Comune Di Brescia. Archivio Famiglia Gambara Di Verolanuova 945-1836
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Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo ARCHIVIO DI STATO DI BRESCIA COMUNE DI BRESCIA. ARCHIVIO FAMIGLIA GAMBARA DI VEROLANUOVA 945-1836 A cura di Leonardo Leo Redazione 2002 Archivio di Stato Brescia ***** FAMIGLIA GAMBARA DI VEROLANUOVA Inventario a cura di Leonardo Leo Parte prima L’ARCHIVIO: VICENDE E STRUTTURA LE VICENDE L’archivio Gambara, ramo dei nobili veneti, venne depositato presso l’Archivio Storico del Comune di Brescia nel 1895 dalla contessa Maria del fu Vincenzo, ultima discendente della famiglia, sposata al conte Nicolò Pancieri di Zoppola. Da quanto risulta non vennero stesi elenchi di consegna, né fu redatto un inventario e per parecchi anni l’archivio fu del tutto trascurato. Non venne eseguito alcun intervento neppure in seguito alle operazioni di sfollamento dei fondi archivistici conseguenti agli eventi bellici del 1915-1918. Soltanto dopo il 1918 di esso si occupò monsignor Paolo Guerrini, quando a lui venne affidata la direzione interinale dell’istituto. Dei primi interventi di riordino da lui intrapresi e della situazione che si trovò a dver affrontare, ci ha lasciato dettagliata una descrizione1. Purtroppo il suo allontanamento dagli uffici comunali nel 1928, impedì che questi giungessero a conclusione. Inoltre, venendo a mancare tale figura di spicco, oltre che di riferimento, per i fondi dell’Archivio Storico Civico iniziò un vero e proprio periodo buio, ulteriormente aggravato dallo sfollamento dovuto alle vicende belliche del secondo conflitto mondiale, che apportò altre dispersioni e confusioni tra i documenti, ed. al definitivo scioglimento dell’istituto nel 1954. Da allora i fondi dell’Archivio Storico del comune di Brescia rimasero sparsi in diverse sedi senza che purtroppo si intervenisse con le necessarie operazioni di revisione e riordino. Uno dei fondi che maggiormente patì delle conseguenza da tale situazione fu proprio l’archivio Gambara i cui documenti si trovavano sparsi in diverse sedi, pur mantenendo presso la biblioteca Queriniana un consistente nucleo. Successivamente, per l’esattezza nel 1988, venne deciso di concentrare presso l’Archivio di Stato tutti gli spezzoni in cui l’archivio Gambara si trovava diviso e sparso nelle diverse sedi in cui allora si “conservava” l’Archivio Storico Civico. Questo intervento richiese anni di ricerche, spostamenti, integrazioni e poté considerarsi completato solo nel 1994, quando vennero completate le movimentazioni dei fondi dell’Archivio Storico Civico, volte al deposto presso l’Archivio di Stato, ed i primi sommari controlli sulla documentazione che esso conserva. 1 Paolo Guerrini, Per la storia dei conti di Gambara di Brescia, in “Rivista del collegio araldico” anno 1925. Il testo era già stato pubblicato, cfr. L’archivio dei conti Gambara, in “La città di Brescia, bollettino mensile municipale di cronaca amministrativa e statistica”, dicembre 1921, p. 205-209, ed era anche stato esposto dal Guerrini in una relazione presentata alla Commissione municipale preposta alla biblioteca il 30 novembre 1921. Per ricostituire l’archivio Gambara è stato necessario effettuare una minuziosa verifica di tutti i documenti. dell’Archivio Storico Civico dopodiché si è poi potuta iniziare la schedatura delle unità archivistiche. Occorre inoltre notare che la documentazione si trovava in una pessima condizione anche dal punto di vista della conservazione e della condizionatura, pertanto si reso necessario anche un intervento di pulitura e di ricondizionamento di tutto il materiale documentario. Il riordino dell’archivio è stato effettuato seguendo il cosiddetto metodo storico, tenendo conto del principio di provenienza, attraverso lo studio della documentazione e degli interventi precedentemente effettuati sull’archivio. In tal modo si è giunti a definire una struttura dell’archivio che tiene conto di tutte queste peculiarità . LA STRUTTURA La prima è più importante suddivisione che si può cogliere nel fondo Gambara è quella tra la parte “antica” e quella “moderna”. Con questi due termini si intende indicare la cesura esistente tra l’archivio che fu oggetto di un riordinamento effettuato nella metà del XVIII secolo da Clemente Zilioli, e la restante documentazione afferente al periodo compreso tra la metà del XVIII e la metà del XIX secolo. Questa divisione è importante in quanto, in un quadro politico ed istituzionale profondamente mutato, gli interessi della famiglia, e conseguentemente la formazione dell’archivio, determinarono una diversa struttura archivistica. La parte antica del fondo venne riordinata da padre Clemente Zilioli negli anni tra il 1729 ed il 1735. Tale riordino articolò l'archivio secondo una partizione paradigmatica basata sulla provenienza, in