Hidden World, primo effettivo album, esce 2006 per Jade Ferro. Non sono in pochi a sostenere che sia quest’ul- scritto di noi per la prima volta abbiamo visto sempre più hip- Tree e segna il primo punto di svolta. Qui le tendenze timo il vero artefice del loro successo e se guardiamo a sters o gente indie-rock ai concerti. Ma piu o meno contem- agit-prop da Oi! punk scalmanato incrociano divagazioni certe figure del passato (Malcom McLaren in primis) poraneamente molti dei nostri fan storici hanno cominciato dal retrogusto volutamente esoterico; nel farlo il sound non si può non prendere in considerazione questa ipo- a odiarci, quindi in fondo ci è pure andata bene! (Rumore, ne esce ripulito ed ingrossato, più catchy e ammiccante. tesi. Le leggende sul suo conto si sprecano, da quella che Febbraio 2010). Il cortocircuito mediatico è innescato e Ma è anche il disco dove l’infatuazione per simboli ma- lo vorrebbe vero autore dei testi, alle dicerie per cui i FU sono sulla bocca di tutti e sulle pagine di Pitchfork, gici ed occulti trova il suo coronamento, e dove fa il suo sarebbe l’unico dell’entourage in grado di accordare una NME e finanche il New York Times. Da questo punto in ingresso il personaggio (fittizio?) che cambierà le sorti chitarra. Nessuno stupore dunque che le reazioni diver- avanti il cerchio si chiude su se stesso e la storia è ormai del gruppo, con buona pace degli ortodossi. I Fucked gano. Chi plaude la svolta elaborata e stratificata, figlia nota. Ancora oggi l'agenda del gruppo è, al solito, ricca Up infatti assumono il manager-guru (MC5 docet) Da- al contempo della passione per il punk più stradaiolo e di appuntamenti, come suggerisce il numero delle uscite

22 23 A T o y s Orchestra —Più carne, meno sogno

anca forse un po' di carne a queste visioni, il piglio ad alzo zero delle cose terrene. Ma sospetto si tratti di una scelta precisa, di cui prendo atto." Ho"M scritto queste parole quasi tre anni fa, chiudendo la recensione di Technicolor Dreams, terzo album Dr o p Ou t firmato A Toys Orchestra. Mi sono tornate subito in mente ascoltando la loro ultima fatica Midnight Tal- ks, album che li vede calare sul tavolo carte più crude, meno teatrino visionario e più romanticismo visce- rale. Ferma restando la fibra sontuosa del sound, che stavolta decide di puntare forte sul pop ad alta gra- dazione come se ne distillava al crocicchio tra psych, glam e prog nei primi seventies. Non una rivoluzione a ben vedere. Per dire, retaggi Bowie, Lennon e Floyd erano palpabili anche nei precedenti lavori. A volte però basta spostare di un nulla le coordinate per cogliere il bersaglio in pieno. è proprio quello che sembra Una crescita costante lunga oltre essere accaduto. In procinto di compiere il tredicesimo dodici anni, ed oggi un quarto disco anno di vita, il quintetto campano può vantare finalmente che sembra il salto definitivo. In- una maturità e una ricchezza espressiva in grado di soste- nere ogni proscenio. Ne abbiamo parlato con Enzo Moret- tervista ad Enzo Moretto degli ...A to, voce, chitarra e "mente" della band. Toys Orchestra Fin dalla copertina Midnight Talks segna un netto cambiamento rispetto al passato. è Testo: Stefano Solventi spregiudicata, aggressiva, provocatoria, ma in fin dei conti è un bacio. O no? Raccontatemi come è nata.

24 25 de. Se parli dell'aspetto onirico del suono, allora probabilmente è vero. Forse per via del fatto che abbiamo eliminato i campionatori e un certo tipo di elettronica. è un disco tutto "suonato" dalla prima all'ultima nota. Ci sono però inserti maestosi di orchestra che conferiscono un colore "sgargiante" e marcatamente psichedelico agli arrangiamenti che non avevamo mai usato prima in tal senso. Per quanto concerne le liriche poi, le canzoni di questo disco sono popola- te anche di strani personaggi. Frankye Pyroman è a suo modo una favola, così come lo sono Plastic Romance e Red Alert. Ovviamente sono da contestualizzare. Ma era così anche per Hengie o Mrs Macabrette nei dischi precedenti. Il fascino dei personaggi scuri, outsider, bizarri, dalla crosta dura ma teneri dentro è sempre radicato in me. E in un disco in cui l'amore è il tema portante non potevano certo mancare. E non solo l'amore di coppia, anche quello fraterno, ancestrale, o ancora quello divino e spirituale... Quel battito che regola la vita nella gioia e nel dolore. In questo disco c'è voglia di parlare a "qualcuno" piuttosto che a se stessi, con toni differenti, a bassa o ad alta voce. Anche questa volta non vi fa difetto la capacità di azzeccare grandi melodie. Pills On My Bill, ad esempio, è davvero stupenda. Ma un pezzo come Celentano da dove esce? Beh, che dirti, nasce dallo stesso grembo di tutte le altre... Il titolo Celentano viene da uno dei tanti bizarri titoli provvisori che diamo alle canzoni ancora in fase di defi- nizione. In realtà non è una canzone celebrativa nè tributativa all'Adriano nazionale, quanto meno non nel messaggio lirico. Nonostante ci sono delle evidenti citazioni nascoste nel testo e nella musica che fanno poi dei riferimenti palesi proprio a lui, per la precisone alla celebre Yuppi Du. In fase di provinaggio la ritmica della chitarra e gli accordi ci rimandavano a quel brano, per cui temporaneamente fu nominato così. In principio era solo ricollocabile a questo motivo ma poi al momento di scriverne il testo ho trovato intrigante congettuare su quel nome e quella canzone, pur mante- nedo le distanze dal tributo vero e proprio. Non è un caso poi che abbiamo deciso di mantenere delle caratteristiche pronunciatamente italiche per questo pezzo. Tutti i nostri dischi sono diversi tra loro... l'umanità dall'alba dei tempi, insieme al suo fratello gemello: l'odio. Ho ap- Così a spanna sembra che vi siate sintonizzati su una stazione spe- Ogni volta cerchiamo di esprimerci in profondito molto questi aspetti in questo disco: l’odio all’interno dell’amore, cializzata in power-pop, psych, glam e un pizzico di prog. Roba che modo differente da quella precedente. l’amore all’interno dell’odio. A volte è quello che scrivi che sceglie te e non passava in radio nei primi anni settanta. Sbaglio? Di rielaborare le nostre idee, di trovare tu quello che scrivi. La copertina nasce proprio da questo: i due personaggi Non sbagli. Rock, Power-Pop, Glam, Prog, Hard, Psych, Electro… Nulla di ciò ci è nuovi stimoli nella ricerca. Abbiamo bi- ritratti sono una coppia di amanti che dopo essersi massacrati di botte fanno estraneo, siamo divoratori di musica a tutto tondo. E non mi meraviglia che questi sogno di "muoverci" sempre. Non siamo l’amore. ascolti possano essere confluiti nel nostro approccio creativo. Anzi, sinceramente il tipo di band che consolida un sound e Un'immagine che si è formata nel mio cervello poco dopo aver scritto i primi testi. credo che dal primo tamburo dell'homo sapiens ad oggi sia stato sempre un evolversi lo ripropone per il resto della carriera. In questo scatto (di Graziano Staino) c’è però secondo il mio intento un rivaleggiare in prospettiva. Un continuo imparare la lezione dai maestri che ci hanno preceduti. è Per questo disco è venuto subito fuori dell’amore sull’odio e dentro l’odio. è un immagine a mio avviso, estremamente po- il ciclo vitale della musica, e non ci arroghiamo certo l'esclusiva di essere quelli che un sound più crudo, più "carne" e meno tente e ricca di vita. Quel bacio/morso è espressione della potenza dell’amore anche inventano dal nulla. A nostro modo cerchiamo di rielaborare con originalità e rispet- "sogno", forse anche condizionati dal fat- all’interno di sentimenti diverso da esso. Come ti dicevo è un disco in parte fatto to quanto continuiamo ogni giorno ad imparare. to che venivamo da un lungo tour. Ab- meno di sogni e più di realtà, dunque - per paradosso - più allucinante. è incredibile Quale ovvia (?) conseguenza c'è la grana del suono, marcatamente biamo mantenuto quell’attitudine, quella come una foto “reale” possa suscitare una reazione così violenta al punto da risultare vintage. Molte tastiere analogiche, le chitarre che sfrigolano ruvide, potenza, quel “battito” più viscerale e più “assurda” rispetto alle gemelle siamesi di Alice ritratte sulla cover di Technicolor gli ottoni, le partiture orchestrali. Le stesse voci, colte in flagranza sanguigno. Dreams… di reato. Anche Technicolor Dreams aveva i suoi rimandi ai settan- C'è da dire poi che questo è il nostro Poi si ascoltano le canzoni ed è ufficiale: qualcosa è cambiato. Siete ta e sessanta, però in Midnight Talks diventano la nota dominante. primo disco interamente d'amore. più diretti, meno "favolistici". è il frutto di una scelta precisa? No? Ovviamente per amore non intendo Come ti dicevo appunto nella risposta precedente il "cambiamento" è una necessità. Potrebbe dipendere da come ci siamo rapportati alla realizzazione di questo disco. quello fatto di "tvtb" e dichiarazioni Non credo ci sia stata un scelta realmente ponderata, di solito seguiamo il nostro Infatti proprio per mantenere vivo l'aspetto "umano" abbiamo deciso di registrare il edulcorate. Ho intrapreso sentieri istinto. Non siamo molto cerebrali quando componiamo, cerchiamo di fare al meglio tutto completamente in analogico su nastro. Utilizzando solo strumenti e macchine più misteriosi e rischiosi di questo quello che ci viene più naturale. Nella nostra natura è insito il rinnovamento ciclico. analogiche e a valvole, che hanno bisogno di un confronto reale con chi le suona, sentimento che tiene in ostaggio Non saprei poi se siamo realmente meno "favolistici", dipende da che favole si inten-

26 27 di un'interazione uomo/macchina con c'è una bivalenza applicabile anche al di fuori della musica. Diciamo che la sfumatura sodo la notte e dormono di giorno, ed entrambi abbiamo il compito di "sfornare"... vi sentite isolati o c'è una comu- maggior relazione. Anche l'uso di fiati, più pessimistica che riesco a cogliere è profetizzabile nel proclama che fu di Andy Personalmente sento forte il bisogno di ritagliarmi degli spazi di "normalità". Quan- nità musicale cui fate riferimen- ottoni e archi negli arrangiamenti sono Wahrol che "nel futuro tutti avrebbero avuto un quarto d'ora di notorietà". Le epo- do non sono in tour o in studio mi dedico alle cose più semplici, vado a pescare in to? emblematici in tal senso. Volevamo rifug- pee del passato erano indice di una forte coscienza collettiva, cosa che oggi manca barca, oppure guardo le partite di calcio con mio padre. Mi piace oziare e passare Non lo so. Per parlare di un ipoteti- gire dalla "fredda" praticità della tecno- quasi del tutto. Le microscene che si alternano al giorno d'oggi hanno più o meno lo del tempo con i miei amici di sempre, anche solo a cazzeggiare davanti ad un bar. Ho ca "scena" musicale servirebbero dei logia moderna, provare a fare un disco stesso ciclo vitale di un modello di telefonino, e una forza aggregativa molto blanda. una famiglia stupenda che non appena ho il tempo vado a trovare. Ho due splendide presupposti come l'aggregazione e l'in- come si faceva "una volta" con l'impegno Oppure si cerca di spacciare per nuovo quello che sarebbe più facile e veritiero sorelle con cui passo delle ore a chiacchierare sul letto. Mi diletto in cucina con mia tenzione collettiva. Credo in verità che e il sacrificio che ciò comporta. Un ge- catalogare come revival. Il che potrebbe suonare come un segnale allarmante di man- madre, vado a passeggio con il cane... Insomma, non potrei fare solo vita mondana, mi questi fattori non siano ancora compatti sto di rispetto verso la nostra musica e canza di "idee". Ma in realtà non credo sia proprio così. annoierebbe e mi distruggerebbe. Ho bisogno di ricarburare e nelle cose cosiddette al punto da essere appellati con tale di- verso il progetto ambizioso che stavamo Credo piuttosto che sia il passaggio di un epoca che si sta rinnovando nel modo "normali" trovo le alternative giuste. citura. Piuttosto parlerei di "realtà", che cercando di realizzare. Era nostro in- di comunicare e di interagire, e tutto è successo così rapidamente da averci colti Quali sono le difficolta che una band della vostra dimensione (una è tangibile e comprovabile nelle nume- tento quello di osare molto, e per farlo impreparati. Forse è solo una caotica fase di transizione da un epoca all'altra. Inevi- indie band?) deve affrontare? Contano più i problemi logistici - ad rose bands che popolano il sottobosco necessitavamo dei ritmi più consoni per tabilente noi stessi siamo esponenti di questi tempi in quanto li viviamo e ne siamo es: avete una vostra sala prove? - o quelli culturali? musicale italiano, e che non deifinirei più non rischiare di creare un pasticcio pre- figli legittimi, e se abbiamo la possibilità di dire la nostra allora probabilmente dovrei Spesso i problemi logistici sono legati a doppio filo a quelli culturali. Laddove manca come "minori", ma come una nuova for- tenzioso. E probabilmente questo tipo di vederci dei vantaggi. Non sono un "nostalgico" fondamentalista. Riconosco i vantaggi la cultura mancano le strutture per sostenerla. Da qualche tempo siamo di adozio- ma di cultura o "controcultura" in con- approccio, sicuramente meno pratico ed del progresso, ma è pur vero che nella "rete" ci siamo finiti davvero in troppi. ne bolognese, dove tutto per certi versi ci è più semplice. Ma fino a pochi mesi fa trapposizione a quella di massa, con un agevole, è più figlio di tempi andati. Ascoltandovi si ha la chiara impressione che i vostri punti di ri- abbiamo vissuto in una cittadina nel cuore della Campania dove per avere qualcosa numero sempre più significativo di espo- Dischi come il vostro mi fanno ferimento siano ben oltre i confini nazionali. Anche la pronuncia bisogna che te la crei da te, anche soltanto avere una sala prove non si è mai rivelata nenti e sostenitori. pensare che un altro airplay ra- dell'inglese è sempre più disinvolta. Come stanno le cose? cosa facile. Non mi sento però di incolpare il Sud, che forse è vittima prima che car- Siete rinomati per i vostri live diofonico sia possibile. Musica Credo che la scelta di essere una band che si esprime in inglese ci metta nella nefice. Vivere nel centro-nord ti avvicina a tutto. Purtroppo musicalmente e non solo act. Avete già programmato il accomodante per quanto strut- posizione di proporci come realtà "europea" piuttosto che specificamente italiana. il territorio italiano non è ben distribuito... Succede che le "menti" del Sud spesso tour di Midnight Talks? turata, intensa e orecchiabile, Perchè se è vero che siamo italiani al 100% lo è anche che siamo europei. Non c'è sono prevaricate dalle difficoltà. è pur vero però che laddove c'è poco è più forte Ovviamente si, gireremo in lungo e in lar- appassionata e "colta" ma dan- alcuna intenzione di rinnegare la nostra cittadinanza, è solo un'alternativa nel modo l'esigenza di creare. Il bicchiere in questo caso è sia mezzo pieno che mezzo vuoto, e go la penisola prima di lasciare i confini. natamente pop. Mi sto facendo di proporsi e di comunicare. Si pensi ai Notwist, ai dEUS, agli Air, ai Motorpsycho non dipende dai punti di vista. Dici che siamo rinomati per i nostri live? delle illusioni? o addirittura a Bjork... Sono tutti artisti non madrelingua ma cittadini d'Europa e di In questa vostra avventura che dura ormai da più di un decennio, Beh... non vi resta che verificarlo! Beh, ti ringrazio. Ma non saprei... Que- essa rappresentanti. Non di certo dei volgari epigoni! L'idioma inglese è l'idioma uni- sto non è un giudizio che spetta a noi. versale, non c'è alcuno "scimmiottìo" nell'esprimersi in una lingua che è ormai quella Se confermassi i tuoi apprezzamenti var- dell'umanità tutta. rebbe il detto che "me la canto e me la In verità ho cominciato a cantare in inglese fin da quando da adolescente rifacevo suono"... Mai così azzeccato. Ovviamen- le cover delle bands rappresentati della mia generazione. Sono cresciuto negli anni te amo quello che faccio, altrimenti non novanta, l'influenza della scena americana aveva contagiato il mondo e non aveva avrei motivo di farlo con tanta veemenza certo risparmiato me... Poi da cosa nasce cosa, e dopo tre lustri paradossalmente e dedizione. Ma l'autoelogio è dietro l'an- l'unico modo in cui riesco ormai ad esprimermi è in inglese, con cui adesso mi trovo golo e non sono uso a questa pratica. perfettamente a mio agio, mentre per assurdo non ho dimestichezza con la mia lingua Sembra ormai finita l'epoca del- d'origine, almeno per quel che concerne il cantare... le scene prevalenti, il panorama Immagino che seguire le orme ad esempio dei Jennifer Gentle non musicale è abitato da una mi- vi spiacerebbe per nulla. Ma il successo internazionale significa but- riade di situazioni diverse, dal tarsi, mollare se non tutto un bel po' di cose. Quanta vita siete folk più atavico all'elettronica disposti a mollare e - quindi - investire nella band? più sperimentale con tutto quel Beh, non so com'è è andata per i Jennifer, ma noi da quando dodici anni orsono abbia- che passa nel mezzo (e anche di mo intrapreso questa avventura abbiamo cancellato il raziocionio dalle nostre vite... più). Una collocazione la si trova Com'è ad oggi il rapporto tra la vita "normale" - famiglia, lavoro, sempre, anche nei casi composi- burocrazie varie - e la dimensione del musicista? ti come il vostro. Semmai diffici- Come ti dicevo fare la vita del musicista ti porta a intendere e interpretare la vita le è capire quanto è importante in modo astrurso e a rapportarti in maniera differente alle cose "normali" della vita. quello che si fa rispetto a tutto Dormire, mangiare, curarsi del proprio corpo è una cosa che un musicista vive in il resto. Che impressione avete modo assolutamente differente ad esempio da un impiegato statale o, chessò, da un al riguardo? O, se preferite, che commesso di H&M. La motivazione non è riscontrabile solo in una romantica visione cosa vi auspicate? "bohemienne" della realtà,quanto piuttosto nei ritmi altissimi che questa vita com- Questa è la "domanda da un milione di porta. Soprattutto laddove bisogna stringere i denti e spesso anche la cinghia. A volte dollari". Anche perchè in quello che dici il modus vivendi del musicista è simile a quella di un panettiere, entrambi lavorano

28 29 Lost In Musical —David Byrne, Fatboy Slim

Ro c k 'n'r o m a n z e La musica pop vive di corsi e ricorsi ed è un fatto a tal punto noto da passare Dr o p Ou t quasi inosservato. A maggior ragione oggi che tutto pare accatastarsi fino a confondere le prospettive e rendere l’identificazione di uno o più filoni un problema. Sovrapponendosi, però, i ritorni mutano in qualcosa d’altro: non sempre apprezzabile o tenuto entro i recinti del gusto, ma il punto non è questo. E dunque, dopo l’elettronica a sogni aperti e le canzonette in bassa fedeltà, le cantautrici folk neoclassiche e il grande suono da collettivo, emer- ge una mescolanza da senno di poi che somma gli umori del glam, seppur al netto di lustrini e primedonne; citazioni operistiche che sfociano in un cattivo gusto consapevole; ampiezza di vedute e celebrazione mistica. Ogni cosa assieme spassionatamente, come può chiarire il melodramma venato anni Sessanta dei nostri Baustelle o quello combinatorio - gli Sparks e le rock operas giusto dietro l’angolo: non a caso - su cui si fondano i Fiery Furnaces. Senza tralasciare la recente metamorfosi dei MGMT, usciti dal David Byrne che si da a un concept bozzolo “Karaoke Flaming Lips” dell’imbarazzante esordio impastando po- partendo da un musical? Perché pedelia kitsch e citazionismo spinto, nel frattempo prendendo per quel che sono - baggianate usa e getta - le pose da Falco versione Amadeus degli Irre- mai stupirsi dato che il pop sembra pressibles, la fluorescenza da Glamour (“non perderti tutti i trucchi dell’esta- essersi preso un posto a teatro te”) cui si ispira Bat For Lashes e la ninfetta Marina And The Diamonds. Meglio pensare a un Lightspeed Champion che, indie-folker di colore, Testo: Giancarlo Turra si professa amante del Libro Della Giungla (poco da ridere: consigliamo di ripescare il fenomenale Stay Awake, tributo a Walt Disney risalente al 1988, dove Tom Waits, Sun Ra e Replacements e altri maestri gettavano colore su una tela di fenomenali rielaborazioni semantiche) e afferrare che una voglia di platea è nell’aria. Percorsi a volte attenti più alla confezione, magari, che trovano una para- frasi approfondita attraverso la prospettiva di David Byrne. Il quale, dopo aver riabbracciato la trasversalità pop con Brian Eno (a sua volta cresciuto

30 31 col gospel e maturato in canzoni di geniale, avanguardistica asimmetria), si im- barcava lo scorso anno in un tour con l’aspetto da musical per gente colta e chic, pubblicando oggi un concept album di presupposti e ispirazione conformi. Una capriola d’autore, l’ennesima.

Te s t e , r i t m o , s t o r i a Praticamente, aveva già tutto in do: all’idea qualche brivido giunge; non esattamente di piacere) permane il Un gesto che, dopo una gravidanza lunghissima e la pubblicazione ulterior- mente, melodie e testi. è uno cui pia- “famigerato” formato del concept, pesante croce e rara delizia per rocker mente posticipata di un paio di mesi, spiana la strada a , il ce fare le cose giuste nel modo sba- complessati e intellettuali o supposti tali: progetto di David Byrne che racconta la figura di , moglie del gliato, ottenendo ciò che vuole con dittatore filippino deposto a metà anni ’80. Partita come “ciclo di canzoni” l’opzione più complicata. è come me: "La cosa che ha scatenato il tutto risale a un bel po’ di pensato e scritto da Byrne e arrangiato con Norman Cook a.k.a. Fatboy un ragazzo bianco ossessionato dal tempo fa: lessi un libro intitolato “L’Imperatore” dello scrittore Slim, fu rodata una prima volta in Australia un lustro fa e due anni dopo a funk. Insomma il duo doveva chiuder- polacco Ryszard Kapuscinski. Raccontava di come si stesse in New York con reazioni piuttosto scettiche. La registrazione veniva nel frat- si in studio a per ragionare Etiopia verso la fine del regno di Haile Selassie. Tratteggiava tempo condotta in studio in modo affatto lineare, sia per gli impegni di en- su strutture, abiti sonori e le inter- un affascinante quadro della vita di corte, nel pieno della fol- trambi che per la ritrosia di Cook a lavorare tramite file sonori via internet. pretazioni dei brani. Perché oltre a lia del potere. Vi ho scorto alcune bellissime immagini teatrali, Comunque felice il rapporto tra i due, benedetto da molto punti di contatto essere un doppio cd (con annesso ma la cosa si era fermata lì. Poi vidi qualcosa su Imelda che e su tutti il senso per la “fisicità” del suono e la forma canzone (da musicisti e libro e DVD: forse una robusta presa frequentava regolarmente lo Studio 54 e aveva fatto costrui- non dj), saldato alla passione per la black music. Ecco come la vede Norman, di posizione “d’altri tempi” verso l’at- re una discoteca nella sua casa di New York". sfoggiando una cordiale concretezza: tuale fruizione frammentaria e super- ficiale), il lavoro affida a una pletora di Così crediamo vada inteso il risultato finale: come un passo che - allorché "David mi sorprese con una telefonata a casa: tre giorni dopo cantanti ospiti i ruoli e la narrazione, la musica è ormai smaterializzata - richiede un approccio diverso per come va ero a New York e David mi veniva incontro in bici con in donando carne ai fondamentali espe- ascoltato e letto; una maniera alla quale il pubblico giovane non è abituato e mano delle birre. Andammo sul lungomare di TriBeCa a bere rimenti con le found voices che furo- verso la quale, di conseguenza, seguiterà a mostrarsi indifferente. In tutto ciò qualche lattina in un sacchetto di carta e conoscerci meglio. no. Accantonato in via momentanea c’è una familiare temerarietà, una voglia di rimettersi costantemente in gioco Al momento in cui ci cacciarono dal molo per aver bevuto in l’allestimento teatrale (nondimeno e in discussione che anima Byrne sin dagli inizi. Che lo ha portato a incrociare pubblico, avevamo le basi su cui lavorare". sembra che Byrne si stia attrezzan- sulla propria strada i collaboratori più disparati, ad allestire geografie sono-

32 33 re sulla carta improbabili e invece azzeccate. Una Testa Pensante prototipo lotta tra angeli e demoni psicologici: talvolta vinceva un lato, dell’intellettuale rock moderno (da Michael Stipe a passando altre volte toccava a quell’altro. Mi interessava comunque la per Thom Yorke, tanti coloro che hanno raccolto l’esempio), lontanissimo sua estrema risolutezza, il fatto che fosse scaltra e tosta. dalla Rivoluzione Contro Il Sistema o la deboscia di eccessi e decadenza; che La questione era che dovessi celebrare qualcuno che ne fos- vive serenamente la propria condizione di moderno uomo rinascimentale. se degno, oppure una figura totalmente opposta? Faccenda Senza limiti né freni alla creatività e libero di spaziare su ogni possibile complicata, perché è difficile scrivere dei buoni." fronte, nervosa wave e neo-tribalismo, fotografia o scavo della psiche umana. In considerazione dell’opera byrniana in toto, realizzi allora che da More E neppure dei cattivi, se è per questo, benché all’album non difettino Songs About Building And Food ogni suo disco è di fatto un concept, o co- grandezza di mezzi (orchestra e beats, suoni “del mondo” e panoramiche munque maneggia un filo conduttore a prescindere dall’esito e dal momento. pop-rock, epica e leggerezza) e celebrità: , Steve Earle, Martha Comprendi come proporre tanta carne al fuoco (portatasi via fatica e tempo Wainwright, Cindy Lauper sono la punta di un iceberg dove il “concetto” come mai prima per l’artista americano, incluse ricerche sul campo e viaggi non prevarica l’esposizione. Il vizio che affligge la più parte dei ridondanti in bicicletta su e giù per le Filippine) in un contesto sonoro peculiare sia, per concept records - la distanza tra contenuto e forma - si mantiene entro limiti prima e somma cosa, una sfida; uno di quei rischi che sono sempre meno a accettabili e c’era da contarci. Quel che lascia perplessi è semmai la scrittura, prendersi e dunque da lodare, a maggior ragione sapendo che, economica- che fatica a reggere la distanza scorrendo senza gravi scivoloni ma - tra me- mente, Byrne ci ha messo tutto del suo. Anche solo per questo guadagna stiere consumato, motivi anonimi, pop risaputo - neppure colpi d’ala rilevanti. l’applauso sincero. Tranne quando Fatboy Slim guadagna il proscenio nel secondo dei due cd, in massima parte latore di ibridi big-beat ripassati pop, funk venato di squarci Ro a d s t o w h e r e ? melodici, soul contemporaneo affatto banale che tocca apici in American Tro- Non è però impresa agevole attraversare le due ore di musica di Here Lies glodyte (il Nostro che affonda i pallidi discepoli odierni) e una sensuale Please Love: la prima metà arranca e la penna si rivela involuta, piatta, nonostante Don’t illuminata da Santigold. Insomma: considerato per quello che a conti una storia che intriga e stupisce senza romanzare, perché - come ha dimo- fatti non è, cioè “un nuovo disco di David Byrne”, Here Lies Love (epitaffio strato Byrne nel filmTrue Stories - la realtà supera sempre in bizzarria qual- che la Marcos, tornata nel frattempo in madrepatria a fare opere di bene siasi fiction. Un racconto che, a un certo punto, trascolora in un’indagine sul amata da un’ampia fetta della popolazione, vorrà sulla sua tomba…) paga il criminale potenziale che giace in noi, sul potere che (politico o rockstar non confronto con i caleidoscopi acuti (che peraltro includeva fa differenza, come indicava con poca finezza Roger Waters in The Wall) la dance sperimentale di Lazy, con gli X-Press 2) e Look Into The Eyeball. a un certo momento si trasforma in potentissima droga. Da qui l’affidarsi Se, viceversa, ragioni sui presupposti di partenza, ne emerge un progetto per metà programma a ritmi dance: il rush adrenalinico della pista da ballo e sfaccettato che all’altezza di Music For Knee Plays o The Catherine Wheel l’euforia dell’onnipotenza si correlano a vicenda, persuadendo che la passione avremmo definito multimediale e al pari di quelli disorienta e sfugge. di Imelda per la disco non fosse un caso. Così come non lo era l’ossessione Come la protagonista e il tema “ultimo” che incarna, ovverosia il prevalere per bellezza e stile, farcitura estetizzante (i palazzi faraonici che fece costruire dell’ego su ogni altro aspetto dell’esistenza e la conseguente origine di una mentre il popolo moriva di fame; le leggendarie 3.000 paia di costose scarpe malvagità obliqua che giace in agguato dentro ognuno di noi. Perplessi, riec- rinvenute nel palazzo reale) per colmare un’esistenza inizialmente di una po- coci su questo folle pianeta come l’io narrante di Once In A Lifetime: spaesati, vertà dickensiana. la testa attraversata da un poco rassicurante “che ci faccio qui?” La ragazza cresceva in un garage, tirata su dopo la morte della madre dalla giovane cameriera Estrella Cumpas, poco più grande di lei. Sul loro rapporto verte buona parte dei brani con quel sottile calarsi nel personaggio incomin- ciato da Psycho Killer e che osserva la Marcos diventare reginetta di bellezza, sedurre il dittatore e assurgere a First Lady di un regime dove, nel 1972, impone la pena di morte: "La faccenda delle scarpe è stata un vero problema, so- prattutto lo spingersi oltre. Le scarpe, in ogni caso, non furono scoperte fino al 1986, mentre l’esercito americano portava via i Marcos in aereo nel pieno della rivolta popolare, ed è lì che termina la storia che intendevo raccontare. Dalla nascita, Imelda aveva un peso psicologico sulle spalle: ho iniziato a ragionare sul fatto che, se etichetti le persone come mostri senza spingerti più a fondo, non capirai mai ciò che li muove a compiere le loro malefatte. Devi calartici e vedere dove con- duce. Come la maggior parte dei politici, lei era spinta da una

34 35 Recensioni — cd&lp

l'esclusione dal mondo ritmo dell'universo adult, a favore highlight di sporadiche sonorità brufoloso-tardoadolescenziali. AA. VV. - Pizza 4 Seasons (Sonic A voi la scelta. Per chi scrive la sufficienza è comunque Belligeranza, Gennaio 2010) raggiunta. I kudos sono per il già citato Ernest Greene, A Toys Orchestra - Midnight Talks (Urtovox, Aprile 2010) Ge n e r e : No i z e per il pezzo dei Crookers ovviamente più francese che Ge n e r e : p o w e r p o p Se c`è qualcosa che non manca al titolare dell'etichetta mai con il featuring di Yelle e per il richiamo ai Depe- A volte mi chiedo se una recensione, in fondo, non sia che un desiderio. Ogni scribacchino ha il suo disco Sonic Belligeranza, è di sicuro l'inventiva. Circa un anno che Mode mescolati Sommerville nel pezzo dei Silver perfetto rannicchiato da qualche parte tra cuore e memoria. Magari è solo un'idea, qualcosa cui tendere. fa, Dj Balli faceva uscire l'infame concept album da Columns.(6/10) Rispetto al quale emozionarsi più o meno. Ecco, ad esempio, nella recensione di Technicolor Dreams, scratch - per mazze e buche - Pornogolf, poi fu il turno del Marco Braggion terzo album per i campani A Toys Orchestra, dopo aver speso i complimenti del caso - ed era il caso - mi 7" Bally Corgan giocato in corto circuito sui vezzi poetici auguravo un po' più di carne nel menù, perché tanta mirabilia pop a gioco lungo poteva rischiare l'incon- del Corgan vero (lui che poi ci assomiglia un tot), infine AA. VV./DJ T - Fabric 51 (Fabric, sistenza, di restare appesa a nuvolette tutte sue. arriva il presente 12" picture disk Pizza 4 Seasons, una Marzo 2010) Passati tre anni, ascoltare questo Midnight Talks mi fa quasi venire il sospet- compilation noise per altrettanti artisti/ingredienti. Ge n e r e : d e e p to che Enzo Moretto e compagni abbiano tenuto in grande considerazione Ci troviamo Balli in Con il fischio o senza? rispondere Il boss di casa Get Physical nonché fondatore di Groo- il mio auspicio. Figuriamoci: chi cazzo se lo caga un recensore? Resta il fatto alla domanda di Pierino con stridii di treni in freno, mi- ve Magazine, Thomas Koch si propone sul prestigio- che, ferma restando la polpa melodica, è un disco che sterza con misura ma schiando elettronica harsh a spezzoni da seconda serata; so mix del club londinese. Dopo aver sfornato da poco deciso verso un sound più energico e appassionato. Pop-rock radiofonico ad Bruital Orgasme e ZR3A - Belgio e Giappone - a un buon The Inner Jukebox, l'uomo che da oltre 20 anni alta densità, con le radici evidentemente affondate nel power à la Badfinger, continuare la bolgia di laptop rumorismi (da bazzica per i sobborghi della techno e dell'house di alta quindi comprensivo di aperture orchestrali e con digressioni psych anche in avanti); System Hardware Abnormal in quello classe, prova a inserire un po' di soul nel dancefloor. Ne parecchio asprigne, ma non va trascurata una certa enfasi riconducibile alle che potrebbe essere il risultato di una sintonizzazione viene fuori una selecta squadrata (da buon tedescone) propaggini più potabili del prog. sbagliata nei pressi di Radio M2O. Girando il vinile - sul ma nel complesso varia, che punta sul vocalismo ora par- Lungo il programma t'imbatti nell'inquietudine muscolare di Mystical Mistake, in quella The Golden Calf lato della crosta - troverete un unico-megamix all stars, lato (grande Ursula Rucker in Where Is It), ora cantato che si disimpegna tra Kinks e George Harrison, in una Frankie Pyroman che - ohibò - strizza l'occhio 100% Pizza Noize Guaranteed e bollino sul disco assi- (You Will Find Out). ai Nirvana e agli Stranglers, oppure in una Plastic Romance che potrebbe essere la marcetta da brass curato.(6.8/10) Il nuovo ricorso storico, inaugurato magistralmente da band diretta dalla coppia Syd Barrett-Wayne Coyne. E poi ancora nel piglio noir assieme desertico Leonardo Amico Terre Thaemlitz e da Chatterton qualche mese fa, e metropolitano di Backbone Blues, nello struggimento in bilico tra Wings e della stupenda Pills ritorna qui più concentrato che mai sulla grana voca- On My Bill, senza scordare l'arguzia molleggiata di Celentano col suo stuzzicare visioni e memorie annidate AA. VV. - Kitsuné Maison le che richiama l'old school newyorchese garage (I Get chissà dove. Compilation 9. Petit Bateau Edition Deep). Una 'svolta' retrò (vedi le basi 303 di Hungry for E via discorrendo, muovendosi poliedrici e compositi senza sembrare mai dispersivi, anzi azzeccando una or The Cotton Issue (Kitsuné the Power o i laser in The Royal Pennekaums) che piace e bella coerenza emotiva, avvalorata dai begli arrangiamenti orchestrali di Enrico Gabrielli e dalle chitarre Music, Aprile 2010) che ci ricorda come il ritmo abbia sempre e comunque di Alessandro Stefana tra gli altri. No, ok, Midnight Talks non è il disco ideale cui accennavo sopra Ge n e r e : d i s c o p o p bisogno dell'anima. Ancora una volta i ragazzi di Londra (quello che chissà se esiste o se mai esisterà). Ma è l'album che consacra una grande band.(7.8/10) Ci son almeno tre motivi per ascoltare questa nuova c'hanno preso.(7/10) Stefano Solventi Kitsuné. Uno: i francesi aprono con Beloved di Washed Marco Braggion Out e aumentano il gossip sul glo-fi, da qui in poi nuovo pop per gli anni '10. Due: il coraggio e la perseveranza AA. VV./Duke Dumont (The) - che batte ancora una volta le strade dell'electro. Tre: il Fabriclive 51 (Fabric, Aprile 2010) tata dai primi esperimenti con la Playstation e rivisitata all'ambience 2-step di Floating Points (K&G Beat). gusto fashion che plastifica consapevolmente la proposta Ge n e r e : d e e p t e c h n o con il gusto mesh now. Un buon miscuglio che preserva il piacere per l'atmosfe- e discrimina tra in e out. Già conosciuto per qualche remix di pulzelle anni '80 Il mix, oltre ad andarci di spigoli, propone una buona ra (vedi la chiusa IDM di Idioma) e per il groove. Senza Ci son almeno tre motivi per non ascoltare questa nuo- (Bat For Lashes una per tutte), il buon Adam Dy- varietà di sound, con le sue parole, "pieni di emozioni": data di scadenza. Noblesse oblige, Duke.(7/10) va Kitsuné. Uno: l'ostentazione barocca che fa trabocca- ment approda alla costola per emergenti del rinomato l'anima deep (Reality Check, Debbie Downer), la puntatina Marco Braggion re il vaso con tracce zuccherose come Let's go Together o club londinese. Il ragazzo, balzato alle cronache per aver balearic (Imitation Dub), il soul (On The Streets) aggior- Stop And Stare. Due: la presunzione spocchiosa che non vinto nel 2006 il Diesel U Music contest, ci propone oggi nando il display con una puntatina al dubstep liquido di ammette come il ricordo '80 stia già ammuffendo. Tre: una selecta che contiene la miscela electro-tech eredi- Scuba (nell'ormai classico Hundreds And Thousands) e

36 37 Africa Unite - Rootz (Universal, vole falò, lisergico il giusto. Per averne la conferma basta viscerale. Ogni nota siglata dal suo nome segna una pre- Westrich, batteria e programming) si è esibito per la Marzo 2010) partire dalla fine. Dalla cover di Where Is My Mind, iden- senza fisica e metafisica insieme della musica, del rumore, prima volta al Sònar, eppure chi ha avuto l'occasione Ge n e r e : r e gg a e tica all'originale tranne che per le parti cantate affidate del filo rosso che conduce l'uomo al centro della terra. d'assistere da vicino alla sua genesi, o si è incuriosito nel Ventisette anni di musica insieme, in pratica il reggae a trombe e tromboni. Ok, È un personaggio che studia da sempre, che non smette frattempo alle metamorfosi del giovane Tristano, non importato e diffuso in Italia. Gli Africa Unite arrivano un'idea già sperimentata per di lasciare a bocca aperta per i numeri che la sua ugola troverà in quest'esordio novità eclatanti se non un au- al disco numero quindici della loro storia tornando alle una versione di Helter Skel- riesce a produrre - forse a volte non facile da seguire, nel toimposto sfoggio di classe. origini e ad una classicità compositiva - programmati- ter nel live Dry Humping momento in cui licenzia dischi giusto per documentare i L'approccio cerebrale e, oseremmo dire, progressivo co il titolo - che fa da contraltare alle divagazioni dub- The Cash Cow, ma fun- progressi nelle passioni e nelle tecniche etno-oltranziste (alla Mars Volta, per intenderci: gli scettici ascoltino elettroniche del precedente Controlli. Se quello infatti ziona ancora a dovere. Ben (à la Sublime Frequencies). Channel 7) a quel tipo di pianismo post-minimal che tan- era il disco dove si sentiva più incisivamente la mano di dispongono anche il delirio È mistico e sanguigno, all'essenza, Arrington, proprio to è penetrato nel tessuto della musica di consumo ri- Madaski, qui è Bunna a spadroneggiare, infilando uno die- tra Old Time Relijun e come gli Old Time Relijun, specie negli indimenticati mane inalterato, e continua ad andare di pari passo con tro l'altro una serie di brani cui non mancano ortodossia Paper Chase dell'apripista primi dischi del combo. Se proprio vogliamo trovare un le regole base della techno. Melodia e ritmo allo stato musicale e calore. Dunque ritmi in levare, spesso dal re- Mrs Carradine, l'hardcore caramellato di Lorelei & Henry, difetto, lo rinveniamo nel rischio di limitare la musica a puro, dunque, eccezion fatta per quei rari luoghi - i più spiro soul, poetry, fiati reintrodotti, e il nume di Linton gli Screaming Trees sotto codeina di No More Room, scenografia della voce, della gola, del clarinetto impazzito interessanti da esplorare - in cui qualcosa (un incedere Kwesi Johnson a proteggere un'ispirazione che nelle il tetro e marziale bozzetto prog/punk di Esophagus e - uno sfondo su cui scate- caotico in Channel 8, una serie di dissonanze in Sou- liriche si rivolge soprattutto a tematiche socio-politiche, Prog Jenny e The Cavalry, ballate punk/country dal cuore nare il talento e la tarantola mission) intorbida il tocco cristallino dei due eccellenti fra ambientalismo, antiomofobia e un generale invito a ri- ricolmo di sangue zuccheroso.(6.8/10) che si annida nella gola in- strumentisti.(5.5/10) prendere in mano il proprio destino (vedasi l'anti-singolo Giampaolo Cristofaro fuocata. Non in Malaikat Vincenzo Santarcangelo in accorato spoken Cosa Resta). Dan Singa, dove ritrovia- Dal canto suo Madaski si ritaglia spazio in tre-quattro Andrea Carboni - La terapia dei mo l'efficacia e l'equilibrio Awesome Color - Massa Hypnos tracce dub dove appoggiare rime e voce gutturale, men- sogni (Seahorse Recordings, graffiante di Uterus And (Ecstatic Peace!, Aprile 2010) tre il resto lo fanno i tanti ospiti, tutti italiani, a con- Febbraio 2010) Fire, e forse una delle pro- Ge n e r e : h a r d -r o c k fermare il ruolo degli Africa quali capostipiti della scena Ge n e r e : In d i e p o p duzioni migliori di quell'es- E così gli Awesome Color, giunti al terzo album, pren- nostrana. Ottimi gli interventi di Piero Dread e Roddy L'incrocio è tra Thom Yorke e Jeff Buckley in stanca e sere dionisiaco degli ultimi dieci anni. Lo testimoniano il dono definitivamente la via dell'hard-psych seventies- Jah Son dei Franziska su Here and Now e di Alboro- ripetuta discendenza; lo scotto da pagare quello di falsetti ragamuffin scapestrato e abrasivo diMani Malaikat (echi oriented. Ed era ora, verrebbe da dire, visto il curriculum sie su Reality, più interlocutori gli altri (Patrick 'Kikke' e trionfalismo pericolosamente Negramaro nonostante di ultimi Oneida?), che è un pretesto per gli sfoghi im- sempre indeciso sulla direzione da prendere. Benifei dei Casino Royale, Jacopo dei Mellow Mood, un Corrado Rustici in meno e un'attitudine ad asciugare provvisatori del fiato di Arrington su un ohm di retro- L'attacco di Transparent - stoner primigenio alla Kyuss, Mama Marjas). E del resto interlocutorio risulta tirate gli arrangiamenti virata alternative. Non salvano Andrea guardia, come il garage ludico ed etnico del disco, che lo ma essiccato e ancor più ossessivo - è una dichiarazione le somme l'intero disco, non privo di episodi assai riusciti Carboni neanche certi tentativi post-rock intimiditi da permea da Kedalaman Air e Nama Bersembunyi (ricordate d'intenti bella e buona, che poco lascia all'interpretazione (Mr. Time su tutti) ma poco capace di sorprendere se non briglie saldamente pop o sciolti in cavalcate a dir poco l'androidpunk di Detroit?). Ciliegina, il rimando continuo di chi ascolta. Tutto l'album infatti emana continuamente per una scrittura comunque all'altezza.(6.5/10) didascaliche. E l'accostamento ad un Alessandro Gra- a una versione mistico-garagista della musica indonesiana, effluvi acidi hard&heavy, qua e là venati di stoner post- Luca Barachetti zian folleggiante nell'episodio in francese Des Larmes Et richiamata da alcune vie di fuga, da meditazioni (Tenaga kyussiano o di risvolti heavy-rock rifunzionalizzati alla Leurs Cendres che poi torna nella teatralità folk-rock di Halusinasi) e dalla lingua con cui De Dionyso scandisce maniera dei primi Monster Magnet. Certo che non Alice Donut - Ten Glorious Livido sono gli unici segni più di tutto il lotto. le . Un album da recuperare dalla fine del 2009, e da di soli panorami post-kyussiani vive Massa Hypnos: il Aniimals (Alternative Tentacles, Ma così non si uscirà mai vivi dagli anni Novanta, neppu- continuare a riascoltare.(7.35/10) rifferama ashetoniano resta la base fondante del suono Febbraio 2010) re attraverso tentativi di parodie che parodie purtroppo Gaspare Caliri dei trio newyorchese (specialmente quando accelerano Ge n e r e : In d i e Ha r d c o r e non sono o liriche che sembrano scritti in automatico come in White Cloud) così come una certa, vaga predi- Sono ancora cazzoni e divertiti rockers gli Alice Do- da un generatore di testi del perfetto san- Aufgang - Aufgang (InFiné, Ottobre lezione per ballate bluesy strascinate (Zombie) e psych- nut. Ten Glorious Animals non è all'altezza dei pas- giorgiano. Diamo comunque atto a questo ragazzo di sa- 2009) bluegrass (Slaughterhouse) ma è il richiamo della foresta sati Mule o Bucketfulls of Sickness and Horror in per cantare e arrangiare come si deve. Però la prossima Ge n e r e : Te c h n o /Pi a n o Mu s i c hard-seventies la pietra filosofale di questo terzo disco. an Otherwise Meaningless Life, ma non è doma la quantomeno ci provi a fare qualcosa non diciamo (addi- Presenziare ai festival che sperano ancora, nel 2010, di Vedasi la lunga IOU, che fotografa gli Stooges di Funhou- tetra pazzia che rimbalza in pezzi di conciso e letargico rittura?) di personale, ma che non sembri proprio preso gettar ponti tra classica e musica da ballo recitando la se intenti a jammare coi Loop sul palco di Monterey. hardcore, lercio e scassato blues altezza Jon Spencer e in prestito dagli scarti di magazzino di qualche grande trita litania secondo cui l'elettronica, nata negli studi di Come a dire che, dopo peregrinazioni e tentativi di foca- felici intuizioni di pop deviato e corrosivo. marca. Per favore.(5/10) fonologia, imbastarditasi nei club, sarebbe alfine tornata lizzazione poco riusciti, questo sembra essere il terreno Ten Glorious Animals segna anche il ritorno alla sto- Luca Barachetti nel rassicurante alveo della musica d'arte - ah, l'etero- ideale dei tre capelloni americani.(6.2/10) rica Alternative Tentacles, a cui il gruppo era approdato genesi dei fini! - è un prezzo che si può pure sceglie- Stefano Pifferi dietro raccomandazione di Jello Biafra per poi sfasciarsi Arrington De Dionyso - Malaikat re di pagare. Essere esposto in bella mostra di tutto a seguito della sconfitta commerciale inferta loro dai "ri- Dan Singa (K Records, Novembre punto vestito sui carrozzoni (sempre meno allegorici) Baby Dee - A Book Of Songs (Drag vali" Butthole Surfers. Solo ora, dopo il discreto Fuzz 2009) della dance intelligente, a nostro avviso, invece, no. Sono City, Marzo 2010) del 2006, il sacro fuoco della creatività pare riardere e Ge n e r e : e t n o g a r a g e passati cinque anni da quando il trio Aufgang (France- Ge n e r e : f o l k c a m e r i s t i c o se proprio non si tratta di incendio, è un caldo e amiche- Arrington De Dionyso ha qualcosa di profondamente sco Tristano e Remi Khalifé, pianoforte; Aymerich Ritorno al futuro per Baby Dee. Il passo successivo