senso archivistico, dei documenti, strutturandolo in serie omogenee. Questa struttura è stata considerata come originaria per i lavori di riordino e inventariazione eseguiti secondo il metodo storico. Filze e mazzi sono le unità paradigmatiche che formano la struttura dell'archivio. Nelle filze si raccolgono documenti singoli, molto spesso in originale, quali atti pubblici, concessioni di privilegi da parte di autorità sovrane, riconoscimenti a componenti della famiglia, testamenti, istrumenti notarili; nei mazzi si trovano dei fascicoli, ordinati con criteri alfanumerici, in cui è raccolta la documentazione relativa a determinate questioni che si sono protratte nel tempo, generalmente processi e vertenze giudiziarie, ma anche la gestione del patrimonio, gli affitti. La documentazione estranea alla famiglia è stata raccolta in serie particolari definite "estere". Strumenti di corredo analitici e dettagliati, ancora oggi ottimi punti di riferimento per la consultazione e lo studio dello archivio stesso, sono gli "Annali", veri e propri inventari dell'archivio in cui il riordinatore settecentesco ha regestato quasi tutti i documenti dandone inoltre la collocazione. Gli "Annali" sono particolarmente preziosi per i documenti perduti: attraverso i regesti in essi contenuti spesso possiamo sopperire alla mancanza del documento. I documenti raccolti nelle filze sono descritti in ordine cronologico; dei mazzi, disposti secondo la classificazione alfa numerica, viene data un ampia narrazione riassuntiva. In tal modo gli Annali, oltre che inventari e guide ai fondi archivistici, possono essere letti come un una sorta di storia della famiglia, dei suoi interessi politici ed economici. Ovviamente già in precedenza l'archivio aveva una struttura formatasi con lo stratificarsi dei documenti nel corso dei secoli. Si sono conservati diversi inventari di scritture risalenti ai secoli XVI e XVII, e, anche ad una prima lettura, è evidente che le serie descritte erano organizzate rispettando quel criterio fondamentale dell'archivistica che oggi indichiamo come "vincolo archivistico". Ma la prevalenza di interessi giuridici e amministrativi determinava una mancanza di organicità e di unione dell'insieme. L'archivistica nei secoli XVI e XVII aveva un ambito esclusivamente giuridico- amministrativo e la considerazione per gli archivi era limitata alla ricerca ed alla conservazione dei fondamenti giuridici al possesso di beni immobili, al godimento di privilegi e, più raramente alla conservazione di scritture contabili. Presumibilmente l'ordinamento era per materia o meglio per argomento. Questi antichi inventari sono degli elenchi che si riferiscono a determinati possedimenti o a particolari materie con rilevanza giuridica. L'ordine della esposizione non segue però alcun criterio, spesso neanche un ordine cronologico. L'ordinamento dato al fondo Gambara dall'archivista padre Clemente Zilioli è stato considerato come ordinamento originale e quindi riferimento per un riordino secondo il metodo storico. Il lavoro effettuato è consistito nella ricostruzione delle serie archivistiche in cui l’archivio è strutturato. Dal confronto dei documenti e dalle indicazioni fornite dagli “Annali” è stato possibile identificare le seguenti serie per la parte antica: Filze, vi si raccolgono atti singoli, quali diplomi, strumenti notarili, testamenti ecc. Sono identificate da un numero e da un titolo che le contraddistingue. I documenti sono descritti nel primo volume degli “Annali” Mazzi, raccolgono una documentazione più complessa costituita da fascicoli, contrassegnati da una segnatura alfanumerica (la lettera si riferisce al mazzo, il numero al fascicolo) relativi a liti, affittanze, rivendicazioni ed altre questioni per la quali si rendeva necessario produrre una documentazione complessa. Queste serie sono descritte nel secondo volume degli “Annali”. Filze e mazzi cosiddetti esteri che raccolgono una documentazione con caratteristiche simile alla precedente ma che fanno riferimento ad interessi estranei alla famiglia o non gestiti direttamente da essa. Queste serie sono descritte nel terzo volume degli “Annali”. A queste serie si aggiungo documenti che non vennero presi in considerazione nel corso del riordino curato da padre Zilioli, o che non vennero descritti in volumi degli “Annali”. Tale documentazione è stata raccolta in una serie miscellanea privilegiando tutti quegli elementi che ne permettono una aggregazione tipologica. In tale modo si sono costituite delle sottoserie omogenee per i contenuti: atti delle giurisdizione feudale di Verola, 1577-1703 atti della giurisdizione feudale di Pralboino, sec. XV – XVII atti di notai roganti nel territorio di Verola: Toniono de Grena, 1510; Alessandro Carpani,166-1683; Giovanni Battista Carpani, 1684-1728 atti degli Umiliati di Quinzano e Pontevico, 1207-1535