38 39 all'eccellente Safe Inside The Day è un ritorno ad un fresco songwriting spesso in acustico al piano con archi highlight lavoro pubblicato in pochi esemplari, poco più che un e inflessioni chamber e jazzate, al contrario in questa demo registrato in autarchia nel 2001 e da tempo ormai prova tutto è più in grande e di maniera con arrangia- Balaclavas - Roman Holiday (Dull Knife, Febbraio 2010) introvabile. Riarrangiati da Maxim Moston, già al lavoro menti e musica declinati su un folk rock di marca Neko Ge n e r e : Du b Po s t -Pu n k con Antony and the Johnsons, i pezzi che compon- Case, puntate nel country e ancora approccio da ca- Dopo i due EP di un paio di anni fa, i texani Balaclavas debuttano su lunga distanza capitalizzando sapien- gono questo A Book Of Songs sono altrettanti lieder mera. Caratteristiche e levigatezza che non giovano alla temente il tempo trascorso dall'ultimo Inferno. Come dimostrano la title-track e Up The Newel, il sound dai cameristici con nuances teatrali. Archi, legni, piano e arpa verve compositiva della cantautrice.(6.5/10) richiami Public Image Ltd. e Point Line Plane resta la fondante di una costituiscono un trepido fondale per la voce incredibile Teresa Greco ricetta comunque messa a punto e orientata, ora più che mai, al dub di ma- di Dee: un impasto di solennità e abbandono, fragilità trice Wobble-iana. La passione per le ritmiche giamaicane, e nere in genere, ed ebbrezza, dolore ed estasi, con quella capacità di gal- Baustelle - I mistici dell'occidente la troviamo negli incastri tribali di Vuitton e Nine Livers che farebbero la gioia leggiare tra rappresentazione e intimità, tra crepuscolo (Warner Music Group, Marzo 2010) di Yaki Leibezeit. solitario e luci del palcoscenico. Ge n e r e : p o p r o c k Parallelamente, una coltre color pece dal forte regusto Gun Club ammanta Il tema è l'amore, ovviamente, ovvero il diritto d'amare e Il quinto dei Baustelle è un disco che azzarda una disin- brani come True Believers, mentre il sax nottambulo di Ralf Armin (già nei di essere amati, malgrado tutto e tutti. Un tema che sta volta maturità. Non alza l'asticella, anzi, persegue un'iner- local heroes Culturcide) in Night Worship ci prende per mano e ci conduce particolarmente a cuore al Nostro, che ci regala inter- zia scafata e agile in chiave pop-rock, spogliandosi in par- in un viaggio onirico come solo i Morphine sapevano fare. Roman Holiday pretazioni notevoli quali l'accorata Black But Comely, la te del vezzo citazionista a vantaggio di un'alta definizione odora di funk umido e sporco e di asettica austerità inglese, madido del sudore dei tropici e bagnato dalla guizzante Lilacs, l'angelica Love's Small Song e la desolata sonica che bene incorpora inventiva ed essenzialità. Ha pioggia urbana di Londra. Lavori di tale fattura sono sempre più rari. Chapeau.(7.3/10) Unheard Of Hope. Bel disco, ideale alternativa all'ultimo fatto buon gioco quindi la presenza di Pat McCarthy alla Andrea Napoli di Joanna Newsom, come se di quello fosse un fratello co-produzione e non era affatto scontato, visto che co- senz'altro minore ma forse più saggio. (7.2/10) munque c'era da perpetrare tutto un immaginario infar- Stefano Solventi cito di beat italiano, morriconismi e languori orchestrali. Finisce così che certi preziosismi - uno sfarfallio di flauto, l'inevitabilità del day after, dove l'estinzione del sacro è significativo uso dei sintetizzatori sull'asse Vangelis/Jarre, Balmorhea - Constellations lo svolazzo pettoruto di una tromba - somiglino a rapide lo sfondo crudele ma congeniale per vite alle prese con Music For Real Airports offre cinquantotto minuti (Western Vinyl, Febbraio 2010) pennellate su una trama ricca, sobria ed incisiva ad un la legge inesorabile del tempo, "che passa ma il segno ri- totali di IDM scura e senza forma, risultando però un al- Ge n e r e : Fo l k a n c e s t r a l e tempo. mane". La leggerezza pensosa di queste canzoni è assie- bum pretenzioso e, fin da subito, piuttosto noioso. Inve- Constellations è uno sguardo al cielo notturno, in riva Il suono quindi, innanzitutto. Poi una scrittura media- me un lenitivo e una chiave, o se volete - appunto - un ce di stimolare gli aspetti irrazionali della paura di volare, al mare d'inverno con pace e inquietudini a mescolarsi mente più sbrigliata del solito, come se avesse mollato buon passatempo. Con tutto ciò che questo può signifi- il combo punta a una chirurgica calligrafia IDM '90 dagli nelle viscere. Immagini sfocate di una città in movimento qualche zavorra nostalgica e - di conseguenza - quella care.(7/10) astuti quanto prevedibili ritagli dub step. Non ricordava- dal finestrino di una macchina in corsa sotto la pioggia. posa blasé, tanto che avverti una generosità inedita nel Stefano Solventi mo i Black Dog come degli Oasis dell'ambient.(5/10) Serenità rivestita di morbido spleen. è anche il susseguir- suo alternare ballate estatiche e guizzi ruspanti. Le co- Edoardo Bridda si di composizioni di folk ancestrale istoriato da accenni ordinate sono individuabili nei sessanta più favolistici che Black Dog - Music For Real Airport di musica classica e jazz. Composizioni bagnate dalle la- favolosi ma anche nei corollari più abboccati del prog, (Soma Records, Aprile 2010) Black Rebel Motorcycle Club - crime di corde pizzicate, sfiorate e da granuli d'archi e finendo per lambire le ruggini R.E.M. altezza Green Ge n e r e : IDM, s o u n d t r a c k Beat The Devil's Tattoo (Vagrant, timidi organi. Ma è il piano (Steerage And The Lamp una (Canzone della rivoluzione) e perfino il caracollare arguto Avete capito bene. I Black Dog, a trentadue anni di di- Marzo 2010) per tutte) centro gravitazionale attorno a cui ruotano dei tardi Blur (Le rane). Archiviata una Gli spietati che stanza dal mitologico Music For Airports, hanno deci- Ge n e r e : r o c k -s h o e g a z e strumentali minimali e impressionistici al contempo, mi- in quanto primo singolo/video è biglietto da visita ab- so di licenziare un album sullo stesso tema aggiungendo Singoli come Whatever Happened To My Rock 'n' Roll han- surati e cesellati con sapienza. Forse troppo allineato al bastanza ingannevole (col suo citazionismo ipertrofico polemicamente un real al titolo. Come riportato dal sito no fatto il loro tempo e sono invecchiati inesorabilmen- precedente All Is Wild, All Is Silent, ma poco importa. che si permette una sorta di Rino Gateano à la Mio ufficiale alcuni membri del combo non erano mai stati con- te. Periti sotto i colpi della poca voglia di rischiare, stor- Mani nelle tasche, armati di un lieve sorriso è ora di tor- fratello è figlio unico nel finale), sono degne di nota la title tenti del trattamento rivolto da sir Brian Eno all'argomento. diti dall'ebbrezza provocata da un buon disco d'esordio nare a casa.(7/10) track (con le strofe De André che vanno a sublimarsi in Troppa celebrazione della società contemporanea, trop- e dalla disillusione allegata al secondo, contaminati dal Giampaolo Cristofaro un ritornello sinfonico), una San Francesco che potrebbe po ruffiano l'assist alle compagnie stesse che potevano blues-psych elettro-acustico di Howl e minati nelle fon- non spiacere a Wayne Coyne e quella Il sottoscritto che docilmente usare quella musica come muzak. damenta dalla superficie lucida di Baby 81. Basia Bulat - Heart Of My Own smazza garbata solennità ed enfasi melodica. In pratica, se lodevolmente i Black Dog intendevano Un percorso tortuoso e non sempre dai buoni risultati, (Rough Trade, Febbraio 2010) Di contro, una certa fiacchezza pervade la narcosi quasi- rispondere al sulfureo Eno con un lavoro comprendente, quello dei Black Rebel Motorcycle Club, speso tra Ge n e r e : s o n g w r i t i n g Air di Follonica, lo yeh-yeh automatico di La settimana e dunque contemplante, quella paura sottotraccia per- riciclo e furberie, banalità assortite e rinnovata credibi- Per il sophomore Heart Of My Own la songwriter enigmistica e lo struggimento un po' troppo accademico sistente nell'atto del volare (toccando magari i risvol- lità. In mezzo, quel mix di shoegaze-blues-rock a grana canadese Basia Bulat conferma produttore (Howard della conclusiva L'ultima notte felice del mondo. Un'ultima ti subconsci legati al terrorismo), successivamente non grossa un po' Brian Jonestown Massacre, un po' Je- Bilerman) e studio (il prestigioso Hotel2Tango di Mon- considerazione riguardo ai testi: laddove Amen pare- hanno resistito al richiamo della polemica (contro una sus And Mary Chain, un po' Ride, un po' punk, gene- treal) concependo, durante un anno on the road, un se- va esprimere la consapevolezza di un'epoca sull'orlo del supposta falsa utopia e falso idealismo presenti nello sto- roso dal vivo ma spesso poco sorprendente su disco. guito più eterogeneo dell'esordio Oh My Darling. baratro, l'approccio de I mistici dell'occidente sem- rico lavoro) e a quello della resa tecnica. Beat The Devil's Tattoo non sconvolge il quadro cli- Se lì Basia coglieva i nostri favori mettendo in mostra un bra accettare con fatalismo e appassionata disinvoltura Frutto dell'elaborazione di 200 di field recordings e di un nico, ma qualche argomentazione a sostegno la trova,

40 41 facendoci credere almeno per un istante che ci sia vita Brian Lavelle - Ustrina (Afe highlight oltre la morte. Forse non nell'iniziale title track - un' out- records, Ottobre 2009) take di Baby 81 ? - e nemmeno nella successiva Conscien- Ge n e r e : elettronica /a m b i e n t ce Killer - classico punk acido delle origini -, ma di sicuro La forza di questi field recordings vecchi dieci anni (come Caribou - Swim (Leaf, Aprile 2010) nel blues acuminato di War Machine, nell'elettricità mo- nel miglior Basinski), e delle loro stratificazioni in dro- Ge n e r e : f o l k , trancetronica nolitica di Mama Taught Me Better, nel beat di River Styx, ni sta nella proporzione e nell'equilibrio che delineano Ci aspettavamo un nuovo capitolo della saga kraut-psych ad alto contenuto ritmico, aggiornata magari a nella suite lisergica di Half-State. Col pedale dell'elettri- una continuità perenne fatta di slittamenti, passaggi che una scrittura ancor più fluida e matura, ed invece Dan il canadese più amato dalla Leaf, seguendo paral- cità a fondo corsa e un ritrovato entusiasmo dovuto an- galleggiano, decomposizioni, dissonanze e sedimenti di lelamente le linee guida dell'amico fraterno Kieran Hebden, ha preferito intendere Andorra come un che al cambio di formazione - dietro ai tamburi, al posto suono. capolinea di tutto un percorso intrapreso sicuramente con The Milk Of Human Kindness, album con del dimissionario Nick Jago, c'è Leah Shapiro delle Sembra esser stato composto in stato di sonnambulismo, il quale si era fatto conoscere e valso l'appellativo di gentle-tronico, il ragazzo Raveonettes - che costringe la band a prendersi qual- l'ultimo lavoro dello scozzese Brian Lavelle licenziato dall'elettronica gentile. che responsabilità in più. Né un fallimento annunciato né dall'italiana Afe Records. A tratti ricorda il DJ Olive della Allo stesso modo di There Is Love In You, la svolta di Swim introduce musica da vette creative dell'indie più coraggioso, Beat Room40, quello delle Sleeping Pillows, sicuramente con- l'elemento ballabile unendolo a quello ipnotico, combinando così kraut e mi- The Devil's Tattoo, ma un'opera riconoscibile. Con tutti i tinua sulla strada dei due precedenti Just a Song at nimalismo. Ad differenza di un dritto sulla rotta trance più minimal pro e i contro del caso.(6.4/10) Twilight (Dust, Unsettled, 2006) e Supernaturalist tracciata dall'altro amico , Snaith preferisce tenersi il pop Fabrizio Zampighi (EE Tapes, 2008); ma la differenza, per Ustrina, sta nella come metro con il quale misurarsi i vestiti, scegliendo persino di buttarsi logica perfettamente isolazionista che lo caratterizza. negli eighties più synth con il singolo Odessa, brano di punta di un look che Blood Red Shoes - Fire Like This (V2 Suoni per spazi profondi e imperscrutabili verso i quali non rinnega né certo white soul (e funky nei ritmi) né una posa dancefloor Music, Febbraio 2010) dirigersi grazie a un lento e denso spostamento orizzon- doppiozero à la Erlend Øye (presente anche in Leave House). In Swim però c'è soprattutto altro come Ge n e r e : In d i e Ro c k tale.(7/10) i ritmi para DFA di Bowls o i citati modi trance che sublimano in Sun, brano chiave per l'altra importante Tesi e nervosi spasmi di chitarristico di stampo Sara Bracco lezione messa in circolo che è l'idm-ravetronica, Orbital in primis, Underworld dopo, e più indietro l'old marcatamente anni '90. Non si discostano molto da tale school chicagoana. canovaccio i pezzi del secondo disco dei Blood Red Shoes. Burning Star Core - Papercuts Dan è fresco e appassionato alla materia sonica come non lo sentivamo dai tempi di Up In flames, un In due, Steven Ansell (batteria e voce) e Laura Mary Theatre (No Quarter, Marzo 2010) lavoro che siglò a inizio Duemila la cosiddetta folk-tronica. Ora occorre che qualcuno scovi un termine Carter (chitarra e voce) non sono i White Stripes al Ge n e r e : Ps y c h No i s e nuovo per questo movimento in fieri che finalmente guarda oltre il copia/incolla Ottanta. Sentiamo un po' contrario, benché qualche stilla di secco blues sporcato di Distante dalle efferratezze dei compagni di sventure che farà l'altro guru delle contaminazioni extra-dance, Matthew Herbert, e per il momento godiamoci garage si intraveda a tratti. Volendo riferirsi al recente pas- Yellow Swans, Prurient e John Wiese, chi ha segui- questo bel viaggio intelligent di gran gusto che, attenzione, non rinnega niente: né lo psych né il jazz (Han- sato Fire Like This si potrebbe attribuire a degli Arctic to da vicino Chris Spencer Yeh/ Burning Star Core sa nibal) né l'indie né Nick Drake.(7.3/10) Monkeys più muscolari e cinetici. Spiccano la possanza di quanto l'uomo abbia ammiccato alla musica colta nel- Edoardo Bridda When We Awake (e qui c'entrano qualcosa anche le Bre- la propria carriera. Disseminati in Amelia o di Everyday eders), le arroventate Keeping It Close e Heartsink dalle World Of Bodies, ad esempio, troviamo evidenze di La- sfumature grunge (!) e l'autistica Follow The Lines.(6/10) Monte Young come di Tony Conrad attraverso suoni Giampaolo Cristofaro minuscoli e variazioni altrettanto microscopiche. Broadrick, passando per atti ben più underground come è il paragone con lo scream dei bei tempi, oggi un pallido Papercuts Theatre ne cambia corso a favore della viscerali- e , i pegni a Varg Vikernes sono stati riflesso di quello di allora, e perciò non rimane che la no- Blood Red Shoes - Fire Like This (V2 tà della comitiva: un insolita batteria (non più campiona- molteplici così come indelebili i segni lasciati dal pro- stalgia nell'incedere finale di Belus' Tilbakekomst memore Music, Febbraio 2010) ta) oscilla tra spasmi e ritmi funk nella traccia I, affogata getto Burzum su tutte le musiche estreme degli ultimi dei fasti '90. Ge n e r e : In d i e Ro c k da synth pulsanti di rumore fluido; e se in III ritorna la quindici anni. In casi come il suo, sarebbe meglio lasciare che le reliquie Tesi e nervosi spasmi di indie rock chitarristico di stam- voce (come in Everyday World Of Bodies processata fino Oggi che il Conte è tornato in libertà - e Burzum re- giacciano indisturbate per essere eternamente onorate po marcatamente anni '90. Non si discostano molto da a sembrare una beat-box sbronza) passa un attimo e la divivo - i sedici anni di reclusione pesano però come un e servire da monito negli anni a venire.(6/10) tale canovaccio i pezzi del secondo disco dei Blood Red foga dei synth sommerge tutto di nuovo. macigno sulle sorti di Belus, settimo sigillo di uomo che Andrea Napoli Shoes. In due, Steven Ansell (batteria e voce) e Lau- Un suono che reclama spazio. Che si fa strada attraverso oggi risveglia il genius loci che aveva guidato le gesta degli ra Mary Carter (chitarra e voce) non sono i White i reverberi in direzioni misticheggianti per un free noi- adepti del culto più un lustro or sono. Canemorto - Canemorto (Music Stripes al contrario, benché qualche stilla di secco blues se mai annichilente. In Papercuts Theatre, quello che C. L'iniziale coppia di brani Belus' Død (con recupera il vec- Valley, Marzo 2010) sporcato di garage si intraveda a tratti. Volendo riferirsi Spencer Yeh ha tolto al cervello, lo restituisce allo spirito chio riff di Dauði Baldrs) e Glemselens Elv (reminescente Ge n e r e : c a n z o n e d'a u t o r e al recente passato Fire Like This si potrebbe attribuire a tutto.(7.2/10) degli Ulver di Bergtatt) è indubbiamente la più riusci- Più attenzione e un pizzico di furbizia a volte non gua- degli Arctic Monkeys più muscolari e cinetici. Spiccano Leonardo Amico ta; Kaimadalthas' Nedstigning si salverebbe agilmente se sterebbero. è necessaria una cover di Ivan Graziani la possanza di When We Awake (e qui c'entrano qualcosa non fosse per le parentesi folk-metal, mentre Sverddans, quando vocalmente si è pressoché identici? Perché ri- anche le Breeders), le arroventate Keeping It Close e Burzum - Belus (Byelobog un thrash-black risalente al periodo degli Uruk-Hai (il schiare dunque un simile misunderstanding identitario Heartsink dalle sfumature grunge (!) e l'autistica Follow Productions, Marzo 2010) nome del progetto prima che si chiamasse Burzum) come fa Canemorto in questo esordio omonimo? An- The Lines.(6/10) Ge n e r e : Bl a c k Me t a l mostra inevitabilmente i tratti più anacronostici del suo- tonio Nardi, già nei Colya (un ep e un singolo, Laura, in Giampaolo Cristofaro Dai Sunn O))) di Stephen O'Malley ai Jesu di Justin no dell'ex detenuto di Trondheim. Altro aspetto negativo buona rotazione nel 2005), a tratti scrive e sicuramente

42 43 canta come l'autore di Firenze (canzone triste). Non lo mino le aspettative che abbiamo riposto in loro. Dovrem- visto, si sta facendo strada, con pari densità teorica, an- band che esiste da ormai quasi due decadi è da anni gior- fa (del tutto) apposta, è la sua voce. Però pensa bene di mo lasciarla alla farsa del nostrano calcio la sciocchezza che nel mondo hip hop (oggetto, per adesso, brani dai nalista (Mojo, Uncut, Record Collector..) nonché scritto- mettere in tracklist proprio una rilettura di quel bra- di licenziare un allenatore dopo tre mesi di campionato corpus di Pete Rock e J Dilla) e che, con molta meno re, saggista e discografico indipendente, dividendosi tra no, peraltro fin troppo smaltata. Ed è un harakiri. Anche perché il rendimento non è all'altezza. Abbiamo avuto densità teorica e programmaticità, ha portato anche a Inghilterra ed America. perché il resto naviga zelante su rotte novantiane di Af- pazienza con Louis Warynski, il ventiseienne francese riletture di pezzi - capolavori pop Duemila, precisiamolo The Coal Porters erano nati come gruppo rock elet- terhours impoltroniti, enfasi Muse giusto in apertura di belle speranze che si fa chiamare Chapelier Fou, e i - come Toxic di Britney Spears e Hey Ya! degli Ou- trico, per poi spostarsi anche verso territori acustici e (A 300 all'ora), e quasi a metà la scoperta a dir poco biz- due EP già passati al vaglio - Darling, Darling Darling... e tkast. contaminazioni punk e rockabilly. Durango arriva dopo zarra di un inno calcistico (Fiorentina) versato shoegaze Scandale - convincevano il giusto mentre indicavano un Torna quindi Prommer con un secondo capitolo Drum- tre anni dal precedente e violini cameristici. talento alle prese con elettronica e tentazioni classicheg- lesson dopo l'ottimo esordio del 2007. La formula non Turn The Water On, è chiaro che Canemorto cerchi una via personale alla gianti, folk e cameristica mantenendo forza comunicativa. cambia, classici electronici vecchi e nuovi riletti in chiave Boy!; forse più che alt blue- canzone d'autore ereditandone lo stile, l'impegno, e op- Ne veniva fuori un'avanguardia sorridente e in nessun jazz, e ancora Peter Kruder a co-produrre. Lì i pezzi grass l'album si può defini- ponendo alla nostalgia soluzioni nuove, tratte per lo più caso autocompiaciuta, col raro dono di aprirsi senza ba- forti erano Can You Feel It di Larry Heard/Fingers re country tout court con dagli ultimi vent'anni di rock anglo-americano (Leopoldo nalità. Inc. (la nascita della deep house), Strings of Life di Der- spruzzate contaminanti di Giachetti e Martino Mugnai dei Velvet Score a dare Impresa non delle più agevoli, nondimeno lo è per lun- rick May (codificazione delle tastiere house dentro un Clash e rockabilly sparsi. una mano). E date le premesse, è anche ovvio che queste ghissimi tratti in 613, album d'esordio dal titolo enig- pezzo techno, quando ancora non c'era stata l'elettrolisi Banjo, violino, chitarre, con- soluzioni nuove manchino, ma fa niente. Il nodo è sem- matico e inafferrabile come le sonorità che trattiene. In a separare i due generi), Nervous Track dei Masters at trabbasso e mandolino con mai un altro: che ad arrancare sono proprio le canzo- grado di far tutt'uno di chanson e morbidezze - mor- Work a nome Nuyorican Soul, Trans Europe Express la produzione di Ed Sta- ni, perse tra rock'n'roll a salve (Se ritornasse il Signor G), bosità? - 4AD (Half Of The Time: canta Matt Elliott: dei nonni Kraftwerk, lo smash hit Around The World dei sium (, Smithereens, Belinda Carlisle), per un cromatismi elettronici che hai voglia a vederli i Primal Louis ricambierà il favore nuovi stilisti Daft Punk. disco piuttosto tradizionale con alcune sorprese, come Scream (Aeroplani) e una stanchezza diffusa che solo partecipando all'imminen- Qui i brani scelti sono forse meno universalmente noti, una versione basic di Like An Hurricane di Neil Young, e in un episodio si riprende (Giuliano non lo sa ha la stessa te ritorno di Third Eye per cui vale la pena di elencare la tracklist per intero: testi letterari. Per il resto i due guest Tim O'Brien (as- rotondità suadente di certo Graziani, ma rimane un bel Foundation); di ammic- Sandstorms di Carl Craig, Groove La Chord di Aril Bri- solo di mandolino in Roadkill Breakdown) e Peter Rowan pezzo). care con personalità alla kha, Sleepy Hollow di Stefan Goldmann, Acid Eiffel di (voce e chitarra in Moonlight Midnight) non lasciano dub- Costui ha vinto nel 2008 il Premio De André? folktronica e ai bozzetti di Laurent Garnier, Oxygène Part IV di Jean-Michel Jar- bi.(6.8/10) Mah...(5.2/10) Brian Eno, ai Cluster più re, Jaguar di DJ Rolando e Mike "Mad Mike" Banks Teresa Greco Luca Barachetti trasognati e alla giocosità (in doppia versione), Sueno Latino di Craig e May, High contorta dell'Holger Hil- Noon di Kruder & Dorfmeister, Sandcastles di Den- Cobblestone Jazz - The Modern Capputtini 'i Lignu - Capputtini 'i ler di Oben Im Eck; di commuovere come un'Orchestra nis Ferrer e Jerome Sydenham. Deep Left Quartet (!K7, Marzo 2010) Lignu (Jeetkune, Febbraio 2010) Pinguina discesa in una domenica paesana d'oltralpe. Prommer è bravo a dosare gli elementi, trova il giusto Ge n e r e : d e e p m i n i m a l / f u s i o n Ge n e r e : Ga r a g e Bl u e s Soprattutto di mescolare ogni aspetto in base a estro equilibrio tra sottolineatura del tema e spazio lasciato Il secondo attesissimo album dei canadesi è un passo Capputtini 'i Lignu sono l'esempio lampante di come e verve moderni, caratteristici di una generazione che ai musicisti e ai loro soli, tra rispetto del brano e lettura avanti che li riporta - per certi versi - alle origini. Il trio la tradizione musicale americana continui ad esercita- si accosta alla musica senza più barriere né preconcetti, personale. Ma perde un po' di mordente. Forse perché è diventa infatti un quartetto con l'ingresso in formazione re un fascino globale ed incondizionato. Il duo forma- siano essi di stile o metodo (il tris d'apertura G tintinna- scemato l'effetto sorpresa (e forse perché alla "seconda di Colin de la Plante aka The Mole, produttore già to dal francese trapiantato a Roma Cheb Samir (già nei bulum, Les métamorposes du vide, Luggage). Lo aspettava- botta" si avverte di più il fattore manierismo di un'ope- in quel Modern Deep Left Quartet dalle cui ceneri nac- Normals e Two Tears) e dalla siciliana Kristina, dopo mo al varco, il Cappellaio, ed è sfuggito con una piroetta razione come la sua), forse perché sono le selezioni quero i Cobblestone e che dà opportunamente il titolo l'ottimo 7'' su Shit Music For Shit People, distilla undici perché ha un sacco da fare. La perfezione non dista mol- stesse ad essere meno efficaci. Sia come sia, rispetto a questo lavoro. episodi che sono un vero vademecum di old time music to: intanto, gli applausi sono per lui.(7.4/10) al primo volume la massa sonora è più essenziale e fi- Cosa cambia rispetto a 23 Seconds? Poco e tanto. Il toc- made in the Usa. Espliciti richiami Gories (3per3, She's Giancarlo Turra liforme, più spacey, più elettrica (molte tastiere e anche co è quello, globuloso e avvolgente, immediatamente rico- A Crime) e vecchi blues rurali (Fireflies) fanno il paio con un minimoog), meno strettamente jazz. Il risultato, per noscibile, la cura del dettaglio quasi maniacale, la concen- tristi ballad d'antan (Mr Death, tra i fiori del lotto) e boo- Christian Prommer - Drumlesson quanto appunto meno intrigante, è comunque sempre trazione tutta spesa su motivetti essenziali che animano gie indiavolati (la nomen omen American Dance). Zwei (!K7, Aprile 2010) godibile. Nota: l'impostazione ritmica di un paio di pezzi, pezzi iterativi e fluttuosi dagli esiti praticamente trancey. Un completo ed ammaliante compendio di cent'anni di Ge n e r e : j a z z o n electronica ma soprattutto di Jaguar, ricorda incredibilmente da vi- Stavolta però gli angoli appaiono smussati, i temi più li- rock'n'roll, un salutare refresh che farà la gioia di chi di A quasi trent'anni dalla sua fase pionieristica, l'electroni- cino i King Crimson di Discipline.(6.9/10) neari, la materia più asciutta e compatta, fanno capolino quei suoni ha sempre la giusta nostalgia.(7.1/10) ca è ormai storicizzata e canonizzata. Ha sfornato i suoi Gabriele Marino atmosfere che definiremmo addirittura solari, anche se la Andrea Napoli capolavori e fissato i suoi standard.è pronta per entrare luce è quella del tramonto (parola chiave ambient house nei real book dei jazzisti. Coal Porters (The) - Durango primi Novanta). Il cesello insomma non solo rifinisce ma Chapelier Fou - 613 (Ici d'ailleurs, Quello del tedesco Christian Prommer è forse il più (Prima Records, Febbraio 2010) ammorbidisce le forme. Ed emergono con maggiore chia- Marzo 2010) riuscito tra i progetti che mettono su disco conside- Ge n e r e : b l u e g r a s s , c o u n t r y rezza anche altre sfaccettature delle radici di Jonson & Ge n e r e : c h a m b e r -f o l k -t r o n i c a razioni come questa, rileggendo in chiave strumentale- The Coal Porters è il gruppo bluegrass inglese in cui compagni: gli anni Ottanta e la mamma di tutte le for- Bisognerebbe lasciarli crescere, gli artisti. Senza preten- suonata, e appunto jazz, pezzi ormai classici a cavallo tra milita Sid Griffin, ex The Long Ryders, band di metà me elettroniche della dance - l'electro - con un uso più dere che dicano subito quel che vogliamo o che confer- electro, techno e house. è un approccio che, lo abbiamo Ottanta del giro Paisley Underground. Il leader della marcato della voce, vocoderizzata e inintellegibile, mol-

44 45 to Transformers. Dici electro e l'iniziale Chance Dub è a te è considerarlo sin da subito un "a sé" nella carriera di highlight due passi della cavalcate soft dei Kraftwerk di Tour de David Byrne. Non pensarlo, né tanto meno valutarlo, France. Fiesta, il pezzo di maggiore impatto, è un riff scuro come se fosse il seguito di Grown Backwards. E, con ciò, Crookers - Tons Of Friends (Universal, Marzo 2010) e potente che ricorda i GusGus di 24/7, nome questo di riconoscerlo come pegno di coraggio da parte di uno Ge n e r e : m e s h r a p u r b a n da scomodare anche per la successiva Children, se non che non s'è mai fatto mancare nulla quanto a genio e Una tonnellata di amici per il debutto full lenght dei ragazzi italo che hanno sbancato all'estero con una altro per quel modo di accumulare tensione senza mai sperimentazione, grandi canzoni e futuro preconizzato. pletora di remix da far impallidire il più navigato dei produttori. La loro è la storia di chi non è (e forse non risolverla. Mr. Polite, basso appiccicoso, claphand e vocoder, Giano bifronte, Here Lies Love, è disco schizofrenico che sarà mai?) profeta in patria. Pazienza, l'importante è il disco (dopo quel Mixtape underground comunque sembra una versione stilizzata - in silhouette - di certi affida al doppio cd un concept sulla vita di Imelda Marcos, indimenticabile) e la guest list che da un artista italiano non avresti mai osato numeri Daft Punk, e l'ombra dei due francesi, mista a un in cui abbondano ospiti davanti al microfono, dunque si nemmeno immaginare: , Kelis, Róisín Murphy, Yelle, Kid Cudi e ricordo come di certi Devo post-Are We Not Men..., trova una strada segnata sin dall'inizio. Che non è male Dargen D'Amico. si allunga anche sulla successiva Cromagnon Man. Resta il nella title-track a mo' d'introduzione, gustosa di scre- Phra e Bot: orgoglio da veri rockers sul piatto senza peli sulla lingua. Interna- tris di pezzi che riprende le tastiere elettriche e lo spun- ziature disco, melodia sorridente e orchestrazione folta zionalismo a base di mesh Missill, M.I.A. e suono losangeliano. Dall'anthem to fusion di Slap My Back (su 23 Seconds) sviluppandolo però agile. Canta Florence "Machine" Welch e rende Day'N'Nite per Kid Kudi ne sono passate di serate, ma i due anni trascorsi con feel latin: Sun Child si mantiene su quello stesso mood un buon servizio, come Candie Payne e St. Vincent non hanno sedato l'urgenza e la voglia di divertire, professionalità in con- jazzy, mentre Chance e soprattutto la conclusvia Midnight sul latineggiare marpione Every Drop Of Rain. Potrebbe solle included. Dopo i remix mito per i Chemical e la rilettura degli AC/DC Sun - un titolo che è un programma - prendono una piega bastare e buttiamo sul piatto pure l'ironia elettro-rock il duo è finito pure in copertina su Mixmag... e ci sarà pure un motivo, no? soft praticamente lounge, perfetti per chill out ibizenchi funk di Eleven Days (ospite Cyndi Lauper), giacché il Un successo che è e rimarrà esterno allo stivale, non ancora pronto alla loro rivoluzione sul verbo rap. all'ora del crepuscolo. resto sa di epica sfocata, banalità folk e un rock-pop che Un genere che per definizione non ci appartiene ma che a loro calza a pennello. L'abito indossato risulta Un lavoro conciso che massimizza l'efficacia lavorando - come le citazioni etniche e cameristiche - scorre ano- comunque stretto e con la mano da sarti ci hanno dato delle sforbiciate da panico. Nuova collezione per su poche idee fatte benissimo, suonate da dio e risolte nimo e pallido. loro, oggi. Parola d'ordine: crossover. sempre con stile e classe. Probabilmente è già maniera, Tutt'altra musica sul secondo dischetto, dove il ruolo di Le tracce parlano da : l'inizio rombante house di Soulwax di We Love Animals, la spocchia urban di Kelis ma chi se ne frega.(7.3/10) Fatboy Slim ha maggior peso ed è cosa buona e giusta: mescolata al fidget in No Security, la classe chic della Murphy in Hold Up Your Hand e in Royal T, Hip-Hop Gabriele Marino esclusi un paio di numeri soporiferi, si tocca l'apice con Changed appunto nuovo anthem da panico mesh (stranamente cancellata dall'edizione italiana), la moda American Troglodyte (Byrne si ricorda di mutare la disco innestata nella voce '80 della francesina Yelle in Cooler Coleur, il tributo rap-italo di Dargen in cordata con Dag för Dag - Boo (Haldern Pop e mostrare la via alle sciacquette odierne) e la sensuali- Marina e The Very Best in forma più che mai nel baile reggaeton di Birthday Bash, Transilvania in odore Gra- Recordings, Febbraio 2010) tà nu-errebì traboccante da Please Don't con Santigold. ce Jones per Steel Lord, un blues acustico per Tim Burgess (Lone White Wolf) e l'inevitabile laserone truzzo Ge n e r e : indie-r o c k Sul rimanente funzionano il battito squadrato ma caldo e con Major Lazer (Jump Up). E poi un tripudio di professionalità da artigiani di bottega rap now che solo L'inquietudine ripassata con spugnature li- l'ugola di su Dancing Together, la hi-energy i due uomini sanno maneggiare così. Chapeau, ragazzi.(7.7/10) sergiche, ovvero drumming serrato e prossimo alla de- anni '70 Men Will Do Anything, la contorsione alla Prin- Marco Braggion flagrazione e chitarre che non rinunciando all'elucubra- ce - dei B-52's risvegliata dal letargo zione elettrica spargono reflui luccicanti e aciduli: quello - immaginata con The Whole Man. Stimolante e contro- che fanno i fratelli svedesi Sarah e Jacob Snavely in questo verso ma, per quanto ce lo potevamo aspettare, tutto si esordio sulla lunga distanza prodotto per quasi metà negli conferma una sorpresa. Non sempre di quelle positive, Nevrastenia sciroccata, disarmo totale, disamine tragi- solista decide di suonare tutto da sé (ovviamente "con Stati Uniti (da Richard Swift) e per il resto nella terra però.(6.6/10) comiche, invettive deliranti e laconici parallelismi: è un un piccolo aiuto dagli amici" che gravitano intorno al natale è presto detto. Si aggiunga a ciò solo un violino Giancarlo Turra carosello meno divertente che patologico, l'autore è una gruppo). spiritato che per Boxed up in pine dichiara un'ascendenza vena sul punto di scoppiare e questo suo blaterare tre- Hiraga scrive suggestive e ariose canzoni in piena tradi- folk non troppo precisata e una Wouldn't you da Arcade Dino Fumaretto - La vita è breve e pido è la terapia che stasa, almeno temporaneamente. zione Americana, vivacizzate da una ricchezza strumen- Fire in tensione misticheggiante e la mappa del percorso spesso rimane sotto (Trovarobato, In realtà però non c'è cura, non c'è scampo, predomina tale che evita il rischio dell'autoindulgenza. Il gusto lo dei Dag för Dag è completa. Ovvio che sulla distanza di Marzo 2010) un senso di resa feroce (Venite assassini) ed implosione scopriamo per esempio nell'efficace openerAll The Ghost tredici tracce il gioco si ripeta un po' troppo e annoi - an- Ge n e r e : s u r r e a l cantautorato nell'assurdo (Nella casa), ingannevoli vie di fuga (Nuvole e Will Walk e nel resto della tracklist dove la scrittura ri- che se ai nostri non manca quel tiro che live saprà farsi ri- Dino Fumaretto è lo pseudonimo di Elia Billoni, o for- meraviglie) e cinismo sprezzante (Mostra). Personaggio e mane disinvolta (The Regrade e il modo in cui fregando- spettare - tuttavia neanche una bonus track intitolata Ring se l'alter ego, oppure il prodotto di una schizofrenia ar- disco interessanti, anche se a stretto rischio di autorefe- sene svicola dalla sua stessa classicità), anche se un po' me, Elisa che li vede travestiti da White Stripes sembra tistica/esistenziale. O un gioco. Uno scherzo terribile ed renzialità. (7/10) calante man mano che si procede. aprire chissà quali prospettive. Insomma: vi piaceranno so- esilarante. In ogni caso, c'è. E c'è questo disco, l'esordio Stefano Solventi Non si evita però l'altro rischio: quello di mescolarsi nel lamente se saprete accontentarvi.(6/10) ufficiale dopo un paio di autoproduzioni e tante perfor- mare magnum di una scena dalla tradizione annosa e Luca Barachetti mance che hanno fatto di Billoni/Fumaretto un piccolo Downpilot - They Kind Of Shine dalla produzione oceanica, dove ormai bisogna essere i culto in attesa di più ampie platee. Arrangiamenti strin- (Tapete, Aprile 2010) migliori più uno per spiccare. David Byrne - Here Lies Love gati, pianoforte e voce perlopiù, qualche tastiera, l'armo- Ge n e r e : Fo l k r o c k Hiraga si colloca in fascia alta, ma non lo è.(6.5/10) (Nonesuch, Aprile 2010) nica ed il kazoo, tutti suonati dal Nostro nel tentativo Un po' come Hendrix, Paul Hiraga si costruisce il Giulio Pasquali Ge n e r e : p o p , l a t i n , k i t c h di dare vita a tanti teatrini quante sono le canzoni in proprio studio per registrare il terzo episodio a nome L'unico modo per rendere giustizia a questo mastodon- programma. Downpilot, e un po' come il McCartney dell'esordio

46 47 Drive By Truckers - The Big To-Do rimane il suo progetto principale, ma un suono più scarno e tirato s'erano sentite. Ora la con- migliore di The Violent Blue, lavoro colmo di amarez- (Pias, Marzo 2010) vale la pena ricordare il disco fatto uscire lo scorso anno ferma si chiama Everywhere At Once ed è un disco za incantata quanto il battito d'ali di una farfalla appena Ge n e r e : Am e r i c a n a con Mike Sniper ( Blank Dogs) sotto il moniker potente, screziato, frastagliato, per certi versi spiazzante nata che svolazza beata incontro alla morte.(7/10) La trattengono nel Dna la musica, i Drive By Tuckers. Maifair Set. Il tutto all'insegna della vecchia ricetta cara sin dall'accoppiata iniziale Slightly Shifted e A Small Space Giampaolo Cristofaro In buona parte figli di musicisti, hanno imparato a suona- a Jesus And Mary Chain: melodie velvetiane, ritmica Odissey. La prima un bozzetto da filastrocca pop 60s; la re prima di dire "mamma", ragion per cui è stato naturale minimale e fuzz che si trasformano in seghe circolari. seconda un farfisa spacey che fa tanto anni '70 ma che a Eleh - Location Momentum (Touch tramutare una passione in professione. Grossomodo dal- Dalle poche foto rubate e disponibili in rete, appare chia- metà della sua folle corsa si slabbra in una nenia psych Music UK, Marzo 2010) la fine dello scorso decennio, quando muovevano i primi ro che la ragazza è tutto fuorché un sex symbol. Eppure, che tritura Barrett e Kubrick. Ge n e r e : elettronica d r o n e passi non senza difficoltà e guadagnandosi un pubblico in questa nuova era dell'understatement, capita che il suo Ad accompagnare gli Edible Woman c'è un nutrito stuo- Dopo una serie di uscite relegate alla pubblicazione vin- di tutto rispetto grazie all'intensa attività concertistica. primo album fosse uno dei lavori più atteso dell'anno. lo di ospiti di rango: dai produttori Mattia Coletti e Lo- tage su vinile, l'enigmatica sigla che risponde al nome di Ed è lì che gli americani La Sub Pop, memore una volta tanto del ruolo seminale renzo Stecconi (Lento) che prestano chitarra acustica Eleh (Compositore? Band? Androidi?) approda al primo mettono alla prova i grup- avuto in passato, non si è lasciata scappare il colpo: le e lowtuned al sax di Roberto Mazzoli e Marco Emoli. parto su supporto digitale vero e proprio per i tipi della pi: non puoi barare e tanto ha affiancato un produttore (Richard Gottehrer, già al Ma non è questo il nocciolo della questione. Sono An- Touch, con quello che possiamo definire un riassunto meno te lo consentono nel lavoro con Blondie e Raveonettes) che ha ripulito il drea Giommi (basso, voce), Federico Antonioni (synth) generale della propria estetica. L'intero progetto, per sua loro Sud, dove si bada alla suono quel tanto che basta a renderlo appetibile a chi ha e Nicola Romani (batteria) ad aver lavorato di cesello, stessa ammissione, ruota intorno ai massimi esempi di concretezza, all'esecuzione paura di rovinarsi i timpani con fischi e distorsioni e le ha cercando di affinare un suono che, potente, spigoloso e minimalismo sonoro, nella fattispecie La Monte Young, e alle canzoni. Sin qui ne lasciato il giusto raggio di autonomia (la versione vinilica dissonante quanto si vuole, mostrava già in The Scum Elian Radigue, Charlemagne Palestine e Pauline hanno infilate di mediamen- del disco esce per la HoZac, microlabel di culto della Album la volontà di superare se stesso. I tre hanno co- Oliveros. La strumentazione si adegua di conseguenza te buone e qualcuna pure scena shitgaze). Il risultato è questo I Will Be, che arriva raggiosamente scelto la via della bastardizzazione delle utilizzando un sintetizzatore analogico / modulare, un ottima e seguitano a farlo, dopo una pletora di e.p., 7'', video casalinghi postati su coordinate (post)math-noise adagiando le curve a gomi- oscillatore e a tratti (molto rari) chitarra e piano. rispondendo con equilibrate metamorfosi stilistiche ai YouTube, scorie musicali disperse per il web e materiale to e le abrasioni di genere su un senso del pop che in al- Il risultato finale è una caduta a peso morto nelle fre- rimescolamenti di formazione. Come nelle famiglie nu- prodotto nel più puro spirito DIY. Togliamo subito spazio cuni casi (Goran Sarajlic) sfiora la melodia psych-pop alla quenze più disumane ed estreme della drone music merose si inseguono le certezze, così loro percorrono ai dubbi: è un disco bellissimo. Una delle poche volte in Eno, in altri (Entomology) propone ballate malinconiche, elettronica, in un regno asettico che ricorda i suoni una tradizione più sfaccettata di quel che si creda. cui la realtà supera le aspettative. in altri ancora (To My Brother) sembra distorcere il già più incontaminati di cer- Meno gravido di assoli e boogie per loro: Ci tengo ad affermarlo prima che l'indie snob di turno devastante procedere oneidiano in una sorta di mayhem ta elettronica cheap neo- piuttosto una raffinata alternanza di folk da ebbrezza al- venga a dire che "si stava meglio quando si stava peggio", tribale e schizzato. Un po' come accade con cover ed ar- zelandese (Seht, Omit). colica (I Told You So), muscoli flessi (Drag The Lake Char- ovvero quando il cantato di Dee Dee era solo un flebile twork, tutto è riconoscibile, seppur trasfigurato.(7/10) Il parto su Touch riassume lie) e propensione all'intimismo (You Got Another, Eyes sussurro dietro una coltre di feedback. Non credetegli. Stefano Pifferi tutti i capisaldi dell'opera- Like Glue); gestendo l'influenza evidente di Tom Petty Il canzoniere della nostra è così solido che farebbe un zione: loop ripetitivi attenti senza calligrafismi e incorporando chitarre più ruggenti figurone anche se fosse suonato con l'ausilio della sola Electric President - The Violent ai granuli più minimi dello dell'usuale (The Fourth Night Of My Drinking, Daddy Lear- chitarra acustica, tale è la limpidezza delle melodie. Blue (Fake Four Inc., Marzo 2010) spettro sonoro (Heleneleh), ned To Fly). Lontani dalla sintesi e scrittura stellari che ap- Sono perle di poesia minimale e senza tempo. Poi, cer- Ge n e r e : In d i e p o p giochi di mixer per astratti partengono ai Black Crowes, i ragazzi quasi persuado- to, l'estetica fa la sua parte: il jingle jangle distorto, la Barcamenarsi tra sottotesti glitch ed estetica indie pop diagrammi sonori (Linear To Circular / Vertical Axis), sculture no del contrario con l'indolente romanticismo di Santa ritmica elemantare, il furore delle chitarre, unito all'in- non è cosa tanto semplice. A giocare con la fragilità e sonore informi su pattern ritmici deturpati su frequenze Fe e una tesa però delicata The Flying Wallendas, sfacchi- nocenza delle linee vocali: tutto punta verso l'Inghilterra la delicatezza del pop da cameretta si rischia di riempi- hyper-bass (Circle One: Summer Transcience), chip digitali nano con gioia e convinzione da far chiudere un occhio di metà anni 80, al twee pop di Shop Assistants e Ta - re bicchieri di aria e far scappare i clienti. Gli Electric e rumorismo informale da eden androide (Observation su alcuni indugi. Tra manodopera e ingegneria esiste una lulah Gosh, all'alba dello shoegaze. Ma è evidente pure President son bravi gestori e lo si era capito sin dai Wheel), elettronica vintage con spettrogramma valvolare fascia intermedia: profuma di orgoglio e onestà.(7/10) l'amore per i 50s, i girl groups, l'inevitabile due dischi su Morr, edificati con abilità tale da far traspa- (Rotational Change For Windmill). Giancarlo Turra spectoriano. Elementi che abbiamo già visto combinare rire la propria personalità pur adeguandosi all'identità Davvero troppo ermetico per la maggior parte della insieme altre volte, non ultimi dai danesi Raveonettes. musicale dell'etichetta stessa. Scongiurati rischi di noia e sua durata, il progetto di Eleh è destinato ad attrarre e Dum Dum Girls - I Will Be (Sub Pop, I Will Be però è un'opera coincisa e focalizzata come maniera, reggono ancora bene i sottili equilibri alla base respingere allo stesso tempo. Solo per appassionati del Marzo 2010) non si ascoltava da tempo in questo ambito. Vi troverete del precedente Sleep Well quanto di questo The Violent settore.(6/10) Ge n e r e : w e i r d g a r a g e , l o -f i undici tracce coincise e dirette, come qualcuno che ti Blue. Antonello Comunale Se c'è un centro nel pulviscolo di etichette, artisti e si- da subito del tu e che dimostra di conoscere tutto di te, Ancora i e i Grandaddy più tuazioni che compongono il pantheon del nuovo lo-fi comprese le tue debolezze.(7.1/10) soffici come riferimenti per pezzi caratterizzati da elet- Elton Junk - Loophole (Forears, americano, è certamente da rintracciarsi nella figura Diego Ballani tronica sobria e chitarrine languide, al servizio un in- Marzo 2010) dell'enigmatica Dee Dee: bibliotecaria di professione, die-pop vellutato ma capace di alternare duri colpi allo Ge n e r e : indie p s y c h agitatrice culturale nel tempo libero. Nell'ultimo anno Edible Woman - Everywhere At stomaco (Nightmare No.5 Or 6) e carezze seduttrici. A Lucidità è la parola giusta per iniziare a parlare di Loo- e mezzo ha collezionato così tante collaborazioni con i Once (Sleeping Star, Aprile 2010) conferma di tutto poi, All The Distant Ships poteva segna- phole, quarto disco degli Elton Junk. Sembra che il trio prime mover della scena weird garage, che viene natura- Ge n e r e : p o s t -m a t h -n o i s e re il tracollo: pezzone di più di otto minuti ad alto rischio tosco-emiliano abbia finalmente trovato la quadratura le domandarsi se ogni tanto la ragazza a casa ci torni. Già in supporto ai Jesus Lizard, le prime avvisaglie di di sbadigli e palle rotolanti. E invece è delizioso e il pezzo tra entusiasmo e consapevolezza, azzeccando un'apertu-

48 49 highlight dotata di rimasugli ante-litteram e circuit-bending che di aver scovato un talento era palpabile. Ora è sboccia- una decina di anni fa solo pochi potevano vantare. Un to.(7.3/10) Extra Life - Made Flesh (LoAF, Marzo 2010) disco giapponese perché registrato in quel di Tokyo, una Giampaolo Cristofaro Ge n e r e : m a t h -p r o g città futurativa dai ritmi e dai movimenti fantasmatici, di Dopo essersi aggiudicata la ristampa di Secular Works, la LoAF licenzia anche il seguito, il CD Made Flesh cui il solo O'Rourke è di casa. First Aid Kit - The Big Black And The (in vinile stampato dall'italiana Africantape), carne viva ma sofisticatissima, ovvero il nuovo lavoro diExtra Al di là di tutto questo però, In stereo rappresenta un Blue (Wichita Recordings, Gennaio Life. Charlie Looker continua la parabola progressiva che contrappunta i rumori di Zs, e lo fa ancora con disco pre-contemporaneo, levigato, discorsivo, struttu- 2010) un prog principalmente derivato dalla voce, sempre sul limite dell'eccesso, ma evidentemente già marchio rato. Un atteggiamento molto più concreto dunque, sul Ge n e r e : Fo l k distintivo, insieme all'impianto musicale dirompente ma distaccato. punto di tornare all'origine attraverso la costruzione di Con un'abile strategia di marketing i boss Wichita han È evidentemente un prodotto che guarda agli anni novanta, ma non per que- snodi e circuiti propri di una struttura rock, in barba a permesso alle sorelle Johanna and Klara Söderberg di sto lo mettiamo a distanza; la derivazione non è derivatività, il riferimento chi riteneva che il glitch fosse l'assenza di soluzioni o "arrivare" anche aldilà della loro Svezia. è bastato ristam- esula dal già sentito. L'accordatura (scordatura?) delle chitarre sembra citare il momento mori del linguaggio elettronico. Recuperati pare l'ep Drunken Trees del 2008. rimpinguarlo con Glenn Branca (con cui Looker ha lavorato, in passato). Le note dei riff i fossili, ovvero le strutture di base di un suono mi- una cover dei Fleet Foxes (Tiger Mountain Peasent Song, sembrano seguire una legge di rimbalzo regolare di una pallina nel flipper. La naccioso, ed a tratti operistico, il trio privilegia la pars- piuttosto calligrafica) e tre versioni live di nuovi pezzi ritmica è scontrosa, asimmetrica ma regolare (come nei Novanta?) - e tiene costruens, e così ecco gettare nero su bianco, imprimen- non inclusi in questo debutto. La cifra stilistica del duo splendidamente in Easter, contrappuntata da un barrito quasi mistico. do al lavoro, l'intento di un'opera enigmatica e per certi di Stoccolma è rimasta in sostanza la stessa, molto vicina Made Flesh è pervaso da una sorta di epicità, che però viene ponderata in versi addirittura rigenerante per l'elettronica tutta (sul all'austera eleganza di certe composizioni targate Lau- quelle strutture e ratio difficilis ereditate dal decennio pre-'00. Sentite latitle-track e ne avrete prova, con vinile è presente una bonus-track che da sola vale tutte ra Veirs, Alela Diane e . Una buona quell'afasia con cui culmina e ri-culmina il crescendo tensivo. Le atmosfere arrivano a essere invece quasi le tracce dell'album)(7.5/10) coralità sonora e caldi impasti vocali poi, ben si amalga- madrigaliste in One of Your Whores (se non dessero l'impressione di esplodere da un momento all'altro, ci Salvatore Borrelli mano all'affresco pastorale disegnato in ogni pezzo pur ricorderebbero nientemeno che Desertshore). Peccato per il finale un po' imbarazzante, che chiude la peccando in varietà. Lì dove il recupero di stilemi folk di suite di The Body Is True. Ci ricorda le invasature del metal ma suggerisce anche che forse l'impasto di mon- Fionn Regan - The Shadow Of An stampo britannico non è sorretto da una scrittura capa- di ala fine troverà un ascoltatore terzo (o meglio quarto, quinto) rispetto a quelli appassionati ai generi e Empire (Heavenly, Febbraio 2010) ce di convincere per personalità, The Big Black And ai mondi da cui gli Extra Life provengono.(7.2/10) Ge n e r e : Fo l k -Ro c k The Blue scivola nella maniera. E allora ci si ritrova ad Gaspare Caliri Secondo disco per il menestrello di Dublino. Amante di essere piacevolmente cullati dalla melodia cristallina nu- Leadbelly quanto dei Nirvana, Fionn si dimostra infat- trita a mandolini squillanti di Hard Believer, elettrizzati dal ti perfettamente capace di elaborare ispirazioni antiteti- saltellare country di Sailor Song, ammaliati dall'ispirato che, rendendole felici compagne di viaggio ed espressio- fingerpicking di Heavy Storm o dall'organetto caricato a ra del ventaglio sonico-stilistico impressionante (un viag- Fenn O'Berg - In stereo (, ne di una cifra stilistica sempre più compiuta. Partenza melanconia di Ghost Town. Ma poi perplessi per i moti- gio tra psych e wave passando da scorribande desertiche, Marzo 2010) con chitarre in twangle, piglio sbarazzino e sarcastico vi citati poco su. Scivolano via senza emozionare In The escursioni cinematiche e avant-pop) senza mai mollare la Ge n e r e : Po s t -Digital degno dei migliori Libertines (Protection Racket e Coat Morning e Josefin e si sconfina nell'aurea mediocritas da barra, senza mai sembrare altro da se stessi. E la scrittu- Nove anni fa li lasciavamo in un crashing generale. L'ini- Hook renderebbero viola di invidia Pete Doherty), ri- A Window Opens (con il fantasma di Will Oldham a farsi ra segue nello stesso solco, disimpegnandosi benissimo zio e la fine di un genere, così forte era l'onda d'urto. Tra- tornelli killer che si infilano sotto pelle ed entrano in una passeggiata) a Will Of The River.(6.4/10) tra malsana circospezione Black Heart Procession sversalismo, fusione di elementi, l'intenzione di sorpren- heavy rotation nel sistema circolatorio. Giampaolo Cristofaro e squilli Calexico (Summer), ballate Eddie Vedder col dere ancor prima che narrare. E due lustri, nella musica Da Genocide Matinee in poi gli archi voltaici di puro istin- ruggito in canna (All Along The Horizon), indolenza Tim elettronica sperimentale odierna sono come novanta to rock'n roll si estinguono e rinascono a nuova vita in - The Winter Of Buckley in mezzo a narcosi Gun Club (la title track), anni di profilassi rock, soprattutto se parliamo del ritor- acute incursioni di incantato e incantevole cantautorato Mixed Drinks (Fat Cat, Marzo 2010) asprezze teatrali (Police Officer) e frenesie no di chi aveva squadernato tutti i binari della ricerca folk, tra energia ed estasi melodica bilanciate con consu- Ge n e r e : In d i e sbilanciate Nick Cave (Lost). elettroacustica con due dischi manifesto. mata sapienza. Che attraversino le lande Sebadoh discorrendo con Riescono a sorprendermi non poco con una The Power Vederli tornare come fantasmi, quasi si trattasse di una Mutevole e caleidoscopico The Shadow Of An Em- Sonic Youth e Oneida sulla loro identità (l'esordio Of Love melmosa come un Johnny Cash rifatto dal più seduta spiritico-digitale, fa un po' impressione; dedurne pire: Violent Demeanour è ciò che sarebbe scaturito da Sing the Grays, 2007), o cavalchino folkeggianti stal- torvo Mark Lanegan e soprattutto con la conclusiva linee e percorsi attuali, alla luce delle carriere personali una jam tra Violent Femmes e Nick Drake, torch loni acustici con inaspettate reminiscenze Counting Del Miele che in qualche modo mette in cortocircuito probabilmente rende le cose più facili. Christian song dalle minuzie western Lines Written In Winter, Hou- Crows (il seguito The Midnight Organ Fight, 2008) La Crus e . Senza contare la prova ha intrapreso costruzioni granulari minimali, Peter Re- se Detective è un congegno di pulsioni rock alla Chuck ai Frightened Rabbit non riesce mai di muoversi dal di bravura di The Beast Called Rock'n'Roll, spigoli wave, hberg, con KTL, costipato il noise in forme analogico- Berry remixate da Lee Hazlewood. E poi dolci fitte canovaccio che disco dopo disco decidono di gare loro. distensione emomelodica e coaguli Stooges celebran- zen col gusto M.B., Jim O'Rourke coltivato la purezza al cuore di romanticismo alcolico Little Nancy, estro e E pure The Winter Of Mixed Drinks non è da meno, do la nostra bestia preferita. Sottolineata con piacere faheyiana nell'ultimo The Visitor. profonda emotività nell'accorata preghiera di frontiera nonostante l'ingresso di un quinto elemento (Gordon la presenza di Nicola Manzan aka Bologna Violenta al Così In Stereo, è un disco di coesione, di struttura e di Lord Help My Poor Soul, piano, voce e la pelle diven- Skene: chitarra, tastiere, cori) e l'ottima vena della scrit- violino, non resta che ribadire: gran bel disco. (7.4/10) prima di tutto un disco giapponese: giocato nipponica- ta del tutto splendida con la title-track a suggellare una tura di . Stefano Solventi mente tra puro e spurio, tra l'alternarsi di movimenti promessa mantenuta. Lo spunto è un recupero new wave portato a casa - costruttivi, ed elementi di disastosi ricorsi ad un'analogia All'uscita del debutto The End Of History, la speranza pardon: al college - con virulenta energia tutta canadese.

50 51 highlight Reich, il nuovo album dello svizzero Gilles Aubry ri- tracklist incredibilmente vacua e affabile che spopolerà prende il tema della deportazione degli ebrei nella Ger- nelle radio da qui a qualche mese. Lo sputtanamento è Ikonika - Contact, Love, Want, Hate (Hyperdub Records, Aprile mani Nazista. così totale da suscitare un certo rispetto. (4.5/10) 2010) Solo che s6t8r sostituisce agli arrangiamenti orchestrali Stefano Solventi Ge n e r e : w o n k y -s t e p e ai campioni vocali del padre del minimalismo lo spazio In un momento in cui il dubstep è solo uno dei possibili generi, le etichette che contano si fanno notare gonfiato di rumore di una stanza deserta. Goodnight Loving (The) - smarcandosi dai tag più prevedibili. Una di queste è (da sempre) la Hyperdub del DJ e teorico Kode9. L'effetto, ottenuto grazie a registrazioni effettuatte nelle Arcobaleno EP (Wild Honey, Marzo Invece che andarci di melodia o di ritmi affini alla techno, il nuovo acquisto stanze dello Stralau 68 - storica sede berlinese che ospi- 2010) Sara Abdel-Hamid punta sulla produzione. ta concerti di musica sperimentali - è di un paesaggio Ge n e r e : Co u n t r y - Fo l k La ragazza propone un album contaminato dai giochini per nerd degli amici reiterato di elettronica plasmata con field recordings, La nostrana Wild Honey ha un vero e proprio culto per i wonky, infatuati per il lo-fi a 8 bit (Idiot, R.e.s.o.l), ma non si nega nel contem- drones e loop di eventi acustici originariamente privi di Goodnight Loving di Milwaukee. Dopo aver pubblica- po alle profondità di esplorazione dubstep del capitano Nemo aka Scuba significato. to la versione europea del loro ultimo omonimo album, (Yoshimitzu: sogno e distopia bladerunneriani). In più, grazie all'amore per le Suddiviso come Different Days in tre parti, s6t8r de- portati in tour e curato la distribuzione in patria, ecco Roland, si anima con le istanze house old school (They Are All Losing The War), dica la prima a drones e microvariazioni armoniche, la un nuovo EP dalla lussuosa veste grafica: un 12 pollici si scontra con il canone dei laser superimposto dalla label (Heston) e non seconda a fluttuazioni e rimbalzi e la terza al dispiegarsi stampato su un lato solo e serigrafato sul secondo in cui resiste alla prova di contaminazione con ritmiche che ricordano l'uptempo/ di fonti sonore che finalmente elicitano il loro referente, i ragazzi del mid-west virano leggermente dai luccichii baile di M.I.A. filtrato dalle visioni di Zomby (Psoriasis), per concludere con una nostalgia ereditata dai che sia soffio di un vento che filtra dalla finestra o, rumo- pop dei precedenti dischi per concedersi una pausa più Crystal Castles mescolati a Kavinsky (Video Delays). re dei treni della metropolitana. intima. Che il suono di Londra sia un continuum lo sapevamo ma che una ragazza potesse uscirsene con un trat- Trecento copie in tutto e un cartonato impeccabile per Prova ne sono il folk in levare di 4&3 ed il country placi- tato così complesso di ritmiche e di spensieratezza elegantemente misurate, proprio non ce l'aspettavamo. un progetto che riesce ad equilibrare estremo rigo- do di You'll Own My Heart, cui si aggiungono le fascinazio- Un concentrato di idee e di savoir faire musicale inusitati. Primo disco dell'anno per chi scrive.(7.5/10) re formale con mobilità ed emotività di stampo ritmi- ni western di Sweet Clover e quelle byrdsiane di Pinalope, Marco Braggion co.(6.6/10) il pezzo più struggente. Una gustosa parentesi prima del Sara Bracco prossimo full-lenght.(7.1/10) Andrea Napoli Goldfrapp - Head First (EMI, Marzo In pratica l'impazienza di chitarra e batteria e la corali- stanze tra sé e tutto il resto e quindi definisca il Frigieri 2010) - Plastic Beach tà anthemica degli Arcade Fire talvolta ulteriormente (l'uomo prima che l'artista) come sensibilità disallineata, Ge n e r e : d a n c e p o p (Parlophone, Marzo 2010) infiammate da incandescenze elettriche o facilitate da (e quindi) viva. Col quarto album i Goldfrapp finalmente portano a Ge n e r e : Hip h o p apertura di ritornelli alla meglio. Ciò che ne esce è piut- Molto più propensa al cantautorato che al rock, e non compimento la loro missione. Un percorso lineare, a Penso a quello spot che gira molto in questi giorni. Ra- tosto divertente e ben suonato, ma troppo omogeneo. solo per la veste perlopiù acustica (a proposito, molto ben vedere, che forse solo oggi è possibile scorgere con gazzi neanche trentenni appollaiati su un cartellone pub- Meglio prenderli per singoli episodi allora (Things, Skip belli gli interventi al flauto di Max Marmiroli e all'organo assoluta chiarezza. Felt Mountain fu un esordio formi- blicitario. A non fare un cazzo e canticchiare una can- The Youth) o sperare che al quarto disco provino a stu- di Federico Barbieri). Se avverti un po' del piglio Gior- dabile, eppure messo in prospettiva sembra un episodio zoncina di enorme successo. Trattasi di Clint Eastwood, il pirsi, e a stupirci.(6.4/10) gio Canali (soprattutto nella title track e Le disgrazie), occasionale nella carriera del duo: quel ricercare sugge- primo grande successo dei Gorillaz. Situazione perfetta. Luca Barachetti a prevalere è però un incedere narrativo vicino al mi- stioni oblique tra barbagli cinematici malfermi, così come Emblematica. Grandi investimenti, disinvoltura prossima glior Vecchioni o se preferite a un Guccini più asciutto, il calore differito dell'aura emotiva, rappresentarono un all'indolenza, l'atteggiamen- Giancarlo Frigieri - Chi ha scomodando altrove il Gaber più lirico (nella trepida tentativo (riuscito) di scavare un pertugio sofisticato nel to scafato di chi non ha rubato le strade ai bambini? L'ipotesi) ed il De Gregori arguto (Colleghi). Per non pop di largo consumo, gratificando allo stesso tempo i bisogno di entusiasmarsi (Autoprodotto, Marzo 2010) scordare l'immancabile De André (palpabile in Canzone neuroni più scafati e quelli un tanto al chilo, con una di- troppo, ché ci pensa l'or- Ge n e r e : f o l k a u t o r a l e del 9 novembre) e fermi restando i rimandi al folk d'oltre- sinvoltura che parve francamente straordinaria. ganizzazione a mettere in Non ha perso tempo Giancarlo Frigieri a dare un oceano (particelle Steve Wynn e in La vita Nei lavori seguenti è accaduto però uno sputtanamento piedi i giusti canali. E poi, in seguito alla svolta in italiano de L'età della ragione. che ti ha scelto). progressivo a base di glam danzereccio e ballate scirop- ogni caso, sbattersi non fa Tanti anni ci sono voluti per decidere quel passo da lui Disco fieramente, lucidamente, sprezzantemente ob- pose, sostenuto da un sempre più accurato e screanzato troppa differenza. ritenuto difficilissimo, tanto urgente sembra oggi la vo- soleto. Che l'autore ha provveduto a stampare anche impiego del look, sorta di anello mancante tra le pose di I Gorillaz nenache esisto- glia di dare voce al mix di sentimenti che gli si agitano in formato vinile 180 grammi. Più o meno imperdibi- (a proposito: in copertina la somiglianza tra no davvero. Sono cartoon. E giocano. Come anche - e dentro, come se avesse finalmente trovato il codice più le.(7.4/10) Alison e la Ciccone è sconcertante) e l'ultra-glamour di soprattutto - in quest'ultimo disco: tra hip-hop e soul efficace o forse quello più giusto. C'è uno sgomento ar- Stefano Solventi Lady Gaga. Con Head First, infine, tutto si compie: sonnolento, slackerismi nineties e pop-psych da super- rabbiato, c'è sarcasmo disarmante, c'è il bisogno di re- canzoni che sembrano schizzare fuori da una capsula mercato, elettro-funk e tentazioni house, guarnizioni cuperare poesia attraverso il pessimismo, l'amarezza, lo Gilles Aubry - s6t8r (Winds del tempo dove qualcuno ha voluto shackerare gli eigh- kitsch anni ottanta e certi curiosi rimandi alle traiettorie sdegno. Soprattutto, c'è il bisogno di cantare come atto Measure Recondings, Luglio 2009) ties ipotizzati da Abba e Moroder, i vezzi a perdere cosmic-disco dei seventies. è un gioco da professioni- improcrastinabile, meno liberatorio che accusatorio, più Ge n e r e : elettronica di piccoli calibri dimenticati tipo gli Industry e quelli sti. Non si bada a spese. Nel singolo Stylo ci sono Mos cerebrale che viscerale, come gesto che stabilisca le di- Sulla scia del monumentale Different Trains di Steve stra-ruffiani dei Van Halen col synth. Il risultato è una Def ed il vecchio, glorioso Bobby Womack. Nel pa-

52 53 sticciaccio laser-disco-punk di Glitter Freeze c'è Mark E chie, nel delineare i primi piani delle tastiere e nel creare voce meno nasale e il chitarrismo, pur restando piace- ci TV On The Radio (Kyp Malone, Jaleel Bunton) e Smith. Nell'esotismo posticcio della title track ci sono e trattare, laddietro, dietro gli angoli delle strutture, gli volmente slabbrato, diventa più essenziale. soprattutto Dave Sitek (amico fin dagli esordi e anche quei mattacchioni di Mick Jones e Paul Simonon. In spazi delle voci (Highlight). Segno che la misura resta una dote da cui è impossibile producer del lavoro), approda all'esordio firmando una Some Kind of Nature chiamano addirittura a Manca però la permanenza, dentro ai padiglioni auricola- prescindere.(5.5/10) musica atmosferica molto vicina ai colori di una Bat For fare il robottino di plastica in una ballatina tanto arguta ri, degli otto pezzi di Pumps. Non si può dire che qual- Diego Ballani Lashes o meglio di una Bjork, influenza primaria per quanto insulsa. E non vi ho detto dei De La Soul, degli cuno rimanga tatuato nei neuroni, semmai vi vaga un po' questo genere. svedesi Little Dragon, di Gruff Rhys già Super Furry e poi si spegne. Colpa (o intenzione) forse contenuta High Places - High Places vs. The Magician's Private Library oscilla tra indie Animals. nell'avvicendarsi dei brani, che sembrano incastrarsi tra Mankind (Thrill Jockey, Aprile pop atmosferico, numeri psych debitori ai Pink Floyd Più che un disco è una SPA. Una multinazionale post- loro e puntare più all'effetto di insieme. Ma, di scala in 2010) (Joints), d'annata, melodie XTC-iane (il già moderna del suono pop. Prima di sfornare un prodotto scala, neanche il contenente ha la capacità di far memo- Ge n e r e : Me t a p o p citato Joints), il tutto colorato dalla mano onnipresente fa ricerche di mercato. Nel caso specifico, meno Londra rizzare il contenuto. Resta un'impressione di poliritmo Ciò che colpisce del sophomore degli High Places è il di Sitek che arricchisce il suono di sfumature pur senza e più America. Comunque è tutto un sintetizzare gusti marziano (non lontano dai Black Dice), non a caso il salto di qualità di un progetto già nato sotto i riflettori appesantirlo. Un esordio interessante.(7/10) tirando righe traverse per poi cantarci sopra, con quei collante della conclusiva Mind Eraser - con echi di voce della critica specializzata di mezzo mondo. Nello splendi- Teresa Greco modi da upperclass afroamericana supercool che non alla Throbbing Gristle. Una spersonalizzazione, in una do High Places vs. Mankind i suoi protagonisti sono deve urlare perché basta metterla giù svaccati sul divano. parola. Ma non è detto che sia l'ultima parola.(6/10) passati da un approccio dominato dall'elettronica bric a Ilaria Pastore - Nel mio disordine Ed è una tracklist che si commenta in modalità Sanremo. Gaspare Caliri brac di Animal Collective e Black Dice a un matu- (Totally Unnecessary Records, Tutta roba già fatta anni prima e riproposta come se fos- ro guitar sound, un nuovo livello in scrittura alla giusta Febbraio 2010) se l'ultima edizione di. I Gorillaz sono gli U2 per la massa Happy Birthday - Happy Birthday distanza da certa oscurità Ottanta, e soprattutto la vo- Ge n e r e : f o l k -p o p generazionale successiva che su Mtv il rock non glielo (Sub Pop, Marzo 2010) glia di melodie cristalline di Una Cristina Donà jazz, la Consoli più elegante, il folk hanno passato più. C'è fascino comunque e sempre nel Ge n e r e : Al t e r n a t i v e stampo 4AD. bucolico dell'ultimo Moltheni. Ilaria Pastore sta esatta- Damon maliconico eterno ragazzo fuori dai giochi. Nei La Sub Pop è un'etichetta che sta cambiando pelle. Pas- Come per l'esordio, i bra- mente in mezzo, con una proposta che lavora per sottra- suoi occhi: il ragazzo Novanta che nei Duemila ha capito sata in secondo piano la cotta per la formula alt.country ni scorrono sicuri lungo le zione, prediligendo una musica d'autore ordinata, dagli tutto e si sente mica tanto bene.(7/10) che ne ha caratterizzato le produzioni recenti, è tempo linee (leggi le tape) psych- arrangiamenti sobri e naturalmente predisposta al vir- Stefano Solventi di guardare altrove. Meglio se al passato. Così, fedele a esotiche - e a tratti dub tuosismo vocale. Insomma, il "disordine" del titolo è solo quel corollario della legge dell'entropia che afferma che - dell'esordio, con la diffe- supposto perché tutto quadra in questo esordio a cui Growing - Pumps (Vice Records, nel pop nulla si crea e nulla si distrugge, l'abbiamo vista renza che sopra di esse si collabora in veste di arrangiatore e produttore il collega Aprile 2010) rinfrescare la propria estetica con il noise degli AFCGT, poggiano i refrain wavey d'etichetta Gipo Gurrado, in arte Nolan. Dall'intimi- Ge n e r e : industrial gli abboccamenti grunge dei No Age e il lo-fi di Dum della chitarra di Barber e il canto dreamy - o pop tout smo di Addosso alle declinazioni sudamericane di Miele, La transizione che è avvenuta in seno ai Growing è or- Dum Girls e Male Bonding. court - di un'incantevole Pearson. Ed è proprio come dalle basi dispari di Fermo immagine al pop di La chiamano mai del tutto compiuta. In Pumps troviamo un suono se il combo volesse porsi a contraltare ideale del meta- notte. elettronico industriale volutamente datato e del tutto Adesso è la volta dei celebratissimi Happy Birthday, pop dei compagni d'etichetta Pit Er Pat. Stesso fascino Manca un po' di coraggio. Per andare oltre l'opera tec- incentrato sull'ossatura ritmica delle batterie elettroni- il cui noise pop si inserisce perfettamente in quella ri- e qualità per obbiettivi differenti, con il duo a puntare nico-compilativa, evitare l'effetto piano-bar e approdare che e sull'interazione (sempre ritmica) delle punteggia- scoperta del sound dei primi 90s che pareva inevitabile al cuore di una personale missione sonica: una morbi- a una dimensione musicale peculiare lontana dalle solite ture create dalle tastiere. Un sound che ricorda tanto i dopo quasi un decennio di 80s revival. L'incipit di Girl FM da lievitazione dagli smalti appena ingialliti, una maniera confezioni pop-melodiche.(6.4/10) pionieri dell'EBM (Pankow su tutti, sin dall'inziale Short farà subito girare la testa ai nostalgici di quel pop sbi- escapista, afosa e senza nostalgie sotto la quale si balla Fabrizio Zampighi Circuit) quanto i Krafwerk - i primi Ralf & Florian, rara- lenco che una ventina d'anni fa era patrimonio di gruppi anziché no. mente, (Drone Burger), ma squisitamente perdenti come Superchunk e Archers Nelle loro parole, se il precedente sforzo era tutto bel- Jaguar Love - Holograms Jams (Fat spesso quelli più tardivi. Of Loaf. Chitarre che incespicano, ritmiche spezzate, lezza e crescita, il presente si focalizza sul concetto di Possum, Aprile 2010) Strutture e timbri che han- spasmi rumoristici e slackness di fondo: tutte cose che essere umano e sull'interazione. Massimi sistemi per una Ge n e r e : s y n t h -w a v e no molto di fantascienza scalderanno il cuore a chi (come il sottoscritto) è cre- collezione di tracce facili, ricchissime di spunti e meglio Restano in due i Jaguar Love. Per chi si fosse perso la vintage (ma di derivazione sciuto a pane e Pavement. di ogni altra cosa, potenti. (7.3/10) puntata precedente (Take Me To The Sea di un paio di anni '80), e non si spingono mol- Purtroppo, con lo scorrere dei pezzi, si fa strada la fasti- Edoardo Bridda fa) la defezione riguarda il batterista Jay Clark, così che to in là rispetto ai due ri- diosa impressione che Kyle Thomas e compagni amino ormai la sigla è roba degli ex Blood Brothers Cody ferimenti citati (forse solo unire questi elementi ad un'inopportuna passione per Holly Miranda - The Magician's Votolato e Johnny Whitney. E se possibile i due riescono nello step di Challenger ar- certo stucchevole pop dei 70s, roba alla 10cc per inten- Private Library (XL, Marzo 2010) a fare anche peggio di quel disco, già piuttosto brutto di rivano a intraprendere un derci, ovvero quella parte di storia del pop che neanche Ge n e r e : d r e a m p o p suo. dialogo verso altri pilastri, vedi Mark Pritchard). Ma il tempo è riuscito a nobilitare. Un connubio capace di Holly Miranda bazzica l'ambiente newyorkese già da Andiamo però con ordine. Per primo le musiche: quanto di kraftwerkiano c'è anche una certa ironia o leggerezza generare strani ibridi a base di chitarre a bassa fedeltà, qualche anno. Si era fatta conoscere come opening act di più banale si possa estrarre da synth, drum machines e giocosa, nel settimo lavoro in studio dei Growing. Lo assoli tamarri e falsetti che sfiorano la parodia. per The XX, Scott Matthew, Vampire Weekend ed chitarra. Immaginate i Death From Above 1979 senza studio, a questo proposito, è una chiave fondamentale Peccato davvero, anche perché altrove il gioco funzio- era frontwoman dell'indie act The Jealous Girfriends da ironia e con un centesimo dell'impatto, impegnati in una di lettura e il risultato è un lavorio che arriva alle orec- na: succede quando le melodie si fanno più compiute, la . Ora con un piccolo aiuto da parte degli ami- synth-wave danzereccia finta e melensa. Un concentrato

54 55 di finto-spigolosità alternativa inscenato su immaginari ted. Dopo due lavori largamente apprezzati dai fan del (Oh My Love). Sono interessanti la tenacia, l'arguzia, l'ac- Non si capisce dove finisca il gioco percussivo e cominci futuribili quanto poteva esserlo la scenografia di Spa- settore, Fordlândia e Englaborn, entrambi su 4AD, che curatezza dello sforzo produttivo, il "physique du rôle", quello dronico né quali meccaniche sottili determinino zio 1999. Poi la voce. Quella di Whitney è sempre stata il compositore islandese arrivasse a pubblicare anche su quelle due voci che si scambiano i compiti nel modo più queste frequenze sonore cariche di metallo, aria e carne, particolare con quel falsetto schizoide e da castrato, ma Type era solo una questione di tempo. And In The Endless congeniale. Ma tutto suona splendidamente artefatto. è né cosa le abbia generate e rimesse in moto per sbalor- all'epoca era funzionale alle riottose aperture screamo Pause There Came The Sound Of Bees sembra essere il la- un disco che andrà bene come sottofondo nelle festic- dirci. dell'ex band. Inserita in un contesto catchy zuccherosa- voro ideale per l'etichetta di Xela. ciole per scafati. Casomai.(6/10) Phase non è un disco complesso, non ha né un luo- mente elargito per le comunity finto-ribelli post-MTV, si Trattasi in pratica della colonna sonora del film di ani- Stefano Solventi go d'origine, né un tempo se non quello raffermo e gri- trasforma in un'arma di devastazione di massa. Roba da mazione intitolato Varmints, diretto nel 2008 da Marc giastro della percorrenza statica, ma sono proprio gli orchite immediata e senza possibilità di fuga. Forse c'è Craste, quindi cronologicamente parliamo di materiale John Zorn - In Search of the elementi imperituri del materiale - così come la forma un intento ironico dietro tutto ciò, ma se così fosse non antecedente a Fordlândia, che dopo una primissima ti- Miraculous (Tzadik, Febbraio 2010) ottusamente chiusa su se stessa - a renderlo un lavoro l'abbiamo colto.(4.5/10) ratura limitata per il tour americano, viene ora proposto Ge n e r e : r o m a n t i c Zo r n / j a z z importante. Stefano Pifferi al grande pubblico sull'eti- è dallo scorso anno che ci ripetiamo su Mr. JZ: sempli- Non è musica che richiede attenzione. è piuttosto un chetta britannica. Come cemente perché è l'uomo a ripetersi. Torna così il trio luogo, introiettato e passivo, che fa di quel luogo più va- Jahcoozi - Barefoot Wanderer tutte le colonne sonore, di Alhambra Love Songs, potenziato dal vibrafono sto e dinamico che è la vita, il suo vascello naufragato ma (BPitch Control, Aprile 2010) anche quelle più riuscite, si di Kenny Wollesen e dal basso di Shanir Blumen- fluttuante.(7.2/10) Ge n e r e : d u b m i n i m a l avverte sempre la mancan- kranz. Ed è ancora lo Zorn romantico e cinematico: jazz Salvatore Borrelli Gli Jahcoozi sono Sasha Perera (cingalese di Londra), za delle immagini. Il sinfoni- da camera e saliscendi di sapore minimalista - nel senso Robert "Robot" Koch (berlinese) e Oren Gerlitz (nato smo si fa per forza di cose, del Philip Glass meno avant - per piano e percussioni. José James - Blackmagic a Tel Aviv). Sasha è la voce - ma anche l'immagine - del astratto e descrittivo, alla I pezzi sono piacevoli, ma è davvero scocciante senti- (Brownswood, Febbraio 2010) gruppo; Robot e Oren si occupano delle basi, produzioni ricerca perenne di un sen- re ancora autocitazioni che sempre più hanno il sapore Ge n e r e : s o u l -j a z z e basso elettrico rispettivamente. La loro fortuna è stata so da dare al tutto, ma Johannson si dimostra assai più dell'autoriciclo: Sacred Dance sembra una outtake da In- Una serie di 12" e di collaborazioni eterogenee (Base- piacere a John Peel, che nel 2003 mise il loro debut EP abile e colto degli altri compositori da etichetta "indie". vitation To A Suicide (2002). Il disco si salva grazie alla ment Jaxx, Gilles Peterson, Jazzanova, Flying Lo- Fish tra le sue cose preferite del momento. Con tutto Non ha paura di misurarsi con i massimi esempi. Si respi- bravura di Bob Burger (agli acquarelli pianistici Affirma- tus) ne hanno segnalato il nome; il debutto The Drea- l'hype che ne era potuto seguire. Il primo album, Pure ra l'aria del Prokofiev di Ejsenstejn nei frangenti più tion, Hymn for a New Millenium e Journey for the Magicians) mer ne ha fatto un singer coccolato dai festival e dalle Breed Mongrelera (2005), era ottimo, una miscela mol- tesi (Escape, Siren Song), così come il romanticismo clas- e al pezzo principale della raccolta, The Magus, lunga dis- riviste jazz USA (per alcuni, tra i migliori dischi del 2008). to ben studiata di dub, ragga, pop (un pezzo ammiccava a sico dei Debussy e dei Gorecki (Entering The City, The sertazione fusion-prog su un tema in controtempo. Il newyorkese José James unisce la tradizione del soul All That She Wants), breakbit ed elettronica minimale. Gift). Si avverte anche il piglio islandese, quello magico Zorn il miracolo l'ha già e del jazz con l'appeal della nowness produttiva tra nu- e Questo terzo album, pubblicato dalla label di Ellen Al- e ghiacciato dei Sigur Ros (Rainwater, Pods) e la com- fatto, brevettando una ma- hip hop, ama John Coltrane, guarda a Marvin Gaye e lien, asciuga al massimo il loro stile, cosa potenzialmen- posizione sinfonica si traduce nell'estetica più contem- niera che è riconoscibile, allo Gil Scott-Heron degli anni Ottanta. La critica lo te molto interessante (nonché volano assicurato per una poranea attraverso l'elettronica agli ultravioletti di Tim accessibile e - formalmente ha paragonato spesso a D'Angelo, ma il nostro sem- pletora di rmx), ma registra pure un abbassamento della Hecker (City Building). Un lavoro suggestivo.(7/10) - sempre di qualità. Ma se bra molto meno incline allo sdilinquimento vocale e più qualità sotto il profilo compositivo. Tra numeri sexy e Antonello Comunale per adesso, nella aurea me- classic-sided. catchy e feat ragga tutti abbastanza già sentiti, il punto diocritas su cui si è como- Un pugno di pezzi vellutati ed eleganti (Touch, Save Your più basso lo si tocca con l'inciso di tastierazze di Close John & Jehn - Time For The Devil damente appollaiato, l'oro Love For Me), ibridi costruiti con intelligenza (lo step-jazz to Me, una sbracata imperdonabile. Peccato, perché un (Naive, Marzo 2010) e la mediocrità si bilancia- di Warrior) e le tre produzioni firmate Flying Lotus (la due-tre pezzi tra quelli più intimisti - rarefatti tappeti Ge n e r e : w a v e p o p no ancora piuttosto bene, dilliana intro, Made For Love e la titletrack), non riescono elettronici stesi a uso esclusivo della bella voce di Sasha - Secondo album per questa coppia di parigini domiciliati a niente esclude che nel futuro il secondo termine possa però a fugare del tutto l'impressione che tiri una certa sono davvero interessanti (Zoom In Fantasize, Barricated) Londra dove più e meglio possono sfogare l'estro post- mettere in ombra il primo.(6.4/10) aria di autoindulgenza e che sul piano compositivo - la e anche il rappato di un ospite di lusso come M. Sayyd wave, mantenedo altresì un atteggiamento da poseur che Gabriele Marino confezione è impeccabile - sia possibile fare di più. José ha degli Anti-Pop Consortium (influenza tra le più sban- non guasta. La formula sonora è piuttosto variegata, per i numeri giusti - piglio, voce, cura del dettaglio - per farlo. dierate dal gruppo berlinese d'adozione) risulta molto non dire slegata, frutto evidente di un calcolo che tenta Jon Mueller/Jason Kahn - Phase In coda, un remix by Joy Orbison che guarda alla old riuscito.(6.3/10) la quadratura tra citazione cool ed immediatezza raffina- (Fss, Marzo 2010) skool house, divertente ma un po' fuori luogo.(6.9/10) Gabriele Marino ta. Lo senti da come ondeggia tra evidenti richiami Joy Ge n e r e : Bl a c k d r o n i n g Gabriele Marino Division-New Order (Shy) e capricci errebì (una Vam- Jason Kahn, conosciuto ai più come musicista riduttivo Johann Johannsson - And In The pire che manda in cortocircuito la Whinehouse e Sioux- (usa dei piatti percossi filtrati pesantemente con max/ Josiah Wolf - Jet Lag (, Endless Pause There Came The sie), enfasi Echo & The Bunnymen con additivi Franz msp), è anche installatore e performer; Jon Mueller, Marzo 2010) Sound Of Bees (Type Records, Ferdinand (London Town) e casomai - perché no? - un batterista sui generis ma comunque non quanto il Kahn, Ge n e r e : indie p o p Marzo 2010) retrogusto Arcade Fire (la title track, Down Our Stre- ha pure lui il vizietto dell'elettroacustica e dell'improv- L'Anticon punta ancora sul suo lato pop. Josiah è il fra- Ge n e r e : c l a s s i c a s o u n d t r a c k ets), stemperando al bisogno melodie Smiths col brio visazione radicale. Che prima o poi i due musicisti col- tello maggiore del più famoso Yoni e il batterista dei suoi Johannsson è l'ultimo dei maestri della classica contem- balzano Julian Cope (And We Run) oppure ammiccando laborassero insieme esprimedosi nel modo più radicale WHY?. Piccoli feat su alcuni dischi del giro, la co-pro- poranea approdato al circuito delle etichette rock orien- certa wave nera come avrebbe potuto il primo Prince possibile, un po' ce l'aspettavamo. duzione di un EP dei , il debutto solista

56 57 highlight judA - Malelieve (Il verso del suburbana, eppure l'accorata semplcità di alcune delle cinghiale, Aprile 2010) composizioni scansano ogni cinismo e mettono da parte MGMT - Congratulations (Sony BMG Music Entertainment, Aprile Ge n e r e : r o c k l'ennesima speculazione sul "come sarebbe stata" la sua 2010) Esistono dischi totalmente emo senza possedere una vita se quel disco su major fosse uscito veramente come Ge n e r e : Sixties p s y c h p o p nota riconducibile all'emo. Malelieve, comeback dei doveva ecc. I cocci di quell'altrimenti sono solamente Tra le giovani e attesissime promesse pop, a pari merito coi Vampire Weekend che hanno bissato non judA, ne è perfetto esempio. Grunge-rock psichedelico stati spazzati sotto il letto eppure negare a episodi come senza qualche critica lo scorso gennaio, arrivano ora gli MGMT, altro combo in vacanza permanente che si definisce il giovane trio, ma forse si va solo di coordi- Why Can't We Love Each Other e I Picked You Up la loro ha deciso peraltro di promuovere il sophomore con le medesime strategie dei newyorchesi (e non solo): nata generica per inquadrare un suono che fa del pathos bellezza sarebbe stupido e disonesto. D'altro canto, an- metterlo in ascolto gratuito sui propri canali ufficiali. e della struggente evocazione emotiva la sua forza, met- che in mero songwriting i numeri ci sono (Faith In Our Congratulations è innanzitutto un lavoro molto differente dall'esordio e come dichiarato a inizio anno tendovi al servizio una carica strumentale non indiffe- Friends) e quindi benritrovata seconda giovinezza.(7/10) dal cantante Andrew Van Wyngarden, il duo ha voluto evitare ad ogni costo rente. Edoardo Bridda "il classico lavoro di cui si scaricano i soli singoli". Dunque a limiti dichiarati, Il cantato autoctono aiuta in questo senso, sfruttan- quand'anche sir Paul McCartney ha espresso il desiderio di lavorare con do certe caratteristiche della lirica in italiano che i tre Kalweit And The Spokes - Around loro, e appurata la natura simbiotica di un progetto comunque legato a un - Marco Antoci D'Agostino (basso/voce), Sergio Fos- The Edges (Irma Group, Febbraio produttore importante, i ragazzi puntano ad andarci sul serio in vacanza sati (chitarra) e Alberto Mangili (batteria) - piegano 2010) invece di arrivarci pieni di droghe sintetiche. sapientemente agli stilemi rock anglofoni alla Alice In Ge n e r e : r o c k Dopo Dave Friedmann, c'è un'inedito Pete Kember (che-ve-lo-dico-a-fare- Chains/Soundgarden. Ne è esempio la splendida Il Tuo Il nome Georgeanne Kalweit probabilmente non dirà Spacemen 3) a tenere le redini. Ed è come ascoltare un'altra band che Male, lunga suite rock (hard-, post-, heavy-) struggente molto alla maggior parte dei lettori, eppure l'artista di contrariamente a quanto tutti s'aspettavano, con le tastiere vintage al posto e malinconicamente melodica composta di crescendo e Minneapolis ha già all'attivo una serie di collaborazioni di quelle Ottanta e le batterie vere invece delle drum machine, suona molto più friedmann-iana (e me- sbilanciamenti vuoto/pieno non banali, messi al servizio illustri con musicisti del calibro di Vinicio Capossela - lodicamente Flaming Lips) di quanto non lo fosse nella prova precedente. Un salto di qualità contro i di liriche su mali interiori, illusioni e perdite più o meno nei panni della Medusa Cha Cha Cha di Ovunque Proteggi supersingoli. Una manciata di buoni sixties pop che punta più a un compatto crescendo (spesso in con- necessarie. Il resto non è da meno nell'appoggiare tra- -, Calibro 35 - per Tutta Donna -, Arto Lindsay, Luca tagiosa euforia) che a un pronto consumo anthemico. In qualche caso i brani non bucano, eppure cadono me (semi)cantautoriali di stampo indie in metrica libera Gemma e non ultimi Delta V, a cui ha prestato la voce sempre in piedi, a partire da It's Working, giochetto psych dai contorni canori AIR per uptempo western (Trema, Invasa Da Umori A Distanza con ospite sua maestà nel nuovo millennio. è lei la Kalweit della ragione sociale, in (deliziose) stratificazioni wall of sound spectoriani; oppure nell'altro esperimento indie disco di Flash Xabier Iriondo) ad un interplay potentissimo solo appa- mentre gli Spokes rispondono al nome di Leziero Re- Delirium che da un crooning e glamour Bowie-ano sale fino a un'incontrollabile (quanto altrettanto riusci- rentemente di matrice post-rock alla (l'alter- scigno e Giovanni Calella, rispettivamente musicista ta) schizofrenia arrangiativa. nanza restrain/release e la compattezza delle chitarre), negli Amour Fou e produttore. A catturare in toto troviamo le surfate per tastierina fantasmatica e il bridge jingle jangle di Song for Dan ma in grado di slanci post-core apocalittici alla Neurosis Base lombarda per una band interessata a tutt'altre at- Treacy, mentre in scrittura piace tutta la seconda parte dell'album dallo psych folk di I Found A Whistle (che come di intricate e cerebrali costruzioni strumentali. mosfere, visto che in questo disco si parla di America e tenta il colpaccio ruffiano riuscendoci quasi) all'apparente semplicità à la Kings Of Convenience di Bravi i judA, autori di un disco sentito, schietto, non arty- dintorni. Un mondo sospeso tra la cowboy-psichedelia (in verità è un collage di almeno tre canzoni dagli smalti country pop per 12 minuti) e alla fatto. Bravi soprattutto per intendere la musica come una di Curtains e il crooning di New York Movie, il roots di Ice ballatona confidenziale Congratulations. passione da non svendere al primo che passa. Si chieda Man e il folk della title track, il blues di The Whore e il Infine, a tagliare trasversalmente una collezione di canzoni ognuna con una propria vita autonoma, c'è lo all'Hollywood cosa ne pensano in proposito.(7/10) rock di Guns Are Back. Un caleidoscopio di generi che spettro degli accenni musical delle citate Song For Dan Treacy (Rocky Horror?) e (Grease?), Stefano Pifferi può vantare sicurezza, fascino e quel po' di mestiere che aspetti di kitcheria controllata che portano a quella Brian Eno che altro non è che un'adorabile operetta deriva dal saper mettere a frutto un lungo percorso di rockabilly glam. Un tracklist solida come una quercia.(7.5/10) Juliana Hatfield - Peace and Love esperienze professionali. Nel classico disco dagli equilibri Edoardo Bridda (Ye Olde, Febbraio 2010) impeccabili e la scrittura rassicurante.(6.8/10) Ge n e r e : s o n g w r i t i n g Fabrizio Zampighi Sono passati due anni da How to Walk Away e la Ha- tfield sembra esserne uscita. Ha accettato la perdita di Kazumasa Hashimoto - con un EP lo-fi nel 2003 e adesso l'album, registrato nel Yule (That Kind of Man). La voce di Josiah, e lui stesso lo quell'uomo e se n'è fatta una ragione, o perlomeno, ab- Strangeness (Noble, Marzo 2010) 2008 in solitario ritiro campestre. ammette, è poco educata al canto, sempre un po' trat- bandonando l'impianto folk-rock di quella prova per un Ge n e r e : El e t t r o n i c a l o u n g e Il legame con la band madre si sente ed è forte, siamo tenuta e stonata, ma questo poco importa. Importa di set acustico, torna sul luogo del delitto facendone anco- Ekkehard Ehlers, che di fiuto ne ha, con l'antologia sempre in ambito indie pop e con le percussioni intonate più che, per quanto tutto sia ben fatto, è anche tutto un ra una volta metafora. La metafora di come una ragazza Childish Music, coinvolse anche Kazumasa Hashimoto (marimba) a farla da padrone, ma qui emerge - giocofor- po' troppo ripetitivo e, alla fine, poco personale: e in un affronta i malanni dell'amore di coppia con la differenza nel rango della freakerie eletronique, elevandolo a cadet- za? - una vena più cantautoriale e folkie (particolarmente campo così inflazionato, questo non è certo un dettaglio che qui a spuntarla è la filosofia. to di una preziosa promessa. evidente in alcuni dei pezzi migliori come Skull in the trascurabile.(5.6/10) L'autobiografia del 2008 deve averle giovato: l'inedita se- Alla sesta prova su lunga distanza, il "naive sounds" di Ice). Una vena agrodolce, dettata dalle vicende perso- Gabriele Marino renità di Peace And Love ce la restituisce agrodolce, Hashimoto, da minimalismo texture-elettronico trasbor- nali che fanno da sfondo al disco (la fine di una storia eternamente Novanta e nondimeno in ritrovata forma. da a canzononcina-lounge, cancellando vistosamente una d'amore durata undici anni), che in certi pezzi può ricor- Sarà un album con il grande difetto dell'ennesimo giro serie di dettagli e microprocessing elettronici. L'avevamo dare anche i Velvet Underground del periodo Doug in giostra post-Lemonheads-grunger-Gilmore-girl- lasciato con Tokyo Sonatas, che accompagnava l'ultimo

58 59 rarefatto film di Kiyoshi Kurosawa, ed il capitombolo immediatamente quando l'autore dell'articolo ci tiene a highlight all'indietro, si avverte, nel senso generale di un'assenza di mettere in chiaro che la copertina dell'esordio dei danesi dettagli e novità. è dello stesso grafico dei canadesi più famosi del rock. Mulatu Astatke - Mulatu Steps Ahead (Strut Records, Aprile 2010) Sia chiaro, le traccie sono ganze, l'architettura pop tiene Emuli sembrano e emuli sono. A distanza di tre anni Ge n e r e : e t n o -j a z z e regge, ma il tutto è oggettivamente intaccato dall'acca- da quel lavoro siamo ancora a rintoccare campanellini A giudicare dal titolo dato a quanto segue l'acclamato e splendido Inspiration Information, penseresti a un nimento quasi morboso di azzardare il tributo definitivo e soprattutto campane e campanacci su un canovaccio lavoro estremista. All'enfasi posta sul lato più sperimentale della felicissima ai vestali pop. In tal senso, Strangess cade irreparabilmen- orchestral wave folk rock ad alto tasso di emozione e collaborazione del maestro etiope - qui replicata - con gli Heliocentrics te in un salto all'indietro, s'ingolfa in arrangiamenti stuc- sentimenti assortiti. L'orecchio più attento scorgerà la e la Either/Orchestra. Non è così, e in tal senso l'iniziale Radcliffe rappre- chevoli e pesanti, e finisce per somigliare all'ennesimo piega nella voce di Thomas Fagerlund. è senta un bluff d'eccezione, col suo gassoso veleggiare che s'inquieta sopra tentativo da copisteria tardo-revival. un tocco dreamy che fa bene a una formula che sa anco- trombe davisiane e sofisticate trame di percussioni e piano. Basterebbe da Hashimoto non sta alla musica pop come Arto Lin- ra pesantemente di presa in prestito, specie se coetanei solo a consigliare l'acquisto, non vi fossero sparsi a piene mani il coraggio e dsay sta a quella brasiliana, e poiché siamo abituati dai più influenti comeGet Well Soon stanno già girando il l'onestà intellettuale di non ripetersi, pur in un momento di impressionante giapponesi al costante isolazionismo-straniamento, ci ri- timone in direzioni differenti. lucidità artistica. sulta difficile digerire un ennesimo disco cover alla Ste- Come per gli americani Eagle*Seagull (pure loro fre- Mulatu Steps Ahead prende così le mosse dagli stessi presupposti del prede- reolab. Per non parlare dell'ultima traccia, 20 minuti di schi di sophomore) era prevedibile che il cosiddetto cessore ma, stilisticamente, aggira le secche della ripetitività; rimane sé stesso nel momento preciso in cui piano, che esulano completamente dalle atmosfere del Canadian Pop venisse emulato a destra e manca fuori mostra venature più solari, come potevano nondimeno intenderle il modello e l'inquieto disco. Dispensabile.(5/10) dai confini patri. Sarà ricordato come un prodotto tipico pioniere del meticciato Charles Mingus. Sta lì il senso di quel "passo avanti" di cui sopra: in una Green Salvatore Borrelli anni zero, proprio come il post-rock fu per i Novanta, e Africa che maneggia bordate di ottoni e un violino africaneggiante solo per aprirsi allo swing, quello stesso acquisizioni di format come queste fanno capire che è cui Ethio Blues si abbandona totalmente. Nella fusione di jazz e radici che incarna la cifra dell'uomo, di Ken Camden - Lethargy & ora di voltare pagina. Da qui in poi sarà soltanto manie- un'attualità da lasciare sbalorditi e lo stesso per la disinvoltura con cui viene riadattata. Se infatti la bre- Repercussion (Kranky, Aprile 2010) ra.(6/10) ve Assosa respira in modo classico, I Faram Gami I Faram, Mulatu's Mood e The Way To Nice sorprendono Ge n e r e : c h i t a r r a a v a n t g a r d e Edoardo Bridda con sensuale ma ruvida latinità. L'operazione di Ken Camden, debuttante neo acqui- Gli spigoli sono smussati senza smarrire verve, anzi trattenendo un'attenzione al dettaglio e all'intarsio sto di casa Kranky, non è poi molto distante da quella Knife (The) - Tomorrow, In a Year che rivela più della facciata. Mentre si indaga un romanticismo tenue e antico in Motherland, con una mos- recentemente messa in essere da Geoff Mullen, ovve- (Rabid, Gennaio 2010) sa che la dice lunga sull'intenzionalità del gesto, il brano più sperimentale - la glassa sospesa Derashe - è ro sperimentalismo chitarristico che gioca di sponda tra Ge n e r e : e l e c t r o -o p e r a "confinato" a bonus digitale. Il momento critico nella carriera di un artista è il seguito a un capolavoro. Una le vibrazioni kraut, le scale orientali e l'appeal cosmico- Nel centocinquantesimo anniversario della pubblicazio- regola che, evidentemente, non vale per chiunque.(7.5/10) elettronico di chiara ascendenza frippertronics. Qui c'è ne, gli electro-dancer svedesi Olof e Giancarlo Turra meno metodo e molta più improvvisazione. celebrano Darwin e il suo rivoluzionario L'origine della La stesso dettaglio non secondario che tutto il disco specie raccogliendo una commissione della compagnia o quasi (fa eccezione la traccia finale Jupiter) sia stato teatrale danese Hotel Pro Forma. registrato in presa diretta, senza l'uso di sovra-incisio- Ne viene fuori una electro-opera della durata di un'ora Jonathan Johansson, l'attrice Lærke Winther Andersen, la il lavoro sembra davvero provenire da quell'età dell'oro ni, restituisce immediatamente la fragranza cruda di un e mezza, sedici brani medio-lunghi spalmati su due dischi, stessa Karin). Nota: di recente, anche gli Sparks e Da- in cui la sound-art era ancora genere degno di un certo approccio live. Quindi il passaggio rapido dai bozzet- realizzata a sei mani col dj e produttore vid Byrne in coppia con Fatboy Slim si sono lasciati credito, regolato da leggi non scritte che tuttavia, para- ti orientali dell'iniziale Birthday al viaggio intergalattico (americano trapiantato a Berlino): tappeti che pescano tentare, in maniera molto diversa, dall'efficacia narrativa dossalmente, lasciavano che l'artista (si badi: l'artista, non della successiva Raagini Robot avviene senza soluzione tra l'elettronica di ricerca (con tanto di field recording e dall'intensità esibita propri del teatro musicale. Back to il musicista) navigasse libero nell'oceano delle sconfi- di continuità. Tutto il disco vive amabilmente su questo registrati in Amazzonia ed esperimenti onomatopeici the opera?(7/10) nate possibilità offerte dal mezzo elettronico allora da equilibrio precario ottenuto senza rifletterci due volte di come il dittico Variation of Birds e Letter to Henslow) e Gabriele Marino poco scoperto. Dunque non stupirà la disinvoltura con troppo sulle soluzioni da adottare, ma il risultato finale è l'ambient disturbata, evidente l'influenza dello splendido la quale si passa, in dodici tracce e poco più di mezz'ora, troppo poco coraggioso. spin-off di Karin a nome Fever Ray nelle atmosfere algi- Konrad Sprenger - Versprochen da innocui field recordings di treni in corsa (Freier Im Il riferimento quasi imprescindibile al raga lascia il tempo de e brumose che informano tutto il disco, solo qualche (Schoolmap Records, Novembre Wald) a drone ambient (Lethe) o di ascendenza kraut che trova. Certo, non c'è una virgola fuori posto, ma cui indizio invece della poetica più Knife-danzereccia (la mi- 2009) (Fenchel); da angosciosi reperti sonori antropomorfi prodest l'ennesimo disco che rifà il verso, senza troppo nimal techno di Seeds). Progetto interessante e rischio- Ge n e r e : So u n d Ar t (Das Helle Fell Am Hinterteil Des Hirschs) a bestiari dell'as- sforzarsi, alla magia di No Pussyfooting?(5.8/10) so, e la scommessa del duo («At first it was very difficult Seguito di un esordio discografico che lo annunciava surdo in musica (Lügner). E in tutto questo, continuare a Antonello Comunale as we really didn't know anything about opera...») si può sin dal titolo (Miniaturen, Choose Records, 2006), coltivare quella passione per l'amabile/cantando che può dire vinta, annotando però che le parti cantate in stile Versprochen torna a indagare la forma del bozzetto manifestarsi indifferentemente con uno stornello medie- Kissaway Trail - Sleep Mountain operistico (la mezzo-soprano Kristina Wahlin Momme) in musica, così come declinata dal giovane sound-artist vale (Geht Von Alleine Weg), dementi colonne sonore per (, Marzo 2010) sono proprio quelle meno riuscite, tutte molto - troppo tedesco Konrad Sprenger - anche tecnico del suono e b-movies inesistenti (Wanderheuschrecke) o musiche da Ge n e r e : Ca n a d i a n p o p - simili tra loro. I pezzi danno il meglio quando il focus è produttore già visto all'opera con Arnold Dreyblatt circo di clown ubriachi danzanti (Die Artischocke Und Die La All Music Guide ci racconta che il gruppo è frequen- concentrato sulla produzione e quando entrano in scena ed Ellen Fullman. Blaue Banane). Non male.(6.8/10) temente associato agli Arcade Fire. Dubbio che sciogli le voci "più pop" (Janine Rostron aka , Stampato in 300 vinili dalla sempre attenta Schoolmap, Vincenzo Santarcangelo

60 61 highlight Sarà che il glo-fi ci ha portato a riguardare il popca- Librarians - Present Passed ramelloso con occhio diverso, sarà che la Gomma non (Postfact, Marzo 2010) è proprio l'ultima etichetta, ma a riascoltare queste hit Ge n e r e : a r t -p o p Santo Barbaro - Mare Morto + Un giorno passo e ti libero (Skinny Jeans è stata in top 30 olandese) osannate tra gli Vengono dal West Virginia i quattro Librarians (Ryan (Ribéss Records, Marzo 2010) altri da Erol Alkann e da Mehdi ci vien voglia di scattar- Hizer, voce e chitarra; Trey Curtis, chitarra; Kyle Vass, bas- Ge n e r e : c a n z o n e d'a u t o r e ci delle polaroid, di bere Martini e di passerella. Missione so; Billy Parsons, batteria) ma è come se uscissero dal Dei Santo Barbaro emerge prima di tutto una forza comunicativa importante, che cerca tempo e spazio compiuta Piet.(6.4/10) calderone arty newyorchese, tanti e tali sono i punti di concedendo ben poco. Canzoni d'autore, le loro, distillate nelle liriche, poco inclini alla narrazione, taglia- Marco Braggion contatto con la pop oddity made in Williamsburg. In par- te come fotografie di guerre, solitudini, schiavitù appartenenti ad un futuro ticolare, stella guida dei 4 sono indubbiamente gli Ani- desolato che è già presente. Un folk illividito che nelle tonalità si accosta ai Le-Li - My Life On A Pear Tree mal Collective di Merriweather Post Pavilion, per Black Heart Procession, preferendo però trame solo apparentemente (Garrincha Dischi, Marzo 2010) quella maniera di rivestire il pop di sperimentazione o, tradizionali, in realtà allucinate da stridori Radiohead, elettriche baldorie Ge n e r e : f o l k -p o p viceversa, fornire musica sperimentale rivestita di acces- Nick Cave, nenie in soluzioni folk come le avrebbero fatte i C.S.I.. Tutti Non ci stupiremmo più di tanto se un giorno trovassi- sibilità pop. Cosa quest'ultima che in alcuni passaggi è più riferimenti fin troppo gravosi se non fosse la forza della scrittura, testuale in mo in un disco dei Le-Li una Mary Had A Little Lamb o di un riferimento (Candy Season, Wait & See) sfiorando primis, a levare i Santo Barbaro da un pantano spersonalizzante in agguato una ABC (The Alphabet Song). Non ci stupiremmo per- quasi il plagio. come non mai. ché l'immaginario che richiama il folk-pop del duo è da A scavare a fondo negli 11 pezzi di Present Passed si nota Ed è qui che entra in gioco il rimando più prossimo al gruppo, nella densità sempre profondamente legato alla dimensione infantile, la volontà di emanciparsi dal modello e così ci si ritrova lessicale dei versi come nel cantato dalla voce traballante e leggermente teatrale, quello di un Giancarlo per lo meno nella concezione generale e nell'estetica. tra i piedi frammenti di tropicalismo indie sconnesso e/o Onorato che di queste undici tracce sembra essere una sorta di padre putativo. Brani come Nero deserto, Una musica minimale, immediata, sussurrata, capace di gentile (dagli Abe Vigoda meno irruenti ai Vampire Occhi immensi (samba zoppicante sfibrato in fondo da una coda di spezzature e tonfi ritmici),Il mondo è la prodursi in filastrocche in bilico tra chitarre acustiche Weekend più riflessivi), stratificazioni ludico-infantili di patria di chi non ha dimora segnano i confini di un'espressività in cui l'essenza nuda degli animi e il bisogno e archi (Junk Girl), per un "barone rampante" in gonnella beat digitali e chitarre psych-pop, un certo barocchismo di una rinascita che restituisca ordine al caos sono contrassegnati da un forte rigore poetico e comuni- - come vorrebbe farci credere la candida copertina di mai esasperato nelle strutture delle canzoni e minime cativo. Andrea Pitinto - immalinconito e fin troppo piccino per curvature wavey dissonanti. Kid Stuff e Present Passed, le Non stupisce dunque che in questa elegante riedizione del disco (già uscito nel 2008) venga accorpata il mondo che ha attorno. due tracce che chiudono l'album, sono infatti due gioielli- da Ribéss Record una silloge di racconti intitolata Un giorno passo e ti libero. Quasi a confermare la Colori pastello, basso profilo, ma anche una pletora di ni di experimental-pop alla Brian Eno accattivanti quan- centralità della parola nell'economia del gruppo e l'importanza di una (nuova) purificazione di essa all'in- collaboratori del giro Garrincha/Trovarobato in My Life to basta per mostrare la via da intraprendere.(6.4/10) terno dell'immanente confusione dei tempi che stiamo attraversando: «e ho pensato che forse dovremmo On A Pear Tree - tra i tanti, Marcello Petruzzi, Elia Del- Stefano Pifferi solamente / abbandonarci al rumore del mare / per poi spiaggiarci sull'asfalto / come balene suicide / perché puoi la Casa, Nicola Manzan e l'accoppiata di co-autori anche uccidere la menzogna / ma è più difficile partorire la verità».(7.7/10) Alessandro Grazian/Matteo Romagnoli -, a no- Lonelady - Nerve Up ( Luca Barachetti bilitare un disco che in versione naked avrebbe forse Records, Marzo 2010) raccolto meno entusiasmi. Perché se dal punto di vista Ge n e r e : w a v e della comunicazione l'approccio soft/acustico/malinconico/ Il canto, diciamolo subito, buca le casse: di ghiaccio o english/french/pop rende, in fatto di originalità fa storcere rasposo, espettorato o caramellato, è l'affascinante pro- L'insolito clan - Non vi stimo più Gaber e Gaetano, schiudendo talvolta pertugi inebrianti un po' il naso a chi ha a che fare con produzioni sul ge- tagonista di una graffiante manciata di art song abilmente (Altipiani, Marzo 2010) con fare Vinicio Capossela (Il capo) e con ciò conce- nere dall'alba al tramonto. confezionate da Guy Fixsen dei Laika (già al lavoro Ge n e r e : f o l k j a z z dendosi apprezzabili esorcismi sonori. Tutto un teatrino Detto questo, il primo disco lungo dei Le-Li rimane con My Bloody Valentine, Pixies, Stereolab). Con la mu- A tre anni dall'esordio, da quel titolo un po' Lina Wert- di quelli che ti sembra di starci in mezzo.(7/10) un'opera godibile, oltre che un passo in avanti rispetto al sicista mancuniana che poi ci mette tutto il coraggio che müller (50enne bruno povero senza fissa dimora Stefano Solventi precedente Music Is Not For Grownups Ep. Collezione di serve, mescolando pose di oggi e di ieri senza distinzione cerca donna ricca e bella scopo matrimonio) e un parentesi musicali perfettamente oliate, ingentilite da or- di tempi e geografie. piglio fresco da cantastorie surreale, torna L'insolito clan Le Le - Le Classics (Gomma, Aprile chestrazioni raffinate, capaci di stupire in con unaLithium Throwing Muses e Bat For Lashes. Estetiche 4AD e con un'opera seconda che sottolinea l'eccezionalità di 2010) dei Nirvana trasfigurata o con unaWhich Way tutta sitar con una fluidità pari al dialogo black messo in questa band calabrese trapiantata in Romagna. In loro il Ge n e r e : El e c t r o Di s c o Po p che non sarebbe dispiaciuta al miglior George Harrison. gioco, trasfigurato anch'esso come il post punk che sen- cantautorato militante, socialmente attento e per certi Piet Parra approda su Gomma affiancato da Serge Faber- E non di meno in grado di ipotizzare con i pochi episodi tiamo uscire dalla sei corde (ma anche dai setting delle versi impegnato, è la sinopia su cui ordire arazzi acuti e gé (ex DJVT) e da Rimer London (ex Comtron). Il de- in italiano una prospettiva originale - e forse una via di drum machines) e prodotto proprio come sarebbe pia- beffardelli (Felicità, La Panda, il buono e lo sconto), talora signer/stilista/musicista olandese esprime la fascinazione fuga percorribile - per una leggerezza di tutti e di nes- ciuto al della . I Joy sornioni ma sotto sotto caustici (L'estate), il folk pervaso per gli '80 con un full lenght che raccoglie singoli ben suno.(7/10) Division di She's Not Control sono citati in If Not Now, d'aromi swing e strattonato brass-band (sentite l'irresi- noti (Disco Monster, Breakfast) e altre amenità. Il caldero- Fabrizio Zampighi il funk dei Gang Of Four riproposto in Intuition, l'epica stibile Richiamerò) intanto che soffiano spifferi etnici e ne richiama luci strobo, passi colorati al neon, Ray Ban e romantica e un poco esotica di certi Echo & The Bun- reggae (La gogna). sottofondo fashion (Ich Clack Dich) che fanno rispuntare nymen messa sottopelle a Immaterial, fino alla terra in- è un carosello sardonico che non punta il dito anzi si fa per l'ennesima volta dal cassetto la decade degli yuppies, cantata per violino e chitarra a spine staccate di Fear No carico di quanto messo alla berlina secondo la lezione di dei synth e del minimalismo di Miss Kittin. More. Quest'ultimo atto conclusivo di un album giocato

62 63 tra l'elettronico vintage Ottanta e una strutturante cita- canadese Chris Cummings, in arte Mantler. Di quelli natura. è questa la grande tensione di questi materiali: Trust In You) e un trip-hop dalle venature shoegaze - e zione chitarristica art pop mai banale e dai ritornelli insi- che dici un riassunto attitudinale del fare musica con- più che filmare elegiaci movimenti dello spazio, Behrens viceversa - sulla carta stuzzicante ma frigido negli esiti. diosi, anche se stretta tra le mura di modelli ingombranti. temporaneo: da bambino alterna gli studi classici di pia- sembra attraversato dall'idea di fotografare i rigurgiti, le Logico che vi sia tanto professionismo dell'intarsio e si Ad ogni modo, per sbilanciarci, ci sarà tempo.(6.9/10) noforte alla passione per l'eleganza pop; da grande si dà spietatezze, i gap ambientali dei luoghi che filma, cattu- viaggi su levigate stratificazioni; meno che ciò affossi i Edoardo Bridda alla scrittura e alla produzione di film nel mentre inganna rando l'ascoltatore con movimenti transitivi e la somi- brani nonostante certe intrusioni più sperimentali. Senza il tempo come dj e appassionato di rarità black. Dopo glianza di questi alle nature umane viventi (il ruscello che qualcosa, ad eccezione della straniante I Need Silence, Love Is All - Two Thousand & Ten una falsa partenza nel '94, col nuovo secolo prende a della seconda traccia che somiglia ad un vinile in loop, i si imponga sulla scrittura anonima. Così non si esce vivi Injuries (Polyvinyl Records, incidere autarchicamente, inaugurando il rapporto Tom- rumori della terza che sibilano come se catturassero un dagli anni Novanta.(5.5/10) Marzo 2010) blab nel 2002 con Sadisfaction, da dove si porgeva come missile che proviene dalle galassie). Giancarlo Turra Ge n e r e : p o p -p u n k un giovane Robert Wyatt rasserenato che scrive con Nel mezzo di questi anfratti invisibili ed ostici, ogni tanto Si giocano tutto sulla freschezza, i Love Is All. Cosa di Brian Wilson, facendosi talvolta arrangiare da Donald emerge qualche voce umana, qualche silenzio, degli strani Marvin - Hangover The Top per sé notabile, dato che il combo svedese si presenta Fagen ma stretto di manica e budget. sbalzi di pressione sonora, che ci ricordano come certi (Africantape, Aprile 2010) al pubblico del 2010 non Ne risultava un'isoletta felice non più eguagliata da Chris, suoni siano manipolati da fili, da cervelli, e come proprio Ge n e r e : n o i s e -r o c k con un esordio, né con un che in seguito ha pubblicato poco e senza guizzi prefe- in questo caso, questi cervelli non abbiano bisogno d'in- Trans Am sballoni, Devo psicotici, heavy-metal futu- sophomore, ma con una rendo sonorizzare spettacoli teatrali. Tenta un rilancio ventare musiche ma solo di tenerle in bilico perpetuo, di ribile alla Fucking Champs, strabordare di synth in terza prova. Termine tardo- con questo disco, che si è portato via tre anni di lavo- come non ci sia bisogno di strumenti, né di molto altro, overdrive, catalessi math-noise. Questo è una minima liceale che ben si presta razione e si giova di un folto cast di musicisti riguardosi per organizzare delle forme a dir poco soprendenti col parte di quel che ci offre il comeback del trio misto di all'adolescenza incallita e e della co-produzione di Jeremy Greenspan e Owen solo aiuto di Dio.(7.4/10) Montpellier: noise-rock futuribile ai suoi massimi livelli romantica cantata dal cin- Pallett. Che dire di composizioni aggraziate da cantau- Salvatore Borrelli per trasporto e applicazione con pregevole compattez- guettio punteggiato di rau- torato easy anni '70? Che sono gradevoli e tuttavia gra- za di suoni e mobilità schizofrenica di strutture a far da cedine emesso da Josephi- vate da uniformità d'atmosfere, scrittura poco incisiva e Mark Van Hoen - Where Is The Truth contorno. ne Olausson - come del resto a tutta la materia di cui un paio di scivoloni disco. Tranne per gli sprazzi d'intro- (City Centre Offices, Aprile 2010) Fred alla chitarra, Greg alla batteria e la graziosa Emilie stiamo parlando, cioè i dodici pezzi di Two Thousand spezione un po' alla Rock Bottom (Author, Crying At The Ge n e r e : s h o e g a z e -b e a t alle tastiere propongono una musica potente e screziata, & Ten Injuries. Movies, Mount Shasta), per il jazz da camera Maiden Name A volte basta consultare la carta d'identità di un musi- capace di far convivere molte anime diverse su un so- Dietro all'apparente semplicità ed essenza twee-pop e per una Fortune Smiled Again che vira Peter Gabriel cista per chiarirsi le idee. Nativo di , l'inglese strato riconoscibilmente math-noise per volumi, freneti- punk, però, c'è un tentativo apprezzabile di quadrare il in funk-pop da cameretta, la magia oggi è ordinarietà. E ti Van Hoen è cresciuto dentro quella che dalle sue parti ci cambi di passo e intrigo di strutture: passaggi neanche cerchio di abitanti vicini e lontani del genere. In Early rincresce.(6.5/10) chiamano "Black Country", l'area industriale delle Mid- tanto velatamente metal (Conan Le Bästard, Roquedor), os- Warnings e False Pretense i Nostri dimostrano di avere Giancarlo Turra lands. Un po' come gli illustri suoi maestri di Düsseldorf, sature ossessivamente reiterate da disco-bar venusiano imparato la lezione offerta loro da Vampire Weekend, Sheffield e Detroit, ha familiarizzato prestissimo a con e prog alieno (Good Radiations), tour de force strumentali come del resto in Bigger Bolder riecheggiano le indica- Marc Behrens - Sleppet (Crónica, ritmi e clangori da fabbrica, smanettando già a quindici che collidono con ritmi pestonissimi da disco demente zioni dei primissimi Strokes, pur ammorbiditi. Ci sono Marzo 2010) anni col primo synth e (senza dimenticare l'amore per i (Fear), ipervitaminizzati assalti all'arma bianca da terrori- anche tentativi di fare qualche passo (strumentale) più Ge n e r e : Fi e l d Re c o r d i n g s : si sente) abbracciando la musica elet- sti sonici doc (Au 12). Il tutto sempre ben amalgamato in là (The Birds Were Singing With All Their Might) e finte La foresta nei pressi di Nerben, i ghiacciai più giù a Nord, tronica. Che, a ben pensarci, è oramai un'etichetta che ed equilibrato, seppur sulla carta potrebbe sembrare un di corpo verso il post-punk (quasi funk-punk?) - sentite il lago di Røsskleivvatnet, la Norvegia come contenitrice contiene tutto e nulla come "rock". E infatti Mark - di ibrido stucchevole o forzato. Dust, peraltro subito riallineata con un anthem morbido, di ambienti, l'isolamento umano la cui presenza ambien- sangue misto d'India, Gia- Il conclusivo omaggio al Brian Eno obliquamente pop un refrain corale e varie ed eventuali indiepop appena tale amplifica i pensieri irrequieti del dentro, la Norvegia maica e Albione - si è fin di Here Comes The Warm Jets non passerà certo alla più ruvido. come l'avamposto sul nulla e sull'altrove. qui destreggiato facendo storia con la sua rielaborazione noisy, ma da la misura Il segreto è sempre lo stesso, essere il più appiccicosi è questo Sleppet, l'ultimo materiale della ventennale ri- di tutto un po': sintetizzan- dell'apertura mentale dei tre e di una scena francese che possibile (Kungen), al di là della parvenza di ruvidità e di cerca di Marc Behrens. Da questi lidi, neo-riduzionisti do, ricordiamo la presenza sembra aver recuperato terreno alla grande non solo sul rimandi garagisti. Ma niente oltranzismi. La ballata fina- (riduzionisti in quanto conduttori di un macrocosmo nei Seefeel; il progetto versante garage.(6.9/10) le (Take Your Time) è dichiarata intenzione di non voler esistente pronto al congelamento perenne) ci si era Locust e un contratto an- Stefano Pifferi essere intransigenti. Una chiusura sofficissima, fatta di imbattuti sia con Lionel Marchetti che con Eric La dato all'aria non per colpa arpeggi leggeri e bolle di sapone. E forse è questo che Casa. L'uno alla ricerca di fratture e discontinuità dei sua con la R&S; esperimenti Matthew Herbert - One One più ci piace, per una volta, dei Love Is All: la totale indif- luoghi, l'altro in ossessiva narrazione-catalogazione del con sonorità digitali stimati dagli Autechre; l'apprezza- (Accidental, Aprile 2010) ferenza verso l'anti-indulgenza.(6.5/10) sinfonico racchiuso nell'aperto. bile produzione per gli ex compagni di giochi Scala e i Ge n e r e : (Wh i t e ) So u l Po p Gaspare Caliri Marc Berhens sembra invece interessato all'aperto come teneri Mojave 3. Consapevole o no - e con tutti i limiti del caso - Mat- concetto animale, come continua permanenza dell'ani- Punta di un sommerso che non lo vedeva uscire in prima thew Herbert è il Brian Eno della generazione E. Un Mantler - Monody (Tomlab DE, malità nel processo razionale dell'ascolto e dipana una persona da sei anni e sarebbe stato meglio così. Resta musicista concettuale che non lascia nulla al caso, un Aprile 2010) ricerca proto-acusmatica in quattro dissertazioni, che difatti a metà del guado Where Is The Truth, indeciso tra produttore sempre più richiesto, un acuto osservatore Ge n e r e : p s e u d o -c a n t e r b u r y sono anche quattro inni alla sopravvivenza su prossimità un'elettronica pastorale in scia ai Cluster più morbidi della società e soprattutto un artista che ha il coraggio Ha alle spalle un percorso interessante il quarantunenne zero e del contatto innaturale che c'è tra l'ascolto e la e agli Harmonia (bella e illusoria la partenza Put My di esplorare i limiti della propria opera. In comune Brian

64 65 e Matthew hanno anche uno stacanovismo impareggia- essere passato l'appetito per quei suoni slavati ed estivi. highlight bile. O meglio, un'autentica scimmia creativa. Sul sito uf- Anche se manca la bella cavalcata di 22 minuti (Treeship), ficiale s'apprende che il Nostro quest'anno pubblicherà la stampa italiana si mantiene su quei binari che avevamo Scuba - Triangulation (Hotflush Recordings, Marzo 2010) tre album, ultimerà i lavori per Eska, Barbara Panther e già individuato qualche mese fa: chitarre 4AD, field sounds Ge n e r e : Te c h , s t e p il blackissimo elettro funker Rowdy Superstar, curerà il estivi, batterie slow-motion e strumenti di un'elettronica Appurato lo shifting techno - che non volta le spalle a mamma Warp - del precedente 12'' Klinik / Hun- prossimo capitolo della fortunata serie Recomposed e a 8 bit, voci in eco e tanta tanta nostalgia Ottanta. dreds & Thousands, e la selecta a base di drum'n'bass nel recente Sub:stance, di Paul Rose era attesa la contemporaneamente farà soundtrack, dj set e pure il Oggi, che è diventato una moda, e che spun- collocazione nel continuum dopo i fasti ambient-step dell'oramai antologico A Mutual Antipathy. direttore della premiata Matthew Herbert . tano come funghi nuovi adepti (uno degli ultimi è Sum- Scuba risponde portando la formula al livello successivo come non ci si Non dimentichiamo poi che, parallelamente all'impianto mer Camp), il disco di Dayve Hawk per la sua omo- aspettava, triangolando sapientemente i cosiddetti sottostili in quello che che sta dietro all'Herbert ambient, c'è anche un mani- geneità è un piccolo classico, una cosa che per ora non rappresenterà la pietra d'angolo per la scena a partire dalla rimessa in gioco festo al quale il musicista britannico sottostà dal 2005 ci sentiamo di esaltare troppo, ma che fra qualche anno del two step burial-iano in groove ambient house (già in odor di deep in e che prevede una deontologia precisa: bannati i preset, potrebbe diventare un culto. Accattatevillo!(7.1/10) Latch), oppure dialogando a distanza con gli olandesi (2562, Martyn) a colpi niente suoni di fabbrica, niente samples di altri artisti e Marco Braggion di lezioni funk house e trance (On Deck, Tracers). La forza sta comunque nemmeno synth che suonino di marca. Tutto artigianale nell'intuizione drum'n'bass, riproposta non come baluardo bensì restituen- e fatto in proprio, ricostruito secondo precise modalità. Meshel Ndegeocello - Devil's Halo docela come anti materia: in pratica l'essenza e l'eleganza della Metalheaz del Con in più la nota politica: la provenienza di ogni stru- (Mercer Street, Aprile 2010) 1996 (Three Sided Shape) tolta d'ogni elemento euforico, una mental d'n'b mento - e fonte sonora - deve essere resa pubblica. Di Ge n e r e : a d u l t o r i e n t e d b l a c k come seme nella roccia dell'overstep. qui la sfida più grande, ovvero la voce: apice di un per- In questi tempi di citazionismo senza copia carbone, e Di più, attraverso un portato concreto - da sound degli abissi come da pendici del vulcano - all'opera corso umano e artistico di un uber musicista da sempre post-modernismi facili facili, far propri i modelli invece di s'aggiungono la coesione, la coerenza e la cifra stilistica, altra triangolazione in sublimazione questa volta nascosto dietro l'afonia della generazione elettronica. frullarli è merce rara così come sentire una formazione tecnica, perché in quanto a steps Rose non rinuncia nè a groove housey nè a stilettate techno (l'egregia One One è l'album di canzoni di Matthew. Una colle- suonare come dei Police in salsa soul, una Sade dub You Got Me con tanto di tastiera cinematografica à la John Carpenter). Molta carne al fuoco, tanto che zione di soul song inevitabilmente bianche, umoralmente con smalto chamber e funk liquido o ancora la mestizia con i soli fuori programma (Minerals) c'è pure da giocarsi l'asso afro step, un passo prima della soulness di georeferenziate e venate di jazz. Sofisticate come l'ultimo ultra chic degli (Bright Shiny Burial e King Midas Sound. Fondamentale.(7.5/10) Eno pop "sul pianeta terra", soul come potrebbero essere Morning) libera dai soliti Ottanta. Edoardo Bridda le strofe di un Robert Wyatt late nite, magari piazzato in Meshell non è proprio una ragazzetta. Nata a Berlino nel mezzo ai tavoli di un cocktail lounge o perso negli anni '50. 1968 ma americanissima - risiede tutt'ora a Los Angeles Non il Wyatt esistenzialista dunque, piuttosto quello più -, si divide tra nominations ai Grammy e qualche vezzo subliminale, notturno ed efebico, sottilmente mondano da star, e con Devil's Halo arriva all'ottavo album solista. ormai storicizzato senza troppi trionfi (Turci) c'è cam- Mixtapes & Cellmates - Rox come lo sono certe pose memori della dance (via mini- Nel passato il più grande successo lo deve al duetto con po aperto per esordi come questo di Micol Martinez. (Tangled Up, Dicembre 2009) malismo). Oppure abilmente berlinese in quel fare asciut- John Cougar Mellencamp (la cover di Wild Night di Produce Cesare Basile, partecipano tra gli altri Enri- Ge n e r e : Ro c k g a z e to ma pur sempre cool (Milan) e attentissimo al folklore Van Morrison), fulgido apice di una carriera spesa come co Gabrielli e Rodrigo D'Erasmo ad aggiungere quel Saturazioni elettriche, languidi cantati dal candore mac- globale (la latinità funk di David Byrne in Dublin). musicista aggiunta di Alanis Morisette, Rolling Stones e tanto che basta su strutture folk-rock che al siciliano chiato di sangue, tastierine twee, testi esistenziali. L'omo- Non tutti gli episodi spiccano per estro: Herbert non tanti altri. Oggi è autrice di un soul morbido, adulto e devono molto, sia nell'essenzialità di scrittura e arrangia- nimo debutto degli svedesi Mixtapes & Cellmates è ha le capacità compositive di un Eno (che proprio con smaltato dub, che alla bisogna svirgola verso il rock o ma- menti che nella tensione poetica più votata al lato fem- stato il mix di un po' tutto questo. Era il 2007 e il rifiorire il canto forgiò i primi capolavori del postmodernismo gari nei pressi della prima Goldfrapp (Love You Down). minile dell'esistenza che a quello tragico-biblico. dello shoegaze abbinato a fascinazioni indie rock dalle pop partendo dalla decadenza glam) e il suo crooning in Uscito lo scorso ottobre in America e negli Uk e ri- Martinez parte insomma da basi solide che la portano ad forti ascendenze emo di band quali Mineral o Sunny non è proprio indimenticabile; e così la scaletta, sul coperto di plausi planetari, Devil's Halo esce anche approdi piuttosto prevedibili ma non per questo carenti Day Real Estate, non aveva ancora partorito i The finale, scivola in un sottofondo discreto e impalpabile. da noi senza essere invecchiato. è un lavoro fresco e di sostanza (PJ Harvey nella scansione elettrica di una Pains Of Being Pure At Heart o rinvigorito la ci- I prossimi due capitoli della trilogia lo vedranno tornare d'esperienza, giocato in sicurezza per una buona metà title-track decisamente berlinese; la Cristina Donà di fra stilistica dei Deerhunter, né tanto meno riportato al concretismo a sfondo politico di Plat Du Jour, nel (Die Young) e in cui manca probabilmente una hit vera (la Nido nella sensuale Il cielo). Di suo aggiunge interpre- in voga il verbo professato dai My Bloody Valentine. frattempo le basi per un percorso canoro sono state andy summeriana Tie One On è semplicemente un otti- tazioni precise (è anche attrice) ed almeno due canzoni Insomma, i Mixtapes & Cellmates si muovevano in gettate.(7/10) mo arrangiamento), non di meno, uno di quei dischi nu che lasciano intendere quanto sarà interessante l'evol- quei mondi lì con sorprendente disinvoltura, lontani da Edoardo Bridda soul degni di più di una nota a margine.(7/10) versi del progetto. In Testamento biologico parla di fine qualsiasi hype e dal furbo affidarsi al vento che tira. Edoardo Bridda vita senza speculazioni retoriche ma con l'altera auto- Con Rox la strada maestra è la stessa, ma prevalgono Memory Tapes - Seek Magic revolezza di un Ivano Fossati; mentre Donna di fiori è divagazioni in direzione di un suono più robusto e spigo- (Edizione Italiana) (Something In Micol Martinez - Copenhagen la canzone che chi scrive ha fatto vincere nell'ipotetico loso, meno istintivo e deliziosamente fragile, abbinate a Construction, Aprile 2010) (Discipline Venus, Gennaio 2010) Sanremo che ci siamo inventati per il Re-boot di marzo. piacevoli sbandate elettroniche di stampo New Order. In Ge n e r e : g l o -f i Ge n e r e : c a n z o n e d'a u t o r e Come si diceva là, da conservare intatta e promuovere. E un certo senso, è il classico disco della maturità: certifica Con un ritardo di quasi un anno, viene importato anche Poco spazio ma anche pochi nomi interessanti per il can- vista la scarsità di materia prima di cui all'inizio, possiamo un'evoluzione stilistica costruita a colpi di pezzi dall'iden- da noi il buon album di Memory Tapes. Dopo mesi di tautorato italiano al femminile. Dietro la solita Consoli, dire sia decisamente il caso di accorgersi di lei.(7.2/10) tità precisa che non si accartocciano in cliché stantii, ma moda glo, a riascoltare uno dei caposcuola, non sembra una Donà di cui attendiamo il ritorno, e qualche nome Luca Barachetti paga pegno smarrendo in parte le dolci inquietudini degli

66 67 esordi, magari naif e non sempre a fuoco, ma dotate della MCDE è la creatura di Da- quello di . L'italico pop arriva sempre qualche co della Playhouse nel nipponico Kitakyushu Performing spontanea freschezza al calor bianco che seduce senza nilo Plessow, nuova star anno in ritardo, e mica solo lui a dirla tutta, dunque per Arts Center, l'8 gennaio 2009. Ambarchi alla chitarra, remore. Solido e ben congeniato, ma non conquisterà della deep immaginifica e una Amy Winehouse in surplus mediatico ecco giun- O'Rourke al piano e Haino alla voce, flauto, drum machi- mai davvero.(6.4/10) grondante freschezza dopo gere una schiera di voci sgrezzate, aroma cuoio ancora ne ed elettronica. L'ora di improvvisazione parte con il Giampaolo Cristofaro quel capolavoro di Terre caldo, che vagano chiccose ed elitarie con nobili Avvocati solito drone di chitarra di Ambarchi (un misto tra Sunn Thaemlitz che ha riaperto a far da padrini (Malika Ayane) o rivalutano i magnifici O))) e musica tibetana) che dopo una decina di minuti Mother Mother - O My Heart (Last il discorso sul suono post- Cinquanta/Sessanta come nel caso della milanese. viene interrotto dal falsetto di Haino. Da qui in poi si Gang Records, Marzo 2010) . Il ventiquattrenne Zilli riparte infatti dalla grande stagione del pop orche- capisce chi è - per questa volta - il leader: le vocals del Ge n e r e : Mu t a n t Po p di Stuttgart dice la sua senza scomodare ingombranti am- strale nostrano e lo mescola a fiati Stax, incrinature rag- giapponese saranno infatti il filo conduttore dell'ora di In tempi recenti il Canada è stato territorio fertile per mennicoli da studio di produzione, sfoggia il suo vocabola- gae e ska, quadrature beat, con gusto melodico perfetto improvvisazione. In partenza meditazione sacra di voci certo pop mutante. Basta considerare le vette raggiunte rio lo-fi in modo a tratti didascalico, ma in questa chiarez- e voce che pur senza strafare fa comunque quel che vuo- bianche (Tima Formosa 1), nel mezzo una breve discesa su dai raffinati esperimenti genetico/sonori diBroken So- za (e se vogliamo ingenuità) acquista punti. La selezione di le. Il tutto è nuovissimo per il cambriano sanremese, fin toni basso-baritonali con la non sorprendente improvvi- cial Scene, Stars e Most Serene Republic, all'exploit singoli dalla sua etichetta è fatta per chi ascolta house con troppo incravattato e prevedibile quando invece si torna sazione di O'Rourke al piano che invoca il fantasma di prettamente commerciale di Tegan and Sara. il cuore black, per chi crede che ci sia ancora una possibi- nella realtà. Certo, la ragazza ha stile ed il disco è piace- Tudor (Tima Formosa 2), in conclusione un maelstrom Da Vancouver in arrivo il secondo album dei Mother lità di anima dietro la consolle (ottimo in questo senso il vole, Il paradiso ad esempio concentra in una sola traccia che riporta il disco sui bi- Mother che della contaminazione del corpo pop han featuring di Stee Downes in There's A Truth). tutto quanto detto fino ad ora ed è un bel sentire, più nari del miglior avant-metal fatto credo e si affidano per meglio ribadirlo alla scintil- Se non fosse per le note biografiche, Danilo potrebbe Caterina Caselli che Mina. contemporaneo tagliato lante produzione di Howard Redekopp, già al lavoro essere nato a Detroit (vedi la bomba da autobahn kraf- Tuttavia un qualche azzardo in più avrebbe sicuramen- con l'elettronica di Merz- con i New Pornographers. Pop Mutante si diceva, ed twerkiana Monorail). Tenete d'occhio questi tagli, potreb- te giovato, soprattutto sulla lunghezza di dodici tracce bow (Tima Formosa 3). anche di pregio, non fosse per l'ennesima sciatta deriva bero farvi sanguinare...(7.2/10) con in più le ovvie featuring di Giuliano Palma e degli Obbligatorio per i fan dei neo wave della title-track e il tremendo affondo kitsch di Marco Braggion Smoke. La si vedrebbe bene prodotta dal Fossati in tre artisti, consigliato a chi Hayloft. Tant'è, e allora meglio sperdersi nell'imponenza spleen Motown di Lampo viaggiatore, che magari le stravede per la pseudo- di arrangiamenti carichi ma non ridondanti, negli spunti Nice Nice - Extra Wow (Warp scrivesse anche qualche brano.(6/10) avanguardia impolverata melodici che passano in scioltezza da Beatles a MGMT, Records, Aprile 2010) Luca Barachetti di Fennesz e per chi è in attesa del nuovo disco del tra sprazzi di intimismo acustico annegato in orchestra- Ge n e r e : p o s t -m o d e r n r o c k combo di Stephen O'Malley (che ha peraltro curato l'ar- zioni d'archi e fiati e chorus dalle classiche ma funzionali Due ragazzi da Portland entrano nei quartieri generali Nothing People - Soft Crash (S-S twork dell'album). Per gli altri merita sicuramente una strutture chiamata/risposta e alternanza di cantato ma- Warp con la carta in mano del postmodernismo rock. Records, Febbraio 2010) passata.(6.9/10) schile e femminile. Giocano quindi difficile da subito Jason Buehler e Ge n e r e : Sp a c e Ga r a g e Ro c k Marco Braggion Toccanti e trasognate Try To Change e Wisdom saltellano Mark Shirazi, dato che impantanarsi nel territorio in Terzo album in poco meno di 3 anni per il trio - come clown in crisi di pianto, Ghosting è degna del Jason cui regnano gli Animal Collective è cosa rapida. no formato da misteriosi individui rispondenti ai nomi di Paolo Saporiti - Alone (Universal, Collett più vispo e giocherellone, la muscolare e catchy Anticipata da una compilation a inizio anno, la proposta Ør, Ød e Øs. Laddove il precedente Late Night insiste- Gennaio 2010) Body Of Years è impreziosita dal bridge di pulviscolare si colloca nel minestrone noisy sperimentale progressivo va su tonalità notturne e oniriche, Soft Crash recupera Ge n e r e : cantautorato f o l k amarezza indie. Arms Tonite e Wrecking Ball poi - pezzo olistico che imperversa nella generazione di trentenni l'energia ruvida del primo Anonymous come già paventa- L'atmosfera è la stessa delle prime due uscite su Cane- manifesto del disco tutto - ricordano il gioioso rimesco- che hanno (avuto) a disposizione tonnellate di musica to nel recente singolo Enemy With An Invitation. bagnato Records: quella di un autunno in risveglio, attra- lamento di cromosomi indie rock dei Los Campesinos da scaricare. Eppure, avere troppi dati a disposizione a Così, se non mancano i richiami alle più recenti disser- versato dai primi lievi raggi di sole, con l'aria odorante e il rammarico per i due scivoloni di poco su si fa via via volte è un difetto e il forte rischio è quello di non saper tazioni narcotiche (Avoiding Needels, In The House), a farla di terra, malinconie e sofferenze. Ma le coloriture sono più amaro.(6.8/10) più cosa dire. Il mix risente di echi balinesi cari ai mini- da padrone sono le scariche elettriche di Is This What maggiori, ampliate dai complementi sensoriali di un Teho Giampaolo Cristofaro malisti americani à la Reich, si mescola alle esperienze dei You Want e Wasting Our Time, e il glam rock grattugiato Teardo che cura produzione e arrangiamenti: dunque Talking Heads (See Waves), al noise dei Liars (Set And e accattivante di Marilyn's Grave; e ancora, le sfumature accanto al legno-corda della voce e della chitarra ecco Motor City Drum Ensemble - Raw Setting), al cosmic-prog di Prins Thomas (A Vibration) e Chrome(atiche) della title-track e Friend Or Foe. Ma è la oscurità di cello, rhodes e pianoforti gocciolanti, luccichii Cuts Vol. 1 (Faces Records, Marzo a mistiche orientaleggianti proto-Alice Coltrane (New calibrata miscela di irruenza ed atmosfera il vero collan- di glockenspiel, beat materici e soprattutto un quartetto 2010) Cascade), un bombardamento di stimoli sonici senza le te e punto di forza di un disco che guarda al passato per d'archi a volteggiare setoso. Insomma l'apertura ideale Ge n e r e : d e e p h o u s e f u n k briglie che piacevano tanto a Frank Zappa (e di cui ci raccogliere i frutti del tempo e riscrivere la storia con per il folk classico di Paolo Saporiti - voce interiore e Tagli primitivi, quasi anni Settanta in questa lunga compila sarebbe enorme bisogno qui).(6.5/10) parole nuove.(7.1/10) granulosa ma capace di innalzamenti ampi come landa- unmixed. In prima battuta sembra fatta apposta per i cul- Marco Braggion Andrea Napoli scapes - alla sua prima volta su major. tori dell'old school dance (Raw Cuts #1) e del funk (Raw Teardo non invade, piuttosto scontorna, e solo in un caso Cuts #2), ma poi si insinua anche un vago sapore jazzy Nina Zilli - Sempre lontano Oren Ambarchi//Jim (il nervosismo di elettrica e costole elettroniche di Ha- (Prayer) che ricorda profumi di fine secolo parigini (Di- (Universal, Febbraio 2010) O'Rourke - Tima Formosa (Black ven't you heard?) dimostra cosa sarebbe un disco firmato mitri e soci della Bastiglia) e un basso che ti apre lo sto- Ge n e r e : p o p Truffle, Aprile 2010) a due mani. Un po' come se Bonnie "Prince" Billy o maco con una deepness tagliata techno street (All My Life Calmatesi le acque, invero quest'anno stagnanti come di Ge n e r e : i m p r o , n o i s e il primo Devendra Banhart passassero dalle radici ai e Monster Box unici due pezzi targati Jayson Brothers). rado, scegliamo un disco sanremese da recensire ed è Tre campioni dell'improvvisazione si incontrano sul pal- rami (l'apertura in quasi soundtrack di I could die alone)

68 69 e dai rami al cielo (le splendide ascensioni emozionali di un po' Joanna Newsom e un po' PJ Harvey. Tutto ciò highlight A real love e Fever), così questi due insieme potrebbero ferma restando l'aura british folk dei Sessanta-Settanta fare grandi cose, magari non solo in inglese ma anche in come sfondo su cui proiettare questi dodici ologrammi Talibam/Peeesseye - Talibam Peeesseye (Invada, Aprile 2010) italiano, vedasi in fondo una travolgente e più comunica- irrequieti. Ge n e r e : i m p r o -n o i s e tiva Gelo. Che non si fermino qui.(7/10) L'incedere ossessivo di Watchman, il passo lunatico e Cosa succede quando due tra le formazioni più imprevedibili e inclassificabili dell'out-rock mondiale uni- Luca Barachetti marziale di I Read It In The Paper, la trama fitta e onirica scono le forze? Ne esce un disco capolavoro che moltiplica le energie messe in campo e, di conseguenza, di Careless Talk Costs Lives e l'ectoplasma gospel di Green amplifica i risultati. Fuor di retorica è proprio ciò che accade in questo lungamente atteso omonimo, in Park Avenue - Time To (BKM Grow The Rushes sono forse i momenti migliori di una cui Matt Mottel (synth) e Kevin Shea (batteria) da una parte e il trittico Chris Forsyth (chitarre), Jaime Productions, Aprile 2009) scaletta senza sostanziali cali di tensione.(7.3/10) Fennelly (elettronica) e Fritz Welch (batteria) dall'altra, si sfidano a singolar tenzone. Ge n e r e : British p o p r o c k Stefano Solventi Non una novità per l'estemporaneo quintetto, non nuovo alla pratica collaborativa avendo spesso incro- Novaresi i Park Avenue, eppure Time To pare l'esor- ciato le armi con spiriti affini; nello stesso modo i cinque sono avvezzi alle dio di una band british sin nelle mutande. Non è ovvia- Radio Dept. - Clinging To A Scheme pratiche dell'impro più o meno radicale di matrice jazzistica (e a proprio mente per il cantato, ma piuttosto per il coacervo di (Labrador, Aprile 2010) agio nel devastare dal di dentro gli stilemi del rock più storto e vagabondo). input sonori che da bravi mattoncini ammaestrati mar- Ge n e r e : indie p o p , l o -f i È perciò superfluo dire che l'improvvisazione sia la musa-guida della colla- chiano il disco da cima a a fondo. Leit Motiv di Time Dopo il fulmine a ciel sereno di Lesser Matters e il par- borazione, in quanto modalità in grado di mediare da un lato ed esaltare To è il gioco di chiaroscuri di un pop-rock che lascia ziale aggiustamento di tiro di Pet Grief, arriva l'album che dall'altro sia il free-rock deforme dei secondi, sia quello free-jazz oriented emergere senza remore i punti di riferimento del caso: rappresenta la formalizzazione del Radio Dept. sound, dei primi. gli Stereophonics (invero gallesi) e i . Ov- nonché un'istantanea ben definita dell'indie pop targato La sintassi rock - sotteso scheletro portante dell'intero album in quanto vero, la mediazione perenne tra tradizione anglosasso- Labrador all'alba del nuovo decennio. terreno d'incontro/scontro tra el due formazioni - è sottoposta a una furia ne altezza Kinks o Small Faces e la predisposizione a L'etichetta svedese, erede di una label di culto come la devastante, selvaggia, irriverente e al limite dell'incontrollabile, che la frulla e la ricombina in continuazione, certo pop simil-trasversale di marca Stone Roses. Sarah Records, si è ormai specializzata in una peculiare senza però mai abbandonarla sul soglio sacrificale dell'autoreferenzialità. Che si appoggi a dilatazione semi- E allora campo libero a chitarre grattugiate come da det- commistione fra melodie opalescenti, linearità elettro- kraute (l'iniziale You Tried (To Eat It)) con la sua cavalcata targata ) o a informi e ossianici rumorismi tami neo wave, tappetini di synth non troppo invadenti, acustica e algidi suoni elettronici: traiettorie che Clin- post-industrial (Everything To Everyone), a minimalismo disturbante da eco-pastorale noise (New Vitality In alternanza di possanza elettrica (South Road) e pacatezza ging To A Scheme recepisce in pieno. The Biomass) o a dilatatissime suite ritmico-espressioniste (Year Of The Moral Orgy), poco conta. È il senso acustica - Morphine o On August 15 (I'll Go), quest'ultima Certo, Lesser Matters rimarrà la pietra di paragone del tutto a stabilire in maniera definitiva chi comanda il gioco in ambito impro-avant-rock.(7.8/10) davvero riuscita e toccante - al servizio di hook melodici su cui misurare l'opera del combo svedese negli anni Stefano Pifferi in bilico perenne tra il banale e il gustoso. Ognuno con i a venire. Loro lo sanno e cercano di accontentare i fan propri vezzi, specificità e contaminazioni,Kelley Jones e della prima ora con un paio di episodi che, guarda un po', Gaz Coombes avevano però trovato la quadratura del suonano fra i migliori dell'album. In A Token Of A Grati- cerchio per una manciata di dischi davvero buoni. tude, in particolare, si respirano i paesaggi boreali che ci Rafter - Animal Feelings momenti cheesy (Never Gonna Die), uno houmor tipica- Federico Marchetti Florio, Marcello Cravini, Vinicio Vina- avevano fatto innamorare dell'esordio, così come in Four (Asthmatic Kitty Records, Aprile mente americano da sempe parte integrante dei modi go e Alberto Piccolini invece, ne han metabolizzato ogni Month In A Shade, pervasa da brume shoegaze e trafitta 2010) rafteriani e una certa giocosità che sfocia in un format piccola sfumatura, ma la scrittura è ancora troppo calli- da pattern elettronici misurati e meno invasivi rispetto Ge n e r e : El e t t r o p o p divertito e divertente. Senza che la bravura diventi un grafica e poco personale per convincere davvero.(5/10) al recente passato. Nonostante ci sia sempre un po' troppo produttore peso ed evitando la chirurgia pedante. In una parola, uno Giampaolo Cristofaro Il nuovo corso, piaccia o meno, sta nelle atmosfere sof- dietro alla maschera del musicista, il buon Rafter questa spasso.(7.1/10) fuse di Domestic Scene, in cui il gruppo si appropria delle volta le canzoni le raddrizza. Anzi, se non fosse per quei Edoardo Bridda Peggy Sue - Fossils And Other melodie uggiose di Felt e Field Mice (questi ultimi ven- testi un po' idioti ci crederesti davvero che s'è messo a Phantoms (Wichita Recordings, gono omaggiati con una This Time Around in odore di pla- pensare a quello che farà da grande. Per esempio pop - Red Sparowes (The) - The Fear is Aprile 2010) gio) e le adagia su un soffice tappeto di arpeggi e tastiere scritto maiuscolo, come lui stesso precisa -, tra pletore Excruciating, But Therein Lies Ge n e r e : f o l k r o c k glaciali; oppure nella circolarità Heaven's On Fire, curioso di synth, percussioni e strumenti veri che indagano uno the Answer (Conspiracy Records, Si sono tolti i pirati dal nome e adesso sono soltanto ibrido fra austerità nordica e atmosfere esotiche. stile alla volta, evitando quasi del tutto siparietti inutili e Marzo 2010) Peggy Sue, questo trio di Brighton composto da due Inutile rimpiangere il passato: i Radio Dept. si dimo- affidandosi finalmente a una produzione pulita, ruffiana Ge n e r e : p o s t p o s t r o c k cantantesse-chitarriste-percussioniste più un batterista- strano abili nel forgiare piccole gemme in bassa fedeltà, ma intelligente. I Red Sparowes sono un quintetto losangelino giunto banjoista. Ed è quindi un debutto per la nuova deno- a suggerire mood malinconici e avvolgenti. Un'arte, la C'è spazio per il vocoder da piani alti virato Daft Punk al terzo album. Fanno post rock strumentale riconduci- minazione sociale il qui presente Fossils and Other loro, che conquista poco a poco, basta prestare loro la nell'operner No Fucking Around e nel singolo Fruit, per bile ai primi Mogwai ed Explosions In The Sky, ma Phantoms, titolo che cova mistero e balzane sugge- necessaria attenzione.(6.7/10) arrangiamenti caraibici Vampire Weekend e per tanto ci fanno la grazia di declinarne l'accento verso territori stioni adeguate al contenuto. La loro musica è infatti un Diego Ballani funk bianchissimo condito da smalti r'n'b: in pratica, il brumosi Americana, senza disdegnare complicazioni go- folk rock perturbato blues teso ed eccentrico, inquieto meglio dell'avant traghettato pop stellestrisce, il porta- tiche a base di synth. Così facendo si salvano in corner, e capriccioso, capace di stemperare con grazia e acume il to indie traslato world, l'esotismo che in Timeless Form, però a dire il vero neanche troppo e non certo fino in furore laconico di Cat Power e le bizzarrie teatrali del- Formless time mastica sofisticazioni à la Sea And Cake fondo. Resta quel senso di ricerca spasmodica dell'ac- le Cocorosie, riesumando a tratti certo lirismo arcaico e ribalte Madagascar (quello della Pixar). Non mancano me, l'accumulo degli elementi, la cottura a fuoco lento

70 71 dei materiali emotivi, la cura dei risvolti cinematici, tutte E c'è un ombrello che racchiude tutto questo, come i scorso lasciato nel 2006 con Olè Tarantula, quando educato Genio. Che è chiaramente da cercarsi altrove, quelle forme e movenze insomma che avevano un senso due episodi finali. Si chiama leggerezza. L'ultraoltranzista per la prima volta era stato affiancato dai Venus 3 (Peter tuttavia guai a sottovalutare l'artista quando dipinge se - eccome se ce l'avevano - quando era in corso una pro- Rhys Chatham mette in scena le vie di fuga da se stesso, Buck, Scott McCaughey e Bill Rieflin); infatti i pezzi che stesso.(6.8/10) fonda crisi di ripensamento rispetto ai cliché e persino lasciando prendere il ruolo protagonista a qualcun altro, sarebbero diventati l'ultimo album sono stati messi da Giancarlo Turra alla "missione" del rock. Poi è successo quel che è suc- che aleggia in tutta l'opera e si materializza sul finale, parte, in favore di un altro disco, Goodnight Oslo pub- cesso, il riflusso, la simultaneità degli stili, l'accessibilità prima nella micro-frammentazione impro alla Sinistri blicato l'anno scorso, composto di materiale successivo Sade - Soldier Of Love (Sony BMG totale, la polverizzazione delle scene. E tutto quell'elu- di Under The Petals Of The Rose, poi nell'eccitazione del sempre con i Venus 3. Music Entertainment, Febbraio cubrare sembrò d'improvviso perdere senso, forza, ne- pubblico, che sembra spronare il compositore su questa La formazione si arricchisce in Propellor Time di ulteriori 2010) cessità. I Red Sparowes sono una buona band, capace di strada. Il quale si toglie la soddisfazione (affatto divertita) ospiti, come Johnny Marr, John Paul Jones, Nick Lowe Ge n e r e : u r b a n s o u l sfornare trame suggestive con bella padronanza. Ma oggi, di auto-citarsi - ma evidentemente con buona dose di e Chris Ballew (Presidents Of The Dopo dieci anni ritorna la signora del soul britannico anno 2010, trovo che ascoltarli sia un esercizio ozioso e ironia - in Is There Life After Guitar Trio? Come meglio con- Of America), confermando l'ex-Soft Boys ancora pa- anni '80. E con lei ritorna il portamento regale, la ca- a dire il vero un po' noioso.(5/10) cludere una recensione di The Bern Project se non drone di quel songwriting tra rock e psichedelia, psych pacità di smarcarsi con il solo sguardo e quel pop di Stefano Solventi rispondendo di sì? è Rhys a dircelo.(7.2/10) e folk, ironia e malinconia che lo ha reso un capostipite qualità che da sempre si sposa con il successo di vendite Gaspare Caliri di questo genere. (cinquanta milioni di dischi venduti o giù di lì). Over 50, Rhys Chatham - The Bern Project Hitch realizza un disco compatto questa volta, degno se- è ancora bella come 20 anni fa. La nobiltà di una voce e (Hinterzimmer Records, Gennaio Rob Swift - The Architect (Ipecac guito della "tarantola", che sancisce l'amalgama perfetto di una dedizione. Sade Adu. Mezza inglese mezza nige- 2010) Recordings, Febbraio 2010) con i compagni di viaggio e soprattutto la tenuta della riana: il miscuglio che intriga e che appassiona. Il classico Ge n e r e : neominimalism Ge n e r e : turntabilism sua scrittura. Una vitalità ancora fresca e una prolificità che si ripresenta oggi e che è senza tempo. Di Rhys Chatham abbiamo ancora in mente la gran- Basta poco perché un disco basato sull'abilità tecnica si invidiabile.(7.2/10) Con un personaggio così eterno hai quasi paura a sentir- diosità di quattrocento chitarre che suonano insieme trasformi in sfoggio onanismo: da questo punto di vista Teresa Greco le le prime note: passi in rassegna le tracce e ti ritrovi un per un obiettivo neominimalista. Era A Crimson Grail For tra un autocompiaciuto virtuoso del Technics SL-1200 e singolo con il tamburo in marcetta quasi bbreak Soldier 400 Guitars, un progetto maestoso che ha creato su- l'invasato della sei corde alla Steve Vai non v'è alcuna Roedelius - The Diary Of The Of Love, la sviolinata puro soul di The Moon And The Sky, bito abitudine, stilemi, che ha lasciato tracce indelebi- differenza. Idem quando ha la meglio un approccio che Unforgotten Selbstportrait VI il lentone meditativo Morning Bird, i pezzi urban (Babyfa- li. The Bern Project è un'altra cosa. Innanzitutto è il saggiamente considera i "mezzi" per quello che concre- (Bureau-b, Aprile 2010) ther, Bring Me Home), le ballad cavallo di battaglia (The Sa- risultato di un incontro, di tamente sono. Accade in modo costante in questo nuo- Ge n e r e : k r a u t r o c k fest Place, Long Hard Road, da panico gli archi e il sax di In un aneddoto: Chatham che vo lavoro di Rob Swift, esordio per Ipecac, la cui gesta- La chiave di lettura per questa ennesima uscita dell'al- Another Time) e t'accorgi che l'anima sopravvive al tempo arriva nel 2008 a Berna per zione è iniziata diciotto mesi prima dell'uscita ufficiale: chimista sta nel (sotto) titolo. Trattasi del sesto capitolo senza effetti o superproduzioni, sopra agli arrangiamenti un concerto e lì incontra considerando la sua riconosciuta destrezza (testimonia- della serie "autoritratto", al cui interno Roedelius rispol- piacioni e alle strizzatine d'occhio alla top ten (che non Mago Flueck, Julian Sar- ta - tra numerosissime partecipazioni e onorificenze, ap- vera in perfetta solitudine materiale lasciato nel casset- mancano manco loro). Che donna, Sade.(7.2/10) torius, Beat Unternäh- parizioni televisive e in festival jazz - nel 2009 dal DVD to: nel caso specifico, l'ora che qui scorre - tra gassose Marco Braggion rer, nonché Reto Mäder As The Technics Spin), Swift si appoggia a una robusta co- elevazioni d'elettronica campestre e un classicheggiante della Hinterzimmer Re- noscenza della sostanza sonora e ne esce salvo. ristagnare di acustici tasti - proviene dal lustro '73 '78, Samuel Katarro - The Halfduck cords. Quest'ultimo diven- Frammentaria com'è tipico e giusto, questa mezz'ora ab- dall'amato ritiro di Forst come dalla località austriaca Mystery (Angle Records, Aprile terà produttore del progetto, e la sua etichetta respon- bondante spazia da fondali orchestrali (Mozart, Bach di Blumau. Nastri, chissà, forse accantonati tra una ses- 2010) sabile della pubblicazione. Gli altri tre, il primo bassista, e Chopin nel background del ragazzo: ascoltare Sparta- sione con Moebius e Rother, un'insalata con Brian Ge n e r e : r o c k -psichedelia il secondo batterista e il terzo trombonista, da musicisti cuts prima di inorridire) a goticismi, da sospensioni stri- Eno e un caffé lungo tutti Le aspettative le creano le testate giornalistiche, i premi "raccolti" daranno l'anno dopo la propria identità e i denti a visioni cinematiche unificate da groove plastici. assieme. ricevuti, le manifestazioni a cui partecipi, i buoni riscon- propri timbri (e, ai fini del copyright, anche la propria Roba fina, anche se non si toccano i vertici del giovane Musica solo apparente- tri che riesci ad ottenere dal pubblico. E ovviamente la autorialità) a The Bern Project, altra opera di grande DJ Shadow (referente dei passi d'impronta metropo- mente immobile ma che, musica. In questo senso Beach Party, esordio di Samuel effetto, ma meno incompromissoria che nel passato. litana) o di certe frange estreme della scena hip-hop. I come sempre, nasconde Katarro, ha rappresentato un paio di anni fa un caso em- Il crescendo esaltante di War In Heaven (titolo esempla- tre "movimenti" di Lower Level e le due tracce arricchite l'indole inquieta tra le pie- blematico di convergenza inaspettata tra intellighenzia e re) parla chiaro, proprio alla luce dei nuovi inserti. I tratti dal rimare di Breez Evahflowin inducono a riascolti ghe quando la esplicita. gusti degli ascoltatori, originalità e urgenza creativa. Un del neominimalismo Chatham-iano sono qui più euforici, non di mera cortesia, essendo qualsiasi orpello ridotto Dopo aver ritratto il futuro disco di cui c'era evidentemente bisogno e al cui segui- più vicini ai suoni e alle norme del rock, ma non della al minimo se non assente. Fan ed esperti hanno di che dell'occidente industriale to si chiedeva di confermare le ottime premesse, oltre no-wave, di cui davvero poco si sente nell'album. Siamo apprezzare.(6.7/10) che è divenuto questo presente, in lui aveva all'epoca che di indicare quali direzioni avrebbe preso il Mariotti- a un livello più concreto di ascoltabilità, riconoscimento Giancarlo Turra prevalso l'essere umano. Riaffiorava così il pianista che pensiero fuori dall'incoscienza blues-psych-wave degli di figure a cui ancorarsi. Stupisce poi la carezza free di stira i suoni come acquerelli e lo stesso fa con i sintetiz- esordi. Scrying In Smoke, dove la tromba di Rhys prevale sussur- Robyn Hitchcock - Propellor Time zatori, cavando dal cilindro rifrazioni, brume e atmosfe- Il nuovo The Halfduck Mystery viene a patti con l'istitu- rando e misticheggiando sulla chitarra - ma senza dichia- (Sartorial Records, Aprile 2010) re stranianti allorché finge di rassicurare. E inscena per zione "rock" e palesa un debito non indifferente verso i rare gerarchie, sia ben chiaro. Il bis è subito lì di pres- Ge n e r e : s o n g w r i t i n g lo più pagine d'accademia punteggiate di qualche colpo Sixties americani più freak innervati dalla consueta com- so, nell'incanto quasi ambientale di My Lady Of The Loire. Con Propellor Time Robyn Hitchcock riprende il di- d'ala, quantunque lontano dalla grandezza "vera" del suo ponente lisergica. Preferendo alla creazione di un arche-

72 73 tipo personale folgorato sulla via di Robert Johnson da Conan O'Brien a David Letterman, da Denzel Wa- me - ci mette personalità, freschezza e appeal, una Lau- Sightings - City Of Straw (Brah, un prêt-à-porter sornione e adatto alle grandi firme del shington a David Byrne tutti la chiedevano e tutti la ra Veirs back to sixties. Il tutto si tiene ancora una volta Aprile 2010) giornalismo musicale. A nobilitare il tutto ci sono un la- volevano. Ognuno a lodare esibizioni dal vivo - Coachel- e per essere qualcosina in più di un side-project funziona Ge n e r e : industrial-n o w a v e voro di studio articolato, un pugno di validi collaboratori la, Roskilde e WOMAD non possono sbagliarsi - che le bene. Una riconferma.(7.1/10) Non dall'inizio, ma dalla seconda traccia proviamo ad ap- (tra i tanti l'inseparabile Wassilij Kropotkin e Enrico cronache raccontano esaltanti. Belli i dischi, allora, ma Teresa Greco procciare il nuovo album dei Sightings. Jabber Queens Gabrielli dei Mariposa) e una tendenza alla contami- le mura dello studio fallivano nel restituire appieno le è un incubo analiticamente tutto interno a New York nazione generalizzata, nel tentativo di giustificare con potenzialità di Sharon e dei Dap-Kings, da par loro stru- Sig - Freespeed Sonata (DNA, su tutti), ma in qualche modo ecumenico. È pur un'opera ambiziosa l'attenzione capitalizzata in passato. mentisti in grado di far volare Al Green ed Amy Wine- (Makasound, Febbraio 2010) vero che il disco è stato registrato a Brooklin, NY (la pa- Da qui, la routine. Nei Grateful Dead circensi - perio- house. Non qui, in un album prodotto dall'abile chef di Ge n e r e : h i p h o p / j a z z tria stessa della band), nello studio degli Oneida, e pub- do Aoxomoxoa - di Pink Clouds Over The Semipapero, casa Bosco Mann utilizzando un vecchio Ampex a otto Il francese Sig ci gioca molto, sul look e i modi dell'ar- blicato dalla Brah Records, costola brooklin-iana di Jagja- nel vaudeville deviante di The First Years Of Bobby Bunny tracce negli oramai mitici studi - nomen omen - House Of tista vagabondo. Regista e fotografo, compositore e poli- guwar. E che in sostanza sentire suonare i Sightings vuol , nei Love di Three Minutes In California, nel garage mor- Soul. è un disco che respira e ricostruisce consapevole strumentista, i suoi dischi sono le colonne sonore delle dire prestare orecchio a un suono in tutto e per tutto bido di Pop Skull. uno stile, questo, e mai revival fine a se stesso. sue pellicole (l'esordio, doppio, Louise (Take 2), 1998; newyorkese. Ma, saranno gli anni che passano (e i dischi I pezzi da novanta non mancano, ma sono giusto un paio: Non si è al cospetto di effimere sciacquette, ma di gente Sansa, 2003, su cui suona nientemeno che ) con essi, trattandosi del settimo della ragione sociale) l'iniziale Rustling e la barocca 'S Hertogenbosch Blues Festi- che questa materia la maneggia da sempre, e sta lì la e comunque mantengono sempre forte il legame con e sarà l'equivalenza sempre più circostanziata e sempre val, guarda a caso gli unici episodi che si discostano dal spiegazione di un'ugola matura e duttile, di un riassunto l'immaginario cinematografico, come dimostrano Free più imitata del noise di marca NYC, si sente un tentativo tenore revivalista del disco. Entrambe sontuose suites curato però viscerale della musica nera classica allesti- Cinematic Sessions (triplo cd, 2008) e questo ultimo di linearità, nel disco. Qualcosa che faccia il punto, e con psichedeliche sospese tra archi, jazz, Jennifer Gentle, to tra un punteggiare di tasti e un incastro tra ottoni e Freespeed Sonata. ordine, seppure in un fracasso micidiale, as usual. Mercury Rev, folk orche- archi, una ballata sofferta e un'accelerazione del passo. L'album si propone pomposamente come la prima "hip Sono gli elementi che compongono il tutto di City Of strale e capaci di far emer- Dal sontuoso "Philly sound" The Game Gets Old che apre hop sonata" della storia (ma sonata è uno dei termini più Straw a farcelo dire: l'analisi, non la sintesi, e quindi lo ge prepotente il Katarro vellutato eppure fermo fino alla chiusura (Sam Cooke vaghi del vocabolario mu- smontaggio pezzo per pezzo. La voce - per iniziare - è più visionario. In altre pa- giovane e femmina ) Mama Don't Like My Man sfilano sicale) e come un poetico un filo conduttore fin troppo continuo, un timbro che role, il personalismo da solo delizie che non temono polvere. Con I Learned The vagabondaggio attraverso la rischia di diventare discorso scontato, per la band. Un ricercare a cui si faceva Hard Way, titolo autobiografico che sigilla il traguardo città addormentata (un con- lamento impostato e costruito, un po' distaccato, nell'or- riferimento all'inizio. Il re- raggiunto, Miss Jones entra nell'alta società del vintage cept? Una colonna sonora rore che vuole esprimere. La cavalcata di Saccharine Traps sto del disco si posiziona soul contemporaneo. Srotolate il tappeto rosso.(7.4/10) di un film immaginario?). In ci mostra l'unica variante all'ugola monolitica di Mark tra un dignitoso mestiere e Giancarlo Turra ogni caso, la formula non Morgan, qui rimpiazzata da un declamatorio noise-core qualche sprazzo brillante, finendo per meritarsi un sette cambia di una virgola ri- strindentissimo. Eppure questa stessa traccia mette in che da un lato tradisce in parte le aspettative e dall'altro She And Him - Volume Two (Domino, spetto ai dischi precedenti: grandissima evidenza la centralità della chitarra, che a non rappresenta appieno le reali potenzialità di Samuel Aprile 2010) un melange tra jazz (a tratti anche free), hip hop (e trip livello di riconoscibilità figurativa emerge in tutti i pezzi Katarro.(7/10) Ge n e r e : s o n g w r i t i n g hop) e classica (anche contemporanea), con inevitabili come appiglio quasi salvifico, timbricamente solido. Una Fabrizio Zampighi M Ward e Zooey Deschanel, il songwriter e l'attrice, sfumature world, che unisce spartito e improvvisazio- certezza per l'ascoltatore, che tiene ancora la scena an- strana coppia davvero, ancora insieme per la seconda ne. Protagonisti il piano dello stesso Sig, la voce di Joy corata a sé, tracciando un lungo dilatatissimo solo, in We Sharon Jones & The Dap-Kings - I parte della loro collaborazione. Il primo Volume One Frempong, ghanese trapiantata in Europa, e il sax di All Amplify, così come battendo continue staffilate sul tes- Learned The Hard Way (Daptone (2008) aveva funzionato, con lei a scrivere quasi tutto il Christophe "Stalk" Turchi (effettivamente bravissimo suto industriale di Hush. La title-track è - ancora - un Records, Aprile 2010) materiale e lui ad arrangiare e produrre quella mistura nel colorare i pezzi e dare atmosfera, con sottolineature inceppo continuo tra una rhythm box rotta e una chitar- Ge n e r e : v i n t a g e s o u l tra folk e pop di derivazione Sixties, con la voce cristalli- emozionali che pescano - ovviamente - da certi cliché ra con aperture quasi cosmo-noise. Un incaponimento Brillante crescendo quello di Sharon Jones, partita da na dell'attrice a far da collante. delle colonne sonore). che alla fine (dopo nove minuti) convince, nel delirio di un basso di palchi polverosi e platee sudaticce macinan- In Volume Two viene riproposto lo schema consolida- Figlio diretto di quell'estetica fusion/hop che negli anni rumore bianco che ne germoglia, come una primavera do black della più vibrante e convincendo pian piano to di scrittura-arrangiamento, cover comprese (questa Novanta aveva portato da una parte a cose come Jaz- malatissima. critici e appassionati del globo con un tris di dischi. Tre volta tocca a Ridin' In My Car - NRBQ e Gonna Get Along zmatazz, dall'altra al , è un lavoro sicuramente Eppure, nel tentativo di trovarsi uno spazio - peraltro anni dopo 100 Days, 100 Nights spetta alla carta numero Without You Now - Skeeter Davis), con una maggiore con- ben fatto e ben impaginato, ma con molto di già sentito brillantemente preso in affitto e abitato negli album quattro rivelare se la cinquantatreenne georgiana può sapevolezza e sicurezza di scrittura rispetto all'esordio: e soprattutto privo della giusta dose di intensità: ascol- precedenti, da Arrived In Gold a Through The Panama infine calare il poker. Perché se di bluff non si è certo scintillanti pezzi revival rivisti all'oggi, una sorta di Isobel tando il disco si prova la stessa sensazione - artefazione, - nell'impero del noise / industrial della grande mela, i trattato sin qui, nondimeno ci pareva che mancasse la Campbell & Mark Lanegan, o Belle & Sebastian mancanza di qualcosa - che si prova guardando una foto Sightings perdono mordente e acquistano in caricatura. scintilla di Bettye LaVette e Candi Staton. E questo, tout court, riecheggiando altre coppie famose del passa- in bianco e nero che sai essere stata scattata a colori. Ma forse, semplicemente, dopo quasi tre anni ci aspetta- si badi, in un contesto di solidità esecutiva e ricchezza to, come i gloriosi Nancy Sinatra e Lee Hazlewood Datato, compiaciuto, leggermente soporifero (i momenti vamo qualcosa di più dal trio di Brooklin.(6.6/10) dell'interpretazione encomiabili; nel disinvolto pescare o i Carpenters. efficaci galleggiano in mezzo a sessantacinque minuti che Gaspare Caliri da funk ed errebì, nel volgersi a Stax e Motown come I nomi obbligati sono gli stessi del primo album, Dusty sembrano molti di più) e conservatore.(6.1/10) solo col senno di poi è possibile. Springfield piuttosto che Zombies e Ronettes; dalla Gabriele Marino Frattanto la scalata era in pieno corso: dalla CNN a VH1, sua la Deschanel - vista di recente in 500 giorni insie-

74 75 Sleep Whale - Houseboat (Western quindi il miracolo del folk (più o meno country), che In dieci anni circa di carriera, il nostro ha infatti messo lunghezze come i 7:10 mi- Vinyl, Novembre 2009) forse non ha più nulla d'inedito da proporre ma nei casi insieme un songbook che potrebbe tranquillamente sca- nuti di A More Perfect Union, Ge n e r e : Fo l k migliori riesce a trovare comunque qualcosa di bello da varsi una nicchia due passi più lontana dal pop rispetto il loro nuovo manifesto). Joel North (chitarra e cello) e Bruce Blay (macchinari e dire. (7/10) ai conterranei Kings Of Convenience, o due più vici- Vale quanto detto per The violino) un bel giorno sono partiti da Denton, Texas, e Stefano Solventi na rispetto al Jeff Buckley cui viene paragonato spesso Airing Of Grievances, il sono andati a vedere il mare. In quel periodo probabil- (nemmeno a torto a sentire per es. Adelaide o A Lovesto- disco d'esordio, ovvero un mente lì da qualche parte nel Golfo del Messico nuotava- Stereo Total - Baby Ouh! (Disko B, ry). giudizio non senza riserve. no tranquille delle balene. Ne è venuta fuori una musica Marzo 2010) Con gli afieri del NAM condivide la sommessa delicatezza I Titus Andronicus hanno marina, a tratti proprio cetaceologica, un incantamento Ge n e r e : El e c t r o p o p generale e i paragoni con Nick Drake, e può ricordarli fatto piazza pulita di tutto e si propongono con una coe- panistico che all'epopea di Melville preferisce il naturali- Chiamatela coerenza, se volete. La verità è che sono più sulle spazzole a treno di Cecilia o di Something Real, ma renza estetica che, più che naif, questa volta sembra furba. smo di un Thoreau deciso ad imbarcarsi per scoprire la di quindici anni che Françoise Cactus e Brezel Goring ci se ne distingue per uno spettro sonoro non altrettanto L'unica condizione per non essere ridicoli è avere penna parte acquea del mondo. deliziano con la loro formula a base di trash pop, canzone terso sia strumentalmente (vedi i tormenti-Cave di I e cimentarsi con una determinazione da cavalli, cioè coi Ma sulla nave l'equipaggio è atipico: Bert Jansch e le sue d'autore, punk e attitudine cosmopolita. Nel frattempo, need love baby, love, not trouble), sia per il pathos dei falsetti paraocchi. Questo sono i Titus Andronicus. E The Moni- prose acustiche, qualcuno dei Can, poi Steve Reich in le mode sono cambiate e la formula che agli inizi dello Jeff-iani, ma anche per un rapporto col pop che passa per tor è un album lungo, che si manifesta come tale, ma che persona, e ad occuparsi di sonar e aurore Sigur Ros, Mo- scorso decennio sembrava la più cool in circolazione ha gli USA di un certo folk bianco venato soul, come l'ottima tiene all'ascolto. A conti fatti, un altro pareggio tendente gwai e di passaggio per qualche giorno addirittura Fen- subito più imitazioni della Settimana Enigmistica. apertura di From Grace e che sa anche far dialogare steel alla vittoria.(6.6/10) nesz. Fatta la somma pensate ad una base psych-folk di La progressiva normalizzazione, iniziata col pur valido guitar e jazz in One day You'll Dance For Me , Gaspare Caliri chitarre, archi e filamenti kraut dove crescendo e attitu- Musique Automatique, aveva fatto sì che l'ultimo Pa- sdraiarsi sui Pink Floyd altezza Meddle di If We Want It, dini paesaggistiche entrambi tenuti leggermente a freno ris Berlin procurasse qualche mal di pancia ai fan della It's Right e Rise In Shame o scrivere una Dice che sarebbe Tre Allegri Ragazzi Morti - sono le vele della barca. Detto così pare un capolavoro, prima ora, e Baby Ouh, l'ottavo album di inediti giocato perfetta per Isobel Campbell. Primitivi del futuro (La Tempesta ed in effetti alcuni episodi che lasciano libero seppur solo anch'esso al ribasso, non sarà certo quello che riporterà Lo scopo artistico di mostrare gli indubbi talenti dell'au- Dischi, Marzo 2010) a tratti qualche vagito tra l'ambient e lo sperimentalismo indietro le lancette dell'orologio. Negli anni Françoise, tore lo raggiunge, per quello commerciale vedremo. I nu- Ge n e r e : p u n k -r e gg a e -d u b quasi lo sono (We were dripping, Still drumming). Sulla lun- da suadente chanteuse ha finito per assomigliare a quella meri ci sarebbero.(7.1/10) Scorrono uno dopo l'altro i brani di Primitivi del futuro. ghezza di tredici tracce il discorso è però abbastanza gattara della mia vicina di casa, mentre Goring è sempre Giulio Pasquali Con La ballata delle ossa che scalda i pneumatici mesco- ripetitivo ed arrivati in fondo si ha come l'impressione più il moscone da bar di bukowskiana memoria. Morale lando Jamaica e vecchi TARM, in vista di una quarantina assai paradossale che gli Sleep Whale osino poco. For- della favola: il punk è solo un ricordo di gioventù. I nuovi Titus Andronicus - The Monitor (XL, di minuti di tornanti tra reggae e dub come non ci si se devono semplicemente riprovarci.(6.7/10) brani risultano tanto più convincenti quanto più volano Marzo 2010) aspettava proprio. Tanto che inizialmente si cerca qualche Luca Barachetti bassi sui binari di un freschissimo easy listening e di un Ge n e r e : irish-p u n k rassicurazione nei brani a venire, almeno per giustificare electropop danzereccio. I Titus Andronicus puntano al sodo, anche per il so- la ragione sociale che campeggia in copertina. Songdog - A Life Eroding (One In questa appiccicosa verve troviamo l'appeal immediato phomore. Recuperano la formula che inizialmente ave- E invece, niente. Inflessibile, disciplinata, stravolta nell'este- Little Indian, Marzo 2010) di Illegal (il guilty pleasure a cui difficilmente rinuncere- va dato loro visibilità, cioè la declinazione punkish delle tica e ben diretta dallo specialista Paolo Baldini (B.R. Ge n e r e : f o l k r o c k mo) e la cover di No Controles dei one hit wonder Flans folk-songs tirate all'irlandese. E in The Monitor portano Stylers, Africa Unite, Dub Sync), la band di Pordenone E sono cinque gli album per i Songdog, trio inglese da (una cosetta dalla melodia infantile che canticchiavo a la formula all'eccesso, cioè all'estremo protagonismo. Di mastica ritmi in levare e sputa tribalismi. Un'immersione Blackwood con tanta America nel cuore. Meno lirici e dodici anni e che ora, accidenti a loro, non riesco più a certo questa è una scelta fatta per godere del favore che consapevole in un primitivismo musicale che vorrebbe visionari, se volete più dimessi rispetto a quelli del pre- togliere dalla testa). Sul versante pilota automatico inve- si dà alle cose vere, a quelle senza troppi fronzoli, a quel- fare il paio con i testi "a tema" di Toffolo, questi ultimi in decessore A Wretched Sinner's Song, gli undici pezzi ce c'è sicuramente l'europop della title track, con tutto le che affrontano un discorso autentico e come tale lo bilico tra critica sociale (Prendi a calci il tuo padrone / non di A Life Eroding si disimpegnano tra ballate soffici che quando tirano improvvise zampate (come nel caso restituiscono - basti pensare che i testi imbastiscono un lo fai / parla dei tuoi desideri / non lo fai / metti a fuoco la na- e indolenzite come potrebbe un John Mellencamp dell'electro a 8-bit di Alaska o della frenesia da patchin- blando concept sulla guerra civile USA. I Titus Androni- zione / non lo fai / smettila di comperare / non lo fai / stacca parecchio giù di corda (la title track, Shaman) o degli ko di Elles Te Bottent,Mes Bottes?), i nostri dimostrano cus hanno l'indubbia capacità di vendere una autenticità la televisione / non lo fai) e riferimenti alla natura (guardate col cuore in ambasce (3:30 AM, oppure d'essere vecchi leoni con le unghie ancora ben affila- pronto consumo che oggi non ha neanche più bisogno che sbagliate / se il grillo torna al campo anche voi ci gua- quella Obediah's Waltz al sapor di Tom Waits). te.(6.5/10) dell'alone wavey per fare successo. dagnate / hanno ammazzato i grilli /sterminato le formiche / La sobrietà delle composizioni è sorretta da arrangia- Diego Ballani Cavalcate alla Pogues che si animano di corse, sgolate esiliato talpe e topi ed impiccato me), riflessione (Il mondo menti ben commisurati, punk, arpeggi che sanno d'arpa verde, toni anthemici, ri- è mio mi sembra / sarà che ho ventotto anni / e mi distraggo elettricità, fiati, fisarmo- Thomas Dybdahl - Thomas Dybdahl partenze nel più classico dei copioni, e diremmo anche ancora molto / perché figli non ne ho / ne ho avuto un tempo niche, archi e quant'altro (Last Suppa, Aprile 2010) una innegabile conoscenza del mezzo espressivo (che in uno / me l'hanno sequestrato / parlar da solo in tribunale / sono segni che colorano Ge n e r e : Co u n t r y -f o l k p o p queste vesti non è neanche così difficile da conoscere, questo è il mio reato) e impegno (La memoria che non è / con garbo il mood delle In attesa del quinto album di studio, è uscita già da un ammettiamolo). A Pot In Which To Piss è una ballata rapida- quello che ricordi della storia passata / è qualcosa di più pro- varie situazioni: ascoltare po' questa retrospettiva della carriera dello stimato ex- mente trasformata nell'ormai distintivo inno punkish. E, in fondo / che ha a che fare con la memoria del mondo). per credere quei gioiellini Quadraphonics in cerca di conferme internazionali generale, i brani sforano la soglia del minutaggio punk (o Fine dell'amata adolescenza, fine degliOcchi bassi, fine dei di 1979 e I Got Drunk And I dopo gli anni d'oro (quando non di platino) nella nativa folk) per diventare innesti di canzoni su canzoni, di inni fratellini che scoprono il rock'n'roll. Eppure, nonostante Wrote You A Poem. Si ripete Norvegia. su inni, in atteggiamento quasi narrativo (e determinando una freddezza generalizzata sconosciuta ai ritmi giamai-

76 77 cani ma giustificabile chiamando in causa il DNA origina- appassionato "tributo alla città, ai lavoratori e ai cittadini di elementi turchi (Absent Victor Démé - Deli (Naive, Aprile le della band, c'è personalità. Anzi lo stile TARM emerge scomparsi e all'amato vinile".(7.5/10) Crowds, Littered Dreams), ri- 2010) ancora più forte, a tener le redini di una virata stilistica Stefano Pifferi cordi arabi (bello il feat. di Ge n e r e : w o r l d riuscita proprio perché consapevole di rappresentare Amal Murkus in Sho Beto'l Come fai a dare un seguito a un disco favoloso che ti ha idealmente - e paradossalmente - un continuum con la Unwinding Hours (The) - The Alreh), reggae puro (Popcorn proiettato dal Burkina Faso al successo, prima oltralpe e produzione precedente.(7/10) Unwinding Hours (Chemikal Delights), condimenti co- poi nel resto d'Europa? Dopo che ne hai vendute 40.000 Fabrizio Zampighi Underground Records, Febbraio lombiani (Beach Combing) e copie in tempi di magra come questi, per di più proponen- 2010) altre spezie global. Un disco do un folk acustico che parte dal retaggio griot? Finisce Unfolk - The Venetian Book Of The Ge n e r e : p o p p o s t -r o c k piacevole all'ascolto, senza troppe pretese. che pubblico e critica si aspettano qualcosa di eclatante Dead (Diplo, Marzo 2010) Knut è un pettinatissimo crescendo verso l'inevitabile de- Gli UB&O continuano la loro contaminazione del suono e il rischio è che rimangano delusi, per quanto di buono Ge n e r e : a v a n t -f o l k flagrazione (Mogwai? Sigur Rós? Fate voi). Poi una serie bristoliano con amici e conoscenti: in barba alle tendenze, e magari ottimo tu possa proporre. L'impressione è che Dieci moderne protest songs e sei interludi strumentali di ballate tra il pop orchestrale, una volta mood primi si conquistano a buon titolo la rispettabilità, dopo quasi Victor, al momento di offrire queste quattordici compo- avvolti in un packaging di una bellezza e ricercatezza uni- Elbow (Tightrope), un'altra con coralità eteree e melassa un ventennio di onorata carriera.(6.7/10) sizioni, abbia voluto essere se stesso e basta: evoluzione ca con copertina cartonata e immagine presa dall'Ecce (Little one), e il bozzetto acustico con archi o senza (Solsti- Marco Braggion - sotto forma di arrangiamenti più elaborati - inclusa. Homo di Delvaux. Si presenta così il comeback di uno dei sce) su cui si spande un'incursione rumoristica che defini- Se vi interessa, c'è la generosità di una voce che spazia progetti più oscuri e trasversali del panorama italiano. re inutile è carità (There are worse things than being alone). Upsilon Acrux - Radian Futura dalla gioia alla malinconia e una produzione arricchita Unfolk, termine eterodosso che un paio d'anni addie- Nella seconda parte invece parziale cambio di registro: (Cuneiform, Marzo 2010) senza snaturare l'insieme. Ascoltate il blues del Delta tro dava il nome al primo disco di Alessandro Mon- inquietudini e chiaroscuri Peter Gabriel in salsa indie- Ge n e r e : f r e e -j a z z -p r o g -r o c k (Maa Gaafora) riallacciarsi per l'ennesima volta - non ci ti e che ora, sulla scia di quel che successe con Carla rock (Peaceful liquid shell: non manca un'altra mezza botta In giro da dieci anni almeno a violentare jazz, prog e rock si stufa mai, però - a una delle sue origini, mentre la di- Bozulich/Evangelista, si trasforma in moniker a sé stante. finale) o su profondità di basso (Child), albeggiamenti con con propulsione -core, gli Upsilon Acrux non sembra- mensione raccolta dell'esordio giova di un accresciuto Quasi come una calamita, Unfolk attira a sé, oltre al suc- rifrazioni di luce che rimangono un po' lì così a mezz'aria no perdere un colpo o cedere di un passo dalle proprie spessore strumentale (batteria e basso affatto invaden- citato capopopolo, anche Kevin Hewick, misconosciuto e una chiusura, The Final Hour, che inizia sussurrata e lon- intransigenti posizioni. Radian Futura è il sesto album ti, corde acustiche ed elettrice ben intrecciate, violini al artista del primo post-punk tana e quindi esplode giusto un attimo prima che ci si e reitera in maniera ancora più corposa il math-free-jazz- posto giusto) gestito dall'abile Sodi, produttore esperto inglese e cantante dal pathos addormenti. prog-rock strumentale, insano e schizzato che ne è cifra già con Fela Kuti. Ne sortisce una tradizione affrontata inimmaginabile, e una molti- Diabete e noia con gli ex Aereogramme Craig B e caratteristica da quando, nel 1997, il fondatore e leader con l'autorevolezza del maestro (in Ibe Siran Munlea più tudine di artisti e musicisti Ian Cook, i quali ripartono esattamente da dove erano Paul Lai battezzò la formazione. che altrove) e azzeccate, benvenute deviazioni da essa (Gigi Masin, Bebo Baldan, rimasti con il gruppo originario per fare una bella dozzina Molti riferimenti uguale nessun riferimento, si potrà a (come l'afro-funk - benedetto proprio dal sax di Femi Riccardo De Zorzi, ecc.). di passi indietro e sprofondare verso il baratro. Ok, sono ragione obiettare, ma la musica della band di San Die- Kuti - Wolo Baya Guéléma o il morbido soul Keeba Sekou- Tuxedomoon e Current fuori tempo massimo, ma non sarebbe niente se le can- go è realmente un miscuglio ondivago e in continua (ri) ma). Tutto semplice e spontaneo, con un artista autentico 93, experimental-folk sui zoni fossero almeno decenti. Invece no, sembrano acca- definizione/mutazione/fusione dei generi su elencati. nell'accezione più profonda.(7.1/10) generis e elettronica bislac- nirsi apposta contro chi come il sottoscritto è costretto Per chi non li conoscesse ancora, come vago riferimen- Giancarlo Turra ca, free-prog canterburiano e wave coltissima, musica ad arrivare in fondo al disco almeno una volta. Chissà to si può suggerire un arco musical-temporale che da etimologicamente industriale e emotivamente ricercata. cosa avrò fatto di male per meritarmelo.(4.2/10) King Crimson, Henry Cow e Magma passando per Virginiana Miller - Il primo lunedì Genericamente, e in misure variabili e umorali, è ciò che Luca Barachetti lo Zorn meno dispersivo arrivi fino a mostriciattoli per del mondo (Zahr, Marzo 2010) si può rintracciare nel libro veneziano dei morti, sorta di indie-kids come Ahleuchatistas, Hella, Orthrelm o Ge n e r e : p o p -r o c k d'a u t o r e Bardo Thodol della città lagunare. The Venetian Book Up, Bustle And Out - Soliloquy a colti tentativi di rileggere l'indie in chiave sperimentale La vulgata sui Virginiana Miller li vuole Of Dead è infatti un concept che sotto le spoglie gentili (Echo Beach, Marzo 2010) come succede coi label-mates Cheer Accident. Tempi valorosi ma incompresi per troppo spessore musicale e di una musica elegante e raffinatissima, in alcuni tratti ele- Ge n e r e : Wo r l d Du b dispari, slanci strumentali, strutture elaborate che sono soprattutto letterario. Non ci opponiamo, giacché segne- giaca come può essere quella di Mr. Tibet, trattiene una Tornano dopo tre anni i bristoliani, campioncini e ormai insieme delicati origami e massicce cattedrali di suoni, remmo Gelaterie sconsacrate e La verità sul tennis natura forte, pregna di odore di morte. Centrale nelle storia (questo è infatti l'undicesimo album per il combo) su cui si staglia l'imponente Transparent Seas (Radio Edit): tra gli episodi da avere in un'ideale discoteca dell'italico liriche è la denuncia sociale legata alle vicende del petrol- di un sentire world che nei Novanta spopolava pure in 28 minuti e passa di "tutto", in cui convivono passaggi rock d'autore degli ultimi quindici anni. Eppure Il primo chimico di Marghera: le malefatte di chi impunemente di- casa Ninja. Da un po' di tempo quelle istanze di rivolu- ambient-jazz e assoli di batteria, interplay matericamente lunedì del mondo non ci convince del tutto, perché rigeva quel luogo e il silenzio che ha accompagnato, vera zione e combat non vanno più di moda, ma il produttore prog tra le due chitarre e le tastiere e cerebrali (de)co- cercando una legittima sterzata pop - non che prima i e propria colonna sonora di un universo in disfacimento, Rupert Mould e il DJ Clandestine Ein continuano lo struzioni math, senza mai un secondo di noia. nostri fossero dei carpentieri, s'intenda - traballa a metà le molte morti succedutesi in zona. stesso a pescare featuring dagli angoli più disparati del Musica cerebrale, quella di Upsilon Acrux, ma che nul- del passo pur arrivando saldo a terra. Unfolk propone dunque un modo, ormai quasi dimen- mondo: due membri dei Portishead (Jim Barr e Andy la ha di artefatto o di accademicamente freddo. Anzi, è I livornesi dal canto loro fanno tutto come deve essere ticato, di coniugare impegno civile e musica, mettendo la Hague), la percussionista argentina Eugenia Ledesma, la l'(auto)ironia a farla da padrona in titoli-calembour come fatto: rotondità sparse ovunque a calmierare una tensio- seconda al servizio del primo per poter oltre che dilet- cantate turca Sevval Sam e altri personaggi del loro giro In-A-Gadda-DeVito o pittoricamente canzonatori come ne Smiths-Luigi Tenco focale nel precedente Fuochi tare anche risvegliare qualche coscienza assopita. Nello giusto. Landscape With Gun And Chandelier. Consigliatissimo a chi fatui d'artificio, innesti d'archi e fiati ad ingentilire o stesso tempo chi vorrà approfondire la storia dietro que- Il risultato viaggia tra melodie downtempo che ricordano ama la follia su pentagramma.(7.2/10) inquietare melodie da sempre comode ed evocative, la sto concept scoprirà che The Venetian è un sentito, i '90 della band di Beth Gibbons (Satie's Atelier) innestati Stefano Pifferi solita buona sostanza lirica nei testi di Simone Lenzi. A

78 79 mancare invece sono le canzoni, quelle presenti sparse Year Long Disaster - Black Magic: musicisti rock dediti al rumore ed all'improvvisazione. con cangianti risarcimenti. James Tenney è conosciuto tra alti senza picchi e bassi senza sfracelli che fatta la me- All Mysteries Revealed (Volcom Così le prime due traccie del disco si rincorrono su per i suoi celebri crescendo e decrescendo per climax, dia stanno comunque sopra la norma. Entertainment, Marzo 2010) soluzioni di non continuità droniche dove i confini tra picchi dinamici, spazializzazioni strumentali e la sua musi- è che i Virginiana sono quelli di Tutti al mare, Altrove, La veri- Ge n e r e : Ha r d Ro c k r e v i v a l orchestrale e contemporaneo, visto il mescolamento, ca perlopiù potrebbe venir letta come l'immanenza stes- tà sul tennis, Uri Geller (chi ignora segni i titoli e scartabelli La notizia è che il leader dei Year Long Disaster è il quasi si annullano; e l'ultima traccia, a dire il vero quella sa, la ricerca di una forma narrativa immanente basata sul sul tubo) e qui mancano tracce capaci di simili traiettorie, figlio di Ray Davies. Non rallegratevi, perché della ma- più interressante, più che richiamare il Cage ultimo, si bisogno di gravità o di sintesi di opposti bilanciamenti, anche se alcune ballad puntinate di rhodes (La risposta) o gnifica capacità di scrittura del leader deiKinks in Black squaderna tra elementi "rubati" dal Morton Feldman spesso dettati dal circolo delle quinte, o da overtones gravide di quello spirito pop tra il Franco Battiato anni Magic: All Mysteries Revealed non v'è traccia. Per più astratto, e vanno avanti per mezz'ora riescendo a strutturati su triadi in C. ottanta (L'inferno sono gli altri) ed un imprevisto schele- tutta la scaletta si agitano stanchi e vetusti stilemi hard catturare l'ascolto, racchiudendolo in uno spazio quasi Quello che più fa pensare in questi casi è che autori come tro Police (Oggetto piccolo (a)) stanno giusto un passo rock, conditi da piccole incursioni psichedeliche e mas- esistenzialista. Tenney o Cage, avevano basato tutti gli sforzi sonori ed indietro dai titoli citati prima. Ma noi i Virginiana li vor- saggi cardiaci a canovacci grunge morti da un pezzo. I Led Zeitkratzer è dunque un bivio ancora più di un dubbio: da extra-sonori sul tentativo di fuoriuscire dal soffocante remmo sempre come quelli di Cruciverba o anche meglio: Zeppelin dei poveri, la caricatura degli Audioslave - e un lato promettente collettivo di auto-continuazione dia- universo accademico con argomentazioni di natura ex- intellettuali in miscugli d'alto e basso, doloranti e ironici, già lì c'era poco da stare allegri - e della magia sbandiera- logica di una tradizione europea fortemente dispersa ed trasensoriale ed extrateorica contenuta in buon parte già alteri eppure così gustosamente pop(olari): «resto come ta dal titolo manco l'ombra. Prescindbile.(4/10) impelagata per probabili finanziamenti statali, e dall'altro nella loro musica, quantomeno disallineata dall'universo 1. Orizzontale / che era stato appeso al chiodo fisso delle Giampaolo Cristofaro un collettivo le cui scelte stilistiche in nome degli schele- chiuso delle accademie. Stupisce che Zeitkratzer, sia nelle sue stesse parole/ quindi deposto dal cruciverba sul gior- tri celebri della composizione riesce ad infittire ed esten- otto pagine di libretto, sia nella linea formale ed informale nale quotidiano d'agosto».(6.7/10) Zeitkratzer - John Cage dere l'asfissiante musica di ricerca persa da più di venti dei pezzi si ostini ad imprimere con un rigido sistema Luca Barachetti (Zeitkratzer Records, Marzo 2010) anni nell'accademismo forzato e senza sbocchi.(5.8/10) calligrafico dalla natura quasi ritorsiva. Ge n e r e : Av a n g u a r d i a Salvatore Borrelli Più che sdoganamento sembra respingimento. Respingi- We Have Band - WHB (Naive, Aprile Zeitkratzer è più di un dubbio, più di un elemento, più mento per una New School molto più pretenziosa, spoc- 2010) di un collettivo o di una label. Zeitkratzer è comunque Zeitkratzer - James Tenney chiosa e sterile di quanto gli autori presi in considerazio- Ge n e r e : El e c t r o p o p Reinhold Friedl, e meglio ancora Berlino. Zeitkratzer (Zeitkratzer Records, Marzo 2010) ne non siano stati mai.(5.5/10) Apparentemente niente di nuovo, né nel percorso (hype è l'Europa, la presa della Ba- Ge n e r e : Av a n g u a r d i a Salvatore Borrelli dopo meno di una manciata di canzoni tra singoli e com- stiglia di un AMM contem- Zeitkratzer è come già detto, un dubbio, ancor prima pilation, qualche remix, passaparola sui social network) poranea, il bisogno se non di un collettivo. Zeitkratzer è ora James Tenney, sotto - Stridulum EP (Sacred né nel genere (synth-pop anni '80 innervato dagli USA la necessità di un ensemble la serie Old School, come nel caso dell'altro tassello de- Bones, Marzo 2010) dei soliti Devo e Talking Heads e rinfrescato da qual- organizzabile sulle ceneri dicato a John Cage. Ge n e r e : Go t h Po p che goccia di e TV On The Radio). della vecchia Europa im- Old School sia chiaro, perché nelle intenzioni del col- Dopo il debutto The Spoils dell'anno scorso, Nika Danilo- Ma il trio mancuniano con base a Londra ha un suo modo provvisativa non-canonica. lettivo capitanato da Reinhold Friedl, la causalità, cioé va in arte Zola Jesus ritorna con un'uscita che solleverà di accogliere le influenze, sciogliendole in un amalgama E poiché il contempora- ciò che viene prima e ciò che viene dopo, ha un ruolo gli scettici delle precedenti release. Accanto ad un sound che tende a nascondere i sapori originali mediante un neo non ha nemmeno più il perlomeno decisivo nel fare di una serie, appunto la Old ripulito (senza per questo risultare inefficace), i sei bra- approccio all'insegna dell'obliquità: quella che li porta ad tempo di misurarsi col suo dissanguamento, poiché è più School, lo specchietto per le allodole in fieri di un nuovo ni del mini mostrano il lato più cristallino della tenebra aprire un disco da dance-floor con i due "lenti" (i 3/4 anni veloce di un corto circuito e non lascia alcuna possibilità suono. Un suono che passa da un collettivo sempre in della ragazza del Midwest '50 di Piano e la riflessiva Buffet), quella di certe melodie, di pensarsi, avran pensato bene i tipi di Zeitkratzer di movimento, il cui intento attuale è quello di rivitalizzare, ora residente a NY. Night ma soprattutto quella che fa loro evitare i tratti più sput- ripensare, non si sa bene se per l'importanza del nome o o reinterpretare, con un gusto non si sa fino a che punto e I Can't Stand virano ver- tanati dei modelli, salvandoli così dalla caduta nel caldero- le soluzioni aleatorie, John Cage, che qui viene ripesca- puro, l'essenza di quanto di buono c'è stato tra i com- so lidi radio-friendly quasi ne della koiné p-funk anni '00 più manierata. to nel tardo periodo (mancavano 6 anni alla sua morte) positori della vecchia guardia. E di farlo quasi alla stessa new age, mentre il resto I singoli, reali e potenziali, come detto ci sono, funzionano quando il filo tra indeterminazione e determinazione si maniera dei migliaia di musicisti dronico-sinfonici in giro gira intorno all'umbratilità e con quella scena condividono ovviamente parecchio, faceva non solo più impreciso ma gli permetteva di vivere per il mondo. L'unica differenza è che qui c'è di mezzo della casa: Trust Me è una tra malinconie Human League, vitalità B-52's e Kraf- su commissioni ed esercitare un grande influsso teorico la dizione "musica colta" che fa, in parole povere, l'unica preghiera raccolta, Run Me twerk riciclati via LCD Soundsystem; ma c'è anche sul senso dell'esecuzione della partitura. differenza... (anche se si tratta di una differenza di pura Out una tensione struggen- altro, che se rischia ingiustamente di passare in secondo Tralasciando questi argomenti, che a noi poco interessa- forma). te, e la conclusiva Manifest Destiny richiama i clamori in- piano è proprio per la stratificazione equilibrata dell'amal- no, il punto è che se Zeitkratzer lo si può trovare più in Bisognerebbe dare un taglio d'articolo non tanto ai suo- dustriali dei primi singoli. Senz'altro un disco di passaggio gama messa a punto dalla produzione di Gareth Jones una discografia accanto ai Vibracathedral Orchestra ni contenuti in ogni dischetto di Zeitkratzer, quanto agli nella migliore delle accezioni.(7.2/10) (già con Depeche Mode e Interpol, per rimanere in o Omit più che accanto a Bach, sta nel fatto che l'alea- intenti da repertorio ed alla necessità di reinterpretare Andrea Napoli argomento), ottimo nell'assecondare il gruppo sia sul lato toria di Cage, strafiticata sul ricorso della non-musica e degli autori certamente non-dissimili né unilaterali come catchy che su quello più elaborato, ma soprattutto nel far del rumore catartico, confluisce qui dentro in una molto Tenney e Cage per comprendere fino a che punto il gioco sì che, più per spessore e forza che per una cifra stilistica personale e deprecabile avventura da fine dei tempi. Da al ripescaggio sia adeguato e quanto in questo bisogno di inconfondibile o particolarmente personale, il disco rie- qui, l'interesse all'ensamble di Friedl da parte di persone contemporanizzare certi autori non vi sia che uno stanco sca a spiccare all'interno del genere.(7.1/10) assai vicine alla fine del suono comeAlva Noto, e da qui quanto furbo richiamo alla monetizzazione o alla ricerca Giulio Pasquali il ricorso del collettivo a ricomposizioni merzbowiane e di crediti per festival internazionali spesso commissionati

80 81 — libri — live report

Fenomenologia di Battiato En z o Di Ma u r o (Au d i t o r i u m Ed i z i o n i , 2010)

C'è stato un tempo, ero giovane, molto giovane, nel quale anche io facevo parte di quella schiera umana definibile sotto il nome di “fans di Franco Battiato”. Che cosa differenzi un “fan di Franco Battiato” dal mero “ascoltatore di Calibro 35 gia con tastiere, xilofono, sax e flauto traverso - spesso Franco Battiato”, magari anche appassionato, è presto detto. Religiosismi sincretici a parte (eh sì, ognuno ha i suoi I Ca n d e l a i , Pa l e r m o (20 Ma r z o ) due strumenti alla volta - e si muove (ondeggia) come scheletri nell'armadio: il mio tutt'oggi tiene l'Adelphi di Siddharta di Herman Hesse sotto il braccio), del cantautore Per descrivere cosa sono e cosa fanno i Calibro 35, farebbe una corista degli anni Sessanta. Martellotta siciliano l'ascoltatore semplicemente ascolta le canzoni, il fan invece si beve tutta d'un fiato qualsiasi cosa egli dica, basta riportare il lancio «Italian jam band performing gol- suona la chitarra senza plettro, pulitissimo, un paio di senza freno. den age soundtracks and original compositions». Aggiungi soli spacey eccezionali. Viene fuori lo spirito da jam L'introduzione è necessaria per capire il senso di questo volumetto di Enzo Di Mauro, poeta, critico letterario, che sono davvero bravi e hai detto praticamente tutto. band del progetto, esercitato su riff hard-funk, poli- nonché speaker per tanti anni di Radio Popolare. Il quale traccia in una ventina di capitoletti una Fenomenologia di Gli ingredienti della miscela li conosciamo dai dischi, e ziottesco-style e ovviamente Morricone (si parte con Battiato che lontana da qualsiasi intento meramente biografico o agiografico (le due solite direzioni di quasi tutti i ci piacciono assai, la curiosità per il concerto insomma Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto), con volumi dedicati al Maestro usciti fino ad oggi) cerca invece di delineare con evidente lucidità e una buona dose di è quella classica del test su palco, vedere se e come sfoghi praticamente prog. C'è anche qualcosa del Lupin (serio) cazzeggio le molteplici espressioni del rapporto tra Battiato e l'esterno, pubblico e giornalisti in primis. una proposta così particolare (leggi vintage funk-rock III più ipercinetico. E nei bis fanno capolino anche altri Partendo dal presupposto che l'opera battiatiana si fonda sulla «sineciosi», strumentale), soprattutto nel contesto dell'indie italia- riferimenti: super italo beat e anni Cinquanta tra Ven- una figura che «consente agli opposti di convivere e anzi ce ne rimanda, di no, riesce a coinvolgere e fare atmosfera anche fuori tures e Shadows. questo sfrigolare, tutto il bagliore, la mattanza di senso, la disarmonia, l'incipit dalle spire ovattate del ciddì. Andiamo alle cose che non ci sono piaciute. I fram- continuamente rinviato o negato», Di Mauro analizza in passaggi agili e densi Gabrielli si dichiara febbricitante (e sono queste due menti di dialoghi da film usati come intro per alcuni (che rendono fondamentale una conoscenza almeno buona dell'argomento delle tre parole che spiccica in tutta la serata), armeg- pezzi. L'interazione col pubblico, zero o quasi. Pubblico trattato) alcuni dei nuclei essenziali della poetica del cantautore, dalla spiritua- che invece interagisce alla grande: si finisce con uno lità sincretica alla Sicilia, passando per lo stile di scrittura e lo sperimentalismo spilungone che sale sul palgo inginocchiandosi davanti musicale. al batterista e poi si appolipa a Gabrielli chiedendo Quello che ne risulta è una dissertazione in grado di scovare attraverso chissà quale pezzo (degli Afterhours?). una serie di intuizioni davvero feconde il significato (filosofico? Sociologico? Tiriamo le somme. I pezzi spaccano su disco come su Addirittura politico?) del nostro negli ultimi quindici anni di cultura e dunque palco, loro sono bravissimi e non si discute, padronan- di show-business italiano, con un piglio che a fronte di una certa impudicizia za, interplay e tutto. Ma manca la componente "even- intellettuale (tale solo a causa di una critica sempre troppo bendisposta nei to" del concerto, il lato propriamente spettacolare, confronti del cantautore) non dimentica mai di illuminare la dialettica in qual- quel dippiù, o comunque quella differenza, uno scarto che modo tragica tra l'artista e chi lo segue/venera. rispetto al disco. E il set viene impostato in maniera «Battiato è come una sentinella che, avendo dimenticato la parola d'ordine, così serrata da sembrare più breve di quanto non sia alla fine è costretto a far entrare tutti» afferma ad un certo punto l'autore, ed in realtà. Diciamo, sei e mezzo. è forse la sintesi più efficace – ma meno comprensibile se non si è letto il libro: e non a caso, bensì come stimolo, la Gabriele Marino inseriamo – di ciò che Battiato è riuscito ad attuare non del tutto volontariamente in oltre quarant'anni di carriera. Oltre al mini-saggio, un'introduzione di Claudio Chianura, un bel saggio fotografico di Roberto Masotti, un'intervista Josephine Foster al cantautore risalente ai tempi de L'Imboscata, una biografia e una discografia completano il volume. Tutto materiale Br o n s o n , Ra v e n n a (21 Ma r z o ) di contorno rispetto all'importanza del testo principale per farsi un'idea un po' meno incantata, ma non per questo L'ultima volta eravamo al Locomotiv Club di Bologna. negativa, su un personaggio capace di «portare la propria sconfitta sulla scena». Ai tempi si parlava di This Coming Gladness e per Come quella volta, Brescia doveva essere, che a noi quattro o cinque fans in sua attesa terminato il check di un farlo, oltre alla Foster, c'erano sul palco a mescolare concerto ci salutò con due o tre frasi in tedesco. Nessuno capì nulla ovviamente, ma ci sembrò una specie di benedi- folk arcaico e inflessioni elettriche Alex Neilson e zione. Sì, proprio così, una benedizione. Anche se in realtà era un'evidente, bonaria, presa per in giro... Victor Herrero. Un set efficace, dedicato a un pub- Luca Barachetti blico estremamente “selezionato” e attento. Lo stesso che ritroviamo al Bronson – si e no sessanta persone sedute sulle comode poltroncine messe a disposizione dall'organizzazione – in religioso silenzio per tutta la durata del concerto. Calibro 35 © Davide Salvato © Davide Anche perché questa volta non c'è nessuno ad ac-

82 83 compagnare Josephine – come prevede il copione del violenza uditiva e ingorghi verbali, intensità catartica e indie, spacciatosi come folk-rocker, atteggiarsi a con- rispettate ma ci si dimentica di inserirle in una proget- recente Graphic As A Star -, a parte un pianoforte antagonismo. Jacopo Incani ci ricorda che siamo tutti sumata rockstar e vivere una parodia con così tanto tualità seria. Per intenderci, quella che nei Black Angels verticale nero, uno sgabello e la solita chitarra classica: polli di allevamento - lui per primo, dipendente di un call successo. inventa una successione di spaccati lerci ma credibili, elementi che stabiliscono con largo anticipo i confini di center – e lo fa con un sarcasmo che non promette Altro che i dischi. Adam è un tracotante e incontenibi- nei Dead Meadow raschia il fondo del barile dei Black un set che si rivelerà più una questione di sensazioni alcuna assoluzione. Magari non indovinando sempre i le spaccone. Un Ben Stiller terra terra con la voglia di Sabbath più onirici, nei Pontiak genera fraseggi gra- che un live dall'approccio convenzionale. Con una Fo- tempi giusti per i monologhi o cedendo in qualche caso fare casino e soprattutto di andare oltre; di partire dal- nitici e inossidabili. Spogliati dai marchingegni illusori ster solitaria e intransigente, lentissima e trasparente, a una certa retorica - stiamo comunque parlando di la rockstar finta e dall’orchestrina da avanspettacolo dello studio di registrazione, i White Hills si rivelano impegnata a impacchettare le naturali fioriture di una un musicista agli esordi -, ma sempre con l'obiettivo di (che è la band) per arrivare allo show irresistibile che per quello che sono: un corto circuito lancinante da voce eterea su qualche accordo abbozzato. L'effetto scuotere e far riflettere grazie a un peso specifico che mescola la commedia e il rock, il trash show televisivo due accordi a brano lontano dalla sperimentazione e è curioso, dalle parti di un intimismo domestico che evita i luoghi comuni da anni zero. e il concerto. Quattro ragazzi che traducono le can- invischiato in un suono che è reiterazione e accata- evita i contatti esterni con la variabile “pubblico pa- Un pugno di brani che parla delle facezie e dei successi zoni originali in pantomime e Green a "crooneggiarci" stamento. E che accontenta giusto quel "rocker" col gante” preferendo un'autoghettizzazione volontaria. In di una società fallimentare: la nostra. Con la barrettiana sopra con quel vocione che mette tutti d’accordo. Pure giubbotto di pelle nera e gli stivali che ognuno di noi un luogo fuori dall'ufficialità dell'evento in cui non ci si Il sesto Stato una spanna sopra a tutto il resto e una quando glielo leggi in faccia che di fare il canzoniere nasconde segretamente in cuor suo. cura delle imperfezioni e ci si affida esclusivamente a Macarena su Roma che vedremmo bene come epitaffio proprio non ne ha voglia. Due brani con la chitarra a Il confronto con i Pontiak è impietoso. Dove i new- una vocalità estemporanea, catartica, ingovernabile, di- per Buona Domenica. Tenetelo d'occhio. tracolla, di cui uno lasciato a metà. Un concerto fatto yorkesi sono autoreferenzialità e sovrastruttura il ter- stante. L'espressione assorta dipinta sul viso dell'artista Fabrizio Zampighi di stage diving che manco i Jesus Lizard, inarrestabile zetto Carney è interplay, affilatura, pulizia, capacità di americana la dice lunga sullo scarto quasi incolmabile delirio ormonale concluso con una plateale fuga dal offrire all'hard psichedelico una chiave di lettura perso- che c'è tra chi suona e chi ascolta, tanto che fatichiamo Adam Green palco. In mezzo, un duetto con una ragazza chiamata nale e riconoscibile. Nessuna concessione alla teatrali- non poco ad andare oltre la semplice ammirazione per Co v o , Bo l o g n a (27 Fe b b r a i o ) sul palco giusto per limonare e, a concerto finito, un tà, nessun vezzo estetico, per un immaginario lisergico il canto virtuoso. Coadiuvati da un impianto strumen- Di blasonati cantautori indie americani ritrovatisi con continuo saliscendi dalla scala del backstage dove ad che sta tutto in quei tre biondini stempiati e barbuti tale ridotto all'osso che fa un pò rimpiangere l'obliquità quattro gatti ne abbiamo piene le agende e da questo ogni picchiata piovono altre pominciate a compiacen- piegati sui loro strumenti. Del resto se un brano come strumentale del passato recente. Covo targato Adam Green non ci si aspettava niente ti groupie noncuranti del sudore colato copioso sul Laywayed posto a chiusura dei tempi regolamentari ci Fabrizio Zampighi di speciale. A scattare, piuttosto, erano i ragionamenti chiodo. sconvolge anche dopo un anno di ascolti ci sarà pure più bislacchi. Valori reali dati dalla differenza tra i voti Anche il pubblico, eccitato da tanta passione, non si un motivo; se l'ultimo Sea Voids rientra ancora nel- Iosonouncane ricevuti sulle riviste e il numero degli astanti: quale sarà risparmia: brani a memoria e cori di refrains, manco la nostra playlist a tre mesi dall'uscita qualcosa vorrà Ar t e r ì a , Bo l o g n a (12 Ma r z o ) l'anello mancante tra il successo e un disco di successo fosse l'ultimo dei dinosauri del rock. E per fortuna che poi dire. Reinterpretare non è inventare, è vero, ma i Stando a quanto si dice dalle parti della Trovarobato – o tra il sold-out da spinta mediatica e la fede di un pub- l’ultimo album parlava del fallimento del suo matrimo- Pontiak convincono comunque grazie a un'essenziali- l'etichetta che dovrebbe occuparsi della pubblicazione blico di profilati intenditori? Pensiamo che a un Adam nio. Rock'n'roll. tà che vive per la sostanza, in un live set impeccabile. del disco -, per l'esordio ufficiale ci sarà da attendere Green, a cui non manca nulla, inevitabilmente mancherà Edoardo Bridda Nonostante l'ora scarsa di concerto e nonostante un almeno fino a fine anno. Intanto, però, Jacopo Incani il pienone. E sarà colpa di Facebook, dei promoter, dei Bronson del lunedì sera con un tasso di presenze ai aka Iosonouncane continua a far parlare di sé giran- blogger e dell’Italia. Pontiak, White Hills minimi storici. do l'Italia con un live-set incentrato sull' EP – anzi, sul Ce la si prende comoda, dato che siamo lontani dai "bu- Br o n s o n , Ra v e n n a (01 Ma r z o ) Fabrizio Zampighi pacchetto tematico – che trovate in download gratuito lironi" di New York dove il ragazzo miete puntualmente Hippie fuori tempo massimo lui, col viso dipinto, la ca- sul My Space dell'artista. Poco male, verrebbe da dire. applausi e successo grazie a presenza, stile, canzoni e micia a fiori e un paio di pantaloni rosso fuoco;femme Anche perché nel caso del musicista sardo più che in un certa dose di faccia tosta. Pure con quell’ultimo la- fatale lei, con tanto di seconda pelle in latex da maiden altri, il disco e il concerto rimangono due entità separa- voro che lo consacra come uno di quei cantautori da dell'heavy metal, stivali viola e lustrini in stile Kiss. Se te. Al primo il compito di definire le linee guida di suoni punti di partenza: Lou Reed, la Blank Generation, il il rock fosse soltanto una questione di forma, al basso e contenuti stabilendo punti fermi da cui partire e a cui glam, Elvis Presley, l’ francese e, perché no, la di Ego Sensation e alla chitarra elettrica di Dave W. fare riferimento in un live che è anche improvvisazione; stessa Grande Mela. Tutte carte nel mazzo di un quasi andrebbe tutta la nostra ammirazione. E invece solo al secondo la responsabilità di far passare quella che trentenne che con Minor Love le canzoni se le firma forma non è. Tanto più se ti chiami White Hills, sei è forse la parte più importante del progetto, ovvero nome e cognome, e sarebbe come minimo giusto che una delle formazioni più chiacchierate del momento e un Teatro Canzone sotto psicofarmaci, provocatorio, il pubblico a capirlo ci arrivasse da solo, senza filtri né te ne esci con una psichedelia hard che invece di tra- frammentario, situazionista, anarchico. etere. sformarsi in un trip con tutti i crismi - come promesso Accostarsi a un concerto di Iosonouncane con la leg- All’arrivo nel cortile del locale il cancello è chiuso. Sold dall'ultimo, omonimo, album - rimane a tergiversare gerezza di chi cerca un semplice svago, non ha alcun Out. Il bambolotto americano ha chiuso le porte del sulla porta di casa. C'è una batteria possente e anima- senso. è necessario mettersi in gioco, sottostare all'at- locale che non sono neppure le undici e la gente fuori lesca a nobilitare un prodotto altrimenti stereotipato trito naturale che si sviluppa tra musicista e spettatore, è nervosa come ai grandi eventi. Dentro, nella scato- – su disco se ne occupa Kid Millions degli Oneida – e accettare di vedersi sbattuta in faccia la pochezza della la nera, Adam pulsa, scalpita e in un mix di droghe ed questo è tutto. Nonostante un suono magmatico ai li- nostra quotidianità accendendo un minimo di pensiero adrenalina è pronto a inondare di sorrisi un posto ben miti del dolore fisico, un pulsare indistinto di feedback critico. Un magma di illusioni scoperchiato da un tri- più adatto a truci figuri come El Guapo e Xiu Xiu. Ed e i soliti wah wah affamati di pose rock'n'roll. pudio di lo-fi esistenziale e limiti tecnici auto-imposti, è forse davvero la prima volta che vediamo un artista Le ultime direttive in fatto di musica acida vengono

84 85 Gimme Some Inches #4 con la voce roca e invasata di Mas- simo Audia (chitarra di Satantango) e sull’altro, Motel Sex, col duetto or- giastico tra i frontmen Refo e Anna Poiani, mostrano ottime prospettive per eventuali dischi lunghi in forma- zione aperta. Entrambi vedono la luce per un wild bunch di etichet- te nostrane come Brigadisco, Musi- Stavolta affondiamo gli ascolti nel mon- Talibam!, Jealousy Party e Zu, ag- nisti Musica Da Cucina e Above ca Per Organi Caldi, Bloody Sound do dello split. Protagonisti in ordine giunge una nuova perla. Nel vol. 7 è The Tree, al secolo Matteo Bernac- Fucktory, Valvolare e altre ancora. sparso Blessure Grave e On Fillmore, la volta degli On Fillmore, il duo chia, disposti a scontrarsi partendo Infine, targato Sturmundrugs è Cold Cave e Satantango, Above The basso batteria formato da Glenn da prospettive a dir poco diversis- invece un cd-r splittato tra il padro- Tree e molti altri ancora. Kotche (già con Wilco e Loose Fur) sime: blues catacombale in modalità ne di casa Donato Epiro, nel giro Siore e siori, stavolta a Gimme e Darin Gray (Dazzling Killmen) e fingerpicking post-faheyiana per il Maisie e reduce da una ottima per- Some Inches è il mese dello split. già utilizzato da Jim O’ Rourke secondo (splendidamente emotiva formance in solo al Kraak festival, Pratica comune da sempre per i come sezione ritmica. I due propon- l’opener Blues2) e concretezza do- e i due berlinesi d’adozione Albe- Grave. Il duo di San Diego continua giche, lamenti funebri e traballanti formati vinilici, quella di dividersi a gono una lunga suite (Fever Dream) mestica con una certa predilezione rorovesciato. Questi ultimi ripro- la sua rilettura dei classici del punk preghiere agli dei della notte. Rima- metà incombenze e lati di uno stes- che parte da una sorta di blues disi- per dilatazioni quasi ambient, per il pongono il loro estenuante tour de più oscuro: dopo Human Eye dei nendo in ambito di collaborazio- so supporto fonografico è stata poi dratato alla Bachi Da Pietra per poi primo. Egregiamente registrato nelle force tribal-percussivo-concreto in Cramps sul lato B del singolo usci- ni estreme, ma spostandoci al di là traslata a cassette e formati digitali, ripiegare su panorami jazz-post-rock stanze del castello medievale di Itri Catapultati Dalle Montagne, Spigoli Di to per Holidays, è la volta di Skulls dell’Atlantico, va segnalata la stampa senza grossi traumi né impacci. In alieni. Notturni, allucinati e stimolan- (Latina), testimonia la bontà dei pro- Pietra Nelle Costole, suite che mette dei Misfits, rallentata e narcotizzata in vinile per Hospital di Stars Ex- questi ultimi anni, però, la scelta del ti. Dall’altro lato si va di impro-jazz getti e, insieme, la vitalità musicale a dura prova l’ascoltatore col suo a dovere. Gli svedesi dalla loro ri- plode, collaborazione niente meno vinile ha vissuto una seconda giovi- con l’estemporaneo trio capeggiato del basso Lazio. Il secondo 12” inve- sciamanico procedere; Donato Epiro lasciano Another Night, un piccolo che tra Cold Cave e Prurient, nezza, spesso e volentieri prediligen- da Massimo Zu Pupillo e i nippos ce gioca sull’asse lombardo-marchi- invece, dopo il bellissimo Sounding sunto a base di synth liquidi, river- precedentemente uscita solo su na- do i formati grandi, tanto che espe- Yoshigaki Yasuhiro e Uchihashi Ka- giano e mette uno di fronte all’altro The Sun su Stunned, non si discosta beri industriali e moribonde melo- stro, come quella di The History Of rienze fondamentali per la diffusione zuhisa: è la chitarra sharrockiana il blues deforme dei Satantango dall’ambientazione neo-pagana dei die simil-pop. Sempre Lust For Youth Aids, l’album del progetto solista di del rock in Italia come la Wallace di quest’ultimo a tirare le fila di un e il rock lercio e marcio di Jesus compagni di split e risponde col pa- usciranno a breve su Sound Holes Dominick Fernow targato 2002. An- ne hanno fatto personale cavallo di suono teso, vibrante e, verso la fine Franco & The Drogas. Tre pezzi esaggio sonoro fluttuante tra psych con una tape condivisa con Street cora una volta, il sottobosco di que- battaglia. Ci riferiamo alla serie che del lungo pezzo, decisamente esagi- per uno più due live in cui i gruppi ossianica e primitivismo abrasivo di Drinkers (Viktor degli Ättestupa) sti atti è sempre più agitato. prende il nome dall’interazione con tato. I panorami dell’impro non co- si fondono nel supergruppo Jesus La Guerra Dei Fiori. che si preannuncia molto gustosa, Stefano Pifferi SoundMetak, negozio di strumenti noscono confini geografici, né tanto Tango & The Satan Drogas per Muovendoci fuori dai patri confi- se vi è chiaro che qua i canoni di Andrea Napoli ma anche laboratorio/spazio perfor- meno soste. dimostrare che il rock più viscerale ni verso il nord Europa, questo mese bellezza sono esattamente ribaltati. mativo gestito da Xabier Iriondo: la Gli altri due split italici che gi- e malsano ha ancora adepti e grandi ci imbattiamo in una serie di succo- Ancora, proprio quest’ultimo ha da PhonoMetak Series, 10” con iden- rano questo mese qui a Gimme esecutori nello stivale. I pezzi in pro- se uscite del famigerato giro Ut- pochissimo licenziato una cassetta, tica cover e splittati tra realtà avant- Some Inches sono invece in for- prio nulla aggiungono al già noto, ma marken. In primis, dopo un paio di questa volta in solo, per Goaty Tapes impro nazionali e non, dopo aver mato vinilico grande e coinvolgono quelli in joint-venture forniscono un cassette, i giovani Lust For Youth in cui propone il suo materiale più visto transitare sotto il suo vessillo esperienze giovani ma agguerrite ottimo scarto: sul lato A, Crazy Baby debuttano ora su Release The Bats strutturato ad oggi e che farà la gioia Ovo e Sinistri, Damo Suzuki e dello stivale. Il primo vede protago- (cover dei misconosciuti Steel Tips) con un 7 pollici split con Blessure dei fan degli Ättestupa: nenie litur-

86 87 #3 Re-Boot Un mese di ascolti emergenti italiani

Fl u s s i e r i f l u s s i sbilanciata glitch e aspersa di astra- siche ingenuità da prima prova discogra- quasi Matia Bazar. Solo un gustoso ciò ferme restando le grinze sintetiche anche di una chiarezza progettuale mag- Il domani è dietro le spalle, è più zioni folk, può sembrare un esercizio fica sulla lunga distanza. Non ingenuità antipasto, immagino. Pasto completo che un po' straniano e un po' unificano giore, resta il fatto che quanto si ascolta raccolto che ricerca, è un flusso di di mera e cocciuta ucrònia. Nel caso ma calcolo fin dal moniker vagamente invece per i Captain Mantell, a base la proposta, cui manca forse un po' di nel demo La Chanson De Mai (6.2/10) riflussi che tentano di coniugarsi al di The Winter Season (7.0/10) del poliziottesco per i FilmDaFuga, il cui di frequentazioni elettro-rock ostaggio mordente tra le parti, ma intanto è già non dispiace affatto, per una sensibili- futuro e a volte ci riescono. Che dire, padovano Marcello Spolverato AKA Calippo Generation (6.8/10) promet- di synth anni Ottanta tipo quello con capace di considerevoli suggestioni. Che tà che riesce a unire, senza forzare la siamo un popolo che fatica a chiu- Errnois, ce lo concediamo volentie- te fin dal titolo strali al curaro invero cui trafficano formazioni quali Wora sono il pane ed il companatico dei Dé- mano, la musicalità del francese e certe dere i conti col passato, troppe pa- ri, perché è un disco che si fa carico un po' spuntati. Friulani, giovanissimi, im- Wora Washington. Tra citazioni Daft modé, il cui mood da orchestrina fuo- atmosfere ombrose d'oltralpe. A rileg- rentesi lasciate aperte, dimenticate, eccome dei modelli noti - da Aute- bastiscono un funk-pop assai gustoso e Punk (A Little Shit) e new wave lanci- ri tempo massimo malcela uno spirito gerci il mese prossimo. disperse. Qualcuna magari avremmo chre a Dntel passando per Mùm perfetto per prepararsi al caldo. Deglit- nante (As The Night Decides), post-punk miscelatore che tutto ingoia e rigetta a Fabrizio Zampighi potuto evitarcela con la convinzio- e Boards Of Canada - ma tiene al terano Prince, si ricordano di George meccanizzato (My Radar) e certi Depe- mo' di strumentale succulento. In Dé- Stefano Solventi ne messa in gioco dagli Zidima nel centro un'idea estetica propria, im- Clinton, ma soprattutto innestano chi- che Mode in salsa Primal Scream modé EP (7.0/10) prendono jazz, colta Luca Barachetti loro Cobardes (7.2/10). Ad esempio, pressionista e puntigliosa, zeppa di tarre, synth e fiati su un'attitudine che è (Turn Your Head Around), la band veneta contemporanea, klezmer e tango, tutto la sentenza sulla scuola Diaz, che qui trovate mai fini a se stesse. Un quasi di base melodica assai italiana e spleen confeziona questo Rest In Space (Irma, a spizzichi, e lo accordano ad un'anima diventa un tesissimo atto d'accusa capolavoro uscito con quei 7-8 anni piuttosto spensierato (In bici). Vista an- 6.9/10) - secondo disco ufficiale - tarato che viene fuori cinematica con perfetti noise tra Marlene Kuntz e Mas- di ritardo. che la provenienza, che siano gli eredi sulle lunghezze di una coolness da dan- rallentamenti drammatici (Il Teatro dei simo Volume spronati hardcore Senso di differita anche per i Lisa- dei Carnifull Trio? Staremo a vedere, cefloor. Con un occhio al punk e uno a gatti) se proprio non si pone l'obietti- (“possa il carnefice / strapparvi il cuore genetica da Cuneo, che hanno il non in particolare l'evoluzione della voce un mercato estero pronto a fagocitare vo di accompagnare, ma per rapirci con e poi mostrarmelo / perché il mio nien- trascurabile pregio di rappresentare oggi un po' acerba. produzioni sul genere. violino tagliente alla gola (Tango). Diffi- te ora difende solamente / ciò che me- un'insolita via di mezzo tra rock anni Quanto a discendenza, deve più di A questo punto però ci chiediamo: cile definire le possibilità di espansione ritate: l'odio”). Di rabbia ne hanno un Novanta in chiave noise e una verve qualcosa al cantautorato rock di Cristi- cosa ci fa Ivano Fossati in un giardi- di una proposta del genere, però atten- sacco, questi quattro milanesi: rabbia cantautorale che ricorda Ivan Grazia- na Donà la proposta dei La Materia netto glitch? Tale è l'effetto della trac- zione: questi sanno suonare e, seppur su vitale e inferocita come il personag- ni. Melodia e rumore, costruita su un ci- Strana, trio fiorentino al debutto con cia d'apertura di E intanto fuori pio- traiettorie del tutto diverse, i Calibro gio nella Giara di Pirandello che fa da tazionismo Afterhours periodo Non è l'ep Raptus (6.6/10). Però non fai fati- ve EP (6.7/10), seconda prova del duo 35 potrebbero aver insegnato qualcosa. moniker, e di compattezza nervosa e per sempre (Irreversibile) e pop acustico ca a scorgere barbagli di qualcos'altro, romano Bon.not. Poi le coordinate si Il cerchio si chiude con i Le Mal D'ar- lirica pronta a sbottare. Sono inevi- leggero (Strega), Radiohead prima ma- da un lato frenesie soniche che forse spampanano, la barra del cantautorale chive, almeno a giudicare da una for- tabilmente anni novanta, ma ci met- niera (Croce) e vaghi richiami dEUS (La pescano qualcosa tra gli archetipi della piega verso lidi diversi, come la narcosi mula un po' confusionaria che vorrebbe tono passione e verità come pochi. tua creatura). Nonostante un approccio gloriosa wave toscana, dall'altro malìe quasi CSI di Tra i denti o il De Gregori mettere sullo stesso piano cantautorato Bravi davvero. A proposito di bravu- tutto sommato convenzionale, i brani di melodiche che guardano al canzonetti- contagiato Offlaga Disco Pax di Dal e sperimentazione elettronica minima- ra, ma a sproposito di rabbia: parlare Ex vuoto (Latlantide, 6.9/10) funziona- smo "alto" dei sessanta e settanta, con- fango, mentre ne L'indifferenza scor- lista. Premesso che il gruppo avrebbe bene oggi di un disco di indietronica, no alla grande, evitando con stile le clas- diti con sovrapposizioni vocali e acuti gi echi - addirittura - Radiohead. Tutto bisogno di un produttore serio e forse

88 89 Rearview Mirror —ristampe

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Jawbox - For Your Own Special Sweetheart (De Soto, Aprile 2010) Ge n e r e : p o s t h c Sedici anni dopo l'originale pubblicazione, vede di nuovo la luce uno dei gioielli minori del post-hc. Definizione quest'ultima da prendere con le molle onde evitare fraintendimenti. I quattro Jawbox - Kim Coletta al basso, l'ex Government Issue J. Robbins alla chitarra, Bill Barbot alla chitarra e Zac Barocas alla batteria - infatti, non fecero mai parte di quel calderone hc al limite del metal che caratterizzò la seconda metà degli anni '90, ma piuttosto di quella generazione di hc evoluto (dai Nation Of Ulysses ai Fugazi post-In On The Kill Taker) che cominciò a flirtare con il noise-rock, sul versante dei volumi e delle strutture, e con il pop, su quello delle melodie vocali. AA.VV. - Brazilian Guitars Fuzz Jimi Hendrix - Valleys of Neptune A supportare la band nella produzione di questo For Your Own , fu chiamato Ted Nicely, all'epoca pro- Bananas (World Psychedelic Funk (Legacy, Marzo 2010) duttore di grido per la scena trasversale che dai Fugazi arrivava fino al noise-rock newyorchese dei Girls Classics, Marzo 2010) Ge n e r e : r o c k b l u e s Against Boys. E la scelta non fu casuale, visto che con questo album i Jawbox Ge n e r e : t r o p i c a l p s y c h Dodici pezzi inediti di Jimi - dove inedito va tradotto alla riassumevano il riassumibile e mettevano definitivamente la freccia su generi e Non si presta mai sufficiente attenzione a quanto e come lettera come non pubblicato in questa forma - registrati sottogeneri allora in voga, uscendosene con un album "classico" di rock insieme fosse diffuso, negli anni Sessanta, il fenomeno psichedelia. nel '69 e nel '70 (ce n'è anche uno del '67) tra i Record potente, melodico, dissonante, abrasivo. D'altronde l'uscita per la major Atlantic e Che fu sul serio globale come un'epidemia - positiva per Plant di NY e gli Olympic di Londra, con l'Experience il conseguente "tradimento" della indie per antonomasia Dischord, se da un lato cultura e costume, però - e vieppiù stupisce come ciò ac- originale ma anche con Billy Cox al basso (tre brani evidenziava la facilità post-Nevermind di raccattare contratti a 6 cifre, dall'altro cadde senza che vi fossero dei media onnipresenti come soltanto, prime avvisaglie di quella che sarà la Band of dava la misura delle potenzialità della band di Washington. li intendiamo oggi. Dall'Est Europa al Sudamerica e l'Asia Gypsys). L'incedere convulso e insieme intricato di FF=66 e Chicago Piano, lo stoppato non mancarono emuli dei pionieri del trip chitarristico è l'Hendrix post-Electric Ladyland che cerca nuove robotico e disilluso di Savory, le melodie post-grunge di Cooling Card, l'indolenza e dell'impeto garagista, per quanto furono pochissimi a vie, poca psichedelia e molto hard blues sporcato ora indie di Green Glass, le caleidoscopiche aperture a gomito di Jackpot Plus! stanno esprimere carattere. Questione di approccio, giacché di negritudine funk ora di appetibilità pop-rock. Il suo- lì a dimostrarla. Non è perciò solo per l'ep Savory posto in coda all'album come bonus che For Your Own va per aggiungere qualcosa al canone bisogna accostarsi alla no è buono, non eccezionale, e le performance - anche riscoperto, quanto piuttosto per capire da quale calderone presero idealmente le mosse gruppi come, tanto materia originale traducendone il significato nel proprio queste, non eccezionali - tradiscono spesso la natura di per fare due nomi a caso, At The Drive In o 90 Day Men.(7/10) contesto. prove in studio rimaneggia- Stefano Pifferi Cosa che fecero in Brasile i Tropicalisti e per questo uno te in vario modo: che orro- o più Lp di Os Mutantes non possono mancare in una re leggere che ci sono due collezione che si rispetti. Erano e restano i migliori, dun- overdub del 1987. que non ce ne vogliano i loro connazionali qui radunati Niente di nuovo su Jimi, Phantomband - Phantomband/ Me), levare cangiante (For M), ballad tinte pastello (Rolling) se non posseggono la medesima caratura. Lo scopo della pezzi storici suonati con ar- Freedom Of Speech (Bureau-b, afro beat (I'm The One e Latest News), jazz-funk (Absolutely raccolta è un altro: scoprire Pebbles appartenenti al de- rangiamenti diversi da quel- Aprile 2010) Straight); di tutt'altra pasta invece il successivo Freedom cennio 1967-1976, le quali li stranoti, ma non troppo Ge n e r e : e t n o f u n k /a v a n t -g a r d e Of Speech nel quale un Gee dimissionario lascia il com- si rivelano curiose senza diversi da alcune rese live In un periodo di girotondi attorno al mondo stando bo ad una svolta post punk dai tagli dub (da sottolinea- inscenare reali rielabora- (Stone Free, Fire, Red House); esercizi di blues elettrico comodamente in cameretta, rinnovati interessi groove re che in quei giorni lo stesso Liebezeit pianificava Full zioni. Tre quarti d'ora - dal in scioltezza, con molto autoriciclo (Mr. Bad Luck, Lover nell'elettronica contaminata (Four Tet e Caribou), im- Circle con Holger Czukay e Jah Wobble) evidenti fin sontuoso apparato icono- Man, Crying Blue Rain, una Hear My Train a Comin che è periture declinazioni PiL e tanta voglia di jazz esotico dall'opener Gravity (monotonia di marca PiL). grafico: foto, interviste e un praticamente un mash con Voodoo Chile); la title track è (Mulatu Astatke), le due ristampe della Phantom Band In pratica sembrano un combo On-U Sound che gioca a documentario video - che un pezzo carino che ricorda vagamente la seconda parte sembrano quanto mai illuminaanti. Il quartetto, nato dal- fare i Suicide (il cantato di Sheldon Ancel in Brain Poli- scorrono mediamente go- di Stairway to Heaven; Bleeding Heart di Elmore James è le ceneri dei Can e forte della rinnovata intesa tra i due ce e Dream Machine) ricordandosi nel mentre la propria dibili tra stramberia e liser- forse quello più divertente; Lullaby for the Summer quello principali protagonisti, il batterista Jaki Liebezeit e l'ex missione (il dub straniante di Experiments). A distanza di gia, rare grooves e passi hard, (easy) pop, funk. Mancano più interessante. Sunshine of Your Love delude (molto me- bassista dei Traffic Rosko Gee, è quanto di meglio per trent'anni (il debutto è del 1980, il successivo del 1981) è però brani memorabili, e tocca tenerne conto.(6.7/10) glio le versioni, cantate, dal vivo), niente fuoco e fiamme. scoprirne l'origine di certi incastri krauti di black music Freedom Of Speech a suonare ancora fresco e brillante Giancarlo Turra Confermata insomma la sensazione che tutti i dischi po- come il funk e jazz e ripercorre certe strade avantgarde laddove l'opera omonima, già anacronistica (ma con gu- stumi (non live) pubblicati a nome di Jimi siano degli apo- dei primi Ottanta. sto) ai tempi, ha il merito di inaugurare l'avventura. crifi. Per completisti e nostalgici acritici.(5.9/10) Tra i due album l'omonimo è senza dubbio quello più or- Tutto rientra nel progetto di ristampe Bureau B, a cui Gabriele Marino dinario e post-Can giocato com'è sui velluti (You Inspired purtroppo, limitandosi al solo catalogo Sky, non è per-

90 91 messo il recupero di Tarot di Walter Wegmuller, una la carte in tavola ripescando uno dei dischi (e indiret- il titolo della originaria performance, il suono delle fusa Zu - The Way Of The Animal Powers reissue che i seguaci kraut attendono quanto attendeva- tamente, uno dei gruppi) fondamentali nell'evoluzione di undici differenti felini. (Public Guilt, Marzo 2010) no la Phantom Band.(7/10) di certo out-rock italiano. Andando in ordine Full Fa- Nulla da eccepire sulla bontà dell'operazione filologica, Ge n e r e : i m p r o -a v a n t -j a z z Gianni Avella thom Six è l'album, i Six Minute War Madness la condotta con zelo e passione da Jorg Hiller (aka Konrad Pochi agli albori della carriera discografica degli Zu band. L'anno di grazia è il 1999 (quasi 2000, in verità), Sprenger) e dalla sua Choose Records: in programma avrebbero scommesso che, di lì a un decennio, sarebbe- Plimsouls - Live! Beg, Borrow punto di svolta di un secolo e insieme di un millennio, la riedizione completa - rigorosamente in vinile - di tutte ro stati storicizzati. Invece rieccoci a magnificare le lodi & Steal (Alive Naturalsound oltre che data della swansong per SMWM, in procinto le opere di sound-art del performer scomparso due anni di una band che per connessioni, collaborazioni e por- Records, Marzo 2010) di rilanciarsi sotto le forme ancor più avant di A Short fa. tato musicale si può tranquillamente definire il gruppo Ge n e r e : v i n t a g e p o w e r Apnea (a ben vedere però Illu Ogod Ellat Rhagedia Il rischio, però - sempre dietro l'angolo in operazioni di italiano più importante del terzo millennio. Sarebbe riduttivo confinare i Plimsouls nell'angusto è coevo per gestazione e pubblicazione). riscoperta che sono in grado di riportare in vita solo The Way Of The Animal Powers vide la luce origina- ambito della parrocchia power pop losangelina. Senza nul- Full Fathom Six è l'album che chiude definitivamente i una parte dell'intera situazione artistica - è che l'ascol- riamente nel 2005 per la defunta Xeng e, come di con- la togliere, essere ricordati come una delle formazioni conti con un periodo, sto- tatore non informato finisca ben presto per sviluppare sueto, allargava la formazione a quartetto: della partita migliori - qualora non LA migliore - di una nota a piè ricizzando il primo, reale un vero e proprio senso di disgusto per quello che è, in era il chicagoano Fred Longberg-Holm, impegnato a di pagina del romanzo rock può bastare a chi coltiva gli rock (e dopo-rock) italiano fin dei conti, un angosciante, interminabile susseguirsi di duettare col violoncello col orticelli e si perde dentro e slanciandosi verso una sistole e diastole sonore difettose o - per passare dalla sax di Luca Mai. Ad un lu- le nicchie. Gli altri hanno fase di maturità sbalorden- patogenesi alla sessuologia animale, forse più consona stro buono dalla pubblica- bisogno di qualcosa di più: te per risultati e prospetti- - l'equivalente in musica di un maldestro amplesso tra zione, la Public Guilt prov- la cerniera tra il dopo '77 ve (gli anni '00, appunto). La pachidermi. Solo per storici dell'arte e masochisti all'ul- vede alla ristampa in vinile e la riscoperta estetica dei lussuosa ristampa, oltre l'al- timo stadio.(5.8/10) gatefold a 180 grammi, con "favolosi Sessanta", magari, bum, propone ottime note Vincenzo Santarcangelo relativa rimasterizzazione e saltando a pie pari la new a margine in due cd con live, scampoli di prove, demo, per mano di James Plotkin wave. Hai detto niente, e che ci offrono una vista a volo d'uccello sul potenziale Triffids (The) - Wide Open Road: The (Old, Khanate e mille al- aggiungi per tramite di ciò del combo tra Novanta e Duemila. Necessario.(7.2/10) Best Of (Domino, Aprile 2010) tre cose ancora). l'anticipo involontario del Paisley Underground e, di con- Stefano Pifferi Ge n e r e : e i g h t i e s indie The Way... è un album concreto, essenziale, che procede seguenza, la posa delle prime fondamenta college rock. A due anni di distanza da un terzetto di ristampe che "per sottrazione" esponendo il suono di base degli Zu, Non è allora un caso che i Fleshtones al gran completo Terry Fox - The Labyrinth Scored riportava in qualche modo alla ribalta gli australiani Trif- fino ad allora esplosivo e deragliante, ad una sorta di siano ospiti di un incontrollabile bis rock 'n' soul, e che for 11 Cats (Choose, Dicembre fids, la Domino immette adesso sul mercato un "meglio introspezione/repressione. Un ripiegamento in se stes- spesso - lungo un live torrido ed esaltante, eppure ric- 2009) di" sul quale vi è poco da dire e da giudicare. Nel senso so che segnò all'epoca, e segna a tutt'oggi, lo spessore co di raffinatezze e stile - si colgano i Replacements Ge n e r e : So u n d Ar t che non può e non vuole aggiungere nulla a una vicenda caleidoscopico di una grande band dalle infinite possibi- della maturità con due stagioni d'anticipo. Momenti in Pare che un certo Jean-Yves Gauchet, veterinario e sfortunata che ha lasciato in dote musica meravigliosa, lità.(7/10) cui assapori melodie chitarristiche pop mai scontate che giornalista scientifico di Tolosa, abbia prodotto e messo tutt'uno di folk e rock, wave e sixties, blues ed emo- Stefano Pifferi acquistano potenza grazie a un'espressività frutto della in vendita su internet un cd contenente il tipico suono zione. La storia di un gruppo che andò pian piano soc- rivoluzione punk. Gente dalla calligrafia troppo appunti- delle fusa del suo gatto Rouky, convinto della valenza combendo sotto la ricerca ta per le classifiche, i Plimsouls, nonostante un contrat- terapeutica che tali misteriose frequenze, ascoltate in di un successo mai giunto, to Geffen che giungerà non molto dopo questa sera di stato di relax, avrebbero sull'equilibrio psichico dell'es- scivolando dopo gli inizi in- Halloween 1981 trascorsa al Whisky A Go Go. Ancora sere umano. dipendenti in una seconda innocente e beata come quell'epoca riusciva a essere. Chissà se il fantasioso Gauchet è a conoscenza di un metà di carriera su Island E niente lacrimuccia, per favore, che qui s'ha da rocca- esperimento molto simile condotto, più di trent'anni fa, di inopportuna e impaccia- re.(7.4/10) da Terry Fox (1943-2008), uno dei protagonisti della ta magniloquenza. Giancarlo Turra scena artistica post-minimalista statunitense a cavallo tra Un "la va o la spacca" da fine '60 e inizio anni '70. immigrati in Inghilterra che Six Minute War Madness - Full Non utopico rimedio da fantamedicina, ma seriosa de- fruttò loro la copertina del NME e un pugno di primi Fathom Six (Wallace Records, clinazione di performance art, l'opera di Fox fa parte di dischi indimenticabili, già riediti integralmente e da pos- Marzo 2010) quella serie di lavori (perlopiù sculture sonore) che ten- sedere senza riserve. Cosa che non puoi dire di Wide Ge n e r e : n o i s e -r o c k tarono di fronteggiare una vera e propria ossessione del Open Road, raccolta destinata ai neofiti d'indole pigra e In quest'Italia anni '00 sempre più priva di memoria, le geniale sound-artist: decriptare le leggi matematiche che appesantita da un terzo di scaletta posteriore a In The esperienze seminali giacciono laggiù, in fondo al conte- regolano la composizione del labirinto di Chartres, figura Pines, ultimo LP di David McComb e soci davvero im- nitore e bisogna stare molto attenti a non ritirarle fuori, geometrica circolare inscritta in larghezza sul pavimento perdibile. Dall'uscita del quale è trascorso - mamma mia! perchè significherebbe fare i conti col proprio passato. della navata centrale della cattedrale. Questo per quanto - un quarto di secolo, portandosi via lo stesso David e un Meno male che spiritelli beffardi come il trittico Wallace/ riguarda l'architettura del brano: il materiale sonoro di sacco pieno di bei ricordi.(6.8/10) Il Verso del Cinghiale/Santeria si divertono a scombinare partenza essendo, invece, come spiega calligraficamente Giancarlo Turra

92 93 Rearview Mirror —speciale Benedetta la coscienza che si rallegra di cantante e originare così gli Human League). Nella grandezza della coscienza altrui Il nuovo progetto si rivela da subito ambizioso: ‘Clock’ (Manly P. Hall) omaggia l’Arancia Meccanica di Burgess e Kubrick; ssieme a Cabaret Voltaire e ai primi Human ‘Dva’ sottolinea in russo (cabala e numerologia a parte) ALeague i Clock Dva formano un triumvirato la presenza di due menti unite per un solo scopo, ovvero made in Sheffield che, agli inizi degli Anni '80, seppe mu- contribuire al superamento del punk preservandone in- sicare la propria indolenza ridefinendo i generi popolari dole e prepotenza. Tra il '78 e il '79, una serie di registra- Adi Newton allora emergenti. Se nei primi due casi il prosieguo di zioni casalinghe documentano un approccio elettronico carriera virò verso cadute dance o svolte synth-stupid- diy bagnato nelle acque di un rumorismo cerebrale; ma pop, la storia di Adi Newton, che dei Dva fu fondatore, è la voce di Newton a emergere, strumento monocor- leader e paroliere, risuona per la fedeltà a un ingegno de e minaccioso pronto a dimostrare la sua efficacia in senza concessioni. Le conseguenze, com'è logico, furono un contesto meglio strutturato. L'occasione è offerta da la dimenticanza del mercato e, con esso, la disaffezione Genesis P-Orridge: l'esordio su musicassetta White dei fan meno perspicaci, convinti che il loro idolo aves- Souls In Black Suites (1980, Industrial) asciuga le intui- se esaurito le frecce al proprio archetto. Oggi Newton zioni nate in cantina proponendo un funky bianchissimo torna a parlare e lo fa con la voce salda di chi non nutra e distorto, soffiato fuori da un sax malvagio e sostenuto, dubbi sulla propria onestà intellettuale; l'eredità artistica oltre dal binomio Newton-Turner, da 3 comprimari di alle sue spalle gli consentirebbe di crogiolarsi nella faci- relativa importanza (. Hammond, Robert Quail e le posa dell'artista maudit: egli preferisce invece, e qui Charlie Collins). sta una ragione aggiuntiva della sua grandezza rispetto Alle improvvisazioni acide di White Souls fa seguito ad altri colleghi, rimettere in gioco la propria reputazio- il primo capolavoro Dva: Thirst ('81, Fetish), incanto di ne tentando il superamento di quanto finora prodotto nichilismo jazz-rock. Uncertain introduce a una crudeltà con una rischiosa uscita in coppia con la moglie. A ciò si intellettuale punteggiata da un divagar di chitarra beefhe- aggiunga la preziosa uscita di un box rimasterizzato per artiana e un sax a sfiatare vapori tossici su un paesaggio la Mute con l’intera discografia Dva, di cui si anticipa un industriale. Il riff di clarinetto in Sensorium omaggia Terry restyle decisivo nella dinamica sonora dei lavori cyber- Riley per poi cacciarsi in una cavalcata machista, men- punk. tre episodi come White Cell e North Loop pulsano di una Ci sono luoghi che, proprio in virtù del loro anonima- sensualità viscosa e prossima al trabocco. Il rumore bian- to, contengono i presupposti affinché nasca e si sviluppi co generato dai nostri in Moments, più che dell’imberbe una leggenda; Sheffield, che nella seconda metà degli Anni movimento industrial, è figlio del free jazz balbettante di ’70 non ha molto da raccontare se non la crisi del fino Coleman e Shepp. Con i Dva riusciranno là ad allora trainante settore siderurgico, è uno di questi. dove i concittadini Cabaret Voltaire e Human Le- Qui un ragazzo matto per il punk assieme a un certo ague hanno fallito: concepire una canzone in perfetto Paul Bower (leader dei fatui 2.3, primo gruppo punk del equilibrio tra pop-rock e sperimentazione (poco impor- circondario) decide di fondare Gunrubber, fanzine mu- ta la scarsa diffusione nel circuito alternativo). Il testo di sicale naufragata dopo poche settimane e prontamente Newton amplifica uno spleen di rara eleganza: Questa sostituita dalla volontà di suonare in una band. Dopo potrebbe essere New York o Londra: non m’importa più. Vesto alcuni tentativi in formazioni votate allo scioglimento, questo completo nero, indosso questa cravatta nera, trascino l'irrequieto Adolph ‘Adi’ Newton, sceglie di associarsi questa cassa nera (…) un piano precipita dall’alto, fracas- agli amici Martyn Ware e Ian Craig Marsh, sperimentan- sandosi ai miei piedi. do attivamente la passione comune per Kraftwerk e Di qui le complicazioni: nonostante una serie di con- Avanguardie Storiche. Il nome prescelto risponde spoc- certi entusiasmanti Newton e Turner, al fine di non la- chiosamente a The Future e la formula, ben lontana dal sciarsi ingabbiare nel limbo della scena industrial, optano Magiko umanesimo, per sconfiggere gli automi rock-sputacchiera allora in voga, non entusiasma nep- per un cambio di line-up. Ma un'overdose di eroina priva pure le neonate etichette indipendenti londinesi, tanto Adi del fidato compagno, al quale dedicherà l'EpPassion che le uniche registrazioni di questa formazione saranno Still Aflame ('82, Polydor), opera di transizione verso raccolte trent’anni più in là nell’entusiasmante The Gol- uno stile apparentemente più commerciale. Riassestato Intellettuale armato di sax e cinismo nei Clock Dva; den Hour Of The Future (Black Melody). Adi sceglie il gruppo a quintetto la seconda fatica in studio per la scienziato del suono coi Tagc. Adi Newton si racconta, perciò una strada diversa, un ibrido elettro-acustico con Polydor a titolo Advantage ('83) convince solo in parte in vista di un nuovo progetto e del box rimasterizza- Testo: Filippo Bordignon il bassista Steven 'Judd' Turner, lasciando gli amici al i fan della prima ora, insospettiti dall’ammorbidimento to con l'intero catalogo Dva loro destino (e cioè assoldare il bel Philip Oakey in veste in odore di major. Meno drasticamente, canzoni come

94 95 prima categoria appartengono The Delivery ('85, Ato- Memories Of Sound). La colonna sonora virtuale Digital neri nei quali sono espresse, significando qualcosa anche nal), Digitaria ('86, Sweatbox) e la compilation di singoli Soundtracks ('92) segna una battuta d'arresto, accon- per le nuove generazioni. e rarità Audiophile ('94, Side Effects). Digitaria, in par- tentandosi di una serie di schizzi pur godibili ma dall'an- Qualcuno sostiene che "Una barca non va lonta- ticolare, riassume al meglio le potenzialità del collettivo: nacquato valore artistico. Sign ('93), nella commovente no se il mare è calmo"; hai mai necessitato una si va dalla concrete music per riti esoterici Blood Burns Return To Blue, consegna un grido d'amore post-atomico tempesta per rinvigorire la tua creatività? Into Water al jazz paranoico Balag Anti, dal neo-tribalismo in bilico tra Vangelis e i Suicide di A Way Of Life, C'è un innegabile elemento di verità in questo; i turba- Dog Star al no-swing rumorista Pre-Eval. Alla seconda ca- dove a prevalere è il versante europeo. menti che affrontiamo durante periodi di esaltazione o tegoria rispondono Meontological Research Recor- Al termine delle collaborazione con McKenzie come di depressione ci cambiano, permettendoci di osserva- ding-Record 2 Teste Tones (’88, Side Effects) e Burning Psychophysicist Newton si dilegua. Almeno fino a re le cose da un'angolazione spesso impensabile. Erich Water (’94, Side Effects). La prevedibile degenerazione di oggi. Fromm ha detto "L'incertezza è la condizione ideale questo percorso raggiungerà lo zenit a nome Psycho- Una vita spesa aderendo alle sole etichette della pro- per incitare l’uomo a scoprire il suo potenziale". In quei physicist e titolo Psychophysicists ('96, Side Effects) in pria genialità; "Per aspera sic itur ad astra", concludere- momenti di estrema sensibilità dobbiamo approfittarne collaborazione con Andrew M. McKenzie, mente di The mo, certi che per affrontare le tribolazioni dell’arte il per esplorare noi stessi; quando tutto si fa incerto è al- Hafler Trio: un minimalismo strumentale in bilico tra solo rimedio sia continuar a sognare le stelle del proprio lora che, agendo secondo le nostre intuizioni, possiamo noia e presunzione scava nella mente dell'ascoltatore, cielo. scovare modi inediti di creare e nuovi livelli per essere, sperando d'inventare una 'suonoterapia' elettronica per azioni queste che sono la forma ideale per esprimere ciò tecnomaniaci. L' inter vista che è trascendentale. Nel frattempo, nella seconda metà degli Anni '80 na- Adi, esiste un antidoto contro il lavaggio mentale Che ricordi delle registrazioni di Thirst? scono 2 generi destinati a cambiare la storia: techno a al quale siamo sottoposti dai media oggigiorno? Jacobs Studio, nello : ho degli sprazzi, tipo quando Detroit e a Chicago. L'inghilterra reagisce Nel mio archivio conservo un documentario che tratta registrai il pianoforte per Piano Pain e i momenti magici con entusiasmo preparando la culla per una cultura rave la nocività delle radiazioni elettromagnetiche. Affrontan- in cui improvvisammo Moment. Eppoi il basso dirompen- estremizzata nei contenuti e prontamente rinnovata do l’inizio degli Anni '60 si menzionano degli studi sugli te di Steve in White Cell e 4 Hours e ancora le session nelle droghe. Il ritorno dei Dva non può che risentirne, effetti collaterali provocati dai televisori; il documentario per Uncertain nelle quali non riuscivo a trovare l’intona- bagnato com'è dei ritmi neri rielaborati straordinaria- non specifica però la ragione per cui non furono dispo- zione per il clarinetto. Una volta capitarono lì anche gli mente nel full-lenght ('89, Interfisch); ste ulteriori indagini, vista la diffusione di quella tecno- U2 a dare un’occhiata: in tutta onestà non sapevamo chi sintesi innegabilmente bianca in bilico tra letteratura logia. Se non iniziamo a ribellarci a questa dipendenza diavolo fossero ma ricordo la poderosa stretta di mano cyberpunk e dance costruttivista, l'album descrive con dalle varie tecnologie emerse a partire da allora non di Bono. Fu un bel periodo; c'erano poche discussioni spietata lucidità un futuro disumanizzato e prossimo al avremo alcuna possibilità di evitare il lavaggio mentale di carattere tecnico anche se si delineava una divisione collasso, calciando l'ironia kitch dei Kraftwerk uomini- di cui sopra. Computer, cellulari, lettori mp3, consolle tra Charlie, Roger e Paul da una parte e Steve e me macchina, sostituita dal rigore matematico di un trio per videogiochi: prodotti messi sul mercato e program- dall’altra. Non importa quanto comprensivo ti dimostri (Newton, Paul Browse e Dean Dennis) interamente vo- mati per distrarre le masse attraverso contenuti labili o quanta libertà venga concessa nell'esecuzione: gli anta- tato all'elettronica. Nella complessità di un concept che e spesso fuorvianti. Il fatto è che necessitiamo, citando gonismi sembrano inevitabili in un gruppo. Arrivi sempre affronta la rivoluzione elettronica nell'epoca della neo- l’inventore Buckminster Fuller, di un consumismo a un punto in cui pretendi di essere il regista del film nata internet, c'è spazio perfino per la glorificazione di sostenibile: dobbiamo imparare a conoscere quello che piuttosto che un semplice attore. A controllare la realiz- Karl Koch (The Hacker): l'hackeraggio viene letto come consumiamo anche in relazione al suo processo di pro- zazione della maggior parte dei progetti artistici di una possibilità aggiuntiva per, citando P-Orridge nel film duzione. Dobbiamo imparare a costruire prodotti con certa importanza è la visione forte di un solo artista. Decoder, "Distruggere quelli che detengono e tengo- un'effettiva utilità che non ci rendano loro schiavi. Per Anche se è impossibile pensare a un equivalente visivo Beautiful Losers, il buon singolo Resistence (con tanto di no nascosta l'Informazione". Per fugare il dubbio che si Baudrillard, uno dei maggiori teorici marxisti, l'umanità di Thirst, l’immagine elaborata insieme a Neville Brody videoclip) o Eternity In Paris parlano il linguaggio di una tratti di un capriccio momentaneo viene dato alle stam- si è emancipata allo stesso tempo da marxismo e capita- oggi mi sembra l’unica possibile per rappresentare quelle new wave elegante e noir, arrangiata con originalità e pe in tutta fretta il live bolognese Transitional Voices lismo pervenendo a un sistema economico frammentato canzoni. Anche l’introduzione scritta da P-Orridge per interpretata a denti stretti da Newton sul quale aleggia ('89, Interfisch), contenete solo pezzi del nuovo corso, dove scopi e modalità sono fuori controllo; vaghiamo molti aspetti riassume bene il nostro discorso sonoro. funereo lo spettro di Turner. Oltre a ciò, l'insoddisfazione estremizzati da un cipiglio ossessivo e glaciale fino alla così, tra le sue tante facce, senza intendere una chiave di Nietzsche sosteneva, e a ragione, che la vera amicizia è lo attanaglia: al termine del tour europeo scioglie la band cristallizzazione. lettura unitaria e comunque senza un codice per poterla possibile solo tra persone che si somigliano. per rifugiarsi ad Amsterdam alla ricerca di un nuovo ini- Le 3 opere successive per l'italiana Contempo con- eventualmente interpretare. Come vuoi ricordare Steven 'Judd' Turner? zio. In Olanda si concretizza così il progetto ideato con fermano il perdurare dello stato di grazia, pur stempe- Riesci a distinguere un messaggio specifico, ana- Come Neil Cassidy nella sua autobiografia "I vagabon- il compianto amico, The Anti Group Communica- rando la stupore iniziale riguardo quei 'sogni sepolti' e lizzando la tua opera nella sua completezza? di". Come Dean Moriarty, Jacques Vaché, Jacques Ri- tions (Tagc). subito trafugati da una schiera di non indispensabili con- Auspico in una serie di contenuti diversificati, legati as- gaut: uno spirito dionisiaco che resterà sempre giovane Al di là dei loro intenti le uscite Tagc si dividono pro- tinuatori. Man-Amplified('91) focalizza l'attenzione su- sieme da una qualità comune che riguardi sia i concetti nel ricordo di chi l'ha conosciuto. Era un ragazzo snel- saicamente in 2 categorie: opere di innegabile valore mu- gli arrangiamenti, complicati da soluzioni di spiccata raf- espressi che le musiche. Non credo sia possibile ricon- lo ma nervoso, affascinante, una sorta di Iggy Pop che, sicale, persino superiori sotto alcuni aspetti al repertorio finatezza (la titletrack e Techno Geist) ma pur ricondotti durre la totalità del mio lavoro a un unico messaggio ma bruciando da ambo i lati, si spense prima degli altri. Era Dva, e altre di soporifera indulgenza post-industrial. Alla a una drammaticità stilizzata e austera (Dark Attractor e mi auguro che le mie idee riescano a trascendere i ge- il mio migliore amico e niente potrà mai rimpiazzare il

96 97 lasciar perdere, per evitarmi stress e frustrazioni. Io e all’opera. Ho trascorso gli ultimi 10 anni lontano dalla Jane abbiamo anche dovuto difenderci da una serie di musica poiché volevo reimmergermi nell'esplorazione accuse assolutamente false emerse su internet. Alla fine del mio primo medium, l'arte. Ora è una vera sfida tor- però, l’abbiamo spuntata con questo box che contiene nare nell'arena. Diciamo che avevo bisogno di ritrovare gli 8 album rimasterizzati, veste grafica perfezionata, un la mia voce più vera per dare nuova autenticità a questa libretto di 120 pagine e, soprattutto, un album inedito nuova fase creativa. dal titolo Horology che testimonia le nostre sperimen- In cosa si differenzia concettualmente il progetto tazioni negli anni ‘77-’79. Da queste registrazioni inedi- Tagc rispetto all'esperienza Dva? te emerge un sound ben diverso da quello industrial di Tagc venne concepito da me e Steve verso la fine del White Souls. Ci sono delle sperimentazioni più vicine a '78 come un progetto collettivo multimediale di cui sono Buried Dreams nelle quali abbiamo fatto largo uso di stato il 'direttore'. Il primo lavoro che pianificammo fu drum machine, synth, campionamenti ecc.. Spuntano così una serie di nastri terapeutici; questi esperimenti verran- alcune delle nostre prime influenze: in ambito performa- no distribuiti solo quando avrò individuato un formato tivo l’azionismo di Otto Muehl, Günter Brus, Rudolf adatto che li sappia rappresentare nella loro complessi- Schwarzkogler e Kurt Kren; l’arte figurativa con De tà. Alla base di tutto c'è la ricerca sistematica in merito Chirico, Bacon, Kubin, Dix, Paul Delvaux come pure all'esplorazione delle potenzialità concernenti la compo- gli esperimenti di Duchamp, Man Ray e Beuys; per la sizione del suono, sue possibilità e sviluppi. Per espandere letteratura Beckett, Rabelais, Artaud. E poi ci sono i la Co(no)scienza abbiamo utilizzato computer, tecnolo- pionieri dell’elettronica: Schaeffer, Cage, Earle Brown gie audiovisive e sistemi arcani derivati dalla tradizione e via dicendo. Al di la di tutto questi pezzi incarnano per magica o da altre scienze occulte. Le ultime registrazioni me il sound originale dei Dva e, oltre a ciò, evidenziano hanno investigato la stimolazione cerebrale sonora e in il prezioso apporto di Judd. Recentemente ho letto in un lavori come Meontological Recordings-Record 2 Teste libro scritto poco dopo la sua morte una frase attribuita Tones ci siamo spinti ancora più profondamente nell'ana- al nostro primo chitarrista, Paul Widger, il quale mette in lisi del ruolo di frequenze e ritmi, con particolare inte- discussione l’abilità di Judd. Egli dimentica però, come la resse nella codifica delle strutture ritmiche utilizzate nei maggior parte dei musicisti, che per un vero artista non rituali Voodoo per indurre la trance. Il fulcro principale è tanto importante il livello di tecnica raggiunto quan- del lavoro comunque, si basa sugli esperimenti pioneristi- vuoto che ha lasciato. o, al contrario, da gente ottusa. to piuttosto l’ingegno e l’anima trasmessi con le proprie ci condotti dall'occultista Michael Bertiaux dell'ordi- C'è qualcosa che ti rimproveri? Jane Radion Newton, tua moglie. Una collabora- esecuzioni/composizioni. ne iniziatico Otoa (Ordo Templi Orientis Antiqua) e del A posteriori c'è sempre qualcosa che vorremo aver fat- trice preziosa, tua partner nei rinati Dva... è imminente l’uscita del nuovo album a nome Couleuvre Noire. to diversamente. Per me vale in particolar modo per il Una donna indipendente e molto acuta; le interessa veni- Dva... Cosa ti schifa nel mondo della musica? periodo di Advantage, in cui mi sarei dovuto compor- re percepita nella sua individualità, evitando quella situa- Per me creare significa reinventarmi: non trovo soddi- Il doppiogiochismo e la falsità della maggior parte di tare con maggiore avvedutezza. Di tutta la gente con cui zione di fama riflessa di cui soffrì inizialmente Yoko Ono sfazione nel riproporre ciò che ho già fatto. Inventare quelli che ne fanno parte: gente genuina ce n'è, ma sono collaboravo allora solo uno si è dimostrato un vero ami- durante il matrimonio con Lennon. Come artista può oggi è davvero una sfida: ormai ognuno, con un pc, può eccezioni che confermano la regola. Nella mia carriera co e, ovviamente, come tutti i migliori, è mancato prema- vantare su di un intuito estetico di alta caratura, oltre a generare un pattern e comporre un brano. Quella che ho incontrato anche case discografiche interessate, oltre turamente. Mi riferisco al batterista Nick Sanderson, una profonda conoscenza sia delle implicazioni simboli- può sembrare l’abilità di un individuo nella maggior par- al proprio guadagno, a promuovere al meglio delle loro morto nel 2008. I giorni successivi alla tragica overdose che che psicologiche/filosofiche insite nell’atto artistico. te di questi casi però è attribuibile alla capacità della possibilità gli artisti che rappresentano ma, triste a dirsi, di Steve furono per me drammatici. Dopo alcuni mesi Sono suoi gli ansimi nel brano Buried Dreams? macchina. Il nostro intento deve essere dunque quello restano una sparuta minoranza. finì anche la relazione con la mia compagna e cominciò No, ma il suo contributo sia per le musiche che per cer- di individuare nuove strade, aprirsi al possibile. Secondo Tornando a Nietzsche: "Il visionario mente a se una stagione nella quale non pensavo che a fuggire da te scelte visive è stato determinante nell’esperienza Dva il maestro Shunryu Suzuki la mente di un principian- stesso, il bugiardo solo agli altri". La tentazione è tutto. Non so come spiegarlo, mi sentivo svuotato e, in e anche per quella Tagc. te è come uno spazio illimitato che possiamo esplorare, di considerarci alla stregua di una menzogna... un certo qual modo, è ancora così: anche se lo spirito A breve uscirà finalmente tutta la discografia ri- mentre quella dell’esperto è limitata da scelte ben pre- Arduo rispondere. Meglio di me avrebbe detto Baudrillard non muore quelli che restano non possono dimenticare masterizzata dei Dva... cise. La musica che accetta la sfida dell’imprevedibilità è che, nel saggio "Sul mondo nella sua profonda illusorietà", le perdite che hanno subito. Ci sono voluti 4 anni per portare a termine la faccen- ovviamente più difficile e conseguentemente di non facile definisce l’idea filosofica come un concetto semplice e A conti fatti siamo veramente artefici della no- da. Un problema di non poco conto è stato venire a 'appeal' commerciale. Henri L. Bergson sostiene che radicale nella sua impossibilità, confutabile nella non-esi- stra fortuna? patti con alcuni ex membri della band: solo questo mi utilizzando un metodo prettamente razionale si riduce la stenza di un mondo oggettivo. Noi siamo parte di questa Non abbiamo un effettivo controllo sugli eventi, a par- ha rubato un anno affinché tutti fossero convinti che comprensione di un oggetto a elementi già noti mentre rappresentazione e sua immagine riflessa, al contempo. tire dalla nostra stessa nascita e perciò siamo soggetti a la proposta della Mute era la migliore sul tavolo. A es- affidandosi all'intuizione riusciamo a venire in contatto Non esiste solo l'illusione oggettiva dunque ma anche circostanze al di fuori della nostra portata. Pensa alla dif- sere onesti ci sono stati momenti nei quali, a causa di con la sua parte più indefinibile. Concordo inoltre, sotto quella speculare-soggettiva. Ecco il fulcro del mistero: il ferenza che intercorre, a esempio, nel nascere da genito- certi problemi burocratici, sono stato tentato di con- questo profilo, conColeridge , il quale evidenziava la ne- mondo non esiste per essere conosciuto, non è conce- ri intelligenti abbastanza da incoraggiare i nostri interessi siderare quegli album come parte del mio passato e di cessità di un elemento incomprensibile per dare efficacia pito per sottostare alla nostra conoscenza anche se essa

98 99 è parte del mondo per quanto concerne l’illusorietà del di distruggere il mondo, come risposta alle loro empie informazioni fluiscono liberamente e allora diventiamo tutto e cioè il fatto che non ci sia necessariamente una esistenze. L'unica alternativa che ha l'uomo per evitare loro tramite. Quando funziona può consegnarci risulta- spiegazione. Poi c'è questo miracolo: che un frammento automazione e guerre è di abbandonare in blocco questa ti brillanti, come nel caso di Thirst o Digitaria, ma le di questo Tutto, la mente dell’uomo, decide di arrogar- tendenza e mettersi in cammino verso la propria auto- va riconosciuta una misura e una corretta collocazione. si il privilegio di divenire Sua rappresentazione. Ciò non realizzazione. Forse si tratta del bisogno di organizzare, in opposizio- porterà certo a una soluzione oggettiva, almeno fino a Puoi menzionare un artista che ti ha influenzato ne al caos di altre forme di creazione che non possiamo quando lo specchio continuerà a essere parte di ciò che quand'eri giovane ma che neanche il tuo fan più determinare. riflette. Oggi le microscienze hanno svelato l'illusione in acceso potrebbe sospettare? Ho annotato una dichiarazione di Jello Biafra: maniera definitiva, il che non riguarda solo l'inganno di Negli anni della mia formazione, prima di approcciarmi "Se ami Dio brucia la chiesa". La tua posizione un'oggettiva verità mancata, ma l’inestricabile complicità attivamente alla musica, leggevo moltissimo Eugène Io- in proposito a religioni e questioni dogmatiche? delle due, le quali vanificano ogni pensiero metafisico te- nesco, membro del Collegio della Patafisica e unanime- In un modo o nell'altro la religione ha sempre diviso orizzabile. Questa è la trappola che la natura ci riserva. mente considerato come uno dei fondatori del Teatro le persole. È stata causa di immensi spargimenti di san- Internet ci condurrà verso un'insperabile forma dell'assurdo. gue, perpetrando e permettendo crimini atroci, fin dai di liberazione o saranno nuove catene? La tua risaputa cinefilia mi spinge a chiederti qua- tempi in cui gli sciamani persero il controllo sui loro è un'arma a doppio taglio: da una parte puoi accedere li siano le tue preferenze rispetto ai maestri ita- poteri e sulla dottrina della magia. Avvenne perciò che a informazioni altrimenti di ardua reperibilità; dall’altra liani... il significato originario delle scienze occulte fu perver- questa democratizzazione del mezzo informativo può dif- Sono un gran culture dell'opera di Pasolini anche in virtù tito. Ricordo, a proposito, uno stralcio di una lettera fondere notizie non vere, plagiando chi non sa scegliere della sua ecletticità, decisamente un artista imprevedibile dello scienziato e occultista Jack Parsons indirizzata fonti attendibili. Aggiungici anche che internet attua una e controverso. Un intellettuale dai tanti paradossi. Il tema alla moglie, la sua 'Donna Scarlatta', Marjorie Cameron: sorta di separazione dalla realtà: oggi abbiamo persone dominante nella sua opera, così come nelle sue esperien- "Duecento anni fa, alla base della vittoria del cristianesi- che vivono esistenze virtuali dove possono far accadere ze personali, è il Potere, del quale analizzò le forme più mo sullo gnosticismo, troviamo il fatto che il primo, pur le proprie fantasie. Tutti a volte necessitiamo di una sorta oscure. Tra libri e film collezionò più di 30 denunce per nella sua falsità, era 'diretto', comprensibile da persone di rifugio mentale, un po’ come nei sogni: il problema blasfemia e oscenità. Il suo confronto col Potere lo portò semplici. La 'semplicità' è un concetto chiave per assicu- emerge quando il mondo virtuale prende il sopravvento ai margini della società così come al centro della vita pub- rarsi la vittoria in ogni forma di guerra e, ancor oggi, la sulla propria esistenza, sul genere dei romanzi di Ballard. blica in Italia. Un dissidente del mainstream contro la cui Magia, non possiede questo requisito". Con la diffusione esponenziale di questa tecnologia il fe- convenzionalità e ortodossia si scagliò impetuosamen- Qual è la tua opinione su Crowley? Non è che nomeno è destinato a espandersi. È una situazione 'fau- te. Omosessuale, comunista, ateo: rifiutando la maggior 'l'uomo più cattivo del mondo' fosse un abile stiana': preferendo la finzione alla realtà perdiamo il con- parte dei dogmi che altri accettavano, poté votarsi alla ciarlatano o poco più? trollo su quest'ultima. Mi preoccupa inoltre che la quasi ricerca di una verità che finì col plasmarne vita, opere e Era, secondo il suo sistema magico, un 'magus', un gra- totalità delle risorse e delle attività nella nostra società convinzioni politiche. Ebbe a dire che si può comprende- do iniziatico conseguibile da pochi individui. Si trattò di passi attraverso un cavo elettrico. re una persona solo dopo la sua morte. Promosse nella un pensatore originale in anticipo sui tempi per alcune Qual è la tua paura più grande rispetto al futuro sua opera il concetto di 'sacralità naturale', l’idea cioè questioni. Sicuramente fu un pioniere che schiuse molte del mondo? che tutto fosse sacro di per se stesso, senza bisogno di porte poi attraversate, dopo di lui, da altri pensatori e Per risponderti mi rifaccio a "Psicanalisi della società una legittimazione soprannaturale. Amo anche Visconti occultisti. La gente da sempre esprime giudizi negativi contemporanea" di Fromm; stiamo andando incontro a e, naturalmente Fellini e Antonioni. su Crowley: era un personaggio dotato di grandi ascen- un processo nel quale creiamo macchine che fanno il la- Te ne frega delle nuove leve dell'elettronica? dente sugli altri e una figura indubbiamente ambigua. voro degli uomini e, di per contro, uomini che si compor- Per essere onesti mi interessano altre aree sonore e, seb- Puoi dirti un uomo sereno? tano come perfetti automi. In breve questa alienazione bene per alcuni anni abbia abbracciato un modus legato Il più delle volte sì ma ci sono alcune occasioni che mi porterà a un graduale indebolimento delle nostre facoltà all’evoluzione tecnologica di questo medium, non mi ci fanno andare il sangue alla testa. A parte questo ultima- essere stato, il rigenerarsi degli atavismi, della gnosi, così mentali: la vita perde significato e parole come 'fede', 'fe- sono mai calato completamente, pur venendo a contat- mente sembra che le ore di una giornata non bastino come la consapevolezza che non porteremo nulla con licità' o 'realtà' finiscono per non significare nulla. Tutti si to con questa o quella situazione interessante. Ci sono mai: sono diviso tra l'amministrazione dei miei progetti noi dopo la morte. È solo l'artefatto di questa esistenza dicono felici pur avendo scordato cosa significhi provare artisti che mi piacciono ma non sono famosi; sto consi- e il lavoro artistico. L'ideale sarebbe non doversi ac- che rimarrà, imbevuto con lo spirito e le motivazioni di questa sensazione. Nel diciannovesimo secolo fu teoriz- derando la possibilità di collaborarci per farli conoscere collare anche la parte gestionale ma il fatto è che ora chi l'ha generato. Si perpetua così una connessione tra zata la morte di Dio: il ventesimo secolo ha testimonia- a un pubblico più vasto. siamo solo io e Jane, non abbiamo collaboratori e c'è quelli che furono e quelli che saranno e che potranno to la morte dell’uomo. Prima l’uomo veniva visto come Qual è il limite principale dell'atto improvvisati- una mole infinita di lavoro da sbrigare. percepire la trascendenza del tutto. un’entità crudele e pericolosa; oggi egli è sinonimo di una vo? Qual è l'aspetto più straordinario dell'essere un schizoide auto-alienazione. Il pericolo del futuro non sarà Va compresa, la necessità dell'improvvisazione. Determi- artista? più la schiavitù ma l’automazione di chi non sarà capace na un processo che può ridefinire una forma conosciuta Realizzi che ogni cosa è transitoria e che creiamo al di di rivoltarsi contro questo processo. Il residuo di umanità o generarne nuove. Per i surrealisti si trattava di auto- là di noi stessi esprimendo, nel migliore dei casi, qualco- in questi automi impedirà loro di vivere pacificamente: matismo psichico allo stato puro, una situazione nella sa di altrimenti inesprimibile, qualcosa di straordinario si trasformeranno in delle specie di golem e tenteranno quale corpo e mente si esprimono in totale libertà. Le che, di volta in volta, cattura l'immagine di ciò che deve

100 101 (GI)Ant Steps #37 classic album rev Sun Ra

The Heliocentric Worlds of Sun Ra, Volume Two (Earache, Novembre 1989) (ESP Disk, Gennaio 1966)

Sun Ra come Michael Jackson: un vero mistero e uno di Dumbo (nell'omaggio alle musiche disneyane coordi- dei musicisti più influenti di sempre. Per Wu Ming 1 (Ro- nato da Hal Willner e intitolato Stay Awake; 1988)? berto Bui), il maestro della new thing più influente, persi- Tanto vale non scegliere affatto e abbandonarsi alla mon- è innegabile che l'importanza del Pop Group fu capitale plumbeo di come vent’anni prima fu per i no più di Ornette Coleman e di John Coltrane. For- tagna di 28 cd che testimoniano i concerti per il capo- quanto il lascito dei progetti paralleli, così che parlare , eppure nei Godflesh il doom si fa white se perché, oltre alla musica, tradotta in una discografia danno 1981 al Detroit Jazz Center (2007)? del dopo comporta ragionamenti non noise monocorde e disperato e Swans-iano (Devastator), sterminata e disordinata (e pluridecennale, 1956-1993), Vince il buon senso e vince pure ai punti il secondo vo- troppo dissimili. Il triumvirato Harris, Dorian e Broadrick tra vedute Killing Joke (Christbait Rising) e rimandi ad Herman "Sonny" Blount aveva dalla sua anche un imma- lume della saga dei Mondi Eliocentrici (secondo album re- forgiò nomi il cui peso non fu meno rilevante di Pigbag, una formazione che sottotraccia stava, nello stesso pe- ginario - immagine e pensiero - assolutamente unico. E gistrato per la ESP Disk di Bernard Stollman). è uno dei Rip Rig & Panic o del più famoso Mark Stewart & Maffia. riodo, ridisegnando le geografie rock albioniche: i Loop ingombrante. Sun Ra è l'epicentro di quello che sarebbe titoli più rappresentativi del periodo newyorkese di Ra, Scorn fu la creatura horror dub del primo, Cathedral la di (seppur meccaniche e chirurgiche, diventato l'afrofuturismo, un'eredità raccolta da George caratterizzato dall'esplorazione delle possibilità dell'im- bestia nera del secondo e Godflesh l'incubo del terzo, Dream Long Dead e Pulp lì vanno a parare). Dialettica Clinton prima, dalla techno detroitiana poi, per giunge- provvisazione eterodiretta (quella che Butch Morris , un ragazzo che dopo la presenza nei wave, asperità noise, la cifra dei Godflesh scorre come re fino alla scena new hip hop anni Duemila. codificherà come conduction) ed è una delle sue perfor- fondamentali di Dustbowl fondò la band un intenso e martellante stream of consciousness che La musica di Sun Ra aveva preso avvio con la swing mance in studio migliori (e meglio registrate; si senta di nel 1988 chiamando a sé l’amico G. C. Green, compa- annulla la distinzione tra i singoli episodi: è l’insieme a era, lui cresciuto nel culto della big band di Duke Elling- contro l'impasto da bootleg di Atlantis), in compagnia di gnone ultra navigato e conosciuto ai tempi dei Fall Of spaventare, come il ritrovarsi spalle al muro mentre un ton, e aveva attraversato le più importanti ondate stili- alcuni dei suoi più fidati accompagnatori (i fiatisti Mar- Because (epiteto di Killing Joke-iana memoria). magma lavico si avvicina. stiche del jazz per trovare poi una via personale basata shall Allen, , e il contrab- A pigliarli fu la fida Earache che già aveva nelle sue Come la Title Track, episodio claustrofobico dove il sull'improvvisazione, l'uso insistito delle percussioni e la bassista Ronnie Boykins). Sono tre pezzi errabondi fila gli stessi Napalm e maturava direzioni innovative. In growl di Broadrick, storpiato e assistito dalla chitarra del sperimentazione con tastiere elettriche ed elettroniche che tracciano vie sbilenche a metà tra il free jazz e la mu- particolare, il manager Digby Pearson voleva scollarsi di guest , pare proferito da una creatura Lo- (suonate con uno stile che catapulta la lezione di The- sica cameristica-contemporanea, animati dalla dialettica dosso la nomea di uomo del grind (o del death) e Stre- vercraft-iana. Corre l’anno 1989, e per la prima volta la lonious Monk, che peraltro avrà modo di esplicitare il tra i vuoti e i pieni, il discreto e il continuo, coi classici etcleaner era la risposta. Con iconografia raffigurante parola metal viene accostata al suffissoindustrial . Tutto proprio apprezzamento per la musica di Ra, nell'universo momenti esclusivamente percussivi e quelle tastiere dai delle crocifissioni su di uno sfondo in fiamme, ovvero quello che verrà dopo in ambiti heavy - Fear Factory in free/impro). Quale istantanea scegliere allora, tra le tante suoni bizzarri (qui il clavioline, un proto-sintetizzatore una delle prime allucinazioni del professore Eddie Jessup testa - acuirà la componente cyber lasciando spazio ad possibili, per dare un'immagine chiara - e quindi oppor- monofonico). (William Hurt) protagonista di Stati Di Allucinazione una facciata tanto perfetta da risultare artefatta. Semmai tunamente ambigua e misteriosa - dell'uomo e della sua Quella che ne viene fuori è l'immagine più appropria- di Ken Russell; e still di Eraserhead di David Lynch e un occorrano eredi, li si cerchi nei Neurosis di Through phre e space music? Il club elegante di ta per descrivere un'estetica in fondo ancora tutta da altro cut up preso dal corto Hold Me While I’m Na- Silver in Blood. (1958), non privo di chiare anticipazioni delle eccentri- decifrare: il pezzo conclusivo, un flusso continuo che si ked di George Kuchar, la creatura Godflesh si apre con Gianni Avella cità di là da venire; il camerismo sghembo per tastiere fa avanti per blocchi distinti, si chiama Cosmic Chaos. Caos cadenze marziali e muri malsani di chitarre di Broadrick (il clavinet) e percussioni, da una parte, e l'orgia a tratti cosmico ma anche caso ordinato e organizzato, un qualcosa sorrette dal basso perfido di Green (Like Rats). quasi noise, dall'altra, dell'esotico ed esoterico Atlantis di drammatico e giocoso allo stesso tempo. Come la vita Entrambi alle macchine, i due subiscono il mood (1969); l'apoteosi afrofuturista del film e del disco blax e l'arte tutta di Sun Ra. Ed è solo una goccia nel mare. Space Is The Place (1972; titolo divenuto un vero mot- Anzi, un granello di polvere nello spazio. to); il flirt fusion col languido funk diLanquidity (1978); Gabriele Marino l'incontro/scontro con un altro maestro dell'improvvisa- zione come John Cage (1986); l'azzeccatissimo remake della psichedelia grottesca de La danza degli elefanti rosa

102 103 —recensioni laio Depp che Burton ricalca mo’ di cartoon vivente dal la sera della prima suo Beetlejuice (1988). Spartaco di una clinica a cielo aperto, il melanconico malpelo guida la rivolta di umiliati e offesi contro la Regina Rossa (Helena Bonham Car- Alice In Wonderland di una cosmogonia. Chi se ne frega dei draghi, dei paladi- ter), irresistibile Villain della storia. L’outsider è la acida e Tim Bu r t o n (USA, 2010) ni, delle spade e delle armature, quelle lasciamole agli or- deforme sorella maggiore dell’ebete e accidiosa Regina Il nuovo film diTim Burton è insipido. Sa troppo poco todossi di Tolkien, ai ciccioni panzoni dei tornei di D&D Bianca (Anne Hathaway) per movenze controfigura di Tim Burton e troppo di mamma Disney. L’universo che si eccitano con gli item dei loro elfi silvani. Invece il fiabesca della Norma Desmond di Wilder, per atteggia- carrolliano potenzialmente infinito non viene percorso sentore evidente è che la signora Linda Woolverton, già menti figalessa pleistocenica dal trucco dark cadaverico. in profondità: dopo la caduta nella tana del Bianconiglio, sceneggiatrice di alcuni must disneyani come La Bella e Qui lo dico e qui lo nego: a questo punto avrei preferito ci si attesta su una scelta di comodo piena di spunti, ma la Bestia (1991) e Il re Leone (1994), abbia consegnato vedere un’Alice del genio inconcludente di Terry Gil- priva di slanci effettivi che vadano a percorrere e svilup- un copione blindato che ammicca a La Bussola d’oro liam, perché se non altro la lente psichedelica, i funghi pare una delle funamboliche e pazze possibilità offerte (P. Pullman, 1995) con la sua galoppata urside – e già si allucinogeni, gli oppiacei ci sarebbero stati. Eccome. E dall’universo del romanzo. dovrebbe cercare di capire perché mai rievocare anche non avremmo necessitato di una stereoscopia tra l’altro Da Tim Burton mi sarei aspettato un riadattamento mo’ lontanamente uno dei più grossi flop del cinema recen- pleonastica per il 70% del film, ormai semplice ammen- di American McGee’s Alice, videogame che ha saputo te - e i vari Narnia di C.S. Lewis, che per l’appunto con nicolo commerciale. conferire a pieno al ritorno adolescenziale di Alice (Mia Carroll ha solo il Lewis in comune. Luca Colnaghi Wasikowska) nella terra incantata sfumature gotiche, Non solo si attinge ad un universo completante differen- plasmare felini incubi anoressici, lepidotteri narcolettici te, ad un bacino semantico che con quello lisergico di Invictus - L’invincibile e beniamine con tanto di benzodiazepine e mannaia. Fre- Carroll non ha niente in comune, ma si scelgono anche Cl i n t Ea s t w o o d (USA, 2010) aks veri. Invece. Servono a ben poco le intuizioni visise, gli stereotipi più scontati ed esautorati della scuola di In una scena di Invictus il capitano della nazionale Fran- le raffinatezze con cui vengono cesellate le scenografie Propp applicata alla deriva del mythos in veste fantasy: cois Pienaar, interpretato da Matt Damon, guarda in computer grafica, i costumi ed il trucco di una grossa la lotta tra consanguinei per il trono con tanto di pro- all’imbrunire dalla finestra della sua camera; è la sera che masquerada di corte che ricorda le caricature di strada fezia, l’aiutante e l’oggetto magico, il dragone sigfridiano. precede la giornata dell’incontro con gli All Blacks e il o i più gaudenti effetti cazzari da Photoshop. Burton gio- La follia che diventava genio anarchico di matrice niet- suo pensiero, presumibilmente, corre in avanti per cerca- ca con il corpus carrolliano, compie un salto triplo let- zchiana per Carroll, l’azzeramento dell’intelletto e il ce- ti» come diceva il papà di Alice e perché la melanconia re la giusta concentrazione. La battuta successiva, invece, terario tra i romanzi con la beniamina dal capello sauro, dimento al fascino illogico della volontà primigenia, qui si dell’uomo di genio aristotelica sembra il tratto saliente ci dimostra che siamo in errore: sta pensando al passato e fino a questo punto si lamenterebbero solo i talebani vestono di un’inutilissima quanto fiacca verve che fanno della personalità del cappellaio e degli altri protorivolu- di un altro uomo, un suo nemico, che ora sta facendo il della filologia romanza. Poco importa. del Cappellaio (l’istrionico Johnny Depp) un crociato zionari. tifo per lui. Che importanza ha, quindi, quella partita di La cosa che proprio non si può digerire è l’inspiegabile e che sembrerebbe autorizzare la pericolosa triangola- Ma la pazzia che ne deriva è una schizofrenia compul- rugby che si deve disputare il giorno dopo di fronte alla virata fantasy. Potrei capire se il testo di partenza fosse zione sillogistica in cui la follia diventa termine medio tra siva che impedisce al film di essere sottoscritto ad un forza portentosa della vita di quell’uomo? Il suo perdo- povero. Ma è il Paese delle meraviglie! Stiamo parlando genialità e melanconia. Perché «i migliori sono sempre mat- universo di riferimento e ad Alice di riconoscersi e di no, dopo 27 anni di carcere? essere riconosciuta come tale. E le cose non sembrano Nessuna impresa sportiva può eguagliare la forza di di certo migliorare nel finale con lo slancio brianzolo da quella vita che spinge in avanti, imperterrita, intrepida. giovane imprenditrice, che fanno della nostra beniamina Allo stesso modo dovremmo intendere questo film: ben prima una Giovanna d’Arco in difesa dello status-quo, lungi dall’essere cinema sportivo, questo è un film sulla poi una femminista ante-litteram e una socia onoraria di salvezza e sulla riconciliazione rappresentate dalla vita Confindustria. Come in una vecchia canzone: «Alice non di un uomo. Il suo insegnamento, radicalmente rivolu- abita più qui». zionario, di “porgere al nemico l’altra guancia“ - ovvero Una schizofrenia che modella il film in continuazione playing the enemy – è, prima ancora che astuto e sottile, senza interruzione e senza meta, vittima di un’ossessiva anticonformista e scandaloso. Lo scandalo del suo pen- bulimia di pozioni astringenti e biscottini nandrolonici siero lo si vede dipinto sulle facce dei suoi stessi sosteni- che se sottolineano alcune piacevoli parentesi come tori quando Nelson Mandela irrompe, con la consueta la sequenza della scacchiera, non evitano interminabili gentilezza, alla riunione della confederazione sportiva dei parentesi trash come quella d’appendice della deliranza neri. Mettere da parte la rabbia, le offese, le intolleranze, (forse il punto più basso del cinema di Burton e Depp), la misera strategia della “tifoseria contro“ ha la forza ri- che vezzeggiano sulle partiture orchestrali di Danny El- voluzionaria di abbattere una barriera. fman (garanzia di casa Burton) per tutto il film per poi Utilizzare strategicamente lo sport per fare una rivo- chiudere con Avril Lavigne. luzione equivale a spezzare una catena e astutamente Nonostante l’esergo da giovane forzista in odore di quo- lavorare al fianco il nemico. Le armi sono la ferocia della te rosa, il vero protagonista morale del film è il Cappel- gentilezza e il potere carismatico della calma. Non è, for-

104 105 fondo, il nostro regista – aiutato da Morgan Freeman – dio che è la guerra? Come riuscire a giudicare insano un abbia voluto soprattutto, umilmente, raccontare la storia certo comportamento? Che metro di giudizio abbiamo di un Uomo più che la Storia. Una figura che possa fun- la pretesa di formulare per giudicare i comportamenti zionare come un punto di riferimento e una speranza in degli altri se a molte delle nostre manifestazioni insa- un contesto storico soffocato da paure (ecco il riferi- ne (violenze, soprusi, ingiustizie) abbiamo dato parvenza mento ai possibili attentati) e cedimenti, debolezze e atti di rettitudine morale e legittimità? Il tema che solleva di forza tanto arroganti quanto inutili. Dopo Gran Tori- questo film è, in un certo modo, il lato anarchico delle no una poetica del genere spiazza e nello stesso tempo, più profonde e personali convinzioni di un individuo. "La paradossalmente, porta a compimento, si fa segno di un verità non è che un esercito mobile di metafore, metonimie percorso registico che continuamente ci sorprende e e antropomorfismi, in breve una somma di relazioni uma- non finisce mai di evolvere. ne…" diceva quel mattacchione di Nietzsche. Chi sono Non confondiamo umiltà (classicismo, rigore) con senili- i veri pazzi? È un tema kafkiano, dice ad un certo punto tà. Invictus non manca di scelte forti di regia: nella prima la psichiatra Rachel Solando che lui trova, attraverso una scena, per esempio, vediamo i due campi sportivi divisi serie di segni premonitori, nella caverna a riscaldarsi al dalla strada dove passa l’auto con a bordo Mandela, ap- calore del fuoco (temi archetipici entrambi). Le tue pau- pena uscito di prigione. Basta un solo, dolce e sinuoso re giustificate appaiono, agli occhi degli altri, ossessioni di movimento di macchina per scoprire due mondi com- una mente malata, i tuoi dolori saranno traumi insanabili, pletamente opposti che andranno lentamente a fondersi le ragioni più profonde, farneticazioni. Che poi, alla fine, l’uno nell’altro nel corso del film. Le note musicali sottili tutto si ribalti e quelli che sembravano scienziati votati e cadenzate rappresentano perfettamente questo gentile alla pratica della lobotomia e fascistoidi (gli americani lavoro di continua ispirazione. Il ralenti finale che dilata fascisti?! Che fanno peggior cose dei loro nemici?! il tempo prima sincopato. La scenografia luminosamente Martin Scorsese azzarda questo parallelo con l’attua- bianca come a ribadire la superiorità di un colore; quella lità e accenna alle opposizioni di potere politico…) sia- luce che nelle scene finali è quella del sole che illumina no in realtà psicanalisti giocherelloni che inscenano cure la partita e la coppa sollevata. Riusciamo ancora a distin- all’avanguardia come il role play che cosa cambia? La guere il nero dal bianco, o è solo luce? …but the Horror of mezz’ora finale - che è fin esagerata nella sua lunghezza- se, questo, un insegnamento da cui dovremmo tutti trar- the shade/ and yet the menace of the years/ finds, and shall non cambia nulla della tesi centrale: difficile e doloroso storia del cinema spesso citate a sproposito? Commenti re giovamento, soprattutto oggi? Non è, forse, molto più find me, unafraid (William Ernest Henley). rimane il rapporto tra l’individuo e l’istituzione sociale. che s’addicono al film: il troppo stroppia. Sono d’accordo rivoluzionaria questa lotta? Così stupisce la fiducia che Costanza Salvi Più che una parabola su un uomo che deve accettare il con Giona Nazzaro (Film Tv n.9): Il processo di Welles è Mandela nutre nella forza e nell’unione del suo popolo suo dolore, il film sembra una denuncia dell’inadegua- il suo (taciuto) più diretto riferimento. da lui definito “famiglia“. E come è attraente e carisma- Shutter Island tezza – o responsabilità - della società rispetto a quel Costanza Salvi tica la sua compostezza quando, per esempio, all’inizio Ma r t i n Sc o r s e s e (USA, 2010) dolore. Impossibile, spesso, il compromesso. Mostri o del film ci aspettiamo che il furgoncino che si muove Attenzione: chi ha già visto il film può leggere la recen- brave persone? concitato nasconda un pericolo. Invece il furgoncino sione, chi, invece, non l’ha visto – e ha in progetto di farlo Finita la parte seria avrei da dire qualcosa sul film: mi porta solo giornali i cui titoli, in prima pagina, echeggiano - farebbe meglio a passare ad un’altra lettura perché il sembra che Scorsese si sia fin troppo innamorato del suo i repentini cambi d’opinione cui è sottoposto un leader bello di questo film è proprio saperne il meno possibile. lavoro, mette troppa carne al fuoco e finisce per essere (in questo caso il pensiero vola all’America di Obama, Dai commenti carpiti en passant dalle persone all’uscita deludente. Ci sono scene girate con maestria: la prima prima osannato poi già criticato). Smart lad, to slip betimes del cinema dovrei, in realtà, arrivare all’opposta conclu- apparizione del battello nella nebbia (calma piatta, bian- away/ from fields where glory does not stay/ and early thou- sione: “Ma allora, alla fine, è un pazzo o è il più saggio di tut- ca, lattea, nauseante più di una tempesta), la panoramica gh the laurel grows/ it withers quicker than the rose scriveva ti?!” oppure: “Ma che vuol dire la frase finale meglio vivere della fucilazione dei fascisti a Dachau. Ci sono le sceno- A. E. Housman per consolare dalla morte prematura di da mostro o morire da brava persona?!”; in sostanza non ci grafie di Dante Ferretti e Lo Schiavo, i contrasti di luce un giovane atleta che poteva così risparmiarsi il destino si capisce molto e siccome il problema principale di uno e ombra (Orson Welles), l’ambientazione claustrofobia di perdere altrettanto velocemente la fama che si era spettatore è capire la storia e lo sviluppo degli eventi si dei corridoi e dei padiglioni (infiniti, labirintici, cangianti procurato. Del resto l’America attuale sembra essere dovrà pur trovare un punto finale, una conclusione diri- come la mente umana), la natura selvaggia e archetipica invocata anche dai riferimenti alla situazione economica mente del problema. fuori, i soprassalti al fulmicotone, i buchi neri (la chieset- e sociale stagnante nella quale Mandela si trova ad ope- Eh sì, perché, nonostante tutto, siamo ancora attaccati ta gotica, l’incontro con George Noise, la caverna). Ep- rare all’inizio degli anni 90. I parallelismi – lo sappiamo a quel vecchio, stantio finché si vuole ma osservato con pure si esce dal cinema intossicati: Scorsese strafà. Poi mi - spesso portano ad una visione troppo superficiale della una certa nostalgia, problema della verità. È proprio que- irritano i riferimenti cinephile: passi Vertigine di Otto Storia, si limitano agli effetti e, quel che è peggio, diventa- sto il tema del film. Dove sta la verità? Chi ha la ragione? Preminger, vada anche Jacques Tourneur (l’isoletta no ideologia. Ma non credo che Clint Eastwood abbia Non è forse più assurdo di qualunque tipo di comporta- misteriosa e l’ambientazione gotica, Le catene della ceduto a questo meccanismo. Così mi sembra che, in mento deviato quel progetto di legittimazione dell’omici- colpa) ma non stonano le vagonate di riferimenti alla

106 107 La casa editrice Odoya e SentireAscoltare presentano:

PJ HARVEY Musica.Maschere.Vita

Un libro di Stefano Solventi

La sua musica è una sferzata misteriosa e misteriosamente liberatoria. Un’ossessione blues sbocciata nella culla del Dorset, cresciuta tra inquie- tudini adolescenziali e una incontenibile brama di mondo. Quando in ne è esplosa, lo ha fatto col piglio travolgente dei predestinati. Dei suoi primi quaranta anni, Polly Jean Harvey ne ha dedicati venti a tracciare una parabola fatta di musica, maschere e vita.

240 pagine Volume illustrato euro 15,00

CONCEPT ALBUM Un libro di Daniele Follero Introduzione Franco Fabbri

Nata sull’onda della rivoluzione musicale di ne anni Sessanta, la pratica del concept album ha accompagnato la maturità del rock, scrivendo un capitolo importantissimo nella storia della popular music. I dischi “a tema” continuano ancora oggi a rappresentare un affascinante mezzo espressivo, anche negli ambienti del pop da classi ca. I recenti concept album dei Gre- en Day sono la testimonianza più lampante di un lo rosso che, partendo da Frank Sinatra, tiene insieme Sgt. Pepper’s dei Beatles, Tommy degli Who, The Dark Side of the Moon e The Wall dei Pink Floyd, le storie d’amore di Claudio Baglioni arrivando no ai Dream Theater e al brit-pop.

226 pagine Volume illustrato euro 15,00

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